CHE COSA MI ATTRAE DI UNA DONNA? - THINK!

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CHE COSA MI ATTRAE DI UNA DONNA? - THINK!
Nome file
070413TH_GBC3.pdf
data
13/04/2007
Contesto
GBC
Relatore
GB Contri
Liv. revisione
Pubblicazione
Lemmi
Differenza
Psicopatologia
Sesso/sessualità
Teoria
GIACOMO B. CONTRI
BLOG
THINK!
CHE COSA MI ATTRAE DI UNA DONNA?
Il “bello” è che se lo chiede anche lei!
In generale, le sue risposte non sono più felici di quelle dell’uomo.
(Osservo che non ho domandato: che cosa mi attrae “in” una donna).
La peggiore delle risposte è: “La Donna”, semplicemente perché non esiste, se non come Idea
persecutoria (G. Leopardi, J. Lacan).
Se fosse per la natura saremmo tutti frigidi (tale è la natura), e ci saremmo estinti dopo Adamo e Eva.
Allora abbiamo inventato dei trucchi in forma di Teorie compulsive, obbliganti, imperative, quelle dei
due istinti (di conservazione della specie o “sessualità, di conservazione individuale) gabbati come causalità
naturale, per tirare avanti, “tirare a campare”: stampelle, nel migliore dei casi.
E’ ovvio il debito del trucco teorico al peccato originale: un errore ma produttivo, cioè un compromesso
(con il peccato).
«Partorirai nel dolore» fa il paio con “concepirai nell’errore”.
Penso che sia per un’oscura intuizione di un errore latente, che una certa morale ha continuato a ritenere
irriducibilmente inquinato l’atto sessuale, anche nella più benedetta delle coppie (Agostino).
Ma tutte le morali sessuali sono pornografiche, per il solo fatto di venire formulate (a rigore non ci
sarebbe bisogno di visitare i siti porno su Internet).
In fondo le morali sessuali sono oscene: una morale degna di questo nome dovrebbe avere l’Ottavo
comandamento come fondazione (l’“impurità” del Sesto ne deriva, non è autonoma).
L’atto sessuale continua a restare non riscattato: la soluzione oggi culturalmente prevalente è la sua
banalizzazione come natura (la natura è il banale per eccellenza).
La cultura morale-sessuale resta pan-sessualista, ossia la non-soluzione del pensiero rigurgita (“ritorno
del rimosso”) da tutte le parti.
Il male del sesso consiste tutto nell’averne costituito il problema anziché coglierlo… ma dire così è già
concedere all’errore, dunque riprendo: anziché coglierne la differenza come occasione di soluzione nella
contingenza (l’omosessualità respinge precisamente il profittare dell’occasione offerta dalla differenza): la
differenza serve come ancilla il rapporto.
La psicopatologia, primariamente ostile al rapporto in quanto fruttifero, colpisce secondariamente
quell’ancella di esso che è la differenza sessuale trasformandola in Termopili (da difendere o stuprare,
offendere).
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La differenza, come tale, non è “dentro”, la bella “interiorità femminile”!, visione mistica o testa di
Medusa: è tutta fuori.
Milano, 13 aprile 2007
© Studium Cartello – 2007
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