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VALLATI
c p a d v e r- e f f i g i . c o m – c p a d v e r @ m a c . c o m
Periodico di informazione del comprensorio amiatino
Anno XII n° 7 Luglio 2012, Euro 2
Spedizione in A.P. – 45% – AUT. 003 – ART. 2 comma 20/B legge 662/96 dc-Grosseto
Estate al Museo 2012
Proposte culturali ed eventi al
Sistema Museale Amiata
di Mario Papalini
ove andremo quest’estate? Al mare, è scontato. Frotte di amiatini
dispersi da Tarquinia a Torremozza,
altri in riviera romagnola…
Ma chi verrà da noi cosa farà? Dove potrà
andare e dove andremo noi? C’è il giro dei
locali estivi da Abbadia a Piano, alla riaperta Serenella santafiorese, ma il tono è molle
e provvisorio e quell’idea superata di una
montagna carica di opportunità, proposte di
intrattenimento, baretti sempre aperti, locali all’avanguardia, si scontra con una muta
impressione d’improvvisazione.
Ricordate la Lucciola castelpianese e la
Sansina, il Summertime, La Piscina di Castell’Azzara… l’Amiata centro di un mondo.
Ma il passato è passato e del futuro non
v’è certezza…
Per decenni la nostra proposta culturale e
d’intrattenimento è stata di livelli assoluti, con Toscana delle Culture, Santa Fiora
in musica, forse Le dimore di Euterpe.
Croci e delizie, qualità e incomprensioni:
una storia da raccontare di temi egregi,
di gestioni complesse, di responsabilità,
di artisti allora sconosciuti e poi noti al
grande pubblico, Virgilio Sieni, Ascanio
Celestini, trombe celestiali del Maggio
fiorentino… Intuizione, fortuna, competenze, circostanze favorevoli.
Ma queste cose, non le dovrebbero fare
gli assessori alla cultura in solitudine
cogliendo quanto spunta attorno spontaneamente, le dovrebbero fare persone
competenti dentro una tensione stratificata e digerita proprio dal territorio e possibilmente in rete, affinché ogni proposta
possa avere proprio spazio e pubblico.
Invece no. Pura improvvisazione, mancanza di programmazione e coordinamento.
Risultato: un coaugulo di iniziative che cozzano tra loro, copie di copie e, peggio, un
accavallarsi di date nel periodo centrale.
Cosicché, per l’appunto, non si saprà proprio dove andare, alla stessa ora di molti
giorni tra luglio e agosto.
Mostre, concerti, spettacoli, inaugurazioni, ancora un miracolo di abbondanza,
ma non distribuita razionalmente. E così,
mestamente, ognuno farà festa a casa
propria, in una frammentazione poliedrica e luccicante di ricchezza che in pochi
riusciranno a godere nella sua pienezza.
Un altro impegno per la nuova Unione dei
comuni. Riusciremo a fare l’Amiata? L’Italia
va da sé. Ha senso questa corsa inarrestabile all’evento per l’evento, al tappabuchi
che copre un tessuto aggredito dai tarli?
Cosa rimarrà quest’inverno dopo il cicaleccio abbacinante, dopo le mille note
disperse nel buio tiepido e incantato della
nostra montagna, dei nostri borghi?
In altre ere, sciami di grossetani accaldati
salivano bramosi d’incontri a loro sconosciuti. L’Amiata era un forziere di vitalità
che si consumava con promessa ciclica.
Erano all’oscuro del cinipide culturale che
qualche anno dopo avrebbe imperversato.
Oggi, dico.
D
E-MAIL
della REDAZIONE
[email protected]
di Luisa Colombini
E
…state al Sistema Museale Amiata!
Come ogni anno inizia una stagione
ricchissima di eventi, manifestazioni
ed esposizioni realizzati nei Musei dell’Amiata Grossetana. È grazie alla stretta e fattiva
collaborazione con i Comuni aderenti alla
Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetana – Assessorati alla Cultura, e con Musei
di Maremma, la Rete Museale della Provincia
di Grosseto, che è stato possibile programmare ed organizzare tutta una serie di eventi che
valorizzano la nostra terra. Inoltre è grazie al
prezioso lavoro di molti artisti e associazioni
culturali del territorio, se anche quest’anno
i nostri musei potranno diventare teatro di
progetti ed importanti iniziative che svilupperanno e animeranno le risorse culturali già
presenti sull’Amiata, favorendo gli scambi
con l’esterno ed aprendo le porte ad artisti di
ogni genere, musicisti, attori e registi di fama
nazionale ed internazionale. Consapevoli delle innumerevoli difficoltà e del drammatico
momento che stiamo vivendo, con sempre
meno risorse da destinare all’arte, alla Cultura
e al Turismo (la chiusura dell’APT ha lasciato
molti operatori senza riferimenti), non dobbiamo perdere l’entusiasmo e continuare a credere nel riscatto e nel fatto che con la cultura, non
solo ci si può e ci si deve “mangiare”, ma si
possono ottenere quelle energie, quelle forze
e quelle emozioni necessarie per lo sviluppo
della creatività, come il privilegio di “condividere” esperienze e momenti preziosi di socializzazione, riflessione e quindi di crescita
individuale e collettiva. L’obiettivo, quindi,
sarà anche e soprattutto quello di coinvolgere,
come da sempre, le scuole del territorio, per
una partecipazione sempre più ampia e dinamica. Prima di entrare nello specifico ed illustrare i contenuti delle innumerevoli iniziative
in programma vorrei ricordare brevemente il
ruolo che il Sistema Museale Amiata svolge
sul nostro territorio: è un sistema fatto di musei e di percorsi di carattere storico, didattico,
artistico e naturalistico per valorizzare la rete
di presidi tematici e ambientali diffusi sul territorio. Si presenta come un contenitore territoriale la cui identità museale specifica è data
dalla stretta relazione tra valori paesaggistici
e quelli antropologici e di espressione storicoartistica esistenti sul Monte Amiata. Ciascun
museo, che di seguito descriverò, è disponibile ad accogliere mostre, festival, laboratori
didattici e ogni tipo di eventi che promuovono
e valorizzano la nostra zona. Ma adesso vediamo nel dettaglio le singole attività che avranno
luogo nei musei nel periodo estivo:
Casa Museo Di Monticello Amiata, Cinigiano
La Casa Museo, ubicata in un antico palazzo
i cui ambienti ricreano esattamente un’abitazione della Montagna Amiatina di fine Ottocento, ospita un set cinematografico per le
riprese di alcune scene di un lungometraggio (documentario) sulla vita di David Lazzaretti, il profeta dell’Amiata, ad opera del
regista e architetto amiatino Michele Nanni
(alcune scene saranno girate anche presso il
Castello di Arcidosso).
11-13 Agosto: ARTIFICIA NECESSARIA,
manifestazione organizzata dall’Associazione Casa Museo (Presidente Franco Cherubini). L’evento decennale promuove mostre,
spettacoli, incontri per valorizzare le tradizioni popolari del paese; passeggiate per la via
della castagna, dimostrazioni di antichi mestieri, caccia al tesoro per bambini e cena di
fine Ottocento. Per notizia, all’interno della
Casa Museo sono in fase lavori di ristrutturazione e per la visita è necessario contattare
l’ufficio del Sistema Museale.
Museo delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata, Santa Fiora
Davide Franceschelli (Associazione Minatori
per il Museo) ha presentato il progetto ANDAR PER MINIERE, L’ARGENTO VIVO
DEL MONTE AMIATA che mette in rete il
Museo delle Miniere con il Villaggio Minerario del Siele e la Galleria Ritorta del Cornacchino. Con l’ausilio di esperte guide ambientali, nell’arco di una giornata, è possibile visitare
tutte e tre le singole realtà e scendere nelle profondità delle gallerie immerse in uno scenario
naturalistico strepitoso. Gli Enti/Associazioni
di supporto organizzativo aderenti all’iniziativa sono: Parco Museo Minerario dell’Amiata, Sistema Museale Amiata, Comuni di Castell’Azzara, Piancastagnaio, Santa Fiora, Associazione Minatori per il Museo, Associazione Pro Loco Castell’Azzara e Coop.va Abies
Alba. Altro aspetto importante dell’attività
museale è il percorso naturalistico ambientale,
denominato AMIATA UN MONDO D’ACQUA, organizzato sempre dall’Associazione
Minatori per il Museo, che prevede la visita
delle risorse idriche (Acquedotto del Fiora) e
di quelle storico artistiche di Santa Fiora. Per
tutte le informazioni come gli orari di apertura
del Museo e le date dei percorsi esterni consultare il sito www.minieredimercurio.it.
Centro Visite del Parco Faunistico e Sezione Espositiva del Centro Studi David
Lazzaretti al Castello Aldobrandesco, Arcidosso
Nelle Sale adibite ad esposizione temporanea
è possibile visitare fino al 15 Luglio la mostra
Semi della Maremma – Un diario assemblage
dell’artista tedesco Jochen Meyder, il quale
propone un percorso fatto di 150 piccole storie create a partire da oggetti trovati e raccolti
tra l’Amiata e la Maremma, assemblati ed arricchiti con figurine umane realizzate in creta
dallo stesso Meyder. La sua arte vive nel gioco
del montaggio, nella creazione di nuove figure e nella metamorfosi degli oggetti ritrovati.
Nella sala adiacente: Requiem per un bambino
mai nato installazione e collage di Meyder su
musica di Thomas Fortmann.
28/07 – 31/08/2012, terza edizione di ALTERAZIONI 2012-Il movimento delle percezioni: festival contemporaneo delle arti performative per il rilancio e la valorizzazione della
creatività, realizzato dell’Associazione ARTQ
con il supporto dell’Assessore alla Cultura del
Comune di Arcidosso, Roberta Pomoni. Il
movimento delle percezioni è una mostra che
richiama artisti da tutta Italia e non solo, a misurarsi con lo spazio, il tempo e le diverse dimensioni del reale e dell’invisibile, attraverso
istallazioni, video proiezioni, dipinti, sculture,
espressioni corporee e musicali. Inaugurazione Sabato 28 Luglio alle ore 17,00.
06/09/ - 04/11/2012 irrompono al Castello
i sismografi della Cultura pop! La mostra
evento 2012, ORDINARY WORLD – Andy
Warhol, Pietro Psaier and the factory artworks. Keith Haring Paolo Buggiani and
the subway drawings è itinerante ed è allestita nelle principali sedi museali della
Provincia di Grosseto. Curata da Maurizio
Vanni, organizzazione Comediarting, è realizzata grazie al contributo di: Regione Toscana, Provincia Grosseto, Banca Mps, Musei di Maremma, Maremma in Contemporanea, Sistema Museale Amiata, Comuni di
Castell’Azzara, Arcidosso, Castel del Piano,
Follonica, Orbetello, Monte Argentario.
Raccolta d’Arte di Palazzo Nerucci, Castel
del Piano
06/09/ - 04/11/2012 ORDINARY WORLD
farà tappa anche a Castel del Piano. Una parte
di Keith Haring Paolo Buggiani and the subway drawings sarà ospitata presso le sale adibite ad esposizione temporanea della Raccolta
d’Arte di Palazzo Nerucci. Parallelamente alla
Pop Art di Warhol e agli artisti della Factory
nella New York degli anni ’70 e ’80, si afferma
la Street Art. La mostra sarà arricchita da tutta
una serie di eventi collaterali che vedranno la
partecipazione di molti artisti e avranno come
protagonisti il curatore e lo stesso Buggiani.
11/05 – 03/06/2012 Ritratto Autoritratto Caricatura, mostra dei lavori dei Laboratori Didattici delle scuole primarie del territorio (A.S.
2011-2012), entrambi a cura di Francesca Bizzarri. Parte delle opere dei bambini potranno
ancora essere ammirate durante la mostra Alterazioni ad Arcidosso.
16/06 – 22/07/2012 HORS-CHAMP, Mostra di pittura di Bernard Le Huche, dedicata
all’esposizione di una parte consistente della
produzione del pittore francese, diplomato
all’École des Beaux Arts di Parigi. La sua pittura si riallaccia alla grande tradizione classica
francese che celebra il rinascimento italiano.
Il suo maestro è Nicolas Poussin al quale fa
costantemente riferimento nei suoi scritti che
accompagnano le tele - molte delle quali di
grandi dimensioni – che esplorano la natura
morta, il paesaggio, il ritratto, l’autoritratto, il
tema mitologico e quello storico.
28/07–31/08/2012 NUBICUCULIA Mostra
sui Venti anni del festival Toscana delle Culture che inaugurerà MAGMA, festival organizzato da Accademia Mutamenti che animerà
il centro storico di Castel del Piano con performance di teatro e musica. La Mostra (inaugurazione 28 luglio alle 19,30) è a cura di Francesca Bizzarri, con il supporto dell’Assessore
alla Cultura del Comune di Castel del Piano
Cinzia Pieraccini. Nubicuculia è la città ideale, a metà strada tra la terra e il cielo, descritta
da Aristofane nella commedia Gli uccelli. Un
tentativo utopico che riassume bene il miracolo di un festival di creazione teatrale contemporanea nato sull’Amiata 20 anni fa.
Giardino “Arte a parte” di Piero Bonacina,
Montegiovi
Piero Bonacina, nato a Galbiate (Lecco), è un
artista autodidatta. Dopo vari viaggi giovanili
in Oriente e in India, si è trasferito nel piccolo
borgo di Montegiovi, dove ha trovato la sua
dimensione di artista scolpendo il legno e creando opere con vari materiali, spesso dipinte
[Continua a pag. 3]
1
www.consultacultura.org
Dove andare?
Il nuovo corriere dell’Amiata
Un’estate…
Il Presidente della Provincia interviene… Leonardo Marras
Mic, Maremma in Contemporanea:
trionfo dell’arte sull’Amiata
E
cco alcuni appuntamenti del mese di
luglio all’interno del
circuito Mic – Maremma in
Contemporanea, il progetto
della Provincia di Grosseto
per creare in Maremma un
distretto dell’arte contemporanea.
Ordinary World - Andy
Warhol, Pietro Psaier
and the Factory artworks
- Keith Haring, Paolo Buggiani and the Subway drawings
La mostra “Ordinary World - Andy Warhol,
Pietro Psaier and the Factory artworks - Keith Haring, Paolo Buggiani and the Subway
drawings”, è un omaggio alla Pop Art degli
anni ‘60 americani; ma va oltre, fino agli
anni 80, con la street art di Keith Haring,
erede spirituale di Warhol. L’esposizione
cerca congruenze intellettuali, esistenziali e
artistiche tra i due artisti ed è arricchita da
un testimone d’eccellenza, protagonista di
rilievo tra gli Street-artists di quegli anni:
Paolo Baggiani. In Ordinary World sono
esposti la Coca-Cola, le Campbell’s soup, i
famosi ritratti, da Marilyn Monroe a Mick
Jagger, simboli che hanno popolato e popo-
lano la realtà americana con modi differenti, e fanno incontrare i propositi artistici di
Warhol e di Haring. Sul Monte Amiata, la
mostra si terrà in simultanea alla villa Sforzesca di Castell’Azzara dal 7 settembre al
4 novembre; al Castello di Arcidosso e a
Palazzo Nerucci di Castel del Piano, dal 6
settembre al 4 novembre.
Edizione 2012 del Premio Basi per l’arte
contemporanea: 70 opere finaliste, 4 vincitori, 5 sedi espositive, 1 mese di mostra, dai
primi di luglio ai primi di agosto
Per questa edizione le opere che partecipano al Premio Basi indagano il tema dell’acqua. Con il linguaggio dell’arte si parla di
eco sostenibilità, di comportamento etico,
di condivisione e redistribuzione delle risorse, di tutela dell’acqua e dell’ambiente
naturale, di riqualificazione dell’ambiente
urbano e delle reti di rapporti che devono
sostenerla, di arte come fenomeno pubblico.
Questa edizione diventa una sorta di appello
verso una materia dalla forma mutevole e
con grandi capacità di trasformazione che,
più che in altre zone, è nell’origine stessa
della Maremma. In un dialogo tra opere e
paesaggio, le location dedicate al concorso sono luoghi ricchi di storia, suggestivi
e straordinari, alcune dei quali per la prima
volta concessi agli artisti: le sorgenti del fiume Fiora a Santa Fiora e dell’Ermicciolo a
Vivo d’Orcia, già patrimonio dell’Unesco, il
Parco di Pietra della Cava di Roselle, il Cassero Senese e le Troniere nel centro storico
della città di Grosseto, la Cinta Muraria e le
sue Porte nel borgo medievale di Castiglione della Pescaia.
Alterazioni 2012, il festival delle arti performative ad Arcidosso 27, 28 e 29 luglio
“Il movimento delle percezioni” è il tema di
questa terza edizione di Alterazioni, il festival contemporaneo delle arti performative,
che punta al rilancio e la valorizzazione della creatività. Artisti italiani e internazionali
si misurano con lo spazio, il tempo e le diverse dimensioni del reale e dell’invisibile,
attraverso istallazioni, video proiezioni, dipinti, sculture, espressioni corporee e musicali. Il movimento e il suo contrario, che definisce tutto ciò che movimento non è: non è
schizofrenia o nevrosi di un mondo in corsa,
preda del cambiamento, ma qui è raccoglimento della forma e attraverso l’intuizione
è forma del pensiero. Un processo dinamico
che avrà come obiettivo il coinvolgimento
dello spettatore nel tentativo di comprendere questo movimento, attraverso la fase
più dinamica, appunto, dell’interazione.
Chi guiderà il PD?
