L`Italia sprofondata nel cemento
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L`Italia sprofondata nel cemento
1,7 www.terranews.it Anno V - n. 83 - mercoledì 15 aprile 2009 - E 1,00 miliardi di persone ogni giorno nel mondo leggono un giornale Illegalità Corruzione, clientelismo, camorra. Le ecomafie dietro a scempi ambientali e abusivismo edilizio L’Italia sprofondata nel cemento Nell’Italia del Piano casa e della deregulation, nel Paese dove i delitti ambientali non sono ancora stati introdotti nel Codice penale, il cemento illegale è un fenomeno all’ordine del giorno e che non conosce tregua. Camorristi ed ecocriminali agiscono indisturbati talvolta con la complicità degli amministratori nalità organizzata. Quasi metà dei reati si registra nelle quattro regioni a presenza mafiosa. Servizi alle pagine 8 e 9 Macerie insabbiate Idee la scienza al vostro servizio Massimo Serafini* Perché un comitato scientifico per questo quotidiano dal cuore verde, Terra? La risposta è abbastanza semplice. Perché vogliamo che la nostra lettura ambientalista e di sinistra dei fatti di ogni giorno sia rigorosa e venga effettuata con gli strumenti e con l’occhio dell’ambientalismo scientifico. Non sappiamo se ce la faremo a garantire questa ispirazione ma le numerose e assai qualificate competenze che vi hanno aderito sono già una garanzia che l’obiettivo può essere centrato. D’altronde se non fosse stata questa la scelta e il metodo prescelto, Terra non potrebbe né conquistare lettrici e lettori e neppure aspirare a essere uno strumento quotidiano d’informazione e d’inchiesta a loro utile a non subire scelte inquinanti e di degrado ambientale, a cominciare da quella nucleare che sta per abbattersi sul Paese. Non ci si può infatti limitare a gridare i necessari no e a dare voce alle proteste di questa o quella popolazione, perché per essere utili alla loro lotta dovremo informare e svelare le motivazioni tecnico scientifiche che sono alla base di quei no, proporremo il negativo bilancio costi/benefici che non giustifica l’opera, grande o piccola che sia. Soprattutto, il comitato scientifico dovrà aiutare il giornale a indicare le alternative possibili e di interesse generale che permettono a chi protesta di rendere vincente i suoi rifiuti. Lavoreremo, quindi, assiduamente a fianco di chi ha il compito di costruire ogni giorno il giornale, costruiremo approfondimenti delle notizie che esso quotidianamente fornisce, animeremo dibattiti e confronti con chi non ha il nostro punto di vista. Ci attendono scadenze assai importanti, dalla lotta per impedire che questo Paese venga nuovamente trascinato nel nucleare a quella per imporre che non si defili dalla comunità internazionale che a Copenaghen nel prossimo dicembre guiderà la lotta ai cambiamenti climatici. Terra e il suo comitato scientifico su queste scadenze verranno quotidianamente messi alla prova. Il primo banco di prova sarà tenere gli occhi puntati sulla ricostruzione dei territori abruzzesi colpiti dal terremoto. Vigileremo che non succeda, come purtroppo quasi sempre è avvenuto, che a prendere il sopravvento siano speculatori e affaristi e una cattiva ricostruzione. C’è dunque molto da fare e abbiamo bisogno di ulteriori contributi. Ci auguriamo, quindi, che in molti veniate a darci una mano mettendo al servizio di questa impresa collettiva le vostre competenze e i vostri saperi. * Coordinatore del Comitato Scientifico di Terra locali e delle forze dell’ordine. E nel quindicesimo “compleanno” del neologismo ecomafia, Legambiente ribadisce l’allarme: il cemento è il petrolio della crimi- Economia 5 L’assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali è una fregatura, per motivi etici e finanziari. Il ministro vuole esternalizzare il rischio, spostando i rimborsi dalle casse dello Stato alle tasche dei cittadini. Con il Corsera che gli va dietro Esteri 3 Domani in India iniziano le consultazioni per eleggere il nuovo Parlamento. Cinque tornate che interesseranno via via, fino a metà maggio, tutti i 24 Stati. Favorito nei sondaggi il Partito del Congresso legato alla dinastia Gandhi-Nehru Eventi © LAPORTA/ap/LaPresse Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma Fonte: World Press Trends Assieme alla ricostruzione, arriva il business. A L’Aquila detriti e prove finiscono sotto la futura new town. Intanto, sulla città si affacciano le mafie, già da tempo insediate nel territorio Servizi alle pagine 2 e 3 Al via il 17 a Milano la XIV edizione di MiArt, mostra di arte moderna e contemporanea. Nomi affermati e giovani talenti con cui il nuovo direttore Di Pietrantonio lancia la sfida ad Artissima di Torino e ArteFiera di Bologna Informazione Testimoni di giustizia La conquista del tempo Piera Aiello a rischio I nformare in tempo reale e pervadere il sistema dei media perché faccia da cassa di risonanza o da fonte della notizia stessa, così che quanto accade possa essere sottratto all’usura del tempo e reso contemporaneo