Dicembre - pdf - Direzione regionale Emilia Romagna

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Dicembre - pdf - Direzione regionale Emilia Romagna
A
Comunicazione
Registrazione Tribunale di Bologna n. 7734 del 19.02.2007
Anno quinto - numero 3 - DICEMBRE 2011
Periodico di cultura e informazione a cura dell’Agenzia delle Entrate - Direzione Regionale dell’Emilia-Romagna
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Sommario
Un’ altra compliance è possibile
Intervista al sindaco Virginio Merola
Normativa e sistema fiscale: diritti e doveri
delle organizzazioni non profit
L’evasione “costruita” sul mattone
La comunicazione che si evolve nella pubblica
amministrazione
Meno spese per l’ erario più efficienza
nei servizi
Nuovo Sistema di Gestione Documentale
Attivate tutte le DP della regione
Fiscalis 2011
Intesa tra l’ Agenzia delle Entrate
e l’ Ordine dei Dottori Commercialisti
ed Esperti Contabili
Gli “scherzetti” dell’ Agenzia
Piacenza: accertata evasione milionaria
COMUNICAZIONE
Registrazione Tribunale di Bologna
n. 7734 del 19.02.2007
Anno quinto - numero 3
Dicembre 2011
Legale Rappresentante
Antonino Gentile
Direttore Responsabile
Biagio Cunsolo
Coordinatore Editoriale
Giovanna Regina
Responsabile Progetto Grafico
Giorgio Bertuzzi
Foto
Biagio Cunsolo
Stampa
In proprio
SOMMARIO
Calcio e solidarietà
Le magiche interviste di Comunicazione
Compagni illustri
Una tragica storia di donne
Il comitato per le pari opportunità
termina il proprio mandato
redattori:
Pierluigi De Rosa, Antonella Pellegrino,
Tiziana Sabattini
per questo numero
si ringrazia:
Matteo Abbate
Giuliano Calura
Emilio Di Stasio
Silvia Gravili
Virginio Merola
Giulietta Motola
Salvatore Padula
Maria Antonietta Sassani
Giovanna Zannini
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Giovanna
Regina
Siamo alla fine di un altro anno insieme, una fine che è anche inizio. L’ultimo appuntamento
del 2011 con il nostro periodico ci racconta cosa è successo negli ultimi mesi, dentro e fuori
dall’Agenzia.
“Tempo di bilanci”, si dice spesso in questi casi. È il momento per guardare dietro, per
analizzare quello che è accaduto nell’anno appena trascorso: i risultati raggiunti, l’impegno
e la professionalità di chi ogni giorno lavora per una missione condivisa. Mai come in questo
momento, complici le difficoltà finanziarie e lo spettro della recessione, l’evasione fiscale è sentita
come un problema “comune”. E comune deve essere il nostro sforzo per raggiungere gli obiettivi
istituzionali dell’Agenzia.
La fine dell’anno è anche il momento dei ringraziamenti, in primis a chi fa vivere questo giornale,
che riscuote elogi e apprezzamenti non solo all’interno dell’Agenzia ma anche tra i nostri lettori
esterni.
Per concludere, è questo il momento degli auguri, ai colleghi e ai lettori, a tutti quelli che credono
nel nostro giornale, che lo leggono, che lo criticano, che lo utilizzano, che lo vivono.
Auguri di buon Natale. Una ricorrenza che costituisce la celebrazione religiosa più sentita dai
cristiani ma anche un giorno di festa per tutti, che ha assunto un significato laico legato alla
famiglia, alla serenità, allo scambio dei regali.
Nel rispetto di ogni religione e di ogni sensibilità, in un momento in cui i presepi sopravvivono
forse solo nelle case dei nonni, io voglio esprimere, senza timori, un Augurio religioso che non
ci fa celebrare il ricordo di una natività lontana ma riporta alla nostra attenzione e alla nostra
riflessione l’esigenza di un rinnovamento nell’ottica della solidarietà.
2011
Auguri di cuore
Comunicazione
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C
Un’altra
compliance è possibile:
le nuove strade per favorire l’adempimento spontaneo nel convegno
organizzato dalla Direzione Regionale Emilia-Romagna
PRIMO PIANO
Pierluigi
De Rosa
Quali sono le nuove strade della
compliance? Come si può contrastare l’evasione fiscale e al tempo
stesso incentivare il comportamento virtuoso dei contribuenti,
all’interno di un nuovo rapporto
tra cittadino e Stato? Questi i temi
principali del convegno Il fattore
compliance: dal contrasto all’evasione all’adempimento spontaneo, organizzato dall’Agenzia
delle Entrate Emilia-Romagna, in
collaborazione con
l’Ordine dei Dottori
commercialisti e degli Esperti contabili
di Bologna e con l’Università di Bologna, tenuto
lo scorso 15 novembre nella
suggestiva cornice del Convento di San Domenico a Bologna.
Ottima l’adesione, circa 400 partecipanti, che in apertura hanno
ricevuto il saluto del Prefetto di
Bologna, Angelo Tranfaglia.
Il convegno nasce dall’esigenza
di inserire il fenomeno dell’evasione fiscale in una cornice
nuova, non più confinata alla
dimensione prettamente economico-giuridica, ma estesa alla
statistica, all’economia sociale,
alla sociologia. L’altro elemento
di novità che ha ispirato l’organizzazione del convegno, come
testimonia il titolo, è l’attenzione dedicata alla compliance, l’adempimento spontaneo del contribuente agli obblighi tributari. È
ancora frequente, nell’approccio
al problema dell’evasione fiscale, una eccessiva focalizzazione
sull’azione di deterrenza, a discapito di una visione sistemica del
fenomeno.
Su questa pietra angolare si innesta la nuova policy dell’Agenzia
delle Entrate, illustrata da Marco Di Capua, Direttore Vicario
dell’Agenzia delle Entrate, che
nel suo intervento ha individuato
proprio nella compliance il termine ultimo dell’azione amministrativa. Le attività di controllo
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Comunicazione
PRIMO PIANO
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non sono orientate esclusivamente a reprimere i comportamenti
devianti, ma rappresentano una
diversificazione degli approcci
rispetto ai servizi di assistenza e
informazione, che al contrario si
propongono di agevolare l’adempimento. Le due “anime” dell’Agenzia, in questo senso, convivono nel comune obiettivo di favorire l’adempimento spontaneo,
secondo la dottrina della spinta
gentile, teorizzata da Richard
Thaler e Cass Sunstein. Questo
filone di pensiero, che ha già trovato le prime forme di applicazione nel mondo anglosassone,
individua nell’apparato pubblico
non tanto un soggetto impositore,
quanto un “architetto delle scelte”
in grado di orientare il comportamento dei cittadini verso le scelte
migliori per sé e per gli altri, senza tuttavia imporlo di imperio.
In campo fiscale, la traduzione
operativa di questo metodo consiste nel rendere progressivamente più facile il pagamento delle
imposte, premiando gli sforzi di
chi intende adempiere. Da questo approccio deriva l’attenzione crescente che l’Agenzia delle
Entrate riserva alla dimensione
qualitativa della propria azione,
attraverso l’implementazione nel
sistema gestionale di “indicatori
di governance” in grado di mostrare l’impatto delle attività di
assistenza e di contrasto all’evasione sui comportamenti dei contribuenti.
Perché questo nuovo modello
della compliance possa funzionare, ha concluso Di Capua, è
indispensabile un’adeguata base
di conoscenza: conoscenza del
territorio, del tessuto economico,
sociale e culturale, delle diverse
tipologie di contribuenti, elementi che rendono possibile calibrare
l’azione amministrativa in funzione di dinamiche e destinatari
specifici.
È questa, del resto, l’esperienza
dei best performers a livello internazionale, secondo Jonathan
Pemberton, Vice
Direttore del Dipartimento per
la cooperazione
internazionale
e l’amministrazione
fiscale
dell’Ocse. Secondo Pemberton le amministrazioni fiscali
devono adottare
un
approccio
multidimensionale e diversificato in funzione
del contesto e
della tipologia
di contribuente, agendo non
tanto sulle conseguenze (l’evasione fiscale),
quanto
sulle
cause che determinano il fenomeno evasivo, in
un’ottica di prevenzione più che
di repressione. L’idea-chiave,
mutuata
dall’amministrazione
fiscale australiana, è semplice:
le azioni di chi impone la norma
devono essere calibrate sulle attitudini di chi è soggetto alla norma. Da un lato bisogna agevolare
il più possibile l’adempimento,
dall’altro occorre sanzionare chi
si sottrae deliberatamente agli
obblighi fiscali.
Sull’aspetto della conoscenza si
è concentrato anche l’intervento
di Enrico Giovannini, Presidente
dell’Istat e coordinatore del gruppo di lavoro per la riforma fiscale
“Economia non osservata e flussi
finanziari”. Giovannini, che ha
riconosciuto i notevoli progressi dell’Agenzia nella “messa a
sistema” di informazioni e stru-
menti, ha sottolineato l’assenza
di una quantificazione unitaria
dell’evasione fiscale in Italia,
suggerendo, sul modello dell’amministrazione fiscale inglese
(HMRC), la pubblicazione di un
rapporto annuale sull’evasione fiscale, a cura del Mef, in cui siano
forniti i dati su ampiezza e diffusione del fenomeno, insieme alle
strategie e ai risultati dell’azione
di contrasto. In aggiunta a questo,
Giovannini ha suggerito ulteriori
strumenti di promozione della
compliance: dalla condivisione
metodologica di alcuni strumenti
di controllo (es. studi di settore e
redditometro) alla pubblicità dei
redditi, fino alla razionalizzazione e stabilizzazione normativa,
senza tralasciare un approccio
comunicativo più orientato a enfatizzare i contribuenti onesti che
non a stigmatizzare gli evasori.
