Alto Adige. Industrie culturali e creative.

Transcript

Alto Adige. Industrie culturali e creative.
Alto Adige.
—
Industrie culturali
e creative.
—
Terra di cultura,
centro di creatività
Generare contenuti e
muovere l’economia
3
Core culturale
Tra patrimonio e
contemporaneità
7
Cinema
Un settore strategico in
costante sviluppo
12
Industrie culturali
La cultura come
motore economico
20
Industrie creative
Progettare e
produrre cose belle
26
NOI Techpark
Il nuovo parco tecnologico
dell’Alto Adige
34
Enti & partner
in Alto Adige
Istituti e strutture
competenti
36
Terra di cultura, centro di creatività
1
Le imponenti montagne che circondano l’Alto
Adige non hanno impedito agli altoatesini di
guardare al di là delle vette. Anzi. Forse proprio
per le condizioni estreme della vita alpina, la
gente di questa terra – 518.935 abitanti su una
superficie di quasi 7.400 km², che ne fanno la
provincia più estesa d’Italia – ha sempre avuto un
forte spirito creativo e una notevole capacità di
intraprendere strade non convenzionali in cerca di
soluzioni per facilitare la quotidianità. Se a questo
si aggiungono la posizione di confine e la naturale
condizione di ponte tra Nord e Sud, si può facilmente comprendere come precisione e creatività,
rigore e spontaneità convivano felicemente nel
DNA degli altoatesini.
Per natura plurilingue e multiculturale (il 70%
della popolazione è di madrelingua tedesca, il
26% italiana, la restante parte ladina), l’Alto
Adige è un luogo di confronti e scambi continui,
capaci di generare nel tempo una fiorente economia, un’alta qualità della vita e una spiccata
attitudine imprenditoriale.
In particolare per quanto riguarda le industrie
creative e culturali, si può parlare dell’Alto Adige
come di una terra vivace, attiva e produttiva. La
cultura, innanzitutto, è parte integrante della vita
quotidiana, l’offerta è altissima e la risposta della
popolazione molto positiva. Unica provincia in
Italia con tre assessorati alla cultura – tedesco,
italiano e ladino – pensati per rappresentare e
sostenere le specificità culturali e linguistiche che
compongono la molteplicità sociale del territorio,
l’Alto Adige ha strategicamente deciso di affiancare
alla consolidata notorietà agricola, naturalistica e
Terra di cultura, centro di creatività 3
turistica anche quella culturale, con un lavoro
mirato e indirizzato non tanto ai turisti, quanto
piuttosto agli altoatesini stessi.
Grandi sono stati negli ultimi decenni gli investimenti in questo senso (infrastrutture, finanziamenti agli operatori e soprattutto marketing illuminato e processi di avvicinamento ai linguaggi della
cultura), tali da generare un’economia di settore
decisamente positiva rispetto alla media nazionale.
Le organizzazioni che in Alto Adige si occupano di
cultura sono più di 1.700, se si considerano sia gli
enti pubblici sia le industrie culturali vere e proprie. Particolarmente vario e ricco è il panorama
associazionistico, che ha potuto proliferare in
special modo negli anni ’80 e ’90 grazie a una
politica mirata all’incentivazione. Di recente, in
linea con il trend nazionale ed europeo, anche in
Alto Adige si è sviluppato un nuovo scenario fatto
di piccole imprese. Nello specifico, le cooperative
di comunicazione od organizzazione di eventi
hanno saputo rispondere a un’esigenza storica e di
contesto che vuole il mondo culturale sempre più
autosufficiente e sostenibile. Resta comunque
ancora importante l’investimento da parte delle
istituzioni: anche grazie a questi finanziamenti il
volume d’affari degli operatori culturali si aggira
attorno ai 45 milioni di euro, cifra che dimostra la
vocazione del territorio in questo settore nonché la
volontà politica di potenziarlo.
2
Dal 2005 il forte asburgico di Fortezza viene utilizzato per eventi sociali, culturali e
grandi mostre. Con i suoi 65.000 m² di superficie, è il più grande complesso storico
dell’Alto Adige. Fortezza (1)
La performance “Glass” a cura di Progetto Intermittenze, nella vetrina di Casa della
Pesa. Il piano terra nel 2014/15 è occupato dalla “Weigh Station for culture”, luogo di
promozione della cultura. Bolzano (2)
Terra di cultura, centro di creatività 4
Verso la contemporaneità
Agli occhi del mercato culturale
internazionale, l’Alto Adige è
diventato particolarmente
interessante verso la fine degli
anni 2000, quando a Bolzano è
stato inaugurato il museo d’arte
moderna e contemporanea
Museion, mentre l’ex fabbrica di
alluminio Alumix, sempre a
Bolzano, e il Forte di Fortezza
hanno ospitato la biennale
d’arte contemporanea Manifesta. Due eventi cruciali che
hanno generato un fermento
positivo in tutto il comparto
culturale altoatesino, facendo
leva sulla spinta verso la contemporaneità più che sugli
aspetti legati alla tradizione.
L’istituzione del Fondo provinciale per le produzioni cinematografiche e televisive, gestito
dalla Business Location Südtirol
– Alto Adige (BLS), e la fondazione della Libera Università di
Bolzano, con in particolare la
nascita della Facoltà di Design e
Arti, hanno permesso a molti
giovani creativi di formarsi e di
restare o di tornare a lavorare in
Alto Adige. Qui hanno riscontrato un ambiente propizio per
la creazione di piccole e medie
imprese come agenzie di comunicazione, studi di design, new
media, società di software, case
di produzione o di service production, radio e televisioni, e
case editrici.
Sostegno al settore
Da un lato si è “svegliata” la
provincia, attivando un incisivo
processo di decentralizzazione
della proposta culturale dal
capoluogo alle periferie. Dall’altro la nuova dimensione contemporanea, vivace e stimolante dell’Alto Adige ha attratto
operatori e imprenditori e ha
riportato a casa molti altoatesini prima residenti in altre città
europee. Un ritorno che ha dato
una grandissima spinta anche
all’industria creativa, oltre che
a quella culturale.
Al fine di incentivare e sostenere ulteriormente questi settori
produttivi, la Provincia autonoma di Bolzano sta mettendo a
punto un nuovo sistema di
supporto economico per le
imprese creative e culturali, che
si allontana dai finanziamenti a
pioggia per favorire invece veri
e propri progetti di incubazione
e accelerazione. Nell’estate
2015 è stata approvata infatti
una nuova legge sulla promozione della cultura che amplia
gli strumenti di finanziamento
e il panorama dei beneficiari,
individuando specifiche aree
dell’economia creativa. Obiettivo è in primis quello di aumentare la partecipazione dei cittadini continuando a sostenere da
un lato il tessuto associazionistico, ma garantendo dall’altro
anche il sostegno ad attività
professionali quali case editrici,
spettacoli dal vivo e cinema.
Altra novità introdotta dalla
legge è la possibilità, in casi
specifici, di finanziamenti pluriennali: un prezioso strumento
per chi si occupa di cultura
perché permette una programmazione a lungo termine. La
semplificazione burocratica
prevista, inoltre, aumenta la
potenza e l’incisività di una
normativa che ha per obiettivo
la promozione della cultura
come investimento pubblico
strategico, strumento sociale e
leva per il potenziamento del
settore imprenditoriale a essa
connesso. Proprio per garantire
questo ultimo punto, la legge
prevede anche la costituzione
di fondi di garanzia per facilitare l’accesso al credito da parte
delle organizzazioni e per incentivare l’occupazione giovanile, compresa la possibilità di
Terra di cultura, centro di creatività 5
concedere agli artisti contributi,
sussidi e sussidi di qualificazione, anche sulla base di bandi.
Nel frattempo le industrie
stesse si sono attivate in un’ottica collaborativa, dando vita a
reti d’impresa, hub e coworking
spaces pensati per la cooperazione, la crescita reciproca e gli
scambi professionali e professionalizzanti. Oggi dunque,
nella Provincia autonoma di
Bolzano – in classifica tra le
prime 25 regioni in Europa in
termini di PIL – il settore produttivo della cultura e delle
industrie culturali e creative è
tra i più sviluppati a livello
nazionale e genera impatti
decisamente positivi sulla
globale economia locale.
Core culturale
- Patrimonio (musei, siti archeologici,
biblioteche, archivi)
- Arti visive (pittura, scultura, fotografia)
- Arti performative (teatro e danza,
circo, festival)
Industrie culturali
- Musica (mercato della musica registrata,
esecuzioni musicali dal vivo)
- Libri e stampa (editoria, riviste e quotidiani)
- Film e video
- Televisione, radio e web media
- Videogiochi e software
Industrie creative
- Architettura
- Design (design d’interni, graphic design,
design di prodotto, moda, artigianato)
- Pubblicità e comunicazione
I settori che alimentano il panorama culturale
Nel 2006, la Commissione Europea ha elaborato una definizione
delle Industrie Culturali e Creative (ICC) che include vari settori e
subsettori, finalizzata a mostrare “quanto la cultura stimoli lo sviluppo economico e sociale, oltre all’innovazione e alla coesione”.
Terra di cultura, centro di creatività 6
Core culturale
1
La cultura, in tutte le sue forme, è da sempre un
fenomeno sociale rilevante in Alto Adige. Strumento al contempo di coesione dei gruppi linguistici e di rappresentazione delle specificità identitarie di ciascuno, non è solo ampiamente prodotta
dai numerosi operatori che lavorano nel settore,
ma anche fortemente frequentata dalla popolazione, sia per quanto riguarda l’arte sia lo spettacolo. Da un lato esiste un ingente patrimonio che
richiede una necessaria conservazione: musei, siti
archeologici e castelli diffusi capillarmente su tutto
il territorio. Dall’altro la varietà delle tradizioni, la
multiculturalità, la buona gestione economica e
una politica lungimirante hanno permesso all’Alto
Adige di diventare uno dei luoghi di maggiore
sviluppo culturale in Italia, una delle province in
cui si produce, si presenta e si investe di più in tale
settore. Contemporaneità e patrimonio convivono
felicemente, rendendo ricco e vivace il fermento
culturale altoatesino.
Il quarto piano panoramico di Museion, durante il vernissage della mostra
“Design is a state of mind” a cura del designer Martino Gamper. Bolzano (1)
Core culturale 7
Patrimonio
La forza economica dei musei
Un importante indicatore
dell’efficace politica culturale
della Provincia di Bolzano è la
rete museale altoatesina, costituita da oltre 120 strutture con
un totale di 1,5 milioni di visitatori nel 2014. Di queste, solo un
terzo è gestito da Provincia e
Comuni, nove fanno parte dello
specifico circuito dell’Azienda
Musei provinciali, mentre le
restanti sono in mano ad associazioni e privati.
Uno studio accademico sviluppato per l’Università di Vienna
ha recentemente rilevato dei
dati interessanti nel confronto
tra i nove Musei provinciali
altoatesini e quelli dei Länder
austriaci. Innanzitutto una
differenza di base: i primi sono
dislocati sull’intero territorio,
mentre i secondi si concentrano
nei maggiori centri urbani.
