Ordinanza Operazione Bad Boys

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Ordinanza Operazione Bad Boys
n° 12686/06 R.G.N.R.
n° 2298/06 R.G. G.I.P.
TRIBUNALE di MILANO
Ufficio Giudice per le indagini preliminari
ORDINANZA di CUSTODIA CAUTELARE in CARCERE
(artt. 285 e 292 c.p.p.)
Il Giudice per le indagini preliminari
dott. Franco CANTU’ RAJNOLDI
nel procedimento penale indicato in epigrafe contro:
1.
AUGUSTO Agostino, nato a Milano il 25.11.1959 e ivi residente in Donizetti 1/A;
capi 25) e 41)
2.
AVALLONE Carlo, nato a Milano il 22.11.1955 e residente a Gerenzano in via Pio XI
n° 10;
capi 25) e 41)
3.
BARACCHI Giulio, nato a Varese il 27.6.1966 e residente a Porto Valtravaglia (VA) in
via Privata Fugino n° 7;
capi 25) e 41)
4.
BENEVENTO Antonio, nato a Cirò Marina (KR) il 13.4.1974 e residente a Legnano in
via Plinio n° 17;
capo 1)
5.
BERTO Ivano, nato a Marsala (TP) il 19.10.1978, residente a Ferno (VA) in via Adige
24;
capi 2), 20)
6.
BONVISSUTO Rosario, nato a Busto Arsizio (VA) il 6.2.1973, ivi residente in via
Sassuolo 3, con ultimo domicilio accertato in Lonate Pozzolo (VA), via Silvio Pellico
23;
capi 2), 3), 7), 9), 10), 11), 12) e 13)
7.
CAPPONI Mario, nato a Milano il 7.3.1955 e ivi residente in viale Famagosta 20;
capo 41
8.
CASOPPERO Cataldo, detto “Aldo”, nato a Cirò Marina (KR), l’ 1.11.1951, residente a
Lonate Pozzolo, via Bologna n° 2;
capi 2) e 19)
9.
CASTELLOTTI Mauro, nato a Legnano (MI) il 25.1.1966 e ivi residente in viale Gorizia
50;
capo 42)
10.
CIANCIO Nicola, nato a Senise (Pz) il 28.2.1967, res. a Ferno (VA) vicolo D’Annunzio
5/3, di fatto domiciliato a Lonate Pozzolo (VA) via Silvio Pellico n° 21/a;
capi 2), 5), 8), 18),19) e 22)
11.
CRISTELLO Giacomo, nato a Crotone il 18.5.1963, residente a Buscate (MI) in via
Dante n° 67;
capo 5)
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
12.
foglio nr. 2
CUSINATI Fabrizio, nato a Milano il 23.9.1947 e residente a Samarate (VA) in via
Acquedotto n° 49;
capo 41)
13.
DATI Agostino, nato a Cirò Marina (KR) il 14.10.1967, residente a Marano Ticino
(NO) Piazza Vittorio Veneto n° 10;
capo 19)
14.
D’APOTE Daniele, nato a Milano il 30.5.1962 e residente a Bertonico (LO) in via
Bertonica n° 3;
capo 41)
15.
DE CASTRO Emanuele, nato a Palermo il 27.7.1968 e residente a Lonate Pozzolo (VA)
in via Trieste n° 22;
capi 1) e 25)
16.
DE MASI Savina, nata a Legnano il 14.11.1968 e ivi residente in viale Gorizia 50;
capo 42)
17.
DE MASI Patrizia, nata a Locri (RC) il 16.2.1967 e residente a Busto Garolfo (MI) in
via Don Minzoni n° 40;
capo 25)
18.
DI GIULIO Moris, nato a Busto Arsizio (VA) il 15.3.1980, residente a Lonate Pozzolo
(VA) in via Baracca n° 32;
capi 2), 8), 13), 14), 18), 19), 21) e 22)
19.
DONATO Orazio, nato a Catania il 10.3.1973 ivi residente in via del Vischio n° 13;
capo 24)
20.
ESPOSITO Antonio, nato a Magenta (MI) il 6.8.1967 e residente a Busto Garolfo (MI)
in via Don Minzoni n° 40;
capi 1), 24), 25), 27), 32), 40) e 43)
21.
FILIPPELLI Domenico, nato a Cirò Marina (KR) l’ 8.3.1977, residente a Lonate Pozzolo
(VA) in via Monviso n° 53;
capo 41)
22.
FILIPPELLI Francesco, nato a Cirò Marina (KR) l’ 1.1.1957, residente ad Oleggio (NO)
in via per Gallarate n° 146;
capi 2), 9), 11) e 14)
23.
FILIPPELLI Gaetano Cataldo, nato a Cirò Marina (KR) il 26.11.1968 e residente a Lonate
Pozzolo (VA) in via Trieste n° 28/b;
capo 2)
24.
FILIPPELLI Mario, nato a Crotone (KR) il 20.2.1973, residente a Ferno (VA) in via
Diaz n° 14, di fatto dimorante a Lonate Pozzolo (VA) in via Novara n° 5;
capi 1), 3), 4), 5), 6), 7), 8), 9), 10), 11), 12), 13), 14), 15), 16), 17), 18), 19), 20), 21) e 22)
25.
FILIPPELLI Nicodemo, nato a Cirò Marina il 4.7.1971 e residente a Lonate Pozzolo
(VA) in via Trieste n° 29;
capi 1), 11), 13), 25), 26), 27), 28), 29), 30), 32), 33), 34), 35), 36), 37), 38), 39) e 40)
26.
FILIPPELLI Pietro, nato a Cirò Marina (KR) il 29.6.1962, residente a Soet (Germania),
via Notten Bruder Walls n° 19/a, di fatto dimorante a Lonate Pozzolo (VA) via
Tagliamento 9;
capi 2), 9), 11), 13), 14), 16) e 19)
27.
GIORDANO Stefano, nato a Busto Arsizio (VA) il 5.7.1967 ed ivi residente in Piazza
Vittorio Veneto n° 9;
capo 24)
2
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
28.
foglio nr. 3
LAFACE Giorgio, nato a Busto Arsizio (VA) il 20.4.1973, residente a Pogliano
Milanese (MI), via Emilia n° 3;
capi 2), 10) e 13)
29.
LENTO Michele, nato a Polistena (RC) il 19.3.83, residente a Lonate Pozzolo (VA) in
via XXIV maggio n° 6;
capi 2), 10) e 13)
30.
LETO RUSSO Antonella, nata a Cirò Marina (KR) il 14.6.1977, ivi residente in via
Torrenova snc;
capi 33), 34), 35), 36) e 37
31.
LETTIERI Olindo, nato a Cirò Marina (KR) il 2.8.1969, residente a Lonate Pozzolo
(VA) via Col San Michele n° 10;
capo 2)
32.
LOMUSCIO Roberto, nato a Scalea (CS) il 21.5.1968 e residente a Corbetta (MI) in
via Pio X n° 5;
capo 24)
33.
LONGOBUCCO Santino, nato a Legnano (MI) il 5.10.1970 e residente a Legnano (MI)
in via Carlo Porta n° 60;
capo 1)
34.
MANCUSO Luigi, nato a Cirò Marina (KR) il 2.1.1977 ed ivi residente in Piazza
Risorgimento s.n.c., ma di fatto domiciliato a Busto Arsizio (VA) in via Amalfi n° 6;
capi 1), 26), 29), 30) e 36)
35.
MALENA Michele, nato a Cariati (CS) l’ 11.1.1980, residente a Lonate Pozzolo (VA)
in via San Taddeo n° 3;
capi 2) e 13)
36.
MARINO Carmine, nato a Trentola Ducenta (CE) il 16.3.1943, residente a Lonate
Pozzolo (VA) in via Del Gregge n° 100;
capi 2) e 3)
37.
MARTINES Angelo, nato a Messina (ME) il 27.10.1976, residente a Ferno (VA) in via
Piave n° 141;
capi 2) e 18)
38.
MOLFESE Giovanni, nato a Orta Nova (FG) il 20.1.1975 e residente a Lonate Pozzolo
(VA) in via San Taddeo n° 1;
capo 41)
39.
MURANO Vincenzo, nato a Cirò Marina (KR) il 26.10.1978, residente a Lonate Pozzolo
(VA) in via Perugia n° 1;
capi 2) e 23)
40.
NARDO Giovanni Battista, nato a Gela (CL) il 18.3.1973, residente a Cassano Magnano
(VA) in via IV Novembre n° 41;
capi 2), 3), 9), 10), 11) e 13)
41.
NIGORDI Giuseppe, nato a Gela (CL) il 4.10.1944 residente a Ferno in via Quarto n°
2; capo 8)
42.
PALAMARA Rocco, nato a Sinopoli (RC) il 21.7.1958 e residente a Nova Milanese
(MI) in via Vittorio Veneto n° 71;
capo 25)
43.
PANO Andrea, nato Busto Arsizio (VA) il 17.11.1978, ivi residente via Buonarroti n°
10;
capo 12)
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
44.
foglio nr. 4
PAOLINO Antonio, nato a Milano il 16.8.1960, ivi residente in via Broggini
Bonaventura 34;
capo 13)
45.
PECORA Mario, nato a Ciro’ Marina (KR) il 20.8.1938 e residente a Gallarate (VA) in
Strada Predisera n° 56;
capo 41)
46.
RIENZI Pasquale, nato a Grenzach (Germania) il 12.11.1968 e residente a Legnano
(MI) in Corso Italia n° 57;
capi 1), 24), 31) e 32)
47.
RISPOLI Raffaele Giorgio, nato a San Giorgio sul Legnano (MI) il 2.4.1966 e residente
a a Legnano (MI) in via Bellingera n° 12;
capo 1)
48.
RISPOLI Vincenzo, nato a Cirò Marina (KR) il 15.12.1962 e residente a Legnano (MI)
in via Sabotino n° 43;
capi 1), 25), 26), 32) e 36)
49.
ROCCA Ernestino, nato a Saronno (VA) il 24.8.1974 e residente a Dairago (MI) in via
Toti n° 2;
capo 1
50.
RUSSO Domenico, nato a Cirò Marina (CR) il 2.1.1976, residente a Lonate Pozzolo
(VA) in via Isonzo n° 7;
capi 2) e 10
51.
SILVESTRE Giuseppe, nato a Mugnano di Napoli (NA) il 14.1.1986, residente a Lonate
Pozzolo (VA) in Via Silvio Pellico n° 11;
capo 2)
52.
SOZZO Giuseppe, nato a Cirò Marina (KR) il 2.8.1975, residente a Lonate Pozzolo
(VA), via F. Baracca n° 14;
capi 2), 3), 11), 12) e 13)
53.
VIZZA Rita, nata a Cirò (KR) il 18.12.1954 e residente a Cirò Marina (KR) in via Cilea
2;
capo 36)
54.
ZOCCHI Fabio, nato a Genova l’ 8.4.1962 e residente a Gallarate (VA) in via Mazzini
3;
capi 1), 25), 26), 27), 28), 29), 30), 32), 38), 39) e 40)
OSSERVA
Sulla richiesta di data 19.1.2009 (depositata in data 21.1.2009) formulata dal Pubblico
Ministero di applicazione della misura coercitiva della custodia cautelare in carcere per i
seguenti reati:
BENEVENTO Antonio, DE CASTRO Emanuele, ESPOSITO Antonio, FILIPPELLI Mario, FILIPPELLI
Nicodemo, LONGOBUCCO Santino, MANCUSO Luigi, RIENZI Pasquale, RISPOLI Vincenzo, RISPOLI
Raffaele, ROCCA Ernestino e ZOCCHI Fabio
Capo 1): del delitto di cui all’ art. 416 bis commi I, II, III e IV c.p. per avere fatto parte (anche insieme a
MURANO Alfonso e RUSSO Giuseppe, entrambi vittime di omicidio) di una associazione a
delinquere di tipo mafioso denominata “Locale di Legnano - Lonate Pozzolo”, operante nei comuni
delle province di Varese e Milano, che avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo
associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e di omertà, realizzate
attraverso la “fama” di violenza e di potenzialità sopraffattrice del vertice della cosca alleata
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 5
e/o collegata dei “FARAO–MARINCOLA”, dominante il “Locale di Cirò” 1, nonché attraverso il
sistematico ricorso all’uso di violenza e minaccia culminate in gravissimi delitti contro la
persona, realizzati con modalità esecutive spettacolari anche nei confronti di appartenenti
alla stessa organizzazione, tale da incutere intorno al “Locale di Legnano- Lonate Pozzolo” un
alone permanente di intimidazione, tale da indurre le vittime a non denunciare i fatti-reato
alle autorità e a non collaborare con le forze dell'ordine, nonché tale da imporre tra gli
associati regole inderogabili, quali il pagamento di quote sui ricavi di azioni delittuose e una
sorta di sistema di mutuo soccorso diretto ad assicurare il sostentamento dei sodali anche
in caso di morte e detenzione. Associazione, alla quale quale partecipavano in vita anche
RUSSO Giuseppe e MURANO Alfonso (entrambi vittime di omicidio nel novembre 2005 e nel
febbraio 2006), finalizzata a commettere un numero indeterminato di delitti
e, in
particolare, di delitti di estorsione, danneggiamento, incendio, violenza privata, lesioni a
carico di terzi, allo scopo principalmente di acquisire il controllo di esercizi commerciali
pubblici e, in particolare, di bar e locali notturni siti in Lonate Pozzolo e zone limitrofe,
attraverso la percezione di profitti non dovuti (o a mezzo del pagamento di percentuali
periodiche sui guadagni, ovvero attraverso la percezione di consumazioni gratuite, ovvero
attraverso condotte dirette a costringere i titolari degli esercizi commerciali a cedere a terzi
soggetti “compiacenti” le attività); nonché a trarre ingiusti profitti da attività criminose
svolte in Legnano e zone limitrofe delle province di Milano e Varese, consistenti nei delitti di
usura, estorsione, truffa immobiliare e rapina a mano armata; a conservare la gestione
monopolistica di interi settori produttivi e commerciali della zona; ad imporre, altresì,
l’emergente attività imprenditoriale edilizia di FILIPPELLI Nicodemo e DE CASTRO Emanuele
con violazione delle regole economiche di libera concorrenza.
Tenendo ciascuno le condotte di seguito descritte:
RISPOLI Vincenzo, promotore e organizzatore del sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate
Pozzolo” in forza dei rapporti diretti e dei legami anche familiari con il vertice della cosca
FARAO-MARINCOLA dominante il “Locale di Cirò”;
RIENZI Pasquale, partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale
uomo di fiducia di RISPOLI Vincenzo; era addetto con ESPOSITO Antonio al “braccio armato”,
occupandosi delle rapine a mano armata e delle azioni di fuoco funzionali all’attività del
medesimo sodalizio;
RISPOLI Raffaele partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale
uomo di fiducia del fratello RISPOLI Vincenzo, che coadiuvava partecipando ai “summit
mafiosi” tra i sodali e tra costoro e i rappresentanti del “Locale di Cirò” ;
LONGOBUCCO Santino partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo”
quale uomo di fiducia di RISPOLI Vincenzo con funzioni di autista-guardaspalle e di addetto
alla logistica del medesimo sodalizio;
BENEVENTO Antonio partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale
uomo di fiducia di RISPOLI Raffaele con funzioni di autista-guardaspalle e di addetto alla
logistica del medesimo sodalizio; risultava altresì titolare della società ”IMPRESA EDILE
ERREELLE”, con sede a Legnano (MI), via Carlo Porta n° 60, funzionale all’attività del
sodalizio;
DE CASTRO Emanuele, coadiuvava RISPOLI Vincenzo della direzione del sodalizio denominato
“Locale di Legnano-Lonate Pozzolo”; amministrava e gestiva la cosiddetta “bacinella”; si occupava
del reimpiego dei profitti illeciti del sodalizio attraverso un reticolo di attività economiche e
di società, funzionale all’attività del sodalizio, al quale erano addetti, quali prestanomi,
persone di sua fiducia, tra i quali ROCCA Ernestino;
ROCCA Ernestino, partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale
guardaspalle ed all’ occorrenza da uomo d’azione agli ordini di DE CASTRO Emanuele;
fungeva altresì da prestanome di quest’ultimo e si occupava della gestione della società
“COSTRUZIONI ROCCA” con sede in Dairago (MI) via Toti n° 2, funzionale all’attività del
sodalizio;
1
in particolare:
MARINCOLA Cataldo, attualmente detenuto in custodia cautelare per 416 bis c.p. e una serie di omicidi;
FARAO Silvio, attualmente latitante per gli stessi fatti-reato per i quali è indagato MARINCOLA Cataldo;
FARAO Giuseppe, condannato all’ ergastolo per 416 bis e diversi omicidi.
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 6
FILIPPELLI Mario, coadiuvava RISPOLI Vicenzo nella direzione del sodalizio denominato “Locale
di Legnano-Lonate Pozzolo”; in particolare, dirigeva, a partire almeno dal 2000, le attività dei
“cirotani di Lonate Pozzolo” e dal 2002, fino al suo arresto nel mese di giugno 2005, coadiuvava
MURANO Alfonso (vittima di omicidio) nella direzione del medesimo sodalizio di Lonate
Pozzolo di cui al capo 2) che segue; aveva alle sue dipendenze BONVISSUTO Rosario,
NARDO Giovan Battista, SOZZO Giuseppe (operativi fino al 2002), nonché RUSSO Giuseppe
(vittima di omicidio), DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola, MARTINES Alessandro, MALENA
Michele, SESTO Francesco (operativi fino al 2005);
FILIPPELLI Nicodemo, coadiuvava RISPOLI Vincenzo della direzione del sodalizio denominato
“Locale di Legnano-Lonate Pozzolo”; partecipava alle attività illecite dei “cirotani di Lonate Pozzolo”;
dopo la morte di MURANO Alfonso (vittima di omicidio), era preposto alla direzione delle
attività illecite dei “cirotani di Lonate Pozzolo”, avvalendosi della collaborazione di ESPOSITO
Antonio; si occupava del reimpiego dei profitti illeciti del sodalizio denominato “Locale di
Legnano-Lonate Pozzolo” attraverso un reticolo di attività economiche e di società, funzionale
all’attività del sodalizio, al quale erano addette, quali prestanomi, persone di sua fiducia, tra
i quali ZOCCHI Fabio e LETO RUSSO Antonella; si occupava direttamente della gestione
delle società “FIM-FISCOIMPRESE Srl” con sede legale a Castellanza (VA), via Dandolo n° 6
(impresa inattiva), “IMMOBILIARE AMALFI Sas” con sede a Lonate Pozzolo (VA) in via Silvio
Pellico n° 23, funzionali all’attività del sodalizio. Si avvaleva inoltre della collaborazione di
numerose società quali: “MAKEALL Spa”, amministrata da MILAN Patrizia, ma di fatto gestita
da AUGUSTO Agostino; “REVINCTA Srl”, amministrata da D’APOTE Daniele, ma di fatto
gestita da AVALLONE Carlo; “MOSE' Immobiliare Srl” di D'APOTE Daniele; “BASTIAN & BASTIAN
Srl” amministrata da AVALLONE Carlo; “EDILCAP” di CAPPONI Mario; “CF COSTRUZIONI” di
CUSINATI Fabrizio; “ZEN Srl” già amministrata da D'AGOSTINO Giuseppe, ma gestita da DE
CASTRO Emanuele;
ESPOSITO Antonio, partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” agli
ordini diretti di FILIPPELLI Nicodemo; era addetto con RIENZI Pasquale al “braccio armato”,
occupandosi delle rapine a mano armata e delle azioni di fuoco, funzionali all’ attività del
medesimo sodalizio; veniva coadiuvato da VENEGONI Alfredo, DONATO Orazio, DODA
Sokol, GIORDANO Stefano, LOMUSCIO Roberto, MARINETTI Giacomo, FATIGATI Michela,
GUCCIO Filippo e ROMBOLA’ Romano;
ZOCCHI Fabio, partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale
persona di fiducia di FILIPPELLI Nicodemo; fungeva altresì da prestanome di quest’ultimo e
si occupava del ramo truffe e reimpiego dei profitti del sodalizio anche tramite la società
“GENERAL FIM CONSULTING Srl” con sede a Gallarate (VA), via Mazzini n° 3, funzionale
all’attività del sodalizio; si avvaleva;
MANCUSO Luigi, coadiuvava RISPOLI Vincenzo nella direzione del sodalizio denominato
“Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” anche in forza del rapporto privilegiato con il vertice della
cosca FARAO-MARINCOLA dominante il “Locale di Cirò”; si occupava del reimpiego dei profitti
illeciti del sodalizio attraverso un reticolo di attività economiche e di società, al quale erano
addette, quali prestanomi, persone di sua fiducia, come CHIARELLI Francesco (cognato di
MANCUSO Luigi) e LANDONI Marco, rispettivamente titolari delle seguenti società
“IMMOBILIARE ROSELLA Sas” con sede a Solbiate Olona (VA) in via Andrea Ponti nr. 8 e
“FUTURA SOFTWARE MILANO srl” con sede in Milano via Podgora n° 18, funzionali all’ attività
del sodalizio; LANDONI Marco gestiva anche per conto del sodalizio l’ attività commerciale
denominata “Negozio d’abbigliamento DESIRE”, con sede a Busto Arsizio (VA), via Mazzini angolo
Concordia n° 5/Q; all’ attività del sodalizio era funzionale la gestione diretta della società
“MELI AUTO” di cui era formalmente intestataria CHIARELLI Rosella (moglie di MANCUSO
Luigi), avente sede a Busto Arsizio (VA) in via Amalfi n° 6 e locali di vendita in Cirò Marina
(KR), ove risultava avere alle proprie dipendenze, ma solo formalmente, SESTITO Felicia,
moglie di MARINCOLA Cataldo;
Con l’ aggravante del fatto commesso da dieci o più persone in concorso tra loro e del ruolo
di promotore, dirigente o organizzatore dell’associazione per RISPOLI Vincenzo, MANCUSO
Luigi, DE CASTRO Emanuele, FILIPPELLI Nicodemo e FILIPPELLI Mario (fino al giugno 2005)
Con l’aggravante della disponibilità di armi da parte del sodalizio.
Fatto commesso nelle province di Milano e Varese dall’anno 2000 e sino alla data odierna.
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 7
FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI Francesco, FILIPPELLI Gaetano Cataldo, BERTO Ivano, LETTIERI Olindo,
NARDO Giovanni Battista, BONVISSUTO Rosario, LA FACE Giorgio, SOZZO Giuseppe, MARINO Carmine,
RUSSO Domenico, CASOPPERO Cataldo, DI GIULIO Moris, MALENA Michele, LENTO Michele, CIANCIO
Nicola, MURANO Vincenzo, MARTINES Angelo, SILVESTRE Giuseppe
Capo 2): del delitto di cui all’ art. 416 commi I, III e V c.p. per essersi associati fra loro, oltre che con
FILIPPELLI Mario, capo del sodalizio, nonchè con MURANO Alfonso, altro capo del sodalizio e
con RUSSO Giuseppe (questi ultimi due vittime di omicidio), allo scopo di commettere un
numero indeterminato di delitti e, in particolare, di delitti di estorsione, danneggiamento,
incendio, violenza privata, lesioni a carico di terzi.
Ciascuno tenendo le seguenti condotte:
FILIPPELLI Francesco e FILIPPELLI Pietro in qualità di compartecipi, organizzatori e percettori di
parte dei proventi derivanti dalle illecite attività degli associati;
FILIPPELLI Cataldo Gaetano quale compartecipe del sodalizio dal mese di luglio del 2000 sino ad
almeno il mese di maggio del 2002;
BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, BERTO Ivano e RUSSO Domenico, quali compartecipi
alle dirette dipendenze di FILIPPELLI Mario, incaricati dell’ esecuzione delle condotte
materiali dirette alla commissione di estorsioni, attentati incendiari, pestaggi ai danni di
terzi, danneggiamenti di veicoli, custodia di armi nella disponibilità del sodalizio. Quanto al
BONVISSUTO e al NARDO, dal mese di luglio del 2000 sino ad almeno il mese di maggio del
2002;
LA FACE Giorgio, LETTIERI Olindo e SOZZO Giuseppe, quali compartecipi materiali del sodalizio e,
in particolare LETTIERI Olindo quale soggetto incaricato della custodia di armi di proprietà
dei componenti il sodalizio. Quanto al SOZZO, dal mese di luglio del 2000 sino ad almeno il
mese di maggio del 2002;
MARINO Carmine, quale associato alle dirette dipendenze di FILIPPELLI Mario e, in particolare,
di soggetto addetto a procurare armi. Dal mese di luglio del 2000 sino ad almeno il mese di
maggio del 2002;
DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola, MARTINES Angelo e MALENA Michele, quali associati alle
dirette dipendenze di FILIPPELLI Mario e di MURANO Alfonso (vittima di omicidio), incaricati
dell’ esecuzione delle condotte materiali dirette alla commissione di estorsioni, incendi,
pestaggi a danno di terzi, danneggiamenti di veicoli, procacciamento di armi. Quanto a DI
GIULIO Moris, CIANCIO Nicola e MARTINES Angelo a partire almeno dal mese di aprile del
2004;
CASOPPERO Cataldo e MURANO Vicenzo, quali compartecipi alle attività del sodalizio, a partire
per entrambi almeno dal mese di aprile del 2004;
LENTO Michele, SILVESTRE Giuseppe quali compartecipi (almeno a partire almeno dal mese di
aprile del 2004) alle dirette dipendenze di FILIPPELLI Mario e di MURANO Alfonso (vittima di
omicidio) e dei sodali DI GIULIO Moris e CIANCIO Nicola e quali incaricati, in particolare,
dell’ esecuzione di condotte materiali dirette alla commissione di estorsioni, pestaggi a danni
di terzi, danneggiamento di veicoli, esazione di somme di danaro.
In Lonate Pozzolo (VA) da epoca anteriore e prossima al mese di giugno del 2000 fino al
mese di novembre del 2004.
FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, MARINO Carmine, SOZZO Giuseppe
Capo 3): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110 C.P., 2 e 4 legge 895/67 , perché, con più azioni esecutive
di un medesimo disegno criminoso, in concorso fra loro, illegalmente detenevano e
portavano in luogo pubblico diverse armi comuni da sparo.
In Lonate Pozzolo (VA) a partire dal mese di agosto del 2000 sino ad almeno al mese di
giugno del 2002.
FILIPPELLI Mario
Capo 4): del delitto di cui agli artt. 110 c.p., 2, 4 e 7 legge 895/67, 23 commi 1 e 3 legge
n° 110/75 , perché, in
concorso con LETTIERI Olindo (nei cui confronti si è proceduto separatamente a seguito di
arresto in flagranza in data 7.7.2005), illegalmente deteneva una pistola semiautomatica
con matricola abrasa cal. 7,65 e n° 6 cartucce, un candelotto di tritolo dal peso di 1.340
Kg..
7
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 8
In particolare Filippelli Mario incaricava della custodia della pistola e del tritolo Lettieri
Olindo nella cui abitazione e pertinenze le armi e le sostanze esplodenti venivano rinvenute
in data 7.7.2005.
In Lonate Pozzolo (VA) almeno dal mese di giugno del 2004 sino al 7.7.2005 (data dell’
arresto di Lettieri Olindo).
FILIPPELLI Mario, CIANCIO Nicola, CRISTELLO Giacomo
Capo 5): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110 c.p., 2, 4 e 7 legge 895/67 , perché, in concorso tra loro e
con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, illegalmente detenevano e portavano in luogo
pubblico armi comuni da sparo.
In Lonate Pozzolo (VA) almeno dal mese di luglio del 2004.
FILIPPELLI Mario
Capo 6): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 423, 629 comma II c.p., perchè, con più azioni esecutive di
un medesimo disegno criminoso, in concorso con altre persone non identificate, nel ruolo di
ideatore e mandante, con violenza consistita nell’ incendiare i veicoli “Renault 18” tg
VA/B83586 di proprietà di Corrado Carminati ed il veicolo Fiat Panda tg VA/B95357 di
proprietà di Gaetano Greco, costringeva Lina GRECO (moglie di Corrado Carminati e figlia di
Gaetano Greco), titolare dell’ esercizio commerciale “Bar Yoker” di Lonate Pozzolo, a cedere
le licenze del predetto esercizio, che attraverso terzi compiacenti veniva poi acquistato in
data 31.10.2000 da Alessandra Bonizzi, moglie di Filippelli Mario e destinato ad abituale
luogo di incontro dei membri del sodalizio criminoso conseguendo in tal modo un ingiusto
profitto con altri danno.
In Lonate Pozzolo (VA) dal 10.10.1998 sino al 9.8.1999.
FILIPPELLI Mario e BONVISSUTO Rosario
Capo 7): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 56, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1, 423 e 635
c.p.,
perchè, in concorso con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, in attuazione del
programma delittuoso del sodalizio, con reiterate condotte di minaccia e violenza consistite
nell’ appiccare il fuoco all’ esercizio commerciale “Bar Moro” di
Lonate Pozzolo, di
proprietà di Salvatore e Giovanni Battista Russotto, sito nelle vicinanze
dell’ esercizio
commerciale gestito dalla moglie di Filippelli Mario, cagionando un incendio che distruggeva
completamente il locale, nel danneggiare veicoli di clienti del suddetto esercizio
commerciale, nel forzare la porta della cler del suddetto esercizio commerciale e nel lasciare,
in chiaro segno di intimidazione, due bottiglie piene di benzina, nello stazionare in gruppo
con altri e con atteggiamenti arroganti all’ interno dell’ esercizio commerciale imponendo la
loro presenza e disturbando gli avventori, ponevano in essere atti idonei diretti in modo non
equivoco a costringere i Russotto a cedere loro l’ esercizio commerciale (o a soggetti “terzi”
meri prestanome) al fine di conseguire un ingiusto profitto non riuscendo nell’ intento per
cause indipendenti dalla loro volontà.
Con le aggravanti di aver commesso i fatti in più persone e con uso di materiali esplodenti.
In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di settembre del 2000 sino ad almeno il mese di aprile del
2001.
FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola, NIGORDI Giuseppe
Capo 8): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., 4 e 7 legge
895/67, 635 comma II c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in
attuazione del programma delittuoso del sodalizio, con violenza e minaccia consistita nell’
esplodere colpi di arma da fuoco verso la vetrina dell’ esercizio commerciale “Bar Moro” di
proprietà di Giovanni Battista Russotto,
nell’ esplodere altresì colpi di arma da
fuoco (con relativo danneggiamento) sul veicolo BMW tg CB 446CX di proprietà di Salvatore
Russotto (titolare dell’ esercizio commerciale “Bar Commercio“ di Lonate Pozzolo) e sulle
vetrine dell’ esercizio commerciale “Bar Commercio” di proprietà di Gaspare e Salvatore
Russotto, nello stazionare pressoché quotidianamente all’ interno dell’ esercizio commerciale
con atteggiamenti intimidatori ed arroganti imponendo la loro costante presenza,
costringevano i titolari dei suddetti esercizi commerciali a consegnare loro danaro (od a
servire consumazioni gratuite) e da ultimo costringevano Giovanni Battista Russotto a
8
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 9
cedere a favore di terzi l’ esercizio commerciale “Bar Moro” conseguendo un ingiusto profitto
con altrui danno.
In particolare: Filippelli Mario, quale “mandante” ed ideatore; Di Giulio Moris e Ciancio
Nicola, quali esecutori materiali; Nigordi Giuseppe, quale “fornitore” delle armi utilizzate per
il danneggiamento dei veicoli e delle vetrine degli esercizi commerciali.
Con le aggravanti di aver commesso i fatti con armi ed in più persone.
In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di aprile del 2004 fino ad almeno al mese di ottobre del
2004 e successivamente fino al mese di gennaio del 2006 (data di cessione dell’ esercizio
commerciale “Bar Moro”).
FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, FILIPPELLI Francesco e FILIPPELLI
Pietro
Capo 9): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n°1 c.p. , perchè,
in concorso fra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio (e con tale Emanuele non
identificato), con reiterate condotte di minaccia e violenza consistite nel percuotere
Pierangelo GIASSI, titolare dell’esercizio commerciale “TAKE OFF” di Somma Lombardo, nel
minacciare lui e la moglie Loredana SESONA di bruciare il locale, nel presentarsi in gruppo
all’ interno del locale, nel minacciare alcuni dei dipendenti dello stesso, nel prospettare a
Loredana SESONA gravi conseguenze anche sui figli minori in caso di mancata adesione alle
loro richieste, costringevano il GIASSI a versare la somma mensile di 10 milioni di lire a
favore del sodalizio, costringevano la SESONA almeno in un’ occasione a versare la somma
di 1 milione di lire, effettuavano consumazioni gratuite sempre con il ricorso alle minaccia e
imponevano la loro costante presenza nel locale conseguendo un ingiusto profitto con altrui
danno.
Con le aggravanti di aver commesso i fatti in più persone.
In Somma Lombardo (VA) dal mese di agosto del 2000 sino ad almeno il mese di agosto del
2001.
FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, LA FACE Giorgio e RUSSO Domenico
Capo 10): del delitto di cui agli artt. 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perché, in
concorso tra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, percuotendo tale “Emanuele”
non meglio identificato e sottraendo a Norval Zanandrea un veicolo di sua proprietà,
minacciando di non restituirlo se non previa consegna della somma di danaro di 8 milioni di
lire, asseritamente dovuta a Filippelli Mario dal predetto Norval Zanandrea, da tale
Emanuele non meglio identificato e da Faggionato Marco, costringevano gli stessi a
consegnare loro la somma di 8 milioni di lire, conseguendo un ingiusto profitto con altrui
danno.
Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone.
In Lonate Pozzolo (VA) nel mese di novembre del 2000.
FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI
Nicodemo, SOZZO Giuseppe e FILIPPELLI Francesco
Capo 11): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perchè,
in concorso fra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, con violenza e minaccia
consistita nel percuotere Massimo Guglia, titolare
dell’ esercizio commerciale “Lady G” di
Varese, nel minacciare lo stesso ed il dipendente Nicola La Camera di bruciare il locale in
caso di mancata adesione alle loro richieste e nel prospettare comunque pesanti ritorsioni in
caso di rifiuto, costringevano i due a consegnare loro parte dei proventi degli incassi serali
(prelevati pressoché quotidianamente da Pietro Filippelli addetto, su direttive formulate da
Mario Filippelli, alla tenuta della contabilità), costringevano il Guglia ad assumere delle
ragazze scelte da loro, imponevano la loro costante presenza nel locale costringendo altresì
il Guglia ed i dipendenti a servire loro consumazioni gratuitamente e, da ultimo, inducevano
a causa delle continue minacce il Guglia a cedere la propria quota di partecipazione all’
esercizio commerciale a favore del dipendente Nicola La Camera (di fatto costretto a gestire
il locale nell’ interesse degli estorsori e, in particolare, di Mario Filippelli) ed favore di Galou
Kankanamalage Madura Priyankara, e successivamente, minacciando reiteratamente
Massimo GUGLIA, prospettando pesanti ritorsioni ai suoi danni in caso di mancata adesione
alle loro richieste, lo costringevano a consegnare a Mario Filippelli la somma di 20 milioni di
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 10
lire, con tre assegni, quale “corrispettivo” non dovuto per la cessione del locale a favore di
terzi (assegni che non venivano pagati perché posti sotto sequestro dall’ Autorità
Giudiziaria), conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno.
Con le aggravanti di aver commesso i fatti in più persone riunite.
In Varese dal mese di ottobre del 2001 sino ad almeno il mese di febbraio del 2002.
FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, SOZZO Giuseppe e PANO Andrea
Capo 12): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 56-629 e 629 comma II in relazione
all’ art. 628 comma III n° 1
c.p., perchè, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso,
con minaccia consistita nel presentarsi in gruppo presso
l’ esercizio commerciale
“Lady G” di Varese, ceduto da Massimo Guglia a Galou Kankanamalage Madura Priyanakara e
nell’ intimare allo stesso di consegnare a Mario Filippelli la somma di 50 milioni di lire,
prospettando in caso di mancata adesione la minaccia di bruciare il locale, commettevano
atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere Galou Kankanamalage a versare loro
un somma di danaro non dovuta, non riuscendo nell’ intento per cause indipendenti dalla
loro volontà e costringevano comunque il titolare dell’ esercizio commerciale, a mezzo delle
descritte condotte minacciose, a servire loro consumazioni gratuite conseguendo un ingiusto
profitto con altrui danno.
In Varese dal mese di gennaio al mese di marzo del 2002.
FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI
Nicodemo, SOZZO Giuseppe, PAOLINO Antonio, DI GIULIO Moris, MALENA Michele e LA FACE Giorgio
Capo 13): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perchè,
in concorso fra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, con violenza e minaccia
consistita nel recarsi ripetutamente ed in gruppo presso l’ esercizio commerciale “El Patio”
di proprietà di Renato Bettin, Elvio Bettin ed Umberto Guenzani, pretendendo di essere
serviti gratuitamente, nel lasciare davanti alla porta di ingresso del locale una bombola
piena di gas su un fornello acceso (con deflagrazione evitata solo grazie alla prontezza di
Renato Bettin che riusciva a disinnescare l’ ordigno), nell’ imporre l’ impiego lavorativo di
donne da loro indicate e nell’ utilizzare il locale quale luogo di abituale ritrovo dei
componenti il sodalizio, costringevano i proprietari del locale a consegnare loro somme di
danaro ovvero a servirli gratuitamente o comunque a consentire loro il controllo delle
attività del locale conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno.
In particolare: Mario Filippelli, quale ideatore e mandante; Rosario Bonvissuto, quale
istigatore e coautore materiale; Antonio Paolino detto “Tony” e Giuseppe Sozzo, quali
coautori delle condotte minacciose; Pietro Filippelli, quale soggetto incaricato di “controllare
il locale” e, in tempi più recenti, Michele Malena e Giulio Di Moris, quali coautori materiali di
condotte intimidatrici dirette a costringere i titolari a fornire loro consumazioni “gratuite” in
forza dei loro rapporti con Mario Filippelli.
Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone e con l’ uso di materiali
esplodenti.
In Vanzaghello (MI) dal mese di luglio del 2001 sino ad almeno all’ anno 2004. Per i soli
Rosario Bonvissuto - Giuseppe Sozzo - Nicodemo Filippelli - Antonio Paolino nel mese di
luglio del 2001. A partire dal mese di giugno del 2004 per i soli Giulio Di Morris e Michele
Malena.
FILIPPELLI Mario, FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI Francesco e DI GIULIO Moris
Capo 14): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., perchè,
in concorso fra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso commesse
in tempi diversi, con minaccia e violenza consistita nel recarsi ripetutamente in gruppo
presso il Night Club “Caprice” di Oleggio, anche con l’ ausilio di altri sodali non identificati, nel
minacciare implicitamente, attraverso la prospettazione di danni al locale, il titolare Roberto
Baranzini, costringevano lo stesso a consentire loro la frequentazione gratuita dell’ esercizio
commerciale, ad impiegare donne indicate dal sodalizio criminoso, a licenziare persone non
gradite a Mario Filippelli, a consentire il controllo del locale a Pietro Filippelli, incaricato di
curarne la gestione per conto del fratello e a consegnare loro una percentuale dei guadagni.
Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone.
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 11
In Oleggio (NO) dal mese di luglio del 2001 con continuità di condotte almeno sino al mese
di ottobre del 2004 (per il solo Moris Di Giulio a partire dal mese di giugno del 2004).
FILIPPELLI Mario
Capo 15): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1, 644 c.p. , perchè,
con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, costringeva Saverio Malaspina
con minaccia di percosse a versare a favore di Bruno Catania una somma di danaro da lui
vantata nei confronti del Malaspina e, in particolare, Mario Filippelli intimava a Saverio
Malaspina di consegnare immediatamente i soldi a Bruno Catania e, successivamente, a
fronte della mancanza di disponibilità di danaro da parte del Malaspina, forniva lui stesso un
prestito destinato all’ estinzione del debito, ottenendo dal Malaspina la promessa di
restituzione con interessi usurari (pari a circa a lire 1.500.000 per un mese).
Con l’aggravante di aver commesso il fatto in più persone.
In Lonate Pozzolo (VA) il 26.6.2001.
FILIPPELLI Mario e FILIPPELLI Pietro
Capo 16): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 56, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n°1 c.p. ,
perchè, in concorso fra loro e con altre persone appartenenti al sodalizio criminoso non
meglio identificate, con minaccia consistita nel recarsi ripetutamente in compagnia di altri
sodali all’ interno dell’ esercizio commerciale “Bar Atlantic” di Lonate Pozzolo di proprietà di
Fabio Rota e Stefano Cucchi, nel richiedere agli stessi la consegna di una somma mensile di
€ 1.500,00 asserendo che “funziona così” e nell’ omettere di pagare le consumazioni presso l’
esercizio commerciale, commettevano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere
i titolari del predetto esercizio commerciale a versare a loro favore una somma di danaro
non dovuta, non riuscendo nell’ intento per ragioni indipendenti dalla loro volontà, poiché i
titolari decidevano da lì a poco di cedere l’ attività commerciale a terzi.
Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone.
In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di settembre del 2003 sino al 31.1.2004
FILIPPELLI Mario
Capo 17): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 629 comma I c.p., perchè, con minaccia consistita nell’
intimare a Fabio ROTA di accendere un finanziamento da destinare a suo favore per l’
acquisto di mobili, prospettando, in caso di mancata adesione, ritorsioni ai
suoi danni,
costringeva il predetto Fabio ROTA ad accendere c/o l’ esercizio
commerciale “Mercatone
Bustese” di Castellanza un mutuo, da destinare a favore del Filippelli, per l’ acquisto di mobili,
pari ad € 7.000,00, rimborsabili con rate da € 280,00 mensili cadauna, pagate dal predetto
Rota e dall’ ex socio Stefano Cucchi conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno.
In Lonate Pozzolo (VA) e Castellanza (VA) nel mese di dicembre del 2003.
FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris, MARTINES Angelo e CIANCIO Nicola
Capo 18): del delitto di cui agli artt. 110, 81 cpv, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n°1, 582-583 c.p.,
perchè, in concorso fra loro, con minaccia e violenza consistita nel percuotere in più
occasioni Francesco Vismara, titolare dell’ esercizio commerciale “Bar Atlantic” di Lonate
Pozzolo e, da ultimo, nel procurargli lesioni con un coltello ad opera di Nicola Ciancio; nel
minacciare la distruzione del locale in caso di mancata adesione alle loro richieste,
costringevano il Vismara a fornire loro consumazioni senza corrispondere il corrispettivo ed
a corrispondere parte dei guadagni a loro favore, minacciando altresì pesanti ritorsioni in
caso di denuncia alle forze dell’ ordine e conseguendo in tal modo un ingiusto profitto con
altrui danno.
In particolare: Mario Filippelli, in qualità di ideatore e mandante; Moris Di Giulio, Nicola
Ciancio ed Angelo Martines in qualità di esecutori materiali incaricati del controllo di
Francesco Vismara.
Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone e con l’uso di armi.
In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di giugno del 2004 almeno sino al mese di agosto del
2004.
FILIPPELLI Mario, FILIPPELLI Pietro, DATI Agostino, DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola e CASOPPERO
Cataldo
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 12
Capo 19): del delitto di cui agli artt. 81 cpv. e 110 c.p., artt. 3 n° 8 e 4 legge 75/58, perché, in concorso fra
loro, favorivano e sfruttavano la prostituzione di svariate donne (prevalentemente di
nazionalità straniera), utilizzando, quali “luoghi di copertura” per le attività di meretricio delle
stesse, i locali “Caprice” di Oleggio, “El Patio” di Vanzaghello, “Argentina” di Gallarate e, in
particolare, Mario Filippelli con l’attivo concorso materiale di Moris Di Giulio, Nicola Ciancio e
Pietro Filippelli favoriva e sfruttava la prostituzione di Alina Mariana Tulbure e di Talasman
Raluca, consentendo loro la frequentazione dei locali notturni “Caprice” di Oleggio (sotto il
diretto controllo del fratello Pietro) e “Argentina” di Gallarate ed ancora favoriva l’ attività di
meretricio all’ interno del locale “Caprice” di Oleggio di Anna GOSTINE, a diretto profitto del
protettore Agostino Dati e di altre donne non identificate, percependo parte dei proventi.
Tutti favorendo – attraverso condotte minacciose e violente ai danni dei titolari degli esercizi
commerciali menzionati e, in particolare dei locali “El Patio” e “Caprice” – la prostituzione di
donne straniere, assicurando loro protezione ed ottenendo parte dei proventi derivanti dalle
loro attività.
In Gallarate (VA), Oleggio (NO) e Vanzaghello (MI) dal mese di giugno del 2004 sino ad
almeno al mese di ottobre del 2004.
FILIPPELLI Mario e BERTO Ivano
Capo 20): del delitto di cui agli artt. 110 e 423 c.p., perché, in concorso fra loro, al fine di affermare
la “primazia” di Mario Filippelli all’ interno del sodalizio e di punire Olindo Lettieri per la
mancata restituzione di un’ arma di proprietà di Mario Filippelli, incendiavano un veicolo di
proprietà del suddetto Olindo Lettieri.
In particolare: Mario Filippelli, in qualità di istigatore e mandante e Ivano Berto, in qualità di
esecutore materiale.
In luogo non accertato in data anteriore e prossima al mese di luglio del 2004.
FILIPPELLI Mario e DI GIULIO Moris
Capo 21): del delitto di cui agli artt. 110, 423, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. perché, in
concorso fra loro, il primo quale istigatore e mandante, il secondo quale esecutore
materiale, al fine di riaffermare la “primazia” di Mario Filippelli
all’ interno del sodalizio, con
violenza consistita nell’ incendiare il veicolo Fiat Uno di colore rosso tg “TR VA D 52069” di
proprietà di Nicola Ciancio, costringevano lo stesso a consegnare a Mario Filippelli, per il
tramite di Moris Di Giulio, una somma di danaro provento di attività connesse allo spaccio di
droga ovvero di attività estorsive, procurandosi un ingiusto profitto con altrui danno.
Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone.
In Lonate Pozzolo (VA) fra il 17 ed il 30 ottobre del 2004.
FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris e CIANCIO Nicola
Capo 22): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 56, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perchè,
in concorso tra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, in attuazione del
programma delittuoso del sodalizio con più azioni esecutive di un medesimo disegno
criminoso, Giuseppe Russo recandosi presso il bar “Jolly” di proprietà di Angelo Torquitto e
chiedendo espressamente la consegna di “un regalino”, aggiungendo con tono minaccioso che
“a settembre avrebbero sistemate le cose a Lonate Pozzolo”, Moris Di Giulio e Nicola Ciancio,
percuotendolo almeno in un’ occasione e Mario Filippelli, quale istigatore e mandante,
commettevano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere Angelo Torquitto a
consegnare loro del danaro, non riuscendo nell’ intento per ragioni indipendenti dalla loro
volontà.
Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone.
In Lonate Pozzolo (VA) nel mese di agosto del 2004.
CIANCIO Nicola e MURANO Vincenzo
Capo 23): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n°1 c.p. , perchè,
in concorso fra loro e con altre persone non identificate, minacciando di bruciare il locale
della panetteria “Pinotti” di proprietà di Domenico Pinotti, Nicola Ciancio, quale autore
materiale delle condotte estorsive, Vincenzo Murano, quale istigatore e percettore dei
proventi, costringevano il titolare del predetto locale a versare loro somme di danaro
procurandosi un ingiusto profitto con altrui danno.
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 13
Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone.
In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di settembre del 2004.
RIENZI Pasquale, ESPOSITO Antonio, DONATO Orazio, GIORDANO Stefano e LOMUSCIO Roberto
Capo 24): del delitto di cui agli artt. 56, 110, 112, 575, 577 n° 3 c.p. – artt. 10, 12, 14 Legge 497/74, perché, in
concorso fra di loro e previo concerto, agendo con premeditata organizzazione di mezzi e di
persone, eseguivano atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di
VIADANA Barbara, nel caso specifico mediante l’ esplosione di due colpi di arma da fuoco,
che attingevano la vittima ad entrambe le gambe, riportando la frattura composta
metafisaria prossimale della tibia di sinistra, non riuscendo nell’ intento per cause
indipendenti dalla loro volontà.
In particolare: RIENZI Pasquale, quale committente dell’ evento a seguito di quanto
denunciato dalla sorella VIADANA Emanuela in ordine al reato di estorsione di cui era stata
vittima ad opera dello stesso RIENZI Pasquale; ESPOSITO Antonio, quale esecutore
materiale, esplodendo due colpi di pistola; GIORDANO Stefano, quale conducente dello
scooter utilizzato per giungere ed allontanarsi dal luogo dell'evento; GIORDANO Stefano e
ESPOSITO Antonio per aver acquistato presso il centro commerciale "Bossi" di Saronno, i due
caschi da motociclista utilizzati per travisarsi; DONATO Orazio e ESPOSITO Antonio
per
aver procurato lo scooter suddetto; DONATO Orazio per aver fatto da "palo" durante
l’
azione di fuoco; LOMUSCIO Roberto per aver ricevuto e custodito dopo l’ evento la pistola
7.65 utilizzata per commettere il fatto, trasportandola ed occultandola per conto di
ESPOSITO Antonio.
Con le aggravanti della premeditazione di aver commesso il fatto in cinque o più persone.
In Busto Arsizio (VA) il 2.4.2007.
RISPOLI Vincenzo - DE CASTRO Emanuele - ESPOSITO Antonio - FILIPPELLI Nicodemo - PALAMARA
Rocco - ZOCCHI Fabio - DE MASI Patrizia - BARACCHI Giulio - AVALLONE Carlo ed AUGUSTO Agostino
Capo 25): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 112, 629 commi I e II in relazione
all’ art. 628 comma III n° 1
c.p. e 644 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso
tra di loro ed in tempi diversi, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi
usurai in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a MONOLO Giovanni della somma
di € 20.000, nonché procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno,
inducendo, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso, MONOLO
Giovanni a consegnare ripetute somme di denaro. In particolare, costringevano MONOLO
Giovanni a emettere prima una serie di cambiali per un importo di € 20.000 a favore di
FILIPPELLI Nicodemo a garanzia del saldo della somma di € 10.000 ancora da restituire e
successivamente a cedere una mansarda sita in Legnano, Corso Garibaldi, del valore di €
55.000, per l’ estinzione del debito.
RISPOLI Vincenzo e DE CASTRO Emanuele in qualità di promotori, inducendo MONOLO
Giovanni a rivolgersi per la richiesta del prestito in denaro a FILIPPELLI Nicodemo e fissando
le modalità dell’ operazione finanziaria.
FILIPPELLI Nicodemo, consegnando materialmente al MONOLO Giovanni a titolo di prestito
la somma di € 20.000 a fronte di titoli emessi a favore di PALAMARA Rocco, in funzione di
prestanome del FILIPPELLI e pretendendo poi con le minacce la restituzione di tale somma e
degli interessi ad un evidente tasso di usura.
ESPOSITO Antonio per avere monetizzato i titoli emessi da MONOLO Giovanni.
DE MASI Patrizia, moglie di ESPOSITO Antonio, per aver partecipato ai fatti con il ruolo di
prestanome nella compravendita della mansarda di Legnano, poi successivamente ceduta
alla società MAKEALL Spa, di fatto gestita da AGUSTO Agostino.
ZOCCHI Fabio, BARACCHI Giulio, AUGUSTO Agostino e AVALLONE Carlo per aver
organizzato le varie fasi della vendita della mansarda alla MAKEALL Spa.
Con le aggravanti del fatto commesso in cinque o più persone.
In Provincia di Milano e Varese tra il Maggio 2006 e sino al Maggio 2007.
RISPOLI Vincenzo - MANCUSO Luigi - FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio
Capo 26): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110 e 629 commi I e II c.p., perché in concorso tra loro e con
ignoti, mediante violenza e/o minaccia, costringendo LEO Francesco e LEO Adalberto, titolari
della gioielleria "ORO ITALIA", a consegnare oro e preziosi vari, a titolo di un asserito
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 14
intervento presso ignoti malfattori, autori di minacce a scopo estorsivo ai danni dei predetti
fratelli LEO (minacce estorsive in realtà provocate dagli stessi RISPOLI Vincenzo, MANCUSO
Luigi, FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio proprio per giustificare un loro intervento
risolutore della vicenda), procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno.
In Legnano (MI) il 15 maggio 2006.
FILIPPELLI Nicodemo, ESPOSITO Antonio e ZOCCHI Fabio
Capo 27): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., 644 c.p. ,
perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra di loro,
si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della
consegna, a titolo di prestito, a SERUGHETTI Claudio della somma di € 20.000, nonché
procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante
minacce, intimidazioni e percosse tipiche di un contesto mafioso, SERUGHETTI Claudio a
consegnare diversi titoli a rimborso del prestito e degli interessi.
In Lonate Pozzolo (VA) dal Febbraio 2006.
FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio
Capo 28): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., 644
comma IV n° 4 c.p., perché in concorso tra loro e con più azioni esecutive di un medesimo
disegno criminoso, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in
corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a ALAMARI Carlo di una somma
imprecisata, nonché procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno,
inducendo ALAMARI Carlo, mediante minacce anche di morte proferite nei confronti dello
stesso ALAMARI Carlo, ALAMARI Nicolas e ALAMARI Mario, a consegnare parte dei ricavati
della propria ditta denominata “Verniciature Varesine Sas” e ad assumere apparentemente alle
dipendenze della ditta stessa ZOCCHI Fabio, con il ruolo di collaboratore per meglio
controllare le attività imprenditoriali e per costringere i titolari ad effettuare lavori edili per i
quali percepivano compensi irrisori, mentre FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio, agendo
direttamente con il committente, incassavano gli effettivi maggiori corrispettivi dei lavori.
Con l’ aggravante, quanto al reato di usura, del fatto commesso in danno di persona che
svolge attività imprenditoriale, o commerciale, o artigianale.
In Lonate Pozzolo (VA) dal Novembre 2005.
FILIPPELLI Nicodemo, ZOCCHI Fabio e MANCUSO Luigi
Capo 29): del delitto di cui agli artt. 56, 110, 629 commi I e II c.p. in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. ,
perché in concorso tra loro procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno,
inducendo, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso, GRIANTI
Augusto, padre di GRIANTI Alex Bruno, socio accomandatario dell’ Immobiliare Amalfi Sas
di FILIPPELLI Nicodemo & C., con sede legale in Lonate Pozzolo via Silvio Pellico n° 23, e
uffici e capannone in Busto Arsizio via Amalfi n° 6
e di GRIANTI Christian, socio
accomandante della medesima immobiliare, a cedere in vendita a condizioni economiche
pregiudizievoli le quote societarie a MANCUSO Luigi, che aveva già occupato uno dei due
appartamenti dello stabile di proprietà della immobiliare in Lonate Pozzolo, via Amalfi n° 6 e
ove aveva già fissato la sede della ditta MELI AUTO di cui era titolare la moglie CHIARELLI
ROSELLA.
Con l’ aggravante del fatto commesso da tre o più persone in concorso tra loro.
In Busto Arsizio (VA) il 12.4.2006.
FILIPPELLI Nicodemo, ZOCCHI Fabio e MANCUSO Luigi
Capo 30): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 112, 629 commi 1 e 2 in relazione
all’ art. 628 comma III n° 1
c.p. e 644 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso
tra di loro ed in tempi diversi, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi
usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a SPADARO Giacomo della
somma di € 1.500. Non riuscendo a far fronte alle scadenze fissate per i pagamenti,
SPADARO Giacomo consegnava loro una serie di assegni del valore rispettivamente di €
2.500 ed € 2.000 che ZOCCHI e FILIPPELLI provvedevano a monetizzare trattenendosi €
300 cadauno quale loro compenso. Inoltre SPADARO era costretto a cedere ai due un
quantitativo di schede per ricariche telefoniche pari ad un importo di € 2.200 circa oltre a
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 15
diversi cellulari di ultima generazione, presi dai suoi negozi da FILIPPELLI e ZOCCHI e mai
pagati. Inoltre i medesimi FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio, mediante minacce anche
di morte rivolte al citato SPADARO Giacomo, costringendolo a cedere loro a titolo gratuito
una moto “Quad Polaris”, dalla cui vendita a MANCUSO Luigi ricavavano la somma di € 2.500,
procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto.
Con l’ aggravante del fatto commesso da tre o più persone in concorso tra loro.
In Somma Lombardo (VA) il 15.12.2005.
RIENZI Pasquale
Capo 31): del delitto di cui agli artt. 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. e 644 c.p. ,
perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, si faceva dare e/o
promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di
prestito, a SCAMPINI Paolo della somma di € 4.000, nonché procuravano a sé o ad altri un
ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di
un contesto mafioso, SCAMPINI Paolo a restituire la somma di € 4.800 e pretendendo per il
saldo l’ ulteriore importo di € 700. In particolare il RIENZI per intimidire la sua vittima oltre
che a chiamarlo più volte e con insistenza al telefono per ricordagli i pagamenti, lo
aspettava diverse volte sotto casa.
Con l’ aggravante del fatto commesso da tre o più persone in concorso tra loro.
In Legnano (MI) dal 27.6.2006 alla fine di agosto 2006.
RISPOLI Vincenzo, FILIPPELLI Nicodemo, ESPOSITO Antonio, ZOCCHI Fabio e RIENZI Pasquale
Capo 32): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 112, 629 commi I e II in relazione
all’ art. 628 comma III n°1 e
644 comma I n° 4 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in
concorso tra loro, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in
corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a CAPUZZI Maurizio e ZANZI Massimo della
somma di € 75.000, nonché procuravano a se stessi o ad altri un ingiusto profitto con altrui
danno, inducendo, mediante minacce, anche di morte, ed intimidazioni tipiche di un
contesto mafioso, CAPUZZI Maurizio e ZANZI Massimo a restituire in tre anni la somma di €
150.000, oltre al pagamento di cambiali mensili da € 3.000.
Con l’ aggravante del concorso nel reato di tre o più persone e quanto al reato di usura del
fatto commesso in danno di persona che svolge attività imprenditoriale, professionale o
artigianale.
In Castellanza (VA) il 9.8.2006 e nei tre anni antecedenti.
FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella
Capo 33): del delitto di cui agli artt. 110 e 644 c.p., perché, in concorso tra loro, si facevano dare e/o
promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di
prestito, a TAVERNESE Luigi Gaetano di una somma imprecisata, esigendo in cambio
l’
emissione di almeno un assegno bancario dell’ importo di € 3.000, assegno
successivamente consegnato a LETO RUSSO Antonella, incaricata da FILIPPELLI Nicodemo
di esigerne il pagamento
In Lonate Pozzolo (VA) ed altrove il 23.1.2007 ed anteriormente.
FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella
Capo 34): del delitto di cui agli artt. 110 e 644 c.p., perché, in concorso tra loro, si facevano dare e/o
promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di
prestito, a VENTRICE Carmela della somma di € 1.000, esigendo in cambio
l’
emissione di 4 assegni post datati al 23.3.2007, 23.4.2007, 23.5.2007 e 23.6.2007, per un
importo complessivo di € 1.300, di cui € 300 di interesse in quattro mesi, emessi dal marito
BONASERA Giuseppe detto “PIPPO”. Assegni successivamente consegnati a LETO RUSSO
Antonella, incaricata da FILIPPELLI Nicodemo di esigerne il pagamento.
In Lonate Pozzolo (VA) il 23.1.2007.
FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella
Capo 35): del delitto di cui agli artt. 110 e 644 c.p., perché, in concorso tra loro, si facevano dare
e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di
prestito, a COPPINI Emanuele di una somma imprecisata, esigendo in cambio l’ emissione di
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 16
assegni bancari vari tra i quali l’ assegno della Unicredit Banca
n° 3168890457-05
datato 30.4.2007, dell’ importo di € 3.000. Assegno successivamente consegnato a LETO
RUSSO Antonella, incaricata da FILIPPELLI Nicodemo di esigerne il pagamento.
Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in attuazione del programma criminoso del
sodalizio.
In Lonate Pozzolo (VA) ed altrove anteriormente al 21.3.2007.
RISPOLI Vincenzo, FILIPPELLI Nicodemo, MANCUSO Luigi, LETO RUSSO Antonella e VIZZA Rita
Capo 36): del delitto di cui agli artt. 61 n° 2, 81 cpv, 110, 112, 644 c.p. , perché, con più azioni esecutive di
un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, si facevano dare e/o promettere, per
sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a LONATI
Fabio della somma di € 20.000. In particolare la restituzione del denaro era concordata
entro i due mesi successivi al ricevimento del prestito, previa la corresponsione di € 13.000
di interessi ed a tal fine il LONATI Fabio emetteva diversi assegni bancari tra i quali i
seguenti:
assegno Banca Popolare di Lodi n° 0097757803-00 datato 2.5.2007, dell’ importo di
€ 11.000.
assegno Banca Popolare di Lodi n° 0097757802-12 datato 3.5.2007, dell’ importo di
€ 11.000.
assegno Banca Popolare di Lodi n° 0097757804-00 datato 6.5.2007, dell’ importo di
€ 11.000.
Tenendo ciascuno le seguenti condotte:
MANCUSO Luigi facendo da mediatore nelle varie fasi del prestito e dando indicazione su
come dovevano essere compilati i vaglia postali specificandone la causale “pagamento BMW” e
avvisando il LONATI Fabio di contattare FILIPPELLI Nicodemo per avere i numeri dei codici
dei vaglia postali.
LETO RUSSO Antonella, come disposto da FILIPPELLI Nicodemo, si faceva consegnare da
VIZZA Rita, suocera di FILIPPELLI Nicodemo e depositaria del denaro per conto di
quest’ultimo, la somma di € 20.000 in contante, inviandola il giorno 8.3.2007 a mezzo
vaglia postali con beneficiario LONATI Fabio. La stessa LETO RUSSO Antonella si occupava
della monetizzazione dei titoli consegnati dal LONATI Fabio.
RISPOLI Vincenzo sovraintendendo a tutta l’ operazione finanziaria anche in relazione agli
sviluppi della situazione a seguito del sequestro dei titoli avvenuto in Trecate il 21.3.2007.
Con l’ aggravante del fatto commesso da cinque o più persone.
Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in attuazione del programma criminoso del
sodalizio.
In Lonate Pozzolo (VA) nelle date suddette.
FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella
Capo 37): del delitto di cui agli artt. 110 e 644 c.p., perché, in concorso tra loro, si facevano dare e/o
promettere, per sé o per altri, da ESPOSITO Margherita interessi usurari in corrispettivo del
cosiddetto “cambio assegni”, con la consegna, da parte della ESPOSITO Margherita alla LETO
RUSSO Antonella, di un assegno bancario per l’ importo di € 1.600, esigendo in cambio della
motenizzazione del titolo la somma di € 150 e, successivamente, rimasto insoluto il titolo,
ottenendo la LETO RUSSO Antonella, su disposizione del FILIPPELLI Nicodemo, la consegna
di due cambiali da 1.250 euro l’una con le scadenze, la prima, del 3 o 4 gennaio 2007 e, la
seconda, del 30 gennaio 2007.
In Lonate Pozzolo (VA) dall’agosto 2006 al 30.1.2007.
FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio
Capo 38): del delitto di cui agli artt. 110, 629 c.p. in relazione all’art. 628 comma III n°1 c.p. , perché in concorso
tra loro procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo
ACCARINO Mario, titolare dell’ agenzia di pompe funebri denominata "Onoranze Funebri
Gallaratesi - Nuova SOF di ACCARINO Antony & C. Sas”, a pagare
un’ imprecisata somma di
denaro, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso espresse con
parole del tipo "queste persone non hanno voglia nè di perdere tempo nè di scherzare... sappi che Nico... non è
che Nico non ti è amico ma a lui gli hanno fatto capire chiaramente... se tu hai provato a vedere se si poteva
risolvere in modo diverso visto che non si può... sono cazzi che non ci riguardano più... gli ho detto se questa è gente
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 17
che gli sta perdendo una barca di soldi e non è solo un discorso economico che ci sono sotto altri interessi altre
cose... finisce che tu ti vai a mettere in una situazione un attimino del cazzo!...”
In Lonate Pozzolo (VA) e Gallarate (VA) dall’ ottobre 2006 al marzo 2007.
FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio
Capo 39): del delitto di cui agli artt. 110, 629 commi I e II, in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 e 644 comma I n° 4
c.p., perché, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso,
si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, da SENIA Giovanna, contitolare del
negozio di parrucchieri "MAN WOMAN STUDIO di SENIA GIOVANNA & C. Sas", interessi usurari
in corrispettivo della consegna alla medesima, a titolo di prestito, della somma di € 30.000
da parte di RUSSO Giuseppe. Alla morte di quest’ultimo FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI
Fabio esigevano il pagamento dei titoli a suo tempo consegnati dalla SENIA Giovanna a
RUSSO Giuseppe per un importo totale di
€ 60.000, nonché procuravano a sé o ad
altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante minacce ed intimidazioni
tipiche di un contesto mafioso, SENIA Giovanna a effettuare i pagamenti alle scadenze
concordate. Parte del denaro ottenuto dalla SENIA Giovanna veniva devoluto al
mantenimento di Restani Debora, vedova di RUSSO Giuseppe.
Con l’ aggravante del concorso nel reato di più persone e quanto al reato di usura del fatto
commesso in danno di persona
che svolge attività imprenditoriale, professionale o
artigianale.
In Lonate Pozzolo (VA) e Busto Arsizio (VA) dal novembre 2005.
FILIPPELLI Nicodemo – ZOCCHI Fabio ed ESPOSITO Antonio
Capo 40): del delitto di cui agli artt. 56, 110, 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perché in
concorso tra loro minacciando DA PONTE Antonio con intimidazioni tipiche di un contesto
mafioso e in particolare concordando tra loro che “. . . stavolta a mazzate in faccia … questa
volta....questa volta...io gli sparo....” – “. . . andiamo li...ci faccio venire pure Toni con la cosa....io a questo qui
ci sparo, gli faccio vedere... sta volta lo faccio …”, al fine di indurlo a saldare il debito di € 12.000
contratto con Leo Francesco per la vendita di un orologio, eseguivano atti idonei diretti in
modo non equivoco a commettere il reato di estorsione, non riuscendo nell’ intento per
cause indipendenti dalla loro volontà.
Con l’ aggravante del concorso nel reato di più persone.
In Lonate Pozzolo (VA) e Busto Arsizio (VA) dal 10.4.2006 al 20.12.2006.
FILIPPELLI Domenico - PECORA Mario - MOLFESE Giovanni - AUGUSTO Agostino - AVALLONE Carlo D'APOTE Daniele - BARACCHI Giulio - CAPPONI Mario e CUSINATI Fabrizio
Capo 41): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110 - 648 bis commi I e II - 648 ter commi I e II c.p. - art. 7 D.L. 152/91,
per avere, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso,
sostituito o trasferito denaro, titoli, beni o altre utilità provenienti dai delitti di usura ed
estorsione, ivi compresi i proventi illeciti di cui ai capi precedenti, ovvero eseguito in
relazione ad essi altre operazioni in modo da ostacolare
l’ identificazione della
provenienza delittuosa ai fini del successivo reimpiego in attività economiche o finanziarie
del denaro, dei titoli e dei beni suddetti. In particolare incassavano, ai fini del successivo
reimpiego a favore dell’ associazione a delinquere di tipo mafioso denominata “Locale di
Legnano - Lonate Pozzolo”, facente capo a RISPOLI Vincenzo, DE CASTRO Emanuele e
FILIPPELLI Nicodemo, titoli e denaro di illecita provenienza, simulando, tramite fatturazione
di comodo, che si trattasse di pagamenti di prestazioni apparentemente lecite e regolari, ma
in realtà inesistenti, mediante le seguenti società:
 MAKEALL Spa, amministrata da MILAN Patrizia ma di fatto gestita dall’ ingegnere
AUGUSTO Agostino;
 REVINCTA Srl, amministrata da D'APOTE Daniele, ma di fatto gestita dall’ architetto
AVALLONE Carlo;
 MOSE' Immobiliare Srl di D'APOTE Daniele;
 BASTIAN & BASTIAN Srl, amministrata da AVALLONE Carlo;
 EDILCAP di CAPPONI Mario;
 CF COSTRUZIONI di CUSINATI Fabrizio;
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 18
 ZEN Srl, già amministrata da D'AGOSTINO Giuseppe, ma gestita da DE CASTRO
Emanuele;
 IMMOBILIARE AMALFI Sas di FILIPPELLLI Nicodemo;
 COSTRUZIONI EDILI di PECORA Mario;
 NUOVA IME Srl di PECORA Mario.
 CONFISA di BARACCHI Giulio.
Con l’aggravante del fatto commesso al fine di agevolare l’attività dell’ associazione a
delinquere di stampo mafioso denominata “Locale di Legnano - Lonate Pozzolo”.
In Lonate Pozzolo (VA) dall’ ottobre 2006 al maggio 2008.
CASTELLOTTI Mauro e DE MASI Savina (gestori del distributore AGIP di Pero)
Capo 42): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110 - 648 bis commi I e II - 648 ter commi I e II c.p., per avere, con
più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, sostituito o trasferito denaro, titoli,
beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo, ovvero eseguito in relazione ad essi
altre operazioni in modo da ostacolare l’ identificazione della provenienza delittuosa ai fini
del successivo reimpiego in attività economiche o finanziarie del denaro, dei titoli e dei beni
suddetti. In particolare ricevevano da ESPOSITO Antonio alcuni degli effetti consegnati da
MONOLO Giovanni nelle circostanze di cui ai capi precedenti e li ponevano
all’ incasso
per conto dell’ ESPOSITO Antonio e del FILIPPELLI Nicodemo.
In Pero (MI) dall’ aprile 2006 all’ aprile 2007.
ESPOSITO Antonio
Capo 43): del delitto di cui agli artt. 110, 56, 628 comma III n°1 c.p. perché in concorso
con ignoto
complice, agendo con il volto travisato da caschi da motociclista, facendo irruzione nei locali
della Banca Intesa San Paolo, agenzia di Lonate Pozzolo, impugnando uno dei due rapinatori
una pistola di piccole dimensioni e rovistando nella cassa alla ricerca di denaro, ove
rinvenivano una banconota da € 10 che abbandonavano sul bancone prima di darsi alla
fuga, eseguivano atti idonei diretti in modo non equivoco a commettere il reato di rapina a
mano armata ai danni del predetto istituto di credito, non riuscendo nell’intento per
cause indipendenti dalla loro volontà. Nella fattispecie, l’ inserimento del sistema di
temporizzazione non aveva consentito l’ apertura della cassaforte in maniera manuale,
impedendo l’ asportazione del denaro in essa contenuto.
In Lonate Pozzolo (VA) il 5.6.2006.
CAPI di IMPUTAZIONE CONNESSI TRA LORO ex artt. 81 c.p. e 12 lett. b) e c) c.p.p.
Per AUGUSTO Agostino, DE MASI Patrizia, PANO Andrea e VIZZA Rita NON sono state richieste misure
cautelari e l’ incolpazione vale solo come contestazione preliminare.
CONTESTAZIONE della RECIDIVA
Recidiva generica per
CASOPPERO Cataldo
CASTELLOTTI Mauro
CRISTELLO Giacomo
FILIPPELLI Nicodemo
LONGOBUCCO Santino
MURANO Vincenzo
NARDO Giovanni Battista
PAOLINO Antonio
ROCCA Ernestino
RUSSO Domenico
Recidiva reiterata per
AVALLONE Carlo
CUSINATI Fabrizio
DE CASTRO Emanuele
FILIPPELLI Mario
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 19
GIORDANO Stefano
MANCUSO Luigi
PALAMARA Rocco
PECORA Mario
RISPOLI Raffaele
RISPOLI Vincenzo
Recidiva reiterata infraquinquennale per
LOMUSCIO Roberto
Recidiva specifica per
LETTIERI Olindo
Recidiva specifica reiterata per
CONVISSUTO Rosario
CIANCIO Nicola
ESPOSITO Antonio
FILIPPELLI Francesco
LA FACE Giorgio
Recidiva specifica reiterata infraquinquennale per
DONATO Orazio
PREMESSA
Il presente procedimento (rubricato al n° 12686/06 R.G.N.R.), in parte costituito dalla
riunione di altri e precedenti procedimenti instaurati già a decorrere dall’ anno 2000 dalle
Procure delle Repubbliche di Varese e Busto Arsizio, ha come principale oggetto di indagine
la costituzione e l’ operatività di una cellula n’dranghetistica (c.d. LOCALE secondo la terminologia
in uso all’ interno della stessa n’drangheta) in una limitata porzione di territorio delle province di Milano e
Varese a decorrere dall’ anno 2000 ed in permanenza attuale.
Tenuto conto della molteplicità dei soggetti indagati (54), del considerevole numero di capi di
imputazione (43) e soprattutto dell’ ampio arco temporale entro il quale detti fatti sono stati
commessi (dall’ anno 2000 e - per alcuni reati – in permanenza attuale), risulta opportuno, per una più
agevole lettura della presente ordinanza, indicare in premessa la struttura ed i temi trattati.
Ad analoga finalità risponde anche l’ indice allegato in calce alla presente ordinanza.
All’ inizio si esporranno in modo sintetico le vicende che hanno determinato l’ apertura delle
prime indagini nel 2000 da parte delle Procure della Repubblica di Varese e Busto Arsizio.
Quindi si descriveranno i tempi e le modalità operative scelte dagli organi inquirenti e si
esporranno progressivamente gli esiti delle indagini, anticipando fin d’ ora che esse sono
state effettuate in misura predominante mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali, stante la
particolare natura dei reati in contestazione e la sostanziale assenza di comportamenti
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 20
effettivamente collaborativi con le autorità di polizia e gli gli organi inquirenti da parte della
stragrande maggioranza delle persone offese.
Un breve paragrafo verrà pertanto dedicato alla principali questioni in materia di
intercettazioni.
Con riferimento specifico al reato associativo di stampo mafioso (capo 1) ed al reato
associativo di tipo semplice (capo 2) verranno brevemente illustrati i principi di diritto ormai
consolidati, e di seguito verrà esaminato il compendio indiziario raccolto nelle indagini in
ordine alle due associazioni a delinquere, la prima (capo 1) di stampo mafioso (denominata
dagli organi inquirenti “Locale di Legnano - Lonate Pozzolo”), la seconda (capo 2) di tipo semplice,
operante nel medesimo ambito territoriale in modo parallelo alla prima sotto la direzione di
due componenti (FILIPPELLI Mario e FILIPPELLI Nicodemo) dell’ associazione a delinquere di
stampo mafioso ex art. 416 bis c.p. sub 1.
Di seguito verranno trattate singolarmente le singole contestazioni nell’ ordine numerico
indicato dal PM nelle imputazioni provvisorie (dal capo 1 al capo 43).
Verrà quindi presa in considerazione la posizione di ogni singolo indagato cui il reato
associativo viene contestato, evidenziando gli elementi più significativi che lo riguardano.
Si ritiene opportuno anticipare che molte delle fonti di prova utilizzate (come detto
principalmente – ma non esclusivamente - conversazioni telefoniche ed ambientali
intercettate) contengono elementi che valgono ad illustrare più profili e temi di indagine (ad
esempio è emerso in più occasioni che una stessa conversazione contenga elementi utili a
provare sia la struttura, che i fini ed i metodi delle due associazioni oggetto di indagine,
nonché la partecipazione dell’ uno o dell’ altro indagato a queste, ed infine la realizzazione
dei c.d. reati fine). Ne deriva che alcune conversazioni saranno richiamate più volte nello
svolgimento dell’ ordinanza, in funzione del tema di indagine trattato.
Stante la pressoché assenza di fonti dichiarative (es. dichiarazioni di persone offese libere
da soggezioni di tipo omertoso) e la particolare natura dei reati associativi contestati ai capi
1 e 2 (caratterizzati in punto di fatto da una molteplicità di vicende e di rapporti singoli che
vanno poi valutati con criteri di sintesi globale mettendo in luce le reciproche correlazioni ed
il programma criminoso sottostante), si ritiene che il metodo analitico nell’ esposizione dei
fatti oggetto di indagine sia quello più adatto a rendere ragione delle determinazione finali
di questo giudice.
Infine, concluso il tema della sussistenza o meno dei gravi indizi di colpevolezza in relazione alle
singole contestazioni, verrà trattato il tema della sussistenza delle esigenze cautelari.
A) - SVILUPPO CRONOLOGICO dell’ INDAGINE
L’ indagine del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Varese,
denominata “BAD BOYS”, traeva spunto da alcune eclatanti vicende criminali che avevano
destato un diffuso allarme sociale nella provincia di Milano e nel basso varesotto.
L’ attività investigativa dei Carabinieri di Varese si innestava su precedenti indagini svolte
dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio e dalla locale Compagnia
Carabinieri, oltre che dallo stesso Reparto Operativo, con l’ obbiettivo di dare organicità e di
approfondire gli elementi che evidenziavano il contesto associativo di stampo mafioso nel
quale tali vicende erano maturate.
In particolare, con nota n° 778/1 di prot. del 16.1.2006, diretta al Procuratore della
Repubblica di Busto Arsizio, venivano citati i seguenti episodi, tutti verificatisi nel corso
dell’anno 2005:
7 gennaio 2005 - in Lonate Pozzolo (VA), in una zona boschiva al confine con il comune di Castano
Primo (MI), veniva rinvenuto il cadavere, completamente carbonizzato di MURANO
20
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 21
Cataldo 2. Il corpo si trovava sul sedile di guida della sua autovettura Volkswagen Golf
targata AG 122 GY anch’essa completamente distrutta dalle fiamme. Le indagini eseguite
permettevano di stabilire che si era trattata di una vera e propria esecuzione. L’uomo era
stato prima ucciso a colpi di arma da fuoco (cal. 38) e poi bruciato, verosimilmente per
cancellare possibili tracce - Proc. Pen. nr.34/05 RGNR della Procura della Repubblica di Busto
Arsizio;
15 maggio 2005 - in Ferno (VA), alle ore 01.00 circa, in via Diaz, all’ interno del cantiere edile dei
“fratelli URSO” 3, ignoti, probabilmente utilizzando liquido infiammabile, appiccavano il
fuoco ad un muletto meccanico marca Manitu targato ABP124. Le indagini erano condotte
dal Comando Compagnia CC. di Busto Arsizio nel Proc. Pen. n° 2894/05 R.G.N.R. della Procura
della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA);
28 maggio 2005 - in Lonate Pozzolo (VA), intorno alle ore 00.30 circa, ignoti lanciavano una
bottiglia incendiaria contro l’ abitazione di LOREGGIAN Lauro 4, imprenditore edile del
luogo provocando lievi danni 5. Le indagini erano condotte dal Comando Compagnia CC.
di Busto Arsizio, Proc. Pen. n° 2894/05 R.G.N.R. della Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Busto Arsizio (VA);
29 maggio 2005 - in Lonate Pozzolo (VA), verso le ore 23.30, ignoti lanciano due bottiglie
incendiarie contro l’ abitazione di LOREGGIAN Lauro. Stavolta le bottiglie restano integre
e l’ intenzione incendiaria non si compie. Le indagini erano condotte dal Comando
Compagnia CC. di Busto Arsizio, Proc. Pen. n° 2894/05 R.G.N.R. della Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA);
29 maggio 2005 - in Lonate Pozzolo (VA) verso le ore 01.00, in via Ceresio, ignoti, mediante
liquido infiammabile appiccavano il fuoco alle impalcature in legno di un cantiere edile di
proprietà di LOREGGIAN Silvio 6. Le indagini erano condotte dal Comando Compagnia CC.
di Busto Arsizio, Proc. Pen. n° 2894/05 R.G.N.R. della Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Busto Arsizio (VA);
1 ottobre 2005 - in Oggiona Santo Stefano (VA), in via Campiglio 5, ignoti esplodevano cinque colpi di
pistola cal. 6,35 contro la porta della falegnameria di ALDELIZZI Liberato, imprenditore di
Carnago (VA) incensurato. Le indagini erano condotte dal Comando Compagnia CC. di
Busto Arsizio, Proc. Pen. n° 4915/05 R.G.N.R. della Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Busto Arsizio (VA);
26 novembre 2005 - in Lonate Pozzolo (VA), in via Bologna n° 2, quattro individui travisati, forse
stranieri, entravano all’ interno dell’ abitazione di CASOPPERO Cataldo 7 e dopo aver
picchiato il proprietario si impossessavano della somma di circa € 2000 in contanti - Poc.
Pen. n° 5470/05 R.G.N.R. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio
(VA);
2
MURANO Cataldo, nato a Cirò Marina (KR) il 5.2.1954, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Mulinelli n° 14,
coniugato, muratore, con precedenti per reati inerenti gli stupefacenti.
3
URSO Vincenzo, nato a Gallarate (VA) il 25.1.1967, residente a Lonate Pozzolo (VA) via Primo Maggio n° 16,
coniugato, industriale.
4
LOREGGIAN Lauro Tarcisio, nato a Oleggio (NO) il 15.12.1957, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Ticino 12/F,
imprenditore edile con precedenti per armi.
5
Per tale episodio con comunicazione di notizia di reato n° 73/4 del 28.5.2005 (PM Dott. Gaglio della Procura della
Repubblica di Busto Arsizio) i Carabinieri di Busto Arsizio denunciavano in stato di libertà RUSSO Giuseppe (di cui alla
nota n° 9) ed il fratello Domenico nato a Cirò Marina il 2.1.1976 residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Isonzo n° 7.
