Quadro di argomenti per possibili schemi di

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Quadro di argomenti per possibili schemi di
Istituto di Istruzione Superiore
ALDINI VALERIANI - SIRANI
Comitato tecnico scientifico – CTS
L.R. n. 19/2008
AZIONI SISMICHE SULLE COSTRUZIONI
…qualche appunto a titolo informativo
Quadro di argomenti per possibili schemi di presentazione
LIBERI DI CONOSCERE E CONVIVERE CON IL TERREMOTO
www.ionontremo.it
www.iav.it/ionontremo
www.ionontremo.it
Nell’arco di circa tre anni l’iniziativa ha avuto diverse verifiche con
illustrazioni svolte in vari incontri con classi di scuole secondarie di primo e di
secondo grado e/o con gruppi di professionisti e/o cittadini, tra cui gli
incontri avvenuti nell’ambito delle quattro manifestazioni “IO NON TREMO!
Liberi di conoscere e convivere con il terremoto” nei centri storici di: Rimini
(7-21 maggio 2011), Pesaro (5-19 maggio 2012), Fano (13-28 aprile 2013) e
Firenze (15-29 maggio 2013).
Nelle manifestazioni era altresì previsto uno spazio interattivo laboratoriale - con la presenza
di due educatrici - per ricevere classi del secondo ciclo di scuola primaria (terza, quarta e
quinta) e del primo ciclo di scuola secondaria. Tale spazio laboratoriale dedicato ai più piccoli,
attraverso possibili interazioni con le stesse educatrici, era ovviamente basato su attività di
«gioco» come evidente dallo stesso titolo di presentazione:
www.iav.it/ionontremo
La mostra permanente multimediale –
rivolta alle scuole secondarie di primo e
secondo grado, oltre che alla cittadinanza –
si sviluppa attraverso pannelli, forniti in
gran parte dall'Associazione di Promozione
Sociale "IO NON TREMO!", oltre che
attraverso
filmati
e
coinvolgimenti
dell’attenzione dei visitatori per alcune
esperienze pratiche.
Il contenuto dei pannelli corrisponde in larga misura a quello utilizzato per altre iniziative, quali quelle rivolte alla cittadinanza, dal titolo "IO
NON TREMO! Liberi di conoscere e convivere con il terremoto", tenutesi a Rimini nel 2011, a Pesaro nel 2012 e a Fano e Firenze nel 2013, ed è
articolato nei seguenti capitoli:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Il cammino dell'uomo tra mito e scienza
Natura dei terremoti APPENDICE cap. 2: Animazione CNR 1984
Cenni di dinamica delle strutture APPENDICE cap. 3: Tavola vibrante … per una iniziale informazione didattica
Gli effetti del sisma sugli edifici APPENDICE cap. 4: Sequenza di immagini per i terremoti in Abruzzo del 2009 e in Emilia del 2012
I grandi terremoti nella storia
Gli effetti sismici storici per Rimini e Pesaro APPENDICE cap. 6: Accanto alla “storia sismica” quale “storia amministrativa”? (892.74 KB).
La sismicità dell’Emilia-Romagna, la classificazione sismica e la crisi sismica del 2012 in Emilia
La visita della mostra comprende alcuni elementari esperimenti di fisica, oltre che la presentazione di pannelli e filmati, prima di concludersi
con una attività di laboratorio, svolta con tavola vibrante e relativi modelli strutturali, per una prima comprensione sui comportamenti degli
edifici sottoposti ad azione sismica. I filmati in mostra riguardano: i centocinquanta anni dell'Unità d'Italia ripercorsi attraverso le principali
catastrofi che hanno coinvolto diverse aree del Paese; alcune testimonianze di persone anziane che vissero da bambini gli effetti del terremoto
di Senigallia del 30 ottobre 1930; alcune nozioni di base sulle vulnerabilità sismiche delle costruzioni e sui comportamenti da tenere in caso di
eventi sismici; un breve documentario tratto da video interviste, sulle condizioni delle donne occupate nel distretto della meccanica modenese.
www.iav.it/ionontremo
Video correlati a possibili schemi di presentazione (link verso YouTube):
Tavola vibrante didattica
(13 MB)
Cultura sismica: alcuni contributi







Le onde sismiche (IRIS)
La forza d’inerzia (Regione Umbria 1986)
La «stanza sismica» (Terremoti d’Italia 2007)
Le tre componenti del sismogramma (IRIS)
Gli effetti di sito (IRIS)
La liquefazione (IRIS)
La casa in muratura: la risposta sismica (Regione Umbria 1986)
 In memoria di Giuseppe Grandori: Sue riflessioni e indicazioni dopo i terremoti del 1980 (Irpinia-Basilicata) e del 2009
(Abruzzo L'Aquila) (275.01 KB)
 Qualche riflessione sulla difesa dai terremoti, Elisa Guagenti Grandori – 2013 (394 KB)
 Terremoto: "evento naturale" ed "evento sociale", Teresa Crespellani – 2012 (5.07 MB)
 Il convenzionalismo nel calcolo strutturale sismico, Piero Pozzati – 2004 (180.75 KB)
Estrazione da CPTI11 per Emilia-Romagna
Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani 2011 (CPTI11)
http://emidius.mi.ingv.it/CPTI11/
Finestra temporale da
anno 1000 a anno 1899
Record totali: 1344
Dal CPTI11, come già da precedenti cataloghi, si conferma che negli ultimi 1000 anni
circa l’Emilia-Romagna è stata interessata da terremoti frequenti, ma mai paragonabili
per energia liberata (e, quindi, per valori di magnitudo) ai maggiori eventi di altre aree
regionali quali, ad esempio, Sicilia Orientale e Calabria, Irpinia-Basilicata, Sannio,
Molise-Abruzzo, Friuli. La sismicità storica dell’Emilia-Romagna indica che terremoti,
relativamente più forti e più numerosi, si sono verificati soprattutto in Romagna; ma
terremoti con livelli energetici più alti e con aree epicentrali non molto distanti dal
confine regionale (es., tra i più recenti: Mugello 1919 e Garfagnana 1920) hanno
avuto, comunque, significativi risentimenti con danni gravi anche in Emilia-Romagna.
Year
Mo Da Ho Mi
1117
1222
1234
1285
1279
1293
1308
1365
1383
1399
1409
1411
1428
1438
1481
1483
1501
1505
1542
1545
1547
1570
1584
1591
1624
1661
1671
1672
1688
1695
1725
1738
1768
1779
1780
1781
1781
1781
1786
1796
1806
1810
1811
1813
1818
1831
1832
1834
1837
1861
1869
1870
1
12
3
12
4
3
1
7
8
7
11
1
7
6
5
8
6
1
6
6
2
11
9
7
3
3
6
4
4
2
10
11
10
6
2
4
6
7
12
10
2
12
7
9
12
9
3
2
4
10
6
10
3
25
20
13
30
1873
1875
1881
1885
1898
9
3
1
2
3
17
17
24
26
4
Ax
15 15 Veronese
12 30 Basso bresciano
Ferrara
Ferrara
ROCCA SAN CASCIANO
25 17
25 18
4
20 23
15 11
9
2
3
5
11
2
7 14
11 19
5 10
3
2
13
2
9 15
10 13
17 19
10 20
10
18 19
22 12
20 10
14 15
11 12
25
5
29 17
5
0
19 23
4
7
6
4
4 21
3
17
9
25
1
22
4
12
25
0
15 22
21
7
9 18
11 18
13
3
14 13
11 17
16
25 13
30 18
15
15
15
40
15
45
20
10
30
45
50
45
20
30
40
30
20
40
45
44
45
55
15
30
15
58
34
PISTOIA
Rimini
Bologna
FORLI’
Modenese
Parma
Ferrara
PREDAPPIO
Parmense
Garfagnana
Romagna meridionale
Appennino modenese
Bologna
Mugello
BORGO VAL DI TARO
Reggio Emilia
Ferrara
Appennino tosco-e.
FORLI’
Argenta
Appennino romagnolo
Modena-Reggio Emilia
Riminese
ROMAGNA
Asolano
Appennino tosco-e.
