InterpretiInterpreti

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InterpretiInterpreti
Amadeus
Georg Friedrich Händel
(Halle 23/2/1685 - Londra 14/4/1759)
Dixit Dominus (31'29)
1 Dixit Dominus
2 Virgam virtutis tuae
3 Tecum principium
4 Juravit Dominus
5 Tu es sacerdos
6 Dominus a dextris
7 Judicabit in nationibus
8 De torrente
9 Gloria Patri
5'15
2'49
2'56
2'29
1'36
3'04
3'30
3'40
6'03
Viva Std = F
ITC Benguiat = Amadeus
Neuzeit Std = per la diffusione
Fondazione
T. T.: 67'41
Baldassarre Galuppi
(Burano 18/10/1706 - Venezia 3/1/1785)
Dixit Dominus [bis]
bs Dixit Dominus
3'09
Rachel Redmond, soprano
Marta Fumagalli, alto
(Aversa 11/9/1714 - Napoli 25/8/1774)
Beatus Vir (33'01)
bl Beatus Vir
bm Exortum est in tenebris
3'44
6'09
1'35
5'37
2'36
5'50
7'26
Ghislieri Choir & Consort
Giulio Prandi, direttore
Live at Ambronay
non in vendita separatamente da amadeus
Niccolò Jommelli
bn Jucundus homo
bo Dispersit, dedit
bp Peccator videbit
bq Gloria Patri
br Sicut erat
Händel Dixit Dominus
Jommelli Beatus Vir
Amadeus
Amadeus
AM 301-2
Rachel Redmond, soprano • Marta Fumagalli, alto
Ghislieri Choir & Consort
Giulio Prandi, direttore
REGISTRAZIONE inedita - Live at Ambronay
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14/11/14 18.08
GEORG FRIEDRICH HÄNDEL
(Halle 23/2/1685 - Londra 14/4/1759)
Dixit Dominus
1 Dixit Dominus (5'15) • 2 Virgam virtutis tuae (2'49) • 3 Tecum principium (2'56)
4 Juravit Dominus (2'29) • 5 Tu es sacerdos (1'36) • 6 Dominus a dextris (3'04)
7 Judicabit in nationibus (3'30) • 8 De torrente (3'40) • 9 Gloria Patri (6'03)
Composizione aprile 1707
Prima esecuzione in occasione della festa di Nostra Signora del Monte Carmelo a Santa Maria in
Monte Santo, probabilmente 16 luglio 1707 (fonte: James Hall), oppure a Frascati il 1° maggio 1707
per l’onomastico di re Filippo V (fonte: Ursula Kirkendale)
Prima edizione 1867, poi Handel Complete Works, Volume 38, 1872, Ed. Friedrich Chrysander e
Deutsche Händelgesellschaft, Lipsia, 1889
Organico soprano, contralto, coro di voci miste (SSATB), orchestra d’archi, basso continuo
NICCOLÒ JOMMELLI
(Aversa 11/9/1714 - Napoli 25/8/1774)
Beatus Vir
bl Beatus Vir (5'50) • bm Exortum est in tenebris (7'26) • bn Jucundus homo (3'44)
bo Dispersit, dedit (6'09) • bp Peccator videbit (1'35) • bq Gloria Patri (5'37) • br Sicut erat (2'36)
Composizione 1751 • Organico soprano, coro, archi e basso continuo
BALDASSARRE GALUPPI
ecniche
zio delle
ediante i
o.
