comunità terapeutica psichiatrica

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comunità terapeutica psichiatrica
COMUNITÀ TERAPEUTICA PSICHIATRICA
REDANCIA SANFRÈ
Direttore Scientifico:
Prof. Giovanni Giusto
Specialista in Psichiatria
Direttore Sanitario:
Dott. Giuseppe Gazzera
Specialista in Psichiatria
Direttore di Comunità: D.ssa Monica Carnovale
Psicologa
Psichiatra Consulente: D.ssa Annamaria Bonfanti
Specialista in Psichiatria
Indirizzo:
Email:
Sito internet:
I
II
III
IV
V
VI
Via delle Chiese, 64
12040 Sanfrè (CN)
Tel./Fax: 0172 587258
[email protected]
www.redancia.it
Finalità e obiettivi generali
La struttura
L’equipe degli operatori
Il percorso comunitario del paziente
Il lavoro di rete
L’approccio psicoterapeutico:
strumenti e attività
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I
FINALITÀ E OBIETTIVI GENERALI
La Comunità Terapeutica Redancia Sanfrè si
costituisce nell’ambito del più generale
PROGETTO REDANCIA che si propone di offrire
un modello di intervento finalizzato al prendersi
cura della sofferenza e alla riabilitazione del
paziente psichiatrico grave.
Il cardine dell’intervento, secondo il ‘modello
integrato’ proposto da G.C. Zapparoli, è la
formulazione di un Progetto Individuale per
ciascun paziente, a partire dal riconoscimento e
dall’analisi dei bisogni che stanno alla base della
richiesta di ricovero nella C.T., del paziente
stesso ma anche del Servizio inviante e della
famiglia.
Come struttura intermedia la C.T. Si pone
come possibile punto di passaggio tra il ricovero
ospedaliero e il regime di trattamento
ambulatoriale. Il concetto di struttura intermedia
fa anche riferimento alla possibilità di fornire
uno
spazio
che
potremmo
definire
‘transizionale’, vale a dire un luogo dove
saggiare le residue potenzialità e fornire stimoli
‘ottimali’ per favorire il reinserimento sociale.
Possiamo considerare come primo obiettivo
quello di creare una ‘residenza emotiva’
all’interno della quale possa articolarsi il
percorso terapeutico specifico; a tal fine gli
operatori
sono
formati
a
gestire
con
consapevolezza elementi relazionali ed affettivi.
La presenza di un gruppo di operatori
permette, inoltre, la garanzia di una continuità
che un singolo operatore non può sostenere e
permette che il paziente possa proiettare le
diverse parti di Sé (spesso frammentate e
conflittuali) su operatori diversificati, che sarà
poi compito del lavoro di gruppo unificare e
restituire in una forma più integrata o
quantomeno tollerabile.
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II
LA STRUTTURA
La struttura residenziale Redancia Sanfrè è
una Comunità Protetta Psichiatrica di tipo B.
l’ASL territoriale di competenza è l’ASL CN2 di
Alba-Bra.
La Comunità dispone complessivamente di 20
posti letto, in camere prevalentemente doppie
ed alcune singole.
CARATTERISTICHE
ARCHITETTONICHE
ED
ABITATIVE. La struttura è organizzata su due
piani: al piano terra si trovano la Direzione e gli
uffici, le stanze per le attività terapeutiche e di
gruppo, la cucina e il refettorio, un ampio
soggiorno, cinque camere che ospitano i pazienti.
Al primo piano è disposto il secondo modulo con
altre stanze per i pazienti, oltre alla sala medica
e ad un piccolo spazio comune. La struttura è
idonea ad ospitare soggetti disabili in quanto
priva di barriere architettoniche e dotata di
appositi servizi igienici.
La struttura dispone inoltre di ampi spazi
esterni, un cortile, un praticello ed un piccolo
palco per spettacoli e feste.
La Comunità possiede due mezzi di trasporto
propri, un’auto ed un pulmino a nove posti.
È prevista la presenza costante degli
operatori, diurna e notturna, con una copertura
sanitaria quotidiana.
COLLOCAZIONE GEOGRAFICO-SOCIALE. La
Comunità è collocata in collina. Il paese di Sanfrè
si trova a circa 1 km, raggiungibile a piedi in 20
minuti, conta poche migliaia di abitanti ed è
prevalentemente concentrato attorno alla via
principale, dove si trovano quasi tutti gli esercizi
commerciali e i servizi frequentati dagli ospiti
della Comunità.
