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7 2008 SSERVATORI O & O COMUNICAZIONE CULTURA Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali Circ.ne Aurelia, 50 • 00165 Roma • Tel. 06.66398.209 • Fax 06.66398.239 - http://www.chiesacattolica.it • E-mail: [email protected] Servizio nazionale per il progetto culturale Circ.ne Aurelia, 50 • 00165 Roma • Tel. 06.66398.288 • Fax 06.66398.272 - http://www.progettoculturale.it • E-mail: [email protected] 1 2 Editoriale Approfondimenti Cultura e comunicazione di fronte alla sfida educativa Claudio Giuliodori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 2 La “questione antropologica” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3 Imparare Cristo da San Paolo Ernesto Diaco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4 Artisti a confronto Gianni Santamaria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 5 3 Terza pagina 4 Laboratorio cultura • Portogruaro • 23-28 giugno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Brescia • 26-29 giugno • Terrasini (PA) • 27-31 luglio 7 5 Comunicazioni sociali • Congresso mondiale delle radio cattoliche. . . . . . . . . . pag. • È nato “Paulus”, il primo mensile dedicato a San Paolo 9 6 Beni culturali • Concluso il corso per operatori diocesani . . . . . . . . . pag. • Tarquinia: ritratti di pastori • Aperto a Como il museo Don Guanella 10 7 Infomedi@ • Sat2000 e Radio inBlu alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sidney dal 15 al 20 luglio . . . . . . . pag. 8 Economia dei media • Rapporto Censis/Ucsi: giovani e media . . . . . . . . . . pag. • Nuovo presidente per Sky Italia • Homevideo: l’Italia quarta nel mercato europeo 9 Segnalazioni multimediali • “Fare progetto culturale. Temi e percorsi sulla questione dell’uomo e della verità” Servizio nazionale per il Progetto culturale della CEI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 13 • Navigando nella rete. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Notizie dalla rete. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. • Musica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 13 14 16 11 12 1. EDITORIALE Ce comunicazione ultura di fronte alla sfida educativa CLAUDIO GIULIODORI* el suo incisivo intervento alla 58a Assemblea Generale, lo corso 29 maggio, il Santo Padre Benedetto XVI, sottolineava l’importanza di affrontare con decisione l’ “emergenza educativa” che implica, in particolare, la “trasmissione della fede alle nuove generazioni”. Ma nell’affrontare questa impegnativa sfida ricordava che “dobbiamo fare i conti con gli ostacoli frapposti dal relativismo, da una cultura che mette Dio tra parentesi e che scoraggia ogni scelta davvero impegnativa e in particolare N le scelte definitive, per privilegiare invece, nei diversi ambiti della vita, l’affermazione di se stessi e le soddisfazioni immediate”. Di questi ostacoli la Chiesa italiana è ben consapevole e da alcuni anni si muove su diversi fronti per contrastare tale tendenza. A partire dal Convegno Ecclesiale di Palermo la Chiesa italiana ha maturato il convincimento che la fede non può essere separata dalla vita e dalla cultura, per cui ha iniziato a ripensare il rapporto dell’esperienza religiosa e del cammino pastorale con il vissuto reale delle persone e con il sistema sociale, innestando un percorso virtuoso di confronto e di rinnovata presenza spirituale e culturale. A questa vera e propria svolta pastorale hanno contribuito in modo particolare: la prospettiva delineata dal progetto culturale, confermata, approfondita e rilanciata dal Convegno Ecclesiale di Verona; il ripensamento del volto missionario delle nostre parrocchie; le riflessioni e le indicazioni offerte dal Direttorio sulle comunicazioni sociali; il rilancio dei media cattolici, di cui abbiamo celebrato in questi mesi alcuni significativi anniversari. “È dunque una straordinaria opportunità per la Chiesa in Italia – ha rimarcato lo stesso Santo Padre – potersi avvalere di mezzi di informazione che interpretino quotidianamente nel pubblico dibattito le sue istanze e preoccupazioni, in maniera certamente libera e autonoma ma in spirito di sincera condivisione”. L’emergenza educativa si pone anche, e sempre più, come una “sfida comunicativa”. L’incidenza dei media infatti è oggi talmente forte e pervasiva da intaccare e condizionare in profondità i processi educativi basilari a partire da quello familiare, passando per quello scolastico, senza risparmiare la trasmissione della fede da parte della comunità ecclesiale. Al cuore di questa sfida c’è la reale capacità dei vari soggetti di non abdicare al loro ruolo educativo, di non sostituire con la tecnologia mediatica il dialogo umano e interpersonale, di non svilire la dimensione spirituale dell’esistenza e di non oscurare il primato di Dio nella vita delle persone. Sono questioni su cui tutti sono impegnati a riflettere e a dare il proprio contributo. Anche la Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali è chiamata a dare il suo apporto all’approfondimento avviato dai vescovi in occasione della recente Assemblea Generale. Non è certo semplice affrontare la questione educativa, ma la Commissione potrà farlo mettendo a frutto il ricco percorso di elaborazione culturale maturato in questi anni e culminato nelle linee indicate dal Convegno Ecclesiale di Verona. *Vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treja, Presidente della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali 2 2. APPROFONDIMENTI Lantropologica” a “questione A Portogruaro, organizzata dal Centro Studi Veneto Jacques Maritain, la prima edizione della Summer School in Antropologia applicata: il Progetto culturale trova nuove declinazioni sull’onda lunga del Convegno ecclesiale di Verona ettere al centro la persona, avviando un dialogo con ciascuno, a partire dalle esperienze più enigmatiche del vivere: è stata l’intuizione del Convegno Ecclesiale di Verona, una prospettiva che continua a sollecitare la cultura e che trova riscontro nelle iniziative realizzate sul territorio dalle diverse realtà sostenute dal Servizio Nazionale per il Progetto Culturale. M A questa intuizione si sono ispirati i lavori della prima Summer School in Antropologia applicata, realizzata a Portogruaro (Venezia) dal Centro Studi Veneto Jacques Maritain. Dal 23 al 28 giugno studenti universitari e professionisti sono stati impegnati in sei sessioni di lavoro, lungo le quali so-no state esplorate le tematiche proposte al Convegno Ecclesiale: anzitutto la «questione antropologica», poi le dinamiche della vita affettiva, i ritmi del vivere, la fragilità, l’incontro tra culture e tradizioni ed infine la partecipazione alla vita civile. I partecipanti hanno potuto approfondire ciascuno di questi snodi esistenziali collegando tra loro i diversi materiali proposti: video-clip con il riepilogo dei principali dati sociologici, chiavi di lettura antropologiche, pagine scelte da classici del pensiero, il tutto accompagnato dai cinque intensi racconti-guida di Andrea Dessardo. Le giornate sono state guidate da docenti di diverse università italiane, che si sono alternati nella conduzione dei la-vori e nell’animazione delle tavole rotonde serali, aperte al pubblico: Paolo Pagani e Michele Nicoletti hanno introdotto la «questione antropologica», seguiti da Donatella Pagliacci e Massimo Re-calcati (dinamiche relazionali), Antonio Da Re e Pierluigi Sacco (ritmi del vivere), Carla Canullo e Francesco D’Agostino (fragilità), Nevio Genghini e Antonio Papisca (tradizioni e dialogo), Claudio Gentili e Pietro Barcellona (partecipazione alla vita civile). Tra gli aspetti originali dell’iniziativa va segnalata l’apertura al pubblico delle tavole rotonde serali, che di fatto hanno dato vita ad una settimana di dibattiti nello stile dei festival tematici estivi; i diversi ambiti hanno trovato declinazione in una serie di immagini plastiche, attorno a cui si sono concentrati i relatori ed il pubblico: crescere e maturare, amare e legarsi, correre e rallentare, fallire e soffrire, custodire ed innovare, discutere e condividere. L’interessante sintesi tra la formazione di qualità della Summer School – supportata tra l’altro dall’attività scientifica del Centro Studi Veneto Jacques Maritan – e le concomitanti serate di dibattito candidano Portogruaro come sede per discutere a tutto campo di antropologia: l’appuntamento è quindi per il prossimo anno, con la seconda edizione della duplice proposta estiva. L’iniziativa è stata fatta propria dalla Regione Veneto e dal Comune di Portogruaro, con il patrocinio della Facoltà teologica del Triveneto e della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Padova. JACQUES MARITAIN Tutti i materiali della Summer School in Antropologia applicata sono disponibili sul sito www.summerschool-maritain.eu.2. 