I politici amiatini si posizionano
di Fiora Bonelli
I
Notizie dal territorio
2
n un panorama politico che a volte provoca sensazioni di disgusto, e convince
ad uscire fuori da ogni presa di posizione partitica, c’è, invece, chi continua a crederci e spera in un rinnovamento generale
dell’azione politica. E mentre si attendono
segnali da parte delle direzioni dei partiti e
dei gruppi tradizionali (le elezioni sono vicine), comincia a muoversi qualcosa. Franco
Ulivieri, presidente dell’Unione dei comuni
Amiata grossetana, annuncia di volersi posizionare e dichiara di aver deciso “di buttarsi
per Renzi”. In quella che pare preannunciarsi come una lotta all’ultimo sangue fra Bersani e l’attuale sindaco di Firenze, la maggioranza del Partito Democratico della Toscana sembra posizionato per il segretario
ed in Maremma il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi e amministratori in alto numero
hanno presentato un manifesto di appoggio a
Bersani. Adesso anche l’Amiata, che è stata,
da sempre, il grande serbatoio di voti della
sinistra, comincia a prendere posizione. Lo
fa, ufficialmente, per primo, dunque, Franco Ulivieri, politico di razza, per due volte
sindaco di Casteldelpiano, presidente della
Comunità montana prima e dell’Unione dei
comuni poi. Una voce autorevole, insomma,
ma “un cane sciolto”, come lui stesso ama
definirsi e che non ha esitato, varie volte, a
prendere decisioni anche fuori dal coro e a
mettersi di traverso. Adesso per primo esce
allo scoperto e spiega il perché del
suo appoggio a Renzi: “Il rinnovamento dei quadri politici è uno dei
motivi portanti della rifondazione
del Partito democratico – afferma
Ulivieri – Io dico che è ora di finirla con gli ex. Dentro all’operazione
Renzi che vuole il superamento della stagnazione politica, io mi sento
di esserci. E non certo per motivi
personali, ovvero per mantenere oppure ottenere poltrone o incarichi”.
Ulivieri tocca e accenna a qualche
manovra politica che proprio non
gli va giù: “È impensabile – afferma – che si stia pensando a nuove deroghe
per permettere ai soliti noti di essere di nuovo in fila per il voto. Mi sembra controproducente e per niente innovativo, permettere
tre invece di due mandati. Bisogna dare un
bel colpo di spugna ed avere il coraggio di
cambiare e crescere. Ho visto che una lunga
lista di amministratori, compreso il sindaco
Bonifazi, si stanno riposizionando per Bersani. Io, invece, da iscritto PD, mi colloco
nel percorso di Renzi. E questa mossa non
dipende da nessuna mia velleità politica, ma
dal convincimento che ho sulle necessità di
rinnovamento del PD. Da tempo nutro simpatia sui contenuti proposti da Renzi, e mi
appassiona lo scossone che ha voglia di dare
al partito. Gli riconosco, naturalmente, anche i difetti, fra cui passaggi un po’ troppo
frettolosi, ma mi convince nel programma
di “rottamazione”, quel rinnovamento radicale senza il quale il PD non può andare
tanto lontano”. E infine l’invito di Ulivieri a
qualcuno che lo segua in questa scelta: “Premesso che io aderisco a un progetto politico
del Partito democratico e non a una candidatura specifica, auspico, nella campagna
delle primarie, di non essere lascito da solo
e spero che vi siano alcuni che manifestino
la volontà di sostenere il progetto Renzi”.
Una scelta, quella di Ulivieri, di rottura, se
così si può dire, perché, per esempio, anche
Oreste Giurlani, presidente dell’Uncem Toscana ha di recente dichiarato: “La premessa
è che il metodo delle primarie per la scelta
dei candidati alle cariche elettive di ogni livello è del tutto condivisibile, che è un metodo introdotto in Italia per primo dal Pd e
dal centrosinistra e che sarà opportuno, in
tempi ragionevoli, porre mano a un’apposita
Durante le tre giornate gli artisti e pubblico
saranno impegnati nella condivisione di performances che spaziano tra concerti, musica
sperimentale, video proiezioni, teatro e danza contemporanei in ambientazioni surreali
e d’avanguardia.
Il nuovo corriere dell’Amiata
Anno XII, numero 7, Luglio 2012
Mensile dell’Associazione culturale omonima
senza fini di lucro
Associato al CRIC
Produzione: C&P Adver > Mario Papalini
Edizioni: effigi 0564 967139
Iscrizione al Tribunale
di Grosseto n. 9
depositata il 26.11.2001
Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica
Italiana
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Direttore responsabile: Fiora Bonelli,
Via del Gallaccino, 58033 Castel del Piano,
Tel. 0564 955044 – e-mail: [email protected]
Segreteria di redazione:
Alessandro Ercolani 339 8588713
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Redazione e sede: c/o “Consultacultura”
di Santa Fiora, Via Marconi 93, 58037 Santa Fiora
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sito web: www.consultacultura.org
Pubblicità: C&P Adver, tel. 0564 916798
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Fondatori: Fiora Bonelli, Franco Ceccarelli,
Marzio Mambrini, Lucio Niccolai e Mario Papalini.
Progetto grafico: Mario Papalini
Impaginazione: C&P Adver, Arcidosso.
Stampa: Tipografia Ceccarelli, Grotte di Castro (VT)
Redazione: Jacqueline Ascoli, Comitato recupero
artistico storico di Castel del Piano, Germana Domenichini, UNITRE sede autonoma Santa Fiora-Monte
Amiata, Fiora Bonelli, Jacopo Ginanneschi, Maria
Angela Iannelli, Marzio Mambrini, Hardy Reichelt,
Ennio Sensi, Sergio Menicucci, Luca Fazzi, Giuseppe Boncompagni, Giuseppe Sani, Bianca Maria De
Luca, Santino Moreno Micheli, Niccolò Sensi, Rachele Ricco.
disciplina legislativa. Ciò detto, non credo
sia del tutto opportuno ricorrere a breve,
ancora una volta, alle primarie per la scelta
del leader dello schieramento di centrosinistra alla carica di presidente del consiglio.
Questa scelta è già stata effettuata due anni
fa e in quell’occasione prevalse nettamente
l’attuale segretario dei Democratici. Se, comunque, quella competizione si andrà a ripetere, fin da adesso mi associo ai tanti amministratori ed esponenti del Pd che si sono
detti disponibili a sostenere Pierluigi Bersani. Trovo che Bersani interpreti al meglio
la comprovata esperienza di amministratore,
sindaco, presidente di Regione, ministro, e
la sufficiente esperienza di leader di partito,
ruoli nei quali ha sempre dimostrato grandi
capacità ed ottimi risultati. Io penso che il
nostro Paese può uscire dalla grave crisi nella quale si trova con una leadership forte e
autorevole e un altrettanto chiaro programma di governo e penso, come hanno sostenuto tanti altri primi cittadini che si sono già
espressi in suo favore, che Bersani sia “la
migliore sintesi tra la dimensione territoriale e la sfera globale. In qualità di sindaco di
un comune montano e di presidente di Uncem Toscana non posso non sottolineare,
inoltre, l’attenzione sempre dimostrata da
Bersani per le piccole municipalità e per i
territori più deboli e marginali, cosa della
quale molto spesso altri esponenti politici
si sono dimenticati e si dimenticano. Per
la parte che mi competerà e per quello che
potrò, cercherò di contribuire ad arricchire
questa candidatura alle primarie per la premiership dell’alleanza tra i democratici e le
altre forze del centrosinistra, di cui il Paese
ha oggi ancor più bisogno”.
Disegni di: Jacqueline Ascoli, Jacopo Ginanneschi, Hardy Reichelt, Cinzia Bardelli.
Fotografie: Archivio de Il Nuovo Corriere dell’Amiata, Consultacultura Santa Fiora, C&P Adver; Archivio Amici dell’Orso, Archivio Tracce…,
Archivio Franco Ceccarelli, Lorenzo Filoni, Paolo
Pizzetti.
Abbonamento annuo: 20 €, da versare su c.c.
postale n. 22584551 intestato a “Il nuovo corriere
dell’Amiata”, Via Marconi 93, 58037 Santa Fiora,
specificando la causale del versamento e il numero del giornale dal quale si vuole che l’abbonamento abbia corso.
Socio ordinario: 20 € – Socio straordinario: oltre
20 € – Socio sostenitore: oltre 100 €.
Soci sostenitori: Consultacultura, Comunità Montana, Unibon, Coop Unione Amiatina, Consorzio Forestale Amiata, Comune di Castel del Piano, Amiata
Auto (Castel del Piano), Corsini Biscotti (Castel del
Piano), Usi Civici Cellena, Centro Accoglienza “E.
Balducci” di Zugliano, Parco Museo Minerario.
Questo numero è stato chiuso il 31 maggio 2012.
Interventi, articoli, lettere, contributi per la pubblicazione si accettano in redazione non oltre il 15
di ogni mese.
Gli articoli non firmati si intendono redazionali.
C&P Adver Effigi di Mario Papalini
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cronaca
Estate al Museo 2012
Proposte culturali ed eventi al Sistema Museale Amiata
ceduta da una lunga fase di avvicinamento da
parte dei pittori ai luoghi di Balducci (Santa
Fiora li ha ospitati e accolti tutta l’estate scorsa): due di essi, Jacopo Ginanneschi e Viola
Niccolai, sono nati e cresciuti sull’Amiata.
Museo Etnografico di Santa Caterina (Roccalbegna)
Nel mese di Maggio il Museo ha ospitato la
quarta rassegna del Premio Letterario Immagini e Versi dalla Terra di Morbello Vergari. Il Premio ha visto la partecipazione delle
Scuole Secondarie di Primo e Secondo Livello dell’Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetana: i ragazzi hanno presentato
e sottoposto alla commissione giudicante i
loro elaborati poetici ispirati all’opera e alla
metrica di Vergari. L’evento è stato realizzato dall’Assessore alla Cultura del Comune di
Roccalbegna, Alessandra Benocci. Balducci e
Vergari sono stati due uomini appartenuti ad
una stessa generazione, che in gioventù ha vissuto la guerra, ma ha saputo trovare la forza ed
il coraggio di ricostruire. I Pittori di Ernesto ed
i Poeti di Morbello si appellano a quella stessa
forza e a quello stesso coraggio.
Tutti questi eventi sono possibili grazie ad uno
staff di operatori museali preparati e professionali che lavorano all’interno di ciascun sito
museale. Grazie a tutti i dipendenti della Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetana
per la preziosa collaborazione. Un ringraziamento particolare lo devo soprattutto al Presidente Franco Ulivieri, al Segretario Generale
Aldo Coppi, all’Assessore alla Cultura Emilia
Guidotti, al Responsabile del Settore Cultura
Mario Cipriani, a tutti i Sindaci e agli Assessori alla Cultura dell’Unione, sempre pronti a
supportare ogni tipo di iniziativa culturale che
qualifichi e valorizzi il nostro territorio. Per gli
orari di apertura dei Musei e per tutte le altre
informazioni: www.sistemamusealeamiata.it
/ www.facebook.com/sistemamusealeamiata
/ [email protected] tel:
0564965220
film, tra cui quello del regista ticinese Adriano
Kestenholz su Domenico Fontana (architetto
della villa). Il 12 Luglio in particolare alle ore
16 saranno proiettati: il Cortometraggio su
David Lazzaretti, Il Cristo dell’Amiata, scritto da Marianna Febbi e Alessandro Ercolani
con regia di Nicola Ragone, ed il film L’Uomo
Planetario di Federico Bondi su Padre Ernesto Balducci.
Ernesto Balducci e David Lazzaretti, sono
sepolti vicini a pochi metri di distanza presso il Cimitero di Santa Fiora. Sono rimasti
sull’Amiata e nel cuore degli artisti amiatini
(e non), che li ricordano e li evocano in due
importanti e imperdibili appuntamenti estivi:
05 Agosto ore 21, Arcidosso, Castello Aldobrandesco: Opera Musicale su testi di Lazzaretti, diretta e realizzata dal jazzista amiatino
Mirco Mariottini, in scena nell’ambito di Toscana delle Culture. Supporto organizzativo
del Centro Studi D. Lazzaretti di Arcidosso.
Grazie al Presidente, Marco Pastorelli e al Direttore, Carlo Goretti.
21/07-31/08/2012 NON SONO CHE UN
UOMO. La vita e i luoghi di Ernesto Balducci nelle immagini di venti pittori. La mostra, allestita presso Palazzo Medici Riccardi
a Firenze nel mese di Maggio e nel Mugello
nel mese di Giugno, è il risultato finale di un
progetto importante promosso nell’ambito
delle manifestazioni nazionali per il ventennale della scomparsa di Padre Ernesto Balducci.
Promossa ed organizzata dalla Fondazione
Ernesto Balducci, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze e l’Amministrazione Comunale di Santa Fiora, con il
supporto dell’Assessore alla Cultura Alice
Tortelli, sarà allestita a: Sala del Popolo, Comune di Santa Fiora (inaugurazione 21 luglio
ore 11) e presso Villa Sforzesca di Castell’Azzara (inaugurazione 21 luglio ore 17). Il lavoro
pittorico è di alto valore estetico e rispecchia
l’autorevolezza morale di colui che li ha ispirati. La realizzazione delle opere è stata pre-
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Agenzia formativa accreditata dalla Regione Toscana per la somministrazione
di corsi di formazione riconosciuti e/o dovuti per legge
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LA PESCHIERA
Abbadia San Salvatore. Il più grande comune amiatino
sarà fuori dall’Autorità idrica toscana e non rappresentato. La preoccupazione del territorio.
Nicola Cirocco. Il presidente Osa elabora tre proposte
per uscire dalla crisi, tra cui una legge che permetta la
scelta di lasciare l’eredità alla società.
Il colle del benessere. Il gruppo psicofisico di Grosseto
ha organizzato un percorso esperienziale, dal castello
di Arcidosso al giardino di Spoerri.
Castel del Piano. Il paese è un cantiere e sfida la crisi avviando lavori sulla viabilità. Intanto il piazzone è
pronto.
Claudio Ceroni. Il presidente dell’Acqueddotto del
Fiora replica alle accuse di Sos geotermia sulle analisi
dell’acqua e sull’arsenico. Pronti a far causa. Mentre
gli ambientalisti lanciano un nuovo allarme.
Cinigiano. Ordinanza del comune per il taglio dell’erba
entro il 15 luglio.
Seggiano. Il gestore dell’hotel Parco dei Faggi tentò di
uccidere figlia e moglie: a processo. Deve rispondere
anche di lesioni e ricettazione della pistola.
Festamaremma. Dal 19 al 28 maggio eventi e iniziative della Provincia e Camera di Grosseto.
Enel green power. Dall’Amiata agli Usa. Al via i lavori per
un nuovo impianto nello Utah per 126 milioni di dollari.
Arcidosso. Incontri e workshop sui diritti di bambini e
adolescenti ed un corso di formazione grazie ad Unicef
e “Uniti per i bambini”.
Santa Fiora. Si rinnovano le cariche dell’Associazione
intercomunale. Incontro pubblico per capire come procedere nelle attività.
3
Coop Unione amiatina. Inaugurato un nuovo supermercato a Montalto di Castro.
Semproniano. Il paese riceve la donazione del suo sarto
gentiluomo. Silvano Papini, scomparso ad ottobre, lascia
case, terreni e denaro. Nascerà un museo e le donazioni
andranno alla parrocchia e alla casa di riposo.
Santa Fiora. Abusi edilizi in zona sismica, il comune
vince al Tar.
Pigelleto. La Provincia di Siena festeggia la giornata
europea dei parchi.
ASSISTENZA DOMICILIARE, ASILI NIDO, LUDOTECHE,
CENTRO GIOVANI, CASE DI RIPOSO, CENTRI DIURNI,
CASE FAMIGLIA E TELESOCCORSO
RILEGATORIA E OGGETTISTICA
PULIZIA STRADE E MANUTENZIONE VERDE PUBBLICO
PULIZIE ORDINARIE
RITIRO CARTA E CARTONE
GESTIONE SERVIZI CIMITERIALI
GESTIONE ORTO SOCIALE
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Angiolina Mancini. Targa ricordo a 94 anni di cui tanti
di volontariato all’Auser di Abbadia.
Loc. Fontespilli - Bagnolo - 58037 - Santa Fiora (GR)
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GESTIONE SERVIZI PER IL SOCIALE
Tel. e fax 0564 - 956469 cell. 338 4385816
Abbadia San Salvatore. L’ass. culturale Civitas promuove la nascita di una consulta cittadina, per favorire il confronto e la mediazione fra esigenze di cittadini
e amministrazione.
Trasporti. Aumentano i disagi per i viaggiatori amiatini soprattutto per la coincidenza Tiemme a Paganico.
Sempre più isolati, protestano le amministrazioni.
Società Cooperativa Sociale Onlus
Via della Libertà, 44 • 58037 Santa Fiora (GR)
Tel. (+39) 0564 979094 • Fax (+39) 0564 979045
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Via del Prataccio, 6 - Castel del Piano (GR)
Arcidosso. Torna il Sentiero natura, weekend di passeggiate, convegni, canti, laboratori, un mercatino di
strada all’insegna di alchimia e neuropatia.
GESTIONE MENSE ◆ RISTORAZIONE COLLETTIVA
TRASPORTI ◆ PULIZIE ◆ FACCHINAGGIO
Il Quadrifoglio
di Bargagli Antonino Sonia
dal 16 maggio
al 15 giugno 2012
Cinigiano. Una mostra a palazzo Bruchi sui cambiamenti del paesaggio, organizzata dall’Ordine degli
architetti provinciale.
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Soluzioni personalizzate per piccole e medie imprese dal 1993
locale
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Lo Scoiattolo è una Cooperativa sociale di tipo B
per l’iserimento lavorativo di soggetti svantaggiati
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MANUTENZIONE DEL VERDE
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INGEGNERIA NATURALISTICA
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E VIABILITÀ
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Tel. 0564 953135 Fax 0564 953185 - [email protected]
Castiglione d’Orcia. Nominato tra i nove comuni
dell’Ato per il controllo della gestione idrica.
Radicofani. Un convegno sulla gassificazione delle
biomasse come progetto di sviluppo per l’Amiata.
Musica al mercurio. Evento musicale nell’ambito del
progetto Museo amico ad Abbadia.
Abbadia San Salvatore. Emendamento della
Federazione della sinistra per salvare gli ospedali
montani.
Terzide Porcelloni. Compie 100 anni con lucidissima
memoria il nonno badengo.
Arcidosso. Al Sentiero natura convegni, mercatini,
escursioni e spettacoli.
Radicofani. Antichi mestieri, una festa nel centro per
parlarne.
Stazioni sciistiche. Situazione gravissima e a rischio,
se ne parla in Regione.
Radicofani. Syngas produrrà energia elettrica e calore
ottenuti dal legno di conifere dei boschi amiatini.
Abbadia San Salvatore. Rinviato Musica al mercurio
per l’attentato di Brindisi.
Radicofani. Imprevisto per la Millemiglia che per la
prima volta non passerà da qui. Dispiaciuto il sindaco
Magrini.
Seggiano. Tavolo di filiera regionale per l’olio voluto
dall’assessore Gianni Salvadori: i sottoprodotti della
lavorazione non sono rifiuti.