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Una versione sperimentale di
questo modello di governance locale, illustrata da Antonino Gentile, Direttore regionale
dell’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna, può essere rintracciata nella partecipazione dei comuni all’attività di accertamento,
che vanta in Emilia-Romagna
l’esperienza-pilota nel panorama
italiano. Le 13mila segnalazioni
trasmesse dai comuni all’Agenzia, gli oltre 20 milioni di euro di
maggiore imposta accertata e i 9
milioni già riscossi testimoniano
il successo di una collaborazione che, sottolinea Gentile, agisce
su diversi driver che influenzano l’adempimento: da una parte
favorisce l’effetto deterrenza e
riduce le opportunità di evasione, dall’altra incide sulle norme
comportamentali dell’ente locale
(attraverso il monitoraggio dei
livelli di efficienza) e dei cittadini-contribuenti (attraverso un
più pervasivo controllo sociale).
Fondamentale, ricorda Gentile, è
però la messa a punto di sinergie
tra Agenzia delle Entrate e uffi-
PRIMO PIANO
A partire da queste premesse, secondo Silvia Giannini, ordinario
di Scienza delle Finanze e Vice
Sindaco di Bologna, il “laboratorio” in cui è possibile sperimentare forme più avanzate di
cooperazione fiscale è il territorio, l’ambito di intervento delle
amministrazioni locali, più vicine al cittadino rispetto agli organi
statali ma anche strutturalmente
più votate alla rendicontazione,
all’accountability. A livello locale, infatti, il legame tra prelievo
tributario da un lato, efficacia ed
efficienza dell’intervento pubblico dall’altro, è più facilmente
visibile e “spiegabile” ai cittadini-contribuenti, che possono vedere tradotte le imposte versate in
beni e servizi di pubblica utilità.
In termini generali, gli elementi
strategici per far crescere la cultura fiscale di un territorio vanno
rintracciati in una più trasparente
legittimazione del prelievo tributario e in una più solida relazione fiduciaria tra amministrazione
pubblica e contribuente.
2011
Il contribuente “virtuoso” è per
Stefano Zamagni, ordinario di
Economia Politica e Presidente
dell’Agenzia per il Terzo Settore,
la chiave di volta della compliance, il più fedele alleato contro
l’evasione fiscale, Oltre una certa
soglia, afferma Zamagni, la leva
della deterrenza non produce effetti, anzi rischia di minare anche
la lealtà dei contribuenti onesti.
Occorre quindi, più che sanzionare i reprobi, premiare i virtuosi
e così consolidare il legame fiduciario tra Stato e contribuente, innescando una spirale positiva tra
gli stessi contribuenti. È infatti
la fiducia l’elemento-chiave del
prelievo tributario, ed è l’assenza
di fiducia uno dei principali fattori alla base del fenomeno evasivo, sintomatico di una crisi di
credibilità delle istituzioni.
Questa articolazione multidimensionale della
compliance non
è soltanto teorica, ma trova solide basi empiriche in una ricerca della Banca
d’Italia, Tax morale and public
spendig inefficiency, presentata al convegno
dal ricercatore
Sauro Mocetti.
L’esistenza di
comportamenti
diversi, da parte
dei contribuenti con caratteristiche simili,
all’interno
di
uno stesso sistema fiscale indica
che c’è qualcosa
oltre la semplice dimensione
economico-utilitaristica. Questo
“qualcosa” è la
tax morale (lealtà fiscale), vale
a dire la propensione individuale a pagare le tasse in funzione
non solo delle variabili sociodemografiche, ma anche del proprio rapporto con le istituzioni,
un rapporto che è misurato dai
ricercatori attraverso la qualità
dei servizi pubblici erogati. Nella
ricerca è emersa infatti una correlazione significativa tra lealtà
fiscale e qualità della spesa pubblica: più è alto il livello di spesa
e l’efficienza dei servizi pubblici,
maggiore è la fedeltà fiscale dei
contribuenti.
Comunicazione
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PRIMO PIANO
portanza del corretto utilizzo del
denaro pubblico (in particolare
nel settore della spesa sanitaria
e delle prestazioni sociali agevolate) per incentivare l’adempimento spontaneo, in aggiunta
all’azione di deterrenza che la
Gdf continua a sostenere nei confronti delle frodi nazionali e comunitarie.
ci comunali, grazie allo scambio
continuo di best practice, strumenti e modalità operative: un
percorso comune attraverso il
quale la dimensione gestionale
della collaborazione va a modellarsi sull’impianto normativo e
sulle specificità territoriali. Uno
strumento che in prospettiva può
rivelarsi strategico da questo
punto di vista è il Consiglio tributario, concepito da Gentile come
sede istituzionale della governance del processo di partecipazione:
un meccanismo di coordinamento che includerebbe i responsabili
comunali e gli interlocutori istituzionali (in primis i rappresentanti delle agenzie fiscali), con il
compito di indirizzare le attività
del Comune verso percorsi di indagine efficaci e proficui.
Un “patto territoriale per la compliance”, suggerisce Stefano Rolando, docente di Teorie e tecniche della Comunicazione Pubblica, potrebbe essere individuato
in un tavolo di concertazione di
questo tipo, al quale partecipino
i soggetti istituzionali che governano il territorio. Secondo Rolando, infatti, non è più attuale né
strategica la limitazione dell’Agenzia delle Entrate a organo meramente “tecnico”; al contrario,
l’Agenzia dovrebbe farsi garante
del corretto impiego erariale, insieme agli altri partner istituzionali attivi nel territorio. In questa
ottica, alla luce del progressivo
sgretolamento del rapporto fiduciario tra Stato e cittadini, il ruolo-principe della comunicazione
pubblica è accompagnare e spiegare i processi amministrativi,
riunendo nel messaggio comunicativo la dimensione burocratica
con quella politica.
Come l’Agenzia, anche la Guardia di Finanza svolge, tra gli altri, il compito di watchdog nei
confronti della spesa pubblica.
Su questo aspetto si è incentrato
l’intervento di Giancarlo Pezzuto, Comandante provinciale della
Guardia di Finanza di Bologna,
che ha posto l’accento sull’im-
Per promuovere la lealtà fiscale e,
di riflesso, contrastare l’evasione
fiscale è altrettanto decisivo l’apporto dei professionisti, ai quali è
affidato il ruolo di trait d’union
tra l’amministrazione finanziaria
e una certa fetta di contribuenti.
Affinché questo rapporto sia il
più possibile in termini di gettito spontaneo, sottolinea Enrico
Zanetti, coordinatore dell’Ufficio
studi del Consiglio nazionale dei
Dottori commercialisti ed Esperti
contabili, è indispensabile costruire un dialogo costante tra amministrazione e operatori, come avvenuto – in parte, secondo Zanetti
– con il nuovo redditometro. Una
dimensione collaborativa che è
condivisa da Marco Lamandini,
ordinario di Diritto commerciale, in riferimento ai rapporti tra
grandi imprese e Fisco: il “tutoraggio fiscale” rappresenta in
questa ottica una delle possibili
chiavi di sviluppo del dialogo tra
i poli produttivi e l’amministrazione finanziaria.
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Bologna in prima linea nella lotta all’evasione
Intervista al sindaco Virginio Merola
In prima linea insieme a tanti
altri Comuni della regione. Cosa
ne pensa?
I Comuni toccano con mano
quanto si potrebbe fare con il recupero dell’evasione fiscale. Con
provvedimenti ad hoc e sempre
in collaborazione con l’Agenzia
delle Entrate, si potrebbero sicuramente ottenere maggiori risultati.
I rapporti tra Agenzia delle Entrate e Comune di Bologna?
Sono rapporti buoni, di fattiva
collaborazione, che richiedono
non tanto da parte dell’Agenzia
delle Entrate, ma da parte del
Governo nazionale un indirizzo
maggiore di priorità.
Biagio
Cunsolo
Quali margini di miglioramento
potrebbero essere apportati nella
lotta all’evasione?
Poiché la cifra è quella nota di
120 miliardi, credo che margini di miglioramento ce ne siano
tanti. Sicuramente bisogna creare
un regime fiscale differente, più
vicino ai cittadini e quindi imperniato sul sistema degli enti locali. Una collaborazione dove sia
chiara la finalizzazione e l’efficacia dell’utilizzo di questi tributi.
PRIMO PIANO
Sì, abbiamo raggiunto dei buoni
risultati in particolare per la collaborazione con l’Agenzia delle
Entrate. Sicuramente un atteggiamento positivo dei contribuenti
verso il fisco passa dai sistemi
territoriali, dal rapporto più diretto che i Comuni sono in grado
di avere con i cittadini. Il tema
è quindi non solo prevedere una
repressione, che è necessaria, ma
ricreare un clima di fiducia e di
efficacia nella gestione dei tribu-
ti: questo aspetto è fondamentale.
2011
Prima dell’apertura del Convegno sul fattore Compliance,
chiediamo al Sindaco di Bologna,
Virginio Merola: possiamo affermare che Bologna è in prima
linea nella lotta all’evasione?
Comunicazione
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Normativa e sistema fiscale:
diritti e doveri delle organizzazioni non profit
A Bologna un seminario promosso da Agenzia delle Entrate,
Regione Emilia-Romagna e Forum Terzo Settore
PRIMO PIANO
Antonella
Pellegrino
Come orientarsi nella complessa
normativa inerente al terzo settore? Quali sono gli obblighi e
gli adempimenti fiscali a cui le
organizzazioni non profit sono
chiamate a rispondere? Quali gli
strumenti per ricercare la massima
trasparenza e dare nello stesso
tempo visibilità all’importante
operato del privato sociale nel
nostro territorio?