Quelli altoatesini sono inoltre
musei specializzati e non universali come invece quelli del
panorama austriaco.
Questi due fattori – specializzazione e dislocazione – rendono
i musei altoatesini particolarmente attrattivi per i turisti,
che ne riempiono le sale durante tutto l’anno. Il legame tra
turismo e cultura si dimostra
dunque forte in Alto Adige, e
le cifre confermano appieno
questa concordanza. I nove
Musei provinciali contano infatti
tra i 720.000 e gli 800.000
visitatori all’anno. Il più visitato
è l’archeologico di Bolzano, che
ha fatto della mummia Ötzi
il proprio highlight, capace di
2
L’artista Michael Sailstorfer nella fase di allestimento delle sue opere all’interno della
mostra collettiva FROM & T(W)O, presentata da Merano Arte (2011). Merano (2)
L’installazione pubblica di Luna Mauer “Vorschläge zur Veränderung”, nell’ambito
del progetto espositivo “Place_it” di Lungomare (2008). Bolzano (3)
Core culturale 8
catalizzare ogni anno quasi
300.000 persone.
Il dato più interessante rilevato
è la quota di autofinanziamento: 33-37% dell’Alto Adige
contro il 15-18% dell’Austria.
In cifre, i nove Musei provinciali
altoatesini incassano ogni
anno 3,5 milioni di euro dagli
ingressi venduti (e in parte dai
bookshop). A questi si sommano i finanziamenti da parte
della Provincia, per un budget
complessivo di 10 milioni di
euro. Obiettivo dell’Azienda
Musei provinciali non è solo
quello di attirare pubblico
pagante, ma di far sì che
ogni struttura sia un punto di
riferimento culturale e sociale
per l’area in cui si trova e un
polo efficace di valorizzazione
del territorio.
Arti visive
3
Museion
In provincia sono molti gli enti
e le istituzioni dedicati all’arte,
classica o contemporanea,
internazionale o locale. Primo
fra tutti Museion, il museo di
arte moderna e contemporanea
di Bolzano, nato nel 1985 originariamente come associazione
su iniziativa di Piero Siena, che
ne fu il primo visionario direttore. La sua intuizione: farne un
luogo di mediazione tra Italia e
paesi germanofoni. Siena contribuì fortemente allo sviluppo
e alla diffusione dei linguaggi e
delle professionalità dell’arte
visiva in Alto Adige. Oggi Museion è una fondazione di partecipazione, della quale fanno parte
la Provincia autonoma di Bolzano e l’Associazione Museion.
Gallerie… e non solo
Sempre a Bolzano e sempre
nel 1985 è stata fondata arge/
kunst Galleria Museo, con
l’ambizione di presentare al
pubblico locale le emergenze
dell’arte contemporanea
regionale, nazionale e internazionale. Diretta da professionisti con grande esperienza,
arge/kunst racconta l’arte in
termini di ricerca e innovazione,
cercando di potenziare l’interesse dei visitatori per la speri-
mentazione e di aumentarne
la fiducia verso il linguaggio
complesso dell’arte.
Da citare, poi, Merano arte,
punto d’incontro per le forme
espressive del contemporaneo
e piattaforma per arte figurativa, fotografia, architettura,
musica, letteratura e nuovi
media. Lo spazio, gestito da
un’associazione culturale, ha
sede in un edificio storico
dei Portici meranesi e, oltre a
presentare progetti di artisti
internazionali, si focalizza
sulla promozione e sulla
valorizzazione degli artisti
locali più meritevoli.
Molto prezioso, infine, il lavoro
svolto dal Südtiroler Künstlerbund, associazione nata nel
1946 che si occupa di promuovere e agevolare il percorso
professionale degli artisti altoatesini e di farsi intermediaria tra
questi e i consumatori, sensibilizzandoli verso i linguaggi
artistici e culturali. Gli iscritti
sono più di 300 e rappresentano uno spaccato esaustivo
del potenziale artistico del
territorio: si tratta infatti di
un numero molto elevato in
proporzione a quello degli
abitanti, soprattutto se si consi-
dera che alcuni di questi artisti
hanno raggiunto una notevole
fama internazionale, come Aron
Demetz, Hubert Kostner e
Robert Pan. O come Rudolf
Stingel, originario di Parcines e
oggi residente a New York: nel
2013 Palazzo Grassi a Venezia
gli ha dedicato l’intero spazio
espositivo di oltre 5.000 m²
per una mostra personale.
Le gallerie d’arte private sono
un punto di riferimento importante in Alto Adige, soprattutto
per la crescita del mercato di
settore. Alcune sono molto
note e attive anche nel panorama internazionale, dove “esportano” artisti locali e non: oltre
alla Galleria Alessandro Casciaro – inaugurata nel 2015 da
Casciaro dopo che la storica
Galleria Goethe, gestita con il
padre Ennio, ha chiuso i battenti – e la galleria Antonella Cattani, entrambe a Bolzano, sono
da citare la Galleria ES Erwin
Seppi a Merano e la Galleria
Doris Ghetta a Ortisei.
Significativo è stato anche il
proliferare nell’ultimo decennio
di iniziative indipendenti nate
in particolare nelle periferie, a
dimostrazione che non è Bolzano l’unico centro nevralgico
Core culturale 9
culturale e artistico in Alto
Adige. Molti infatti sono gli
esempi dell’intraprendenza di
giovani artisti, curatori e operatori: dagli spazi autogestiti
come G.A.P. a Glorenza ai collettivi che organizzano mostre
ed eventi indipendenti oppure
progetti di recupero – sia permanenti sia temporanei – di
spazi urbani o industriali in
disuso come Kunsthalle Eurocenter a Lana, Macello Butchennial a Bressanone e Kunst
Boden_nah a Chiusa.
Un Lungomare in città
A Bolzano è da segnalare un
progetto interdisciplinare tra
cultura, imprenditoria e coworking primo nel suo genere:
l’associazione culturale Lungomare, luogo di sperimentazione
e di produzione artistica, ha
sede in una struttura che ospita
diverse realtà impegnate in
ambiti creativi diversi quali
la casa di produzione Miramonte film, lo studio di design
Lupo & Burtscher, gli
architetti Frötscher & Prader
e l’esperto di usability e web
Philipp von Hellberg.
Doris Ghetta
Eventi
Galleria Doris Ghetta, Ortisei
“Nell’arte contemporanea tutti sono in movimento,
le persone si spostano e il web mette il mondo in
mano a chiunque. Per questo posso avere la mia galleria
in un luogo periferico, ma in continuo fermento, come
l’Alto Adige”.
Doris Ghetta, figlia di corniciai, inizia la sua carriera
nella bottega di famiglia a Ortisei. Poi una tappa a
Milano, dove collabora per tre anni con la Galleria
Marco Rossi. È qui che entra in contatto con il mondo
dell’arte contemporanea, che impara a conoscere e a
capire in fretta. Nel 2013 il grande passo, con
l’apertura della galleria che porta il suo nome, oggi
una delle più affermate realtà commerciali per l’arte
contemporanea in Alto Adige. Attualmente rappresenta i più importanti scultori altoatesini e pittori
internazionali e ha come clienti grandi collezionisti
ma anche giovani che iniziano a collezionare. Le
partecipazioni a fiere nazionali e internazionali, la
capacità di fare network e uno spazio vivo e vissuto
da pubblico, collezionisti e addetti ai lavori, sono gli
ingredienti della veloce e costante crescita della
galleria gardenese.
Bolzano Danza
“Bolzano, la città che danza”. Da molto tempo questo slogan accompagna i
corsi e il festival di Bolzano Danza, rassegna che da oltre 30 anni riempie di
danzatori e appassionati le estati del capoluogo. Circa 90 corsi proposti, una
trentina di docenti, più di 800 corsisti – provenienti non solo dall’Alto Adige ma
anche da Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Lussemburgo e Stati Uniti – che
frequentano più di un corso ciascuno, per un totale di oltre 1.500 iscrizioni.
Pensato fin dagli inizi con un respiro internazionale, il festival ha saputo negli
anni imporsi nel panorama mondiale come luogo di sperimentazione e ricerca,
ospitando le prime di spettacoli pluripremiati e portando questo linguaggio
universale anche al di là dello spazio teatrale. Punti di forza negli ultimi anni
sono stati la penetrazione nelle periferie e in luoghi inediti della città e
l’impegno in azioni dal forte impatto sociale, come ad esempio il coinvolgimento
nel lavoro coreografico di anziani delle case di riposo. A confermare il successo
di questa strategia, il bilancio in positivo e la risposta del pubblico: nel 2014,
anno del trentennale, il festival ha registrato oltre 6.000 presenze e, sempre nel
2014, un aumento del 13% degli spettatori under 30.
4
L’inedita performance “Transports Exceptionnels” della compagnia Beau Geste:
un duetto per danzatore e macchina escavatrice. Bressanone (4)
Il Teatro Comunale, progettato dall’architetto Marco Zanuso, domina la
centralissima piazza Verdi. Bolzano (5)
Core culturale 10
Teatro e arti
performative
In sala e all’aria aperta
Medium privilegiato di narrazione, basato prevalentemente
sull’uso del linguaggio, il teatro
ha avuto il compito di affermare
– attraverso la mediazione della
forma artistica – le specificità
delle diverse culture e delle
diverse lingue che convivono
nella provincia di Bolzano, dando
a ciascuna la possibilità di esprimere unicità, appartenenza e
identità. Un processo cruciale in
una terra per natura multiculturale e plurilingue.
Ecco perché il teatro in Alto Adige
è così amato e frequentato. La
provincia conta 60 organizzazioni
– suddivise tra italiane, tedesche
e ladine – in gran parte piccole
realtà di teatro indipendente,
amatoriale o dialettale. Chi volesse potrebbe assistere ogni giorno
ad almeno uno spettacolo: in sala
tra ottobre e maggio, ma anche
nei mesi estivi grazie ai tanti
teatri all’aperto, i cosiddetti
Freilichttheater, allestiti in luoghi
suggestivi come masi o castelli.
E se il capoluogo altoatesino è il
centro dell’attività teatrale, anche
fuori Bolzano si vive un interessante fermento nelle arti del
palcoscenico, come dimostrano i
ricchi cartelloni dell’elegante
Puccini, teatro all’italiana di
Merano, del Teatro Comunale di
Brunico oppure del gruppo Dekadenz a Bressanone, che nel suo
minuscolo teatro-cantina propone cabaret e teatro di qualità al
pubblico di lingua tedesca. Piccolo gioiellino delle estati altoatesine è il festival Aterteater, che
ogni anno a luglio ospita tra le
montagne ladine della Val Badia
spettacoli di alcune delle più
interessanti compagnie della
scena contemporanea.
5
Bolzano, città di teatro
Il capoluogo, con i suoi 106.264
abitanti, ospita 20 organizzazioni
teatrali e quattro teatri attivi nei
quali convivono più di una stagione e di un ente organizzatore.