PARMA
Appennino romagnolo
Bolognese
Bolognese
Romagna
CAGLIESE
Romagna
Riminese
Emilia orientale
NOVELLARA
NOVELLARA
SASSUOLO
Romagna centrale
Parmense
Reggiano
Reggiano
Valle del Taro-Lunigiana
ALPI APUANE
FORLI’
Media valle del Reno
Romagna
LIGURIA ORIENTALE
23 51 Romagna sud-orientale
16 14 Bolognese
20 48 SCANDIANO
21
5 Valle del Parma
(Mw > 5.1)
Np
Imx
Io
MwM
55
18
5
2
3
4
1
1
6
5
1
6
10
6
14
20
31
46
8
13
60
18
6
18
79
8
92
39
82
28
10
45
13
9
96
157
46
91
27
28
33
21
12
26
25
98
112
60
10
18
41
9
9
7
7
. 7-8
8
. 7-8
.7-8
. 7-8
8
7
7
8
8
8
. 8-9
9
8
9
. 7-8
8
8
9
.6-7
. 8-9
10
7
8
9
10
8
7
9
7
.6-7
. 9-10
10
8
8
7
7
7
7
7
. 7-8
.7-8
. 7-8
9
10
7
.7-8
8
. 9-10
. 7-8
7
7
. 7-8
8
. 7-8
.7-8
. 7-8
7
7
7
. 7-8
8
8
8
9
8
9
. 7-8
7
. 7-8
9
.6-7
. 7-8
9
7
8
. 8-9
10
8
7
9
7
.6-7
. 9-10
10
8
8
7
7
6
.6-7
7
7
.7-8
. 7-8
9
9
.6-7
.7-8
8
6,49
5,84
5,14
5,14
5,55
5,57
5,35
5,35
5,35
5,14
5,14
5,14
5,45
5,57
5,55
5,68
5,98
5,57
5,94
5,25
5,14
5,46
5,80
5,19
5,47
6,09
5,25
5,61
5,78
6,48
5,43
5,14
5,87
5,24
5,13
5,94
6,42
5,58
5,62
5,61
5,19
5,29
5,25
5,27
5,28
5,54
5,53
5,83
5,81
5,1
5,42
5,58
67
144
38
78
313
.6-7
8
7
6
.7-8
.6-7

7
6
.7-8
5,43
5,93
5,16
5,19
5,41
5
Mwlns
Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani 2011 (CPTI11)
http://emidius.mi.ingv.it/CPTI11/
Estrazione da CPTI11 per Emilia-Romagna
Year
Mo Da Ho Mi
1909
1911
1914
1916
1916
1918
1919
1920
1929
1931
1935
1956
1967
1971
1
2
10
5
8
11
6
9
4
4
6
5
12
7
13
19
27
17
16
10
29
7
20
5
5
26
30
15
0
7
9
12
7
15
15
5
1
13
11
18
14
1
45
18
22
50
6
12
6
55
9
34
48
40
19
33
Ax
BASSA PADANA
Romagna meridionale
GARFAGNANA
Alto Adriatico
Alto Adriatico
Appennino romagnolo
Mugello
Garfagnana
Bolognese
Faentino
Faentino
Appennino romagnolo
BASSA PADANA
Parmense
(Mw > 5.1)
Np
Imx
Io
MwM
Mwlns
799
181
618
132
257
187
566
756
106
14
27
79
40
229
. 6-7
7
7
8
8
9
10
10
. 7-8
. 6-7
6
7
6
8
. 6-7
7
7


9
10
10
7
6
6
7
6
8
5,53
5,26
5,76
5,94
6,14
5,88
6,29
6,48
5,31
4,54
4,98
4,97
5,11
5,64
5,55
5,45
5,85
6,02
6,11
5,84
6,25
6,48
5,56
5,10
5,38
5,10
5,42
5,38
epicentro a mare

M L - M W*
De 28,1Km *
De 23,7Km *
Finestra temporale da anno
1900 a anno 2006
Record totali: 1640
De 25,5Km *
De 23,1Km *
De 5,8Km *
De  5,8Km *
De 26,7Km *
De 33,2Km
De 60,8Km
De   ,3Km
De 10,2Km
1983
1987
1996
2000
2000
2003
2003
11
5
10
5
6
1
9
9
2
15
10
18
26
14
16
20
9
16
7
19
21
29
44
56
52
42
57
42
Parmense
REGGIANO
Correggio
Appennino forlivese
Parmense
Forlivese
Appennino bolognese
850
802
135
151
300
35
133
2008 12
2012 1
2012 1
23 15 24 Parmense
25 8 6 Pianura padana emiliana
27 14 53 Frignano
2012
2012
20
29
5
5
2
7
3 Pianura padana emiliana
0 Pianura padana emiliana
* valori desunti da sito "Itaca"
eventi 2012 valori desunti da sito "INGV - lista ultimi terremoti"
7
6
7
. 5-6
. 5-6
. 6-7
7
. 6-7
6
7
. 5-6
. 5-6
6
6
7
.6-7
5,27
5.09
5,18
4,58
4,61
4,76
4,88
5,0 - 5,0*
4,6 - 4,7*
5,1 - 5,4*
4,4 - 4,8*
4,4*
4,3 - 4,7*
4,9 - 5,3*
5,1 - 5,4*
4,9
5,4
.7-8
.7
5.9 - 6.1
5.8 - 6.0
CLASSIFICAZIONE SISMICA ATTUALE
dal 2003-2006
2012
2009
2006
(725)
(2238)
(1650)
(3111)
CLASSIFICAZIONE 2003
(OPCM 3274, allegato 1, punto 3)
N.B. Sulla base di aggiornati «criteri» nazionali
restano pendenti esigenze di ulteriori
affinamenti della classificazione sismica, anche
se questa – avendo le NTC2008 sganciato le
azioni di progetto dalle zone sismiche – ha
ormai solo finalità amministrative e di indirizzo
(es. livello dei controlli, definizione di priorità).
Precedenti contraddittorie disposizioni
- I categoria
- II categoria
- III categoria
1920
http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11/
consultazione per terremoto
Year
Mo Da Ho Mi
1914
1920
10
9
27
7
Ax
9 22 GARFAGNANA
5 55 Garfagnana
Np
Imx
Io
MwM
Mwlns
618
756
7
10
7
10
5,76
6,48
5,85
6,48
Sintesi “storia amministrativa ” di Comuni in Emilia classificati sismici nel 1927
riclassificazione
declassificazione
COMUNE
prima
classific
Anno di
Categoria secondo
Categoria
la classificazione
secondo la
dopi il 1980
proposta del
(Decreti fino al
GdL del 1998
1984)
Zona sism ica
2003
EMILIA
CORNIGLIO
MONCHIO DELLE CORTI
NEVIANO DEGLI ARDUINI
PALANZANO
TIZZANO VAL PARMA
1927
1927
1927
1927
1927
1937
1937
1937
1937
1937
2003
1983
2003
1983
2003
N.C.
II
N.C.
II
N.C.
III
II
III
III
III
3
2
3
2
3
BUSANA
CASTELNOVO NE' MONTI
COLLAGNA
LIGONCHIO
RAMISETO
TOANO
VETTO
VILLA MINOZZO
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1937
1937
1937
1937
1937
1937
1937
1937
1983
1983
1983
1983
1983
1983
1983
1983
II
II
II
II
II
II
II
II
III
III
II
II
III
III
III
II
2
2
2
2
2
2
2
2
FANANO
FIUMALBO
FRASSINORO
LAMA MOCOGNO
MONTECRETO
MONTEFIORINO
PIEVEPELAGO
RIOLUNATO
SESTOLA
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1937
1937
1937
1937
1937
1937
1937
1937
1937
2003
2003
1983
2003
2003
2003
1983
2003
2003
N.C.
N.C.
II
N.C.
N.C.
N.C.
II
N.C.
N.C.
III
III
III
III
III
III
III
III
III
3
3
2
3
3
3
2
3
3
1917
Year
Mo Da Ho Mi
1916
1916
1917
1918
1919
5
8
4
11
6
17
16
26
10
29
Ax
12 50 Alto Adriatico
7
6 Alto Adriatico
9 35 Valtiberina
15 12 Appennino romagnolo
15
6 Mugello
Np
Imx
Io
MwM
Mwlns
132
257
134
187
566
8
8
. 9-10
9
10


. 9-10
9
10
5,94
6,14
5,91
5,88
6,29
6,02
6,11
5,73
5,84
6,25
epicentro a mare

1916 - 5
http://emidius.mi.ingv.it/DBMI11/
consultazione per terremoto
Sintesi “storia amministrativa ” di Comuni in Romagna classificati sismici nel 1927
riclassificazione
declassificazione
COMUNE
prima
classific
Anno di
Categoria secondo
Categoria
la classificazione
secondo la
dopo il 1980
proposta del
(Decreti fino al
GdL del 1998
1984)
Zona sism ica
2003
ROMAGNA
BRISIGHELLA
1927
II
II
2
BAGNO DI ROMAGNA
CIVITELLA DI ROMAGNA
GALEATA
MERCATO SARACENO
PREMILCUORE
ROCCA SAN CASCIANO
SANTA SOFIA
SARSINA
SOGLIANO AL RUBICONE
VERGHERETO
1927
1927
1927
1927 1938 1983
1927
1927
1927
1927 1938 1983
1927 1938 1983
1927
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
CATTOLICA
CORIANO
MISANO ADRIATICO
MONTEGRIDOLFO
MORCIANO DI ROMAGNA
RICCIONE
RIMINI
SALUDECIO
SAN CLEMENTE
SAN GIOVANNI IN MARIGNANO
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1938 1983
1938 1983
1938 1983
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
CASTELDELCI
NOVAFELTRIA
PENNABILLI
SANT'AGATA FELTRIA
1927
1927
1927
1927
1941
1941
1941
1941
II
II
II
II
II
II
II
II
2
2
2
2
1938 1983
1938 1983
1938 1983
1983
1983
1983
1983
L’immagine nazionale della classificazione nel 1975, con validità estesa fino al 19811984, è
quanto mai rappresentativa del coacervo di contraddizioni accumulate nell’ultimo periodo storico,
di fatto a partire dall’Unità d’Italia. Infatti, tale immagine riassume innanzitutto il metodo,
ascientifico e irrazionale, implicitamente adottato per gran parte del secolo scorso fino al 1980: i
Comuni in cui applicare le Norme tecniche antisismiche erano solo quelli delimitati in base alla
sismicità storica recente (a far capo dal 1908 – Messina/Reggio Calabria……poi: 1915 – Fucino,
1930 – Irpinia, …). Ma la stessa immagine evidenzia per di più che, non solo risultavano ignorati i
terremoti distruttivi – per quanto documentati – dei secoli precedenti fino al XIX, ma sono stati a
volte rimossi («macchie nere») anche terremoti distruttivi del XX secolo con gravi decisioni
amministrative assunte nel 1937, nel 1938 e nel 1941.