Per fornire un quadro d’insieme
e cercare di rispondere in modo
organico a queste domande la
Regione Emilia-Romagna, la Direzione Regionale dell’Agenzia
delle Entrate Emilia-Romagna e
il Forum regionale del Terzo Settore, hanno promosso il seminario
“Normativa e sistema fiscale:
diritti e doveri degli non profit”.
Il seminario si è svolto giovedì
15 dicembre dalle 9.30 alle 17.30
presso la Sala Conferenze A della
Terza Torre della Regione, in via
della Fiera 8, a Bologna.
L’iniziativa si propone di favorire
il corretto adempimento degli
obblighi fiscali e giuridici degli
enti non profit, al fine di agevolare
l’operato di Regione e Agenzia
in termini di verifica e controllo,
ma anche di portare alla luce
l’importante contributo del terzo
settore per la coesione della comunità, attraverso strumenti che
ne promuovano la trasparenza e
il riconoscimento.
Ad approfondire l’articolato tema
sono stati gli esperti dell’Agenzia delle Entrate, dell’Agenzia
del Terzo Settore, della Regione
Emilia-Romagna, del Forum e
della Guardia di Finanza.
Dopo gli interventi di apertura
dell’Assessore regionale alle Politiche sociali, Teresa Marzocchi e
del Direttore Regionale dell’Agenzia, Antonino Gentile, il seminario
è entrato nel vivo con una serie di
focus tematici di approfondimento. Dall’inquadramento dei diritti
e doveri del non profit, a cura del
direttore del Forum Terzo Settore,
Riccardo Breveglieri, a quello civilistico, contabile e fiscale degli
Enti non commerciali, al regime
giuridico e le agevolazioni fiscali
dell’Agenzia del Terzo Settore,
Stefano Zamagni, sulla valorizzazione del terzo settore nel disegno
del nuovo welfare.
Nel pomeriggio si è parlato del
modello EAS, del 5 per mille, delle condizioni per il riconoscimento
della qualifica di O.N.L.U.S. in
capo ad un Trust, dell’attività di
verifica dei Registri regionali, e
delle principali criticità legate
alle attività di controllo svolte
dall’Agenzia.
2011
delle Onlus, all’iscrizione ai registri regionali (Volontariato, APS e
cooperazione sociale). La mattinata si è chiusa con la presentazione
dell’esperienza dell’Osservatorio
sul terzo settore di Reggio Emilia e l’intervento del Presidente
PRIMO PIANO
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Comunicazione
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L’evasione “costruita” sul mattone
Oltre 1.000 controlli dell’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna
scoperta evasione da 62 milioni di euro nel settore immobiliare
CONTRIBUTI
Pierluigi
De Rosa
Nonostante i consistenti ricavi,
che nel 2006 avevano raggiunto i
6,7 milioni di euro, una società di
costruzioni del modenese si limitava a dichiarare un reddito imponibile di 175mila euro, “limando”
i prezzi di vendita dichiarati con la
complicità degli acquirenti. È solo
uno dei casi di evasione sul mattone scoperti nel 2010 dall’Agenzia
delle Entrate Emilia-Romagna,
grazie a un apposito filone di
indagine coordinato dall’Ufficio
Accertamento della Direzione
Regionale.
Gli oltre mille controlli svolti in
tutta la regione hanno portato a
scoprire un’evasione di 62 milioni di euro, con un ritorno per
le casse dell’erario stimato in 25
milioni di euro. Quasi tutti i controlli sono andati a segno, come
attesta un indice di positività che
sfiora il 92%: su 100 soggetti
controllati, in 92 casi è stato rilevata una irregolarità fiscale. Per la
ricostruzione dei ricavi le singole
Direzioni provinciali hanno fatto
ricorso ad indagini finanziarie su
conti correnti di società e privati
e, in molti casi, convocato alcuni
degli acquirenti.
Come si “costruisce” l’evasione
sul mattone. Secondo la ricognizione degli 007 dell’Agenzia delle
Entrate, gli stratagemmi utilizzati
da società di costruzione e privati erano sostanzialmente due.
Uno schema classico di evasione
si reggeva sulla “limatura” del
prezzo ufficiale di vendita, grazie
alla complicità dell’acquirente: gli
scostamenti accertati tra prezzo
dichiarato e reale si attestavano
mediamente sugli 80mila euro,
con punte di 300mila euro e con
un prezzo al metro quadro talvolta
inverosimile, come nel caso di un
appartamento nuovo nel centro
di Modena (1.400 euro al metro
quadro secondo la dichiarazione
del venditore). L’altro éscamotage riguardava il profitto ricavato
dall’acquisto e dalla successiva
vendita di uno o più immobili
da parte di un privato, che tarava
il prezzo di vendita su quello di
acquisto.
La mappa dell’evasione: i dati per
provincia. A livello provinciale è
Modena a far segnare l’evasione
più alta, con una maggiore imposta accertata di 15,6 milioni di
euro; seguono Parma (10,5 milioni
di euro) e Bologna (9,3), chiude
Ferrara con 1,2 milioni di euro.
Sono i riminesi i contribuenti più
inclini ad aderire agli accertamenti
dell’Agenzia delle Entrate, con
una quota di maggiore imposta
definita pari al 65% dell’accertato.
Alcuni casi di evasione: Bologna.
Nel capoluogo di regione una società di costruzioni, con 24 vendite
all’attivo in un solo anno, aveva
incassato in nero 840mila euro.
Più articolato il sistema escogitato
da un’altra società del bolognese:
il rappresentante legale apriva dei
libretti al portatore in coincidenza
con i rogiti, facendo confluire in
essi i contanti appena prelevati
dagli acquirenti. In questo modo
riusciva ad appiattire gli utili, al
punto di dichiarare una perdita di
esercizio nel 2006 e nel 2008, con
dei costi di produzione che quasi
pareggiavano i ricavi dichiarati
dalle vendite. Nel complesso, i
maggiori ricavi accertati ammontano a 460mila euro.
Modena. Un’impresa di costruzioni aveva occultato i ricavi delle
vendite per quasi 2 milioni di euro:
secondo la ricostruzione dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate
il prezzo al metro quadro ricavabile dalle quindici vendite effettuate
si attestava mediamente sui 1.500
euro, contro un prezzo effettivo di
2.500 euro. In un caso, un immobile da 260 metri quadri risultava
venduto a 370mila euro, a fronte
dei 640mila euro incassati.
Piacenza. Prezzi di vendita “calmierati”, ma solo sulla carta, anche nel piacentino. Un immobile,
ufficialmente venduto per 45mila
euro, aveva fruttato al proprietario
un ricavo di 125mila euro, con una
guadagno di 80mila euro rispetto
al costo sostenuto per l’acquisto:
nella dichiarazione dei redditi,
però, il contribuente si era limitato
13
Reggio Emilia. Da segnalare, se
non per l’originalità quantomeno
per le dimensioni, due casi scoperti nel reggiano. Entrambi i soggetti
avevano indicato in dichiarazione
una plusvalenza di soli 380 euro
dall’acquisto e dalla successiva
vendita di un immobile; in realtà,
come accertato dalle indagini finanziarie su conti correnti e mutui,
il guadagno effettivo superava i
70mila euro.
Ravenna. L’accertamento più rilevante, già chiuso con l’adesione
del contribuente, ha riguardato
una società di costruzioni che
aveva nascosto all’erario
418mila euro, sempre
attraverso il
sistema della sottofatturazione.
La dichiarazione del Direttore
Regionale. “I risultati raggiunti
testimoniano l’accurato lavoro
di intelligence messo in atto dai
nostri uffici per individuare i soggetti a più alto rischio di evasione
– dichiara il Direttore Regionale,
Antonino Gentile. Questa attività
di selezione consente all’amministrazione di concentrare gli sforzi
su quella fetta di contribuenti che
si sottrae deliberatamente agli obblighi fiscali, evitando operazioni
massive e dispendiose. D’altra
parte, per arginare il fenomeno
dell’evasione fiscale nel settore
immobiliare è indispensabile la
collaborazione non solo degli
operatori, ma anche dei singoli acquirenti, che in alcuni casi si sono
mostrati compiacenti nei confronti
dei venditori. A questo proposito
ricordo che dal 2008, in caso di
sottofatturazione della vendita,
l’acquirente risponde in solido con
il venditore sia per le sanzioni che
per l’imposta dovuta”.
2011
a dichiarare una plusvalenza di
poco più di 2mila euro.
Comunicazione
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La comunicazione che si evolve
nella pubblica amministrazione
CONTRIBUTI
Silvia
Gravili
Attingere all’immaginario disneyano può dare un’idea di quello che, fino a una trentina di anni
fa, era il modo di comunicare
della Pubblica Amministrazione:
l’emissario del sovrano arrivava
in pubblica piazza annunciato da
uno squillo di tromba, leggeva
con voce tonante un editto o, ancora peggio, ne affiggeva il testo
su qualche scalcinata parete, girava i tacchi dei suoi lucidissimi
stivali e andava via da dove era
venuto.
Per i cittadini/sudditi, che lo
ascoltavano con curiosità spesso
mista a disprezzo, non si trattava
d’altro se non di una momentanea interruzione delle loro attività quotidiane: l’amministrazione centrale era quasi sempre
“burocratica”, cioè “oscura” o
“nemica”, e spesso e volentieri
chi la esercitava era un malvagio
corrotto che si serviva dello Stato per arricchire le proprie tasche
(in fondo, già l’episodio evangelico dell’incontro tra Gesù e Levi
il pubblicano rende testimonianza dell’avversione della popolazione nei confronti degli amministratori pubblici).
Vi sembra un’esagerazione? Allora ponetevi questa domanda:
quante volte siete andati, prima
del 1° gennaio 2011, a consultare
l’Albo Pretorio del vostro Comune? E cosa ci avete capito delle
informazioni lette?