Un ruolo fondamentale a livello
locale è rivestito dalle Vereinigte
Bühnen Bozen (VBB) e dal Teatro
Stabile di Bolzano, rispettivamente rappresentanti dei gruppi
linguistici tedesco e italiano: i
due enti condividono la struttura
del Teatro Comunale nella centrale piazza Verdi.
Il primo è un teatro di produzione al 100%, una rarità nel panorama nazionale che soffre di
politiche economiche sempre più
restrittive. Le VBB riescono a
garantire un cartellone annuale
di spettacoli prodotti in loco,
attivando un gran numero di
maestranze locali come scenografi, costumisti, tecnici e attori.
Lo Stabile, invece, dalla sua
fondazione nel 1950 è diventato
uno dei principali teatri italiani e
recentemente il suo progetto
artistico per il triennio 2015/17
si è classificato primo nella sua
categoria in Italia, quella dei 20
Teatri di Rilevante Interesse
Culturale. Ma il successo di
questo ente non si misura solo in
termini di prestigio e valutazioni
ministeriali: i numerosi spettatori sono prova della sua capacità
di penetrazione nel territorio.
Solo nella stagione 2013/14, lo
Stabile ha registrato un numero
complessivo di quasi 100.000
presenze, per un totale di 325
rappresentazioni tra spettacoli
prodotti e ospitati. Oltre 54.000
sono stati gli spettatori delle 202
recite andate in scena a Bolzano,
Merano, Brunico, Bressanone e
Vipiteno, e più di 45.000 quelli
che hanno visto gli spettacoli
prodotti dallo Stabile durante la
tournée nel resto d’Italia.
Sempre nel capoluogo, ci sono
altre due strutture. La Casa
della Cultura “Walther von der
Vogelweide” – per i bolzanini
“Waltherhaus” – in pieno centro,
Core culturale 11
spesso ospita rinomate compagnie teatrali dell’area germanofona, come ad esempio il Burgtheater di Vienna. Il Cristallo, invece,
è stato pensato e costruito per
portare il teatro in uno dei quartieri popolari di Bolzano. Qui gli
enti residenti sono quattro,
autonomi ma coordinati dalla
giovane cooperativa che gestisce
gli spazi. La grande partecipazione degli abitanti del quartiere
dimostra come la politica di
inclusione dell’intera popolazione nelle dinamiche culturali
e di ampliamento dell’offerta
anche alle aree urbane più periferiche e popolari sia qui pienamente riuscita.
Cinema
1
Da alcuni anni la Provincia autonoma di Bolzano,
comprendendo il grande potenziale che l’audiovisivo può avere in termini di ricaduta economica
sul territorio, ha deciso di concentrarsi anche su
questo settore, sviluppando un interessante sistema
di sostegno economico. Obiettivo principale è
quello di rendere l’Alto Adige una location di
rilievo, in grado di attrarre produzioni cinematografiche e televisive sia nazionali sia internazionali,
capaci di generare un indotto economico notevole e
di creare occupazione. Una visione strategica lungimirante, che ha contribuito a rafforzare la notorietà
dell’Alto Adige nel mondo, ma soprattutto a generare un nuovo e fiorente settore d’impresa.
Grazie a questa capillare offerta e all’intraprendenza imprenditoriale degli altoatesini, in pochi
anni l’Alto Adige si è affermato a livello internazionale come location ideale per il cinema e la tv,
tanto da attirare registi da Oscar come Giuseppe
Tornatore o di fama internazionale come Baltasar
Kormákur e Olivier Assayas. Anche i premi prestigiosi per i film finanziati e sostenuti non mancano.
Ne sono un esempio il Grand Prix della Giuria
nella sezione “Un certain regard” a Cannes per
Turist, il Marc’Aurelio d’Oro per il miglior film al
Festival Internazionale del Film di Roma per TIR,
o le ben otto statuette al Deutscher Filmpreis
(gli Oscar del cinema tedesco) per The Dark Valley.
Il territorio, infatti, attualmente risulta molto interessante non solo per la sua bellezza indiscutibile e
spettacolare, ma anche proprio in virtù dei servizi
offerti e degli importanti finanziamenti stanziati
dalla Provincia e gestiti dalla Business Location
Südtirol – Alto Adige (BLS).
E così è possibile scorgere, in sempre più film e
serie tv internazionali, immagini suggestive di
questo territorio o leggere nomi altoatesini tra le
maestranze citate nei titoli di coda.
Il set in alta quota per la realizzazione del film Brothers of the Wind
di Gerardo Olivares con Jean Reno (2014). Alta Val Pusteria (1)
Cinema 12
I numeri del cinema in Alto Adige
Dalla nascita, nel 2010, del Fondo provinciale per le produzioni
cinematografiche e televisive gestito dalla BLS, l’Alto Adige è diventato
sempre più territorio di cinema. Le produzioni che scelgono di girare in
provincia trovano panorami mozzafiato ma anche aziende e professionisti
del cinema, competenti e preparati.
Cinema 13
2
BLS Film Fund & Commission
Grande impulso al settore
cinematografico in Alto Adige si
deve alla costituzione nel 2010
– per volontà della Provincia
autonoma di Bolzano – del
reparto Film Fund & Commission della BLS e del Fondo per i
finanziamenti alle produzioni.
Si tratta in primo luogo di un
sostegno di tipo economico,
dovuto agli stanziamenti, ma
anche alla creazione di una rete
professionale efficiente e capace di rispondere alle necessità di
un settore creativo complesso
ed esigente.
Uno dei compiti della Film
Commission è naturalmente
l’aumento della notorietà
dell’Alto Adige come location
cinematografica, non solo per
quel che riguarda il paesaggio
montano, ma anche per gli
ambienti più insoliti e le riprese
in interni. Complementare allo
scopo promozionale, e principa-
le obiettivo della Film Commission, è quello di generare, attraverso la presenza sul territorio
delle produzioni cinematografiche, un evidente effetto economico sia nell’immediato sia nel
lungo periodo. Fondamentale in
questo senso è il meccanismo di
funzionamento del Fondo, che
impone ai produttori beneficiari
l’obbligo di spendere in loco il
150% dell’importo ricevuto per
la realizzazione del progetto.
Questo significa che a un’assegnazione di 100.000 euro deve
corrispondere una spesa di
almeno 150.000, che può riguardare ad esempio il pagamento di service tecnici, catering, noleggio attrezzature,
hotel e il coinvolgimento di
professionisti come location
manager o attori, reclutati
direttamente in Alto Adige.
Con un finanziamento di 5
milioni di euro all’anno, la BLS è
riuscita a sostenere in cinque
anni più di 130 progetti, dai più
piccoli documentari indipendenti fino alle grandi produzioni internazionali, puntando in
particolare sulle coproduzioni
tra Italia, Austria, Germania e
Svizzera. L’interesse per la
cinematografia di lingua tedesca è dovuto chiaramente alla
posizione strategica dell’Alto
Adige e alla sua capacità di
fare da ponte ideale tra Nord
e Sud anche nel campo
dell’audiovisivo.
Una directory online che raccoglie ed elenca tutti i professionisti del luogo, una banca dati
delle location, l’organizzazione
di incontri di coproduzione fra
produttori delle aree linguistiche italiana e tedesca, il supporto nella richiesta di permessi e
l’intermediazione con le istituzioni pubbliche locali: sono solo
alcuni dei servizi aggiuntivi
offerti dalla BLS a chi decide
di realizzare in Alto Adige il
proprio film.
Cinema 14
Il settore è in continua evoluzione e la BLS si pone come obiettivo a lungo termine quello di
sostenere e incrementare lo
sviluppo del territorio e della
sua capacità di offrire infrastrutture, personale specializzato e
servizi dedicati al mondo
dell’audiovisivo. Progetti di
supporto alle imprese, formazione e aggiornamento di alto
livello, provvedimenti politici
ed economici mirati e strategie
territoriali sensibili permetteranno al settore cinema in Alto
Adige di farsi sempre più forte e
influente, continuando, anche
nel lungo periodo, a generare un
ritorno economico evidente.
3
Piccoli cine-professionisti
crescono
È ormai da decenni che l’Alto
Adige forma talenti nel settore
del cinema. Dalla sua fondazione nel 1988 la Scuola di documentario, televisione e nuovi
media ZeLIG di Bolzano ha
inserito nel mondo lavorativo
molti professionisti del genere
documentaristico. Il percorso di
studi si sviluppa in un corso di
formazione triennale per la
specializzazione nel documentario, con diversi indirizzi per
operatori cine-tv, montatori e
registi, le cui competenze acquisite si estendono a tutto il
settore audiovisivo. Le lezioni
sono in tre lingue: i docenti
provengono dall’area linguistica
italiana, tedesca e inglese. La
scuola organizza anche corsi per
film-maker professionisti sullo
sviluppo di progetto e sulla
preparazione ai pitch, corsi di
video partecipato e convegni
internazionali. Inoltre ZeLIG è
una casa di produzione per film,
documentari e progetti crossmedia, e fornisce così occasioni
di lavoro ai propri studenti ed
ex studenti.
Negli ultimi anni, anche altri
professionisti hanno potuto
perfezionare la loro formazione,
grazie ai percorsi professionalizzanti organizzati dalla BLS. Vari i
formati proposti: RACCONTI,
uno Script Lab per autori e sceneggiatori che supporta lo sviluppo di soggetti cinematografici
e televisivi ambientati in Alto
Adige; RACCONTI Local Talents,
un programma di mentoring per
sceneggiatori locali; MOV!E IT!,
una piattaforma con una serie di
iniziative di formazione per
giovani interessati a lavorare nel
settore o professionisti che
vogliono aggiornarsi. E infine
CAMPUS, incontri a tema cinematografico per professionisti e
aspiranti tali, organizzati durante
Bolzano Cinema, il festival cinematografico altoatesino.
Al di là delle occasioni di formazione teorica, non mancano poi
le possibilità di apprendimento
pratico sui tanti set che si susseguono sul territorio.
Gli attori Brigitte Hobmeier e Tobias Moretti vestono i panni di Leni Riefenstahl e
Luis Trenker, sul set del film Luis Trenker – Der schmale Grat der Wahrheit (2015).
Passo delle Erbe (2)
Un momento delle riprese del film Karl der Große di Gabriele Wengler. Il film in
costume racconta le storiche imprese di Carlo Magno (2012). Alpe di Siusi (3)
Cinema 15
4
Le imprese cinematografiche
In risposta alla costante crescita delle produzioni cinematografiche che decidono di girare
in Alto Adige, insieme e grazie
al Fondo gestito dalla BLS si è
sviluppato un ecosistema imprenditoriale legato alle professionalità del settore. Dal 2010
a oggi la quantità di imprese
specializzate è cresciuta esponenzialmente, permettendo alle
produzioni che arrivano in Alto
Adige di trovare sempre più
professionisti capaci di rispondere in loco a tutte le loro
esigenze. Sono nate così, ad
esempio, nuove case di produzione, oggi in grado di gestire in
modo professionale e preciso
produzioni e coproduzioni di
varia natura.