3 2. APPROFONDIMENTI Idamparare Cristo San Paolo ERNESTO DIACO* questo lo scopo dell’Anno Paolino: imparare da san Paolo, imparare la fede, imparare il Cristo, imparare infine la strada della retta vita”. Si è conclusa con questa lapidaria e stimolante affermazione la catechesi tenuta il 2 luglio scorso da Benedetto XVI, la prima di una nuova serie dedicata all’Apostolo delle Genti, in occasione delle celebrazioni per il bimillenario della nascita. D’altra parte, aveva tenuto a specificare il Papa aprendo ufficialmente l’Anno Paolino, “Paolo non è per noi una figura del passato, che ricordiamo con venerazione. Egli è anche il nostro maestro, apostolo e banditore di Gesù Cristo anche per noi. Siamo quindi riuniti non per riflettere su una storia passata, irrevocabilmente superata. Paolo vuole parlare con noi – oggi”. A testimoniare l’attualità del grande evangelizzatore sta il vasto corpo di iniziative avviate nel suo nome. Sono molte le diocesi italiane che hanno programmato eventi e pellegrinaggi: alcuni Vescovi hanno scritto uno specifico messaggio ai fedeli; le lettere di Paolo sono al centro dei percorsi formativi delle principali aggregazioni ecclesiali; si rincorrono le pubblicazioni di libri e articoli sull’argomento. Davvero, l’Anno paolino ben si presta ad essere celebrato mediante una rete di cultura e arte, Bibbia e spiritualità, missione e dialogo, “È 4 che dalla Basilica di San Paolo fuori le mura, cuore delle celebrazioni, si estende a tutta la Chiesa. È questa la scelta fatta anche dal Servizio nazionale per il progetto culturale, che su impulso del Consiglio permanente della CEI ha curato la realizzazione di un percorso nazionale, rilanciando le iniziative delle Chiese locali e offrendo proposte per vivere quest’appuntamento con creatività e intelligenza pastorale. I primi appuntamenti sono già definiti e comprendono una mostra che toccherà molte città, sul tema: “Sulla via di Damasco. L’inizio di una vita nuova”; un portale internet su Paolo di Tarso e le origini cristiane (www.letterepaoline.it); un sussidio di preghiera per introdurre le comunità nell’Anno Paolino. Insieme alla Basilica di San Paolo fuori le mura vengono quindi proposti un ciclo di incontri sulle Lettere paoline (“San Paolo interroga: I protagonisti della cultura, politica, economia, informazione e sport a confronto con l’Apostolo delle Genti”, ottobre 2008-aprile 2009) e un Oratorio sacro (27 giugno 2009). L’8 novembre 2008, presso la Basilica delle Tre Fontane, verrà realizzato un concerto-spirituale insieme al Servizio per la pastorale giovanile. Un’altra opera poetico-musicale (“Destinazione del sangue. Il fuoco della carità di Paolo”) è prodotta direttamente dal Servizio nazionale per il progetto culturale e dopo la prima esecuzione – avvenuta il 20 giugno 2008 nel cortile del Palazzo Lateranense – è a disposizione delle realtà locali. Sono inoltre in programma: una settimana biblica interdisciplinare (“Paolo, strategia di un annuncio”), promossa dal settore Apostolato biblico dell’Ufficio Catechistico Nazionale; un ciclo di incontri su “Paolo e i nuovi areopaghi della missione” (Pime di Milano e Arcidiocesi di Milano); un seminario del Centro Universitario Cattolico su “Persona e verità”; un percorso di film e serate culturali “Alla ricerca del senso del viaggio” (in collaborazione con l’Acec). Altre iniziative sono condotte in collaborazione con l’Ufficio per le comunicazioni sociali e l’Ufficio per la pastorale della sanità della CEI. Alla figura di Paolo sarà ispirato anche lo stand del progetto culturale alla Fiera internazionale del libro di Torino (maggio 2009) e il Festival Biblico 2009, in calendario a Vicenza nella primavera 2009. Sono in via di definizione altri appuntamenti, soprattutto di carattere ecumenico e per gli insegnanti di religione. Gli aggiornamenti relativi al percorso “paolino” sono consultabili sul sito www.progettoculturale.it/annopaolino. * Vice responsabile Servizio Nazionale per il progetto culturale 1. EDITORIALE A rtisti a confronto GIANNI SANTAMARIA* ra rane crocifisse con boccali di birra in mano (a Bolzano), donne che subiscono la stessa fine su muri di chiese (in Germania) e amenità e provocazioni varie, nelle quali si distingue l’artista Maurizio Cattelan – autore della seconda “perla” – l’espressione visiva del religioso continua a tenere banco sui mass media. Non ci occuperemo degli articoli entusiastici o denigratori sulle performance di cui si accennava. Piuttosto dell’incapacità di tanta arte sacra oggi a rendere la bellezza del mistero cristiano. A mettere a tema la questione, in una doppia pagina dell’inserto domenicale di cultura dell’Avvenire (1 giugno), è stato nientemeno che il cardinale Christoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna e uno dei maggiori teologi contemporanei. Si tratta di un brano preso dal volume A sua e immagine e somiglianza, edito da Lindau. Dopo un ampio excursus sul rapporto tra fede e immagini, sulle questioni legate alle icone e a tutti i complessi intrecci teologici tra religioni e arte, Schoenborn pone una raffica di domande che in parte contengono abbozzi di soluzioni (anche riguardo alla liturgia, aspetto che qui tralasceremo), per poi sfociare in una riflessione conclusiva. “Perché tanta arte sacra dei nostri giorni è così brutta? Il Museo vaticano d’arte sacra contemporanea mi lascia perplesso, se non interdetto. Cosa ha fatto in modo che l’arte sacra si allontanasse così tanto dalle grandi espressioni che ha avuto nel passato? E’ a causa della crisi generale dell’arte e della cultura del Card. Christoph Schoenborn nostro tempo? Biso- T TERZA PAGINA gna forse reimparare a trovare le espressioni del Mistero di Cristo in artisti che possono sembrare lontani dalla fede? Esistono segni di un’autentica ripresa dell’arte ispirata dal Mistero di Cristo?”