del
lmente
(Burano 18/10/1706 - Venezia 3/1/1785)
Dixit Dominus [bis]
bs Dixit Dominus (3'09)
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Ghislieri Choir & Consort
Rachel Redmond, soprano ( 3, bl, bm, bo, bq e br )
Marta Fumagalli, alto ( 1, 2 e 6 )
Voci di concerto
Mara Corazza, soprano primo ( 8 )
Caterina Iora, soprano primo ( 1 e 6 )
Karin Selva, soprano secondo ( 6 e 8 ) e soprano primo ( bs )
Sonia Tedla, soprano secondo ( bs )
Xavier Hetherington, tenore ( 1 e 6 )
Renato Dolcini, basso ( 6 )
Coro
Caterina Iora, Marta Redaelli, Maria Candela Scalabrini e Sonia Tedla, soprani primi
Valentina Argentieri, Mara Corazza, Emma Popolani e Karin Selva, soprani secondi
Silvia Bertoluzza, Isabella Di Pietro, Marta Fumagalli, Maria Chiara Gallo e Ester Piazza, alti
Gianfranco Cerreto, Michele Concato, Xavier Hetherington,
Federico Kaftal e Simone Milesi, tenori
Renato Cadel, Renato Dolcini, Antonio Masotti,
Alessandro Nuccio e Filippo Tuccimei, bassi
Orchestra
Marco Bianchi*, Elena Telò, Marco Piantoni e Renata Spotti, violini primi
Alberto Stevanin*, Amie Weiss, Ayako Matsunaga e Diego Castelli, violini secondi
Gianni Maraldi* e Emanuele Marcante, viole
Jorge Alberto Guerrero* e Claudia Poz, violoncelli
Nicola Barbieri, contrabbasso • Maria Cecilia Farina, organo
Patrizia Varone, cembalo • Michele Pasotti, tiorba
* prime parti
Giulio Prandi, direttore
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Guida all’ascolto
Guida all’ascolto
Guida all’ascolto
Händel: Dixit Dominus
Niccolò Jommelli: Beatus Vir
un giovane entusiasta e ricco di vitalità:
come se il compositore si sentisse, in un
certo senso, messo “alla prova” nella patria eletta del bel canto e della melodia.
L’intero organico, anche strumentale, è
sottoposto a forti sollecitazioni, tanto che
si richiede a tutti una notevolissima precisione esecutiva, così come doti di espressività, agilità e leggerezza. Le voci, portate
ai limiti nei rispettivi registri e nella resa
tecnica, testimoniano di un Händel quasi ostentatamente incurante delle regole.
Come a sfidare e a dimostrare qualcosa di
speciale agli altri e a se stesso: ottenendo
alla fine una pittura veramente esuberante
e pregnante.
Nel Dixit Dominus d’apertura 1 gli archi
disegnano sinuose e rotonde figure su arpeggi, scale e progressioni sostenute da
veloci successioni armoniche e improvvise risoluzioni, mentre le linee, impetuose,
preparano il terreno per l’arrivo del coro.
Così quando entra l’ensemble vocale sulle
visionarie parole «Siedi alla mia destra,
finchè io renda i tuoi nemici sgabello per
i tuoi piedi» eccoci catapultati, nel grandioso intervento del Tutti, dentro una musica trascinante e tumultuosa. In mezzo
di Marino Mora
E
nergia, intensità, forza inventiva,
originalità. Capacità di creare quadri cangianti e mutevoli in grado di
restituire affetti del tutto contrastanti che
definiscono momenti di esaltazione ed entusiasmo alternati altri dedicati alla solennità della celebrazione; e ancora, improvvise digressioni dedicate a dimensioni
soggettive di riflessione intimistica e poi,
d’improvviso, aperture alla più disincantata levità e leggerezza, sino a poter quasi
“gustare” il profumo della gioia più intensa. Quanti sono i caratteri che il giovanissimo ventiduenne Georg Friedrich Händel, giunto ospite in Italia, ci vuol far “provare” attraverso la sua splendida musica?
Nel Dixit Dominus troviamo, elargite a
piene mani, queste bellezze, dentro una
partitura plastica e rigogliosa, scritta da
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a questo mare magnum in grado di rappresentare perfettamente i sentimenti di
una folla agitata, si stagliano, in rilievo, le
parole pronunciate dalle voci soliste, che
descrivono l’intervento dell’oracolo del
Signore: una rappresentazione emozionante di un quadro vivo di popolo.
In Virgam virtutis tuae 2, mite e pacata aria
per contralto e basso continuo con cembalo e violoncello concertante, sono spiegati i contenuti della profezia nelle parole:
«Virgam virtutis tuae emittet Dominus ex
Sion: dominare in medio inimicorum tuorum» (Lo scettro del tuo potere stende il
Signore da Sion: “Domina in mezzo ai tuoi
nemici”), mentre in Tecum principium 3
per soprano, archi e continuo, nonostante
il carattere ancora intenso e minaccioso delle parole – «Tecum principium in
die virtutis tuae splendoribus sanctorum:
ex utero ante Luciferum genui te» (A te il
principato nel giorno della tua potenza tra
santi splendori; dal seno dell’aurora, come
rugiada io ti ho generato) – Händel sceglie
di rivisitare in chiave umana il messaggio
di Dio, allestendo un’atmosfera dai toni
operistici, con dolcezze e meraviglie distribuite su vocalizzi, espressività, dialo-
ghi concertanti: come su «splendoribus»,
dove la melodia del soprano si arrotonda,
letteralmente, sopra eleganti impalcature
in progressione: che echeggiano, ripetono, replicano simbolicamente all’infinito, nel tempo, restituendoceli realmente
magnificenti – negli abbellimenti sonori,
nella massa degli archi che si riflette nella
dolcezza del canto – gli splendori divini.