Una di queste è la Echo Film di
Bolzano, società che realizza
film e documentari, e che lavora
anche come production service
per produzioni cinematografiche internazionali. Si sono
sviluppate poi anche reti di
aziende e liberi professionisti,
come la Filmwerkstatt di Merano, il cui campo di competenza
orbita attorno a film, audio e
nuovi media. Il suo scopo è
quello di creare un network
efficace, di agevolare gli scambi
e i contatti produttivi in un
contesto lavorativo comune
all’interno del quale i singoli
soggetti possano sia seguire
progetti indipendenti sia realizzare progetti condivisi. Negli
spazi meranesi della Filmwerkstatt ci sono sale di montaggio, una color-grading station, uno studio di registrazione
e uffici per la produzione.
Falegnami, elicotteristi
e guide alpine
In questi anni sono nate anche
altre realtà professionali come
agenzie di casting e filiali di
grandi società nazionali e internazionali di noleggio di attrezzature tecniche (R.E.C., Panalight, Maier Bros., Movie People) che, avendo una propria
sede anche in Alto Adige, pos-
sono garantire alle produzioni
la fornitura dei materiali in loco.
Tanti sono anche i singoli professionisti locali che mettono
a disposizione la loro capacità
organizzativa (location e production manager), creativa
(sarti, truccatori, scenografi) o
tecnica (elettricisti, operatori,
macchinisti).
Il lavoro sul set non costituisce
una possibilità di occupazione e
di introito solo per loro, ma
coinvolge anche figure professionali lontane dal mondo del
cinema. Ne sono un esempio gli
elicotteristi, utili alle produzioni
per le riprese aeree. Gabriel e
Marco Kostner, fondatori della
Elikos di Pontives, società per il
trasporto a gancio di materiali
ad alta quota e per attività di
soccorso alpino, hanno collaborato spesso con produzioni
cinematografiche come quelle
di The Italian Job, Quantum of
Solace (della serie di James
Bond), Blutgletscher e la serie
tv Un passo dal cielo andata in
onda sulla Rai.
Cinema 16
Ci sono poi le guide alpine, a
cui affidare la sicurezza sui set
in alta montagna, per consentire alle troupe di girare in assoluta tranquillità aggirando
ostacoli quali basse temperature, frane, valanghe, altitudini,
percorsi poco agevoli o addirittura inagibili. E non solo, in
molte produzioni sono cruciali
anche imbianchini, falegnami,
artigiani di vario tipo e imprese
edili per la costruzione delle
scenografie. Senza di loro,
probabilmente, molti progetti
cinematografici non sarebbero
andati a buon fine.
Peter Trenkwalder
Eventi
Bolzano Cinema
Ogni anno ad aprile il festival Bolzano Cinema ospita autori, registi e attori,
con approfondimenti tematici su personaggi di rilievo della storia del cinema.
Le sale del centralissimo Capitol, gestito dall’associazione Filmclub, hanno
visto negli anni la presenza a Bolzano di attori e cineasti come Wim Wenders,
Hanna Schygulla, Liliana Cavani, Margarethe von Trotta, Krzysztof Zanussi,
Mimmo Calopresti, Edoardo Winspeare, Eva Mattes, Katja Riemann, Mario
Adorf e Tobias Moretti. Bolzano Cinema – nel 2016 alla sua 30 a edizione –
è un concorso che premia i migliori film e documentari, ma propone anche
prime visioni e un focus sui cortometraggi oltre che sulle produzioni realizzate
in Alto Adige grazie al Fondo gestito dalla BLS.
Il festival, che dal 2016 si chiamerà Bolzano Film Festival Bozen, è un evento
importante per il settore, soprattutto in quanto punto d’incontro e di scambio
che mette in comunicazione professionisti e produzioni provenienti dal mondo
cinematografico tedesco, italiano e internazionale. Una piattaforma unica di
dialogo tra due (e più) culture attraverso il linguaggio universale del cinema.
5
L’azienda Panalight Südtirol supporta le produzioni cinematografiche noleggiando
tutta la strumentazione tecnica necessaria. Bolzano (4)
Trenkwalder & Partner, Vipiteno
“In termini organizzativi, il cinema non è tanto diverso
dal mio mondo. Ma devi saper pensare in un altro modo.
Come lattoniere devo costruire tetti fatti per durare
decenni, nel cinema basta una settimana, poi si smonta
tutto e si passa al prossimo set”.
Peter Trenkwalder è un lattoniere di Vipiteno con
grande esperienza nella costruzione di tetti e facciate,
soprattutto nelle condizioni estreme dell’alta montagna. Sette anni fa la curiosa proposta di costruire una
piattaforma in parete, ma non una piattaforma qualsiasi, bensì una struttura per una produzione cinematografica. Da lì in avanti le richieste si sono susseguite,
tanto che a oggi Trenkwalder ha già lavorato a più di
dieci film, non solo costruendo scenografie, ma addirittura integrando alla sua attività quotidiana anche il
lavoro di service production. Grazie alla capacità di
gestione e organizzazione soprattutto in ambienti
estremi, costruita in 40 anni di attività in alta montagna, ma anche grazie alla profonda conoscenza del
territorio e dei suoi abitanti nonché alla possibilità di
coordinare situazioni logistiche complesse – dalla
ricerca di guide alpine ai tour in elicottero – Trenkwalder & Partner è diventata negli anni un punto di
riferimento per le produzioni nazionali e internazionali
che arrivano in Alto Adige per girare i loro film.
Come in ogni festival che si rispetti, anche la centralissima via Streiter si colora
con il suo “red carpet” durante Bolzano Cinema. Bolzano (5)
Cinema 17
Scuola di lavorazione della pietra,
Lasa
Settimane Musicali Meranesi,
Merano
Dimitri, Merano
Teatro Puccini, Merano
Giardini di Castel Trauttmansdorff,
Merano
Bolzano Danza, Bolzano
Museion, Bolzano
Akrat, Bolzano
Plank, Ora
Wams, Laives
NOI Techpark Südtirol/Alto Adige,
Bolzano
Teatro Comunale (Vereinigte Bühnen
Bozen, Teatro Stabile di Bolzano), Bolzano
Scuola di documentario, televisione e
nuovi media ZeLIG, Bolzano
Facoltà di Design e Arti – Libera Università
di Bolzano, Bolzano
Filmclub, Bolzano
Georg Mühlmann, San Genesio
Zebra, Bressanone
Forte, Fortezza
WooDone, Varna
Gruppo Dekadenz, Bressanone
Kastelruther Spatzen, Castelrotto
Aron Demetz, Selva di Val Gardena
Il Salone, Brunico
Settimane Mahleriane, Dobbiaco
I luoghi della cultura in Alto Adige
Pur essendo un territorio montuoso e apparentemente dispersivo, in Alto
Adige le attività culturali non si concentrano solo nel capoluogo Bolzano
o nei centri di Merano e Bressanone. Le iniziative e le imprese culturali
altoatesine si sviluppano anche nelle vallate e nei luoghi più remoti.
Nella mappa, alcuni esempi.
18
19
Industrie culturali
1
Accanto al settore cinematografico, esistono in
Alto Adige molte altre industrie culturali capaci di
generare un positivo impatto economico sul territorio. In primis la musica – ambito a confine tra
cultura ed economia – che vive da sempre una
felice relazione con l’Alto Adige e i suoi abitanti.
Da un lato grazie ai numerosi enti che propongono
festival e stagioni musicali e dall’altro grazie a tanti
giovani imprenditori che hanno fatto della musica
il proprio business, sia per la produzione che per
quanto riguarda la promozione.
Anche l’editoria, la stampa e l’industria dell’informazione rivestono un ruolo di rilievo nel comparto
dell’imprenditoria culturale altoatesina. Dalla carta
al web, l’Alto Adige ha costruito una propria
identità culturale anche attraverso quelle aziende
che producono un costante flusso di contenuti e
notizie. Dai “tradizionali” libri e giornali, fino ai
più contemporanei strumenti di narrazione offerti
dalla rete, passando per i linguaggi della radio e
della televisione. Tutte queste industrie, dunque,
sono l’esempio perfetto dell’efficace legame che
intercorre tra la cultura e l’economia, necessarie
entrambe per sviluppare e garantire il benessere
di un territorio.
La performance in piazza Erbe di Soweto Kinch 4tet durante il Jazz Festival Alto
Adige, che “invade” con la musica anche gli spazi urbani (2015). Bolzano (1)
Il concerto inaugurale di Bolzano Festival Bozen è solitamente riservato all’Orchestra
Haydn che si esibisce nel suggestivo parco delle Semirurali. Bolzano (2)
Industrie culturali 20
2
Musica
Da Mahler a Moroder
Il legame tra l’Alto Adige e la
musica è forte e radicato: basti
pensare che l’80% degli spettacoli messi in scena nell’arco di
un anno è di genere musicale.
Pertanto si può parlare di una
terra attenta e attiva in questo
settore in termini di produzione, formazione e presentazione.
Uno dei musicisti altoatesini
più conosciuti a livello mondiale è sicuramente Giorgio Moroder, all’anagrafe Hansjörg, nato
in Val Gardena nel 1940. Passando per le discoteche di
Monaco di Baviera e di Berlino,
una volta arrivato a Hollywood
negli anni ’70 divenne il pioniere della musica elettronica e
uno degli artisti più innovativi e
influenti della disco music.
Negli anni, oltre a vincere tre
Grammy, tre Golden Globes e
tre Oscar per le colonne sonore
di film cult come Top Gun, Flash-
dance e Midnight Express, ha
collaborato con Freddie Mercury,
Donna Summer, Barbra Streisand, David Bowie, Blondie e
tantissimi altri. Ultrasettantenne,
è da poco tornato ai primi posti
delle classifiche grazie alla collaborazione con il duo francese di
elettronica Daft Punk.
Nell’ottica della tradizione,
invece, è notevole la quantità di
complessi, cori e Musikkapellen,
le tradizionali bande di paese. E
poi la forza di gruppi folk come
i celebri Kastelruther Spatzen:
vera e propria impresa musicale
capace di coinvolgere 3040.000 spettatori alla Spatzenfest, l’annuale concerto che si
tiene a Castelrotto, il piccolo
comune di origine del gruppo.
Ma anche in grado di fatturare
cifre importanti: più di 15
milioni i dischi venduti, 26
dischi d’oro in Germania, 18
dischi d’oro e 13 di platino in
Austria, 16 dischi d’oro in Svizzera e 50-70 concerti all’anno.
