Dicembre - pdf - Direzione regionale Emilia Romagna
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A Comunicazione Registrazione Tribunale di Bologna n. 7734 del 19.02.2007 Anno quinto - numero 3 - DICEMBRE 2011 Periodico di cultura e informazione a cura dell’Agenzia delle Entrate - Direzione Regionale dell’Emilia-Romagna 2 Sommario Un’ altra compliance è possibile Intervista al sindaco Virginio Merola Normativa e sistema fiscale: diritti e doveri delle organizzazioni non profit L’evasione “costruita” sul mattone La comunicazione che si evolve nella pubblica amministrazione Meno spese per l’ erario più efficienza nei servizi Nuovo Sistema di Gestione Documentale Attivate tutte le DP della regione Fiscalis 2011 Intesa tra l’ Agenzia delle Entrate e l’ Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili Gli “scherzetti” dell’ Agenzia Piacenza: accertata evasione milionaria COMUNICAZIONE Registrazione Tribunale di Bologna n. 7734 del 19.02.2007 Anno quinto - numero 3 Dicembre 2011 Legale Rappresentante Antonino Gentile Direttore Responsabile Biagio Cunsolo Coordinatore Editoriale Giovanna Regina Responsabile Progetto Grafico Giorgio Bertuzzi Foto Biagio Cunsolo Stampa In proprio SOMMARIO Calcio e solidarietà Le magiche interviste di Comunicazione Compagni illustri Una tragica storia di donne Il comitato per le pari opportunità termina il proprio mandato redattori: Pierluigi De Rosa, Antonella Pellegrino, Tiziana Sabattini per questo numero si ringrazia: Matteo Abbate Giuliano Calura Emilio Di Stasio Silvia Gravili Virginio Merola Giulietta Motola Salvatore Padula Maria Antonietta Sassani Giovanna Zannini 3 Giovanna Regina Siamo alla fine di un altro anno insieme, una fine che è anche inizio. L’ultimo appuntamento del 2011 con il nostro periodico ci racconta cosa è successo negli ultimi mesi, dentro e fuori dall’Agenzia. “Tempo di bilanci”, si dice spesso in questi casi. È il momento per guardare dietro, per analizzare quello che è accaduto nell’anno appena trascorso: i risultati raggiunti, l’impegno e la professionalità di chi ogni giorno lavora per una missione condivisa. Mai come in questo momento, complici le difficoltà finanziarie e lo spettro della recessione, l’evasione fiscale è sentita come un problema “comune”. E comune deve essere il nostro sforzo per raggiungere gli obiettivi istituzionali dell’Agenzia. La fine dell’anno è anche il momento dei ringraziamenti, in primis a chi fa vivere questo giornale, che riscuote elogi e apprezzamenti non solo all’interno dell’Agenzia ma anche tra i nostri lettori esterni. Per concludere, è questo il momento degli auguri, ai colleghi e ai lettori, a tutti quelli che credono nel nostro giornale, che lo leggono, che lo criticano, che lo utilizzano, che lo vivono. Auguri di buon Natale. Una ricorrenza che costituisce la celebrazione religiosa più sentita dai cristiani ma anche un giorno di festa per tutti, che ha assunto un significato laico legato alla famiglia, alla serenità, allo scambio dei regali. Nel rispetto di ogni religione e di ogni sensibilità, in un momento in cui i presepi sopravvivono forse solo nelle case dei nonni, io voglio esprimere, senza timori, un Augurio religioso che non ci fa celebrare il ricordo di una natività lontana ma riporta alla nostra attenzione e alla nostra riflessione l’esigenza di un rinnovamento nell’ottica della solidarietà. 2011 Auguri di cuore Comunicazione 4 C Un’altra compliance è possibile: le nuove strade per favorire l’adempimento spontaneo nel convegno organizzato dalla Direzione Regionale Emilia-Romagna PRIMO PIANO Pierluigi De Rosa Quali sono le nuove strade della compliance? Come si può contrastare l’evasione fiscale e al tempo stesso incentivare il comportamento virtuoso dei contribuenti, all’interno di un nuovo rapporto tra cittadino e Stato? Questi i temi principali del convegno Il fattore compliance: dal contrasto all’evasione all’adempimento spontaneo, organizzato dall’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna, in collaborazione con l’Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili di Bologna e con l’Università di Bologna, tenuto lo scorso 15 novembre nella suggestiva cornice del Convento di San Domenico a Bologna. Ottima l’adesione, circa 400 partecipanti, che in apertura hanno ricevuto il saluto del Prefetto di Bologna, Angelo Tranfaglia. Il convegno nasce dall’esigenza di inserire il fenomeno dell’evasione fiscale in una cornice nuova, non più confinata alla dimensione prettamente economico-giuridica, ma estesa alla statistica, all’economia sociale, alla sociologia. L’altro elemento di novità che ha ispirato l’organizzazione del convegno, come testimonia il titolo, è l’attenzione dedicata alla compliance, l’adempimento spontaneo del contribuente agli obblighi tributari. È ancora frequente, nell’approccio al problema dell’evasione fiscale, una eccessiva focalizzazione sull’azione di deterrenza, a discapito di una visione sistemica del fenomeno. Su questa pietra angolare si innesta la nuova policy dell’Agenzia delle Entrate, illustrata da Marco Di Capua, Direttore Vicario dell’Agenzia delle Entrate, che nel suo intervento ha individuato proprio nella compliance il termine ultimo dell’azione amministrativa. Le attività di controllo 2011 5 Comunicazione PRIMO PIANO 6 non sono orientate esclusivamente a reprimere i comportamenti devianti, ma rappresentano una diversificazione degli approcci rispetto ai servizi di assistenza e informazione, che al contrario si propongono di agevolare l’adempimento. Le due “anime” dell’Agenzia, in questo senso, convivono nel comune obiettivo di favorire l’adempimento spontaneo, secondo la dottrina della spinta gentile, teorizzata da Richard Thaler e Cass Sunstein. Questo filone di pensiero, che ha già trovato le prime forme di applicazione nel mondo anglosassone, individua nell’apparato pubblico non tanto un soggetto impositore, quanto un “architetto delle scelte” in grado di orientare il comportamento dei cittadini verso le scelte migliori per sé e per gli altri, senza tuttavia imporlo di imperio. In campo fiscale, la traduzione operativa di questo metodo consiste nel rendere progressivamente più facile il pagamento delle imposte, premiando gli sforzi di chi intende adempiere. Da questo approccio deriva l’attenzione crescente che l’Agenzia delle Entrate riserva alla dimensione qualitativa della propria azione, attraverso l’implementazione nel sistema gestionale di “indicatori di governance” in grado di mostrare l’impatto delle attività di assistenza e di contrasto all’evasione sui comportamenti dei contribuenti. Perché questo nuovo modello della compliance possa funzionare, ha concluso Di Capua, è indispensabile un’adeguata base di conoscenza: conoscenza del territorio, del tessuto economico, sociale e culturale, delle diverse tipologie di contribuenti, elementi che rendono possibile calibrare l’azione amministrativa in funzione di dinamiche e destinatari specifici. È questa, del resto, l’esperienza dei best performers a livello internazionale, secondo Jonathan Pemberton, Vice Direttore del Dipartimento per la cooperazione internazionale e l’amministrazione fiscale dell’Ocse. Secondo Pemberton le amministrazioni fiscali devono adottare un approccio multidimensionale e diversificato in funzione del contesto e della tipologia di contribuente, agendo non tanto sulle conseguenze (l’evasione fiscale), quanto sulle cause che determinano il fenomeno evasivo, in un’ottica di prevenzione più che di repressione. L’idea-chiave, mutuata dall’amministrazione fiscale australiana, è semplice: le azioni di chi impone la norma devono essere calibrate sulle attitudini di chi è soggetto alla norma. Da un lato bisogna agevolare il più possibile l’adempimento, dall’altro occorre sanzionare chi si sottrae deliberatamente agli obblighi fiscali. Sull’aspetto della conoscenza si è concentrato anche l’intervento di Enrico Giovannini, Presidente dell’Istat e coordinatore del gruppo di lavoro per la riforma fiscale “Economia non osservata e flussi finanziari”. Giovannini, che ha riconosciuto i notevoli progressi dell’Agenzia nella “messa a sistema” di informazioni e stru- menti, ha sottolineato l’assenza di una quantificazione unitaria dell’evasione fiscale in Italia, suggerendo, sul modello dell’amministrazione fiscale inglese (HMRC), la pubblicazione di un rapporto annuale sull’evasione fiscale, a cura del Mef, in cui siano forniti i dati su ampiezza e diffusione del fenomeno, insieme alle strategie e ai risultati dell’azione di contrasto. In aggiunta a questo, Giovannini ha suggerito ulteriori strumenti di promozione della compliance: dalla condivisione metodologica di alcuni strumenti di controllo (es. studi di settore e redditometro) alla pubblicità dei redditi, fino alla razionalizzazione e stabilizzazione normativa, senza tralasciare un approccio comunicativo più orientato a enfatizzare i contribuenti onesti che non a stigmatizzare gli evasori. 