Classi senza aule - Istituto Comprensivo Statale Darsena

Transcript

Classi senza aule - Istituto Comprensivo Statale Darsena
«Classi senza aule»
la didattica in movimento
2 dicembre 2015
Prof.ssa Barbara Caterini Dirigente Scolastico I.C. Darsena Viareggio
Progetto sperimentale attivato
Scuola sec. di 1° grado E. Jenco
Istituto Comprensivo Darsena
Un po’ di storia:
• Quando e da dove è nata l’idea
• Come è stata messa in pratica
Un po’ di teoria :
• riferimenti teorici e pedagogici
Prospettive
Adesso:
• descrizione
Anno scolastico 2014 - 2015
Durante un Collegio dei Docenti il
Prof. M. Zappelli di Ed. Fisica
descrive il tipo di iniziativa
Lancia l’idea di
sperimentare aule
laboratorio alla
scuola E. Jenco
Analisi della fattibilità:
• N° classi: 9 (1°,2°,3° corsi A,B,C)
• N° discipline: 14 ( italiano, storia, geografia, matematica,
scienze, tecnologia, musica, arte, ed. fisica, religione,
materia alternativa, inglese, francese, spagnolo )
• N° totale di ore necessarie per ogni disciplina ( es
italiano= 6 * 3* 3 = 54…almeno 2 aule etc….)
• N° di ambienti disponibili: 19
• Ricerca bibliografica
• Ricerca in rete di esperienze simili
• Indagine sul gradimento
• Il Dirigente Scolastico propone di attivare la
sperimentazione organizzativa al Collegio del 30
giugno 2015
• Lavori estivi di allestimento aule laboratorio
( collaboratori scolastici e docenti volontari )
• Elaborazione dell’orario delle lezioni
Avanguardie Educative è un movimento di innovazione che porta
a sistema le esperienze più significative di trasformazione della
scuola italiana.
Un movimento aperto alla partecipazione di tutte le scuole italiane che lavorano ogni giorno per trasformare il
modello tayloristico di una scuola non più adeguata alla nuova generazione di studenti digitali e disallineata dalla
società della conoscenza.
Il movimento intende utilizzare le opportunità offerte dalle ICT e dai linguaggi digitali per cambiare gli ambienti di
apprendimento e offrire e alimentare una «galleria delle Idee» che nasce dall’esperienza delle scuole, ognuna
delle quali rappresenta la tessera di un mosaico che mira a rivoluzionare l’organizzazione della didattica, del
tempo e dello spazio del «fare scuola».
Il movimento Avanguardie educative è nato dall’iniziativa congiunta di Indire (Istituto Nazionale di
Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), che fin dall’anno della sua nascita – il 1925 – si è occupato
di innovazione educativa, e di un primo gruppo di scuole che hanno sperimentato una o più delle Idee alla base
dello stesso movimento.
L’innovativa formula di DADA è già in sperimentazione al liceo
“Kennedy” di Roma e al “Labriola” di Ostia. Ma anche in Sicilia alla
scuola media “Antonio Amore” di Pozzallo dove la Dirigente Mara
Aldrighetti, ha deciso di combattere la dispersione scolastica dando ai
ragazzi l’opportunità di “migrare” da un’aula all’altra, di mettersi in
movimento.
All’ I.C. Pier Cironi di Prato, con il dirigente Alessandro Giorni, la
sperimentazione è iniziata come all’I.C. darsena questo settembre
3 settembre 2015:
riunione con i genitori per illustrare la nuova
modalità organizzativa
15 settembre 2015:
Frasi ricorrenti:
• La scuola non funziona,
• le «medie» sono l’anello debole della scuola italiana,
• I giovani sono demotivati e disinteressati
Frase celebre:
«Follia è fare sempre le stesse cose ed
aspettarsi risultati diversi»
Il progetto
Classi senza aula
la didattica in movimento
Onori della cronaca
La Nazione 23 novembre 2015
Firmato: Giovanni Lorenzini
Rivoluzione copernicana
nel senso che
• i docenti rimangono nella loro aula disciplinare
mentre sono gli studenti che, ad ogni cambio di
orario, cambiano ambiente
• Ogni classe non ha più un’aula propria ma è
il docente ad avere un suo «studio attrezzato»,
costruito come l’abito di un sarto: su misura
• Centrale è il ruolo del movimento degli studenti
• Gli ambienti scolastici diventano spazi laboratoriali, ambienti di
apprendimento dove è più facile che l’approccio divenga di
tipo operativo, in cui le maggiori responsabilità pratiche (cura del
materiale, del rispetto dei tempi, organizzazione del lavoro ) favoriscono una
migliore sedimentazione delle conoscenze apprese e maggior
quantità di competenze acquisite
Didattica in movimento
Scuola dinamica in cui gli studenti divengono fulcro e motore.
Si dovrebbe riuscire a passare dallo studente sedentario,
immobile in un banco in atteggiamento di passiva ricezione di
informazioni e conoscenze allo studente «nomade» in movimento
nella loro ricerca (Brian Alexander)
. . . movement is crucial to every other brain function, including memory,emotion,
language, and learning. Our “higher” brain functions have evolved from
movement and still depend on it.” - John J. Ratey, MD Harvard Medical School
from User’s Guide to the Brain
Quanto è importante il movimento per l'apprendimento?
Quando si pensa all’apprendimento l’approccio è spesso di tipo logico-astratto,
ma, nei processi di apprendimento, il movimento gioca un ruolo a dir poco
fondamentale.
