Atti Prof. M. Carta

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Atti Prof. M. Carta
Prof. Maurizio Carta
Un piano per le città, un patto per la città
Riattivare i capitali urbani
!
[email protected]
le città nel mondo oggi
le città nel mondo domani
nuove sfide per
città intelligenti
[ma anche sostenibili]
Nell’attuale crisi le aree urbane possono svolgere
un ruolo cardine per rinnovare le basi di
competitività, aumentare il potenziale di
crescita e rafforzare la coesione sociale.
!
I Paesi che sapranno affrontare e risolvere i
problemi della città saranno quelli che potranno
più facilmente ritrovare elevati tassi di crescita
economica ed ottenere più elevati livelli di
benessere.
Le sfide da affrontare sono comuni a molte città
italiane ed europee:
• ridurre le disparità sociali e territoriali;
• limitare l’impatto sull’ambiente;
• offrire servizi e qualità per attrarre risorse;
• attivare interventi di rigenerazione economica
ed urbana che diffondano un’immagine
dinamica della città.
le sfide per le città
la rigenerazione urbana soffre di
4 patologie
autismo
schizofrenia
sterilità
tossicodipendenza
Ciò di cui le città italiane hanno bisogno è una
visione strategica, una cultura sistemica della
trasformazione e riqualificazione urbana,
proiettata nel medio-lungo periodo, altrimenti è
grande il rischio di generare solo una successione
di interventi sconnessi tra loro.
[Ance, “Un piano per le città”, 2012]
nuovi scenari locali
[nell'era della crisi]
Risorse pubbliche strutturali
disponibili per interventi di
rigenerazione urbana
0
€
Attuale moltiplicatore degli
investimenti per gli interventi
in qualità urbana nel Sud
0
%
Attuali incentivi fiscali o
amministrativi previsti per
l’intervento dei privati
0
Attuale redditività integrata
della valorizzazione delle
risorse ecologiche e culturali
0
%
0000
+
+
+
=
recessione?
"Follia è fare sempre la stessa cosa e
aspettare risultati diversi"
Albert Einstein
0
0 =1
0
0
0 +0 =2
Quando un sistema complesso non funziona e non raggiunge i
risultati prefissati, quando le prestazioni sono ridotte,
quando le relazioni tra le parti sono congestionate,
quando dissipa risorse e consuma energie, quando gli
interventi di emergenza non sono efficaci, ma nonostante
tutto le qualità sono elevate, i valori sono intatti, i talenti
sono attivi e le relazioni sono fluide ...
!
... allora bisogna "ricaricare il sistema operativo"
riattivare le città
Tra le 600 città che più contribuiscono alla
crescita del Pil globale le 23 megalopoli
produrranno solo il 10% della crescita globale,
mentre il 50% della propulsione sarà
prodotto dalle 577 città medie che si
alimentano della loro creatività ed
innovazione e non della pura crescita spaziale o
demografica.
[McKinsey Global Institute, “Rapporto City 600”, 2011]
Nei prossimi 20 anni i settori dominanti
dell’economia non saranno le automobili, le navi o
l’acciaio, ma l’industria del benessere, di cui
la città è l'ambiente determinante.
Un impegno indifferibile sarà quello di creare città
che siano luoghi desiderabili dove vivere, lavorare,
formarsi e conoscere, luoghi produttivi ed
attrattivi per gli investimenti.
[Oecd, “Better Life Index”, 2011]
VISION
La città del futuro sarà una città
più intelligente,
più sostenibile e più solidale, una città
città creativa
generatrice di nuovi valori: la
sarà in grado di competere nel panorama internazionale
attraverso la costante interazione tra identità
innovazione ed attraverso la capacità di generare
creatività e di alimentare nuovi futuri sostenibili.
e
L’urbanistica deve saper riattivare
l'intelligenza urbana
!
La Re-active City necessita di una connessione tra
scenari globali e scenari locali, il riavvio delle sue risorse e
di un nuovo modello di cooperazione pubblico-privato che
generino una nuova forza propulsiva in grado di
promuovere investimenti e riattivare la cooperazione dei
s u o i “ c a p i t a l i c u l t u ra l i , s o c i a l i , u m a n i ,
tecnologici ed economici”.
nuove sfide e
nuove strategie
la città ecocreativa
Progettare la città ecocreativa significa ripensare
una città in cui le diverse parti si integrino, dove
predomini la varietà e la complessità, e
soprattutto la qualità.