6
LOREGGIAN Silvio, nato il 20.3.1933, residente a Lonate Pozzolo (VA), imprenditore edile, padre di Lauro.
7
CASOPPERO Cataldo Santo (detto “Aldo” o “la scimmia”), nato a Cirò Marina (KR) l’ 1.11.1951, residente a Lonate
Pozzolo (VA) in via Bologna n° 2, imprenditore edile, titolare della ditta VALE SCAVI Srl.
21
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 22
27 novembre 2005 - in Lonate Pozzolo (VA), in via Roma, all’ interno del bar “Caffè Moro” verso le ore
16.45, viene ucciso a colpi di pistola cal. 7,65 RUSSO Giuseppe 8 - Proc. Pen. n° 5468/05
R.G.N.R. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA).
Tali vicende venivano poste in relazione alla presenza sul territorio di gruppi di gelesi e di
calabresi provenienti della provincie di Reggio Calabria, Crotone e Catanzaro legati, per
vincolo di parentela o di “comparato”, a cosche di stampo mafioso operanti nelle regioni di
origine.
Secondo l’ analisi dei Carabinieri, mentre per i primi la cosca di riferimento era quella di
“Piddu Madonia”, attraverso i noti “RINZIVILLO”, per i secondi i punti di riferimento principali
erano la cosca “Gallace – Cimino” di Guardavalle (CZ) e quella “Farao – Marincola” di Cirò Marina
(KR), rappresentati in loco da NOVELLA Alessio 9 e RISPOLI Vincenzo 10.
I rapporti RISPOLI-NOVELLA erano documentati dalla costituzione negli anni ‘80 di una
società tra RISPOLI Giuseppe (deceduto) e NOVELLA Carmelo (ucciso nel luglio 2008),
elemento di spicco della cosca NOVELLA-GALLACE di Guardavalle (CZ), per la costruzione di
alcune unità immobiliari in Legnano.
Tali legami venivano ulteriormente rafforzati tramite RISPOLI Raffaele Giorgio 11, fratello
minore di RISPOLI Vincenzo, che andava a convivere con NOVELLA Grazia, della famiglia
NOVELLA, vedova di CIMINO Salvatore, stabilendo la residenza in Via Bellingera n° 12 in
Legnano.
Agli episodi già segnalati si aggiungeva nel frattempo un ulteriore grave fatto di sangue:
27 febbraio 2006 – in Ferno (VA), in una strada secondaria, ove aveva presumibilmente
incontrato il suo o i suoi assassini, veniva ucciso MURANO Alfonso, colpito con un colpo di
arma da fuoco al cuore e da altri due in faccia quando era già a terra - Proc. Pen.
n°
16060/06 R.G.N.R. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA).
In data 7.3.2006 il Procuratore della Repubblica di Busto Arsizio trasmetteva gli atti dei
procedimenti relativi agli omicidi suddetti (Proc. Pen. n° 34/05 RGNR - omicidio MURANO Cataldo
- Proc. Pen. n° 5468/05 R.G.N.R. - omicidio di RUSSO Giuseppe - Proc. Pen. n° 16060/06 R.G.N.R. –
omicidio di MURANO Alfonso), ipotizzando che fossero maturati in un unico contesto
criminale e che fossero stati commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’ art. 416 bis
c.p..
Il procedimento relativo agli omicidi in questione veniva iscritto al n° 20230/06 RGNR Mod. 44
con l’ aggravante di cui all’ art. 7 del D.L. 152/91.
Con successiva informativa n° 783/19 del 13.3.2006, diretta a questo Ufficio, i Carabinieri
precisavano il contesto malavitoso in cui si erano verificaati gli omicidi di MURANO Cataldo,
RUSSO Giuseppe e MURANO Alfonso, segnalando che nella zona di Legnano e comuni
limitrofi si erano stabiliti, già verso la metà degli anni ‘60, appartenenti alla famiglia
RISPOLI, legati da stretti vincoli di parentela alla famiglia FARAO di Cirò Marina. A questo
cospicuo e omogeneo nucleo famigliare faceva infatti riferimento lo zio FARAO Giuseppe,
capo dell’ omonima cosca, quando dal 6.7.2004 al 26.8.2004 beneficiava degli arresti
domiciliari presso l’ abitazione della sorella FARAO Grazia, madre di RISPOLI Vincenzo,
abitante a San Giorgio su Legnano (MI) in via Visconte di Modrone n° 38. Nel varesotto, nei
comuni di Lonate Pozzolo e Ferno, si erano invece stabilite le famiglie, sempre cirotane, dei
FILIPPELLI, CASOPPERO, CILIDONIO, MURANO, DE NOVARA e RUSSO ed a Busto Arsizio i
MANCUSO.
8
RUSSO Giuseppe, nato a Cirò Marina (KR) il 21.12.1976, residente a Cuggiono (MI) in via De Gasperi n° 6,
imprenditore edile, pregiudicato per armi, estorsione e droga. Nipote di FILIPPELLI Mario. La madre di RUSSO,
FILIPPELLI è sorella di Mario.
9
NOVELLA Alessio, nato a Guardavalle (CZ) il 22.5.1955, residente a Legnano (MI) in via Gioberti n° 1, con precedenti
per associazione mafiosa e droga.
10
RISPOLI Vincenzo, nato a Cirò Marina (KR) il 15.12.1962, residente a Legnano (MI) in viale Sabotino n° 43, con
precedenti per associazione mafiosa, armi e droga.
11
nato a San Giorgio su Legnano (MI) il 2.4.1966.
22
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 23
L’ intraneità di RISPOLI Vincenzo alla 'ndrangheta risultava anche da pregressi accertamenti
evidenziati solo nella informativa conclusiva n° 783/148-2006 della “INDAGINE BAD BOYS” in
data 25.8.2008, ove si riferiva l’ esito di un controllo effettuato in data 30.4.1999
presso
la pensione “SCACCIAPENSIERI” di Nettuno. In quell’ occasione il RISPOLI era in compagnia
dei principali esponenti della ‘ndrangheta in Lombardia, tra cui BARRANCA Cosimo 12, GALLACE
Giuseppe 13, BARBARO Domenico, detto “l’AUSTRALIANO” 14, NOVELLA Carmelo 15, padre di
Alessio, MOLLUSO Giosafatto 16, MINASI Saverio 17, MANDALARI Vincenzo 18, PANETTA Pietro
Francesco 19, MANDALARI Nunziato 20 LAVORATA Vincenzo 21, BELCASTRO Pierino 22 e
PANETTA Salvatore 23.
Aggiungevano i Carabinieri che nel corso degli anni alcune di queste persone, favorite ed
agevolate dai legami di parentela con appartenenti al sodalizio operante in Cirò Marina,
avevano affermato sempre di più la propria supremazia territoriale locale, fino ad ottenere
la consacrazione del sodalizio come vera e propria 'ndrina, operante nei territori limitrofi allo
scalo aeroportuale di Malpensa, nonchè su tutta la fascia del Sempione fino alle porte di
Milano. Si trattava di soggetti quasi tutti legati ad attività connesse con l’edilizia, siccome
titolari di imprese di costruzione e/o movimento terra, artigiani, o meri prestatori di
manodopera, che riuscivano a garantirsi appalti di cantieri anche di grosse dimensioni e,
forti del potere derivante dall’ appartenenza alla associazione, decidere a quali aziende
cedere o subappaltare i lavori, dietro corresponsione di una percentuale sui guadagni.
Si evidenziava altresì che la diffusione del sistema estorsivo ai danni di persone e aziende
era ormai un dato desumibile non soltanto dalle poche denunce, ma anche da dichiarazioni
pubbliche di rappresentanti delle amministrazioni locali, come VERDERIO Modesto 24,
consigliere comunale in carica, che dopo aver rilasciato un’ intervista riportata da alcuni
giornali locali in data 3 marzo 2006, circa il pagamento del “pizzo” da parte della quasi
totalità dei commercianti della zona, veniva sentito a sommarie informazioni. In quella sede,
il VERDERIO precisava quanto segue: “Durante la campagna elettorale per le lezioni amministrative del
2004 venivo avvicinato da alcuni cittadini di Lonate Pozzolo, i quali mi sottoponevano alcune problematiche
presenti sul territorio in riferimento al problema della criminalità calabrese dedita alle estorsioni presso gli esercizi
pubblici. In particolare tale Mario, gestore dell’ “Osteria degli artisti”, sita in Lonate Pozzolo – VA - in via Roma,
vicina alla piazza S. Ambrogio, mi portava a conoscenza del fatto che gli allora gestori del bar “Atlantic” e di un
negozio di alimentari (ritengo quello in centro – mi pare via Roma) pagavano tangenti a favore di alcune persone,
fra le quali ricordo mi nominò il cognome FILIPPELLI, calabrese. Inoltre una volta ricordo ci trovavamo per strada
e mi indicò una persona che sarei in grado di riconoscere dicendomi che faceva parte di un gruppo di persone dedite
alle estorsioni……..”. In relazione a tale ultimo particolare veniva mostrato al teste un album
fotografico di pregiudicati in cui riconosceva, con assoluta certezza la foto raffigurante tale
DI GIULIO Moris 25, pregiudicato, considerato appartenente al gruppo di calabresi facenti
capo ai MURANO/FILIPPELLI.
Anche COLOMBO Claudia 26, sindaco del comune di Ferno (VA), ebbe a denunciare pesanti
minacce subite da parte di uno dei componenti della famiglia MURANO, poi identificato in
MURANO Cataldo 27, fratello di Alfonso, a dimostrazione dell’ arrogante tracotanza dei
personaggi in questione.
12
nato a Caulonia (RC) il 10.8.1956.
nato il 22.1.1969, residente a Nettuno.
14
nato a Platì (RC) il 5.5.1937, residente a Buccinasco (MI).
15
nato a Guardavalle (CZ) il 12.10.1950, ucciso a San Vittore Olona (MI) il 14.7.2008.
16
nato a Platì (RC) il 19.1.1949, residente a Buccinasco (MI).
17
nato a Oppido Mamertina (RC) il 10.9.1941, residente a Legnano (MI).
18
nato a Guardavalle (CZ) il 18.7.1960, residente a Bollate (MI).
19
nato a Grotteria (RC) il 28.10.1953, residente a Bresso (MI).
20
nato a Guardavalle (CZ) il 12.10.1956.
21
nato a Roccella Jonica (RC) il 13.3.1929.
22
nato a Grotteria (RC) il 31.3.1963, residente a Milano.
23
nato a Locri (RC) il 9.9.1961, residente a Novara.
24
nato a Lonate Pozzolo (VA) il 4.4.1953 ed ivi residente.
25
nato a Busto Arsizio (VA) il 15.3.1980, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Baracca n° 32, celibe, pregiudicato.
26
nata a Ferno (VA) il 2.11.1952 ed ivi residente in via Garibaldi 27.
27
nato a Cirò Marina (KR) il 14.2.1966, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Isonzo n° 9;
13
23
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 24
I legami tra RISPOLI Vincenzo e il gruppo dei cirotani di Lonate Pozzolo venivano, tra
l’ altro, attestati proprio in occasione dei funerali delle ultime due vittime, mediante riprese
video e fotografiche:
– foto raffigurante RISPOLI Vincenzo con ombrello che
accompagnava ESPOSITO Antonio, che dal carcere di Bollate conversava con FILIPPELLI
Nicodemo e RUSSO Giuseppe e di cui alla trascrizione telefonica sopra riferita;
funerali di RUSSO Giuseppe
funerali di MURANO Alfonso – foto raffigurante RISPOLI Vincenzo schierato con altri
personaggi mentre ricevevano i saluti dei partecipanti al funerale.
Nella medesima informativa n° 783/19 del 13.33.2006 i Carabinieri di Varese chiedevano di
poter proseguire le indagini tecniche già disposte dalla Procura di Busto Arsizio, per gli
omicidi di RUSSO Giuseppe e di MURANO Alfonso, nei confronti di RISPOLI Vincenzo,
ZOCCHI Fabio 28, FILIPPELLI Nicodemo 29, PAPAIANNI Salvatore 30, TRIFINO Gaetano 31,
FILIPPELLI Mario 32, detto “zio Mario”, cugino di Nicodemo, MANCUSO Luigi 33, MURANO
Francesco 34 ed ESPOSITO Antonio 35.
Il procedimento n° 20230/06 RGNR Mod.44 veniva quindi iscritto nei confronti delle persone
suddette al n° 12686/06 RGNR Mod.21, per i medesimi reati, ai quali si aggiungeva
successivamente quello di cui all’ art. 416 bis c.p..
Al procedimento n° 12686/06 RGNR Mod. 21 veniva successivamente riunito il Proc. Pen. n° 5556/00
R.G.N.R. “INDAGINE PIROMANE”, al quale era già stato riunito dal Procuratore della
Repubblica di Busto Arsizio il Proc. Pen. n° 3225/04 R.G.N.R. “INDAGINE DOLCE VITA”, recante a
sua volta gli atti di indagine di tutti i procedimenti sopra citati. Procedimenti riuniti, che
venivano trasmessi a questo Ufficio, perché afferenti a fatti-reato maturati nel medesimo
ambito malavitoso in cui si erano verificati gli omicidi di cui si è sopra detto.
Per chiarezza occorre quindi evidenziare che al procedimento n° 12686/06 RGNR Mod.21
risultano riuniti i seguenti procedimenti della Procura della Repubblica di Busto Arsizio:
(omicidio di MURANO Cataldo)
(danneggiamento seguito da incendio nel cantiere edile dei “fratelli
URSO” - danneggiamento seguito da incendio ai danni dell’ abitazione di LOREGGIAN
Lauro - danneggiamento seguito da incendio del cantiere edile di proprietà di LOREGGIAN
Silvio);
Proc. Pen. n° 4915/05 R.G.N.R. (esplosione di 5 colpi di pistola cal. 6,35 contro la porta della
falegnameria di ALDELIZZI Liberato, imprenditore di Carnago);
Proc. Pen. n° 5470/05 R.G.N.R. (rapina ai danni di CASOPPERO Cataldo);
Proc. Pen. n° 5468/05 R.G.N.R. (omicidio di RUSSO Giuseppe)
Proc. Pen. n° 16060/06 R.G.N.R. (omicidio di MURANO Alfonso)
Proc. Pen. n° 5556/00 R.G.N.R. “INDAGINE PIROMANE”
Proc. Pen. n° 3225/04 R.G.N.R. “INDAGINE DOLCE VITA”.
Proc. Pen. n °34/05 RGNR
Proc. Pen. n° 2894/05 R.G.N.R.
Vi è da precisare che per i fatti-reato di cui ai procedimenti riuniti n° 5556/00 e n° 3225/04
R.G.N.R., la Procura della Repubblica di Busto Arsizio aveva già avanzato richiesta per
l’ applicazione di misure cautelari nei confronti di numerose persone 36. Richiesta, che veniva
28
nato a Genova l’ 8.4.1962 e residente a Gallarate (VA) in via Mazzini n° 3;
FILIPPELLI Nicodemo, nato a Cirò Marina (KR) il 4.7.1971, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Silvio Pellico n° 23,
pregiudicato.
30
detto "SASA", nato a Cirò Marina (KR) il 15.11.1975 e residente a Capannori fraz. Lammari (LU) in V.le Europa 84/c.
31
nato a Cirò Marina il 27.10.1962 ed ivi residente in via degli Acconti n°1.
32
FILIPPELLI Mario, nato a Crotone il 20.2.1973, pregiudicato per estorsione e droga, in atto detenuto.
33
nato a Cirò Marina (KR) il 2.1.1977, ivi residente ma domiciliato a Busto Arsizio (VA) in via A.Da Brescia n° 12, di
fatto reperibile in Busto Arsizio (VA) in via Amalfi n° 6.
34
nato a Cirò Marina il 25.10.1963 (KR) e residente a Ferno (VA) in via Matteotti n°10/7.
35
ESPOSITO Antonio, nato a Magenta il 6.8.1967, residente a Busto Garolfo (MI) in via Don Minzoni n° 40, pregiudicato
per armi e traffico internazionale di stupefacenti.
36
FILIPPELLI Mario, nato a Crotone (KR) il 20.2.1973
FILIPPELLI Francesco, nato a Cirò Marina (KR) l’ 1.1.1957
FILIPPELLI Pietro, nato a Cirò Marina (KR) il 29.06.1962
29
24
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 25
restituita dal GIP del Tribunale di Busto Arsizio senza provvedere, poiché era da ritenersi
superata dall’ invio degli atti per competenza alla D.D.A. della Procura di Milano.
Le indagini “DOLCE VITA” e “PIROMANE” evidenziavano che nella zona di Lonate Pozzolo e
Ferno già dalla fine degli anni ‘90 era attiva una consorteria guidata dalle famiglie MURANO
e FILIPPELLI.
Il sodalizio era composto dai fratelli FILIPPELLI Mario, Pietro e Francesco detto “u mancino”,
attorno ai quali hanno gravitato nel tempo vari soggetti tra cui SOZZO Giuseppe, RUSSO
Giuseppe (entrambi nipoti di FILIPPELLI Mario), BONVISSUTO Rosario, BERTO Ivano,
NARDO Giovanni Battista, DI GIULIO Moris, LETTIERI Olindo, CASOPPERO Cataldo, CIANCIO
Nicola, DATI Agostino, MURANO Cataldo, MURANO Vincenzo, CRISTELLO Giacomo.
Quanto a FILIPPELLI Nicodemo, detto “il cinese”, già in queste prime indagini emergeva che
quest’ultimo, pur dando vita ad una propria attività illecita e apparentemente non
riconducibile al sodalizio capeggiato da MURANO Alfonso, rimaneva in secondo piano
rispetto al gruppo di cirotani operante nella zona di Lonate Pozzolo. La sua figura emergerà
in modo eclatante solo dopo l’ omicidio di MURANO Alfonso, del quale può ritenersi il
successore quale capo del “locale” di Lonate Pozzolo-Ferno, assumendone il controllo alle
dirette dipendenze di RISPOLI Vincenzo.
La verifica delle attività commerciali di FILIPPELLI Nicodemo permetteva di trovare il primo
anello di congiunzione tra le “famiglie” di Lonate Pozzolo - Ferno e RISPOLI Vincenzo
(risultava che nel 2002 FILIPPELLI Nicodemo era il proprietario del bar – bocciodromo
denominato Avana Club, sito in Lonate Pozzolo - VA - via I Maggio n° 5, la cui gerente era
GERACI Michela moglie di RISPOLI Vincenzo).
Tornando al sodalizio facente capo a MURANO Alfonso, risultava che FILIPPELLI Mario era
entrato in contrasto con i vertici del sodalizio a causa di alcune attività criminali svolte
FILIPPELLI Nicodemo, detto il “Cinese”, nato a Cirò Marina (KR) il 4.7.1971
BERTO Ivano, nato a Marsala (TP) il 19.10.1978
RUSSO Giuseppe, nato a Cirò Marina (KR) il 21.12.1976
BONVISSUTO Rosario, nato a Busto Arsizio (VA) il 6.2.1973
NARDO Giovanni Battista, detto “Orazio”, nato a Gela (CL) il 18.3.1973
LAFACE Giorgio, detto “Giorgione”, nato a Busto Arsizio (VA) il 20.4.1973
FILIPPELLI Cataldo Gaetano, nato a Cirò Marina (KR) il 26.11.1968
LETTIERI Olindo, nato a Cirò Marina (KR) il 2.8.1969
SOZZO Giuseppe, nato a Cirò Marina (KR) il 2.8.1975
TALARICO Salvatore, detto “Maradona”, nato a Cirò Marina (KR) il 7.7.1967
PAOLINO Antonio, detto “Toni” o “Tonino”, nato a Milano il 16.8.1960
PANO Andrea, alias “Mustapha”, nato a Busto Arsizio (VA) il 17.11.1978
MARINO Carmine, nato a Trentola Ducenta (CE) il 16.3.1943
MURANO Alfonso, detto “Fonzo” nato a Cirò Marina (KR) il 10.11.1964
FILIPPELLI Cataldo, nato a Cirò Marina (KR) il 25.5.1965
DI GIULIO Moriso, detto “Mo”, nato a Busto Arsizio (VA) il 15.3.1980
CIANCIO Nicola, detto “Nic” o “Nicolai”, nato a Senise (PZ) il 28.2.1967
BUCCERI Andrea, nato a Busto Arsizio (VA) il 7.12.1976
LENTO Michele, nato a Polistena (RC) il 19.3.1983
MALENA Michele, nato a Cariati (CS) l’ 11.1.1980
RUSSO Domenico, detto “MIMMO”, nato a Cirò Marina (KR) il 2.1.1976
MARTINES Angelo, nato a Messina il 27.10.1976
PIPELNINO Giulio, nato a Castellamare di Stabia (NA) l’ 8.5.1960
DATI Agostino, nato a Cirò Marina (KR) il 14.10.1967
SILVESTRE Antonio, detto “Tonino”, nato a Frattamaggiore (NA) il 16.6.1963
SILVESTRE Giuseppe, detto “Pi” o “Pino”, nato Mugnano di Napoli (NA) 14.1.1986
MURANO Vincenzo, detto “Enzo” o “Renzo”, nato Cirò Marina (KR) il 26.10.1978
SESTO Francesco, nato a Sambiase (CZ) il 16.2.1949
MINNITI Domenico, nato a Gallarate (VA) il 27.9.1975
MURANO Giuseppe, detto “Bocca Aperta”, nato Cirò Marina (KR) l’ 1.1.1972
LIBERATO Ambrogio Cardone, nato a Gallarate (VA) il 29.11.1971
BAHIJE Tahra, detto “Sà” o “Sara”, nata a Vimercate (MI) il 10.5.1979
MIOUET Redouane, nato in Marocco il 18.12.1980
CRISTELLO Giacomo, detto “Giacomino”, nato a Crotone il 18.5.1963
NIGORDI Giuseppe, nato a Gela (CL) il 4.10.1944
AARSA Rachid, nato a Ouled Abdoune (Marocco) il 12.4.1986
FATTY Lamin, detto “Sheva” o “Yo Yo” nato in Gambia il 12.12.1980
NEKHLI Salaheddine, nato a Khouribga (Marocco) il 17.5.1987
CASOPPERO Cataldo, detto “Aldo”, nato a Cirò Marina (KR) l’ 1.11.1951
25
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 26
autonomamente, peraltro poste in essere in modo spregiudicato, che, per le eclatanti
modalità esecutive, avevano attirato sul territorio le attenzioni delle forze di polizia.
La frammentazione del sodalizio diventava evidente allorchè anche RUSSO Giuseppe
iniziava ad agire autonomamente, senza più dare conto delle proprie attività a FILIPPELLI
Mario, alle cui dipendenze aveva operato sino a quel momento, avvicinandosi poco alla volta
alla figura di FILIPPELLI Nicodemo.
La “scalata” di RUSSO Giuseppe ai vertici del sodalizio culminava nel ferimento a colpi di
arma da fuoco di FILIPPELLI Mario 37, zio dello stesso RUSSO Giuseppe.
Non sono stati acquisiti elementi univoci per ascrivere tale ferimento a RUSSO Giuseppe. E’
comunque significativo che da quel momento il RUSSO iniziava a frequentare apertamente
FILIPPELLI Nicodemo, al quale si rivolgeva chiamandolo "padrino", estendendo la confidenza
anche in ambito familiare. A sostegno della figura emergente di RUSSO Giuseppe all’ interno
del gruppo di Lonate Pozzolo, interveniva RISPOLI Vincenzo, il quale, in occasione del
matrimonio dello stesso RUSSO con RESTANI Debora, si era imposto come testimone di
nozze dello sposo, nonostante il deciso parere contrario della sposa.
Forte dei legami acquisiti ed in completa autonomia, RUSSO Giuseppe intraprendeva così
una attività esorsiva ed usuraria sia nei confronti di titolari di esercizi pubblici che di privati.
Con il passare del tempo ed il progredire delle sue attività criminali, il RUSSO si avvaleva
della collaborazione di altre persone, quali DI GIULIO Moris e SILVESTRE Giuseppe. In
particolare, in concorso con quest'ultimo, RUSSO Giuseppe poneva in essere varie cruente
estorsioni ai danni di cantieri edili, culminate con una serie di incendi dolosi.
Il sodalizio criminale poteva contare anche sulla disponibilità di armi con le quali attuava le
minacce nei confronti delle vittime mediante esplosione di colpi d'arma da fuoco all’indirizzo
di autovetture ed esercizi commerciali, con la conseguenza che la maggior parte dei reati
non venivano denunciati.
In data 7.7.2005, nel corso di una perquisizione domiciliare, veniva rinvenuta e sequestrata
nell’ abitazione di LETTIERI Olindo una pistola marca "Pietro Beretta" calibro 7,65 con
matricola abrasa, che risultava essere stata a lui affidata per la custodia da FILIPPELLI
Mario, nonché kg.1,340 di esplosivo “tutagex”.
L’ affermazione del ruolo preminente di FILIPPELI Nicodemo si accompagnava alla graduale
uscita di scena di molti tra i soggetti appartenenti al gruppo dei cirotani di Lonate Pozzolo e
di Ferno. Da un lato avveniva infatti l’arresto in flagranza di reato di FILIPPELLI Mario per
estorsione ed altro e, dall’ altro, si verificavano gli omicidi di MURANO Cataldo, RUSSO
Giuseppe e MURANO Alfonso, di cui si riporta une breve sintesi delle risultanze
investigative:
7 gennaio 2005 - in Lonate Pozzolo (VA), in una zona boschiva di Via Francia, veniva rinvenuto il
cadavere carbonizzato di MURANO Cataldo all’ interno della sua autovettura VW Golf. L’
esame autoptico del cadavere permetteva di rinvenire all’ interno del cranio un’ ogiva di
un proiettile calibro 38/357, “modus operandi” tipico di un esecuzione mafiosa.
Le indagini eseguite nell’ immediatezza venivano sviate dalla testimonianza di RUSSO
Giuseppe, che attribuiva la paternità dell’ omicidio a cittadini di origine magrebina, a
suo dire risentiti da rapporti extraconiugali che MURANO Cataldo intratteneva con tale
AARSA Rabha 38.
Dalle odierne indagini emerge che l’ esecutore materiale dell’ omicidio fu lo stesso
RUSSO Giuseppe. Gli elementi probatori a suo carico verranno più avanti chiariti nel
corso della presente informativa;
27 novembre 2005 - in Lonate Pozzolo (VA), verso le ore 16.45, in via Roma n° 20,
all’ interno
del Bar “Moro”, RUSSO Giuseppe si trovava presso il banco di mescita. Nell’esercizio
entrava una persona, travisata con un casco da motociclista ed armata di pistola che
espoldeva in rapida successione alcuni colpi calibro 7,65 al suo indirizzo causandone la
morte. Il killer, giunto sul posto a bordo di una moto condotta da un complice, dopo la
commissione dell’ omicidio si allontanava a bordo dello stesso mezzo facendo perdere le
proprie tracce.
37
TP
PT
38
TP
PT
avvenuto in Lonate Pozzolo (VA) in via Dante in data 23 luglio 2002 alle ore 01.17.
Nata in Marocco il 21.9.1983.
26
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 27
Le odierne indagini hanno permesso di accertare che l’ omicidio fu commesso da
ESPOSITO Antonio, il quale agì su ordine della 'ndrina di Lonate Pozzolo. Gli elementi
probatori verranno più avanti chiariti nel corso della presente informativa;
27 febbraio 2006 - in Ferno (VA), verso le ore 20.40 circa, MURANO Alfonso, dopo aver
trascorso parte del tardo pomeriggio all’ interno del Bar “Caffè del Centro” sito in quella
Piazza Dante, nel rientrare verso casa e a poca distanza dal bar sopra indicato, si
fermava accostando a destra con l’ auto in via Piantanida. Scendeva e si intratteneva a
discutere animatamente con due o tre persone i quali poco dopo lo ferivano
mortalmente con alcuni colpi d'arma da fuoco. Nel corso dei rilievi tecnici veniva
repertata un’ ogiva sotto la testa della vittima, evidentemente derivata da un colpo
esploso come colpo di grazia, tipico di un esecuzione "mafiosa". Nessuno dei testimoni è
stato in grado di fornire elementi utili alle indagini se non il presunto tipo di auto
utilizzata per la fuga ovvero una Citroen C3 di colore scuro, con due persone a bordo.
Come per l’ omicidio di RUSSO Giuseppe non è mai stato rinvenuto il mezzo utilizzato
dai materiali esecutori per compiere l’ azione delittuosa. Dalle risultanze delle indagini
per cui si procede, emerge che l’ omicidio è stato eseguito, da killer non identificati, su
ordine della 'ndrina di Lonate Pozzolo, i cui elementi probatori verranno illustrati nel
corso della presente informativa.
Le indagini avviate dai Carabinieri di Varese sugli omicidi in questione delineavano man
mano un più grave e più inquietante quadro investigativo, evidenziando innanzitutto i
legami tra il gruppo dei cirotani di Lonate Pozzolo e Ferno con il gruppo di Legnano. Anzi le
risultanze investigative evidenzieranno una vera e propria subordinazione dei cirotani di
Lonate Pozzolo e Ferno ai cirotani di Legnano facenti capo a RISPOLI Vincenzo. Questi
ultimi, come si dimostrerà nel prosieguo dell’ esposizione degli esiti investigativi, nel corso
degli anni ed in questo contesto territoriale, favoriti ed agevolati dai legami di parentela
con appartenenti alla cosca cirotana dei “FARAO-MARINCOLA”, hanno sempre più imposto la
propria supremazia territoriale, fino ad affermarsi come una vera e propria 'ndrina o “locale”,
che, pur costituendo una costola del “locale di Cirò”, ha operato autonomamente nei territori
limitrofi allo scalo aeroportuale di Malpensa, nonchè su tutta la fascia del Sempione fino alle
porte di Milano.
Quindi un’ unica organizzazione, un unico “locale” della ‘ndrangheta, con una derivazione su
Lonate Pozzolo, affidata inizialmente alle cure di MURANO Alfonso, che come si vedrà meglio
in prosieguo era organico all’ organizzazione di RISPOLI Vincenzo e successivamente, dopo
la riorganizzazione interna a seguito degli omicidi sopra citati, più direttamente e
saldamente controllata dallo stesso RISPOLI Vincenzo, tramite il fido FILIPPELLI Nicodemo.
L’ attività investigativa si protraeva, nei confronti degli indagati che man mano emergevano
dalle indagini relativamente ai vari filoni investigativi, dal 13.3.2006 al 2.6.2008 e
consisteva in articolate indagini tecniche, con l’ intercettazione di numerosissime utenze
telefoniche e diverse intercettazioni ambientali, a cui si affiancavano numerosi servizi di
O.P.C., attraverso i quali si acquisivano importanti riscontri e che, in diversi casi,
conducevano all’ arresto in flagranza degli autori di fatti-reato e al sequestro di armi di vario
tipo.
B) - INTERCETTAZIONI TELEFONICHE ed AMBIENTALI
Quanto sin qui descritto per larghe linee si desume dal compendio indiziario esaminato e
costituito, prevalentemente, da intercettazioni telefoniche (n° 93 utenze intercettate) ed ambientali
(n° 22).
In tema di intercettazioni telefoniche ed ambientali una digressione si rende necessaria,
apparendo opportuno, preliminarmente precisare che, in fase cautelare, ai fini dell’ adozione
di una misura cautelare personale, le risultanze delle intercettazioni telefoniche ed
ambientali possono fondare il giudizio di gravità indiziaria, rappresentando fonti dirette di
prova (anche) della colpevolezza dell’ indagato, che, peraltro, non abbisognano di elementi
esterni a riscontro sempre che esse siano affidabili, provengono dagli indagati, siano
27
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 28
numerose e dal contenuto costantemente pregnante, nel senso del riferimento ad attività
illecite e non di difficile interpretazione (cfr. Cass. Pen., Sez. VI, 22.9.1992, Delle Femmine;
Cass. Pen. Sez. V, 22.12.1999, n° 6350, Cannavò).
Il valore quasi assorbente che le intercettazioni telefoniche ed ambientali assumono in
questo procedimento in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, impone di
soffermarsi brevemente sulle regole poste dalla evoluzione della giurisprudenza di
legittimità a presidio della utilizzabilità dei risultati delle intercettazioni per l’ emissione di
una misura cautelare ai sensi e per gli effetti dell’ art. 273 comma 1 c.p.p..
A tal fine, in generale, occorre: 1) che il mezzo di ricerca della prova sia stato
legittimamente autorizzato e che siano conoscibili i dati identificativi delle utenze
intercettate (cfr. Cass. Pen. 30.4.1990, Mancuso, in DPP 00, 848); 2) che il PM abbia
presentato semplici trascrizioni sommarie o semplici riferimenti riassuntivi delle
conversazioni intercettate, giusto il disposto dell’ art. 268 comma 2 c.p.p., senza che sia
necessaria la materiale allegazione dei verbali delle operazioni di intercettazione e delle
registrazioni nella loro integralità (cfr. Cass. Pen., Sez. VI, 18.3.1998 – 16.7.1998, n° 985,
in CP 99, 2913; Cass. Pen., Sez. VI, 21.1.1999 – 23.3.1999, n° 208, in CP 00, 1714; Cass.
Pen., Sez. I, 26.11.1998 – 18.1.1998, n° 5903, in CP 00, 427).
Tali oneri, nel caso di specie, risultano adempiuti dal PM con la produzione dei decreti
autorizzativi delle intercettazioni, di quelli autorizzativi delle proroghe e del differimento del
deposito (vedi fascicolo PM – faldoni nn° 8 - 9 - 10 – 11 - 12) e con i numerosi allegati di cui si è
fatta menzione in precedenza.
Appare opportuno, al fine di agevolare la lettura delle numerose conversazioni intercettate e
di apprezzarne meglio il relativo contesto spazio-temporale, presentare qui di seguito uno
schema riassuntivo delle intercettazioni eseguite nell’ ambito del presente procedimento con l’ indicazione
degli appositi riferimenti (numero registro intercettazione – numero utenza intercettata o
luogo dell’ intercettazione ambientale – nome del soggetto intestatario
dell’ utenza –
nome dell’ effettivo utilizzatore – data inizio e fine intercettazione).
RIT
757/05
Busto
715/05
Busto
721/05
Busto
758/05
Busto
727/05
Busto
726/05
Busto
725/05
Busto
Inizio
Fine
note int
Intercettazione Intercettazione
3341401700
CIMINO Rita, nata a Cirò ANANIA Antonio, nato a
14/12/2005
29/12/2005
Marina (KR) il 07.03.1936, Cirò Marina (KR) il
ivi residente via Mandorleto 01.01.1973, ivi residente in
nr.44.
Via Trilussa nr.5
3406245712
RUSSO Giuseppe, nato a RESTANI Debora, nata a
29/11/2005
13/01/2006
Cirò Marina (KR) il Cuggiono
(MI)
il
21.12.1976, residente a 28.05.1982, ivi residente
Ferno (VA) in via Diaz nr. via De Gasperi nr.6.
48 .
Ambientale
c/o
la -------------RUSSO Giuseppe
01/12/2005
02/12/2005
Camera
mortuaria
dell'Ospedale
di
Gallarate (VA)
3409665711
RUSSO Giuseppe, nato a RUSSO Annamaria, nata a
14/12/2005
29/12/2005
Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il
21.12.1976, residente a 16.04.1979, residente a
Ferno (VA) in via Diaz nr. Ferno (VA) in via Diaz nr.
48.
48.
Ambientale + Gps Bmw MURANO Alfonso, nato a MURANO Alfonso, nato a
MAI ATTIVATA
530 targato CT356FV Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il
10.11.1964, residente a 10.11.1964, residente a
Ferno (VA) in via Diaz nr. Ferno (VA) in via Diaz nr.
39.
39.
3405847908
DE NOVARA Giuseppina, MURANO Alfonso, nato a
02/12/2005
12/12/2005
nata a Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il
08.09.1965, residente a 10.11.1964,residente
a
Ferno (VA) via Cavour nr.5 Ferno (VA) in via Diaz nr.
39.
3401214832
CIAMBRONE Franco, nato CIAMBRONE Franco, nato
01/12/2005
12/12/2005
in Belgio il 08.12.1956, a Augreé (Belgio) in data
residente a Ferno (VA) via 08.12.1956, resisdente a
Verdi 20/3.
Ferno (VA) in via S.
Giovanni Bosco n.12
Numero Utenza
intestatario
INTERCETTATO
28
foglio nr. 29
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
RIT
722/05
Busto
719/05
Busto
718/05
Busto
717/05
Busto
756/05
Busto
505/05
DDA
720/05
Busto
768/05
Busto
716/05
Busto
1416/06
DDA
3142/06
DDA
2901/06
DDA
2710/06
DDA
2620/06
DDA
Numero Utenza
intestatario
INTERCETTATO
A4 FILIPPELLI
Nicodemo, FILIPPELLI
Nicodemo,
nato a Cirò Marina (KR) il nato a Cirò Marina (KR) il
04.07.1971, residente a 04.07.1971, residente a
Lonate Pozzolo (VA) via Lonate Pozzolo (VA) via
Trieste nr.28.
Trieste nr.28.
3409865954
FIGLIOMENE
EGIDIO, FIGLIOMENE
EGIDIO,
nato a Latronico (PZ) il nato a Latronico (PZ) il
04.05.1952, residente a 04.05.1952, residente a
Lonate Pozzolo (VA) in via Lonate Pozzolo (VA) in via
S. Macario n.17.
S. Macario n.17.
3493279210
CASTOLDI Luisa Stefania, FILIPPELLI
LUIGINA,
nata a Gallarate (VA) il nata a Cirò Marina (KR) il
21.03.1980, residente a 14.12.1957, ivi residente in
Lonate Pozzolo (VA) via Via Tirone nr.3, di fatto
Roma nr.13.
domiciliata in Ferno(VA) in
via Metteotti nr.10.
3493280398
RUSSO Alfredo, nato a Cirò RUSSO Alfredo, nato a
Marina (KR) il 24.04.1952, Cirò Marina (KR) il
ivi residente via Tirone nr.3. 24.04.1952, residente a
Ferno (VA) via Matteotti
nr.10.
3474392126
MURANO Alfonso, nato a MURANO Alfonso, nato a
Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il
10.11.1964,residente
a 10.11.1964,residente
a
Ferno (VA) in via Cavour Ferno (VA) in via Diaz nr.
nr.5.
39.
3357902344
EL AOURCH Oicham, ZANZI BESIO Sonia, nata
residente
a
Gazzada a
Schianno
(VA)
vicolo
Barona nr.10.
Ambientale
c/o
il -------------FILIPPELLI Mario, nato il
Carcere Busto Arsizio
20/02/1973 a Crotone,
(VA)
residente a Lonate Pozzolo
(VA) via Isonzo nr. 1
3484059949
IMPRESA EDILE s.r.l. di LOREGGIAN
Lauro
Loreggian con sede in Tarcisio, nato Oleggio
Lonate Pozzolo (VA) via (NO)
il
15.12.1957,
Vicenza nr.7, Partita I.V.A. residente a Lonate Pozzolo
nr.02595730124.
(VA) viale Ticino 12/F.
3473129780
RUSSO Domenico, nato a RUSSO Domenico, nato a
Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il
02.01.1976, residente a 02.01.1976, residente a
Crotone via Diaz nr.48.
Ferno (VA) in via Matteotti
nr.10
3333210201
PAPAIANNI
Salvatore, PAPAIANNI
Salvatore,
nato a Cirò Marina (KR) il nato a Cirò Marina (KR) il
15.11.1975, ivi residente in 15.11.1975, residente a
via Tirone nr.72.
Capannori
(LU)
fraz.
Lammari,
via
Europa
nr.84/C
Ambientale
+
Gps ZOCCHI Fabio, nato a ZOCCHI Fabio, nato a
SMART
targata Genova
il
08.04.1962, Genova il 08.04.1962,
CV086CM
residente a Gallarate (VA) residente a Gallarate (VA)
via Mazzini nr.3.
via Mazzini nr.3.
3473088718
MANCUSO Luigi, nato a MANCUSO Luigi, nato a
Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il
02.01.1977, ivi residente in 02.01.1977, ivi residente
piazza Risorgimento nr.7. via Risorgimento s.n., di
fatto domiciliato a Busto
Arsizio (VA) via Amalfi
nr.6.
Ambientale c/o centro -------------RISPOLI Vincenzo, nato a
auxologico
sito
in
Cirò Marina (KR) il
Piancavallo del Comune
15.12.1962, residente a
di Oggebbio (VB) a
Legnano (MI) via Sabotino
carico di RISPOLI
nr.43.
Vincenzo
3337488777
LONGOBUCCO Santino, LONGOBUCCO Santino,
nato a Legnano (MI) il nato a Legnano (MI) il
05.10.1970, ivi residente via 05.10.1970, ivi residente
Carlo Porta nr.60.
via Carlo Porta nr.60.
Inizio
Fine
Intercettazione Intercettazione
Ambientale Audi
tagata BV412AP
29
note int
MAI ATTIVATA
29/11/2005
12/12/2005
28/11/2005
12/01/2006
29/11/2005
12/12/2005
14/12/2005
07/01/2006
31/01/2007
12/03/2007
30/11/2005
14/01/2006
28/12/2005
28/01/2006
29/11/2005
13/01/2006
27/03/2006
26/09/2006
17/07/2006
06/12/2006
26/06/2006
05/08/2006
26/09/2006
04/10/2006
09/06/2006
05/12/2006
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 30
Inizio
Fine
note int
Intercettazione Intercettazione
2620/06
3355883961
LONGOBUCCO Santino, LONGOBUCCO Santino,
09/06/2006
05/12/2006
DDA
nato a Legnano (MI) il nato a Legnano (MI) il
05.10.1970, ivi residente via 05.10.1970, ivi residente
Carlo Porta nr.60.
via Carlo Porta nr.60.
2620/06
3476417559
CAPUANO Monica nata a CAPUANO Monica nata a
09/06/2006
08/08/2006 L'utenza
DDA
Legnano (MI) 18/05/1973, Legnano (MI) 18/05/1973,
occasionalemnte
residente a Busto Garolfo residente a Busto Garolfo
veniva utilizzata da
(MI) via Manzoni nr.12.
(MI) via Manzoni nr.12.
RISPOLI
Vincenzo.
3179/06
3931945228
MARIN Davide, nato a DE CASTRO Emanuele,
14/07/2006
02/10/2006
DDA
Busto Arsizio (VA) il nato
il
27.07.1968,
15.04.1971, residente a residente a Lonate Pozzolo
Magnago (MI) piazza Italia (VA) via Trieste nr.22
nr.11.
4141/06
3351010774
ZEN S.R.L. con sede in DE CASTRO Emanuele,
28/09/2006
30/04/2008
DDA
Samarate (VA) via G. Verdi nato
il
27.07.1968,
nr.24,
Partita
I.V.A. residente a Lonate Pozzolo
nr.02245920026 - Delegato: (VA) via Trieste nr.22
D'AGOSTINO GIUSEPPE
2620/06
3355940198
RIENZI Pasquale, residente RIENZI Pasquale, nato a
09/06/2006
07/05/2007
DDA
a Legnano (MI) corso Italia Grenzach (Germania) il
nr.57,
Partita
I.V.A. 12.11.1968, residente a
nr.12614320153
Legnano (MI) corso Italia
nr.57.
3196/06
Amb/ Carcere Lucca a ------PAPAIANNI
Salvatore,
MAI ATTIVATA
DDA
carico di PAPAIANNI
nato a Cirò Marina (KR) il
Salvatore.
15.11.1975, residente a
Capannori
(LU)
fraz.
Lammari,
via
Europa
nr.84/C
3234/06
Amb/ Carcere Lucca a -------------PAPAIANNI
Salvatore,
21/07/2006
03/08/2006
DDA
PAPAIANNI Salvatore.
nato a Cirò Marina (KR) il
15.11.1975, residente a
Capannori
(LU)
fraz.
Lammari,
via
Europa
nr.84/C
3810/06
3342246741
MANCUSO Luigi, nato a MANCUSO Luigi, nato a
06/09/2006
16/10/2006
DDA
Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il
02.01.1977, ivi residente via 02.01.1977, ivi residente
Risorgimento s.n.
via Risorgimento s.n., di
fatto domiciliato a Busto
Arsizio (VA) via Amalfi
nr.6.
3811/06
3355480848
"IL GIARDINO DELLA RISPOLI Nicodemo Santo,
06/09/2006
16/10/2006
DDA
FRUTTA"
di
COVA nato a Cirò Marina (KR) il
Alfonso, con sede in Lavena 09.06.1956, residente a
Ponte Tresa (VA) via Dairago (MI) via Montesi
Malcotti nr.30. Anagrafica nr.9.
delegato:
RISPOLI
Nicodemo Santo.
3863/06
3332955317
ROMANO Egidio Santo, ROMANO Egidio Santo,
11/09/2006
11/10/2006
DDA
nato a Calopezzati (CS) il nato a Calopezzati (CS) il
02.11.1958, residente a 02.11.1958, residente a
Prato via Torino nr.32.
Prato via Torino nr.32.
3944/06
Ambientale c/o centro -------------RISPOLI Nicodemo Santo,
19/09/2006
26/09/2006
DDA
auxologico
sito
in
nato a Cirò Marina (KR) il
Piancavallo del Comune
09.06.1956, residente a
di Oggebbio (VB) a
Dairago (MI) via Montesi
carico di RISPOLI
nr.9.
Nicodemo Santo
------------- Gps Magnetico Renault ZOCCHI Fabio, nato a ZOCCHI Fabio, nato a
22/02/2006
24/03/2006
Kangoo
targata Genova
il
08.04.1962, Genova il 08.04.1962,
BY832HP
residente a Gallarate (VA) residente a Gallarate (VA)
via Mazzini nr.3.
via Mazzini nr.3.
4140/06
3333604274
ROSI Massimo, nato a ROSI Massimo, nato a
28/09/2006
26/05/2007
DDA
Legnano (MI) il 30.03.1968, Legnano
(MI)
il
residente a Busto Garolfo 30.03.1968, residente a
(MI) via Manzoni nr.12.
Busto Garolfo (MI) via
Cellini nr.8.
164/06
3406245712
RUSSO Giuseppe, nato a RESTANI Debora, nata a
03/03/2006
18/03/2006
Busto
Cirò Marina (KR) il Cuggiono
(MI)
il
21.12.1976, residente a 28.05.1982, ivi residente
Ferno (VA) via Diaz nr.48. via De Gasperi nr.6.
RIT
Numero Utenza
intestatario
INTERCETTATO
30
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 31
Inizio
Fine
note int
Intercettazione Intercettazione
4264/06
3463258881
MANCUSO Luigi, nato a MANCUSO Luigi, nato a
06/10/2006
03/02/2007
DDA
Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il
02.01.1977, ivi residente in 02.01.1977, ivi residente
piazza Risorgimento nr.7. via Risorgimento s.n., di
fatto domiciliato a Busto
Arsizio (VA) via Amalfi
nr.6.
3945/06
3496914046
IOFRIDA Ettore, nato a PAPAIANNI
Salvatore,
15/09/2006
23/04/2007
DDA
Locri (RC) il 19.01.1959, nato a Cirò Marina (KR) il
residente a Bianco (RC) via 15.11.1975, residente a
Pugliano s.n.c.
Capannori
(LU)
fraz.
Lammari,
via
Europa
nr.84/C
160/06
0331240425
MURANO
Alfonso, DE NOVARA Giuseppina,
28/02/2006
14/03/2006
Busto
residente a Ferno (VA) via nata a Cirò Marina (KR) il
Diaz nr.29.
08.09.1965, residente a
Ferno (VA) via Diaz nr.39.
8/06 Busto 3498351757
MALENA Domenico, nato MALENA Domenico, nato
09/01/2006
24/01/2006
A.
a Cirò Marina (KR) il a Cirò Marina (KR) il
16.08.1964, residente a 16.08.1964, residente a
Lonate Pozzolo (VA) via Lonate Pozzolo (VA) via
Matteotti nr.12.
Matteotti nr.12.
87/06 Busto Ambientale + Gps Bmw FILIPPELLI
Nicodemo, FILIPPELLI
Nicodemo,
MAI ATTIVATA
330 taragato CG139RV nato a Cirò Marina (KR) il nato a Cirò Marina (KR) il
04.07.1971, residente a 04.07.1971, residente a
Lonate Pozzolo (VA) via Lonate Pozzolo (VA) via
Trieste nr.29.
Trieste nr.29.
1166/06
3483925832
TRIFINO Gaetano, nato a TRIFINO Gaetano, nato a
25/01/2006
22/09/2006
DDA
già
Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il
54/06 Busto
27.10.1962, ivi residente via 27.10.1962, ivi residente
A.
Acconti nr.1.
via Acconti nr.1.
1177/06
3481464454
ZOCCHI Fabio, nato a ZOCCHI Fabio, nato a
28/11/2005
11/09/2006
DDA
già
Genova
il
08.04.1962, Genova il 08.04.1962,
712/05
residente a Gallarate (VA) residente a Gallarate (VA)
Busto
via Massari nr.3.
via Mazzini nr.3.
1178/06
3396476904
FILIPPELLI
Nicodemo, FILIPPELLI
Nicodemo,
29/11/2005
01/05/2008
DDA
già
nato a Cirò Marina (KR) il nato a Cirò Marina (KR) il
713/05
04.07.1971, residente a 04.07.1971, residente a
Busto A.
Lonate Pozzolo (VA) via Lonate Pozzolo (VA) via
Trieste nr.29/A.
Trieste nr.29.
1178/06
3933367696
FILIPPELLI
Nicodemo, FILIPPELLI
Nicodemo,
29/11/2005
30/12/2006
DDA
già
nato a Cirò Marina (KR) il nato a Cirò Marina (KR) il
714/05
04.07.1971, residente a 04.07.1971, residente a
Busto A.
Lonate Pozzolo (VA) via Lonate Pozzolo (VA) via
Trieste nr.28/A.
Trieste nr.29.
1300/06
Ambientale
c/o
il -------------FILIPPELLI Mario, nato a
MAI ATTIVATA
DDA
già Carcere di Cremona a
Crotone il 20.02.1973,
55/06 Busto carico di FILIPPELLI
residente a Lonate Pozzolo
A.
Mario
(VA) via Isonzo nr.1.
1240/06
3391611987
ESPOSITO Antonio, nato a ESPOSITO Antonio, nato a
15/02/2006
04/06/2006
DDA
già
Magenta il 06.08.1967, Magenta il 06.08.1967,
118/06
residente a Busto Garolfo residente a Busto Garolfo
Busto A.
(MI) via Don Minzoni (MI) via Don Minzoni
nr.41.
nr.41.
1239/06
3343072776
RISPOLI Vincenzo, nato a RISPOLI Vincenzo, nato a
04/03/2006
03/04/2007
DDA
già
Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il
175/06
15.12.1962, residente a 15.12.1962, residente a
Busto
Legnano (MI) via Sabotino Legnano (MI) via Sabotino
nr.43.
nr.43.
1335/06
3341894961
CANNATA Angela nata a MANCUSO Luigi, nato a
21/02/2006
20/07/2006
DDA
già
Melissa (KR) il 09.04.1981, Cirò Marina (KR) il
130/06
ivi
residente
in
via 02.01.1977, ivi residente
Busto A.
Boccaccio nr.30.
via Risorgimento s.n., di
fatto domiciliato a Busto
Arsizio (VA) via Amalfi
nr.6.
1299/06
Ambientale
+
Gps ZOCCHI Fabio, nato a ZOCCHI Fabio, nato a
24/03/2006
05/06/2006
DDA
Renault Kangoo targata Genova
il
08.04.1962, Genova il 08.04.1962,
BY832HP
residente a Gallarate (VA) residente a Gallarate (VA)
via Mazzini nr.3.
via Mazzini nr.3.
RIT
Numero Utenza
intestatario
INTERCETTATO
31
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 32
Inizio
Fine
note int
Intercettazione Intercettazione
1199/06
3336896723
GERACI Michela, nata a GERACI Michela, nata a
28/02/2006
01/05/2008
DDA
già
Caltanissetta il 05.01.1967, Caltanissetta il 05.01.1967,
161/06
residente a Legnano (MI) residente a Legnano (MI)
Busto A.
via Sabotino nr.43.
via Sabotino nr.43.
1200/06
3343998925
GERACI Michela, nata a RISPOLI Vincenzo, nato a
28/02/2006
14/05/2006
DDA
già
Caltanissetta il 05.01.1967, Cirò Marina (KR) il
162/06
residente a legnano (MI) via 15.12.1962, residente a
Busto
Sabotino nr.43.
Legnano (MI) via Sabotino
nr.43.
5254/06
Ambientale + Gps KIA GERACI Michela, nata a RISPOLI Vincenzo, nato a
MAI ATTIVATA
DDA
Sorento
targata Caltanissetta
(CL)
il Cirò Marina (KR) il
CY850KW
05.01.1967, residente a 15.12.1962, residente a
Legnano (MI) via Sabotibo Legnano (MI) via Sabotino
nr.43.
nr.43.
1300/06
Ambientale
c/o
il ------------FILIPPELLI Mario, nato a
07/03/2006
06/04/2006
DDA
già Carcere di Crotone
Crotone il 20.02.1973,
55/06 Busto
residente a Lonate Pozzolo
(VA) via Isonzo nr.1.
176/06
3488437892
MILIZIA Carmela, nata a PELLIZZI Francesco, nato
04/03/2006
04/03/2006
Busto
Armento (PZ) il 25.04.1962, a Casabona (KR) il
residente a Lonate Pozzolo 13.12.1964, residente a
(VA) via Novara nr.11.
Lonate Pozzolo (VA) via
Novara nr.11.
177/06
3492933438
PELLIZZI Francesco, nato a PELLIZZI Francesco, nato
04/03/2006
04/03/2006
Busto
Casabona
(KR)
il a Casabona (KR) il
13.12.1964, residente a 13.12.1964, residente a
Ferno (VA) via De Gasperi Ferno (VA) via De Gasperi
nr.10.
nr.10.
178/06
3406053879
SESTO Ernestina, nata SURIANO Giovanni, nato
04/03/2006
19/03/2006
Busto
Tradate (VA) il 22.11.1980, a Crotone il 21.12.1978,
residente a Lonate Pozzolo residente a Desio (MI) via
(VA) via Reno nr.13.
Verga nr.14.
179/06
3478599343
PRIMERANO
Giuseppe, NOVELLO Giuseppe, nato
04/03/2006
19/03/2006
Busto
nato a Casabona (KR) a Crotone il 14.03.1967,
06.04.1968, residente a residente a Lonate Pozzolo
Crotone via Umberto snc. (VA) via Dante nr.86.
180/06
3497202662
MEROLA Alfonsa, nata a NOVELLO Giuseppe, nato
04/03/2006
19/03/2006
Busto
Gallarate
(VA)
il a Crotone il 14.03.1967,
20.07.1969, residente a residente a Lonate Pozzolo
Lonate Pozzolo (VA) via (VA) via Dante nr.86.
Dante nr.86.
120/06
3343286889
COLOMBO Ivan Luigi, GUCCIO Filippo, nato a
15/02/2006
02/03/2006
Busto
nato a Saronno (VA) il Piazza Armerina (EN) il
26.04.1974, residente a 04.07.1967, residente a
Cesano Maderno in via Biviso
masciago
(MI)
Strada nr. 6.
piazza
Cesare
Cantù
nr.20/C
5354/06
Ambientale
+
Gps MORELLO Demetrio, nato FILIPPELLI
Nicodemo,
14/12/2006
03/04/2007
DDA
AUDI A6 All Road nato a Melito di Porto Salvo nato a Cirò Marina (KR) il
targata DB503NC
(RC)
il
22,02,1963, 04.07.1971, residente a
residente a Romentino (NO) Lonate Pozzolo (VA) via
in via Tangenziale Est Trieste nr.29.
nr,2/E.
1241/06
3935975195
DEMASI Franca, nata a ESPOSITO Antonio, nato a
15/02/2006
04/06/2006
DDA
già
Legnano (MI) il 27.04.1975, Magenta il 06.08.1967,
119/06
residente a Busto garolfo residente a Busto Garolfo
Busto
(MI), via Don Minzoni (MI) via Don Minzoni
nr.40.
nr.40.
5129/06
Ambientale Gps auto in ------------RISPOLI Vincenzo, nato a
MAI ATTIVATA
DDA
uso a Rispoli che
Cirò Marina (KR) il
doveva
lasciare
in
15.12.1962, residente a
aeroporto
Legnano (MI) via Sabotino
nr.43.
1240/06
3391611987
ESPOSITO Antonio, nato a ESPOSITO Antonio, nato a
15/02/2006
04/06/2006
DDA
già
Magenta il 06.08.1967, Magenta il 06.08.1967,
118/06
residente a Busto Garolfo residente a Busto Garolfo
Busto A.
(MI) via Don Minzoni (MI) via Don Minzoni
nr.41.
nr.41.
5110/06
3356650444
PAUDICE Gianfranco, nato PAUDICE Gianfranco, nato
27/11/2006
06/01/2007
DDA
a Busto Arsizio (VA) il a Busto Arsizio (VA) il
15.04.1962, ivi residente via 15.04.1962, ivi residente
Cavour nr.2.
via Cavour nr.2.
RIT
Numero Utenza
intestatario
INTERCETTATO
32
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
RIT
Numero Utenza
4765/06
DDA
3407574383
5348/07
DDA
3891659057
2900/07
DDA
3409394434
3005/07
DDA
3407922147
3005/07
DDA
3409394434
3074/07
DDA
3465869692
3377/07
DDA
IMEI
357696000490430
3658/07
DDA
3318121630
2900/07
DDA
3407922147
4338/07
DDA
3487825169
3193/07
DDA
3349027436
5549/07
DDA
3409355276
5549/07
DDA
3922042879
5754/07
DDA
3483762078
Inizio
Fine
Intercettazione Intercettazione
FILIPPELLI
Nicodemo, FILIPPELLI
Nicodemo,
03/11/2006
08/12/2007
nato a Cirò FIFLIPPELLI nato a Cirò Marina (KR) il
Nicodemo, nato a Cirò 04.07.1971, residente a
Marina (KR) il 04.07.1971, Lonate Pozzolo (VA) via
residente a Lonate Pozzolo Trieste nr.29.
(VA) via S. Pellico nr.23.
PULINUOVA
DI FILIPPELLI
Nicodemo,
16/11/2007
26/12/2007
FILIPPELLI RAFFAERE, nato a Cirò Marina (KR) il
sede a Cirò Marina (KR) in 04.07.1971, residente a
via Sotto Alice snc.
Lonate Pozzolo (VA) via
Trieste nr.29.
FUSARO Teresa, nata a FUSARO Teresa, nata a
18/06/2007
19/06/2007
Crotone il 20.08.1980, Crotone il 20.08.1980,
residente a Gorla Maggiore residente a Gorla Maggiore
(VA) via Madonnina nr.10. (VA) via Madonnina nr.10.
CAROLEI Margherita, nata CAROLEI Margherita, nata
21/06/2007
31/07/2007
a
Cirò
Marina a
Cirò
Marina
(KR)13.11.1963, residente a (KR)13.11.1963, residente
Gorla Maggiore (VA) via a Gorla Maggiore (VA) via
Madonnina nr.10.
Madonnina nr.10.
FUSARO Teresa, nata a FUSARO Teresa, nata a
21/06/2007
31/07/2007
Crotone il 20.08.1980, Crotone il 20.08.1980,
residente a Gorla Maggiore residente a Gorla Maggiore
(VA) via Madonnina nr.10. (VA) via Madonnina nr.10.
MOLLECCI Franco, nato ESPOSITO Antonio, nato a
26/06/2007
24/07/2007
Gallarate (VA) 27/05/1976, Magenta il 06.08.1967,
ivi residente via Pozzi n.16 residente a Busto Garolfo
(MI) via Don Minzoni
nr.41.
---------------MANCUSO Luigi, nato a
13/07/2007
26/07/2007
Cirò Marina (KR) il
02.01.1977, ivi residente
via Risorgimento s.n., di
fatto domiciliato a Busto
Arsizio (VA) via Amalfi
nr.6.
BONITO Giuseppe, nato a FILIPPELLI
Nicodemo,
02/08/2007
09/01/2008
Cuggiono
(MI)
il nato a Cirò Marina (KR) il
01.05.1973, residente a 04.07.1971, residente a
Magenta (VA) via Raffaello Lonate Pozzolo (VA) via
Sanzio nr.28.
Trieste nr.28/B.
CAROLEI Margherita, nata CAROLEI Margherita, nata
18/06/2007
19/06/2007
a
Cirò
Marina a
Cirò
Marina
(KR)13.11.1963, residente a (KR)13.11.1963, residente
Gorla Maggiore (VA) via a Gorla Maggiore (VA) via
Madonnina nr.10.
Madonnina nr.10.
LILLA Luca, nato a Busto RISPOLI Vincenzo, nato a
24/09/2007
01/05/2008
Arsizio (VA) il 10.10.1960, Cirò Marina (KR) il
ivi residente in via Ubpcis 15.12.1962, residente a
nr.8.
Legnano (MI) via Sabotino
nr.43.
MONOLO Giovanni, nato a MONOLO Giovanni, nato a
03/07/2007
12/08/2007
Busto Arsizio (VA) il Busto Arsizio (VA) il
04,12,1953, residente a 04,12,1953, residente a
Legnano via Toselli nr.64. Legnano via Toselli nr.64.
RFI Immobiliare s.a.s., con ROCCA Ernestino, nato a
27/11/2007
26/03/2008
sede in Fagnano Olona Saronno
(VA)
il
(VA) via del Carso nr.28, 24.08.1974, residente a
Partita
I.V.A. Dairago (MI) vi Toti nr.2.
nr.02912640191
ROCCA Ernestino, nato a ROCCA Ernestino, nato a
27/11/2007
06/01/2008
Saronno (VA) il 24.08.1974, Saronno
(VA)
il
residente a Dairago (MI) vi 24.08.1974, residente a
Toti nr.2.
Dairago (MI) vi Toti nr.2.
FILIPPELLI
Nicodemo, FILIPPELLI
Nicodemo,
04/12/2007
12/05/2008
nato a Cirò Marina (KR) il nato a Cirò Marina (KR) il
04.07.1971, residente a 04.07.1971, residente a
Lonate Pozzolo (VA) via S. Lonate Pozzolo (VA) via
Pellico nr.23.
Trieste nr.29.
intestatario
INTERCETTATO
33
foglio nr. 33
note int
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
Inizio
Fine
Intercettazione Intercettazione
5816/07
3466158424
CIOTTA Diego, nato a RISPOLI Vincenzo, nato a
10/12/2007
19/01/2008
DDA
Bollate
il
15.07.1988, Cirò Marina (KR) il
residente a Legnano (MI) 15.12.1962, residente a
via Carducci nr.57.
Legnano (MI) via Sabotino
nr.43.
1177/06
3488903053
GOUDEL Natalia nata in ZOCCHI Fabio, nato a
28/11/2005
30/04/2008
DDA
già
Bielorussia il 27.03.1972, Genova il 08.04.1962,
711/05
residente a Gallarate in via residente a Gallarate (VA)
Busto A.
Mazzini nr.3
via Mazzini nr.3.
3890/07
3473560529
ZOCCHI Fabio, nato a ZOCCHI Fabio, nato a
22/08/2007
09/01/2008
DDA
Genova
il
08.04.1962, Genova il 08.04.1962,
residente a Gallarate (VA) residente a Gallarate (VA)
via Mazzini nr.3.
via Mazzini nr.3.
412/07
0331568615
DEMASI Patrizia, residente ESPOSITO Antonio, nato a
01/02/2007
24/07/2007
DDA
a Busto Garolfo (MI) via Magenta il 06.08.1967,
Don Minzoni nr.40.
residente a Busto Garolfo
(MI) via Don Minzoni
nr.40.
145/07
3346693999
LETORUSSO
Antonella, FILIPPELLI
Nicodemo,
12/01/2007
21/02/2007
DDA
residente a Cirò Marina nato a Cirò Marina (KR) il
(KR) via Togliatti s.n.c.
04.07.1971, residente a
Lonate Pozzolo (VA) via
Trieste nr.29.
------------- Gps Vw Golf targato --------------Gps Golf ESPOSITO
23/03/2007
27/03/2007
DC127JF
3529/07
Ambientale c/o la Casa -------------ESPOSITO Antonio, nato a
28/07/2007
06/09/2007
DDA
Circondariale
Milano
Magenta il 06.08.1967,
"San Vittore"
residente a Busto Garolfo
(MI) via Don Minzoni
nr.41.
1139/07
Gps calamitato Alfa DONATO Giovanni, nato a DONATO Giovanni, nato a
08/03/2007
23/03/2007
DDA
Romeo 147 targata Catania il 17.08.1978, ivi Catania il 17.08.1978, ivi
CW775JM
residente via Caracciolo residente via Caracciolo
nr.9.
nr.9.
2858/07
3472657439
SARACENO
Bruno MONOLO Giovanni, nato a
14/06/2007
29/06/2007
DDA
Antonio, nato Rho (MI) Busto Arsizio (VA) il
06.05.1958,
residente 04,12,1953, residente a
Canegrate via la Valletta Legnano via Toselli nr.64.
nr.5.
147/07
3342871518
MANCUSO Luigi, nato a MANCUSO Luigi, nato a
12/01/2007
21/06/2007
DDA
Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il
02.01.1977, ivi residente via 02.01.1977, ivi residente
Risorgimento s.n.c.
via Risorgimento s.n., di
fatto domiciliato a Busto
Arsizio (VA) via Amalfi
nr.6.
412/07
3392424163
RODRIGUEZ
Felitsiya, ESPOSITO Antonio, nato a
31/01/2007
16/05/2007
DDA
nata in Russia il 11.04.1968. Magenta il 06.08.1967,
residente a Busto Garolfo
(MI) via Don Minzoni
nr.40.
146/07
3470544529
GERACI Michela, nata a RISPOLI Vincenzo, nato a
12/01/2007
26/03/2008
DDA
Caltanissetta il 05.01.1967, Cirò Marina (KR) il
residente a Legnano (MI) 15.12.1962, residente a
via Sabotino nr.43.
Legnano (MI) via Sabotino
nr.43.
505/07
3473696637
CHIARELLI
Francesco, CHIARELLI
Francesco,
31/01/2007
12/03/2007
DDA
nato a Cirò (KR) il nato a Cirò (KR) il
08.02.1976, residente in 08.02.1976, residente in
P.zza
San
Francesco P.zza
San
Francesco
d'Assisi s.nr.c.
d'Assisi s.n.c.
2246/07
0034677393877
----------------Utenza Spagnola in contatto
09/05/2007
18/06/2007
DDA
con ESPOSITO Antonio.
2735/07
3312654594
MANCUSO Luigi, nato a MANCUSO Luigi, nato a
DDA
Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il
02.01.1977, ivi residente via 02.01.1977, ivi residente
Risorgimento s.n.
via Risorgimento s.n., di
fatto domiciliato a Busto
Arsizio (VA) via Amalfi
nr.6.
RIT
Numero Utenza
intestatario
INTERCETTATO
34
foglio nr. 34
note int
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 35
Inizio
Fine
note int
Intercettazione Intercettazione
412/07
3391611987
ESPOSITO Antonio, nato a ESPOSITO Antonio, nato a
01/02/2007
24/07/2007
DDA
Magenta il 06.08.1967, Magenta il 06.08.1967,
residente a Busto Garolfo residente a Busto Garolfo
(MI) via Don Minzoni (MI) via Don Minzoni
nr.41.
nr.40.
2277/07
3409724375
PALMIERO Sandra, nata ESPOSITO Antonio, nato a
11/05/2007
10/07/2007
DDA
Bologna il 27.05.1971, Magenta il 06.08.1967,
residente Busato Arsizio residente a Busto Garolfo
corso Italia nr.91
(MI) via Don Minzoni
nr.40.
505/07
3894270569
CERMINARA
Maria CHIARELLI
Francesco,
31/01/2007
13/03/2007
DDA
Giovanna, nata a Cirò nato a Cirò (KR) il
Marina (KR) il 05.05.1978, 08.02.1976, residente in
residente a Solbiate Olona P.zza
San
Francesco
(VA) via Andrea Ponti nr.8 d'Assisi s.n.c.
1660/07
3401226925
STROTTINO Carla, nata ESPOSITO Antonio, nato a
03/04/2007
13/05/2007
DDA
Legnano (MI) il 27.02.1971, Magenta il 06.08.1967,
ivi residente via Frandesio residente a Busto Garolfo
nr.7.
(MI) via Don Minzoni
nr.40.
1424/07
Gps + Ambientale Bmw DEMASI Patrizia, nata a ESPOSITO Antonio, nato a
02/03/2007
24/07/2007
DDA
X5 targato BZ023SZ
Locri (RC) il 16.02.1967, Magenta il 06.08.1967,
residente a Busto Garolfo residente a Busto Garolfo
(MI) via Don Minzoni (MI) via Don Minzoni
nr.40.
nr.40.
1424/07
Ambientale Bmw X5 DEMASI Patrizia, nata a ESPOSITO Antonio, nato a
31/03/2007
24/07/2007
DDA
targato BZ023SZ
Locri (RC) il 16.02.1967, Magenta il 06.08.1967,
residente a Busto Garolfo residente a Busto Garolfo
(MI) via Don Minzoni (MI) via Don Minzoni
nr.40.
nr.40.
1053/07
3487822141
FASE Giacomo, nato Busto ESPOSITO Antonio, nato a
07/03/2007
16/05/2007
DDA
Arsizio (VA) il 10.10.1960, Magenta il 06.08.1967,
ivi residente via UBIP 8.
residente a Busto Garolfo
(MI) via Don Minzoni
nr.40.
505/07
3408199506
LANDONI Marco nato LANDONI Marco, nato a
31/01/2007
12/03/2007
DDA
Legnano (MI) il 06.01.1956, Legnano
(MI)
il
residente Castellanza (VA) 06.01.1956, residente a
via Don Minzoni snc
Castellanza (VA) via Don
Minzoni nr.23.
2369/07
3409724651
BURINATA Alessia, nata a ESPOSITO Antonio, nato a
16/05/2007
15/07/2007
DDA
Milano
il
20.01.1970, Magenta il 06.08.1967,
residente a Milano in corso residente a Busto Garolfo
Genio nr.8.
(MI) via Don Minzoni
nr.40.
2052/08
3488768952
DE CASTRO Emanuele, DE CASTRO Emanuele,
14/04/2008
24/05/2008
DDA
nato il 27.07.1968, residente nato
il
27.07.1968,
a Lonate Pozzolo (VA) via residente a Lonate Pozzolo
Trieste nr.22
(VA) via Trieste nr.22
senza DDA 3332888860
HAMMAMI Amor Ben FILIPPELLI
Nicodemo,
MAI ATTIVATA
Mohammed, nato in Tunisia nato a Cirò Marina (KR) il
il 30.07.1966, residente a 04.07.1971, residente a
Caserta via Pagano nr.23, Lonate Pozzolo (VA) via
località Trentola Ducenta. Trieste nr.29.
2269/08
IMEI ....020
--------------FILIPPELLI
Nicodemo,
24/04/2008
02/06/2008
DDA
nato a Cirò Marina (KR) il
04.07.1971, residente a
Lonate Pozzolo (VA) via
Trieste nr.29.
2269/08
IMEI ...520
--------------FILIPPELLI
Nicodemo,
24/04/2008
02/06/2008
DDA
nato a Cirò Marina (KR) il
04.07.1971, residente a
Lonate Pozzolo (VA) via
Trieste nr.29.
2269/08
IMEI ....510
-------------FILIPPELLI
Nicodemo,
24/04/2008
02/06/2008
DDA
nato a Cirò Marina (KR) il
04.07.1971, residente a
Lonate Pozzolo (VA) via
Trieste nr.29.
RIT
Numero Utenza
intestatario
INTERCETTATO
35
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
RIT
2051/08
DDA
1880/08
DDA
1879/08
DDA
1602/08
DDA
1230/08
DDA
1230/08
DDA
1099/08
DDA
788/08
DDA
983/08
DDA
foglio nr. 36
Inizio
Fine
Intercettazione Intercettazione
3470544529
GERACI Michela, nata RISPOLI Vincenzo, nato a
14/04/2008
24/05/2008
Caltanissetta il 05.01.1967, Cirò Marina (KR) il
residente a Legnano (MI) 15.12.1962, residente a
via Sabotino nr.43.
Legnano (MI) via Sabotino
nr.43.
3470544529
GERACI Michela, nata RISPOLI Vincenzo, nato a
03/04/2008
05/04/2008
Caltanissetta il 05.01.1967, Cirò Marina (KR) il
residente a Legnano (MI) 15.12.1962, residente a
via Sabotino nr.43.
Legnano (MI) via Sabotino
nr.43.
3409355276
RFI Immobiliare s.a.s., con ROCCA Ernestino, nato a
03/04/2008
05/04/2008
sede in Fagnano Olona Saronno
(VA)
il
(VA) via del Carso nr.28, 24.08.1974, residente a
Partita
I.V.A. Dairago (MI) vi Toti nr.2.
nr.02912640191.
3498868885
GENCO Domenico, nato a DE CASTRO Emanuele,
20/03/2008
29/04/2008
Rutigliano
(BA)
il nato
il
27.07.1968,
05.03.1958, residente a residente a Lonate Pozzolo
Busto
Arsizio
(VA) (VA) via Trieste nr.22
XXXXXXXX nr.27.
3939115388
GENCO Domenico, nato a BONVISSUTO
Rosario
29/02/2008
09/04/2008
Rutigliano
(BA)
il nato a Busto Arsizio (VA)
05.03.1958, residente a il 06.12.1973, residente a
Busto Arsizio (VA) via Samarate (VA) via del
XXXXXXXX nr.27
Fabbro nr.10.
3939166769
IMPREFIN
SRL
DI NICASTRO Dario, nato a
29/02/2008
09/04/2008
NICASTRO DARIO , sede Gela (CL) il 09.09.1975,
a Busto Arsizio in viale residente a Busto Arsizio
Goito nr.1
(VA) via monguelfo nr.4.
3489876170
PIVOTTO Luca, nato a ZOCCHI Fabio, nato a
26/02/2008
06/04/2008
Olbia (SS) il 24.10.1974, Genova il 08.04.1962,
residente a Cardano al residente a Gallarate (VA)
Campo (VA) via Torino via Mazzini nr.3.
nr.18/B.
Ambientale
+
Gps DE CASTRO Emanuele, DE CASTRO Emanuele,
19/02/2008
09/05/2008
Porsche
Cayenne nato il 27.07.1968, residente nato
il
27.07.1968,
targato CN129WY
a Lonate Pozzolo (VA) via residente a Lonate Pozzolo
Trieste nr.22
(VA) via Trieste nr.22
3489876170
PIVOTTO Luca, nato a ZOCCHI Fabio, nato a
20/02/2008
20/02/2008
Olbia (SS) il 24.10.1974, Genova il 08.04.1962,
residente a Cardano al residente a Gallarate (VA)
Campo (VA) via Torino via Mazzini nr.3.
nr.18/B.
Numero Utenza
intestatario
INTERCETTATO
note int
C) SENTENZA della CASSAZIONE a SEZIONI UNITE
n° 36359 del 26 giugno 2008
In considerazione del massiccio ricorso in questa indagine allo strumento delle
intercettazioni telefoniche, della pacifica circostanza che per lo più le operazioni ascolto e di
verbalizzazione delle conversazioni intercettate sono state effettuate presso gli uffici del
Reparto Operativo dei CC di Varese (e quindi in luogo diverso dagli Uffici della Procura della
Repubblica di Milano) ed al fine di affermare già in questa sede cautelare la piena
correttezza dell’ operato degli organi inquirenti, appare opportuno dare conto del recente
intervento delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (sentenza n° 36359 del 26.6.2008)
su due questioni procedurali inerenti lo strumento delle intercettazioni telefoniche:
a) l’ utilizzabilità o meno delle intercettazioni telefoniche captate con tecnica c.d. di “remotizzazione”,
cioè di ascolto, oltre che negli uffici di Procura, anche in quelli di Polizia Giudiziaria;
b) l’ utilizzabilità o meno delle intercettazioni, nel caso in cui, oltre all’ ascolto, anche talune
operazioni tecniche siano state eseguite presso gli uffici della Polizia Giudiziaria delegata al
materiale compimento dell’ attività di intercettazione.
36
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 37
La Cassazione ha affermato in detta sentenza che “condizione necessaria per l’ utilizzabilità delle
intercettazioni è che l’ attività di registrazione - che, sulla base delle tecnologie attualmente in uso, consiste nella immissione dei
dati captati in una memoria informatica centralizzata - avvenga nei locali della Procura della Repubblica mediante l’ utilizzo di
impianti ivi esistenti, mentre non rileva che negli stessi locali vengano successivamente svolte anche le ulteriori attività di
ascolto, verbalizzazione ed eventuale riproduzione dei dati così registrati, che possono dunque essere eseguite "in remoto" presso
gli uffici della polizia giudiziaria”.
Al fine di meglio chiarire la portata e l’ incidenza di detto enunciato principio, deve essere
necessariamente precisato il concetto tecnico di registrazione, posto che - avvenendo la captazione
delle telefonate (che costituisce la prima operazione dell’ attività di intercettazione) ancora
oggi presso l’ operatore telefonico e non negli ambienti della Procura – l’ art. 268 c.p.p.
attribuisce specifica ed assoluta rilevanza proprio alla registrazione laddove stabilisce che:
a) "le comunicazioni intercettate sono registrate e delle operazioni è redatto verbale"
(intendendo chiaramente riferirsi, data la collocazione dei termini, alle "operazioni" di
"registrazione"; in sostanza detta formulazione deve essere interpretata nel seguente
senso: le comunicazioni intercettate sono registrate e delle operazioni, relative alla
registrazione, è redatto verbale); b) "le operazioni possono essere compiute esclusivamente
per mezzo degli impianti installati nella procura della Repubblica" (con riferimento, per
quanto appena detto, alle operazioni di registrazione).
Dunque, nella disciplina attualmente in vigore il momento decisivo è quello della registrazione, ed è a
tale segmento - della più complessa attività di intercettazione - che il legislatore ha inteso
riferirsi laddove ha stabilito che le operazioni possono compiersi esclusivamente "per
mezzo" degli impianti installati nella procura della Repubblica.
Va ribadito (richiamando quanto innanzi già detto) come l’ art. 268 c.p.p., sostanzialmente
operi una segmentazione dell’ attività di intercettazione in frammenti che assumono anche
autonoma e diversa rilevanza sul piano giuridico: captazione, registrazione, ascolto, verbalizzazione. È
necessario altresì sottolineare come il primo segmento, la captazione delle conversazioni (e
cioè l’ intercettazione in senso stretto), non può che essere effettuata presso l’ operatore
telefonico che "trasporta" la comunicazione, quale che sia la tecnica utilizzata. Anche se
sono in corso di sperimentazione sistemi che consentono il comando di captazione in
remoto, rendendo dunque le intercettazioni indipendenti dall’ azione dell’ operatore
telefonico, allo stato tale soluzione non è ancora effettivamente disponibile e dunque non
v'è dubbio che la materiale captazione delle comunicazioni avviene formalmente al di fuori
degli uffici della Procura, dove il segnale sonoro viene semplicemente deviato per la
registrazione e l’ ascolto. Circostanza che consente anche alla dottrina di ritenere che le
operazioni e gli impianti menzionati nell’ art. 268 comma 3 c.p.p. riguardino la sola attività
di registrazione e non, per l’ appunto, quella di captazione. Con specifico riguardo all’
attività di ascolto va invece precisato come all’ epoca del varo del nuovo codice di procedura
penale (D.P.R. 22 settembre 1988 n° 447) la stessa non poteva di fatto essere separata da
quella di registrazione. Infatti, entrambe le operazioni venivano effettuate attraverso il
medesimo apparato, un registratore monolinea a nastri magnetici, sui quali venivano
impressi i “flussi contenenti le registrazioni", riferimento divenuto oramai del tutto
anacronistico. La rivoluzione che ha trasformato la telefonia nel recente passato ha segnato,
in estrema sintesi, il progressivo passaggio dalla trasmissione di segnali in maniera
analogica a quella di dati in forma digitale, trasformando il servizio telefonico (a partire da
quello di telefonia mobile) in un sistema informatico o telematico. È dunque mutato lo
stesso oggetto fisico della comunicazione telefonica e, quindi, della sua intercettazione. Di
conseguenza è stato fatto progressivamente ricorso alla utilizzazione di sistemi di
registrazione digitale computerizzata che hanno sostituito gli apparti "meccanici".
In definitiva si è assistito ad una profonda trasformazione della realtà presupposta dal
legislatore del 1988. Da qualche anno, infatti, per la registrazione vengono utilizzati
apparati multilinea (collegati cioè ad un flusso di linee telefoniche) che registrano dati
trasmessi in forma digitale e successivamente decodificati in file vocali immagazzinati in
memorie informatiche centralizzate. I dati così memorizzati vengono poi di regola trasferiti
su supporti informatici (essenzialmente CD-ROM o DVD) per renderli fruibili all’ interno dei
singoli procedimenti. In pratica dunque i supporti costituiscono il corredo documentale in
37
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 38
precedenza rappresentato dai nastri magnetici.