. Domande che l’arcivescovo austriaco ritiene importanti, ma dalle quali non bisogna farsi “imprigionare”, “poiché è possibile che la bellezza di Cristo sia nascosta dalla povertà delle nostre espressioni culturali”. Allora “forse, per ritrovare la sorgente della Bellezza, è necessario scavare più profondamente. L’acqua di quella sorgente non cessa mai di scorrere, ma a volte può essere più nascosta, sembrare più oscura in questi tempi di oscuramento”. Qualche raggio di luce, se non dalla committenza, arriva però dal versante della riflessione spirituale e liturgica, nonché dalla riproposizione della tradizione del passato in mostre di grande impatto. Del primo è stato un esempio il convegno-triduo “Imago Veritatis. L’arte come via spirituale”, tenutosi al Sacro Monte di Varallo (Vercelli) su iniziativa della diocesi di Novara e del Progetto culturale della Cei. Del secondo la mostra “Genesi. Il mistero delle origini”, piena di capolavori, in corso a Illegio, in Friuli. Di entrambe si è occupato, il vaticanista dell’Espresso Sandro Magister. “Miracolo a Illegio, piccolo borgo di montagna” e “La pop art cristiana va in scena sulle Alpi” i significativi titoli, che si possono reperire sul sito Espresso Chiesa. Ma sulle opere d’arte c’è chi continua a escogitare, e trovare enigmi da risolvere e chiavi nascoste. Celebre la fantasiosa interpretazione dell’Ultima Cena che sta dietro il best-seller Il Codice da Vinci. Ora tocca a Michelangelo. Due autori americani Benjamin Blech, rabbino, e Roy Doliner, vaticanista, hanno scritto un libro dal titolo che in italiano suona “I segreti della Cappella Sistina: decifrare i codici dell’insolente capolavoro di Michelangelo”. E in cosa consisterebbe l’insolenza del focoso, ma ortodosso, pittore, scultore e architetto dei Papi rinascimentali? Non tanto aver sistemato qua e là – come gli autori rivelano – alcuni simboli ebraici, in omaggio agli studi cabalistici dei contemporanei Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, quanto di averci messo un gestaccio, compiuto da un putto, nei confronti del committente Giulio II. A prenderla per buona ci va con le pinze pure Stefano Miliani sull’Unità del 17 giugno. Motivo del presunto insulto al Pontefice sarebbe stato un certo pauperismo del genio in tarda età. E se Miliani definisce “improbabile” tale astrusità, perché messer Michelangelo era tanto irruente che al Pontefice gliele avrebbe cantate in faccia, ci pensa il critico d’arte Marco Bussagli su Avvenire del giorno dopo a mettere in guardia con più forza da questo tipo di riletture. Pur ammettendo onestamente di non aver letto il volume, i cui contenuti 5 TERZA PAGINA ormai impazzano su internet, Bussagli fa un esempio simile a quello del putto irriverente e molto più chiarificatore. Nell’affresco delle tentazioni di Cristo dipinto da Botticelli nella stessa Cappella Sistina il diavolo avrebbe un saio da francescano. “Ecco una bella critica a Sisto IV, seguace del Poverello”, hanno sempre detto i critici. Il vero senso, invece, sarebbe positivo. Il diavolo sceglierebbe le forme più insospettabili e gradite a Dio, per tentare. E che dire di un altro diavolaccio, che compariva nella scena michelangiolesca dell’Inferno e poi al restauro si è rivelato essere un raschiamento per tirare via macchie provocate dalle candele? Insomma, fumo. Un Papa, molto più recente, ma davvero insultato, è stato Pio XII. Un giornalista che da tempo si oppone in modo documentato alla “leggenda nera” su Pacelli è il vaticanista de Il Giornale Andrea Tornielli, il quale – da solo e con lo storico Matteo Luigi Napoletano – ha messo in luce attraverso libri e articoli di stampa le attività del Pontefice verso gli ebrei (azione riconosciuta anche da una parte del mondo ebraico), piuttosto che i suoi presunti silenzi. Il 3 giugno Tornielli ha pubblicato sul suo quotidiano un inedito proveniente dall’archivio del cardinal Tisserant, segretario della Congregazione per le Chiese orientali. Si tratta di una lettera del 1938, nella quale Pacelli, ancora Segretario di Stato, si rivolgeva – su indicazione del francese – al 6 Nunzio a Varsavia per cercare di impedire l’approvazione di una legge che vietava la macellazione rituale ebraica, ritenendola persecutoria. “E’ l’ennesimo tassello – commenta Tornielli – che, insieme a molti altri documenti scoperti negli ultimi anni, dimostra l’assenza in Pacelli non solo di qualsiasi traccia di antisemitismo, ma anche del tradizionale antigiudaismo cristiano e cattolico”, quest’ultimo invece trasparirebbe da una lettera del nunzio. In un altro articolo, il 19 giugno, Tornielli si occupa di un personaggio dell’entourage papale, noto e criticato quanto lui. E’ la celebre suor Pascalina Lehnert, sulla quale è appena uscita in italiano una biografia della storica tedesca Marta Schad (La signora del Sacro Palazzo, San Paolo). La biografia non contiene clamorosi scoop. Ma dà conto, sempre attraverso nuove carte, di una personalità ben lontana dal pettegolezzo che la voleva quasi la padrona del Vaticano, dove anzi era finita per puro caso. Sui presunti silenzi del Pontefice la biografia non rivela molto, scrive Tornielli. Ma “documenta, però, in modo inequivocabile la grande azione caritativa messa in atto nel periodo bellico e in quello della ricostruzione”. E “che aveva proprio nella fedelissima suora , che gestiva il magazzino papale, uno dei suoi principali fulcri”. * Giornalista 4. LABORATORIO CULTURA Lculturaaboratorio Filosofia del Diritto presso l'Università di Roma “Tor Vergata”), Antonio Papisca (docente di Relazioni Internazionali presso l'Università di Padova), Pietro Barcellona (docente di Filosofia del Diritto presso l’Università di Catania) e Claudio Gentili (direttore Education Confindustria). Le serate sono organizzate in occasione della “Summer School” in Antropologia applicata, promossa dalla Regione Veneto e realizzata dal Comune di Portogruaro e dal Centro Studi, in collaborazione con il Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della CEI, con il patrocinio della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Padova e della Facoltà Teologica del Triveneto. Brescia • 26-29 giugno Portogruaro • 23-28 giugno Il Centro Studi del Veneto “Jacques Maritain” organizza una serie di serate pubbliche sul tema “L’umanità del quotidiano”. Nel corso di ogni incontro una serie di autorevoli ospiti guidano la discussione toccando diversi nodi problematici legati allo sviluppo dell’identità personale, alla complessità di conciliare tempi di lavoro e tempi di vita privata, alle modalità del dialogo interculturale e alla costruzione di un bene comune condiviso. Tra i relatori si segnalano: Massimo Recalcati (analiste Membre de l’Ecole - A.M.E. - della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi), Pier Luigi Sacco (docente di Economia della cultura presso l'Università IUAV di Venezia), Francesco d’Agostino (docente di “Scienza e vita. La questione antropologica nell’insegnamento della Religione Cattolica” è il titolo del Convegno per docenti di Religione Cattolica organizzato dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, in collaborazione con l’Ufficio Scuola della Diocesi. Il corso intende affrontare non tanto le questioni bioetiche specifiche, quanto la visione antropologica emergente e le questioni pedagogico-educative che pone, con attenzione specifica alle ricadute nell’insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado. La prima giornata dei lavori, il 26, prevede gli interventi di Don Maurizio Chiodi, docente di Teologia morale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, su “Antropologia cristiana e questione antropologica nella post-modernità”; e di Maria Luisa Di Pietro, docente di Bioetica nell’Università Cattolica del Sacro Cuore (sede di Roma) e Presidente dell’associazione scienza e vita, su “Le sfide delle scienze bio- 7 4. LABORATORIO CULTURA tecnologiche alla visione cristiana dell’uomo”. La seconda giornata, 27 giugno, vede invece i contributi di Paola Bignardi, direttore di “Scuola Italiana Moderna”, su “Dare ragioni di vita. L’educazione alla prova della questione antropologica”; e di Don Giosué Tosoni, rettore del Seminario di Concordia-Pordenone, su “L’insegnamento della religione Cattolica per la formazione di quale uomo? La questione antropologica e i programmi d’insegnamento della religione cattolica”. A Gaver (Brescia), dal 26 al 29 giugno, in occasione dell’Anno Paolino, si tiene il corso di spiritualità per giornalisti e animatori della comunicazione e della cultura dal titolo “Se San Paolo rinascesse farebbe il giornalista”. L’iniziativa è organizzata dal Villaggio Paolo VI, dalla Fondazione “Don Dino Foglio”, dal Centro Culturale “San Paolo” di Cinisello Balsamo, e dagli uffici per