Anche la musica classica ha una
lunga tradizione in Alto Adige,
come testimonia la presenza di
una delle più prestigiose orchestre europee, l’Orchestra
Haydn, di una stagione operistica con produzioni significative e di festival di fama internazionale come le Settimane
Musicali Meranesi oppure le
Settimane Musicali Gustav
Mahler a Dobbiaco (il compositore austriaco era un grande
amante e frequentatore della
Val Pusteria). Un importante
circuito è quello di Bolzano
Festival, che per alcuni mesi fra
l’estate e l’autunno raggruppa
manifestazioni come il Concorso Pianistico Ferruccio Busoni a
Bolzano, l’Accademia Mahler,
ma anche il festival di musica
antica Antiqua e il progetto
Orchestre Musica e Gioventù.
Grande attenzione viene data
anche al potenziale giovanile
nel settore della musica classica, come dimostra la presenza
costante dell’European Union
Youth Orchestra che, nelle sue
Industrie culturali 21
tournée internazionali, sceglie
di esibirsi a Bolzano, una delle
poche tappe al di fuori delle
grandi capitali europee. Anche
il Conservatorio Claudio Monteverdi, a Bolzano dal 1940, è
un luogo significativo di formazione e aggregazione.
La musica contemporanea
Il calendario annuale per gli
amanti della musica contemporanea in Alto Adige è fitto e
intenso. I festival si succedono
di mese in mese, con una particolare intensificazione in estate, quando le serate anche in
montagna si fanno più tiepide e
perfette per l’ascolto all’aria
aperta. Tanti i generi musicali
presenti, come ad esempio il
jazz, particolarmente amato in
Alto Adige. Tra i diversi eventi,
il più conosciuto è l’Alto Adige
Jazz Festival, nato nel 1982, che
da allora ha portato in provincia di Bolzano grandissimi nomi
della scena internazionale
come Chick Corea, Paolo Conte,
Pat Metheny o Paolo Fresu.
Da qualche anno il festival è
improntato più sulla presentazione di scoperte e giovani
talenti, piuttosto che di big
names. Significativo anche
l’effetto economico di questo
evento che si svolge tra fine
giugno e l’inizio di luglio: riuscendo ad attirare appassionati
da tutta Europa, il festival
aiuta albergatori e ristoratori
in quella che potenzialmente è
la bassa stagione per il turismo
in Alto Adige.
E ancora, altre manifestazioni
che coinvolgono i generi musicali più disparati: i concerti di
world music ai Giardini di Castel
Trauttmansdorff a Merano che
hanno visto la partecipazione di
Goran Bregovic e Bobby McFerrin, o le serate organizzate dai
giovani collettivi di Dj come
Wupwup e Dncng Crew, che
fanno ballare gli altoatesini
dando voce anche alla scena
locale più “underground”.
All’interno del ricco ecosistema dell’industria musicale
altoatesina si posiziona anche
Uploadsounds, progetto implementato dalla cooperativa
Leitmotiv e da un team interamente under 35: un mix tra
concorso, circuito di eventi e
concerti e soprattutto piattaforma di supporto ed export
per band e musicisti emergenti
dell’area dell’Euregio formata
da Alto Adige, Trentino e Tirolo.
Più di 350 gli artisti coinvolti
nelle ultime edizioni, una quindicina le tappe del tour in tutta
l’Euregio, con più di 5.000
spettatori complessivi. Le
entrate superano i 200.000
euro, suddivisi tra contributi
delle amministrazioni delle tre
regioni coinvolte e sponsor
privati. Il 77% della cifra totale
è stata reinvestita in loco, nel
lavoro di imprese locali e di
molti collaboratori per lo
più giovani: segnale positivo
che ne dimostra l’impatto
sull’economia locale.
Eventi
Transart
Un evento autunnale simboleggia in modo particolare l’attenzione, l’attrazione e il desiderio di innovazione che legano il territorio altoatesino alla musica: Transart è un festival di musica e cultura contemporanea in grado di
unire non solo i generi ma anche i linguaggi e le forme del fare cultura oggi.
Nel corso delle varie edizioni si sono succeduti per la musica artisti come
Patty Smith, Laurie Anderson, Blixa Bargeld e i Sonic Youth ma anche il
Klangforum Wien, l’Ensemble Modern e l’Arditti Quartet. Per le arti visive e
performative Jannis Kounellis, Marina Abramovic, Kendell Geers e Roman
Signer, per il teatro La fura dels baus e per la musica elettronica Dj come Nils
Frahm e Jon Hopkins. Performance e clubbing, danza e arte contemporanea si
uniscono infatti durante le settimane di festival e incontrano i luoghi dell’Alto
Adige anche più periferici e inaspettati. Dalle aree produttive ai castelli, dalle
sedi aziendali alle terme, nessuno spazio sfugge al team organizzativo che,
grazie alla sua capacità di guardare oltre gli schemi prestabiliti della fruizione
musicale, è riuscito nell’impresa di riunire nella stessa “sala da concerto”,
ovunque essa sia, un pubblico di ogni genere ed età.
Un aspetto particolarmente interessante di questo evento è legato al suo specifico business model. Transart ha sviluppato infatti una capillare rete di partner e sponsor, sia pubblici sia soprattutto privati, riuscendo così a pianificare
un finanziamento autonomo e sostenibile. Negli anni ha coinvolto aziende
visionarie e alcuni dei principali attori del sistema economico altoatesino,
proponendo ai privati non solo le classiche formule di sponsorship, ma anche
partnership tecnico-logistiche: l’utilizzo di spazi aziendali come location per
performance e concerti, e la fornitura di materiali, strumentazioni tecniche,
macchinari, prodotti o servizi utili per la realizzazione degli eventi proposti.
Un’interessante dimostrazione di intraprendenza degli organizzatori, che
hanno saputo inventare una formula economica efficace, nonché di lungimiranza dei privati, che hanno capito quale valore aggiunto possa garantire la
partecipazione attiva ai fenomeni culturali del proprio territorio.
3
Un momento della serata “Absolute Zappa” dell’Absolute Ensemble, presentato da
Transart negli spazi industriali dell’azienda Selectra (2005). Bolzano (3)
La rotativa di Athesia - la prima al mondo con touch screen - pesa 250 tonnellate e
stampa 45.000 esemplari all’ora in doppio sviluppo, con una velocità della carta di
11,75 m al secondo. Bolzano (4)
Industrie culturali 22
4
Editoria e media
Discutere, raccontare, scrivere,
commentare, leggere: in Alto
Adige queste pratiche sono
estremamente diffuse fra la
popolazione. Una certa eredità
si può forse riconoscere nella
tradizione altoatesina dello
Stammtisch, il tavolo intorno
al quale gli avventori abituali
di un locale si trovano a chiacchierare, dibattere, dialogare
su temi di attualità quotidiana
davanti a un bicchiere di vino.
E certamente la varietà culturale e linguistica del territorio
porta a uno spontaneo bisogno
di narrazione, di sé e dell’altro.
Ma non si tratta solo di
conversazioni da bar: sono
molti, infatti, quelli che del
naturale istinto alla comunicazione e allo storytelling hanno
fatto uno strumento e un
linguaggio professionale.
significativo dal fatto che non
solo le biblioteche ci sono, ma
sono anche frequentate assiduamente dalla popolazione
con un numero di prestiti che
arriva quasi a 3 milioni l’anno.
alla quale si affiancano il quotidiano Südtiroler Tageszeitung,
il settimanale di politica e
attualità ff e il settimanale
di economia Südtiroler
Wirtschaftszeitung (SWZ).
Il settore dell’editoria e della
stampa rappresenta il primo
per rilevanza e dimensioni tra
le imprese creative e culturali
in Alto Adige. Innanzitutto,
nella provincia di Bolzano si
stampano quotidianamente
moltissimi giornali. Prevalentemente di lingua tedesca, ma
anche italiani (con lettori concentrati a Bolzano) e ladini (in
Val Badia e Val Gardena). Quasi
ogni paese ha il suo Blatt – il
suo giornalino – e la diffusione
di informazioni a mezzo stampa
è efficace e capillare, come
conferma il dato percentuale
dei lettori altoatesini: 77%,
il più alto in Italia (la media
nazionale è 52%).
Per quanto riguarda la lingua
italiana, la testata di riferimento è l’Alto Adige fondato nel
1945, con una tiratura di circa
20.000 copie giornaliere (insieme al Trentino, con il quale
condivide parte dei contenuti e
della redazione). Come altrove,
anche la provincia di Bolzano
ha la sua versione locale del
Corriere della Sera: il Corriere
dell’Alto Adige.
Un popolo di lettori
In Alto Adige si legge molto.
Nel territorio provinciale, su
116 comuni ci sono quasi 300
biblioteche, con un patrimonio
di 2,9 milioni di libri. Un numero rilevante, reso ancor più
Il quotidiano altoatesino più
longevo, più letto e più diffuso,
è il Dolomiten, che vende ogni
giorno – tra versione cartacea e
digitale – circa 45.000 copie.
Si tratta della principale voce
giornalistica in lingua tedesca,
Libri made in Alto Adige
Il gruppo leader nel settore
editoriale altoatesino è la casa
editrice Athesia, che – oltre ai
libri – dà alle stampe 20 pubblicazioni tra quotidiani come il
Dolomiten, settimanali e mensili. Con le sue 26 sedi, il gruppo
Athesia comprende diverse
imprese come una tipografia,
librerie e cartolerie oppure
agenzie viaggi, per un fatturato
di 90 milioni di euro.
Industrie culturali 23
Esistono però anche altre case
editrici e imprese editoriali
indipendenti come Edition
Raetia, Folio Verlag e Alpha
Beta. La loro produzione comprende libri in italiano e in
tedesco di autori altoatesini e
non, romanzi e saggistica, ma
anche numerose pubblicazioni
d’arte, lifestyle e turismo, come
guide e libri di ricette. L’attenzione è concentrata principalmente sul contesto altoatesino,
ma lo sguardo è rivolto anche
verso l’esterno.
La catalogazione è femminile
Infine, interessante ambito di
sviluppo imprenditoriale in
questo settore del mercato,
è il caso della cooperativa
femminile Librilib(e)ri, specializzata nella catalogazione
bibliografica: un aspetto importante di divulgazione e accessibilità della conoscenza, che
contribuisce alla diffusione
e alla valorizzazione del patrimonio culturale.
Crowdfunding e
“street funding”
Per quanto riguarda invece i
magazine al di là delle esperienze più istituzionali e tradizionali,
si possono segnalare due esempi interessanti e molto diversi
tra loro. Uno è quello di
39NULL, una rivista cartacea
bilingue, patinata ed elegante,
pubblicata una volta all’anno
da un gruppo di giovani altoatesini che vivono all’estero. Uno
spazio di narrazione del territorio, con lo sguardo rivolto al di
là dei confini. La stampa è finanziata attraverso il crowdfunding,
abbracciando felicemente
nuovi sistemi di autofinanziamento e sostenibilità.
L’altra storia significativa è
quella di Zebra, primo giornale
di strada dell’Alto Adige. Prodotto e stampato low budget,
con contributi giornalistici
volontari, il giornale viene
venduto in strada da extracomunitari o altre persone bisognose che trattengono per
sé il 50% dell’incasso. Un modello di business sociale, già
ampiamente sperimentato
altrove, che dal 2014 è arrivato
anche in Alto Adige.