7 Una versione sperimentale di questo modello di governance locale, illustrata da Antonino Gentile, Direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna, può essere rintracciata nella partecipazione dei comuni all’attività di accertamento, che vanta in Emilia-Romagna l’esperienza-pilota nel panorama italiano. Le 13mila segnalazioni trasmesse dai comuni all’Agenzia, gli oltre 20 milioni di euro di maggiore imposta accertata e i 9 milioni già riscossi testimoniano il successo di una collaborazione che, sottolinea Gentile, agisce su diversi driver che influenzano l’adempimento: da una parte favorisce l’effetto deterrenza e riduce le opportunità di evasione, dall’altra incide sulle norme comportamentali dell’ente locale (attraverso il monitoraggio dei livelli di efficienza) e dei cittadini-contribuenti (attraverso un più pervasivo controllo sociale). Fondamentale, ricorda Gentile, è però la messa a punto di sinergie tra Agenzia delle Entrate e uffi- PRIMO PIANO A partire da queste premesse, secondo Silvia Giannini, ordinario di Scienza delle Finanze e Vice Sindaco di Bologna, il “laboratorio” in cui è possibile sperimentare forme più avanzate di cooperazione fiscale è il territorio, l’ambito di intervento delle amministrazioni locali, più vicine al cittadino rispetto agli organi statali ma anche strutturalmente più votate alla rendicontazione, all’accountability. A livello locale, infatti, il legame tra prelievo tributario da un lato, efficacia ed efficienza dell’intervento pubblico dall’altro, è più facilmente visibile e “spiegabile” ai cittadini-contribuenti, che possono vedere tradotte le imposte versate in beni e servizi di pubblica utilità. In termini generali, gli elementi strategici per far crescere la cultura fiscale di un territorio vanno rintracciati in una più trasparente legittimazione del prelievo tributario e in una più solida relazione fiduciaria tra amministrazione pubblica e contribuente. 2011 Il contribuente “virtuoso” è per Stefano Zamagni, ordinario di Economia Politica e Presidente dell’Agenzia per il Terzo Settore, la chiave di volta della compliance, il più fedele alleato contro l’evasione fiscale, Oltre una certa soglia, afferma Zamagni, la leva della deterrenza non produce effetti, anzi rischia di minare anche la lealtà dei contribuenti onesti. Occorre quindi, più che sanzionare i reprobi, premiare i virtuosi e così consolidare il legame fiduciario tra Stato e contribuente, innescando una spirale positiva tra gli stessi contribuenti. È infatti la fiducia l’elemento-chiave del prelievo tributario, ed è l’assenza di fiducia uno dei principali fattori alla base del fenomeno evasivo, sintomatico di una crisi di credibilità delle istituzioni. Questa articolazione multidimensionale della compliance non è soltanto teorica, ma trova solide basi empiriche in una ricerca della Banca d’Italia, Tax morale and public spendig inefficiency, presentata al convegno dal ricercatore Sauro Mocetti. L’esistenza di comportamenti diversi, da parte dei contribuenti con caratteristiche simili, all’interno di uno stesso sistema fiscale indica che c’è qualcosa oltre la semplice dimensione economico-utilitaristica. Questo “qualcosa” è la tax morale (lealtà fiscale), vale a dire la propensione individuale a pagare le tasse in funzione non solo delle variabili sociodemografiche, ma anche del proprio rapporto con le istituzioni, un rapporto che è misurato dai ricercatori attraverso la qualità dei servizi pubblici erogati. Nella ricerca è emersa infatti una correlazione significativa tra lealtà fiscale e qualità della spesa pubblica: più è alto il livello di spesa e l’efficienza dei servizi pubblici, maggiore è la fedeltà fiscale dei contribuenti. Comunicazione 8 PRIMO PIANO portanza del corretto utilizzo del denaro pubblico (in particolare nel settore della spesa sanitaria e delle prestazioni sociali agevolate) per incentivare l’adempimento spontaneo, in aggiunta all’azione di deterrenza che la Gdf continua a sostenere nei confronti delle frodi nazionali e comunitarie. ci comunali, grazie allo scambio continuo di best practice, strumenti e modalità operative: un percorso comune attraverso il quale la dimensione gestionale della collaborazione va a modellarsi sull’impianto normativo e sulle specificità territoriali. Uno strumento che in prospettiva può rivelarsi strategico da questo punto di vista è il Consiglio tributario, concepito da Gentile come sede istituzionale della governance del processo di partecipazione: un meccanismo di coordinamento che includerebbe i responsabili comunali e gli interlocutori istituzionali (in primis i rappresentanti delle agenzie fiscali), con il compito di indirizzare le attività del Comune verso percorsi di indagine efficaci e proficui. Un “patto territoriale per la compliance”, suggerisce Stefano Rolando, docente di Teorie e tecniche della Comunicazione Pubblica, potrebbe essere individuato in un tavolo di concertazione di questo tipo, al quale partecipino i soggetti istituzionali che governano il territorio. Secondo Rolando, infatti, non è più attuale né strategica la limitazione dell’Agenzia delle Entrate a organo meramente “tecnico”; al contrario, l’Agenzia dovrebbe farsi garante del corretto impiego erariale, insieme agli altri partner istituzionali attivi nel territorio. In questa ottica, alla luce del progressivo sgretolamento del rapporto fiduciario tra Stato e cittadini, il ruolo-principe della comunicazione pubblica è accompagnare e spiegare i processi amministrativi, riunendo nel messaggio comunicativo la dimensione burocratica con quella politica. Come l’Agenzia, anche la Guardia di Finanza svolge, tra gli altri, il compito di watchdog nei confronti della spesa pubblica. Su questo aspetto si è incentrato l’intervento di Giancarlo Pezzuto, Comandante provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, che ha posto l’accento sull’im- Per promuovere la lealtà fiscale e, di riflesso, contrastare l’evasione fiscale è altrettanto decisivo l’apporto dei professionisti, ai quali è affidato il ruolo di trait d’union tra l’amministrazione finanziaria e una certa fetta di contribuenti. Affinché questo rapporto sia il più possibile in termini di gettito spontaneo, sottolinea Enrico Zanetti, coordinatore dell’Ufficio studi del Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti ed Esperti contabili, è indispensabile costruire un dialogo costante tra amministrazione e operatori, come avvenuto – in parte, secondo Zanetti – con il nuovo redditometro. Una dimensione collaborativa che è condivisa da Marco Lamandini, ordinario di Diritto commerciale, in riferimento ai rapporti tra grandi imprese e Fisco: il “tutoraggio fiscale” rappresenta in questa ottica una delle possibili chiavi di sviluppo del dialogo tra i poli produttivi e l’amministrazione finanziaria. 9 Bologna in prima linea nella lotta all’evasione Intervista al sindaco Virginio Merola In prima linea insieme a tanti altri Comuni della regione. Cosa ne pensa? I Comuni toccano con mano quanto si potrebbe fare con il recupero dell’evasione fiscale. Con provvedimenti ad hoc e sempre in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, si potrebbero sicuramente ottenere maggiori risultati. I rapporti tra Agenzia delle Entrate e Comune di Bologna? Sono rapporti buoni, di fattiva collaborazione, che richiedono non tanto da parte dell’Agenzia delle Entrate, ma da parte del Governo nazionale un indirizzo maggiore di priorità. Biagio Cunsolo Quali margini di miglioramento potrebbero essere apportati nella lotta all’evasione? Poiché la cifra è quella nota di 120 miliardi, credo che margini di miglioramento ce ne siano tanti. Sicuramente bisogna creare un regime fiscale differente, più vicino ai cittadini e quindi imperniato sul sistema degli enti locali. Una collaborazione dove sia chiara la finalizzazione e l’efficacia dell’utilizzo di questi tributi. PRIMO PIANO Sì, abbiamo raggiunto dei buoni risultati in particolare per la collaborazione con l’Agenzia delle Entrate. Sicuramente un atteggiamento positivo dei contribuenti verso il fisco passa dai sistemi territoriali, dal rapporto più diretto che i Comuni sono in grado di avere con i cittadini. Il tema è quindi non solo prevedere una repressione, che è necessaria, ma ricreare un clima di fiducia e di efficacia nella gestione dei tribu- ti: questo aspetto è fondamentale. 