La rimozione dagli elenchi delle zone sismiche di numerosi comuni, inclusi precedentemente, con
motivazioni estranee a valutazioni di pericolosità sismica o di rischio, si è identificata in
particolare con la gravità di provvedimenti governativi assunti, tra il 1937 e il 1941, per aree
importanti di Toscana, Emilia-Romagna e Marche e – tra queste – ancor più per quelle aree
costiere delle province di Rimini e di Pesaro che poi sarebbero state oggetto di massicce
urbanizzazioni nel dopoguerra…..(vedi documento «Rimini-Pesaro: accanto alla ‘storia
sismica’ quale ‘storia amministrativa’?», scaricabile dal sito www.iav.it/ionontremo nella
pagina dedicata alla mostra).
Incredibile, ma vera, la completa dimenticanza/rimozione, solo dopo qualche decennio dalle
scosse distruttive (e fino alla riclassificazione del 1983!), della sequenza sismica del quinquennio
dal 1916 al 1920 (1916 – Riminese, 1917 – Val Tiberina, 1918 – Forlivese, 1919 – Mugello, 1920
– Garfagnana) che ha colpito aree importanti di quelle tre Regioni, con scosse principali di tutto
rispetto, con magnitudo in genere paragonabili a quelle delle scosse principali del 20 e 29
maggio 2012 in Emilia o addirittura paragonabili (nei casi del Mugello e della Garfagnana) alle
magnitudo delle scosse principali in Abruzzo del 6 aprile 2009 e in Friuli V.G. del 6 maggio 1976.
Perimetro di aree con pericolosità sismica non inferiore a quella dell’«area napoletana»
La proposta PFG-CNR (inizio 1981), di aggiungere e dichiarare sismiche almeno quelle aree che, quant’anche non ancora colpite da terremoti
disastrosi nel ventesimo secolo, non risultavano meno pericolose dei Comuni già classificati proprio in considerazione degli effetti prodotti da
tutti i terremoti distruttivi nell’arco storico documentato, sottolineava contestualmente anche l’esigenza di completare – soprattutto per l’Italia
centro-settentrionale – la definizione di modelli sismotettonici da utilizzare come integrazione e controllo dei risultati delle analisi storicostatistiche. Tale definizione di modelli sismotettonici, se fosse stata realizzata e recepita con tempestività, avrebbe probabilmente comportato
già negli anni ‘80 diverse indicazioni per ampi territori, tra cui quelli emiliani sia appenninici che di pianura, caratterizzati da parametri di
pericolosità sismica che, dedotti su base storico-statistica, presentavano valori solo di poco inferiori rispetto a quelli di soglia adottati per quella
stessa proposta di riclassificazione sismica.
Per di più ci furono – purtroppo – sostanziali controindicazioni nazionali, in quanto dopo il primo decreto interministeriale di riclassificazione
sismica (emanato nel giugno 1981) che introdusse anche la terza categoria (bassa sismicità) per 99 comuni, tra cui le città di Napoli e Salerno,
nelle regioni Campania, Basilicata e Puglia, gli altri successivi decreti interministeriali (emanati fino al 1984 per tutte le altre regioni) non
confermarono tale scelta, operando in tal modo una palese disomogeneità di criteri su scala nazionale per ampie aree (es. in Emilia) che,
proprio perché caratterizzate da pericolosità sismica non inferiore a quella dell’area napoletana, avrebbero potuto essere considerate già allora
per una eventuale classificazione in terza categoria.
La sequenza sismica dal 20 maggio al 20 luglio 2012
MW 6.1
MW 6.0
In due mesi dall’inizio dell’attività sismica sono stati registrati oltre 2.300 eventi dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV.
Di questi, circa 2.000 sono avvenuti nel primo mese, con 7 eventi di magnitudo non inferiore a 5.0 e 28 di magnitudo
compresa tra 4.0 e 5.0. Nel secondo mese gli eventi sono stati quasi 300 con magnitudo decisamente basse.
2 eventi con M > 5.9:
pari a 80,68% di E* [50,56% + 30,12%]
7 eventi con 4.9 < M < 5.9: pari a 15,41% di E*
26 eventi con 4.0 < M < 4.9: pari a 2,90% di E*
48 eventi con 3.5 < M < 4.0: pari a 0,56% di E*
119 eventi con 3.0 < M < 3.5: pari a 0,24% di E*
381 eventi con 2.5 < M < 3.0: pari a 0,15% di E*
731 eventi con 2.0 < M < 2.5: pari a 0,06% di E*
Ora
De
Data
Lat
Lon
Mag
Distretto Sismico
(UTC)
(Km)
19/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
21/05/2012
23/05/2012
25/05/2012
27/05/2012
29/05/2012
29/05/2012
29/05/2012
29/05/2012
29/05/2012
29/05/2012
29/05/2012
29/05/2012
29/05/2012
29/05/2012
29/05/2012
31/05/2012
31/05/2012
03/06/2012
06/06/2012
12/06/2012
23:13:27
02:03:52
02:06:30
02:07:31
02:11:46
02:12:42
02:21:53
02:25:05
02:35:37
02:39:10
03:02:50
09:13:21
13:18:02
13:21:06
17:37:14
16:37:31
21:41:18
13:14:05
18:18:45
07:00:03
07:07:21
07:09:54
08:25:51
08:27:23
08:40:58
09:30:21
10:55:57
11:00:02
11:00:25
11:07:05
14:58:21
19:04:04
19:20:43
04:08:31
01:48:36
44.898
44.89
44.886
44.863
44.84
44.82
44.892
44.871
44.88
44.89
44.86
44.879
44831
44.882
44.88
44.851
44.868
44.883
44.882
44.85
44.854
44.926
44.901
44.854
44.892
44.892
44.89
44873
44.879
44.876
44.88
44.89
44.9
44.434
44.88
11.258
11.23
11.189
11.37
11.37
11.22
11.155
11.348
11.55
11.26
11.1
11.241
11.49
11.383
11.38
11.348
11.251
11.108
11.158
11.09
10.992
11.036
10.943
11.106
10.962
11.053
11.01
10.95
10.947
11.076
10.867
10.98
10.94
12.354
10.888
6.2
6.3
7.7
5
7.8
20.4
5
10
10
5.2
10
3.1
4.7
2.4
3.2
10.4
4.8
10
4.7
10.2
10
10.4
3.2
10
5.3
1.2
6.8
11
5.4
15
5.8
8.7
9.2
25.6
10.8
Ml:4.1
Ml:5.9
Ml:4.8
Ml:5.1
Ml:4.3
Ml:4.3
Ml:4.1
Ml:4
Ml:4
Ml:4
Ml:4.9
Ml:4.2
Ml:5.1
Ml:4.1
Ml:4.5
Ml:4.1
Ml:4.3
Ml:4
Ml:4
Ml:5.8
Ml:4
Ml:4.1
Ml:4.5
Ml:4.7
Ml:4.2
Ml:4.2
Ml:5.3
Ml:4.9
Ml:5.2
Ml:4
Ml:4
Ml:4.2
Ml:5.1
Ml:4.5
Ml:4.3
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_lombarda
Pianura_padana_lombarda
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
Pianura_padana_emiliana
BILANCIO ENERGETICO
log E = 11,8 + 1,5*M
1314 eventi dal 18-5-2012 (19:40:18) al 20-6-2012 (01:33:32)
MW*
6,31
Ml o MW
4,1
6,11
4,8
5,1
4,3
4,3
4,1
4,0
4,0
4,0
5,05
4,2
5,18
4,1
4,52
4,1
4,3
4,0
4,0
5,96
4,0
4,1
4,69
4,7
4,2
4,2
5,53
4,9
5,2
4,0
4,0
4,2
4,89
4,5
4,3
21,261
1,82E+21 E*
(*: equivalente )
log E
E (erg)
%
S%
17,95
20,965
19
19,45
18,25
18,25
17,95
17,8
17,8
17,8
19,375
18,1
19,57
17,95
18,58
17,95
18,25
17,8
17,8
20,74
17,8
17,95
18,835
18,85
18,1
18,1
20,095
19,15
19,6
17,8
17,8
18,1
19,135
18,55
18,25
8,91251E+17
9,22571E+20
1E+19
2,81838E+19
1,77828E+18
1,77828E+18
8,91251E+17
6,30957E+17
6,30957E+17
6,30957E+17
2,37137E+19
1,25893E+18
3,71535E+19
8,91251E+17
3,80189E+18
8,91251E+17
1,77828E+18
6,30957E+17
6,30957E+17
5,49541E+20
6,30957E+17
8,91251E+17
6,83912E+18
7,07946E+18
1,25893E+18
1,25893E+18
1,24451E+20
1,41254E+19
3,98107E+19
6,30957E+17
6,30957E+17
1,25893E+18
1,36458E+19
3,54813E+18
1,77828E+18
0,05
50,56
0,55
1,54
0,10
0,10
0,05
0,03
0,03
0,03
1,30
0,07
2,04
0,05
0,21
0,05
0,10
0,03
0,03
30,12
0,03
0,05
0,37
0,39
0,07
0,07
6,82
0,77
2,18
0,03
0,03
0,07
0,75
0,19
0,10
0,05
50,61
51,16
52,71
52,80
52,90
52,95
52,98
53,02
53,05
54,35
54,42
56,46
56,51
56,72
56,76
56,86
56,90
56,93
87,05
87,09
87,13
87,51
87,90
87,97
88,04
94,86
95,63
97,81
97,85
97,88
97,95
98,70
98,89
98,99
DOCUMENTO DIDATTICO condiviso il 4 maggio 2011 dal CTS della Regione Emilia-Romagna
TAVOLA VIBRANTE …
…per una iniziale informazione didattica
http://itaca.mi.ingv.it/ItacaNet/
Durante il processo di fratturazione
vengono emesse le onde sismiche
(filmato di 30 secondi)
Le onde P (o Primarie)
sono le più veloci.