Grave e Allegro si alternano per due volte
in Juravit Dominus 4, dove la citazione
solenne del giuramento divino – “il Signore l’ha giurato” – è arditamente pronunciata sopra appuntiti e minacciosi
accordi dissonanti di settima che poi si
diluiscono in un meraviglioso intreccio
polifonico («Et non paenitebit eum», “E
non si pente”). Qui protagonista è la massa
del popolo, cioè il coro con gli archi, intenti a sottolinearci musicalmente, negli
echeggiamenti, nelle imitazioni, nel nitore
e nella precisione del melos, ovvero in esibite sfumature musicali asseverative, che
tale promessa sarà veramente realizzata.
E quanto è ribollente e burrascoso nel suo
contrappunto fugato – intrecciato e denso
sopra il tratto del robusto cantus firmus
dei bassi – Tu es sacerdos 5, il quinto nu5
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Guida all’ascolto
Guida all’ascolto
mero del Dixit Dominus, in cui si definisce
il contenuto del patto («Tu es sacerdos in
aeternum secundum ordinem Melchisedech», “Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedech”).
Un’increspata introduzione orchestrale in
modo minore apre il numero 6, con entrate progressive: prima dei due soprani,
poi di contralto e tenore, infine del basso.
Anticipa l’arrivo, irruento e potente, della
massa corale. Nel testo – «Dominus a dextris tuis, confregit in die irae suae reges»,
“Il Signore è alla tua destra, annienterà i
re nel giorno della sua ira” – si annuncia
il sopraggiungere della vendetta divina.
Musicalmente è resa come il limaccioso
arrivo di una piena d’acqua, un fiume sonoro su note lunghe, dissonanti, pungenti,
mentre il basso, reiterato e ossessivo, è
una minacciosa realtà che cresce. Un piccolo stacco introduce il testo «Judicabit in
nationibus, implebit ruinas» (“Giudicherà
i popoli in mezzo ai cadaveri”), dove sorprendentemente Händel ammorbidisce
i toni, simulando nella sua sgargiante orchestrazione la speranza di una salvezza
per i giusti; mentre con il «Conquassabit
capita in terra multorum» (“ne stritolerà
la testa su vasta terra”) vediamo la martellante, ritmica onomatopea che restituisce
nel tutti d’assieme il senso della forza del
Signore.
Dopo la tempesta, la quiete emotiva. Nel
settimo e penultimo quadro 7, il testo
riporta a un sentimento emotivo di speranza: «De torrente in via bibet, propterea
exaltabit caput» (“Lungo il cammino si
disseta al torrente, per questo potrà rialzare la testa”). Si tratta di un Adagio di
straordinaria soavità, dove le voci soliste
di soprano e contralto, partendo da nuclei dissonanti di ritardi, appoggiature o di
pungenti settime, distendono lunghe linee
che lentamente si snodano, contrappuntate dalle altre voci, come sciogliendo ogni
preoccupazione e pensiero. Il tempo si ferma, mentre gli archi sostengono una trama
che scorre lenta come una fonte sorgiva.
Sembra davvero di veder scorrere, limpida, l’acqua di un torrente, simbolicamente
un torrente di fede, mentre un’atmosfera
magica e misteriosa fa intravvedere le bellezze dell’eternità. Nel Gloria Patri / Sicut
erat in principio 8, infine, la grandiosa e
solenne proclamazione sopra fastose corone sonore inanellate dalle voci impe6
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gnate in squillanti progressioni melodico
armoniche, sino al scintillante gioco reiterativo su «saecula saeculorum» che riesce
magnificamente a restituirci l’immagine
dell’infinitezza divina.
la capacità di restituire magistralmente
il senso del testo: qui si apre di fronte a
noi un quadro sgargiante di abbagliante
chiarore, per l’uso di armonie trasparenti e
sormontate dal ritorno ciclico di un vivace
refrain orchestrale cui spesso si somma,
ispessendo e colorando il quadro, anche
la massa corale. Ma si vede anche come
Jommelli riesca a fotografare con rara intensità singoli fotogrammi o immagini,
come su «Gloria et divitiae in domo ejus»
(“onore e ricchezza nella sua casa”), dalla
nobile gestualità e dalle armonie chiare e
riverberanti; o su «justitia ejus manet in
saeculum saeculi» (“la sua giustizia è per
sempre”), dove la partitura offre pieghe di
riflessione, con l’addolcirsi della voce del
soprano su «justitia», restituzione musicale della certezza della magnanimità divina; o ancora, come nell’echeggiamento
su «saeculum saeculi», che ci restituisce
l’idea di un’infinitezza temporale sopra
aeree e solenni reiterazioni.