La qualità della comunicazione
tra il cittadino e le sue Istituzioni
è un buon termometro della “salute democratica” di un Paese.
Purtroppo, però, la comprensione
del triangolo virtuoso che lega comunicazione, cittadinanza e partecipazione è, confrontato ai 150
della nostra storia unitaria, una
conquista relativamente recente.
Dobbiamo tornare al 1993 e alla
pubblicazione (a cura del Dipartimento della Funzione Pubblica)
del Rapporto sulle condizioni
delle pubbliche amministrazioni,
per leggere che le PA «sono “al
servizio del cittadino”, che si sente però poco “servito” da esse».
Eppure, non erano mancati gli
sforzi legislativi per avvicinare
l’amministrazione pubblica e l’esercizio attivo della cittadinanza:
senza contare l’esempio lungimirante del Comune di Bologna,
che il 25 Settembre 1946 istituì,
primo in Italia, un Ufficio Stampa comunale, per “raccogliere e
trasmettere alla stampa cittadina
tutte le notizie relative al funzionamento dell’amministrazione
comunale al fine di una sempre
maggiore collaborazione tra municipio e popolazione”, è con le
riforme introdotte dalle “leggi
Bassanini” che la comunicazione
tra amministrazione e cittadini
inizia ad essere considerata uno
degli elementi cruciali della modernizzazione dello Stato.
In particolare, la legge n. 142 del
1990 si preoccupa di rendere “effettiva” la partecipazione all’attività dell’amministrazione (per
esempio, imponendo agli statuti
regionali di stabilire “le forme
dell’accesso dei cittadini alle
informazioni e ai procedimenti
amministrativi” o tramite l’individuazione di un suo responsabile); mentre la legge n. 241 del
7 agosto 1990 (“Nuove norme in
materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso
ai documenti amministrativi”)
riconosce chiaramente il ruolo
che la comunicazione svolge in
chiave democratica, affermando
il diritto del cittadino ad essere
informato e il dovere della PA di
informare.
E’, però, con il decreto legge n.
29 del 3 febbraio 1993 che, tramite l’istituzione degli
URP,
si dà piena attuazione alla legge
241/1990. Sostanzialmente, gli
URP hanno tre finalità di base:
garantire il pieno esercizio del
diritto di partecipazione, accesso
alla PA e trasparenza; informare
correttamente il cittadino sugli
atti e lo stato dei procedimenti;
ricercare, analizzare e suggerire
assetti organizzativi e pratiche
comunicative per migliorare costantemente il rapporto con l’utenza.
Sul modello della Citizen’s Charter emanata nel 1991 nel Regno
15
Possiamo quindi affermare che
la comunicazione con il cittadino è stata finalmente riconosciuta
come il punto di partenza per una
costruzione condivisa della “cosa
pubblica”, e non il punto di arrivo di un tortuoso percorso che
si svolge negli oscuri meandri di
qualche ufficio pubblico: la comunicazione è la chiave per esercitare attivamente la cittadinanza,
cioè garantire a ciascun membro
della comunità di appartenenza la
possibilità di agire (e inter-agire)
con gli amministratori in modo
riconoscibile, esercitando una responsabilità di merito e non più
astratta.
Nell’ottica del legislatore, la comunicazione è quindi passata da
una funzione di “notifica” ad una
di “informazione” ad una di “in-
terazione” come chiave del cambiamento.
E, di conseguenza, sono mutati
gli obiettivi che essa si è posta: da
una maggiore trasparenza ad una
più efficace costruzione e veicolazione del messaggio all’innalzamento della qualità del dialogo
(e dunque dell’ascolto) con il cittadino.
Un discorso, questo, valido sia in
termini di comunicazione esterna
(cioè tra utente e Pubblica Amministrazione) sia in un’ottica interna (tra Pubblica Amministrazione
e dipendenti).
Anzi, la comunicazione interna
per un ente pubblico è, a voler
estremizzare, ancora più strategica di quella esterna, per due ordini di ragioni: banalmente, perché
il dipendente è prima di tutto un
cittadino; ma soprattutto perché il
dipendente è “il volto” dell’Amministrazione. “Volto” inteso sia
CONTRIBUTI
A chiudere il quadro normativo di riferimento, non possiamo
non ricordare la recente “riforma
Brunetta della Pubblica Amministrazione” (Decreto legislativo n.
150/2009) che, con l’entrata in
vigore del nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale (Decreto
legislativo n. 235/2010), punta
a introdurre nella PA principi di
meritocrazia, premialità, trasparenza e responsabilizzazione dei
dirigenti, a legare l’uso di Internet
al rafforzamento della trasparenza nelle pubbliche amministrazioni e ad integrare l’accessibilità
dei suoi siti web con l’efficienza
nella gestione dei contenuti (soprattutto in termini di database e
Content Management Systems).
2011
Unito e della Charte des services publics predisposta l’anno
successivo dal governo francese,
con la direttiva Ciampi del 27
gennaio 1994 anche gli erogatori di pubblici servizi devono attenersi ai criteri di eguaglianza,
imparzialità, continuità, diritto di
scelta, partecipazione.
Comunicazione
16
CONTRIBUTI
come metafora
di “ciò con cui
il cittadino concretamente si
interfaccia” sia,
fisiologicamente, come “occhi, naso, bocca
e orecchie”: è il
dipendente che
parla con il cittadino, ascolta
i suoi bisogni e
le sue necessità, vede come
reagisce, fiuta
i suoi umori
ed elabora per
primo le informazioni che poi
l’amministrazione utilizzerà
per migliorare
il proprio servizio. Fin qui la teoria. Ma la pratica?
Come garantire un reale ascolto
delle esigenze del cittadino e del
dipendente pubblico? Come rendere costante e “semanticamente
significativo” il dialogo? Come
fare in modo che la comunicazione sia realmente un “servizio di
pubblica utilità”, capace cioè apportare un reale beneficio ai suoi
fruitori?
Partendo dagli sforzi della Scuola
Superiore della Pubblica Amministrazione per formare amministratori di eccellenza, degli inviti
dei linguisti ad abbandonare il
linguaggio “arcaico, improprio,
incomprensibile, tale da respingere anziché aiutare il cittadino”
(così lo definiva Sabino Cassese
nel 1993), non mancano casi ed
esperienze incoraggianti da que-
sto punto di vista: progetti per
l’amministrazione di qualità (ad
esempio, MiglioraPA) e la valorizzazione delle competenze,
C.A.S.T. e scuole di partecipazione e di cittadinanza attiva, Linee
amiche e Care Center, portali
dedicati alla diffusione di linee
guida e buone pratiche, app per
smartphone che permettono di
fruire in mobilità dei servizi delle amministrazioni, felici casi di
web tv comunali, ecc.
Eppure, leggendo i dati dell’ultimo Rapporto Censis sulle Città
Digitali o il Rapporto e-Gov Italia 2010 viene da chiedersi quanto ancora sia lungo il percorso
verso la costruzione di un’effettiva e-Democracy.
E certo non aiutano i tagli e i ritardi nella diffusione della banda
Silvia Gravili - Università del Salento - [email protected]
larga nel nostro Paese, a testimonianza di comportamenti fortemente contraddittori che, se da
un lato presentano le nuove tecnologie come chiave per la competitività nazionale, dall’altro ne
pongono serie tare allo sviluppo.
Cosa augurarci, allora, per i prossimi 150 anni?
Che entrino nella pratica quotidiana e nella nostra cultura di cittadini strumenti (come, ad esempio, ComunicAzione) che aiutano
la comprensione e la trasparenza
del processo decisionale della
PA, diffondendo una generale e
profonda presa di coscienza del
ruolo e del contributo che ciascuno di noi dà allo sviluppo della
“cosa pubblica”, perché “comunicare” diventi realmente sinonimo di “partecipare”.
17
Meno spese per l’erario
più efficienza nei servizi
L’Agenzia delle Entrate
si fa...in due
Tiziana
delle Entrate a Bologna, che ha visto la creazione di Sabattini
due poli, in Via Marco Polo 60 e in Via Larga 35.
Per mantenere l’impegno nell’assistenza al contribuente, sono stati rafforzati i servizi erogati nei frontoffice delle due sedi, con un’offerta complessiva di
49 postazioni sul territorio comunale.
Riassetto organizzativo, razionalizzazione e contenimento della spesa sono le linee guida della nuova
distribuzione degli uffici territoriali dell’Agenzia
L’indirizzo Pec, raggiungibile solo da caselle di posta
elettronica certificata, è:
[email protected]
Per migliorare l’accessibilità dell’Ufficio di Bologna
1, è stato creato un parcheggio riservato ai contribuenti.
Per ulteriori informazioni e chiarimenti i contribuenti possono consultare il sito internet regionale http://
emiliaromagna.agenziaentrate.it o contattare il numeri dedicati della Direzione Provinciale di Bologna
(tel. 051 6103356 - 051 6103454 - 051 6103605)
NUOVI UFFICI TERRITORIALI DELLA DIREZIONE PROVINCIALE DI BOLOGNA
DENOMINAZIONE
Bologna 1
RECAPITI
CODICE
UFFICIO
ORARI AL PUBBLICO
via Marco Polo, 60 - Bologna
Tel 051 6103111
TGD
Fax 051 6103983
Tel 051 6103111
TG6
Fax 051 6103608
Imola
dal lunedì al venerdì,
dalle 8.45 alle 12.45
il martedì e il giovedì,
anche dalle 14.30 alle
16.30
Piazza Gramsci, 20 – Imola
Tel 051 6103111
TGR
Fax 051 6103900
2011
Bologna 2
via Larga, 35 – Bologna
PRIMO PIANO
Dallo scorso 28 novembre nella Direzione provinciale di Bologna, diretta da Patrizia Zamboni, operano gli uffici territoriali di Bologna 1, Bologna 2
e Imola.