Il paese è fornito da un servizio di pullman e
di stazione ferroviaria. Geograficamente la zona
è quella del Roero, ricca dal punto di vista socioeconomico.
3
III
L’EQUIPE DEGLI OPERATORI
L’equipe è composta da:









Uno psichiatra con funzione di
Direttore Sanitario
Uno psichiatra consulente
Uno psicologo con funzione di
Direttore di Comunità
7 psicologi (che svolgono anche
funzioni educative)
4 infermieri professionali
2 educatori professionali
2 cuoche
3 OSS
4 ausiliarie
A questo gruppo si affiancano:




Consulenti
esterni
per
attività
riabilitative
Psicologi tirocinanti (la C.T. è sede
riconosciuta dalla facoltà di Psicologia di
Torino per il tirocinio post-lauream)
Educatori professionali tirocinanti
Volontari
FORMAZIONE SPECIFICA
L’equipe prevede un livello di formazione
specifica medio-alta. Sono considerati elementi
preferenziali l’aver frequentato o l’essere iscritti
ad una scuola di specializzazione, l’analisi
personale e la supervisione individuale, la
partecipazione a seminari, convegni ed altre
occasioni di studio e confronto per ciò che
concerne la psicoterapia e la psichiatria
residenziale.
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RIUNIONE D’EQUIPE
Strumento privilegiato del lavoro dell’equipe
è la riunione settimanale in cui vengono discussi i
casi, formulati i progetti e le ipotesi di
intervento, organizzate e impostate le attività di
gruppo e individuali. Spesso uno spazio della
riunione d’equipe è dedicato agli incontri con i
referenti
dei
Servizi,
per
verifiche
e
aggiornamenti dei progetti dei pazienti o per
richieste di nuovi inserimenti e relativa
presentazione dei casi.
Sono previste inoltre riunioni di mini equipe
con cadenza mensile durante le quali si ritrovano
i riferimenti di un singolo paziente per
impostare, verificare o riformulare il progetto
terapeutico.
SUPERVISIONE
È garantita una supervisione periodica con il
prof. Conforto, psicoanalista, e con il prof.
Giusto, psichiatra e direttore scientifico del
gruppo Redancia. Ogni operatore che si occupa di
colloqui psicoterapici è tenuto a svolgere una
supervisione individuale.
APPROCCIO TEORICO
Il quadro di riferimento prevalente è quello
psicodinamico e si richiama in particolare alle
articolazioni legate alle teorie delle relazioni
oggettuali e alla psicologia del sé (Klein,
Winnicott, Bion, Kohut).
Le caratteristiche peculiari della quotidianità di
una C.T. non possono comunque prescindere
dagli
apporti
delle
teorie
cognitivocomportamentali.
5
IV
IL PERCORSO COMUNITARIO DEL PAZIENTE
INVIO: la segnalazione e l’invio del paziente
avvengono tramite il Servizio Sanitario; la
richiesta può provenire dal paziente stesso o dai
suoi familiari, ma in ogni caso essa deve essere
mediata da un invio formale dell’ASL di
competenza territoriale. L’equipe richiede al
servizio inviante una relazione il più possibile
dettagliata per poter valutare la richiesta di
inserimento, quindi viene chiesto un incontro con
lo Psichiatra o gli operatori più coinvolti nella
gestione del caso e quando possibile una visita
del paziente presso la struttura per un incontro
preliminare; inizia quindi in questa fase l’analisi
dei bisogni.
ACCOGLIENZA: l’accoglienza del paziente ha
un’importanza
particolare:
viene
chiesta
esplicitamente l’adesione del paziente alle
regole e all’impostazione della Comunità; dopo
qualche giorno (di osservazione per gli operatori,
di ambientamento per l’ospite e di reciproca
conoscenza per entrambi) vengono assegnati i
referenti: un referente medico-farmacologico e
due referenti con funzione psicoterpeutica o
educazionale-riabilitativa.
FORMULAZIONE
DEL
PROGETTO:
viene
effettuata
individuando
gli
obiettivi
su
determinati ‘assi’ (la cura di sé, la famiglia, il
lavoro...) e gli strumenti più idonei per
realizzarli; grande importanza in questa fase
ricopre l’anamnesi, che non si limita ad una
semplice raccolta di dati ma che permette anche
di cominciare a lavorare con il paziente sulla sua
‘storia emotiva e relazionale’; la diagnosi
d’ingresso
viene
verificata
attraverso
l’osservazione, i colloqui ed eventualmente la
somministrazione di reattivi psicodiagnostici di
intelligenza e proiettivi (scala WAIS, Rorschach,
TAT...).