Insomma il trasferimento (o "scaricamento") dei dati sui supporti costituisce uno dei
segmenti dell’ intercettazione, autonomo rispetto alla "registrazione" e tecnicamente diverso
da questa. Le operazioni di "registrazione", che in forza dell’ art. 268 comma 3 c.p.p.
debbono essere compiute esclusivamente per mezzo degli impianti installati nella Procura
della Repubblica, consistono dunque, come è agevole desumere da quanto fin qui detto,
nella immissione dei dati (captati presso la centrale dell’ operatore telefonico e trasmessi
agli impianti in Procura) nella memoria informatica centralizzata (cd. server) che si trova nei
locali della Procura della Repubblica a ciò destinati.
I menzionati apparati permettono altresì di "remotizzare" agevolmente (attraverso il
sistema c.d. client-server) l’ ascolto.
Quanto detto consente di trarre le conclusioni per addivenire alla nozione di registrazione, ai
fini che in questa sede rilevano con riferimento alle disposizioni di cui all’ art. 268 c.p.p..
La "registrazione" dei dati captati nella centrale dell’ operatore telefonico, e da lì trasmessi
all’ impianto esistente nei locali della Procura della Repubblica, si realizza con l’ immissione
di quei dati nel server di detto impianto. Ed è a tale specifico segmento della complessiva
attività di intercettazione che l’ art. 268 c.p.p. si riferisce laddove dispone che le operazioni
possono essere compiute esclusivamente per mezzo degli impianti installati nella Procura
della Repubblica.
Per qualsiasi altra operazione, in quanto estranea alla nozione di registrazione così definita,
non assume alcun rilievo, ai fini della utilizzabilità delle intercettazioni, il luogo dove la
stessa è avvenuta: discorso che vale, dunque, anche per quell’ operazione che consiste
nello scaricamento dei dati su supporti informatici quali CD-ROM o DVD, e che, pertanto,
ben può essere compiuta eventualmente presso uffici di P.G. nel caso di ascolto
remotizzato, previa utilizzazione della registrazione derivata da quella (che deve essere
necessariamente) eseguita in Procura.
Con specifico riferimento alla verbalizzazione delle operazioni vi è da dire che è stato già
affermato dalla Corte di Cassazione che alla redazione del verbale con contestuale
sommaria trascrizione del contenuto delle conversazioni intercettate può procedersi presso
gli uffici dove si è svolto l'ascolto remoto.
Una volta stabilito che le operazioni di intercettazione debbano svolgersi all’ interno degli
uffici giudiziari, è irrilevante il luogo di esecuzione dei successivi adempimenti, compresa
la verbalizzazione, atteso che a tali attività non è riferito il termine "operazioni" utilizzato
nell’ art. 268 c.p.p..
38
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 39
CAPITOLO 1
L’ ASSOCIAZIONE a DELINQUERE di STAMPO MAFIOSO
denominata “LOCALE di LEGNANO – LONATE POZZOLO”
A) - APPARATO STRUTTURALE e STRUMENTALE
A) 1 – forza di intimidazione del vincolo associativo
L’ accertamento da parte delle Forze dell’ Ordine (vedi indagine Piromane 39 e Dolce Vita 40) di
plurime azioni di chiara natura estorsiva (incendi e danneggiamenti a danno di privati,
imprese ed artigiani operanti sul territorio dei comuni di Lonate Pozzolo, Ferno ed altri,
seguiti da denunce reticenti dei danneggiati e senza quindi l’ indicazione degli autori delle
sottostanti richieste di denaro) e la radicata presenza sullo stesso territorio di gruppi familiari 41
provenienti dalla zona di Cirò Marina (cittadina sita in Calabria in provincia di Crotone sul
versante ionico settentrionale) inducevano gli inquirenti a chiedere ed ottenere nell’ ambito
del presente procedimento l’ autorizzazione a sottoporre ad intercettazione telefonica ed
ambientale numerosi soggetti appartenenti a detti gruppi familiari.
Già i primi esiti di dette intercettazioni fornivano importanti elementi per ricollegare detti
incendi e danneggiamenti all’ azione estorsiva di un gruppo di soggetti diretti e coordinati da
RISPOLI Vincenzo e FILLIPPELLI Nicodemo, componenti di famiglie già provenienti dalla
zona di Cirò Marina (KR) ed ancora strettamente collegati con detta zona di origine, situata
in Calabria sul versante ionico settentrionale.
L’ indagine sulla scorta dei primi risultati investigativi si estendeva all’ acquisizione di
elementi (informative dei CC di Cirò Marina e sentenze emesse dalla Corte di Assise di
Catanzaro) per approfondire la natura dei rapporti tra i soggetti oggetto della presente
indagine ed i componenti della n’drina di Cirò Marina.
In particolare l’ acquisizione di due sentenze emesse dalla Corte di Assise di Catanzaro
(n° 15 del 28.6.1999 e
n° 5 del 24.3.2004 – entrambe già passate in giudicato) ha consentito di ritenere provata l’
39
n° 5656/00 RGNR a carico di FILIPPELLI Mario + altri – Procura della Repubblica di Busto Arsizio (vedi faldoni da n° 19 a n° 27
del presente procedimento). L’ indagine “PIROMANE” aveva ad oggetto una numerosa serie di incendi dolosi commessi
in Lonate Pozzolo (VA) e Ferno (VA) negli anni 1999 e 2000. In atti si rinvengono numerosi verbali di sequestro di
residui di taniche incendiate di benzine e cocci di bottiglie con tracce di liquido infiammabile, rinvenuti sul luogo degli
incendi.
40
n° 3225/04 RGNR a carico di FILIPPELLI Mario + altri – Procura della Repubblica di Busto Arsizio (vedi faldoni da n° 28 a n° 33
del presente procedimento). Anche l’ indagine “DOLCE VITA” aveva ad oggetto episodi riconducibili ad attività
estorsiva.
41
Vedi informativa n° 783/19 di data 13.3.2006 del Comando Provinciale Carabinieri di Varese che evidenziava quanto
segue: a) nella zona di Legnano e comuni limitrofi si erano stabiliti, già verso la metà degli anni ’60, appartenenti alla
famiglia RISPOLI, legati da stretti vincoli di parentela alla famiglia FARAO di Cirò Marina. A questo esteso nucleo
familiare appartiene FARAO Giuseppe (zio di RISPOLI Vincenzo, in quanto fratello di FARAO Grazia, madre di RISPOLI
Vincenzo), capo della cosca di Cirò Marina e presente nella zona di Legnano dal 6.7.2004 al 26.8.2004 agli arresti
domiciliari presso l’ abitazione della sorella FARAO Grazia; b) nella zona del basso varesotto (in particolare nei comuni
di Lonate Pozzolo e Ferno) si erano invece stabiliti altri gruppi familiari originari di Cirò Marina (FILIPPELLI –
CASOPPERO – CILIDONIO – MURANO – DE NOVARA – RUSSO), mentre a Busto Arsizio il gruppo familiare MANCUSO.
39
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 40
esistenza e l’ operatività del “Locale di Cirò”, vale adire di un’ associazione di stampo
mafioso operante nell’ ambito territoriale dei comuni di Cirò Marina e limitrofi.
Ai fini di una maggiore conoscenza di detto profilo (necessario ai fini di illustrare l’ elemento
della forza di intimidazione del vincolo associativo del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”) si
riportano di seguito significativi estratti di dette due sentenze:
Sentenza Corte di Assise di Catanzaro n° 15 del 28.6.1999
IMPUTATI
Acri Luigi, Amantea Francesco, Anania Giuseppe Cl.’51, Ascione Luigi, Bagnato Antonio Santo,
Brugnano Carmine, Bruno Natale, Caligiuri Peppino, Caligiuri Salvatore, Cariati Basilio, Cariati
Giuseppe, Cariati Martino, Caruso Giuseppe, Cavallaro Vincenzo, Cicciu’ Antonio, Cilidonio Cataldo,
Covello Mario, Covello Rocco, Crescente Cataldo, Critelli Cataldo, Critelli Domenico, Farago’ Carmine,
FARAO Giuseppe, Farao Silvio, Fazio Leonardo, Graziano Giulio, Greco Domenico, Greco Giorgio, Greco
Francesco, Greco Michele, Grisafi Cataldo, Grisafi Gaetano, Guerra Nicodemo, Lavorato Mario, Lettieri
Carmine, Maiorano Salvatore, Malena Francesco, Mancuso Nicodemo, MARINCOLA Cataldo, Marino
Giuseppe, Mezzorotolo Damiano, Mezzorotolo Premio, Morrone Salvatore, Nicastri Giuseppe, Pirillo
Cataldo, Pirillo Francesco, PIRILLO Vincenzo, Pirito Tommaso, Potestio Francesco, RISPOLI Vincenzo,
Romano Giuseppe, Romano Silvio, Russo Francesco Cl.’60, Russo Leonardo Giuseppe Cl.’55, Salimbeni
Pietro, Sestito Giuseppe, Siciliani Flotta Giuseppe, Spagnolo Giuseppe, Trifino Raffaele, Vasami’ Luigi
CAPO 107)
Delitto aggravato di associazione di tipo mafioso, ai sensi dell’ art. 416 bis commi I, II, III e IV c.p., per avere
costituito un’ associazione di stampo mafioso denominata “Locale di Cirò” ed operante in Cirò e territori limitrofi di Cirò
Marina, Cariati, Mandatoriccio, Strongoli e con ulteriori articolazioni della stessa in Lombardia e Germania,
associazione promossa, diretta
e organizzata già in epoca pregressa da ALOE Nicodemo,
CAVALLARO Vincenzo e FARAO Giuseppe (promozione, direzione ed organizzazione), e
successivamente al 10.1.1987 (data dell’omicidio di ALOE Nicodemo) da FARAO Giuseppe Giuseppe
(promozione, direzione ed organizzazione), FARAO Silvio e MARINCOLA Cataldo (direzione ed
organizzazione), che - nata come ‘ndrina distaccata del locale di Reggio Calabria facente capo a Ciccio
CANALE e con il supporto di SPINA Francesco e della sua organizzazione parallela sino all’ anno 1979,
anche avvalendosi di specifiche alleanze con altre organizzazioni di tipo mafioso nella specie quelle
facenti capo a CIRILLO Giuseppe e PINO Franco, acquistava propria autonomia sotto il profilo
criminale con l’ inizio della faida con lo SPINA e quindi con il CANALE, faida terminata con l’ assassinio
di quest’ultimo nell’ anno 1982 - diventava locale a sè stante a capo del quale veniva posto in un
primo tempo Nicodemo ALOE e quindi, dopo l’ omicidio di questi, FARAO Giuseppe in qualità di
CRIMINALE Capo-Società, con l’ adesione al programma criminoso e la partecipazione di tutti gli
associati, attraverso il reclutamento e la iniziazione ai riti di ammissione alla associazione
‘ndranghetistica con attribuzione di gradi ed osservanza di rituali, sodalizio che, avvalendosi della
forza di intimidazione del vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e di
omertà della generalità dei consociati, realizzate attraverso il sistematico ricorso all’ uso di violenza e
minaccia culminate in gravissimi delitti contro la persona, acquisivano, mantenevano e rafforzavano l’
intero controllo del comprensorio Cirotano, con conseguente sfruttamento di ogni risorsa economica
da esso ricavabile mediante il controllo di attività economiche, concessioni, autorizzazioni, appalti,
nonchè mediante l’ imposizione di tangenti periodiche ad imprenditori ed operatori commerciali di
zona e il contrabbando di T.L.E. ed il narco-traffico, ciascuno mantenendo comportamenti idonei sotto
il profilo causale al mantenimento e rafforzamento del vincolo associativo, alla realizzazione dei reati
fine ed alla acquisizione degli illeciti profitti, partecipando pro quota alla divisione degli utili, ed in
particolare:
 ciascuno aderendo al sodalizio criminoso del quale condivideva il programma delinquenziale con
le condotte penalmente rilevanti indicate ai capi di imputazione che precedono, e più
specificamente:
 FARAO Giuseppe, FARAO Silvio, CAVALLARO Vincenzo, ALOE Giuseppe, LETTIERI Carmine,
NICASTRI Giuseppe cl.’49, concorrendo inizialmente alla perpetrazione del tentato omicidio e
dell’ omicidio di SANTORO Giovanni;
 FARAO Silvio, FARAO Giuseppe, MARINCOLA Cataldo, PIRILLO Vincenzo, MANCUSO Nicodemo,
VASAMI’ Luigi, concorrendo all’ eliminazione fisica di ALOE Nicodemo;
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 41
 FARAO Giuseppe, MARINCOLA Cataldo, PIRILLO Vincenzo, CARIATI Basilio e NICASTRI Giuseppe
cl.’49, concorrendo nel sequestro di persona , nell’ omicidio e nella distruzione del cadavere di
PAPPARELLA Francesco;
 FARAO Giuseppe, FARAO Silvio, MARINCOLA Cataldo, concorrendo con altri nell’ eliminazione di
SPINA Francesco;
 MARINCOLA Cataldo e RUSSO Francesco, concorrendo con altri nell’ omicidio di CAVALLO
Antonio;
 FARAO Giuseppe, FARAO Silvio, MARINCOLA Cataldo, CICCIU’ Antonio, SPAGNUOLO,
BRUGNANO, concorrendo con altri nell’ omicidio di MIRABILE Mario;
 operando per lo più all’ occorrenza quali componenti di gruppi di fuoco: ACRI Vincenzo,
BRUGNANO Carmine, CARIATI Giuseppe, CAVALLARO Vincenzo, CICCIU’ Antonio, COVELLO
Mario, FARAO Silvio, GRECO Giorgio, GUERRA Nicodemo, BAGNATO Antonio Santo, MARINCOLA
Cataldo, MARINO Giuseppe, MORRONE Salvatore, NICASTRI Giuseppe, PIRILLO Cataldo,
PIRILLO Vincenzo, RUSSO Francesco cl.’60, SPAGNUOLO Giuseppe, TRIFINO Raffaele;
 FARAO Giuseppe, MARINCOLA Cataldo, CICCIU’ Antonio, TRIFINO Raffaele, ACRI Vincenzo,
GUERRA Nicodemo, GRECO Giorgio, COVELLO Mario, CRITELLI Domenico, concorrendo con altri
nel tentato omicidio e nell’ omicidio di BENEVENTO Salvatore, capo zona di Cirò Marina;
 ALOISIO Salvatore, ANANIA Giuseppe, BARBIERI Vincenzo, BRUNO Natale, CARIATI Basilio,
CARIATI Giuseppe, FARAO Giuseppe, FARAO Silvio, GRECO Francesco, GRISAFI Cataldo,
GRISAFI Giuseppe, LETTIERI Carmine, MANCUSO Nicodemo, MARINCOLA Cataldo, NICASTRI
Giuseppe cl.’49, POTESTIO Francesco, RUSSO Francesco, VASAMI’ Luigi, curando unitamente al
CAVALLARO Vincenzo ed altri lo sbarco dei T.L.E. e delle sostanze stupefacenti allo stato grezzo
dai natanti inviati dal gruppo VERNENGO, nonché direttamente partecipando alla produzione,
trasporto e smistamento dell’ eroina in Italia ed all’estero;
 LAVORATO Mario, SICILIANI FLOTTA Giuseppe, CALABRETTA Nicodemo assicurando il reimpiego
attraverso specifici investimenti in proprietà immobiliari, nonché attraverso depositi bancari ed
altro, dei profitti illeciti;
 tutti gli altri comunque partecipando alla vita associativa assicurando ogni tipo di supporto
personale, logistico e di ogni genere;
Con la circostanza aggravante ulteriore dell’ essere l’associazione armata, avendo gli associati nella
propria disponibilità armi comuni da sparo e da guerra.
In Cirò e territori limitrofi di Cirò Marina, Cariati, Mandatoriccio, Strongoli, Torretta di Crucoli ed
altresì in Lombardia e Germania dal 1977 a tutt’oggi.
CAPITOLO 5.4: IL “LOCALE DI CIRO’” (CAPO 107)
I collaboratori Cavallaro Vincenzo, Aloisio Salvatore e Cicciù Antonio, con dichiarazioni convergenti e
reciprocamente riscontrantesi, hanno permesso di ricostruire la nascita della cosca mafiosa di Cirò, la
sua affermazione nel territorio del cirotano e l’ esistenza di un’ articolazione della stessa
organizzazione nel comune di Cariati.
In particolare, come già evidenziato al capitolo 3.16, il Cavallaro ha riferito di come l’ omicidio di
Santoro Giovanni, vecchio boss di Cirò ucciso nel 1977, abbia dato “via libera” alle forze emergenti,
rappresentate essenzialmente da lui, da Nicodemo Aloe e dai fratelli Farao, Giuseppe e Silvio. Si
ripresenta, anche in questo episodio, la figura di Ciccio Canale - Cirillo Giuseppe, come evidenziato nel
capitolo 3.2, ha riferito che il “locale di Sibari” era nato sotto l’ egida di Ciccio Canale, boss di Reggio
Calabria, e che il programma criminoso dell’ associazione prevedeva, fin dall’ inizio, la perpetrazione di
una serie indefinita di estorsioni; addirittura, prima di formalizzare ritualmente la nascita del “locale”,
erano state stabilite le quote dei proventi estorsivi spettanti a ciascuna delle organizzazioni alleate
(“Reggio”, “Sibari”, “Cosenza” e “Cirò”) – (Identica convergenza dichiarativa, si registra circa la
progressiva emancipazione del “locale di Sibari” dal legame con Ciccio Canale, fino alla piena
autonomia, raggiunta dopo l’ uccisione del boss reggino, avvenuta a Pomezia il 18.5.1982) -, la cui
preminenza criminale, nel territorio che va da Cirò fino a Sibari, era indiscussa negli anni ’70. Il
Canale, anche tramite Ciccio Spina, esercitava la sua influenza, oltre che sulla predetta zona, pure su
Cosenza.
L’ associazione mafiosa di Cirò nasce, quindi, con la “benedizione” del Canale e l’ appoggio della
consorteria mafiosa da lui guidata, stanziata a Reggio Calabria. La connessione, anche operativa (nel
senso dello “scambio di killers”), fra le due organizzazioni è un tratto genetico del “locale di Cirò”.
Vale la pena di sottolineare ancora l’ importanza della figura del Canale, il quale ha costituito l’
elemento di collegamento fra i gruppi mafiosi fondati, sul finire degli anni ’70, nella zona dell’ alto
Ionio cosentino (si rammentino gli accordi per la divisione, fra le cosche gravitanti attorno al Canale,
dei proventi estorsivi “prodotti” nella menzionata zona).
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 42
Al vertice della cosca cirotana viene posto Aloe Nicodemo, il quale decide di affiancare Cirillo
Giuseppe, appoggiato anche da Ciccio Canale, nella “guerra” contro Ciccio Spina.
Su tutte le circostanze di cui sopra, le dichiarazioni del Cavallaro, assistite, come si vedrà nella
trattazione degli specifici episodi delittuosi, anche da riscontri oggettivi di diversa natura, sono
confermate dalle coerenti propalazioni degli altri collaboratori, il cui narrato concerne lo stesso periodo
(Cirillo Giuseppe, Cirillo Gerardo, Albano Maria Luigia, Pino Francesco, Tripodoro Pasquale). Ulteriore
conforto, alla versione del Cavallaro, è offerto da Aloisio Salvatore, il quale ha riferito quanto
narratogli, in termini armonici alla predetta versione, da Aloe Nicodemo circa gli accadimenti che
avevano segnato il primo periodo di vita del “locale di Cirò”.
Le successive vicende dell’ associazione (uccisione di Aloe Nicodemo, su iniziativa di un ristretto
numero di affiliati; uccisione di Benevento Salvatore; uccisione di Chiarelli Giuseppe; attività estorsiva
della cosca ecc.), la sua struttura organizzativa (in particolare, l’ appartenza al “locale” della ‘ndrina di
Cariati), il rigido controllo da essa esercitato su qualsiasi attività delinquenziale compiuta nel territorio
di sua competenza, emergono dalle consonanti dichiarazioni dei tre collaboratori sopra menzionati
nonché dalle, pure coerenti, propalazioni di Covello Rocco (vedi esame all’udienza del 10.7.1998 ed
interrogatori espletati per rogatoria in Germania in data 11, 12 e 13 aprile 1996, i cui verbali sono
stati ritualmente acquisiti agli atti) e Greco Mario (vedi interrogatori in data 2 novembre ed 11
dicembre 1991, acquisiti come atti irripetibili, per morte del dichiarante).
La forza di intimidazione posseduta dall’ associazione cirotana si ricava agevolmente dal numero di
“delitti di sangue” consumati nel territorio e riconducibili alla consorteria, nell’ arco di oltre un
decennio (per citare solo alcuni dei più gravi di detti delitti, si richiamano: l’omicidio di Santoro
Giovanni nel 1977; l’ omicidio di Papparella Francesco nel 1979 - omicidio inquadrabile nello scontro
con Ciccio Spina ma eseguito da elementi della cosca di Cirò, su cui hanno riferito Cavallaro Vincenzo,
all’ udienza del 3.12.1998, ed Aloisio Salvatore, all’ udienza del 3.6.1998; le dichiarazioni di entrambi
sono state riscontrate, quanto ai dati di “generica”, dalla deposizione del Cap. Iannone, all’ udienza del
12.11.1997; il duplice omicidio Russo/Scilanca nel 1986; l’ omicidio di Aloe Nicodemo nel 1987; il
tentato omicidio di Benevento Salvatore nel 1987; l’ omicidio di Benevento Salvatore nel 1988; l’
omicidio di Stricagnolo Giuseppina nel 1988; il duplice omicidio Chiarelli/Palmieri nel 1991; l’ omicidio
di Chiarelli Vincenzo nel 1992), nonché dai danneggiamenti e dalle estorsioni, consumate e tentate,
pure ascrivibili all’ associazione (si richiamano gli episodi estorsivi in danno delle imprese: FARSURA,
Bagatti, Basile, Branca, Bua, Scorpiniti, Cicero, Sisca ecc.; ed inoltre i danneggiamenti di cui ai capi 56
e 58 dell’ imputazione).
Quanto al “versante passivo” dell’attività della cosca, la Corte ritiene che, senza dubbio, la predetta
forza intimidatrice abbia posto gli estranei al sodalizio in una condizione di assoggettamento ed
omertà, come si evince dalla constatazione che nessuna delle parti offese delle richieste estorsive ha
mai denunciato nulla alle forze dell’ordine, tranne i danneggiamenti che, per la loro evidenza esterna,
non potevano essere tenuti nascosti. La cooperazione offerta dalle vittime dei delitti all’ accertamento
dei fatti e delle relative responsabilità è rimasta scarsissima, anche dopo che le dichiarazioni dei
collaboratori avevano svelato l’ esistenza dei reati. A titolo esemplificativo, si citano le deposizioni,
sicuramente reticenti, dei testimoni: Basile Carlo (udienza del 24.9.1997, il quale ha negato di aver
mai ricevuto richieste estorsive, pur avendone in precedenza rivelato, oralmente, l’ esistenza ai CC di
Cariati - vedi deposizione del M.llo Stefanizzi all’ udienza del 21.10.1997); Bua Melchiorre (udienza del
25.9.1997, il quale, titolare di un’ impresa che aveva subito un danneggiamento, ha posto in dubbio
addirittura che il danneggiamento fosse rivolto a lui) e Minnella Salvatore (sulla condotta reticente di
questo testimone si rimanda al capitolo relativo all’ omicidio di Stricagnolo Giuseppina, in cui il tema
viene specificamente approfondito).
Circa la sussistenza della contestata aggravante di cui al 4° comma dell’art. 416 bis c.p., si osserva
che la disponibilità di armi da parte degli affiliati al “locale di Cirò”, per il conseguimento delle finalità
associative, risulta dalle ripetute, convergenti dichiarazioni dei collaboratori, le quali trovano adeguato
riscontro nella sequenza di delitti, riferibili
all’ associazione e commessi con uso di armi o esplosivo
(vedi omicidi e danneggiamenti - anche quelli strumentali alle estorsioni menzionate - sopra citati).
PARTE 12: GLI APPARTENENTI AL “LOCALE DI CIRO’” (CAPO 107)
CAPITOLO 12.1: PREMESSE
Nei capitoletti che seguono verranno affrontate le contestazioni aventi ad oggetto l’appartenenza al
“locale di Cirò ”.
In ordine alla questione relativa all’esistenza della predetta associazione di tipo mafioso ed alla
sussistenza della contestata aggravante di cui al 4° comma dell’ art. 416 bis c.p. (che opera nei
confronti di tutti gli associati, indipendentemente dalla consapevolezza di ciascuno circa l’esistenza di
una dotazione “associativa” di armi), si richiamano le argomentazioni svolte nel capitolo 5.4.
La trattazione seguirà l’ordine della rubrica.…
12.8) BRUNO NATALE
L’ imputato Bruno Natale è raggiunto dalle dichiarazioni accusatorie rese nei suoi confronti da
Cavallaro Vincenzo, Tripodoro Pasquale, Aloisio Salvatore, Cicciù Antonio e Covello Rocco.
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
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Cavallaro Vincenzo (udienze del 3, 4 e 5 febbraio 1998) ha dichiarato di aver personalmente conferito
sin dal 1983 al Bruno (già “rimpiazzato” in concomitanza con la nascita dell’ associazione) il grado di
“sgarrista”, ribadendone così l’ appartenenza al “locale di Cirò”, capeggiato in quel periodo da Aloe
Nicodemo. Ed infatti, lo zio di quest’ultimo, Aloe Giuseppe, ha indicato l’ imputato (udienza del
13.1.1998) come uno degli assidui frequentatori di suo nipote. Inoltre, il Cavallaro ha dichiarato di
aver ricevuto delle “visite” da parte del Bruno, durante la propria detenzione in Germania ed è
documentalmente provato che almeno una di tali visite ebbe luogo in data 27.3.1990 (vedi paragrafo
6.17.12).
Anche Tripodoro Pasquale (udienza del 29.4.1998), Covello Rocco (interrogatorio dell’ 11.4.1996) e
Cicciù Antonio (udienze del 12 marzo e del 9 aprile 1998), hanno riferito che il Bruno era affiliato all’
associazione mafiosa cirotana. Il terzo, in particolare, ne ha pure precisato il grado, che corrisponde a
quello indicato dal Cavallaro.
Aloisio Salvatore (udienza del 3.6.1998) ha dichiarato che l’ imputato faceva parte del “locale di Cirò”
(era “rimpiazzato”) e che era stato “attivo” finché non si era ammalato di pleurite.
Le dichiarazioni dei predetti collaboratori (tutte attendibili e reciprocamente riscontrantesi) trovano
ulteriore conferma nelle intense frequentazioni del Bruno con elementi di spicco dell’ organizzazione
mafiosa cirotana, quali i fratelli Farao (Giuseppe e Silvio) e Marincola Cataldo (ma anche con altri
associati, come Grisafi Cataldo, Vasamì Luigi, Amantea Francesco ecc.), in un arco temporale che va
dal 1988 al 1994 (si veda la testimonianza del Cap. Iannone nell’ udienza del 3 dicembre 1997).
12.24) FARAO GIUSEPPE e FARAO SILVIO
L’ inserimento degli imputati Farao Giuseppe e Farao Silvio nel “locale di Cirò” risulta dalle
dichiarazioni (tutte attendibili e vicendevolmente riscontrantesi) di una serie di collaboratori, quali:
Cirillo Giuseppe, Cavallaro Vincenzo, Aloisio Salvatore, Cicciù Antonio, Covello Rocco, Greco Mario,
Garofalo Francesco, Tripodoro Pasquale, Magliari Pietro Alberto, Pino Francesco, Arturi Umile.
Il Cavallaro, in particolare, ha riferito di come i fratelli Farao abbiano preso parte attiva alla fase
costitutiva della predetta associazione mafiosa (si veda il capitolo 6.2 ed i riscontri ivi indicati in ordine
ai rapporti tra i Farao ed il vecchio boss Santoro Giovanni). Inoltre, gli elementi di prova evidenziati
nei capitoli 6.12, 6.13, 6.14, 6.17 e 6.25, pur inidonei a fondare un giudizio di responsabilità nei
confronti degli imputati per i delitti ivi esaminati, dimostrano la costante presenza degli stessi ai vertici
della cosca cirotana, dall’ epoca dell’ omicidio Santoro al loro arresto nell’ ambito del presente
procedimento (giugno 1995). Ulteriore conferma di ciò si trae dall’ accertato coinvolgimento dei due
Farao nella fase decisionale dell’ omicidio Mirabile (si veda il capitolo 6.19).
Le frequentazioni degli imputati con molti altri associati al “locale”, in tutto l’arco temporale di cui
sopra, nonché le loro “visite” al Cavallaro ed a Cariati Basilio, detenuti in Germania (si vedano le
emergenze di prova specificiate nel capitolo 6.17 e tutte le dichiarazioni del Cap. Iannone, con
particolare riferimento a quella del 3/12/1997) offrono l’ennesimo supporto al preannunciato risultato
di prova.
12.39) MARINCOLA CATALDO
L’ inserimento dell’ imputato nel “locale di Cirò”, con collocazione “apicale”, risulta dalle dichiarazioni
(tutte attendibili e vicendevolmente riscontrantesi) di una serie di collaboratori, quali: Cirillo Giuseppe,
Cavallaro Vincenzo, Aloisio Salvatore, Cicciù Antonio, Covello Rocco, Greco Mario, Garofalo Francesco,
Tripodoro Pasquale, Magliari Pietro Alberto, Pino Francesco, Arturi Umile, Belmonte Nicola, Russo
Tommaso. Aloisio Salvatore, in particolare, ha riferito di come il Marincola, dopo l’uccisione di Aloe
Nicodemo, si sia imposto come il personaggio più autorevole della cosca cirotana, divenendone il
sostanziale punto di riferimento. Gli elementi di prova evidenziati nei capitoli 6.13, 6.14, 6.15, 6.16,
6.17, 6.19 e l’accertata responsabilità dell’ imputato per i gravissimi episodi delittuosi ivi trattati
stanno a dimostrare l’assunto iniziale. Le frequentazioni del Marincola con gli altri associati al “locale”,
in un arco di tempo che copre tutti gli anni ’80 e giunge fino all’ arresto del medesimo nell’ ambito del
presente procedimento, nonché le sue “visite” al Cavallaro ed a Cariati Basilio, detenuti in Germania
(si vedano le emergenze di prova specificate nel capitolo 6.17 e tutte le dichiarazioni del Cap.
Iannone, con particolare riferimento a quella del 3.12.1997) offrono l’ ennesimo supporto al
preannunciato risultato di prova.
12.47) PIRILLO VINCENZO
L’ inserimento dell’imputato nel “locale di Cirò” risulta dalle dichiarazioni (tutte attendibili e
vicendevolmente riscontrantesi) di una serie di collaboratori, quali: Cirillo Giuseppe, Cavallaro
Vincenzo, Aloisio Salvatore, Cicciù Antonio, Covello Rocco, Tripodoro Pasquale. Cavallaro Vincenzo ed
Aloisio Salvatore, in particolare, hanno riferito di come il Pirillo sia uno degli “affiliati storici” della
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cosca cirotana e, dopo l’uccisione di Aloe Nicodemo, si sia imposto come uno dei personaggi più
autorevoli della stessa. Gli elementi di prova evidenziati nel capitolo 6.12 e l’ accertata responsabilità
dell’ imputato per l’omicidio di Aloe Nicodemo stanno a dimostrare l’assunto iniziale. Le frequentazioni
del Pirillo con gli altri associati al “locale”, in un arco di tempo che giunge fino all’arresto del medesimo
nell’ambito del presente procedimento, nonché le sue “visite” a Cariati Basilio, detenuto in Germania
(si vedano le emergenze di prova specificate nel paragrafo 6.17.12 e tutte le dichiarazioni del Cap.
Iannone, con particolare riferimento a quella del 3.12.1997) offrono l’ ennesimo supporto al
preannunciato risultato di prova.
Sentenza Corte di Assise di Catanzaro n° 5 del 24.3.2004
a) l’ esistenza delle singole consorterie mafiose
Quanto al “locale” di Cirò, cui era parte integrante quello di Cariati, sono intervenute le ulteriori
dichiarazioni di Ferrazzo Felice, Covelli Alessandro, Foschini Vittorio, che ebbero rapporti criminali con i
capi e gli affiliati del predetto gruppo, come può agevolmente rilevarsi dal tenore delle loro
dichiarazioni, riportate riassuntivamente nei relativi paragrafi, nonché del De Franco che era affiliato al
predetto “locale” sin da quando vi era a capo Nick Aloe e che ebbe un maggiore ruolo in esito alle
misure cautelari applicate nell’ambito del procedimento “Galassia”.
b) Le lotte interne e quella contro Iona - Dima
Dall’ insieme delle emergenze istruttorie risulta che nell’ ambito dei singoli “locali” si verificarono varie
lotte finalizzate ad ottenere il comando ed il predominio sul territorio del Comune di appartenenza, in
funzione delle quali nascevano o cessavano delle alleanze.
Molti elementi di prova sono emersi sulla lotta in Strongoli tra il gruppo Dima, Giglio, Scalise e quello,
contrapposto, dei Valente-Castiglione.
Il Cicciù ha narrato che originariamente vi era un’ unica “famiglia” in Strongoli composta da
Mimmo Fedele, Mimmo Valente, Dima Bruno, Benincasa Michele ed altri, poi vi fu un litigio
e nacque un contrasto tra i Valente-Castiglione, da una parte, e Dima, Scalise, Giglio e
Levato, dall’ altra, questi ultimi erano appoggiati dai Cirotani. Su questa comune origine dei
due gruppi vi sono le dichiarazioni di Castiglione Giuseppe che ha narrato del legame
delinquenziale del figlio Francesco con Dima Bruno, Capalbo Vincenzo e Scalise Salvatore,
dei litigi insorti con questi ultimi e dell’ avvicinamento di Francesco Castiglione ai Valente,
dopo che subì un attentato ad opera di Dima e Capalbo.
Le relazioni di servizio più risalenti, redatt e dalla Forze dell’Ordine operanti in quel Comune,
sembrano confermare questa ipotesi in quanto unitamente a Scalise, viene registrata, a
volte, anche la presenza di membri della famiglia Castiglione.
Del conflitto fra i due gruppi, ormai strutturati, pa rlano:
- la lunga serie di omicidi consumati e tentati che si successero dal gennaio 1982 (a partire dal
tentato omicidio Martino Fedele, in Strongoli), riportati nel capitolo II a cui si rinvia;
- i collaboratori Aloisio Salvatore, Cicciù Antonio, Covello Alessandro, Foschini Vittorio, Pace
Vincenzo;
- il teste Castiglione Giuseppe padre di Castiglione Francesco e Luigi, uccisi nel corso della
faida;
- e vi è la voce di uno dei protagonisti, Dima Bruno, che, in esito al quarto attentato subito,
mentre si trovava ricoverato in ospedale (16 aprile 1987) rilasciò dichiarazioni al Capitano
Bottacci, comandante la Stazione di Cirò Marina, indicando gli autori dell’ attentato in esponenti del
clan avverso (Valente Felice, Castiglione Giuseppe, Castiglione Francesco, Castiglione Luigi, Carbone
Rubens e Ristagno Pasquale (v. verbale s.i.t. acquisito in atti).
Su tale vicenda si innesta quella dell’ allontanamento del Dima dai cirotani (connessa alle lotte interne
di questo gruppo che condussero all’ omicidio del cap o Nicodemo Aloe), su cui concordi sono le
dichiarazioni di Foschini, Aloisio, Cicciù e Pace.
Il Foschini ha narrato che negli anni ‘80, su sollecitazione di Coco Trovato, si mise in contatto con Dima
Bruno per combinare un incontro a Milano tra Nicodemo Aloe e Paolo De Stefano. Conobbe il Dima in quell’
occasione, glielo presentò Enzo Carvelli che gli disse anche che il Dima era da poco scampato ad un
attentato in cui aveva perso la vita un certo Cataldo. Poi seguì l’ incontro, in un ristorante a Corsico, tra
Nicodemo Aloe, Silvio Farao, Cataldo Marincola, un uomo grosso facente parte della cosca di Cirò, e Coco Trovato, Papalia,
Schettini. Lì discussero di una vicenda relativa ad una guerra in corso ed i cirotani gli chiesero aiuto per
uccidere Valente Domenico, che si trovava in Lombardia, volendo dare una risposta all’ attentato
subito dal Dima.
Alla fine del pranzo uscirono tutti insieme e Papalia disse a Silvio Farao ed a Cataldo Marincola che Nick
Aloe non gli piaceva. Marincola gli rispose di non preoccuparsi perché Nick Aloe era finito e che da lì a
poco avrebbero ricevuto la notizia. Il collaboratore ha aggiunto che, successivamente, il Dima fu tratto
in arresto.
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L’ attentato a Dima, in cui perse la vita il Capalbo (il Foschini ha ricordato “Cataldo”) si verificò il
26 agosto 1986 (nel precedente attentato del marzo 1984, nessuno era rimasto ucciso). Dalla
sentenza del processo “Galassia” si evince che Nick Aloe fu ucciso il 10 gennaio 1987, quindi l’
incontro descritto dal Foschini va collocato nel lasso di tempo compreso tra la fine di agosto ‘86 e gli
inizi di gennaio ’87, in cui il Dima era ancora il boss di Strongoli, amico di Nick Aloe.
Il Cicciù ha riferito che dopo l’ uccisione di Nick Aloe (avvenuta ad opera dell’ Aloisio, dei due Farao, di
Marincola e Pirillo Vincenzo, come riferito dall’ Aloisio), Farao Giuseppe che aveva assunto il comando del gruppo
di Cirò insieme a Marincola, era in una cattiva disposizione d’animo nei confronti di Dima Bruno, tanto che
commentò positivamente l’ attentato da questi subito ad opera dei Castiglione l’ 1 aprile 1987 (saltò in
aria con la sua auto blindata e riportò gravi ferite), dicendo che “Adesso la quercia è morta – diciamo
che era Nick Aloe – e tutti i rami che avevano peccato con Nick Aloe dovevano pagare”.
Dopo quindici giorni il Dima subì un ulteriore tentativo di omicidio all’ interno dell’ Ospedale e, come già
riportato, fece i nomi degli attentatori ai Carabinieri. Il Cicciù e l’ Aloisio hanno riferito che Farao e
Marincola dissero che Dima si era comportato da infame ed andava allontanato.
L’ Aloisio ha narrato che il Dima tentò di incontrare Farao Giuseppe per chiarire la vicenda, ma questi non
si recò all’ incontro, poi Dima fu arrestato (v. conforme Foschini) e quando uscì dal carcere cominciò la
faida contro i cirotani ed i suoi ex amici di Strongoli, Giglio, Scalise, e Levato, con cui aveva avuto dei
dissapori e che intanto avevano preso in mano il “locale”.
Anche il Cicciù ha riferito della volontà del Dima di incontrare Farao per chiarire la vicenda.
Il capitano Giardina ha dichiarato che Bruno Dima, dopo gli attentati del 1987, si trasferì a Belvedere
Spinello, comune in cui abitava Iona Guirino, e si spostava raramente da lì.
Della volontà dei cirotani di uccidere Dima, considerato un traditore, hanno riferito anche il Foschini ed il
Covelli, nonché Franco Pino, boss della consorteria di Cosenza, a cui Farao Giuseppe, Farao Silvio e
Marincola si rivolsero perché li mettesse in contatto con Garofalo, che sapevano essere diventato
amico del Dima, al fine di chiedergli aiuto per l’ uccisione di questi.
Il Cicciù ha, altresì, narrato di avere conosciuto Franco Coco Trovato a Cariati e che Giglio Salvatore
gli disse che da lì a poco sarebbero arrivati Giuseppe Farao e Vincenzo Pirillo i quali avevano
appuntamento con Coco Trovato ed un certo Peppe Flachi per organizzare l’ omicidio di Valente
Domenico della cui esecuzione si sarebbero fatto carico i due (udienza dell’ 11.4.2003, pag. 71 e 72).
Questo insieme di vicende attinenti alle lotte interne ai vari “locali”, concorsero tutte a creare
i
presupposti per la faida tra i “cirotani” ed i loro alleati, da una parte, ed il gruppo Iona-Dima,
dall’
altra, a comprovare la quale sta un imponente quadro probatorio costituito da:
- i numerosissimi omicidi commessi in danno di esponenti dei due schieramenti, a partire dall’anno 1988,
riportati nel capitolo II, a cui si rinvia (la riferibilità delle vittime ai due schieramenti si desume dalle
relazioni di servizio sulle loro frequentazioni e dal contenuto di alcune conversazioni intercettate);
- gli esiti delle consulenze balistiche che indicano l’ uso delle medesime armi per la commissione di vari
attentati provenienti dal medesimo schieramento;
- le dichiarazioni dei collaboratori Cicciù Antonio, Aloisio Salvatore, De Franco Vincenzo, Covelli
Alessandro, Pino Franco, Comito Antonio, Foschini Vittorio, Pace Vincenzo;
- le dichiarazioni delle testimoni Rimedio Mirella, Lorenti Michelina, Longobucco Filomena;
- le sentenze passate in giudicato relative:
- all’omicidio di Dattolo Antonio (sentenza n. 14/96 emessa dalla Corte d’Assise di Catanzaro il
19
dicembre 1996, di assoluzione di Iona Guirino, Iona Francesco e Iona Giuseppe);
- al duplice omicidio Pagliuso-Marullo (sentenza n. 12/95 emessa dalla Corte d’Assise di Catanzaro in
data 13 novembre 1995, di assoluzione di Megna Domenico);
- al tentato omicidio di Frustaci Luigi (sentenza n.153 del Tribunale Di Crotone, emessa il 19 luglio 1995,
di condanna di GIGLIO Vincenzo + 4 );
- sentenze che nelle relative motivazioni, collocano i predetti delitti nell’ambito della faida tra le due
contrapposte fazioni mafiose;
- le testimonianze degli agenti di Polizia Giudiziaria che hanno condotto le indagini sui singoli delitti;
- il contenuto di alcune conversazioni intercettate sulle utenze telefoniche in uso a Benincasa Michele,
Russano Francesco, Rizzo Anna Maria, Dima Bruno, e nell’ abitazione di Iona Guirino.
Pertanto la Corte ritiene che a fronte di tali elementi probatori non possa permanere alcun dubbio circa la
sussistenza della faida in oggetto.
d) L’ inesistenza di una nuova ed autonoma associazione
Alla stregua di quanto su esposto va verificata la tesi d’accusa secondo cui la predetta faida
determinò la costituzione di un’autonoma associazione a delinquere sotto la guida dei capi
del locale di Cirò (Farao Giuseppe e Marincola Cataldo).
La giurisprudenza della Suprema Corte ha ravvisato la configurabilità di una diversa ed autonoma
fattispecie associativa nella “costituzione da parte di un’organizzazione criminosa già operante, al fine
di estendere il proprio campo di influenza, di un gruppo criminale associato che agisca in un
determinato territorio con autonomia decisionale ed operativa” (Cass. Sez. I, 3 marzo 1995, n° 2167).
Pertanto l’ indagine, ai fini che qui rilevano, va condotta nel senso di verificare se vi è prova della
45
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 46
configurazione di un gruppo “associato” che abbia agito con autonomia decisionale ed operativa
rispetto ai singoli “locali” da cui provenivano uomini e mezzi.
A tal proposito, osserva la Corte che dal racconto di tutti i collaboratori è emerso che:
- il “locale” di Cirò era il più forte per storia criminale e disponibilità di “azionisti”, e tendeva a porre a capo delle
cosche limitrofe uomini ad esso collegati, fornendo a tal fine il proprio aiuto nelle lotte interne (v.
appoggio a Ferrazzo contro Russo, a Mesoraca; appoggio a Cosimo contro Iona, a Rocca di Neto;
appoggio a Sorrentino contro Vrenna su Crotone);
- i singoli “locali” accumularono autonomi motivi di inimicizia e rancore nei confronti di Iona Guirino e
Dima Bruno;
- il comportamento di questi ultimi minava “l’autorità” del locale di Cirò, i cui capi si adoperarono per
eliminarli;
- gli uomini utilizzati nei singoli attentati erano individuati in modo occasionale e di volta in volta, tra
quelli aderenti ai singoli locali, così come le armi e le postazioni logistiche (FINE).
********************************
La presenza costante negli ultimi anni di denunce reticenti (cioè indicanti solo il fatto
esteriore e non occultabile del danneggiamento, e non anche l’ autore della sottostante
richiesta estorsiva) da parte delle persone offese dei numerosi atti di danneggiamento od
incendio nei territori dei Comuni di Legnano, Lonate Pozzolo e limitrofi, la commissione di
omicidi (quello di Murano Cataldo in data 7.1.2005 in Lonate Pozzolo – MI – e quello di
Murano Alfonso in data 27.2.2006 in Ferno – VA) con modalità tipiche della delinquenza
mafiosa (Murano Cataldo veniva ucciso a colpi di arma da fuoco cal. 38 e poi bruciato,
Murano Alfonso veniva ucciso con un colpo di arma da fuoco al cuore e da altri due in faccia
quando era già a terra), la presenza sul territorio di soggetti provenienti dalla zona di Cirò
Marina (KR) con accertati rapporti parentali 42 e di frequentazione con esponenti di spicco
del “Locale” ivi dominante, costituiscono obiettivi, concreti e gravi elementi indiziari in
ordine alla sussistenza di una carica intimidatrice derivante dallo stesso vincolo associativo in capo all’ associazione a
delinquere operante in territorio delle province di Milano e Varese, ed oggetto di indagine nel presente procedimento .
A) 2 – condizione di assoggettamento e di omertà
Le indagini effettuate consentono di ritenere sussistenti in capo alla generalità dei cittadini
che vivono in questa porzione di territorio, nonché degli operatori economici operanti nel
medesimo ambito territoriale, condizioni di assoggettamento e di omertà derivanti dalla capacità di
intimidazione sopra indicata. Elementi, questi, strutturali (unitamente alla capacità di
intimidazione derivante dal vincolo associativo) del reato di associazione a delinquere di
stampo mafioso p. e p. dall’ art. 416 bis c.p. e consistenti rispettivamente,
la prima, nello
stato di sottomissione e succubanza psicologica nelle potenziali vittime
dell’
intimidazione, derivante dalla convinzione di essere esposti ad un grave ed ineludibile
pericolo di fronte alla forza dell’ associazione; la seconda, nel rifiuto pressoché generalizzato
di collaborare con gli organi della giustizia, solitamente sotto forma di testimonianze false e
reticenti o di favoreggiamento.
Detti elementi sono desumibili non soltanto dal ridottissimo numero di denunce e dalla
natura sostanzialmente reticente delle stesse, ma in modo assai significativo anche da
dichiarazioni pubbliche di rappresentanti delle amministrazioni locali, come VERDERIO
Modesto, consigliere comunale in carica, che dopo aver rilasciato un’ intervista riportata da
alcuni giornali locali in data 3 marzo 2006, circa il pagamento del “pizzo” da parte della quasi
totalità dei commercianti della zona, veniva sentito a sommarie informazioni. In quella sede,
il VERDERIO precisava quanto segue: “Durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative del
2004 venivo avvicinato da alcuni cittadini di Lonate Pozzolo, i quali mi sottoponevano alcune problematiche
presenti sul territorio in riferimento al problema della criminalità calabrese dedita alle estorsioni presso gli esercizi
pubblici …….”. In modo significativo lo stesso consigliere comunale VERDERIO,
verosimilmente egli stesso intimorito per primo delle conseguenze che l’ indicazione
nominativa di detti concittadini avrebbe loro comportato, evitava nel prosieguo di dette s.i.t.
42
Già si è detto (vedi nota n° 41) che RISPOLI Vincenzo è nipote (per parte di madre) di FARAO Giuseppe, capo della cosca di Cirò
Marina (KR), già condannato per 416 bis e diversi omicidi.
46
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 47
di fornire nome e cognome (sicuramente conosciuti date le ridotte dimensioni del Comune di
Lonate Pozzolo) dei concittadini che gli avevano segnalato il problema generalizzato del
pagamento del “pizzo”.
B) – ALTRI FATTORI rivelatori dell’ ESISTENZA dell’ ASSOCIAZIONE a DELINQUERE
B) 1 – rituali di affiliazione
Nel corso delle indagini non sono state documentati veri e propri riti di affiliazione mediante
“battesimi” o conferimento di “doti”, ma in modo assai significativo si è accertata l’ opera di
pressante indottrinamento condotta da FILIPPELLI Nicodemo nei confronti di ZOCCHI Fabio
circa la natura dell’ associazione, i requisiti per poterne far parte e le regole che ogni
affiliato deve rispettare, pena, nei casi di gravi violazioni, l’ eliminazione fisica.
Si riportano i passaggi più significativi di due intercettazioni ambientali inerenti il profilo
richiamato.
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI FABIO
(su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 43
F: FILIPPELLI Nicodemo
Z: ZOCCHI Fabio
. . . omissis . . .
F:…che tu da adesso in avanti...non sei più solo...cioè non ...a parte che non lo eri neanche prima...ma ora, da, da
adesso in avanti tu sei maggiorato come persona nel senso che...vieni, fai presente, perchè ogni cosa io la devo fare
presente...ed è meglio così...fai presente una situazione...metti che tu ci hai una discussione con qualcuno, noi
sappiamo già tu con chi sta avendo a che fare... ehhh...e dobbiamo... se ...dobbiamo intervenire , dieci, ven...dieci,
quindici, venti persone...dobbiamo intervenire... (incomprensibile) è come tutti, è come essere una famiglia ...questo
è...se non sta bene si può anche rifiutare, è meglio rifiutare piuttosto che ... dice, perchè tu sei vincolato... gli altri, gli
altri sono liberi, giustamente fanno quello che vogliono, tu non lo puoi fare...quindi ogni cosa che si fa da ora in
avanti, andiamo da ENZO 44 ... parlo...ENZO mi dice benissimo, questo e questo...e gli e la espongo... se ti sta bene
bon, se non ti sta bene ...cioè, io...mi devo, mi devo, devo per forza scindere e magari te la fai da solo questa cosa
che tu vuoi fare...
Z: no ma ehh... tornando al discorso che avevamo fatto l'altra volta...se è una cosa che salta fuori così, è una cosa
che salta fuori diciamo al di fuori di quello che ti possono eventualmente dire...
F: allora!!....cioè il discorso è questo...
Z: così almeno, l'altra volta ...
F. ti faccio, ti faccio un esempio...
Z: l'altra volta così mi hai detto...
F: nooo, l'altra volta ti ho accennato un qualcosa...ti faccio un esempio...metti che io vada li, metti metti che vada
dove mi hai detto....io, te e altre tre persone andiamo a fare un recupero...giusto!....voi siete in quattro... e io sono da
solo...giusto?...il mio essere da solo, io ci ho un esercito alle mie spalle, hai capito?...se tu non sei, tu, tu stai
andando tu come figura ...ma tutti quanti di, di noi ti teniamo gli occhi addosso, pure che non ci siamo teniamo gli
occhi addosso... se tu hai bisogno siamo tutti li...quindi tu te ne devi chiedere due parti ...se sono quattrocento mila
euro e siete in cinque...dovete fare diviso sei...se tu devi prendere due parti, la tua seconda parte va portata in
società...e quello che è...mentre se tu a me mi regali cinquemila euro, ti faccio per pura ipotesi, non un lavoro, tu
vieni e mi regali cinquemila euro.........io vado li e gli devo lasciare mille euro...ma mi fa piacere farlo, non... cioè
non lo faccio perchè mi dà fastidio o perchè, io sono contento che è così...perchè cosi mi sento piùùùùù....così mi
mang... me li mangio i muri...hai capito?
Z:se per dire recuperiamo cinquantamila euro da un recupero, tu di quei venticinque li che tu prendi...riusciamo a
prendere qualcosa?...
F: no, no, no, no, no,no...no...se io e te andiamo a fare un recupero di cinquanta, di venticinquemila...
Z: cioè metti questo qui che viene oggi, si riesce a recuperare....
43
n° 522 del 18.04.2006 ore 11.11
Chiaro riferimento a RISPOLI Vincenzo (nato a Cirò Marina – KR - il 15.12.1962 e residente a Legnano – MI – in via
Sabotino n° 43), capo del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”.
44
47
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 48
F: ohhh....
Z: mille euro...
F: non è , nooo aspetta non è così! io e te cioè se io e te andiamo a fare un recupero io che mi sto muovendo...perchè
tu no, ma io che comunque sono con te...io devo dirlo va che io sto facendo questo, questo e questo...come
funzio...cosa devo fare? perchè è ENZO che dice a me, ENZO, interviene mentre parla con gli altri e dice... non è
che dice... è una cosa impostata...così, così,così...vieni, ne parli, e dici ...c'è questo, questo, questo e questo...poi io...
decido, ti regolo e dici ...in questa situazione ehhh...dobbiamo dare per dire cinquemila euro a ENZO...io dico a
ENZO per dire tutti diciamo a ENZO...
Z: va bene...
F: per dire tutti no...cinquemila euro ti dico io a te...tu mi dici va bene, mi sta bene oppure mi dici no, non mi sta
bene, li glieli dai dalla tua parte...e tu, dopo sei tu a dire mi sta bene o non mi sta bene, io dall'altra parte ti dico no,
non va bene perchè...(incomprensibile)...non va bene perchè, è vero che siamo in due, ma se è facile è facile, se è
difficile gli altri...che io...vado a pagare...e tra virgolette vado a pagare perchè lo fa... lo farebbero poi anche gli altri,
e serviranno per carcerati che sono sempre...quando non si fa niente dobbiamo mettere cento euro per uno, cinquanta
euro, al mese e siamo venti, trenta persone, si raccolgono comunque millecinque, duemila euro al mese ...stavo
dicendo no, quandooo ehm, seee ehm, ti dico niente, va per me non mi conviene, perchè se andiamo io e te e ci sono
problemi se ci andiamo a scannare con venti persone, siamo due cretini messi li, siamo in due noi e loro in venti,
però se io dico oh, guarda che mi servono questo, questo, questo e quello, io dopo due ore o dopo tre ore o ci
organizziamo per il giorno dopo io c'ho dieci persone, quindici persone lì, hai capito, quindi...io ti ci ma...dici eh,
voi ci andate in due, però la gente che si va a informare...anche perchè po...prendiamo il caso di GIUSEPPE,
prendiamo il caso di GIUSEPPE, se io no lo avevo fatto presente a ENZO, quei soldi la li dovevo tornare tutti
indietro, te lo dico io...li dovevo tornare tutti indietro...
Z: eeeh, l'ho pensato anch'io, però diciamo che...
F: ...eeeh, allora...
Z: ...in una situazione del genere non mi sono mai a... a parte quella, non mi sono mai capitate, oddio
...(incomprensibile)...
F: ...ma non è questo FA, non è...allora metti che tu a uno gli...a qualcuno gli stai portando via dei soldi, giusto? tu e
io...lo sanno i nostri...poi questi qua si van a lamentare con qualcuno di, di REGGIO CALABRIA...ti faccio un
esempio, così, poi a REGGIO CALABRIA sanno che c'è uno di CIRO', vanno a chiedere informazioni, dice che è
...(incomprensibile)... abbiamo questo, abbiamo quello, abbiamo quello...tutto, sanno tutto, se la gente non sa niente
dice, va beh, a noi che c'interessa, non ci riguarda, no lo so io dice ENZO, sono cose che non ci riguardano, fate
quello che volete, noi ci dobbiamo affrontare questa gente. Tu dici, non sono mai successe queste cose qui, però se
succede una volta...
Z: no no..(incomprensibile)...non sto pensando a quello, io sto pensando a un discorso, diciamo, di come
vieneee...cioè non ho ancora capito proprio niente...
… omissis …
F: ...cioè, il discorso verrà impostato in questo modo, se qualcuno viene da me e mi diceee...cioè io non è che, io
sono obbligato a quello che ti sto dicendo, attenzione eh! sono obbligato, io faccio parte della ruota FABIO ...
Z: ...no ma io, ma io, ho capito, ma questo l'ho capito, ma il mio discorso è diverso, se si metti cheee...con oggi o in
questi giorni si recuperaaa...
F: ...ma si recupera come? io prima di recuperare lo devo dire a ENZO ...
Z: eh beh, non ci sono prooo...anche...cioè in ogni caso? in ogni caso? cioè metti che abbiamo da, da far saltar fuori
cinque o sei mila come abbiamo fatto l'altro giorno, è in ogni caso oppure solo su certe cose?
F: no, no, no, no, è beh, comodo allora...
Z: ...no, no, ma il discorso che ti ho fatto l'altra volta...
F: ...sempre, sempre, sempre, allora io, il discorso che ti ho fatto io è questo, eee...se noi, se io, se tu vieni da me e
mi dici c'è da fare questo, io a te ti faccio una proposta e ti dico, tra vigolette, ma andiamo insieme, non è che non
vie..., cioè non è che, non è che sia una persona che conosco da ieri e ti dico, ascoltami, io ci vengo con te a
lavorare, andiamo a un recupero, andiamo dove vuoi però, ti dico io a te, da persona che ti conosco, ma non tanto, ti
dico però siccome siamo io e te e ci sono cinquantamila euro, eee...facciamo così, io ne prendo per dire
eee...ventotto mila euro e tu ne prendi ventidue, alla fine ne prendiamo ventidue a testa, ti sta bene? tu mi dici, no,
non mi sta bene, dici tu, boh, benissimo siamo amici come prima, e non posso, io non posso partecipare con te...cioè
nonnn basta..., il discorso è chiuso...se a te sta bene...però tu dici va be io altri seimila euro ci vanno, vanno a...ad
amici...
Z:...io lo so, lo so dove vanno...
F: aspetta, ad amici che però, che però, sono a nostra disposizione quando vogliamo...ti dico io a te...te lo dico a te
perchè sei un amico questo, se non eri un amico neanche te lo spiegavo …
Z: è normale...
48
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 49
… omissis …
F: mettiamo ASPESI...ASPESI si accorge che gli abbiamo fottuto presto quarantamila
euro...giusto?...perchè...perchè arriverà a sta conclusione no?...
Z: ...(incomprensibile)...
F: per cui litigheranno...va ASPESI e si rivolgeee...a ENZO...qualcuno lo porta da Enzo, sa che è un amico
...qualcuno lo porta a qualcuno, aah PASQUALE U BARBARO, ti dico PASQUALE U BARBARO che dispone di
cento uomini pronti aaa....ehh, che facciamo?...va la e dice vedi che c'è questo, questo e questo...chi sono, tizio e
caio... ci sono io...non vengono da me, vanno da ENZO e dice guarda che c'è sta situazione qua, cosa
facciamo?....eccetera eccetera, ENZO dice che la sa la cosa ...(incomprensibile)( forse: tre o quattro in un anno)... se
non la sa , io vado nei guai...perchè io ho specificato guarda che io ho qualcosina in corso ancora, e qualcosina che è
stata fatta e diranno che non hanno fatto...tutto quello che è stato fatto dirà a oggi...mi dice...se c'è qualcosa in corso
e la chiudete, da quella cosa in corso in avanti perchè qua, poi prima o poi si verrà a sapere, e ti dico una cosa che
quando le cose, le regole vengono impartite, la si muore... (incomprensibile)...quindi io, dice se ai vostri non sta
bene quello che dite voi...la è legittimo non è che uno è obbligato dice ehhh...siete in quattro no io però ho bisogno
di una parte in più, perchè se no la mia parte se ne va a puttane, è chiaro che ...se tu ci vai lo stesso e prendi la
parte...se tu prendi diecimila euro è chiaro che vengano a te i diecimila euro... gli altri. perchè gli altri non hanno
fatto niente, però è un peccato che siete andati a rischiare tutti, tu hai preso la metà degli altri...però eri il più forte
degli altri però se tu avevi la discussione con qualcuno per...è facile dire finchè va bene va tutto bene...quando ci
sono i problemi tipo ... un altro problema con "ANNALETTI"...tra virgolette è un problema,(incomp) quello...quello
scemo li è andato da, da ENZO, no!...perchè quello è uno scemo...ma per quello scemo, se realmente ci sono le
persone che (incomprensibile ) ENZO...
Z: (incomprensibile)...
F: la veniva fuori veramente un, un pandemonio...vedi,come, come si vanno a, a intrecciare le cose...questo è andato
dentro...
… omissis …
F: aspetta, aspetta, aspetta...io, io...c'è anche questo, io ...ehhh...ci ho eee, c'era da fare un favore di questo che viene
alle quattro...giusto?...ci, ci sono da investire 10.000 euro...aspetta ehhh, perchè non è che...cioè tante cose non
vanno contro, io sono convinto che tutto a favore, attenzione, ehh perchè la massa, diventi forte, con la massa
diventi forte, quando tu hai a disposizione dieci ragazzi che sono pronti a tutto...sei forte...io vado e gli dico, ascolta
guarda che stiamo facendo ...cioè io partecipo solo con i soldi gli dico io...ehhh...dovrei partecipare con i soldi...
Z: uhmm...
F: la parte Mia e di Fabio ci sono 10.000 euro, da mettere...per fare un bidone, stanno facendo, stanno organizzando
un bidone, me la date una mano?...per i soldi...se mi date una mano bene, se no... partecipa solo Fabio e vi farà un
regalo come me... cioè tante cose vanno poi anche aaa....mio favore, a nostro favore...
Z: ma infatti...ma il discorso che volevo dire io e questo...metti che Giacomo, con Giacomo si cerca di mettere in
piedi un lavoro come quel negozietto li del supermercato...(incomprensibile )... da solo e tu lo sai che sta facendo,
alla fine quanto abbiamo guadagnato? diecimila euro per uno, io te li do e tu li metti in tasca ...tra virgolette,
nessuno sa niente...perchè qualè...che tanto, è come una cosa che ho fatto io e che nemmeno te l'ho detta a te ….
F: si, si...no ma io ti dico un'altra cosa...
Z: noi potrem... potrei non dirtelo...
F: aspetta, aspetta...
Z:io te lo dico ma potrei non dirtelo, giusto?...
F: certo...
Z: io ti dico tieni Nico, questi sono i diecimila ...(incomprensibile)...e vado via...
F: si però.... allora, il discorso Fabio...ti dico questo e te lo dico veramente!!...quello che stai dicendo tu lo so io lo
so, è quello che hanno fatto gli altri...
Z: come quello che hanno fatto?
F: quello che hanno fatto quelli che adesso si trovano, si trovano sotto terra 45 ... allora...
… omissis …
F: ...allora ... ti spiego come funziona, le persone bene...che bazzicano con gli altri dico, tu con me...
45
L’ argomento trattato nella conversazione (episodi di estorsione fatti in autonomia rispetto al “Locale” di
appartenenza o comunque senza il rispetto della regola della ripartizione del pizzo tra i consociati) ed il riferimento a
“quelli che adesso si trovano sotto terra” costituiscono chiari elementi che FILIPPELLI Nicodemo si riferisca alle vicende di
RUSSO Giuseppe (ucciso a Lonate Pozzolo – VA – il 27.11.2005 presso il Bar “Moro” ed a MURANO Alfonso (ucciso a
Ferno – VA – il 27.2.2006), nonché alla causale della loro uccisione (mancato rispetto delle regole del “Locale”).
49
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 50
Z: cioe io con te...
F: o il Giuseppe buonanima 46 della situazione con me...
Z: ecco, esatto...
F: non (incomprensibile), anche Giuseppe o che ne sò...non lo so, Giuseppe diciamo...ohhh MIMMO
...MICUCCIO... che...(incomprensibile)...quando mi chiamano...(incomprensibile)... che tante volte i contatti sono
persone eccezionali, cioè nel senso che vengono, vengono stimate ed apprezzate...se si comportano...perchè...perchè
questo dice... una persona, per camminare con NICO 47 ...che fa parte di noi...vuol dire che è buona, vuol dire che è
all’ altezza nostra ...cioè vuol dire che può stare in mezzo a noi...ecco...può stare con NICO può stare qui in mezzo a
noi...questo vuol dire che ... perchè sai, loro hanno... è come una religione, giustamente...qua è, è una famiglia, la
quando succede una cosa ...ecco perchè giù 48 per certe che si fa, sanno tutto...quando è, si riuniscono , questo ha
fatto questo errore qua ...ehhh, va punito...bamm...bam, bam... dopo qualcuno non è d'accordo...i soldi giù, sono stati
causa di tanti morti ……
… omissis …
F: no, non ti preoccupare che a loro non gli scappa niente... ti faccio un , un altro stupido esempio...TONI (n.d.r.
ESPOSITO Antonio)...a parte la cazzata (incomprensibile) cinque anni fa...quello di farsi i cazzi suoi...di andare a
rubare per cazzi suoi...(incomprensibile) cazzi suoi...pensa, è vero che erano... si erano rotte le acque...è vero...però
lui era andato,andato, andato, andato...anche nei miei confronti ha sbagliato...nei confronti (incomprensibile)...
Z: (Incomprensibile)....
F: non gli hanno mandato gli euro a TONI...io personalmente, a livello personale io gli ho fatto quello che ho
potuto...a livello personale...discuteremo anche questa situazione un domani...TONI (incomprensibile)....perchè
TONI in teoria, è sempre dei nostri però è come se stato messo un po' da parte... perchè adesso va discusso e
(incomprensibile)...
Z: ad esempio, ad esempio...TONI adesso è in difficoltà...
F: si discute, si discute e viene reinte...reitegrato ... e a me (incomprensibile) è il codice che dice ...vuoi che viene...è
normale che lo voglia...vuoi che non lo voglia...si, allora se sta bene a te sta bene a noi...e viene reintegrato...e allora
ha bisogno? ha difficoltà economiche? ehhh, qualcuno gli darà dei soldi ….
… omissis …
F: si...(incomprensibile)a ENZO o a ARMANDO o a coso, cosa gliene fotte...io mica prendo mille euro e ti
spartisco cento euro per uno...che cosa gliene fotte...vengono messi li, i carcerati, na cosa...viene qualche, qualche
amico da giù...viene ...CICCIO da giù....dai EMANUELE dammi cento euro che così porto CICCIO a mangiare...
hai capito?...queste cose io le posso fare, come ...(incomprensibile)...e EMANUELE scrive, NICODEMO preleva
cento euro per portare gli amici a mangiare...ehhh,cioè, per me è conveniente FABIO...perchè io
(incomprensibile)....se mi arrestano a me, io (incomprensibile) posso dormire tranquillamente, alla mia famiglia
mille euro gli arrivano...e gli arriverà anche alla tua famiglia se avessi (incomprensibile) ... poi verranno a farti
anche ... sai magari qualcuno...prendi un recupero, io vado la... loro sono obbligati a dirci che quello sta facendo
questo e questo..ma tizio e caio lo conoscono? loro sono obbligati ad interessarsi alla cosa …..
… omissis …
F: non è un obbligo FABIO...tu lo vedi come obbligo, per me non è un obbligo, per me è la regola, non è un
obbligo, è una regola, perchè quando io vado a lavorare posso guadagnare un milione di euro al giorno e gli altri
sono contenti, non devo dare niente a nessuno, non è un obbligo, è una regola, ma a part...ma...è come se noi siamo
una famiglia di dieci fratelli e io ai miei fratelli gli dico, oh, vedi che io sto andando a fare...(incomprensibile)...con
FABIO e un amico di FABIO eccetera eccetera, se mi succede qualcosa tu sai dove sono andato io...sai l'obbligo che
hai mio caro fratello, io ti faccio pure mangiare...ma non è che mangiano con i miei soldi, non ti pensare che
mangiano, perchè se io gli metto trentamila euro di là, ci sono le spese ...(incomprensibile)...MASSIMO in galera,
TONI c'ha bisogno, quell'altro è in galera...(incomprensibile)...TONI è in galera, non pensare che se li prendono
loro, alla fine noi bene o male un piccolo pensiero l'abbiamo sempre fatto. Poi io ti ho parlato di stupide percentuali,
è chiaro che se io eee...io e te andiamo a fare una cosa che...è chiaro che dico sempre che è tua la cosa, quello è
sicuro, quello è sicuro, è matematico...eh ma una cosa non è che è un altro gli dico ascolta, io devo andare a fare
questo e quello...eee...come la impostiamo la cosa... perchè ENZO ha detto, è meglio parlare chiaro, fare come si
dice, patti chiari, dall’ inizio. Quando si andava a ruba...eeehm i CIROTANI andavano a rubare, i ragazzi andavano
a rubare...(incomprensibile)...o alle banche...(incomprensibile)...chi andava a rubare, questo e quello, quanto avete
46
Ulteriore riferimento alla vicenda di RUSSO Giuseppe.
Riferimento a se stesso, FILIPPELLI Nicodemo (detto Nico o Nick).
48
Riferimento a Cirò Marina (KR).
47
50
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 51
preso, cinquecento milioni...(incomprensibile)...a casa...basta, non si discuteva più, gli altri, per dire, che prendevano
cinquecento milioni, due e cinquanta andavano in ...(incomprensibile)... due e cinquanta a CIRO', dieci...otto
ragazzi, mille mille mille mille mille e versavano settanta, ottanta milioni, questi venti milioni alla cassa...ma non è
che se li fotteva chi comandava, nessuno, la era una garanzia per tutti, ti assicuro una cosa, che quando tu andavi a
fare una cosa per giù, ti sentivi un leone e chi ti toccava...chiii...chi si avvicinava a te...hai capito? ti mangiano, la
vengono i grandi e ti mangiano...quelli sono ragazzi che con noi e chi li tocca...il BIONDO quando, quando è uscito
dal carcere il BIONDO, che aveva fatto dieci anni di carcere, è andato a CIRO':"mi servono venti milioni"
...(incomprensibile)...glieli hanno trovati, perchè glieli hanno trovati? il BIONDO gli ha portato i milio...milioni,
migliaia, migliaia e migliaia, milioni e milioni di lire, miliardi gli ha portato a
CIRO'...(incomprensibile)...oggi...stanno bene tutti, stanno bene, stanno alla grande. L'ultimo che hanno ammazzato,
un anno fa...è per questo motivo, per i soldi, in galera la, a lui gli hanno dato il comando, lui, lui aveva i soldi e gli
altri stavano pensando...(incomprensibile)... CICCIO, quello che tu hai conosciuto, lui ...(incomprensibile) ...tre
anni, lo tengono così, chi lo tocca a CICCIO, chi si avvicina a CICCIO, perchè si è comportato alla grande, tutto è
scritto, preso cento milioni di la, cento milioni ...(incomprensibile)...a CATALDO, cento milioni a GIUSEPPE,
...(incomprensibile)...a CENZO ...(incomprensibile)...
. . . omissis . . .
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra ZOCCHI Fabio e COBUZZI Christian
(su autoveicolo Mercedes Smart con tg CV 086 CM in uso a Zocchi Fabio) 49
La seguente conversazione fornisce ulteriori elementi circa la natura dell’ associazione
oggetto di indagine. COBUZZI Christian, soggetto individuato da FILIPPELLI Nicodemo per
un futuro inserimento nell’ associazione (anche per sfruttare le sue conoscenze in
Bielorussia in prospettiva di un allargamento degli interessi economici della stessa
associazione), viene indottrinato da ZOCCHI Fabio su incarico di FILIPPELLI Nicodemo circa
il ruolo e la figura di RISPOLI Vincenzo.
A: ZOCCHI Fabio
B: COBUZZI Christian
. . . omissis . . .
A: Ma non tanto per chi era la persona e come mai si e cioè voglio dire se c'era una reale importanza per
arrivare a una cosa del genere capisci per cui non è che interessa voglio dire cioè non è che gli interessa è
giusto che le persone che ci circondano e ci si frequenta tra di noi siano tutte persone sane e a posto e che non
ci sia mai qualcuno che capita dentro tipo un infiltrato o un sbirro o la cosa quella e quell'altra hai capito
questa è sempre un pò la paura tra virgolette un pò di tutti però giustamente quel minimo lo vuole sapere
eh...
B: Cioè chi ero io praticamente?
A: Eh sì...
B: Ah minchia...
A: Insomma ha la sua bella (incomp) anche se ci sono per dire su alcune cose e va bè magari una parola di troppo
dall’ altra parte insomma va bè...
B: (incomp)...
A: Sì perchè qualsiasi cosa che tentavo di dire anche per mettere le cose un pò più ah in quel caso lì non serviva a un
cazzo...
B: Tu mi dici comunque che NICO e ENZO (N.D.R. RISPOLI VINCENZO) sono cugini....
A: Sì ma cosa centra però ti...
B: NIC è il NICO è il cugino più alto...
A: Sì è un pò più anziano c'ha la mia età poi lui è...
B: No è più anziano di tè ha detto NICO che ha quaranta trè quarantaquattro....
A: La mia età quarantaquattro...
B: Tu ne hai quarantaquattro?
A: Sì...
B: Ma vaffanculo pensavo quarantuno o quarantadue...
A: C'ha la mia età...
49
n° 608 dell’ 11.10.2006 ore 18.04.
51
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 52
B: Quarantaquattro...
A: Anzi più giovane di mè perchè lui è nato mi sembra a Settembre...
B: Eh tù hai quarantaquattro anni sei in zona cinquanta...
A: Ah purtroppo...
B: Culo allora fra un’ anno bisogna farsi il segno della croce...
A: Speriamo di nò ...
B: La manina sinistra nel coglioncino...(ride)
A: Già son quà rovinato...
B: Cazzo...(ride)...
A: No ma dopo poi siamo venuti via abbastanza tranquilli di qua di là...
B: Infatti a mè NICO mi fà quando vieni mi fà andiamo a trovare mio cugino e poi oggi...ieri sera mi fà domani
devo andare a trovare a ENZO di qua di là la clinica gli ho detto volevo andare ma eh invece ha premuto che andassi
oggi di quà di là, poi oggi quando l'ho chiamato mi pare oggi mi ha detto che domenica viene giù che prende una
giornata...
A: Sì però io glielo detto a NIC gli ho detto secondo mè ci saranno cento occasioni (incomp)poi è caduto lì...
B: Si è inviperito?
A: Ma nò ma anche perchè voglio dire è trè settimane che manca da casa arriva a casa c'ha la moglie tutti i figli ....
B: Ma lui fà anche liquidità (Incompr)...
A: LEGNANO
B: Ah lui è ha LEGNANO....
A: Perciò voglio dire...ci saranno altre cento altre occasioni..
B: Ah ecco perchè quel porco del RUMENO che sta a LEGNANO diceva parlava...
A: Ci saranno cento altre occasioni....
B: Che il RUMENO che sta a LEGNANO diceva parlava di ENZO di qua di là e sta a LEGNANO anche lui...ti
ricordi il (incomp) del RUMENO lì...
A: ENZO è una potenza qua in LOMBARDIA fa così si muove si muovono duemila persone di colpo proprio
di colpo si girano e corrono eh non per niente è super indagato un bel casino ...
B: ENZO ?
A: Cazzo ENZO c'hà un fascicolo dell’ antimafia me lo ha fatto leggere più di una volta dei fogli ...
B: Cazzo ...
A: (incomp)...
B: Sai cosa vuol dire la parola che stavi dicendo tu ….
A: Quale ...
B: Quella che stavi dicendo tu inizia con la emme a posto, cosa vuol dire ?
A: Eh un tipo di darsi da fare tipo ....
B: No ...
A: Sì.. .sì ...
B: No me lo ha detto NICO se vuoi te lo faccio te lo fai dire da lui ...
A: Eh ...
B: Ha detto pochi lo sanno deriva da un dialetto ….. hai visto il rosso come ha parcheggiato...
A: Uh ....
B: Mi fa deriva da un dialetto antichissimo la parola ....
A: Sì me lo ha detto anche a me ...
B: Vuol dire Mamma ...
A: Me lo ha detto anche a me si questo qua però ...
B: Quello che hai detto tu prima è il Siciliano Cosa Nostra e cosa nostra nel senso...
A: No...no c'è anche questo qui che è un modo di dire quando si dice una certa … va bè ma comunque voglio dire li
poi dipende da ...
B: Bè comunque quando c'ha voglia ci andiamo, una cosa mi ha detto mi ha detto...
A: Ma no capiterà sicuramente...
B: Ha detto di sicuro quando vado da .... mi ha detto di sicuro quando vado da ENZO, sono poche le persone
che ho portato da lui mi ha detto, non ci porto tutti ...
A: Ah me mi ha preso a cuore in modo incredibile oltretutto adesso per la storia della malattia di tutto, ma a parte
quello c'è stato subito fin dall’ inizio un buon legame poi cosa vuoi abbiamo la stessa età però è una persona che
bravo un’ ottima persona grande grosso cento cinquanta chili di uomo...
B: Quanto?
A: Cento cinquanta....
B: Ulla la madonna e come è che và nelle cliniche ha fare la dieta...
A: Eh lui purtroppo ha una disfunzione sicuramente...è una persona squisita...
B: Eh comunque NIC fa ... da mio cugino non porto mai nessuno sono poche le persone che ho portato da lui...
52
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 53
A: Eh...anche perchè chi è che dovrebbe portar giù cioè voglio dire non tu sei entrato a far parte così di...di
molte situazioni, ma voglio dire non è che capita dall'oggi al domani una cosa del genere eh, perciò voglio
dire che io mi ricordo da sei anni a questa parte qua bene o male siamo tutti tutti quanti che ci si conosce ma
da tempo
B: Io vi ho conosciuto a Settembre dell'anno scorso ...
A: Uh...
B: Sai da quando me lo sono ricordato quando eravamo in ROMANIA attraverso il visto di....
A: Era settembre era?
B: Sì...
A: Ah sì...
… omissis …
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio
(su autoveicolo Smart con tg CV 086 CM in uso a Zocchi Fabio) 50
Nella seguente conversazione ZOCCHI Fabio riferisce a FILIPPELLI Nicodemo l’ esito del
colloquio avuto il giorno precedente con COBUZZI Christian e dell’ interesse mostrato dallo
stesso COBUZZI Christian alla notizia di una sua prossima presentazione a RISPOLI
Vincenzo.
F: ZOCCHI Fabio
N: FILIPPELLI Nicodemo
. . .omissis . . .
N: Ma tu glielo hai detto che poi lì io... però io ho dato, detto, disfatto
F: Sii, cazzo. Minchia gli ho fatto... credimi un capolavoro di discorso...
N: Quello lì...
F: ...ma io pensavo, infatti quando voi siete usciti, che io sono rimasto dentro apposta, che ti diceva qualche cosa.
Tutto il discorso, tutto il cappello che gli ho fatto prima e lui era lì tutto incuriosito a interessarsi di qua e di là. Sai
mi ha detto Nico... mi porta da... Enzo (RISPOLI Vincenzo) di qua e di là. E io gli ho detto, ma... sicuramente
capiterà, se te l'ha detto, capiterà. Tieni presente che domenica viene a casa poche ore vorrà stare un pò con la
famiglia ….
... omissis …
B) 2 – rigida regolamentazione della vita dell’ associazione
Altro aspetto rivelatore dell’ esistenza di un’ associazione a delinquere di stampo mafioso è
dato dall’ esistenza di rigide regole da osservare da parte dei componenti dell’ associazione
stessa (ad esempio quella di piena obbedienza nei confronti degli ordini del Capo e quella di
ripartizione tra gli associati dei proventi delle attività illecite) e la cui violazione può
determinare l’ eliminazione fisica del trasgressore.
Si riportano i passaggi più significativi di due intercettazioni ambientali inerenti il profilo
richiamato, evidenziando che nella seconda FILIPPELLI Nicodemo redarguisce pesantemente
ESPOSITO Antonio circa la commissione di rapine effettuate in tempi e luoghi che potevano
nuocere all’ organizzazione attivando le indagini delle forze dell’ ordine in tale ambito
territoriale e circa l’ acquisto di una costosa auto che poteva suscitare malcontento negli
altri componenti dell’ associazione.
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI FABIO
50
n° 615 del 12.10.2006 ore 8.59.
53
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 54
(su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 51
F: FILIPPELLI Nicodemo
Z: ZOCCHI Fabio
. . . omissis . . .
F: però se tu a me mi porti via ventimila euro a me o a mio fratello, mi porti via ventimila euro,
e...(incomprensibile)... queste persone... vanno là e io ...(incomprensibile)... armato... vado armato, e gli dico
ascoltami, tu che fai non me li dai ? No! Pom (n.d.r. simula un colpo di arma da fuoco)... morto
… omissis …
F: i MANCUSO, i MANCUSO, ascoltami qua ... ascoltami quello che ti sto dicendo... i MANCUSO giù in
Calabria, non qua... sti quattro... ma tu la sai la famiglia MANCUSO gi... in Calabria com'è, no? ...oh... i
MANCUSO hanno fottuto a un nostro paesano ...(incomprensibile)... di scarpe... ottantamila euro... questo ha pagato
anticipato ottantamila euro e non gli hanno mandato le scarpe ...(incomprensibile)...
Z: ma la so la cosa
F: zio 52 GIUSEPPE ... (n.d.r. FARAO Giuseppe) zio GIUSEPPE ... ha manda... dal carcere, ha mandato
un’ ambasciata (n.d.r. un messaggio)... al capo di tutta la famiglia
Z: di darci indietro i soldi
F: ce li hanno portati indietro ....