La Direzione provinciale di Bologna ha inoltre adottato il nuovo servizio di Posta Elettronica Certificata
per comunicare in modo rapido ed efficace con i cittadini.
Comunicazione
18
Nuovo Sistema di Gestione Documentale
Attivate tutte le DP della regione
INTERVISTA
Biagio
Cunsolo
A Francesco Vasta “pilota” del
Nuovo Sistema di gestione Documentale (NSD) chiediamo come
ha condotto il suo team nei passaggi salienti dell’attivazione della nuova procedura telematica?
Sono diventato coordinatore del
gruppo di lavoro per l’attivazione del nuovo sistema documentale il 30 marzo 2011, succedendo
alla dott.ssa Giovanna Bonarini
ed al dott. Vincenzo Possemato.
Mi sono così trovato ad essere
coordinatore di un team
già formato da
alcuni mesi,
omogeneo e
preparato.
Insieme
abbiamo
deciso
che affinché il
passaggio dal
vecchio al
nuovo
sistema avvenisse senza apportare disservizi, soprattutto all’utenza, era necessario effettuare
degli incontri di presentazione ai
dirigenti ed al personale delle DP
e degli UT, nonché delle successive riunioni di carattere particolarmente tecnico e operativo con
i locali Amministratori di AOO, i
gestori di rete e coloro che utilizzano il sistema per la protocollazione in entrata. Sottolineo che si
tratta di un sistema assolutamente nuovo e completamente diverso da quello usato in precedenza.
Chi sono gli Ammi­
nistratori dell’Area
Organizzati­v a Omogenea (c.d. AOO)?
Sono gli esperti del
sistema di gestione
documentale e costituiscono il riferimento
organizzativo ed operativo per il personale
della DR/DP. Conoscono
le funzionalità del sistema e
le regole organizzative della propria AOO. Sono
loro che hanno
effettuato tutte le operazioni propedeutiche all’attivazione del sistema e ne assicurano il corretto
mantenimento. Vengono nominati dal Direttore Regionale/Provinciale.
Capillarmente il territorio è stato
presieduto dal tuo team che con
grande professionalità ha gestito
ogni attivazione e ha garantito
che tutto funzionasse fin dal
primo momento. Com’è riuscito
a fare ciò?
Ci siamo organizzati. Innanzitutto c’è stato un grosso lavoro
propedeutico. Come ho detto abbiamo effettuato diversi incontri
preparatori, poi abbiamo seguito
le DP nella stesura del Manuale
di Gestione che definisce tutte le
regole dettate dal Direttore Provinciale (ruoli, permessi, protocollazione, assegnazione). Ricordo infatti che con questo sistema,
se ben utilizzato, è possibile non
solo protocollare un documento,
ma visualizzarlo, creare il fascicolo elettronico, seguirne insomma tutta la storia, pertanto, per le
regole di visibilità, sono molto
importanti i ruoli e permessi che
il Direttore Provinciale attribuisce.
I giorni dell’attivazione poi, presso ogni Ufficio erano presenti almeno due tutor che, innanzitutto, supportavano i colleghi dei
front-office nella ricezione dei
documenti e, successivamente,
assistevano il personale in tutte le
19
In effetti sono soddisfatto di
come è avvenuto il passaggio dal
vecchio al nuovo sistema, non si
sono creati disservizi e tutto ha
funzionato al meglio presso tutte
le Direzioni Provinciali.
Adesso s’inizia a dialogare in maniera diversa con il contribuente?
Certo, grazie alla casella PEC
collegata al sistema documentale è possibile dialogare con loro.
Sono in corso iniziative per promuovere questo strumento quali
l’obbligo per i professionisti di
dotarsi di PEC e la possibilità per
i cittadini che ne fanno richiesta
di ottenere gratuitamente una
casella di posta elettronica certificata. Si pensi che in occasione
Svelaci qual è la vera essenza della nuova procedura telematica?
Come ho già detto, è senz’altro la
visualizzazione del documento e
la sua fascicolazione. Nel fascicolo elettronico possiamo inserire tutti i documenti protocollati e
non relativi ad una pratica; inoltre ne permette la condivisione
con i componenti dello stesso un
ufficio/team, nonché ai suoi diretti superiori. E’ anche possibile
condividerlo con altre strutture
coinvolte nella lavorazione. Ora
il capo ufficio, in assenza dei suoi
collaboratori, non deve più andare a cercare la pratica, ma basta
che visualizzi il fascicolo per vederne tutto lo stato.
Il NSD garantisce la tracciabilità
di tutti i passag­gi, con conseguente monitoraggio di ciascun
atto?
Certo, è tutto tracciato. Il Capo
struttura può vedere lo stato dei
documenti ed effettuare i monitoraggi su tutte le attività della
propria struttura e di quelle gerarchicamente inferiori …
La PEC ?
Al sistema documentale è collegata la casella di posta elettronica
certificata per la ricezione e l’invio direttamente nell’ambito del
sistema e viene attivata il giorno
stesso in cui si attiva il nuovo
sistema. La PEC ha assunto un
particolare rilievo nel processo di
ammodernamento della Pubblica
amministrazione per le particolari garanzie di qualità, tracciabilità e sicurezza che offre, nonché
per snellire alcuni adempimenti
quali le indagini finanziarie o le
richieste di assistenza degli intermediari. La PEC è destinata a diventare uno dei principali canali
di comunicazione tra cittadino ed
amministrazione. Ricordo che ha
valore legale ed è equiparata ad
una raccomandata con ricevuta di
ritorno e, in caso di contenzioso,
garantisce l’opponibilità a terzi
del messaggio.
INTERVISTA
Possiamo dire che grazie al lavoro d’equipe magistralmente
da te coordinato si è avuto un
passaggio indolore delle modalità
lavorative?
dell’ultimo concorso per l’assunzione di 855 funzionari, su 9.020
domande arrivate, 1000 sono pervenute tramite PEC.
2011
altre operazioni legate al sistema.
Quando richiesto abbiamo anche
effettuato incontri per illustrare
ulteriormente il nuovo sistema
documentale.
Comunicazione
20
Fiscalis 2011
Continua il programma istituito su iniziativa del Parlamento Europeo e
del Consiglio dell’Unione Europea per favorire l’applicazione uniforme
della legislazione comunitaria e la cooperazione tra i paesi dell’unione
NOTIZIE
Giulietta
Motola
Dopo le positive esperienze degli
anni precedenti anche nel 2011
abbiamo accolto nella nostra Direzione Regionale, nell’ambito
delle visite di lavoro previste dal
programma Fiscalis, due funzionari provenienti da amministrazioni fiscali estere. Quest’anno
sono state nostre ospiti Rita Castelo Matos Simoes, funzionario
del servizio di giustizia tributaria dell’ Amministrazione fiscale portoghese che si occupa
dell’implementazione della legislazione interna ed europea e
Sarolta Bàn-Szabò, funzionario della Direzione della Contea
Szabolcs-Szatamàr-Bereg
che
si occupa per l’amministrazione
fiscale ungherese di controlli fiscali con particolare riguardo alle
operazioni transnazionali.
Il programma Fiscalis, istituito
su iniziativa del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea
per
favorire
l’applicazione uniforme della legislazione comunitaria e la cooperazione tra i paesi dell’unione,
prevede, tra le altre iniziative,
visite di lavoro che hanno la finalità di far conoscere ai funzionari
appartenenti ad amministrazioni
fiscali dei Paesi dell’Unione i sistemi fiscali di altri paesi comunitari.
Le nostre due ospiti sono state accolte dal capo dell’Ufficio
Formazione, Comunicazione e
Sviluppo, la dott. Anita Pezzetti,
che ha dato loro il benvenuto per
poi affidarle alle rispettive tutor:
Margherita Casadei dell’Ufficio
Contenzioso
della Direzione
Regionale ha curato la visita di
lavoro della collega portoghese
mentre Alice Sandri e Francesca
Zurzolo, rispettivamente dell’Ufficio Accertamento e Grandi
Contribuenti della Direzione Regionale, hanno guidato la funzio-
naria ungherese nel suo viaggio
attraverso le attività di controllo
svolte dagli Uffici della Direzione Regionale.
Considerata la diversa provenienza professionale le tutor hanno
predisposto per Rita e Sarolta un
percorso assolutamente aderente
alle loro aspettative.
Il programma della visita ha
previsto momenti condivisi che
si sono alternati a momenti di
incontri e scambi lavorativi individuali in cui le funzionarie, seguite dalle rispettive tutor, hanno
conosciuto gli Uffici e gli ambiti
lavorativi della Direzione Regionale connessi alla specifica attività di provenienza.
Dopo una fase introduttiva comune dedicata all’illustrazione
del sistema fiscale italiano, della
mission dell’Agenzia delle Entrate e dell’organizzazione delle
strutture con particolare riguardo
agli Uffici della Direzione Regionale, le funzionarie sono entrate
nel vivo delle tematiche di specifico interesse. Rita Simoes ha approfondito l’organizzazione della giustizia
tributaria e le principali regole del processo esaminando inoltre le
procedure e le banche dati correntemente utilizzate
dai nostri Uffici
legali.
Sarolta
Ban Szabò ha appreso i metodi e le
21
procedure di controllo utilizzate
dagli Uffici regionali e provinciali con l’approfondimento di un
caso di transfer pricing.
Le colleghe hanno poi trascorso insieme una giornata presso
la Direzione Provinciale di Bologna, dove, accompagnate da
Stefano Zammartini che ha fatto
loro da interprete e da “cicerone”,
hanno esplorato l’organizzazione
e i compiti dell’Area Controllo
nonché del front office e del back
office dell’Ufficio territoriale.