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ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO: gli interventi
che la Comunità può mettere in atto rispetto agli
obiettivi di cura e riabilitazione sono i seguenti:
 medico-farmacologico, di pertinenza
dello psichiatra, con l’individuazione
della terapia più adatta, con il consenso
del paziente;
 psicoterapeutico
e
psicologico,
attraverso colloqui individuali di tipo
psicoterapico e di sostegno;
 psicoterapeutico di gruppo, attraverso le
specifiche attività psicoterapiche di
gruppo;
 educativo-comportamentale, attraverso
la partecipazione alle mansioni ed il
rispetto delle regole;
 riabilitativo-sociale,
attraverso
la
partecipazione ai laboratori, alle attività
ricreative esterne, alle uscite, alle borselavoro.
VERIFICHE DEL PROGETTO: si attuano
attraverso incontri periodici e regolari tra i
referenti (mini-equipe), con il Servizio e con il
paziente stesso; permettono un monitoraggio
costante (in itinere) del lavoro che si sta
svolgendo.
FOLLOW UP: strumento che la Redancia
utilizza per la valutazione e la verifica del
proprio operato: a distanza di un anno e di due
anni dalla dimissione si effettua una ricerca per
verificare le condizioni cliniche del paziente, la
collocazione residenziale o abitativa, la posizione
sociale ed eventualmente lavorativa. I dati di
questa ricerca, raccolti da tutte le Comunità del
circuito, vengono confrontati e discussi da uno
specifico gruppo di lavoro composto da operatori
provenienti dalle diverse strutture.
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V
LAVORO DI RETE
CIRCUITO REDANCIA. La C.T. Redancia di
Sanfrè è parte del ‘Circuito Redancia’ che
comprende diverse Comunità (in Liguria, in
Piemonte, in Lombardia, in Calabria): questo
consente alla Redancia, come titolare di un
progetto di intervento terapeutico e riabilitativo,
di offrire una risposta diversificata e articolata in
funzione delle caratteristiche diagnostiche del
paziente, dei bisogni emergenti dello stesso e del
progetto del Servizio inviante.
SERVIZI TERRITORIALI. La Comunità si pone in
una posizione dialettica, di aperto confronto e
scambio con i servizi territoriali attraverso la
partecipazione a momenti di verifica intermedia
e la gestione integrata di parti del progetto
(rapporti
con
i
familiari,
inserimenti
lavorativi...).
FAMIGLIE. Uno strumento specifico di cui la
Redancia si è dotata è l’assemblea dei familiari a
cadenza mensile, gestita dallo psichiatra e dalla
psicologa, in cui i familiari dei pazienti possono
chiedere informazioni e consigli, confrontarsi e
trovare uno spazio di auto-mutuo aiuto.
TERRITORIO. La Comunità è inserita
attivamente nel tessuto sociale di appartenenza
e mantiene contatti regolari con il Comune, la
Scuola, il Medico di Base, il Parroco, i negozianti.
Alcune realtà locali sono diventate valide
interlocutrici per progetti di inserimento
lavorativo tramite lo strumento della borsalavoro. La Comunità si interessa alle proposte
delle agenzie formative del territorio (i C.I.L.O.,
i Centri per l’Impiego, i Centri di formazione e
orientamento al lavoro...).
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VI
L’APPROCCIO
STRUMENTI E ATTIVITA’
PSICOTERAPEUTICO:
L’intervento comunitario si fonda sul
presupposto che la terapia si attua nel gruppo e
attraverso il gruppo: accanto perciò agli
interventi individuali la C.T. utilizza strumenti
che hanno a che fare con la residenzialità, la
partecipazione
alla
vita
comunitaria,
l’appartenenza ad un gruppo.
STRUMENTI
TERAPIA FARMACOLOGICA: i farmaci possono
veicolare aspetti simbolici e destare molteplici
fantasie. Possono verificarsi situazioni di scarsa
compliance legate al rifiuto del bisogno, alla
negazione del proprio disturbo o anche alla
legittima insofferenza per alcuni fastidiosi effetti
secondari. Il farmaco costituisce comunque
sempre un legame, un oggetto transizionale fra
paziente e terapeuta: può essere vissuto come
espressione di attenzione e di aiuto o al contrario
come oggetto persecutorio. Attraverso la
mediazione dell’operatore si ricerca il consenso
del paziente, si dà una corretta informazione, si
stabilisce un contratto.