le comunicazioni sociali delle diocesi di Brescia e Piacenza-Bobbio. Per il 27 giugno sono previsti gli interventi di: Don Giorgio Zucchelli, Presidente della Federazione Italiana Settimanali Cattolici, su “Evangelizzare con la penna”; Don Davide Maloberti, direttore dell’Ufficio comunicazioni della diocesi di Piacenza-Bobbio e del settimanale Il Nuovo Giornale, su “Dalla strategia dei santi della comunicazione alla visione della Chiesa di oggi sui media”; Maria Chiara Martina, esperta in strategie per la comunicazione e per lo sviluppo del business, su “Evangelizzazione attraente: metodi e strumenti per rendere efficace il Messaggio”. Si prosegue il 28 con le relazioni di Don Vittorio Stesuri, della Società di San Paolo, su “Con la forza dello Spirito. Il carisma del comunicatore nell’esperienza di San Paolo”; e di Don Adriano Bianchi, direttore dell’Ufficio e del Centro per le comunicazioni sociali della diocesi di Brescia, su “Comunicare è una sfida. Paolo all’Areopago di Atene”. Alla sera è prevista, inoltre, un’adorazione animata dalla comunità “Tenda di Dio”. Nella mattinata dell’ultimo giorno, il 29, verifica del corso in vista di future esperienze di formazione e conclusione con la messa e il pranzo. Terrasini (PA) • 27-31 luglio Dopo due anni di seminari metodologici, la S.I.R.T. (Società Italiana per la ricerca Teologica) dal 2001 in poi ha affrontato i diversi articoli del Simbolo in sequenza. Quest’anno ad essere messo a tema è il decimo articolo, attraverso l’incontro di studi “Credo... la remissione dei peccati”. L’iniziativa, rientrante nella serie di Simposi dedicati a “Ridire il Simbolo della fede oggi”, è organizzata in collaborazione con il Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI. Cinque le giornate di studio previste a cominciare dal 27 luglio con alcune interviste filmate su “male/peccatopena/remissione” a cura di Maria Cristina Carnicella, docente di religione cattolica, e l’introduzione ai lavori di Carmelo Dotolo, Presidente della S.I.R.T. Si prosegue il 28 con gli interventi di: Pietro Sorci, della Facoltà Teologica di Sicilia, su “Le formulazioni simboliche”; Carlo Rocchetta, responsabile del Centro familiare “Casa della Tenerezza”, su “Le attuazioni sacramentali”; Giovanni Silvestri, docente presso la LUMSA, su “L’idea di colpa originale”; Maria Pastrello, della Società Filosofica Italiana, su “Le mutazioni dell’idea di peccato”; Lucio Pinkus, dell’Università di Venezia, su “Il senso di colpa”; Alberto Bondolfi, dell’Università di Losanna, su “L’ordine stabilito”. Il 29 luglio il programma prevede, invece, i contributi di Mariella Demichele, docente di Scuola superiore, su “Il medioevo occidentale”; Ermanno Genre, della Facoltà Teologica Valdese, su “La riforma protestante”, Fabrizio Brosin, della Pontificia Facoltà Teologica “Marianum”, su “Per una teologia politica della compassione”; Michele Nicoletti, dell’Università di Teramo, su “Nuove forme della compassione”. Il 30 luglio ospita i soli due contributi di P. Crispino Valenziano, del Pontificio Istituto Liturgico S. Anselmo, dal titolo “Per viam Pulchritudinis” e di Domenico Messina, “Laboratorio liturgico”. Le conclusioni il 31 con l’intervento finale di Carmelo Dotolo, Presidente della S.I.R.T. Per tutte le news del Servizio nazionale per il progetto culturale in tempo reale consulta la pagina “Cantiere Aperto” su www.progettoculturale.it 8 Csocialiomunicazioni Congresso mondiale delle radio cattoliche Si è svolto a Roma, dal 19 al 21 giugno, il congresso mondiale delle radio cattoliche, promosso dal Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali. All’incontro, sul tema “L’identità e la missione delle radio cattoliche oggi”, hanno preso parte 106 rappresentanti di circa 60 emittenti di 44 nazioni. Il congresso ha richiamato da vicino il tema della prossima assemblea generale del Sinodo dei vescovi (La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa), che si terrà in Vaticano dal 5 al 26 ottobre 2008”: la conferenza inaugurale, tenuta dall’arcivescovo Angelo Amato, segretario della Congregazione per la dottrina della fede, ha avuto il significativo titolo “La radio serve la Parola”. Il convegno ha visto, tra l’altro, l’intervento di Francesco Casetti, docente all’Università Cattolica di Milano, su “Il ritorno della voce”. Nelle sessioni di lavoro sono stati affrontati tre temi: “Identità e missione delle radio cattoliche nei diversi contesti geografici ed ecclesiali”; “Radio cattolica: strategia per sviluppare la consapevolezza di essere voce della Chiesa” (sull’argomento interverrà padre Giertych Wojciech, teologo della Casa pontificia); “Le radio cattoliche nella società civile”. I partecipanti sono stati ricevuti in udienza da Benedetto XVI “Voi siete al servizio del Verbo. Le parole che trasmettete ogni giorno sono un’eco del Verbo eterno che si è fatto carne. Voi raggiungete persone che non hanno mai sentito il nome di Gesù Cristo”, – ha detto il papa – “La radio, come gli altri media, può essere un dono di Dio al servizio della persona e dell’umanità e uno strumento di apostolato. Sappiate educare alla verità e alla speranza”. È nato “Paulus”, il primo mensile dedicato a San Paolo Si chiama “Paulus” ed è il primo mensile dedicato interamente a San Paolo, l’Apostolo delle Genti, nato in occasione del bimillenario della nascita e delle celebrazioni indette da Papa Benedetto XVI. Voluta dal Centro Studi Bibbia e Comunicazione della San Paolo la rivista è stata presentata ufficialmente a Roma il 23 giugno. Paolo – si legge in una nota – è “una figura chiave della cultura mondiale eppure anche le assemblee liturgiche, invitate ad ascoltarne la voce ogni domenica, hanno un rapporto sporadico e talora difficile con il tredicesimo Apostolo”. La rivista – a colori con periodicità mensile – vuole “restituire all’Apostolo delle genti la familiarità e la vitalità che lo caratterizzano”; conterrà mensilmente un dossier centrale, che attraverso alcuni flash ne presenta il contesto storico e sociale, sviluppando i contenuti delle Lettere e presentando i luoghi che hanno conservato memoria del passaggio di Paolo fino a oggi; alcune interviste a personalità del mondo ecumenico e interreligioso, secondo un’ottica multiculturale, e articoli e rubriche. Al primo numero hanno contribuito, fra gli altri, mons. Gianfranco Ravasi, il card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Romano Penna, il vescovo di Palestrina Domenico Sigalini, Primo Gironi, don Attilio Monge. Contestualmente al magazine è stato presentato anche il sito www.paulusweb.net. Le sfide della comunicazione per la Chiesa oggi in Europa Si è svolto a Roma l’incontro annuale dei portavoce e degli addetti stampa delle Conferenze episcopali d’Europa, riuniti per discutere sulle sfide della comunicazione. Se la Chiesa non sarà in grado di «legittimarsi» come soggetto pubblico «autonomo e del tutto qualificato» a partecipare al confronto culturale e sociale, «le porte dei mass media nazionali non si apriranno né ai soggetti della Chiesa né al suo messaggio». Così Marco Accorinti, sociologo e ricercatore del Cnr, ha esortato a un maggior impegno. Aprendo il meeting, il cardinale Peter Erdö, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) ha sottolineato «l’urgenza di approfondire il rapporto tra Chiesa e mass media in un periodo storico complesso in cui attorno alla Chiesa viene fatta tanta disinformazione. I vescovi europei hanno bisogno di suggerimenti al riguardo. «Anche in Italia molti mezzi di comunicazione di massa tendono a dare una immagine negativa della Chiesa con numerose campagne di disinformazione nonostante, secondo recenti indagini, il 70 per cento degli italiani apprezzi molto la realtà ecclesiale» – ha spiegato nel suo saluto Giuseppe Betori, segretario generale della Cei. Don Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, ha aperto un focus sul “caso Italia” partendo dalla percezione che un sociologo francese, Jean Marie Donegani, ha della Chiesa italiana attraverso l’immagine della parrocchia: «Il nostro non è semplicemente il Paese dei cento campanili, ma una trama articolata e ricchissima di comunità, circa 25 mila – ha esordito Pompili –. Sarebbe ingenuo ritenere che la parrocchia permanga senza registrare contraccolpi per le profonde mutazioni culturali e sociali degli ultimi decenni». 