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SALETTA BIBLIOTECA VIGOR -- mercoledì 18 marzo ore 18 LA VITA È UN FISCHIO di Fernando Pérez con Luis Alberto Garcia (Epídio Valdés), Coralia Veloz (Julia), Claudia. Rojas (Maríana), Bébé Pérez (Bebé) Origine: Argentina/Spagna, 1999 Sceneggiatura: Fernando Pérez, Humberto Jiménez Edoardo Dei Liano Durata: 106 Produzione: lcaic / Wanda Distribucion (2000) Distribuzione: Mikado Annuario del Cinema 2000/2001 - Simone Emiliani Quattro personaggi alla ricerca della felicità: una diciottenne, una ballerina, un'assistente sociale e un musicista/pescatore. Tutte storie che si alimentano dentro L'Avana, mostrata nei suoi esterni con un approccio quasi realistico/ documentaristico. Certamente La vita è un fischio è una di quelle opere furbe, capace di sedurre certo pubblico europeo e italiano per il modo in cui fonde realismo e grottesco, con astuzie narrative come quella degli abitanti che svengono dopo aver pensato frasi 'eretiche' impronunciabili pubblicamente. Ma nel giochino corretto di Fernando Pérez, resta più la curiosità del film come esempio di una cinematografia nazionale molto da scoprire, piuttosto che per il film stesso. Famiglia Cristiana - Enzo Natta - 27/08/2000 [..]Impastato di toni visionari e surreali, nutrito di quei succhi onirici e grotteschi che sono il sale della letteratura latino-americana, La vita è un fischio mescola una vistosa e chiassosa scenografia con lo spirito della telenovela, in un gioco a incastro di allegorie e simbolismi. Un po’ favola, un po’ melodramma, il film ha l'andamento alterno e ondeggiante, brillante e confuso, allegro e disordinato di una pittoresca e caotica festa di carnevale. Film TV - Enrico Magrelli - 20/06/2000 Giselle e i vecchi cantanti cubani, un allegro orfanotrofio e il famoso lungomare de L'Avana, una mongolfiera di Greenpeace e una sfida tra lumache, taxisti come strumenti del destino e psicologi dal cuore tenero, una madre adottiva con un nome (Cuba) che non ha bisogno di interpretazioni e uomini e donne che svengono quando sentono una parola (sesso, morale, libertà, opportunismo) che destabilizza il sistema neurovegetativo, cerimonie ufficiali e sbadigli patologici, una giovane narratrice e l'allegria malinconica di giorni tutti uguali. Basterebbe un fischio e non mancare all'appuntamento del giorno 4, alle 4 e 44, in piazza della Rivoluzione. Fernando Pérez nel suo film, carico di premi raccolti in vari festival, sfoderò tutto il repertorio classico, con molti tocchi originali e alcune eccellenti banalità, del realismo magico della letteratura e del cinema latinoamericano. Il Tempo - Gian Luigi Rondi - 10/06/2000 [..] La felicità è prendere la vita fischiettando perché, come il titolo avverte, "La vita è un fischio"... Un paradosso, forse anche uno sberleffo. Preceduti, però, da un'elencazione puntuale di veri drammi e di dolori. Sempre esposti, comunque, da Fernando Pérez, un regista cubano molto noto ai frequentatori di festival, con un continuo alternare il reale al surreale, privilegiando le metafore, giocando con le bizzarrie, ora avendo l'aria di raccontare delle favole, ora accettando le increspature della cronaca. Qualche pagina ricorda Buñuel - i molti passanti in strada che svengono nell'udire certe parole, altre, grazie anche alle musiche, nell'episodio soprattutto della ballerina privilegiano il romanticismo quasi con ardore, riscattando sempre, però, il pericolo del melodramma con dei guizzi quasi sulfurei pronti a farci passar subito ad un'altra delle tre storie. Repubblica - Irene Bignardi - 16/06/2000 Un fantasma percorre l'Avana: quello della madre che non c'è. Perché sono tutti più o meno orfani, i protagonisti di La vita è un fischio, e se non sono orfani soffrono di qualche altra privazione vitale, gli fa paura il sesso, tanto che c'è chi perde conoscenza solo a sentire pronunciare la parola, e non soltanto questa. "La vita è quello che accade mentre ci stiamo occupando d'altro" è la frase di John Lennon che il regista cubano Fernando Pérez ha scelto come epigrafe al suo premiatissimo film.[..] La vita è un fischio è in realtà un film ingiudicabile, che si deve godere soprattutto per come gioca fuori dagli schemi e dalle regole della maggior parte del cinema di oggi. Reticente in termini politici (e come potrebbe essere diversamente per una produzione cubana, che al massimo può permettersi di scherzare sulla parola libertà?), creativamente sconnesso in termini narrativi, il film di Pérez ha i suoi momenti migliori nella vera sensualità delle situazioni e la sua chiave in un gioco continuo di metafore. Ma il sentimento vitale che lascia la miscela di musica, bellezza, paesaggio, danza, ironia, umanità di questa Cuba povera e bella vale il biglietto. Stradanove.net - Dario D'Amato - 15/06/2000 Questo piccolo gioiello ha partecipato al ventesimo festival de l’Avana ed è stato osannato dalla critica e dal pubblico. Una valanga di premi: miglior film, miglior regia, miglior fotografia, miglior attrice rivelazione, premi della critica vari. Una presentazione così potrebbe essere sufficiente a spiegare l'impatto di questo film, ma non di certo la sua forza e, al tempo stesso, la sua fragilità. Sì perché La vita è un fischio è un film che trasmette gioia ma anche malinconia... Filmfilm.it - Valerio Salvi Il film mi colpisce immediatamente per un difetto di fotografia: speso le teste degli attori sono tagliate in cima e non si tratta, a detta del cameraman di un problema di pellicola. La storia vuole essere una sorta di “Pulp Fiction” ispanico. Le vite di 3 personaggi apparentemente slegati tra loro, si intrecciano per giungere al finale rivelatore. Certo il ritmo non è quello di Quentin Tarantino, anzi è decisamente cubano. I tempi si dilatano e il tutto è scandito dalla musica dell’Havana (Benny Moré – Bola de Nieve). Numerosi i momenti onirici ben scanditi dalla diversa scelta di luci tra il prologo e la storia vera e propria. I movimenti di macchina sono sempre molto “scolastici”, ma è presente qualche inquadratura, per lo più statica, decisamente interessante. Sicuramente Elpidio (Luis Alberto Garcia) risulta essere il personaggio meglio caratterizzato e più interessante. In lui troviamo tutti i caratteri tipici del popolo cubano: il rapporto di amore ed odio viscerali con la loro patria; la voglia di evasione che si accompagna ad una sorta di “vertigine da libertà” tipica di quelle persone che hanno trascorso un tempo troppo lungo rinchiuse in un carcere, anche solo ideologico; e la necessità di avere un ideale superiore che gli illumini il cammino (di solito in questi casi il Governo fornisce il Che). Curiosità: Nell’incidente del taxi, si nota che il faro sinistro si sgancia prima dell’impatto con il chiosco. Kamikazen.com 3 storie, 3 personaggi (Mariana, Julia, Elpidio Valdes) e uno scopo comune: la ricerca della felicità. Un teatrino dell’assurdo, tipicamente sudamericano, lungo le strade de L’Avana, in un clima onirico/surreale come un quadro di Magritte; uno sguardo divertito e divertente, ironico e amaro. Il film di Pérez ha raccolto una messe di premi al 20° Festival de L’Avana, a Rotterdam e a Berlino.