COLLOQUI INDIVIDUALI. Si collocano su un
contuinuum che va dai colloqui strutturati – in un
setting ben definito che include il rispetto degli
orari concordati e l’utilizzo della stanza apposita
– agli scambi verbali significativi (e perciò
terapeutici) meno strutturati. Tendenzialmente
si invita il paziente ad utilizzare lo strumento del
colloquio con i propri referenti, per evitare di
riproporre
una
‘dispersione’
e
una
frammentazione già propria del mondo interno
del paziente stesso. Questo naturalmente non
esclude la possibilità di uno scambio e di una
relazione significativa con tutti gli operatori,
compatibilmente con i bisogni del paziente.
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QUOTIDIANITA’: la giornata-tipo è un
importante strumento di lavoro su cui ci si
confronta con gli ospiti: chi entra in C.T. ritrova
le coordinate per orientarsi, per trovare un
proprio spazio e scandire ‘un tempo’. Gli ospiti
sono tenuti, seguendo un’organizzazione delle
mansioni che viene con loro discussa, a
partecipare a turno alle seguenti attività:
preparare i tavoli, sparecchiare, spazzare il
refettorio, riordinare e pulire la propria stanza,
fare la spesa.
ASSEMBLEA: nell’assemblea si sviluppano
processi di coesione, di auto-mutuo aiuto, di
rispecchiamento e identificazione: in essa e
attraverso di essa si esercita la funzione
democratica del decidere insieme, valutare le
esigenze altrui, di sentire propria l’esperienza
comunitaria anche attraverso l’esercizio della
capacità di ‘potere’ e di controllo sulla propria
vita e il proprio contesto. L’assemblea assolve
alla funzione di consentire agli ospiti ed agli
operatori di discutere della convivenza in
Comunità, della quotidianità, delle attività, di
che cosa non funziona ed è motivo di disagio e
malessere, ma anche di che cosa funziona ed è
da incoraggiare.
ORGANIZZAZIONE DEGLI ASPETTI SOCIALI: la
nostra esperienza è che spesso molti ospiti non
hanno una coscienza di sé come cittadini perché
mancano i requisiti per possederla (ad es. la
Carta d’identità, la tessera sanitaria, l’iscrizione
al Centro per l’Impiego, la pensione di invalidità,
l’esenzione ticket, ecc.). L’obiettivo che ci
poniamo è che tutti gli ospiti abbiano i requisiti
minimi per poter accedere alle risorse del
territorio in funzione di una riabilitazione e
reintegrazione sociale.
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ATTIVITA’
Possiamo distinguere cinque tipi di attività:
1
2
3
4
5
6
1
attività espressive
attività ricreativo-risocializzanti
attività prestazionali
uscite individuali
percorsi di formazione scolastica o
professionale
borse lavoro
ATTIVITA’ ESPRESSIVE
ATELIER DI ARTI ESPRESSIVE: spazio dedicato
alla dimensione espressiva, in cui i pazienti sono
stimolati ad utilizzare delle tecniche (es. il
disegno e la scrittura) come canale per far
emergere e dare ‘forma’ a emozioni, vissuti,
stati d’animo, pensieri.
GRUPPO VIDEO: gruppo verbale di discussione
che prende spunto dalla visione comune di un
film, selezionato dall’operatore o scelto insieme
agli ospiti. Favorisce l’espressione di riflessioni
personali ed il confronto gruppale
GRUPPO DISCUSSIONE: spazio di incontro che
permette agli ospiti, prendendo spunto da fatti
di cronaca o notizie di attualità, di esprimere
pensieri ed opinioni sulla realtà attuale e di
confrontarsi con i pensieri e le opinioni degli altri
codegenti trovando modalità di espressione
adeguate al contesto gruppale.
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2
ATTIVITA’ RICREATIVO-RISOCIALIZZANTI
GRUPPO CALCIO: gruppo maschile di 5-6 ospiti
guidati e allenati da un operatore che svolge un
allenamento settimanale, insieme agli ospiti
della Comunità di Montezemolo, alternativamente presso una palestra della zona o in una
vicina all’altra Comunità, a Ceva.
GRUPPO PISCINA: attività sportiva orientata
all’esercizio fisico, al piacere corporeo e alla
dimensione dello ‘stare insieme’. Si svolge presso
la piscina comunale di Sommariva Perno che
dista circa 15 km da Sanfrè.