Notizie dal territorio
[Continua da pag. 1]
con colori vivaci, facendo sì che l’insieme
divenga armonioso con la natura che lo circonda. Aperto tutti i giorni. Per Info: contatti
ufficio sistema museale.
Villa Sforzesca di Castell’Azzara
06/09/ - 04/11/2012 ORDINARY WORLD.
Andy Warhol, Pietro Psaier and the factory
artworks è dedicata ad un corpus di 40 opere di Warhol dove spiccano le immagini della
serie Morte in America (basate su fotografie
di giornali di incidenti stradali, sedie elettriche – sarà presente anche nella mostra! – e
scontri per i diritti civili). L’esposizione mette
a confronto Warhol e Pietro Psaier, suo “presunto” allievo, della cui esistenza tuttavia non
abbiamo certezza. Warhol ha evocato la società di massa attraverso l’astratto anonimato e la
rappresentazione della celebrità iconica: tra le
opere esposte ci sarà anche il famoso ritratto di
Marilyn Monroe (quest’anno ricorre il 50esimo dalla sua morte), di Mick Jagger ed ancora bottiglie di Coca Cola e barattoli di zuppa
Campbell. Ancora autoritratti e ritratti dell’artista (questi ultimi ad opera di Cristopher Machos). Da non perdere: il 16 settembre ore 20 e
ore 21.15, spettacolo teatrale sull’ultima notte
di Marilyn: Bye Baby Suite. Pochi spettatori
nello spazio intimo di una (vera) camera d’albergo a spiare Marilyn Monroe nella sua intimità più scomoda. Interpretazione e regia di
Alessia Innocenti. Testo di Chiara Guarducci.
Posti limitati: prenotazione obbligatoria.
23 e 24 Giugno 2012 Prima edizione di EcoCompatibilMente Fest a cura dell’Associazione Culturale Sparto: due giorni per provare
a immaginare e praticare l’ecocompatibilità.
www.ecocompatibilmente.it
11/07/2012 – 15/07/2012 DENTRO LA TERRA –TARTUFO. FLOWER FILM FESTIVAL. Cinema, arte, incontri, prodotti di filiera
e cultura dei territorio. All’interno degli eventi
legati alla promozione del prodotto Tartufo
di Castell’Azzara, avrà luogo la rassegna cinematografica Flower film festival, realizzata
dall’Associazione Palladium Productions,
con il supporto dell’Assessore alla Cultura
del Comune di Castell’Azzara, Anna Lazzeri. In programma premiazioni e proiezioni di
Il Territorio amiatino
e il progetto GIOVANISì
La Società della Salute e il Comune di Castel del Piano, soggetti assegnatari e promotori di un’iniziativa per sfruttare le risorse di un territorio e non farlo invecchiare.
di Rachele Ricco
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Notizie dal territorio
4
iovanisi è un progetto ideato per favorire l’autonomia dei giovani, la possibilità di un futuro in base al merito
nello studio e l’attività lavorativa. Una grande
opportunità, un progetto finanziato da risorse
regionali, nazionali e comunitarie, integrabile
anche da altri fondi reperibili da enti locali,
soggetti pubblici e privati. Il progetto stanzia
un totale di oltre 334 milioni di euro tra il 2011
e il 2013 che verranno investiti in diverse misure e in alcune linee guida già in vigore dalla
precedente legislatura. Promuove opportunità
su Tirocini, Casa, Servizio civile, Fare Impresa, lavoro e formazione, garantendo un diritto allo studio reale e favorendo l’ingresso dei
giovani nel mondo del lavoro, attraverso il sostegno all’avviamento di attività economiche e
all’accesso al credito e microcredito.
Questo in sintesi “Giovanisi” che dal 18 gennaio 2012 vede firmatari di un protocollo di
intesa con la Regione Toscana, la Provincia di Grosseto, i sindaci degli otto comuni
dell’Amiata Grossetana (Arcidosso, Castel
del Piano, Castell’Azzara, Cinigiano, Roccalbegna, Santa Fiora, Seggiano, Semproniano),
i Presidenti di Confindustria e Confartigianato di Grosseto e della Società della Salute
Amiata Grossetana.
La Società della Salute è stato il primo soggetto, sul nostro territorio, ad aderire al Progetto, attenendosi a pieno titolo a quello che è
il suo obiettivo e la sua struttura di consorzio
pubblico degli otto comuni dell’Amiata grossetana con la specifica finalità di affrontare le
politiche sociali e sanitarie del territorio, come
organismo di programmazione e strumento
garante di servizi, il primo esemplare atto di
fiducia e riconoscimento di finalità strategiche
e innovative.
Le aziende d’altronde, oltre alla possibilità di
acquisire personale nuovo e interessante, ricevono dalla stessa Regione un finanziamento di
8.000 euro per ogni tirocinio attivato.
In linea con le misure del Progetto Giovanisì,
sono stati reclutati, dal Centro dell’Impiego,
ente promotore, due giovani, Elisa e Valerio,
per i quali la SdS ha attivato due tirocini formativi. Li abbiamo incontrati, insieme a Lucia
Nannetti, referente per il Progetto.
Elisa è di Seggiano, si è appena laureata in Relazioni Internazionali e Diplomatiche, Valerio
è di Castel del Piano, laureando in Scienze
economiche e bancarie, proseguirà per conseguire la specialistica in Economia e Gestione
degli Intermediari Finanziari.
Entrambi hanno intrapreso un percorso come
aiuto e supporto alla segreteria amministrativa, coadiuvando anche l’attività di archiviazione documenti, telematici e non, vengono
coinvolti nell’organizzazioni di riunioni spe-
cialistiche e nella trascrizione dei flussi alla
Regione Toscana attraverso il sistema informativo CARIBEL. Il tutor di riferimento dei
due ragazzi è il Direttore della SdS Giorgio
Morganti. Il loro impegno coprirà 6 mesi per
una frequenza di 20 ore settimanali e sarà retribuito per 400 euro mensili, di cui 200 assicurati dalla Regione Toscana e 200 corrisposti
dalla Società della Salute.
Francesca Fera, Assessore alle Politiche Giovanili del Comune di Castel del Piano, capofila del progetto, ci racconta il percorso che ha
intrapreso con i giovani e le aziende, lasciando
trasparire tutta la passione e la determinazione
con le quali ha intrapreso il suo progetto per
attivare consensi da parte delle imprese, aziende e associazioni sul territorio e per informare
i ragazzi delle opportunità loro concesse “Il
territorio amiatino è ricco di risorse e di un
potenziale innegabile, tuttavia i nostri giovani
anche per la mancanza di strutture adeguate,
terminato un primo percorso di studi superiori, se ne vanno altrove. Riuscire a trovare una
formula che possa agevolarli o affiancarli in
un percorso formativo, ma anche nell’immissione nel mondo del lavoro, rappresenta una
conquista. Nelle città diventa automatica l’offerta da parte delle aziende, di proporre stage
formativi che poi possano servire all’inserimento – continua l’Assessore Fera – introdurre nel nostro territorio una simile abitudine è
stato come attivare una vera e propria rivoluzione culturale.”
È rinfrancante l’entusiasmo che trasmette nel
descriverci le reazioni dei giovani amiatini, la
loro ricettività e predisposizione al cambiamento, alla crescita, all’iniziativa.
Le misure che hanno riscosso più successo in
tutta la Provincia di Grosseto sono state quelle
relative all’imprenditoria giovanile agricola,
con un maggior numero di domande e di finanziamenti istanziati.
Tra i 20 punti d’ascolto che la Regione ha
deciso di istituire in tutta la Toscana, principalmente in città capoluogo, uno è stato inaugurato venerdì 29 giugno proprio a Castel del
Piano, grazie anche all’effettiva collaborazione del Centro Giovani, coordinato dalla Cooperativa Il Quadrifoglio.
La scuola di Musica “La Castigliana”
I
nsieme al rilanciato Gruppo Majorettes,
sale sugli scudi a Castiglione d’Orcia anche la Scuola di Musica della Filarmonica “La Castigliana”, presieduta dal giovane
e dinamico Davide Bonucci. Diciannove gli
allievi che hanno seguito i corsi nell’anno
scolastico in chiusura, guidati alla scoperta
della nobile Arte delle sette note dal maestro
Ivano Rossi coadiuvato, nel settore degli
strumenti ad ancia, dall’insegnante poliziano Davide Vannuccini. Flauti dolci, clarinetto, saxofono, tromba sono divenuti compagni di viaggio per i giovani e promettenti
allievi, la cui età varia tra i 6 ed i 12 anni.
A Castiglione hanno studiato con profitto il propedeutico flauto dolce Tommaso
Franchetti, Gabriele Brutti, Greta Formichi
Progetto di solidarietà terremoto Emilia.
Coop Unione Amiatina aderisce alle campagne
nazionali di solidarietà promosse da Coop Italia,
dal Movimento Cooperativo e dal Sindacato.
di Rachele Ricco
U
n ventaglio di iniziative su scala
nazionale alle quali Coop Unione amiatina aderisce sostenendo campagne di sensibilizzazione per i
propri soci.
Coop Italia ha messo in piedi alcune
iniziative solidali di sussistenza ai terremotati del centro nord. Di fronte alla
drammaticità della situazione che è
venuta determinandosi a causa del sisma che ha colpito le regioni dell’Emilia Romagna, Veneto e Lombardia,
le Associazioni Cooperative Acgi,
Confocoperative, Legacoop e le
Organizzazioni sindacali CGL, CISL
e UIL, hanno deciso di sostenere congiuntamente un impegno di solidarietà
verso le popolazioni, i territori e il sistema produttivo colpiti duramente dai
catastrofici eventi dello scorso Maggio.
Il risultato è la costituzione di un fondo di intervento, frutto di un protocollo
di intesa tra le parti, nel quale confluiranno le destinazioni volontarie dei
dipendenti Coop relative al compenso
di almeno un’ora di lavoro e le cooperative
raddoppieranno la cifra con una donazione
equivalente.
Gli impieghi ottenuti grazie al fondo cooperativo terremoto Emilia verranno resi noti
attraverso una rendicontazione periodica
pubblica.
Coop Unione Amiatina, aderisce all’iniziativa nazionale, dando anche ai propri dipendenti la possibilità di contribuire al fondo
sociale.
Sempre in linea con Coop Italia, conduce
diverse campagne di sensibilizzazione: dal
11 Giugno anche nei punti vendita di Coop
Unione Amiatina per ogni Kg acquistatato
di Parmigiano Reggiano con il bollino blu,
i consumatori hanno devoluto 1 euro a sostegno dei caseifici colpiti dal terremoto. Da
questo mese sarà possibile contribuire alla
causa, con la stessa modalità, tramite l’acquisto del Grana Padano.
I soci coop potranno partecipare attivamente
devolvendo parte dei propri punti spesa.
La Cooperativa Amiatina, anche a seguito
del terremoto che colpì l’Aquila nel 2009
partecipò attivamente a interventi per la solidarietà. In quell’occasione insieme a Coop
Centro Italia, Unicoop Firenze, Unicoop
Tirreno fu costituito un fondo di solidarietà denominato “Insieme per l’Aquila”. A
tre anni di distanza dal sisma, domenica 24
Giugno è stato inaugurato il centro sociale
polivalente a Scoppito (AQ)
Grazie alla solidarietà di moltissimi soci e
ai fondi stanziati dalle stesse cooperative,
Castiglione d’Orcia
di Daniele Palmieri
Alla cassa dici Emilia
(la mascotte, sei anni), Anna Monaci (fra
l’altro vice campionessa italiana di hip-hop
nella sua categoria ai recenti campionati di
Rimini), Matilde Rossi, Giorgia Guidotti,
Asia Formichi. Adelaide Franchetti, Asuka Formichi, Giada e Maddalena Volpi si
cimentano al clarinetto, Ginevra Rovetini
con il sax contralto e Francesco Ferretti
si dedica alla tromba. Nella sede di Campiglia d’Orcia il maestro Rossi ha seguito
Lucrezia Crociani, Gaia Olivieri, Andrea
Bensi, Noemi De Sensi, Alessio Spennacchi e Alessandro Savelli, tutti al flauto dolce ma in vista di passi ulteriori. Dopo la
pausa estiva i corsi riprenderanno a settembre e, per alcuni di loro, il prossimo anno
potrebbe segnare il debutto nelle file della
banda musicale, magari prodromo di ulteriori studi ed approfondimenti.
A SSOCIA ZION
NE
COOPER ATIVE CONSUMATORI
D I S T R E T T O T IR R E N I C O
I FONDI R ACCOLTI DAI SOCI,
CON QUELLI DELLE COOPER ATIVE,
SAR ANNO DESTINATI AD UN
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Unione Amiatina
IN SOSTEGNO AI PRODUTTORI
DANNEGGIATI LE COOPERATIVE
PROMUOVERANNO LA VENDITA
DI PARMIGIANO REGGIANO E
GRANA PADANO E DESTINERANNO
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PER LA RICOSTRUZIONE.
sono stati raccolti oltre 500.000 euro e oggi
a Scoppito esiste un centro che comprende
una biblioteca, una ludoteca, una sala giochi
e laboratori, una sezione medica con infermeria e una parte sportiva e ricreativa.
Unione Amiatina
ARTECNICA
Corso Nasini 17
Castel del Piano (GR)
Tel/Fax 0564 956 193
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Legatoria
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Servizio Fax
cronaca
L’enigma dell’iscrizione
di Adriano Crescenzi (AST n. 25 gennaio 1997)
L
a via Talassese si snoda per circa
centocinquanta metri lungo l’antico
borgo omonimo, uno dei tre terzieri
nei quali era anticamente divisa la Comunità
di Arcidosso e costituisce il nerbo di quella
parte del paese, che, per lungo tempo, dalla
seconda metà del ’500, accolse i maggiori
edifici pubblici e divenne il fulcro dell’attività politico-amministrativa di Arcidosso.
In fondo alla via, sulla facciata destra di una
casa, immediatamente prima della Porta
Talassese, vi è una iscrizione di non facile
lettura, sulla cui interpretazione si hanno
discordanti opinioni. Francesco Bardelli in
Antologia Arcidossina riporta che: “a detta
di molti studiosi si tratta di una iscrizione
etrusca…” Non sappiamo in base a quali riferimenti questi studiosi sostengano la loro
tesi. Gino Ambrogi nella Storia di Arcidosso la considera una data: “giorno decimo del
1594…” (giorno è simboleggiato dal dieci
romano X; il mille dalla corrispondente cifra romana M; il 500 è simboleggiato da una
lettera dell’ alfabeto greco, il delta, che corrisponde alla lettera D dell’ alfabeto latino e
che i latini usavano, appunto, per qualificare
il 500. Il 94 è ottenuto dal numero 9 in posizione giacente e dal quattro romano “IIII”),
e continua Ambrogi, “il segno ultimo il coltello, comune nelle iscrizioni cristiane”. La
scritta su quella pietra, posta tra la chiesa di
Sant’Andrea e l’antico spedale di Sant’Antonio, potrebbe suggerire che sia invece una
invocazione religiosa.
Con l’aiuto del Dizionario di Abbreviature
latine ed italiane di Adriano Cappelli; proponiamo la seguente interpretazione: la X
con sovrapposto O può leggersi Christus;
la M può riferirsi al nome Maria; il terzo e
quarto simbolo, letti assieme, possono significare la parola conceptus. Simboli “simili”
con tale significato ci sembra possano essere rilevati a pag. 68 del citato Dizionario
Cappelli. Il quinto simbolo può essere inteso
come abbreviazione di nostris, sempre come
illustrato dal Cappelli a pag. 241. A questo
punto potremmo, quindi, leggere l’invocazione, in un latino volgarizzante: Christus,
Maria conceptus, (pro) nostris (Cristo, concepito da Maria, vieni in nostro soccorso).
L’ultimo simbolo può, a nostro avviso, considerarsi una palma della mano aperta, che
nella simbologia cristiana auspica proprio
“grazia, favore, divino e benedizione”, diventando in questo caso la rappresentazione
grafica dell’invocazione stessa. La palma
aperta verso l’antico spedale potrebbe anche indicare al pellegrino la direzione che
avrebbe dovuto seguire per raggiungere la
meta. Che vi fosse uno spedale lì nei pressi
lo scrive il Contri nella Storia di Arcidosso, rifacendosi alla Cronaca secentesca del
paese scritta da Giovan Domenico Pèri,
dove dice che Arcidosso “Ha due spedali,
uno dentro detta Terra e l’altro fuori, che
fanno nel ricettar mendici e maritar zittelle larghissimo profitto”. Lo spedale fuori le
mura era proprio quello di Sant’Antonio, inglobato nel paese intorno alla seconda metà
del ’500. Quando lo spedale scomparve,
l’attività caritativa fu proseguita dalla Confraternita di Misericordia nella vicina chiesa
di Sant’Andrea Apostolo.
locale
Montenero. Furto di valori ad una anziana, poi i ladri
fuggono in Mercedes.
Arsenico nell’acqua. Claudio Fanci: notizie allarmistiche e infondate, il comitato Sos Geotermia, grande
bluff.
Mezzi pubblici. Protesta un’albergstrice per i disagi
causati dai tagli delle corse.
Castell’Azzara. Online il calcolo Imu.
Santa Fiora. Grandi Salumifici investe 10 milioni per
il rilancio.
Castell’Azzara. Patteggia il capocantiere per un incidente ad un operaio in cantiere.
Protezione civile. Tre giorni di esercitazioni ad
Arcidosso.
Abbadia San Salvatore. Mobilitazione e attimi di riflessione sull’attentato di Brindisi.
Sos Geotermia. Polemica con l’Arpat che nega la presenza di arsenico nell’acqua.
Asino crociato amiatino. Diventa una star su Rai 2.
Arcidosso: un antico calzolaio
Arcidosso. Furto dalla fioraia!!! Portato via il furgone.
Arcidosso. Una serie di iniziative per promuovere la
lettura nelle scuole.
diventa per forza… un mistero
di Angelo Biondi
N
ell’ultima puntata di “Mistero” su Italia 1, trasmessa qualche settimana fa,
sono venuti alla ribalta certi “misteri”
dell’Amiata. Passi per la “grotta del Mago
Merlino” e per il “drago della Selva”, di cui
si conserverebbe parte della testa; si tratta di
leggende, e come tali le leggende, che sono
senza tempo, hanno la loro suggestione e anche il loro alone di mistero. Ma quando si passa a simboli esoterici del tutto ipotetici, sparsi
nel centro storico di Arcidosso e attribuiti ancora una volta ai Templari, il discorso cambia. Non si capisce perché, improvvisamente,
certe croci e certi simboli diventino per forza
“templari”, dato che essi non ne avevano affatto l’esclusiva. I Templari vanno di moda
e allora c’è chi li vede da tutte le parti con
forzature e distorsioni, che sarebbero assolutamente da evitare.