Alcuni studi hanno dimostrato uno stretto legame fra la parte del cervello che
viene utilizzato principalmente per il movimento e le funzioni cognitive come la
memoria, l'orientamento spaziale, l'attenzione, il linguaggio e il processo
decisionale.
Non solo gli studenti fisicamente attivi hanno un rendimento scolastico migliore e
riescono a raggiungere risultati maggiori, ma è in generale proprio quando si è in
movimento che si apprende meglio.
In che modo può, allora, il movimento aiutare e sostenere il
processo di apprendimento?
•
•
•
•
•
•
•
•
Gli organi sensoriali (occhi, orecchie, naso e lingua)si orientano secondo l’input dato
dall’ambiente con ogni movimento della testa. I piccoli movimenti degli occhi permettono la
vista tridimensionale e a lunga distanza, la percezione periferica e la focalizzazione su piccole
lettere.
Il movimento prepara anche alla percezione uditiva ed olfattiva.
La memoria muscolare del corpo è impregnata della conoscenza dei processi di movimento
(sedere, camminare, correre e la consapevolezza spaziale).
Recenti ricerche hanno rilevato che due settori nel cervello, il ganglio basilare e il cervelletto, ai
quali venivano attribuiti solo il comando del movimento dei muscoli, sono importanti anche per la
coordinazione dei pensieri. Questi settori sono collegati con i lobi frontali, dove viene pianificato il
comportamento futuro nel suo processo logico e temporale.
Dietro ogni lettera e ogni cifra scritta c’è un movimento. Lettere e cifre vengono percepite ed
ancorate nella muscolatura e trovano espressione nel movimento della scrittura.
Ogni talvolta che facciamo dei movimenti mirati il cervello viene attivato e gli emisferi si
integrano.
Così si apre da sé la strada per l’apprendimento.
L’apprendimento implica la costruzione delle abilità.
Ogni tipo di abilità si sviluppa attraverso il movimento dei muscoli. La scrittura si manifesta
attraverso il movimento della mano e contemporaneamente si innesca un processo di pensieri.
Le parole pronunciate, causate da numerosi muscoli facciali della lingua e delle corde vocali, ci
permettono di mettere ordine e sviluppare i nostri pensieri.
• Tante persone possono pensare meglio quando fanno un’attività
fisica come nuotare o camminare.
• Altri invece devono masticare qualcosa come una penna, una
carota o una gomma per pensare meglio.
Quindi il movimento aiuta a sviluppare i pensieri e di conseguenza
l’apprendimento.
Starà a noi valutare se spostarsi due, tre, quattro, cinque volte durante
la mattina avrà effetti migliorativi sul rendimento scolastico
Lo spazio come ambiente di
apprendimento
•
Il concetto di spazio può essere considerato da varie prospettive:
fisica, filosofia, antropologia, etologia, psicologia, sociologia, architettura,
ergonomia…..
• Spazio come dimensione del quotidiano:
viviamo sempre in uno spazio che diviene contesto di relazioni, narrazioni,
esperienze
MA
• La consapevolezza della stretta connessione tra progetto
educativo e organizzazione degli spazi è una conquista
piuttosto recente
• Eccezioni teoriche sono Fröbel, Montessori, sorelle Agazzi,
Dewey che sottolinearono l’importanza dell’ambiente e del suo
allestimento
• Oggi c’è ancora poco investimento progettuale su questa
dimensione e gli spazi più curati sono quelli delle scuole
dell’infanzia, poi delle primarie e si tende ad un progressivo
abbandono crescente con il crescere dell’ordine di scuola
Ma lo SPAZIO, in una
scuola è determinante
per le esperienze che
in esso si possono fare
Quindi elemento fondamentale
dovrebbe essere la qualità dello spazio
stesso
Spazio educativo:
Dimensione in cui si sviluppa una relazione densa di significati e di
sollecitazioni, si attuano una trasmissione culturale ed una
trasformazione esistenziale sulla base di un progetto educativo.
Allora
È possibile e doveroso costruire contesti valorizzanti che sollecitino
aspettative:
aule colorate, accoglienti, contestualizzate; atrii e corridoi vissuti
ricchi di oggetti propri
Al contrario di contesti inibenti e poveri: muri grigi, sporchi, spogli
L’aula deve proporsi come luogo di formazione, sviluppo e
valorizzazione di competenze e potenzialità
Intrecci tra pedagogia e architettura:
«Quando un architetto progetta una nuova scuola deve chiedersi
quale tipo di spazio aiuta gli esseri umani a crescere» (Bruner 1998)
•
Se l’aula vuota è affidata solo ad un docente o al massimo a
due i loro margini di scelta divengono importantissimi per
trasformare uno spazio sterile in un ambiente d’apprendimento,
in un luogo abitabile.
Spazio abitato = cucito addosso
• L’etimologia del verbo «abitare» ci dice che lo spazio è abitato
se è posseduto.
(Habitus deriva dal latino habito, frequentativo di habeo (avere) che significa quindi soler avere, abitare, dimorare.
.
La matrice habeo contiene anch’essa l’idea del possesso, dello stare, dell’abitare)
• In tal caso rassicura e protegge.
Aula tradizionale
Aula laboratorio da completare con
elementi personalizzati
Non c’è bisogno di chissà quali finanziamenti ma
basta un po’ di creatività
Aula non personalizzata
Aula di geografia
Non rimane che esaminare ora nei
dettagli la sperimentazione in atto alla
scuola Jenco di Viareggio