… omissis …
F: io... quando abbiamo fatto il lavoro la... abbiamo ma... io ehm... noi abbiamo messo da parte diciottomila euro per
quindici giorni... diciottomila euro per quindi giorni, perchè se qualcuno diceva... fa... fa, doveva essere... se
qualcuno si rifiutava e be, tu ti rifiuti? Te tutti i diciottomila euro se te li prendi tu... te la ...(incomprensibile)... tuoi,
e la si muore FABIO, vedi che a morire ammazzato non e che ci vuole tanto, ne abbiamo avuto esempi nelle nostre
zone...
Z: ma no per quei motivi
F: ...in un anno... non per quei motivi, per meno... per meno di quei motivi... per meno, molto meno, te lo dico io,
molto meno
Z: ...(incomprensibile)... molto meno...
F: per cinquemila euro sono morte tre persone FABIO...
… omissis …
F: si, si, si, per questo qua, sono morte tre persone, tre... eh, quindi, buonanima di NINO (n.d.r. GRASTA Antonino)
e .... anche lui è morto per soldi... il palermitano... e... lascia stare, che non hai visto... giù a Cirò Marina... a Cirò...
hanno fatto una rapina ... c’era uno che... la pensava... la pensava come te ed era un bastardo questo qui, non uno
stupido... bastardo, aveva i coglioni tanti, hanno fatto una rapina due persone, è andato quello di sopra e gli hanno
detto ascolta i soldi dove sono? E perchè te li devo dare a te io? Porta i soldi qua perchè non sono tuoi, ti do la parte,
ma non sono tuoi. Io non do niente a nessuno. Il giorno dopo sono morti tutti e due, tutti e due, sparati in testa punto
e basta
Z: quelli dell’ oreficeria ?
F: dell’ oreficeria, si... quindi, lascia stare...
… omissis …
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONI tra FILIPPELLI NICODEMO ed ESPOSITO Antonio
(su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 53
F: FILIPPELLI Nicodemo
E: ESPOSITO Antonio
51
n° 1005 del 10.5.2006 ore 13.49
L’ appellativo “ZIO” è usato all’ interno dei sodalizi di tipo mafioso per riferirsi ad associato posto nei gradi più alti
della gerarchia di comando.
53
n° 1005 del 10.5.2006 ore 13.49
52
54
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 55
. . . omissis . . .
F: . . . per ...per tornare al discorso di prima... le cose, si dice che la gatta frettolosa fa i figli cecati, ed è la verità...le
cose vanno fatte con ...testa ...non così, ma i tempi sono cambiati adesso...una volta c'era ...ti ricordi a ORIGGIO,
quell'altro scemo che tirava cocaina come un dannato ...e che regalava soldi a destra e sinistra?....una volta c'erano
questa cose, adesso non ci sono più, ci sono altre cose che vanno leggermente studiate....ma....io al posto tuo sai ...lo
sai com’è che ragionavo al posto tuo....io ...io mi metto i tuoi panni , dice ma tu ti vuoi provare a mettermi ...lo
faccio per un minuto e dico ...dicevo ...ragazzo, io mi sento un po' in crisi economica...mi stacco da ogni situazione e
mi devo fare qualche cosa per riprendermi ... io avrei ragionato in questo modo...piuttosto che fare puttanate
ehhhh....ehhh e ti fare magari dire una parola sbagliata ai cristiani e ne hanno anche il diritto... perciò o ti stacchi
...oppure ti metti in testa di vivere una bella vita, tranquilla...con la tua famiglia, con i tuoi genitori che se lo
meritano, con i tuoi fratelli, con noi.... con CENZO (n.d.r. RISPOLI Vincenzo)...con me...insomma insomma con
tutti quanti ...
E: ma scusa, il fatto di....di staccarmi?...perchè?...perchè io non posso stare ehh...e andare a farmi l'altro discorso?
F: No!
E: cosa mi, cosa...
F: no!...no perchè allora le regole sono non...ci sono delle regole no fatte da noi specifiche ....di queste cose qua ...
E: il rapinatore non esiste?
F: no, no esiste il rapinatore, esistono i rapinatori ...
E: devo andare a lavorare con le nostre persone...
F: no!....no, no, no nemmeno questo...devi capire ma non li vuoi capire allora...
E: nooo, spiegami...
F: ehhh... e allora...metterti in questo momento a rischio...
E: ehhh...
F: con i tempi che ci sono oggi, perchè siamo tutti quanti a rischio....
E: ehhh...
F: e perchè ...insomma andare a fare una rapina ehhh...non è che una cosa dice la fa ....in televisione se ne sente uno,
uno... un giorno si e un giorno no che qualcuno ci resta secco...o da una parte o dall'altra...quindi non è che è tanto
semplice...
E: va be , io me la sento ...
F: ohu tu tela...no, no, no ma non è il fatto di sentirsela o no ...allora , tu!....resti con noi , ti vai a fare una cosa di
queste, ti vai a fare un lavoro di questo genere e succede un guaio...sti mancando, stai mancando, secondo tutti oggi
come oggi, stai mancando di rispetto soprattutto verso la tua famiglia....hai capito?...perchè se a te ti succede un
guaio, tu abbandoni la famiglia per altri anni, anni...hai capito...per altri anni ....e poi che cosa si deve fare?...cosa si,
cosa deve fare la tua famiglia poi?...allora uno dice , ma questo ci pensa alla famiglia o no?...quindi ste rapine, ste
puttanate ...farle così alla carlona te le, te le, te le devi togliere dalla testa ...
E: io non.. i lavori alla carlona, non ne faccio...
F: e no, si fanno, si fanno purtroppo si fanno, si fanno perchè sono cose... ehh...per per...per mettere assieme trenta o
quaranta mila euro, cinquanta almeno ne devi fare tre o quattro ...
… omissis …
F: ... hai capito?...perchè cazzo...ma scusami un attimo, ma uno come cazzo si deve vivere , come deve vivere uno ?
...il mangiare ce l'hai, la luce non te la tagliano, la tua famiglia di saluta sta bene, dice che cazzo ...che cosa pretendi,
che cosa tu devi dire, che cosa pretendi...nel meglio, nel meglio che hai difficoltà ti vai a comprare una
Mercedes...la gente (n.d.r. gli associati) lo sai che dicono? ma questo e pazzo...allora, allora non c'è bisogno ….
E: e non lo sanno come me la sono presa la Mercedes ?
F: ma lascia...ma perchè...hanno detto che cazzo te la sei comprata a fare....ma non è una questione di Mercedes o di
...perchè se tu vuoi (incomprensibile) altra macchina, i ventimila euro uno ti dice , ma perchè ora!...ma perchè non,
non fra un anno sta cazzo di macchina di ventimila euro...non come te, come te la sei presa, che hai fatto sette
assegni... e ti ha dato la macchina, non avevi un centesimo, non avevi un centesimo e hai fatto sette
assegni...giusto?...
… omissis …
B) 3 – mutua assistenza
Altro aspetto rivelatore dell’ esistenza di un’ associazione a delinquere di stampo mafioso è
dato dall’ accertata operatività nell’ associazione oggetto di indagine di un sistema di
55
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 56
assistenza economica a favore degli associati in carcere e delle rispettive famiglie nel
periodo della loro carcerazione. Detto sistema di assistenza (alimentato da una percentuale
dei proventi delle attività illecite dell’ associazione) provvede anche al pagamento delle
spese legali, necessarie per l’ assistenza agli associati tratti in arresto o sotto processo.
Infine è emerso che detto sistema di assistenza prevede la corresponsione di aiuti economici
agli stretti famigliari di componenti dell’ associazione in caso di loro decesso, anche a
seguito di uccisione per faide interne (vedi omicidi di RUSSO Giuseppe e MURANO Alfonso).
Si riportano i passaggi più significativi di alcune intercettazioni ambientali inerenti il profilo
richiamato.
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI FABIO
(su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 54
F: FILIPPELLI Nicodemo
Z: ZOCCHI Fabio
… omissis ….
F: (incomprensibile) ... novemila euro li prendo io ... e gli altri li do a Debora 55 tanto a lei non è che
(incomprensibile) ...i nostri soldi sono (incomprensibile)...mi ha proposto un affare GIUSEPPE...veramente se non
le faccio io le cose?...padrino, li vogliamo guadagnare un po' di soldi? ...ehiii...
… omissis ….
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI FABIO
(su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 56
Nella seguente conversazione ZOCCHI Fabio e FILIPPELLI Nicodemo fanno riferimento a
cambiali rilasciate a loro favore da una delle vittime di usura e decidono che parte del
pagamento incassato sarà consegnato a RESTANI Debora, in quanto rimasta vedova di
RUSSO Giuseppe, già componente dell’ associazione.
F: FILIPPELLI Nicodemo
Z: ZOCCHI Fabio
… omissis ….
F: ... come ha iniziato a scriverle il porco...ha fatto schifo...
Z: ... in che senso...sono fatte male?...
F: ...no dico una scrittura di merda che ha...(incomprensibile)...a scriverle tu...(incomprensibile)...
Z: ...da quant'è ?... 1000 € al mese ?...
F:...1000 € al mese !!!
Z: ... come fanno a pagarle ?... questi qui non arrivano a 500 a pagarti !!!...
F: ...chi te l'ha detto ...
Z: ...come chi me l'ha detto ?...
F: ...non le pagano ?...
Z: ... quei mesi che ti dovevano dare 500 € era una sofferenza ogni volta ...
54
n° 490 del 14.4.2006 ore 10.32
RESTANI Deborah, moglie di RUSSO Giuseppe, componente dell’ associazione, ucciso a Lonate Pozzolo (VA) il
27.11.2005 presso il Bar Moro.
56
n° 492 del 14.4.2006 ore 10.49
55
56
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 57
F: ...no, no, ma ti fanno...io sai cosa gli ho detto adesso?...ascolta, io sono stanco di questa situazione...ho le palle
rotte, non piene, rotte!!!...ce le ho talmente piene che poi si sono rotte...non mi fate mai venire qua per una cambiale
di questo genere perchè la pagate al triplo...non raddoppia, al triplo...sono...
Z: ... quando scade la prima ? ...
F : ... metà giugno...una scade a giugno ... (incomprensibile)...una me la tengo io...me la metto...me la metto sul
conto li, il mio dove abbiamo le rate della BMW...
Z:...(incomprensibile)...
F:...paghi la rata o meno...un paio d'anni...e le rate sono pagate...(incomprensibile)...
Z:...(incomprensibile)...
F:...che importa, quello che è mio...dice il mio...lo paghi tu la cifra quello che puoi...prenditi quello che vuoi!!!
Z:...no...prendi quello che vuoi...prendi tutto quello che arriva perchè tanto, voglio dire...
F: ...quello che puoi!!!...quello che arriva...quello che arriva
Z: ...quello che arriva!!
F: ...quello che puoi prendere ... gli altri glieli mando a Debora ... se li beccano loro...(incomprensibile) ... ne
mancano ancora due, la settimana prossima ... e non ne voglio più (incomprensibile)...
… omissis ….
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI FABIO
(su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 57
F: FILIPPELLI Nicodemo
Z: ZOCCHI Fabio
… omissis ….
Z: poi effettivamente venerdì ehh...
F: non è cosa...
Z: (incomprensibile)...
F: poi venerdì bisogna...
Z: venerdì è giornata da...
F: porca troia se porti quella malloppata li venerdì...
Z: e certo, se me la donano...non è che...anche, anche se solo me li fanno vedere ...sette chili, se li vuoi?...
F: si, ma se porti quella malloppata gli diamo qualcosa a TONI...
Z: (incomprensibile)...
F: qualcosa per i carcerati ... finchè erano mille o duemila euro va bene ma...se uno da diecimila euro, mille euro li
cacciamo, facciamo i signori ...e ce li dividiamo ...
Z: si, si, se la cifra è grossa...bo...non c'è problema...
F: certo...
Z: a parte che anche se, anche senza darla con la cifra grossa cominciamo lo stesso dai...
F: ehh..
Z: una volta in un modo, una volta in un altro...
F: e lo so...
Z: una volta così...(incomprensibile) ci devo dare trecento euro...perciò vedi in un modo o nell'altro qualcosa si fa
sempre qua...
F: ehh. allora...
Z: curo anche la famiglia...
Scende dalla macchina.
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI FABIO
(su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 58
57
n° 447 del 12.4.2006 ore 15.20
58
n° 522 del 18.4.2006 ore 11.11
57
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 58
Nella seguente conversazione FILIPPELLI Nicodemo, oltre a ribadire la regola secondo cui gli
affiliati ristretti in carcere e le rispettive famiglie vanno mantenuti economicamente con i
proventi delle attività illecite dell’ associazione, descrive le gerarchie all’ interno del Locale di
Legnano – Lonate Pozzolo, ed indica RISPOLI Vincenzo come il capo e DE CASTRO
Emanuele come depositario della c.d. “bacinella” (cioè la cassa comune).
F: FILIPPELLI Nicodemo
Z: ZOCCHI Fabio
… omissis ….
F:……. questo lavoro qua, che la regola me lo ha dato a meeee, e palle tante... qua è EMANUELE responsabile...
per dire c'è una bacinella...dove vengono depositati duecento euro, i cosi...ci sono quattromila euro, settemila euro,
diecimila euro...io , vengono gli amici da giù, per esempio...dammi mille euro che sono arrivate persone da
sotto...hai capito,cioè non è... è una cosa che per me dopo diventa anche bella...
… omissis ….
F: no, no a me mi arrestano domani... a me domani mi arrestano...
Z: un altro paragone si va be,mettiamo...
F: sono obbligati ad andare a lavorare per me...se non ci sono i soldi...
… omissis ….
F: si...(incomprensibile) a ENZO o a ARMANDO o a coso, cosa gliene fotte...io mica prendo mille euro e ti
spartisco cento euro per uno...che cosa gliene fotte... vengono messi li, i carcerati, na cosa...viene qualche, qualche
amico da giù...viene ...CICCIO da giù....dai EMANUELE dammi cento euro che così porto CICCIO a mangiare...
hai capito? ... queste cose io le posso fare, come ...(incomprensibile)... e EMANUELE scrive, NICODEMO preleva
cento euro per portare gli amici a mangiare ... ehhh, cioè, per me è conveniente FABIO ... perchè io
(incomprensibile)....se mi arrestano a me, io (incomprensibile) posso dormire tranquillamente, alla mia famiglia
mille euro gli arrivano...e gli arriverà anche alla tua famiglia …
… omissis ….
F: ...è...è un assicurazione FABIO, è come si paga l'assi...è come pagare l’ assicurazione, alla fine...per me, per me è
bello così, per me è bello...e quando iooo...poi a me mi hanno dato un altra eee...a me mi hanno dato una carica se
qualcuno ha voglia di la...cioè se qualcuno si deve lamentare di un amico nostro che quelll...deve venire da me. Se
EMANUELE si vuol lamentareee...per dirti PACHI, per esempio TONI eee...deve venire prima da me, e poi io
vado da ENZO e dico vedi che qualcuno...(incomprensibile)...lo stipendio di qua, non ci devono essere più pensieri,
più pensare male, in modo tale che qualcuno dubita di me, no, me lo deve dire in faccia ….
… omissis ….
F: ....... il BIONDO quando, quando è uscito dal carcere il BIONDO, che aveva fatto dieci anni di carcere, è andato
a CIRO': "mi servono venti milioni" ...(incomprensibile)... glieli hanno trovati, perchè glieli hanno trovati ? il
BIONDO gli ha portato i milio...milioni, migliaia, migliaia e migliaia, milioni e milioni di lire, miliardi gli ha
portato a CIRO'...(incomprensibile)...oggi...stanno bene tutti, stanno bene, stanno alla grande. L’ ultimo che hanno
ammazzato, un anno fà ... è per questo motivo, per i soldi, in galera la, a lui gli hanno dato il comando, lui, lui
aveva i soldi e gli altri stavano pensando...(incomprensibile)... CICCIO, quello che tu hai conosciuto, lui
...(incomprensibile) ...tre anni, lo tengono così, chi lo tocca a CICCIO, chi si avvicina a CICCIO, perchè si è
comportato alla grande, tutto è scritto, preso cento milioni di la, cento milioni ...(incomprensibile)...a CATALDO,
cento milioni a GIUSEPPE, ...(incomprensibile)...a CENZO ...(incomprensibile).. alla fine lo sai quanto ha pagato ...
.avvocato, ha pagato... praticamente lui faceva...era, era un contabile ...(incomprensibile)...ha pagato tutte le
famiglie, la spesa e le luci, la corrente, il metano, avvocato, questo, quello quello e quell'altro …..
… omissis …
58
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 59
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra RISPOLI Vincenzo e FILIPPELLI Nicodemo
(su autoveicolo AUDI A6 in uso a FILIPPELLI Nicodemo) 59
Dalla seguente conversazione si ricava ulteriore conferma che parte dei proventi illeciti delle
attività poste in essere dai vari componenti dell’ associazione deve essere versata a RISPOLI
Vincenzo, direttamente o tramite DE CASTRO Emanuele, depositario della c.d. “bacinella”
(cioè la cassa comune).
R: RISPOLI Vincenzo
F: FILIPPELLI Nicodemo
… omissis ….
R: . . . Ehe... (incomprensibile) sti soldi ?. .
F: …..Tra martedì e mercoledì. Glieli porto a tua moglie, glieli porto …
R: …. Perchè quelli di domenica... I soldi me li ha dati Emanuele. Passa coi soldi …..
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI Fabio
(su autoveicolo Smart con tg CV 086 CM in uso a Zocchi Fabio) 60
Anche questa conversazione conferma che parte dei proventi illeciti delle attività poste in
essere dai vari componenti dell’ associazione deve essere versata a RISPOLI Vincenzo,
direttamente o tramite DE CASTRO Emanuele, depositario della c.d. “bacinella” (cioè la
cassa comune).
F: FILIPPELLI Nicodemo
Z: ZOCCHI Fabio
… omissis ….
F: .. .però c'è da dire una cosa ehh, quando hai tante amicizie tutte le strade ...tutte sono spianate...
Z: e si ehh per forza ...
F: voglio dire ieri ...in un niente...quando ha detto due parole, compare...
Z; e si ehh...
F: però vedi ENZO (n.d.r. RISPOLI Vincenzo) ti da la disposizione, massima disposizione, EMANUELE ( n.d.r.
DE CASTRO Emanuele) a disposizione..tutti quanti....ecco perchè è giusto, anche per questo è giusto vero...
riconoscere ...chi lavora... chiamo il figlio di zio, zio GIUSEPPE (n.d.r. FARAO Giuseppe) gli ho dato cinquecento
euro...(incomprensibile)...
Z: aspetta le settimana prossima no...
F: sta partendo, questo domani parte, glieli do, glieli do...glieli anticip .. vuoi che glieli anticipi tu poi mi dici ...
Z: e ma tu lo sai che (incomprensibile)...
F: ohh, allora mi metto io e ...
Z: non è che crea problemi tanto poi...
F: diamo cinquecento a questi e poi la prossima volta cinquecento li mandiamo a VITTORIO (n.d.r. FARAO
Vittorio) ...
Z: io ti dico, io ti dico la settimana prossima perchè mi rientrano buona parte dei contanti... hai capito... poi tra un
mese CHRISTIAN (incomprensibile)...
F: no, ma diciamo che in questo momento io li sto anticipando e vaffanculo, glieli do, lo chiamo dopo glieli do
perchè ieri li ho visti, c'era anche lui li...e ci ho chiesto quando parti...ci ho l'aereo ...lunedì...
Z: va be, va be, non c'è per, non c'è per , guarda io ti dico una cosa... la settimana prossima devo incassare per
degli Hi-Fi ...insieme con MARIO no...circa sei-sette mila euro...se dovesse andare bene il colpo che li incasso, a
parte va be i duecento euro quello che è, io dovrei tener fuori circa duemila e cinque, duemila e seicento euro, io
me ne vado su a fare un giro su li a coso (n.d.r. Ospedale Auxologico in località Piancavallo – VB) gli do cinque o
seicento euro a ENZO di quelli la e dico da parte mia e da parte tua... o no?....se va in porto quel discorso li, me ne
vado su io per conto mio, vado su giovedi, venerdì quello che è ...da parte mia e da parte tua...tanto glielo dico,
59
n° 232 del 26.2.2007 ore 15.24
60
n° 406 del 22.9.2006 ore 12.27
59
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 60
MARIO poi è consapevole anche lui quando si fanno certi discorsi gli e l'ho già detto e ho detto guarda che, un
migliaio di euro lo tiriamo via perciò ...
… omissis ….
F: arriviamo a mille euro...cinquecento gli e li do io...al, al figlio di zio GIUSEPPE ...
Z: e cinquecento li do io a ENZO ...
F: e cinquecento li dai tu a CENZO ....
Z: e basta, va bene...
F: no, no non c'è bisogno ...
Z: no, no va be..
F: la cosa non è che ritarda...poi te li paghi ... e la prossi...il prossimo colpo, portiamo cinquecento euro, il prossimo
colpettino che capita, prendiamo cinquecento euro e li diamo a VITTORIO (n.d.r. FARAO Vittorio) qua...
Z: VITTORIO sarebbe ?
F: cugino di ENZO che è dentro...e basta ...te la fa ancora...
Z: io, non l'ho mai visto io...
F: ehh, quando gli ho dato i trecento euro io che li ha portati...
Z: si, ma io non mi ricordo se l'ho visto giù (incomprensibile)...
F: non lo so...
Z: ma era qua, era qua con una incinta?
F: è un para guai...
Z: a dormire...
F: si... non a (incomprensibile) è un amico ...quello, quello è il figlio di zio GIUSEPPE, quello grande, io mi fido
sempre quello più magro e alto , è alto, alto però è magro magro...
Z: no, no...
F: cinquecento e basta...(incomprensibile)...cioè, non bastano (incomprensibile)se mancano i soldi, pure la mille
euro è giusto che gli da perchè vedi, ogni cosa gli amici sono a disposizione...gli amici sono a dispo...tutte le cose
……
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e TRIFINO Gaetano
(su autoveicolo AUDI A6 in uso a FILIPPELLI Nicodemo) 61
Anche questa conversazione conferma che parte dei proventi illeciti delle attività poste in
essere dai vari componenti dell’ associazione deve essere versata a RISPOLI Vincenzo.
F: FILIPPELLI Nicodemo
T: TRIFINO Gaetano
… omissis ….
F: ...... poi ci vediamo a Gallarate, mi da 10.000 euro... e dice più 1000 euro, mi dice, mandali ai carcerati... sono
andato da ENZO (n.d.r. RISPOLI Vincenzo) e gli ho dato 1000 euro, questi mandali a zio GIUSEPPE (n.d.r.
FARAO Giuseppe) 500 e 500 ...(incomprensibile) ....
… omissis …
B) 4 – controllo del territorio
Ad integrazione del grave compendio indiziario fin qui esposto in ordine all’ effettiva
esistenza di un’ associazione a delinquere di stampo mafioso in detto ambito geografico
(comprendente come detto la porzione di territorio dei comuni di Legnano, Lonate Pozzolo,
Ferno e limitrofi), deve essere evidenziata inoltre la capacità della presente organizzazione
criminale di intessere una fitta rete di rapporti con soggetti esterni ad essa (es. altre
associazioni a delinquere, operatori del vicino Aeroporto Malpensa, dipendenti di istituti
bancari della zona, altro) dai quali trarre utilità illecite (spartizione di aree di competenza
61
n° 109 del 18.1.2007 ore 15.20
60
foglio nr. 61
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
territoriale con altre associazioni, omesso controllo in caso di transito nell’ aerostazione,
comunicazione di informazioni riservate, altro) al fine del conseguimento degli scopi
dell’ associazione e del rafforzamento del potere di controllo su detto ambito territoriale.
Si riportano di seguito alcune intercettazioni telefoniche ed ambientali inerenti il profilo
richiamato.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra RISPOLI Vincenzo e tale VITO (non meglio identificato)
(utenze telefoniche 334 3072776 in uso a RISPOLI Vincenzo e 0331 332009 in uso a Billiard Cafè”)
62
RISPOLI Vincenzo risulta essere in buoni rapporti con tale "VITO", appartenente ad una
Forza di Polizia che opera all’ interno dell’ Aeroporto di Milano-Malpensa. RISPOLI contatta
“VITO” per chiedere informazioni in occasione della scomparsa per qualche giorno della
nipote quindicenne RISPOLI Marta, figlia di RISPOLI Nicodemo Santo. Dal tenore della
telefonata sembrano essere in confidenza in quanto VITO si rivolge a RISPOLI chiamandolo
"ZIO".
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI Fabio
(su autoveicolo Smart con tg CV 086 CM in uso a Zocchi Fabio) 63
Da detta intercettazione emergono anche riscontri riferiti ai buoni rapporti che intercorrono
tra PAUDICE Gianfranco, cognato di ZOCCHI Fabio, ed il personale della Polizia che lavora
all’ interno dell’ Aeroporto Malpensa con il compito specifico di provvedere agli
accompagnamenti delle persone espulse dal territorio nazionale. Nel particolare ZOCCHI
Fabio racconta a FILIPPELLI Nicodemo di aver conosciuto tramite il cognato, alcuni di questi
poliziotti "infedeli" raccontandogli il loro modo di operare e fa degli esempi su come trarre
eventualmente in futuro vantaggi da queste conoscenze.
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI Fabio
(su autoveicolo Smart con tg CV 086 CM in uso a Zocchi Fabio) 64
Inerente la figura di PAUDICE Gianfranco, cognato di ZOCCHI Fabio, e la sua possibilità di
avvicinare alcuni operanti PS per chiedere favori illeciti.
In particolare la seguente conversazione ambientale fornisce alcuni elementi in ordine alle
modalità per poter portare merce all’ esterno dell’ Aeroporto Malpensa eludendo i controlli.
A detta di PAUDICE, all’ interno dell’ Aeroporto opera un distaccamento di P.S. i cui
appartenenti hanno la massima libertà di movimento; alcuni di questi poliziotti pare possano
prestarsi a favorire le attività della cosca.
Nella conversazione ZOCCHI afferma: “…. io gliel' ho chie... gliel'ho chiesto mia hanno detto il borsettino
quello che lui c'ha piccolino fa, al massimo quattro chili ….".
ZOCCHI Fabio e FILIPPELLI Nicodemo fanno previsioni sui possibili guadagni con l’ aiuto dei
poliziotti e su come, in percentuale, dovrebbero essere divisi i proventi illeciti. Secondo
FILIPPELLI Nicodemo dovrebbero essere così ripartiti: “ ….. tre, diviso tre, diviso a tre e cacciamo un
15, 20 per cento di di di ... 15 per cento di cosa, per centomila euro, 15 per cento li cacciamo ...nell’ affare il 15 per
cento c'è tuo cognato...ehh, gli devi dare una parte ... gli diamo un bel regalo...ehh..." - ". . . tohh, centocinquemila
euro per esempio.." - ". . .glielo porta tutto loro perciò ...prendo i due regalini, i due regalini per un ragazzo che
lavora a mille euro al mese...(incomprensibile)..., poi li prende sempre ...(incomprensibile) ...in banca
perciò...prenderà ... (incomprensibile ) quando tuo cognato prenderà per dire in un mese da noi 10.000 euro ... per lui
è una ... una boccata d'ossigeno mica da niente...(incomprensibile)....".
62
trascrizione n° 8407 del 21.11.2006 ore 15.04
63
n° 857 del 13.11.2006 ore 8.38
64
n° 858 del 13.11.2006 ore 9.13
61
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 62
In quel contesto ZOCCHI Fabio afferma: “i soliti 5.000 euro ...".
Questa affermazione viene interpretata nel senso che PAUDICE Gianfranco ha già effettuato
per loro conto delle attività illecite all’ interno dell’ Aeroporto Malpensa, ricevendo quale
compenso € 5.000. Ulteriore conferma viene ancora da ZOCCHI Fabio, il quale racconta di
aver già approfittato di queste connivenze in passato, introducendo il fratello di FILIPPELLI
Nicodemo nell’ Aeroporto facendolo passare dall’ ingresso "CARGO".
ZOCCHI afferma: " … se poi io esco non esco neanche ...(incomprensibile)...io esco di là
...(incomprensibile)...sai quando ho portato tuo fratello?. . ."- ". . . c'è l'ingresso, c'è CARGO, io entro da li . . ." - " . .
. guarda ma come siamo entrati ieri, se tu vedessi li cominciamo entrare in aereoporto...siamo entrati...praticamente
non mi hanno neanche guardato il pass, entro...poi siamo andati per dire, vicino a questi uffici qua...sulla parte
esterna...ma ti dico questi qua dentro, come porci vivono, ci sono bottiglie di champagne vuote, tartine di ogni
genere e questo e quell’ altro...(incomprensibile) ...e sennò telefoniamo e ci facciamo portare qua il turco ... " "...che gli piace la fresca (n.d.r. il denaro contante)...minchia io ogni volta che vengo dentro
...(incomprensibile)...qua veramente hai vinto un terno al lotto, qua ...”. …..
Altre numerose intercettazioni telefoniche di data 27.4.2007 ed 11.6.2007 65 dimostrano la
libertà di movimento di PAUDICE Gianfranco all’ interno dell’ Aeroporto Malpensa ed il suo
attivarsi per eseguire comportamenti di favore nei confronti del cognato ZOCCHI Fabio (es.
presa in consegna di una carta di credito da passeggero in transito, altro).
Come sopra detto nel corso delle indagini sono inoltre emersi significativi contatti tra
componenti del sodalizio oggetto di indagine (“Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”) e componenti
di altre associazioni a delinquere di stampo mafioso operanti in altri ambiti territoriali (es.
cosca di Africo – cosca NOVELLA e GALLACE di Guardavalle, cosca RINZIVILLO – NICASTRO
di Gela).
Detti comprovati contatti avevano varie e diverse finalità.
In alcuni casi rispondevano alla necessità di evitare potenziali conflitti 66 derivanti dalla
sovrapposizione di attività illecite o dalle disturbanti indagini delle forze di polizia causate da
comportamenti dell’ altra associazione. Altre volte i contatti servivano a scambiarsi favori di
tipo logistico o addirittura a preordinare in modo più agevole azioni di estorsione a danni di
ditte della zona. In particolare è emerso dalle dichiarazioni di BERNASCONE Angelo 67 ed in
parte dalle intercettazioni che il Locale di Legnano – Lonate Pozzolo si era accordato con la
cosca gelese nell’ utilizzare il seguente stratagemma: nel caso in cui il soggetto scelto per l’
estorsione fosse di origini siciliane, l’ azione estorsiva era iniziata dal Locale di Legnano - Lonate
Pozzolo, così da indurre la persona offesa a richiedere l’ intervento protettivo della cosca
gelese che si impegnava a far desistere il clan calabrese dal tentativo estorsivo dietro un
compenso (inferiore rispetto alla richiesta estorsiva) che veniva poi diviso con l’ altra
associazione. Nel caso in cui il soggetto da estorcere fosse di origine calabrese, l’ azione
estorsiva era iniziata dai gelesi con ruoli quindi incrociati, ma con identico epilogo (la
spartizione del c.d. pizzo tra le due associazioni).
Si riporta di seguito un’ intercettazione ambientale inerenti il profilo richiamato.
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo, ZOCCHI Fabio e TRIFINO Gaetano
(su autoveicolo AUDI A6 in uso a FILIPPELLI Nicodemo) 68
FILIPPELLI Nicodemo spiega ai due interlocutori di essere in contatto con persone gelesi di
spessore e che grazie a lui è stata risparmiata la vita di un suo paesano che si era
65
trascrizione n° 19317- n° 19352 – n° 19356 – n° 1935719362 - dell’ 11.6.2007 ore 16.14 e successive
A causa dell’ esportazione di alcune auto in Bielorussia da parte di ZOCCHI Fabio fu richiesta una riunione
chiarificatrice da altra ‘ndrina di Africo (RC). Riunione poi tenutasi in data 21.9.2006 in Busto Garolfo (MI) presso
l’
abitazione di ROSI Massimo, elemento di rilievo del narcotraffico calabrese in Lombardia, e con la partecipazione di
RISPOLI Vincenzo e di FILIPPELLI Nicodemo in rappresentanza del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”.
67
Affiliato alla famiglia mafiosa RINZIVILLO di Gela (CL) e divenuto poi collaboratore di giustizia (vedi verbale di
interrogatorio di data 19.9.2006).
68
n° 132 del 24.1.2007 ore 16.31
66
62
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 63
indebitato con i Siciliani per € 25.000. FILIPPELLI Nicodemo racconta inoltre che in alcune
occasioni i “guadagni” vengono divisi al 50 % tra Calabresi e Siciliani.
F: FILIPPELLI Nicodemo
… omissis ….
F: "...Facciamo in questa maniera! In questo caso siamo siciliani e calabresi. Del cinquanta per cento che io faccio
queste cose...facciamo cinquanta i siciliani e cinquanta e i calabresi...".
… omissis ….
I proventi delle attività estorsive hanno poi consentito al “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo” di
accumulare risorse finanziarie, tali da consentire negli ultimi anni la costituzione e la
gestione di una serie non trascurabile di società (operanti per lo più nel settore edile ed
immobiliare), acquisendo quindi al patrimonio del “Locale” ulteriori e più articolati strumenti
con cui perseguire le finalità illecite dell’ associazione.
Dalle indagini è emerso con evidenza che le attività di estorsione e di usura ai danni di
operatori economici (imprenditori, artigiani, titolari di ditte individuale) sono poste in essere
per la grande maggioranza dei casi proprio mediante l’ utilizzo dello scherma giuridico
offerto da queste società 69, riconducibili sostanzialmente al sodalizio “Locale di Legnano - Lonate
Pozzolo”, sebbene formalmente intestate a parenti o soggetti compiacenti (c.d. teste di legno).
L’ utilizzo di questa variegata costellazione di società consente al sodalizio di dare minima
parvenza di liceità e regolarità alle attività poste in essere, tutte in realtà costituite da delitti
(estorsioni, usura, riciclaggio), tra i più odiosi per le persone coinvolte come vittime e tra i
più dannosi per l’ ordinato crescere del generale tessuto socio economico della zona.
In particolare l’ emissione di fatture di comodo da parte di queste società serve a dare
copertura e giustificazione formale ai pagamenti restitutori effettuati dalle vittime
dell’ attività usuraria del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”.
Inoltre è emerso come dato certo e documentale che molti assegni post datati, consegnati in
garanzia dalle vittime di usura a FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio, venivano inviati a
LETO RUSSO Antonella (conoscente di FILIPPELLI Nicodemo e titolare di un negozio di
abbigliamento a Cirò Marina - KR) che provvedeva a versarli su conti correnti bancari di
famigliari compiacenti e quindi a monetizzarli con periodico invio del ricavato al “Locale di
Legnano – Lonate Pozzolo” nelle persone di RISPOLI Vincenzo e FILIPPELLI Nicodemo.
Sempre in ordine alla capacità di penetrazione del suddetto sodalizio nei gangli del tessuto
economico della zona, vanno evidenziati i rapporti privilegiati instaurati con alcuni
dipendenti di istituti bancari della zona 70 e che consentivano al “Locale di Legnano – Lonate
Pozzolo” nell’ esercizio dell’ attività usuraria di disporre di utili informazioni (spesso coperte
da segreto) sulle condizioni economiche di clienti di dette banche, già caduti nel reticolo
della attività usuraria del Locale o comunque in via di individuazione.
Si riportano di seguito alcune intercettazioni telefoniche ed ambientali inerenti il profilo
richiamato.
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI Fabio
69
MAKEALL Spa, amministrata da MILAN Patrizia, ma di fatto gestita da AUGUSTO Agostino – REVINCTA Srl,
amministrata da D’APOTE Daniele, ma di fatto gestita dall’ Architetto AVALLONE Carlo – MOSE’ IMMOBILIARE Srl,
amministrata da D’APOTE Daniele – BASTIAN & BASTIAN Srl, amministrata da AVALLONE Carlo – EDILCAP di CAPPONI
Mario – CF Costruzioni di Cusinati Fabrizio – ZEN Srl, già amministrata da D’AGOSTINO Giuseppe, ma gestita da DE
CASTRO Emanuele – NUOVA IME Srl, amministrata da PECORA Mario – COSTRUZIONI EDILI di PECORA Mario - CONFISA
di BARACCHI Giulio – IMMOBILIARE AMALFI Sas di FILIPPELLI Nicodemo 70
BANCA di LEGNANO – filiale di Cardano al Campo (VA) – INTESA SAN PAOLO – filiale di Lonate Pozzolo (VA) –
BANCA POPOLARE di INTRA – filiale di Lonate Pozzolo (VA).
63
foglio nr. 64
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
(su autoveicolo Smart con tg CV 086 CM in uso a Zocchi Fabio) 71
Inerente le modalità di utilizzo e di gestione di conti correnti al fine di ostacolare eventuali
indagini patrimoniali a carico del “Locale”. Detti accorgimenti consistono nell’ utilizzare anche
conti correnti di famigliari ed amici e soprattutto nel chiudere frequentemente i vecchi conti
correnti e nell’ aprirne contestualmente di nuovi.
F: FILIPPELLI Nicodemo
… omissis ….
F: “ … no, io no, me li incasso sul conto di... di MIMMO mio fratello (n.d.r. FILIPPELLI Domenico) e poi lo
chiudo . . .".
F:“ … no, dopo lo chiudo... a Gennaio... a Dicembre lo chiudo sto conto... hai capito perchè non
...(incomprensibile)... lo sto usando un po’ di più e poi lo chiudo, dopo ne apro un altro, io adesso mi apro un altro
conto ….. ".
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI Fabio
(su autoveicolo Smart con tg CV 086 CM in uso a Zocchi Fabio) 72
FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio si trovano in auto intenti a contare del denaro di
illecita provenienza. ZOCCHI esterna preoccupazione per la presenza dei soldi in caso di
controllo da parte delle Forze dell’Ordine. FILIPPELLI lo rassicura dicendogli che lui può
giustificarsi dicendo di aver ritirato il denaro in banca per pagare gli operai.
ZOCCHI si rallegra in quanto quel giorno hanno recuperato parecchio denaro contante, che
convenzionalmente viene indicato con il termine di "FRESCA".
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e PECORA Mario
(utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 349 7329579 in uso a PECORA Mario)
73
PECORA Mario chiede un aiuto economico a FILIPPELLI Nicodemo per soddisfare primarie
esigenze familiari, ciò nonostante paradossalmente sia titolare di diversi conti bancari. Dalla
stessa telefonata emerge chiaramente che PECORA Mario è un mero "prestanome", di fatto i
beni a lui formalmente intestati sono di proprietà di FILIPPELLI Nicodemo.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo ed AUGUSTO Agostino
(utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 340 5955251 in uso ad AUGUSTO Agostino)
74
FILIPPELLI Nicodemo informa l’ Ing. AUGUSTO Agostino che l’ operazione si farà. Quest’
ultimo dice che “se salta” (riferito all’ operazione o ad una terza persona) si creerà un
insoluto presso la BNL con la cambiale di FRAU (FRAU Pietro, legale rappresentante della
società Il segno della Fenice Srl).
FILIPPELLI gli precisa di essere in Calabria e di aver garantito sulla sua persona, quindi
aggiunge che una terza persona gli farà un assegno post datato al 12 gennaio intestato
genericamente ad una società che a sua volta emetterà la fattura.
Nelle presente conversazione fanno riferimento all’ operazione immobiliare che vede FRAU
Pietro, quale committente, e la società REVINCTA Srl quale appaltatrice per i lavori di
ristrutturazione e conversione dell’ immobile sito in Vigolo (BG), da trasformarsi da ex
colonia a casa di riposo-degenza con n° 148 posti letto.
71
n° 716 del 20.10.2006 ore 12.45
72
n° 931 dell’ 8.5.2006 ore 11.35
73
n° 149733 del 5.10.2007 ore 12.05
74
n° 437663 del 23.12.2007 ore 11.21
64
foglio nr. 65
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
La struttura di Vigolo (Foglio 12 - Particella 780) veniva acquistata agli inizi di quest’ anno
dalla società Il segno della Fenice Srl direttamente dalla venditrice Makeall Spa, gestita dallo
stesso Ing. AUGUSTO Agostino.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo ed AUGUSTO Agostino
(utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 335 1010774 in uso a DE CASTRO Emanuele)
75
DE CASTRO Emanuele informa FILIPPELLI Nicodemo di trovarsi con Giulio (il commercialista
BARACCHI Giulio), il quale gli ha chiesto informazioni in merito ad una fattura da € 220.000
emessa dall’ Immobiliare Amalfi Sas. FILIPPELLI gli risponde di averla già stornata.
La conversazione prosegue fra FILIPPELLI Nicodemo e BARACCHI Giulio, al quale precisa
che la citata fattura da lui emessa alla società "ZEN Srl", è stata "volturata" ad un’ altra
ditta in ragione di un contratto stipulato con la stessa ZEN.
BARACCHI gli conferma di ricordare l’ operazione, precisando che inizialmente erano state
emesse due fatture, rispettivamente da € 110.000 ed € 120.000, quest’ ultima definita falsa
dallo stesso FILIPPELLI, per poi optare per un’ unica fattura da € 220.000.
FILIPPELLI precisa che il citato contratto era stato fatto con la “Edil Cap” e che le due
fatture sono da eliminare, BARACCHI gli risponde di avervi già provveduto.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo ed AVALLONE Carlo
(utenze telefoniche 348 3762078 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 393 9638635 in uso ad AVALLONE Carlo)
76
FILIPPELLI Nicodemo informa AVALLONE Carlo di aver fatto intestare, probabilmente degli
assegni, ad una terza persona, non Daniele (D'APOTE Daniele), che a sua volta sta girando
alla REVINCTA.
AVALLONE risponde che non ci sono problemi, quindi chiede a FILIPPELLI se devono fare
una fattura più "grossa", quest'ultimo risponde di no e che quella da € 144.000 è relativa
allo stato di avanzamento.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e D’APOTE Daniele
(utenze telefoniche 348 3762078 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 393 9083357 in uso a D’APOTE Daniele)
77
FILIPPELLI Nicodemo dice a D'APOTE Daniele di preparargli la fattura da € 120.000 più IVA,
relativa all’ assegno già incassato, emessa dalla REVINCTA Srl, per un importo complessivo
di € 144.000, corrispondente a quello inerente lo stato di avanzamento, menzionato da
FILIPPELLI e AVALLONE in conversazione precedente.
D'APOTE rappresenta a FILIPPELLI che sarebbe più opportuno datarla a dicembre, onde
rendere più verosimile la regolarità dell’ incasso del titolo.
Proseguono discutendo di ulteriori due assegni che FILIPPELLI riferisce di avere spostato,
quindi questi invita D’APOTE Daniele a chiedere i dettagli a Carlo (AVALLONE) perché
devono emettere altra fattura alla MOSE' Immobiliare, precisando infine che quella emessa
dalla REVINCTA Srl è la numero due ed è relativa ai lavori presso il cantiere di Vigolo (BG).
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e PECORA Mario
(utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 0331 811689 in uso a PECORA Mario)
78
PECORA Mario chiede a FILIPPELLI Nicodemo se vuole che la fattura sia emessa dalla
COSTRUZIONE (Costruzioni Edili di PECORA Mario) o dalla NUOVA IME Srl.
75
n° 464057 del 28.12.2007 ore 16.18
76
n° 565036 del 21.1.2008 ore 13.35
77
n° 584516 del 25.1.2008 ore 17.08
78
n° 638529 del 4.2.2008 ore 12.08
65
foglio nr. 66
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
FILIPPELLI risponde dalla COSTRUZIONI EDILI, quindi PECORA lo informa che
numericamente è la "3", datata 30.12.2007.
Dalla presente conversazione emerge per l’ ennesima volta che le fatture vengono emesse
in modo fittizio, attestando falsamente l’ esecuzione di prestazioni/vendite al solo fine di
consentire l’ incasso di titoli bancari senza destare sospetti sulla regolarità dei movimenti.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e FILIPPELLI Domenico
(utenze telefoniche 348 3762078 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 349 6757886 in uso a FILIPPELLI Domenico)
79
FILIPPELLI Nicodemo chiede a suo fratello Domenico se la ditta di Fabrizio (CUSINATI
Frabrizio della CF COSTRUZIONI) è pulita e se è titolare di un conto corrente.
FILIPPELLI Domenico risponde che “è OK” e che ha un conto acceso presso la Banca di
Intra.
Nicodemo gli chiede se secondo lui, a fronte di un "regalo", Fabrizio sarebbe disposto ad
emettere una fattura (fittizia) incassando il relativo pagamento che successivamente gli
restituirà con assegno circolare. Domenico risponde che contatterà Fabrizio che sicuramente
acconsentirà.
Dalla conversazione emerge palesemente uno dei metodi posti in essere per riciclare le
somme di denaro, ovvero far incassare a delle ditte/persone, titoli quale pagamento di finte
prestazione fatturate per poi rientrarne in possesso, in questo caso mediante l'emissione di
un assegno circolare da parte dalla “CF Costruzioni” di CUSINATI Fabrizio.
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra RISPOLI Vincenzo, DE CASTRO Emanuele, BENEVENTO Antonio e tale Mario
(su autoveicolo Porsche Cayenne in uso a DE CASTRO Emanuele) 80
DE CASTRO Emanuele racconta a RISPOLI Vincenzo e a BENEVENTO Antonio di un episodio,
riferitogli da Giulio (BARACCHI), avvenuto in cantiere, che vede coinvolti Nicodemo
(FILIPPELLI) ed il nipote MOLFESE Giovanni.
In particolare quest’ ultimo avrebbe chiesto un aiuto economico scatenando la reazione di
FILIPPELLI che lo umiliava davanti a tutti gli operai.
MOLFESE si risentiva per il comportamento dello zio, soprattutto per il fatto che il giorno
precedente all’ episodio aveva firmato € 30.000 di giroconto a favore di FILIPPELLI
Nicodemo. Analoghe operazioni erano state effettuate a favore delle sorelle e di un nipote
di quest’ ultimo per un totale di € 120.000.
FILIPPELLI lasciava inoltre al suocero di MOLFESE Giovanni (COMITO Damiano) la somma
in contanti di € 100.000 da custodire in cassaforte.
Proseguono discutendo delle attività di FILIPPELLI Nicodemo e degli utili di quella edile.
Quindi menzionano Fabio (ZOCCHI) ed alcuni movimenti di denaro di cui ZOCCHI ha riferito
direttamente a RISPOLI come impostogli da FILIPPELLI.
Cambiano argomento parlando dei sequestri e delle confische dei beni, menzionando nel
contesto anche la “DIA” e la famiglia “NOVELLA”, cosca calabrese attiva nell’ hinterland
milanese.
RISPOLI parla della vendita dei alcuni esercizi, fra cui il Biliard Café di Busto Arsizio, nonché
della dichiarazione dei redditi per timore di eventuali verifiche fiscali e patrimoniali.
In fase conclusiva discutono del giro di fatture ed in particolare menzionano tale “CAFFONE”
Mario (CAPPONI Mario), il quale emette delle fatture, verosimilmente per consentire la
negoziazione di titoli bancari nell’ attività di riciclaggio gestita dallo stesso FILIPPELLI
Nicodemo.
Nel contesto vengono menzionati l’ Ingegnere (AUGUSTO Agostino) e Carlo (AVALLONE),
quest’ultimo in relazione ad un grosso lavoro che necessita di numerose fatture.
79
n° 1062534 del 14.4.2008 ore 11.08
80
n° 1069279 del 15.4.2008 ore 17.44
66
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 67
I documenti fiscali vengono prodotti dallo stesso Giulio (BARACCHI).
Per quanto sopra RISPOLI Vincenzo dice a DE CASTRO Emanuele di presenziare in occasione
degli incontri e quantificare gli importi delle fatture (fittizie), onde calcolare i loro utili,
atteso che su un importo di € 300.000 fatturati all’ ingegnere: € 60.000 sono di IVA di cui
€ 10.000 vanno all’ emittente e la parte restante è da dividere con l’ Ingegnere.
*************************
Come sopra detto nel corso delle indagini sono inoltre emersi particolari rapporti tra componenti del
sodalizio oggetto di indagine (“Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”) ed alcuni dipendenti di istituti bancari della zona dai
quali trarre utilità (anche comunicazione di informazioni riservate) al fine di meglio gestire l’
attività usuraria posta in essere dal “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo” in detto ambito
territoriale.
Si riportano di seguito alcune intercettazioni telefoniche ed ambientali inerenti i particolari
rapporti tra componenti del sodalizio oggetto di indagine (“Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”) ed alcuni dipendenti di istituti
bancari della zona.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra ZOCCHI Fabio e PAGLIARULO Salvatore BANCA di LEGNANO – filiale di Cardano al
Campo (VA)
(utenze telefoniche 348 8903053 in uso a ZOCCHI Fabio e 0331 731016 in uso a PAGLIARULO Salvatore – dipendente della Banca di Legnano
81
– filiale di Cardano al Campo)
ZOCCHI Fabio è in possesso di assegni emessi dalla ditta Quintosole, di cui uno dell’ importo
di € 2.000. Prima di porlo all’ incasso si preoccupa di farlo verificare presso la Banca di
Legnano, filiale di Cardano al Campo, dove lavorano "SALVATORE" 82 e "MARIO" 83. Al
telefono gli risponde PAGLIARULO Salvatore il quale, dopo avergli richiesto alcuni dati per
poter effettuare la ricerca, gli comunica informazioni sul conto della ditta che ha emesso il
titolo e dei suoi rappresentanti. Gli indica un altro istituto di credito presso il quale la ditta
ha il conto e in conclusione il PAGLIARULO gli comunica: " . . . ... è affidato gestore unico.
Aspetta, vediamo... Tienitela per te l’ informazione, ha ottantamila euro di fido di cassa e centomila euro di anticipo di
riba, quella roba lì. . .".
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra ZOCCHI Fabio e PAGLIARULO Salvatore (BANCA di LEGNANO – filiale di Cardano al
Campo (VA)
(utenze telefoniche 348 8903053 in uso a ZOCCHI Fabio e 0331 731016 in uso a PAGLIARULO Salvatore – dipendente della Banca di Legnano
84
– filiale di Cardano al Campo)
ZOCCHI Fabio per mantenere i buoni rapporti con gli impiegati della banca è solito fare dei
regali. In questa occasione domanda a PAGLIARULO Salvatore quale sia la sua taglia, perchè gli vuole portare un
vestito elegante.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra ZOCCHI Fabio, PAGLIARULO Salvatore e tale LORENZO, non meglio identificato
(BANCA di LEGNANO – filiale di Cardano al Campo (VA)
(utenze telefoniche 348 8903053 in uso a ZOCCHI Fabio e 0331 731016 in uso a PAGLIARULO Salvatore – dipendente della Banca di Legnano
85
– filiale di Cardano al Campo)
81
n° 7777 del 10.11.2006 ore 15.29
PAGLIARULO Salvatore, nato a Bishop’s Stortford (Gran Bretagna) il 12.9.1965, dipendente della Banca di
– filiale di Cardano al Campo (VA).
83
FORNARA Mario, dipendente della Banca di Legnano – filiale di Cardano al Campo (VA).
84
n° 8049 del 16.12.2006 ore 8.38
85
n° 8049 del 16.12.2006 ore 8.38
82
67
Legnano
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 68
ZOCCHI Fabio chiede a LORENZO e a PAGLIARULO Salvatore quale taglia indossano di
camicia in quanto vuole regalargliene una ciascuno.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e tale Angela, dipendente di BANCA INTESA - filiale di Lonate
Pozzolo (VA)
(utenze telefoniche 393 3367696 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 0331 660444 in uso a BANCA INTESA – filiale di Lonate Pozzolo)
86
FILIPPELLI Nicodemo richiede informazioni su di un assegno a tale “ANGELA” della Banca
Intesa, filiale di Lonate Pozzolo. La stessa, pur manifestando il suo disappunto e la non
liceità della divulgazione di notizie riservate, lo informa che il titolo attualmente è coperto,
non potendo però garantire che lo sarà anche alla data dell’ incasso visto che è post datato al
30 novembre.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e BANCA INTESA - filiale di Lonate Pozzolo (VA)
(utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 0331 660444 in uso a BANCA INTESA – filiale di Lonate Pozzolo)
87
FILIPPELLI Nicodemo chiama la Banca Intesa, filiale Lonate Pozzolo e chiede all’ impiegato
che risponde il numero del CAB e ABI della filiale in questione. Nel presentarsi al predetto impiegato
dice di essere FILIPPELLI, la persona che oggi ha portato i cesti in banca .
L’ impiegato da prima lo ringrazia a nome di tutti del pensiero, poi gli comunica i codici richiesti.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e tale Paolo, dipendente di BANCA POPOLARE di INTRA filiale di Lonate Pozzolo (VA)
(utenze telefoniche 393 3367696 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 0331 661402 in uso a BANCA POPOLARE di INTA – filiale di Lonate
88
Pozzolo)
FILIPPELLI chiama la Banca di Intra, apprendendo dall’ impiegato di nome “PAOLO” che la
società FORMULA X ITALIA Srl con sede a Milano in via Gallarate n° 228, non è titolare di
alcun c/c presso la Banca di Legnano, filiale di Canegrate (MI). Paolo aggiunge che la ditta
fa parte del gruppo "SOGEPA" e non ha alcun problema di natura finanziaria/bancaria.
B) 5 – partecipazioni a SUMMIT 89
Ulteriore circostanza di fatto che, unitamente alle numerose altre già evidenziate, fa ritenere
la sussistenza di gravi indizi in ordine alla sussistenza ed alla operatività di un’ associazione
a delinquere di stampo mafioso ex art. 416 bis c.p. in detto ambito territoriale, consiste nell’
accertata organizzazione di incontri tra i capi di detta organizzazione, nonché tra i capi di
questa ed altri esponenti apicali di altre similari associazioni.
La riservatezza di detti incontri era garantita dall’ adozione di accorgimenti da parte dei
partecipanti e dalla disponibilità da parte del sodalizio di apparecchiature tecniche 90 idonee
86
n° 8476 del 12.9.2006 ore 15.37
87
n° 8476 del 12.9.2006 ore 15.37
88
89
n° 8476 del 12.9.2006 ore 15.37
Con detta espressione (dal latino summum) si intendono riunioni tra i capi di organizzazioni.
90
Sigificativa è la circostanza che, nel corso di una perquisizione domiciliare a carico di DE CASTRO Emanuele
(residente in Ferno – VA – in via Trieste n° 22), veniva rinvenuto e sequestrato un rilevatore marca ACECO
mod. FC 2002
in grado di palesare la presenza di microspie ed un rilevatore di frequenze marca ACECO capace di intercettare le comunicazioni radio delle Forze
68
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 69
ad evitare l’ intercettazione di conversazioni cruciali aventi ad oggetto la gestione del
“Locale” e l’ adozione di decisioni importanti.
In particolare dalle indagini risulta l’ organizzazione di cinque incontri di detta natura
nell’ arco temporale di dieci mesi (maggio 2006 – marzo 2007).
Si riportano di seguito alcune indicazioni sintetiche in ordine a detti incontri.
B) 5 - a
SUMMIT avvenuto presso l’ abitazione di FILIPPELLI Nicodemo sita in Lonate Pozzolo (VA)
nel maggio 2006
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI FABIO
(su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 91
I vertici del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo” sono soliti incontrarsi anche per incontri
conviviali. ZOCCHI Fabio e FILIPPELLI Nicodemo commentano quanto è avvenuto alcuni
giorni prima, quando RISPOLI Vincenzo si è recato a casa di FILIPPELLI Nicodemo
unitamente a LONGOBUCCO Santino, ESPOSITO Antonio, DE CASTRO Emanuele ed hanno
fatto una grigliata tutti assieme.
B) 5 - b
SUMMIT avvenuto presso Ristorante Mediterraneo sito in Cirò (KR) località Cappellieri
in data 14.8.2006
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra RISPOLI Vincenzo e MANCUSO Luigi
(utenze telefoniche 333 6896723 in uso a GERACI Michela – moglie di RISPOLI Vincenzo e 334 2246741 in uso a MANCUSO Luigi)
92
MANCUSO Luigi invita RISPOLI Vincenzo ad un pranzo che si terrà il giorno successivo
(14 agosto 2006) per festeggiare il suo anniversario. Trovandosi RISPOLI Vincenzo in
compagnia della zio FARAO Silvio, MANCUSO invita anche quest'ultimo a pranzo presso un
ristorante di Cirò.
A seguito della precedente conversazione veniva attivati i CC di Cirò Marina (KR) per
organizzare presso tale ristorante un idoneo servizio per identificare gli effettivi partecipanti.
Il giorno successivo, vale a dire in data 14.8.2006, nel corso di un servizio esterno della
Stazione Carabinieri di Cirò, venivano notati alle ore 13.10 circa, fermi a parlare nel
parcheggio esterno del ristorante "Mediterraneo" sito in Cirò, località Cappellieri:
o
o
o
o
FARAO Natale 93;
FARAO Silvio 94;
MANCUSO Luigi 95;
RISPOLI Vincenzo.
A tal riguardo veniva redatta la seguente annotazione di indagine datata 19.8.2006:
di Polizia (vedi in atti verbali di perquisizione domiciliare e sequestro di data 28.2.2006 nel corso delle indagini
effettuate nell’ immediatezza dell’ omicidio di MURANO Alfonso commesso in Ferno – VA - in data 27.2.2006).
91
n° 1128 del 16.5.2006 ore 9.29
92
n° 1781 del 13.8.2006 ore 21.07
nato a Cirò il 26.1.1956 e ivi residente in via Casoppero.
94
nato a Cirò il 3.11.1948 e ivi residente in via Casoppero.
95
nato a Cirò Marina il 2.1.1977 e domiciliato a Busto Arsizio (VA) in via Amalfi.
93
69
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 70
"Il giorno 13 agosto 2006, nell’ ambito dell’ attività di indagine in corso riferita al procedimento penale n° 12686/06 in oggetto
meglio indicato, avevo modo di ascoltare la conversazione contraddistinta dal n° progressivo 1781 (vedi verbale di trascrizione),
riferita all’ intercettazione telefonica attivata sull’utenza n° 333/6896723 in uso a GERACI Michela, moglie di RISPOLI
Vincenzo. In particolare MANCUSO Luigi contatta GERACI Michela chiedendole dove si trovava il marito, lei glielo passa al
telefono e MANCUSO lo invita per il giorno dopo a pranzo per festeggiare il suo anniversario. Nel corso della conversazione
RISPOLI Vincenzo gli dice di essere a mangiare a casa di “ZIO SILVIO”, MANCUSO gli chiede di passarglielo al telefono e
invita anche lui al pranzo che si sarebbe dovuto tenere il giorno 14 presso il ristorante denominato “NOVANTUNO” oppure “IL
CAMINO”. Giova precisare che RISPOLI Vincenzo con la sua famiglia e MANCUSO Luigi, attualmente stanno trascorrendo le
vacanze estive a Cirò Marina (KR). Ritenendo che lo “ZIO SILVIO” potesse essere FARAO SILVIO, per avere ulteriore
conferma di ciò e dei contatti esistenti tra i predetti individui, venivano interessati i colleghi della Compagnia di Cirò Marina
(KR) che disponevano idoneo servizio atto ad identificare le persone che si sarebbero incontrate con MANCUSO Luigi. Come da
annotazione redatta dal personale della Stazione di Cirò Superiore è emerso che, all’ interno del parcheggio del ristorante
“MEDITERRANEO” sito a Cirò (KR), località Cappellieri, MANCUSO Luigi il giorno 14.8.2006, alle ore 13.10 circa, si è
incontrato con RISPOLI Vincenzo, FARAO Silvio e FARAO Natale, tutti in atti meglio generalizzati”.
B) 5 - c
SUMMIT avvenuto presso Ristorante Antico Borgo sito in Legnano (MI)
in data 25.9.2006
Il 25.9.2006 RISPOLI Vincenzo organizza una cena per salutare gli amici prima del suo
ricovero ospedaliero al Centro Auxologico di Piancavallo. Viene così predisposto un servizio
di o.c.p. mirato ad individuare il ristorante prescelto per l’ evento. Allo scopo vengono
monitorati gli esercizi pubblici solitamente frequentati da RISPOLI Vincenzo e dai suoi
affiliati. Il servizio permette di individuare l’ autovettura KIA SORRENTO targata CY850KW,
intestata a GERACI Michela (moglie di RISPOLI Vincenzo) nei pressi del ristorante "Antico
Borgo" sito a Legnano (MI) in via Ponzella n° 38. Rilevata l’ impossibilità per motivi di
opportunità di identificare tutti i clienti al momento presenti nel ristorante, gli operanti
rilevavano i numeri di targa di tutte le autovetture parcheggiate nei pressi dell’ esercizio
pubblico. Tra le altre sono state annotate le targhe delle seguenti autovetture:
Mercedes E 220 con tg CB 603 KZ, intestata a VISEL di PARIANI FELICE & C. con sede a Lonate
Pozzolo (VA) in via Olona n° 6 ed in uso ad ESPOSITO Antonio
Lancia Y con tg BD 240 ZX, intestata a BENEVENTO Antonio nato a Cirò Marina (KR) il
13.04.1974 e residente a Milano in via Legnano n° 14
B) 5 - d
SUMMIT avvenuto presso BAR Gaia sito in Legnano (MI) in via dei Salici
in data 15.3.2007
Da precedenti conversazioni telefoniche ed ambientali si evince che nella mattinata del
15.3.2007 doveva svolgersi un incontro presso il Bar Gaia con la partecipazione di vari
elementi di spicco appartenenti a "famiglie calabresi".
In particolare poteva registrare la presenza di PIRILLO Vincenzo "reggente" della cosca di
Cirò e CASTELLANO Vito detto "CICCIO" in quei giorni presenti in loco.
Il giorno precedente, infatti, vi erano state varie conversazioni tra MANCUSO Luigi e
FILIPPELLI Nicodemo tese ad organizzare un viaggio all’ Aeroporto di Milano Linate, per
andare a prendere CASTELLANO Vito. Per questo arrivo MANCUSO Luigi, tramite LANDONI
Marco, prenotava presso l’ Hotel Sant’ Anna di Solbiate Olona (VA) due camere singole e
precisamente la n° 36 e 37, delle quali si è fatto consegnare anche anticipatamente le
chiavi.
Veniva quindi predisposto un servizio di o.c.p. nei pressi del BAR Gaia, nel corso del quale si
è provveduto a documentare la presenza sul posto delle auto di alcuni uomini legati alle
famiglie calabresi dei RISPOLI, MANCUSO e NOVELLA.
In particolare l’ autovettura LANCIA K targata BW659LH intestata a BEVILACQUA
Mariassunta, la stessa mattina del 15.3.2007 alle ore 8.47 veniva fermata in Legnano (MI)
70
foglio nr. 71
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
da personale del Locale Commissariato di PS che controllava i suoi occupanti, identificandoli
in: NOVELLA Vincenzo, NOVELLA Christian e DE MASI Agassio Antonio.
Annotazione di attività di indagine di data 15 marzo 2007
"Giunti sul posto alle ore 9.45 circa si constatava che nel parcheggio antistante il BAR, oltre ad utilitarie, erano ferme alcune auto
di grossa cilindrata e proprio sulla porta del BAR vi erano due uomini entrambi intenti a telefonare. Dopo esserci posizionati in
maniera defilata, si notava che i due uomini continuavano a “presidiare l’ingresso” ed in particolare uno entrava ed usciva dal
locale mentre il secondo è sempre rimasto all’ esterno del locale, muovendosi tra le prime auto parcheggiate vicino alla porta di
ingresso”.
Nel corso del servizio, in alcuni passaggi in auto, venivano annotati i numeri di targa di
alcune delle auto li parcheggiate che dai successivi accertamenti sono risultate intestate a:
KIA SORRENTO tg CY 850 KW, intestata a GERACI Michela, nata a Caltanissetta il 5.1.1967 e
residente a Legnano (MI) in viale Sabotino n° 43, moglie di RISPOLI Vincenzo
PORSCHE CAYENNE tg CN 129 WY, intestata a NEW SUN di MIGLIANO FULVIO & C. con sede a
Parabiago (MI) in via Monsignor Pogliani n° 25, a bordo della quale sono stati già notati
MANCUSO Luigi e RISPOLI Vincenzo
LANCIA K tg BW 659 LH, intestata a BEVILACQUA Mariassunta, nata a Verzino (CZ) il
02.03.1957 e residente a Guardavalle (CZ) in Traversa A. Giordano n° 1.
Nella stessa mattinata alle ore 8:47 in Legnano il Commissariato fermava detta LANCIA K e
controllava i suoi occupanti identificandoli in: NOVELLA Vincenzo, NOVELLA Christian e DE MASI
Agassio Antonio.
B) 5 - e
SUMMIT avvenuto presso Ristorante La Pergola sito in Fagnano Olona (VA)
in data 31.3.2007
Altra riunione cui hanno preso parte i principali esponenti del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”
è stata tenuta il 31.3.2007 in occasione del pranzo organizzato da FILIPPELLI Nicodemo
presso il ristorante "La Pergola", sito in Fagnano Olona (VA) in via Mercadante.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e Ristorante “La Pergola”
(utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 0331 612213 intestata al Ristorante La Pergola)
96
Il giorno precedente FILIPPELLI Nicodemo contatta "CICCIO" titolare del ristorante,
prenotando un pranzo a base di pesce fresco e champagne per 15 persone.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra RIENZI Pasquale e RISPOLI Raffaele
(utenze telefoniche 335 5940198 in uso a RIENZI Pasquale e 338 6080305 in uso a RISPOLI Raffaele)
97
RIENZI Pasquale avverte RISPOLI Raffaele che si trova sotto casa sua per andare al
ristorante assieme. Nel corso del servizio di OCP predisposto presso il ristorante si vedrà
scendere RISPOLI Raffaele dalla BMW 645 coupe di RIENZI Pasquale.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra DE CASTRO Emanuele e ROCCA Ernestino
(utenze telefoniche 335 1010774 in uso a DE CASTRO Emanuele e 346 8253307 in uso a ROCCA Ernestino)
96
n° 38938 del 30.3.2007 ore 19.06
97
n° 7645 del 31.3.2007 ore 11.45
98
n° 10651 del 31.3.2007 ore 12.20
71
98
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 72
Tra i vari commensali che partecipano al pranzo vi è anche DE CASTRO Emanuele, il quale
giungerà per ultimo sul posto a bordo della Porsche Cayenne, unitamente ad un uomo che
viaggava con lui in auto. Riprese filmante effettuate in loco non hanno permesso di
identificare il secondo uomo ma, dalla seguente conversazione, si evince che la persona che
è in auto con DE CASTRO è senza ombra di dubbio ROCCA Ernestino. DE CASTRO infatti
afferma: “…., cosa faccio, passo io a prenderti ?. . .” - " “… io sto partendo adesso da
casa ..”.
B) 6 – dichiarazioni di collaboratori di giustizia
Ad integrazione del grave compendio indiziario fin qui esposto in ordine all’ effettiva
esistenza di un’ associazione a delinquere di stampo mafioso ex art. 416 bis c.p. in detto
ambito territoriale (comprendente come detto la porzione di territorio dei comuni di
Legnano, Lonate Pozzolo, Ferno ed altri limitrofi), si devono riferire le dichiarazioni rilasciate
da alcuni collaboratori di giustizia sull’ esistenza, sull’operatività e sulla composizione del
“Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”.
B) 6 - a
DICHIARAZIONI rese da CORTESE Angelo
in data 23.6.2008 99
A.D.R.: richiesto di riferire sulla mia affiliazione alla ‘ndrangheta e sulla frequentazione di Legnano e della
Lombardia, rispondo che dal 1970 al 1990 ho vissuto a Legnano, località in cui mi ero trasferito dalla Calabria con
la mia famiglia di origine. Successivamente sono ritornato a Cutro in Calabria e sono stato affiliato a quella “ndrina”
da Salvatore Dragone, figlio di Antonio Dragone. Nel 1999 ho ricevuto il grado di “crimine” da Grande Aracri
Nicola, capo della “ndrina” di Cutro dopo i Dragone.
A.D.R.: i gradi della ndrangheta sono i seguenti: inizialmente, giovane d’onore, picciotto e camorrista che
appartengono alla ndrangheta cosiddetta “minore”. Poi viene riconosciuto il grado di sgarro e viene attribuita a
seguire “la santa” nelle sue suddivisioni di Mazzini, Garibaldi e La Marmora. In prosieguo si diventa “vangelo” con
i sottogradi dei tre Magi (Melchiorre, Gaspare e Baldassarre). Poi vi è il “Tre quartino”, “quartino” e “crimine”. Vi
sono poi ulteriori gradi che io non conosco perché la ‘ndrangheta è fatta “a compartimenti stagni”, nel senso che io
posso sapere gli affiliati che hanno doti inferiori o pari al mio. Conosco solo la dote di
“crimine internazionale”
che apparteneva al mio capo GRANDE ARACRI Nicolino ed a Pasquale NICOSCIA.
L’ organizzazione di cui
ho appena detto dà luogo alla cosiddetta ndrangheta “maggiore”.
A.D.R.: richiesto di riferire su Enzo Rispoli e sull’esistenza del locale di Legnano, rispondo che tale locale fu
costituito negli anni 1985/1986 da me e da Vincenzo Rispoli. Gli altri componenti erano Nunzio ed Enzo Novella,
Giuseppe Santarceri abitante a Canegrate, che era collegato con i Mancuso di Limbadi. Vi era anche Daniele
Santarceri, Ciccio Costantino di Reggio Calabria e suo suocero. L’organizzazione di Legnano aveva ricevuto il
benestare del Locale di Cirò Marina che a sua volta deriva il suo potere dall’ investitura da parte della ‘ndrangheta
di San Luca. Vincenzo Rispoli è nipote di Farao Giuseppe e Silvio per parte di madre, FARAO Maria Grazia e
quindi gode della loro protezione e quella di Marincola Cataldo, capi del locale di Cirò. Tutti gli affiliati alla
‘ndrangheta sono collegati tra di loro e si frequentano per i vari affari, oltre che per le cerimonie relative a funerali
ed a matrimoni. Proprio in occasione di un matrimonio nella zona della Brianza conobbi Antonio Papalia. All’ epoca
io e Vincenzo Rispoli frequentavamo l’abitazione di Franco Greco detto “sgrenga” nella zona di Varese. Questi era
affiliato al clan di Cirò Marina. In questa stessa abitazione è stato latitante a suo tempo Farao Giuseppe. In questi
incontri si parlava di affari e si faceva festa. Vi era sempre la possibilità di consumare cocaina. A questi incontri
partecipavano altri ‘ndranghetisti come Raffaele e Franco Trifino che abitano in S.Antonino di Varese, Murano
Cataldo e Murano Alfonso, che sono stati entrambi uccisi di recente.
A.D.R.: sono stato detenuto in periodi discontinui dal 1993 al 2004.
A.D.R.: sono rimasto sempre in contatto con il locale di Legnano di Vincenzo Rispoli e ciò anche nel 2005 e 2006,
quando mi è capitato di fare visita a Vincenzo Rispoli in Legnano. Ho constatato che al locale di Legnano erano stati
affiliati alcuni giovani di Guardavalle di cui non ricordo i nomi. Si tratta di persone che forse sarei in grado di
99
Vedi verbale di interrogatorio reso in data 23.6.2008 davanti ai PM della DDA di Milano (faldone n° 4).
72
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 73
riconoscere, erano uomini di Novella. Ricordo in particolare un episodio risalente al 2005 relativo ad un tentativo di
estorsione in danno di un cugino di mio cognato De Benedetto Michele. Fui chiamato da quest’ultimo proprio per
intercedere presso Vincenzo Rispoli. La persona sotto estorsione, che si chiamava Enrico ed era nato a Porto Salvo,
abitava a cerro Maggiore. Aveva trovato una testa di animale appesa alla porta della abitazione. In questa occasione
incontrai Vincenzo Rispoli nella sala giochi di Busto Arsizio e quindi ci recammo insieme nel bar di Legnanello di
Enzo Novella. Ho incontrato ancora Vincenzo Rispoli nel 2006 nel suo bar di Legnano. Nunzio Novella riveste un
grado importante nella ‘ndrangheta, nel senso che ha una dote elevata ed è una persona rispettata e riconosciuta in
Calabria e fuori dalla Calabria. Quanto a Enzo Novella, che è in posizione subordinata rispetto a Nunzio, da come si
comportò nella occasione citata, io e Vincenzo Rispoli giungemmo alla conclusione che non era estraneo al tentativo
di estorsione in questione, anche perché grazie alla nostra intercessione e all’ intervento del Novella la faccenda fu
sistemata in modo favorevole alla persona di nome Enrico. Questi mi aveva detto che prima del nostro intervento
faceva regali a calabresi del posto. Successivamente, per rispetto nei confronti di DE BENEDETTO, nessuno gli
chiese più nulla. Non so se DE BENEDETTO sia un affiliato, è persona di TROPEA, però ha fatto tanta galera e
tutti i clan calabresi lo conoscono.
A.D.R.: quando vivevo a Legnano fui responsabile di diverse azioni violente per conto del locale di Legnano.
Ricordo i colpi di arma da fuoco sparati contro la pizzeria “Dessy” nel 1987-1988, contro una barberia, contro la
discoteca Mediteranè.
A.D.R.: il territorio del locale di Legnano confina con Busto Arsizio, dove sono presenti i “gelesi”. Il territorio di
Busto è diviso tra gelesi e calabresi, c’è un accordo di massima che prevede il reciproco rispetto.
A.D.R.: Rispoli Vincenzo mi parlò degli omicidi di Murano Cataldo, che è stato bruciato e di Murano Alfonso,
cugino di Vincenzo Rispoli. A dire di quest’ultimo, Murano Alfonso aveva fatto la spia ad un cirotano della zona di
Legnano, di cui era stato ordinato l’omicidio dal locale di Cirò. Si è evidentemente trattato di una grave violazione
delle regole di ndrangheta, per cui nemmeno Vincenzo Rispoli è riuscito a proteggerlo.
A.D.R.: sono stato arrestato nel giugno 2007 e successivamente sono stato ristretto agli arresti domiciliari. Sono
stato nuovamente arrestato nel febbraio 2008. Poco dopo è iniziata la mia collaborazione con la giustizia. Sono
attualmente sottoposto a programma speciale di protezione. Ho deciso di collaborare per uscire da questo ambiente e
per affetto nei confronti della mia donna, per crearmi una nuova vita con lei.
A.D.R.: nel 2007 incontrai Vincenzo Pirillo ed Amantea Francesco presso l’abitazione di Modena di Santoro
Fiorenzo. Pirillo Vincenzo è stato ucciso perché autore, insieme con Onofrio Felice e Ferraro Maurizio,
dell’omicidio di Natale Bruno. Anche Onofrio Felice e Ferraro Maurizio sono stati uccisi perché autori
dell’omicidio di Natale Bruno.
A.D.R.: attualmente il locale di Cirò è diretto da Marincola Cataldo e Farao Silvio, che sono entrambi latitanti.
B) 6 - b
DICHIARAZIONI rese da CUZZOLA Antonino 100
in data 23.11.2006
CUZZOLA Antonino, riferendo di una vicenda di droga che lo vedeva coinvolto insieme a
TRIFINO Mario, TRIFINO Franco e CASOPPERO Cataldo, dichiarava di essersi scontrato con
RISPOLI Vincenzo per il mancato pagamento di una partita di eroina consegnata ai TRIFINO
e, per tale motivo, di essere stato in procinto di ucciderlo, venendo in ciò dissuaso perchè
RISPOLI Vincenzo gli veniva indicato come rappresentante in Lombardia del “Locale di Cirò”
per essere il nipote, per parte di madre, di FARAO Giuseppe. Indicava inoltre RISPOLI
Vincenzo come capo del “Locale di Lonate Pozzolo”.
A.D.R.: richiesto di chiarire e precisare quanto da me riferito nel verbale di interrogatorio reso il 30.8.2004 presso la
DDA di Milano davanti ai Pubblici Ministeri dott.ssa Roberta NUNNARI e dott. Mario ANDRIGO della DDA di
Reggio Calabria e dott. Marcello MUSSO della DDA di Milano, confermo innanzitutto quanto già dichiarato
riguardo a Vincenzo Rispoli e al mio progetto di omicidio nei suoi confronti.
A.D.R.: come ho già detto, consegnai a TRIFINO Franco mezzo chilogrammo di eroina. Ciò avvenne prima del mio
primo arresto il 16 febbraio del 1992. Venni scarcerato il 18 febbraio 1993 per decorrenza dei termini e fui quindi
100
Vedi verbale di interrogatorio reso in data 23.11.2006 davanti ai PM della DDA di Milano (faldone n° 4)
73
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 74
ancora arrestato nel giugno sempre del 1993 nell’ Operazione Wall Street. La consegna al TRIFINO di cui ho
riferito avvenne nel 1991, in primavera o in estate perché era un periodo in cui era possibile muoversi in
motocicletta come facevo io.
A.D.R.: preciso che entrambi i fratelli TRIFINO Franco e TRIFINO Mario gestiscono il traffico di sostanze
stupefacenti. TRIFINO Franco mi fu presentato da un cirotano, che abitava in S.Antonino, frazione di Lonate
Pozzolo, e che aveva diverse macchine per il movimento-terra. Se non sbaglio, si chiamava CASOPPERO Cataldo.
La presentazione avvenne all’ interno del Bar-Tabacchi di S.Antonino. All’ epoca abitavo ad Oleggio e provenendo
da casa mia, percorrevo prima il ponte sul Ticino e quindi, giunto sulla circonvallazione di Lonate Pozzolo, giravo a
destra al secondo semaforo. Dall’ incrocio raggiungevo quindi dopo un chilometro S.Antonino e il Bar-Tabacchi era
nei pressi delle prime case dell’ abitato, proprio dove la strada si restringe. Almeno questa era la situazione dei
luoghi prima del 1993, epoca dalla quale sono stato ininterrottamente detenuto fino ad oggi.
A.D.R.: tornando all’ incontro con CASOPPERO Cataldo, preciso che si trattò di un fatto occasiona
le. Frequentavo il Bar-Tabacchi di cui ho detto e mi capitava di fermarmi spesso per consumare qualcosa. In quella
circostanza il CASOPPERO, che era sulla strada, mi fece segno di fermarmi, Parcheggiai la mia autovettura
Mercedes ed entrai nel bar dove il CASOPPERO mi indicò un calabrese della sua stessa zona e cioè di Cirò. La
presentazione avvenne solo perché eravamo tra calabresi. Notai subito che questa persona e cioè il TRIFINO Franco
provocava una certa confusione perchè si alzava continuamente dal tavolo dove eravamo seduti per incontrare
diverse persone nel cortile del bar. In quella circostanza conobbi anche il fratello TRIFINO Mario. Dopo poco il
CASOPPERO si allontanò e io ebbi modo di verificare che entrambi i fratelli vendevano piccoli quantitativi di
eroina. Era un continuo andirivieni di persone che venivano a prendere le dosi di stupefacente o a portare denaro. Il
TRIFINO mi disse che acquistava l’eroina al prezzo di 60 milioni al chilo. Non mi disse da quali fornitori. Al che io
gli proposi di acquistare la mia eroina al prezzo inferiore di 55 milioni al chilogrammo. Mi rispose che per il
momento non aveva necessità perché doveva vendere ancora un residuo di una precedente fornitura. Mi precisò
anche che doveva parlare con un’ altra persona, di cui non mi fornì alcuna indicazione. Concordammo un
appuntamento a venti giorni nel medesimo bar-tabacchi. Infatti il giorno concordato mi recai all’ appuntamento ed
incontrai il TRIFINO Franco, che si dimostrò interessato ad acquistare da me l’eroina. Raggiungemmo l’ accordo
per la fornitura di mezzo chilo al prezzo di 27 milioni e cinquecento mila lire. Il TRIFINO voleva un campione, ma
io replicai vantando la buona qualità della mia merce, che non aveva necessità di verifica. Concordammo un
ulteriore appuntamento a due giorni nei pressi del bar-tabacchi di cui ho detto. Io portai in tale occasione il
pacchetto dell’ eroina e lo consegnai al TRIFINO Franco che era solo. La consegna avvenne “a credito” con la
promessa del pagamento a quindici o venti giorni. A quell’ epoca facevo parte del gruppo PAVIGLIANITILATELLA-DE STEFANO. Mimmo e Santo PAVIGLIANITI gestivano un traffico di droga avente base nell’
autolavaggio di Cermenate. L’ eroina arrivava direttamente dalla Turchia. La cocaina
l’ acquistavamo
dove capitava.