Ma il massimo delle castronerie si è raggiunto quando nella trasmissione si è inclusa
come esotericamente “misteriosa” una scritta, su un muro di Arcidosso presso Porta
Talassese.
Ebbene quella scritta non è altro che una bella
data, resa in modo un po’ inusuale: mdviiii
(cioè 1509), preceduta da una “X” con cerchietto abbreviativo (forse un’invocazione a
Cristo) e seguita da un trincetto da calzolaio,
segno inequivocabile che essa fu voluta l’anno
ASSOCIAZIONE
PROVINCIALE
DI GROSSETO
Per lo sviluppo
delle imprese
artigiane
&1$
Confederazione Nazionale dell'Artigianato
e della Piccola e Media Impresa
Amiata Smart community. Il Pd punta a mettere a sistema risorse energetiche, acqua, agricoltura, cultura
e produzioni.
Montenero d’Orcia. Torna la Festa del patrono.
Coop Unione Amiatina. Apre nuovo punto vendita a
Montalto di Castro.
di grazia 1509 da un antico calzolaio arcidossino. Purtroppo tempo fa, su una nota rivista
del nostro territorio, comparve un articolo
con strane interpretazioni esoteriche di simbologie sparse in Arcidosso, compresa questa
del calzolaio, che sembrava la più misteriosa
e difficile da interpretare; ne fu data una fantasiosa spiegazione di costellazioni, nodi lunari
ecc., nella quale però l’autore ben si guardava
da nominare il trincetto da calzolaio; chissà
che simbolo astronomico poteva essere! Di
fronte al clamoroso errore, in alcuni articoli il
sottoscritto ha cercato di riportare le cose alla
realtà, ma evidentemente fanno più colpo le
monumentali sciocchezze di sedicenti esperti
che le letture fondate e rigorose! Immaginiamo il calzolaio arcidossino dotato di spirito di
concretezza e alieno da improbabili elucubrazioni; chissà se si sarebbe aspettato che quattro secoli dopo la sua scritta, per lui e i suoi
contemporanei così evidente, sarebbe stata interpretata come un… mistero? È triste dover
constatare che certe trasmissione televisive
manchino di rigore e di controllo, veicolando
informazioni del tutto erronee e ingannevoli.
Arcidosso. Minore denunciato per droga.
Arsenico. Richiesto lo spegnimento della centrale per
capire l’incidenza sull’inquinamento.
Castell’Azzara. Grandinata di 5 centimetri…
Castiglione d’Orcia. La lista civica “Cambiamento di
rotta” contesta il rendiconto.
Mobidic. Nuovo studio sul bilancio idrico dell’Amiata
per avere un aggiornamento costante sull’acquifero.
Soddisfatta Annarita Bramerini.
Piancastagnaio. Calendario denso di manifestazioni
per festeggiare il santo Patrono
Turismo invernale. Per la Regione occorre unire le società per gli impianti.
5
Piancastagnaio. Primi in sicurezza, premiata dal
Presidente della Repubblica la scuola primaria con
una medaglia.
Castagni. Arriva l’allevatore di Torimus insetto salvatore dei castagneti antagonista del cinipide galligeno.
Polemica sui protocolli e i lanci. Occorre una migliore
regolamentazione.
Olio. Premio Slowfood ad Adamo Piccini di Seggiano.
Santa Fiora. Tre orchestre in piazza per ricordare
Balducci.
Castel del Piano. Successo della festa “Impara l’arte
e mettila da parte”.
Aforisma
del mese
Castel del Piano. Incidente sul lavoro per fortuna lieve,
operaio ricoverato.
L
Castel del Piano. Si anima con la seconda edizione di
Arti e mestieri.
a speranza è il sogno di chi è sveglio.
Aristotele
Roccalbegna. Successo della manifestazione dedicata
al noto poeta maremmano.
Santa Fiora. Interrogazione di Bovicelli sulla situazione
dei castagni.
Società della salute Amiata. Due bandi per la costituzione del comitato di partecipazione.
Enrico Eugeni. Ci lascia a 50 anni dopo breve malattia
il noto cittadino.
Abbadia San Salvatore. Gravity race cup, folle corsa in
discesa per mountain bike.
Abbadia San Salvatore. Referendum acqua, approvato
ordine del giorno.
Sentiero del benessere. Interessante iniziativa ad
Arcidosso con esperti erboristi.
Castel del Piano. Gusto e solidarietà. Parte a settembre un progetto innovativo per riciclare gli avanzi di
mensa per sfamare famiglie indigenti.
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Arcidosso (GR)
Pd. Conferenza su lavoro e sviluppo.
Semproniano. La minoranza attacca per i lampioni
spenti e l’isola ecologica, polemiche a non finire per il
sindaco Gianni Bellini.
Renzo Verdi. Il sindaco di Santa Fiora racconta in
Senato il “suo” padre Balducci.
Fusioni comuni. Arrivano 1.800 firme…
Punti di vista
PAGANUCCI
ILVIO
Il tiro della fune: un vecchio gioco
per risolvere problemi nuovi
Turisti per Co2
di Giancarlo Scalabrelli
di Paola Coppi
orse non sono molti a conoscere questo gioco che si faceva durante le feste
paesane.
Si fronteggiavano due squadre con egual
numero di persone, che con grande affiatamento cercavano di indietreggiare portandosi dietro l’altra formazione. Il risultato
dipendeva dall’aderenza al terreno, dal tipo
di calzature, dal peso e soprattutto dalla coordinazione. Bastava che un elemento non
fosse in sintonia per vanificare l’impegno
degli altri. Il premio per la vittoria era modesto e simbolico, contava aver tirato più degli
altri e poi era festa finita. Oggi questo gioco
raramente si svolge nelle aie o nelle piazze,
ma si può immaginare calzante a diverse situazioni, una delle quali insospettata: il parlamento, con l’unica differenza che non si
usano le mani ma la lingua. Sorprendente,
no? Vediamo come si pratica. All’insediamento del governo “dei tecnici” più membri
di “partito” si sono affrettati ad assicurare
pieno impegno al nuovo governo nella speranza di ingraziarsi i cittadini per eventuali
successi che il nuovo esecutivo potrebbe
raggiungere in futuro, in modo da poterli
capitalizzare al prossimo turno elettorale.
C’è anche chi si è spinto oltre, affermando
che l’azione del nuovo governo era la logica
continuazione della politica fatta fin d’ora!
Incredibile! Se fosse stato così, che bisogno
ci sarebbe stato di cambiare governo, bastava quello che avevamo, se funzionava così
bene!
Tra i mugugni dei cittadini, gli esponenti
della precedente opposizione hanno dovuto fornire appoggio al nuovo esecutivo,
anche nell’obiettivo di veder migliorare la
situazione economica (cosa auspicabile) e
prepararsi poi per una futura rivincita. Se
vogliamo, quindi, tutte le formazioni dei
partiti per un motivo o per l’altro “tirano
l’acqua al proprio mulino”, o meglio eserci-
abato 9 giugno 2012 a Bagni San Filippo in località Pietrineri sono stati
inaugurati e scoperti visitandoli, i percorsi “Turisti per CO2”. Cerchiamo di capire di cosa si tratta.
Nel territorio del Comune di Castiglione
d’Orcia, tra Bagni San Filippo e Campiglia
d’Orcia, è presente un’area di circa 4-5 Km2
interessata da emissioni naturali di gas, principalmente biossido di carbonio (CO2).
Il gas, seppur naturale, può essere rischioso
per la salute e la Comunità Montana Amiata
Val d’Orcia al fine di garantire la sicurezza
e favorire la protezione dell’area, ha provveduto alla realizzazione di opere di messa
in sicurezza. Ma si è fatto di più. È stato
realizzato un percorso turistico ed escursionistico con lo scopo di far conoscere questi
particolari fenomeni geologici. L’itinerario,
ad anello di circa 4 km, si trova all’interno
dell’area recintata e, viste le caratteristiche,
accessibile solo in compagnia di guide ambientali formate in collaborazione tra il Dipartimento Scienze della Terra di Firenze
ed esperti della Protezione Civile. Le guide,
dotate della strumentazione adeguata, oltre
a occuparsi della sicurezza dei visitatori,
svolgono attività didattica all’interno della
zona fornendo le informazioni geologiche e
naturali.
I siti sono nelle vicinanze del più noto Fosso
Bianco che con le sue vasche naturali di acqua termale e depositi di travertino affascina
per forma e colori.
All’interno dell’area e lungo l’itinerario è
presente anche un vecchio sito minerario del
quale è previsto il recupero. Per facilitare la
comprensione del fenomeno naturale sono
stati installati lungo il percorso dei pannelli
informativi con cartine, informazioni geologiche e naturalistiche, realizzati in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della
Terra dell’Università di Firenze.
F
6
S
tano virtualmente il “tiro della fune”. Anche
in parlamento o in posti di responsabilità si
sa che ci sono personaggi che hanno conti in
sospeso con la giustizia e che rischierebbero
di vanificare lo sforzo di quelli che tirano
di più. Niente preoccupazione, quando alla
camera arriva l’autorizzazione a procedere,
da una parte o dall’altra gli indagati sono
graziati a priori. Fa eccezione quel tesoriere
distratto che si è sacrificato per il bene comune e allora il gioco si prende una pausa.
A cosa serve il tiro della fune? Concettualmente ad andare fino al termine della legislatura, o meglio mantenere la poltrona,
assicurasi il vitalizio e possibilmente essere
rieletti anche al prossimo turno elettorale,
cercando di non far approvare la legge “anti
corruzione”. Se fosse così alcuni onorevoli
potrebbero fare il pieno, assicurandosi un
altro mandato per scaldare le poltrone.
Naturalmente ci sono pochi esemplari che
non partecipano al gioco, alcuni sono animati da un vero spirito di servizio per i cittadini (tanto di cappello a loro), mentre altri
cavalcano il malcontento, perché solo grazie
a questo possono esistere. Non ci vuole mol-
to a capire di chi si tratta, ora che all’elegante dalla erre moscia, con tanto di cravatta e
sacchetta per il tabacco, hanno tolto l’Attack
(®) con cui si appiccicava alle poltrone dei
salotti e dei talk show.
I capi cordata ormai non si preoccupano più
di preparare una strategia di potenziamento
ma passano il tempo a fare calcoli e previsioni con chi potrebbero allearsi, come cambiare le regole del gioco, o come modificare
il nome della formazione perché sembri diversa.
Finora ci siamo caduti quasi tutti; se noi
cittadini vogliamo che cambi qualcosa, dobbiamo acquisire un maggior senso di responsabilità e di partecipazione, smascherando
chi non ha un comportamento eticamente
corretto. Non occorrono strumenti cruenti,
basta aprire gli occhi per scoprire quello
che da qualche tempo ci ostiniamo a non
voler vedere, chiudendo gli occhi, turando
il naso e spalancando la bocca. Peccato che
il cronista riferisca quest’ultimo atto come
manifestazione di meraviglia! Svegliamoci!
Non dobbiamo aver paura di respirare se i
miasmi salgono da ogni parte.
Tempo di mettersi in forma per l’estate
PUNTATA III – L’esercizio fisico
di Marco Baldo
O
rmai nel pieno della stagione estiva
dobbiamo cercare di unire alle accortezze alimentari che abbiamo visto nei numeri scorsi un po’ di sudore della
fronte; naturalmente in termini di esercizio
fisico che non può mancare nella routine
vacanziera. Penaste a quante ore di lavoro
risparmiate in un’intera settimana e fatevi
coraggio con il sorriso sulle labbra se dovete
‘lavorare’ per un’ora tre volte alla settimana.
La premessa doverosa è ancora una volta
alimentare e riguarda l’unica integrazione
veramente necessaria: sali minerali con potassio e una quota di acqua supplementare
(almeno due litri al giorno omnia) devono
essere il compendio necessario ed irrinunciabile della nostra attività.
Detto questo possiamo passare a parlare
della regola aurea che dovremo sempre tener presente, qualunque siano i nostri gusti
sportivi e, cioè, indifferentemente dal fatto
che ci piaccia la bicicletta, la corsa, il nuoto o la più prosaica palestra. Il metabolismo
che ci interessa stimolare, al fine di essere
più snelli smaltendo il grasso in eccesso, è
quello aerobico. Questo significa che dovremo fare attività per la quale la nostra
‘macchina termica’ consumi ossigeno e non
zuccheri (glicogeno in questo caso, ovvero
la forma di deposito del glucosio presente
nel fegato e nel muscolo che viene utilizzato
negli sforzi massimali); il modo per riuscirci
è mantenere un’intensità di sforzo moderato
per lunghi frangenti. E allora banditi i ritmi
frenetici per le meno impegnative e più redditizie cadenze flemmatiche. In definitiva,
quindi, scegliete pure lo sport che prediligete sapendo solo che la corsa, naturalmente, è
la più invasiva dal punto di vista di sollecitazioni tendinee e muscolari: assolutamente
da evitare asfalto e terreni duri, scegliere
una calzatura che limiti eventuali problemi
di pronazione o supinazione (il mercato offre ottimi prodotti a prezzi concorrenziali) e
sopratutto fare uno studio dell’appoggio del
piede in qualsiasi buon negozio di running.
È quasi ovvio dire, poi, che in estate il mare
ci offre la miglior soluzione a nostra disposizione: 20 o 30 minuti di nuoto continuato
e lento sono il non plus ultra sia a livello
muscolare (assenza di gravità e dunque ri-
schio di infortunio sensibilmente ridotto) sia
a livello cardio-circolatorio. In più nuotare a
largo e fermarsi, lontano dal brulichio delle
spiagge affollate, a guardare il tramonto della Maremma non ha prezzo.
Una nota a margine dedicata ad un luogo
comune che ancora fatica ad essere spazzato via dal buon senso e dalla cultura: sudare non fa dimagrire! Correre vestiti come
quando si va a fare un’escursione in Alaska
non è solo ridicolo al limite del parossismo;
è anche pericoloso per ovvie ragioni di pressione e disidratazione: tutta l’acqua persa
con il suddore verrà reintegrata con le normali alimentazione e idratazione e riporterà
in meno di tre ore l’ago della bilancia nella posizione originaria. Facendo dimagrire
solo l’intelligenza di chi è rimasto fermo a
cliché antidiluviani.
Osservatorio
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Via della Penna n. 1
(Centro Storico)
58033 Castel del Piano (GR)
Tel. 0564 973249
Cell. 349 7277615
cronaca
Piccola lezione di scienze
L’albero e la foglia
di Emma Ugurgieri classe II A
(promossa in III) della scuola elementare
di Castel del Piano
P
er imparare a conoscere il nome e la
funzione delle parti di un albero, prendiamo come riferimento una pianta più
grande di quella del fagiolo e tipica del nostro
ambiente: il castagno.
L’albero è formato dalla chioma, il frutto, i
rami, le foglie, i fiori, il tronco (o fusto) e le
radici. Questa volta soffermiamoci sulla foglia: le foglie sono molto diverse nell’aspetto,
nella forma e persino nel colore, ma in tutte le
foglie possiamo riconoscere le seguenti parti:
picciolo, margine, nervature, stomi e lamina.
Emilio Landi. Richiama tutti al senso di responsabilità
e cita i dati ufficiali Asl: valori dell’arsenico nei limiti.
Lamina: è la parte piatta della foglia ed è costituita da due facce che si chiamano pagina
superiore e inferiore. Picciolo: è la parte che
collega la foglia al ramo. Margine: è il bordo
che delimita la foglia. Nervature: sono i canali
che trasportano la linfa. Stomi: sono minuscole aperture che fanno entrare e uscire l’aria.
Classifichiamo le foglie: le foglie si possono
classificare in: semplici o composte. Una foglia è semplice quando è costituita da un’unica
foglia. Una foglia è composta quando è formata da tante foglioline. Le foglie si possono
classificare per la loro forma: ovale, cuoriforme, palmata, aghiforme, lanceolata. Le foglie
si possono classificare anche in base al loro
margine: seghettato, liscio o interno, lobato.
Boris Conti. Ci lascia l’ultimo dei partigiani del tenente
Gino.
Castagni. Ogni lancio dell’antagonista del cinipide
sarà comunicato.
Centro territoriale. Si chiude con successo il progetto
Lingue straniere.
Katerina Stankiewicz. La studentessa arcidossina di
origini polacche trionfa alla sesta Scarpinata del golfo.
Una nuova stella dell’atletica.
Seggiano. Rivive la tradizione dei cantastorie. Un laboratorio di Stoytelling all’agriturismo Poggiobello di
Pescina.
Michele Nannetti. Attacca l’immobilismo del comune
di Arcidosso.
Alla ricerca della salita perfetta - cap. 1
di Andrea Simoni
L
a bicicletta.
È un po’ come la vita.
Non la bicicletta, andare in bicicletta,
sudare e pedalare in bicicletta, quello sì, è
un po’ come la vita.
Ho deciso di dare una tinta forte al tutto, alla
mia vita, ho deciso di allungare il passo, di
fare il vuoto, di salire in quota, ho scelto la
bicicletta.
Ho scelto le salite e ho disdegnato i grandi
rettilinei, perché non mi piace una vita senza tornanti e tormenti, saliscendi e dislivelli, perché amo il sudore e la fatica e l’estasi
della vetta, amo la bicicletta perché puoi pedalare in modo agile e irrefrenabile, un po’
come i giovani, un po’ pazzi e un po’ folli,
ma sempre unici e introvabili; puoi pedalare
lento, muscolare, ragionato, razionale, allora è un’altra cosa.
Puoi pedalare-vivere alzandoti sui pedali,
divenire tu il Dio, possedere tu, tutto, persino la tua vita…
Puoi sentire sotto di te che qualcosa sta ce-
dendo, ti sta lasciando il passo, tanto di cappello, riverenza compresa, la strada – come
celebrava J. London – è tutta tua, ha orizzonti infiniti e sopratutto non muore mai.