2011 Prima dell’apertura del Convegno sul fattore Compliance, chiediamo al Sindaco di Bologna, Virginio Merola: possiamo affermare che Bologna è in prima linea nella lotta all’evasione? Comunicazione 10 Normativa e sistema fiscale: diritti e doveri delle organizzazioni non profit A Bologna un seminario promosso da Agenzia delle Entrate, Regione Emilia-Romagna e Forum Terzo Settore PRIMO PIANO Antonella Pellegrino Come orientarsi nella complessa normativa inerente al terzo settore? Quali sono gli obblighi e gli adempimenti fiscali a cui le organizzazioni non profit sono chiamate a rispondere? Quali gli strumenti per ricercare la massima trasparenza e dare nello stesso tempo visibilità all’importante operato del privato sociale nel nostro territorio? Per fornire un quadro d’insieme e cercare di rispondere in modo organico a queste domande la Regione Emilia-Romagna, la Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna e il Forum regionale del Terzo Settore, hanno promosso il seminario “Normativa e sistema fiscale: diritti e doveri degli non profit”. Il seminario si è svolto giovedì 15 dicembre dalle 9.30 alle 17.30 presso la Sala Conferenze A della Terza Torre della Regione, in via della Fiera 8, a Bologna. L’iniziativa si propone di favorire il corretto adempimento degli obblighi fiscali e giuridici degli enti non profit, al fine di agevolare l’operato di Regione e Agenzia in termini di verifica e controllo, ma anche di portare alla luce l’importante contributo del terzo settore per la coesione della comunità, attraverso strumenti che ne promuovano la trasparenza e il riconoscimento. Ad approfondire l’articolato tema sono stati gli esperti dell’Agenzia delle Entrate, dell’Agenzia del Terzo Settore, della Regione Emilia-Romagna, del Forum e della Guardia di Finanza. Dopo gli interventi di apertura dell’Assessore regionale alle Politiche sociali, Teresa Marzocchi e del Direttore Regionale dell’Agenzia, Antonino Gentile, il seminario è entrato nel vivo con una serie di focus tematici di approfondimento. Dall’inquadramento dei diritti e doveri del non profit, a cura del direttore del Forum Terzo Settore, Riccardo Breveglieri, a quello civilistico, contabile e fiscale degli Enti non commerciali, al regime giuridico e le agevolazioni fiscali dell’Agenzia del Terzo Settore, Stefano Zamagni, sulla valorizzazione del terzo settore nel disegno del nuovo welfare. Nel pomeriggio si è parlato del modello EAS, del 5 per mille, delle condizioni per il riconoscimento della qualifica di O.N.L.U.S. in capo ad un Trust, dell’attività di verifica dei Registri regionali, e delle principali criticità legate alle attività di controllo svolte dall’Agenzia. 2011 delle Onlus, all’iscrizione ai registri regionali (Volontariato, APS e cooperazione sociale). La mattinata si è chiusa con la presentazione dell’esperienza dell’Osservatorio sul terzo settore di Reggio Emilia e l’intervento del Presidente PRIMO PIANO 11 Comunicazione 12 L’evasione “costruita” sul mattone Oltre 1.000 controlli dell’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna scoperta evasione da 62 milioni di euro nel settore immobiliare CONTRIBUTI Pierluigi De Rosa Nonostante i consistenti ricavi, che nel 2006 avevano raggiunto i 6,7 milioni di euro, una società di costruzioni del modenese si limitava a dichiarare un reddito imponibile di 175mila euro, “limando” i prezzi di vendita dichiarati con la complicità degli acquirenti. È solo uno dei casi di evasione sul mattone scoperti nel 2010 dall’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna, grazie a un apposito filone di indagine coordinato dall’Ufficio Accertamento della Direzione Regionale. Gli oltre mille controlli svolti in tutta la regione hanno portato a scoprire un’evasione di 62 milioni di euro, con un ritorno per le casse dell’erario stimato in 25 milioni di euro. Quasi tutti i controlli sono andati a segno, come attesta un indice di positività che sfiora il 92%: su 100 soggetti controllati, in 92 casi è stato rilevata una irregolarità fiscale. Per la ricostruzione dei ricavi le singole Direzioni provinciali hanno fatto ricorso ad indagini finanziarie su conti correnti di società e privati e, in molti casi, convocato alcuni degli acquirenti. Come si “costruisce” l’evasione sul mattone. Secondo la ricognizione degli 007 dell’Agenzia delle Entrate, gli stratagemmi utilizzati da società di costruzione e privati erano sostanzialmente due. Uno schema classico di evasione si reggeva sulla “limatura” del prezzo ufficiale di vendita, grazie alla complicità dell’acquirente: gli scostamenti accertati tra prezzo dichiarato e reale si attestavano mediamente sugli 80mila euro, con punte di 300mila euro e con un prezzo al metro quadro talvolta inverosimile, come nel caso di un appartamento nuovo nel centro di Modena (1.400 euro al metro quadro secondo la dichiarazione del venditore). L’altro éscamotage riguardava il profitto ricavato dall’acquisto e dalla successiva vendita di uno o più immobili da parte di un privato, che tarava il prezzo di vendita su quello di acquisto. La mappa dell’evasione: i dati per provincia. A livello provinciale è Modena a far segnare l’evasione più alta, con una maggiore imposta accertata di 15,6 milioni di euro; seguono Parma (10,5 milioni di euro) e Bologna (9,3), chiude Ferrara con 1,2 milioni di euro. Sono i riminesi i contribuenti più inclini ad aderire agli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate, con una quota di maggiore imposta definita pari al 65% dell’accertato. Alcuni casi di evasione: Bologna. Nel capoluogo di regione una società di costruzioni, con 24 vendite all’attivo in un solo anno, aveva incassato in nero 840mila euro. Più articolato il sistema escogitato da un’altra società del bolognese: il rappresentante legale apriva dei libretti al portatore in coincidenza con i rogiti, facendo confluire in essi i contanti appena prelevati dagli acquirenti. In questo modo riusciva ad appiattire gli utili, al punto di dichiarare una perdita di esercizio nel 2006 e nel 2008, con dei costi di produzione che quasi pareggiavano i ricavi dichiarati dalle vendite. Nel complesso, i maggiori ricavi accertati ammontano a 460mila euro. Modena. Un’impresa di costruzioni aveva occultato i ricavi delle vendite per quasi 2 milioni di euro: secondo la ricostruzione dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate il prezzo al metro quadro ricavabile dalle quindici vendite effettuate si attestava mediamente sui 1.500 euro, contro un prezzo effettivo di 2.500 euro. In un caso, un immobile da 260 metri quadri risultava venduto a 370mila euro, a fronte dei 640mila euro incassati. Piacenza. Prezzi di vendita “calmierati”, ma solo sulla carta, anche nel piacentino. Un immobile, ufficialmente venduto per 45mila euro, aveva fruttato al proprietario un ricavo di 125mila euro, con una guadagno di 80mila euro rispetto al costo sostenuto per l’acquisto: nella dichiarazione dei redditi, però, il contribuente si era limitato 13 Reggio Emilia. Da segnalare, se non per l’originalità quantomeno per le dimensioni, due casi scoperti nel reggiano. Entrambi i soggetti avevano indicato in dichiarazione una plusvalenza di soli 380 euro dall’acquisto e dalla successiva vendita di un immobile; in realtà, come accertato dalle indagini finanziarie su conti correnti e mutui, il guadagno effettivo superava i 70mila euro. Ravenna. L’accertamento più rilevante, già chiuso con l’adesione del contribuente, ha riguardato una società di costruzioni che aveva nascosto all’erario 418mila euro, sempre attraverso il sistema della sottofatturazione. La dichiarazione del Direttore Regionale. “I risultati raggiunti testimoniano l’accurato lavoro di intelligence messo in atto dai nostri uffici per individuare i soggetti a più alto rischio di evasione – dichiara il Direttore Regionale, Antonino Gentile. Questa attività di selezione consente all’amministrazione di concentrare gli sforzi su quella fetta di contribuenti che si sottrae deliberatamente agli obblighi fiscali, evitando operazioni massive e dispendiose. D’altra parte, per arginare il fenomeno dell’evasione fiscale nel settore immobiliare è indispensabile la collaborazione non solo degli operatori, ma anche dei singoli acquirenti, che in alcuni casi si sono mostrati compiacenti nei confronti dei venditori. A questo proposito ricordo che dal 2008, in caso di sottofatturazione della vendita, l’acquirente risponde in solido con il venditore sia per le sanzioni che per l’imposta dovuta”. 