9 B eni culturali Concluso il corso per operatori diocesani Si è conclusa il 21 giugno a Roma, presso la sede CEI, la decima edizione del corso per operatori diocesani in beni culturali ecclesiastici “Conservazione dei beni culturali ecclesiastici - I beni architettonici” (vedi Osservatorio C&C, n. 5 2008). Il corso è stato promosso dall’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Restauro del Ministero per i beni e le attività culturali. beato durante la sua permanenza a Como fra il 1886 e il 1915. L’itinerario, voluto dalle congregazioni guanelliane, si chiude presso l’urna del beato nell’attiguo santuario del Sacro Cuore, già dotato i un suo percorso artistico-spirituale, inaugurato nel 2005 e realizzato con il contributo della Regione Lombardia e della Provincia di Como. Nel museo sono custoditi ed esposti documenti originali guanelliani. Museo della Sindone: nuovo allestimento Tarquinia: ritratti di pastori Ad un anno di distanza dalla riapertura del Museo diocesano di Tarquinia, viene presentato il restauro dei “volti” dei pastori della diocesi di Corneto (antico nome di Tarquinia). I ritratti, esposti nella sala capitolare del Duomo, permettono di ricostruire parte della storia dell’antica diocesi ed è possibile ammirare la riproduzione e traduzione della bolla con la quale Eugenio IV istituì la diocesi nel 1835. Verrà presentato, inoltre, il primo volume dei “Quaderni dell’Ufficio diocesani per i beni culturali”: l’opera, curata da Giovanni Insolera, è un’edizione anastatica delle costituzioni e della visita pastorale del 1699 del cardinale Marcantonio Barbarico (1640-1706). Il vescovo Carlo Chenis ed il sindaco di Tarquinia, Mauro Mazzola, hanno firmato la convenzione per la creazione di un museo diocesano e comunale d’arte sacra che sarà allestito nel piano nobile dell’episcopio. Aperto a Como il museo don Guanella È stato aperto ufficialmente al pubblico il “Museo don Guanella” allestito attorno ai locali abitati dal 10 Il museo della Sindone di Torino ha compiuto 10 anni. Dalla data della sua inaugurazione, la vigilia dell’Ostensione del 1998, è stato visitato dal più di 150.000 persone provenienti da tutti i continenti ed è stato arricchito da nuove acquisizioni che sono visibili al pubblico dal 13 giugno. Tra l’altro è possibile ammirare, in una nuova sala, la rassegna completa di tutte le fotografie e i filmati ufficiali sino ad oggi realizzati sulla Sindone dal 1898 fino alle riprese televisive in alta definizione di quest’anno. Nella sala ipogea è possibile ammirare documenti e libri provenienti dal Centro Internazionale di Sinologia che illustrano i primi cinquant’anni di studi sulla Sindone a partire dal 1900. Di grande impatto sono le immagine olografiche a grandezza naturale recente acquisizione del museo. Ulteriori interventi sono previsti in vista dell’ostensione del 2010. 7. INFOMEDI@ Infomedi@ Sat2000 e Radio inBlu alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sidney dal 15 al 20 luglio Le redazioni giornalistiche di Sat2000 e Radio inBlu seguono tutti i principali appuntamenti della Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney in Australia, dal 15 al 20 luglio. Un impegno straordinario, un grande sforzo, un’intensa concentrazione che coinvolge giornalisti, registi e tecnici per offrire a tutti, giovani e meno giovani, a tutte le comunità diocesane, ai numerosi gruppi di ascolto, italiani, l’opportunità di assistere e soprattutto partecipare a questo straordinario evento di preghiera, riflessione e festa insieme a Benedetto XVI, i cui momenti centrali sono la Grande Veglia di sabato 19 e la celebrazione della Santa Messa da lui presieduta domenica 20. Nei palinsesti di Sat2000 e Radio inBlu gli appuntamenti dedicati alla GMG sono tanti e articolati e comprendono finestre costanti di informazione a di approfondimento nei telegiornali e nei radiogiornali (vedi in particolare agli indirizzi www.sat2000.it e www.radioinblu.it - anche per le repliche, a causa del fuso orario). Sat2000, la tv dei cattolici, si pone l’ambizioso ma importante obiettivo di un’offerta più vasta possibile, in diretta e con le repliche in orari diurni, per raccontare ciò che avviene in terra australiana, per avvolgere il telespettatore, per farlo sentire presente in questi luoghi così lontani, per coinvolgerlo, provocarlo, chiamarlo in causa. Lo strumento privilegiato è quello di una televisione sempre più di “servizio”, con una mediazione giornalistica, misurata, attenta, calibrata, favorendo il contatto diretto con l’evento e dare una visione completa della realtà australiana. Ma sono da segnalare anche i momenti che preparano la grande festa: in onda dal 10 al 14 luglio le trasmissioni di “Mosaico-Speciale” che raccontano i primi arrivi e l’impatto dei pellegrini della GMG con il lontano continente, attraverso interviste e servizi, con incursioni e reportages anche sulle bellezze naturalistiche. La programmazione entra nel vivo martedì 15 con la trasmissione in diretta della cerimonia di apertura a partire dalle 8.15. Da mercoledì 16 a venerdì 18, ogni giorno, Sat2000 ripropone ai telespettatori la quotidianità dell’evento seguendo i ragazzi – pellegrini in occasione delle catechesi tenute dai Vescovi, grazie a lunghe dirette che prendono il via nel cuore della notte, dall’1 e 30. Occasioni di ascolto che si trasformano in preziose opportunità di partecipazione, dialogo e confronto nella lunga diretta del mattino. Dalle 11 infatti lo studio di Sydney ripropone la catechesi dalla chiesa di St Mary’s di Concord e ospita in studio il vescovo che l’ha tenuta, una presenza esclusiva per tutti coloro che sono rimasti in Italia. I giovani e le comunità diocesane possono entrare in contatto diretto con loro attraverso strumenti interattivi come il telefonino e la posta elettronica. Grazie a questi canali, via SMS (al numero +39-333-9709737) e via mail (all’indirizzo [email protected]), i telespettatori a casa, davanti alla Tv, possono fare domande, chiedere spiegazioni, sollevare obiezioni ai relatori, partecipando virtualmente e in diretta alle catechesi, come se fossero presenti lì, in terra australiana, a quasi 24 ore di volo dal nostro paese. Non sono naturalmente tralasciati altri momenti irrinunciabili della GMG, sempre trasmessi in diretta, come la Festa degli Italiani “Viva l’Agorà”, dalle 8 di mercoledì 16, la cerimonia di benvenuto al Papa il giorno successivo, dalle 6 e 15 del mattino e la Via Crucis, da lui presieduta dalle 7 di venerdì 17. Sabato 19 è uno dei momenti cruciali: dalle 10 alle 13 trasmissione in diretta della Grande Veglia con il Santo Padre. L’evento è riproposto alle 21 per tutti coloro che nelle diocesi italiane desiderano riunirsi per seguire lo straordinario momento di festa e di preghiera con il Papa fino alla celebrazione della Santa Messa della domenica, all’1 di notte, in un flusso ininterrotto. Questa serie di appuntamenti è chiusa dalla trasmissione “Mosaico”, in diretta alle 13 di domenica: occasione di sintesi e di conclusione di questo straordinario evento che è la Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney. 11 E conomia dei media del pubblico italiano, e spagnolo, i tg in onda sulle tv generaliste del proprio paese sono troppo legati al potere politico. Il dato scende