Con la vita condivide attimi di disperazione,
quando le gambe hanno finito la “benzina”,
la mente è appannata e il cuore non sprinta
più.
Quando una radice sull’asfalto, rappresenta
un’ostacolo insormontabile, e quando vorresti solo non essere dove sei.
Esistono poi, sensazioni forti, brividi di pedalata, quando senti che la natura tutta ti sta
regalando un po’ della sua esperienza millenaria, la vuole condividere con te, e tu ne
assorbi i gusti e i colori a piene mani.
L’emozione di salire, della salita infinita,
metafora dell’esistenza, vuoi che non finisca mai, che salga e salga e salga e non torni
più giu, più giù…
locale
Perché quando sei fra terra e cielo, le gambe
accelerano e gli occhi si innalzano, la bicicletta risponde, e niente è impossibile, neanche il fatto che Dio non si muova in berlina
ma con una bella bici da strada.
La bicicletta per me non è semplicemente
sport, bensì dottrina, ti avvicina alla natura e
di conseguenza all’origine del tutto e se sei
fortunato per qualche secondo, avrai anche
la sensazione di farne parte.
Non è molto tempo che mi sono avvicinato
al cicloturismo, ma è stato un colpo di fulmine, spero di potervi raccontare i miei viaggi
e descrivere i miei itinerari sull’Amiata, la
montagna magica.
La montagna che ti avverte, ma sa anche
amarti, sa accompagnarti, talvolta ti sprona
e ti avvicina all’infinito che ci circonda.
E cos’è se non l’espressione di ciò che abbiamo dentro di noi?
Amtec. Italia dei valori incontra la Rsu per la salvaguardia dell’occupazione. Il vertice non risolve e si tentano altre soluzioni. Preoccupazione generale.
Abbadia San Salvatore. Il Laghetto verde torna a svuotarsi, perché? Lo chiede una lettera al sindaco.
Castiglione d’Orcia. Il Comune chiede di essere inserito tra le località turistiche con tassa di soggiorno.
Abbadia San Salvatore. Diciottesima edizione per la
Festa della primavera.
Impianti di risalita. Stagione a rischio in mancanza di
liquidità, indispensabili i fondi regionali per l’innevamento artificiale.
Castel del Piano. Incidente al bivio Anteata, tre contusi.
Castel del Piano. Il sindaco Franci nominato coordinatore delle 10 Società della salute, preoccupazione per il
Pronto soccorso. Non ci sono sicurezze.
Marcello Bianchini. Ci vogliono volti nuovi in politica!!!
Seggiano. Arriva la Festa della ciliegia.
Guida Slow food. Amiata protagonista con diversi riconoscimenti a nostre aziende.
Arcidosso. Perso lo sportello Equitalia, un altro danno
al territorio, tuonano le istituzioni…
Fabrizio Agnorelli. Il sindaco pianese rinviato a giudizio, increduli e indignati i cittadini.
7
Abbadia San Salvatore. Finanziamenti per enti e imprese. Esecutivi tre bandi del programma di sviluppo
rurale Metodo leader.
Montecucco. Degustazione con giornalisti italiani e
stranieri. Successo del nostro vino.
Coop Unione Amiatina. Approvato bilancio in crescita.
Soddisfazione del presidente Giuseppe D’Alessandro.
Arcidosso. Interesse per la tre giorni della protezione
civile, con la Misericordia in grande evidenza.
Santa Fiora. Grande mobilitazione per il Moto Club
locale, centinaia di centauri in piazza. Grazie a Enel
green power.
Arcidosso. Divisione sui lavori pubblici e Nannetti attacca il sindaco. Ribatte il sindaco e parla di denigrazioni smentite dai fatti.
Roccalbegna. Inaugurato il sentiero “Quattro passi
con gli elfi”, percorso di grande fascino.
Castel del Piano. Coloratissimo il cencio di Marta
Perugini, soddisfazione delle contrade.
Piancastagnaio. Prospettiva comune attacca il sindaco e ne chiede le dimissioni.
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58031 Arcidosso (GR)
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Osservatorio
NEGOZIO PRIMA INFANZIA...
UN TOCCO
D’ARTE
Avanguardie russe
8
Malevič, Kandinskij, Chagall,
Rodčenko, Tatlin e gli altri
di Rossana Nicolò
R
oma, Museo dell’Ara Pacis, 05/04
- 02/09/2012
Da tempo sono state avviati proficui scambi culturali tra il nostro Paese e l’ex Unione
Sovietica: si succedono mostre importanti
sulla cultura, l’arte, le tradizioni popolari
dedicate alla Russia. Al Museo dell’AraPacis, dal 5 aprile al 2 settembre, è possibile vedere le opere di grandissimi autori che
contribuirono alla formazione di importanti
correnti dell’arte del Novecento.
Questi artisti guardarono all’arte impressionista e simbolista, non dimenticando le
loro radici russe e le tradizioni popolari. Le
settanta opere esposte, alcune inedite per il
pubblico italiano, provengono non soltanto
da grandi musei, ma anche da musei regionali poco conosciuti, come quelli di Kazan,
Kirov, Krasnodar, Saratov, Samara.
I pittori russi furono grandi sperimentatori; associazioni artistico letterarie, riviste e
manifesti teorici, comportamenti stravaganti, abbigliamenti provocatori favorirono la
sovrapposizione di arte e vita per Malevich,
Kandinskij, Chagall, Goncharova, Larionov, Lentulov, Mashkov, Popola, Ekster,
assieme ad altri architetti, coreografi, musicisti, cineasti.
Gli artisti russi guardarono sempre all’Impressionismo, al Futurismo, al Simbolismo,
a Gauguin, andando oltre; Mikail Larionov
e Natalia Goncharova, uniti anche nella vita,
inventano il Raggismo, originale sintesi del
Cubismo, Futurismo e Orfismo. Il Neoprimitivismo, traendo ispirazione dal mondo
contadino, illustra con colori accesi e forti
contrasti figure volumetriche solide sempre
più schematizzate per giungere all’astrazione geometrica del Suprematismo.
Il grande Malevich nell’opera il Falciatore, realizzato in forme monumentali e geometriche, richiama il cubismo di Leger ma
anche le poetiche della tradizione popolare,
passa al dinamismo cubo-futurista, esemplificato in mostra da Vita in un grande
albergo, capolavoro dell’arte astratta, e lo
supera nel 1913 per dedicarsi al Suprematismo, dove emerge la necessità per l’artista
di abbandonare ogni relazione con la realtà
favorendo la rappresentazione della purezza
geometrica.
Amante della musica e dei colori, Kandinskij, pur vivendo all’estero, partecipa
alla vita culturale russa, dipinge una straordinaria Piazza Rossa di Mosca. Dai paesaggi della sua amata Russia arriverà ai dipinti
astratti, molti dei quali legati alla musica a
cui dedicherà studi approfonditi. Chagall si
caratterizza per la sua intensa originalità:
legatissimo al suo paese lo rappresenta trasfigurandolo in maniera altamente poetica e
surreale.
Come reazione all’accademismo dell’epoca
nasce il movimento Fante di quadri; il nome
è probabilmente un calembour tra la carta
da gioco e il marchio a losanga cucito sugli abiti dei prigionieri civili; le radici sono
sempre molto importanti, ma i riferimenti
alle altre arti occidentali, specialmente a
Cezanne, sono fondamentali. Il movimento
futurista entusiasma gli animi e diviene un
importante riferimento al punto che il Manifesto Futurista di Marinetti del l909 viene
pubblicato a San Pietroburgo solo un mese
dopo l’uscita su le Figaro a Parigi, trovando
una sua concretizzazione anche in Russia,
declinandosi come Cubo-Futurismo, sintesi
fra scomposizione formale cubista, dinamismo plastico e simultaneità futurista.
Tra il l9l2 e il l9l5 moltissimi artisti furono affascinati dal movimento Futurista,
apprezzandone lo spirito fortemente contemporaneo, l’esaltazione della velocità,
della civiltà industriale. L’entusiasmo per
l’edificazione della nuova Russia dei Soviet
favorisce l’adesione alle idee futuriste con
la fondazione del Costruttivismo; tuttavia,
l’imposizione violenta e totalitaria del realismo socialista, ne interruppe precocemente
l’evoluzione.
Informazioni tecniche
Orario: Da martedì a domenica ore 9.00 - 19.00; l’ingresso è consentito fino alle 18.00, chiuso il lunedì.
Biglietto d’ingresso: Museo dell’Ara Pacis + Mostra
Avanguardie Russe (ingresso Lungotevere in Augusta)
Intero € 15,00; Ridotto € 11,00, per i cittadini residenti
nel territorio di Roma Capitale, Intero € 14,00; Ridotto
€ 10,00,
Mostra Avanguardie Russe (ingresso Via di Ripetta)
Ingresso: Intero € 10,00, Ridotto € 8,00, Speciale Famiglie € 22,00 (2 adulti + figli entro i 18 anni)
Ridotto: cittadini dell’Unione Europea di età compresa
tra i 6 e i 25 anni e superiore ai 65 anni, insegnanti,
giornalisti previa esibizione di idoneo documento comprovante l’attività professionale svolta, possessori RomaPass (dal 3 ingresso)
Gratuito: bambini fino a 6 anni, portatore handicap e
accompagnatore, guide turistiche dell’Unione Europea,
interpreti turistici dell’Unione Europea, soci ICOMOS,
membri ICOM e ICCROM e degli istituti di cultura stranieri e nazionali quali Accademia dei Lincei, Istituto
Studi Romani, Amici dei Musei di Roma, possessori RomaPass (primi 2 ingressi)
Informazioni e Prenotazioni: acquisto online su www.
omniticket.it, Tel. 0039 060608 (tutti i giorni dalle 9.00
alle 21.00)
Le nuove frontiere del ladrocinio
di Romina Fantusi
“I
n Austria, ogni mattina un automobilista si sveglia e sa che dovrà
correre più veloce della capra se
vuole prendere la sua macchina. In Austria,
ogni mattina una capra si sveglia e sa che
dovrà correre più veloce dell’automobilista
se vuole mangiare un sedile. Non importa se
tu sia un automobilista o una capra. Ricordati le chiavi.”
Antico proverbio della Carinzia
In Austria, nonostante la fama di Paese ordinato e rispettabile, furti e occupazioni abusive avvengono eccome.
Il povero Sig. Gunther, di Radkersburg, è
stato infatti vittima di un tentato furto d’auto
quanto meno innovativo nella tecnica.
Stava guidando la sua vecchia Honda in
una strada buia di campagna ed era abbastanza sereno. Evidentemente non ricordava Arancia Meccanica e le insidie del
VeroBuioDiCampagna.
Ad un tratto, dal nulla, una sagoma scura si
lancia proprio davanti alla sua auto. Gunther
inchioda per non investire l’ombra. Si rende
presto conto che la sagoma scura è quella
di…una capra! Capra che, tra parentesi,
non ha la minima attenzione di spostarsi da
dov’è, cioè davanti alla macchina.
Gunther scende dall’auto per convincere
l’animale a muoversi ma la capra lo schiva
e… sale in macchina, iniziando a smangiucchiare il sedile!
Non riuscendo a farla scendere, Gunther si
reca in una vicina fattoria sperando di trovarvi il proprietario dell’animale. Non solo
non lo trova ma rischia anche di essere impallinato dal fattore che lo scambia per un
ladro. Che poi, siamo onesti: se voi trovaste
in giardino un tizio che va dicendo di cercare aiuto perché una capra gli sta rubando
la macchina, non lo minaccereste anche voi
con un fucile? Uno così, verrebbe da pensare, o è un malintenzionato o sta avendo un
pessimo trip da acido…
Finalmente, il povero austriaco riesce a trovare qualcuno che gli consente di chiamare
la polizia. E io, come sempre in questi casi,
cerco di figurarmi il tono della telefonata.
“Polizia, buonasera. Per segnalare una rapina, premete uno. Per un rapimento, due. Per
un furto, tre”
“TRE! TRE! TRE!”
“State per essere collegati con l’interno desiderato”
E di sottofondo partono le Quattro Stagioni
di Vivaldi…
“You are waiting to be connected to the extension required”
“Pronto?”
“Oh, per favore, mi stanno rubando l’auto, è
salito a bordo e non ne vuole sapere di scendere, la sta devastando!”
“Mi descriva il soggetto e non si agiti!”
“Ha la barbetta, la faccia un po’ tonta, corna
e piede caprino…”
“Satana la sta derubando? Una volta pretendeva anime, ora si accontenta di vecchie
auto?! Questa crisi è veramente peggiore di
quanto pensassi!”
“Ma no, cos’ha capito! Una capra mi sta rubando la macchina!!”
“Ah, si certo, mi scusi, come ho fatto a non
pensarci…”
Una volta fatta rincasare la capra – bestiola molto poco collaborativa, pare – il nostro Gunther ha dovuto però affrontare un
altro problema. In preda alla frustrazione,
l’austriaco si è posto un quesito quanto
mai legittimo “Cosa racconto io adesso a
quelli dell’assicurazione?! Quando mai mi
crederanno se dico loro che una capra si è
introdotta abusivamente nella mia auto e si
è sgranocchiata i sedili?!”. E così si è visto
costretto a scattare alcune foto.
Ora, io ve lo dico, nel caso in cui questo animale dovesse buttarvisi sotto le ruote in una stradina secondaria…non fermatevi, non vi fidate!
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cronaca
Al ritmo di Roberto
Fagioli al fiasco
T
rovarli in un ristorante o in una trattoria oggigiorno è come prendere un
6 al Superenalotto! Il perché è abbastanza facile da spiegare: ci vogliono tempi
molto lunghi (diverse svariate ore) che mal
si adattano ai ritmi di oggi e alla necessità di
un ristorante. Comunque questa è la ricetta
che mi dette Mario Giulietti e che salvo lievissime variazioni è quella riconosciuta da
tutti.
Ci vogliono dei fagioli cannellini da mettere
in un fiasco gnudo la sera prima con pochi
ingredienti e poi cucinati sopra la carbonella. È bene specificare che per carbonella
in Maremma s’intende quel carbone proveniente dai rami più piccoli dell’albero, e
quindi anche il carbone è di una dimensione
minore, all’incirca quella di una matita o un
grosso ferro da calza.
Con questo carbone il calore arriva più
uniforme sulla superficie del fiasco con un
sapiente mix di brace e cenere. Fiasco che
in ogni caso deve essere temperato per non
rompersi. In effetti è proprio il sistema di
cottura uno dei pilastri per la riuscita di questo incredibile piatto. Il fiasco sta adagiato e
inclinato di 45° e per tappo un batuffolo di
cotone. La lunghissima cottura nel fiasco fa
si che si imprigioni una quantità di profumi incredibile. Per avere un’idea dei tempi
necessari alla cottura della ricetta originale
basti sapere che anticamente il fiasco veniva
messo appeso al gancio del paiolo dentro ai
camini dei focarili. Per la cronaca ho avuto
il privilegio di cuocere diverse volte questo
capolavoro. Ci sono strumenti simili, per lo
più in Pyrex, ci vengono dei fagioli molto
buoni, ma nemmeno parenti degli originali.
Ingrediente speciale: l’amore con cui si prepara il cibo e per chi lo si prepara: questo ingrediente rende una ricetta “speciale” e “unica”!
Mi viene segnalato che “Fagioli al fiasco”
vengono fatti come si deve, all’Orciaia di
Montebenichi, da Gino. Verificato al telefono con il titolare pare che ci siamo quasi:
fiasco tondo (ma con un aggeggio poi messo
sul gas) per cui si stringono i tempi a sole
(sic!) tre ore di cottura. Il titolare mi ha confermato che uno dei segreti sta nella qualità
delle materie prime e della dosatura dell’acqua. Bisogna cioè cercare di mettere subito
la giusta quantità d’acqua, senza necessità
di rabbocchi. È consigliabile prenotare se si
vuol gustare questo piatto.
Fagioli al fiasco
kg. 0,320 di fagioli cannellini secchi
n. 3 salsicce fresche (da sbriciolare)
gr. 90 rigatino (a dadini piccoli e fini)
cudenne secche (di prosciutto o rigatino)
pepe, sale e pementa: secondo gusto
2 spicchi d’aglio (preferibile quello rosa)
un bel ciuffo di salvia
3 pomodori pelati
1 cucchiaio di conserva
1 cucchiaio abbondante di olio di ulivo
acqua: ricoprire tutto di almeno 8 centimetri
foro mettere un po’
di cotone o di garza
4. mettere al foco
bassissimo
5. non aggiungere acqua se non strettamente
necessario e casomai sempre stemperata.
Consigli accessori:
a. far cuocere nell’ambiente dove poi si
mangeranno i fagioli (calcolare un tempo
di almeno 4 ore)
b. servirli direttamente dal fiasco in piatti
fondi caldi
c. vino: rosso, giovane, saporito: Montecucco Sangiovese (zona Monte Antico), Rosso
di Montalcino (di un paio di anni).
(ricetta di Mario Giulietti e Roberto Tonini)
Arcidosso. Exploit degli studenti delle medie, in concerto al Salone dei 500.
Santa Fiora. Rc chiede la diretta consigli comunali in
streaming.
Geotermia. Per alcuni esperti sarebbe un antidoto al
terremoto.
Enel green power. Visita alla centrale di Bagnore.
Cna. Battaglia per Equitalia ad Arcidosso, ma ormai
sembrano tutte perse.
Comitato Sla Amiata. Il 7 giugno da Monti.
Castel del Piano. Premiati i bimbi delle elementari alla
giornata del libro.
Abbadia San Salvatore. Festa della poesia al teatro
Servadio, promossa dall’Academia Alfieri di Firenze e
dall’assessorato alla cultura.
Gabriele Coppi. Terzo classificato al Piceno guitar duel.
I nostri complimenti.
Abbadia San Salvatore. Meritoria raccolta di fondi per
il terremoto.
Abbadia San Salvatore. Preoccupazione per le vibrazioni all’Abbazia provocate dall’elisoccorso.
A cura di Cinzia Bardelli
Partigiani. Folta presenza di amiatini all’evento commemorativo di Alfonsine.
Marta Perugini. Dipinge anche icone la pittrice del
cencio castelpianese.
Cooperative. Quadrifoglio e Scoiattolo occupano ben
160 persone e con i laboratori creativi sono una risorsa
per vari settori. Un progetto prevede libri e diari rilegati. La mission è il recupero sociale, ne parla Anna
Camarri, presidente di lungo corso.