2011 a dichiarare una plusvalenza di poco più di 2mila euro. Comunicazione 14 La comunicazione che si evolve nella pubblica amministrazione CONTRIBUTI Silvia Gravili Attingere all’immaginario disneyano può dare un’idea di quello che, fino a una trentina di anni fa, era il modo di comunicare della Pubblica Amministrazione: l’emissario del sovrano arrivava in pubblica piazza annunciato da uno squillo di tromba, leggeva con voce tonante un editto o, ancora peggio, ne affiggeva il testo su qualche scalcinata parete, girava i tacchi dei suoi lucidissimi stivali e andava via da dove era venuto. Per i cittadini/sudditi, che lo ascoltavano con curiosità spesso mista a disprezzo, non si trattava d’altro se non di una momentanea interruzione delle loro attività quotidiane: l’amministrazione centrale era quasi sempre “burocratica”, cioè “oscura” o “nemica”, e spesso e volentieri chi la esercitava era un malvagio corrotto che si serviva dello Stato per arricchire le proprie tasche (in fondo, già l’episodio evangelico dell’incontro tra Gesù e Levi il pubblicano rende testimonianza dell’avversione della popolazione nei confronti degli amministratori pubblici). Vi sembra un’esagerazione? Allora ponetevi questa domanda: quante volte siete andati, prima del 1° gennaio 2011, a consultare l’Albo Pretorio del vostro Comune? E cosa ci avete capito delle informazioni lette? La qualità della comunicazione tra il cittadino e le sue Istituzioni è un buon termometro della “salute democratica” di un Paese. Purtroppo, però, la comprensione del triangolo virtuoso che lega comunicazione, cittadinanza e partecipazione è, confrontato ai 150 della nostra storia unitaria, una conquista relativamente recente. Dobbiamo tornare al 1993 e alla pubblicazione (a cura del Dipartimento della Funzione Pubblica) del Rapporto sulle condizioni delle pubbliche amministrazioni, per leggere che le PA «sono “al servizio del cittadino”, che si sente però poco “servito” da esse». Eppure, non erano mancati gli sforzi legislativi per avvicinare l’amministrazione pubblica e l’esercizio attivo della cittadinanza: senza contare l’esempio lungimirante del Comune di Bologna, che il 25 Settembre 1946 istituì, primo in Italia, un Ufficio Stampa comunale, per “raccogliere e trasmettere alla stampa cittadina tutte le notizie relative al funzionamento dell’amministrazione comunale al fine di una sempre maggiore collaborazione tra municipio e popolazione”, è con le riforme introdotte dalle “leggi Bassanini” che la comunicazione tra amministrazione e cittadini inizia ad essere considerata uno degli elementi cruciali della modernizzazione dello Stato. In particolare, la legge n. 142 del 1990 si preoccupa di rendere “effettiva” la partecipazione all’attività dell’amministrazione (per esempio, imponendo agli statuti regionali di stabilire “le forme dell’accesso dei cittadini alle informazioni e ai procedimenti amministrativi” o tramite l’individuazione di un suo responsabile); mentre la legge n. 241 del 7 agosto 1990 (“Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi”) riconosce chiaramente il ruolo che la comunicazione svolge in chiave democratica, affermando il diritto del cittadino ad essere informato e il dovere della PA di informare. E’, però, con il decreto legge n. 29 del 3 febbraio 1993 che, tramite l’istituzione degli URP, si dà piena attuazione alla legge 241/1990. Sostanzialmente, gli URP hanno tre finalità di base: garantire il pieno esercizio del diritto di partecipazione, accesso alla PA e trasparenza; informare correttamente il cittadino sugli atti e lo stato dei procedimenti; ricercare, analizzare e suggerire assetti organizzativi e pratiche comunicative per migliorare costantemente il rapporto con l’utenza. Sul modello della Citizen’s Charter emanata nel 1991 nel Regno 15 Possiamo quindi affermare che la comunicazione con il cittadino è stata finalmente riconosciuta come il punto di partenza per una costruzione condivisa della “cosa pubblica”, e non il punto di arrivo di un tortuoso percorso che si svolge negli oscuri meandri di qualche ufficio pubblico: la comunicazione è la chiave per esercitare attivamente la cittadinanza, cioè garantire a ciascun membro della comunità di appartenenza la possibilità di agire (e inter-agire) con gli amministratori in modo riconoscibile, esercitando una responsabilità di merito e non più astratta. Nell’ottica del legislatore, la comunicazione è quindi passata da una funzione di “notifica” ad una di “informazione” ad una di “in- terazione” come chiave del cambiamento. E, di conseguenza, sono mutati gli obiettivi che essa si è posta: da una maggiore trasparenza ad una più efficace costruzione e veicolazione del messaggio all’innalzamento della qualità del dialogo (e dunque dell’ascolto) con il cittadino. Un discorso, questo, valido sia in termini di comunicazione esterna (cioè tra utente e Pubblica Amministrazione) sia in un’ottica interna (tra Pubblica Amministrazione e dipendenti). Anzi, la comunicazione interna per un ente pubblico è, a voler estremizzare, ancora più strategica di quella esterna, per due ordini di ragioni: banalmente, perché il dipendente è prima di tutto un cittadino; ma soprattutto perché il dipendente è “il volto” dell’Amministrazione. “Volto” inteso sia CONTRIBUTI A chiudere il quadro normativo di riferimento, non possiamo non ricordare la recente “riforma Brunetta della Pubblica Amministrazione” (Decreto legislativo n. 150/2009) che, con l’entrata in vigore del nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale (Decreto legislativo n. 235/2010), punta a introdurre nella PA principi di meritocrazia, premialità, trasparenza e responsabilizzazione dei dirigenti, a legare l’uso di Internet al rafforzamento della trasparenza nelle pubbliche amministrazioni e ad integrare l’accessibilità dei suoi siti web con l’efficienza nella gestione dei contenuti (soprattutto in termini di database e Content Management Systems). 2011 Unito e della Charte des services publics predisposta l’anno successivo dal governo francese, con la direttiva Ciampi del 27 gennaio 1994 anche gli erogatori di pubblici servizi devono attenersi ai criteri di eguaglianza, imparzialità, continuità, diritto di scelta, partecipazione. Comunicazione 16 CONTRIBUTI come metafora di “ciò con cui il cittadino concretamente si interfaccia” sia, fisiologicamente, come “occhi, naso, bocca e orecchie”: è il dipendente che parla con il cittadino, ascolta i suoi bisogni e le sue necessità, vede come reagisce, fiuta i suoi umori ed elabora per primo le informazioni che poi l’amministrazione utilizzerà per migliorare il proprio servizio. Fin qui la teoria. Ma la pratica? Come garantire un reale ascolto delle esigenze del cittadino e del dipendente pubblico? Come rendere costante e “semanticamente significativo” il dialogo? Come fare in modo che la comunicazione sia realmente un “servizio di pubblica utilità”, capace cioè apportare un reale beneficio ai suoi fruitori? Partendo dagli sforzi della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione per formare amministratori di eccellenza, degli inviti dei linguisti ad abbandonare il linguaggio “arcaico, improprio, incomprensibile, tale da respingere anziché aiutare il cittadino” (così lo definiva Sabino Cassese nel 1993), non mancano casi ed esperienze incoraggianti da que- sto punto di vista: progetti per l’amministrazione di qualità (ad esempio, MiglioraPA) e la valorizzazione delle competenze, C.A.S.T. e scuole di partecipazione e di cittadinanza attiva, Linee amiche e Care Center, portali dedicati alla diffusione di linee guida e buone pratiche, app per smartphone che permettono di fruire in mobilità dei servizi delle amministrazioni, felici casi di web tv comunali, ecc. Eppure, leggendo i dati dell’ultimo Rapporto Censis sulle Città Digitali o il Rapporto e-Gov Italia 2010 viene da chiedersi quanto ancora sia lungo il percorso verso la costruzione di un’effettiva e-Democracy. E certo non aiutano i tagli e i ritardi nella diffusione della banda Silvia Gravili - Università del Salento - [email protected] larga nel nostro Paese, a testimonianza di comportamenti fortemente contraddittori che, se da un lato presentano le nuove tecnologie come chiave per la competitività nazionale, dall’altro ne pongono serie tare allo sviluppo. Cosa augurarci, allora, per i prossimi 150 anni? Che entrino nella pratica quotidiana e nella nostra cultura di cittadini strumenti (come, ad esempio, ComunicAzione) che aiutano la comprensione e la trasparenza del processo decisionale della PA, diffondendo una generale e profonda presa di coscienza del ruolo e del contributo che ciascuno di noi dà allo sviluppo della “cosa pubblica”, perché “comunicare” diventi realmente sinonimo di “partecipare”. 17 Meno spese per l’erario più efficienza nei servizi L’Agenzia delle Entrate si fa...in due Tiziana delle Entrate a Bologna, che ha visto la creazione di Sabattini due poli, in Via Marco Polo 60 e in Via Larga 35. Per mantenere l’impegno nell’assistenza al contribuente, sono stati rafforzati i servizi erogati nei frontoffice delle due sedi, con un’offerta complessiva di 49 postazioni sul territorio comunale. Riassetto organizzativo, razionalizzazione e contenimento della spesa sono le linee guida della nuova distribuzione degli uffici territoriali dell’Agenzia L’indirizzo Pec, raggiungibile solo da caselle di posta elettronica certificata, è: [email protected] Per migliorare l’accessibilità dell’Ufficio di Bologna 1, è stato creato un parcheggio riservato ai contribuenti. Per ulteriori informazioni e chiarimenti i contribuenti possono consultare il sito internet regionale http:// emiliaromagna.agenziaentrate.it o contattare il numeri dedicati della Direzione Provinciale di Bologna (tel. 051 6103356 - 051 6103454 - 051 6103605) NUOVI UFFICI TERRITORIALI DELLA DIREZIONE PROVINCIALE DI BOLOGNA DENOMINAZIONE Bologna 1 RECAPITI CODICE UFFICIO ORARI AL PUBBLICO via Marco Polo, 60 - Bologna Tel 051 6103111 TGD Fax 051 6103983 Tel 051 6103111 TG6 Fax 051 6103608 Imola dal lunedì al venerdì, dalle 8.45 alle 12.45 il martedì e il giovedì, anche dalle 14.30 alle 16.30 Piazza Gramsci, 20 – Imola Tel 051 6103111 TGR Fax 051 6103900 2011 Bologna 2 via Larga, 35 – Bologna PRIMO PIANO Dallo scorso 28 novembre