Carico di fascino e misterioso è l’«Exortum est in tenebris lumen rectis. Misericors et miserator et justus» bl, in tempo
Adagio, in cui il testo recita: «Spunta nelle tenebre come luce per i giusti, buono,
Tratto dal Salmo 112, il Beatus Vir di Niccolò Jommelli è uno dei cinque salmi dei
vespri delle solennità e delle domeniche:
un testo molto frequentato, avendo avuto,
anche l’onor di firma di altri autori come
Monteverdi, Durante e Vivaldi. Il Beatus
Vir è anche uno dei brani dei Vespri solenni del Confessore di Mozart. Nel lavoro di
Jommelli troviamo, affermata, la capacità
di un autore in grado di restituire un testo
liturgico rivestito di modalità mutuate dal
mondo dell’opera – il suo principale e fortunato riferimento compositivo – in uno
stile però meravigliosamente compatibile
con l’ambito della musica sacra. Ecco allora, dipanarsi di fronte a noi, pagine, anche
tecniche, ricche di spettacolari bellezze
esibite e di virtuosità vocali, con un’orchestrazione scintillante e linee melodiche di
marcata personalità.
Già dal primo brano, Beatus Vir (Allegro
moderato) 9 vediamo anche come vi sia
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Interpreti
misericordioso e giusto». Jommelli scrive
qui un’aria in modo minore che pare un
quadro corrusco di un tramonto infuocato, con l’uso di un bellissimo tema orchestrale, poi rilevato dal soprano solista,
dal tratto irregolare e imprevedibile: la
linea, strana e contorta sopra ampi salti, si
aggrega nel suo percorso a giri armonici
imprevisti ed eccezionali e a frequenti,
aspre modulazioni. Tratteggia il lampeggiante arrivo della luce che penetrano le
tenebre: davvero un’immagine emozionante di rara efficacia. In Jucundus homo
bl (Allegro con molto spirito) l’immagine
dell’uomo retto e giusto che si comporta
secondo la parola di Dio è ben restituita
dal mobilissimo substrato sonoro sotteso all’intero brano ordito dagli archi, definito da ritmiche figurazioni cariche di
gioiose, brillanti figure di abbellimento.
Sopra questo ondulato tappeto sonoro il
discorso procede veleggiando agile dentro
coloratissime fasce di modulazioni. Jommelli dipinge poi una pagina di delicata
serenità nel Dispersit, dedit pauperibus
bn, un Andantino amoroso in cui la grazia
e la delicatezza sono elementi prevalenti
di un’aria di particolare soavità affidata al
soprano, mentre il coro sottolinea i passi
solenni.
Nel Peccator videbit bo (Adagio e staccato)
l’orchestra offre frementi passaggi sopra le
ferme enunciazioni del coro; pochi passi e
si scatena l’Allegro, dove Jommelli mette il
meglio di sé in un passo di orchestrazione furente, se è vero che «L’empio vede e si
adira, digrigna i denti e si consuma», come dice il testo. Qui la pagina rappresenta
una tempesta musicale carica di accenti,
crescendo, tremoli e clangori orchestrali inusitati: davvero una pittura sonora di
magistrale pregio descrittivo. Nel Gloria
patri bp Jommelli si rivela ancora una volta
sorprendente. Decide infatti di stemperare
i toni e anziché puntare al piano della grandiosità e della solennità, indirizza l’ascoltatore verso la più intima riflessione. Scrive
così un Adagio assai di particolare dolcezza
che inizia come una preghiera in sottovoce.
In assenza del coro è il soprano solista che
domina il campo, disegnando una melodia
patetica e dolcissima dalle ampie arcate
che tocca l’animo e commuove. Infine nel
Sicut erat il ritorno del tema della sinfonia
introduttiva principale bq (come in Beatus
Vir 9) fa da degna corona al brano.