Preparazione:
1. introdurre i fagioli (non devono essere
stati precedentemente messi a mollo) e tutti
gli altri ingredienti
2. messa l’acqua sciaguattare il fiasco in
modo che tutto s’intrufoli
3. chiudere con tappo di sughero forato e nel
Castel del Piano. Lezione dello chef Shady, grande
interesse.
Enrico Rossi. Il presidente della Regione ad Abbadia
San Salvatore per un incontro della Cgil.
Abbadia San Salvatoe. Inaugurata la nuova piazzola
per l’elisoccorso.
Amiata Natura
Enel green power. Agli eventi tra motori sport e geotermia, partecipazione dioltre 1.000 persone.
di Aurelio Visconti
Arcidosso. Gli studenti recitano Manzoni al teatro degli
Unanimi.
L
a Rosa Canina è un arbusto legnoso, presente sulle colline dell’Europa
Mediterranea, che può raggiungere i
due metri di altezza. Le foglie alterne hanno margini dentellati, i fiori cinque petali
bianchi o rosati e il frutto è un cinorrodio
piriforme, rosso a maturità, dal cui nome la
rosa selvatica, e in particolare la rosa canina,
prende il nome; infatti cinorrodio in greco
ha il significato di “rosa dei cani”.
Fin dall’antichità la rosa è stata considerata la regina dei fiori e la sua coltura risale
almeno a tremila anni fa. Appassionato di
rose era il popolo romano per i quail questa
pianta creata da Venere era simbolo di fecondità, prosperità e amore. Al loro tempo
enormi quantità di petali di rosa venivano
sparsi nei banchetti delle feste o fatti cadere
sopra gli ospiti in segno di benvenuto; naturalmente anche i vini venivano aromatizzati
con petali di rosa.
Ancora oggi questo fiore è usato per trasmettere un sentimento o un messaggio e
locale
così rose con i petali di colore diverso comunicano differenti sentimenti o ammonimenti; la rosa canina ad esempio indica Indipendenza ma anche Poesia.
Su una importante rivista gastronomica è
apparso tempo fa un articolo in cui si parla
del Giulebbe un liquore aromatizzato con
petali di rosa canina riscoperto da un ristoratore di Vivo d’Orcia e ottenuto seguendo
scrupolosamente la ricetta originale della
nonna Filomena.
Giulebbe, in queste zone, è ritenuto da sempre liquore delle grande occasioni e del
resto l’etimologia del termine deriverebbe
dall’arabo (letteralmente acqua di rose) per
definire una bevanda dolcissima, che “denota anche ciò che di meglio non si può, una
cosa squisita al massimo grado”.
Rostinciana
alla brace
Seggiano. I genitori vanno a scuola senza zaino per
l’iniziativa regionale.
Ingredienti per 4 persone mangione
12 costolette di maiale grasse e magre come
dice Pellegrino
4 salsicce
4 bistecchine di maiale
4 fette di rigatino fresco (lo so è tutto grasso
ma cotto alla griglia è roba eccezionale)
5 foglie di salvia, ramerino, sale, pepe, peperoncino, timo, due foglie di menta, una
foglia di alloro
3 zucchine
olio extra vergine di oliva
Fate una bella brace, tagliate le zucchine
nel verso della lunghezza, tritate finemente
tutte le erbette e copritele con l’olio, salate
e pepate. Mettete la carne e le zucchine (si
cuociono velocissime) sulla griglia e con
l’aiuto di un ramoscello di rosmarino che
fungerà da pennello, spennellate la carne
con il trito di erbette e olio, cuocete bene la
carne, semmai verso la fine, tagliatela centralmente per vedere se all’interno è cotta.
Può sembrare un piatto semplice ma non lo
è, la brace e quindi il bracerista, sono fondamentali, il mio fidanzato s’è ustionato la
mano, però la carne era ottima.
Roccalbegna. L’Imu si calcola su internet, il servizio
sul sito del Comune.
La rostinciana da noi, in Toscana, prevalentemente si fa alla griglia, sulla brace,
si prendono delle costolette di maiale e si
insaporiscono con un trito di erbette aromatiche fresche. La prima cosa da fare
è costringere il vostro fidanzato che una
bella grigliata di carne è la cosa migliore da
fare la domenica, con il sole cocente, 40°
all’ombra, il fuoco che brucia e il fumo sugli gli occhi… non sarà una cosa semplice,
anche se nel corso degli anni ho notato che
stranamente, quando si parla agli uomini di
cibo, non capiscono più niente, cominciano
a smaniare e farebbero di tutto per avere una
succosa costoletta tra i denti da sbranare…
9
Castel del Piano. Grande attesa per la realizzazione
del cencio da parte dell’artista senese Marta Perugini.
Marco Valentini. Il nuovo prefetto di Grosseto in visita
a Castel del Piano.
Guide Amiata Toscana. Percorso sensoriale e motorio
per non vedenti al Parco faunistico.
Castel del Piano. Gran successo alla primaria per la
Giornata del libro.
Arcidosso. Mega esercitazione della Protezione civile.
Geotermia. Nuovo impianto a ciclo binario, si punta
sulle acque reflue.
Asl Grosseto. Tre milioni in straordinari!!! E poi non
si assume…
Castel del Piano. Riapre l’archivio Imberciadori e
inaugurazione dei restauri della torre di San Processo.
Partecipa Amato.
Frantoio Franci. Trionfa ancora all’Olio della Strega a
Scansano. I nostri complimenti.
Arcidosso. Trofeo Amiata 2012, oltre 400 alunni in pista dai comuni amiatini.
Abbadia San Salvatore. Incontri importanti per Bezzini
e Scarpelli (Provincia) per monitorare l’economia della
montagna.
Radicofani. In attività l’osservatorio astronomico, si
osserva Venere.
Castell’Azzara. Funziona la raccolta differenziata,
anche se risulta molto impegnativa per le persone
anziane.
Filiera del legno. Se ne parla ad Abbadia. Interesse
elevato.
Santa Fiora. Polemiche per il rinnovo dell’accordo tra
Comune e Equitalia.
Ambiente. Inaugurata la prima piazzola panoramica
dell’Amiata occidentale.
Bagnoli. Cena di beneficenza per il terremoto emiliano.
Grosseto sviluppo. Si cercano nuovi obbiettivi.
Seggiano. Rito abbreviato per l’albergatore siciliano
che sparò alla figlia al Parco dei faggi.
Rubriche
di Roberto Tonini
di Lucio Ginanneschi
È
veramente strano il fatto che nel panorama artistico amiatino non si consideri Carlo Bertocci, annoverato tra
i migliori pittori italiani viventi, importante esponente del movimento artistico degli
anni ’80 del secolo scorso conosciuto col
nome di Pittura Colta, Accademico delle
Arti del Disegno a Firenze, presente con
un suo dipinto (Giotto) nella Collezione di
Palazzo Madama, dove è stato scelto per
ritrarre i Presidenti del Senato Spadolini e
Marini.
Bertocci, nato a Castell’Azzara nel 1946,
vive a Firenze, ma è sempre rimasto legato
al suo paese dove torna quando può, legame
che si avverte anche guardando molti dei
suoi dipinti, dove quella vista di incomparabile bellezza che si affaccia sulla val di
Paglia, su Radicofani, sul viterbese fino allago di Bolsena, fa spesso da sfondo alle sue
opere insieme a quella luce assolutamente
unica caratterizzata da un azzurro diffuso
che Bertocci ha fatto proprio.
Oltre a ciò, questo artista è presente a Castell’Azzara con tre opere di assoluta eccellenza che non possono non essere inserite in un percorso artistico tra i paesi del
Monte Amiata. Per prima l’Annunciazione,
un olio su tavola composto da due pannelli di cm 230x100 ciascun pannello, dipinto
nel 1990, che si trova nella Chiesa di San
Nicola e che rappresenta in pieno la poetica
di Bertocci, con la raffigurazione dei personaggi principali incarnati da dei ragazzi che
stazionano sospesi su una struttura irreale,
leggera e sotto la quale si apre una veduta
di Castell’Azzara con la vallata sottostante
dominata dalla torre di Radicofani.
La seconda è il dipinto eseguito per la meridiana di Luigi Torlai nella Torre dell’Oro-
logio nel 1997 e restaurato nel 2007 dallo
stesso Bertocci; seppure il contenuto sia
più leggero, con la rappresentazione degli
orsi (Castellazzaresi) che si muovono nella
campagna sotto al paese, vicino a una zucca scavata che rievoca giochi giovanili, si
nota la mano dell’artista nell’uso sapiente
dell’azzurro e la leggerezza del dipinto in
perfetta armonia con la bellezza della zona
circostante. La terza è una scultura dove
Bertocci ripropone un tema a lui caro che si
trova spesso rappresentato nei suoi dipinti,
lo sguardo di un giovane rivolto in lontananza. L’opera in questione è denominata “quel
mazzolin di fiori” o “il ragazzo che guarda
lontano” collocata dal 2007 in piazza Matteotti in quel percorso di felice ristrutturazione del centro del paese. Il nome della famosa canzone alpina e l’abbigliamento del
ragazzo fanno venire alla mente le passeggiate in montagna, la mano sinistra chiusa
sembra fatta per accogliere un mazzolino
di fiori freschi, il ragazzo che si sofferma a
scrutare lontano è comunque in movimento,
pronto a ripartire con i suoi scarponi fatti per
affrontare un lungo cammino; egli rappresenta forse la storia dello stesso Bertocci e
di tutti i paesani che se ne sono dovuti andare, ma la roccia sulla quale siede il ragazzo
è qualcosa di grande, dove la natura domina, dove scorre l’acqua e dove le lumache si
arrampicano: partire o ripartire da qui vuol
dire portarsi dietro qualcosa di importante,
vuol dire guardare avanti da una posizione
privilegiata.
Credo che la presenza di Bertocci, come di
altri grandi artisti attratti dell’Amiata, insieme alla importante valorizzazione degli
spazi espositivi nei vari paesi, ci faccia fare
un deciso salto di qualità e renda la nostra
montagna una meta artistica sempre più appetibile.
di Alessandro Orlandini
candele da impiegare nelle
cerimonie in cattedrale e
con la donazione dei tributi
uesta nuova interesnecessari al funzionamento
sante pubblicazione
Guida storica
degli
organi statali.
racconta una festa
(e pratica)
I festeggiamenti proseguiantica d’inizio Luglio e di
vano il 15 con varie manifefine Agosto, una suggestistazioni fra cui una compeva traduzione di emozioni,
tizione equestre alla lunga,
ma anche uno spaccato di
cioè in linea, che partendo da
storia, di una cultura civiun punto esterno alle mura o
ca, di una multiforme vita
a ridosso di esse – la chiesetta
sociale, quella della Città
di Valli fuori Porta Romana, il
di Siena e della sua gente.
Santuccio dentro la medesima
Senza nulla togliere alla
porta, Fontebecci fuori Porta
complessità di una cultura,
Camollia – seguiva il tracciato
fatta di più elementi, straviario urbano per concludersi
tificati nei secoli, graffiati nelle sue mura,
quella di Siena è comunque una società di di fronte al Duomo. La supervisione, più che
cui, nel tempo, il Palio è divenuto aspetto l’organizzazione vera e propria, spettava al
peculiare, icona di un popolo. Leggiamo Comune. I cavalli, infatti, venivano messi a
quindi attraverso il volume di Orlandini, il disposizione dalle famiglie nobili, per ragioracconto delle contrade, dei loro colori e dei ni di prestigio. Galoppavano talvolta scossi,
più di frequente montati a pelo da un fantisenesi.
Fra Medio Evo e Rinascimento, le corse di no. Il pubblico assisteva dalle finestre, dai
cavalli avevano la loro importanza, ma di loggiati o stando lungo le strade, nei punti in
natura diversa perché organizzate da e per cui la visuale era più aperta. Il premio consila nobiltà, da e per lo Stato. Esse venivano steva in una somma di danaro e in un drappo
effettuate in vari momenti, con carattere più di stoffa preziosa, il Palio appunto.
o meno episodico. Quella più importante e Fu in questo momento temporale – in realtà
stabile si svolgeva il 15 agosto, nella ricor- una fase di circa un secolo fra la metà del
renza di Maria Assunta, quando si celebrava Quattrocento e del Cinquecento – che mauna sorta di festa nazionale, religiosa e po- turò l’incontro fra il Palio e le Contrade, le
litica, in cui il Comune di Siena riaffermava aggregazioni territoriali di popolo che ne dila propria autorità sulla città e sul territorio. vennero le protagoniste.
Il giorno precedente – il 14 – tutti i castelli Orlandini ha già realizzato diverse pubblie le terre del dominio e tutte le componenti cazioni, tra cui Piccola Storia di Siena dalle
sociali e religiose, urbane e rurali, doveva- origini al terzo millennio, del 2000; Torri e
no rinnovare un atto di fedeltà vassallatica Castelli, guida didattica della città di Siena,
partecipando alla processione dei ceri e dei del 1994; Il Fantasma di Bettino: genesi di
censi, così chiamata perché si conclude- uno spettro. La leggenda del Barone Bettino
va con la consegna della cera per le grosse Ricasoli, del 1998.
di Rossana Nicolò
Q
Alessandro Orl
andini
ndini
Un artista dimenticato
Il Palio delle Contrade,
Alessandro Orla
Carlo Bertocci
10
Ristorante
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cronaca
Stagioni, forme, colori
30 giugno al 29 luglio 2012: esposizione personale
di Andrew Wordsworth alla rocca di Tentennano
di Irene Sbrilli
D
opo due mostre fotografiche di giovani locali,
la Rocca a Tentennano
si accinge ad ospitare la prima
esposizione di pitture e sculture
del 2012, organizzata dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo
del Comune di Castiglione d’Orcia.
Il 29 giugno alle ore 18,30 sarà
inaugurata la personale di Andrew Wordsworth dal titolo Stagioni, forme, colori / Seasons,
forms, colours. Gli spazi della
torre medievale accoglieranno
per tutto il mese di luglio le tele
dipinte a olio e le singolari forme plastiche del noto artista di
origini inglesi, ma poliziano di
adozione. Andrew Wordsworth
nasce in Inghilterra e studia Letteratura inglese all’Università di
Cambridge, vive per dieci anni a
Parigi, dove studia all’Ecole des
Beaux Arts e nel 1987 si traferisce a Montepulciano, dove ancora oggi vive e lavora.
La mostra a Rocca d’Orcia si è
presentata per Andrew come
un’esperienza insolita, un confronto e una sfida con l’imponenza della torre medievale che
da più di un millennio è testimone silenziosa delle vicende che
hanno avuto come palcoscenico
la Val d’Orcia. La Torre di Tentennano, sentinella di avvistamento lungo la via Francigena, spettatrice degli scontri tra le famiglie
degli Aldobrandeschi e dei Tignosi, che tra
i vari personaggi illustri ha ospitato anche
Santa Caterina, non può che essere uno spazio espositivo particolare.
La storia di questo luogo incantato ha influenzato la scelta delle opere per la mostra
Stagioni, forme, colori. L’artista, che si dedica anche alla fotografia e al collage, oltre
locale
che alla pittura e alla scultura, ha
selezionato dipinti a olio su tela e
sculture in legno di olivo e pietra:
lavori che celebrano la val d’Orcia in maniera del tutto singolare.
Grandi tele dai colori che infondono serenità mostrano paesaggi
verso sera “quando la luce si attenua e le ombre si allungano, nel
paesaggio rifluiscono i colori. E il
‘tempo’ cambia: l’adagio o l’andante del lungo pomeriggio lascia
il posto a un movimento allegro
finale mentre il giorno muove
verso la fine”. Wordsworth usa il
lessico musicale per descrivere il
suo lavoro, che nel caso delle pitture comincia con l’acquarello en
plein air, a cui segue la traduzione
su tela del momento vissuto. Nelle sculture l’olivo si unisce armoniosamente alle pietre del fiume
Orcia e ai fossili che si trovano
qua e là sparsi nella valle a creare
“forme che parlano dell’energia
della natura “e riportano al paesaggio valdorciano, “con il suo
complesso gioco di curve e declivi che tanto suggeriscono il corpo
umano”.
Le opere in mostra propongono dunque le stagioni, le forme
e i colori della terra che ospiterà
l’esposizione di Andrew Wordsworth dal 30 giugno al 29 luglio
2012.
La mostra sarà visibile al pubblico presso
la Torre di Tentennano secondo i seguenti
orari: feriali 10-13; festivi 10-13 15-18. Il
costo del biglietto cumulativo con l’ingresso
alla Sala d’Arte San Giovanni è di Euro 3
(Intero) Euro 2.50 (ridotto).
Perugini di Fazzi Lido & S.n.c.
Castel del Piano. Grande affluenza per la festa di fine
anno alle elementari.
Marco Valentini. Il nuovo prefetto di Grosseto in visita
sull’Amiata.
Santa Fiora. Gli alunni delle elementari in passerella
con abiti ideati a partire da oggetti da buttare.
Arcidosso. Cresce il no alla chiusura di Equitalia.
Arcidosso. L’ISIS parteciperà al campionato mondiale
di robotica in Messico!!! I nostri complimenti.
Abbadia San Salvatore. Il gruppo di minoranza abbandona il consiglio per l’approvazione del bilancio.
Castel del Piano. Presentato l’archivio dello storico
Ildebrando Imberciadori con documenti e corrispondenza. Nello stesso giorno si inaugura il restauro della
torre di San Processo.
Equitalia. Accordo trovato dall’Unione.
Trasporti. Al via i collegamenti con il mare. Nuova linea
estiva per Follonica.
Castel del Piano. Festaccia 2012 al Tarabaralla.
Mistero di Italia 1. Protagonista l’Amiata con la Grotta
di Merlino e il drago della Selva.
Bagnoli. Dall’Associazione Vettoraia aiuti ai terremotati.
Arcidosso. Coltellate al rivale in amore. Pena ridotta in
appello da 6 a 2 anni.
Scuola. Nulla di scontato, se ne discuterà, ma senza
imposizioni.
Anna Cresti. Cominica a funzionare il salottino culturale di questa nostra affezionata lettrice. Questa volta
un dibattito tra ex sindaci “attualità di ieri e di oggi”.
Arcidosso. La giunta incontra il popolo di Facebook e
Camporesi promette interventi.
Santa Fiora. Si celebra la giornata del donatore e il
gruppo Fratres festeggia i nuovi associati.
