lo chiamavano jeeg robot
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lo chiamavano jeeg robot
mercoledì 8 e giovedì 9 febbraio 2017 - ore 21 LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT Regia: Gabriele Mainetti - Sceneggiatura: Nicola Guaglianone, Menotti - Fotografia: Michele D'Attanasio - Montaggio: Andrea Maguolo Interpreti: Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Francesco Formichetti, Salvatore Esposito, Antonia Truppo, Stefano Ambrogi, Maurizio Tesei, Gianluca Di Gennaro, Daniele Trombetti Italia 2015, 112’, Lucky Red. Enzo Ceccotti vive a Tor Bella Monaca e sbarca il lunario con piccoli furti. Un giorno, mentre scappa dalla polizia, si tuffa nel Tevere e cade per errore in un barile di materiale radioattivo. Il giorno dopo scopre di essere dotato di forza sovraumana, una cosa più che benvenuta per la sua carriera di delinquente. Tutto però cambia quando incontra Alessia, una ragazza convinta che lui sia l'eroe del famoso cartone animato giapponese Jeeg Robot... Quello tentato da Gabriele Mainetti è un superhero movie classico, con la struttura, le finalità e l'impianto dei più fulgidi esempi indipendenti statunitensi. (…) Lo chiamavano Jeeg Robot è un trionfo di puro cinema, di scrittura, recitazione, capacità di mettere in scena e ostinazione produttiva, un lungometraggio come non se ne fanno in Italia, realizzato senza essere troppo innamorati dei film stranieri ma sapendo importare con efficacia i loro tratti migliori. Soprattutto è un'opera che si fa portatrice di una visione di cinema d'intrattenimento priva di boria e snoberia intellettuale, una boccata d'aria fresca per come afferma che il meglio di quest'arte non sta nel contenuto o nel tema ma nella forma (da cui tutto il resto discende). Nonostante un budget evidentemente inadeguato al tipo di storia Lo chiamavano Jeeg Robot è un trionfo di movimenti interni alle inquadrature, di trovate ironiche e invenzioni visive, un tour de force di montaggio creativo e fotografia ispirata (per non dire di effetti digitali a costo contenuto), tutto ciò che serve per raccontare un mito senza crederci troppo e divertendosi molto. (Gabriele Niola, www.mymovies.it) La periferia della grande città, i suoi palazzi grigi e i suoi abitanti quasi presi in prestito dai migliori romanzi noir tornano protagonisti in sala con l'esordio sul grande schermo di Gabriele Mainetti, classe '76, vincitore del Nastro D'Argento nel 2013 per il miglior cortometraggio (Tiger Boy). (…) A dare il volto allo "Spider-Man di Tor Bella Monaca" ci pensa Claudio Santamaria, perfetto nel ruolo di un ladruncolo nullafacente, sbadato e sbandato, con un'insana passione per il porno e il budino in scatola. Il film di Mainetti, oltre ad essere un divertente e riuscitissimo esperimento tutto italiano (…) e un omaggio alla serie animata giapponese che ha accompagnato l'infanzia di molti, dipinge un quadro ironico della Roma di oggi giocando con i luoghi comuni tipici della Capitale e sfruttando personaggi strampalati che sembrano presi in prestito da uno dei migliori fumetti (primo fra tutti lo Zingaro, interpretato da un Luca Marinelli in stato di grazia che quasi offusca, inevitabilmente, il protagonista Santamaria). E non dimentica di tralasciare, come un "cinecomic" che si rispetti, anche i buoni sentimenti, chiudendo con un finale aperto che potrebbe far presagire un sequel ma che in realtà eleva il film a riflessione (piuttosto amara) sulla necessità di un intervento (quello sì, davvero sovrumano) che riesca a strappare l'Italia dalle mani di quella criminalità e quella decadenza morale che sempre più spazio ottengono nei luoghi in cui il loro libero accesso dovrebbe essere decisamente precluso. (David Di Benedetti, www.cinema4stelle.it)