A.D.R.: ritornai al Bar-Tabacchi nel giorno convenuto. Sulla porta mi accolse il TRIFINO Franco con il quale entrai
all’ interno. Ci fermammo al banco accanto ad un’ altra persona, alla cui presenza il TRIFINO Franco accampò
scuse per il pagamento, lamentando la cattiva qualità dell’ eroina che gli avevo consegnato e dicendo che
probabilmente me l’ avrebbero restituita. Io protestai, facendo capire che poteva finire male. Non c’era bisogno di
minacce esplicite. Gli dissi quindi che sarei ripassato due giorni dopo per prendere il denaro e di non fare cattivi
scherzi. A quel punto intervenne la persona che era accanto al TRIFINO, che di sua iniziativa intervenne nella
discussione dicendo chiaramente che loro non avrebbero pagato nulla perché l’eroina non era di buona qualità e
semmai l’ avrebbero restituita. Nel dire ciò questa persona aprì la giacca per mostrarmi una pistola di calibro 38
corto, infilata nella cintura dei pantaloni. Sorpreso per questo intervento non richiesto, mi rivolsi al TRIFINO
Franco per sapere chi fosse questa persona e mi rispose che si trattava di Enzo RISPOLI. Si trattava di un nome che
già conoscevo per averlo appreso nell’ ambiente malavitoso che frequentavo. Tra l’ altro abitavo ad Oleggio e
quindi proprio vicino a Lonate Pozzolo ed alla località “quattro strade”, un incrocio sulla strada per Busto Arsizio.
La famiglia RISPOLI gestiva un esercizio commerciale di frutta e verdura proprio nei pressi di tale incrocio.
A.D.R.: a quel punto, ancora nel bar-tabacchi, replicai duramente che pretendevo il pagamento dei miei soldi, ma il
RISPOLI mi rispose che non mi avrebbero pagato e che mi avrebbero restituito la droga che avevo consegnato e di
cui non sapevano cosa farne a causa della asserita cattiva qualità. Il Rispoli, dandomi del “voi” secondo l’uso
meridionale, mi disse quindi di ripassare dopo due giorni per riprendermi l’ eroina. Ero furioso e se fossi stato
armato, non avrei esitato a uccidere i due per l’ affronto che mi facevano. Ero infatti convinto di aver subito una
truffa perché ero certo della buona qualità dell’ eroina, che era ancora impacchettata come l’avevano consegnata i
turchi.
74
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 75
A.D.R.: appena mi recai a Cermenate feci subito un resoconto della vicenda a Mimmo PAVIGLIANITI, riferendogli
tutti i dettagli dell’ operazione, perché si trattava dell’ eroina dei PAVIGLIANITI. A quell’ epoca non ero più in
società con i fratelli PAVIGLIANITI che facevano affari tra di loro. Però poiché mi stimavano e partecipavo
attivamente e tutte le vicende dell’ associazione, ivi compresi anche gli omicidi sia in Calabria che in Lombardia ed
altrove, mi consegnavano l’ eroina a prezzo di costo e a credito. Era dal 1989 che lavoravo solo con i
PAVIGLIANITI. In precedenza mi rifornivo di eroina presso i Sergi di Corsico. Concordammo con Mimmo
PAVIGLIANITI che bisognava reagire con la massima durezza e quindi ci preparammo ad uccidere coloro che ci
avrebbero restituito l’eroina o comunque coloro che sarebbero venuti all’ appuntamento. In ogni caso il destino di
Enzo RISPOLI era segnato, perché era nostra intenzione di occuparci comunque di lui. Il giorno dell’ azione
mandammo Nino RAFA a prendere le pistole presso l’ autolavaggio che era gestito all’ epoca da Franco
BUZACHIELLO e da Sabatino BRUNO. Si trattava di una pistola 9x21, di una calibro 38 e di altra pistola che non
ricordo. In sintesi tre pistole per due persone: io e il Mimmo PAVIGLIANITI. Per l’ azione avevamo intenzione di
usare una motocicletta rubata che era già nella nostra disponibilità. Io dovevo guidare e Mimmo PAVIGLIANITI
avrebbe sparato. Stavamo quasi partendo da Cermenate, quando casualmente sopraggiunse Antonio PAPALIA. Alla
sua richiesta di dove fossimo diretti, Mimmo PAVIGLIANITI gli parlò delle nostre intenzioni e gli raccontò l’
accaduto, riferendo l’affronto ricevuto da Enzo RISPOLI. Al che il PAPALIA ci fermò dicendoci che Enzo
RISPOLI era il suo figlioccio e che era il nipote di Giuseppe FARAO di Cirò per essere figlio di una sorella di
quest’ultimo. Antonio PAPALIA disse anche che aveva aperto un locale di ‘ndrangheta a Lonate Pozzolo e che
aveva messo a capo di questo locale proprio Enzo RISPOLI. In tale occasione il PAPALIA ci disse che il RISPOLI
e i TRIFINO lavoravano abitualmente con Pepe FLACHI e Franco TROVATO. Disse anche che sia i TRIFINO che
il RISPOLI erano affiliati ai cirotani. Ci assicurò quindi che si sarebbe occupato della faccenda e che ci avrebbe
fatto avere il prezzo dovuto per l’eroina che avevo consegnato. Cosa che effettivamente avvenne perché Santo
PAVIGLIANITI mi disse che era stato pagato da Antonio PAPALIA.
Spontaneamente riferisco che parlai dei fratelli TRIFINO anche con CHIRICO Antonino, durante il dibattimento
“Wall Streeet”, che mi confermò che acquistavano eroina da Franco TROVATO e da Pepe FLACHI, ai quali erano
stati presentati da Antonio Schettini, che li aveva a sua volta conosciuti tramite MARINCOLA Cataldo. CHIRICO
Antonino era il magazziniere di Pepe FLACHI e aveva fatto personalmente alcune consegne di eroina ai TRIFINO,
che viaggiavano con una autovettura blindata.
A.D.R.: ho incontrato i fratelli Franco e Mario TRIFINO solo nelle circostanze di cui ho sopra detto, altre volte mi è
capitato di vederli per strada a Ferno o altrove. Ho sempre notato che erano ben vestiti anche quando Franco
TRIFINO era in motocicletta. Inoltre quando era ancora aperto il contenzioso per la consegna dell’ eroina e del
mancato pagamento della fornitura mi informavo sulla loro reputazione e sui luoghi che frequentavano. Tra i miei
informatori vi erano persone dell’ ambiente malavitoso e anche CASOPPERO Cataldo. Appresi quindi che i fratelli
TRIFINO erano stati in contrasto con la famiglia di Pasquale VENTURA e che proprio all’incrocio di “quattro
strade” erano stati feriti con esplosione di diversi colpi d’arma da fuoco. Fu lo stesso Pasquale VENTURA, durante
il processo dell’ Operazione Wall Street, a confermarmi che i VENTURA avevano avuto contrasti con i TRIFINO
per dissapori maturati nel traffico degli stupefacenti e che aveva ordinato il loro omicidio.
Spontaneamente riferisco che anche il cognato di Franco TRIFINO, che conviveva con una sorella di questa persona
di cui non ricordo il nome, ma che occupava la cella di fronte alla mia nel carcere di Busto Arsizio dove eravamo
detenuti nel 1992, mi parlò dei traffici di droga dei fratelli TRIFINO.
A.D.R.: Enzo RISPOLI rispondeva, per il suo locale di Lonate Pozzolo, direttamente ad Antonio PAPALIA.
B) 6 - c
DICHIARAZIONI rese da FERRACANE Rocco 101
in data 28.6.2006
A.D.R.: per quel che mi risulta i RISPOLI sono una famiglia mafiosa di origine calabrese operante in Legnano.
Hanno qualche referente in Cirò in Calabria. Tutte le persone che avevano bisogno si rivolgevano ai RISPOLI o ai
NOVELLA. Ancora oggi mi risulta che non si muove foglia a Legnano e dintorni se non lo vogliono i Rispoli.
A.D.R.: Francesco TEDESCO era un prestanome dei Rispoli. Si trattava di un imprenditore edile, molto apprezzato
per il suo lavoro e al quale i Rispoli si erano rivolti per coprire le loro attività illecite. Lo hanno gestito come hanno
voluto fino a farlo fallire. Il Tedesco abitava in un complesso di quattro ville dove abitavano anche i Rispoli.
101
Vedi verbale di interrogatorio reso in data 28.6.2006 davanti al PM della DDA di Milano (faldone n° 4).
75
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 76
A.D.R.: fui arrestato per l’operazione INCUBO nel febbraio 1996. Andai agli arresti domiciliari nel novembre dello
stesso anno. Fui arrestato nuovamente nel 1997, anno in cui ho iniziato la collaborazione. Quando mia moglie fu
minacciata da “Compare Ciccio” io ero in carcere. Come ho già riferito al Dr. Masini feci intervenire i Rispoli
tramite Francesco TEDESCO. I Rispoli mi fecero pervenire tramite Diego TRIPEDI un’ ambasciata con la quale mi
assicuravano che tutto era stato sistemato.
A.D.R.: Il Tedesco era un mio mezzo parente, che soddisfaceva ogni mia necessità economica, con il ricorso allo
sconto delle cambiali. Il Tedesco faceva ciò oltre che in virtù dell’ amicizia e della parentela, anche perché nell’
ambiente malavitoso io godevo del “rispetto”. So che Francesco Tedesco è stato aiutato dai Rispoli anche per i suoi
debiti nei confronti della famiglia Nicastro che lo tenevano sotto usura.
A.D.R.: quando parlo della famiglia Rispoli mi riferisco al gruppo famigliare facente capo a RISPOLI Vincenzo che
è titolare di attività varie, dall’ edilizia alla gestione di Bar e Pub. Attualmente hanno aperto un Bar all’ uscita dell’
Autostrada di Busto Arsizio, vicino all’ ESSELUNGA. Il Tedesco era proprietario di due bar ma ciò solo
formalmente. Nella sostanza i proprietari erano i Rispoli. Attualmente, gestisce un bar sotto i portici di Legnano.
A.D.R.: mi è capitato di incontrare RISPOLI Vincenzo a casa del Tedesco che io frequentavo quando ero in libertà.
Ho pranzato qualche volta assieme.
B) 6 - d
DICHIARAZIONI rese da CAMMALLERI Gianfranca 102
in data 19.6.2006
Preliminarmente l’Ufficio dà lettura delle dichiarazioni rese dalla CAMMALLERI Gianfranca nel verbale di
interrogatorio in data 23.12.1997 avanti al P.M. di Busto Arsizio Dr. Tiziano MASINI.
A.D.R.: è passato molto tempo dall’ interrogatorio citato dalla S.V. e qualche particolare comincia a sfuggirmi.
Ricordo però perfettamente della vicenda relativa alle minacce che mi erano state rivolte da tale “Compare
CICCIO” di cui non ricordo il cognome ma che fu a suo tempo arrestato. Si trattava di un mio debito per traffici di
cocaina. Tramite Francesco TEDESCO feci intervenire RISPOLI Vincenzo di Legnano che parlò con compare
CICCIO nei termini già riferiti al Dott. MASINI nell’interrogatorio citato che confermo. Si raggiunse un accordo nel
senso che compare Ciccio accettava la consegna della mia autovettura Nissan Primera a saldo del debito. Confermo
anche le dichiarazioni relative a RISPOLI Roberto che in una circostanza da me citata aveva consegnato un
quantitativo di cocaina a tale Valentina che era la moglie di tale TANU U’ CURTU di Legnano, ovvero Gaetano
CANTARELLA. Come risulta dal verbale citato ebbi modo di conoscere anche un giovane che si presentò a casa
mia dicendo di essere nipote di Vincenzo RISPOLI. Era accompagnato da Armando LA ROSA. Il motivo della loro
visita era che volevano proporre a mio marito Rocco FERACANE l’acquisto di una fornitura di cocaina.
A.D.R.: ricordo di aver visionato un album fotografico e di aver riconosciuto sia la persona che si presentò come
nipote di Vincenzo RISPOLI, sia lo stesso Vincenzo RISPOLI.
A.D.R.: ho conosciuto personalmente Vincenzo RISPOLI in occasione di una mia visita a casa di Francesco
TEDESCO. Quest’ultimo è il cognato della sorella di mio marito FERRACANE Rocco. In altri termini, i due
GREGORACE, che sono fratello e sorella, hanno sposato, il primo, ovvero GREGORACE Antonio, ha sposato
FERRACANE Alfonsa (sorella di Rocco), mentre la seconda, ovvero GREGORACE Concetta, ha spostato
Francesco TEDESCO di cui sopra. Frequentavo assiduamente la casa di Francesco TEDESCO, oltre che per la
conoscenza e la quasi parentela, anche perché, come già dichiarato in uno degli interrogatori innanzi al Dr. MASINI,
il TEDESCO, che era titolare di una impresa edile, ci faceva la cortesia di scontarci le cambiali. Ricorrevo a tale
espediente quando ero a corto di denaro. Il che capitava spesso, anche perché a mia volta facevo dei favori a
conoscenti e a persone che avevano bisogno di soldi. Si trattava di pura cortesia, nel senso che non percepivo alcun
compenso per tale mediazione. Come ho detto, quindi, pure abitando all’ epoca in Busto Arsizio Via Giulio Pastore
n° 22, frequentavo assiduamente la casa di Francesco TEDESCO in Legnano. Nel frattempo mio marito era
detenuto. Quando è stato liberato anche lui veniva a casa di Francesco TEDESCO, ma frequentava anche l’Ufficio
della Ditta che era in Busto Arsizio. Si trattava sempre di incontri finalizzati a procurare, tramite lo sconto delle
cambiali, la liquidità necessaria a finanziare le partite di cocaina.
102
Vedi verbale di interrogatorio reso in data 19.6.2006 davanti al PM della DDA di Milano (faldone n° 4).
76
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 77
Spontaneamente riferisco che la frequentazione di mio marito con il TEDESCO, era dovuta anche al fatto che aveva
ricevuto l’ incarico di uccidere il TEDESCO. Incarico ricevuto dalla famiglia RINZIVILLO. Anche di questo ho già
detto negli interrogatori con il Dr. MASINI.
A.D.R.: conobbi Enzo Rispoli a casa di Francesco TEDESCO. Come ho detto mio marito era all’epoca detenuto, ma
lui già conosceva Vincenzo RISPOLI. Anche io conoscevo già di nome Vincenzo RISPOLI, perché me ne aveva
sempre parlato mia cognata FERRACANE Alfonsa. Quest’ultima, conosceva il RISPOLI Vincenzo e tutta la sua
famiglia perché avevano anche avuto modo di pranzare tutti assieme a casa di Francesco TEDESCO. Peraltro, la
figlia di FERACANE Alfonsa lavorava nel Pub dei RISPOLI in Legnano.
A.D.R.: FERRACANE Alfonsa me ne aveva parlato come una famiglia potente. Con ciò intendo dire che si trattava
di persone importanti della criminalità organizzata calabrese. Si diceva che fossero responsabili anche di omicidi e,
come dissi al Dr. MASINI, Francesco TEDESCO era coinvolto in vicende processuali che riguardavano Vincenzo
RISPOLI, nel senso che aveva dato copertura a quest’ultimo per un omicidio verificatosi a Guardavalle in Calabria,
provincia di Catanzaro.
A.D.R.: quando incontrai Vincenzo RISPOLI, non vi fu pertanto bisogno di particolari presentazioni. Peraltro
sapevo anche che si trattava di un vicino di casa di Francesco TEDESCO. Si tratta di un complesso immobiliare
composto da quattro ville, costruite dallo stesso Francesco TEDESCO. La prima abitata da una vedova, la seconda
dallo stesso Francesco TEDESCO, e le altre due dalla famiglia RISPOLI.
A.D.R.: ho incontrato diverse volte Vincenzo RISPOLI, sempre a casa del TEDESCO e ho avuto modo di ascoltare
i loro discorsi che facevano riferimento a traffici di armi e droga. Davanti a me non hanno mai parlato di altri reati o
di fatti di sangue. Dai loro discorsi ho capito che il TEDESCO fungeva da copertura per le attività illecite del
RISPOLI. Francesco TEDESCO faceva da prestanome per conto di Vincenzo RISPOLI, che gli intestava attività
economiche, immobili ed autovetture. Salvo poi farsi restituire il tutto alla prima occasione utile. So che attualmente
il TEDESCO è ridotto in miseria e non svolge più attività imprenditoriali. Mi sembra che sua moglie gestisca un bar
in Legnano.
A.D.R.: da quando è iniziata la nostra collaborazione con la giustizia, sia io che mio marito siamo stati allontanati da
tutte queste persone, compreso il Francesco TEDESCO. Però qualche notizia mi giunge da mia cognata
FERRACANE Alfonsa.
A.D.R.: quando alla “vedova” di cui ho detto sopra, si tratta di una donna alla quale era stato ucciso il marito, ad
opera, si diceva, dello stesso Vincenzo RISPOLI. So che successivamente questa donna ha sposato proprio uno dei
RISPOLI.
A.D.R.: nell’ambiente malavitoso che frequentavo all’epoca e soprattutto fra i calabresi, RISPOLI Vincenzo e la
sua famiglia erano conosciuti come persone mafiose di alto livello. E questo sia in Legnano che in Guardavalle che
era la loro zona di origine.
Il collaboratore di giustizia CORTESE Angelo deve ritenersi attendibile intrinsecamente sia
per la precisione e coerenza del racconto, ma anche perché, oltre ad accusare RISPOLI
Vincenzo, si è autoaccusato di essere stato anch’ esso promotore della stessa associazione
(“Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”) unitamente a RISPOLI Vincenzo (“ … tale locale fu costituito
negli anni 1985/1986 da me e da Vincenzo Rispoli”).
Le sue dichiarazioni in ordine al ruolo di RISPOLI Vincenzo di capo del “Locale di Legnano –
Lonate Pozzolo” sono inoltre ampiamente riscontrate dalle dichiarazioni rese dagli altri
collaboratori CUZZOLA Antonino, FERRACANE Rocco e CAMALLERI Gianfranca e
caratterizzate da: a) piena convergenza in ordine alla sussistenza ed operatività nella zona di
Legnano e Lonate Pozzolo di un “Locale”, ed alla direzione di questo da parte di RISPOLI
Vincenzo; b) indipendenza da suggestioni o condizionamenti che potrebbero inficiare il
valore della concordanza (le dichiarazioni sono state rese in tempi diversi e davanti a diversi
PM; c) specificità (sono riportati vari episodi a sostegno dell’ affermato ruolo di capo del
“Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”, come ad esempio i positivi interventi effettuati da RISPOLI
Vincenzo su loro richiesta per far cessare una vicenda estorsiva ai danni di un conoscente di
CORTESE Angelo e per far cessare le minacce recate da tale “Compare Ciccio” ai danni di
CAMMALLERI Gianfranca, moglie di FERRACANE Rocco.
77
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 78
Anche il collaboratore CUZZOLA Antonino deve ritenersi intrinsecamente attendibile sia per
la precisione, la ricchezza di particolari e la coerenza del suo racconto, sia perché
appartenente ad altra associazione a delinquere (gruppo PAVIGLIANITI-LATELLA-DE
STEFANO) con cui RISPOLI Vincenzo e la sua associazione ha avuto contatti in ragione della
medesima provenienza geografica, nonché per la comune conoscenza con PAPALIA Antonio.
Anche gli altri collaboratori di giustizia FERRACANE Rocco e CAMALLERI Gianfranca devono
ritenersi attendibili intrinsecamente sia per la precisione e coerenza del loro racconto, sia
perché hanno dimostrato di avere rapporti parentali e di frequentazione con TEDESCO
Francesco, imprenditore locale e socio in affari con RISPOLI Vincenzo, e quindi per detto
motivo di avere avuto modo di apprendere circostanze inerenti la condotta ed il ruolo del
RISPOLI nell’ ambito malavitoso della zona.
Le loro dichiarazioni in ordine all’ appartenenza di RISPOLI Vincenzo ad associazione a
delinquere di stampo mafioso operante nella zona di Legnano e comuni limitrofi sono inoltre
reciprocamente riscontrate dalle dichiarazioni rese dagli altri collaboratori CORTESE Angelo
e CUZZOLA Antonino.
C) – DISPONIBILITA’ di ARMI da parte del “LOCALE di Legnano-Lonate Pozzolo”
(art. 416 bis commi IV e V c.p.)
La circostanza aggravante speciale prevista nei commi IV e V dell’ art. 416 bis c.p. per
l’ ipotesi di associazione di tipo mafiosa armata sussiste “quando i partecipanti hanno la disponibilità,
per il conseguimento delle finalità dell’ associazione, di armi o materie esplodenti, anche se occultate o tenute in
luogo di deposito”.
L’ aggravante ricorre anche se armi e materie esplodenti non vengono messe in mostra, né
utilizzate in concreto, essendo sufficiente che esse siano nella sfera di effettiva utilizzabilità
dei membri dell’ associazione, indipendentemente dal luogo ove esse siano occultate o
custodite.
La Corte di Cassazione 103 ha affermato che, per il riconoscimento della circostanza
aggravante, non è richiesta l’ esatta individuazione delle armi, ma è sufficiente
l’ accertamento in punto di fatto della disponibilità di un armamento, quale desumibile dai
fatti di sangue commessi dal gruppo criminoso, ovvero dal contenuto di intercettazioni.
L’ esito delle indagini consente di ritenere che il sodalizio criminale “Locale di Legnano – Lonate
Pozzolo” abbia la disponibilità di armi e che questa disponibilità sia funzionale al
perseguimento degli obiettivi dell’ associazione.
Tale ritenuta disponibilità di armi poggia su elementi di natura logica, su alcune
intercettazioni ambientali dal contenuto inequivoco, sull’ esito positivo di una perquisizione
domiciliare, nonché su dichiarazioni rese in sede di interrogatorio da DONATO Orazio e
DODA Sokol, già arrestati per una serie di rapine a mano armata commesse unitamente ad
ESPOSITO Antonio (odierno indagato e ricoprente il ruolo di braccio armato del “Locale di
Legnano - Lonate Pozzolo”).
Già dall’ omicidio di MURANO Alfonso (commesso in data 27.2.2006) si rileva la sicura
presenza di armi di grosso calibro nella disponibilità degli associati, in quanto sul suo
cadavere veniva rinvenuta una pistola tipo revolver, marca Ruger-Southport, modello Speed Six, calibro
357 magnum con matricola abrasa che i successivi esami tecnico-balistici del RIS CC di Parma
appuravano avere matricola n° 157-07088, agli atti regolarmente detenuta da IORNO
Pasquale 104, il quale non ha mai effettuato alcuna comunicazione di perdita di possesso fino
103
Vedi Cass. Sez. V - 6 ottobre 2003 (dep. 20 gennaio 2004) - Camiti - CED 228519;
Cass. Sez. V - 21 ottobre 1996 (dep. 20 dicembre 1996) – Licciardi - CED 206540.
104
Nato a Crotone il 12.7.1955, residente a Cellio (VC) frazione Carega, via Chiesa n°35, di fatto domiciliato presso
"L' Osteria dello Sperone" sita a Lonate Pozzolo (VA) in Via Alzaia del Naviglio Grande n°14.
78
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 79
alla data del 17.1.2008. In quella data IORNO Pasquale denunciava presso il Comando
Stazione Carabinieri di Borgosesia (VC) il furto dell’ arma avvenuto presso la sua attuale
residenza di Cellio (VC), località Carega in via Chiesa n°35.
Nella denuncia IORNO affermava di aver visto per l’ ultima volta l’ arma, prima delle
festività natalizie dell’ anno 2007.
Anche alcune intercettazioni ambientali forniscono elementi in ordine alla disponibilità di
armi da parte dell’ associazione.
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI FABIO
(su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 105
FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio discutono sul costo di alcune armi che tramite
ESPOSITO Antonio (TONI) hanno recuperato e che ora si apprestano a vendere a tale
"CICCIO".
FILIPPELLI Nicodemo fa presente che lui è già in possesso di un’ altra pistola e che questa è
custodita da ESPOSITO.
FILIPPELLI Nicodemo afferma che lui prenderà una “nove”, mentre a ZOCCHI consiglia di
prendere una a tamburo.
F: FILIPPELLI Nicodemo
Z: ZOCCHI Fabio.
… omissis …
Z: e cosa vogliono ?
F: e... considera che forse... a mille, dai mille ai mille e tre mille e quattrocento l’ una, a noi ci costano così, non il
prezzo che ti parlava... che l’ ha pagata ottocento euro ...incomprensibile... quello l’ ha pagata seicento
...incomprensibile... quello te la dà a seicento ...incomprensibile... i prende cento euro, per andare a fare? Perchè se
quello ci deve guadagnare qualcosa, almeno mille, hai capito ? Perciò... ma il prezzo è quello, costano ottocento,
novecento ...incomprensbile... hai capito perchè mi sembrava strano di quello... un conto che uno va... vai a
...incomprensibile... e un conto se lo vai a comprare nuovo, tieni conto nuovo di pacca, una cosa che non tutti
possono... io gli ho detto a Toni (n.d.r. ESPOSITO Antonio), dimmelo subito, subito, subito, che le compriamo,
ecco al volo
Z:...incomprensibile...
F: per chi vuole la sua
Z:...incomprensibile...
F: io ce l'ho la mia
Z:...incomprensibile...
F: una ne ho
Z:...incomprensibile...
F: è la mia fai... cioè se voglio me la riprendo, però è chiaro che non me la riprendo, che mi vado a prendere
...incomprensibile... io c’ ho la mia che... guai a chi la tocca, prima gliel’ ho detto a Toni (n.d.r. ESPOSITO
Antonio) non ti permettere a... a toccarla minimamente, duemila euro però... quanto pesa Mauro ..vale, come l'oro,
no io se... se... se arrivano quattro me le compro...
Z: ma quante ne arrivano ?
F: non lo so, una a me e una te, e ne conservo un paio ...incomprensibile... tu ti prendi la tua e le altre vediamo
Z: c’ è qualche nove per ventuno ?
F: se c'è la nove io mi prendo la nove
Z: per me
F: no a te ti consiglio di prendere quella a tamburo, che cazzo te ne fai della nove tu?
Z: perchè quella a tamburo?
F: perchè il tamburo non devi mai pulirla, pulirla così... prendi il tamburo una spazzolata all'interno, la nove va
smontata ogni tanto, smontata e pulita perchè se si inceppa la molla (batte tre volte le mani) e non ti serve a un
cazzo, pure quando ...incomprensibile...
105
n° 9 del 24.3.2006 ore 16.39
79
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 80
Z: perchè ha la molla ?
F: si, si, si, però devi... devi sempre...
Z: quella a tamburo qual è ?
F: una trentotto, devi pregare che c'è a tamburo quella più bella
Z: lo so è l'unicaaa...
F:...è pure è bellaaa, bella perchè se devi andare in un posto ...incomprensibile... caricatore...
Z: a posto, a posto...incomprensibile...
F:...incomprensibile...aaa, la nove si è vero che ha più proiettili, ma quando ha finito i proiettili (batte le mani due
volte)
Z:...incomprensibile...
F: ...ecco, e quella grossa, quella mia è bella, quella piccola che ti dicevo, se c'è piccola a cinque...la mia ne ha
sei...se ce l'ha a tamburo...
Z: ma anche la tamburo, quella che è così? (probabilmente indica con le mani una dimensione)
F: più piccola !!! così (probabilmente gli indica una misura con le mani)
Z: caspita, e quella tua ?
F: ...la mia è tanta na'...
Z: eh be'...ma ci sono anche le 38 e le 357
F: la mia è tanta ed è una COLT ed è pari alla 357...
Z: cioè, quella che dico io cos'è ? Smith & Wesson ?
F: quella che dici tu..
Z:...incomprensibile...Magnum
F: la 357 c'è la Smith Wesson che dipende da quanti pollici ha, è la due pollici che è tanta....
Z: Ah!!!
F: ...se è la quattro pollici è tanta...che ha la canna lunga...ce l'avevo io e l'ho regalata a Giacomo...
Z:..no...incomprensibile...
F: ...voci sovrapposte incomprensibili...allora, neanche 357, se c'è una 38...che è quella chi io ti consiglio, se c'è una
38 a canna corta prendi quella....se c'è una 38 a canna corta prenditi quella che non sbagli...vai tranquillo anche
perchè i proiettili li trovi...i proitettili ce li ha sempre...per la trentotto ce li abbiamo anche...
Z:...incomprensibile...
F: la 9 è già difficile trovarli...si trovano, ma è molto difficile...poi la 9...la 9...è bella come seconda...chi fa gli
agguati tiene la tamburo che...micidiale, lo chiami spari due tre colpi...
Z: ...e a lui 106 quanti colpi han sparato?...tre quattro...
F: quattro!!! Due sono andati a vuoto...
Z: ma dove l'hanno beccato?...
F: tutti addosso, due al cuore mi sembra .. omissis ….
Z: ...incomprensibile...
F: eppure gliel’ hanno...incomprensibile...
...omissis...
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e LOMUSCIO Roberto
(su autoveicolo BMW X5 con targa BZ 023 SZ in uso ad ESPOSITO Antonio) 107
ESPOSITO Antonio, mentre si trova in auto unitamente a LOMUSCIO Roberto, racconta che
in passato tale "Claudio" (non meglio identificato), nel corso di una loro partita a stecca si
era allontanato e non lo aveva più visto per anni , anche a causa della carcerazione subita
dallo stesso ESPOSITO. A distanza di anni ESPOSITO veniva a sapere che Claudio era
sparito così improvvisamente in quanto pensava che lo stesso ESPOSITO lo volesse
uccidere. Per questo si era rifugiato in Calabria.
ESPOSITO afferma che prima dell’ arresto aveva affidato a questo “Claudio” un borsone
contenente armi e questi lo aveva nascosto in cantina. Il giorno in cui ESPOSITO gli aveva
chiesto di prendergli un’ arma, Claudio si era allontanato ed il borsone con le armi era
rimasto nella cantina di tale “Claudio”.
E: ESPOSITO Antonio
106
Per circostanze temporali e descrittive della vicenda i due sembrano riferirsi al recente (rispetto alla presente
intercettazione di data 24.3.2006) omicidio di MURANO Alfonso commesso da appena un mese, in data 27.2.2006 a Ferno (VA).
107
n° 124 del 10.4.2007 ore 17.27
80
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 81
L: LOMUSCIO Roberto
E: ecco perchè gli ho detto sei tornato?
L: ( ride) a Claudio
E: a Claudio si, è tornato dalla Calabria dopo due o tre mesi, ma lasciato il bar aperto fino alle 5 di mattina, te lo
ricordi il circolo della MARCAGGIA
L: no
E: mentre giocavamo alle stecche se ne è andato
L: (ride). . .
E: ah sei tornato che poi a me mi hanno arrestato dopo io non lo ho mai più visto, vai a sapere dopo un po' di anni
perchè se ne era andato perchè aveva paura che lo volevo ammazzare
L : ride, ah quella volta che era andato in Calabria tu lo volevi ammazzare? io avevo saputo qualcosa che era
scappato che (incomprensibile) ma tu eri?
E: ma padre figlio e spirito santo va bene
L: e come mai aveva fatto così
E: ma che cazzo ne so ma che cosa ne so
L: e quella volta che mi sono andato a nascondere in Calabria
E: ma che cosa ne so … GLI AVEVO, GLI AVEVO DATO UN BORSONE DI ARMI DA TENERE . . . CE LI
AVEVA GIU’ DI SOTTO (ride). . .
L: (ride). . .
E: ci siamo drogati fino alle orecchie cercavamo a coso. . .alla fine ci vai giù a prendermi le armi. . .(- squilla il
telefono ed ESPOSITO risponde alla telefonata-) ehhh.... va bene vado , minchia passa mezzora , porco dio ma dove
cazzo è andato, vado a vedere. . .
L: ma proprio piano piano . . .
E: perchè mi sembrava che era morto sotto quella cantina ,. . .
L. (ride)...
E:perchè ho sentito... un rumore ecco quello che è stato, ho sentito in rumore fatto PUM PUM PUM,
(incomprensibile). . .pensavo tra carabinieri cosa a destra e sinistra che cazzo era successo, ed io ero sempre in sala
biliardi, e io vado di sotto piano piano e minchia non trovavo la luce, la borsa c’era ma lui non c'era, vado per aprire
il cancello, sai che tu entravi dentro, mi aveva chiuso il cancello e io avevo la macchina dentro. mannaggia alla
madonna e adesso mo che cazzo succede, questo non si trovava piu' un altra ora e si doveva aprire il locale,
incomprensibile, o madonna che è successo, poi alla fine dopo anni me lo sono ritrovato in casa, mi ha detto
giustamente tu stavi tornando, ma quella è una vecchia storia, ridono, mannaggia la madonna tutte a me mi capitano
….
. . . omissis . . .
ESPOSITO Antonio chiede a LOMUSCIO Roberto di procurargli delle armi, "pezzi pesanti" ed
in particolare una Skorpio:
E: ". . . e ti dico che mi serve una cazzo di skorpio. Mamma mia oh, ancora sto aspettando... silenziatore... ".
Ma LOMUSCIO risponde che di pezzi pesanti “quelli” non ne hanno più.
Poi LOMUSCIO precisa che per il silenziatore ci vogliono 15-20 giorni di attesa. Aggiunge di
poter reperire una “38” con silenziatore e di essere in possesso della pistola 7,65 di
ESPOSITO, mentre ESPOSITO ha la disponibilità di una "nove":
E: ". . . . Adesso la nove mi serve per quel mio fratello di Milano, hai capito? Che siccome ha cambiato bandiera...
adesso non siamo più fratelli, capito? E adesso per lui uso la nove. Per te però la sette..."
… omissis …
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e DADA Sokol
(su autoveicolo BMW X5 con targa BZ 023 SZ in uso ad ESPOSITO Antonio) 108
108
n° 511 del 2.5.2007 ore 12.53
81
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 82
ESPOSITO chiede a DODA Sokol se più far arrivare delle armi "comuni" e questi risponde
affermativamente.
E: ESPOSITO Antonio
D: DODA Sokol
. . . omissis . . .
E: ...INCOMPRENSIBILE .....I soldi!
D: I soldi lì dentro arrivano ...incomprensibile...
E: E armi comuni ?
D: Comuni tipo russe. Tutte le armi Russe Kalashnikov bombe a mano ....
E: E corte no ?
D: Va be’ le ordino me le portano
E: otto sette nove
D: No, no sempre grosse, calibro nove lugher
E: Questo è un bravo ragazzo, eh!
… omissis …
Nel corso di una perquisizione domiciliare 109 a carico di DE CASTRO Emanuele (residente a
Ferno – VA – in via Trieste n° 22) veniva rinvenuti e sequestrati quattro bossoli cal. 7.62 Nato di cui
riportanti sul fondello la siglia SMI 84, uno SMI 78 ed uno SMI 86.
Nel corso del loro interrogatorio (a seguito di arresto per una serie di rapine a mano armata
commesse unitamente ad ESPOSITO Antonio) DONATO Orazio e DODA Sokol riferivano in
ordine alla disponibilità di vari tipi di armi da parte di ESPOSITO Antonio. In particolare
DONATO Orazio nel corso di due interrogatori resi il:
11 settembre 2007 al P.M. dott. Giuseppe D’AMICO della Procura della Repubblica di Milano
(proc. pen. 4399/2007 R.G.N.R. mod. 45) affermava che la pistola marca SIG 9x19
trovata nella sua autovettura era di ESPOSITO Antonio, asseriva di aver visto un
borsone con all’ interno delle pistole (357 e 38) ed una mitraglietta, il tutto custoditi in
una cantina del cognato Mauro CASTELLOTTI;
17 ottobre 2007 al P.M. Dott.ssa Cristiana ROVEDA della Procura della Repubblica di Busto
Arsizio confermava quanto precedentemente dichiarato ed aggiungeva che ESPOSITO
Antonio era in possesso anche di una pistola 7.65 utilizzata per fare una rapina ad un
supermercato, di una 9x19 a lui affidata in custodia da "NICO" ovvero FILIPPELLI
Nicodemo, ed aggiunge che è un calabrese affiliato alla stessa "famiglia".
Mentre DODA Sokol nel corso dell’ interrogatorio reso il:
9 Novembre 2007 al P.M. Dott.ssa Cristiana ROVEDA della Procura della Repubblica di Busto
Arsizio confermava anch’esso che la pistola SIG sequestrata a DONATO Orazio era di
ESPOSITO Antonio, dava tutta una serie di indicazioni relative ad armi già rinvenute e
sequestrate attribuendone la proprietà a ESPOSITO Antonio in particolare: una pistola con
matricola abrasa marca STAR Mod. 30 M cat. 3799 calibro 9 mm, completa di serbatoio e 13 cartucce 9x21, sequestrata a
Bergamo il 26.12.2006 a bordo di una Mini Cooper di provenienza furtiva; una pistola marca
Bernardelli calibro 22 con caricatore e 4 proiettili, con matricola 22697 sequestrata unitamente a 500 grammi
circa di stupefacente occultati all’ interno di un ciclomotore e rinvenuti in Bergamo il
5.3.2007; una pistola calibro 38 sempre di ESPOSITO Antonio definita "sporca" ovvero ha sparato
nel corso della commissione di un reato, è quella marca BERSA Mod. 85 cal 380 con matricola abrasa con
caricatore e 13 cartucce, sequestrata il 26.3.2007 in Vittuone (MI) a MESJA Behar, cugino di DODA
109
Vedi in atti verbali di perquisizione domiciliare e sequestro di data 28.2.2006 nel corso delle indagini effettuate
nell’ immediatezza dell’ omicidio di MURANO Alfonso commesso in Ferno – VA - in data 27.2.2006.
82
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 83
Sokol, dopo che questi aveva compiuto una rapina; una mitraglietta tipo M/12 vista più volte in
macchina ad ESPOSITO Antonio, fornitagli dai suoi "compari" di Legnano e Lonate Pozzolo.
Un’ altra pistola 7.65 "sporca" era custodita unitamente alla SIG cal. 9 a casa della madre di
VENEGONI Alfredo.
Gli elementi sopra illustrati, globalmente ed unitariamente considerati, fanno ritenere
sussistente la gravità indiziaria in ordine alla disponibilità di armi da parte del sodalizio
“Locale di Legnano – Lonate Pozzolo” e per l’ effetto fondata la contestazione preliminare dell’
aggravante di cui all’ art. 416 bis comma IV c.p..
D) – I REATI FINE da parte del “LOCALE” (art. 416 bis comma IV c.p.)
(estorsione – usura – tentato omicidio – rapina)
L’ esito delle indagini consente di ritenere raggiunto un grave quadro indiziario in ordine alla
finalità perseguita dal “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”, da individuarsi nella prima di quelle
previste normativamente dall’ art. 416 bis c.p., vale a dire quella di “commettere delitti”.
L’ esito delle indagini consente di ritenere raggiunto un grave quadro indiziario in ordine alla
finalità perseguita dal “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”, da individuarsi in quella “commettere
delitti” e di “acquisire la gestione di attività economiche”, entrambe previste dall’ art. 416 bis c.p..
Infatti nel corso delle indagini è stato raccolto un rilevantissimo compendio indiziario
caratterizzato da notevole gravità in ordine alla commissione dei seguenti reati fine: usura estorsione - tentato omicidio – riciclaggio - rapine.
Quanto al reato di USURA (art. 644 c.p.) è da evidenziare il collaudato meccanismo posto in
essere dai componenti del “Locale”.
La capillare rete costituita dagli esercizi commerciali (es. la famiglia RISPOLI gestisce da
tempo risalente nella zona bar ed altri esercizi commerciali), dalle attività economiche
realizzate nel settore edile (vedi ad esempio l’ Impresa Edile ERREELE di BENEVENTO Antonio,
la Costruzioni Rocca di ROCCA Ernestino o l’ IMMOBILIARE AMALFI Sas di FILIPPELLI Nicodemo)
e dalle società di comodo costituite negli ultimi anni consentiva ai componenti del “Locale” di
intercettare con facilità operatori economici (artigiani – commercianti – piccoli imprenditori altri) in difficoltà economiche per le più varie ragioni e con impossibilità di accedere ai canali
tradizionali di approvvigionamento del credito,
offerto dal sistema bancario o dalle
numerose finanziarie presenti sul territorio.
Dette potenziali vittime venivano “indirizzate” verso soggetti che potevano fornire il richiesto
prestito (per lo più nel periodo oggetto di indagine FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio
che avevano nel tempo acquisito una vera e propria competenza operativa in questo settore
di attività) e con queste venivano concordate le condizioni del prestito. La dazione del
denaro a favore della vittima veniva garantita in modo efficace dalla contestuale ricezione
da parte dei detti FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio di assegni post datati e/o cambiali
riportanti la somma da restituire e comprendente già la quota di interessi, che in base a
risultanze in equivoche devono considerarsi usurari, (in alcuni casi con tassi di interessi
superiori al 300 % in ragione di anno).
Le indagini hanno consentito di accertare che spesso i debitori non erano in grado di
restituire la somma concordata alle scadenze concordate, e pertanto gli addetti del “Locale”
esigevano la consegna di nuovi assegni post datati o nuove cambiali con importi
considerevolmente, con conseguente effetto moltiplicativo dell’ iniziale debito contratto che
raggiungeva spesso importi insopportabili, tali da costringere la vittima a cedere l’ attività
od a consentire di fatto la gestione e la direzione a FILIPPELLI Nicodemo e a ZOCCHI Fabio
83
foglio nr. 84
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
(vedi le esemplari vicende di MONOLO Giovanni 110, di SERUGHETTI Claudio 111 e di ALAMARI
Carlo 112, che a seguito del “cappio usurario” venivano costretti a dazioni ingentissime o a
letteralmente consentire la gestione ed il controllo della propria attività da parte degli usurai
FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio che provvedevano a dirottare i pagamenti a favore
del “Locale”.
Le somme di denaro provento dell’ attività usuraria venivano poi ripulite simulando
pagamenti regolari a favore delle società di comodo 113 riconducibili al “Locale”.
Altro canale utilizzato dal “Locale” per la “ripulitura” dei proventi dell’ attività usuraria era
costituito da LETO RUSSO Antonella (residente a Cirò Marina – KR – e titolare ivi di un
negozio di abbigliamento) che, su indicazioni di FILIPPELLI Nicodemo provvedeva a
monetizzare a Cirò Marina (KR) gli assegni consegnati a FILIPELLI Nicodemo e ZOCCHI
Fabio dalle vittime di usura in Lonate Pozzolo (VA) e comuni limitrofi. Monetizzazione
effettuata mediante versamento di detti assegni su conti correnti bancari o postali intestati
a propri parenti 114 e parenti e conoscenti115 di FILIPPELLI Nicodemo, e successivo invio
mediante vaglia postale a favore di FILIPPELLI Nicodemo.
Detto meccanismo era finalizzato (nell’ intenzione di FILIPPELLI Nicodemo e quindi del
“Locale”) ad impedire di fatto o comunque rendere difficoltosa l’ individuazione del soggetto
beneficiario dei pagamenti usurari.
A comprova del grave compendio indiziario raccolto sul ruolo di LETO RUSSO Antonella in
detto settore di attività e costituito da significative intercettazioni telefoniche, va inoltre
evidenziata la seguente significativa circostanza: nel corso di un controllo effettuato in data
21.3.2007 a carico di FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella da parte dei
Carabinieri della Stazione di Trecate (NO) 116, venivano rinvenuti e sequestrati n° 14 assegni
post datati e due cambiali per un importo complessivo di € 56.200. Le intercettazioni
telefoniche successive a detto sequestro offrono assai significativi elementi per ritenere
fondata la tesi accusatoria (e cioè detti titoli ed effetti provenivano da operazioni di usura),
posto che nei tempi successivi al sequestro FILIPPELLI Domenico, ZOCCHI Fabio e la stessa
LETO RUSSO furono costretti a contattare i debitori sia per il rinnovo dei titoli sia per
concordare versioni di comodo da fornire agli inquirenti.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e LONATI Fabio
(utenze telef. 340 7574383 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 333 1111138 in uso a LONATI Fabio)
117
FILIPPELLI Nicodemo si accorda con LONATI Fabio su ciò che dovrà riferire ai Carabinieri
quando verrà ascoltato in merito agli assegni sequestrati.
Gli consiglia di dire: ". . . gli dici che quando mi restituite i miei titoli, gli dici... io glieli devo ridare perchè
devo comprare un appartamento . . ." - ". . . a me mi è saltato un affare, gli dici... con Filippelli !. . ." - " . . . c'è un
110
Vedi Capo imputazione provvisoria n° 25.
Vedi Capo imputazione provvisoria n° 27.
112
Vedi Capo imputazione provvisoria n° 28.
113
MAKEALL Spa, amministrata da MILAN Patrizia, ma di fatto gestita da AUGUSTO Agostino – REVINCTA Srl,
amministrata da D’APOTE Daniele, ma di fatto gestita dall’ Architetto AVALLONE Carlo – MOSE’ IMMOBILIARE Srl,
amministrata da D’APOTE Daniele – BASTIAN & BASTIAN Srl, amministrata da AVALLONE Carlo – EDILCAP di CAPPONI
Mario – CF Costruzioni di Cusinati Fabrizio – ZEN Srl, già amministrata da D’AGOSTINO Giuseppe, ma gestita da DE
CASTRO Emanuele – NUOVA IME Srl, amministrata da PECORA Mario – COSTRUZIONI EDILI di PECORA Mario - CONFISA
di BARACCHI Giulio – IMMOBILIARE AMALFI Sas di FILIPPELLI Nicodemo.
111
114
Es. MANFREDI Serafina, madre di LETO RUSSO Antonella.
Es. VIZZA Rita, suocera di FILIPPELLI Nicodemo, e TRIFINO Gaetano, cugino di FILIPPELLI Nicodemo.
116
FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella venivano controllati a Trecate (NO) mentre viaggiavano a bordo
della AUDI A6 tg DB 503 NC in uso a FILIPPELLI Nicodemo.
117
n° 896 del 18.5.2007 ore 16.33
115
84
foglio nr. 85
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
appartamento che io ho a Cirò Marina, tu l'hai visto e... ti era piaciuto ecc. ecc. adesso va a finire che lo vendo ad un
altro e buonanotte !. . .".
Molto frequentemente su condotte qualificabili come usura si innestavano comportamenti di
vera e propria ESTORSIONE. Ciò avveniva quando nel mettere pressione sui debitori in
ordine al pagamento del debito maturato, FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio
formulavano gravissime minacce di morte nel corso delle telefonate intercettate.
Si riportano di seguito a titolo esemplificativo solo alcune delle intercettazioni (tra le
moltissime oggetto della presente indagine) inerenti le condotte estorsive poste in essere
da componenti del “Locale” nell’ ambito di attività di recupero di crediti derivanti da usura.
La gravità delle minacce si ricava immediatamente dalla lettura della trascrizione e non
necessita di particolari commenti, posto che la prospettazione del male ingiusto inerisce il
bene primario della vita del soggetto passivo e dei suoi stretti congiunti (FILIPPELLI
Nicodemo ad ALAMARI Carlo in data 27.12.2005 alle ore 9.07: “Perchè veramente vi faccio a fettine
a te a tuo padre a tua madre a tuo fratello”.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo ed ALAMARI Carlo
(utenze tel. 393 3367696 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 334 3721320 in uso ad ALAMARI Carlo)
118
In questa vicenda (oggetto del capo di imputazione provvisoria n° 28) FILIPPELLI Nicodemo
chiede insistentemente ad ALAMARI Carlo (persona offesa e titolare delle Verniciature Varesine
Sas) di saldare il debito e nel far ciò formula una serie di pesantissime minacce di morte.
N: FILIPPELLI Nicodemo
C: ALAMARI Carlo
… omissis …
C: Si
N: Ohu
C: Pronto
N: Ma certo che siete tutti quanti di famiglia, ah!
C: Cosa?
N: Siete uguali. Di famiglia uguali siete. Cioè ecco perchè tu sei così perchè tuo padre è peggio di te
C: Che cosa?
N: E che cosa. Ascoltami...
C: Oh guarda che è andato la ieri, questo qui da la casa...
N: Ascolta...
C: ...ieri sera m'ha chiamato
N: Ascoltami... ascoltami. Che guarda... ve lo dico veramente con l'anima e il cuore. Ehh... cerca di farti vedere il
più presto possibile, vieni a chiudermi i conti...
C: E domani, io torno... Io finisco stasera...
N: ...e sparisci...
C: ...domani torno
N: ... e sparisci completamente dalla mia vita Carlo. Non ti fare più vedere. Vieni a chiudere i conti e sparisci.
Perchè veramente vi faccio a fettine a te a tuo padre a tua madre a tuo fratello. A tutti quanti che mi avete rotto i
coglioni. Siete un ammasso di merde tutti quanti. Hai capito? Quindi cerca di venire a chiudermi i conti. Mi paghi
tutto e ve ne andate fuori dai coglioni... hai capito?
C: Va bo. io torno domani. Domani sera passo li i conti li chiudiamo, domani sera. Te l'ho già detto
N: Non fare in modo che mi arriva l'assegno e tu non ti sei fatto vedere perchè...
C: Domani sera sono li!
N: ...veramente... guarda, ti giuro, t'ammazzo Carlo. Stavolta ti ammazzo veramente...
C: Io torno domani. Domani sera sono li...
N: ...a te e a tuo padre pure perchè è un altra merda come te tuo padre. Quindi cerca di venire a casa a chiudermi i
conti
118
n° 649 del 27.12.2005 ore 9.07
85
foglio nr. 86
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
C: E domanise sera sono li. Torno domani mattina, domani sera passo di li...
N: E poi sparisci tu la tua casa la tua famiglia... cioè sparite perchè siete gente impossibile. Perciò cerca di venirmi a
chiudere i conti, va bene?
C: Domani... torno domani sera, per le sette sono li
N: Poi per la casa, quand'è il momento, te lo faccio io... il conto. Perchè siete tutti dei buffoni. Hai capito cosa siete?
Hai capito, siete dei buffoni. Tuo padre è il re dei buffoni e tu gli vai dietro a lui, hai capito? Quindi cercate di
venirmi a chiudere i conti. Che dopo glielo dico io a tuo padre che gli hanno fatto un'altra offerta ieri sera. Hai
capito?
C: No sempre questo qua m'ha detto ch'è andato...
N: Ascoltami... vieni a chiudermi i conti Carlo...
C: Si! Domani
N: ...perchè veramente t'ammazzo come un cane stavolta. Ti giuro, guarda, te lo sto dicendo al telefono. Ti giuro
stavolta ti faccio a pezzi. Vieni a chiudermi il conto. Va bene ?
C: Domani sera... verso le sette sono li...
N: Non mi interessa Carlo...
C: ...Torno domani, verso le sette sono li. Domani sera sono li
N: ...io ti aspetto a casa. Va bene?
C: Domani sera sono li. Aspettami che arrivo
N: Vieni a chiudermi il conto. E non mancare domani sera perchè vado...
C: No no torno domani mattina...
N: ...vado a casa li di tuo padre. Lo prendo a tuo padre e lo... cucino... Carlo. Vieni a casa. Va bene ?
C: Domani sera aspettami che arrivo
N: E dopo sparisci dalla mia vita. Tutti quanti sparite. Va bene?
C: Va bene
N: Bene, ciao
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra RIENZI Pasquale e CAPUZZI Maurizio
(utenze telef. 335 5940198 in uso a RIENZI Pasquale e 338 2225781 in uso a CAPUZZI Maurizio)
119
In questa vicenda (oggetto del capo di imputazione provvisoria n° 32) CAPUZZI Maurizio
(persona offesa ed agente immobiliare) si trova in difficoltà nel pagamento di cambiali
rilasciate a garanzia di un debito contratto con FILIPPELLI Nicodemo.
Viene a turno pressato per il rientro dal debito con pesanti minacce di morte formulate in
diverse occasioni da alcuni componenti del “Locale”.
RIENZI Pasquale (detto PAKI), avendo ricevuto per l’ennesima volta da parte di CAPUZZI
Maurizio una scusa per il mancato pagamento del debito, lo minaccia dicendogli:
“. . . cioè se non mi chiudi ‘sta situazione qua che cazzo vuol dire ? che devo star qua a
aspettarmi altri sei anni ... i miei soldi ?. . .”.
“. . . Perchè veramente a ‘sto giro qualcuno perde le BRACCIA. . .”.
“ ...Non so perchè , ma c’ho questo presentimento. . .”.
“. . Io non prenderò i miei ..i miei soldi, però giuro che qualcuno va in giro monco . . .”.
“... Tanto non sono i soldi che mi cambiano la vita, 10.000 euro in più, 10.000
euro in meno, non mi cambia la vita, però la soddisfazione di strapparti un
BRACCIO . . .”.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra ZOCCHI Fabio e SERUGHETTI Claudio
(utenze telef. 348 8903053 in uso a ZOCCHI Fabio e 333 8053371 in uso a SERUGHETTI Claudio)
119
n° 6908 dell’ 1.3.2007 ore 11.41
120
n° 11412 del 12.1.2007 ore 15.23
86
120
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 87
In questa vicenda (oggetto del capo di imputazione provvisoria n° 27) SERUGHETTI Claudio
(persona offesa) si trova in difficoltà nel pagamento di cambiali rilasciate a garanzia di un
debito contratto con FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio.
Viene a turno pressato per il rientro dal debito con pesanti minacce di morte formulate in
diverse occasioni da alcuni componenti del “Locale”.
ZOCCHI Fabio, avendo ricevuto per l’ennesima volta da parte di SERUGHETTI Claudio una
scusa per il mancato pagamento del debito, lo minaccia dicendogli:
“. . . Claudio, ascoltami bene, io voglio i miei soldi …. Perché io ti dico che ti prendo
e ti levo la pelle e ci faccio un portafoglio. Mi segui quello che ti dico ?
Significativa conferma della rilevante capacità di intimidazione derivante dal vincolo
associativo è data dal fatto che il ricorso a forme di violenza e minaccia di grado superiore
(cioè mediante TENTATO OMICIDIO) è limitato ai rarissimi casi di ribellione della vittima dell’
attività usuraria o estorsiva con denuncia alle autorità di polizia.
Emblematica in questo senso è la vicenda sfociata nella denuncia sporta da VIADANA
Emanuela a carico di RIENZI Pasquale (detto PAKI) e della conseguente ritorsione da parte
del “Locale”, culminato nel tentato omicidio di VIADANA Barbara (sorella di VIADANA
Emanuela) in data 2.4.2007 a Busto Arsizio (ed oggetto del capo di imputazione provvisoria
n° 24).
Risulta dalle indagini che a seguito di una truffa organizzata nel campo immobiliare tramite
agenzie immobiliari e funzionari di banca compiacenti in danno di alcune banche e
finanziarie (fatti per i quali si è già proceduto separatamente), RIENZI Pasquale (detto
PAKI), operando come procacciatore di affari per conto della Immobiliare Due Srl con sede in
Parabiago (MI), di cui erano titolari VIADANA Emanuela e VENEGONI Alfredo, riusciva ad
ottenere finanziamenti per milioni di euro poi scomparsi nel nulla. La truffa, nel suo
evolversi, si trasformava in vera e propria estorsione da parte di RIENZI Pasquale in danno
di VIADANA Emanuela. Le minacce nei confronti di quest’ultima si concretizzavano, prima,
nell’ esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco all’ indirizzo della saracinesca dell’ agenzia
e, quindi, nell’ esplosione di colpi di arma da fuoco all’ indirizzo dell’ autovettura sulla quale
la VIADANA stava in quel momento viaggiando insieme con il marito ed i due figli.
A seguito di tali episodi VIADANA Emanuela presentava denuncia nei confronti di RIENZI
Pasquale. La “ribellione” della VIADANA non poteva essere accettata dai vertici del “Locale”,
che, in occasione del rinvio a giudizio di RIENZI Pasquale per estorsione, decidevano di
operare una forte ritorsione. In data 2.4.2007 alle ore 17.30 due persone a bordo di un
ciclomotore e travisate con caschi da motociclista raggiungevano la sede della “Immobiliare
Due Srl”. Uno dei due uomini, armato di pistola, entrava negli uffici ed esplodeva due colpi
di pistola, attingendo alle gambe VIADANA Barbara (sorella di Emanuela, vittima designata
dell’attentato, in quel momento assente). Dalle risultanze investigative (intercettazioni
ambientali) emergeva che i materiali esecutori del tentato omicidio erano ESPOSITO
Antonio, DONATO Orazio e GIORDANO Stefano, con la collaborazione di LOMUSCIO Roberto.
A seguito della denuncia presentata da VIADANA Emanuela, RIENZI Pasquale veniva tratto
in arresto. A questo punto il “Locale” si attivava al fine di poter far scarcerare l’ associato
RIENZI Pasquale. DONATO Orazio, nel corso dell’ interrogatorio reso in data 11.9.2007 121
dichiarava che ESPOSITO Antonio gli aveva chiesto di partecipare insieme a lui all’ omicidio
di VENEGONI Alfredo (ex socio della VIADANA e coindagato con il RIENZI per la tentata
estorsione), reo di avere rilasciato dichiarazioni che compromettevano la posizione del
RIENZI.
DONATO Orazio spiegava che RISPOLI Vincenzo, preoccupato che le dichiarazioni di
VENEGONI potessero pesantemente nuocere processualmente al RIENZI, aveva
incaricato ESPOSITO Antonio (braccio armato del “LOCALE”) di “provvedere e trovare una
121
Vedi in atti (faldone n° 5) verbali di interrogatori (e relative trascrizione) resi in data 11.9.2007, 29.10.2007 e
26.11.2007 da DONATO Orazio ai PM D’AMICO e VENDITTI della Procura della Repubblica di Milano.
87
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 88
soluzione”. ESPOSITO Antonio, a dire di DONATO Orazio, aveva optato per l’ omicidio e
chiedeva manforte allo stesso DONATO, che tuttavia rifiutava di prendere parte
all’ esecuzione. L’ ESPOSITO, abbandonato il progetto di omicidio, cominciava a frequentare
più assiduamente VENEGONI Alfredo, esercitando su di lui una vera e propria violenza
psicologica al fine di fargli ritrattare le dichiarazione rese all’ Autorità ed a rilasciare nuova
testimonianza tese ad alleggerire la posizione di RIENZI. Le pressioni si concretizzavano in
minacce di morte e nell’ occasione l’ ESPOSITO precisava che il RIENZI era “suo fratello” e che
comunque lui era “un ambasciatore di quello di Legnano” e cioè di Rispoli Vincenzo.
Anche il reato di RAPINA può annoverarsi tra i reati – fine riconducibile al “Locale”.
Dalle indagini è infatti emerso che una parte dei proventi delle numerose (undici 122) rapine
a mano armata (per le quali comunque si è proceduto separatamente 123), commesse
nell’ anno 2007 in detto ambito territoriale a danno di istituti bancari, uffici delle Poste ed
esercizi commerciali da ESPOSITO Antonio ed altri, veniva poi consegnato a FILIPPELLI
Nicodemo e RISPOLI Vincenzo per alimentare la c.d. bacinella (cassa comune) per far fronte
alle esigenze del “Locale” (sostentamento famiglie di componenti detenuti o deceduti in
occasione di conflitti interni, spese per assistenza legale in caso di arresti e processi, altro).
Sul punto di interesse (vale a dire la destinazione di parte del provento a favore del “Locale”)
assumono valore di grave indizio le dichiarazioni rese dal coindagato DONATO Orazio negli
interrogatori già indicati (“La prima rapina l’ abbiamo fatta a Busto Arsizio nel mese di gennaio 2007 …
eravamo io e Toni Esposito …… io non ero armato, lui aveva la pistola scarica. Abbiamo minacciato le cassiere ed
abbiamo preso il denaro dalle casse. Il bottino della rapina è stato sui 12 mila euro. Di questa cifra ho ricevuto solo 2
mila euro. …. il resto lo ha tenuto ESPOSITO il quale mi disse che doveva usarlo per mandare i soldi in carcere agli
appartenenti alla sua organizzazione … “), da ritenersi intrinsecamente attendibile per la precisione
e coerenza delle dichiarazioni rese, nonché per il contenuto anche largamente
autoaccusatorio delle dichiarazioni, ed inoltre in quanto supportate dette dichiarazioni da
una pluralità di riscontri esterni.
Infatti l’ esistenza di detta cassa comune del “Locale” è emersa da plurime intercettazioni
ambientali inerenti il presente procedimento.
Inoltre altra importante conferma della supervisione e del coordinamento dei vertici del
“Locale” sul settore delle rapine (affidato materialmente ad ESPOSITO Antonio ed alla sua
“batteria”) e della destinazione di parte dei proventi delle rapine a favore della c.d. bacinella
del “Locale”, deriva dalle seguenti conversazioni intercettate da cui emerge con chiarezza che
FILIPPELLI Nicodemo era costantemente informato da ESPOSITO Antonio sulle rapine dallo
stesso eseguite e che parte del “bottino” veniva allo stesso consegnato per le esigenze del
“Locale”.
Tali “contributi” venivano utilizzati dal FIPPELLI per provvedere, tra l’altro, al sostentamento
delle persone collegate al sodalizio, come nel caso di GUCCIO Filippo, corresponsabile con
l’ESPOSITO e altri di numerose rapine, per le quali si è proceduto separatamente (vedi
ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal GIP di Busto Arsizio in data 23.11.2007
122
Venivano ascritte al gruppo facente capo ad ESPOSITO Antonio le seguenti rapine:
4.1.2007: ufficio postale di Cardano al Campo (VA) via Matteotti n°25;
23.1.2007: supermercato “Penny Market” sito in Bareggio (MI) via Torino;
26.1.2007: ufficio postale di Oggiona Santo Stefano (VA);
1.2.2007: Banca Credito Bergamasco di Cassina Nuova di Bollate (MI);
2.2.2007: Banca Unicredit di Busto Arsizio (VA) via Q.Sella n° 138;
8.3.2007: ufficio postale di Oggiona Santo Stefano (VA);
23.3.2007: ufficio postale di Busto Arsizio (VA) via Alfieri n° 17;
2.4.2007: tentata rapina in danno della filiale della Banca Intesa di Lonate Pozzolo (VA);
30.4.2007: area di servizio REPSOL sito in Magenta (MI);
1.5.2007: in Marcallo con Casone (MI) ai danni di DONDO Marco titolare del ristorante “IL RIOCO” di Magenta;
4.5.2007: ufficio postale di Oggiona Santo Stefano (VA).
123
Vedi in atti (faldone n° 67) ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal GIP presso il Tribunale di Busto
Arsizio in data 23.11.2007 (Proc. n° 2985/07 R.G.N.R. Procura della Repubblica di Busto Arsizio – n° 2270/07 R.G. GIP
presso il Tribunale di Busto Arsizio).
88
foglio nr. 89
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
e richiesta di rinvio a giudizio in data 14.05.2008 nel Proc.nr.2985/07 R.G.N.R. Mod.21 e
nr.2270/07 R.G. GIP) e che sarà tratto in arresto il 22.04.2006 (ordinanaza di custodia
cautelare in carcere nr. 7162/06 R.G.N.R. Mod.21 e nr.1705/06 R.G. G.I.P., emessa in data
15.3.2006 dal Tribunale di Milano Sez. G.I.P.) perché riconosciuto, grazie al servizio di video
sorveglianza, tra gli autori della rapina a mano armata perpetrata in data 10.02.2006 ai
danni della Banca Intesa-S.Paolo, agenzia di Inveruno (MI).
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo, COPPINI Gaetano e TRIFINO Gaetano
(su autoveicolo Audi A6 con tg DB 503 NC in uso a FILIPPELLI Nicodemo) 124
In questa conversazione FILIPPELLI Nicodemo riferisce che:
“….. ma uno si deve bruciare per centomila euro...Toni, ventisette minuti hanno pigliato di meglio (ride)... erano in
due (ride)... se ne fa un altro paio di questi hanno fatto centomila euro…”.
Detta frase prova che che ESPOSITO Antonio gli ha riferito, come richiede l’ appartenenza al
“Locale”, quello che aveva compiuto in giorno prima ovvero di aver compiuto la rapina alla
Banca Unicredit di Busto Arsizio dove il bottino era stato di € 180.000.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e ZOCCHI Fabio
(utenze telef. 339 1611987 in uso ad ESPOSITO Antonio e 348 8903053 in uso a ZOCCHI Fabio)
125
Successivamente ZOCCHI Fabio ringrazia ESPOSITO Antonio per il “regalo” che gli ha dato
FILIPPELLI Nicodemo da parte sua.
U: ZOCCHI Fabio
I: ESPOSITO Antonio
... omissis ...
I: coso... da... da... dal compare (n.d.r. FILIPPELLI Nicodemo) non c'è uno straccio di nebbia
U: si, si, si, lo so, lo so, ascolta una cosa, e... e... mi ha detto… detto appunto... e... e niente, grazie, che ti devo dire,
dopo poi ci vediamo di persona
I: va bene
U: hai capito ?
I: va bene . . . omissis ….
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo ed ESPOSITO Antonio
(ut. tel. 339 1611987 in uso ad ESPOSITO Antonio e 339 6476904 in uso FILIPPELLI Nicodemo)
126
ESPOSITO Antonio, conversando con FILIPPELLI Nicodemo afferma di aver sentito ZOCCHI
Fabio e gli chiede se lui gli ha detto qualche cosa. FILIPPELLI domanda se si riferisce al
denaro che ha regalato a ZOCCHI, perché, se è per questo, il denaro che gli ha consegnato
lo ha preso dalla parte che era destinata a se stesso. Ciò prova che parte dei proventi delle
rapine viene versata nella bacinella quale contributo a disposizione della cosca.
N: FILIPPELLI Nicodemo;
T: ESPOSITO Antonio (detto TONI).
… omissis …
T: ...ho sentito Fabio
N: Mhm
124
n° 169 del 3.2.2007 ore 8.13
125
n° 12699 del 3.2.2007 ore 12.21
126
n° 29652 del 3.2.2007 ore 12.49
89
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 90
T: Mi ha detto... che gli hai detto tu così
N: Mhm
T: E va bene
N: Per il regalino dici ?
T: Eh !
N: Aah ...
T: Va bono ?
N: Si si ma l'ho fatto... l'ho fatto del mio... cioè del mio personale, quel... quelli... gli altri sono tutti via
T: Si si. Lo so lo so. Ti ho detto...
N: Si
T: ...ma io te lo volevo dire stamattina...
N: Mhm
T: ...poi va be
N: Come ma... non c'è bisogno. Un tot pure... agli altri
T: Va bene
N: …(incomprensibile)…
T: Fa tu. Fa tu !
N: Si si. Va bene. Ok
T: Ciao
N: Ciao, ciao
**********************
GRAVI INDIZI di COLPEVOLEZZA in ORDINE al REATO di cui all’ art. 416 bis c.p.
E’ tale la gravità, la ripetitività, la professionalità, la strutturazione del sodalizio con ruoli precisi
e la consapevolezza di agire per un fine comune, come traspare dai comportamenti dei
personaggi coinvolti, che non può seriamente dubitarsi dell’ esistenza di un
pactum
sceleris sotteso alla commissione dei vari fatti reato e quindi dell’ esistenza tra i sodali di un
vincolo associativo.
Associazione per delinquere, facente capo da ultimo a RISPOLI Vincenzo, in cui vanno ravvisati
tutti i requisiti del sodalizio di tipo mafioso, di cui all’ art. 416 bis c.p., a partire proprio dallo
stabile ricorso al cosiddetto “metodo mafioso”, desumibile dagli episodi di violenza riferiti,
sicuro indice di una concreta capacità di intimidazione finalizzata a condizionare l’ ambiente con
l’ assoggettamento e l’ omertà.
90
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 91
CAPITOLO 2
L’ASSOCIAZIONE a DELINQUERE di TIPO SEMPLICE
diretta da FILIPPELLI Mario e FILIPPELLI Nicodemo
A) – IN GENERALE
Va evidenziato un profilo particolare della presente indagine che ha condotto il PM ha
formulare per lo stesso ambito territoriale (come detto comprendente il territorio dei
comuni di Legnano, Lonate Pozzolo e comuni limitrofi facenti parte del basso varesotto e di
una porzione posta a nord – ovest della Provincia di Milano) un’ imputazione di associazione a
delinquere di stampo mafioso ex art. 416 bis c.p. a carico di dodici soggetti (già oggetto di
esame in sede di capitolo 1) ed un’ imputazione di associazione a delinquere di tipo
semplice ex art. 416 c.p. a carico di altri e distinti diciannove soggetti (vedi capo di
imputazione provvisoria n° 2); associazione questa seconda, diretta e coordinata da
FILIPPELLI Mario e FILIPPELLI Nicodemo, indagati invece, anche in virtù di questo ruolo
direttivo, per il più grave reato di associazione a delinquere di stampo mafioso ex art. 416
bis c.p. di cui al capo 1).
Detta impostazione accusatoria risulta fondata e quindi condivisibile, in quanto aderente al
compendio indiziario fino ad ora raccolto che non consente (per le ragioni che verranno di
seguito rappresentate) di ritenere sufficientemente corroborato lo specifico profilo
soggettivo in capo ai diciannove soggetti (cui viene contestata l’ associazione a delinquere
semplice ex art. 416 c.p.), consistente nella consapevolezza di essere attivamente inseriti
nell’ apparato strutturale – strumentale del “Locale” facente capo a RISPOLI Vincenzo.
Per meglio comprendere la natura, la struttura, la composizione e l’ attività
dell’ associazione a delinquere in oggetto, vengono di seguito illustrati gli esiti delle due
indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio.
Le prime indagini, svolte nell’ ambito del procedimento penale n° 5656/2000 R.G.N.R –
Procura della Repubblica di Busto Arsizio (denominato come detto INDAGINE PIROMANE 127),
hanno tratto origine inizialmente dall’ approfondimento di una “nota informativa” inviata dalla
Stazione CC di Lonate Pozzolo (VA) nel mese di febbraio del 2000 alla locale Procura della
Repubblica nella quale si segnalava il reiterarsi nel territorio di Lonate Pozzolo (VA) di una
127
n° 5656/00 RGNR a carico di FILIPPELLI Mario + altri – Procura della Repubblica di Busto Arsizio (vedi faldoni da n° 19 a n° 27
del presente procedimento). L’ indagine “PIROMANE” – condotta dai CC di Varese - aveva ad oggetto una numerosa
serie di incendi dolosi commessi in Lonate Pozzolo (VA) e Ferno (VA) negli anni 1999 e 2000. In atti si rinvengono
numerosi verbali di sequestro di residui di taniche incendiate di benzine e cocci di bottiglie con tracce di liquido
infiammabile, rinvenuti sul luogo degli incendi.
91
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 92
serie di episodi di danneggiamenti ed incendi dolosi commessi da parte di ignoti ai danni di
titolari di esercizi pubblici e di abitanti all’ interno di uno stabile occupato da FILIPPELLI
Luigina, sorella di FILIPPELLI Mario e madre di RUSSO Russo (poi ucciso come già detto in
data 27.11.2005 a Lonate Pozzolo nell’ ambito verosimilmente di un “regolamento” di conti
interno allo stesso sodalizio criminoso).
I componenti del sodalizio venivano inizialmente individuati in FILIPPELLI Mario (nel ruolo di
capo e promotore del sodalizio, quanto meno dal mese di agosto 2000 fino al mese di
giugno del 2002), FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI Francesco, BERTO Ivano, LETTIERI Olindo,
FILIPPELLI Nicodemo, RUSSO Giuseppe (nipote per parte di madre di FILIPPELLI Mario),
RUSSO Domenico, BONVISSUTO Rosario, SOZZO Giuseppe, NARDO Giovanni Battista,
MARINO Carmine e FILIPPELLI Gaetano Cataldo.
Le successive indagini (INDAGINE DOLCE VITA 128 - proc. n° 3225/04 R.G.N.R. – Procura
della Repubblica di Busto Arsizio), avviate a partire dal mese di aprile 2004, registravano
una diversa composizione del sodalizio, nel quale, alla fuoriuscita di BONVISSUTO Rosario,
SOZZO Giuseppe, NARDO Giovanni Battista, MARINO Carmine e FILIPPELLI Gaetano
Cataldo, si contrapponeva l’entrata in scena di MURANO Alfonso (peraltro in posizione
sovraordinata a FILLIPPELLI Mario), CASOPPERO Cataldo, MURANO Vincenzo, DI GIULIO
Moris, CIANCIO Nicola, MARTINES Angelo, MALENA Michele, LENTO Michele e SILVESTRE
Giuseppe. Veniva altresì accertato un “allargamento” dell’ attività (dal “controllo” di tipo
estorsivo su alcuni esercizi commerciali della zona a traffici di cocaina e allo sfruttamento
della prostituzione).
Inoltre nel corso delle indagini, e per singoli episodi, venivano tratti in arresto, in data
23.6.2005, FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris, FILIPPELLI Francesco e SILVESTRE
Giuseppe; nel mese di luglio 2005 MURANO Alfonso e RECCIA Antonio; sempre nel mese di
luglio 2005 LETTIERI Olindo; nel mese di agosto 2005 CIANCIO Nicola.
La successiva e presente INDAGINE BAD BOYS 129 (condotta dal Reparto Operativo del
Comando Provinciale dei Carabinieri di Varese) evidenziava come il mutamento del vertice
associativo con l’assunzione della guida del sodalizio da parte di MURANO Alfonso, detto
“Fonzo” o “padrino”, poteva significare la precedente intraneità del sodalizio in questione
(c.d. “cirotani di Lonate Pozzolo”) ad un organismo più articolato, individuabile, non solo per
ragioni di contiguità territoriale e per la comune origine, ma soprattutto sulla base di precise
risultanze investigative, nel sodalizio di Legnano facente capo a RISPOLI Vincenzo.
Come già anticipato, non sono peraltro stati acquisiti elementi univoci per comprovare, sotto
il profilo soggettivo, la consapevolezza dell’ apporto contributivo al “Locale” facente capo a
RISPOLI Vincenzo da parte dei singoli partecipi al sodalizio dei “cirotani di Lonate Pozzolo”,
stante l’assenza di contatti diretti proprio con RISPOLI Vincenzo, ai quali si rapportavano
solo i vertici del sodalizio, individuati in FILIPPELLI Mario e FILIPPELLI Nicodemo (oltre che
in MURANO Alfonso e RUSSO Giuseppe, nel frattempo vittime entrambi di omicidio).
Conseguentemente, mentre a FILIPPELLI Mario e a FILIPPELLI Nicodemo correttamente
viene contestato il più grave reato di partecipazione all’ associazione di tipo mafioso
denominata “Locale di Legnano - Lonate Pozzolo”, agli altri componenti del gruppo dei “cirotani di
Lonate Pozzolo” viene correttamente contestato il diverso reato di associazione a delinquere di
cui all’ art. 416 c.p., secondo l’originaria impostazione accusatoria del P.M. di Busto Arsizio.
Nel prosieguo della esposizione dei risultati della INDAGINE BAD BOYS si citerà quindi
l’
associazione a delinquere di tipo mafioso tra i cirotani radicati nella zona di Lonate Pozzolo e
Legnano come di un unico sodalizio di ’ndrangheta, denominato “Locale di Legnano Lonate Pozzolo”
128
n° 3225/04 RGNR a carico di FILIPPELLI Mario + altri – Procura della Repubblica di Busto Arsizio (vedi faldoni da n° 28 a n° 33
del presente procedimento). Anche l’ indagine “DOLCE VITA” – condotta dai CC di Busto Arsizio - aveva ad oggetto
episodi riconducibili ad attività estorsiva.
129
n° 12686/06 RGNR – Direzione Distrettuale Antimafia di Milano.
92
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 93
e si riferirà sulle attività criminali allo stesso riconducibili, utilizzando indifferentemente ora
la denominazione di “Locale di Legnano”, ora quella di “Locale di Lonate Pozzolo”, con ciò
intendendo comunque fare riferimento ad entrambi gli ambiti territoriali e ad entrambi i
gruppi di cirotani. L’ evoluzione del sodalizio porterà comunque ad una più stretta
integrazione dei “cirotani di Lonate Pozzolo” con “i cirotani di Legnano”, i primi sotto la guida di
FILIPPELLI Nicodemo, quale preposto di RISPOLI Vincenzo.
Tornando alla prima indagine (INDAGINE PIROMANE) va riferito che gli approfondimenti
investigativi portavano nel mese di luglio del 2000 ad avviare attività di intercettazioni
telefoniche ed ambientali che si protraevano sino al mese di giugno del 2002 stante la
pluralità di ipotesi delittuose programmate ed attuate che emergevano nel corso delle
attività investigative.
Nel mese di aprile del 2004 a seguito di ulteriori episodi di intimidazione (infatti già nel mese di
settembre del 2000 ed ancora nel mese di aprile del 2001 erano state accertate condotte di tipo estorsivo 130 ai danni
dell’ esercizio commerciale “Bar Moro”, ancorché le persone offese non avessero inteso presentare denuncia)
commessi ai danni di Salvatore Russotto, Gaspare Russotto, Giovanni Battista Russotto,
titolari dell’ esercizio commerciale “Bar Moro” e “ Caffè Commercio” da parte di “ignoti”, veniva
avviata un’ ulteriore indagine denominata per comodità espositiva INDAGINE DOLCE VITA
(n° 3225/04 R.G.N.R.) che vedeva nuovamente coinvolti molti degli indagati nella
precedente indagine e che confermava la persistente operatività del sodalizio criminoso,
consentendo altresì di trovare ulteriori elementi di riscontro anche con riferimento ad
episodi delittuosi già commessi in epoca precedente.
Nel corso delle suddette indagini alcuni indagati venivano uccisi (in data 7.1.2005 in una
zona boschiva di Lonate Pozzolo veniva rinvenuto il cadavere completamente carbonizzato
di MURANO Cataldo con rilevate tracce di esplosioni di colpi di arma da fuoco indicanti in
modo chiaro le modalità mafiose dell’ esecuzione - RUSSO Giuseppe in data 27.11.2005 in
Lonate Pozzolo proprio all’ interno del Bar Moro – come detto oggetto di condotte estorsive veniva attinto da colpi di pistola da killer travisato).
Altri indagati venivano arrestati in flagranza per altri e diversi episodi connessi ad attività
estorsive e detenzione di armi.
In particolare:

in data 23.6.2005 - arresto di FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris, FILIPPELLI Pietro,

SILVESTRE Giuseppe per estorsione ai danni di Rezh Hany (proc. n° 3253/05 R.G.N.R.);
luglio 2005 - arresto di MURANO Alfonso e RECCIA Antonio a seguito di emissione
di ordinanza di custodia cautelare per estorsione ai danni di Maria Laura Staglianò
titolare dell’ esercizio commerciale “Oasi” di Stresa (in concorso con DI GIULIO Moris,
MURANO Vincenzo e MURANO Giuseppe (proc. n° 1743/05 R.G.N.R.);
luglio 2005 - arresto di LETTIERI Olindo e SESTO Francesco per detenzione di armi

agosto 2005 - arresto di CIANCIO Nicola per rapina aggravata.

(proc. n° 3690/05 R.G.N.R.);
Dette circostanze dimostravano la persistenza e l’ aggravamento dell’ operatività del
sodalizio criminoso già oggetto di indagine.
Il lavoro investigativo svolto nell’ ambito dell’ INDAGINE PIROMANE (proc. n° 5656/00
R.G.N.R.) è documentato nelle seguente informative 131:
informativa del R.O.N.O. CC di Varese del 6.11.2001;
130
Vedi plurime informative dei CC allegate al proc. n° 5656/00 RGNR – Operazione Piromane (vedi faldoni da n° 19 a
n° 27 del presente procedimento).
131
Vedi Faldoni da n° 19 a n° 27 del presente procedimento.
93
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 94
informativa del 4.2.2002;
informativa del 15.6.2002;
informativa di sintesi del 4.11.2002 che espone in modo ordinato quanto emerso dal
complesso delle attività di indagine relative ai plurimi episodi delittuosi emersi.
Il lavoro investigativo svolto nell’ ambito dell’ INDAGINE DOLCE VITA (proc. n° 3225/04
R.G.N.R.) è documentato nelle seguente informative 132:
informativa dei CC di Busto Arsizio di data 8.11.2004
Da tali informative emerge in modo completo la quasi totalità del quadro indiziario relativo
agli indagati di cui al capo 2) dell’ imputazione.
Questo giudice osserva che una valutazione complessiva delle conversazioni intercettate (in
particolare di quelle ambientali disposte all’ interno della Caserma CC di Busto Arsizio a
carico dei fratelli Russotto, titolari del Bar Moro di Lonate Pozzolo), delle denunce (rarissime
e comunque di tipo parzialmente reticente) presentate da alcune persone offese (le uniche
denunce sono state presentate da Massimo Guglia e Nicola La Camera, titolari dell’ esercizio
commerciale “Lady G” di Varese a distanza peraltro di circa un anno dall’ inizio delle condotte
estorsive e più di recente da Fabio Rota e Stefano Cucchi, titolari del “Bar Atlantic”), delle
annotazioni di PG redatte a seguito di dichiarazioni rese in via “informale” da alcune delle
persone vittime di richieste estorsive (annotazioni utilizzabili in sede cautelare), dei riscontri
costituiti da servizi di o.p.c. e da attività di video-ripresa, consente di affermare l’ esistenza
di un’ organizzazione criminale, composta da soggetti legati tra loro da un saldo pactum
sceleris finalizzato alla realizzazione di un programma delinquenziale indeterminato, avente
ad oggetto la commissione di delitti di estorsione ai danni di esercizi commerciali e di altri
reati “satellite” (lesioni dolose, danneggiamenti di veicoli, incendi) funzionali alle attività
illecite del sodalizio.