L’ ultimo giorno, dedicato al confronto delle peculiarità dei sistemi fiscali italiano, portoghese
ed ungherese è stata per tutti una
occasione preziosa di arricchimento e confronto: è stato molto
interessante scoprire, ad esempio, che l’aliquota massima della
tassazione ungherese sul reddito
delle persone fisiche è del 19%
e che il sistema di giustizia tributaria portoghese fa precedere
la fase giurisdizionale dalla fase
amministrativa del reclamo e del
ricorso gerarchico.
Non poteva mancare nella settimana di visita il momento conviviale in osteria. Secondo la più
classica tradizione ospiti e anfitrioni si sono ritrovati davanti
ai piatti tradizionali della cucina bolognese e tra una crescen-
tina e un bicchiere di vino buono abbiamo brindato e scattato
foto-ricordo.
Al momento della partenza, Rita
e Sarolta ci hanno salutato definendo “really memorable and
interesting” l’esperienza in Bologna.
A rendere memorabile l’esperienza ha contribuito l’entusiasmo della “task force” costituita
per l’occasione che ha impiegato risorse e tempo, anche oltre
l’orario di lavoro, per rendere il
soggiorno delle ospiti il più piacevole possibile. E niente poteva
essere più gratificante per tutti
noi delle parole che Rita e Sarolta
ci hanno lasciato.
volta a rendere più veloci ed efficienti i servizi.
In sostanza, l’accordo prevede un
impegno da parte dei professionisti per far conoscere e utilizzare tutti i servizi telematici attivati
o di futura attivazione e utilizzare la Posta Elettronica Certificata
quale canale privilegiato per la trasmissione di documenti
e istanze. L’Agenzia
delle Entrate, da parte sua, si impegna a
potenziare i servizi
telematici presso le
strutture territoriali
ed agevolarne la conoscenza ed il loro
utilizzo.
Tutto questo, finalizzato al miglioramento delle prestazioni
dell’amministrazione finanziaria e, di
conseguenza,
alla
soddisfazione delle persone e
delle imprese oltre che dei professionisti.
A questo scopo l’Agenzia, con
cadenza annuale, verificherà lo
stato di attuazione di questi intenti.
2011
Lo scorso 2 novembre è stato siglato a
Bologna un Protocollo di intesa tra
Agenzia delle Entrate e gli Ordini dei
Dottori Commercialisti e degli Esperti
Contabili dell’Emilia-Romagna.
L’obiettivo che l’intesa si propone di
raggiungere è quello di favorire la comunicazione e migliorare le relazioni
tra i contribuenti e
l’Amministrazione
Finanziaria attraverso la realizzazione di un proficuo rapporto
di collaborazione e trasparenza
tra quest’ultima e gli Ordini dei
Commercialisti e degli Esperti
Contabili.
Una “rete istituzionale”, quindi,
NOTIZIE
Intesa tra l’Agenzia delle Entrate
e l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili
Comunicazione
22
Gli “scherzetti”
dell’Agenzia
NOTIZIE
Antonella
Pellegrino
Scherzetti finiti
male per gli evasori della notte di
Halloween che hanno “festeggiato” in compagnia degli agenti del
Fisco.
Scontrini fiscali sostituiti dai timbri sulla mano all’ingresso o da
talloncini colorati ai guardaroba,
biglietti in prevendita non contabilizzati, discoteche camuffate da
circoli associativi e lavoratori in
nero.
Questo e altro, i funzionari
dell’Agenzia delle Entrate con la
collaborazione della SIAE hanno
scoperto grazie all’operazione
Halloween II, realizzata nei confronti di 27 locali su tutto il territorio dell’Emilia-Romagna.
I controlli hanno interessato i luoghi di divertimento che, secondo
le informazioni raccolte dai funzionari dell’Agenzia, nella notte
del 31 ottobre organizzavano serate a tema con una consistente
presenza di pubblico.
Le donne e gli uomini del fisco
“travestiti” da normali clienti,
hanno in prima battuta monitorato l’affluenza di avventori e le
casse all’ingresso, i guardaroba
traboccanti di cappotti e piumini
e i bar per verificare la corretta
emissione delle ricevute fiscali.
Successivamente, si sono presentati per poi contestare ai gestori le
irregolarità riscontrate, accertare
la presenza di lavoratori in nero,
infine, controllare le scritture
contabili e gli incassi
effettivi.
Dopo ore di appostamento e di controlli, alle prime luci
dell’alba gli 007 del Fisco hanno
tirato le somme delle irregolarità e constatato incassi in nero in
tutta la regione per un totale di
40mila euro.
Soltanto nel capoluogo emilianoromagnolo ammontavano a più
di 8mila euro le entrate non contabilizzate (tra titoli di ingresso
e guardaroba) di due noti locali
di intrattenimento, a fronte di un
incasso effettivo complessivo di
oltre 16mila euro.
Eclatante, poi, il caso di un locale notturno di Reggio Emilia,
che con tanto di vocalist, dee jay,
ragazze immagine, e quasi 2mila
persone in sala, formalmente risultava essere un’associazione
di “promozione sociale”. Il finto
ente non commerciale smascherato dai funzionari del Fisco con
l’aiuto degli agenti della Polizia
Municipale reggiana, nella “notte delle streghe” non ha emesso
scontrini fiscali per un importo di
circa 7.500 euro, ai quali vanno
aggiunti oltre 30mila euro ricavati dai biglietti venduti in preven-
dita. Sempre nel reggiano, l’identificazione, in un altro locale di
intrattenimento, di 3 lavoratori in
nero; mentre in un terzo scoperti
altri 12 lavoratori non in regola
oltre che la mancata emissione di
300 scontrini fiscali all’ingresso e
120 per il deposito cappotti.
Una discoteca ferrarese ha nascosto all’amministrazione finanziaria un incasso di quasi 4mila
euro, mentre nel modenese i verificatori hanno contestato la mancata emissione di scontrini tra bar
e guardaroba per un importo evaso di quasi 3mila euro.
Sotto la lente dei controlli anche
il resto della regione. Dalle due
visite dei funzionari dell’amministrazione finanziaria in altrettanti
locali del piacentino sono emerse
irregolarità per un ammontare di
circa mille euro.
Ancora mille euro evasi in un
locale del parmense e altrettanti
euro tra imposta sugli spettacoli e
non corretta applicazione dell’aliquota Iva, oltre alla presenza di
5 lavoratori in nero, nel riminese.
A Ravenna, infine, i verificatori
hanno tolto la maschera ad una
finta associazione culturale, che
in realtà organizzava spettacoli di
intrattenimento.
Una menzione a parte meritano,
5 locali (due nel riminese, uno a
Cesena, Ravenna e Parma) dei 27
controllati, per i quali gli scherzetti compiuti dai funzionari
dell’Agenzia sono andati a buon
fine in quanto non sono state riscontrate irregolarità.
23
Piacenza: accertata evasione milionaria
Da una verifica fiscale svolta nei confronti di una tipografia
sono emersi rilievi per oltre 1.170.000,00 di euro.
La truffa, scoperta grazie all’attività di intelligence dell’Ufficio
Governo, Analisi e Riscossione
della Direzione Provinciale di Piacenza, si reggeva su uno schema
collaudato. In media una volta a
mese, per stessa ammissione del
rappresentante legale, la consueta
fattura per l’approvvigionamento
della carta veniva trascritta sul
registro contabile con incrementi
che superavano il 1000per cento.
Da 18mila euro si arrivava così a
227mila euro, fino ad accumulare
oltre un milione di euro di costi
letteralmente “inventati”.
Il “fulcro” che ha reso possibile
l’accertamento è l’Area di Staff –
Governo, Analisi e Riscossione,
attiva dal mese di luglio di questo
anno, che, oltre ad analizzare le
segnalazioni - interne ed esterne
– che arrivano all’Ufficio, effettua un continuo monitoraggio del
territorio provinciale alla ricerca
di potenziali evasori.
Ci si è resi conto, infatti, che
occorreva dotarsi di una struttura capace di raccogliere tutte le
informazioni provenienti dagli
ambiti più disparati e, soprattutto,
in grado di analizzarle, effettuando
quella sintesi e quegli “incroci”
che permettono di evidenziare i
fenomeni sospetti.
Si è voluta dare, inoltre, una casa
comune alle esperienze, alle professionalità ed alle idee patrimonio di ogni singolo funzionario,
stimolando la collaborazione tra
le diverse articolazioni dell’Ufficio, con l’intento di favorire una
reale condivisione ed un proficuo
trasferimento delle conoscenze.
Giuliano
Calura
L’attività di intelligence è finalizzata a fornire all’Area Controlli ed
agli Uffici Territoriali, non solo dei
nominativi proficui, solvibili ed
ad alto risk score, ma anche dei
percorsi elaborati internamente e
testati mediante accessi sperimentali, al fine di garantire un recupero
di efficienza ed efficacia nell’azione di contrasto all’evasione.
In futuro, non solo ai tipografi
gli “acquisti di carta” costeranno
salato.
NOTIZIE
Non era immune da trucchi contabili nemmeno il parco auto
dell’impresa: per le quattro auto
a disposizione dei due soci erano
stati infatti dedotti integralmente
tutti i costi, per ulteriori 58mila
euro di evasione.
2011
Si concedeva una “trasgressione”
al mese, gonfiando le fatture per la
fornitura della carta. Così un tipografo piacentino aveva alleggerito
il proprio reddito imponibile di 2,3
milioni di euro, più 230mila euro
di Iva detratta indebitamente.