!
In quest’ottica la rigenerazione urbana
rappresenta un nodo essenziale per il futuro, nella
consapevolezza che una politica di rinnovamento
del patrimonio edilizio è importante sotto
molteplici profili
- economico, perché il settore della rigenerazione
urbana rappresenta un motore formidabile per
l’economia, capace di attivare un moltiplicatore x5;
!
- sociale, perché il recupero urbanistico ed edilizio
rappresenta il punto di partenza per il superamento
di situazioni di degrado e marginalizzazione;
!
- ambientale, perché gli interventi di
adeguamento strutturale e impiantistico improntati
a criteri di sostenibilità ambientale, di sicurezza
statica e di efficienza energetica contribuiscono alla
riduzione di consumi, costi ed emissioni energetici.
reimmaginare la città
ecologica e creativa
ripartire dalla intelligenza, dalla
creatività, dall'innovazione e dalla
corresponsabilità
parole chiave
green energy
identità
rottamazione
sostenibilità economica
smartness riciclo
fiscalità
patrimonio pubblico
governance multilivello
consumo zero
partenariato
Ripensare le città perché siano più intelligenti
(smart), sostenibili (soft) e solidali (sensible)
significa partire da una nuova cultura della
pianificazione, che metta al centro politiche di
gestione del territorio in una visione “integrata”.
!
Città che superino la fase dell’incontrollata
espansione del consumo di suolo, per gestire la
decrescita e il ricompattamento (shrinking).
Compito dell’urbanistica è far leva sulle risorse del
territorio riportandole in un sistema integrato in
grado di garantire un potenziamento dei centri
urbani come motori di uno sviluppo economico
e sociale.
!
Dobbiamo ripensare all’urbanistica come
paradigma e strumento volto al rinnovo e alla
rifunzionalizzazione dei tessuti urbani e non
solo alla loro regolazione.
Reintervenire sul patrimonio esistente
significa:
!
•
•
•
trovare un punto di equilibro tra i bisogni
delle collettività e le esigenze economiche del
mercato;
saper aggregare le parti storiche con la
contemporaneità senza generare erosione di
identità;
redigere un progetto urbano in cui qualità
urbana, ambientale, paesaggistica, innovazione,
mobilità, servizi, attrattività sociale e culturale,
siano i principi cardine del processo di
rinnovamento.
progetto riciclo!
Un Progetto Riciclo di “rigenerazione delle
aree urbane”contiene le risorse economiche che,
messe a reddito con strumenti finanziari adeguati
e sommate ad incentivi pubblici, bonus volumetrici
e fondi europei, rendono realizzabile questa sfida.
!
Per vincerla serve una vasta condivisione
politica e sociale di Governo, Parlamento, Regioni,
Comuni, ma anche del Demanio, non solo per la
dismissione ma anche per la valorizzazione del
patrimonio pubblico; così come serve coinvolgere
anche le grandi proprietà immobiliari private e le
istituzioni finanziarie italiane e comunitarie (BEI).
Gli obiettivi di un Progetto Riciclo sono:
• La manutenzione, messa in sicurezza e rigenerazione del
patrimonio edilizio pubblico e privato (oltre 24 milioni di
persone risiedono in zone a rischio sismico, 6 milioni
convivono con il rischio idrogeologico).
• La riduzione del consumo del suolo e degli sprechi degli
edifici promuovendo “distretti energetici ed ecologici” (il
consumo energetico negli edifici ad uso civile è pari al 20%
del consumo totale).
• La rivalutazione degli spazi pubblici, del verde urbano, dei
servizi di quartiere.
• La razionalizzazione della mobilità urbana e del ciclo dei
rifiuti.
• L’implementazione delle infrastrutture digitali con la
messa in rete delle città italiane.
• La salvaguardia dei centri storici e la loro rivitalizzazione.
Strumenti
•
•
•
•
Proposizione di nuovi programmi di riqualificazione urbana basati su
“distretti energetici urbani”, aree urbane all’interno delle quali
ricercare l’integrazione e la valorizzazione della domanda pubblica, gli
incentivi energetici, l’esigenza privata di interventi di riqualificazione.