5
La presentazione ufficiale della rivista 39NULL è una buona occasione
per impossessarsi delle prime copie fresche di stampa. Lana (5)
“Giocatori al servizio di altri giocatori” è la filosofia dell’azienda
ProGaming. Bolzano (6)
6
In onda…
…e in rete
Come diretta conseguenza
dell’assetto multiculturale e
plurilinguistico dell’Alto Adige,
il panorama radiotelevisivo è
sempre stato particolarmente
vario e vivace. Ciascun gruppo
linguistico ha infatti cercato
una propria voce capace di
rappresentarne e raccontarne
le specificità.
Accanto a radio e televisioni,
negli ultimi anni si è sviluppato
un sistema di media online
indipendenti che hanno cercato
– riuscendoci – di farsi voce della
pluralità altoatesina, scegliendo
di non optare per una lingua di
riferimento ma di utilizzare
indistintamente, a seconda di
chi scrive, l’italiano o il tedesco.
Salto.bz e franzmagazine.com
sono due esempi di sviluppo
imprenditoriale in forma
cooperativa nel sistema
mediatico locale.
A Bolzano la locale sede della
Rai produce e trasmette dagli
studi di piazza Mazzini programmi di informazione e intrattenimento, sia televisivo sia radiofonico, destinati al pubblico altoatesino: Rai Alto Adige in italiano,
Rai Südtirol in tedesco e ladino.
Anche la radiotelevisione nazionale austriaca ORF ha una
redazione locale per la messa in
onda di Südtirol Heute, notiziario
quotidiano dedicato all’Alto
Adige. Esistono inoltre sul
territorio alcune televisioni
private, come Video33 – la
più longeva – e SDF, che fanno
entrambe capo alla Rosengarten
Broadcast Media.
Industrie culturali 24
Salto.bz è un portale di informazione che unisce tra le sue pagine virtuali due “voci” distinte:
la redazione da un lato, che
svolge un puntuale lavoro
giornalistico, e una community
dall’altro, che contribuisce liberamente alla produzione di contenuti e opinioni.
Franzmagazine.com si concentra
invece sulla cultura contemporanea in Alto Adige, Trentino e
Tirolo, con una strategia d’impre-
sa multipla: la cooperativa
franzlab infatti è editore del
magazine ma anche organizzatore di eventi e agenzia creativa.
La missione di franz è quella
di raccontare e stimolare il
sistema culturale locale
attraverso l’uso di forme e
linguaggi contemporanei.
Videogame… per gioco
Per far sì che un settore economico si sviluppi, è necessario che
ci sia una domanda alla quale
rispondere con progetti, aziende,
prodotti. Il settore produttivo
che comprende la creazione di
software, videogame e attività
connesse a tecnologia e informatica è in netta crescita nel mercato globale e l’Alto Adige, che
punta a essere sempre più terra
di innovazione, cerca di adeguarsi e di inserirsi in questo ambito
dalle grandi potenzialità.
Anche grazie al TIS innovation
park – centro promotore per
l’innovazione, la cooperazione e
il trasferimento di know-how
tecnologico per le imprese altoa-
tesine – negli ultimi anni l’attenzione verso le nuove tecnologie
e i nuovi linguaggi informatici è
infatti aumentata, creando le
condizioni ideali per la nascita di
imprese locali che si occupano di
questi nuovi business.
Un esempio è ProGaming Italia,
azienda bolzanina giovane e in
espansione nata nel 2003 e
incubata al TIS nella sua fase di
start-up. ProGaming sviluppa e
organizza eventi legati al mondo
dei videogame e gestisce la parte
italiana di tornei mondiali come
il World Cyber Games. Partendo
dalla personale passione per il
videogioco dei fondatori, ProGaming è diventata un’eccellenza in questo mercato.
Nicolò Degiorgis
Rorhof, Bolzano
“Rorhof è il nome originario del maso dove ci siamo
installati. Una realtà dal passato agricolo che stiamo
trasformando in un progetto culturale di respiro
internazionale”.
Rorhof è una bottega, un laboratorio, ma soprattutto
una casa editrice che si occupa di progetti legati alla
fotografia. Fondata nel 2014 dal giovane e talentuoso
fotografo bolzanino Nicolò Degiorgis e da alcuni
collaboratori, lo studio Rorhof ha già all’attivo sei
pubblicazioni (quattro dello stesso Degiorgis, due di
altri fotografi) distribuite nei migliori bookshop al
mondo come quello del MOMA di New York, premi
prestigiosi e numerose partecipazioni a festival e fiere
specializzate. Il self publishing oggi è un settore in
crescita nella fotografia. Con questa consapevolezza e
una chiara visione dell’attuale sviluppo dell’editoria
artistica e fotografica, Rorhof punta al mercato internazionale, continuando a lavorare e a produrre i propri
libri in Alto Adige, e mettendo a frutto una positiva
rete di contatti e collaborazioni e le capacità tecniche
offerte dal territorio.
Industrie culturali 25
Industrie creative
1
Sarà per la bellezza formale delle vette che lo circondano o per la naturale propensione alla cura dei
dettagli tipica della gente di montagna, sta di fatto
che l’Alto Adige ha sviluppato nel tempo qualità
progettuali e creative di altissimo livello, sia nel
settore dell’architettura sia in quello dell’artigianato e del design. Dal piccolo oggetto di uso quotidiano creato dall’artigiano in alta montagna o dal
designer più alla moda fino alla costruzione di
grandi infrastrutture, la tradizione e la conoscenza
profonda dell’ambiente e delle sue risorse si
mescolano con un particolare senso del contemporaneo e dell’innovazione, sia essa estetica o tecnologica. È grazie a questo efficace incontro che oggi
l’Alto Adige può vantare personalità e studi di
spicco internazionale, chiamati a progettare edifici,
prodotti di design o campagne pubblicitarie non
solo nella loro terra ma anche in moltissimi altri
luoghi nel mondo, esportando felicemente il
“fare e il saper fare” altoatesino.
Gli ampi spazi del laboratorio del designer Georg Mühlmann ospitano
i suoi oggetti creati principalmente in legno. San Genesio (1)
La casa bifamiliare “Am Steinbruch”, progettata dallo studio noa*, è ispirata all’antico
modo di costruire alpino: la parte inferiore in pietra e quella superiore in legno. Renon (2)
Industrie creative 26
2
Architettura
Energia e creatività
Gli architetti iscritti all’albo
professionale dell’Ordine degli
Architetti della Provincia di
Bolzano sono circa 1.300.
Questo numero, rapportato alle
dimensioni demografiche del
territorio, rivela l’impatto –
anche economico – di un settore estremamente vivo in Alto
Adige. Vitalità data anche
dagli ingenti investimenti in
opere e infrastrutture pubbliche
che hanno trasformato
questa regione in un punto
di riferimento per lo sviluppo
architettonico. Particolare
attenzione nella progettazione
è riservata al rispetto del contesto sia rurale sia urbano e allo
sviluppo di tecniche sperimen-
tali di utilizzo dei materiali
locali, così come ai concetti
di sostenibilità, ecologia e
risparmio energetico.
Non a caso è altoatesina al
100% la certificazione CasaClima, uno standard edilizio che
assicura un’alta efficienza energetica degli edifici ed elevate
condizioni di comfort per gli
abitanti. Rilasciata dall’Agenzia
CasaClima di Bolzano, è conosciuta e riconosciuta ormai da
tempo a livello globale; a oggi
gli edifici certificati in Italia
sono 6.000.
Anche in ambito abitativo e
privato – dalle industrie alle
cantine vinicole – la spinta
all’innovazione estetica e ingegneristica degli architetti locali
ha potuto esprimersi in modo
efficace contribuendo alla
creazione di un nuovo skyline,
all’avanguardia ma anche perfettamente allineato con il
paesaggio e l’ambiente altoatesini. Ecco perché i nomi più
interessanti dell’architettura
locale sono apprezzati ben oltre
i confini della provincia, a partire dal più noto Matteo Thun,
architetto e designer nativo di
Bolzano. Ma anche bergmeisterwolf e MoDus Architects di
Bressanone oppure il venostano
Werner Tscholl, che rivitalizza in
chiave contemporanea castelli,
chiostri e rovine. Fino ad arrivare alla nuova generazione:
da noa* di Bolzano, network
che pensa l’architettura come
sforzo collettivo, al giovane
talento Peter Pichler, tornato in
Alto Adige dopo aver lavorato
anche per Zaha Hadid.
Industrie creative 27
Costruire… idee
In Alto Adige l’architettura
non riguarda solo il costruito.
Grande importanza, infatti,
è data anche ai fenomeni
culturali legati a questa forma
di creatività così impattante sui
luoghi e sulle persone che li
abitano. La Fondazione Architettura Alto Adige è particolarmente attiva in questo senso:
dal 2004 promuove la qualità
dell’architettura e contribuisce
allo sviluppo sostenibile del
paesaggio urbano e rurale,
attraverso l’organizzazione di
eventi e incontri di approfondimento e la pubblicazione della
rivista Turris Babel, che raccoglie il meglio della proposta
architettonica provinciale.
Artigianato e design
Il legno è di design
Già molto prima dell’era di
internet, o più semplicemente
prima della costruzione di
strade di collegamento tra le
aree montane più isolate, i
contadini altoatesini erano
autosufficienti non solo per il
sostentamento, ma anche per
la produzione di tutti gli
oggetti di uso quotidiano
necessari per vivere. È da
qui che nasce la profonda
tradizione artigianale ancora
oggi conservata e protetta,
nell’uso sapiente dei materiali
locali come il legno, il
marmo o la pelle e nelle
tecniche originali.
Ulla Hell
Plasma Studio, Sesto Pusteria
“Utilizzare materiali locali in configurazioni nuove e
inedite, creare un dialogo tra un luogo, il suo paesaggio e
le infrastrutture che vi si innestano, inventare spazi che
siano esperienze. Questa la nostra filosofia”.
Tre sedi – Londra, Pechino e Sesto Pusteria – quattro
giovani soci e un massiccio uso di Skype per comunicare da una parte all’altra del pianeta. Plasma studio è
un innovativo studio di architettura dallo spirito
internazionale, impostosi sul mercato con progetti
sempre attenti al contesto e al territorio. Ulla Hell è
l’anima della sede pusterese dello studio, il cui nome
deriva dalla parola greca “plasma” che significa forma,
immaginazione, finzione. I quattro soci hanno realizzato numerosi progetti in tutto il mondo – dall’Alto
Adige alla Cina – sia abitativi sia in ambito pubblico,
dando a ciascuno un’impronta unica e caratteristica,
senza mai ripetere schemi prestabiliti, ma anzi lavorando su un’efficace unione tra globale e locale, tra
poesia e pragmatismo, tra tecnologia e umanità.