nella Direzione provinciale di Bologna, diretta da Patrizia Zamboni, operano gli uffici territoriali di Bologna 1, Bologna 2 e Imola. La Direzione provinciale di Bologna ha inoltre adottato il nuovo servizio di Posta Elettronica Certificata per comunicare in modo rapido ed efficace con i cittadini. Comunicazione 18 Nuovo Sistema di Gestione Documentale Attivate tutte le DP della regione INTERVISTA Biagio Cunsolo A Francesco Vasta “pilota” del Nuovo Sistema di gestione Documentale (NSD) chiediamo come ha condotto il suo team nei passaggi salienti dell’attivazione della nuova procedura telematica? Sono diventato coordinatore del gruppo di lavoro per l’attivazione del nuovo sistema documentale il 30 marzo 2011, succedendo alla dott.ssa Giovanna Bonarini ed al dott. Vincenzo Possemato. Mi sono così trovato ad essere coordinatore di un team già formato da alcuni mesi, omogeneo e preparato. Insieme abbiamo deciso che affinché il passaggio dal vecchio al nuovo sistema avvenisse senza apportare disservizi, soprattutto all’utenza, era necessario effettuare degli incontri di presentazione ai dirigenti ed al personale delle DP e degli UT, nonché delle successive riunioni di carattere particolarmente tecnico e operativo con i locali Amministratori di AOO, i gestori di rete e coloro che utilizzano il sistema per la protocollazione in entrata. Sottolineo che si tratta di un sistema assolutamente nuovo e completamente diverso da quello usato in precedenza. Chi sono gli Ammi nistratori dell’Area Organizzativ a Omogenea (c.d. AOO)? Sono gli esperti del sistema di gestione documentale e costituiscono il riferimento organizzativo ed operativo per il personale della DR/DP. Conoscono le funzionalità del sistema e le regole organizzative della propria AOO. Sono loro che hanno effettuato tutte le operazioni propedeutiche all’attivazione del sistema e ne assicurano il corretto mantenimento. Vengono nominati dal Direttore Regionale/Provinciale. Capillarmente il territorio è stato presieduto dal tuo team che con grande professionalità ha gestito ogni attivazione e ha garantito che tutto funzionasse fin dal primo momento. Com’è riuscito a fare ciò? Ci siamo organizzati. Innanzitutto c’è stato un grosso lavoro propedeutico. Come ho detto abbiamo effettuato diversi incontri preparatori, poi abbiamo seguito le DP nella stesura del Manuale di Gestione che definisce tutte le regole dettate dal Direttore Provinciale (ruoli, permessi, protocollazione, assegnazione). Ricordo infatti che con questo sistema, se ben utilizzato, è possibile non solo protocollare un documento, ma visualizzarlo, creare il fascicolo elettronico, seguirne insomma tutta la storia, pertanto, per le regole di visibilità, sono molto importanti i ruoli e permessi che il Direttore Provinciale attribuisce. I giorni dell’attivazione poi, presso ogni Ufficio erano presenti almeno due tutor che, innanzitutto, supportavano i colleghi dei front-office nella ricezione dei documenti e, successivamente, assistevano il personale in tutte le 19 In effetti sono soddisfatto di come è avvenuto il passaggio dal vecchio al nuovo sistema, non si sono creati disservizi e tutto ha funzionato al meglio presso tutte le Direzioni Provinciali. Adesso s’inizia a dialogare in maniera diversa con il contribuente? Certo, grazie alla casella PEC collegata al sistema documentale è possibile dialogare con loro. Sono in corso iniziative per promuovere questo strumento quali l’obbligo per i professionisti di dotarsi di PEC e la possibilità per i cittadini che ne fanno richiesta di ottenere gratuitamente una casella di posta elettronica certificata. Si pensi che in occasione Svelaci qual è la vera essenza della nuova procedura telematica? Come ho già detto, è senz’altro la visualizzazione del documento e la sua fascicolazione. Nel fascicolo elettronico possiamo inserire tutti i documenti protocollati e non relativi ad una pratica; inoltre ne permette la condivisione con i componenti dello stesso un ufficio/team, nonché ai suoi diretti superiori. E’ anche possibile condividerlo con altre strutture coinvolte nella lavorazione. Ora il capo ufficio, in assenza dei suoi collaboratori, non deve più andare a cercare la pratica, ma basta che visualizzi il fascicolo per vederne tutto lo stato. Il NSD garantisce la tracciabilità di tutti i passaggi, con conseguente monitoraggio di ciascun atto? Certo, è tutto tracciato. Il Capo struttura può vedere lo stato dei documenti ed effettuare i monitoraggi su tutte le attività della propria struttura e di quelle gerarchicamente inferiori … La PEC ? Al sistema documentale è collegata la casella di posta elettronica certificata per la ricezione e l’invio direttamente nell’ambito del sistema e viene attivata il giorno stesso in cui si attiva il nuovo sistema. La PEC ha assunto un particolare rilievo nel processo di ammodernamento della Pubblica amministrazione per le particolari garanzie di qualità, tracciabilità e sicurezza che offre, nonché per snellire alcuni adempimenti quali le indagini finanziarie o le richieste di assistenza degli intermediari. La PEC è destinata a diventare uno dei principali canali di comunicazione tra cittadino ed amministrazione. Ricordo che ha valore legale ed è equiparata ad una raccomandata con ricevuta di ritorno e, in caso di contenzioso, garantisce l’opponibilità a terzi del messaggio. INTERVISTA Possiamo dire che grazie al lavoro d’equipe magistralmente da te coordinato si è avuto un passaggio indolore delle modalità lavorative? dell’ultimo concorso per l’assunzione di 855 funzionari, su 9.020 domande arrivate, 1000 sono pervenute tramite PEC. 2011 altre operazioni legate al sistema. Quando richiesto abbiamo anche effettuato incontri per illustrare ulteriormente il nuovo sistema documentale. Comunicazione 20 Fiscalis 2011 Continua il programma istituito su iniziativa del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea per favorire l’applicazione uniforme della legislazione comunitaria e la cooperazione tra i paesi dell’unione NOTIZIE Giulietta Motola Dopo le positive esperienze degli anni precedenti anche nel 2011 abbiamo accolto nella nostra Direzione Regionale, nell’ambito delle visite di lavoro previste dal programma Fiscalis, due funzionari provenienti da amministrazioni fiscali estere. Quest’anno sono state nostre ospiti Rita Castelo Matos Simoes, funzionario del servizio di giustizia tributaria dell’ Amministrazione fiscale portoghese che si occupa dell’implementazione della legislazione interna ed europea e Sarolta Bàn-Szabò, funzionario della Direzione della Contea Szabolcs-Szatamàr-Bereg che si occupa per l’amministrazione fiscale ungherese di controlli fiscali con particolare riguardo alle operazioni transnazionali. Il programma Fiscalis, istituito su iniziativa del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea per favorire l’applicazione uniforme della legislazione comunitaria e la cooperazione tra i paesi dell’unione, prevede, tra le altre iniziative, visite di lavoro che hanno la finalità di far conoscere ai funzionari appartenenti ad amministrazioni fiscali dei Paesi dell’Unione i sistemi fiscali di altri paesi comunitari. Le nostre due ospiti sono state accolte dal capo dell’Ufficio Formazione, Comunicazione e Sviluppo, la dott. Anita Pezzetti, che ha dato loro il benvenuto per poi affidarle alle rispettive tutor: Margherita Casadei dell’Ufficio Contenzioso della Direzione Regionale ha curato la visita di lavoro della collega portoghese mentre Alice Sandri e Francesca Zurzolo, rispettivamente dell’Ufficio Accertamento e Grandi Contribuenti della Direzione Regionale, hanno guidato la funzio- naria ungherese nel suo viaggio attraverso le attività di controllo svolte dagli Uffici della Direzione Regionale. Considerata la diversa provenienza professionale le tutor hanno predisposto per Rita e Sarolta un percorso assolutamente aderente alle loro aspettative. Il programma della visita ha previsto momenti condivisi che si sono alternati a momenti di incontri e scambi lavorativi individuali in cui le funzionarie, seguite dalle rispettive tutor, hanno conosciuto gli Uffici e gli ambiti lavorativi della Direzione Regionale connessi alla specifica attività di provenienza. Dopo una fase introduttiva comune dedicata all’illustrazione del sistema fiscale italiano, della mission dell’Agenzia delle Entrate e dell’organizzazione delle strutture con particolare riguardo agli Uffici della Direzione Regionale, le funzionarie sono entrate nel vivo delle tematiche di specifico interesse. Rita Simoes ha approfondito l’organizzazione della giustizia tributaria e le principali regole del processo esaminando inoltre le procedure e le banche dati correntemente utilizzate dai nostri Uffici legali. Sarolta Ban Szabò ha appreso i metodi e le 21 procedure di controllo utilizzate dagli Uffici regionali e provinciali con l’approfondimento di un caso di transfer pricing. Le colleghe hanno poi trascorso insieme una giornata presso la Direzione Provinciale di Bologna, dove, accompagnate da Stefano