Rivisitazione dei contratti di quartiere a sostegno dei distretti,
utilizzabili ora come “contratti di ecoquartiere”, a fronte di
progetti avanzati e partecipati di sostenibilità ambientale e sociale,
parametrati sulla base di standard ecologici elevati riguardanti gli
edifici, gli spazi pubblici, la mobilità, il ciclo dei rifiuti,
l’infrastrutturazione digitale.
Cooperazione progettuale, economica ed urbanistica tra pubblico
e privato, connessa ad una semplificazione responsabile ed a una
maggiore efficacia dell’azione amministrativa.
Attivazione, tramite legislazione statale e regionale dei principi di
compensazione e perequazione urbanistica, sulla fiscalità e
gli incentivi.
Strumenti
•
•
•
Introduzione di norme di effettiva defiscalizzazione dei nuovi
interventi derivanti da precise politiche e specifiche norme basate
sulla sostituzione edilizia.
Previsione di incentivazioni volumetriche, di superficie e fiscali
in misura diversificata a livello territoriale in base a criteri di
compatibilità ambientale, risparmio energetico e idrico massivo, di
emergenze sismiche o idrogeologiche, soluzioni in house del ciclo dei
rifiuti, ecc.
Ricorso al prevalente utilizzo di fondi da reperirsi nel privato o con
istituzione di specifici eco-bond, con sinergia pubblico-privata,
mediante l’introduzione di normative sulla trasferibilità dei diritti
edificatori e la valorizzazione, ove esistente, del patrimonio demaniale
dismesso, in grado di garantire il necessario volano alle singole
iniziative.
In tale scenario diventa necessario riconoscere
quali siano gli “agenti di creatività” nella
generazione di valore – e quindi di sviluppo – a
partire dai capitali territoriali, culturali, sociali e
relazionali, riattivando il rapporto tra creatività,
capitale sociale e capitalismo manifatturiero. !
Non basta più agire sui motori di sviluppo, ma
dobbiamo mettere a punto un'efficace cinghia
di trasmissione che ne distribuisca gli effetti.
!
Le aree di trasformazione urbana – aree
industriali dismesse, infrastrutture in disuso,
vuoti urbani, centri storici – costituiscono
formidabili “propulsori” capaci di attivare la
necessaria filiera tra iniziative economiche,
sociali ed infrastrutturali per realizzare progetti
innovatori, implementati all'interno di adeguate
strategie di sviluppo fondate sul "neocapitalismo urbano".
Non solo un “piano” ma soprattutto un
“patto” per la città.
!
Le politiche di riqualificazione delle città possono
divenire laboratorio di sperimentazione per un
nuovo modo di partecipare alla politica di
sviluppo, per ridare efficienza alla pubblica
amministrazione, per costruire una cittadinanza
orgogliosa e attiva, per vincere la corruzione, per
contrastare la criminalità, per sostenere i più
deboli, per far amare e ricercare la qualità
dell’architettura, per creare fiducia nel futuro.
Le Città EcoCreative sono oggi il più potente
integratore delle politiche europee contenute
nella “Carta di Lipsia”, nella “Digital Agenda” e
nella “Strategia 20-20-20” per generare città non
più “debit-based” o “consumer-oriented”, ma
basate su un nuovo patto sociale.
Esse posseggono i cromosomi per ricombinare e
rafforzare il genoma dello sviluppo, a patto che
sappiano focalizzare una visione collettiva
attraverso strategie che facciano aumentare la
massa critica, anche sul piano simbolico e
comunicativo, e siano in grado di orientare le
iniziative fondate sulla smartness nell’ambito di un
Progetto Paese che riparta da un “piano” e da un
“patto” per le città.
teoria?
NANTESecocreativeMETROPOLE
Numeri!
•20 anni di lavori di rigenerazione!
•550.000 mq di residenza!
•300.000 mq di spazi commerciali e direzionali per
15.000 nuovi lavoratori!
•150.000 mq di infrastrutture di quartiere!
•160 Ha di spazi pubblici recuperati o creati!
•2 nuove linee di trasporto pubblico di massa!
•12 km di passeggiata lungo la Loira
un piano per le città
un patto per la città
visione, strategia, progetto,
strumenti, regole, partenariato