25/4/2008 - L`INCHIESTA SUL LOCALE GAY ALLA CROCETTA

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25/4/2008 - L`INCHIESTA SUL LOCALE GAY ALLA CROCETTA
25/4/2008 - L'INCHIESTA SUL LOCALE GAY ALLA CROCETTA
"Prof e signori bene
mi pagavano i libri"
ragazzi di via Pigafetta:
«Sesso per sopravvivere»
MASSIMO NUMA
TORINO
Vecchio professore cosa vai cercando in quel
portone/forse quella che sola ti può dare una
lezione/quella che di giorno chiami con
disprezzo "pubblica moglie"/quella che di
notte stabilisce il prezzo alle tue voglie...». Son
cambiati i tempi, da quando De André
sgomentava le famiglie. Il «vecchio
professore» è sempre un po’ vizioso ma, a
quanto pare, ha cambiato bersaglio. Quelli che frequentavano la sauna gay Antares di via
Pigafetta 73d, prediligevano ragazzoni robusti, dall’aria esotica: tunisini, brasiliani,
marocchini, romeni e anche made in Italy. Nel caso, un ragazzino dall’aria efebica, 18 anni,
compiuti da un mese. Che racconta, ai poliziotti del commissariato San Secondo che hanno
sbarrato le porte della «casa», nell’elegante quartiere di Crocetta: «Sono studente, libri e
tasse costano, e faccio le marchette per pagarmi i corsi. Che male c’è?».
Viaggio nelle pieghe di un’inchiesta, ora affidata al pm Monica Abbatecola, che potrebbe se non altro - svelare qualche retroscena ancora sconosciuto sulla prostituzione maschile,
alimentata senza fine dai giovani extracomunitari. E clandestini. Come i romeni
dell’Antares. Ragazzi dallo sguardo duro, che non hanno voglia di parlare. Le prestazioni
sessuali all’interno della sauna, per loro, servono a raccogliere denaro. Per sopravvivere,
per vivere meglio. Gli habitués li coprivano di regali, anche. Vestiti e gadget, per
trasformarli, secondo i loro desideri, in fidanzatini, con la speranza dell’esclusività.
Il vicequestore Silvia Governa aveva ricevuto una serie di esposti dai vicini di casa del
«casotto»: «Ci hanno preoccupato, e non poco, i contenuti di quelle segnalazioni.
Denunciavano la presenza di minorenni, che non abbiamo riscontrato, per fortuna, dopo
mesi di controlli e di spaccio di cocaina. E anche questo aspetto è risultato inesistente,
almeno per ora».
Governa, responsabile del commissariato, ci tiene a precisare che «i clienti non sono stati
accusati di nulla. Non è un reato, frequentare un locale per gay. Certo, erano imbarazzati e
preoccupati. Sono quasi tutti sposati, con figli. Solo uno ha provato a fare il furbo. “Sono
senza documenti”, mi ha detto. Gli ho chiesto se era arrivato lì con l’auto. E la patente?
Insomma, reazioni tutto sommato comprensibili. Quanto al titolare, dovrà spiegare al pm
come mai, in tutti questi anni, non s’è mai accorto di cosa realmente succedeva all’interno
del suo locale. I casi di prostituzione sono avvenuti, realmente. I ragazzi lo hanno
confermato. Non ci sono misteri».
Muti, i dirigenti della questura, sui nomi dei vip, amanti del clima. Tutti vorrebbero sapere
ma la risposta è una sola: «Lasciate perdere, le carte sono segrete». Ma tant’è, ci pensa il
titolare dell’Antares a svelare il mistero. Secondo lui, là dentro, ci vanno tutti. Ovviamente,
solo clienti di alto profilo sociale. La categoria più gettonata, i professori. Anche
universitari, anche noti. Molto noti. E poi liberi professionisti, anche magistrati che
facevano aspettare sotto al scorta. Svetta il preside di un istituto superiore della provincia,
sorpreso pure lui con il pareo e le pantofole di spugna bianca. C’è incertezza sull’uso o no
del perizoma. Qualcuno dice sì, che c’erano; altri smentiscono. Poi una flotta di attori,
teatro e cinema, dai nomi famosissimi. In trent’anni, secondo Lo Marco, sono passati i
«re» di Cinecittà, alcuni con solida fama di rubacuori e mai passati attraverso l’outing.