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Interpreti
Ghislieri Choir & Consort
Fondato nel 2003 da Giulio Prandi, è uno dei più affermati ensemble barocchi italiani
della sua generazione. Gruppo residente del Collegio Ghislieri di Pavia, partecipa ai
più importanti festival italiani ed europei: Festival d’Ambronay, Festival de La ChaiseDieu, Saison Musical de Royaumont, Festival de Musique de Besançon, Oude Muziek
Utrecht, Festival George Enescu di Bucarest, AMUZ- Anversa, Festival Baroque de
Pontoise, Festival MiTo, Accademia Chigiana di Siena, Settimane Musicali di Stresa,
Trigonale Festival, National Philharmonic Society di Vilnius.
Oltre a frequentare gli autori consacrati del repertorio tardo barocco e classico, con
una speciale predilezione per la produzione sacra mozartiana, il gruppo si dedica alla
riscoperta del repertorio sacro del Settecento italiano, riproponendo regolarmente in
concerto opere rare o inedite reperite attraverso un costante lavoro di ricerca.
A questo repertorio è dedicata l’attività discografica di Ghislieri Choir & Consort. Dopo
l’esordio per la rivista Amadeus con un cd dedicato a Giacomo Antonio Perti, nel 2010 è
iniziato un importante progetto con Sony – Deutsche Harmonia Mundi, che ha portato
nel 2011 alla pubblicazione di un disco dedicato all’opera sacra di Galuppi e nel 2013 di
un nuovo volume dedicato a Niccolò Jommelli. Il volume dedicato al Mattutino de’ Morti di Davide Perez, registrato nel mese di settembre 2013, è stato realizzato nell’ambito di
un progetto in partenariato con la Fondation Royaumont e portato in tournée in alcuni
dei più prestigiosi Festival d’Europa.
I progetti futuri comprendono concerti in Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda e
Romania.
Giulio Prandi
Nato nel 1977, si è diplomato in direzione d’orchestra sotto la guida di Donato Renzetti.
Diplomato in canto e laureato in matematica con il massimo dei voti presso l’Università
di Pavia, ha inoltre studiato composizione con Bruno Zanolini e direzione di coro con
Domenico Zingaro presso il Conservatorio di Milano.
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Interpreti
È direttore musicale del Collegio Ghislieri di Pavia; ha fondato e dirige il complesso
barocco Ghislieri Choir & Consort, con cui svolge un’intensa attività. Ha inoltre collaborato con importanti istituzioni quali Accademia Chigiana di Siena, Teatro Carlo Felice
di Genova, As.Li.Co. In ambito contemporaneo si segnala la sua collaborazione con
Strumentisti del teatro alla Scala e con il compositore Fabio Vacchi.
Si dedica con continuità alla riscoperta di opere rare o inedite del repertorio sacro del
Settecento italiano che incide e propone in concerto in Italia e Europa.
I prossimi impegni con Ghislieri Choir & Consort lo vedono presente nei maggiori festival internazionali, con concerti in Italia, Francia, Belgio, Olanda e Romania.
Amadeus
n. 301 (12/2014)
Periodico registrato al Tribunale di Milano 186/19-03-1990
C 2014
 2014
Ghislierimusica
Direttore responsabile Gaetano Santangelo
Redazione Andrea Milanesi
Grafica Dario Codognato • Impaginazione Riccardo Santangelo
Registrazione dal vivo 27 settembre 2014, Festival d’Ambronay 2014, Abbatiale d’Ambronay (F)
RADIO FRANCE
Direzione artistica della registrazione Raffi Kevorkian • Presa del suono Gérard Cognier
Assistenti alla registrazione Jung Lancrey Laure, Nouvelot Chantal, Patrick Muller
GHISLIERIMUSICA
Direzione artistica e musicale Giulio Prandi • Consulenza artistica Jorge Alberto Guerrero
Segreteria artistica Jacopo Binazzi • Management della produzione Federico Rinaldi
Assistente di produzione Cristina Uruc • Relazioni esterne e Comunicazione Silvia Beretta
Amministrazione Silvia Ratti • Archivio musicale Valentina Argentieri • Mastering Roberto Chinellato
Festival d'Ambronay
Direttore generale Daniel Bizeray • Delegato artistico Pierre Bornachot
Amministratrice generale Vanessa Low • Segretaria generale Catherine Jabaly
Direttrice tecnica Isabelle Didier
Diapason La 415Hz
In copertina Giulio Prandi e il Ghislieri Choir & Consort (Foto di Bertrand PICHENE/PICTORIA)
N.B.: È possibile scaricare questo booklet in formato digitale con testi originali
e traduzioni in italiano all'indirizzo www.amadeusonline.net/books/201412.pdf
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