e globalmente evidente ovunque. Il termine psicotecnologie, che ho introdotto per rappresentare il rapporto tra il nostro modo di “vedere il mondo” e l’uso delle tecnologie, porta con sé la consapevolezza di cambiamenti, non sempre così consapevoli, che toccano le coscienze, ma anche le culture e il mo- do di vivere il presente. Parlo di un cambiamento psicologico irreversibile che coinvolge tutti gli abitanti del pianeta e che riguarda in particolare l’interpretazione dello spazio e del tempo. La prima volta che ho sentito parlare della tecnologia delle cellule staminali, la tecnica che può estendere l’aspettativa di vita, è stato durante una conversazione con Angelo Vescovi, biologo tra i più noti per la sua ricerca sul deterioramento delle cellule cerebrali e famoso per il progetto Neurothon. de Kerckhove a pagina 12 S arebbe stata una “leggerezza” di due carabinieri a cancellare 18 anni di sacrifici. Una nuova disattenzione nella già tribolata vicenda che vede coinvolti i testimoni di giustizia, persone che per senso dello Stato hanno denunciato episodi criminali – ai quali loro erano estranei – subendo sulla loro pelle le conseguenze del gesto. Cambiare identità, abbandonare la propria casa, il proprio lavoro, la propria vita. All’improvviso. Persone che lo Stato dovrebbe trattare con grande attenzione, ma che spesso sono state costrette 11 a gesti clamorosi per ottenerla. A rischio della propria incolumità. Solo il terremoto in Abruzzo ha fermato lo sciopero della fame di Pino Masciari, forse il testimone di giustizia più famoso in Italia. Da una settimana Piera Aiello è di nuovo in pericolo. La donna – che grazie alla sua testimonianza ha permesso tra gli altri al giudice Borsellino di avviare una serie di inchieste su alcune famiglie mafiose della zona del Belice – dopo anni di estrema difficoltà era tornata ad assaporare sprazzi di normalità. Vincenzo Mulè a pagina 12 2 mercoledì 15 aprile 2009 Ricostruzione Dalla domenica di Pasqua a L’Aquila si registra un’anomala frenesia. È quella dei camion che dovrebbero ripulire la città dai detriti. E forse da prove di malaffari Sotto la new town le macerie tritate Pietro Orsatti e Angelo Venti da L’Aquila U na città militarizzata, dove già si muovono gli speculatori che con il terremoto hanno già fatto e faranno la loro fortuna. Il primo business è quello delle macerie, da togliere di mezzo, da far sparire in qualche caso. E cosa c’è di meglio che le fondamenta della new town berlusconiana per mettere le macerie tritate in tutta fretta? Centinaia di camion dalla domenica di pasqua stanno scaricando detriti in una specie di tritacarne che li riduce in ghiaia a poche centinaia di metri da Piazza d’armi. Qui, in questo inferno di polvere e mezzi meccanici, spariscono ricordi e tragedie, pezzi di storia e forse anche prove. Prove di malaffari, di cemento fatto con sabbia di mare, ferri da 10 invece che da 15, lisci dove non dovevano esserlo. Tutto è triturato e spalmato sul territorio. Amianto compreso, che molti hanno visto. Qui si costruirà il centro amministrativo della new Aquila voluta da Berlusconi. E qui forse si occulterà la vergogna di palazzi costruiti senza seguire le norme antisismiche, dei condoni e ri condoni tanto cari alla politica italiana. Poi arriverà il business dei campi provvisori. Terreni che saranno da preparare per l’arrivo dei container e delle casette di legno. L’Abruzzo è diventato da almeno dieci anni una delle cassaforte per il riciclaggio del denaro delle varie mafie. Lo racconta la Direzione nazionale antimafia da tempo, lo confermano le ultime inchieste giudiziarie sul riciclaggio del denaro di Ciancimino e poco prima quelle sul “tesoretto” di Binnu Provenzano. Non solo. I clan, di Cosa nostra, della camorra e della ‘ndrangheta, hanno investito, come da tradizione, in società che si occupano di inerti, movimento di terra e cemento. E nel mattone, casomai subentrando nella parte finale di palazzi in costruzione come ci segnala l’Autorità giudiziaria, soprattutto nell’area della Marsica. Con le procedure di emergenza sono già saltati molti dei controlli su appalti e sub appalti. E il denaro, tanto, sta già iniziando a circolare. «Sulla ricostruzione bisogna fare grande attenzione, che ci sia o che non ci sia una diretta infiltrazione di società controllate dalle mafie – ci spiega Massimo Scalia, per tre legislature presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle Ecomafie -. Inutili poi, proprio anche in relazione ai controlli, l’istituzione di super comissari iper centralizzati a livello nazionale e che l’esperienza insegna si muovono spesso in deroga alle norme vigenti». Più efficace, afferma Scalia e con lui anche molti amministratori locali, la creazione di un’authority civile con il coinvolgimento della popolazione con ampie consulenze (gratuite) del mondo dell’università. In pratica il modello Friuli, in cui la società locale si fece carico in prima persona della ricostruzione. Si