Industrie creative 28
Da questa abilità manuale
innata si sono sviluppate
professionalità artigiane e
artistiche capaci di proiettare
l’Alto Adige nel panorama
mondiale: basti pensare allo
scultore Aron Demetz, che con
le sue figure antropomorfe in
legno è arrivato alla Biennale di
Venezia. Ma la strada della
produzione di oggetti belli e
funzionali non si ferma alle
tradizioni. Grazie anche
all’impulso dato dalla Facoltà di
Design e Arti della Libera
Università di Bolzano, oggi
questa terra ricca di stimoli
vanta un significativo numero
di designer di talento.
Da un lato quelli che esportano
nel mondo il sapere locale.
Uno su tutti, Martino Gamper,
che ha iniziato a conoscere
e lavorare il legno nelle
falegnamerie di Merano, sua
città di origine, per arrivare
oggi a essere riconosciuto
come uno dei più innovativi e
influenti designer al mondo.
Gamper ha fatto del riuso di
materiali inutilizzati la sua cifra
3
stilistica, smontando e
rimontando mobili, sedie e
oggetti di varia natura. Ormai
londinese d’adozione, ha
all’attivo collaborazioni
prestigiose come quella con
Prada, brand per il quale ha
creato alcune vetrine, o con la
celebre Serpentine Gallery di
Londra dove ha curato la
mostra di successo “Design is a
state of mind”, presentata poi
anche a Museion a Bolzano.
Da segnalare anche Harry
Thaler, altro designer meranese
di nascita e londinese
d’adozione, che dopo
l’apprendistato da orafo e gli
studi presso l’Università di
Bolzano e il Royal College of
Art di Londra ha conquistato la
scena internazionale. Tra i
premi vinti, il più recente è
stato il Monocle Global Retail
Award nel 2014, conferitogli
dal magazine inglese proprio
per un progetto in Alto Adige:
lo shop design per i negozi di
Pur Südtirol, piccola catena
locale di “supermercati”
alternativi che vendono
soltanto prodotti a chilometro
zero e oggetti di design creati
con materiali tradizionali locali
e creatività contemporanea.
Anche l’arredamento
progettato da Thaler, dunque,
non poteva che essere
realizzato con materie prime
altoatesine: legno, pietra, feltro.
4
Akrat è una cooperativa sociale che attraverso un laboratorio del legno e una sartoria
reintegra lavoratori svantaggiati per rafforzare il loro ruolo nella società. Bolzano (3)
La Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano ha dieci officine dove
gli studenti possono realizzare prototipi o sviluppare progetti foto, video o di serigrafia.
Bolzano (4)
Industrie creative 29
5
6
Dalla stube al MOMA
Oltre ai talenti “da
esportazione”, ci sono quelli
che hanno deciso di restare,
magari proprio reinventando il
fare artigiano originario per
portarlo nel nuovo millennio.
Come ha fatto ad esempio
l’azienda Plank di Ora. Partita
dalla produzione della più
tradizionale sedia in legno da
stube, negli ultimi decenni
l’azienda familiare – che oggi
conta una quindicina di
dipendenti, ha un fatturato
di circa 3 milioni di euro ed
esporta il 90% della sua
produzione in 48 paesi –
ha deciso di investire sulla
progettazione contemporanea,
la ricerca e l’innovazione.
Con l’aiuto di famosi designer
come la “star” Konstantin
Grcic, che per Plank ha
progettato con materiali ad
altissima tecnologia le sedute
Miura e Myto, ha prodotto
sedie che sono divenute vere
e proprie icone del design
globale, tanto da essere
esposte al MOMA di New York.
A scuola di… marmo e vetro
Imparare le tecniche artigiane
tradizionali, tramandarle alle
nuove generazioni per farle
vivere nel tempo integrandole
con i nuovi linguaggi della
creatività. Questo il compito
dei tanti istituti di formazione
artigiana in Alto Adige come la
Industrie creative 30
Scuola d’arte di Ortisei, che
ha visto muovere i primi passi
ad alcuni dei più talentuosi
scultori del legno, la bolzanina
Vetroricerca Glas&Modern,
centro specializzato nella
formazione e realizzazione di
attività e prodotti legati al
mondo del vetro, e ancora
la scuola di lavorazione
della pietra di Lasa, zona
conosciuta anche col nome
di Marmorgebirge (monti di
marmo). Nel prolifico
giacimento di “oro bianco”,
si estrae da più di 100 anni
questo prezioso materiale,
capace di dare infiniti stimoli
creativi e professionali ad
architetti e artisti che – anche
grazie alla scuola specialistica
per scalpellini – hanno la
possibilità di mostrarsi al
mondo. Come nel caso del
progetto per la ricostruzione
della stazione di Ground Zero a
New York, per la quale l’azienda
Lasa Marmo ha fornito
32.000 m² di marmo di Lasa.
Pubblicità e graphic design
In Alto Adige non mancano
gli studi di comunicazione,
pubblicità, grafica e marketing
strategico, distribuiti su gran
parte del territorio provinciale.
Bolzano è comunque il centro
più rilevante, dove sono
presenti agenzie di medie
dimensioni come blauhaus,
gruppegut, Life Circus, DOC o
hmc, alcune anche con più di 20
dipendenti. Il settore è vivace e
in buona salute, grazie alle
tante aziende presenti in Alto
Adige – Loacker, Thun, Pircher,
per citarne alcune di fama
internazionale – che affidano la
propria comunicazione e il
marketing ad agenzie locali.
Anche in questo caso la
presenza della Facoltà di
Design e Arti dell’università
ha contribuito alla formazione
di professionisti della grafica
e della comunicazione visiva
che, trovando in Alto Adige
prospettive lavorative
interessanti, dopo la laurea
spesso si fermano in provincia
oppure vi ritornano, dopo
qualche anno di esperienza
all’estero, per aprire il proprio
studio o per lavorare in una
delle tante agenzie locali.
Nei laboratori della Scuola per scalpellini di Lasa si impara a
lavorare uno dei più pregiati tra i materiali, il marmo. Lasa (5)
3DW è un’azienda che sviluppa e produce oggetti in legno,
utilizzando avanzatissime tecnologie. Lavora per artisti, designer,
architetti e brand internazionali. Qui il dettaglio della lavorazione
su un tradizionale angelo in legno. Laion (6)
Thomas Kronbichler & Martin Kerschbaumer
Studio Mut, Bolzano
“Il nostro è uno studio di graphic design, che è un’altra
cosa rispetto alla grafica. A noi interessa il processo – il
design – che sta dietro a un progetto. È prima di tutto un
lavoro sul concetto, sul quale poi si innesta un processo
estetico e creativo che porta al risultato finale”.
Thomas Kronbichler (29 anni, di Bolzano) e Martin
Kerschbaumer (27, di Bressanone) si incontrano
durante gli studi di Design e Arti all’Università di
Bolzano. Entrambi, dopo la laurea e in periodi diversi,
“imparano il mestiere” nell’agenzia berlinese Fons
Hickmann m23. Poi il ritorno a casa, l’inizio di attività
imprenditoriali autonome fino alla decisione di
fondare insieme, nel 2014, Studio Mut. Realtà altoatesine e non, aziende vinicole, musei, università: questi i
clienti dello studio che, grazie a un costante lavoro di
ricerca, crea progetti grafici dal forte impatto concettuale e visivo. Tanto da aggiudicarsi premi internazionali (come il 100 Best Posters Germany, Austria,
Switzerland 2013) e da mettere in cantiere collaborazioni importanti con realtà nel mondo dell’arte, della
cultura e del graphic design, come Museion, l’art work
space Centrale Fies in Trentino o la Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo di Torino.
Industrie creative 31
Moda
Tra eco e chic
Alex Terzariol
MM Design, Bolzano
“Il nostro lavoro consiste nel proiettare immagini in
avanti. Di un nuovo prodotto, oggetto o funzione.
Dobbiamo riuscire a stupire, inventando sempre nuove
soluzioni, solo così si può fare davvero innovazione”.
Alex Terzariol è direttore creativo di MM Design,
studio di industrial design di fama internazionale con
sede a Bolzano che progetta oggetti – macchine da
caffè, scarponi da sci, attrezzature ospedaliere ecc.
– capaci di unire creatività e alta ingegneria. Nello
specifico, MM Design si occupa di strategic design
consultancy: una moderna specializzazione del design
che non riguarda solo il disegnare oggetti, ma comprende anche e soprattutto lo studio del mercato e dei
target di riferimento, al quale si affianca l’obiettivo di
creare un prodotto tecnologicamente innovativo,
attraverso la ricerca di materiali e funzionalità sempre
nuove. È così che MM Design ha ottenuto risultati
importanti, collaborazioni con le migliori aziende e
premi prestigiosi come l’ADI Design Index, il Red Dot
e il Compasso D’Oro – forse uno dei più ambiti nel
mondo del design – che lo studio si è aggiudicato per il
progetto dello scarpone da scialpinismo Masterlite.
Bolzano non è Milano, ma –
forse per l’influenza della storica tradizione nell’artigianato e
nel tessile – non si può dire che
in Alto Adige manchino la
creatività e il potenziale economico nel settore della moda.
Alcuni designer altoatesini,
infatti, sono ormai affermati nei
circuiti internazionali: Zilla, il
brand di borse create con materiali industriali dalla bolzanina
Sylvia Pichler, o i cappelli e le
scarpe di Reinhard Plank, artigiano visionario che ha messo
una sua creazione perfino sulla
testa di Brad Pitt.
E poi Dimitri, partito da un
piccolo atelier sartoriale a
Merano e arrivato in pochi anni
alla prestigiosa Mercedes Benz
Fashion Week di Berlino e ad
altri importanti appuntamenti
Lo stilista Dimitri Panagiotopoulos al
lavoro nel suo atelier, dove crea insieme al
suo team la nuova collezione. Merano (7)
Industrie creative 32
del mondo della moda. Le sue
collezioni, apprezzate dalla
critica e dai media internazionali, sono amate dalle star che
spesso le indossano, favorendo
la notorietà e la crescita
internazionale di questo
brand altoatesino.
raggiunto un fatturato di
800.000 euro (in crescita dal
30 al 100% ogni anno), ha
dieci dipendenti e vende in
300 negozi in Europa e in
due in Giappone.
Da non dimenticare anche la
rete di giovani e dinamiche
start-up della moda che partendo dall’Alto Adige stanno lanciando nel mondo i loro innovativi prodotti, come i calzini
colorati di Wams, i berretti di
Superleggero per il ciclista
contemporaneo, l’abbigliamento ecologico per l’infanzia di
Cora happywear o gli occhiali e
le borse in legno – il materiale
altoatesino per eccellenza – di
WooDone ed Embawo. E ancora, le t-shirt ecologiche in bambù di Re-bello, azienda nata nel
2012 e incubata nella fase di
start-up dal TIS innovation park
di Bolzano, che già nel 2014 ha
Queste aziende, giovani e intraprendenti per natura, non si
fermano alla produzione e
commercializzazione ma lavorano con il marketing e i social
media creando reti di collaborazione. Ne sono un esempio le
già citate Re-bello, Wams e
Cora happywear, che insieme ad
altre imprese hanno creato lo
spazio di coworking Vitamin
nella zona produttiva di Laives,
alle porte di Bolzano. L’obiettivo? Mettere a disposizione non
solo ambienti e strumenti di
lavoro, ma soprattutto il knowhow di ogni azienda, ciascuna
nel suo settore di competenza,
per costruire nel tempo una
Coworking modaiolo
comunità vivace e una crescita
sia individuale sia condivisa.