Comunicazione
24
Calcio e solidarietà
Emilio Di
Stasio
L’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna e i Campioni d’Italia
dell’Hellas Verona (84-85) in campo contro la sclerosi multipla
C’era un insolito movimento
sabato 1° ottobre dinanzi all’Agenzia delle Entrate di Rimini;
nonostante l’ufficio fosse chiuso,
intorno alle sette e quaranta una
decina di funzionari sono arrivati
alla spicciolata come se si trattasse di un normale giorno lavorativo.
Erano lì non per svolgere la quotidiana attività di assistenza ai
contribuenti e di contrasto dell’evasione fiscale, bensì per partire
alla volta di Legnago, cittadina in
provincia di Verona dove poi sarebbero arrivati altri colleghi da
Reggio Emilia, da Bologna e da
altre città dell’Emilia-Romagna,
per partecipare ad un quadrangolare di calcio per beneficienza
organizzato per raccogliere dei
fondi da devolvere alla Associazione Italiana Sclerosi Multipla.
Il torneo è stato organizzato dalla
sezione dell’AISM di Legnago ed
ha visto la partecipazione, oltre
che della squadra della Direzione
Regionale dell’Emilia-Romagna
dell’Agenzia delle Entrate, della
formazione delle vecchie glorie dell’Hellas Verona, di quella
degli ex giocatori della Legnago
Salus e di una compagine formata
dai medici dell’Azienda U.L.S.S.
Mater Salutis di Legnago
Appena entrati nello stadio tutti i membri della squadra hanno
provato una grande emozione
nell’essere fianco a fianco con
delle autentiche glorie del calcio italiano quali Pierino Fanna,
Vittorio Pusceddu, Franco Nanni,
Domenico Penzo, Luciano Marangon, Luigi Sacchetti, ed altri
ancora; che dire, poi, del ritrovarsi addirittura seduti in panchina
accanto ad Osvaldo Bagnoli, allenatore che sarà ricordato per
lo scudetto del suo Verona conquistato nel campionato 1984
- 1985, per la sua enorme competenza calcistica, ma soprattutto
per le sue qualità umane e per la
sua serietà.
A tale emozione, però, ne è seguita un’altra ben più forte qualche
minuto dopo; infatti, prima del
calcio d’inizio tutti i partecipanti hanno salutato alcune persone
ammalate di sclerosi multipla
presenti a bordo campo per assistere al torneo; stringere la mano
ad una persona costretta sulla sedia a rotelle, trovarsi faccia a faccia con la sua malattia, ha fatto
prendere coscienza a tutti di cosa
sia la sclerosi multipla.
25
Nella prima partita, disputata
contro gli ex giocatori del Legnago Salus (la prima squadra disputa il Campionato di serie D),
la formazione dell’Agenzia delle Entrate dell’Emilia-Romagna
ha tenuto bene il campo, ma alla
fine si è dovuta inchinare di fronte a due eccezionali gol da fuori
area realizzati dagli avversari; si
è conclusa in pareggio, invece, la
seconda partita disputata contro
la squadra composta da medici,
situazione di pareggio che neanche i calci di rigore hanno sbloccato.
Alla fine il torneo è stato vinto
dagli ex-giocatori dell’Hellas Verona, per i quali gli anni passano
ma la classe resta immutata.
Al termine premiazioni, saluti,
fuochi d’artificio tricolori e risotto per tutti; poi, un saluto ai
colleghi che chissà quando si rivedranno ed il ritorno a casa con
un gran sorriso e la soddisfazione
di aver trascorso una gran bella
giornata di amicizia e solidarietà.
Pasquale Stellacci e Luciano Marangon (Hellas Verona)
Emilio Di Stasio tra Vittorio Pusceddu giocatore ed Emiliano Mascetti
allenatore in seconda dell’Hellas Verona Campione d’Italia
Osvaldo Bagnoli allenatore Hellas Verona Campione d’Italia (a lato)
2011
Nella pagina a fianco Pasquale Stellacci con Domenico Penzo
ENTRATE IN SPORT
Di fronte a tutto questo, l’aspetto sportivo non poteva che passare in secondo piano; certo, la
voglia di giocare e di fare bella
figura era tanta, ma ormai la cosa
più importante era la consapevolezza di partecipare ad un evento
in grado di dare un aiuto, seppur
piccolissimo, alle persone affette
da questa terribile malattia.
Comunicazione
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LUCA TONI:
da goleador della Fiorentina a campione
del mondo con la Nazionale
MATTEO ABBATE:
Partita Bari - Verona 0-1 gol di Abbate
MATTEO ABBATE:
da terzino del neopromosso Hellas Verona a difensore goleador degli scaligeri
impegnati nella lotta per la serie A
PASQUALE STELLACCI:
da Direttore “in jeans” dell’ex Ufficio di
Faenza a Capo Settore Accertamento
della Direzione Regionale dell’EmiliaRomagna
GIOVANNA ALESSIO:
da Direttore dell’ex Ufficio di Modena a
Direttore Regionale delle Marche
DONATELLA PIERLEONI
da Direttore “entusiasta” dell’ex Ufficio
di Guastalla a Capo Ufficio Contenzioso
della Direzione Regionale dell’Emilia-Romagna
NINO DI GERONIMO:
da Capo dell’ex Ufficio Controlli Fiscali
della DRER a Direttore Regionale della
Calabria
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Lorenza Lei e
Tiziana Sabattini
Gianfranco Fini e Giovanna Zannini
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Una tragica storia
di donne
Il tragico episodio ha messo in
luce una realtà a dir poco inquietante: lavoro “in nero” e sottopagato, norme di prevenzione e
sicurezza inesistenti o comunque
inadeguate , carenza di controlli a
vari livelli.
Come sempre accade quando
una notizia è di forte impatto
emotivo, la risonanza mediatica
è stata notevole ed abbiamo letto e ascoltato una profusione di
commenti.
Le operaie “clandestine” percepivano un compenso ampiamente
inferiore a quello regolare, osservavano orari di lavoro anche
molto pesanti, non avevano alcuna copertura assicurativa, né garanzie di continuità del lavoro,
né tutele legali o di alcun altro
tipo.
Perfino il modestissimo salario è
quasi beffardo: 3,95 Euro all’ ora,
Una situazione al di fuori
di ogni regola,
che poteva essere subìta solo per
assoluta necessità e che, invece,
pare fosse accettata da tutti come
ineluttabile fattore di una vita
fatalmente difficile.
Le vittime, infatti, erano tutte
donne e, tranne la sfortunata
ragazzina, tutte lavoratrici che
avevano accettato, come chissà
quante altre, condizioni lavorative pesantissime e rischiose.
Nelle interviste diffuse dai media
nessuna critica è stata mossa al
datore di lavoro, neppure dall’
unica operaia sopravissuta al
disastro, né dalle famiglie delle
vittime, né dai loro concittadini, mentre molto più aspri sono
stati i giudizi sulla mancanza di
controlli da parte dei competenti
uffici pubblici.
Molti pensavano che il crollo
sarebbe accaduto anche se il laboratorio fosse stato in regola e
che nessuna colpa poteva essere
attribuita al titolare, anch’esso
duramente colpito dalla perdita
della figlia.
Probabilmente su ogni possibile
rancore prevaleva la pietà per il
dolore di un padre e la solidarietà fra persone unite in una
grande disgrazia.
Ma, a parte le responsabilità o
le colpe (che verranno accertate nelle opportune sedi) ed il più
profondo rispetto per la comune
sofferenza , credo che questo tristissimo episodio vada inquadra-
E non è un caso che siano le donne a pagare di più il prezzo di
una crisi che pure è diffusa e generalizzata, perché è evidente che
esse rientrano fra le categorie più
indifese.
Lavoratrici con scarsa forza contrattuale, forse poco organizzate e sicuramente -per cultura e
per tradizioni- più inclini degli
uomini al sacrificio ed alla sottomissione, pressate da un disagio
economico-sociale così profondo
da attutire anche la percezione
dei loro diritti, eppure persone
forti e capaci di affrontare le difficoltà della vita con scelte decorose e degne di stima.
Sono queste le donne che le necessità hanno indotto, rassegnate
più che consenzienti, a svolgere
un lavoro clandestino e malpagato, ma onesto.
Ed è soprattutto per questo che
voglio così ricordarle: giovani
donne, ciascuna con una sua storia alle spalle e con un comune
tragico destino, sfortunate e coraggiose, che hanno perso la vita
ma non la dignità.
Maria
Antonietta
Sassani
PARI OPPORTUNITA’
Quattro di esse erano operaie di
questo laboratorio, mentre l’altra
era la giovanissima figlia del titolare della piccola azienda e si
trovava casualmente nel luogo
del disastro.
to in un contesto più ampio , con
alcune considerazioni in un’ottica di genere.
2011
Non molto tempo fa, a Barletta,
cinque giovani donne hanno perso la vita per il crollo che ha travolto un laboratorio di maglieria.
come se anche
quattro fossero
troppi!
Comunicazione
30
Una bella esperienza
Il Comitato per le Pari Opportunità termina il proprio mandato
PARI OPPORTUNITA’
Maria
Antonietta
Sassani
Dopo quasi diciassette anni di attività, il nostro Comitato termina
il proprio mandato, sostituito dai
nuovi organismi paritetici di recente costituzione.
E’ dunque tempo di bilanci e di
saluti e vorrei qui ripercorrere
un po’ della nostra storia, cercando di essere obiettiva , anche se
non posso nascondere una certa
emozione, intrisa di malinconia e
di orgoglio.
Il primo Comitato Regionale per
le Pari Opportunità risale al gennaio del 1995 e da allora ha visto
modificarsi più volte il suo assetto
e succedersi molti componenti,
ma non è mai venuta meno una
grande coesione interna , né la
volontà di operare concretamente
e nel miglior modo possibile.