GRUPPO TENNIS: gruppo sportivo che
coinvolge 5-6 ospiti che, insieme all’operatore, si
cimentano nell’attività individualmente o ‘in
doppio’. Gli ospiti particolarmente motivati
possono anche usufruire, durante il tempo
dell’attività, di un allenamento individuale con
l’istruttore.
GRUPPO CINEMA: composto da un numero
variabile di pazienti, è un gruppo che viene
accompagnato
al
cinema
la
domenica
pomeriggio,
prevalentemente
nel
periodo
invernale.
GRUPPO ITINERANTE: uscita di gruppo, una
volta al mese, alla scoperta di paesi vicini e
lontani, di mostre, manifestazioni, feste
paesane.
GRUPPO REDAZIONE: semestralmente esce,
redatto e stampato a cura della Comunità, il
giornalino “Sfumature”. Si occupano della
stesura e della redazione degli articoli un gruppo
di ospiti insieme all’operatore che, in incontri a
frequenza settimanale, si confrontano su temi di
attualità ed eventi che invece riguardano più da
vicino la vita della Comunità. Esiste anche un
giornalino di tutte le C.T. del Circuito Redancia,
“Che & Chi”, su cui vengono pubblicati i
contributi di tutte le strutture.
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3
ATTIVITA’ PRESTAZIONALI
GRUPPO MANUTENZIONE E GIARDINAGGIO:
prevede la presenza e la supervisione di un
operatore con un piccolo gruppo (3-4 ospiti)
avente il compito di monitorare e controllare il
funzionamento e la buona manutenzione della
struttura, intervenendo per le piccole riparazioni
(dalle serrature alle mensole, dalla sostituzione
delle lampadine all’installazione di mensole…)
Coordina inoltre la raccolta differenziata dei
rifiuti. Alcuni pazienti si occupano, insieme
all’operatore, della cura di un piccolo orto,
consumando poi insieme, al momento opportuno,
i frutti di tale lavoro.
ATTIVITA’ DI COMPUTER: attività di tipo
individuale avente per obiettivo l’apprendimento
delle conoscenze di base per l’utilizzo del
computer.
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USCITE INDIVIDUALI
Hanno come obiettivo la possibilità di offrire
al paziente uno spazio individuale esterno e pur
protetto, dove ‘giocare’ e modulare la relazione
con l’operatore per provare a rispondere ad
alcuni bisogni: quello di sperimentarsi, di
proporre contenuti personali (emozioni, vissuti,
aspettative, ansie e paure…), di affrancarsi per
qualche momento dalla fatica per la convivenza
con gli altri, di introdurre spunti di autonomia o,
al contrario, di concedersi uno spazio ‘regressivo’
di accudimento; l’uscita individuale può essere
utilizzata
anche
come
strumento
di
‘accompagnamento’ e mediazione in un incontro
con i familiari, in una visita domiciliare, o
nell’adempimento di alcune incombenze (recarsi
in banca o alla posta, ritirare il sussidio
terapeutico, andare dal barbiere o dalla
pettinatrice…)
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PERCORSI DI FORMAZIONE SCOLASTICA O
PROFESSIONALE
La Comunità si interessa alle proposte che
alcune agenzie formative (la Scuola, la Regione, i
C.I.L.O., i centri di formazione e orientamento al
lavoro…) offrono sul territorio, rivolte alla fascia
di utenza dei soggetti svantaggiati, in particolare
dei pazienti psichiatrici giovani.
Obiettivo primario è quello di fornire degli
strumenti per la riabilitazione cognitiva e sociale
che consenta ai pazienti di sperimentarsi in
contesti esterni, ricevendone rinforzi positivi a
livello di immagine di sé e di autostima.
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BORSE LAVORO
L’inserimento lavorativo rappresenta forse
idealmente la tappa più evoluta che il percorso
di crescita del paziente può raggiungere, nella
dinamica di spostamento dal ‘dentro’ al ‘fuori’
che si tenta di attuare nel percorso terapeutico.
Se i laboratori protetti costituiscono degli
strumenti intermedi e rappresentano le prime
fasi di un ideale ‘asse-lavoro’, la borsa-lavoro
(risorsa economica che il Servizio di Salute
Mentale o la Regione mettono a disposizione) si
configura come uno strumento particolarmente
idoneo perché un paziente si sperimenti in un
ambiente produttivo e si inserisca in un contesto
socio-lavorativo, senza l’ansia che questo debba
tradursi necessariamente in un’assunzione, anche
se può esserne lo sbocco.
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