Le onde S (o Secondarie)
non si propagano nei fluidi
P ed S sono dette
onde di volume perché
Le onde
si propagano all’interno della Terra
Le onde
di Rayleigh e le
onde di Love sono invece
onde superficiali, che si
propagano cioé solo lungo
la superficie terrestre
FORZE DI INERZIA
(filmato di 27 secondi)
1985
Prof. D. Benedetti
da:
Riparare Rafforzare Prevenire
Regione Umbria 1985
LA STANZA SISMICA
(filmato di 6 minuti)
da:
Terremoti d’Italia
Mostra itinerante DPC 2007-2008
2007
Moto ondulatorio
Le onde sismiche generate dal
terremoto provocano l’oscillazione
dell’edificio e in tale moto alternato
la struttura subisce forze di inerzia
proporzionali alle masse e quindi ai
pesi dell’edificio.
Il moto è regolato dalla rigidezza e
dalla massa dell’edificio
Come per la «tavola vibrante didattica»,
anche se limitatamente all’applicazione di moti armonici elementari.
(filmato di 56 secondi)
Nella realtà il moto del terreno avviene in tutte le direzioni,
verticale (moto sussultorio) e orizzontali (moto ondulatorio)…. ...
……ma le conseguenze del moto verticale sulle costruzioni sono
normalmente secondarie.
.. non
sempre .. tanto più in area epicentrale
es. Emilia 20 e 29-5-2012
Abruzzo 6-4-2009
Lo scuotimento può variare notevolmente anche a piccole distanze,
perché dipende molto dalle condizioni locali del territorio, in
particolare dal tipo di terreni e dalla forma del paesaggio (valli,
montagne, etc.), dunque – a parità di vulnerabilità delle costruzioni –
anche gli effetti spesso sono assai diversi.
In genere, lo scuotimento degli edifici è minore sui terreni rigidi (roccia)
e si incrementa dove i terreni sono soffici,
[CATEGORIE DI SOTTOSUOLO]
anche con possibilità di fenomeni quale la liquefazione.
Lo scuotimento si incrementa anche sulla cima di rilievi e lungo i bordi
delle scarpate e dei versanti ripidi
[CONDIZIONI TOPOGRAFICHE]
Come reagiranno al terremoto 3 edifici, costruiti nello
stesso modo, ma su tre diversi tipi di terreno?
Durante un terremoto i danni sono determinati da due variabili:
1) intensità dello scuotimento (movimento percepito, non magnitudo)
2) tecnica costruttiva
Le onde caratterizzate da bassa frequenza/elevata ampiezza possono essere le più
distruttive in bacini sedimentari non consolidati
Effetti di sito
(filmato di 84 secondi)
1. Roccia di base solida
2. Sedimento
scarsamente
consolidato
Alta frequenza/bassa ampiezza
3.Sabbie e limi
saturi di
acqua
Bassa frequenza/elevata ampiezza
Da: Glossario ITACA
EC8 site class [CATEGORIE DI SOTTOSUOLO]
La classificazione sismica di un sito viene effettuata sulla base delle
caratteristiche del profilo stratigrafico del suolo di fondazione e delle sue
proprietà meccaniche.
Le classi di sito vengono definite dall’Eurocodice 8 come segue:
• Classe A: roccia o altra formazione geologica assimilabile, inclusi 5 m (al
massimo) di materiale alterato alla superficie. Vs,30 > 800 m/s (vedi Vs,30).
• Classe B: sabbie, ghiaie molto addensate, o argille molto consistenti, in depositi
profondi almeno diverse decine di m, caratterizzati da aumento graduale delle
proprietà meccaniche con la profondità. 360 m/s < Vs,30 < 800 m/s.
• Classe C: sabbie, ghiaie mediamente addensate o addensate, o argille
consistenti, in depositi di profondità compresa tra varie decine e centinaia di m.
180 m/s < Vs,30 < 360 m/s.
• Classe D: depositi di terreni non coesivi da sciolti a mediamente addensati (con
o senza strati coesivi intercalati), o di materiali coesivi prevalentemente di
media consistenza. Vs,30 < 180 m/s.
• Classe E: profilo consistente in uno strato alluvionale superficiale con valori
di Vs di tipo C o D e spessore compreso tra circa 5 m e 20 m, giacente su
materiale con Vs,30 > 800 m/s.
- ………….
(filmato di 42 secondi)
Affinché si verifichi la liquefazione occorrono 3 fattori:
1) sedimenti granulari sciolti
2) sedimenti saturi d’acqua
3) scuotimento intenso
Perché è successo tutto questo?
Le onde sismiche provocano un
incremento della pressione
dell’acqua nel sedimento.
Nella lente di sabbia i granuli
improvvisamente si addensano
con un crollo della resistenza
locale. Il sedimento assume un
comportamento simile a quello di
un liquido (liquefazione delle
sabbie).
Fotografia dal terremoto di San Francisco del 1906.
L’area poggia su depositi palustri che furono coperti
da materiali di riempimento artificiali nella seconda
metà del 1800.
LIQUEFAZIONE
IN CAMPO LIBERO
Fotografia reale di vulcanetti
di sabbia dal terremoto di
Loma Prieta (California) del
1989
De
(Km)
Mag
MW
02/05/1987 20:43:55 44.794 10.678 23.7 Ml:4.6 4.7
08/05/1987 11:10:27 44.861 11.197 23.7
4.6
stazione R.A.N.
44.843 10.732
15/10/1996 09:56:01 44.763 10.605 25.5 Ml:5.1 5.4
20/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
20/05/2012
29/05/2012
29/05/2012
29/05/2012
29/05/2012
29/05/2012
29/05/2012
03/06/2012
06/06/2012
02:03:52
02:06:30
02:07:31
03:02:50
13:18:02
17:37:14
07:00:03
08:25:51
08:27:23
10:55:57
11:00:02
11:00:25
19:20:43
04:08:31
44.878
44.89
44.886
44.863
44.86
44831
44.88
44.85
44.901
44.854
44.89
44873
44.879
44.9
44.434
11.062
11.23
11.189
11.37
11.1
11.49
11.38
11.09
10.943
11.106
11.01
10.95
10.947
10.94
12.354
stazione R.A.N.
6.3 Ml:5.9 6,11
7.7 Ml:4.8
5 Ml:5.1
10 Ml:4.9 5,05
4.7 Ml:5.1 5,18
3.2 Ml:4.5 4,52
10.2 Ml:5.8 5,96
3.2 Ml:4.5 4,69
10 Ml:4.7
6.8 Ml:5.3 5,53
11 Ml:4.9
5.4 Ml:5.2
9.2 Ml:5.1 4,89
25.6 Ml:4.5
stazione R.A.N.
42.377 13.344
06/04/2009 01:32:40 42.340 13.380 8.3 Ml:5.9 6.3
Distanze da epicentri di eventi recenti diversi
come registrati dalle stazioni
R epi. (Km)
NVL, MRN e AQV della R.A.N.
(Rete Accelerometrica Nazionale)
6,8
C NVL (Novellara) [V S30 190 m/s]
13,3
San Carlo
Lon
Finale E.
Lat
S.Felice SP
Ora
(UTC)
EC 8
Data
9
9
17
4,0
4
16
25
4,0
12
23
33
C* MRL (Mirandola)
13,4
B AQV (L'Aquila-Aterno-CV) [V S30 474 m/s]
5,1
CRISI SISMICA 2012 IN EMILIA
scossa principale del 20 maggio
registrazione delle tre componenti a
MIRANDOLA , a 13,4 km dall’epicentro
3
300
400
m/s2
2
200
1
100
00
-100
-1 29
-200
31
33
35
37
39
41
43
45
47
49
-2
-300
-400
-3
Long.
ML
MW
Depth
[km]
Pianura
20/05/2012 02:03
44.890 11.230
MO - FE
5.9
6.1
6,3
Event
2012
Event
name
Station
EC8
MRN(Mirandola)
C*
Lat.
UP
WE
PGA
R epi. NS
[km] [m/s2] [m/s2] [m/s2] [m/s2]
13,4 2,58
3,03
2,55
3,03
ML - magnitudo locale
MW - magnitudo momento
Depth - profondità ipocentrale
EC8 – categoria di sottosuolo
R epi. – distanza dall’epicentro
NS-UP-WE (PGA) – valori
massimi (picchi) registrati per le
tre componenti in accelerazione
9
Long.
ML
MW
Depth
[km]
Pianura
44.890 11.230
MO - FE
5.9
6.1
6,3
UP
WE
PGA
Station
EC8
MRN(Mirandola)
C*
Lat.
NS
R epi.