al 69,9% in Francia, e ancor più, al 49,5% in Gran Bretagna e al 40,1% in Germania. Il sensazionalismo è il secondo difetto dei tg per il 60,6% degli italiani. Secondo il 73,1% degli italiani, poi, il principale difetto dei programmi è la volgarità, una quota elevata come tra gli spagnoli (86,8%), ma molto superiore al 60,5% della Gran Bretagna, al 54,7% della Germania e al 54% in Francia. Un aspetto segnalato in Italia più dal pubblico femminile (74,7%) che da quello maschile (71,4%). Rapporto Censis/ Ucsi: giovani e media Rispetto ai media i giovani italiani sono ‘nomadi’ e ‘disincantati’, nel senso che passano da una piattaforma all’altra per cercare il prodotto che preferiscono, senza però attribuire un’importanza decisiva a nessuno di essi. Lo dimostra in particolare l’uso del telefonino, utilizzato non solo per chiamare, ma anche per fare foto e video, e ascoltare musica. È quanto emerge, tra le altre cose, dal 7° Rapporto Censis/Ucsi: i ragazzi italiani fanno consumo di nuovi media (internet e cellulari) ma anche di media ‘antichi’ come libri e quotidiani. Il Censis segnala il forte aumento dell’uso del web nella fascia d’età 14-29 anni: tra il 2003 e il 2007 l’utenza complessiva (uno o due contatti alla settimana) è passata dal 61 all’83%, e l’uso abituale (almeno tre volte a settimana) dal 39,8 al 73,8%. Dal rapporto emerge un aumento generalizzato dei giovani nell’impiego di tutti i media: il cellulare è usato praticamente da tutti i giovani (il 97,2%), ed il 74,1% di essi legge almeno un libro all’anno (esclusi ovviamente i testi scolastici) e il 62,1% più di tre libri. Il 77,7% dei giovani legge un quotidiano (a pagamento o free press) una o due volte alla settimana (il 59,9% nel 2003), mentre il 57,8% legge almeno tre giornali alla settimana. La flessione che si registra nell’uso della tv generalista (dal 94,9% all’87,9%) è ampiamente compensata dall’incremento della tv satellitare (dal 25,2% al 36,9%). Esistono differenze tra i sessi: le femmine ascoltano di più la radio (90,3% contro l’83,1% dei maschi) e leggono di più i periodici (il 55,2% contro il 45,3%; i maschi invece leggono di più i quotidiani (80,4% contro il 74,6%) e guardano di più la tv satellitare (39,9% contro 33,6%). Rispetto ai giovani europei, gli italiani sono quelli che usano di più il cellulare (95,5% rispetto al’89,3% dei tedeschi, l’83,9 degli inglesi, l’83,7 degli spagnoli e il 73,8 dei francesi). I giovani inglesi e tedeschi, invece, usano di più internet: la percentuale in Gran Bretagna è del 77,7%, il Germania del 76,5%, contro il 73,8 dell’Italia. I ragazzi spagnoli e francesi leggono meno libri dei coetanei europei: almeno tre libri l’anno per il 43,3% degli spagnoli e per il 48,1% dei francesi, rispetto al 60,7% dei tedeschi, al 62,1 degli italiani e al 64,5% dei britannici. Per l’82% 12 Nuovo presidente per Sky Italia L’assemblea dei soci di Sky Italia ha nominato James Murdoch – Chairman e CEO di News Corporation Europe and Asia – Presidente di Sky Italia. Ne dà notizia un comunicato dell’azienda. James Murdoch prende il posto di Rupert Murdoch, che ha ricoperto la carica di Presidente di Sky Italia fin dalla nascita dell’azienda nel 2003. Homevideo: l’Italia quarta nel mercato europeo L’Italia si classifica quarta, sia nel noleggio sia nella vendita, con una spesa totale di circa 950 milioni di euro, nel mercato europeo dell’homevideo che arriva a sfiorare i 12 miliardi di euro. Sono fra i dati illustrati, a Roma, durante le celebrazioni per il ventennale della International Video Federation, che riunisce le associazioni dell’audiovisivo di 16 Paesi europei. Dall’analisi dei numeri, risulta la vitalità del mercato homevideo nel vecchio continente, che rappresenta il 28% della rispettiva spesa mondiale. Con la vhs, ormai mandata definitivamente in pensione quasi ovunque, lo spazio è per il 99% del dvd ma ci si sta velocemente aprendo anche alle nuove opportunità dell’alta definizione con il Blu-ray disc, che ha raggiunto nei primi quattro mesi del 2008 i risultati cumulati dei primi 11 mesi del 2007. In generale, nel mercato europeo, registra un leggero aumento la vendita attraverso i canali tradizionali (arriva a 9,4 miliardi di euro, con un +10% di pezzi venduti); continua, invece il calo generalizzato del noleggio, che si ferma a una spesa totale di circa 2,2 miliardi di euro. L’Italia è quarta (dietro Gran Bretagna, Francia e Germania) sia per la vendita, dove conferma un mercato in lieve crescita, con 658 milioni di euro, sia nel noleggio, con una spesa di 261,3 milioni di euro, dietro Gran Bretagna, Germania e Spagna. Proprio il noleggio, nel nostro Paese, nonostante il calo del 50% negli ultimi tre anni, resta una voce importante della spesa dei prodotti audiovisivi, per circa il 29% del totale. La vendita nei negozi è invece al 47% e quella tramite edicola (altra voce più rilevante da noi che nel resto d’Europa) al 24%. Smultimediali egnalazioni “Fare progetto culturale. Temi e percorsi sulla questione dell’uomo e della verità” Servizio nazionale per il Progetto culturale della CEI Edizioni San Paolo, pp. 156, Euro 12,50 Fin dal suo sorgere, oltre dieci anni fa, la proposta di un “progetto culturale orientato in senso cristiano” si è posta l’obiettivo di far emergere il contenuto culturale dell’evangelizzazione, stimolando la dimensione culturale presente nel vissuto dei credenti e delle comunità. Il convegno ecclesiale di Verona ha riconsegnato e rilanciato il progetto culturale nella vita della Chiesa in Italia e dunque prima di tutto nelle diocesi. Si può ormai pensare ad un “progetto culturale diocesano”, frutto del discernimento della Chiesa particolare. Un sempre più diffuso consolidamento e radicamento del progetto culturale è, infatti, essenziale affinché si verifichi un “nuovo incontro” tra la fede e la ragione, un rapporto fecondo capace di mostrare come la fede cristiana sia oggi possibile, ragionevole, elemento di crescita e di umanizzazione. Da Verona, inoltre, viene anche la messa a fuoco dei temi di principale rilievo per l’elaborazione culturale dei credenti, a cominciare dalla questione antropologica e da quella della verità, da vedere alla luce dell’invito di Benedetto XVI ad “allargare gli spazi della razionalità”. In termini più immediatamente operativi tutto ciò significa anche promuovere degli eventi, delle iniziative, delle occasioni per dare corpo concretamente al progetto culturale. A fronte di questa rinnovata esigenza. Il Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI propone questo sussidio “Fare progetto culturale”, recentemente pubblicato per le Edizioni San Paolo, in cui vengono suggeriti alcuni temi, sulla scia del Convegno di Verona, su cui lavorare e costruire occasioni di formazione, dibattito, approfondimento, confronto. Affrontare i nodi della cultura di oggi e sviluppare una pastorale centrata sulla persona è l’esercizio e l’obiettivo di questo volume, rivolto a tutti gli operatori culturali sul territorio, che mira a favorire un modo nuovo di affrontare le dinamiche che la vita oggi ci presenta e che possono trovare, nella fede della Chiesa, validi principi ispiratori e criteri di orientamento affidati alla nostra responsabilità. Per questo, le dodici schede tematiche che compongono il volume sono ordinate secondo i cinque ambiti dell’esistenza umana in cui il Convegno di Verona ha declinato l’impegno di testimonianza dei credenti: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione, la cittadinanza. È anche questo un modo per portare la “questione antropologica” nel vivo dell’esperienza quotidiana, accogliendo l’invito dei vescovi a “mettere la persona al centro”. Si tratta di un approccio radicato in una profonda visione teologica e particolarmente fecondo sia per il compito formativo che per “attrezzare