Zammartini che ha fatto loro da interprete e da “cicerone”, hanno esplorato l’organizzazione e i compiti dell’Area Controllo nonché del front office e del back office dell’Ufficio territoriale. L’ ultimo giorno, dedicato al confronto delle peculiarità dei sistemi fiscali italiano, portoghese ed ungherese è stata per tutti una occasione preziosa di arricchimento e confronto: è stato molto interessante scoprire, ad esempio, che l’aliquota massima della tassazione ungherese sul reddito delle persone fisiche è del 19% e che il sistema di giustizia tributaria portoghese fa precedere la fase giurisdizionale dalla fase amministrativa del reclamo e del ricorso gerarchico. Non poteva mancare nella settimana di visita il momento conviviale in osteria. Secondo la più classica tradizione ospiti e anfitrioni si sono ritrovati davanti ai piatti tradizionali della cucina bolognese e tra una crescen- tina e un bicchiere di vino buono abbiamo brindato e scattato foto-ricordo. Al momento della partenza, Rita e Sarolta ci hanno salutato definendo “really memorable and interesting” l’esperienza in Bologna. A rendere memorabile l’esperienza ha contribuito l’entusiasmo della “task force” costituita per l’occasione che ha impiegato risorse e tempo, anche oltre l’orario di lavoro, per rendere il soggiorno delle ospiti il più piacevole possibile. E niente poteva essere più gratificante per tutti noi delle parole che Rita e Sarolta ci hanno lasciato. volta a rendere più veloci ed efficienti i servizi. In sostanza, l’accordo prevede un impegno da parte dei professionisti per far conoscere e utilizzare tutti i servizi telematici attivati o di futura attivazione e utilizzare la Posta Elettronica Certificata quale canale privilegiato per la trasmissione di documenti e istanze. L’Agenzia delle Entrate, da parte sua, si impegna a potenziare i servizi telematici presso le strutture territoriali ed agevolarne la conoscenza ed il loro utilizzo. Tutto questo, finalizzato al miglioramento delle prestazioni dell’amministrazione finanziaria e, di conseguenza, alla soddisfazione delle persone e delle imprese oltre che dei professionisti. A questo scopo l’Agenzia, con cadenza annuale, verificherà lo stato di attuazione di questi intenti. 2011 Lo scorso 2 novembre è stato siglato a Bologna un Protocollo di intesa tra Agenzia delle Entrate e gli Ordini dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili dell’Emilia-Romagna. L’obiettivo che l’intesa si propone di raggiungere è quello di favorire la comunicazione e migliorare le relazioni tra i contribuenti e l’Amministrazione Finanziaria attraverso la realizzazione di un proficuo rapporto di collaborazione e trasparenza tra quest’ultima e gli Ordini dei Commercialisti e degli Esperti Contabili. Una “rete istituzionale”, quindi, NOTIZIE Intesa tra l’Agenzia delle Entrate e l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili Comunicazione 22 Gli “scherzetti” dell’Agenzia NOTIZIE Antonella Pellegrino Scherzetti finiti male per gli evasori della notte di Halloween che hanno “festeggiato” in compagnia degli agenti del Fisco. Scontrini fiscali sostituiti dai timbri sulla mano all’ingresso o da talloncini colorati ai guardaroba, biglietti in prevendita non contabilizzati, discoteche camuffate da circoli associativi e lavoratori in nero. Questo e altro, i funzionari dell’Agenzia delle Entrate con la collaborazione della SIAE hanno scoperto grazie all’operazione Halloween II, realizzata nei confronti di 27 locali su tutto il territorio dell’Emilia-Romagna. I controlli hanno interessato i luoghi di divertimento che, secondo le informazioni raccolte dai funzionari dell’Agenzia, nella notte del 31 ottobre organizzavano serate a tema con una consistente presenza di pubblico. Le donne e gli uomini del fisco “travestiti” da normali clienti, hanno in prima battuta monitorato l’affluenza di avventori e le casse all’ingresso, i guardaroba traboccanti di cappotti e piumini e i bar per verificare la corretta emissione delle ricevute fiscali. Successivamente, si sono presentati per poi contestare ai gestori le irregolarità riscontrate, accertare la presenza di lavoratori in nero, infine, controllare le scritture contabili e gli incassi effettivi. Dopo ore di appostamento e di controlli, alle prime luci dell’alba gli 007 del Fisco hanno tirato le somme delle irregolarità e constatato incassi in nero in tutta la regione per un totale di 40mila euro. Soltanto nel capoluogo emilianoromagnolo ammontavano a più di 8mila euro le entrate non contabilizzate (tra titoli di ingresso e guardaroba) di due noti locali di intrattenimento, a fronte di un incasso effettivo complessivo di oltre 16mila euro. Eclatante, poi, il caso di un locale notturno di Reggio Emilia, che con tanto di vocalist, dee jay, ragazze immagine, e quasi 2mila persone in sala, formalmente risultava essere un’associazione di “promozione sociale”. Il finto ente non commerciale smascherato dai funzionari del Fisco con l’aiuto degli agenti della Polizia Municipale reggiana, nella “notte delle streghe” non ha emesso scontrini fiscali per un importo di circa 7.500 euro, ai quali vanno aggiunti oltre 30mila euro ricavati dai biglietti venduti in preven- dita. Sempre nel reggiano, l’identificazione, in un altro locale di intrattenimento, di 3 lavoratori in nero; mentre in un terzo scoperti altri 12 lavoratori non in regola oltre che la mancata emissione di 300 scontrini fiscali all’ingresso e 120 per il deposito cappotti. Una discoteca ferrarese ha nascosto all’amministrazione finanziaria un incasso di quasi 4mila euro, mentre nel modenese i verificatori hanno contestato la mancata emissione di scontrini tra bar e guardaroba per un importo evaso di quasi 3mila euro. Sotto la lente dei controlli anche il resto della regione. Dalle due visite dei funzionari dell’amministrazione finanziaria in altrettanti locali del piacentino sono emerse irregolarità per un ammontare di circa mille euro. Ancora mille euro evasi in un locale del parmense e altrettanti euro tra imposta sugli spettacoli e non corretta applicazione dell’aliquota Iva, oltre alla presenza di 5 lavoratori in nero, nel riminese. A Ravenna, infine, i verificatori hanno tolto la maschera ad una finta associazione culturale, che in realtà organizzava spettacoli di intrattenimento. Una menzione a parte meritano, 5 locali (due nel riminese, uno a Cesena, Ravenna e Parma) dei 27 controllati, per i quali gli scherzetti compiuti dai funzionari dell’Agenzia sono andati a buon fine in quanto non sono state riscontrate irregolarità. 23 Piacenza: accertata evasione milionaria Da una verifica fiscale svolta nei confronti di una tipografia sono emersi rilievi per oltre 1.170.000,00 di euro. La truffa, scoperta grazie all’attività di intelligence dell’Ufficio Governo, Analisi e Riscossione della Direzione Provinciale di Piacenza, si reggeva su uno schema collaudato. In media una volta a mese, per stessa ammissione del rappresentante legale, la consueta fattura per l’approvvigionamento della carta veniva trascritta sul registro contabile con incrementi che superavano il 1000per cento. Da 18mila euro si arrivava così a 227mila euro, fino ad accumulare oltre un milione di euro di costi letteralmente “inventati”. Il “fulcro” che ha reso possibile l’accertamento è l’Area di Staff – Governo, Analisi e Riscossione, attiva dal mese di luglio di questo anno, che, oltre ad analizzare le segnalazioni - interne ed esterne – che arrivano all’Ufficio, effettua un continuo monitoraggio del territorio provinciale alla ricerca di potenziali evasori. Ci si è resi conto, infatti, che occorreva dotarsi di una struttura capace di raccogliere tutte le informazioni provenienti dagli ambiti più disparati e, soprattutto, in grado di analizzarle, effettuando quella sintesi e quegli “incroci” che permettono di evidenziare i fenomeni sospetti. Si è voluta dare, inoltre, una casa comune alle esperienze, alle professionalità ed alle idee patrimonio di ogni singolo funzionario, stimolando la collaborazione tra le diverse articolazioni dell’Ufficio, con l’intento di favorire una reale condivisione ed un proficuo trasferimento delle conoscenze. Giuliano Calura L’attività di intelligence è finalizzata a fornire all’Area Controlli ed agli Uffici Territoriali, non solo dei nominativi proficui, solvibili ed ad alto risk score, ma anche dei percorsi elaborati internamente e testati mediante accessi sperimentali, al fine di garantire un recupero di efficienza ed efficacia nell’azione di contrasto all’evasione. In futuro, non solo ai tipografi gli “acquisti di carta” costeranno salato. NOTIZIE Non era immune da trucchi contabili nemmeno il parco auto dell’impresa: per le quattro auto a disposizione dei due soci erano stati infatti dedotti integralmente tutti i costi, per ulteriori 58mila euro di evasione. 