Arcidosso. I bambini a scuola di regole della strada.
Droga. Amiatini fermati a Todi per spaccio.
Abbadia San Salvatore. A un anno dal referendum il
comune si mobilita sull’acqua.
Francigena. L’associazione Via Francigena invita a firmare la petizione “I luoghi del cuore” del Fai.
Castiglione d’Orcia. Inaugurato il percorso turistico
CO2 a Bagni San Filippo.
11
Abbadia San Salvatore. Ultimatum per gli interventi di
piazza della Repubblica.
A
L
F
I
O
Arcidosso. Concluso il campus creativo Giorgio Gaber,
oltre 4.500 i ragazzi intervenuti.
Bernard Le Huche. Inaugurazione della sua mostra a
palazzo Nerucci. Il pittore francese attualmente vive da
noi a Montegiovi.
Stribugliano. Disagio per il mancato passaggio di un
autobus. E la gente non può recarsi alla fiera tradizionale di Arcidosso.
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Arcidosso. Successo della fiera del 13 giugno, con
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Piancastagnaio. I cittadini hanno disertato l’incontro
pubblico con il sindaco Agnorelli.
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Cultura
LL
Il Signore mi disse: Figlio dell’uomo,
questi sono gli uomini che tramano il male
e danno consigli cattivi in questa città...
Voi avete moltiplicato i morti in questa
città, avete riempito di cadaveri le sue
strade.
Per questo così dice il Signore Dio: I
cadaveri che avete gettati in mezzo a essa
sono la carne, e la città è la pentola. Ma io
vi scaccerò.
Avete paura della spada e io manderò la
spada contro di voi, dice il Signore Dio!
Vi scaccerò dalla città e vi metterò in mano
agli stranieri e farò giustizia su di voi.
L
so’. ‘Certo, a destra, tu stai sempre a destra’.
‘Io a sinistra’. ‘Perché hai sempre fatto il
doppiogioco, vuoi lasciarti aperte tutte le
porte...’. Il primo omicidio apre però una
serie di uccisioni, in cui i corpi dei politici
vengono sfregiati e spesso lasciati in posizioni oscene, simboliche. Su alcuni cadaveri
viene lasciato un biglietto con una frase in
spagnolo di Ignazio di Loyola, la frase che
descrive gli esercizi spirituali e dava il titolo
al romanzo di Sciascia. In uno dei momenti
più forti del film, il Presidente spiega a don
Gaetano di aver capito lo schema attraverso
cui l’assassino uccide: egli prende dalle sigle delle aziende di stato dirette dai politici
presenti, fonti di lucro e di potere, le lettere
necessarie a formare proprio quella frase di
Ignazio. Riprendendo dal punto in cui l’assassino ha interrottola frase, e analizzando
le varie sigle delle aziende dirette dai politici ancora vivi, si può quindi capire – dice il
Presidente – chi sarà il prossimo, e salvarlo.
S’apre così una scena cupa, folle e angosciosa, in cui il Presidente e don Gaetano, e
tutti gli altri dopo, carta e penna, cominciano a sillabare e compitare le sigle delle varie aziende di stato, per vedere quali lettere
sono le prossime. Centinaia di sigle, in un
carosello ipnotico, una preghiera al contrario. ‘Hai dimenticato l’azienda petroli, che
dirigi da vent’anni’. ‘Taci, l’ho lasciata l’anno scorso’. ‘Sì, al tuo segretario’.
Ma, nonostante questo, l’eremo e il suo
giardino continuano a riempirsi di cadaveri orridamente segnati. Ad un certo punto,
anche don Gaetano viene trovato morto, forse suicida. Forse. E tutti, sollevati dall’idea
d’aver finalmente trovato il responsabile,
scaricano la colpa su di lui. Aprono il suo
alloggio, vedono che viveva nel lusso, tra
segreti e misteri, stava addirittura per lasciare il paese. È chiaro, è lui. È dunque della
Chiesa la colpa di tutto? Quale colpa? Intanto nel paese l’epidemia continua. Nella
scena finale, il Presidente, evitando i cadaveri lungo il percorso verso la sua macchina,
trova ucciso anche il magistrato che seguiva
il caso dell’eremo; infine si inginocchia e si
fa uccidere dalla sua guardia del corpo. Non
è dunque don Gaetano la mente della serie
di omicidi? Mentre viene ucciso, il Presidente continua a parlare fino all’ultimo, di
mediazione, di sintesi, di rinnovamento nella continuità...
Un film sugli italiani, dunque. Un film
sull’oggi. Un film in cui spesso le voci recitano con parossismo Ezechiele 11:
L
12
ricerca di stimoli nuovi, profondamente curioso, chiede se può rimanere, e per questo
viene indirizzato a don Gaetano. Che, ironico e curioso a sua volta, gli concede il
permesso. I grandi cominciano ad arrivare,
qualcuno con l’amante mascherata da signorina in villeggiatura, e lo spettacolo comincia: il pittore se lo gode in pieno. È chiaro
che gli esercizi ignaziani sono solo un pretesto per incontri annuali in cui le classi dirigenti si confrontano, fanno il punto della
situazione, stabiliscono spartizioni nuove.
Ma d’improvviso, durante una recita serale,
uno degli eserciziandi viene ucciso. Iniziano le indagini. Il pittore, in qualità di spettatore partecipante, si trova a dare consigli
agli inquirenti. Che non riescono a costruire
un’ipotesi valida sull’omicidio. Intanto tutti
si affollano intorno al cadavere di un altro
eserciziando. E, nelle ultime pagine, lo stesso don Gaetano viene trovato ucciso in una
radura vicina all’eremo. Chi lo ha ammazzato? Forse lo stesso pittore? O è un suicidio?
Così finisce il libro di Sciascia.
In pellicola, Petri ne fa un’altra cosa, portando la storia al limite estremo. Il pittore che
narra la storia, ed è in qualche modo alter ego
dell’autore, sparisce. Il film comincia con
una voce che, mentre un’ambulanza corre
strillando per le strade di una città, informa
circa una strano, mortale contagio che si diffonde nel paese. L’eremo di Zafer, in cui si
svolgono gli esercizi spirituali, è un bunker
oscuro dagli spazi di incubo e le luci distorte, tagliate, una allucinata prigione. Le statue
che si trovano in genere nelle chiese sono riprodotte, nell’eremo, in forme stravolte, Cristo è onnipresente ma staccato dalla croce, la
Madonna e gli evangelisti distorti. Don Gaetano ha i tratti beffardi di un demone, meravigliosamente assunti dai gesti e dallo sguardo
secco e posseduto di Mastroianni. È al contempo fuori e dentro la storia. Si richiama
continuamente a Cristo, ma disprezza i suoi
eserciziandi, e si compiace nel vederli uno
contro l’altro. ‘Che cosa abbiamo fatto per
Cristo?’ – grida ossessivamente don Gaetano
– ‘Che cosa facciamo per Cristo?’. Ben presto l’atmosfera, fra i politici ignaziani, diventa infernale. E qui Petri riscrive la storia. Nel
libro di Sciascia gli scontri e le dissonanze fra
gli uomini politici erano appena accennati, a
margine. Si svolgevano spesso fra pochi, durante la cena, alla tavola di don Gaetano. Nel
film diventano universali, danteschi, rabbiosi
scontri di pollaio, miserie umane corali che
si assolutizzano, e sono parte della macchina.
Ogni parola è ambigua, doppia, molteplice.
‘Stasera digiuno, faccio penitenza’, dice un
dirigente politico. ‘Con quanto hai mangiato,
ipocrita, impostore’, gli rispondono gli altri
seduti in refettorio. ‘Ipocriti voi che non digiunate perché siete senza limite’, reagisce
quello. Gruppi di potere si scompongono e
si ricompongono, agenti vengono cancellati,
altri cooptati. ‘La mia vita è stata un inferno...
io ho fatto tutto per il partito!’. Figura principale tra gli eserciziandi è quello che chiamano il Presidente, un appiccicoso personaggio
che si muove con scatti di lucertola (Volontè)
giunto all’eremo con la moglie (che alloggia
in una stanza nascosta) e la guardia del corpo,
ispirato a Moro. Da quello che il Presidente
mormora si capisce confusamente che forse
il suo potere è in crisi, rischia di perderlo del
tutto, ma che ‘magmaticamente’ (come lui
stesso usa dire), con un colpo magistrale, può
rovesciare la situazione, e costringere i suoi
colleghi a richiamarlo in causa, ad affidargli
di nuovo il governo, a chiedergli addirittura di
rinnovare. La sensazione che pervade il film
non è quella, banale, che la Chiesa cattolica,
la religione cattolica, la vecchia Dc, abbiano
rappresentato, con i loro vuoti formalismi rituali, il grande manto sotto il quale si sono
svolti i più indiscriminati affari, tutt’altro.
È invece una universale, collettiva vocazione al degrado, alla corruzione, alla piccolezza, alla illimitata voracità pronta ad usare
qualsiasi bandiera, all’occupazione sfacciata, arrogante di ogni spazio possibile, al falso, al celare, che agisce nella storia. Sottile
la scena in cui il primo politico viene ucciso,
durante un esercizio serale in cui il gruppo
gelatinoso segue un furente don Gaetano recitando ossessivamente rosari e salmi.
Rimane per terra un cadavere. Arrivano gli
inquirenti e cercano di ricostruire le posizioni dei presenti. ‘Io stavo a destra dell’ucci-
L L L LL
R
ivedo, dopo anni, ‘Todo Modo’, il
film che, nel 1976, Elio Petri modellò magistralmente sul breve romanzo di Sciascia (uscito due anni prima).
L’impressione è fortissima. Mista all’amarezza per la constatazione che è un film dimenticato, di un autore dimenticato, perché
tale è il destino di cose del genere in questo
paese. Il libro di Sciascia era uno dei suoi
più penetranti e onnipresenti gialli metafisici, quei meccanismi narrativi che incastrano
il lettore in mulini oleosi in cui tutti noi siamo colpevoli, perché tutti collaboriamo, e
allo stesso tempo, tutti siamo anche in parte
innocenti. La storia dello scrittore siciliano
si apre con un pittore solitario e di successo
che, guidando per svagarsi, arriva per caso
ad un eremo edificato in sile postmoderno,
l’eremo di Zafer, diretto da un misterioso
e potente don Gaetano, in cui si stanno per
celebrare gli ‘esercizi spirituali’ raccomandati da Ignazio di Loyola. Ma questi esercizi
sono un po’ diversi dai soliti, gli viene detto,
perché sono seguiti da politici, imprenditori,
direttori di giornali, e simili. Il pittore, alla
LL
L
L
Un film
di Stefano Adami
L
XIII edizione del Festival Internazionale
Santa Fiora in Musica
dal 23 luglio al 25 agosto nell’incantevole scenario del borgo amiatino
di Niccolò Sensi
I
l Festival Internazionale Santa Fiora
in Musica giunge alla sua tredicesima
edizione: quest’anno i concerti e le esibizioni dei vari artisti animeranno il borgo
medievale nel periodo che va dal 23 Luglio
al 25 Agosto proponendo come sempre un
cartellone ricco e accattivante. Il Festival è
promosso dal Comune di Santa Fiora ed organizzato dall’Associazione “Santa Fiora in
Musica” e si pone come importante evento
culturale non solo per il paese di Santa Fiora, ma anche per l’intero comprensorio del
Monte Amiata. La cittadinanza, i turisti e in
generale gli appassionati di musica avranno
la possibilità di godere di tutti gli spettacoli del Festival nei luoghi più suggestivi del
paese: dall’auditorium situato nel magico
scenario del parco “La Peschiera” alle innumerevoli Chiese del borgo santafiorese
passando per le sue caratteristiche piazzette.
Il programma di questa edizione prevede
come di consueto una consistente offerta di
musica classica, con interessanti digressioni
verso il jazz e la musica leggera, come pure
la presenza di spettacoli teatrali ed esibizioni di strada ben armonizzati con le feste
tradizionali che già caratterizzano il comune
amiatino.
Tra gli artisti più noti al grande pubblico che
animeranno le giornate santafioresi possia-
mo citare l’Orchestra Regionale della Toscana, i Solis String Quartet, il jazzista Lino
Patruno accompagnato dagli Hot Stompers,
la Siena Jazz Big Band diretta da Klaus
Lessmann, il trombettista Marco Pierobon, la cantante toscana Ginevra Di Marco
(protagonista di una delle serate curate dai
giovani del luogo per l’iniziativa ‘Senti che
Fiora!’) e l’attore e regista romano Ascanio
Celestini, che sarà a Santa Fiora con un suo
spettacolo all’interno della manifestazione
‘Toscana delle Culture’ fortemente voluta
da Giorgio Zorcù di Accademia Amiata.
Prestigiosa infine la partecipazione internazionale di Magdalena León, cantante
spagnola trapiantata in Argentina che con i
suoi musicisti proporrà una indimenticabile
serata\lezione di tango. Si mantiene dunque
fermo anche in questa edizione l’intento di
conservare inalterata la proposta di grandi
emozioni, siano esse sonore o visive.
Per concludere, appassionati e curiosi saranno i benvenuti nella splendida cornice
di Santa Fiora: qui troveranno una nuova,
ricca e prestigiosa edizione che rinnoverà la
magia delle serate estive nei concerti dei più
affermati artisti nazionali e internazionali.
“Novelle dell’Amiata”
Libro del Mese
Fabrizio Tondi premiato a Roma
Arte sacra e stregoneria
on il suoi scritti “Novelle
dell’Amiata”
Fabrizio Tondi si è
classificato al secondo posto nell’XI PREMIO ELSA
MORANTE 2012 sezione
silloge racconti. Il premio,
patrocinato dal comune di
Roma, si riferisce a inediti ed
è teso a valorizzare giovani
talenti o promesse della scrittura, del teatro, della musica e
di recente della fotografia.
Il premio Elsa Morante, nella sua accezione più ampia,
rappresenta una rete intellettuale vasta e importante oltre che nazionale
anche internazionale. È divenuto una istituzione letteraria seguita e attesa come un
appuntamento fisso della cultura italiana da
specialisti e lettori di tutto il Paese. Rientra
inoltre nel circuito degli Istituti Italiani di
Cultura, ricordiamo fra gli altri quello di Parigi e Chicago. È suddiviso fra varie sezioni:
opere di autori famosi, opere di saggistica,
Templari e altri “eretici”
nella Toscana medievale
C
poesia, di letteratura per
ragazzi, di letteratura straniera e di inediti; presidente di quest’ultima sezione è
Rocco Loschiavo ed è a sua
firma il riconoscimento ottenuto dal Tondi.
Il grande prestigio del Premio è dato dalla composizione della sua giuria che vede
presidente Dacia Maraini
mentre gli altri membri sono:
Camilleri, Cevasco, Trevi,
Maurizio Costanzo, Notarbartolo, Tjuna, Triscari, Colimoro e Paolo Ruffini.
Riconoscimento che arriva dopo che il suo
ultimo romanzo “La penna dell’uccello
grifone”, edito da Effigi, è stato oggetto di
studio da parte del circolo letterario degli
studenti della Rome International Scool per
l’anno scolastico 2011/2012, coronato con
l’invito dello scrittore al Book Week, svoltosi presso il suddetto Istituto, nel febbraio
ultimo scorso.
di Giovanni Feo e Marco Bisogni
C’è un mondo a noi familiare, che si diluisce nel
quotidiano. Su questo piano la storia è quella nota
e i fatti conosciuti si accavallano secondo una corrente governata da solidi e circoscritti argini. Ogni
deviazione appare scomoda e pericolosa. C’è un
mondo altro, meno apparente e decifrabile, che
scorre accanto al primo e si rivela attraverso lingue
antichissime; segni dispersi nel territorio come in
un’immaginaria caccia al tesoro che insegue un
concetto di conoscenza; come in un’opera grande
scritta sulla terra e sulla pietra… Questo libro è
come una mappa da sfogliare, in cui a cifre manifeste accorre associarne altre celate ad occhi distratti, per ricostruire nella sua integrità un disegno profondo quanto evidente, che è nutrimento
vitale del nostro sapere.
Errata corrige
13
Nel numero di giugno l’articolo a pagina
4 “Festa della saracia” è di Elisa Panfi.
Ci scusiamo con i lettori e gli interessati.
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Cultura
DA
di Rachele Ricco
B
14
rigitte Baumeister: “Scrivere è bello.
È una grande gioia poter creare immagini che desiderano toccare il cuore del lettore e farlo riflettere…”
Brigitte è una signora gentile e delicata come
le piccole pubblicazioni che ci ha donato.
Nasce in Svizzera, qualche anno fa e per
eventi e coincidenze alterne dopo un periodo trascorso a Firenze, dove si è laureata alla
Facoltà di Lettere e a Grosseto, dove ha insegnato così come in diverse altre scuole della
Toscana, viene ad abitare ad Arcidosso.
I suoi ultimi scritti sono due piccoli volumetti
che raccontano la commovente storia dell’incontro e del rapporto familiare e profondamente affettivo tra Brigitte e i suoi animali.
“L’indimenticabile Letizia”, scritto in seguito
alla scomparsa dell’amata cagnetta e “Siro e
Musetta”, dedicato ad un nuovo canino entrato a far parte della sua vita e ad una gattina
come lei stessa scrive “dal profondo talento
umano”.
In seguito alla lettura di queste piccole opere di grande sentimento, è inevitabile oltrepassare il legame che può unire ciascuno di
noi ad un piccolo animale. Attraverso parole
tanto candidamente distese, non si può non
pensare all’amore, impossibile non interrogarsi sul suo senso e chiedersi come al di là
del sesso, al di là del genere e della specie sia
possibile provare un tale sentimento, soprattutto comprenderlo.
Le opere di Brigitte sono storie d’amore, un
amore incondizionato, paritario, in cui dare e
ricevere si muovono costantemente su spazi
e dinamiche parallele, un amore fatto di tenerezza e di attenzioni, di rispetto ed adorazione, attraverso indissolubili momenti di reciprocità, è l’amore la cui perdita rappresenta
un dolore insostenibile, un vuoto incolmabile, un lutto e la sua rielaborazione attraverso il ricordo. L’amore che diventa racconto,
poesia, preghiera, forma alta di memoria e di
consolazione, l’amore che si fa eterno.
“Scrivere è bello. È una grande gioia di creare, di poter creare immagini che desiderano
toccare il cuore del lettore e farlo riflettere.