[km] [cm/s2] [cm/s2] [cm/s2] [cm/s2]
13,4
258
303
255
303
Confronto
ACCELERO
GRAMMI
20/05/2012 02:03
Event
name
Event
name
Event 1996
15/10/1996 09:56
Long.
ML
MW
Depth
[km]
Pianura
44.763 10.605
RE - MO
5.1
5.4
25,5
02/05/1987 20:44
Station
EC8
NVL (Novellara)
300
C
Lat.
44.794 10.678 4.6
4.7
23,7
NS
UP
WE
PGA
R epi.
[km] [cm/s2] [cm/s2] [cm/s2] [cm/s2]
13,3
130
90
195
195
6,8
75
17
52
75
200
UP
cm/sec2
100
0
31
33
35
37
39
41
43
45
47
49
0
-100
…non sempre…
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
18
20
conseguenze «sussultorie»…
…normalmente secondarie
-200
-300
300
200
100
cm/sec2
9
2012
NS
0
31
33
35
37
39
41
43
45
47
49
0
2
4
6
8
10
12
14
16
-100
-200
-300
300
200
100
cm/sec2
9
Event
EW
0
31
33
35
37
39
41
43
45
47
49
-100
-200
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
cm/sec2
componenti UP
Event
400
300
1996
15/10/1996 09:56
Station
Event
name
Long.
ML
MW
Depth
[km]
Pianura
44.763 10.605
RE - MO
5.1
5.4
25,5
EC8
NVL (Novellara)
C
Lat.
UP
WE
PGA
R epi. NS
2
2
2
[km] [cm/s ] [cm/s ] [cm/s ] [cm/s2]
13,3
130
90
195
195
200
cm/sec2
100
0
100
29
31
33
35
37
39
41
Event
2012
20/05/2012 02:03
43
Event
name
45
47
49
Long.
ML
MW
Depth
[km]
Pianura
44.890 11.230
MO - FE
5.9
6.1
6,3
Lat.
200
300
Station
EC8
MRN(Mirandola)
C*
UP
WE
PGA
R epi. NS
2
2
2
[km] [cm/s ] [cm/s ] [cm/s ] [cm/s2]
13,4
258
303
255
303
10
CRISI SISMICA 2012 IN EMILIA
scossa principale del 29 maggio
8
6
registrazione delle tre componenti a
MIRANDOLA, a 4,0 km dall’epicentro
4
m/s2
2
0
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
-2
-4
Sono impressionanti i valori della componente
verticale UP (in arancione nella figura)
-6
-8
-10
Event 2012
29/05/2012 07:00
Event
name
Long.
ML
MW
Depth
[km]
Pianura
44.850 11.090
MO - FE
5.8
6.0
10,2
Station
EC8
MRN(Mirandola)
C*
Lat.
UP
WE
PGA
R epi. NS
[km] [m/s2] [m/s2] [m/s2] [m/s2]
4,0
2,90
9,00
2,20
9,00
Emilia 2012
Se le travi sono semplicemente appoggiate sulle colonne e
trattenute dal semplice attrito, in presenza di forti accelerazioni
verticali le travi tendono a sollevarsi. Se nello stesso tempo le
strutture di appoggio oscillano in direzione orizzontale può venir
meno la condizione di appoggio e ne segue il crollo della trave.
Long.
ML
MW
Depth
[km]
29/05/2012 07:00
Pianura
44.850 11.090
MO - FE
5.8
6.0
10,2
Lat.
29/05/2012 10:56
Station
EC8
MRN(Mirandola)
C*
Event
name
Confronto Event 2012
ACCELERO
GRAMMI
Event
name
Event 2012
44.890 11.010 5.3
5.5
13,3
NS
UP
WE
PGA
R epi.
[km] [m/s2] [m/s2] [m/s2] [m/s2]
4,0
2,90
9,00
2,20
9,00
4,0
1,98
1,25
1,31
1,98
10
20/05/2012 02:03
Long.
ML
MW
Depth
[km]
Pianura
44.890 11.230
MO - FE
5.9
6.1
6,3
Station
EC8
MRN(Mirandola)
C*
Lat.
UP
WE
PGA
R epi. NS
2
2
2
[km] [m/s ] [m/s ] [m/s ] [m/s2]
13,4 2,58
3,03
2,55
3,03
8
6
UP
4
m/sec2
2
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
29
31
33
35
37
39
41
43
45
47
49
-2
-4
-6
-8
-10
3
2
NS
m/sec2
1
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
29
31
33
35
37
39
41
43
45
47
49
47
49
-1
-2
-3
3
2
EW
m/sec2
1
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
29
-1
-2
31
33
35
37
39
41
43
45
20/05/2012 02:03
Event
name
Long.
ML
MW
Depth
[km]
Pianura
44.890 11.230
MO - FE
5.9
6.1
6,3
Station
EC8
MRN(Mirandola)
C*
Lat.
UP
WE
PGA
R epi. NS
2
2
2
[km] [m/s ] [m/s ] [m/s ] [m/s2]
13,4 2,58
3,03
2,55
3,03
m/sec2
componenti UP
m/sec2
Event 2012
Event 2012
29/05/2012 07:00
Event
name
Long.
ML
MW
Depth
[km]
Pianura
44.850 11.090
MO - FE
5.8
6.0
10,2
Station
EC8
MRN(Mirandola)
C*
Lat.
UP
WE
PGA
R epi. NS
2
2
2
[km] [m/s ] [m/s ] [m/s ] [m/s2]
4,0
2,90
9,00
2,20
9,00
http://itaca.mi.ingv.it/ItacaNet/
8.3
ML 5.9 – MW 6.3
Io = IX MCS
Stazione EC8
ANT
AQA
AQG
AQK
AQV
ASS
AVL
AVZ
BBN
BDT
BNE
BOJ
CAN
CDS
CER
CHT
CLN
CMB
CMR
CNM
PGA
Repi.
[Km] [cm/s2 ]
UP
[cm/s ]
PGV
[cm/s]
PGD
​[cm]
2
A*
26,3
26,0
11,5
2,5
0,45
B
5,2
435,4
435,4
31,9
5,43
B
5,1
479,3
234,6
35,8
6,00
B
1,8
355,5
355,5
35,8
11,64
B
5,1
644,2
486,7
42,7
6,79
A*
103,5
6,0
0,4
0,20
B*
196,3
1,3
0,4
0,38
C
34,9
67,7
11,3
3,96
201,4
1,0
0,2
0,14
A*
180,3
2,0
0,4
0,26
B*
178,3
2,0
0,7
0,40
C
131,3
14,2
3,3
1,04
B*
215,2
1,9
0,4
0,21
A*
86,3
10,0
1,7
0,98
B*
242,1
1,8
0,5
0,25
B
63,3
29,4
7,9
3,54
A*
30,6
88,5
6,6
2,88
B*
136,3
2,9
1,3
0,62
A*
123,7
5,3
0,8
0,75
A*
163,9
1,9
0,8
0,61
26,1
43,9
WE component
In ognuna delle stazioni più prossime all’epicentro il valore dell’accelerazione di picco
della componente verticale del moto è quasi sempre paragonabile a quelli delle
accelerazioni massime registrate nelle due direzioni orizzontali. In particolare alle
stazioni AQA (Valle Aterno, F. Aterno) e AQK (Aquil Park, in città) le accelerazioni
massime (rispettivamente 0.44g e 0.36g) sono state registrate proprio in direzione
verticale, durante la prima fase (sussultoria) dello scuotimento, immediatamente prima
dell’inizio del moto ondulatorio significativo del suolo. Alla stazione AQV (Valle Aterno,
centro Valle) l’accelerazione massima verticale (0.50g) è comparabile con quelle
orizzontali (rispettivamente 0.55g in direzione NS e 0.66g in direzione EW). Solo alla
stazione AQG (Valle Aterno, Colle Grilli), invece, il picco della componente verticale
(0.24g) risulta pari a circa la metà della massima accelerazione orizzontale (0.49g); è da
osservare però che tale picco si verifica proprio durante la fase più intensa del moto
orizzontale.
Si evince altresì che il moto ondulatorio parte in maniera intensa subito dopo l’inizio del
forte moto sussultorio (con un ritardo di appena 1 secondo circa), quando le
accelerazioni verticali sono ancora significative (finanche dell’ordine di 0.2÷0.3g).
Sulla base delle due osservazioni su esposte (intensità della componente
verticale del moto e breve ritardo temporale tra le componenti del moto), si
evince in definitiva una sostanziale sovrapposizione del moto sussultorio e
del moto ondulatorio, che ha dato luogo, purtroppo, ad uno scuotimento
intenso contemporaneamente in tutte le direzioni.
Alcuni modelli
predisposti dall’I.I.S.
«Aldini Valeriani –
Sirani» di Bologna
m
Oscillatori semplici a un grado di libertà,
caratterizzati dagli unici parametri:
m – massa del solaio (o impalcato)
k – rigidezza alla traslazione dei/l pilastri/o
L’oscillatore ha un suo modo naturale di vibrare detto anche
modo proprio. Una oscillazione intera (andata e ritorno) si
compie in un tempo T1 chiamato periodo (s). L’inverso del
periodo f1 si chiama frequenza (Hz).