2011 Si concedeva una “trasgressione” al mese, gonfiando le fatture per la fornitura della carta. Così un tipografo piacentino aveva alleggerito il proprio reddito imponibile di 2,3 milioni di euro, più 230mila euro di Iva detratta indebitamente. Comunicazione 24 Calcio e solidarietà Emilio Di Stasio L’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna e i Campioni d’Italia dell’Hellas Verona (84-85) in campo contro la sclerosi multipla C’era un insolito movimento sabato 1° ottobre dinanzi all’Agenzia delle Entrate di Rimini; nonostante l’ufficio fosse chiuso, intorno alle sette e quaranta una decina di funzionari sono arrivati alla spicciolata come se si trattasse di un normale giorno lavorativo. Erano lì non per svolgere la quotidiana attività di assistenza ai contribuenti e di contrasto dell’evasione fiscale, bensì per partire alla volta di Legnago, cittadina in provincia di Verona dove poi sarebbero arrivati altri colleghi da Reggio Emilia, da Bologna e da altre città dell’Emilia-Romagna, per partecipare ad un quadrangolare di calcio per beneficienza organizzato per raccogliere dei fondi da devolvere alla Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Il torneo è stato organizzato dalla sezione dell’AISM di Legnago ed ha visto la partecipazione, oltre che della squadra della Direzione Regionale dell’Emilia-Romagna dell’Agenzia delle Entrate, della formazione delle vecchie glorie dell’Hellas Verona, di quella degli ex giocatori della Legnago Salus e di una compagine formata dai medici dell’Azienda U.L.S.S. Mater Salutis di Legnago Appena entrati nello stadio tutti i membri della squadra hanno provato una grande emozione nell’essere fianco a fianco con delle autentiche glorie del calcio italiano quali Pierino Fanna, Vittorio Pusceddu, Franco Nanni, Domenico Penzo, Luciano Marangon, Luigi Sacchetti, ed altri ancora; che dire, poi, del ritrovarsi addirittura seduti in panchina accanto ad Osvaldo Bagnoli, allenatore che sarà ricordato per lo scudetto del suo Verona conquistato nel campionato 1984 - 1985, per la sua enorme competenza calcistica, ma soprattutto per le sue qualità umane e per la sua serietà. A tale emozione, però, ne è seguita un’altra ben più forte qualche minuto dopo; infatti, prima del calcio d’inizio tutti i partecipanti hanno salutato alcune persone ammalate di sclerosi multipla presenti a bordo campo per assistere al torneo; stringere la mano ad una persona costretta sulla sedia a rotelle, trovarsi faccia a faccia con la sua malattia, ha fatto prendere coscienza a tutti di cosa sia la sclerosi multipla. 25 Nella prima partita, disputata contro gli ex giocatori del Legnago Salus (la prima squadra disputa il Campionato di serie D), la formazione dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia-Romagna ha tenuto bene il campo, ma alla fine si è dovuta inchinare di fronte a due eccezionali gol da fuori area realizzati dagli avversari; si è conclusa in pareggio, invece, la seconda partita disputata contro la squadra composta da medici, situazione di pareggio che neanche i calci di rigore hanno sbloccato. Alla fine il torneo è stato vinto dagli ex-giocatori dell’Hellas Verona, per i quali gli anni passano ma la classe resta immutata. Al termine premiazioni, saluti, fuochi d’artificio tricolori e risotto per tutti; poi, un saluto ai colleghi che chissà quando si rivedranno ed il ritorno a casa con un gran sorriso e la soddisfazione di aver trascorso una gran bella giornata di amicizia e solidarietà. Pasquale Stellacci e Luciano Marangon (Hellas Verona) Emilio Di Stasio tra Vittorio Pusceddu giocatore ed Emiliano Mascetti allenatore in seconda dell’Hellas Verona Campione d’Italia Osvaldo Bagnoli allenatore Hellas Verona Campione d’Italia (a lato) 2011 Nella pagina a fianco Pasquale Stellacci con Domenico Penzo ENTRATE IN SPORT Di fronte a tutto questo, l’aspetto sportivo non poteva che passare in secondo piano; certo, la voglia di giocare e di fare bella figura era tanta, ma ormai la cosa più importante era la consapevolezza di partecipare ad un evento in grado di dare un aiuto, seppur piccolissimo, alle persone affette da questa terribile malattia. Comunicazione i d te “ e i g ma L ” e ch s i v r e ni t e n io z a c in o C u m LUCA TONI: da goleador della Fiorentina a campione del mondo con la Nazionale MATTEO ABBATE: Partita Bari - Verona 0-1 gol di Abbate MATTEO ABBATE: da terzino del neopromosso Hellas Verona a difensore goleador degli scaligeri impegnati nella lotta per la serie A PASQUALE STELLACCI: da Direttore “in jeans” dell’ex Ufficio di Faenza a Capo Settore Accertamento della Direzione Regionale dell’EmiliaRomagna GIOVANNA ALESSIO: da Direttore dell’ex Ufficio di Modena a Direttore Regionale delle Marche DONATELLA PIERLEONI da Direttore “entusiasta” dell’ex Ufficio di Guastalla a Capo Ufficio Contenzioso della Direzione Regionale dell’Emilia-Romagna NINO DI GERONIMO: da Capo dell’ex Ufficio Controlli Fiscali della DRER a Direttore Regionale della Calabria i n g a p m ri o C t s u l il Lorenza Lei e Tiziana Sabattini Gianfranco Fini e Giovanna Zannini 29 Una tragica storia di donne Il tragico episodio ha messo in luce una realtà a dir poco inquietante: lavoro “in nero” e sottopagato, norme di prevenzione e sicurezza inesistenti o comunque inadeguate , carenza di controlli a vari livelli. Come sempre accade quando una notizia è di forte impatto emotivo, la risonanza mediatica è stata notevole ed abbiamo letto e ascoltato una profusione di commenti. Le operaie “clandestine” percepivano un compenso ampiamente inferiore a quello regolare, osservavano orari di lavoro anche molto pesanti, non avevano alcuna copertura assicurativa, né garanzie di continuità del lavoro, né tutele legali o di alcun altro tipo. Perfino il modestissimo salario è quasi beffardo: 3,95 Euro all’ ora, Una situazione al di fuori di ogni regola, che poteva essere subìta solo per assoluta necessità e che, invece, pare fosse accettata da tutti come ineluttabile fattore di una vita fatalmente difficile. Le vittime, infatti, erano tutte donne e, tranne la sfortunata ragazzina, tutte lavoratrici che avevano accettato, come chissà quante altre, condizioni lavorative pesantissime e rischiose. Nelle interviste diffuse dai media nessuna critica è stata mossa al datore di lavoro, neppure dall’ unica operaia sopravissuta al disastro, né dalle famiglie delle vittime, né dai loro concittadini, mentre molto più aspri sono stati i giudizi sulla mancanza di controlli da parte dei competenti uffici pubblici. Molti pensavano che il crollo sarebbe accaduto anche se il laboratorio fosse stato in regola e che nessuna colpa poteva essere attribuita al titolare, anch’esso duramente colpito dalla perdita della figlia. Probabilmente su ogni possibile rancore prevaleva la pietà per il dolore di un padre e la solidarietà fra persone unite in una grande disgrazia. Ma, a parte le responsabilità o le colpe (che verranno accertate nelle opportune sedi) ed il più profondo rispetto per la comune sofferenza , credo che questo tristissimo episodio vada inquadra- E non è un caso che siano le donne a pagare di più il prezzo di una crisi che pure è diffusa e generalizzata, perché è evidente che esse rientrano fra le categorie più indifese. Lavoratrici con scarsa forza contrattuale, forse poco organizzate e sicuramente -per cultura e per tradizioni- più inclini degli uomini al sacrificio ed alla sottomissione, pressate da un disagio economico-sociale così profondo da attutire anche la percezione dei loro diritti, eppure persone forti e capaci di affrontare le difficoltà della vita con scelte decorose e degne di stima. Sono queste le donne che le necessità hanno indotto, rassegnate più che consenzienti, a svolgere un lavoro clandestino e malpagato, ma onesto. Ed è soprattutto per questo che voglio così ricordarle: giovani donne, ciascuna con una sua storia alle spalle e con un comune tragico destino, sfortunate e coraggiose, che hanno perso la vita ma non la dignità. Maria Antonietta Sassani PARI OPPORTUNITA’ Quattro di esse erano operaie di questo laboratorio, mentre l’altra era la giovanissima figlia del titolare della piccola azienda e si trovava casualmente nel luogo del disastro. to in un contesto più ampio , con alcune considerazioni in un’ottica di genere. 