Il fashion hub firmato da
un altoatesino
Da citare, infine, l’esperienza
internazionale dell’altoatesino
Stefan Siegel, fondatore nel
2008 di Not Just a Label, una
delle più influenti piattaforme
web del sistema moda. Più di
18.000 i designer provenienti
da 100 paesi, “scoperti” nonché
rappresentati e sostenuti da
NJAL nella loro vita produttiva e
commerciale. Questo anche
grazie alla piattaforma di ecommerce che offre ai pionieri
e agli innovatori non solo un
punto di vendita ma anche una
fitta rete di contatti, strumenti
di promozione e narrazione.
Una vera e propria istituzione,
capace di muovere idee ed
economie come poche altre
realtà hanno saputo fare.
7
Industrie creative 33
NOI Techpark
1
L’Alto Adige è una terra con una forte vocazione
all’innovazione e una delle più interessanti location
economiche in Europa. Ingenti risorse pubbliche e
private sono state destinate negli ultimi decenni in
questo senso, generando una fiorente economia
legata alle più moderne tecnologie, con un particolare impulso nelle tecnologie alpine, nell’automazione, nelle tecnologie alimentari e nelle tecnologie
green (energie rinnovabili ed efficienza energetica),
grazie alle quali l’Alto Adige si è da tempo conquistato una meritata fama di Green Region.
È proprio a questi particolari settori di sviluppo
che sarà dedicato il NOI Techpark Südtirol/Alto
Adige. Il parco tecnologico verrà inaugurato entro
la fine del 2017 e sarà un vero e proprio generatore
di idee e motore di innovazione per l’economia e la
ricerca. Al suo interno convivranno – scambiando
competenze e conoscenze – aziende private e istituti di ricerca e formazione altoatesini: la Libera
Università di Bolzano, l’Accademia Europea di
Bolzano (EURAC), il Fraunhofer Innovation
Engineering Center (IEC), l’Agenzia CasaClima,
il Centro di sperimentazione agraria e forestale
Laimburg, EcoResearch e l’Istituto per le
tecnologie innovative (IIT).
NOI Techpark 34
NOI, acronimo di Nature of Innovation, è un nome
significativo che delinea chiaramente la vocazione di
questo luogo che sorge nella zona produttiva di
Bolzano Sud. Il progetto architettonico – messo a
punto dai vincitori del concorso tenutosi nel 2007,
lo studio Chapman Taylor di Milano e CL&AA
Claudio Lucchin & architetti associati di Bolzano
– prevede il risanamento degli affascinanti edifici
dell’ex Alumix, le centrali elettriche della fabbrica di
alluminio Montecatini costruite tra il 1935 e il 1940
in stile Bauhaus e sotto tutela delle Belle Arti.
Accanto a esse verranno innestate nuove strutture
come il Black Monolith, che farà da ponte tra i
complessi preesistenti.
scambio tra la ricerca scientifica e tecnologica e il
mondo economico, rappresentato dalle aziende e
dalle industrie che già hanno deciso, o decideranno, di entrare a far parte del progetto.
Che si tratti di piccole imprese familiari, grandi
realtà internazionali o start-up, ognuna di esse sarà
affiancata individualmente nel suo percorso di
innovazione ed entrerà a far parte di una fitta rete
di ricercatori e imprenditori. Inoltre la presenza di
responsabili per i diversi settori di sviluppo nonché
la struttura stessa degli edifici – che permette vicinanza e continue occasioni d’incontro – garantiranno la germinazione di un ecosistema fortemente
orientato all’innovazione.
Anche grazie a questa struttura funzionale ed
efficiente, il NOI Techpark sarà un luogo strategico
per la crescita e lo sviluppo della provincia che
qui vedrà nascere progetti di contaminazione e
2
La facciata dell’edificio dei trasformatori dell’ex fabbrica di
alluminio, linea di produzione Bolzano1, costruita nel 1936.
Un interessante esempio di architettura razionalista. Bolzano (1)
L’ex fabbrica Alumix è stata restaurata nel 2008 per ospitare la biennale
d’arte Manifesta 7. La torre-serbatoio, decorata dal writer M-city,
sarà simbolo del NOI Techpark. Bolzano (2)
NOI Techpark 35
Business Location Südtirol –
Alto Adige (BLS)
Enti & partner
in Alto Adige
• Assessorati alla Cultura
italiana, tedesca e ladina
Le Ripartizioni Cultura italiana, tedesca e ladina della
Provincia autonoma di Bolzano si occupano della promozione di arte e cultura,
educazione permanente,
studio delle lingue e aggregazione giovanile, ognuna
tenendo conto delle specificità di ciascun gruppo linguistico. All’interno della Ripartizione Cultura tedesca, riveste
un importante ruolo l’Ufficio
Film e media, che si occupa di
formazione, archiviazione e
supporto tecnico nell’ambito
della produzione audiovisiva
sul territorio altoatesino.
p www.provincia.bz.it/cultura
p www.provinz.bz.it/
kulturabteilung
p www.provincia.bz.it/
ntendenza-ladina
• Bibliotheksverband Südtirol
BVS è un’organizzazione
che rappresenta gli interessi
delle biblioteche e dei bibliotecari della provincia. Favorisce e sostiene le biblioteche
attraverso l’organizzazione di
progetti, il servizio professionale di catalogazione dei
media, l’assistenza informatica dei software di biblioteca e
offrendo corsi, manifestazioni
e viaggi-studio per la formazione e l’aggiornamento
dei bibliotecari.
p www.bvs.bz.it
• Camera di commercio di Bolzano
Tra i compiti dell’ente autonomo di diritto pubblico rientra
la rappresentanza degli interessi dell’economia altoatesina, la ricerca econo­mica, la
promozione dello sviluppo
economico e l’offer­ta di servi-
zi di supporto alle imprese
locali. I servizi includono, tra
gli altri, la formazione, la
creazione e successione
d’impresa, la promozione, il
servizio inno­vazione e la
camera arbitrale. La Camera
di commercio di Bolzano ha
inoltre compiti istituzionali
quali la gestione del registro
delle imprese, la registrazione
di brevetti e marchi o il rilascio di docu­menti per il commercio con l’estero.
p www.camcom.bz.it
• Facoltà di Design e Arti della
Libera Università di Bolzano
L’offerta accademica della
facoltà (trilingue come tutti i
dipartimenti della LUB) si
basa sullo studio per progetti,
praticato in modo interdisciplinare fra comunicazione
visiva e product design. Gli
aspetti teorici sono fortemente legati a quelli pratici, favorendo uno stretto collegamento con le realtà del mondo della produzione e dei
servizi. Al lavoro di progetto
si affiancano i corsi teorici
e specialistici e quelli di
approfondimento nelle
officine, dove si supporta
il lavoro sperimentale.
p www.unibz.it/it/design-art
• Film Association of
South Tyrol FAS
La FAS è un’associazione che
raccoglie i professionisti del
settore audiovisivo dell’Alto
Adige. I suoi obiettivi: creare
un punto di riferimento per
chi lavora nel campo dell’audiovisivo sul territorio ed
essere un mezzo per promuovere e sostenere la realizzazione di film in Alto Adige. La
FAS è inoltre strumento di
diffusione e conoscenza del
cinema locale e non solo.
p www.fas-film.net
• Musei provinciali
I Musei provinciali sono nove
istituzioni museali di proprietà della Provincia Autonoma
di Bolzano che coprono i
settori dell’archeologia, delle
scienze naturali, dell’industria
mineraria, dell’etnografia,
della storia locale, della
cultura ladina e dello
sviluppo turistico. Finalità
dei Musei provinciali è avvicinare i visitatori alla varietà
culturale e alla storia naturale
e sociale dell’Alto Adige.
p www.musei-altoadige.it/it/
musei-provinciali.asp
• Ordine degli Architetti
della Provincia di Bolzano
L’Ordine degli Architetti,
Pianificatori, Paesaggisti e
Conservatori è un ente pubblico non economico. L’ordine
forma e revisiona l’albo professionale, difende il titolo e
la professione a salvaguardia
del professionista, vigila sul
corretto esercizio della professione, sostiene il Consiglio
Nazionale degli Architetti
PPC nel suo compito di consulenza al legislatore e garantisce l’aggiornamento professionale degli iscritti.
p www.arch.bz.it
Enti & partner in Alto Adige 36
• L’agenzia per la promozione
territoriale dell’Alto Adige
offre consulenza a imprese
italiane ed estere su tutte
le questioni legate al territorio, assistenza nella ricerca
di superfici e di immobili
commerciali e nel contatto
con organizzazioni, fornitori
di servizi e associazioni
economiche.
La BLS ha anche l’obiettivo
di promuovere e sviluppare
l’Alto Adige quale territorio
cinematografico. Per farlo,
il reparto Film Fund & Commission assiste le case di
produzione nel loro lavoro sul
territorio e gestisce il Fondo
provinciale per le produzioni
cinematografiche e televisive
dotato di 5 milioni di euro di
finanziamenti all’anno.
p www.bls.info
Colophon
© Business Location
Südtirol · Alto Adige
Bolzano 2015
Idea:
Business Location
Südtirol · Alto Adige
Project management:
Sara Valduga
Progetto grafico:
Studio Lupo & Burtscher, CH Studio
Fotografie:
Ivo Corrà
p www.ivocorra.com
Fotografie aggiuntive:
p. 10 (4) Bolzano Danza
p. 12 (1) Oliver Oppitz
p. 14 (2) Roxy Film/Christian Hartmann
p. 15 (3) Harald Kienzl/Kuadrat
p. 17 (5) Alfred Tschager
p. 21 (2) Gregor Khuen Belasi
p. 22 (3) Maria Gapp
p. 24 (5) Maria Gapp
p. 27 (2) Alex Filz
p. 34 (1) Alessandra Chemollo
p. 35 (2) Alessandra Chemollo
Foto di copertina:
Facciata del museo d’arte moderna e
contemporanea Museion, Bolzano
Fotografo: Ivo Corrà
Illustrazioni (6, 13, 18-19):
Philipp Putzer
p www.farbfabrik.it
Coordinamento, traduzioni,
revisione testi:
Ex Libris Cooperativa
p www.exlibris.bz.it
Attività di ricerca e redazione:
Anna Quinz
Stampa:
Athesia Ferrari-Auer
Printed in Italy
Business Location
Südtirol · Alto Adige
Passaggio Duomo, 15
39100 Bolzano
T +39 0471 066 600
F +39 0471 062 852
www.bls.info
[email protected]