La frequenza di oscillazione aumenta quando aumenta la
rigidezza del sistema e diminuisce quando aumenta la massa
Definita ω1 = 2f1 = 2 / T1 (rad/s) –
pulsazione o frequenza circolare,
dall’equazione di equilibrio dinamico
dell’oscillatore semplice si evidenzia
ω1 = √(k/m)
T1 = 2 √(m/k)
f1 = √(k/m) / 2
k
m – massa concentrata,
k – rigidezza delle colonne
f1 = √(k/m) / 2
C
A
Configurazione
strutturale regolare
(1 G.d.L.)
B
Esperienza n. 1
Identificazione sperimentale
del periodo proprio T1 di un
oscillatore semplice ……
SPOSTAMENTO
T1
2
1
TEMPO
sec
T1
T1
1
: periodo (s)
f1 = 1/T1 : frequenza (Hz)
T1
1
Identificazione sperimentale
di f1 (e quindi di T1)
……….con moti sinusoidali
imposti alla base dei modelli
mediante tavola vibrante
Configurazioni strutturali regolari (1 G.d.L.)
OSCILLATORI SEMPLICI
Sezione colonna 18mm x 2mm
Altezza colonna 384 mm
Impalcato 279g; colonne 66g;
Sezione colonna 13mm x 3mm
Altezza colonna 425 mm
Altezza colonna 282 mm
Impalcato 348.5g; colonne 108.1g;
mB
mA
Sezione colonna 13mm x 3mm
Impalcato 348.5g; colonne 73g
T1 = 1/f1
f1 = √(k/m) / 2
mC
kA
A
T1A = 1s; f1A = 1Hz
kB
B
T1B = 0.5s; f1B= 2Hz
Massa aggiuntiva di 144g per l’impalcato del sistema C
kC
C
T1C = 0.28s; f1C = 3.6Hz
T1C = 0.32s; f1C = 3.1Hz
Rapporti approssimativi tra le RIGIDEZZE flessionali delle colonne kB/kA ~ 5 kC/kA ~ 16
Configurazioni strutturali regolari (1 G.d.L.)
Analogamente … sempre per…
mF = (158+56)g
f1 = √(k/m) / 2
f1 (Hz)
T1 (s)
F
E
D
kE
F kF
Rapporti approssimativi
tra le RIGIDEZZE
flessionali delle colonne
kD/kE ~ 2,7
3,55
2,10
1,17
0,28
0,48
0,86
T1=0,86 s [f1=1,17 Hz]
0,48 [2,10]
0,28 [3,55]
E
45 cm
T1 = 1/f1 D kD
32 cm
mD = (158+28)g
64 cm
mE = (158+38)g
kD/kF ~ 8
Tre moti sinusoidali con identica ampiezza e periodi corrispondenti
ai periodi propri dei tre oscillatori semplici [RISONANZA]
Accelerogramma di El Centro 1940, M 6.6. Componente N-S (a)
Risposta in termini di accelerazione per un oscillatore con periodo Tn = 0.5 s (b)
0.4
accelerogramma
(a)
0
-0.4
ag,max = 0.319g
30 s
(b)
30 s
Risposta dell’oscillatore semplice
di periodo Tn = 0.5 secondi
Accelerogramma di El Centro 1940, M 6.6. Componente N-S (a)
Risposta in termini di accelerazione per un oscillatore con periodo Tn = 1.0 s (b)
0.4
accelerogramma
(a)
0
-0.4
ag,max = 0.319g
30 s
(b)
30 s
Risposta dell’oscillatore semplice
di periodo Tn = 1 secondo
Accelerogramma di El Centro 1940, M 6.6. Componente N-S (a)
Risposta in termini di accelerazione per un oscillatore con periodo Tn = 2.0 s (b)
0.4
accelerogramma
(a)
0
-0.4
ag,max = 0.319g
30 s
(b)
30 s
Risposta dell’oscillatore semplice
di periodo Tn = 2 secondi
Date 2009-04-06
01:32:39 UTC
Event name L'Aquila Mainshock
ACCELEROGRAMMA: grafico della
accelerazione rispetto al tempo in un definito
punto, in questo caso della superficie del
suolo, nel quale è installato un accelerometro.
Stazione
Depth [km] 8.3
AQV
ML 5.9
EC8 B R epi. [km]
Mw 6.3
Io
IX MCS
5.1 WE
[L’accelerometro può essere installato anche in un punto di
qualsiasi costruzione in esame, ad una certa quota e
posizione in pianta, ma l’accelerogrammi avrà forma
diversa in funzione della «risposta della struttura»]
Un qualsiasi ACCELEROGRAMMA, che evidenzia in genere
una variazione (dell’accelerazione nel tempo) brusca e
apparentemente casuale, può essere ottenuto come
somma di moltissimi moti armonici elementari con periodi
e ampiezze diverse.
È logico pertanto che strutture
con un periodo proprio T1
risultino particolarmente
sensibili alla componente
armonica di periodo uguale o
molto vicino a T1
Da GLOSSARIO
(sito IT.AC.A.)
Esempio di costruzione dello spettro di risposta in
accelerazione assoluta per l’accelerogramma di
Gemona (comp. EW) registrato durante il
terremoto del Friuli del 15/09/1976 ore 3.15
Lo spettro di risposta fornisce l’ampiezza massima della risposta (in
spostamento relativo, velocità relativa o accelerazione assoluta) di un
(qualsiasi) oscillatore armonico ad 1 grado di libertà (gdl) soggetto a un
accelerogramma assegnato in funzione del periodo strutturale Tn e del fattore
di smorzamento  (solitamente si adotta il valore standard pari a 5% dello
smorzamento critico, normalmente applicabile alle strutture).
Se (g)
Accelerazioni massime sviluppate da alcuni edifici campione in occasione dei
terremoti di Correggio1996, L’Aquila 2009, Emilia 20/05/12 ed Emilia 29/05/12
1,40
1,20
1,00
0,80
0,60
0,40
0,20
0,00
0
0,2
0,4
0,6
Novellara 1996
0,8
L'Aquila
Emilia 20/5/12
1
Emilia 29/5/12
1,2
1,4
1,6
T1
(s)
Con maggiori dettagli numerici
1,40
1,20
1,00
0,80
0,60
0,40
0,20
0,00
0
0,2
0,4
Novellara 1996
RAN-stazione EC8
NVL
C
15/10/1996
C*
20/05/2012
MNR
C*
29/05/2012
AQV
06/04/2009
01:32:39
B
8,3
L'Aquila
Emilia 20/5/12
1,2
1,4
1,6
Emilia 29/5/12
0
0,15
0,3
0,8
1
1,5
3
0,092
0,199
0,133
0,233
0,385
0,265
0,084
0,268
0,300
0,008
0,151
0,131
0,005
0,112
0,087
0,002
0,055
0,051
0,001
0,014
0,009
13,4
UP
E
N
0,306
0,265
0,265
0,263
0,669
0,572
0,197
0,848
0,739
0,127
0,366
0,580
0,043
0,279
0,557
0,032
0,220
0,364
0,013
0,049
0,076
4,0
UP
E
N
0,917
0,224
0,296
1,356
0,721
0,597
0,369
0,507
0,708
0,104
0,229
0,370
0,090
0,171
0,376
0,052
0,198
0,421
0,030
0,081
0,151
5,1
UP
E
N
0,496
0,656
0,545
0,494
1,288
0,494
0,370
0,846
1,316
0,124
0,661
0,435
0,168
0,473
0,315
0,076
0,195
0,139
0,019
0,058
0,028
10,2
07:00:03
1
UP
E
N
6,3
02:03:52
0,8
13,3
25,5
09:56:01
MNR
De R epi. SA/g
0,6
T1
T1
Con maggiori dettagli numerici
e con dati di altra stazione
accelerometrica a L’Aquila
1,2
1
0,8
0,6
0,4
0,2
0
0
0,2
0,4
Novellara 1996
RAN-stazione EC8
NVL
C
15/10/1996
C*
20/05/2012
MNR
C*
29/05/2012
AQK
06/04/2009
01:32:39
B
8,3
Emilia 20/5/12
1,2
1,4
1,6
Emilia 29/5/12
0
0,15
0,3
0,8
1
1,5
3
0,092
0,199
0,133
0,233
0,385
0,265
0,084
0,268
0,300
0,008
0,151
0,131
0,005
0,112
0,087
0,002
0,055
0,051
0,001
0,014
0,009
13,4
Z
E
N
0,306
0,265
0,265
0,263
0,669
0,572
0,197
0,848
0,739
0,127
0,366
0,580
0,043
0,279
0,557
0,032
0,220
0,364
0,013
0,049
0,076
4,0
Z
E
N
0,917
0,224
0,296
1,356
0,721
0,597
0,369
0,507
0,708
0,104
0,229
0,370
0,090
0,171
0,376
0,052
0,198
0,421
0,030
0,081
0,151
1,8
Z
E
N
0,362
0,330
0,354
0,798
1,028
0,846
0,421
0,607
0,634
0,331
0,363
0,473
0,431
0,412
0,357
0,085
0,340
0,351
0,042
0,062
0,089
10,2
07:00:03
1
Z
E
N
6,3
02:03:52
L'Aquila
0,8
13,3
25,5
09:56:01
MNR
De R epi. SA/g
0,6
T1
T1
cm/sec2
Terremoto di Correggio (RE)
15 ottobre 1996
ML 5.1 MW 5.4 Depth [km] 25,5
1000
Spettri di risposta reali, per le tre componenti
800
di accelerogrammi registrati nella stazione NVL
(Novellara) EC8 C R epi. [km] 13,3
600
EW
400
NS
UP
200
0
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
sec
m/sec2
CRISI SISMICA 2012 IN EMILIA
scossa principale del 20 maggio
ML 5.9 MW 6.1 Depth [km] 6,3
14
12
Spettri di risposta reali, per le tre componenti
di accelerogrammi registrati nella stazione MRN
(Mirandola) EC8 C* R epi. [km] 13,4
10
8
EW
NS
6
UP
4
2
0
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
sec
m/sec2
CRISI SISMICA 2012 IN EMILIA
scossa principale del 29 maggio
ML 5.8 MW 6.0 Depth [km] 10,2
40
35
Spettri di risposta reali, per le tre componenti
di accelerogrammi registrati nella stazione MRN
(Mirandola) EC8 C* R epi. [km] 4,0
30
25
20
EW
15
NS
UP
10
5
0
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
sec
CRISI SISMICA 2009 IN ABRUZZO
scossa principale del 6 aprile
ML 5.9 MW 6.3 Depth [km] 8,3
25
20
Spettri di risposta reali, per le tre componenti
di accelerogrammi registrati nella stazione AQV
(L’Aquila -V.Aterno -Centro Valle) EC8 B R epi. [km] 5,1
Sa [m/s2]
15
ns
10
ew
up
5
0
0
0,5
1
1,5
periodo proprio [s]
2
2,5
3
40
Confronto fra le componenti verticali
degli spettri di risposta reali corrispondenti agli
accelerogrammi registrati per le scosse
principali del 2009 (Abruzzo) e del 2012 (Emilia)
nelle due stazioni R.A.N.