culturalmente” la testimonianza dei singoli e delle comunità. Ciascuna delle schede presentate, è sviluppata in modo da presentare la questione di fondo, indicare alcuni riferimenti utili per il discernimento credente, suggerire ulteriori strumenti per l’approfondimento. Alle prime due, di carattere generale, dedicate al rapporto fede-ragione e al cammino conciliare della Chiesa italiana, seguono altre dieci schede sugli ambiti esistenziali in cui fede e cultura s’intrecciano. L’ultima parte del volume, particolarmente utile ed efficace sotto il profilo operativo della proposta, sviluppa alcune note metodologiche utili per la promozione di eventi culturali e la declinazione del progetto culturale a livello locale. Un prezioso strumento che mostra, come ricordato dal Presidente della CEI il Cardinale Angelo Bagnasco, quanto “il progetto culturale sia una prospettiva in cui tutti possono riconoscersi, offrire l’apporto dei propri specifici carismi, attingere per un cammino sempre più radicato e condiviso”. Navigando nella Rete Anno Paolino www.annopaolino.org Il sito del bimillenario della nascita di San Paolo Apostolo è introdotto dalle parole di benvenuto del Card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo: “Mi auguro che la visita di questo sito vi aiuti a preparare il vostro pellegrinaggio alla tomba dell’Apostolo delle Genti, nel bimillenario della sua nascita”. 13 9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI Padre Olivier Plichon, coordinatore dell’Anno Paolino, conferma che la finalità dell’iniziativa web è quella di “favorire l’organizzazione dei pellegrinaggi giubilari e diffondere la conoscenza del programma paolino”. Inaugurato il 26 novembre 2007, ancorchè parzialmente incompleto, il portale presenta la storia della Basilica di San Paolo fuori le Mura e la vita di San Paolo e fornisce tutti i possibili contatti. Il sito, indicano, tiene conto solo di ciascuna delle persone che entrano nelle sue pagine per diffonderlo: “Contiamo sulla vostra pubblicità! – suggerisce Padre Plichon –. L’ideale sarebbe che ogni sito diocesano, ogni agenzia di stampa cattolica, ogni Conferenza Episcopale, ogni istituto religioso, ecc., avesse un collegamento al nostro sito”. Si pensa che quanti parlano spagnolo, ossia la metà dei cattolici del mondo, possano presto realizzare questo desiderio degli organizzatori, che rivolgono un appello a volontari che vogliano collaborare per tradurre le pagine già pubblicate in altre lingue, anche se, indicano, “la priorità è l’inglese”. La newsletter in italiano informa anche che tutti i documenti che si possono scaricare sono esenti da diritti d’autore, ed esorta a diffondere il programma generale presente nel sito. E vuole essere uno spazio interattivo: quanti vi entrano, possono inviare a San Paolo le proprie intenzioni di preghiera da condividere nella comunione dei santi, le fotografie (con una presentazione) delle opere d’arte che rappresentano San Paolo nella loro parrocchia, la loro chiesa, ecc. Missionarie dell’Immacolata Padre Kolbe www.kolbemission.org È il sito ufficiale delle Missionarie dell’Immacolata Padre Kolbe, istituto secolare che si ispira alla spiritualità mariana di san Massimiliano Kolbe ed è dedito all’evangelizzazione in particolare attraverso l’apostolato itinerante e l’uso dei mass media. Offre delle pagine di approfondimento della spiritualità mariana e kolbiana. Il sito presenta la vocazione e missione di questo Istituto secolare di vita consacrata per l’evangelizzazione, con carisma mariano e missionario. L’Istituto comprende anche i Volontari dell’Immacolata-Padre Kolbe. Disponibile in cinque lingue (italiano, inglese, spagnolo, portoghese e polacco), il sito è strutturato in 7 sezioni: Chi siamo, Spiritualità mariana, San Massimiliano Kolbe, In Missione, Mass media, Angolo della preghiera, Giovani. “Il nostro sito – sottolinea la responsabile Anna Marzano – vuole essere per noi uno strumento per annunciare il Vangelo e “condurre tutti gli uomini a 14 Dio attraverso l’Immacolata” come amava ripetere san Massimiliano Kolbe, una piazza, un luogo virtuale per conoscere e approfondire la spiritualità mariana, kolbiana e missionaria secondo la nostra specifica vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo”. Nel sito è possibile trovare “Milizia Mariana”, rivista di formazione e informazione mariana missionaria curata dall’Istituto. Combonifem www.combonifem.it Combonifem è un nuovo progetto delle Suore Missionarie Comboniane che prevede un nuovo sito e una versione rinnovata del mensile ‘Raggio’ per una comunicazione che riparte dalla donna. Il nuovo sito internet va a sostituire il notiziario online ‘Femmis’ ereditandone l’impostazione, ma soprattutto la grande esperienza acquisita in molti anni di attività di promozione della donna nel mondo. Come ha sottolineato la direttrice responsabile, suor Maria Teresa Ratti, ‘Combonifem’ vuole essere un centro di dialogo e di riflessione che, partendo dall’esperienza missionaria svolta dalle suore comboniane nel mondo, arrivi a sottolineare l’importanza della donna nella società e, più in generale, a valorizzare i diritti delle persone nel mondo. L’obiettivo del nuovo network multimediale, coordinato da Maria Graça Almeida, è quello di creare, coinvolgendo tutte le suore comboniane nel mondo, una rete di informazione interpretata a livello locale che sia in costante dialogo e aggiornamento. “Una voce a più voci”, insomma, un “movimento di pensiero, che nasce dall’insegnamento dello stesso San Daniele Comboni”. Al sito Internet si aggiunge una rivista cartacea in cui le comboniane, con la collaborazioni di diverse giornaliste, pubblicano storie e reportage da paesi dove vivono la missione ‘ad gentes’, in particolare nel Sud del mondo. Notizie dalla Rete Comunicazione e web 2.0: al via il corso di formazione online Approfondire le tematiche della comunicazione on line, con particolare riferimento ai siti web, stimolando praticamente la sinergia e il riuso delle esperienze, 9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI con uno sguardo attuale sui temi del web 2.0. Sono alcuni degli obiettivi del secondo corso e-learning “Comunicazione online e Web 2.0”, promosso dall’Associazione dei Webmaster Cattolici Italiani (WeCa), ed è boom di richieste. Perché in tanti hanno voluto partecipare all’iniziativa di formazione di WeCa nonostante l’impegno richiesto di sei mesi. A tanto ammontano le attività formative che si svolgeranno interamente in modalità on line, in un percorso didattico arricchito da incontri di eccellenza, con autorevoli esperti del settore o docenti universitari, con seminari, eventi live e focus group. Un modo diverso, dunque, di apprendere non solo ‘studiando’ ma facendo gioco di squadra e lavorando in gruppo anche se a distanza. Il corso è sviluppato intorno a 3 macrotemi. Il primo, di carattere introduttivo, affronta le questioni della comunicazione mediata dal computer (CMC): caratteristiche e gestione e dell’etica delle comunicazioni in Internet. Il secondo tratta gli aspetti della comunicazione in rapporto alle diverse tipologie di sito, con un focus sui siti parrocchiali. Il terzo è inerente all’evoluzione dei processi e dei mezzi comunicativi, con attenzione particolare ai temi del web 2.0. A supporto di questi contenuti didattici, seminari on line e attività collaborative finalizzate all’analisi e alla sperimentazione di nuove pratiche e strumenti. L’iniziativa formativa di WeCa, che non ha alcun costo di iscrizione, offrirà, inoltre, uno spazio particolare alle parrocchie perché si confrontino sul piano della cooperazione, dello scambio delle migliori pratiche, della promozione di iniziative ultra territoriali. Altissimo il livello scientifico del corso. Fra i docenti accademici: Adriano Fabris, ordinario di “Etica della