Dalle informative sopra indicate dei CC e dagli atti allegati emerge con evidenza che il
gruppo criminale in oggetto era infatti connotato dalla stabilità del vincolo fra i diversi
aderenti; dalla ripartizione dei ruoli e da un’ organizzazione gerarchica fra i diversi
membri; dalla predisposizione di mezzi e di strutture logistiche finalizzati alla realizzazione
dell’ attività criminosa; da un programma criminoso attuato seguendo un consolidato modus
operandi avente ad oggetto in particolare l’ attività estorsiva ai danni di esercizio commerciali
della zona.
La ricostruzione effettuata dai CC evidenzia i rapporti frequenti fra i diversi associati e
consente non solo di delineare i reati fine recepiti nelle diverse incolpazioni in rubrica, ma
anche di ricostruire i ruoli, i rapporti di subalternità ovvero di sovraordinazione, i contributi
apprestati dai singoli aderenti alla realizzazione del comune programma delittuoso, così da
confermare la sussistenza della struttura organizzata con la compagine di seguito
tratteggiata.
Il complesso di tali elementi consente dunque di affermare l’ esistenza dell’ organizzazione
criminale di cui al capo 2), in linea con i consolidati principi affermati dalla CORTE di
CASSAZIONE, secondo cui: “fermo restando che, per la configurabilità del reato di associazione per
delinquere non è richiesta la presenza di una complessa ed articolata organizzazione dotata di notevoli disponibilità
economiche, ma è sufficiente l’ esistenza di strutture sia pure rudimentali, deducibile dalla predisposizione di mezzi,
anche semplici ed elementari, per il perseguimento di un fine comune, una struttura che quindi fornisca un supporto
stabile alle singole deliberazioni criminose, per la necessità che il sodalizio si protragga per un apprezzabile periodo
di tempo idoneo a consentire ad esso di operare validamente mentre deve sussistere una effettiva ripartizione di
compiti tra gli associati in relazione la programmato assetto criminoso da realizzare” 133.
132
133
Vedi Faldoni da n° 19 a n° 27 del presente procedimento.
Vedi Cass. 5 settembre 1995 n° 9320 e Cass. 4.10.2004.
94
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 95
Nelle informative sopra indicate si rinvengono tutti gli elementi che compongono il quadro
indiziario a carico di ogni indagato con trascrizione delle telefonate o conversazioni
ambientali utili e con tutti i riscontri investigativi documentati negli allegati (verbale di s.i.t.;
riconoscimenti fotografici; documentazione sugli indagati; annotazioni relative ai servizi di
controllo ed appostamenti; trascrizione delle telefonate e conversazioni utili).
B) – ELEMENTI INDIZIARI EMERSI
nell’AMBITO del PROCEDIMENTO n° 5656/00 R.G.N.R.
(OPERAZIONE PIROMANE)
Nei mesi di ottobre e novembre del 1999 si riscontrava da parte della Procura della
Repubblica di Busto Arsizio un elevato numero di procedimenti penali a carico di ignoti per il
ripetersi di incendi dolosi ai danni di veicoli ed esercizi commerciali di proprietà di soggetti
residenti nei Comuni di Lonate Pozzolo e Ferno.
Colpiva in particolare la circostanza che le persone offese dichiarassero costantemente di
non aver mai subito alcun tipo di minaccia o richiesta e che alcune di loro (in particolare i
proprietari dei veicoli “bruciati” a Ferno - VA) abitassero tutti nello stesso stabile sito in via
Diaz n° 48.
I CC di Lonate Pozzolo ed il personale del R.O.N.O. CC di Varese su espressa richiesta
dell’ Autorità Giudiziaria inviavano nel mese di febbraio del 2000 alla Procura “nota”
informativa.
In detta nota veniva sottolineata la circostanza che nel Condominio sito a Ferno (VA) in via
Diaz n° 48 (dove erano stati incendiati dolosamente i veicoli di Nicola Prevenzano, Egidio
Bulfaro, Graziella Simone, Angelo Battistelli, Domenico Tripodi) era in corso un’ accesa
controversia fra alcuni condomini e FILIPPELLI Luigina (sorella di FILIPPELLI Mario e madre
di RUSSO Giuseppe) a causa della “revoca” alla stessa del ruolo di fatto di amministratore
del condominio e della conseguente minaccia proferita dalla stessa FILIPPELLI Luigina e
riferita agli operanti da Firuli Domenico 134 (“ .. a Lonate Pozzolo arriva la MAFIA”).
Veniva inoltre messa in evidenza la vicinanza fra alcuni esercizi commerciali “colpiti” da
incendi e/o danneggiamenti e l’ esercizio commerciale “Night & Day” acquistato da Alessandra
Bonizzi (moglie di FILIPPELLI Mario).
Veniva quindi iniziata nel luglio 2000 attività di intercettazione telefonica sull’ utenza
n° 0349/3280373 (intestata a BERTO Ivano ed in uso a FILIPPELLI Mario), ritenuta di
interesse investigativo.
In particolare dalle conversazioni registrate su tale utenza nel mese di agosto del 2000
(vedi per una prima sintesi informativa R.O.N.O. CC di Varese del 6.12.2001) emergeva che
FILIPPELLI Mario, con il costante ausilio di BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista
(detto “Gerry” e soprannominato anche “Orazio”), del nipote RUSSO Giuseppe e del fratello
FILIPPELLI Francesco, aveva richiesto danaro a GIASSI Pierangelo, titolare del locale “Take
Off” di Somma Lombardo (VA).
Si registravano ancora conversazioni fra FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO
Giovanni Battista, RUSSO Giuseppe, LA FACE Giorgio dalle quali appariva evidente l’
esistenza di rapporti di natura illecita riferibili ad attività di natura estorsiva (si vedano a
proposito ancora le conversazioni telefoniche registrate 135 sull’ utenza sopra indicata).
134
135
Vedi verbale di s.i.t. rese da FIRULI Domenico in data 9.12.1999.
Vedi informativa di data 6.12.2001 (con allegate trascrizioni) del R.O.N.O. - CC di Varese.
95
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 96
Le conversazioni telefoniche registrate nel mese di agosto del 2000 con riferimento
all’ esercizio commerciale “Take Off” trovavano riscontro nelle dichiarazioni “informali” 136 rese
ai CC di Somma Lombardo da SESONA Loredana, moglie del titolare GIASSI Pierangelo.
Successivamente l’ attività investigativa proseguiva attraverso ulteriori intercettazioni
telefoniche che fornivano ulteriori elementi indiziari in relazione a nuovi episodi estorsivi a
danno di altri esercizi commerciali (incendio del Bar Moro di Lonate Pozzolo – VA - di
proprietà di Salvatore Russotto nel mese di settembre del 2000 137; ulteriori episodi di
tentato incendio ed esplosione di armi da fuoco ai danni dello stesso esercizio commerciale
nei mesi di marzo ed aprile del 2001 138; attentato incendiario ai danni dell’esercizio
commerciale “El Patio” di Vanzaghello - MI). Episodi per i quali le persone offese non
presentavano denuncia.
Le attività di intercettazioni telefonica venivano utilmente affiancate da servizi di o.p.c..
Il contenuto di alcune conversazioni intercettate tra i soggetti oggetto di indagine e le parzili
denunce sporte in data 13.11.2001 e 15.1.2002 da GUGLIA Massimo e LA CAMERA Nicola
(titolari del locale Lady G di Varese) dava corpo all’ ipotesi investigativa in ordine all’
esistenza di un sodalizio dedito alla commissione di condotte estorsive e ne consentiva
progressivamente l’ individuazione dei componenti.
Si riportano di seguito alcune significative intercettazioni telefoniche inerenti l’ oggetto di
indagine.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e NARDO Giovanni Battista
(utenze telefoniche 0349 3280373 in uso a FILIPPELLI Mario e 0328 8696815 in uso a NARDO Giovanni Battista detto Jerry)
139
M: FILIPPELLI Mario
G: NARDO Giovanni Battista
. . . omissis . . .
M: …non li potete trovare due o tre ragazzi dei nostri che non li conoscono ?
G: Ah…tu per vedere…(incomp.)
M: …che picchiano anche la donna.
G: Eh…! A chi possiamo chiamare…?
M: Trova tu due o tre ragazzi, dei nostri,… vai e fai… fai…come è la cosa… se no… stasera c’è Rosario, … che lo
voglio bruciato quel locale.
G: Va bè dai, allora facciamo questo qua,… facciamo…
M: si, lasciate…non li toccate e bruciategli il locale
G: …va bè dai
M: Okay.
G: Va bè dai,
M: voglio sapere tutto più tardi,
136
137
Vedi annotazione di indagine di data 20.9.2000 dei CC di Somma Lombardo (VA).
Vedi denuncia sporta in data 7.9.2000 contro ignoti da RUSSOTTO Salvatore (“Non ho mai ricevuto minacce”).
138
Vedi in atti denuncia sporta in data 203.2001 da RUSSOTTO Salvatore per tentato “incendio” ai danni del “Bar
Moro”. In denuncia non riferisce richieste estorsive però dichiara che “il movente” dell’ accanimento nei suoi confronti
può essere rinvenuto nel fatto che la moglie di FILIPPELLI Mario ha aperto il bar “Yoker” vicino al suo e lo stesso “sta
cercando di portarmi via la clientela”. Aggiunge che nel locale vanno spesso FILIPPELLI Mario ed i suoi fratelli e gente loro
amica. Aggiunge: “sto vivendo una situazione di minaccia passiva tacita”.
139
n° 115 del 4.8.2000 ore 00.19
96
foglio nr. 97
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
G: non ti preoccupare, va bè dai …
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e BONVISSUTO Rosario
(utenze telefoniche in uso a FILIPPELLI Mario ed a BONVISSUTO Rosario)
140
BONVISUTO Rosario riferisce a FILIPPELLI Mario di aver riferito a qualcuno che Mario “è un
boss”, che loro “sono potenti” e che “finalmente possono avere una famiglia”.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e FILIPPELLI Pietro
(utenze telefoniche 0347 5702574 in uso a FILIPPELLI Mario e 0349 3280414 in uso a FILIPPELLI Pietro)
141
La seguente conversazione fra FILIPPELLI Mario e FILIPPELLI Pietro è relativa alle attenzioni
che il “gruppo” decide di riservare al locale “Lady G” di Varese ed in particolare alla “visita”
fatta da BONVISSUTO Rosario, RUSSO Giuseppe e NARDO Giovanni Battista ai titolari di
detto locale.
M: FILIPPELLI Mario
P: FILIPPELLI Pietro
P: Come è ?
M: …Niente, i nostri nipoti sono andati !
P: Ah !
M: Sono andati a bere là !
P: Ah !
M: Ehe….. mentre che bevevano i PADRONI gli hanno detto: E MA CHE NOI… NON COMANDIAMO NOI
COMANDA MARIO QUA !
P: Davvero ?
M: Eh!
P: E poi ?
M: E tutto a posto!
P: Si ?
M: Si !
P: E non gli hanno fatto niente a….?
M: Si…si!
P: Aha!
M: No gli hanno stretto il muso (ride)
P: Si (…ride…)
M: Al pelato …(ridono)…. Gli hanno detto: MA NOI NON COMANDIAMO, NOI GLI TENIAMO SOLO LA
GESTIONE A MARIO DI LONATE …..(ride)….
P: Davvero.
M: Eh…. dice che me lo sta tenendo a me in gestione.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e BONVISSUTO Rosario
(utenze telefoniche in uso a FILIPPELLI Mario e 0328 9083345 in uso a BONVISSUTO Rosario)
140
n° 1186 del 13.2.2001 ore 02.41
141
n° 1118 del 10.2.2001 ore 01.07
142
n° 174 del 5.8.2000 ore 01.53
97
142
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 98
M: FILIPPELLI Mario
R: BONVISSUTO Rosario
BONVISUTO Rosario riferisce a FILIPPELLI Mario dell’ esito dell’ ultima visita per richiedere il
“pizzo” e del consenso prestato dal titolare del locale.
R: Oh! … incomp..io ho parlato con Piero no?
M: Eh!
R: Gli ho dato botte io a Piero.
M: Lo hai picchiato ?
R: Si!
M: Gioia mia, ma lo hai massacrato ?
R: No, normale Mario.…
R: Questo locale qua te lo faccio saltare io… e dico, io sono abituato a farmi quello che mi devo fare, gli ho
detto…incomp… senza problemi. Dietro di me però …incomp… 50 mila lupi, ricordatelo questo eh!...
R: Eh… Mario ma non penso, secondo me è stata sua moglie che gli ha detto così Mario. Ma non lui, cioè lui
assolutamente, Mario, di come ha parlato no ? Si vede quando una persona è di merda, hai capito? e quando una
persona no. Vedi che a te, mi ha detto…dice… sinceramente… dice… io a Mario, io l’ho valutato cioè con Mario
c’è poco da scherzare… dice… ma anche con te… dice… Rosà..A me quello che mi dispiace quando mi trattano
male i suoi fratelli..quello che mi dice… io gli ho detto, ascolta …dico… lascia stare i suoi fratelli, un
attimo…dico… parliamo.. dico… di Mario no ? Che il Mario è la persona più distinta …dico… che ci ha questo
mondo, e te lo ha dimostrato.. dico… te lo ha dimostrato, quindi tu lo puoi avere come amico e come protettore e
sono due belle cose, perché se no…dico… devi scegliere altre persone come protettori, ma che non servono a niente,
perché qua… dico.. comandiamo noi altri….
R: Devi tirare fuori i soldi, non c’è niente da fare, parli con Mario, con me, con chi vuoi parlare e stabiliamo le cose
per bene, lo sai cosa mi ha detto? “Io voglio questo, ha detto, che a me …. Sono… anch’io come mi devo
comportare… ha detto… so come… cioè…. A chi devo trattare e a chi non devo trattare, hai capito? Io.. dice…
sono.. così sono sicuro perché ormai so che siete delle persone potenti…
M: mensilmente quanto mi da ?....“
R: Prima di parlare eh… sei sempre tu il capo testa… per me il capo testa sei sempre tu….
M: Dici… vai là… incomp…. “senti a me ho parlato con Mario, ha bisogno di 10 milioni”
R: Sei a posto che ci sono qua io …
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e BONVISSUTO Rosario
(utenze telefoniche 0347 5702574 in uso a FILIPPELLI Mario e 349 7114850 in uso a BONVISSUTO Rosario) 143
M: FILIPPELLI Mario
R: BONVISSUTO Rosario
BONVISSUTO Rosario in questa conversazione dichiara espressamente l’ esistenza di una
“banda” e la sua attiva partecipazione alla stessa.
In particolare BONVISSUTO Rosario chiama FILIPPELLI Mario per parlargli di una
ragazza che conosce, per farla lavorare nel locale e per dirgli che di li a poco sarebbe andato
al “Lady G”. FILIPPELLI Mario gli risponde che lui sa perfettamente come funziona, dicendogli
(con tono arrabbiato) che le eventuali prestazioni da parte delle ragazze del locale vanno
pagate . BONVISSUTO Rosario a quelle parole dice che lo ha chiamato apposta per trattare
la cosa direttamente con lui e non con i suoi “sciacquini”.
R: ti sto dicendo…. se no… me ne vado con un’altra banda….. io mario. me ne vado in un’altra banda e quel cazzo
che voglio fare faccio…….. ma io ho l’onore di venire li…giusto….e io voglio avere da fare con te,
personalmente…….
143
n° 5098 del 23.6.2001 ore 02.20
98
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 99
M: ma guarda che tu stai avendo a che fare con me … pure che ci sono loro …
a conversazione tra i due prosegue con rosario che insiste sul fatto di voler trattare con lui direttamente il prezzo
della serata al locale, poi Mario ribatte dicendo se lui va al locale deve pagare come tutti gli altri, dicendo che questo
è un ordine dato personalmente da lui agli altri due soci che non valgono nulla.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e NARDO Giovanni Battista
(utenze telefoniche 0347 5702574 in uso a FILIPPELLI Mario)144
N: NARDO Giovanni Battista
NARDO Giovanni Battista, salutando FILIPPELLI Mario che si trova ancora agli arresti
domiciliari, gli dice:“e… non ti preoccupare… come esci… poi ci rifacciamo gioia mia… come esci… sono
guai per tutti…! Gioia mia… non ci devono essere nè ostacoli… nè muri… nè niente… dove camminiamo noi
altri… la terra deve tremare… devono dire… ma che minchia sta succedendo… il terremoto…”.
***********************************
C) – ELEMENTI INDIZIARI EMERSI
nell’AMBITO del PROCEDIMENTO n° 3225/04 R.G.N.R.
(OPERAZIONE DOLCE VITA)
Nel mese di aprile del 2004 a seguito di due distinti episodi di esplosioni di colpi da arma da
fuoco nei confronti delle vetrine del Bar Moro di proprietà di Giovanni Battista Russotto e dei
veicoli di proprietà del figlio Salvatore e del fratello Gaspare (titolari anche dell’ esercizio
commerciale “Caffè Commercio”) si avviavano ulteriori indagini (INDAGINE DOLCE VITA –
proc. pen. n° 3225/04 inizialmente a carico di Ignoti) che conducevano, a seguito di
intercettazioni ambientali effettuate a carico delle persone offese (che ripetevano il rituale
solito di non aver mai ricevuto “minacce”) e di attività di video-riprese effettuate nei pressi
del locale “Bar Moro”, nuovamente a concentrare le indagini su FILIPPELLI Mario, RUSSO
Giuseppe Russo, FILIPPELLI Pietro e su alcuni “nuovi” soggetti emergenti che venivano poi
identificati in CIANCIO Nicola, DI GIULIO Moris, MARTINES Alessandro e MALENA Michele.
La registrazione di una conversazione ambientale effettuata all’ interno della Caserma dei
CC di Busto Arsizio a carico di Salvatore Russotto, Giovanni Battista Russotto, Gaspare
Russotto (all’ insaputa degli stessi) confermava l’ ipotesi investigativa che i titolari del Bar
Moro fossero da anni nel “mirino”del gruppo facente capo a FILIPPELLI Mario unitamente
ad altri titolari di esercizi commerciali, benché dichiarassero anche in questo caso di “non
aver ricevuto minacce” o “richieste estorsive”.
Da detta conversazione intercettata emergeva in modo chiaro che i Russotto, pur non
volendo esporsi con denunce specifiche, avevano tuttavia “idea” degli autori delle attività
illecite commesse ai loro danni indicati “cautamente” ancora nel “ gruppo” di FILIPPELLI
Mario (il Giuseppe di cui parlano si identifica con RUSSO Giuseppe,) ed aggiungevano anzi
una serie di particolari su altri esercizi commerciali sottoposti al pagamento di “prebende”.
Si disponevano servizi di video-ripresa nei pressi dell’ esercizio commerciale diretti all’
identificazione dei “frequentatori”.
I servizi di video-ripresa effettuati nei mesi di aprile e maggio del 2004 presso il “Bar Moro”
confermavano la presenza pressoché “costante” nel locale di FILIPPELLI Mario, RUSSO
Giuseppe, DI GIULIO Moris, FILIPPELLI Nicodemo, BERTO Ivano, CENTORRINO Tindara
(donna legata da anni a FILIPPELLI Mario e verosimilmente a conoscenza delle illecite
attività dello stesso) ed in talune occasioni di MURANO Cataldo (“zio” di MURANO Alfonso e
vittima a sua volta nel gennaio del 2005 di omicidio a tutt’oggi a carico di ignoti) .
144
Vedi informativa CC di Varese di data 4.11.2002 pag. 46 – telefonata del 20.3.2001 sull’ utenza n° 0347 5702574
in uso a FILIPPELLI Mario.
99
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 100
A seguito degli elementi emersi dall’ ascolto della conversazione ambientale a carico dei
Russotto e dei servizi di video-ripresa venivano disposte a partire dal mese di giugno del
2004 attività di intercettazioni telefoniche sulle utenze in uso a FILIPPELLI Mario, DI GIULIO
Moris, CIANCIO Nicola che si protraevano sino al mese di novembre del 2004.
Alle attività tecniche di intercettazione telefonica si affiancavano servizi di o.p.c., assunzione
di s.i.t. di soggetti che dall’ ascolto delle conversazioni emergevano quali possibile “vittime”
di richieste estorsive (si ripeteva peraltro il “copione” delle dichiarazioni rese in via informale
e del rifiuto a presentare denuncia), attività di controllo “a sorpresa” degli indagati.
La “progressione” delle indagini segue anche in questo caso un rituale già noto: si
registrano dalle conversazioni telefoniche inequivoci indizi relativi ad attività illecite ed, in particolare,
di attività estorsive, di “pestaggi” organizzati a danno di terzi, di danneggiamenti di veicoli.
Le persone offese per la maggior parte non presentano denuncia (Fabio Rota e Stefano
Cucchi vengono sentiti a s.i.t. su espressa delega del P.M. ma confermano di non “voler”
presentare denuncia pur verbalizzando per iscritto le richieste informazioni) o si limitano a
fornire dichiarazioni “informali” talvolta generiche sotto l’ evidente stato di “timore”; gli
indagati programmano ed eseguono azioni connotate da violenza e minacce nei confronti di
titolari di esercizi commerciali agendo con modalità identiche a quelle già note: stazionano
nei locali, provocano litigi con i clienti, consumano gratuitamente, puniscono chi “lamenta”
le loro prepotenze, lanciano messaggi implicitamente “minacciosi”; danneggiano auto;
organizzano spedizioni “punitive” di gruppo quando vengono “offesi”; programmano affari
“per il futuro” sulla cui natura illecita è difficile avere dubbi (vedi a titolo puramente
esemplificativo annotazione di servizio del Brig. Angelo Palmieri dei CC di Lonate Pozzolo su
dichiarazioni “informali” rese da Angelo Torquitto, titolare dell’ esercizio pubblico “Jolly” sulla
richiesta di “un regalino” formulata da Giuseppe Russo; secondo quanto riferito dal
Torquitto il Russo a fronte del suo rifiuto avrebbe dichiarato “a settembre le cose cambiano
a Lonate Pozzolo” quasi a lasciar intendere l’ intenzione del suo gruppo di riferimento di
passare a vie di fatto più evidenti).
Il materiale indiziario raccolto nella seconda indagine conferma l’operatività del sodalizio ed
anzi la sua “progressiva” estensione sul territorio e l’ allargamento degli interessi ad attività
delittuose di vario genere (dalle estorsioni ai danni di esercizi commerciali ad attività
connesse con il favoreggiamento della prostituzione di donne “impiegate” nei locali
“Caprice” di Oleggio, “Argentina“ di Gallarate, “El Patio” di Vanzaghello, a pestaggi nei
confronti di quanti “offendono” qualcuno del gruppo, a danneggiamenti talvolta ai danni
degli stessi associati rei di aver violato le regole “interne” del gruppo sino ad attività
“collaterali” di falsificazione di documenti e truffe con assegni), consente di acquisire
ulteriori riscontri in relazione anche ad episodi estorsivi già emersi nella precedente indagine
(con particolare riferimento ai reati commessi ai danni dei titolari degli esercizi commerciali
“Bar Moro”, “El Patio” , “Caprice”) e conferma che la pluralità di delitti – fine commessi dai
vari membri del sodalizio costituisce espressione di un “pactum sceleris” che si è strutturato
e rafforzato nel tempo sia pure registrando alcune defezioni (è il caso in particolare di
Rosario Bonvissuto, coinvolto peraltro in numerosi altri procedimenti dell’Ufficio e
ripetutamente tratto in arresto; è il caso ancora di Giuseppe Sozzo, nipote di Mario Filippelli
o di Giorgio La Face, anch’egli peraltro coinvolto in numerosi procedimenti penali di questo
Ufficio per reati di rapina ) e l’entrata di “nuovi” sodali (fra cui in posizione “primaria”
Alfonso Murano e quali addetti alla “manovalanza” Moris Di Giulio e Nicola Ciancio, Michele
Malena, Francesco Sesto, il giovanissimo Giuseppe Silvestre, nipote di Mario Filippelli (poi
arrestato con gli zii Mario Filippelli e Pietro Filippelli, Moris Di Giulio in flagranza del reato
di estorsione aggravata nel mese di luglio del 2005: vedi relativi atti con copia richiesta di
rinvio a giudizio proc.pen. n° 3253/05).
GRAVI INDIZI di COLPEVOLEZZA in ORDINE al REATO di cui all’ art. 416 c.p.
E’ indubbio che quanto emerge dal materiale intercettizio (nel corso di circa 20 mesi di
100
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 101
controllo pressoché ininterrotto degli indagati 145) rivela l’ esistenza di un accordo e di una
precisa e permanente organizzazione (nella quale i singoli associati divengono – ciascuno
nell’ ambito dei propri compiti assunti od affidati – parti di un tutto, con il fine di
commettere una serie indeterminata di delitti) che, mutando solo apparentemente e
mantenendo, nella sostanza, intatta la stessa struttura, era funzionale al perseguimento
degli scopi illeciti.
Ciò in piena aderenza al paradigma della disposizione di cui all’ art. 416 c.p..
E’ appena il caso di precisare che, già per il considerevole numero di reati fine
concretamente commessi (o che si accingeva a commettere) e per quello indeterminato che
il gruppo avrebbe potuto compiere, non è possibile ricondurre gli stessi ad un’ ipotesi di
concorso sia pure continuato in quegli stessi delitti.
Le caratteristiche del gruppo, la sua operatività, il modus procedendi adoperato, depongono
chiaramente per la configurazione della fattispecie associativa, ove si consideri che le
emergenze istruttorie mostrano come gli indagati, cui si ritiene ascrivibile in concreto il
reato in parola, nella prospettiva di una serie indeterminata di delitti, abbiano (o si siano nei
fatti) ripartito ruoli da svolgere in occasione dei singoli episodi, ma sempre facendo leva, ai
fini del conseguimento dell’ obiettivo, sulla forza scaturente dalla consapevolezza della
presenza del gruppo, dall’ unicità del complesso sistema illecito all’ interno del quale
interagiscono i protagonisti delle singole vicende contestate in un’ ottica di contiguità,
stabile comunanza e reciprocità di interessi, che consente di ritenere gli stessi componenti
di un struttura organizzata, unitaria, in cui l’ illiceità di singole condotte diviene “sistema”
programmatico di azione, struttura operativa permanente, in senso tecnico – giuridico
associazione a delinquere.
In particolare l’ accertamento di una pluralità di reati – fine commessi con modalità
pressoché identiche (ricorso a minacce indirette e larvate, consistenti talvolta nella semplice
“presenza” arrogante di più componenti del sodalizio all’ interno di locali pubblici e, in
genere, dei componenti addetti alla “manovalanza”; formulazioni di richieste di danaro
dirette od dirette aventi ad oggetto l’offerta di “protezione”; attentati incendiari che
“precedono” la visita degli addetti “alla manovalanza”; danneggiamenti ai danni di veicoli di
proprietà di soggetti variamente “legati” al gruppo ove siano “violate” le regole interne)
costituiscono elementi indiziari rilevantissimi ai fini della prova dell’ esistenza del sodalizio
criminoso.
Siffatta ricostruzione è coerente ai criteri più volte affermati dalla Corte Suprema secondo la
quale, per potersi ritenere sussistente un’ associazione a delinquere, occorre un
accordo (anche tacito) tra più persone, di carattere generale e tendenzialmente
continuativo, per l’ attuazione di un programma delinquenziale, affidato ad una
organizzazione che si dimostra stabile, munita di attività e di mezzi, nella quale il vincolo
associativo tra i partecipanti sussiste e permane anche indipendentemente ed al di fuori
dell’ effettiva commissione dei singoli reati programmati, che, come si sa, non è richiesta
per la configurabilità del reato (cfr. Cass. Pen., Sez. V, sentenza n° 42635 del 4.10.2004;
Cass. Pen., Sez. V, sentenza n° 10076 del 24.9.1998 e Cass. Pen., Sez. III, sentenza
n° 15491 del 15.10.1990).
CAPITOLO 3
LE SINGOLE IMPUTAZIONI
145
Vedi informativa R.O.N.O. CC di Varese del 4.11.2002 - pp. 121-133).
101
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 102
CAPO 1) di imputazione
BENEVENTO Antonio, DE CASTRO Emanuele, ESPOSITO Antonio, FILIPPELLI Mario, FILIPPELLI
Nicodemo, LONGOBUCCO Santino, MANCUSO Luigi, RIENZI Pasquale, RISPOLI Vincenzo, RISPOLI
Raffaele, ROCCA Ernestino e ZOCCHI Fabio
Capo 1): del delitto di cui all’ art. 416 bis commi I, II, III e IV c.p. per avere fatto parte (anche insieme a
MURANO Alfonso e RUSSO Giuseppe, entrambi vittime di omicidio) di una associazione a
delinquere di tipo mafioso denominata “Locale di Legnano - Lonate Pozzolo”, operante nei comuni
delle province di Varese e Milano, che avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo
associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e di omertà, realizzate
attraverso la “fama” di violenza e di potenzialità sopraffattrice del vertice della cosca alleata
e/o collegata dei “FARAO–MARINCOLA”, dominante il “Locale di Cirò”, nonché attraverso il
sistematico ricorso all’uso di violenza e minaccia culminate in gravissimi delitti contro la
persona, realizzati con modalità esecutive spettacolari anche nei confronti di appartenenti
alla stessa organizzazione, tale da incutere intorno al “Locale di Legnano- Lonate Pozzolo” un
alone permanente di intimidazione, tale da indurre le vittime a non denunciare i fatti-reato
alle autorità e a non collaborare con le forze dell'ordine, nonché tale da imporre tra gli
associati regole inderogabili, quali il pagamento di quote sui ricavi di azioni delittuose e una
sorta di sistema di mutuo soccorso diretto ad assicurare il sostentamento dei sodali anche in
caso di morte e detenzione. Associazione, alla quale quale partecipavano in vita anche
MURANO Alfonso e RUSSO Giuseppe (entrambi vittime di omicidio nel novembre 2005 e nel
febbraio 2006), finalizzata a commettere un numero indeterminato di delitti
e, in
particolare, di delitti di estorsione, danneggiamento, incendio, violenza privata, lesioni a
carico di terzi, allo scopo principalmente di acquisire il controllo di esercizi commerciali
pubblici e, in particolare, di bar e locali notturni siti in Lonate Pozzolo e zone limitrofe,
attraverso la percezione di profitti non dovuti ( o a mezzo del pagamento di percentuali
periodiche sui guadagni, ovvero attraverso la percezione di consumazioni gratuite, ovvero
attraverso condotte dirette a costringere i titolari degli esercizi commerciali a cedere a terzi
soggetti “ compiacenti” le attività); nonché a trarre ingiusti profitti da attività criminose
svolte in Legnano e zone limitrofe delle province di Milano e Varese, consistenti nei delitti di
usura, estorsione, truffa immobiliare e rapina a mano armata; a conservare la gestione
monopolistica di interi settori produttivi e commerciali della zona; ad imporre, altresì,
l’emergente attività imprenditoriale edilizia di FILIPPELLI Nicodemo e DE CASTRO Emanuele
con violazione delle regole economiche di libera concorrenza.
Tenendo ciascuno le condotte di seguito descritte:
RISPOLI Vincenzo, promotore e organizzatore del sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate
Pozzolo” in forza dei rapporti diretti e dei legami anche familiari con il vertice della cosca
FARAO-MARINCOLA dominante il “Locale di Cirò”;
RIENZI Pasquale, partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale
uomo di fiducia di RISPOLI Vincenzo; era addetto con ESPOSITO Antonio al “braccio armato”,
occupandosi delle rapine a mano armata e delle azioni di fuoco funzionali all’attività del
medesimo sodalizio;
RISPOLI Raffaele partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale
uomo di fiducia del fratello RISPOLI Vincenzo, che coadiuvava partecipando ai “summit
mafiosi” tra i sodali e tra costoro e i rappresentanti del “Locale di Cirò” ;
LONGOBUCCO Santino partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo”
quale uomo di fiducia di RISPOLI Vincenzo con funzioni di autista-guardaspalle e di addetto
alla logistica del medesimo sodalizio;
BENEVENTO Antonio partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale
uomo di fiducia di RISPOLI Raffaele con funzioni di autista-guardaspalle e di addetto alla
logistica del medesimo sodalizio; risultava altresì titolare della società “IMPRESA EDILE
ERREELLE” , con sede a Legnano (MI), via Carlo Porta n° 60, funzionale all’ attività del
sodalizio;
DE CASTRO Emanuele, coadiuvava RISPOLI Vincenzo della direzione del sodalizio denominato
“Locale di Legnano-Lonate Pozzolo”; amministrava e gestiva la cosiddetta “bacinella”; si occupava
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 103
del reimpiego dei profitti illeciti del sodalizio attraverso un reticolo di attività economiche e
di società, funzionale all’attività del sodalizio, al quale erano addetti, quali prestanomi,
persone di sua fiducia, tra i quali ROCCA Ernestino;
ROCCA Ernestino, partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale
guardaspalle e all’occorrenza da uomo d’azione agli ordini di DE CASTRO Emanuele;
fungeva altresì da prestanome di quest’ultimo e si occupava della gestione della società
COSTRUZIONI ROCCA con sede in Dairago (MI) via Toti nr.2, funzionale all’attività del
sodalizio;
FILIPPELLI Mario, coadiuvava RISPOLI Vicenzo nella direzione del sodalizio denominato“Locale
di Legnano-Lonate Pozzolo”; in particolare, dirigeva, a partire almeno dal 2000, le attività dei
“cirotani di Lonate Pozzolo” e dal 2002, fino al suo arresto nel mese di giugno 2005, coadiuvava
MURANO Alfonso (vittima di omicidio) nella direzione del medesimo sodalizio di Lonate
Pozzolo di cui al capo 2) che segue; aveva alle sue dipendenze BONVISSUTO Rosario,
NARDO Giovan Battista, SOZZO Giuseppe (operativi fino al 2002), nonché RUSSO Giuseppe
(vittima di omicidio), DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola, MARTINES alessandro, MALENA
Michele, SESTO Francesco (operativi fino al 2005);
FILIPPELLI Nicodemo, coadiuvava RISPOLI Vincenzo della direzione del sodalizio
denominato“Locale di Legnano-Lonate Pozzolo”; partecipava alle attività illecite dei “cirotani di
Lonate Pozzolo”; dopo la morte di MURANO Alfonso (vittima di omicidio), era preposto alla
direzione delle attività illecite dei “cirotani di Lonate Pozzolo”, avvalendosi della collaborazione di
ESPOSITO Antonio; si occupava del reimpiego dei profitti illeciti del sodalizio
denominato“Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” attraverso un reticolo di attività economiche e di
società, funzionale all’attività del sodalizio, al quale erano addette, quali prestanomi,
persone di sua fiducia, tra i quali ZOCCHI Fabio e LETO RUSSO Antonella; si occupava
direttamente della gestione delle società“FIM-FISCOIMPRESE S.r.l.” con sede legale a
Castellanza (VA), via Dandolo nr.6 (impresa inattiva), “IMMOBILIARE AMALFI sas” con sede
a Lonate Pozzolo (VA) in via Silvio Pellico nr. 23, funzionali all’attività del sodalizio. Si
avvaleva inoltre della collaborazione di numerose società quali: “MAKEALL spa”,
amministrata da MILAN Patrizia, ma di fatto gestita da AUGUSTO Agostino; “REVINCTA srl”,
amministrata da D’APOTE Daniele, ma di fatto gestita da AVALLONE Carlo; “MOSE'
Immobiliare srl” di D'APOTE Daniele; “BASTIAN & BASTIAN srl “amministrata da AVALLONE
Carlo; “EDILCAP” di CAPPONI Mario; “CF COSTRUZIONI” di CUSINATI Fabrizio; “ZEN srl”già
amministrata da D'AGOSTINO Giuseppe, ma gestita da DE CASTRO Emanuele;
ESPOSITO Antonio, partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” agli
ordini diretti di FILIPPELLI Nicodemo; era addetto con RIENZI Pasquale al “braccio armato”,
occupandosi delle rapine a mano armata e delle azioni di fuoco, funzionali all’attività del
medesimo sodalizio; veniva coadiuvato da VENEGONI Alfredo, DONATO Orazio, DODA
Sokol, GIORDANO Stefano, LOMUSCIO Roberto, MARINETTI Giacomo, FATIGATI Michela,
GUCCIO Filippo e ROMBOLA’ Romano;
ZOCCHI Fabio, partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale
persona di fiducia di FILIPPELLI Nicodemo; fungeva altresì da prestanome di quest’ultimo e
si occupava del ramo truffe e reimpiego dei profitti del sodalizio anche tramite la società
“GENERAL FIM CONSULTING s.r.l.” con sede a Gallarate (VA), via Mazzini nr.3, funzionale
all’attività del sodalizio; si avvaleva;
MANCUSO Luigi, coadiuvava RISPOLI Vincenzo nella direzione del sodalizio denominato
“Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” anche in forza del rapporto privilegiato con il vertice della
cosca FARAO-MARINCOLA dominante il “locale di Cirò”; si occupava del reimpiego dei profitti
illeciti del sodalizio attraverso un reticolo di attività economiche e di società, al quale erano
addette, quali prestanomi, persone di sua fiducia, come CHIARELLI Francesco (cognato di
MANCUSO Luigi) e LANDONI Marco, rispettivamente titolari delle seguenti società
“IMMOBILIARE “ROSELLA Sas” con sede a Solbiate Olona (VA) in via Andrea Ponti n° 8 e
“FUTURA SOFTWARE MILANO Srl” con sede in Milano via Podgora n° 18, funzionali all’ attività
del sodalizio; LANDONI Marco gestiva anche per conto del sodalizio l’ attività commerciale
denominata “Negozio d’abbigliamento DESIRE”, con sede a Busto Arsizio (VA), via Mazzini angolo
Concordia n° 5/Q; all’ attività del sodalizio era funzionale la gestione diretta della società
“MELI AUTO” di cui era formalmente intestataria CHIARELLI Rosella (moglie di MANCUSO
Luigi), avente sede a Busto Arsizio in via Amalfi n° 6 e locali di vendita in Cirò Marina (KR),
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foglio nr. 104
ove risultava avere alle proprie dipendenze, ma solo formalmente, SESTITO Felicia, moglie
di MARINCOLA Cataldo.
Con l’aggravante del fatto commesso da dieci o più persone in concorso tra loro e del ruolo
di promotore, dirigente o organizzatore dell’associazione per RISPOLI Vincenzo, MANCUSO
Luigi, DE CASTRO Emanuele, FILIPPELLI Nicodemo e FILIPPELLI Mario (fino al giugno 2005)
Con l’aggravante della disponibilità di armi da parte del sodalizio.
Fatto commesso nelle province di Milano e Varese dall’anno 2000 e sino alla data odierna.
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini e già illustrato in sede di capitolo 1 consente di
delineare anche il ruolo ricoperto all’ interno
dell’ associazione da ogni singolo componente (ad eccezione di
RISPOLI Raffaele per il quale non si ritengono sufficiente il compendio indiziario raccolto ai fini dell’ adozione
della misura cautelare richiesta)
RISPOLI Vincenzo
Promotore e capo indiscusso del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”.
Ha rapporti parentali e di frequenza con la cosca di Cirò Marina (KR).
E’ infatti nipote di FARAO Giuseppe, capo storico della cosca FARAO-MARICOLA, dominante
il “Locale di Cirò”, tramite la madre FARAO Grazia, sorella di FARAO Giuseppe.
Il rilevantissimo compendio indiziario è univoco in questo senso.
Chiarissime ed in equivoche sono le intercettazioni telefoniche ed ambientali già illustrate e
commentate in sede di capitolo 1)
Viene costantemente informato di ogni attività ed evento relativo al “Locale”.
Organizza e presiede i summit dell’ organizzazione e già indicati in sede di capitolo 1).
Vi sono infine anche dichiarazioni di collaboratori di giustizia (vedi capitolo 1 paragrafo B6)
che confermano tale ruolo.
MANCUSO Luigi
Ha rapporti parentali e di frequenza con la cosca di Cirò Marina (KR).
E’ infatti nipote di FARAO Giuseppe, capo storico della cosca FARAO-MARICOLA, dominante
il “Locale di Cirò”, tramite la nonna FARAO Ermenzina, sorella di FARAO Giuseppe.
E’ cugino di RISPOLI Vincenzo, capo indiscusso del “Locale”.
Risultava avere anche un rapporto diretto e privilegiato con MARINCOLA Cataldo,
correggente della medesima cosca, poichè provvedeva al mantenimento di SESTITO Felicia,
moglie dello stesso MARINCOLA Cataldo, assunta, ma solo fittiziamente, alle dipendenze
della società“MELI AUTO” di CHIARELLI Rosella (moglie di MANCUSO Luigi), sede a Busto
Arsizio in via Amalfi n° 6 e locali di vendita in Cirò Marina (KR). Società avente ad oggetto il
commercio di autovetture.
E’ stata accertata la sua presenza ai summit mafiosi tenuti in data 14.8.2006 a Cirò (KR)
presso il ristorante "Mediterraneo" ed in data 15.3.2007 a Legnano (MI) presso il Bar Gaia.
In particolare in relazione alla riunione tenutasi in data 15.3.2007, oltre alla sua
partecipazione, è stato accertato, mediante numerose intercettazioni telefoniche avute
appositamente in quei giorni anche con RISPOLI Vincenzo (capo indiscusso del “Locale”), il
suo ruolo di organizzatore, provvedendo in particolare a curare la predisposizione di un
alloggio presso l’ Hotel Sant’ Anna di Solbiate Olona (VA) per componenti di altre famiglie
calabresi, nonché per organizzare un viaggio all’ Aeroporto di Milano Linate per andare a
prendere CASTELLANO Vito, anch’ esso partecipante al summit.
L’ importanza di detto summit è provata dalla partecipazione di importanti membri della
famiglia mafiosa NOVELLA: NOVELLA Vincenzo, NOVELLA Christian e DE MASI Agassio
Antonio, giunti al Bar Gaia su LANCIA K targata BW659LH, fermata per un controllo la
stessa mattina del 15.3.2007 alle ore 8.47 in Legnano (MI) da personale del Locale
Commissariato di PS che provvedevano alla relativa identificazione.
Allo stesso fanno sostanzialmente capo inoltre diverse attività economiche, tra le quali le
seguenti società: “Immobiliare Rosella Sas” di CHIARELLI Francesco, con sede a Solbiate
Olona (VA) in via Andrea Ponti n° 8 e FUTURA SOFTWARE MILANO Srl con sede in Milano
via Podgora n° 18 (in stato di fallimento).
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 105
DE CASTRO Emanuele
E’ l’ amministratore della cassa comune (c.d. bacinella).
Si occupa del reimpiego dei profitti illeciti del sodalizio attraverso un reticolo di attività
economiche e di società, funzionale all’attività del sodalizio, al quale erano addetti, quali
prestanomi, persone di sua fiducia, tra i quali ROCCA Ernestino.
Questo ruolo è confermato da numerosissime intercettazioni ambientali e telefoniche già
ampiamente illustrate e commentate in sede di capitolo 1) dedicato appositamente ad
illustrare natura, struttura ed operatività del “Locale”.
Partecipava inoltre in prima persona ai summit mafiosi del “Locale” (vedi capitolo 1),
presieduti da RISPOLI Vincenzo, come riscontrato nel corso del servizio di osservazione in
data 31.3.2006, 25.09.2006 e presso il Bar Gaia di Legnano come riscontrato numerose altre
volte. Accompagnava altresì RISPOLI Vincenzo a Platì (RC) il 23.11.2007 in occasione del
funerale di BARBARO Pasquale.
Allo stesso facevano capo diverse società, le cui attività erano funzionali agli scopi del
sodalizio. In particolare: “MAVISA Srl” di GANGI Vincenzo, GANGI Sabine, CORICA Maria,
con sede a Samarate (VA) in via Verdi n° 24; GANCI COSTRUZIONI Srl di GANGI Pietro e
CORICA Maria, con sede in Somarate (VA) via Verdi n° 24; “ZEN Srl”, amministrata
formalmente da D’AGOSTINO Giuseppe, ma gestita dal DE CASTRO, che operava nel campo
dell’ edilizia.
FILIPPELLI Nicodemo
Detto “il cinese”, risulta essere subentrato a MURANO Alfonso, dopo l’omicidio di questo
(27.2.2006 a Ferno – VA), nella guida del gruppo dei “cirotani di Lonate Pozzolo”. Gruppo
originariamente agli ordini del cugino FILIPPELLI Mario, con il quale, come hanno accertato
le indagini “PIROMANE” e “DOLCE VITA”, tra il giugno 2000 e il novembre 2004, realizzava
una serie di estorsioni in danno di esercizi e locali pubblici come “Lady G” di Varese, “El Patio”
e “Take Off”.
Dall’ indagine “BAD BOYS” emerge la maggiore importanza del ruolo di FILIPPELLI Nicodemo
nell’ ambito dell’organizzazione di RISPOLI Vincenzo, che lo ha posto a capo dei “cirotani di
Lonate Pozzolo”. Dalle intercettazioni delle conversazioni con ZOCCHI Fabio ed ESPOSITO
Antonio emerge altresì come il FILIPPELLI Nicodemo si faccia carico di assicurare
l’ ortodossia dei comportamenti degli affiliati, sia rispetto alle regole della ’ndrangheta, sia con
riferimento alla direzione del sodalizio da parte di RISPOLI Vincenzo.
Ma ben più importante è il ruolo imprenditoriale assunto dal FILIPPELLI Nicodemo, che,
sotto una apparente facciata di legalità, cura gli investimenti del sodalizio. E’ significativo
che lo stesso si attribuisce il ruolo di “contabile” del sodalizio. E’ lo stesso FILIPPELLI
Nicodemo, che a tal riguardo, nel parlare di sé con COPPINI Emanuele, si esprimeva come
segue: “… Stai parlando con uno che fa il contabile, Emanuele… Sai cosa vuol dire il contabile … il contabile
della delinquenza, lo sai cosa vuol dire?...”.
Al ruolo imprenditoriale del FILIPPELLI Nicodemo si ricollegano le seguenti società:
“FIM-FISCOIMPRESE Srl” con sede legale a Castellanza (VA), via Dandolo n° 6 (impresa
inattiva);
IMMOBILIARE AMALFI Sas di FILIPPELLI Nicodemo con sede a Lonate Pozzolo (VA) in via
Silvio Pellico n° 23;
D.N.C. COSTRUZIONI Srl di FILIPPELLI Domenico (fratello di NICODEMO) con sede a
Samarate (VA) in via Verdi 24.
FILIPPELLI Nicodemo inoltre esercita una estesa attività di usura, che veniva camuffata,
simulando, tramite fatturazione di comodo, pagamenti di prestazioni apparentemente lecite
e regolari, ma in realtà inesistenti.
FILIPPELLI Nicodemo risulta essere amministratore di fatto di un reticolo di persone e
società (già indicate in sede di capitolo 1) tutte utilizzate (sotto la supervisione del
commercialista BARACCHI Giulio) in un vorticoso giro di fatturazioni false per operazioni
inesistenti, attraverso le quali, da un lato, venivano riciclati e giustificati i proventi delle
attività illecite e, dall’altro, venivano truffaldinamente reperiti in banca i finanziamenti per
l’attività imprenditoriale/immobiliare.
Tutti i suddetti ruoli sono confermati dalle numerosissime intercettazioni ambientali e
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 106
telefoniche già ampiamente illustrate e commentate in sede di capitolo 1) dedicato
appositamente ad illustrare natura, struttura ed operatività del “Locale”.
Tra i riscontri più significativi delle risultanze investigative delle intercettazioni va segnalato
il sequestro di n° 14 assegni post datati e due cambiali per un importo complessivo di €
56.200 subito in Trecate (NO) in data 21.3.2007 in occasione di un controllo da parte dei CC
della locale Stazione mentre si trovava in auto unitamente a LETO RUSSO Antonella, nonché
il sequestro di documentazione contabile e di denaro contante per € 131.600 nei confronti di
D'APOTE Daniele avvenuto a Lonate Pozzolo (VA) in data 16.5.2008.
FILIPPELLI Mario
Coadiuvava RISPOLI Vincenzo nella direzione del sodalizio denominato“Locale di Legnano-Lonate
Pozzolo”.
In particolare, dirigeva, a partire almeno dal 2000, le attività dei “cirotani di Lonate Pozzolo” e
dal 2002, fino al suo arresto nel mese di giugno 2005, coadiuvava MURANO Alfonso (vittima
di omicidio) nella direzione del medesimo sodalizio di Lonate Pozzolo di cui al capo 2) che
segue.
Aveva alle sue dipendenze BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovan Battista, SOZZO Giuseppe
(operativi fino al 2002), nonché RUSSO Giuseppe (vittima di omicidio), DI GIULIO Moris,
CIANCIO Nicola, MARTINES alessandro, MALENA Michele, SESTO Francesco (operativi fino al
2005).
Questo ruolo è confermato da numerosissime intercettazioni telefoniche e dai riscontri già
ampiamente illustrati e commentati in sede di capitolo 2) dedicato appositamente ad
illustrare la natura del suo ruolo come capo dell’ associazione a delinquere di cui al capo 2)
e come anello di congiunzione con il “Locale” di cui al capo 1).
ZOCCHI Fabio
Stretto collaboratore di FILIPPELLI Nicodemo nell’ attività di usura ed estorsione, i cui
proventi vanno in parte ad alimentare la cassa comune del “Locale”.
Apparentemente titolare della GENERAL FIM CONSULTING Srl con sede a Gallarate (VA), via
Mazzini n° 3, in realtà è occupato a tempo pieno nella suddetta attività.
Accompagna inoltre FILIPPELLI Nicodemo ai vari appuntamenti ed incontri con altri
appartenenti al sodalizio criminale.
Interveniva inoltre direttamente nelle attività illecite facenti capo a FILIPPELLI Nicodemo.
Proprio le intercettazioni ambientali attivate sui veicoli in uso a ZOCCHI Fabio, con i quali
veniva di sovente trasportato FILIPPELLI Nicodemo, si sono rivelate preziose a fini
investigativi,
perché,
ritenendosi
al
sicuro.
quest’ultimo
parlava
liberamente.
Particolarmente significative erano le intercettazioni di conversazioni nelle quali FILIPPELLI
Nicodemo istruiva ZOCCHI Fabio sulla ‘ndrangheta, sulla organizzazione del “Locale di LegnanoLonate Pozzolo” e su RISPOLI Vincenzo. Tra l’ altro, proprio quest’ultimo interveniva, in data
21.9.2006, presso l'abitazione di ROSI Massimo in Busto Garolfo, a favore di ZOCCHI Fabio
in una disputa che lo vedeva contrapposto a seggetti di Africo (RC).
ESPOSITO Antonio
E’ addetto con RIENZI Pasquale al “braccio armato”, occupandosi delle rapine a mano armata e
delle azioni di fuoco (vedi per tutte il tentato omicidio di VIADANA Barbara in Busto Arsizio
in data 2.4.2007), funzionali all’attività del medesimo sodalizio. Veniva coadiuvato in questo
settore da VENEGONI Alfredo, DONATO Orazio, DODA Sokol, GIORDANO Stefano,
LOMUSCIO Roberto, MARINETTI Giacomo, FATIGATI Michela, GUCCIO Filippo e ROMBOLA’
Romano.
Segue in particolare le direttive di FILIPPELI Nicodemo.
Ha frequenti contatti con RIENZI Pasquale e ZOCCHI Fabio.
RIENZI Pasquale
Addetto con ESPOSITO Antonio al braccio armato del sodalizio.
Già detenuto per fatti estorsivi riconducibili all’ attività dell’ associazione, l’ organizzazione
forniva a RIENZI Pasquale un contributo per il suo sostentamento.
Vedi intercettazione ambientale n° 1174784 del 7.5.2008 ore 12.01 relativa alla
conversazione tra DE CASTRO Emanuele, RISPOLI Vincenzo e LAMARMORE Antonino.
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 107
Si occupava di usura, estorsioni e truffe immobiliari.
Nel contesto di tali truffe maturerà la “gambizzazione” in data 2.4.2007 di VIADANA Barbara,
colpita per errore in luogo della sorella VIADANA Loredana.
BENEVENTO Antonio (detto Tonino)
Svolge funzioni di autista e guardaspalle di RISPOLI Vincenzo, oltre che di addetto alla
logistica del sodalizio.
Partecipava in particolare al “summit mafioso” presieduto da RISPOLI Vincenzo in occasione di
una cena avvenuta presso il ristorante “Antico Borgo” sito in Via Ponzella n° 38 di Legnano,
ove, come da annotazione di attività di indagine del 26.9.2006, veniva notata parcheggiata,
alle ore 22.25, l’autovettura targata “. . . BD240ZX Lancia Y, BENEVENTO Antonio nato a Cirò
Marina (KR) il 13.04.1974 e residente a Milano in via Legnano n° 14”, in uso allo stesso.
Ha avuto un ruolo attivo anche nella vicenda dei rapporti con la consorteria dei “gelesi”
illustrata in sede di capitolo 1).
A ciò si aggiunga quanto evidenziato circa la mediazione con i “gelesi”, insieme con La Rocca
Ernestino.
Il ruolo di “tuttofare” svolto dal BENEVENTO emergeva evidente in occasione della consegna
per conto di RISPOLI Vincenzo della somma di € 500 a CORBELLA Silvia, utili al
sostentamento di RIENZI Pasquale nel corso della sua detenzione. Si richiama in proposito l’
intercettazione ambientale sulla autovettura Porsche Cayenne, di cui in atti, n°1174784 del
7.5.2008 ore 12.01, conversazione tra DE CASTRO Emanuele, RISPOLI Vincenzo e
LAMARMORE Antonino): “… poi siccome gli ho detto così, mi fa, vedi che ho 500 euro e glieli vado a lasciare.
Siccome l'ho gridato... siccome l'ho gridato allora me l'ha detto se no non me lo diceva , no? Gli ho detto, no! Non
glieli dare (ndr. i 500 euro a MURANO Francesco). Glieli do a TONINO (ndr. BENEVENTO Antonio) che glieli
porta alla SILVIA (ndr.CORBELLA Silvia fidanzata di RIENZI Pasquale) e così fa il dovere che dovevano fare
loro... giusto ?”.
LONGOBUCCO Santino
Svolge funzioni di autista e guardaspalle di RISPOLI Vincenzo, oltre che di addetto alla
logistica del sodalizio.
In particolare accompagna RISPOLI Vincenzo alle riunioni ed agli incontri conviviali con gli
associati e mette a sua disposizione l’ utenza telefonica a lui in uso, fungendo così da anello
di collegamento tra il RISPOLI Vincenzo ed i componenti del sodalizio criminale, che per
contattarlo o incontrarlo, devono telefonare allo stesso LONGOBUCCO, che informa il
RISPOLI e, ricevute le sue disposizioni, ricontatta gli interessati.
Risulta altresì titolare della società “IMPRESA EDILE ERREELLE” con sede a Legnano (MI), via
Carlo Porta n° 60, la cui attività è funzionale agli scopi del sodalizio.
Detto ruolo è confermato dalle risultanze delle indagini già illustrate in sede di capitolo 1)
dedicato appositamente ad illustrare natura, struttura ed operatività del “Locale”.
ROCCA Ernestino
In stretto contatto con DE CASTRO Emanuele con funzioni di prestanome dello stesso
Risulta intestario della società “COSTRUZIONI ROCCA” con sede in Dairago (MI) la cui attività
era funzionale agli scopi del sodalizio.
Riveste ruolo anche di guardaspalle e all’ occorrenza da uomo d’azione.
Tratto in arresto in data 21.7.2008 dalla Stazione CC. di Cuggiono (MI) per detenzione e
porto illegali di una pistola cal. 7,65 con matricola abrasa, di cui veniva trovato in possesso
durante un incontro fra DE CASTRO Emanuele e DI GRILLO Sabatino, al quale lo stesso
ROCCA presenziava a distanza, in funzione di copertura al DE CASTRO.
ROCCA Ernestino riceveva incarichi di rilievo dallo stesso RISPOLI Vincenzo, come in
occasione della mediazione con la famiglia “gelese” dei NICASTRO, allorquando questi ultimi
erano intenzionati ad effettuare delle attività in Legnano, nella zona “Mazzafame”, sotto l’
influenza di RISPOLI Vincenzo e per le quali pertanto era necessario il consenso di
quest’ultimo. In proposito si cita l’ intercettazione ambientale n° 806649 del 29.2.2008 ore
18.01 sulla Porsche Cayenne relativa alla conversazione tra DE CASTRO Emanuele e
RISPOLI Vincenzo che disponeva l’ invio all’ incontro di BENEVENTO Antonio e ROCCA
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Ernestino affermando: “….si, vuole comprare mezza MAZZAFAME. . .”- “. . . gli ho detto, no, vai a vederlo
tu personalmente. . .” - “. . . ci mandiamo a TONINO (n.d.r. BENEVENTO Antonio) e coso, dai. . . a Ernesto (n.d.r.
ROCCA Ernestino), tanto…”.
****************************
RISPOLI Raffaele
Ad avviso di questo giudice non vi sono gravi elementi indiziari per sostenere
l’ appartenenza al “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo” di RISPOLI Raffaele.
Infatti, oltre al dato parentale (lo stesso è fratello di RISPOLI Vincenzo e convivente di
NOVELLA Grazia, vedova di CIMINO Salvatore e sorella di NOVELLA Carmelo, detto “Nunzio”,
capo della omonima cosca di Guardavalle, vittima di omicidio commesso in San Vittore
Olona nel mese di luglio 2008), non risultano elementi indiziari di natura tale da potere
affermare l’ appartenenza allo stesso all’ associazione mafiosa oggetto di indagine.
Viene pertanto rigettata la relativa richiesta di misura cautelare.
Viene pertanto rigettata la relativa richiesta di misura cautelare.
****************************
CAPO 2) di imputazione
FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI Francesco, FILIPPELLI Gaetano Cataldo, BERTO Ivano, LETTIERI Olindo,
NARDO Giovanni Battista, BONVISSUTO Rosario, LA FACE Giorgio, SOZZO Giuseppe, MARINO Carmine,
RUSSO Domenico, CASOPPERO Cataldo, DI GIULIO Moris, MALENA Michele, LENTO Michele, CIANCIO
Nicola, MURANO Vincenzo, MARTINES Angelo, SILVESTRE Giuseppe
Capo 2): del delitto di cui all’ art. 416 commi I, III e V c.p. per essersi associati fra loro, oltre che con
FILIPPELLI Mario, capo del sodalizio, nonchè con MURANO Alfonso, altro capo del sodalizio e
con RUSSO Giuseppe (questi ultimi due vittime di omicidio), allo scopo di commettere un
numero indeterminato di delitti e, in particolare, di delitti di estorsione, danneggiamento,
incendio, violenza privata, lesioni a carico di terzi.
Ciascuno tenendo le seguenti condotte:
FILIPPELLI Francesco e FILIPPELLI Pietro in qualità di compartecipi, organizzatori e percettori di
parte dei proventi derivanti dalle illecite attività degli associati;
FILIPPELLI Cataldo Gaetano quale compartecipe del sodalizio dal mese di luglio del 2000 sino ad
almeno il mese di maggio del 2002;
BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, BERTO Ivano e RUSSO Domenico, quali compartecipi
alle dirette dipendenze di FILIPPELLI Mario, incaricati dell’ esecuzione delle condotte
materiali dirette alla commissione di estorsioni, attentati incendiari, pestaggi ai danni di
terzi, danneggiamenti di veicoli, custodia di armi nella disponibilità del sodalizio. Quanto al
BONVISSUTO e al NARDO, dal mese di luglio del 2000 sino ad almeno il mese di maggio del
2002;
LA FACE Giorgio, LETTIERI Olindo e SOZZO Giuseppe, quali compartecipi materiali del sodalizio e,
in particolare LETTIERI Olindo quale soggetto incaricato della custodia di armi di proprietà
dei componenti il sodalizio. Quanto al SOZZO, dal mese di luglio del 2000 sino ad almeno il
mese di maggio del 2002;
MARINO Carmine, quale associato alle dirette dipendenze di FILIPPELLI Mario e, in particolare,
di soggetto addetto a procurare armi. Dal mese di luglio del 2000 sino ad almeno il mese di
maggio del 2002;
DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola, MARTINES Angelo e MALENA Michele, quali associati alle
dirette dipendenze di FILIPPELLI Mario e di MURANO Alfonso (vittima di omicidio), incaricati
dell’ esecuzione delle condotte materiali dirette alla commissione di estorsioni, incendi,
pestaggi a danno di terzi, danneggiamenti di veicoli, procacciamento di armi. Quanto a DI
GIULIO Moris, CIANCIO Nicola e MARTINES Angelo a partire almeno dal mese di aprile del
2004;
CASOPPERO Cataldo e MURANO Vicenzo, quali compartecipi alle attività del sodalizio, a partire
108
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 109
per entrambi almeno dal mese di aprile del 2004;
LENTO Michele, SILVESTRE Giuseppe quali compartecipi (almeno a partire almeno dal mese di
aprile del 2004) alle dirette dipendenze di FILIPPELLI Mario e di MURANO Alfonso (vittima di
omicidio) e dei sodali DI GIULIO Moris e CIANCIO Nicola e quali incaricati, in particolare,
dell’ esecuzione di condotte materiali dirette alla commissione di estorsioni, pestaggi a danni
di terzi, danneggiamento di veicoli, esazione di somme di danaro.
In Lonate Pozzolo (VA) da epoca anteriore e prossima al mese di giugno del 2000 fino al
mese di novembre del 2004.
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini e già illustrato in sede di capitolo 2 consente di
delineare anche il ruolo ricoperto all’ interno
dell’ associazione da ogni singolo componente (ad eccezione di
BERTO Ivano, FILIPPELLI Francesco, FILIPPELLI Gaetano Cataldo e RUSSO Domenico per i quali non si ritiene
sufficiente il compendio indiziario raccolto ai fini dell’ adozione della misura cautelare richiesta)
La suddivisione di massima dei ruoli che emerge dall’ osservazione “ravvicinata” delle
attività del gruppo.
FILIPPELLI Mario
E’ il “capo” riconosciuto del gruppo ed è il soggetto al quale viene destinata la “quota” più
rilevante dei proventi illeciti dell’ attività. Ancora FILIPPELLI Mario è il soggetto che
“formula” le direttive operative, che dà istruzioni su chi deve essere “picchiato”, che investe
il fratello FILIPPELLI Pietro del controllo della gestione di alcuni locali (vedi le dichiarazioni
rese sul punto da Massimo Guglia e Nicola La Camera in relazione al reato di estorsione
commesso ai danni del locale “Lady G” di Varese o, ancora, le dichiarazioni rese da
Loredana Sesona in via “informale” ai CC di Somma Lombardo o ancora le dichiarazioni rese
da Salvatore Russotto ai CC di Varese nel mese di marzo del 2001 e, in particolare le
conversazioni telefoniche “estratte” proprio perché particolarmente significative nella
ricostruzione del quadro “indiziario” relativo alla sussistenza di un sodalizio criminoso .
BONVISSUTO Rosario
E’ il “braccio armato” potremmo dire di Mario Filippelli.
E’ il fidato “sodale” che si occupa insieme a Giovanni Battista Nardo e Giuseppe Sozzo delle
attività di minaccia “larvata” nei confronti degli esercizi commerciali, che talvolta “ottiene”
somme di danaro direttamente che poi provvede a versare a Mario Filippelli.
E’ Rosario Bonvissuto che “guida” il gruppo di persone che a partire dal mese di agosto del
2000 si reca presso l’ esercizio commerciale “Take OFF” di proprietà di Loredana Sesona e
Pierangelo Giassi; è Rosario Bonvissuto che “percuote” il Giassi costringendolo a
consegnargli 10 milioni di lire che provvede poi a consegnare a Mario Filippelli; è ancora
Rosario Bonvissuto che si reca insieme a Giuseppe Russo, a Giovanni Battista Nardo, a
Nicodemo Filippelli presso il locale “Lady G” di Varese agli inizi del mese di febbraio del 2001
“precedendo” la richiesta estorsiva formalizzata poi da Mario Filippelli
E’ ancora Rosario Bonvissuto che dà man forte a Mario Filippelli ogni qual volta bisogna
“punire” qualcuno (si veda ancora la vicenda del “pestaggio” ai danni dei fratelli Nicastri.
Rosario Bonvissuto è coinvolto in quasi tutti i singoli reati – fine accertati.
NARDO Giovanni Battista
Ausilia costantemente “zio” Mario nel controllo dei locali pubblici.
Si attiva per trovare delle armi.
Si rende disponibile per “picchiare” terzi e dare lezioni a chi “offende” il gruppo.
Partecipa attivamente alle attività estorsive ai danni dei locali “Take Off” e “Lady G” (vedi
relative schede e denuncia ed individuazione fotografica di Nicola La Camera e di Massimo
Guglia del 23.10.2001)
Partecipa al pestaggio ai danni dei fratelli Nicastri (su cui si vedi ancora informativa CC di
Varese del 4.11.2002 pagg. 86-92).
Risulta intestatario di un’ utenza telefonica utilizzata da Mario Filippelli.
Organizza insieme a Rosario Bonvissuto il danneggiamento di un veicolo di proprietà di tale
Francesco Caruso “reo” di avergli “quasi “fatto causare un incidente (vedi informativa citata
pagg. 95-96).
109
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 110
E’ uomo fidato di Mario Filippelli
Significativa è la conversazione intercettata in data 20.3.2001 sull’utenza n° 0347/5702574
in uso a Mario Filippelli (vedi inf.va CC di Varese del 4.11.2002 pag. 46) nel corso della
quale lo stesso salutando Mario Filippelli che si trova ancora agli arresti domiciliari gli dice:
“e… non ti preoccupare… come esci… poi ci rifacciamo gioia mia… come esci… sono guai per tutti…! Gioia
mia… non ci devono essere ne ostacoli… ne muri… ne niente… dove camminiamo noi altri… la terra deve
tremare… devono dire… ma che minchia sta succedendo… il terremoto…”.
LA FACE Giorgio
Detto anche “Giorgione”.
Ausilia costantemente “zio” Mario nel controllo dei locali pubblici.
Si attiva per trovare delle armi.
Si rende disponibile per “picchiare” terzi e dare lezioni a chi “offende” il gruppo.
Partecipa attivamente alle condotte estorsive ai danni di Zanandrea NORVAL
E’ pesantemente coinvolto nelle condotte violente ai danni dell’ esercizio commerciale “El
Patio” di Vanzaghello
Viene riconosciuto in sede di individuazione fotografica da Nicola La Camera.
SOZZO Giuseppe
Ausilia costantemente “zio” Mario nel controllo dei locali pubblici.
Si attiva per trovare delle armi.
Si rende disponibile per “picchiare” terzi e dare lezioni a chi “offende” il gruppo.
Soggetto particolarmente violento che partecipa in particolare alle estorsioni ai danni del
locale “Lady G” di proprietà di Massimo Guglia, alle condotte minacciose nei confronti dei
titolari dell’esercizio commerciale “El Patio“ di Vanzaghello.
FILIPPELLI Pietro
Gestisce le attività illecite del sodalizio nel periodo in cui Mario Filippelli si trova in carcere e,
successivamente, gestisce per conto del fratello (e, ovviamente, anche per proprio profitto)
i locali “Lady G”, “El Patio”, “Caprice” dove controlla e vigila. E’ Pietro Filippelli che “gestisce
direttamente il locale “Lady G” di Varese (vedi denuncia e s.i.t. rese da Massimo Guglia e
Nicola La Camera; l’esito dei servizi di video-ripresa all’ interno del locale in informativa
R.O.N.O. CC di Varese 4.11.2002 pagg. 42-76 ed ancora schede relative agli episodi
estorsivi ai danni di “ El Patio” di Vanzaghello) e che ne “dà conto” al fratello Mario. E’
ancora Pietro che “ decide” su come impiegare alcune “donne” a disposizione del gruppo e
che vengono di volta in volta fatte assumere nei locali notturni variamente “controllati” da
Mario Filippelli e dagli altri complici. Nel periodo della detenzione di Mario Filippelli
(novembre 2001- febbraio 2001) è Pietro che mantiene i contatti con gli altri componenti
del gruppo.
MARINO Carmine
Risulta avere nella propria disponibilità “armi” che mette a disposizione di Mario Filippelli.
LETTIERI Olindo
Viene riconosciuto da Massimo Guglia come uno dei soggetti che “frequentavano” il proprio
locale nei mesi in cui Mario Filippelli in modo progressivo acquisisce il controllo del locale
tanto da indurre il Guglia a cederlo a terzi.
Emerge anche nelle indagini relative al procedimento penale di cui è stato tratto in arresto
nel mese di luglio del 2005 e rinviato a giudizio per detenzione di una pistola
verosimilmente di proprietà di Mario Filippelli e di circa un chilogrammo di tritolo.
BERTO Ivano – FILIPPELLI Francesco – FILIPPELLI Gaetano Cataldo – RUSSO Domenico
Ad avviso di questo giudice non vi sono gravi elementi indiziari per sostenere
l’ appartenenza all’ associazione a delinquere in oggetto di BERTO IVANO – FILIPPELLI
Francesco – FILIPPELLI Gaetano Cataldo e RUSSO Domenico.
Viene pertanto rigettata la relativa richiesta di misura cautelare.
****************************
110
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 111
CAPO 3) di imputazione
FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, MARINO Carmine, SOZZO Giuseppe
Capo 3): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110 C.P., 2 e 4 legge 895/67 , perché, con più azioni esecutive
di un medesimo disegno criminoso, in concorso fra loro, illegalmente detenevano e
portavano in luogo pubblico diverse armi comuni da sparo.
In Lonate Pozzolo (VA) a partire dal mese di agosto del 2000 sino ad almeno al mese di
giugno del 2002.
CAPO 4) di imputazione
FILIPPELLI Mario
Capo 4): del delitto di cui agli artt. 110 c.p., 2, 4 e 7 legge 895/67, 23 commi 1 e 3 legge
n° 110/75 , perché, in
concorso con LETTIERI Olindo (nei cui confronti si è proceduto separatamente a seguito di
arresto in flagranza in data 7.7.2005), illegalmente deteneva una pistola semiautomatica
con matricola abrasa cal. 7,65 e n° 6 cartucce, un candelotto di tritolo dal peso di 1.340
Kg..
In particolare Filippelli Mario incaricava della custodia della pistola e del tritolo Lettieri
Olindo nella cui abitazione e pertinenze le armi e le sostanze esplodenti venivano rinvenute
in data 7.7.2005.
In Lonate Pozzolo (VA) almeno dal mese di giugno del 2004 sino al 7.7.2005 (data
dell’ arresto di Lettieri Olindo).
CAPO 5) di imputazione
FILIPPELLI Mario, CIANCIO Nicola, CRISTELLO Giacomo
Capo 5): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110 c.p., 2, 4 e 7 legge 895/67, perché, in concorso tra loro e
con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, illegalmente detenevano e portavano in luogo
pubblico armi comuni da sparo.
In Lonate Pozzolo (VA) almeno dal mese di luglio del 2004.
Nel corso delle indagini sono state intercettate conversazioni telefoniche dal contenuto
inequivoco tra componenti dell’ associazione.
Emerge con evidenza la disponibilità di armi in capo ad alcuni componenti dell’ associazione.
Si indicano di seguito le conversazioni di interesse.
Riscontri importanti sono dati dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia PORRO
Gianfranco e dal sequestro di kg. 1,340 di tritolo in data 7.7.2005 a carico di LETTIERI
Olindo (depositario per conto di FILIPPELLI Mario).
Si rimanda inoltre alla informativa di data 4.11.2002 146 del Reparto Operativo dei CC di
Varese per una dettagliata indicazione
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e BONVISSUTO Rosario
(utenze telefoniche 0349 3280373 intestata a BERTO Ivano ma in uso a FILIPPELLI Mario e 0328 9083345 in uso a BONVISSUTO Rosario) 147
BONVISSUTO Rosario parlando con FILIPPELLI Mario dell’ estorsione in corso nei confronti di
GIASSI Pierangelo e SESONA Loredana (titolari dell’ esercizio pubblico “TAKE OFF” di
Somma Lombardo - VA) domanda dove è possibile recuperare qualche “ferro” (espressione
che in gergo malavitoso individua l’ arma da fuoco). Mario risponde di pazientare sino al
giorno successivo quando rientrerà dalle ferie.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e MARINO Carmine
(utenza telefonica 0347 5702574 intestata a SURACE Giovanna ma in uso a FILIPPELLI Mario) 148
146
Vedi in Faldone n° 24 informativa 4.11.2002 del R.O.N.O dei CC di Varese - pag. 93 e 94).
147
n° 526 del 19.8.2000 ore 15.18 (vedi Faldone n° 20 – Allegato A – pagg. 58 e 59)
148
n° 734 del 21.3.2001 ore 21.52 (vedi Faldone n° 21 – Allegato E – pagg. 48 e 49)
111
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 112
FILIPPELLI Mario parla con tale Carmine (identificato in MARINO Carmine) di armi nella
disponibilità di “amici”.
M: FILIPPELLI Mario
C: MARINO Carmine
… omissis …
C: qua … ho un ciuccio …. Senti …. Ho due amici qua che stanno facendo un giro, perché mi hanno detto che ci
sono parecchi fagiani …..
M:si … ?
C: eh !
M: cosa è che c’è ?
C: un paio di amici ….
M: eh ….. Li conosco io ?
C: si …
M:uhmmm … chi è … Angelo ?
C: TIENE UN 22 AUTOMATICO CON CANOCCHIALE E SILENZIATORE …
M: ANDIAMO … FAI IL CAZZO DI SERIO …
C: VERAMENTE E ….SERIAMENTE
M: NON PARLARE COSI’ AL TELEFONO !
C: AH ?
M: NON PARLARE AL TELEFONO IN QUESTA MANIERA …
C: CHE CAZZO CE NE FREGA DEGLI SBIRRI A NOI ALTRI …
M: OHH ….
C: OHH …
M: EH .. TU SAI CHE IO SONO SOTTO CONTROLLO …
C: VA BENE ….
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e MARINO Carmine
(utenze telefoniche 0347 5702574 intestata a SURACE Giovanna ma in uso a FILIPPELLI Mario e 0349 5594123 in uso a MARINO Carmine)
149
FILIPPELLI Mario dice a MARINO Carmine di farsi trovare il pomeriggio al Bar.
Se ne ricava in modo chiaro (data la reazione indispettita di FILIPPELLI Mario ad una frase
di MARINO Carmine) che MARINO Carmine voleva sapere se doveva presentarsi armato o
meno.
M: FILIPPELLI Mario
C: MARINO Carmine
… omissis …
M: oggi pomeriggio fatti trovare al bar
C: al pomeriggio ?
149
n° 4045 del 5.6.2001 ore 13.01 (vedi Faldone n° 21 – Allegato E – pag.182)
112
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 113
M: eh … ci vediamo al pomeriggio che ti devo parlare
C: MHH DEVO VENIRE EHH … SPROVVISTO O PROVVISTO ?
M: NO, NO CHE COSA E’ SPROVVISTO O PROVVISTO ?
C: CIOE COSI’, COSI’ COME SONO ?
M: NORMALE
C: NORMALE ?
M: COME IERI, COME AVANTI IERI DEVI VENIRE EH ?
C: SI SI
M: O CARMINE, MA CHE CAZZO FAI CAPITRE AL TELEFONO DAI CIAO
Per quanto riguarda i delitti contestati ai capi 3) e 4) si osserva che anche nella indagine
n° 3225/04 R.G.N.R. (DOLCE VITA) sono state intercettate conversazioni telefoniche dalle
quali si evince chiaramente che LETTIERI Olindo deteneva per conto di FILIPPELLI Mario una
pistola.
Sono stati acquisiti significativi riscontri.
Infatti in data 7.7.2005 LETTIERI Olindo è stato tratto in arresto proprio nella flagranza del
reato di detenzione di una pistola con matricola abrasa e di oltre un chilogrammo di tritolo
(vedi copia atti del procedimento penale n° 3690/05 R.G.N.R. in proc.pen. n°3225/2004).
Ulteriore elemento di riscontro è costituito dalle dichiarazioni rese già in data 23.4.1998 dal
collaboratore di giustizia PORRO Gianfranco che in sede di interrogatorio reso al P.M. dott.
Roberto Craveia della Procura della Repubblica di Busto Arsizio nell’ ambito di altro
procedimento penale. PORRO Gianfranco in tale atto indicava LETTIERI Olindo come uomo
“di fiducia” di FILIPPELLI Mario e custode per suo conto di una pistola utilizzata per il tentato
omicidio ai danni di VENTRICE Franco 150.
Quanto al reato di cui al capo 4) si rileva che la sussistenza di gravi indizi si desume dalle
conversazioni intercettate sulle utenze in uso agli indagati.
Si sottolinea che sono state registrate una serie di conversazioni fra l’ indagato CIANCIO
Nicola e MURANO Vincenzo dalla cui lettura si desume agevolmente che CIANCIO Nicola si è
attivato per procurare l’ acquisto a favore di MURANO Vincenzo di una pistola cal. 38.
Si rinvia per una completa indicazione degli elementi a carico all’ informativa dei CC di
Busto Arsizio datata 8.11.2004 (in atti procedimento penale n° 3225/04 R.G.N.R. in
particolare pagg. 293-321).
CRISTELLO Giacomo
Ad avviso di questo giudice non vi sono gravi elementi indiziari in ordine a CRISTELLO
Giacomo in relazione al capo 5).
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine ai delitti di cui ai capi 3), 4) e 5) contestati dall’ accusa a tutti gli indagati ivi indicati
(con l’ unica eccezione di CRISTELLO Giacomo – capo 5 - per il quale non si ritiene sufficiente il compendio
indiziario raccolto ai fini dell’ adozione della misura cautelare richiesta).
****************************
CAPO 6) di imputazione
FILIPPELLI Mario
Capo 6): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 423, 629 comma II c.p., perchè, con più azioni esecutive di
un medesimo disegno criminoso, in concorso con altre persone non identificate, nel ruolo di
ideatore e mandante, con violenza consistita nell’ incendiare i veicoli “Renault 18” tg VA
B83586 di proprietà di Corrado Carminati ed il veicolo Fiat Panda tg VA B95357 di proprietà
di Gaetano Greco, costringeva Lina GRECO (moglie di Corrado Carminati e figlia di Gaetano
Greco), titolare dell’ esercizio commerciale “Bar Yoker” di Lonate Pozzolo, a cedere le licenze
150
Vedi in Faldone n° 33 – informativa CC di Busto Arsizio di data 8.11.2004 – pp. da 439 a 443.
113
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 114
del predetto esercizio, che attraverso terzi compiacenti veniva poi acquistato in data
31.10.2000 da Alessandra Bonizzi, moglie di Filippelli Mario e destinato ad abituale luogo di
incontro dei membri del sodalizio criminoso conseguendo in tal modo un ingiusto profitto
con altrui danno.
In Lonate Pozzolo (VA) dal 10.10.1998 sino al 9.8.1999.
Le indagini relative al procedimento penale n° 5656/00 (INDAGINE PIROMANE) hanno preso
le mosse proprio dal reiterarsi nel territorio del Comune di Lonate Pozzolo di una serie di
“incendi” a danni di veicoli di proprietà di terzi da parte di ignoti.
Non risultano peraltro elementi indiziari per collegare l’ incendio dei due autoveicoli indicati
al capo 6) alla condotta del sodalizio capeggiato da FILIPPELLI Mario.
La relativa denuncia è stata sporta infatti contro ignoti e non sono stati acquisti riscontri
all’ ipotesi investigativa.
Ad avviso di questo giudice NON SUSSISTONO gravi indizi di colpevolezza a carico di FILIPPELLI Mario in
ordine al delitto di cui al capo 6) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 7) di imputazione
FILIPPELLI Mario e BONVISSUTO Rosario
Capo 7): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 56, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1, 423 e 635
c.p., perchè, in concorso con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, in attuazione del
programma delittuoso del sodalizio, con reiterate condotte di minaccia e violenza consistite
nell’ appiccare il fuoco all’ esercizio commerciale “Bar Moro” di
Lonate Pozzolo, di
proprietà di Salvatore e Giovanni Battista Russotto, sito nelle vicinanze
dell’ esercizio
commerciale gestito dalla moglie di Filippelli Mario, cagionando un incendio che distruggeva
completamente il locale, nel danneggiare veicoli di clienti del suddetto esercizio
commerciale, nel forzare la porta della cler del suddetto esercizio commerciale e nel lasciare,
in chiaro segno di intimidazione, due bottiglie piene di benzina, nello stazionare in gruppo
con altri e con atteggiamenti arroganti all’ interno dell’ esercizio commerciale imponendo la
loro presenza e disturbando gli avventori, ponevano in essere atti idonei diretti in modo non
equivoco a costringere i Russotto a cedere loro l’ esercizio commerciale (o a soggetti “terzi”
meri prestanome) al fine di conseguire un ingiusto profitto non riuscendo nell’ intento per
cause indipendenti dalla loro volontà.
Con le aggravanti di aver commesso i fatti in più persone e con uso di materiali esplodenti.
In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di settembre del 2000 sino ad almeno il mese di aprile del
2001.