2011 Non molto tempo fa, a Barletta, cinque giovani donne hanno perso la vita per il crollo che ha travolto un laboratorio di maglieria. come se anche quattro fossero troppi! Comunicazione 30 Una bella esperienza Il Comitato per le Pari Opportunità termina il proprio mandato PARI OPPORTUNITA’ Maria Antonietta Sassani Dopo quasi diciassette anni di attività, il nostro Comitato termina il proprio mandato, sostituito dai nuovi organismi paritetici di recente costituzione. E’ dunque tempo di bilanci e di saluti e vorrei qui ripercorrere un po’ della nostra storia, cercando di essere obiettiva , anche se non posso nascondere una certa emozione, intrisa di malinconia e di orgoglio. Il primo Comitato Regionale per le Pari Opportunità risale al gennaio del 1995 e da allora ha visto modificarsi più volte il suo assetto e succedersi molti componenti, ma non è mai venuta meno una grande coesione interna , né la volontà di operare concretamente e nel miglior modo possibile. Sono molte le iniziative ed i progetti realizzati e sarebbe davvero troppo lungo elencarli tutti, ma lasciatemi ricordare, in ordine sparso, almeno quelli più significativi. Il “Codice etico - Profili comportamentali contro le molestie sessuali nei luoghi di lavoro” E’ stato uno dei nostri primi documenti. Datato 1997 e successivamente reiterato per adeguarlo alle innovazioni normative, è stato adottato - in vari tempi - da tutte le Direzioni Regionali dell’ Emilia Romagna (Entrate, Territorio, Demanio , Dogane), che sono state sicuramente fra le prime pubbliche amministrazioni ad accoglierne i principi e le finalità. disagio lavorativo dovuto sia alle loro specifiche esigenze, sia alle innovazioni organizzative degli Uffici. L’asilo nido aziendale In particolare riguarda il personale non vedente e ipovedente, fino ad ora addetto ai centralini telefonici, che dovrà essere ricollocato dopo l’abolizione degli stessi centralini. Presso la Direzione Regionale delle Entrate è in funzione dal 2008 un bellissimo asilo nido aziendale (L’isola dei tesori), realizzato grazie all’ impegno di molti, fra cui di primaria rilevanza la stessa Direzione Regionale, ma di cui rivendichiamo l’iniziativa, la cura delle prime fasi del progetto ed una fattiva partecipazione sino alla sua felice conclusione. Le iniziative per migliorare le condizioni e l’ambiente di lavoro Il progetto “Riprendiamo il lavoro insieme” Destinato ai dipendenti costretti a lunghe assenze, prevede di fornire loro un concreto supporto, sia durante l’assenza stessa, sia al rientro in Ufficio. L’obiettivo del progetto è quello di tutelare le competenze personali e di favorire il reinserimento in servizio di quei lavoratori che potrebbero trovarsi in difficoltà. Il progetto “Lavoro senza ostacoli” E’ fra le ultime iniziative del Comitato, che ha predisposto un progetto per consentire ai dipendenti disabili di superare il Il progetto si è concluso con la formulazione, da parte del Comitato, di concrete proposte ai competenti Uffici centrali. Il progetto “screening” In collaborazione con la Regione Emilia Romagna, è stato realizzato un progetto con l’ obiettivo di raccogliere dati statistici e di favorire la partecipazione dei dipendenti degli Uffici finanziari agli screening gestiti dalla stessa Regione per la prevenzione di alcune malattie tumorali. Le attività di informazione Oltre ad aver risposto alle singole richieste, abbiamo predisposto e distribuito raccolte delle disposizioni normative e contrattuali in materia di conciliazione fra lavoro e famiglia, per fornire uno strumento di facile utilizzo sia ai dipendenti sia alle strutture degli Uffici operativi che gestiscono il personale. 31 La “presenza” del Comitato Abbiamo sempre cercato di mantenere la “visibilità” del Comitato, anche all’ interno dell’ Amministrazione, con una attiva presenza in tutte le sedi competenti. E così, per fare qualche esempio, partecipiamo alle riunioni sindacali, abbiamo ottenuto l’inserimento- negli accordi sulla mobilità- di alcune clausole che tengono conto delle situazioni familiari, abbiamo sollecitato il rispetto delle norme sulla presenza femminile nelle commissioni d’esame e nelle riserve di posti. Per creare un rapporto diretto con i dipendenti, è stata istituita una rete di “referenti del Comitato” in tutti gli Uffici finanziari della Regione, che ha facilitato lo svolgimento di molte attività Le diverse prospettive Per dimostrare come è diverso il mondo femminile visto dalle donne, è stato organizzato un concorso fotografico a tema, riservato alle dipendenti degli Uffici finanziari, dal titolo “Le donne fotografano le donne”, che ha riscosso molti consensi e che ha indotto a serie riflessioni. La comunicazione Ritenendo la comunicazione di vitale importanza , abbiamo usato tutti gli strumenti disponibili. In particolare vorrei ricordare alcuni scritti su donne straordinarie, ma che non sono famose (come, ad esempio, Maria Luisa Dè Medici ed il suo “patto di famiglia”, che ha consentito di mantenere a Firenze ed allo Stato l’immenso patrimonio artistico delle raccolte medicee; Jessie White Mario che già nell’ 800 si occupava di femminismo e dei relativi problemi sociali, Agostina Bonetti Altobelli, che nei primi del ‘900 teneva conferenze sul divorzio, fondava una “Società operaia femminile” e la “Cassa Nazionale Assicurazioni Sociali”. E’ stato compilato e diffuso un ricco glossario sul linguaggio di genere (“Qualche parola sulle pari opportunità”). Il convegno “Quello che le leggi non dicono” Il convegno è stato organizzato, nel mese di maggio del 2010, in collaborazione con il Comitato Pari opportunità dell’ Università di Bologna e la Consigliera Regionale di Parità dell’ Emilia Romagna ed ha visto una lusinghiera partecipazione di pubblico, numeroso ed attento. Il tema del convegno era l’analisi dei diversi effetti (mai esplicitati) che le leggi possono avere sui destinatari, pur essendo formalmente uguali per tutti. L’obiettivo era la ricerca di quello che le leggi non dicono per trarne spunti propositivi . Potevamo fare di meglio ? Forse si, ma credo che il bilancio sia comunque positivo e che, tutto sommato, possiamo essere soddisfatti del lavoro svolto, perché vi abbiamo profuso impegno e passione e questo è di per sé un bel risultato. Siamo così arrivati ai saluti, malinconici, perché il Comitato è appena stato chiuso e già ne sento nostalgia. So bene che in queste occasioni è facile ricadere nel banale, ma non trovo altro modo per dire a tutti i componenti che si sono alternati nel tempo quanto sia stato per me importante lavorare con loro se non con un sincero ringraziamento. Grazie a tutti della stima e della fiducia che mi avete sempre accordato, sia volendomi come Presidente per tutta la lunga durata del Comitato, sia per la costante collaborazione. Con voi mi sono sempre sentita a mio agio e le nostre fattive riunioni di lavoro sono sempre state anche occasioni di incontro e di confronto, mai di contrasti o conflitti e si sono sempre svolte in un clima cordiale ed amichevole. Questo Comitato termina il suo mandato nella forma attuale, ma il mio vivissimo augurio è che nulla vada perduto del lavoro svolto e che la nascita della nuova struttura sia solo l’ importante momento di un percorso evolutivo dove le Pari Opportunità trovino sempre più attenzione. La nostra è stata davvero una bella esperienza, che ora si chiude ma che spero rimanga nella memoria di tutti noi con la stessa intensità del ricordo che accompagnerà me per sempre. PARI OPPORTUNITA’ Per conoscere e poter divulgare le norme in tema di pari opportunità, abbiamo colto tutte le occasioni: dal Corso di approfondimento tenuto presso la locale sede della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, ai gruppi di studio istituiti all’ interno del Comitato, alla partecipazione ai “Cantieri di innovazione” tenuti dal Dipartimento della Funzione Pubblica. Il Comitato ha un suo sito nella Intranet regionale dove pubblichiamo i nostri documenti più significativi; abbiamo uno spazio nel periodico aziendale “Comunicazione”, dove sono stati pubblicati moltissimi articoli, a mia firma, su vari argomenti: la violenza contro le donne, la leadership femminile, la parità e le pari opportunità, le celebrazioni dell’ 8 marzo, ecc. 2011 La formazione Comunicazione “… e un ridere rauco e ricordi tanti e nemmeno un rimpianto …” E’ arrivato per me il momento di lasciare il lavoro, ma sebbene sia felice di iniziare una nuova vita, sento anche un po’ di tristezza nell’andar via, soprattutto perchè lascio un gruppo di amici e un buon numero di ottimi colleghi. Nella ricerca delle parole da usare per questo saluto, ho ripercorso con la memoria la storia di questi anni passati in Agenzia, anni in cui mi è capitato di conoscere tante persone. Così come in un film, ho rivisto volti, occhi, e ricordato voci e storie di esperienze belle e a volte di amicizia. Vado via contento perché sarò finalmente libero da vincoli e potrò riempire le mie giornate cercando di realizzare almeno uno dei tanti progetti che ho in testa, ma sono convinto che nulla sostituirà il tempo che ho trascorso con molti di voi. Un saluto particolare agli amici della redazione, lavorare con loro è stata una bella esperienza che mi ha aiutato a crescere personalmente e professionalmente. Il nostro grafico da gennaio sarà in pensione, lui è felice noi no La professionalità che ha contraddistinto il suo operato è stata dilagante, la sua disponibilità è stata inverosimile ed encomiabile, il suo estro è stato particolare e forse irraggiungibile. Giorgio Bertuzzi ha saputo coniugare l’attaccamento al lavoro alla gioiosità operativa, grafico dalle innumerevoli reminiscenze, fotografo dalle sfolgoranti sfaccettature, giornalista dalle vibranti attenzioni, magico informatico ed illustre innovatore.. essenza tecnica del nostro periodico. Grazie, Giorgio... e se puoi, continuaci a curare da dietro le “quinte”. La redazione alcuni lavori di Giorgio Bertuzzi