Sono molte le iniziative ed i progetti realizzati e sarebbe davvero
troppo lungo elencarli tutti, ma
lasciatemi ricordare, in ordine
sparso, almeno quelli più significativi.
Il “Codice etico - Profili
comportamentali contro le
molestie sessuali nei luoghi di
lavoro”
E’ stato uno dei nostri primi documenti. Datato 1997 e successivamente reiterato per adeguarlo
alle innovazioni normative, è stato
adottato - in vari tempi - da tutte
le Direzioni Regionali dell’ Emilia Romagna (Entrate, Territorio,
Demanio , Dogane), che sono state
sicuramente fra le prime pubbliche
amministrazioni ad accoglierne i
principi e le finalità.
disagio lavorativo dovuto sia alle
loro specifiche esigenze, sia alle
innovazioni organizzative degli
Uffici.
L’asilo nido aziendale
In particolare riguarda il personale non vedente e ipovedente,
fino ad ora addetto ai centralini
telefonici, che dovrà essere ricollocato dopo l’abolizione degli
stessi centralini.
Presso la Direzione Regionale delle Entrate è in funzione dal 2008
un bellissimo asilo nido aziendale
(L’isola dei tesori), realizzato
grazie all’ impegno di molti, fra
cui di primaria rilevanza la stessa
Direzione Regionale, ma di cui
rivendichiamo l’iniziativa, la cura
delle prime fasi del progetto ed
una fattiva partecipazione sino
alla sua felice conclusione.
Le iniziative per migliorare le
condizioni e l’ambiente di lavoro
Il progetto “Riprendiamo il
lavoro insieme”
Destinato ai dipendenti costretti a
lunghe assenze, prevede di fornire loro un concreto supporto, sia
durante l’assenza stessa, sia al
rientro in Ufficio.
L’obiettivo del progetto è quello di
tutelare le competenze personali
e di favorire il reinserimento in
servizio di quei lavoratori che
potrebbero trovarsi in difficoltà.
Il progetto “Lavoro senza
ostacoli”
E’ fra le ultime iniziative del
Comitato, che ha predisposto
un progetto per consentire ai
dipendenti disabili di superare il
Il progetto si è concluso con la formulazione, da parte del Comitato,
di concrete proposte ai competenti
Uffici centrali.
Il progetto “screening”
In collaborazione con la Regione
Emilia Romagna, è stato realizzato un progetto con l’ obiettivo
di raccogliere dati statistici e di
favorire la partecipazione dei
dipendenti degli Uffici finanziari
agli screening gestiti dalla stessa
Regione per la prevenzione di
alcune malattie tumorali.
Le attività di informazione
Oltre ad aver risposto alle
singole richieste, abbiamo predisposto e distribuito raccolte delle
disposizioni normative e contrattuali in materia di conciliazione fra
lavoro e famiglia, per fornire uno
strumento di facile utilizzo sia ai
dipendenti sia alle strutture degli
Uffici operativi che gestiscono il
personale.
31
La “presenza” del Comitato
Abbiamo sempre cercato di mantenere la “visibilità” del Comitato,
anche all’ interno dell’ Amministrazione, con una attiva presenza
in tutte le sedi competenti.
E così, per fare qualche esempio, partecipiamo alle riunioni
sindacali, abbiamo ottenuto l’inserimento- negli accordi sulla
mobilità- di alcune clausole che
tengono conto delle situazioni
familiari, abbiamo sollecitato il
rispetto delle norme sulla presenza femminile nelle commissioni
d’esame e nelle riserve di posti.
Per creare un rapporto diretto con
i dipendenti, è stata istituita una
rete di “referenti del Comitato”
in tutti gli Uffici finanziari della
Regione, che ha facilitato lo svolgimento di molte attività
Le diverse prospettive
Per dimostrare come è diverso
il mondo femminile visto dalle
donne, è stato organizzato un
concorso fotografico a tema,
riservato alle dipendenti degli
Uffici finanziari, dal titolo “Le
donne fotografano le donne”, che
ha riscosso molti consensi e che
ha indotto a serie riflessioni.
La comunicazione
Ritenendo la comunicazione di
vitale importanza , abbiamo usato
tutti gli strumenti disponibili.
In particolare vorrei ricordare alcuni scritti su donne straordinarie,
ma che non sono famose (come,
ad esempio, Maria Luisa Dè Medici ed il suo “patto di famiglia”,
che ha consentito di mantenere a
Firenze ed allo Stato l’immenso
patrimonio artistico delle raccolte
medicee; Jessie White Mario che
già nell’ 800 si occupava di femminismo e dei relativi problemi
sociali, Agostina Bonetti Altobelli,
che nei primi del ‘900 teneva conferenze sul divorzio, fondava una
“Società operaia femminile” e la
“Cassa Nazionale Assicurazioni
Sociali”.
E’ stato compilato e diffuso un
ricco glossario sul linguaggio di
genere (“Qualche parola sulle pari
opportunità”).
Il convegno “Quello che le
leggi non dicono”
Il convegno è stato organizzato,
nel mese di maggio del 2010, in
collaborazione con il Comitato
Pari opportunità dell’ Università di
Bologna e la Consigliera Regionale di Parità dell’ Emilia Romagna
ed ha visto una lusinghiera partecipazione di pubblico, numeroso
ed attento.
Il tema del convegno era l’analisi
dei diversi effetti (mai esplicitati)
che le leggi possono avere sui
destinatari, pur essendo formalmente uguali per tutti.
L’obiettivo era la ricerca di quello
che le leggi non dicono per trarne
spunti propositivi .
Potevamo fare di meglio ? Forse
si, ma credo che il bilancio sia
comunque positivo e che, tutto
sommato, possiamo essere soddisfatti del lavoro svolto, perché
vi abbiamo profuso impegno e
passione e questo è di per sé un
bel risultato.
Siamo così arrivati ai saluti, malinconici, perché il Comitato è
appena stato chiuso e già ne sento
nostalgia.
So bene che in queste occasioni
è facile ricadere nel banale, ma
non trovo altro modo per dire
a tutti i componenti che si sono
alternati nel tempo quanto sia
stato per me importante lavorare
con loro se non con un sincero
ringraziamento.
Grazie a tutti della stima e della
fiducia che mi avete sempre accordato, sia volendomi come Presidente per tutta la lunga durata
del Comitato, sia per la costante
collaborazione.
Con voi mi sono sempre sentita
a mio agio e le nostre fattive
riunioni di lavoro sono sempre
state anche occasioni di incontro
e di confronto, mai di contrasti o
conflitti e si sono sempre svolte in
un clima cordiale ed amichevole.
Questo Comitato termina il suo
mandato nella forma attuale, ma il
mio vivissimo augurio è che nulla
vada perduto del lavoro svolto e
che la nascita della nuova struttura
sia solo l’ importante momento di
un percorso evolutivo dove le
Pari Opportunità trovino sempre
più attenzione.
La nostra è stata davvero una bella
esperienza, che ora si chiude ma
che spero rimanga nella memoria
di tutti noi con la stessa intensità
del ricordo che accompagnerà me
per sempre.
PARI OPPORTUNITA’
Per conoscere e poter divulgare le
norme in tema di pari opportunità, abbiamo colto tutte le occasioni: dal Corso di approfondimento
tenuto presso la locale sede della
Scuola Superiore della Pubblica
Amministrazione, ai gruppi di
studio istituiti all’ interno del
Comitato, alla partecipazione ai
“Cantieri di innovazione” tenuti
dal Dipartimento della Funzione
Pubblica.
Il Comitato ha un suo sito nella
Intranet regionale dove pubblichiamo i nostri documenti più
significativi; abbiamo uno spazio
nel periodico aziendale “Comunicazione”, dove sono stati
pubblicati moltissimi articoli, a
mia firma, su vari argomenti: la
violenza contro le donne, la leadership femminile, la parità e le
pari opportunità, le celebrazioni
dell’ 8 marzo, ecc.
2011
La formazione
Comunicazione
“… e un ridere rauco e ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto …”
E’ arrivato per me il momento di lasciare il lavoro,
ma sebbene sia felice di iniziare una nuova vita, sento
anche un po’ di tristezza nell’andar via, soprattutto
perchè lascio un gruppo di amici e un buon numero
di ottimi colleghi.
Nella ricerca delle parole da usare per questo saluto,
ho ripercorso con la memoria la storia di questi anni
passati in Agenzia, anni in cui mi è capitato di conoscere tante persone.
Così come in un film, ho rivisto volti, occhi, e ricordato voci e storie di esperienze belle e a volte di amicizia.
Vado via contento perché sarò finalmente libero da
vincoli e potrò riempire le mie giornate cercando di
realizzare almeno uno dei tanti progetti che ho in
testa, ma sono convinto che nulla sostituirà il tempo
che ho trascorso con molti di voi.
Un saluto particolare agli amici della redazione, lavorare con loro è stata una bella esperienza che mi ha
aiutato a crescere personalmente e professionalmente.
Il nostro grafico da gennaio sarà in pensione,
lui è felice noi no
La professionalità che ha contraddistinto il suo operato è stata dilagante,
la sua disponibilità è stata inverosimile ed encomiabile, il suo estro è
stato particolare e forse irraggiungibile.
Giorgio Bertuzzi ha saputo coniugare l’attaccamento al lavoro alla
gioiosità operativa, grafico dalle innumerevoli reminiscenze,
fotografo dalle sfolgoranti sfaccettature, giornalista
dalle vibranti attenzioni, magico informatico ed illustre
innovatore.. essenza tecnica del nostro periodico.
Grazie, Giorgio... e se puoi, continuaci a curare da dietro
le “quinte”.
La redazione
alcuni lavori di Giorgio Bertuzzi