comunicazione” all’Università di Pisa; Gino Roncaglia, docente di “Informatica applicata alle discipline umanistiche” presso l’Università della Tuscia di Viterbo e autore di innumerevoli pubblicazioni su Internet e Piercesare Rivoltella, docente ordinario di “Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. LINK: www.weca.it FIDES: nuove tecnologie per il sud del mondo Tra tutte le aree in via di sviluppo è l’America Latina la regione più all’avanguardia nel superare il divario digitale che la separa dai paesi più industrializzati del pianeta. In un Dossier attento e approfondito, l’Agenzia della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (Fides) accende i riflettori su una realtà che ha tutte le carte in regola perchè le sue iniziative siano anche a paesi del continente africano e asiatico. “Nuove tecnologie per il sud del mondo: sviluppo umano sostenibile e globalizzazione” è il nome del rapporto disponibile su internet e che al web guarda nel lungo cammino verso lo sviluppo dell’America Latina. Secondo il Dossier l’acceso universale alle tecnologie di informazione e comunicazione costituisce senza dubbio un elemento chiave per lo sviluppo sociale ed economico di un paese. Tuttavia, realizzare infrastrutture che, indipendentemente dalle condizioni geografiche e socioeconomiche, riescano a garantire l’accesso in maniera equa e universale è un’operazione molto complessa, soprattutto per i Paesi in via di sviluppo, dove la sfida consiste nel far fronte a problemi di diversa natura, legati al territorio, alle infrastrutture, alla politica. L’accento è sul digital divide che ancora allontana diverse aree della popolazione ma quasi tutti gli stati latinoamericani hanno in qualche modo avviato politiche e strategie concrete per incrementare l’accesso ai servizi di telecomunicazione tra i gruppi più svantaggiati. In uno dei precedenti dossier sulle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione per i Paesi in via di sviluppo è stato descritto il progetto della Red Informatica de la Iglesia en America Latina (RIIAL), ovvero la rete informatica della Chiesa cattolica in America Latina realizzata grazie a un progetto della Conferenza episcopale latinoamericana (CELAM), organismo che riunisce le ventidue Conferenze Episcopali dell’America Latina, con il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali. LINK: www.fides.org ECIC: internet come spazio di incontro ecumenico Internet come può da spazio virtuale, diventare un concreto luogo di dialogo tra le diverse fedi cristiane? A dimostrarlo, ancora una volta, è la realtà ecumenica di Ecic (European Christian Internet Conference). Cinquanta fra webmaster e operatori pastorali di confessioni diverse e provenienti da 13 paesi europei, sono tornati ad incontrarsi per il tredicesimo anno. L’appuntamento, che si è svolto dal 13 al 17 giugno scorso a Lione, in Francia, è stato ospitato nel Valpré conference centre della Congrégation des Assomptionnistes. Per l’Italia erano presenti Mons. Franco Mazza e don Marco Sanavio in rappresentanza dei webmaster dell’Associazione WebCattolici Italiani. Tema principale dell’incontro la nuova frontiera del Web 2.0 ma tanti gli scenari e le esperienze di successo della Rete che sono state condivise a Lione e tali da 15 9. SEGNALAZIONI MULTIMEDIALI rendere anche quest’ultimo incontro dell’Ecic una importante occasione di scambio e di confronto come quella offerta, ad esempio, dalla presentazione delle attività sul web della Chiesa riformata in Francia. I contributi e i testi di lavoro, nello spirito della condivisione, sono pubblicati sul sito internet dell’Ecic. LINK: www.ecic.org USA: un incontro sulle nuove frontiere dell’evangelizzazione Internet, blog e podcast. Ad Atlanta, negli Stati Uniti, si riflette sulle nuove frontiere dell’evangelizzazione. L’incontro dedicato ai nuovi media, si è tenuto lo scorso 22 giugno, nella giornata successiva al Congresso Eucaristico annuale dell’Arcidiocesi statunitense. L’evento – informa l’agenzia Zenit – è strutturato in un momento di condivisione delle ultime tecniche usate per invitare in modo creativo ed efficiente a crescere nella fede, non solo in ambito diocesano, ma nel mondo intero. Per Greg Willits, dirigente media americano, “È straordinario come molti nuovi media – podcast e blog in primis – abbiano aiutato le persone a crescere nella propria fede e a diventare più vicine a Dio”. E alle porte della Giornata Mondiale della Gioventù in programma a Sydney, si guarda alle nuove tecnologie, forse, con curiosità maggiore per “cercare i giovani lì dove sono”. Fabio Bolzetta Musica Giovanni Allevi: “Evolution” (Ricordi) Il cespuglioso pianista di Ascoli Piceno è passato in pochi mesi da un operoso anonimato all’ebbrezza delle classifiche. Un successo forse sproporzionato e troppo repentino che ha fatto storcere il naso a più di un purista e a centurie d’invidiosi, ma che trova la sua logica in una solida formazione e in quel suo eclettismo sbarazzino capace, se non altro, di spazzar via quella patina di spocchia che spesso s’adagia sulla musica “colta” e i suoi protagonisti. Ciò detto questo ambizioso Evolution è opera ben strutturata e complessa, costata al nostro quattro anni di concepimento e realizzata col supporto sinfonico de “I Virtuosi Italiani”. Echi nobili (da Stravinsky a Gershwin e Bernstein) incrociano levità naives ed estroversioni quasi pop. Figli del sincretismo stilistico e delle febbri ecologiste che attraversano il music-business contemporaneo, i dieci frammenti non sono un capolavoro pensato per la posterità, ma un piacevole sottofondo per i contemporanei. 16 Usher: “Here I Stand” (Sony-Bmg) Negli anni Novanta era uno degli emergenti più talentuosi del ribellismo rap. Il successo ne ha via via smussato gli spigoli e levigato il talento. Tanto che oggi il nostro è più vicino al soul di Marvin Gaye e al sophisticated pop di Michael Jackson che alla rabbia stradaiola degli hip-hopper più in auge. Questo suo quinto album, schizzato in vetta alle classifiche di mezzo mondo in un amen, è uno di quei dischi perfetti nella forma e nei suoni, ma che riescono a conservare una genuinità e una sapienza d’approccio tale da rendere i diciotto frammenti qualcosa di più profondo e duraturo di semplici canzonette. Madonna: “Hard Candy” (Cgd-Warner) La signora Veronica Ciccone approda ai fatidici cinquanta con l’energia di un’adolescente, l’appeal di una maitresse, ed il disincanto quasi feroce una matura business-woman. Questa sua ennesima avventura in sala d’incisione è così sfacciatamente costruita sui desiderata dei mercati da risultare più simile a una crema di bellezza che ad un unguento balsamico. Pop elettronico e danzereccio che nulla aggiunge alla griffe se non altre carrettate di denaro nelle sue tasche. Del resto Madonna questa è sempre stata, e questa probabilmente continuerà ad essere: almeno finché le reggerà il fisico. Francesco De Gregori: “Per brevità chiamato artista” (Sony-Bmg) Da anni vive quasi autorecluso nella turris eburnea del suo carisma. Dalla quale fuoriesce solo di tanto in tanto, ora per dispensare scampoli più o meno illuminati di pseudosociologia aristocratica, ora per scodellare qualche nuova canzone. Quelle che schizzano dai solchi di questo suo nuovo album sanno ancora graffiare ed accarezzare, e sanno raccontare e raccontarci con qualche lampo d’autentica poesia. Perché il talento non evapora e riesce sempre a trovare un modo per sopravvivere senza dar l’impressione di riciclare o d’autocompiacersi. Per questo ogni sua nuova impresa – anche quando come in questo caso non è indispensabile – offre sempre spunti utili per riflettere e confrontarsi: riuscire a farlo sfuggendo alle trappole della retorica è, guarda caso, peculiarità imprescindibile degli artisti di razza. Franz Coriasco