La poesia e la prosa erano fin dalla mia infanzia compagne di vita, le mie consolatrici. Le
molle della mia forza vitale”.
Altro elemento, indissolubile dal primo è la
scrittura, Brigitte scrive d’amore, scrive per
esprimere la gioia che tanto amore le concede, e per trovare consolazione al suo dolore,
di fronte alla perdita.
Letizia, la cagnetta bionda che per quasi 12
anni ha accompagnato Brigitte in ogni dove,
muore all’improvviso. Il dolore è così grande
che Brigitte sente addirittura ostile il luogo in
cui hanno vissuto insieme, Arcidosso e decide di partire per un viaggio.. un clichè che
spesso si ripete con la fine di un amore… i
luoghi in cui si è condiviso emozioni, parole,
il contatto con la natura, divengono posti da
cui scappare per un po’… Il viaggio per Brigitte è distrazione, ma anche rielaborazione.
Nell’affrontare distanze, il mare, nuove città,
Brigitte non può fare a meno che ricordare
Letizia e condividere con lei ciò che non potrà mai più.
Scrivere per raccontare, scrivere per ricordare, scrivere per rielaborare. Questa dolce
signora ci insegna il valore terapeutico della
scrittura, oltre che ad amare.
Attraverso la semplicità di questi due libretti
cogliamo tuttavia elementi di grande complessità, come una stella alpina che nasce dal
nulla apparente delle alpi rocciose.
Il coinvolgimento disarmante che lega affettivamente due esseri di differente natura, la
semplicità altrettanto disarmante con cui viene raccontato.
Dinamiche affettive comuni, ma non comunemente gestite e percepite, quelle che oggi
spesso ci sfuggono, ci fanno paura, ci annientano e con le quali tanto ostilmente ci confrontiamo.
Brigitte, da un semplice racconto scritto a
cuore aperto, ci apre un mondo: il paesaggio
dell’anima. Quello del sentire, della gioia, del
dolore, dell’accettazione, non tanto dell’altro,
quanto delle proprie emozioni, quelle che
spesso avvertiamo come tabù e erroneamente
consideriamo altro da noi.
E SE
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Conversazioni alcoliche amiatine:
…Gli gnomi dello Stridolone
N
on credo che sull’Amiata vivano
puffi, ma sono sicuro invece che
ci sia una colonia di gnomi. Lo so
perché una sera di fine estate, dopo avere
fatto cena a casa mia con due amici, ne ho
incontrati un paio. Ma partiamo dall’inizio,
perché la storia merita davvero di essere raccontata.
Vivo tra Montevitozzo e l’Elmo, lungo una
di quelle numerose diramazioni stradali, circondate da boschi e piccoli altopiani dalle
pareti ripide e rocciose, che si snodano tra
Sorano e la Cassia.
In una di queste, a ridosso del Po’ della
Rosa, volta verso sud-ovest a guardare il
mar Tirreno, c’è la mia dolce dimora: due
piani costruiti con pietra, castagno e cotto.
Cominciò tutto lì, al termine di una giornata
tiepida e serena. Quella volta cenavamo in
tre: io, Natalino di San Giovanni delle Contee, e Fiorello di Siena, mio collega da più di
trent’anni. Avevamo invitato anche altri
amici, ma fortunatamente per loro e per noi,
che avremmo avuto più piatti da lavare, non
vennero. Nel caminetto uno spiedo girava
lentamente vicino al calore del fuoco, montato su un girarrosto a carica manuale: una
schidionata di allodole e tordi cuoceva piano
piano, bagnata ogni tanto da un filo d’olio
d’oliva aromatizzato con bacche di lentisco.
Sul tavolo, con piatti e bicchieri di coccio
marrone, c’erano formaggio di Castell’azzara e salumi; al centro su un vassoio bianco e
verde, sempre di terra cotta, un’insalata tagliata finissima di cavolella. Pane e vino
completavano questa natura morta in cui sinistramente faceva la sua bella figura l’assenza dell’acqua. Intanto in una pentola finiva la cottura una zuppa di funghi. Il suo odore, sparso in tutta la stanza, stuzzicava il nostro appetito. Venne naturale allora cominciare, con ingenua disinvoltura, a tracannare
gotti per lenire i morsi della fame. “Ragazzi
calmi, – disse Natalino, lanciando un’occhiata preoccupata alle uniche due damigianine da cinque litri presenti – sennò le finiamo prima ancora di averle iniziate!” Una
preoccupazione che trovò subito eco nel mio
volto e in quello dell’amico. Sfilammo gli
uccellini dallo spiedo e mangiammo…e bevemmo. Alla fine del pasto un’abbondante
metà del vino era già scomparsa, l’altra, scemando piano piano, se ne stava andando.
Bicchieri in mano, ci sedemmo di fronte al
camino parlando del più e del meno; la conversazione si svolse un po’ incerta fino a
quando Natalino raccontò di un suo conoscente che gli aveva insegnato a cercare i
pomodori selvatici. Si trattava, per me e il
senese, di un argomento alquanto bizzarro:
mai prima di allora ne avevamo sentito parlare. “Pomodori selvatici? Ma ne sei sicuro?
Io conosco gli asparagi e le fragoline di bosco, mettiamoci pure l’insalata di campo, ma
i pomodori selvatici è la prima volta che li
sento nominare” dissi, guardando Fiorello,
che intanto, mezzo addormentato, era quasi
scivolato fuori dalla poltrona. Lo scossi con
una mano per farlo tornare nella stanza,
mentre l’altro stupito, si meravigliò della
mia ignoranza. “Come? Non conoscete i pomodorini selvatici dello Stridolone?” disse.
“Che cosa? – fece con gli occhi sgranati il
collega – Quali pomodorini?” Chiesi allora a
Natalino di spiegarci meglio questa storia,
ché se ne valeva la pena, li avrei cercati volentieri. “Invece di spiegarvi farò di meglio!
Se hai una pila in casa vi accompagno a cercarli. Ora, subito. Si va?” Anche di notte il
vino rende audaci, scacciando i sani timori
di una coscienza sobria ma troppo pavida e
quindi, con sicurezza sospetta, buttai là un
“D’accordo, la prendo e partiamo.” “Ma
dove si va? Siete impazziti? Dove mi portate? È quasi mezzanotte; non sarebbe meglio
andare a letto” propose invano l’amico senese. Con la mia macchina, giunti a Montevitozzo, imbucammo, nel buio più profondo,
la stradina del Poggetto. Questa, scendendo
dal paese stretta e ripida, ci condusse in poco
tempo sulle sponde dello Stridolone, un torrente che dalla montagna si getta nel Paglia.
Posteggiammo la vettura in una radura tra
canne, arbusti, salici, e falasco; scesi dalla
macchina con malcelato timore, ci muovemmo in fila indiana dietro la torcia, cercando
di individuare le rive del fiume. Natalino ci
aveva avvisato che le piantine di pomodoro
crescevano proprio tra i ciottoli in mezzo al
letto del torrente; in quella stagione l’acqua
era praticamente assente, trovandosi solo in
qualche piccolo raro tombolo. Sarebbe dunque risultato facile camminare senza stivali,
se non fosse stato per l’oscurità, che la lampada non riusciva a rischiarare abbastanza, e
per un certo tremore delle gambe; i sassi poi,
fitti e di diverse dimensioni, rendevano più
difficile stare in piedi. “Natalino, come vanno cercati questi benedetti pomodori” chiese
Fiorello, afferrando la mia camicia per non
perdermi. “Venite dietro a me – fece quello,
togliendomi di mano la pila –, sarà più semplice che spiegarvelo.” Sopra di noi le chiome degli alberi, tenute lontane dallo slargo
del fiume, non c’erano, e il cielo poteva mostrare ai suoi astri, in quella splendida notte
di fine agosto, le nostre nere sagome seguire
quella lucetta metallica come i Magi seguivano la stella cometa. Cercavamo di non allontanarci l’uno dall’altro, ma poi, presa
confidenza con il buio, e tentando di mantenerci all’interno del cerchio di luce artificiale, prendemmo coraggio e ci dividemmo restando a tiro di voce. Intorno c’erano solo il
gracidare delle rane e il frinire dei grilli,
mentre ombre e fruscii misteriosi sembravano agitare i bordi del torrente. Cominciammo a guardarci intorno con circospezione
dimenticando, man mano che il tempo passava, la ragione della nostra gita notturna e
più i fumi del vino si dissolvevano dalle nostre intrepide menti, più aumentava quel
senso di disagio che un cervello sano avrebbe dovuto provare in una simile situazione.
A un certo punto questa enigmatica scenetta
in notturno agreste fu violata da un’impreca-
zione di Natalino che si spense in un tonfo
che, prima sordo, si trasformò subito dopo in
sciabordio di acque. Per un secondo ci fu silenzio di tomba, rane e grilli tacquero, la leggera brezza che ci aveva seguito fino allora
cessò. “Che diavolo è successo? – sibilai –
Dove siete…non vi vedo più.” “Dev’essere
cascato l’esperto in pomodori” disse Fiorello. “Li ho trovati, ragazzi. Li ho trovati!”
sentimmo davanti a noi nella notte più fonda. “La pila, accendi la pila! Non riusciamo
a vederti.” “Ma… porca miseria non la trovo. Mi sono infradiciato tutto. Dov’è? Dove
cavolo è andata a infilarsi?” Spostato di lato
di due o tre metri rispetto al punto da cui
provenivano quelle parole, vidi un tenue
chiarore che sembrava scomparire affievolendosi, feci alcuni passi in quella direzione,
senza sapere che contemporaneamente Fiorello stava facendo esattamente la stessa
cosa. Era la torcia; la sua lampada si era allentata non riuscendo più a far luce come
avrebbe dovuto; la raccolsi puntandola in direzione del genio di San Giovanni delle
Contee. Finalmente lo vidi, sembrava rassegnato a star nell’acqua: seduto immerso fino
alla cintola con un’aria beata e indifferente,
appoggiato di spalle alla parete del tombolo,
da cui sbucava il suo fradicio mezzo busto,
lo sentivo ridere mentre pronunciava parole
di cui si capiva poco il senso: intesi solo “…i
miei cari pomodorini… eccoli… tanti…
rossi… senti che profumo d’erba…”. Non
ho la più pallida idea di quale erba parlasse,
ma credo si riferisse all’intenso odore delle
foglie del pomodoro. Io intanto mi avvicinavo sempre più, ignaro di avere Fiorello a un
palmo dalla mia schiena; quando fui sopra
Natalino cercai di aiutarlo chinandomi in
avanti, ma urtai il senese, che mi era ormai
addosso, perdendo l’equilibrio e finendo
anch’io dentro la pozza. Nell’impatto pure
l’altro si sbilanciò e, dopo aver dimenato le
braccia come pale di un’elica, piombò tra di
noi a completare il trio. Ero riuscito nel
trambusto a stringere stretta in mano l’unica
nostra fonte di luce, che sempre accesa cominciai a muovere intorno. Intanto una sensazione di greve nostalgia di agi domestici ci
iniziò a pervadere; sembravamo, seduti
come rospi ai margini di uno stagno, in attesa che qualcuno ci tirasse fuori. I pomodori
c’erano davvero: diverse piantine facevano
capolino lungo il perimetro del tombolo;
forse cresciute per l’umidità abbondante,
portavano numerosi frutti rossi. La lampada
stava perdendo potenza e riuscì a malapena
a farcele intravedere, si notavano macchie
ora più scure ora baluginanti bagliori lucidi
rossastri. Mentre gli altri due si erano arresi
a quella scomoda posizione, inzuppati d’acqua e stanchi, io mi alzai grondando per cominciare a coglierle. Non potevo dopo tutta
quella fatica ignorarle, volevo portarle a
casa, capire se il loro gusto meritasse
quell’insana escursione nelle tenebre. Le
colsi velocemente, estirpandole alla radice
in brevissimo tempo, stimolato a far presto
dall’uggia dei vestiti fradici: avremmo stac-
cato i frutti con calma, al calore del caminetto. Salimmo in macchina fregandocene allegramente di bagnarla; davanti io che guidavo e Fiorello, dietro Natalino con accanto il
frutto delle nostre fatiche, appoggiato su un
quotidiano aperto. Partimmo in silenzio,
l’auto cominciò a salire la strada verso Montevitozzo; dopo pochi secondi i miei compagni già russavano nei loro panni inzuppati.
Forse la fatica o forse i bicchieri di vino, fatto sta che le mie palpebre cominciarono a
chiudersi. Cercai di resistere, pensai anche
di fermarmi, ma l’idea di raggiungere casa
fu più forte, cosicché poco prima di una curva, a metà ascesa, la macchina si arrestò da
sola infilandosi, guidata da una mano divina
benevolmente pietosa, in un piccolo spiazzo
in piano che segnava l’accesso a un campo.
Esaurì la sua esigua velocità contro un cancello in pali e rete, mentre il motore, più giudizioso di noi, decise di spengersi. Dormivamo tutti e tre nella notte, a fari accesi. Agitandomi, stretto nella morsa dei vestiti umidi, sono convinto di aver cominciato a sognare che con le foglie e i frutti erano finite
in macchina anche due piccole figure umane, alte non più di quindici centimetri l’una.
Una di queste era furiosa e, sotto il suo cappellino rosso a punta, mi mostrava due occhietti azzurri inveleniti. L’altra invece mi
diceva di svegliarmi ché non ne poteva più
di star chiusa in mezzo al nostro assordante
russare. “Svegliati…svegliatiii, forza! Ma
che modi sono codesti! Non si strappano due
gnometti per bene come noi dalle loro attività notturne. Avanti fateci scendere, non possiamo restare qui. Abbiamo un raduno alla
quercia del Sordino. Se non vi sbrigate a farci uscire saremo costretti a regalarvi brutte,
bruttissime cose” mi dissero insieme. Forse
sognai, o forse no. Mi ritrovai a occhi aperti
dentro la macchina con gli sportelli spalancati, i miei due amici che dormivano profondamente, e i fari che illuminavano il cri, cri
dei grilli e gli orecchi di una lepre al limitar
del prato. Scesi per prendere una boccata
d’aria, mi stirai e guardai Natalino e l’amico; avevano nel sonno un’aria beata, ma le
piantine di pomodorini non c’erano più. Mi
guardai intorno dubbioso e a una certa distanza vidi, dentro al cono della luce dei fanali, le due piccole creature che mi osservavano ferme tra l’erba. Mi sembrò che alzassero le braccia in segno di saluto per qualche
secondo, poi si presero a braccetto e scomparvero nell’oscurità.
Gli amici si svegliarono a casa accusandomi
subito di avere nascosto le piantine; accettai
con rassegnazione le loro insinuazioni, tanto
inutile sarebbe stata ogni spiegazione. Nonostante il fardello del segreto che mi sono
portato dietro in questi anni, sono sopravvissuto aiutato da qualche cena con gli amici e
da innocue scorribande in sagre e bar di paese. Quando sentivo parlare di fate e di gnomi
facevo finta di niente, ma vi assicuro che la
voglia di raccontare era tanta. Come infatti
dimostra questo pezzo, scritto alla vostra e
alla mia salute.
15
Angolo della lettura
di Carlo Bencini
InterHarmony
Festival internazionale di musica classica
Arcidosso, 4-29 luglio 2012
di Francesca Simonetti
A
d Arcidosso (GR), si inaugura l’anno zero del festival IntrerHarmony:
master class, laboratori di musica e
concerti, saranno questi gli ingredienti del
festival internazionale di musica classica,
fondato dal violoncellista Misha Quint, che
approderà, per tutto il mese di luglio, nello
splendido paese medievale; giovani e talentuosi studenti e artisti di fama internazionale intratterranno gli ascoltatori creando un
connubio armonico tra la raffinatezza della
musica da camera e luoghi suggestivi immersi nel silenzio.
Il festival, promosso dal Comune di Arcidosso, l’Assessorato alla Cultura, con la collaborazione del compositore Thomas Fortmann
– già fondatore di Accademia Amiata – sarà,
letteralmente, un preludio all’estate. Dodici
serate di concerti che si alterneranno fra quelli cameristici dei professori, quelli degli studenti premiati e del festival Orchestra al completo. La musica classica diventerà l’anima
del borgo ai piedi del Monte Amiata: dodici
eventi unici che si svolgeranno fra la chiesa
di San Leonardo ed il Teatro degli Unanimi.
Interharmony, sarà la prima edizione di un
evento che si svilupperà negli anni a venire,
con l’intento di coinvolgere le persone che
fanno musica sull’Amiata e che chiami un
pubblico attento. Un momento che valorizzi
le serate estive, che si sviluppi e si radichi
nel territorio, aprendosi all’internazionalità
e creando un trait-d’union con le risorse paesaggistiche, enogastronomiche e gli abitanti ed i turisti alla scoperta dell’Amiata.
Il paese di Arcidosso è pronto ad accogliere
circa duecento studenti e quaranta professori. Il festival laboratorio è improntato su elementi della famosa scuola russa e realizzerà
momenti unici e preziosi per gli studenti,
sarà un’esperienza utile per l’apprendimento e la crescita artistica. Le sessioni di laboratori di specializzazione sono rivolte a tutti
quegli strumenti musicali che compongono
un’orchestra completa e di cui si avranno
delle dimostrazioni durante le varie serate.
La direzione artistica è stata affidata al mestro Micha Quint, di origine russa, violoncellista di fama internazionale, trasporterà
l’esperienza, già iniziata in Germania, in Italia. La musica sarà così il ponte: dall’America, attraverserà l’oceano, per arrivare in Europa. Per il maestro, l’incontro col paese di
Arcidosso è stato ‘amore a prima vista’, per
la realizzazione di un progetto che abbraccia molti stili musicali e che, anche per lo
spettatore, rappresenti, oltre che un momento di ascolto, un’esperienza emozionale e di
apprendimento. Nel suo programma inserisce capolavori di Vivaldi, Bach, Mendelssohn, Brahms, Dvorak, Debussy, Rachmaninoff ma anche compositori moderni come
Vaughan Williams, Samuel Barber, Alfred
Schnittke, Thomas Fortmann, John Corigliano.
Le location varieranno per ogni concerto,
sarà possibile prenderne visione presso la
bacheca che verrà esposta nel Palazzo Comunale di Arcidosso, Piazza Indipendenza.
www.interharmony.com info 338-3042299
Ufficio Stampa
Francesca Simonetti [email protected]
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