junior - Corpo Forestale dello Stato

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Il Forestale n. 72 60 pagine
11-02-2013
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JUNIOR
MIMETISMO STAGIONALE
Siamo in pieno inverno, la colonnina di
mercurio è calata drasticamente, la neve è la
protagonista indiscussa di gran parte dei rilievi
della nostra Penisola, noi ci difendiamo con
cappotti, guanti, sciarpe e cappelli, ma gli
animali del bosco? Come affrontano questa
fredda stagione?
L’inverno è il periodo dell’anno più duro
soprattutto per la fauna alpina ed appenninica
sia per lo scarseggiare del cibo sia per gli
spostamenti difficoltosi dovuti alla neve.
Madre Natura non abbandona mai le sue
creature e quindi offre dei rimedi “salvavita”
per difendersi da gelo e predatori: rivestimenti ad hoc.
Silvano
di Giulia Corrado
L’IMPORTANZA DEL MANTO:
Come per l’uomo l’epidermide svolge una funzione di vitale importanza, così per
gli animali il rivestimento rappresenta un ruolo fondamentale per la loro sopravvivenza.
Il rivestimento infatti protegge la cute da ferite e abrasioni, consente l’isolamento termico e il movimento, ma può essere anche un “mezzo” di
comunicazione tra individui della stessa specie e non. È uno strumento che ci permette di capire in quale ambiente vive un animale e quali sono le abitudini
comportamentali.
NON MI VEDI MA CI SONO: GIOCHIAMO A NASCONDINO
Numerosi sono gli animali che per adattarsi all’ambiente circostante cambiano il
colore e la consistenza del proprio manto a seconda della stagione.
Ma perché questo “cambio pelle”? Non certo per fare uno scherzo agli amici in
stile carnevalesco e nemmeno per eccessivo narcisismo, lo fanno per sopravvivere: sia per non essere vittime di predatori che per non lasciarsi sfuggire un
possibile “bocconcino”.
Ma qual è il colore migliore? Il bianco bene si confonde con la neve, offrendo protezione dagli eventuali nemici, d’altro canto i colori scuri mantengono meglio il
calore.
MIMETISMO STAGIONALE:
La parola mimetismo viene dal greco “mimetizo” che significa io imito, è per questo che si riferisce alla capacità di nascondersi per evitare di essere visti e
cacciati. È un fenomeno che riguarda soprattutto il mondo animale e lo possiamo
riassumere come la capacità di ingannare per trarne un vantaggio evolutivo: salvarsi.
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ESTATE ED INVERNO, DUE DIVERSI ABITI
PER TRE SIMPATICI ANIMALI
ERMELLINO
(Mustela erminea): bianco d’inverno e marrone d’estate, è questa la caratteristica più evidente di questo minuscolo mammifero che abita le nostre montagne,
eletto come principe del mimetismo invernale.
Della famiglia dei mustelidi l’ermellino, con il suo corpo lungo e agile, zampe
corte e coda lunga e preziosa, il tutto per poco più di 30 cm di lunghezza, rappresenta un abile cacciatore, aiutato
anche da olfatto, udito e vista molto sviluppati. E
proprio a partire dall’autunno la sua pelliccia cambia colore, arrivando a sfoggiare in inverno un folto
manto candido e bianchissimo ad eccezione dell’estremità della coda che resta nera. Solo così può dedicarsi
in inverno alla sua attività preferita, la caccia di piccoli animali.
TRISTE CURIOSITÀ: la sua pregiatissima pelliccia lo ha reso, in passato, oggetto
di caccia spietata.
PERNICE BIANCA
(Logopus mutus): la pernice bianca, uccello appartenente alla famiglia dei
Tetraonidi, rappresenta uno dei simboli delle vette italiane: vive
infatti oltre i 1.800 metri arrivando a nidificare fino ai 2.800
metri tra gli arbusti o sotto le pietre. Viene l’autunno e la pernice
si trasforma. Il maschio e la femmina inizialmente presentano un
piumaggio diverso, che va dal marrone-rossiccio d’estate a diverse
tonalità di grigio in autunno, ma poi con l’arrivo dell’inverno
entrambi diventano bianchi come la neve, punta della coda a
parte. Anche il becco cambia colore, marrone durante la stagione estiva per poi diventare nero durante l’inverno.
CURIOSITÀ: la pernice bianca ha una tattica di difesa singolare,
rimane immobile fino all’ultimo istante per poi volare via improvvisamente spiazzando l’avversario.
LEPRE VARIABILE
(Lepus timidus): vive nelle regioni alpine e artiche e si spinge anche ben oltre i
2.000 metri. Assomiglia moltissimo alla lepre comune anche se ha forme meno
slanciate e ridotte: ha le zampe più larghe e pelose per facilitare i movimenti sulla
neve e le orecchie meno eccentriche. È un animale che si attiva
soprattutto di notte.
Durante l’estate il colore della sua pelliccia è bruno-grigiastro mentre d’inverno il suo pelo diventa bianco ad
eccezione della punta delle orecchie che resta nera.
CURIOSITÀ: sopporta molto bene il freddo e la neve tanto
da lasciarsi ricoprire totalmente ed assumere le sembianze di palle di neve così da non essere riconosciuta da
predatori aggressivi come i rapaci.
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L’UOMO E LA FAUNA IN INVERNO:
Le montagne regalano uno scenario mozzafiato ma durante la stagione invernale
diviene un ambiente ostile e difficile per gli animali che le abitano soprattutto
perché il cibo scarseggia.
Per aiutare la fauna a superare l’inverno è buona regola adottare comportamenti
volti a rispettare la convivenza uomo-natura come suggerisco i nostri amici del
Corpo Forestale dello Stato:
• Evitiamo lo sci e lo snowboard fuoripista, potremmo accidentalmente trovarci nei pressi di una tana rischiando di spaventare l’animale inducendolo a
fuggire e a costringerlo di sprecare tante preziose energie.
• Utilizziamo sempre strade forestali o sentieri ben tracciati per fare un’escursione.
• Se troviamo tracce di animali non seguiamole, potremmo approdare nella tana
e ancora una volta farlo fuggire.
• Se vediamo un animale in lontananza rispettiamo le distanze della natura, si
potrebbe spaventare inutilmente.
• Se ci imbattiamo in un animale non urliamo e non assumiamo comportamenti
isterici, ma allontaniamoci con estrema calma.
• Quando ci inoltriamo nel bosco facciamolo sempre nel modo più rispettoso.
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