CAPO 8) di imputazione
FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola, NIGORDI Giuseppe
Capo 8): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., 4 e 7 legge
895/67, 635 comma II c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in
attuazione del programma delittuoso del sodalizio, con violenza e minaccia consistita nell’
esplodere colpi di arma da fuoco verso la vetrina dell’ esercizio commerciale “Bar Moro” di
proprietà di Giovanni Battista Russotto,
nell’ esplodere altresì colpi di arma da
fuoco (con relativo danneggiamento) sul veicolo BMW tg CB 446CX di proprietà di Salvatore
Russotto (titolare dell’ esercizio commerciale “Bar Commercio“ di Lonate Pozzolo) e sulle
vetrine dell’ esercizio commerciale “Bar Commercio” di proprietà di Gaspare e Salvatore
Russotto, nello stazionare pressoché quotidianamente all’ interno dell’ esercizio commerciale
con atteggiamenti intimidatori ed arroganti imponendo la loro costante presenza,
costringevano i titolari dei suddetti esercizi commerciali a consegnare loro danaro (od a
servire consumazioni gratuite) e da ultimo costringevano Giovanni Battista Russotto a
114
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 115
cedere a favore di terzi l’ esercizio commerciale “Bar Moro” conseguendo un ingiusto profitto
con altrui danno.
In particolare: Filippelli Mario, quale “mandante” ed ideatore; Di Giulio Moris e Ciancio
Nicola, quali esecutori materiali; Nigordi Giuseppe, quale “fornitore” delle armi utilizzate per
il danneggiamento dei veicoli e delle vetrine degli esercizi commerciali.
Con le aggravanti di aver commesso i fatti con armi ed in più persone.
In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di aprile del 2004 fino ad almeno al mese di ottobre del
2004 e successivamente fino al mese di gennaio del 2006 (data di cessione dell’ esercizio
commerciale “Bar Moro”).
L’ esercizio commerciale “BAR MORO” sito in Lonate Pozzolo (VA), di proprietà di RUSSOTTO
Giovanni Battista e RUSSOTTO Salvatore, è stato a partire dal mese di ottobre del 2000
oggetto di ripetute “attenzioni” con chiarissimi intenti estorsivi.
Le persone offese non hanno mai inteso presentare denuncia specifica.
In particolare in data 7.9.2000 l’ esercizio commerciale “BAR MORO” veniva incendiato.
Il proprietario RUSSOTTO Salvatore, sentito a s.i.t., dichiarava di non aver sospetti su
alcuno e di non aver mai ricevuto minacce.
In data 19.3.2001 venivano rinvenute davanti alla cler del “BAR MORO” due bottiglie
contenenti benzina dal chiaro “significato” estorsivo. A seguito di tale episodio RUSSOTTO
Salvatore rendeva s.i.t. ai CC di Lonate Pozzolo in data 20.3.2001 nel corso delle quali
esternava il sospetto che l’episodio potesse essere collegato all’ apertura di un bar gestito
dalla moglie di Mario Filippelli (BONIZZI Alessandra) allo scopo di stornare la clientela.
Aggiungeva testualmente di state vivendo “ … una situazione di minaccia passiva tacita…”
rifutandosi di fornire ulteriori informazioni sulla vicenda.
Risentito nuovamente in data 22.3.2001 dai CC di Varese a s.i.t. aggiungeva sia pure
ancora in termini chiaramente “reticenti” di aver subito un calo di clientela a causa della
costante presenza nel locale di FILIPPELLI Mario, RUSSO Giuseppe, un tale “Rosario”
(identificato in quello stesso periodo in BONVISSUTO Rosario) ed i fratelli di FILIPPELLI
Mario, vale a dire FILIPPELLI Pietro e Francesco.
Il compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è di rilevante gravità.
I servizi di video ripresa hanno confermato la costante presenza degli odierni indagati 151
all’ interno e davanti al “BAR MORO” ed al “BAR COMMERCIO”, così come dichiarato dai
titolari, fratelli RUSSOTTO.
In particolare, oltre al concreto interesse manifestato da FILIPPELLI Mario e dai suoi sodali
nell’ arco di più anni nei confronti dei due BAR (costante presenza con toni arroganti al fine
di sviare la clientela verso il BAR YOKER aperto nei pressi dalla moglie di FILIPPELLI Mario),
questo giudice valuta la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati
sulla base dell’ esito dell’ intercettazione ambientale152 effettuata in data 27.4.2008 in un
locale della Caserma dei CC di Busto Arsizio dove si trovavano i RUSSOTTO prima di essere
sentiti a s.i.t. dai Carabinieri e nel corso della quale gli stessi fanno chiaramente intendere
che gli autori delle richieste estorsive implicite (cioè sottese ai gravi episodi di incendio e
danneggiamento di cui sono stati vittime i RUSSOTTO negli anni) devono individuarsi negli
attuali indagati.
Si riportano di seguito i passi più significativi dell’ intercettazione ambientale richiamata.
GB: Cosa ci devo dire, cosa ci devo dire. Se glielo dico veramente a guerra finisce qua. Non fanno niente, loro
dicono i Carabinieri di interrogare a Busto bi..bi..bi… Una volta sai cosa ha fatto Busto? E adesso glielo dico in
faccia, mio figlio ha chiamato i Carabinieri che erano tutti la davanti .. GIUSEPPE, RENGI, MARIO..tutti là.
GUARDI IO CIO’ DAVANTI AL BAR TUTTA MALA GENTE così..così.. che me l’avevano detto loro di Varese
che se c’è qualcosa subito noi interveniamo. Sono arrivati quelli di Busto e sai cosa hanno fatto quelli di Busto e
quelli di Lonate Pozzolo, il biondo, si sono dati tutte le manine….ciao..ciao…ciao e cosa è successo? Niente tutte
cose apposto.
G: Io accuse non ne posso fare.
151
152
In particolare di FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris e CIANCIO Nicola.
Vedi trascrizione intercettazione ambientale di data 28.4.2004 presso la Stazione Carabinieri di Busto Arsizio.
115
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 116
GB: Eh allora cosa fai ?
G: Tu se se se …… se accusi ci vuole le prove. Non è che possiamo fare … il problema è dove dobbiamo stare.
GB: Le prove …. Fai una cosa …io gli dico di si …..è stato quello è stato questo.
G: Si ma è una croce per noi altri.
GB: No, no ti organizzano loro …. Ti organizzano.. . Se subito gli dico così lo arrestano … in sei (incomprensibile)
…ti fanno tutto ma ti organizzano l’appuntamento loro … seguono a lui.
S: Si però dopo è finita.
GB: E’ questo che gli ho detto a tuo padre.
S:…..(incomprensibile)
GB: Te ne arrestano due, tre ma dopo…(incomprensibile)….
GB: Che gli devo dire, meglio parlare poco e basta.
G: E cosa abbiamo detto, non abbiamo detto niente…..(incomprensibile), tanto loro lo sanno che sono loro, i
Carabinieri lo sanno …..
GB:- E’inutile che stiamo li a parlare, perché …..poi mi si secca la gola.
G: Che devo dire che non c’è problema ? Come dici tu, arrangiatevi.
I due continuano a parlare di problemi senza esternare spunti utili alle indagini.
Continuando la conversazione i due dicono:
GB: Tu non te lo immaginavi ?
G: Eh?
GB: Non te lo immaginavi ?
G: No, non è che non me lo immaginavo, ma sono venuto con un’ intenzione, se dopo sono arrivati tutti che colpa
ne ho ?
GB: Ma io lo sapevo.
G: Non è che era un bar frequentato da loro …ohh.. oppure mi ha detto ….(incomprensibile)….
GB: quello li gliela da la mazzetta.
G: Ah ?
GB: Quello li davanti al …..(incomprensibile) …. gliela la da la mazzetta.
G: Mario ? No, non gliela chiedono a loro sono lombardi, non gliela chiedono ascolta quello che ti dico io.
GB: Vittorio il pizzaiolo gliela da.
G: Chi ?
GB: Vittorio, il macellaio Pino, gliela danno.
G: …..(incomprensibile)…
GB: Tu dai retta a me. Renzo la piglia se no a Vittorio non lo lascerebbero in pace a Vittorio il pizzaiolo. La Pinotti,
il panificio, gliela danno; le macchine fuori gli lasciano. Zoc …. quello dove vado a comprare il pane Zoc … quello
di fronte al circolino notte e giorno fuori. Capisci, una volta quando appena appena gliel’hanno graffiata, gli hanno
detto statti zitto e basta. Tutti, la Pinotti quella lì di fronte ……incomprensibile….., non vedi che non gli fanno
niente ? Pagano stanno zitti e basta. Nessuno sa niente ….
G: E quelli che sono più massacrati siamo noi.
Rilevante appare altresì la conversazione telefonica n° 1372 registrata in data 28.6.2004
sull’ utenza contrassegnata da numero IMEI 352280002176990 in uso a FILIPPELLI Mario
ed intercorsa fra RUSSO Giuseppe e FILIPPELLI Mario che si riporta per esteso 153:
I: Oh
U: Oh
I: Che l'altra volta mi stavo litigando con coso
U: con chi ?
I: Ma è la lui ? (Riferito a Filippelli Pietro)
U: No no puoi parlare
I: Giovanni Giovanni del Bar Moro
U. Giovanni del Bar Moro? Il Padrone ?
I: Eh lo stavo menando perche' mi guardava. Gli ho detto che cazzo mi guardi ?
U: Ah perché ci sono ancora scintille. Hai capito ?
I: Eh beh, hai capito no ?
U: Eh Che ..Incomprensibile.. qualcun'altro amico nostro lui..non si sa com'e'
I: Mhh..Ride..Oh va bene dai ….” .
153
Conversazione telefonica numero 1372 del 28.6.2004 ore 20.45 - tra FILIPPELLI Mario e RUSSO Giuseppe.
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 117
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine ai delitti di cui ai capi 7) e 8) contestati dall’ accusa (con l’ unica eccezione di NIGORDI
Giuseppe – capo 8 - per il quale non si ritiene sufficiente il compendio indiziario raccolto ai fini
dell’ adozione
della misura cautelare richiesta).
****************************
CAPO 9) di imputazione
FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, FILIPPELLI Francesco e FILIPPELLI
Pietro
Capo 9): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n°1 c.p. , perchè,
in concorso fra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio (e con tale Emanuele non
identificato), con reiterate condotte di minaccia e violenza consistite nel percuotere
Pierangelo GIASSI, titolare dell’esercizio commerciale “TAKE OFF” di Somma Lombardo, nel
minacciare lui e la moglie Loredana SESONA di bruciare il locale, nel presentarsi in gruppo
all’ interno del locale, nel minacciare alcuni dei dipendenti dello stesso, nel prospettare a
Loredana SESONA gravi conseguenze anche sui figli minori in caso di mancata adesione alle
loro richieste, costringevano il GIASSI a versare la somma mensile di 10 milioni di lire a
favore del sodalizio, costringevano la SESONA almeno in un’ occasione a versare la somma
di 1 milione di lire, effettuavano consumazioni gratuite sempre con il ricorso alle minaccia e
imponevano la loro costante presenza nel locale conseguendo un ingiusto profitto con altrui
danno.
Con le aggravanti di aver commesso i fatti in più persone.
In Somma Lombardo (VA) dal mese di agosto del 2000 sino ad almeno il mese di agosto del
2001.
Nel corso delle indagini relative al procedimento penale n° 5656/00 R.G.N.R. (INDAGINE
PIROMANE) sono stati acquisiti elementi indiziari gravi ed univoci in relazione a condotte
estorsive tenute dagli indagati nei confronti dei titolari del locale “Take Off” di Somma
Lombardo.
Gli esiti delle intercettazioni telefoniche hanno trovato specifico riscontro nelle dichiarazioni
rese in più occasioni da Loredana SESONA (moglie di Pierangelo GIASSI) ai CC di Somma
Lombardo (VA) e successivamente ai CC di Varese e da alcuni suoi dipendenti circa
l’ insistente, arrogante e minacciosa presenza nel locale “Take Off” dei sopra indicati indagati
(vedi in particolare informativa dei CC di Varese del 16.10.2000 con annotazione CC di
Somma Lombardo su dichiarazioni rese in via “informale” da Loredana Sesona; informativa
CC di Varese del 18.8.2001 con allegati verbali di trascrizioni telefoniche), nei servizi di
o.p.c. effettuati dai CC di Varese e dai CC di Somma Lombardo.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 9) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 10) di imputazione
FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, LA FACE Giorgio e RUSSO Domenico
Capo 10): del delitto di cui agli artt. 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perché, in
concorso tra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, percuotendo tale “Emanuele”
non meglio identificato e sottraendo a Norval Zanandrea un veicolo di sua proprietà,
minacciando di non restituirlo se non previa consegna della somma di danaro di 8 milioni di
lire, asseritamente dovuta a Filippelli Mario dal predetto Norval Zanandrea, da tale
Emanuele non meglio identificato e da Faggionato Marco, costringevano gli stessi a
consegnare loro la somma di 8 milioni di lire, conseguendo un ingiusto profitto con altrui
danno.
Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone.
In Lonate Pozzolo (VA) nel mese di novembre del 2000.
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 118
Nel corso delle intercettazioni telefoniche sull’ utenza n° 0349 3280373 in uso a FILIPPELLI
Mario effettuate nell’ ambito del procedimento penale n° 5656/00 R.G.N.R. (INDAGINE
PIROMANE) sono state registrate alcune conversazioni dalle quali emerge che FILIPPELLI
Mario, al fine di affermare il suo ruolo di “primazia” all’ interno del sodalizio, costringeva
Zanandrea Norval (verosimilmente legato allo stesso da vincoli “associativi”) ed un gruppo
di altre persone a versargli la somma di otto milioni di lire quale “prezzo” per la restituzione
del veicolo sottratto ad opera di BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, RUSSO
Giuseppe, LA FACE Giorgio.
Gli elementi di prova raccolti sono sintetizzati nell’ informativa del R.O.N.O. CC di Varese del
4.11.2002 (vedi in atti del procedimento penale n° 5656/00 Operazione Piromane).
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 10) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 11) di imputazione
FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI
Nicodemo, SOZZO Giuseppe e FILIPPELLI Francesco
Capo 11): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perchè,
in concorso fra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, con violenza e minaccia
consistita nel percuotere Massimo Guglia, titolare dell’ esercizio commerciale “Lady G” di
Varese, nel minacciare lo stesso ed il dipendente Nicola La Camera di bruciare il locale in
caso di mancata adesione alle loro richieste e nel prospettare comunque pesanti ritorsioni in
caso di rifiuto, costringevano i due a consegnare loro parte dei proventi degli incassi serali
(prelevati pressoché quotidianamente da Pietro Filippelli addetto, su direttive formulate da
Mario Filippelli, alla tenuta della contabilità), costringevano il Guglia ad assumere delle
ragazze scelte da loro, imponevano la loro costante presenza nel locale costringendo altresì
il Guglia ed i dipendenti a servire loro consumazioni gratuitamente e, da ultimo, inducevano
a causa delle continue minacce il Guglia a cedere la propria quota di partecipazione all’
esercizio commerciale a favore del dipendente Nicola La Camera (di fatto costretto a gestire
il locale nell’ interesse degli estorsori e, in particolare, di Mario Filippelli) ed a favore di
Galou Kankanamalage Madura Priyankara, e successivamente, minacciando reiteratamente
Massimo GUGLIA, prospettando pesanti ritorsioni ai suoi danni in caso di mancata adesione
alle loro richieste, lo costringevano a consegnare a Mario Filippelli la somma di 20 milioni di
lire, con tre assegni, quale “corrispettivo” non dovuto per la cessione del locale a favore di terzi
(assegni che non venivano pagati perché posti sotto sequestro dall’ Autorità Giudiziaria),
conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno.
Con le aggravanti di aver commesso i fatti in più persone riunite.
In Varese dal mese di ottobre del 2001 sino ad almeno il mese di febbraio del 2002.
Il compendio indiziario a carico degli odierni indagati è grave.
Risulta costituito in parte da numerose annotazioni di indagini del CC (a decorrere dal
febbraio 2001) in ordine a dichiarazioni non formalizzate da RUPIA Gaetano (dipendente del
locale LADY G di Varese) circa le richieste di chiara natura estorsiva formulate da FILIPPELLI
Mario (“Ho saputo che hai aperto un locale a Varese … come mai non me l’hai detto? Lo sai che ho dei ragazzi da mantenere
in carcere…”), la successiva visita di tre persone fra cui BONVISSUTO Rosario che richiedeva la
consegna di parte dei proventi derivanti dall’attività commerciale.
Le richieste di natura estorsiva venivano confermate ai CC anche da LA CAMERA Nicola,
contitolare del LADY G di Varese.
Dette dichiarazioni trovavano poi ampio riscontro nelle disposte intercettazioni telefoniche
sull’ utenza in uso a FILIPPELLI Mario. Si indicano le più rilevanti:
tel. n° 1118 del 10.2.2001: FILIPPELLI Mario chiama il fratello Pietro per informarlo della visita dei
“nipoti” al locale. Con tono di vanto afferma che i “nipoti” (poi identificati in BONVISSUTO
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 119
Rosario e RUSSO Giuseppe) hanno spiegato ai titolari del locale che a comandare non sono
“loro” ma “MARIO” di Lonate Pozzolo;
tel. n° 1150 del 12.2.2001 - ore 00.49: FILIPPELLI Mario chiama il fratello Pietro per poi farsi passare LA
CAMERA Nicola e BONVISSUTO Rosario. Al primo ordina che l’ indomani dovrà andarlo a
trovare per parlargli. A BONVISSUTO Rosario invece suggerisce di non affrontare ulteriori
“discorsi” perché LA CAMERA Nicola passerà da lui;
tel. n°1151 del 12.2.2001- ore 01.05: FILIPPELLI Mario riceve una chiamata da Pietro e Rosario.
Quest’ultimo parla di alcune ragazze presenti nel locale, di quello che è stato già detto ai
titolari e come questi ne siano rimasti intimoriti. E’ evidente la loro presenza all’interno del
“Lady G”.
tel. n° 1157 del 12.2.2001 – ore 11.16: FILIPPELLI Pietro chiama il fratello Mario per chiedere se LA
CAMERA Nicola deve portarlo da lui. Mario risponde: “da Rosario” perché da lui sono passati
gli “sbirri”.
tel. n° 1158 del 12.2.2001 – ore 14.19: FILIPPELLI Pietro chiama Mario informandolo che sta arrivando
con Nicola. Mario invita ad attendere perché deve sentire Rosario.
Negli stessi giorni vengono registrate altre telefonate utili per fornire chiarimenti sulla
vicenda “ estorsiva” avviata registrate sulle stessa utenza (vedi nel dettaglio informativa
R.O.N.O. CC di Varese del 4.11.2002 pagg. 43 e ss.) e in particolare: il 13.2.2001
FILIPPELLI Mario chiama Pietro ed in seguito parlerà con BONVISSUTO Rosario il quale lo
invita insistentemente ad uscire di casa (FILIPPELLI Mario si trova agli arresti domiciliari).
Lo informa che gli hanno dato del “boss”. Mario sottolinea che lui è “ancor più boss” e
prosegue dicendo che il fratello Pietro è in gamba e che devono partire dal piccolo per
arrivare al grande aggiungendo che loro sono “i più potenti”.
Il compendio indiziario (già grave), è ulteriormente rafforzato dalle denuncia infine sporta in
data 17.10.2001 da GUGLIA Massimo (titolare del LADY G) che dichiarava di essere stato
costretto a versare denaro a FILIPPELLI Mario (nel solo mese di agosto 2001 lire 16 milioni
di lire) ed a FILIPPELLI Pietro (fratello di Mario).
Riferiva di avere dovuto subire la costante presenza nel locale di FILIPPELLI Pietro, RUSSO
Giuseppe, FILIPPELLI Francesco, BONVISSUTO Rosario, FILIPPELLI Cataldo, LETTIERI
Olindo, LA FACE Giorgio, NARDO Giovanni Battista, SCAROLA Gaetano.
Aggiungeva che gli stessi consumavano senza pagare.
Nel mese di gennaio del 2002 Massimo Guglia presentava denuncia nella quale asseriva di
aver ceduto le quote del locale a favore di Nicola La Camera e di altro soggetto e di aver
ricevuto gravissime minacce da Mario Filippelli il quale avrebbe “ preteso” la consegna di 20
milioni di lire a titolo di “compensazione” per la cessione del locale e di aver consegnato tali
assegni. Il P.M. emetteva decreto di sequestro degli assegni debitamente notificato a Mario
Filippelli. Successivamente venivano registrate ulteriori conversazioni telefoniche dalle quali
emergeva chiaramente che Mario Filippelli continuava a pretendere la consegna di soldi da
parte di Massimo Guglia
In conclusione si osserva che dalle denunce e s.i.t. rese da Massimo Guglia e Nicola La
Torre, dai servizi di video-riprese e dalle intercettazioni ambientali, dai servizi di o.p.c. e in
particolare dalle intercettazioni telefoniche emerge un quadro indiziario di rilevante gravità a
carico degli indagati per i reati contestati.
Il “mandante” ed ideatore è chiaramente FILIPPELLI Mario; i soggetti materialmente
incaricati di “intimidire” le persone offese sono gli uomini alle dirette “dipendenze” di
FILIPPELLI Mario e, in particolare, BONVISSUTO Rosario, SOZZO Giuseppe, NARDO
Giovanni Battista. Il soggetto materialmente incaricato di “gestire” il locale e di controllarne
la contabilità à FILIPPELLI Pietro.
La sintesi di tutti gli elementi investigativi raccolti è indicata nell’informativa del R.O.N.O.
CC di Varese del 4.11.2002.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 11) contestato dall’ accusa.
****************************
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 120
CAPO 12) di imputazione
FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, SOZZO Giuseppe e PANO Andrea
Capo 12): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 56-629 e 629 comma II in relazione
all’ art. 628 comma III n° 1
c.p., perchè, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso,
con minaccia consistita nel presentarsi in gruppo presso
l’ esercizio commerciale
“Lady G” di Varese, ceduto da Massimo Guglia a Galou Kankanamalage Madura Priyanakara e
nell’ intimare allo stesso di consegnare a Mario Filippelli la somma di 50 milioni di lire,
prospettando in caso di mancata adesione la minaccia di bruciare il locale, commettevano
atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere Galou Kankanamalage a versare loro
un somma di danaro non dovuta, non riuscendo nell’ intento per cause indipendenti dalla
loro volontà e costringevano comunque il titolare dell’ esercizio commerciale, a mezzo delle
descritte condotte minacciose, a servire loro consumazioni gratuite conseguendo un ingiusto
profitto con altrui danno.
In Varese dal mese di gennaio al mese di marzo del 2002.
Successivamente alla cessione del locale “LADY G” da parte di GUGLIA Massimo a favore di
LA CAMERA Nicola e di Galou Kankanamalage Madura Priyanakara si registra un persistente
interesse di FILIPPELLI Mario nei confronti del nuovo titolare del locale il quale, mostrando
un atteggiamento più “chiaro” dei precedenti titolari presenta formale denuncia nei confronti
di Mario Filippelli.
Le conversazioni telefoniche intercettate sulle utenze in uso agli indagati hanno consentito
di acquisire specifici e dettagliati elementi di riscontro alla denuncia della persona offesa
La sintesi degli elementi indiziari raccolti è dettagliatamente esposta nella più volte citata
informativa del R.O.N.O. CC di Varese del 4.11.2002.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 12) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 13) di imputazione
FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI
Nicodemo, SOZZO Giuseppe, PAOLINO Antonio, DI GIULIO Moris, MALENA Michele e LA FACE Giorgio
Capo 13): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., perchè,
in concorso fra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, con violenza e minaccia
consistita nel recarsi ripetutamente ed in gruppo presso l’ esercizio commerciale “El Patio”
di proprietà di Renato Bettin, Elvio Bettin ed Umberto Guenzani, pretendendo di essere
serviti gratuitamente, nel lasciare davanti alla porta di ingresso del locale una bombola
piena di gas su un fornello acceso (con deflagrazione evitata solo grazie alla prontezza di
Renato Bettin che riusciva a disinnescare l’ ordigno),
nell’ imporre l’ impiego
lavorativo di donne da loro indicate e nell’ utilizzare il locale quale luogo di abituale ritrovo
dei componenti il sodalizio, costringevano i proprietari del locale a consegnare loro somme
di danaro ovvero a servirli gratuitamente o comunque a consentire loro il controllo delle
attività del locale conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno.
In particolare: Mario Filippelli, quale ideatore e mandante; Rosario Bonvissuto, quale
istigatore e coautore materiale; Antonio Paolino detto “Tony” e Giuseppe Sozzo, quali
coautori delle condotte minacciose; Pietro Filippelli, quale soggetto incaricato di “controllare il
locale” e, in tempi più recenti, Michele Malena e Giulio Di Moris, quali coautori materiali di
condotte intimidatrici dirette a costringere i titolari a fornire loro consumazioni “gratuite” in
forza dei loro rapporti con Mario Filippelli.
Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone e con l’ uso di materiali
esplodenti.
In Vanzaghello (MI) dal mese di luglio del 2001 sino ad almeno all’ anno 2004. Per i soli
Rosario Bonvissuto - Giuseppe Sozzo - Nicodemo Filippelli - Antonio Paolino nel mese di
luglio del 2001. A partire dal mese di giugno del 2004 per i soli Di Giulio Moris e Michele
Malena.
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 121
La vicenda “estorsiva” che riguarda il locale “El Patio” di Vanzaghello (MI) è emersa in prima
battuta dalle indagini svolte nell’ambito del procedimento penale n° 5656/00 R.G.N.R.
(INDAGINE PIROMANE) ed ha trovato ulteriori riscontri nelle ulteriori indagini disposte a
carico di FILIPPELLI Mario nell’ ambito del procedimento penale n° 3225/04 R.G.N.R.
(INDAGINE DOLCE VITA).
La richiesta estorsiva in questo caso è stata attuata con il collocamento di una bombola di
gas sopra un fornello acceso davanti al locale “EL PATIO”.
I titolari BETTIN Roberto ed Elvio e GUENZANI Umberto non hanno sporto formale denuncia
in ordine a richieste espresse di denaro, ma si sono limitati ad esternare dei sospetti di un
gruppo di persone di Lonate Pozzolo riconducibili al sodalizio capeggiato da Mario Filippelli
L’ esito delle disposte intercettazioni telefoniche delinea un quadro di effettiva sottomissione
derivante da estorsione.
Il locale “EL PATIO” godeva quindi “della protezione” di FILIPPELLI Mario ed era controllato
per suo conto dal fratello Pietro.
I sodali (in particolar modo DI GIULIO Moris e MALENA Michele) si recavano senza “pagare”
le consumazioni facendo leva sui rapporti con FILIPPELLI Mario.
La “sintesi” degli elementi indiziari è dettagliatamente riportata nella più volte citata
informativa del R.O.N.O. CC di Varese del 4.11.2002.
PAOLINO Antonio
Ad avviso di questo giudice non vi sono gravi elementi indiziari in ordine a PAOLINO Antonio
in relazione al capo 13).
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 13) contestato dall’ accusa a tutti gli indagati ivi indicati (con l’
unica eccezione di PAOLINO Antonio per il quale non si ritiene sufficiente il compendio indiziario raccolto ai fini
dell’ adozione della misura cautelare richiesta).
****************************
CAPO 14) di imputazione
FILIPPELLI Mario, FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI Francesco e DI GIULIO Moris
Capo 14): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., perchè,
in concorso fra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso commesse
in tempi diversi, con minaccia e violenza consistita nel recarsi ripetutamente in gruppo
presso il Night Club “Caprice” di Oleggio (NO), anche con l’ ausilio di altri sodali non
identificati, nel minacciare implicitamente, attraverso la prospettazione di danni al locale, il
titolare Roberto Baranzini, costringevano lo stesso a consentire loro la frequentazione
gratuita dell’ esercizio commerciale, ad impiegare donne indicate dal sodalizio criminoso, a
licenziare persone non gradite a FILIPPELLI Mario, a consentire il controllo del locale a
FILIPPELLI Pietro, incaricato di curarne la gestione per conto del fratello e a consegnare loro
una percentuale dei guadagni.
Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone.
In Oleggio (NO) dal mese di luglio del 2001 con continuità di condotte almeno sino al mese
di ottobre del 2004 (per il solo DI GIULIO Moris a partire dal mese di giugno del 2004).
La vicenda “estorsiva” che riguarda il Night Club “Caprice” di Oleggio (NO) è emersa in prima
battuta dalle indagini svolte nell’ambito del procedimento penale n° 5656/00 R.G.N.R.
(INDAGINE PIROMANE) ed ha trovato ulteriori riscontri nelle ulteriori indagini disposte a carico
di FILIPPELLI Mario nell’ ambito del procedimento penale n° 3225/04 R.G.N.R. ( INDAGINE
DOLCE VITA).
Il compendio indiziario (derivante da eloquenti intercettazioni telefoniche effettuate a
decorrere dal luglio 2001) è cospicuo e di rilevante gravità.
121
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 122
In particolare nella prima indagine si evinceva da una telefonata 154 direttamente intercorsa
fra FILIPPELLI Mario e BARANZINI Roberto (titolare del Night Club) che questi era stato
costretto a licenziare CENTORRINO Tindara (ex “amante” di FILIPPELLI Mario) su espresso
ordine dello stesso.
La circostanza è ulteriormente confermata da altra telefonata intercettata di data 9.2.2002
nel corso della quale la stessa TINDARO Concetta lamenta il trattamento subito
(“licenziamento”), determinando la seguente reazione verbale di FILIPPELLI Mario: “Te
l’
avevo detto che sono il PADRONE dei locali …., sono dei conigli sono ….., va bene !? Qua in zona non lavorerai ! … Lo sai no
? Sei licenziata … Tendy …, ti spezzo per intero la vita!”.
E’ evidente che un tale comportamento ed il tono utilizzato da FILIPPELLI Mario per ottenere
quanto richiesto presuppongono, alla luce delle condotte “abituali” dello stesso (e più in
generale del sodalizio criminoso secondo il consueto e rodato meccanismo utilizzato nelle
vicende estorsive contro i locali “TAKE OFF” di Somma Lombardo ed “EL PATIO” di
Vanzaghello) un potere diretto sull’ esercizio commerciale attraverso condotte estorsive,
ancorché non formalmente denunciate dal gestore del “Caprice”.
Quindi nella seconda indagine sono state registrate altre conversazioni 155 dalle quali emerge
con evidenza che il locale “Caprice” veniva utilizzato da FILIPPELLI Mario per far lavorare
della donne; che FILIPPELI Pietro è il soggetto “incaricato” di vigilare sull’ attività del locale;
che DI GIULIO Moris “gode” grazie ai legami con FILIPPELLI Mario della possibilità di
ottenere, anche con il ricorso alla minaccia, consumazioni gratuite contro la volontà del
titolare del locale.
Sintesi della telefonata n° 38 del 9.6.2004 tra FILIPELLI Mario e DI GIULIO Moris.
FILIPPELLI Mario chiama DI GIULIO Moris, chiedendogli dove si trova. Moris gli dice di
essere stato al “Caprice” e all’”Argentina”, rispettivamente night club di Oleggio e Gallarate.
In particolare Moris dice di aver bevuto sette o otto cuba-libre verosimilmente al “Caprice”
dove lavora Alina, “TULBURE Alina Mariana”, e che là ha avuto un rapporto sessuale con
una delle ragazze. Tuttavia Roberto, “BARANZINI Roberto”, titolare del “Caprice” gli ha
detto di stare solo dieci minuti in quanto stava cambiando gestione e c’era il nuovo gestore,
che non vuole vedere certa gente dentro al locale. Moris dice a Mario che ha detto a Roberto
che se c’erano problemi avrebbe parlato lui con quello, ma Roberto ha insistito che non lo
facesse.
Sintesi delle telefonate n° 1675 e n° 1676 del 3.7.2004 tra FILIPPELLI Mario e DATI
Agostino.
TULBURE Alina Mariana chiama FILIPPELLI Mario, dicendogli che ha visto al “Caprice” una
persona che lui conosce e che si trovava lì con la sua ragazza (intesa come donna “piazzata”
nel locale atteso che lo stesso è sposato). Inizialmente FILIPPELLI Mario non capisce di chi
si tratta, poi lo indica ad Alina come il ”Il pentito” ovvero DATI Agostino, del quale lui é
“Padrino”. DATI Agostino che ha portato a lavorare la sua donna (GOSTINE Anna) al
“Caprice”, chiama il suo “Padrino” FILIPPELLI Mario, in quanto FILIPPELLI Pietro, accortosi
della cosa, ha ordinato a BARANZINI Roberto, titolare del “Caprice”, di mandare via la sua
donna, poiché pensa che lui e suo fratello abbiano litigato. FILIPPELLI Mario prima parla con
BARANZINI Roberto dicendogli di non mandare via la donna di Agostino.
DATI Agostino chiama FILIPPELLI Mario, chiamandolo “Padrino”, ringraziandolo più volte per
il suo intervento, dicendogli che la situazione é rientrata, che suo fratello Pietro pensava che
loro due avessero litigato e non si parlavano più. Infine DATI Agostino riferisce a FILIPPELLI
Mario che suo fratello Pietro ha alzato la voce anche con BARANZINI Roberto, titolare del
night club “Caprice” di Oleggio.
154
Vedi in atti (Faldone n° 24 - pag. 96 informativa di data 4.11.2002 del RONO CC di Varese) telefonata di data
8.2.2002 intercorsa tra FILIPPELLI Mario ed il gestore del “CAPRICE”.
155
Vedi in atti (Faldone n° 33 - informativa di data 8.11.2004 dei CC di Busto Arsizio) le seguenti telefonate: n° 38 del
9.6.2004 tra FILIPPELLI Mario e DI GIULIO Moris; n° 1116 del 25.6.2004 tra FILIPPELLI Mario e TULBURE Alina
Mariana; nn° 1675 e 1676 del 3.7.2004 tra FILIPPELLI Mario e DATI Agostino;
122
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 123
Il contenuto delle conversazioni intercettate prova il controllo diretto di FILIPPELLI Mario e
dei suoi associati sul Night Club “Caprice” per mezzo di condotte estorsive ed ingerenza
diretta nella gestione dello stesso locale.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 14) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 15) di imputazione
FILIPPELLI Mario
Capo 15): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1, 644 c.p. , perchè,
con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, costringeva Saverio Malaspina
con minaccia di percosse a versare a favore di Bruno Catania una somma di danaro da lui
vantata nei confronti del Malaspina e, in particolare, Mario Filippelli intimava a Saverio
Malaspina di consegnare immediatamente i soldi a Bruno Catania e, successivamente, a
fronte della mancanza di disponibilità di danaro da parte del Malaspina, forniva lui stesso un
prestito destinato all’ estinzione del debito, ottenendo dal Malaspina la promessa di
restituzione con interessi usurari (pari a circa a lire 1.500.000 per un mese).
Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone.
In Lonate Pozzolo (VA) il 26.6.2001.
Detta vicenda è emersa nel corso delle indagini svolte nell’ambito del procedimento penale
n° 5656/00 R.G.N.R. (INDAGINE PIROMANE).
Il compendio indiziario (derivante da eloquenti intercettazioni telefoniche) è cospicuo e di
rilevante gravità.
In particolare emerge che in data 26.6.2001 CATANIA Bruno, titolare di una carrozzeria sita
in Samarate (VA), si rivolgeva a FILIPPELLI Mario per un recupero credito nei confronti del
debitore MALASPINA Saverio.
FILIPPELLI Mario contattava per telefono il MALASPINA e gli intima con tono minaccioso di
pagare immediatamente il debito offrendogli lui stesso il danaro necessario “maggiorato” di
una percentuale pari ad un milione e mezzo da restituire entro un mese.
La “sintesi” degli elementi indiziari è dettagliatamente riportata a pag. 78 della più volte
citata informativa del R.O.N.O. CC di Varese del 4.11.2002.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 15) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 16) di imputazione
FILIPPELLI Mario e FILIPPELLI Pietro
Capo 16): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 56, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n°1 c.p. ,
perchè, in concorso fra loro e con altre persone appartenenti al sodalizio criminoso non
meglio identificate, con minaccia consistita nel recarsi ripetutamente in compagnia di altri
sodali all’ interno dell’ esercizio commerciale “Bar Atlantic” di Lonate Pozzolo di proprietà di
Fabio Rota e Stefano Cucchi, nel richiedere agli stessi la consegna di una somma mensile di
€ 1.500,00 asserendo che “funziona così” e nell’ omettere di pagare le consumazioni presso l’
esercizio commerciale, commettevano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere
i titolari del predetto esercizio commerciale a versare a loro favore una somma di danaro
non dovuta, non riuscendo nell’ intento per ragioni indipendenti dalla loro volontà, poiché i
titolari decidevano da lì a poco di cedere l’ attività commerciale a terzi.
Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone.
In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di settembre del 2003 sino al 31.1.2004
CAPO 17) di imputazione
123
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 124
FILIPPELLI Mario
Capo 17): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 629 comma I c.p., perchè, con minaccia consistita nell’
intimare a Fabio ROTA di accendere un finanziamento da destinare a suo favore per l’
acquisto di mobili, prospettando, in caso di mancata adesione, ritorsioni ai
suoi danni,
costringeva il predetto Fabio ROTA ad accendere c/o l’ esercizio
commerciale “Mercatone
Bustese” di Castellanza un mutuo, da destinare a favore del Filippelli, per l’ acquisto di mobili,
pari ad € 7.000,00, rimborsabili con rate da € 280,00 mensili cadauna, pagate dal predetto
Rota e dall’ ex socio Stefano Cucchi conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno.
In Lonate Pozzolo (VA) e Castellanza (VA) nel mese di dicembre del 2003.
Quanto al capo 16) dell’ imputazione, il compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini
è di rilevante gravità in ordine al tentativo di estorsione nei confronti di ROTA Fabio e
CUCCHI Stefano (titolari del Bar “Atlantic” di Lonate Pozzolo – VA), non perfezionatasi solo a
seguito della decisione maturata dagli stessi di vendere l’ attività a terzi (VISMARA
Francesco)
Detto compendio indiziario è costituito dal verbale di s.i.t. di data 11.2.2004 rese da Fabio
Rota e con cui dichiarava di aver subito richieste di danaro da FILIPPELLI Mario senza
peraltro aggiungere altri particolari. Risulta inoltre che in data 23.6.2004 venivano sentiti a
s.i.t. ROTA Fabio e CUCCHI Stefano i quali, pur ribadendo la loro volontà di non presentare
formale denuncia ed esternando anzi grande preoccupazione per possibili ritorsioni ai loro
danni (vedi allegata informativa CC di Lonate Pozzolo del 30.6.2004), dichiaravo comunque
che a partire dal mese di settembre del 2003 avevano ricevuto, in svariate occasioni, la
“visita” di FILIPPELLI Mario, del fratello FILIPPELLI Pietro e di altri personaggi non meglio
indicati che stazionavano all’ interno del locale con modi arroganti e senza pagare.
Aggiungevano che successivamente FILIPPELLI Mario nel mese di ottobre del 2003 aveva
espressamente richiesto loro il pagamento di una somma pari ad € 1500 “per stare in pace nel
locale”. A fronte dell’ espresso rifiuto dei due che gli comunicavano l’ intenzione di “cedere” di
lì a poco il locale, FILIPPELLI Mario non formulava ulteriori richieste pur continuando ad
imporre la sua presenza ed a non pagare alcuna consumazione.
Quanto al capo 17) dell’ imputazione ROTA Fabio dichiarava altresì di essere
stato “costretto” da FILIPPELLI Mario a sottoscrivere un finanziamento pari ad € 7.000 per
l’ acquisto di mobili destinati allo stesso FILIPPELLI.
Ad avviso di questo giudice le dichiarazioni rese dalle persone offese, alla luce del
complesso del materiale probatorio acquisito anche in ordine ad altri episodi estorsivi
commessi in quel periodo dallo stesso FILIPPELLI Mario e soci a Lonate Pozzolo e zone
limitrofe,integrano un quadro indiziario di rilevante gravità.
Le condotte “minacciose” sono evidenti, sebbene implicite.
Prodromica e funzionale alla formulazione delle richieste estorsive è la presenza “del
gruppo” nel locale con atteggiamenti ispirati a volontà di prevaricazione ed ad insinuare
timore nei titolari dell’esercizio commerciale.
L’idoneità delle condotte “minacciose” ad intimidire le persone offese ROTA Fabio e CUCCHI
Stefano è palese a fronte della loro decisione di cedere a terzi l’esercizio commerciale e dal
rifiuto netto a presentare formale denuncia nei confronti di soggetti che ritengono
particolarmente “pericolosi”.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine ai delitti di cui ai capi 16) e 17) contestati dall’ accusa.
****************************
CAPO 18) di imputazione
FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris, MARTINES Angelo e CIANCIO Nicola
Capo 18): del delitto di cui agli artt. 110, 81 cpv, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n°1, 582-583 c.p.,
perchè, in concorso fra loro, con minaccia e violenza consistita nel percuotere in più
occasioni Francesco Vismara, titolare dell’ esercizio commerciale “Bar Atlantic” di Lonate
124
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 125
Pozzolo e, da ultimo, nel procurargli lesioni con un coltello ad opera di Nicola Ciancio; nel
minacciare la distruzione del locale in caso di mancata adesione alle loro richieste,
costringevano il Vismara a fornire loro consumazioni senza corrispondere il corrispettivo ed
a corrispondere parte dei guadagni a loro favore, minacciando altresì pesanti ritorsioni in
caso di denuncia alle forze dell’ ordine e conseguendo in tal modo un ingiusto profitto con
altrui danno.
In particolare: Mario Filippelli, in qualità di ideatore e mandante; Moris Di Giulio, Nicola
Ciancio ed Angelo Martines in qualità di esecutori materiali incaricati del controllo di
Francesco Vismara.
Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone e con l’uso di armi.
In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di giugno del 2004 almeno sino al mese di agosto del
2004.
Nel corso delle indagini relative al procedimento penale n° 3225/04 R.G.N.R. (INDAGINE
DOLCE VITA) sono stati acquisiti elementi indiziari gravi ed univoci in relazione a condotte
estorsive tenute dagli indagati nei confronti di VISMARA Francesco, nuovo titolare del “BAR
ATLANTIC” di Lonate Pozzolo.
In data 8.6.2004 VISMARA Francesco veniva aggredito fisicamente da FILIPPELLI Mario.
Gli esiti delle intercettazioni telefoniche hanno trovato specifico riscontro nelle dichiarazioni
rese in più occasioni da VISMARA Francesco ai CC di Lonate Pozzolo (VA) e successivamente
ai CC di Varese circa l’ insistente, arrogante e minacciosa presenza nel proprio BAR dei
sopra indicati indagati cui era “costretto” a servire le consumazioni “gratuitamente”, nonché
nei servizi di o.p.c. effettuati dai CC.
In data 10.8.2004 VISMARA Francesco veniva nuovamente sentito dai CC di Busto Arsizio
(vedi s.i.t. allegato alla richiamata informativa di data 8.11.2004) ed in tale occasione
dichiarava di essere stato picchiato da CIANCIO Nicola che gli aveva arrecato lesioni con un
coltellino e lo aveva minacciato “di morte”.
Rilevante appaiono le seguenti conversazioni telefoniche indicate nell’ informativa dei CC di
Busto Arsizio di data 8.11.2004
n° 1885 registrata in data 7.7.2004 alle ore 18.38 tra FILIPPELLI Mario e MARTINES Angelo
(pag. 117 dell’ informativa richiamata)
MARTINES Angelo chiama FILIPPELLI Mario e nella conversazione FILIPPELLI Mario chiede A
MARTINES Angelo se sta controllando la situazione (si riferisce chiaramente al Bar “Atlantic”
di VISMARA Francesco avendo detto “Che lo meniamo un’ altra volta lo meniamo !”) e MARTINES lo
rassicura dicendogli: “E’ tutto a posto, che ormai qua l’ Atlantic lo facciamo funzionare … e che quello, VISMARA
Francesco, si spaventa pure della sua ombra ….”.
n° 30 registrata in data 9.6.2004 alle ore 1.29 tra DI GIULIO Moris e MINNITI Domenico
(pag. 132 dell’ informativa richiamata)
MINNITI Domenico chiama DI GIULIO Moris dicendogli di essere a conoscenza della
situazione e che ha ragione “Mark” (verosimilmente MARTA Giovanni), in quanto quello
che ha sbagliato é un altro. DI GIULIO Moris dice a Domenico che non lo doveva mettere di
mezzo e di non parlare per telefono. Tuttavia dà indicazione a Domenico su come si deve
comportare al fine di sistemare la cosa. Alla fine della conversazione DI GIULIO Moris dice a
Domenico che non si potranno vedere subito in quanto ha picchiato una persona a Lonate, ovvero
VISMARA Francesco.
n° 1025 registrata in data 3.9.2004 alle ore 19.05 tra CIANCIO Nicola e MARTINES Angelo
(pag. 136 dell’ informativa richiamata)
125
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 126
CIANCIO Nicola, prima di ritornare a Lonate Pozzolo (VA) dalle ferie, chiama MARTINES
Angelo, chiedendogli se é tutto a posto “di là”. MARTINES Angelo dice che é tutto a posto e
CIANCIO Nicola gli chiede se ha sentito qualcosa da “Zio Frank” (VISMARA Francesco), in
relazione all’ aggressione che quest’ultimo ha subito ad opera sua. MARTINES Angelo gli
dice che lui é sempre la e non gli ha detto niente. CIANCIO Nicola gli dice che allora domani
sera lo andrà a trovare e che se gli dirà qualcosa gli brucerà il locale. MARTINES gli dice
“Bravo”, di andare domani sera che saranno la anche loro.
n° 130 registrata in data 9.8.2004 alle ore 19.52 tra CIANCIO Nicola e DI GIULIO Moris
(pag. 350 dell’ informativa richiamata)
CIANCIO Nicola chiama DI GIULIO Moris dicendogli che sta partendo e che ha picchiato
“Franck quello del “Bar Atlantic” (ovvero VISMARA Francesco) e che lo ha colpito molte volte
con un coltellino. CIANCIO Nicola ha paura che quest’ultimo lo abbia denunciato e dice a DI
NGIULIO Moris che sta partendo di nascosto e che non é rientrato a casa per tutta la notte
per paura che lo andassero a prendere a casa.
Gli elementi di prova raccolti sono sintetizzati nell’ informativa dei CC di Busto Arsizio di
data 8.11.2004 (Faldone n° 33)
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 18) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 19) di imputazione
FILIPPELLI Mario, FILIPPELLI Pietro, DATI Agostino, DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola e CASOPPERO
Cataldo
Capo 19): del delitto di cui agli artt. 81 cpv. e 110 c.p., artt. 3 n° 8 e 4 legge 75/58 , perché, in concorso fra
loro, favorivano e sfruttavano la prostituzione di svariate donne (prevalentemente di
nazionalità straniera), utilizzando, quali “luoghi di copertura” per le attività di meretricio delle
stesse, i locali “Caprice” di Oleggio, “El Patio” di Vanzaghello, “Argentina” di Gallarate e, in
particolare, Mario Filippelli con l’attivo concorso materiale di Moris Di Giulio, Nicola Ciancio e
Pietro Filippelli favoriva e sfruttava la prostituzione di Alina Mariana Tulbure e di Talasman
Raluca, consentendo loro la frequentazione dei locali notturni “Caprice” di Oleggio (sotto il
diretto controllo del fratello Pietro) e “Argentina” di Gallarate ed ancora favoriva l’ attività di
meretricio all’ interno del locale “Caprice” di Oleggio di Anna GOSTINE, a diretto profitto del
protettore Agostino Dati e di altre donne non identificate, percependo parte dei proventi.
Tutti favorendo – attraverso condotte minacciose e violente ai danni dei titolari degli esercizi
commerciali menzionati e, in particolare dei locali “El Patio” e “Caprice” – la prostituzione di
donne straniere, assicurando loro protezione ed ottenendo parte dei proventi derivanti dalle
loro attività.
In Gallarate (VA), Oleggio (NO) e Vanzaghello (MI) dal mese di giugno del 2004 sino ad
almeno al mese di ottobre del 2004.
Già nel corso delle indagini relative al procedimento penale n° 5656/00 R.G.N.R. ( INDAGINE
PIROMANE) erano emersi in relazione agli episodi estorsivi commessi ai danni del “Lady G” di
Varese e del “El Patio” di Vanzaghello gli interessi di parte degli indagati verso locali notturni
dove far lavorare alcune donne.
Nessun specifico riscontro peraltro era emerso circa la “natura” delle attività svolte dalle
stesse pur apparendo altamente verosimile che dietro la copertura di attività lecite si
celassero in realtà attività di meretricio.
Nel corso delle indagini relative al procedimento penale n° 3225/04 ( INDAGINE DOLCE VITA)
sono invece emersi indizi specifici che fanno ritenere integrati gravi indizi di colpevolezza
per alcuni indagati quanto ad attività di “favoreggiamento” della prostituzione se non
propriamente di sfruttamento.
126
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 127
Nei locali a vario titolo controllati da FILIPPELLI Mario e da FILIPPELLI Pietro (e
segnatamente nel “Caprice” di Oleggio e nel “El Patio” di Vanzaghello) lavoravano alcune
ragazze straniere che “godono” della protezione di Mario Filippelli e che , talvolta, forniscono
in cambio di tale “protezione” prestazioni sessuali gratuite agli indagati.
La sintesi dettagliata degli elementi emersi dai servizi di o.p.c. e, in particolare, dalle
conversazioni telefoniche registrate sulle utenze in uso a FILIPPELLI Mario e DI GIULIO
Moris, è indicata nella più volte citata informativa dei CC di Busto Arsizio datata 8.11.2004
(Faldone n° 33 - pagg. 320 - 340).
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 19) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 20) di imputazione
FILIPPELLI Mario e BERTO Ivano
Capo 20): del delitto di cui agli artt. 110 e 423 c.p., perché, in concorso fra loro, al fine di affermare
la “primazia” di Mario Filippelli all’ interno del sodalizio e di punire Olindo Lettieri per la
mancata restituzione di un’ arma di proprietà di Mario Filippelli, incendiavano un veicolo di
proprietà del suddetto Olindo Lettieri.
In particolare: Mario Filippelli, in qualità di istigatore e mandante e Ivano Berto, in qualità di
esecutore materiale.
In luogo non accertato in data anteriore e prossima al mese di luglio del 2004.
CAPO 21) di imputazione
FILIPPELLI Mario e DI GIULIO Moris
Capo 21): del delitto di cui agli artt. 110, 423, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. perché, in
concorso fra loro, il primo quale istigatore e mandante, il secondo quale esecutore
materiale, al fine di riaffermare la “primazia” di Mario Filippelli
all’ interno del sodalizio, con
violenza consistita nell’ incendiare il veicolo Fiat Uno di colore rosso tg “TR VA D 52069” di
proprietà di Nicola Ciancio, costringevano lo stesso a consegnare a Mario Filippelli, per il
tramite di Moris Di Giulio, una somma di danaro provento di attività connesse allo spaccio di
droga ovvero di attività estorsive, procurandosi un ingiusto profitto con altrui danno.
Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone.
In Lonate Pozzolo (VA) fra il 17 ed il 30 ottobre del 2004.
Il compendio indiziario a carico di detti indagati è grave, con l’ esclusione del solo BERTO
Ivano quanto al delitto di cui al capo 20) risultando debole il quadro indiziario a suo carico.
Il compendio indiziario risulta costituito da conversazioni telefoniche intercettate.
In particolare quanto al capo 20 (incendio dell’ auto di LETTIERI Olindo) risulta dalle
telefonate n° 737 del 20.6.2004 e n° 4525 del 5.10.2004 che danno conto anche della
causale di detto incendio (mancata restituzione di una pistola).
Quanto al capo 21 (incendio dell’ auto di CIANCIO Nicola) risulta dalle telefonate registrate
sull’ utenza in uso a FILIPPELLI Mario in data 16 e 17.10.2004 dalle quali emerge che
FILIPPELLI Mario ha “ordinato” al fido DI GIULIO Moris “bruciare” la macchina di CIANCIO
Ciancio reo di non aver consegnato una somma di danaro di proprietà dello stesso.
Dette telefonate sono compiutamente riscontrate dalla denuncia sporta a carico di ignoti
dallo stesso CIANCIO Nicola in data 22.10.2004 ai CC di Lonate Pozzolo (VA), nonché dall’
annotazione di servizio dei CC di Lonate Pozzolo del 17.10.2004 relativa all’ incendio del
suddetto veicolo (vedi in Faldone n° 33 - informativa CC di Busto Arsizio 8.11.2004 - pagg.
471 – 472).
127
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 128
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui ai capi 20) e 21) contestati dall’ accusa (con l’ unica eccezione di
BERTO Ivano – capo 20 - per il quale non si ritiene sufficiente il compendio indiziario raccolto ai fini dell’
adozione della misura cautelare richiesta).
****************************
CAPO 22) di imputazione
FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris e CIANCIO Nicola
Capo 22): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 56, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perchè,
in concorso tra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, in attuazione del
programma delittuoso del sodalizio con più azioni esecutive di un medesimo disegno
criminoso, Giuseppe Russo recandosi presso il bar “Jolly” di proprietà di Angelo Torquitto e
chiedendo espressamente la consegna di “un regalino”, aggiungendo con tono minaccioso che
“a settembre avrebbero sistemate le cose a Lonate Pozzolo”, Moris Di Giulio e Nicola Ciancio,
percuotendolo almeno in un’ occasione e Mario Filippelli, quale istigatore e mandante,
commettevano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere Angelo Torquitto a
consegnare loro del danaro, non riuscendo nell’ intento per ragioni indipendenti dalla loro
volontà.
Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone.
In Lonate Pozzolo (VA) nel mese di agosto del 2004.
Il compendio indiziario è grave.
Nel mese di agosto del 2004 Angelo Torquitto, titolare dell’ esercizio commerciale “Bar Jolly”
di Lonate Pozzolo si recava presso la Stazione CC di Lonate Pozzolo e dichiarava oralmente
(senza voler verbalizzare) al Brigadiere Palmieri che da qualche tempo riceveva la “visita” di
Giuseppe Russo.
Aggiungeva che lo stesso in un’ occasione aveva formulato con atteggiamento minaccioso la
richiesta di “un regalino” per la gestione del locale e, a fronte del rifiuto opposto dal titolare
aveva aggiunto “… a settembre mettiamo a posto le cose a Lonate Pozzolo…” (vedi annotazione di
indagine in atti del procedimento penale n° 3225/04 c.11 pagg.1-2).
Nel corso delle indagini veniva inoltre intercettata una conversazione telefonica dal
contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione.
Rilevante appare la seguente conversazione telefonica indicata nell’ informativa dei CC di
Busto Arsizio di data 8.11.2004
n° 1179 registrata in data 2.9.2004 alle ore 13.12 tra FILIPPELLI Mario e DI GIULIO Moris
(pag. 122 dell’ informativa richiamata)
DI GIULIO Moris chiama FILIPPELLI Mario chiedendogli il permesso di andare a picchiare il
“Napoletano”. Poiché FILIPPELLI Mario non capisce gli chiede nuovamente “chi ?” e DOI
GIULIO Moris risponde “Angelo” quello del Bar (ovvero TORQUITTO Angelo), proprietario del
“BAR JOLLY” di Lonate Pozzolo, poiché quest’ultimo ha parlato male di lui e di CIANCIO
Nicola. DI GIULIO Moris precisa a FILIPPELLI Mario che il TORQUITTO avrebbe detto che la
colpa per l’ aggressione subita da VISMARA Francesco ad opera di CIANCIO Nicola sarebbe
ricaduta su di lui, poiché tutti sapevano che ad aggredire il VISMARA la prima volta é stato
FILIPPELLI Mario. FILIPPELLI Mario dopo aver sentito il racconto di DI GIULIO Moris gli
ordina di aspettare l’ arrivo di CIANCIO Nicola e quindi di andarlo a picchiare per bene.
Successivamente DI GIULIO Moris racconta ancora come sono andati i fatti al night club “El
Patio”, chiedendogli nuovamente se può andare da solo a picchiare il proprietario BETTIN
Renato o deve aspettare che lui rientri. FILIPPELLI Mario gli ribadisce che non ha il
permesso di andare a picchiare il BETTIN, ma che può occuparsi del TORQUITTO.
Il tenore della telefonata non sembra lasciare dubbi sul fatto che il titolare dell’ esercizio
commerciale si “è lamentato” delle condotte di FILIPPELLI Mario verso gli esercizi
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 129
commerciali del luogo (il riferimento è all’ aggressione subita in data 8.6.2004 da VISMARA
Francesco “personalmente” da FILIPPELLI Mario, in genere ben attento a non gestire in
prima persona le attività “prodromiche” alle richieste estorsive) e per tale ragione “deve
essere punito” da DI GIULIO Moris e da CIANCIO Nicola.
La circostanza che il DI GIULIO Moris chieda “il permesso” a FILIPPELLI Mario Filippelli per
poter picchiare il titolare dell’ esercizio commerciale è chiaramente indicativo dell’ intento
degli stessi di “piegare” l’uomo alle richieste formulate qualche mese prima da RUSSO
Giuseppe.
Si rinvia per una completa indicazione degli elementi a carico all’ informativa dei CC di
Busto Arsizio datata 8.11.2004 (Faldone n° 33 - pagg. 122 - 128).
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 22) contestato dall’ accusa.
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CAPO 23) di imputazione
CIANCIO Nicola e MURANO Vincenzo
Capo 23): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n°1 c.p. , perchè,
in concorso fra loro e con altre persone non identificate, minacciando di bruciare il locale
della panetteria “Pinotti” di proprietà di Domenico Pinotti, Nicola Ciancio, quale autore
materiale delle condotte estorsive, Vincenzo Murano, quale istigatore e percettore dei
proventi, costringevano il titolare del predetto locale a versare loro somme di danaro
procurandosi un ingiusto profitto con altrui danno.
Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone.
In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di settembre del 2004.
Ad avviso di questo giudice non vi sono indizi gravi a carico degli indagati CIANCIO Nicola e
MURANO Vincenzo.
Infatti la richiesta del PM si fonda sul contenuto dell’ intercettazione ambientale effettuata in
data 27.4.2004 presso i locali della Stazione CC di Busto Arsizio a carico dei fratelli
RUSSOTTO (titolari del BAR MORO di Lonate Pozzolo) in cui gli stessi si scambiano opinioni
su chi tra i negozianti di Lonate Pozzolo paghi il “pizzo” agli estorsori. Detta opinione dei
ROSSOTTO non appare riscontrata da altri elementi.
Viene pertanto rigettata la richiesta di misura cautelare in ordine al reato di cui al capo 23) dell’ imputazione.
****************************
CAPO 24) di imputazione
RIENZI Pasquale, ESPOSITO Antonio, DONATO Orazio, GIORDANO Stefano e LOMUSCIO Roberto
Capo 24): del delitto di cui agli artt. 56, 110, 112, 575, 577 n° 3 c.p. – artt. 10, 12, 14 Legge 497/74, perché, in
concorso fra di loro e previo concerto, agendo con premeditata organizzazione di mezzi e di
persone, eseguivano atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di
VIADANA Barbara, nel caso specifico mediante l’ esplosione di due colpi di arma da fuoco,
che attingevano la vittima ad entrambe le gambe, riportando la frattura composta
metafisaria prossimale della tibia sinistra, non riuscendo nell’ intento per cause indipendenti
dalla loro volontà.
In particolare: RIENZI Pasquale, quale committente dell’ evento a seguito di quanto
denunciato dalla sorella VIADANA Emanuela in ordine al reato di estorsione di cui era
stata vittima ad opera dello stesso RIENZI Pasquale; ESPOSITO Antonio, quale
esecutore materiale, esplodendo due colpi di pistola; GIORDANO Stefano, quale conducente
dello scooter utilizzato per giungere ed allontanarsi dal luogo dell’ evento; GIORDANO
Stefano e ESPOSITO Antonio per aver acquistato presso il centro commerciale "Bossi" di
Saronno, i due caschi da motociclista utilizzati per travisarsi; DONATO Orazio e ESPOSITO
129
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 130
Antonio per aver procurato lo scooter suddetto; DONATO Orazio per aver fatto da "palo"
durante l’ azione di fuoco; LOMUSCIO Roberto per aver ricevuto e custodito dopo l’ evento
la pistola 7.65 utilizzata per commettere il fatto, trasportandola ed occultandola per conto di
ESPOSITO Antonio.
Con le aggravanti della premeditazione di aver commesso il fatto in cinque o più persone.
In Busto Arsizio (VA) il 2.4.2007.
Il quadro indiziario è grave ed è costituito da intercettazioni ambientali in presa diretta dal
contenuto inequivoco, nonché dalle dichiarazioni rese da DONATO Orazio in data 11.9.2007.
Al tempo del fatto (2.4.2007) risultavano già operanti nell’ ambito del presente
procedimento intercettazioni ambientale e telefoniche che hanno quindi consentito di
acquisire ogni elemento utile all’ individuazione del movente, nonché alla ricostruzione della
fase attuativa del progetto delittuoso.
Risulta dalle indagini che a seguito di una truffa organizzata nel campo immobiliare tramite
agenzie immobiliari e funzionari di banca compiacenti in danno di alcune banche e
finanziarie (fatti per i quali si è già proceduto separatamente), RIENZI Pasquale (detto
PAKI), operando come procacciatore di affari per conto della Immobiliare Due Srl con sede in
Parabiago (MI), di cui erano titolari VIADANA Emanuela e VENEGONI Alfredo, riusciva ad
ottenere finanziamenti per milioni di euro poi scomparsi nel nulla. La truffa, nel suo
evolversi, si trasformava in vera e propria estorsione da parte di RIENZI Pasquale in danno
di VIADANA Emanuela. Le minacce nei confronti di quest’ultima si concretizzavano, prima,
nell’ esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco all’ indirizzo della saracinesca dell’ agenzia
e, quindi, nell’ esplosione di colpi di arma da fuoco all’ indirizzo dell’ autovettura sulla quale
la VIADANA stava in quel momento viaggiando insieme con il marito ed i due figli.
A seguito di tali episodi VIADANA Emanuela presentava denuncia nei confronti di RIENZI
Pasquale. La “ribellione” della VIADANA non poteva essere accettata dai vertici del “Locale”,
che, in occasione del rinvio a giudizio di RIENZI Pasquale per estorsione, decidevano di
operare una forte ritorsione. In data 2.4.2007 alle ore 17.30 due persone a bordo di un
ciclomotore e travisate con caschi da motociclista raggiungevano la sede della “Immobiliare
Due Srl”. Uno dei due uomini, armato di pistola, entrava negli uffici ed esplodeva due colpi
di pistola, attingendo alle gambe VIADANA Barbara (sorella di Emanuela, vittima designata
dell’attentato, in quel momento assente). Dalle risultanze investigative (intercettazioni
ambientali) emergeva che i materiali esecutori del tentato omicidio erano ESPOSITO
Antonio, DONATO Orazio e GIORDANO Stefano, con la collaborazione di LOMUSCIO Roberto.
A seguito della denuncia presentata da VIADANA Emanuela, RIENZI Pasquale veniva tratto
in arresto. A questo punto il “Locale” si attivava al fine di poter far scarcerare l’ associato
RIENZI Pasquale. DONATO Orazio, nel corso dell’ interrogatorio reso in data 11.9.2007 156
dichiarava che ESPOSITO Antonio gli aveva chiesto di partecipare insieme a lui all’ omicidio
di VENEGONI Alfredo (ex socio della VIADANA e coindagato con il RIENZI per la tentata
estorsione), reo di avere rilasciato dichiarazioni che compromettevano la posizione del
RIENZI.
DONATO Orazio spiegava che RISPOLI Vincenzo, preoccupato che le dichiarazioni di
VENEGONI potessero pesantemente nuocere processualmente al RIENZI, aveva
incaricato ESPOSITO Antonio (braccio armato del “LOCALE”) di “provvedere e trovare una
soluzione”. ESPOSITO Antonio, a dire di DONATO Orazio, aveva optato per l’ omicidio e
chiedeva manforte allo stesso DONATO, che tuttavia rifiutava di prendere parte
all’ esecuzione. L’ ESPOSITO, abbandonato il progetto di omicidio, cominciava a frequentare
più assiduamente VENEGONI Alfredo, esercitando su di lui una vera e propria violenza
psicologica al fine di fargli ritrattare le dichiarazione rese all’ Autorità ed a rilasciare nuova
testimonianza tese ad alleggerire la posizione di RIENZI. Le pressioni si concretizzavano in
minacce di morte e nell’ occasione l’ ESPOSITO precisava che il RIENZI era “suo fratello” e che
comunque lui era “un ambasciatore di quello di Legnano” e cioè di Rispoli Vincenzo.
Si indicano di seguito le conversazioni più rilevanti.
156
Vedi in atti (faldone n° 5) verbali di interrogatori (e relative trascrizione) resi in data 11.9.2007, 29.10.2007 e
26.11.2007 da DONATO Orazio ai PM D’AMICO e VENDITTI della Procura della Repubblica di Milano.
130
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 131
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra RIENZI Pasquale e VIADANA Emanuela
(utenza telef. 335 5940198 in uso a RIENZI Pasquale e 393 1515829 in uso a VIADANA Emanuela) 157
RIENZI Pasquale in questa conversazione manifesta tutto il proprio risentimento nei
confronti di VIADANA Emanuela, ritenuta responsabile del mancato pagamento di un suo
asserito credito.
R: RIENZI Pasquale
V: VIADANA Emanuela
… omissis …
V: pronto
R: si, pronto
V: ciao...
R: ciao
V: senti va che io parlato di questo problema......eee incontrati con lui perchè mi ha detto che ce... una parte ce.. ce li
ha lui
R: io non....io, ascoltami, io non parlo più con nessuno perchè mi sono rotto i coglioni di farmi prendere per il culo
da tutti e due.... chiaro ?
V: va bene
R: io mi sono veramente rotto i coglioni, mi sono veramente stracagato il cazzo, Manuela, ne ho piene le palle eh, di
farmi prendere per il culo (il tono di voce è molto alto e adirato) .... settimana scorsa tu che cos'è che mi hai detto?
V: Ti ho detto che quando c'ho qualcosa, te li do…
R: non aspe....
V: ...se non
R: non ancora, non parlare così perchè ripeto, io nei premi per i cazzi vostri non ci vado.... però mi avete stracagato
il cazzo, ti dico soltanto questo, adesso veramente ne ho proprio pieni i coglioni delle vostre menate, chiaro? ne ho
prorpio pieni i coglioni poi di farmi prendere per il culo....tutte ste palle... e domani....e settimane...e giovedì ti
chiamo...e venerdì ti chiamo...mi avete rotto i coglioni, andate affanculo sul serio e non chiamatemi più...non
chiamatemi più....e qualsiasi cosa succede a me rispondi tu Manu, eh....io te lo ripeto già....da adesso come ti ho
detto già tempo fa...la responsabile sei tu...punto e basta, andate affanculo e non cagatemi più i coglioni e non
chiamatemi più eh...(tutta la conversazione di Rienzi è fatta gridando)...
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra RIENZI Pasquale e VIADANA Emanuela
(utenza telef. 335 5940198 in uso a RIENZI Pasquale e 393 1515829 in uso a VIADANA Emanuela) 158
Proprio nella seguente conversazione RIENZI pronuncia le minacce di morte nei confronti
degli appartenenti alla famiglia di VIADANA Emanuela per convincerla a dargli il denaro
preteso e in alternativa gli deve “girare” delle sue proprietà immobiliari.
R: RIENZI Pasquale
V: VIADANA Emanuela
157
n° 1002 del 23.6.2006 ore 15.11
158
n° 1890 del 26.7.2006 ore 16.48
131
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 132
… omissis …
V: si...
R: dove sei in questo momento?
V: a Milano...
R: a Milano dove?
V: in stazione....
R: ascoltami, io oggi ti devo vedere per forza MANU ...ma oggi è l'ultima vota veramente che ti vedo...perchè oggi
veramente succede quello che non deve succedere...perchè ne ho pieni i coglioni, mi hai messo in una situazione di
merda... porco Dio come cazzo te lo devo dite, mi hai messo in una situazione del cazzo ...e tu te ne sbatti i
coglioni...io ti devo venire a cercare...e io devo fare le cose, mi ha rotto il cazzo, mi hai rotto il cazzo (bestemmia),
mi hai rotto i coglioni (bestemia)...non ce la faccio più io a vivere in questa cazzo di situazione...mi devi sistemare,
mi devi sistemare (bestemmia) ...mi giri qualsiasi cosa, mi giri la tua casa piuttosto...ma me la giri...perchè adesso ne
ho pieni proprio i coglioni che per i cazzi tuoi devo essere sempre di mezzo io...per i cazzi tuoi ...mi sono rotto i
coglioni, ne ho pieni proprio i coglioni (bestemmia)...ma perchè vuoi che faccio un macello...no, tu mi devi dire in
questo momento ...perchè vuoi che io veramente sballi (bestemmia) e vi faccio fuori tutti e quattro (bestemmia)...me
lo devi dire adesso però... perchè!!
V: che cosa hai detto?
R: perchè vuoi che faccio una strage mi devi dire...
V: tutti e quattro hai detto?
R: ascolta non farmi dire le cagate....che cazzo devi fare mi devi dire...tutti e quattro si...pu...pure il cane ti
ammazzo...si...
V: va bene, torno da Milano e ci vediamo....
R: no, mi devi dire quando mi dai i soldi, non che ci vediamo, non voglio più vederti perchè se ti vedo faccio, faccio
un ..un...qualche cagata ...quindi voglio i soldi e basta ...
V: va bene... okay...arrivo.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra RIENZI Pasquale e VIADANA Emanuela
(utenza telef. 335 5940198 in uso a RIENZI Pasquale e 393 1515829 in uso a VIADANA Emanuela) 159
Le minacce proseguono.
R: RIENZI Pasquale
V: VIADANA Emanuela
… omissis …
V: pronto?
R: si pronto
V: si dimmi...
R: si dimmi cosa, ti sto aspettando...
V: ehh, ohh, sono per strada ehh...ma comunque io ero rimasto stanotte con il signor VENEGONI ( n.d.r.
VENEGONI Alfredo) che dovevate andare dal notaio a girare l'ufficio...
R: ascolta MAMU ehh...io voglio chiuderla qui....
V: e chiudiamola...ti do l'ufficio...
R: io ...voglio... chiuderla... qui...
V: che cazzo me ne frega a me dell'ufficio....l'ho sempre detto...
R: io...voglio ...chiudere ...qui...
V: io ieri sera gli ho detto ...io non sono in grado di...
R: ne ho pieni i coglioni, ne ho pieni i coglioni...comunque ti ringrazio io a te per avermi messo in un mare di guai
...capito?...sono io che devo ringraziare te ehh...non tu me ehh...attenzione...che fai sempre la vittima...sono io quello
159
n° 1910 del 26.7.2006 ore 18.13
132
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 133
che è nella merda....non te...chiaro!!...ma io nella merda vai tranquilla, non ci rimango ma nella maniera più
assoluta...nella maniera più assoluta ... a rischio di andarmi a farmi trenta anni .. .ma io nella merda non ci rimango a
gratis...questo è poco ma sicuro...punto e basta...a me non me ne fotte un cazzo ne di VENEGONI ne...io voglio
chiudere questa partita...punto e basta...
V: ho detto, sono pronte...è da stanotte che glielo detto...va bene ho detto... è l'unico sistema da fare ...è da un po'
che lo dico, purtroppo ...non riusciamo a fare niente in due o tre giorni?...va bene, ci mancherebbe...l'impegno l'ho
preso?...e quello che dobbiamo fare facciamo... io non mi sono tirata indietro...
… omissis …
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra RIENZI Pasquale ed ESPOSITO Antonio
(utenza telef. 335 5940198 in uso a RIENZI Pasquale e 339 1611987 in uso ad ESPOSITO Antonio) 160
Con la successiva conversazione si rileva un contatto tra RIENZI Pasquale e ESPOSITO
Antonio, nel corso del quale i due commentano l’ articolo di stampa apparso a seguito della
denuncia di RIENZI per estorsione. ESPOSITO, seppur in tono scherzoso gli dice che “allora io
non vengo più a trovarti ”, facendo intendere che per lui poteva essere controproducente farsi
vedere in sua compagnia.
R: RIENZI Pasquale – detto PACHI
E: ESPOSITO Antonio – detto TONI
… omissis …
R: Pronto...
E: ciao carissimo...
R: ciao TONI...
E: mi fa piacere sentirti...
R: ehhh?
E: mi fa piacvere sentirti...
R: perchè?
E: ma, ehhh...
R: ahh, hai letto il giornale...
E: porca troia...
R: ahh...
E: figa, mi hanno appena, mi ha chiamato adesso il nostro amico per dirmelo...
R: ehh, te l'ho detto...
E: e va be, comunque, mi fa piacere sentirti...
R: (ride)...
E: porca troia...ehh...ti saluta GIO'...
… omissis …
R: poi non gli e l'ha ha convalidato il GIP...
E: ahh, ahhh...sempre di quella cretina li che...
R: e si ...
E: ma dai ...
R: no l'altra... l'altra adesso... EMANUELA (n.d.r. VIADANA Emanuela) e ALFREDO (n.d.r. VENEGONI
Alfredo) ...
E: questi due sono?
160
n° 2158 del 3.8.2006 ore 22.07
133
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 134
R: e si ehhh...
E: ma va?
R: e si...
E: e allora, e allora sta volta nero su bianco...
R: ehh?
E: e stavolta allora nero su bianco...
R: ehh...mo vediamo, non so se lui o lei o che cazzo ne so, guarda comunque...
E: be, questo parla di una femmina...
R: si, si, si no quello si, quello si...
E: ma pensa te...
… omissis …
In relazione agli accordi preliminari per la “punizione” da infliggere a VIADANA Emanuela.
Dall’ attività di indagine svolta sono emersi elementi tali da indicare ESPOSITO Antonio
quale membro della cosca operante in Lombardia. Lo stesso è in diretto contatto con i
vertici stessi della famiglia, quali: RISPOLI Vincenzo, FILIPPELLI Nicodemo, DE CASTRO
Emanuele e altri affiliati. La circostanza è confermata, oltre che dalle alle telefonate tra di
essi intercorse, anche dagli esiti dei servizi di osservazione e pedinamento posti in essere da
personale di questo Comando. RIENZI Pasquale rientra tra le frequentazioni anche
di FILIPPELLI Nicodemo, quest’ultimo, nel corso di una conversazione avvenuta il 3 ottobre
2006 161 con ZOCCHI Fabio (intercettazione ambientale sull’ autovettura Smart Forfur
targata CV086CM in uso a ZOCCHI), dice di RIENZI: “…questo è un nostro ragazzo ehhh!...”.
RIENZI Pasquale inserito a pieno titolo nell’organizzazione criminale capeggiata da RISPOLI
Vincenzo, ritenendosi gravemente danneggiato dalla denuncia per estorsione a suo carico
sporta da VIADANA Emanuela, sentendosi in dovere di “punire” in maniera plateale la
donna, chiede ad ESPOSITO Antonio di organizzare ed eseguire la “punizione”.
Gli accordi in tal senso emergono da una serie di intercettazioni telefoniche sulle utenze
n° 339-2424163, 348-7822141, 340-1226925 ed ambientali sull’ autovettura BMW X5
targata BZ023SZ in uso a ESPOSITO Antonio.
In data 31.3.2007 nel corso di un servizio di osservazione si documentava l’ incontro
conviviale per un pranzo presso il ristorante “La Pergola” di Fagnano Olona (VA) via
Mercadante n° 14. Nell’ occasione intervenivano: RISPOLI Vincenzo, RISPOLI Raffaele,
FILIPPELLI Nicodemo, MANCUSO Luigi, DE CASTRO Emanuele, RIENZI Pasquale e altri
soggetti non identificati.
Già dall’ 1.4.2007 ESPOSITO Antonio si accordava con GIORDANO Stefano per l’ acquisto di
casci da motociclista da effettuarsi il giorno successivo.
In relazione alle fasi preparatorie del ferimento della VIADANA.
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio, GIORDANO Stefano e LOMUSCIO Roberto
(su autoveicolo BMW X5 con targa BZ 023 SZ in uso ad ESPOSITO Antonio) 162
I tre soggetti preparano logisticamente l’ azione a danno della Viadana, programmata per il
giorno seguente.
T: ESPOSITO Antonio (detto TONI)
S: GIORDANO Stefano
R: LOMUSCIO Roberto
... omissis …
161
162
n° 532 del 3.10.2006 ore 15.23
n° 24 dell’ 1.4.2007 ore 17.28
134
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 135
S: Ma scusa adesso perchè... eh... tanto è qua, non prendiamo Orazio ce lo carichiamo su. Io lo porto alla macchina e
se la porta a casa la macchina?
T: E poi come fa...
S: No se la porta a casa, se la porta là che non c'è nessuno
T: Ma dove?
S: Dove abita abita lui
T: E domani mattina scende con la macchina
S: Direttamente
T: Si ma deve sempre venire giù con la sua
S: Dove?
T: dobbiamo andarlo a prendere noi
S: Ech andiamo a prenderlo. Dopo tu arrivi a casa e stai a casa io lo carico su e lo porto...
T: Secondo me si fa prima a portarlo lì
S: Dove?
T: A Magenta
S E la macchina adesso?... è già a Magenta?
T: No la macchina è là!... però le chiavi le ha lui. A parte che intanto lo sento, ah... vedo se ha un altro mezzo
S: E la moto... cosa facciamo? Martedì?
T: La moto non ci serve neanche
S: Lunedì... dobbiamo andare a prendere i caschi allora
T: Si!
S: Cazzo però io gli devo fare vedere la strada prima... domani che ho finito quel lavoro lì? Stiamo... non sa la
strada, eh ?
T: Si prendiamo una punto fuori da Trecate... (parla al telefono)
. . . omississ. . .
Non avendo trovato i caschi nel negozio di Pero in quanto era ancora chiuso, ESPOSITO
Antonio e GIORDANO Stefano si recano presso il centro commerciale BOSSI di Saronno (il
percorso si rileva dal tracciato GPS).
Usciti dal centro commerciale e risaliti sulla
autovettura BMW X5 dell’ ESPOSITO, i due uomini parlano dei caschi e GIORDANO avverte
che dopo l’uso non dovranno essere abbandonati. Spiega che tramite il DNA eventualmente
rinvenuto all’interno è possibile risalire a chi li indossava, perché per queste cose: “… esce tutta
la scientifica”. La preoccupazione dei due, unitamente alla certezza di una “indagine scientifica”
è indice che il reato da consumarsi è da ritenersi grave.
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio, GIORDANO Stefano e RIENZI Pasquale
(su autoveicolo BMW X5 con targa BZ 023 SZ in uso ad ESPOSITO Antonio) 163
Dopo aver acquistato i caschi ESPOSITO Antonio e GIORDANO Stefano curano gli ultimi
dettagli, riconsiderando quello che dovranno fare e come dovranno comportarsi, avendo
cura di procurarsi anche due telefoni cellulari, da usare in caso di emergenza e da buttare
subito dopo il fatto criminoso.
Successivamente sull’ auto sale RIENZI Pasquale.
ESPOSITO gli concede un’ ora di tempo per procurarsi un alibi.
T: ESPOSITO Antonio (detto TONI)
G: GIORDANO Stefano
R: RIENZI Pasquale – detto PACHI
... omissis …
E: Se vuoi (incomprensibile) e poi...che poi ti accusano ancora prima di (incomprensibile)...
G: cazzo però vedi che era meglio che andavo dentro prima... (Incompremsibile)...prima...perchè c'è la
telecamera...la sul punto dove fanno entrare... ti vengono a rompere i coglioni ...sicuro, matematico ehh...
163
n° 34 del 2.4.2007 ore 15.25
135
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 136
E: e be, anche solo passare...ti avverto se c'è...
G: perchè dietro sicuro, matematico ehh...(incomprensibile)... lo sai...non è una battuta...per amor di Dio,
(incomprensibile)...andare dentro ...oggi non lo so, dieci giorni fa lo era...
E: io sto pensando, li c'è la banca ...(incomprensibile)...
G: si...
E: ma la banca chiude ...
G: (incomprensibile)...
E: ma la banca chiude alle?
G: adesso, alle tre e mezzo...a trentaquattro...
E. quindi è anche (incomprensibile).... non c'era... se io arrivo alla stazione ...siamo poi nei premi...
G: sono solo sei minuti...(incomprensibile)...
G: e tu come vai via? ...col ferro?..io a lui lo porto subito a prendere la tua macchina...
E: ( incomprensibile)..
G: ehh...così se ne va via subito...(incomprensibile)..
E: si...
G: allora non servono i due telefoni...
E: no...be il telefono...serve lo stesso ... se succede qualcosa che ci dobbiamo dileguare...più che aspettarmi tu
dovresti venirmi dietro...sai cosa vuol dire? ...però poi io ...fin che la strada è libera son più veloce...
G: ehh...arrivi la...no, io ti aspetto la...anche perchè tutti si dirigono li, hai capito?...per vedere e capire che cosa è
successo , poi...parte il tutto...vado su io...ciao...
E: okay, ci vediamo... a casa mia?
G: a casa tua?... cosa vengo a fare a casa tua...
E: eh? ...sta arrivando anche coso...
G: se siamo già pronti....scusa...
E: per evitare...dammi il telefono dai...
(pausa)
G: una volta fatto tutto si buttano queste...
E: si, si, si....è acceso?
G: no...
E: iniziamo ad accenderlo...
G: display è acceso...