AQV (06-04-2009 01:32:39 UTC) e
MRN (20-05-2012 02:03:52 UTC / 29-05-2012 07:00:03 UTC)
35
Componenti UP
30
m/s2
25
20
15
AQV up
20 maggio up
10
29 maggio up
5
0
0
0,5
1
1,5
s
2
2,5
3
Se (g)
Le NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI (es.
le NTC 2008) definiscono - in modo
convenzionale - lo spettro di risposta
elastico in accelerazione riferito a uno
smorzamento del 5% e a tutta la
gamma di possibili valori, compresi tra
0 e 4 secondi, dei periodi propri del
primo modo (T1) delle strutture reali.
Una formula empirica per strutture intelaiate
(calcolo del periodo proprio del 1° modo o
periodo fondamentale di vibrazione):
m – massa variabile, k – rigidezza costante
T1 = 0,1 x H / √ B =
0,1 x 90 : 4 = 2,25 s
Es.: Grattacielo di Rimini
m – massa costante, k – rigidezza variabile
altezza (n. 29 piani): H  90 m
dimensione minore in pianta: B  16 m
Spettri di risposta elastici (NTC08)
Comune di Novellara (RE)
Se [g] Ordinate spettrali in accelerazione
rapportate alla accelerazione di gravità
1
(N-S e E-W)
0,8
sottosuolo categoria C
TR=475
0,6
TR=975
TR: ipotizzati tempi di ritorno in anni
TR=2475
0,4
0,2
0
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
1,4
1,6
1,8
T [s]
2
cm/sec2
Raffronto con spettri reali corrispondenti
agli accelerogrammi, delle componenti
orizzontali NS ed EW, registrati dalla stazione
R.A.N. di Novellara (NVL -EC8 C)
1000
900
R epi. 13,25 km per la scossa
principale del 15 ottobre 1996
ML 5.1 – MW 5.4 Depth 25,5 km
800
EW
700
NS
600
T=475
T=975
500
T=2475
400
300
200
100
0
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
1,4
1,6
1,8
2
N.B. Per la componente verticale (UP)
le NTC2008 definiscono spettri elastici
indipendenti dalle tipologie di sito.
Spettri elastici (NTC2008)
Comune di Mirandola (MO)
(UP)
Se [g] Ordinate spettrali in accelerazione
rapportate alla accelerazione di gravità
(NS e EW)
1,2
sottosuolo categoria C
1
TR=475
TR=975
TR: ipotizzati tempi di ritorno in anni
TR=2475
0,8
0,6
0,4
0,2
T [s]
0
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
m/sec2
Raffronto con spettri reali corrispondenti
agli accelerogrammi, delle componenti
orizzontali NS ed EW, registrati dalla stazione
R.A.N. di Mirandola (MRN -EC8 C*)
12
R epi. 13,4 km per la scossa
principale del 20 maggio 2012
ML 5.9 – MW 6.1 Depth 6,3 km
10
8
T=475
T=975
T=2475
EW
6
NS
4
2
0
0
0,5
1
1,5
2
2,5
3
m/sec2
Raffronto con spettri reali corrispondenti
agli accelerogrammi, delle componenti
orizzontali NS ed EW, registrati dalla stazione
R.A.N. di Mirandola (MRN -EC8 C*)
10
R epi. 4,00 km per la scossa
principale del 29 maggio 2012
ML 5.8 – MW 6.0 Depth 10,2 km
9
8
T=475
7
T=975
T=2475
6
EW
NS
5
4
3
2
1
0
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
40
Raffronto con spettri reali corrispondenti
agli accelerogrammi, della componente verticale
UP, registrati dalla stazione R.A.N. di Mirandola
(MRN -EC8 C*)
Componenti UP
35
30
m/s2
25
R epi. 13,4 km per la scossa
principale del 20 maggio 2012
ML 5.9 – MW 6.1 Depth 6,3 km
R epi. 4,0 km per la scossa
principale del 29 maggio 2012
ML 5.8 – MW 6.0 Depth 10,2 km
20
20 maggio up
15
29 maggio up
norma 475
norma 975
10
norma 2475
5
0
0,0
0,5
1,0
1,5
s
2,0
2,5
3,0
Esperienza n. 2
Configurazione
strutturale
regolare (3 G.d.L.)
Identificazione sperimentale
delle frequenze f1 - f2 - f3 per i
tre modi naturali di vibrare
Configurazione strutturale regolare (3 G.d.L.)
Modo 1
(modello A1)
Massa vibrante (P = 700 g)
f 1 (Hz)
1,00
Modo 2
f 2 (Hz)
3,05
Modo 3
f 3 (Hz)
4,70
Cosa succede con incrementi di massa distribuiti con regolarità in alzato??
Massa vibrante (P = 832 g)
0,85
2,75
4,25
E in caso di incrementi di massa distribuiti con irregolarità in alzato??
modello A1
Modello a tre piani
con colonne in
policarbonato
(sez. 15mm x 2mm)
Forme
modali
Esperienza n. 3
B
D
h
Configurazione
strutturale
irregolare
Il pilastro AB è 8 volte
più rigido del pilastro CD
2h
A
C
Configurazione dei sensori
(Ampliamento in c.a. 1993)
Risposta strutturale (Massime
accelerazioni strutturali e fattori di
amplificazione dinamica)
Canale
Accelerazione
massima
(m/s^2)
Fattore di
Amplificazione
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
1.97
1.02
0.54
2.56
1.71
0.68
2.08
1.11
0.92
1.34
2.21
0.81
0.76
2.87
1.36
0.96
2.34
0.89
0.74
1.07
Dir
X (1)
Y (2)
Z (3)
PGA (m/s )
0.89
1.25
0.71
PGV (mm/s)
35.0
40.4
9.8
PGD (mm)
2.3
3.6
0.4
2
Earthquake 10/05/00 h. 18.52 – ML 4.4
Configurazione dei sensori
(Scuola in c.a. anni ‘50)
Risposta strutturale
(Massime accelerazioni
strutturali e fattori di
amplificazione dinamica)
Canale
Accelerazione
massima
(m/s^2)
Fattore di
Amplificazione
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
1.89
1.97
0.91
1.03
2.33
2.33
1.10
1.23
4.75
2.87
2.06
2.06
1.82
2.31
1.00
1.20
1.29
1.41
1.39
1.88
2.38
1.18
1.97
1.59
0.73
1.07
1.88
2.42
0.88
1.28
3.83
2.99
1.66
2.15
1.47
2.41
1.04
0.97
1.04
1.47
1.45
1.52
1.92
1.23
Parametri di "strong
motion" (moto del suolo)
Earthquake 10/05/00 h. 18.52 – Ml 4.4
dir
X (1)
Y (2)
Z (3)
PGA (m/s )
2
1.24
0.96
0.53
PGV (mm/s)
44.8
37.6
12.8
PGD (mm)
3.2
2.1
0.4
6
Abruzzo Earthquake 6/04/09 h. 1.32 recorded at AQV – N-S PGA = 5,45 m/s2 ≡ 0,556 g
ML 5.9 – MW 6.3
Io = IX MCS
4
I ben diversi effetti, per
queste tre situazioni, hanno
una diretta conferma nel
confronto tra i rispettivi
accelerogrammi,
considerando però assieme
sia i valori delle
«accelerazioni al suolo» (in
ordinata) e sia le «durate del
moto forte» (in ascissa).
accelerazione [m s
-2
]
2
0
-2
-4
-6
0
5
10
15
20
25
30
Pianura MO-FE Earthquake 20/5/12t [s]h. 2.03 recorded at MRN – N-S PGA = 2,58 m/s2 ≡ 0,263 g
ML 5.9 – MW 6.1
Is = VII-VIII MCS
App. Forlivese Earthquake 10/05/00 h. 16.52
recorded at OSS Forlì – PGA = 1,24 m/s2 ≡ 0,126 g
ML 4.4 – MW 4.8
Is = V-VI MCS
POTENZIALE DI DANNO
300
Stazione di S.Sofia - componente NS
evento sismico 26/01/03 - ore 21:00
Quale accelerogramma
comporta il potenziale di
danno più elevato ?