E: allora il pin...3713...
G: orco diso...3...7...1...
E: no. il mio ...
G: 64...90...
E: ma ti scappa la pipi?
G: okay...
E: va bene...
G: lasciamo accesi eh...
E: va bene....
G: ciao...
E: ciao caro...
G: cosa faccio allora, vengo a casa tua?
E: no, ti chiamo dai...
. . . omississ . . .
A 19.58 sale in auto RIENZI Pasquale.
. . . omississ. . .
E: ...(incomprensibile)...
R: vai?
E: non te la do una (incomprensibile)...
R: ahh...a, lo conosci lo SPAIDARINO?...ci ho due minuti di tempo ehh...
E: si...quelli che servono...dimmi dove devi andare?
R: va bene, sto andando a chiavare...con quella dei cani che ci siamo visti giù l'altra volta...
E: e poi che cosa gli dice che sei andato con un'altra?
R: no, ma io dalle sei in poi sono a casa...
E: no...non hai capito...ehh...non possono aspettare perchè...
R: ahh, okay, okay....
E: ieri ha chiuso anche alle sei e mezza...per dirti... ieri ..
R: okay, ho capito...
E: nei giorni scorsi...
R: va bene, va bene....
136
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 137
E: poi ti presento il conto vivo ehh!
R: va bene, va bene...ci vi...ci da pure la vespa questo?
E: certo...
R: eh?
E: cosa sai?
R: ehh, ehh.(ride)...
R: è apposto la macchina?...apposto...
E: si, si...cinquemila cinquecento ottantuno euro...e allora PACHI guarda io... ti lascio un'oretta per andarti a
...piazzare in qualche posto...
R: va bene...
E: va bene...quindi devi farti un alibi...non c'è un cazzo da fare, non c'è alternativa..
R: okay...
E: ciao...
R: ciao...(n.d.r. RIENZI Pasquale scende dall'auto)
. . . omissis . . . .
Dopo l’ incontro con RIENZI Pasquale, ESPOSITO Antonio fa salire sull’ auto DONATO Orazio
e gli dice: “ce ne dobbiamo andare” e di tutta risposta DONATO afferma: “allora lo faccio”.
Nel corso di questa traccia di conversazione ambientale, ESPOSITO Antonio si lamenta con
una persona che si trova all’ esterno dell’ auto, probabilmente proprio con DONATO Orazio
che nel frattempo era sceso dall’ auto, dicendogli: “mi sono dimenticato le chiavi dello scooter.
Comincia a prendere la strada di Dairago. Vai sempre dritto... per Busto a Piazza Mercato. Vado a prendere le chiavi
dello scooter”.
Questa indicazione è della massima importanza per i successivi eventi in danno di VIADANA
Barbara, poiché ESPOSITO Antonio parcheggerà la sua autovettura BMX X5 in via della
Concordia di Busto Arsizio, a poche decine di metri dalla via Giusti, luogo in cui sarà
rinvenuto lo scooter utilizzato per la fuga dopo il ferimento. Ulteriore riscontro si rileva dal
GPS montato sull’ auto, dal quale si rileva che l’ auto è rimasta in sosta in quella via dalle
16.59 del 2.4.2007 alle successive 17.35 (l’ ora impostata sul GPS presenta un ritardo di 3
minuti in relazione all’ ora effettiva).
In relazione alle fasi successive al ferimento di VIADANA Barbara.
Nell’ allontanarsi da Busto Arsizio dopo aver sparato a VIADANA Barbara, ESPOSITO Antonio
(339-1611987) si accorda telefonicamente con LO MUSCIO Roberto (333-1093982),
chiedendogli di incontrarlo. Nel corso dell’ incontro gli consegna l’ arma utilizzata per
sparare chiedendogli di occultarla e di non farsela trovare. La consegna dell’ arma è
avvenuta in Mesero (MI), nei pressi del Ristorante “Corallo”, così come rilevato dalla traccia
del GPS installato sulla BMW X5. Tale luogo è il punto d’incontro di molti loro appuntamenti
registrati nel corso dell’ intera indagine.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e LOMUSCIO Roberto
(utenza telefonica 339 1611987 in uso ad ESPOSITO Antonio e 333 1093982 in uso a LOMUSCIO Roberto) 164
Con la successiva conversazione si rileva un contatto tra RIENZI Pasquale e ESPOSITO
Antonio, nel corso del quale i due commentano l’ articolo di stampa apparso a seguito della
denuncia di RIENZI per estorsione. ESPOSITO, seppur in tono scherzoso gli dice che “allora io
non vengo più a trovarti ”, facendo intendere che per lui poteva essere controproducente farsi
vedere in sua compagnia.
164
n° 3437 del 2.4.2007 ore 17.42
137
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 138
A: ESPOSITO Antonio
B: LOMUSCIO Roberto
A: Sì!
B: Oh!
A: Dimmi?
B: Dove sei?
A: Sto venendo da quelle parti...perché tu?
B: Da quelle parti di qua?
A: Sì, però ho da fare un attimo!
B: Eh!
A: Vuoi venire tu?
B: Ma tu dove sei?
A: Dai, stammi a sentire, vieni tu da me!
B: E vengo io da te...come cazzo?
A: Ci troviamo a metà strada?
B: Se no dammi...o a metà strada, se no dammi il tempo di arrivare, vedi tu...se tu stai uscendo...
A: Io sono già per strada, però va beh...dove sei tu?
B: Io sono a Magenta!
A: A Magenta, allora vieni e ci vediamo a Mesero, però devi venire di corsa!
B: Eh...ascoltami un attimino!
A: Eh!
B: Ma...cosa stai...
A: Aspetta che ti richiamo ciao!
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e LOMUSCIO Roberto
(su autoveicolo BMW X5 con targa BZ 023 SZ in uso ad ESPOSITO Antonio) 165
ESPOSITO Antonio consegna a LOMUSCIO Roberto la pistola e su raccomanda di farla
sparire.
T: ESPOSITO Antonio (detto TONI)
L: LOMUSCIO Roberto
… omissis …
T: allora, ROBERTO stammi a sentire, vai a nascondere sta roba...
L: cazzo c'è?
T: niente...
L: ehh ?
T: niente....non te la far trovare perchè ...me la paghi ehh!! ...capito?...
L: e dove la devo andare a nascondere?
T: ehhh...mettila sotto un piede d'olivo...
L: ma che (incomprensibile) devo fare con te, porca troia....
T: (n.d.r. ride)
L: ma dimmi una cosa, ma cosa ti ho chiamato a fare io....ma porca di quella bastarda ...
T: perchè evidentemente hai bisogno di qualcosa....cosa ti serve?...
L: ce n'hai una metà...
T: che droga ti serve?... leggera o zanza...
L: un ovulo, un ovulo ce l'hai?
T: un ovulo....
L: a ELVIO dobbiamo dargli un ovulo perchè...
T: e adesso vuole l'ovulo...
L: non l'ovulo, le piastrelle, le piastrelle...
T: le vado a prendere, vado a prendere mezzo chilo ...alle sette ...vai via...
L: servi di merda ohuu....ascolta un attimo...
T: si ...
L: io a me me ne...
T: ascolta, ascolta, non te la far prendere perchè la paghi sta volta ehh!!! ...pesante ehh!!
165
n° 36 del 2.4.2007 ore 17.33
138
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 139
L: io a (incomprensibile) mi fanno....
T: nooo...ehii!...heii!!!...non buttarla ehhh!!!
L: eh?
T: non buttarla eh!!
L: no, se mi fermano ci dico aspetta che, che, che la porto...
T: non ti ferma nessuno ma non buttarla...
L: vai via bastardo....
Nella successiva conversazione ambientale si ritrovano in auto ESPOSITO Antonio e
GIORDANO Stefano con quest’ultimo che chiede particolari sull’azione di fuoco compiuta
poco tempo prima.
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e GIORDANO Stefano
(su autoveicolo BMW X5 con targa BZ 023 SZ in uso ad ESPOSITO Antonio) 166
In questa conversazione ambientale si ritrovano in auto ESPOSITO Antonio e GIORDANO
Stefano con quest’ultimo che chiede particolari sull’azione di fuoco compiuta poco tempo
prima.
E: ESPOSITO Antonio (detto TONI)
G: GIORDANO Stefano
. . . .omissis . .
G:...maaa...addosso o una?
E: come no...
G: e loro?
E: due due...
S: meglio ....
E: Era difficile... (incomprensibile)...buttarla giù... ed uscire...poi trovi tutta gente che...
S: Viene la....
E: ...andiamo...
S: E ma è stato... guarda che è stato meglio così ehh...
… omissis …
Nella serata del 2.4.2007 alle ore 21.33 (dopo circa quattro ore dall’ azione di sangue
RIENZI Pasquale chiama ESPOSITO Antonio167.
A seguito di questa telefonata, ESPOSITO Antonio con la sua autovettura BMW X5 si reca
all’ incontro con RIENZI Pasquale e si recano al Bar.
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e RIENZI Pasquale
(su autoveicolo BMW X5 con targa BZ 023 SZ in uso ad ESPOSITO Antonio) 168
T: ESPOSITO Antonio - detto TONI
P: RIENZI Pasquale – detto PACHI
. . . .omississ. .
T: ...ciao Pachi...chissà perchè ...
P: ehh, infatti ...io...
T: questa ...uhei...
P: cazzo...
(chiude la portiera e poi umori di fondo)
P: ...ciao....
T : allora oggi viene buono così. . .
166
167
168
n° 40 del 2.4.2007 ore 19.03
n° 7692 del 2.4.2007 ore 21.33
n° 42 del 2.4.2007 ore 21.44
139
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 140
P: si, si ,si...
T va be, ohuu...(incomprensibile)...
P: no. no apposto...
T: bordello?
P: andiamo che bevo un caffè ... ehh, che dici... qua al Meri Dol... ehh ti dico io...
T: si, si, mi sono spostato perchè ... si che poi vanno avanti indietro qui... si vede che vanno di la...
P: e si ...cazzo ho sbagliato a lasciarla proprio così la macchina... io non trovo...
T: si be, non è che ce ne sono due qui di parcheggi...
P:ehh...
T. la vuoi togliere così?
P: nooo, di qua, di qua...
T: mi devi scusare PACHI, guarda, se ti ho fatto aspettare tanto
P: no, ma che cosa, ma stai scherzando, ma va!
T: ...(incomprensibile)...e ancora oggi la bastarda è andata li...
P: eh, ma continuaaa...
T: non lo so perchè...PACHI l'ho dovuto fareee...
P: e adesso quando andiamo li ...(incomprensibile)...
T: ...(incomprensibile)...mi auguro che viene li...
P: ...(incomprensibile)...
T: ...si mi auguro...(incomprensibile)...
P: cosa c'è scritto?
T: ...(incomprensibile) PACHI ...
P: ...(incomprensibile)...
T: dritto?
P: dritto, si..
T: ...(incomprensibile)...
Entrambi ridono
P: dritto, destra...
T: ...(incomprensibile, probabilmente fa il nome di un bar)...quello la che c'è quiii...
P: no, il primo quello la che c'è qua, il MERI DOL, quellooo...
… omissis …
P: .....comunque.....
T:.......non..non.....non arrivava il messaggio se non ...incomprensibile....
P : e ma eh il messaggio... era meglio cosi............no ma penso che......giusto è giusto .....tanto domani comunque
......allora tu dici che alle cinque mi suonano??...
T: ma potrebbero anche, solo per domandarti ehh....
P : minchia alle cinque??
T: guarda, figurati me lo aspetto io.....",
P: orcodiso....
T: si..... io ho chiuso, ho fatto due pacchi.........
P. si eh...
T: se ti domandano, ma ehh........stai pronto....(incomprensibile)....
P: come cazzo facciamo......portamelo se hai bisogno di quel discorso.........
.....( n.d.r.ridono tra loro).......
P: da me.......incomprensibile........
T: ride......
P: ......"gli giro tutto e me ne vado".....
T: si fai bene....(n.d.r. RIENZI Pasquale scende dall'auto)
RIENZI Pasquale comunica ad ESPOSITO Antonio che, causa l’ azione di sangue del
pomeriggio contro la VIADANA, domani mattina molto presto (alle cinque) riceverà la visita
delle forze di polizia.
Emergerà poi il giorno successivo che in realtà la persona colpita da ESPOSITO Antonio era
VIADANA Barbara, sorella di VIADANA Emanuela, vittima designata ed assente dall’ Ufficio il
pomeriggio del 2.4.2007.
140
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 141
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 24) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 25) di imputazione
RISPOLI Vincenzo - DE CASTRO Emanuele - ESPOSITO Antonio - FILIPPELLI Nicodemo - PALAMARA
Rocco - ZOCCHI Fabio - DE MASI Patrizia - BARACCHI Giulio - AVALLONE Carlo ed AUGUSTO Agostino
Capo 25): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 112, 629 commi I e II in relazione
all’ art. 628 comma III n° 1
c.p. e 644 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso
tra di loro ed in tempi diversi, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi
usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a MONOLO Giovanni della somma
di € 20.000, nonché procuravano a sé o ad
altri un ingiusto profitto con altrui danno,
inducendo, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso, MONOLO
Giovanni a consegnare ripetute somme di denaro. In particolare, costringevano MONOLO
Giovanni a emettere prima una serie di cambiali per un importo di € 20.000 a favore di
FILIPPELLI Nicodemo a garanzia del saldo della somma di € 10.000 ancora da restituire e
successivamente a cedere una mansarda sita in Legnano, Corso Garibaldi, del valore di €
55.000, per l’ estinzione del debito.
RISPOLI Vincenzo e DE CASTRO Emanuele in qualità di promotori, inducendo MONOLO
Giovanni a rivolgersi per la richiesta del prestito in denaro a FILIPPELLI Nicodemo e fissando
le modalità dell’ operazione finanziaria.
FILIPPELLI Nicodemo, consegnando materialmente al MONOLO Giovanni a titolo di prestito
la somma di € 20.000 a fronte di titoli emessi a favore di PALAMARA Rocco, in funzione di
prestanome del FILIPPELLI e pretendendo poi con le minacce la restituzione di tale somma e
degli interessi ad un evidente tasso di usura.
ESPOSITO Antonio per avere monetizzato i titoli emessi da MONOLO Giovanni.
DE MASI Patrizia, moglie di ESPOSITO Antonio, per aver partecipato ai fatti con il ruolo di
prestanome nella compravendita della mansarda di Legnano, poi successivamente ceduta
alla società MAKEALL Spa, di fatto gestita da AUGUSTO Agostino.
ZOCCHI Fabio, BARACCHI Giulio, AUGUSTO Agostino e AVALLONE Carlo per aver
organizzato le varie fasi della vendita della mansarda alla MAKEALL Spa.
Con le aggravanti del fatto commesso in cinque o più persone.
In Provincia di Milano e Varese tra il Maggio 2006 e sino al Maggio 2007.
Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed
ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano
l’ attività usuraria in corso a danno di MONOLO Giovanni, poi sfociata in vera e propria
estorsione in dipendenza delle gravissime minacce formulate nei confronti della vittima di
usura.
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di
capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla
informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più
dettagliata indicazione dei gravi indizi.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 25) contestato dall’ accusa (con l’ unica eccezione di DE MASI
Patrizia per il quale non si ritiene sufficiente il compendio indiziario raccolto ai fini dell’ adozione della misura
cautelare richiesta, non risutando altro che l’ intestazione del bene immobile in oggetto).
****************************
CAPO 26) di imputazione
RISPOLI Vincenzo - MANCUSO Luigi - FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio
Capo 26): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110 e 629 commi I e II c.p., perché in concorso tra loro e con
ignoti, mediante violenza e/o minaccia, costringendo LEO Francesco e LEO Adalberto, titolari
141
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 142
della gioielleria "ORO ITALIA", a consegnare oro e preziosi vari, a titolo di un asserito
intervento presso ignoti malfattori, autori di minacce a scopo estorsivo ai danni dei predetti
fratelli LEO (minacce estorsive in realtà provocate dagli stessi RISPOLI Vincenzo, MANCUSO
Luigi, FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio proprio per giustificare un loro intervento
risolutore della vicenda), procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno.
In Legnano (MI) il 15 maggio 2006.
Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed
ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano
l’ attività estorsiva in corso ai danni dei fratelli LEO, gioiellieri in Legnano (MI).
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di
capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla
informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più
dettagliata indicazione dei gravi indizi.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 26) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 27) di imputazione
FILIPPELLI Nicodemo, ESPOSITO Antonio e ZOCCHI Fabio
Capo 27): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., 644 c.p. ,
perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra di loro,
si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della
consegna, a titolo di prestito, a SERUGHETTI Claudio della somma di € 20.000, nonché
procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante
minacce, intimidazioni e percosse tipiche di un contesto mafioso, SERUGHETTI Claudio a
consegnare diversi titoli a rimborso del prestito e degli interessi.
In Lonate Pozzolo (VA) dal Febbraio 2006.
Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed
ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano
l’ attività usuraria in corso, poi sfociata in vera e propria estorsione in dipendenza delle
gravissime minacce formulate nei confronti della vittima di usura SERUGHETTI Claudio.
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di
capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla
informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più
dettagliata indicazione dei gravi indizi.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 27) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 28) di imputazione
FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio
Capo 28): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., 644
comma IV n° 4 c.p., perché in concorso tra loro e con più azioni esecutive di un medesimo
disegno criminoso, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in
corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a ALAMARI Carlo di una somma
imprecisata, nonché procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno,
inducendo ALAMARI Carlo, mediante minacce anche di morte proferite nei confronti dello
stesso ALAMARI Carlo, ALAMARI Nicolas e ALAMARI Mario, a consegnare parte dei ricavati
della propria ditta denominata “Verniciature Varesine Sas” e ad assumere apparentemente alle
dipendenze della ditta stessa ZOCCHI Fabio, con il ruolo di collaboratore per meglio
controllare le attività imprenditoriali e per costringere i titolari ad effettuare lavori edili per i
142
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 143
quali percepivano compensi irrisori, mentre FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio, agendo
direttamente con il committente, incassavano gli effettivi maggiori corrispettivi dei lavori.
Con l’ aggravante, quanto al reato di usura, del fatto commesso in danno di persona che
svolge attività imprenditoriale, o commerciale, o artigianale.
In Lonate Pozzolo (VA) dal Novembre 2005.
Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed
ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano
l’ attività usuraria in corso, poi sfociata in vera e propria estorsione in dipendenza delle
gravissime minacce formulate nei confronti della vittima di usura ALAMARI Carlo.
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di
capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla
informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più
dettagliata indicazione dei gravi indizi.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 28) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 29) di imputazione
FILIPPELLI Nicodemo, ZOCCHI Fabio e MANCUSO Luigi
Capo 29): del delitto di cui agli artt. 56, 110, 629 commi I e II c.p. in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. ,
perché in concorso tra loro procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno,
inducendo, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso, GRIANTI
Augusto, padre di GRIANTI Alex Bruno, socio accomandatario dell’ Immobiliare Amalfi Sas
di FILIPPELLI Nicodemo & C., con sede legale in Lonate Pozzolo via Silvio Pellico n° 23, e
uffici e capannone in Busto Arsizio via Amalfi n° 6
e di GRIANTI Christian, socio
accomandante della medesima immobiliare, a cedere in vendita a condizioni economiche
pregiudizievoli le quote societarie a MANCUSO Luigi, che aveva già occupato uno dei due
appartamenti dello stabile di proprietà della immobiliare in Lonate Pozzolo, via Amalfi n° 6 e
ove aveva già fissato la sede della ditta MELI AUTO di cui era titolare la moglie CHIARELLI
ROSELLA.
Con l’ aggravante del fatto commesso da tre o più persone in concorso tra loro.
In Busto Arsizio (VA) il 12.4.2006.
Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed
ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano
l’ attività estorsiva in corso ai danni dei soci GRIANTI per la cessione delle quote
dell’ Immobiliare Amalfi Sas di FILIPPELLI Nicodemo & C..
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di
capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla
informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più
dettagliata indicazione dei gravi indizi.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 29) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 30) di imputazione
FILIPPELLI Nicodemo, ZOCCHI Fabio e MANCUSO Luigi
Capo 30): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 112, 629 commi 1 e 2 in relazione
all’ art. 628 comma III n° 1
c.p. e 644 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso
tra di loro ed in tempi diversi, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi
usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a SPADARO Giacomo della
somma di € 1.500. Non riuscendo a far fronte alle scadenze fissate per i pagamenti,
SPADARO Giacomo consegnava loro una serie di assegni del valore rispettivamente di €
143
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 144
2.500 ed € 2.000 che ZOCCHI e FILIPPELLI provvedevano a monetizzare trattenendosi €
300 cadauno quale loro compenso. Inoltre SPADARO era costretto a cedere ai due un
quantitativo di schede per ricariche telefoniche pari ad un importo di € 2.200 circa oltre a
diversi cellulari di ultima generazione, presi dai suoi negozi da FILIPPELLI e ZOCCHI e mai
pagati. Inoltre i medesimi FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio, mediante minacce anche
di morte rivolte al citato SPADARO Giacomo, costringendolo a cedere loro a titolo gratuito
una moto “Quad Polaris”, dalla cui vendita a MANCUSO Luigi ricavavano la somma di € 2.500,
procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto.
Con l’ aggravante del fatto commesso da tre o più persone in concorso tra loro.
In Somma Lombardo (VA) il 15.12.2005.
Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed
ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano
l’ attività usuraria in corso, poi sfociata in vera e propria estorsione in dipendenza delle
gravissime minacce formulate nei confronti della vittima di usura SPADARO Giacomo.
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di
capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla
informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più
dettagliata indicazione dei gravi indizi.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 30) contestato dall’ accusa.
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CAPO 31) di imputazione
RIENZI Pasquale
Capo 31): del delitto di cui agli artt. 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. e 644 c.p. ,
perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, si faceva dare e/o
promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di
prestito, a SCAMPINI Paolo della somma di € 4.000, nonché procuravano a sé o ad altri un
ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di
un contesto mafioso, SCAMPINI Paolo a restituire la somma di € 4.800 e pretendendo per il
saldo l’ ulteriore importo di € 700. In particolare il RIENZI per intimidire la sua vittima oltre
che a chiamarlo più volte e con insistenza al telefono per ricordagli i pagamenti, lo
aspettava diverse volte sotto casa.
Con l’ aggravante del fatto commesso da tre o più persone in concorso tra loro.
In Legnano (MI) dal 27.6.2006 alla fine di agosto 2006.
Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed
ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano
l’ attività usuraria in corso, poi sfociata in vera e propria estorsione in dipendenza delle
gravissime minacce formulate nei confronti della vittima di usura SCAMPINI Paolo.
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di
capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla
informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più
dettagliata indicazione dei gravi indizi.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 31) contestato dall’ accusa.
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CAPO 32) di imputazione
RISPOLI Vincenzo, FILIPPELLI Nicodemo, ESPOSITO Antonio, ZOCCHI Fabio e RIENZI Pasquale
Capo 32): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 112, 629 commi I e II in relazione
all’ art. 628 comma III n°1 e
644 comma I n° 4 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in
concorso tra loro, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in
144
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 145
corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a CAPUZZI Maurizio e ZANZI Massimo della
somma di € 75.000, nonché procuravano a se stessi o ad altri un ingiusto profitto con altrui
danno, inducendo, mediante minacce, anche di morte, ed intimidazioni tipiche di un
contesto mafioso, CAPUZZI Maurizio e ZANZI Massimo a restituire in tre anni la somma di €
150.000, oltre al pagamento di cambiali mensili da € 3.000.
Con l’ aggravante del concorso nel reato di tre o più persone e quanto al reato di usura del
fatto commesso in danno di persona che svolge attività imprenditoriale, professionale o
artigianale.
In Castellanza (VA) il 9.8.2006 e nei tre anni antecedenti.
Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed
ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano
l’ attività usuraria in corso, poi sfociata in vera e propria estorsione in dipendenza delle
gravissime minacce formulate nei confronti delle vittime di usura CAPUZZI Maurizio e ZANZI
Massimo.
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di
capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla
informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più
dettagliata indicazione dei gravi indizi.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 32) contestato dall’ accusa.
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CAPO 33) di imputazione
FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella
Capo 33): del delitto di cui agli artt. 110 e 644 c.p., perché, in concorso tra loro, si facevano dare e/o
promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di
prestito, a TAVERNESE Luigi Gaetano di una somma imprecisata, esigendo in cambio l’
emissione di almeno un assegno bancario dell’ importo di € 3.000, assegno
successivamente consegnato a LETO RUSSO Antonella, incaricata da FILIPPELLI Nicodemo
di esigerne il pagamento
In Lonate Pozzolo (VA) ed altrove il 23.1.2007 ed anteriormente.
Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed
ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano
l’ attività usuraria in corso a danno di TAVERNESE Luigi Gaetano.
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini e già stato illustrato in sede di
capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla
informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più
dettagliata indicazione dei gravi indizi.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 33) contestato dall’ accusa.
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CAPO 34) di imputazione
FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella
Capo 34): del delitto di cui agli artt. 110 e 644 c.p., perché, in concorso tra loro, si facevano dare e/o
promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di
prestito, a VENTRICE Carmela della somma di € 1.000, esigendo in cambio
l’
emissione di 4 assegni post datati al 23.3.2007, 23.4.2007, 23.5.2007 e 23.6.2007, per un
importo complessivo di € 1.300, di cui € 300 di interesse in quattro mesi, emessi dal marito
145
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 146
BONASERA Giuseppe detto “PIPPO”. Assegni successivamente consegnati a LETO RUSSO
Antonella, incaricata da FILIPPELLI Nicodemo di esigerne il pagamento.
In Lonate Pozzolo (VA) il 23.1.2007.
Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed
ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano
l’ attività usuraria in corso a danno di VENTRICE Carmela.
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini e già stato illustrato in sede di
capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla
informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più
dettagliata indicazione dei gravi indizi.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 34) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 35) di imputazione
FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella
Capo 35): del delitto di cui agli artt. 110 e 644 c.p., perché, in concorso tra loro, si facevano dare
e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di
prestito, a COPPINI Emanuele di una somma imprecisata, esigendo in cambio l’ emissione di
assegni bancari vari tra i quali l’ assegno della Unicredit Banca
n° 3168890457-05
datato 30.4.2007, dell’ importo di € 3.000. Assegno successivamente consegnato a LETO
RUSSO Antonella, incaricata da FILIPPELLI Nicodemo di esigerne il pagamento.
Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in attuazione del programma criminoso del
sodalizio.
In Lonate Pozzolo (VA) ed altrove anteriormente al 21.3.2007.
Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed
ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano
l’ attività usuraria in corso a danno di COPPINI Emanuele.
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini e già stato illustrato in sede di
capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla
informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più
dettagliata indicazione dei gravi indizi.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 35) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 36) di imputazione
RISPOLI Vincenzo, FILIPPELLI Nicodemo, MANCUSO Luigi, LETO RUSSO Antonella e VIZZA Rita
Capo 36): del delitto di cui agli artt. 61 n° 2, 81 cpv, 110, 112, 644 c.p., perché, con più azioni esecutive di
un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, si facevano dare e/o promettere, per
sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a LONATI
Fabio della somma di € 20.000. In particolare la restituzione del denaro era concordata
entro i due mesi successivi al ricevimento del prestito, previa la corresponsione di € 13.000
di interessi ed a tal fine il LONATI Fabio emetteva diversi assegni bancari tra i quali i
seguenti:
assegno Banca Popolare di Lodi n° 0097757803-00 datato 2.5.2007, dell’ importo di
€ 11.000.
assegno Banca Popolare di Lodi n° 0097757802-12 datato 3.5.2007, dell’ importo di
€ 11.000.
146
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 147
assegno Banca Popolare di Lodi n° 0097757804-00 datato 6.5.2007, dell’ importo di
€ 11.000.
Tenendo ciascuno le seguenti condotte:
MANCUSO Luigi facendo da mediatore nelle varie fasi del prestito e dando indicazione su
come dovevano essere compilati i vaglia postali specificandone la causale “pagamento BMW” e
avvisando il LONATI Fabio di contattare FILIPPELLI Nicodemo per avere i numeri dei codici
dei vaglia postali.
LETO RUSSO Antonella, come disposto da FILIPPELLI Nicodemo, si faceva consegnare da
VIZZA Rita, suocera di FILIPPELLI Nicodemo e depositaria del denaro per conto di
quest’ultimo, la somma di € 20.000 in contante, inviandola il giorno 8.3.2007 a mezzo
vaglia postali con beneficiario LONATI Fabio. La stessa LETO RUSSO Antonella si occupava
della monetizzazione dei titoli consegnati dal LONATI Fabio.
RISPOLI Vincenzo sovraintendendo a tutta l’ operazione finanziaria anche in relazione agli
sviluppi della situazione a seguito del sequestro dei titoli avvenuto in Trecate il 21.3.2007.
Con l’ aggravante del fatto commesso da cinque o più persone.
Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in attuazione del programma criminoso del
sodalizio.
In Lonate Pozzolo (VA) nelle date suddette.
Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed
ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano
l’ attività usuraria in corso a danno di LONATI Fabio.
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini e già stato illustrato in sede di
capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla
informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più
dettagliata indicazione dei gravi indizi.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 36) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 37) di imputazione
FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella
Capo 37): del delitto di cui agli artt. 110 e 644 c.p., perché, in concorso tra loro, si facevano dare e/o
promettere, per sé o per altri, da ESPOSITO Margherita interessi usurari in corrispettivo del
cosiddetto “cambio assegni”, con la consegna, da parte della ESPOSITO Margherita alla LETO
RUSSO Antonella, di un assegno bancario per l’ importo di € 1.600, esigendo in cambio della
motenizzazione del titolo la somma di € 150 e, successivamente, rimasto insoluto il titolo,
ottenendo la LETO RUSSO Antonella, su disposizione del FILIPPELLI Nicodemo, la consegna
di due cambiali da 1.250 euro l’una con le scadenze, la prima, del
3 o 4 gennaio 2007 e,
la seconda, del 30 gennaio 2007.
In Lonate Pozzolo (VA) dall’agosto 2006 al 30.1.2007.
Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed
ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano
l’ attività usuraria in corso a danno di ESPOSITO Margherita.
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini e già stato illustrato in sede di
capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla
informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più
dettagliata indicazione dei gravi indizi.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 37) contestato dall’ accusa.
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147
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 148
CAPO 38) di imputazione
FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio
Capo 38): del delitto di cui agli artt. 110, 629 c.p. in relazione all’art. 628 comma III n°1 c.p. , perché in concorso
tra loro procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo
ACCARINO Mario, titolare dell’ agenzia di pompe funebri denominata "Onoranze Funebri
Gallaratesi - Nuova SOF di ACCARINO Antony & C. Sas”, a pagare
un’ imprecisata somma di
denaro, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso espresse con
parole del tipo "queste persone non hanno voglia nè di perdere tempo nè di scherzare... sappi che Nico... non è
che Nico non ti è amico ma a lui gli hanno fatto capire chiaramente... se tu hai provato a vedere se si poteva
risolvere in modo diverso visto che non si può... sono cazzi che non ci riguardano più... gli ho detto se questa è gente
che gli sta perdendo una barca di soldi e non è solo un discorso economico che ci sono sotto altri interessi altre
cose... finisce che tu ti vai a mettere in una situazione un attimino del cazzo!...”
In Lonate Pozzolo (VA) e Gallarate (VA) dall’ ottobre 2006 al marzo 2007.
Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed
ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano
l’ attività estorsiva in corso a danno di ACCARINO Mario, titolare delle "Onoranze Funebri
Gallaratesi - Nuova SOF di ACCARINO Antony & C. Sas”.
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini e già stato illustrato in sede di
capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla
informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più
dettagliata indicazione dei gravi indizi.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 38) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 39) di imputazione
FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio
Capo 39): del delitto di cui agli artt. 110, 629 commi I e II, in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 e 644 comma I n° 4
c.p., perché, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso,
si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, da SENIA Giovanna, contitolare del
negozio di parrucchieri "MAN WOMAN STUDIO di SENIA GIOVANNA & C. Sas", interessi usurari
in corrispettivo della consegna alla medesima, a titolo di prestito, della somma di € 30.000
da parte di RUSSO Giuseppe. Alla morte di quest’ultimo FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI
Fabio esigevano il pagamento dei titoli a suo tempo consegnati dalla SENIA Giovanna a
RUSSO Giuseppe per un importo totale di € 60.000, nonché procuravano a sé o ad altri un
ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di
un contesto mafioso, SENIA Giovanna a effettuare i pagamenti alle scadenze concordate.
Parte del denaro ottenuto dalla SENIA Giovanna veniva devoluto al mantenimento di Restani
Debora, vedova di RUSSO Giuseppe.
Con l’ aggravante del concorso nel reato di più persone e quanto al reato di usura del fatto
commesso in danno di persona
che svolge attività imprenditoriale, professionale o
artigianale.
In Lonate Pozzolo (VA) e Busto Arsizio (VA) dal novembre 2005.
Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed
ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano
l’ attività usuraria in corso, poi sfociata in vera e propria estorsione in dipendenza delle
gravissime minacce formulate nei confronti della vittima di usura SENIA Giovanna,
contitolare del negozio di parrucchieri "MAN WOMAN STUDIO di SENIA GIOVANNA & C. Sas".
Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di
capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla
informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più
dettagliata indicazione dei gravi indizi.
148
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 149
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 39) contestato dall’ accusa.
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CAPO 40) di imputazione
FILIPPELLI Nicodemo – ZOCCHI Fabio ed ESPOSITO Antonio
Capo 40): del delitto di cui agli artt. 56, 110, 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perché in
concorso tra loro minacciando DA PONTE Antonio con intimidazioni tipiche di un contesto
mafioso e in particolare concordando tra loro che “. . . stavolta a mazzate in faccia … questa
volta....questa volta...io gli sparo....” – “. . . andiamo li...ci faccio venire pure Toni con la cosa....io a questo qui
ci sparo, gli faccio vedere... sta volta lo faccio …”, al fine di indurlo a saldare il debito di € 12.000
contratto con Leo Francesco per la vendita di un orologio, eseguivano atti idonei diretti in
modo non equivoco a commettere il reato di estorsione, non riuscendo nell’ intento per
cause indipendenti dalla loro volontà.
Con l’ aggravante del concorso nel reato di più persone.
In Lonate Pozzolo (VA) e Busto Arsizio (VA) dal 10.4.2006 al 20.12.2006.
Ad avviso di questo giudice NON SUSSISTONO gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati FILIPPELLI
Nicodemo, ZOCCHI Fabio ed ESPOSITO Antonio in ordine al delitto di cui al capo 40) contestato dall’ accusa, in
quanto le espressioni di minaccia registrate nel corso delle intercettazioni in realtà erano formulate tra gli stessi
indagati in segno di disappunto e come reazione agli esiti negativi di mettersi in contatto con il debitore DA PONTE
(il cui debito era originato dall’ acquisto di un orologio dal gioielliere LEO), ma non vi è prova che siano state
rivolte direttamente allo stesso DA PONTE Antonio.
****************************
CAPO 41) di imputazione
FILIPPELLI Domenico - PECORA Mario - MOLFESE Giovanni - AUGUSTO Agostino - AVALLONE Carlo D'APOTE Daniele - BARACCHI Giulio - CAPPONI Mario e CUSINATI Fabrizio
Capo 41): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110 - 648 bis commi I e II - 648 ter commi I e II c.p. - art. 7 D.L. 152/91,
per avere, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso,
sostituito o trasferito denaro, titoli, beni o altre utilità provenienti dai delitti di usura ed
estorsione, ivi compresi i proventi illeciti di cui ai capi precedenti, ovvero eseguito in
relazione ad essi altre operazioni in modo da ostacolare
l’ identificazione della
provenienza delittuosa ai fini del successivo reimpiego in attività economiche o finanziarie
del denaro, dei titoli e dei beni suddetti. In particolare incassavano, ai fini del successivo
reimpiego a favore dell’ associazione a delinquere di tipo mafioso denominata “Locale di
Legnano - Lonate Pozzolo”, facente capo a RISPOLI Vincenzo, DE CASTRO Emanuele e
FILIPPELLI Nicodemo, titoli e denaro di illecita provenienza, simulando, tramite fatturazione
di comodo, che si trattasse di pagamenti di prestazioni apparentemente lecite e regolari, ma
in realtà inesistenti, mediante le seguenti società:
 MAKEALL Spa, amministrata da MILAN Patrizia ma di fatto gestita dall’ ingegnere
AUGUSTO Agostino;
 REVINCTA Srl, amministrata da D'APOTE Daniele, ma di fatto gestita dall’ architetto
AVALLONE Carlo;
 MOSE' Immobiliare Srl di D'APOTE Daniele;
 BASTIAN & BASTIAN Srl, amministrata da AVALLONE Carlo;
 EDILCAP di CAPPONI Mario;
 CF COSTRUZIONI di CUSINATI Fabrizio;
 ZEN Srl, già amministrata da D'AGOSTINO Giuseppe, ma gestita da DE CASTRO
Emanuele;
 IMMOBILIARE AMALFI Sas di FILIPPELLLI Nicodemo;
 COSTRUZIONI EDILI di PECORA Mario;
149
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 150
 NUOVA IME Srl di PECORA Mario.
 CONFISA di BARACCHI Giulio.
Con l’aggravante del fatto commesso al fine di agevolare l’attività dell’ associazione a
delinquere di stampo mafioso denominata “Locale di Legnano - Lonate Pozzolo”.
In Lonate Pozzolo (VA) dall’ ottobre 2006 al maggio 2008.
Durante l'ultimo periodo d'indagine si è avuto modo di accertare il modus operandi del “Locale”
in ordine alla proficua attività di riciclaggio del denaro e titoli provento di attività illecite,
prevalentemente inerenti il reato di usura.
L’ incaricato e referente per il “Locale” di detta attività si identifica in FILIPPELLI Nicodemo il
quale, avvalendosi della collaborazione di numerosi correi, dirige e coordina tutte le
movimentazioni di denaro e titoli bancari. Lo stesso, al fine di "ripulire" detti beni, si avvale
della collaborazione di numerose società quali: MAKEALL Spa, amministrata da MILAN
Patrizia, ma di fatto gestita dall’ ingegnere AUGUSTO Agostino; REVINCTA Srl amministrata
da
D'APOTE Daniele, ma di fatto gestita dall’ architetto AVALLONE Carlo; MOSE'
Immobiliare Srl di D'APOTE Daniele; BASTIAN & BASTIAN Srl amministrata da AVALLONE
Carlo; EDILCAP di CAPPONI Mario; CF COSTRUZIONI di CUSINATI Fabrizio; ZEN Srl già
amministrata da D'AGOSTINO Giuseppe, ma gestita da DE CASTRO Emanuele; CONFISA di
BARACCHI Giulio (studio commercialista).
Oltre alle citate società, FILIPPELLI Nicodemo si avvale di alcune attività fittizie, create ad hoc
con il compito di incassare denaro mediante emissione di fatture per prestazioni lavorative o
vendite inesistenti.
In particolare FILIPPELLI Nicodemo è titolare dell’ IMMOBILIARE AMALFI Sas di FILIPPELLLI
Nicodemo, e gestisce per tramite di "teste di legno" le seguenti ditte: COSTRUZIONI EDILI
di PECORA Mario e NUOVA IME Srl di PECORA Mario.
Nel contesto di tali attività illecite rientrano a pieno titolo RISPOLI Vincenzo e DE CASTRO
Emanuele, il primo, logicamente, quale elemento di spicco nell'organizzazione, come si può
evincere dalle numerose e significative conversazioni intercettate, ancora una volta
esaustive nel ribadire la definizione dei ruoli e degli interessi in gioco.
Attività di riscontro
A sostegno di quanto sinteticamente sopra esposto si evidenziano gli elementi di riscontro
qui di seguito dettagliatamente elencati:
A) Sequestro operato a carico di D'APOTE Daniele
In data 16.5.2008 in Lonate Pozzolo (VA) a seguito di perquisizione personale e veicolare
nei confronti di D'APOTE Daniele - denunciato in stato di libertà per "Truffa" e "Ricettazione" venivano sequestrati numerosi titoli bancari e la somma in contanti pari ad € 131.600.
Contestualmente veniva rinvenuta documentazione cartacea, attestante transazioni
economiche. Quanto sequestrato si riporta nella seguente tabella:
B) esiti dell’ attività di intercettazione
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo ed AVALLONE Carlo
(utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 393 9638635 in uso ad AVALLONE Carlo) 169
169
n° 137966 del 2.10.2007 ore 11.58
150
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 151
FILIPPELLI Nicodemo e AVALLONE Carlo discutono delle fatture che quest'ultimo deve
emettere, in particolare deve rilasciare a FILIPPELLI Nicodemo fatture per € 50.000 coperte
da cambiali. AVALLONE prosegue il discorso chiedendo a FILIPPELLI se al termine della
operazione, previsto per il giorno 9, possono farne un'altra. FILIPPELLI dà il suo assenso
precisando però che non dovrà protrarsi oltre i 20/30 giorni.
La richiesta di AVALLONE, di fatto, consiste in un prestito di denaro avanzata allo stesso
FILIPPELLI, a fronte del quale emetterà titoli a garanzia, dopo aver saldato il precedente
debito contratto.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e PECORA Mario
(utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 349 7329579 in uso a PECORA Mario) 170
PECORA Mario chiede un aiuto economico a FILIPPELLI Nicodemo per soddisfare primarie
esigenze familiari, ciò nonostante sia paradossalmente titolare di diversi conti bancari. Dalla
stessa telefonata emerge chiaramente che PECORA Mario è un mero "prestanome". Di fatto
i beni a lui intestati sono di proprietà di FILIPPELLI Nicodemo.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo ed AVALLONE Carlo
(utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 393 9638635 in uso ad AVALLONE Carlo) 171
AVALLONE Carlo chiede a FILIPPELLI Nicodemo a chi intestare le fatture, questi risponde di
volerle emetterle a nome di una qualsivoglia ditta, l’ importante è che abbia formalmente a
che fare con le loro attività. AVALLONE precisa che per giustificare la cambiale non serve la
fattura, quindi convengono di incontrarsi personalmente per decidere in ordine a chi
emettere il documento fiscale. Dalla presente conversazione emerge palesemente che le
fatture vengono emesse di volta in volta in base alle necessità giustificative per l’ incasso di
titoli bancari e non a seguito di prestazioni lavorative, risultando pertanto puramente fittizie.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e FILIPPELLI Domenico
(utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 349 6757886 in uso a FILIPPELLI Domenico) 172
FILIPPELLI Nicodemo dispone che il fratello Domenico apra un conto corrente a suo nome,
quindi lo avvisa di aver già lasciato i conteggi che ammontano a € 93.000, di cui € 20.000
verranno dati durante i lavori presso il cantiere di Buscate ed € 73.000 saranno "scontati" in
banca, intendendo che quest'ultimo importo sarà anticipato dall'Istituto di Credito a fronte
delle ricevute bancarie.
170
n° 149733 del 5.10.2007 ore 12.05
171
n° 153947 del 6.10.2007 ore 17.52
172
n° 227253 del 22.10.2007 ore 8.39
151
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 152
FILIPPELLI Nicodemo precisa di aver lasciato un appunto al direttore riportante l'importo di
25.000 euro, quindi dà indicazioni a Domenico su come emettere le fatture, rispettivamente
dell'importo di 20.000 euro, 31.000 euro e 42.000 euro. I riferimenti bancari per l'appoggio
delle Ri.Ba dovranno essergli forniti da Pietro (GANGI Pietro).
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo ed AUGUSTO Agostino
(utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 340 5955251 in uso ad AUGUSTO Agostino) 173
FILIPPELLI Nicodemo informa l'ingegnere AUGUSTO Agostino che l'operazione si farà.
Quest'ultimo dice che “se salta” (riferito all’ operazione) si creerà un insoluto presso la BNL
con la cambiale di FRAU (FRAU Pietro, legale rappresentante della società "Il segno della
Fenice" Srl).
FILIPPELLI gli precisa di essere in Calabria e di aver garantito sulla sua persona, quindi
aggiunge che una terza persona gli farà un assegno postdatato al 12 gennaio intestato
genericamente ad una società che a sua volta emetterà la fattura.
Nelle presente conversazione fanno riferimento all’ operazione immobiliare che vede FRAU
Pietro, quale committente, e la società REVINCTA quale ditta appaltatrice per i lavori di
ristrutturazione e conversione dell’ immobile sito in Vigolo (BG), da trasformarsi da ex
colonia a casa di riposo e degenza con n° 148 posti letto.
La struttura di Vigolo (Foglio 12 - Particella 780) veniva acquistata agli inizi di quest'anno
dalla società "Il segno della Fenice" direttamente dalla venditrice “Makeall Spa”, gestita da
AUGUSTO Agostino.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e BARACCHI Giulio
(utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 335 1010774 in uso a DE CASTRO Emanuele) 174
DE CASTRO Emanuele informa FILIPPELLI Nicodemo di trovarsi con Giulio (il commercialista
BARACCHI), il quale gli ha chiesto informazioni in merito ad una fattura da € 220.000
dell’ Amalfi (Immobiliare "Amalfi"). FILIPPELLI gli risponde di averla già stornata.
La conversazione prosegue fra FILIPPELLI Nicodemo e BARACCHI Giulio, a cui precisa che la
citata fattura da lui emessa alla società "ZEN", è stata "volturata" ad un’ altra ditta in
ragione di un contratto stipulato con la stessa ZEN.
BARACCHI gli conferma di ricordare l’ operazione, precisando che inizialmente erano state
emesse due fatture, rispettivamente da € 110.000 ed € 120.000 euro, quest’ ultima
definita falsa dallo stesso FILIPPELLI, per poi optare per un’ unica fattura da € 220.000.
FILIPPELLI Nicodemo precisa che il citato contratto era stato fatto con la “Edil Cap” e che
le due fatture sono da eliminare, BARACCHI gli risponde di avervi già provveduto.
U: FILIPPELLI Nicodemo
I: DE CASTRO Emanuele
B: BARACCHI Giulio (utenza De Castro).
U: pronto
173
n° 437663 del 23.12.2007 ore 11.21
174
n° 464057 del 28.12.2007 ore 16.18
152
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 153
I: pronto
U: ehi
I: ciao NI'
U: ciao
I: com'è?
U: tutto a posto
I: tutto a posto, tu? Mh... senti, ...(incomprensibile)... GIULIO (n.d.r. BARACCHI Giulio)
U: non ho capito
I: pronto... sono qua con GIULIO
U: eh
I: eh, mi diceva.. la fattura quella dell'AMALFI, quella che avevamo fatto di... due e venti (n.d.r. 220.000 euro)
U: si
I:eh... e... la devi portare indietro tu per stornarla ?
U: è stata già stornata
I: eh, e dov'è la fattura ?
U: e... allora abbiamo fatto un contratto...
I: aspetta che ti passo GIULIO che te lo devo passare
U: mh
A questo punto DE CASTRO Emanuele passa il telefono a BARACCHI Giulio che parla con FILIPPELLI
Nicodmeo.
B: pronto
U: si
B:ciao
U:ciao GIULIO
B: sto senza voce eh
U: ah, ascoltami, la fattura non è stata stornata vera e propria, perchè ci sono gli assegni
B: si, noi abbiamo la fattura numero tre (3), ti ricordi quella che mi avevi fatto tu ?
U: si
B:ok di due e venti (n.d.r. 220.000 euro) più IVA, ok
U: si, siccome ci sono gli assegni già fatti
B: eh
U: è stato fatto un contratto... ma tu queste cose le hai viste GIULIO, cioè io non lo so se...
B: si no, le ho viste, no ma siccome stiamo guardando adesso per chiudere la contabilità della ZEN
U:allora quella fattura la è esistente, però è stata come... come dire? Come se è stata volturata ad un'altra ditta,
capito?
B:ok, perciò...
U: cioè ma tu... l'hai visto, te l'avevo fatto vedere perchè è stato fatto un contratto tra la ZEN...
B: si lo so, me l'hai fatta vedere, siccome.. ti ricordi che all'inizio erano due fatture una da 110 (n.d.r. 110.000 euro)
e una da 120 (n.d.r. 120.000 euro), no?
U:si
B: e poi ne hai buttata una...
U: no, quella da 120 era falsa... non... non era la sua, non era la nostra, te l'avevo detto io, e poi è diventata una unica
da 220
U: si
B: perfetto, ok...
U: quindi...
B:adesso quindi è contratto con l'altra ditta, con la ditta la EDIL CAP, giusto?
U: si
B: perfetto, no, no, io c'ho tutto, era per fare un ripasso mentale, capisci?
U: no, quelle due la sono da buttare via, quella da 110
B:bon, già buttate via, già buttate via
U: a posto, a posto
B: capito?
U: ok, tutto a po...
B: va bene dai
U: torna tutto, tutto a posto?
B: si, quando torni?
U: io torno il due o il tre
153
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 154
...omissis...
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e PECORA Mario
(utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 0331 811689 in uso a PECORA Mario) 175
PECORA Mario chiede a FILIPPELLI Nicodemo se vuole che la fattura sia emessa dalla
COSTRUZIONE (Costruzioni Edili di PECORA Mario) o dalla NUOVA IME, questi gli risponde
dalla COSTRUZIONI EDILI, quindi PECORA lo informa che numericamente è la "3", datata
30.12.2007.
Dalla presente conversazione emerge per l’ ennesima volta che le fatture vengono emesse
in modo fittizio, attestando falsamente l'esecuzione di prestazioni/vendite al solo fine di
consentire l'incasso di titoli bancari senza destare sospetti sulla regolarità dei movimenti.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e FILIPPELLI Domenico
(utenze telefoniche 348 3762078 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 349 6757886 in uso a FILIPPELLI Domenico) 176
FILIPPELLI Nicodemo chiede a suo fratello Domenico se la ditta di Fabrizio (CUSINATI
Frabrizio della CF COSTRUZIONI) è pulita e se è titolare di un conto corrente. FILIPPELLI
Domenico risponde che “è OK” e che ha un conto acceso presso la Banca di Intra.
FILIPPELLI Nicodemo gli chiede se secondo lui, a fronte di un "regalo", CUSINATI Fabrizio
sarebbe disposto ad emettere una fattura (fittizia) incassando il relativo pagamento che
successivamente gli restituirà con assegno circolare. FILIPPELLI Domenico risponde che
contatterà CUSINATI Fabrizio che sicuramente acconsentirà.
Dalla conversazione emerge palesemente uno dei metodi posti in essere per riciclare le
somme di denaro, ovvero far incassare a delle ditte/persone, titoli quale pagamento di finte
prestazione fatturate per poi rientrarne in possesso, in questo caso mediante l’ emissione di
un assegno circolare da parte dalla “CF Costruzioni” di CUSINATI Fabrizio.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e FILIPPELLI Domenico
(utenze telefoniche 348 3762078 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 349 6757886 in uso a FILIPPELLI Domenico) 177
FILIPPELLI Domenico fornisce a Nicodemo i dati societari della “CF Costruzioni” di CUSINATI
Fabrizio, presumibilmente onde poter effettuare il pagamento di una finta prestazione e poi
riappropriarsi del denaro "pulito" mediante l'emissione di assegno circolare della medesima
ditta.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e FILIPPELLI Domenico
175
n° 638529 del 4.2.2008 ore 12.08
176
n° 1062534 del 14.4.2008 ore 11.08
177
n° 1062541 del 14.4.2008 ore 11.09
154
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 155
(utenze telefoniche 348 3762078 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 349 6757886 in uso a FILIPPELLI Domenico) 178
FILIPPELLI Nicodemo contatta FILIPPELLI Domenico al fine di fissare un appuntamento
presso la banca di Intra unitamente a Fabrizio (CUSINATI), dove far emettere gli assegni
circolari. Nicodemo suggerisce che sarebbe preferibile farli emettere da due banca diverse
oppure ipotizza di far versare i titoli a Fabrizio. I due fratelli convengono di definire i dettagli
sul posto una volta incontratisi.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e FILIPPELLI Domenico
(utenze telefoniche 348 3762078 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 349 6757886 in uso a FILIPPELLI Domenico) 179
A conclusione dell’ operazione di cui alle conversazioni precedenti, FILIPPELLI Nicodemo dà
disposizioni a FILIPPELLI Domenico, che si trova in banca con CUSINATI Fabrizio, di dare a
quest'ultimo € 20.000 in assegni a nome di ZOCCHIi Fabio ed € 10.000 a nome suo, al fine
di ottenere da CUSINATI Fabrizio assegni circolari da € 10.000 per un totale di € 30.000.
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e LOMUSCIO Roberto
(su autoveicolo PORSCHE Cayenne in uso a DE CASTRO Emanuele) 180
DE CASTRO Emanuele racconta a RISPOLI Vincenzo e a BENEVENTO Antonio di un episodio,
riferitogli da Giulio (BARACCHI), avvenuto in cantiere, che vede coinvolti Nicodemo
(FILIPPELLI) ed il nipote MOLFESE Giovanni.
In particolare quest’ultimo avrebbe chiesto un aiuto economico scatenando la reazione di
FILIPPELLI che lo umiliava davanti a tutti gli operai.
MOLFESE si risentiva per il comportamento dello zio, soprattutto per il fatto che il giorno precedente all’ episodio aveva firmato
30 mila euro di giroconto a favore di FILIPPELLI Nicodemo, analoghe operazioni erano state effettuate a favore delle sorelle e
di un nipote di quest’ultimo, per un totale di 120 mila euro.
FILIPPELLI lasciava inoltre al suocero di MOLFESE Giovanni (COMITO Damiano) la somma
in contanti di 100 mila euro da custodire in cassaforte.
Proseguono discutendo delle attività di FILIPPELLI Nicodemo e degli utili di quella edile,
quindi menzionano Fabio (ZOCCHI) e alcuni movimenti di denaro di cui ZOCCHI ha riferito
direttamente a RISPOLI come impostogli da FILIPPELLI.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati può certamente trarsi un grave quadro indiziario in
ordine al delitto di cui al capo 41) contestato
dall’ accusa, posto che integra il delitto di RICICLAGGIO il
compimento di operazioni (come quelle sopra descritte) volte non solo ad impedire in modo definitivo, ma anche a
rendere dufficile l’ accertamento della provenienza del denaro, dei beni o delle altre utilità, attraverso un qualsiasi
espediente che consista nell’ aggirare la libera e normale esecuzione dell’ attività posta in essere.
****************************
CAPO 42) di imputazione
178
n° 1062712 del 14.4.2008 ore 11.40
179
n° 1063209 del 14.4.2008 ore 13.29
180
n° 1069279del 15.4.2008 ore 17.44
155
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 156
CASTELLOTTI Mauro e DE MASI Savina (gestori del distributore AGIP di Pero)
Capo 42): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110 - 648 bis commi I e II - 648 ter commi I e II c.p., per avere, con
più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, sostituito o trasferito denaro, titoli,
beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo, ovvero eseguito in relazione ad essi
altre operazioni in modo da ostacolare l’ identificazione della provenienza delittuosa ai fini
del successivo reimpiego in attività economiche o finanziarie del denaro, dei titoli e dei beni
suddetti. In particolare ricevevano da ESPOSITO Antonio alcuni degli effetti consegnati da
MONOLO Giovanni nelle circostanze di cui ai capi precedenti e li ponevano all’ incasso per
conto dell’ ESPOSITO Antonio e del FILIPPELLI Nicodemo.
In Pero (MI) dall’ aprile 2006 all’ aprile 2007.
CASTELLOTTI Mauro e DEMASI Savina, titolari di un'area di servizio in Pero, sono cognati
di ESPOSITO Antonio.
I due, avvalendosi della propria attività commerciale, si prestano a monetizzare gli assegni
che FILIPPELLI Nicodemo fa pervenire per il tranite di ESPOSITO.
INTERCETTAZIONE AMBIENTALE
CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio
(su autoveicolo SMART in uso a ZOCCHI Fabio) 181
Nel corso della seguente conversazione ambientale, FILIPPELLI Nicodemo esterna a ZOCCHI
Fabio il proprio disappunto nei confronti dell’ operato di ESPOSITO Antonio in quanto questi,
una volta ricevuti gli assegni da porre all’ incasso, li ha consegnati al cognato:
"..... minchia mi sono messo a urlare li.. il problema sai qual'è ?.. dice che mio cognato
quando gli ho dato i ventimila euro, se li è fatti cambiare, poi tra l'altro ha perso pure
quattromila euro .. è certo gli ho detto io ! Ha perso quattromila euro ... come se li ha
persi... da quindici porca troia gliene hai fatti venti !.... e poi... seimila euro glieli ha dati a
questo qui ! .. questo che era praticamente per gli assegni .." - ". . . gli ho detto, lavoriamo
per arricchire i tuoi cognati, l'altra volta tuo cognato ha cambiato.. con diecimila euro .. in
un mese e mezzo si è fottuto cinquemila euro..".
Del fatto che ESPOSITO avesse ricevuto gli assegni provenienti dall'estorsione "GIANNI"
MONOLO e che questi erano poi stati consegnati ai suoi cognati ne erano al corrente sia
RISPOLI Vincenzo che DE CASTRO Emanuele, in quanto preventivamente avvertiti da
FILIPPELLI che infatti afferma:
". . . però quando sono venuto da te lo sapeva Enzo e Manuele.." - ". . . quando abbiamo
preso i ventimila euro da Gianni..... io ho dato... quattordicimila euro .. (inc).. da diecimila a
quattordicimila euro e questi sono . . ." - ". . . si.. pagagli l'estorsione alle persone tu !. . ".
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e CASTELLOTTI Mauro
(utenze telefoniche in uso a ESPOSITO Antonio e 348 5505074 in uso a CASTELLOTTI Mauro) 182
CASTELLOTTI Mauro avvisa suo cognato ESPOSITO Antonio, dicendogli
che è stato
chiamato dal direttore della banca che lo ha avvisato del fatto che l'assegno è privo di
copertura e lo deve andare subito a riprendere pagando 20 euro.
INTERCETTAZIONE TELEFONICA
CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e DE MASI Savina
(utenze telefoniche in uso a ESPOSITO Antonio e 02 1512540 in uso a DE MASI Savina) 183
181
n° 858 del 13.11.2006 ore 9.13
182
n° 3948 del 13.4.2007 ore 12.33
156
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 157
Nella seguente conversazione intercorsa con i cognati, ESPOSITO parla di assegni che DE
MASI Savina deve cambiargli.
ESPOSITO precisa che:
". . . alla Savina che me li deve ...me li deve cambiare ma stavolta non gliene do soldi . .".
DE MASI Savina non concorda con quanto gli propone il cognato e ribatte ". . . ... io io ho fatto
qualcosa ...ma voglio essere pagata . . .".
ESPOSITO non trovando la piena e disinteressata collaborazione della cognata, per indurla a
collaborare afferma
" . . . allora digli cosi digli cosi, per i soldi che si è presi mi deve dare gli interessi . . . .".
In altra conversazione telefonica intercorsa tra FILIPPELLI Nicodemo ed ESPOSITO Antonio,
quest'ultimo avverte FILIPPELLI Nicodemo che è appena andato via GIANNI (MONOLO
Giovanni) e gli ha consegnato del denaro che provvederà ad inviargi tramite sua cognata DE
MASI Savina. Nell’ occasione gli consegnerà ulteriore denaro in cambio di un assegno. A
seguito di questi accordi e sull’ indicazioni del luogo ove doveva avvenire lo scambio, veniva
eseguito il servizio di o.c.p. l’ 1.8.2006 in Legnano presso il distributore TOTAL sito in viale
Cadorna con esito positivo.
Nel corso del dervizio di o.c.p. si riscontrava quanto affermato nelle telefonate.
Annotazione di attività d'indagine:
"Alle ore 9.55 era già presente all’ interno dell'area di servizio una Lancia Y targata
CR817YG con una donna a bordo.
Alle ore 10.10 giunge l’ autovettura Lancia Y targata DA979HT condotta da FILIPPELLI
Nicodemo. Parcheggia nei pressi dell’ altra auto, FILIPPELLI scende e va dalla conducente.
Mentre ritorna verso la sua auto FILIPPELLI Nicodemo ha nelle mani apparentemente una
busta. L'incontro è durato pochi secondi.
L'auto con a bordo la donna è intestata a DEMASI Savina, sorella di DEMASI Patrizia la
moglie di ESPOSITO Antonio. Le fasi dell’ incontro sono state fotografate."
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 42) contestato dall’ accusa.
****************************
CAPO 43) di imputazione
ESPOSITO Antonio
Capo 43): del delitto di cui agli artt. 110, 56, 628 comma III n°1 c.p. perché in concorso
con ignoto
complice, agendo con il volto travisato da caschi da motociclista, facendo irruzione nei locali
della Banca Intesa San Paolo, agenzia di Lonate Pozzolo, impugnando uno dei due rapinatori
una pistola di piccole dimensioni e rovistando nella cassa alla ricerca di denaro, ove
rinvenivano una banconota da € 10 che abbandonavano sul bancone prima di darsi alla
fuga, eseguivano atti idonei diretti in modo non equivoco a commettere il reato di rapina a
mano armata ai danni del predetto istituto di credito, non riuscendo nell’intento per
cause indipendenti dalla loro volontà. Nella fattispecie, l’ inserimento del sistema di
temporizzazione non aveva consentito l’ apertura della cassaforte in maniera manuale,
impedendo l’ asportazione del denaro in essa contenuto.
In Lonate Pozzolo (VA) il 5.6.2006.
183
n° 3348 del 30.3.2007 ore 17.18
157
foglio nr. 158
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
Nel corso delle indagini è stata intercettata in data 2.4.2007 una conversazione telefonica
tra GIORDANO Stefano ed ESPOSITO Antonio nella quale il primo, riferendo sulla rapina
eseguita con DONATO Orazio (quale autista), nella stessa data, ai danni della Banca Intesa San Paolo, agenzia di Lonate Pozzolo, terminata senza alcun bottino, esternava all’
ESPOSITO i propri dubbi circa la totale assenza di soldi in cassa. L’ESPOSITO, a questo
punto, replicava che anche lui aveva avuto in passato un’analoga esperienza presso la
stessa banca ed affermava testualmente “. . . Non metterlo assolutamente in dubbio. Mi è capitato a me. La
stessa... La stessa cosa. E infatti era un terno all'otto. Quella li era... è come andare a... in un negozio. Hai capito?
Come andare al negozio. No no no. Quando m'ha detto... Quando m'hai detto così. Ci credo senza ombra di dubbio. Senza
ombra di dubbio. A me personalmente... m'è successo. Aveva dentro venti euro. Non li ho neanche presi. Ecco! Venti euro....”.
Le indagini svolte in proposito documentavano che effettivamente in data 5.6.2006 l’agenzia
di Lonate Pozzolo della Banca Intesa –San Paolo aveva subito una rapina ad opera di due
individui, i quali non erano riusciti ad asportare alcunché a causa dell’ inserimento del
sistema di temporizzazione, che non aveva consentito l’ apertura della cassaforte in maniera
manuale. In tale occasione uno dei due rapinatori aveva comunque rovistato nella cassa
dello sportello, rinvenendo al suo interno soltanto una banconota da € 10,00.
Si era verificata inoltre una ulteriore particolarità: il rapinatore, prelevata la banconota in
questione, l’ abbandonava, stizzito, sul bancone, dandosi quindi alla fuga.
Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave
quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 43) contestato dall’ accusa.
ESIGENZE CAUTELARI
Quanto alle esigenze cautelari di cui all’ art. 274 c.p.p., sussistono in particolare:
* quelle di cui alla lett. a), relative all’ attività di acquisizione delle prove ancora da compiersi:
si
dovranno,
infatti,
effettuare,
ove
possibile,
ulteriori
accertamenti
in
ordine
ai
numerosissimi episodi di estorsione, usura, incendio, riciclaggio, risentendo ancora le
persone offese, alla luce dell’ intervenuta misura cautelare, per verificare se detto elemento
di novità può avere squarciato la gravosa e fitta cappa di omertà che rendeva loro
oggettivamente difficoltosa una collaborazione più attiva nelle indagini. Si dovranno inoltre
sviluppare altre indagini, finora eseguite solo in misura limitata al solo scopo di tutelare la
riservatezza di questo aspetto delle investigazioni e di non pregiudicarne la possibile
efficacia, per ricostruire i patrimoni di origine illecita dei principali indagati, al fine anche di
adottare quelle misure coercitive di carattere reale finalizzate alla confisca che, come è
noto, costituiscono una delle forme di contrasto alla criminalità organizzata dotate di
maggiore effetto deterrente. Sotto quest’ ultimo profilo si è fino ad ora potuto documentare
soltanto il reinvestimento di una parte dei proventi illeciti in attività immobiliari e
commerciali apparentemente lecite, ma va detto che penetranti indagini in questo settore
potranno essere meglio attivate solo quando gli indagati saranno sottoposti alla sola misura
cautelare personale – la custodia in carcere – che può impedire iniziative degli stessi volte
alla dispersione dei patrimoni illeciti ed allo sviamento degli accertamenti miranti alla loro
compiuta ricostruzione. Ciò a maggior ragione in considerazione degli accertati rapporti
privilegiati che alcuni esponenti di detto sodalizio erano nel tempo riusciti ad instaurare con
il sistema bancario locale (Banca di Legnano – filiale di Cardano al Campo; Intesa San Paolo – filiale di
Lonate Pozzolo; Banca Popolare di Intra – filiale di Lonate Pozzolo) e che consentiva loro di acquisire
in modo illecito informazioni per indirizzare con più profitto la scelta delle potenziali vittime
dei reati di usura e di estorsione, nonché per decidere tempi e modalità della presentazione
all’ incasso di assegni e cambiali ricevuti a titolo di garanzia dai soggetti già caduti nella rete
predatoria.
158
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 159
* quelle di cui alla lett. b). Molto rilevanti paiono le esigenze cautelari anche in punto di
pericolo di fuga degli indagati: l’ inserimento in un ambito di criminalità organizzata, la
disponibilità di notevoli risorse economiche, la accertata proprietà in capo ad alcuni
compartecipi del sodalizio criminoso di beni immobili in Romania, la prospettiva per la gran
parte degli indagati di venire condannati a pene non lievi e comunque largamente eccedenti
i
limiti
della
sospensione
condizionale
della
pena,
rappresentano,
globalmente
e
sinteticamente considerate, circostanze dalle quali derivare la sussistenza di un pericolo di
fuga di entità tale da potere essere vanificato solo con l’ applicazione delle misure cautelati
più rigorose.
* quelle di cui alla lett. c). La gravità dei fatti per cui si procede rende inadeguata ogni altra
misura diversa dalla custodia in carcere anche per gli indagati incensurati. Del resto l’ art.
275 comma 3 c.p.p. dispone che quando sussistono gravi indizi di colpevolezza non solo per
il reato di cui all’ art. 416 bis c.p., ma semplicemente anche per reati comunque commessi
al fine di agevolare l’ attività di tali associazioni deve essere applicata la custodia cautelare
in carcere, salvo, ma non è questo certo il caso, che siano stati acquisiti elementi sicuri dai
quali già risulti che non sussistano esigenze cautelari. Peraltro la sussistenza di esigenze
cautelari di grado elevato si desume anche da altre circostanze. La reiterazione dei reati e la
continuità delle condotte illecite, la permanenza della condotta di associazione, i metodi
mafiosi dell’ organizzazione costituita per quanto concerne gli indagati per il reato di cui al
capo 1), il potere economico acquisito, la particolare intensità del dolo e delle motivazioni di
profitto, la pericolosità e l’ insidiosità delle condotte, la disponibilità di armi, la notevole
caratura delinquenziale dei soggetti coinvolti, la frequentazione assidua ed i rapporti di
parentela (sul punto basta evidenziare che RISPOLI Vincenzo è nipote per parte di madre di
FARAO Giuseppe, capo del Locale di Cirò) ed amicizia (vedi informativa CC del 25.8.2008 da
cui risulta che già in data 30.4.1999 in occasione di un controllo dei CC RISPOLI Vincenzo
veniva rinvenuto in Nettuno – ROMA - presso la Pensione Scacciapensieri in compagnia dei
principali esponenti della n’drangheta in Lombardia) con altri pregiudicati di grande spessore
delinquenziale, la connivenza e l’ omertà di cui dispongono, la commistione con interessi e
con rapporti leciti, le stesse modalità delle condotte, sono circostanze indicative di un
pericolo attuale di aggravamento e di ulteriore permanenza dei reati associativi di cui ai capi
1) e 2), nonché di reiterazione dei reati fine conseguenti.
Non appare necessaria la fissazione della durata della misura cautelare ai sensi dell’ articolo
292 comma 2 lett. d) c.p.p. poiché le finalità di cu all’ art. 274 lett. a) c.p.p. non sono le
sole poste a base del provvedimento applicativo.
***
Natura e grado delle descritte esigenze cautelari impongono, dunque, di ritenere idonea,
proporzionata all’entità dei fatti ed alla sanzione che si ritiene possa essere irrogata la
richiesta misura coercitiva della custodia cautelare in carcere, apparendo allo stato
inadeguata ogni altra misura.
La sanzione che si ritiene possa essere irrogata esula dai limiti di applicazione della
sospensione condizionale dell’ esecuzione della pena.
***
Non risulta che i fatti siano stati compiuti in presenza di una causa di giustificazione o di non
punibilità.
159
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 160
Non sussistono cause di estinzione del reato o della pena che si ritiene possa essere
irrogata.
P. Q. M.
Visti gli artt. 272 e seguenti c.p.p.
APPLICA
nei confronti di:
1. AVALLONE Carlo, nato a Milano il 22.11.1955 e residente a Gerenzano (VA)
in via Pio XI n° 10, in relazione ai capi 25) e 41) dell’ imputazione;
2. BARACCHI Giulio, nato a Varese il 27.6.1966 e residente a Porto Valtravaglia
(VA) in via Privata Fugino n° 7, in relazione ai capi 25) e 41) dell’ imputazione;
3. BENEVENTO Antonio, nato a Cirò Marina (KR) il 13.4.1974 e residente a
Legnano (MI) in via Plinio n° 17, in relazione al capo 1) dell’ imputazione;
4. BONVISSUTO Rosario, nato a Busto Arsizio (VA) il 6.2.1973, ivi residente in via
Sassuolo 3, con ultimo domicilio accertato in Lonate Pozzolo (VA), via Silvio
Pellico 23, in relazione ai capi 2), 3), 7), 9), 10), 11), 12) e 13) dell’ imputazione;
5. CAPPONI Mario, nato a Milano il 7.3.1955 e ivi residente in viale Famagosta
20, in relazione al capo 41 dell’ imputazione;
6. CASOPPERO Cataldo, detto “Aldo”, nato a Cirò Marina (KR), l’ 1.11.1951,
residente a Lonate Pozzolo (VA), via Bologna n° 2, in relazione ai capi 2) e 19)
dell’ imputazione;
7. CASTELLOTTI Mauro, nato a Legnano (MI) il 25.1.1966 e ivi residente in viale
Gorizia 50, in relazione al capo 42) dell’ imputazione;
8. CIANCIO Nicola, nato a Senise (PZ) il 28.2.1967, residente a Ferno (VA)
vicolo D’Annunzio 5/3, di fatto domiciliato a Lonate Pozzolo (VA) via Silvio
Pellico n° 21/a, in relazione ai capi 2), 5), 8), 18), 19) e 22) dell’ imputazione;
9. CUSINATI Fabrizio, nato a Milano il 23.9.1947 e residente a Samarate (VA) in
via Acquedotto n° 49, in relazione al capo 41) dell’ imputazione;
10.
DATI Agostino, nato a Cirò Marina (KR) il 14.10.1967, residente a Marano
Ticino (NO) Piazza Vittorio Veneto n° 10, in relazione al capo 19) dell’
imputazione;
11.
D’APOTE Daniele, nato a Milano il 30.5.1962 e residente a Bertonico (LO)
in via Bertonica n° 3, in relazione al capo 41) dell’ imputazione;
12.
DE CASTRO Emanuele, nato a Palermo il 27.7.1968 e residente a Lonate
Pozzolo (VA) in via Trieste n° 22, in relazione ai capi 1) e 25) dell’
imputazione;
13.
DE MASI Savina, nata a Legnano (MI) il 14.11.1968, ivi residente in viale
Gorizia n° 50, in relazione al capo 42) dell’ imputazione;
14.
DI GIULIO Moris, nato a Busto Arsizio (VA) il 15.3.1980, residente a Lonate
Pozzolo (VA) in via Baracca n° 32, in relazione ai capi 2), 8), 13), 14), 18), 19), 21)
e 22) dell’ imputazione;
15.
DONATO Orazio, nato a Catania il 10.3.1973 ivi residente in via del Vischio
n° 13, in relazione al capo 24) dell’ imputazione;
16.
ESPOSITO Antonio, nato a Magenta (MI) il 6.8.1967 e residente a Busto
Garolfo (MI) in via Don Minzoni n° 40, in relazione ai capi 1), 24), 25), 27), 32) e
43) dell’ imputazione;
17.
FILIPPELLI Domenico, nato a Cirò Marina (KR) l’ 8.3.1977, residente a
Lonate Pozzolo (VA) in via Monviso n° 53, in relazione al capo 41) dell’
imputazione;
160
TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 161
18.
FILIPPELLI Mario, nato a Crotone (KR) il 20.2.1973, residente a Ferno (VA)
in via Diaz n° 14, di fatto dimorante a Lonate Pozzolo (VA) in via Novara n°
5, in relazione ai capi 1), 3), 4), 5), 6), 7), 8), 9), 10), 11), 12), 13), 14), 15), 16), 17),
18), 19), 20), 21) e 22) dell’ imputazione;
19.
FILIPPELLI Nicodemo, nato a Cirò Marina il 4.7.1971 e residente a Lonate
Pozzolo (VA) in via Trieste n° 29, in relazione ai capi 1), 11), 13), 25), 26), 27), 28),
29), 30), 32), 33), 34), 35), 36), 37), 38) e 39) dell’ imputazione;
20.
FILIPPELLI Pietro, nato a Cirò Marina (KR) il 29.6.1962, residente a Soet
(Germania), via Notten Bruder Walls n° 19/a, di fatto dimorante a Lonate
Pozzolo (VA) via Tagliamento 9, in relazione ai capi 2), 9), 11), 13), 14), 16) e 19)
dell’ imputazione;
21.
GIORDANO Stefano, nato a Busto Arsizio (VA) il 5.7.1967 ed ivi residente in
Piazza Vittorio Veneto n° 9, in relazione al capo 24) dell’ imputazione;
22.
LAFACE Giorgio, nato a Busto Arsizio (VA) il 20.4.1973, residente a
Pogliano Milanese (MI), via Emilia n° 3, in relazione ai capi 2), 10) e 13) dell’
imputazione;
23.
LENTO Michele, nato a Polistena (RC) il 19.3.83, residente a Lonate
Pozzolo (VA) in via XXIV maggio n° 6, in relazione ai capi 2), 10) e 13) dell’
imputazione;
24. LETO RUSSO Antonella, nata a Cirò Marina (KR) il 14.6.1977, ivi residente in
via Torrenova snc, in relazione ai capi 33), 34), 35), 36) e 37) dell’ imputazione;
25. LETTIERI Olindo, nato a Cirò Marina (KR) il 2.8.1969, residente a Lonate
Pozzolo (VA) via Col San Michele n° 10, in relazione al capo 2) dell’
imputazione;
26.
LOMUSCIO Roberto, nato a Scalea (CS) il 21.5.1968 e residente a Corbetta
(MI) in via Pio X n° 5, in relazione al capo 24) dell’ imputazione;
27.
LONGOBUCCO Santino, nato a Legnano (MI) il 5.10.1970 e residente a
Legnano (MI) in via Carlo Porta n° 60, in relazione al capo 1) dell’
imputazione;
28.
MANCUSO Luigi, nato a Cirò Marina (KR) il 2.1.1977 ed ivi residente in
Piazza Risorgimento s.n.c., ma di fatto domiciliato a Busto Arsizio (VA) in via
Amalfi n° 6, in relazione ai capi 1), 26), 29), 30) e 36) dell’ imputazione;
29.
MALENA Michele, nato a Cariati (CS) l’ 11.1.1980, residente a Lonate
Pozzolo (VA) in via San Taddeo n° 3, in relazione ai capi 2) e 13) dell’
imputazione;
30.
MARINO Carmine, nato a Trentola Ducenta (CE) il 16.3.1943, residente a
Lonate Pozzolo (VA) in via Del Gregge n° 100, in relazione ai capi 2) e 3)
dell’ imputazione;
31.
MARTINES Angelo, nato a Messina (ME) il 27.10.1976, residente a Ferno
(VA) in via Piave n° 141, in relazione ai capi 2) e 18) dell’ imputazione;
32.
MOLFESE Giovanni, nato a Orta Nova (FG) il 20.1.1975 e residente a
Lonate Pozzolo (VA) in via San Taddeo n° 1, in relazione al capo 41) dell’
imputazione;
33.
NARDO Giovanni Battista, nato a Gela (CL) il 18.3.1973, residente a Cassano
Magnano (VA) in via IV Novembre n° 41, in relazione ai capi 2), 3), 9), 10), 11) e
13) dell’ imputazione;
34.
PALAMARA Rocco, nato a Sinopoli (RC) il 21.7.1958 e residente a Nova
Milanese (MI) in via Vittorio Veneto n° 71, in relazione al capo 25) dell’
imputazione;
35.
PECORA Mario, nato a Ciro’ Marina (KR) il 20.8.1938 e residente a
Gallarate (VA) in Strada Predisera n° 56, in relazione al capo 41) dell’
imputazione;
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 162
36.
RIENZI Pasquale, nato a Grenzach (Germania) il 12.11.1968 e residente a
Legnano (MI) in Corso Italia n° 57, in relazione ai capi 1), 24), 31) e 32)
dell’ imputazione;
37.
RISPOLI Vincenzo, nato a Cirò Marina (KR) il 15.12.1962 e residente a
Legnano (MI) in via Sabotino n° 43, in relazione ai capi 1), 25), 26), 32) e 36)
dell’ imputazione;
38. ROCCA Ernestino, nato a Saronno (VA) il 24.8.1974 e residente a Dairago (MI)
in via Toti n° 2, in relazione al capo 1 dell’ imputazione;
39. SILVESTRE Giuseppe, nato a Mugnano di Napoli (NA) il 14.1.1986, residente
a Lonate Pozzolo (VA) in Via Silvio Pellico n° 11, in relazione al capo 2) dell’
imputazione;
40. SOZZO Giuseppe, nato a Cirò Marina (KR) il 2.8.1975, residente a Lonate
Pozzolo (VA), via F. Baracca n° 14, in relazione ai capi 2), 3), 11), 12) e 13) dell’
imputazione;
41. ZOCCHI Fabio, nato a Genova l’ 8.4.1962 e residente a Gallarate (VA) in via
Mazzini 3, in relazione ai capi capi 1), 25), 26), 27), 28), 29), 30), 32), 38) e 39) dell’
imputazione.
la misura della custodia in carcere
Visto l’ art. 285 c.p.p.
ORDINA
ad Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria che l’ indagato sia catturato ed immediatamente
condotto in un istituto di custodia per rimanervi a disposizione dell’ autorità giudiziaria;
NON ACCOGLIE
la richiesta del Pubblico Ministero di applicazione della custodia cautelare in carcere nei
confronti di:
BERTO Ivano
CRISTELLO Giacomo
FILIPPELLI Francesco
FILIPPELLI Gaetano Cataldo
MURANO Vincenzo
NIGORDI Giuseppe
PAOLINO Antonio
RISPOLI Raffaele Giorgio
RUSSO Domenico
(sopra compiutamente generalizzati) in relazione ai delitti indicati in imputazione.
visti gli artt. 293 e seguenti c.p.p.
DISPONE
trasmettersi la presente ordinanza al Pubblico Ministero perché ne curi l’ esecuzione.
L’ Ufficiale o l’Agente incaricato di eseguire l’ ordinanza deve:
 consegnare copia del provvedimento all’ indiziato, avvertendolo della facoltà di

nominare un difensore di fiducia, e, ai sensi e per gli effetti di cui all’ art. 94 attuaz.
c.p.p., al Direttore dell’ istituto penitenziario;
informare immediatamente il difensore di fiducia eventualmente nominato ovvero
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TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari
foglio nr. 163
quello di ufficio designato a norma dell’ art. 97 c.p.p.;
 redigere il verbale delle operazioni compiute;
 trasmettere immediatamente il verbale al Pubblico Ministero ed al Giudice che ha
emesso l’ ordinanza;
 redigere, se l’ indiziato non è stato rintracciato, il verbale indicando specificamente
le indagini svolte, trasmettendolo, senza ritardo, al Giudice che ha emesso
l’ ordinanza.
Dopo l’ esecuzione, la presente ordinanza deve:
 essere depositata in Cancelleria insieme alla richiesta del Pubblico Ministero ed agli
atti presentati con la stessa. Avviso del deposito deve essere notificato al difensore.
 essere comunicata, a cura della Cancelleria, al servizio informatico di cui all’ art. 97
attuaz c.p.p..
Così deciso in Milano il 20 aprile 2009
Il Giudice per le indagini preliminari
Dott. Franco CANTU’ RAJNOLDI
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