200
Io = VI MCS
accelerazione cm/sec2
100
0
App. Forlivese Earthquake
01/26/2003 - ML 4.0
recorded at Santa Sofia
PGA= 0.242 g (depi 5,0 km)
-100
-200
Ovviamente il terzo, anche se con valore
di PGA inferiore rispetto agli altri due
-300
0
4
8
12
16
20
tempo (s)
Correggio Earthquake
10/15/1996 - ML 5.1 MW 5.4
recorded at Novellara
PGA= 0.200 g (depi 13,2 km)
Is = VI MCS
Va sempre tenuto presente che le sole
PGA – così come altre singole ordinate
spettrali – non sono di per sé
rappresentative del danno (Io o Is)
Irpinia Earthquake 11/23/1980 – ML 6.5 MW 6.9
recorded at Calitri PGA= 0.175 g (depi 18,8 km)
Is = IX MCS
Time (h:m:s)
a
2
parte
1985
Prof. D. Benedetti
da: Riparare Rafforzare Prevenire
Regione Umbria 1985
MODELLO CASA IN MURATURA
(filmato di 84 secondi)
Meccanismi resistenti globali, per
collasso delle pareti murarie nel piano
È obiettivo a cui tendere ……… niente
affatto scontato …. dipendendo dalla
qualità dei collegamenti tra elementi
strutturali (pannelli murari e solaio).
I meccanismi di taglio si potranno sviluppare
se i meccanismi di I° modo sono inibiti
(pareti ammorsate e incatenate)
Ribaltamento della parete
(meccanismo di I modo)
Assenza di ammorsamento
fra le pareti. Condizione di
massima pericolosità
Rottura per taglio (meccanismo di
II modo) in virtù della buona
tessitura muraria. In assenza di
ammorsamento si può ovviare con
l’introduzione di incatenamenti.
Terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009 (ML = 5.9; Mw = 6.3)
Immagini da due località: entrambe valutate con effetti di IX° MCS
Villa Sant’Angelo (AQ) - Edificio in muratura di
pietrame listata, copertura in legno e pietre
angolari. Capichiave delle catene al primo piano.
Colle di Roio (AQ) – Edificio in muratura in
pietrame non squadrato con malta argillosa e
copertura pesante in c.a. Effetto negativo di
un tetto pesante e rigido
Umbria 1997
Di contro: altra immagine negativa,
ma di «Umbria 1997». Si è cioè già
da tempo visto che certi «recenti»
interventi, pesanti e molto rigidi, su
murature con inidonea tessitura e
consistenza, sono «peggioramento»
e non «miglioramento» sismico.
Villa S. Angelo – Centro Storico [IX M.C.S.]
Altro esempio da manuale di accorgimenti che garantiscono un buon comportamento della struttura in caso di sisma:
•
Catene in entrambe le direzioni per ogni
livello
•
Tetto in legno leggero
•
Cerchiatura delle aperture
•
Ripristino della malta tra le pietre e
ristilatura dei giunti
•
Buoni ammorsamenti d’angolo tra le pareti
Dietro l’edificio crollato si
nota un altro edificio con
pareti in muratura listata e una
struttura di copertura leggera
in legno, che ha subito danni
molto limitati.
Villa S. Angelo (AQ) [IX M.C.S.]
Copertura in latero cemento con
cordoli in C.A. molto pesante e
rigida. Struttura sottostante in
muratura di pietra con malta di
scarsa qualità
Bologna – centro storico
UN INTERVENTO MALRIUSCITO (anni ‘60):
inserimento di cordolature sommitali con caratteristiche
di rigidezza e peso incompatibili con le murature antiche
Torre Nord-Ovest
Torre Nord-Est
La Rocca di San Felice sul P.
(immagine precedente a maggio 2012)
Torre lato Sud
Torre lato Sud
Con sisma 2012
*buona riuscita
di interventi di
incatenamento;
*grave lesione
diagonale per
discontinuità di
rigidezza lungo
l’altezza, però
preesistente
dalla metà del
1300 … quindi…
Ordine di priorità di possibili vulnerabilità
per le costruzioni in muratura
1. potenziale collasso per disgregazione di una inidonea
tessitura muraria;
2. meccanismi locali (di I modo), corrispondenti al collasso delle
pareti murarie al di fuori del loro piano;
3. meccanismi globali (di II modo), dipendenti dal collasso delle
pareti murarie nel loro piano.
Comportamento complesso di edifici costituenti “aggregato
strutturale” che comporta la necessità di tenere conto delle
possibili interazioni tra edifici contigui con particolare
attenzione agli edifici di testata.
2a parte – costruzioni in muratura
CONCLUSIONE
In una visione globale della struttura, un
efficace collegamento fra i componenti
strutturali risulta una delle regole
fondamentali per aumentare la sicurezza
…e, in genere, in zone di “bassa” e anche
di “media sismicità”, tale regola è – alla
prova dei fatti – quella determinante
CARENZA di efficaci collegamenti strutturali…:
causa principale della «STRAGE» di CAPANNONI
tanto più a fronte di azioni sismiche eccezionali.
In particolare i collegamenti tra travi e pilastri sono stati realizzati
con semplici appoggi, contando sull'attrito per la trasmissione
delle azioni orizzontali come nel caso della spinta del vento. Questi
appoggi non sono però adeguati per la trasmissione delle azioni
combinate sussultorie e ondulatorie indotte dal terremoto.
Le norme tecniche per le zone sismiche, obbligatorie – purtroppo
solo dal 2005 – anche nelle zone in precedenza non classificate
(come quelle della pianura padana), impongono di realizzare
collegamenti tra travi e pilastri con connessioni meccaniche in
grado di funzionare anche in assenza di attrito.
RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DI UN
FABBRICATO AD USO RESIDENZIALE
SITO IN ZONA 3
CON REALIZZAZIONE DI RIVESTIMENTO A
CAPPOTTO DI SUPERFICI ESTERNE DELLE
PARETI VERTICALI PERIMETRALI
… ma, anche occasione per un
intervento “minimo” di
consolidamento
Fabbricato di inizio anni ‘60
Pannelli murari costituiti da «forati»
posti in opera (a fori orizzontali!) per
l’intero spessore di muro (25 cm).
Spigoli (incroci tra pannelli) con «pieni»
Saggio sul «cordolo» del primo piano: emergono i ferri di testata
dei travetti del solaio, ma non si riscontra la presenza di ferri
longitudinali (oltre che di staffe) lungo il perimetro.
Muri del
seminterrato
in calcestruzzo
Alcuni dettagli della fasciatura esterna
del fabbricato, realizzata con angolari
metallici agli spigoli e piatti metallici
all’altezza dei solai del 1° e del 2° piano
Immagini a lavori finiti,
dopo la posa in opera
(incollaggio e tassellatura)
dei pannelli di polistirene
sinterizzato espanso (s=10
cm) e degli strati di finitura
(s=1,5 cm)
Costruzioni in C.A.: TAMPONAMENTI
Il contributo (positivo o negativo) dei
tamponamenti. Il loro
danneggiamento è aspetto di primaria
importanza .. …in funzione di:
L’Aquila 2009
• loro distribuzione, più o meno regolare,
in pianta o in altezza;
• loro contributo, finché non si rompono,
alla resistenza della struttura (tanto più
se non progettata alle azioni sismiche);
• in alcuni casi, tamponamenti molto
robusti hanno danneggiato il nodo
travi/pilastro, soprattutto nei casi di
pilastri di scarsa resistenza.
La norma impone la
verifica al ribaltamento
dei divisori pesanti
ma
quando si tratta di
varianti in corso d’opera
chi interviene?
Appendere carichi
significativi a delle
tramezzature
compromette
ulteriormente la
sicurezza.
L’Aquila 2009
L’AQUILA –
Costruzioni in c.a.
Uno degli
esempi di
collasso pilastri
al piano terra
DOPO
(dopo il 29.5.2012)
Gli edifici alti con il
piano terra debole
(«piano soffice»)
sono vulnerabili
particolarmente
«Fare avanzare la prevenzione sismica come nuova strategia, finora sempre
sostanzialmente disattesa, nell’uso del territorio, prendendo finalmente atto
che il problema centrale era e resta quello delle costruzioni esistenti, nate
senza considerare la possibilità di terremoti o addirittura indebolite nel corso
degli anni da mancanza di manutenzione e da interventi inopportuni. Per
queste bisognerà trovare meccanismi che, nel corso degli anni (non pochi data
l'entità del patrimonio a rischio), incentivino il privato ad intervenire e guidino
il pubblico a indirizzare le risorse via via disponibili anche alla limitazione del
rischio sismico secondo riconosciute e condivise priorità.»
«Si ricordi quanto è stato speso per l'abbattimento delle barriere
architettoniche, per la messa a norma degli impianti elettrici, per il risparmio
energetico, per la sicurezza al fuoco con interventi spesso separati tra loro e
talvolta controproducenti dal punto di vista sismico: sarebbe bene in futuro
progettare interventi che considerino tutti gli aspetti legati alla sicurezza,
eventualmente realizzandoli poi per stralci se le risorse non sono sufficienti.»
Prof. Vincenzo Petrini, Presidente CTS Regione Emilia-Romagna – fine maggio 2012
..e lavoro..