è ormai al limite anche sul piano dei soccorsi diretti. Anche se ogni tanto, discretamente, viene estratto dalle macerie qualche corpo, nelle prossime ore si spargerà solo la calce viva sulle macerie e poi dei corpi e degli scomparsi (censiti e no) si interromperà ogni ricerca. Assistiamo per caso all’arrivo di alcuni vi- Macerie www.terranews.it gili, chiamati da un sopravvissuto, in un piccolo casale distrutto e isolato. Già due corpi sono stati estratti nei giorni scorsi. Mentre ritornano sulle macerie, improvvisamente, scostata una rete del letto, ci allontanano. Capiamo dall’odore che hanno trovato qualcosa o qualcuno. Decidiamo dopo un po’ di allontanarci. «Non ci sono solo gli sciacalli che frugano nelle macerie, sono arrivati anche gli sciacalli istituzionali». Questa frase ci viene ripetuta più e più volte. Da amministratori locali, da gente dei soccorsi, da operatori delle varie polizie. E si fa il nome, con un po’ di apprensione, di chi avrà in dono la grande torta della new town, delle Impregilo, Autostrade e Caltagirone: saranno loro, secondo indiscrezioni, a gestire il post terremoto grandi opere, della ricostruzione con erre maiuscola. Tre società: Autostrade, Caltagirone, Impregilo. Questa la probabile squadra che opererà. E il capofila? Si parla con insistenza di Caltagirone. Anche per ragioni politiche evidenti, ovvero quietare l’Udc e isolare da qualsiasi possibile opposizione credibile Pd e Idv. Capofila o prestanome? Per ora, ma non per molto, si fanno solo ipotesi. Ma nelle prossime settimane, visto il decisionismo di Bertolaso e del governo, si deciderà tutto. «La questione centrale rimane il meccanismo degli appalti al ribasso – dichiara l’ex pm Luigi De Magistris -. Quando ero a Catanzaro incrociai Impregilo su alcune inchieste sui rifiuti e anche in quel caso le risposte non furono esaltanti. È un problema di classe dirigente, anche sul piano locale». Come del resto in Campania dove ricorda Massimo Scalia, «la risposta è stata l’inceneritore di Acerra». Un impianto pagato con soldi pubblici e di deroga in deroga mai entrato a dovere in funzione. ©Tachus Intervista «Il tribunale riaprirà presto» Un territorio diventato la cassaforte delle mafie. Questo l’Abruzzo precipitato prima nel dramma del sisma e che oggi si trova a vedersi passare sulla testa il business della ricostruzione «Non esiste più l’isola felice. Le parlo da procuratore di “campagna”, ma profondamente legato al territorio in cui lavoro dagli anni ’70 e quindi consapevole di quello che sta succedendo da anni». A parlare è l’avvocato generale della Corte d’Appello dell’Aquila Brizio Montinaro. «Prima gli inerti, poi il cemento, poi le costruzioni. È evidente la penetrazione, e non è una scoperta solo di oggi. Un rischio enorme, che si sta trasformando in un profondo sistema di inquinamento anche dell’imprenditoria locale, che cambia comportamenti in alcuni casi, altre volte partecipa oppure si trova esclusa da certi affari». Lei oggi è senza sede. Il Tribunale de l’Aquila è fortemente lesionato, la giustizia è di fatto bloccata, come le inchieste sulle infiltrazioni mafiose. Qual è la situazione oggi, a poco più di una settimana da sisma? La prima buona notizia è che il server è intatto. I locali sono distrutti, come le scale, ma i crolli hanno salvato almeno il supporto informatico del tribunale. E l’ipotesi di un trasferimento del tribunale? Anche qui forse c’è una buona notizia. La vecchia caserma della Guardia di finanza sembrerebbe essere agibile. La sede è più piccola, bisognerà organizzare molto bene il lavoro ma nel giro di poche settimane sarà possibile riaprire il Tribunale a l’Aquila. Un segnale importante. Anche per valutare le responsabilità del passato. Esatto. Ma anche per dare un segno sulla ricostruzione del futuro. E’ un momento difficile. Vigilate anche voi della stampa sul nostro operato. p.o. Amianto La minaccia della fibra killer Per giorni i soccorritori hanno lamentato di avere le vie respiratorie piene della polvere proveniente dalle macerie delle case crollate. Ora in Abruzzo l’allarme è il rischio di esposizione all’amianto. A denunciarlo è l’Associazione italiana esposti amianto, l’Aiea, nella speranza che «ai morti del terremoto, non se ne aggiungano ad anni di distanza ulteriori assolutamente evitabili». L’associazione dice di essere «certa» della presenza nella zona di manufatti contenenti il micidiale minerale insieme ad altre sostanze tossiche e cancerogene, chiedendo alla Regione una mappa per permettere ai soccorritori di operare con «le stesse misure adottate dalle ditte specializzate nei casi di messa in sicurezza, bonifica e smaltimento dell’amianto». Secondo un’indagine approssimativa fatta dalla Regione nel 2006 solo nell’edilizia pubblica e privata ci sarebbero 46.524 metri quadrati di amianto in matrice friabile, il più pericoloso perché facilmente inalabile. Quello in matrice compatta potrebbe essere addirittura maggiore: 95.413 metri cubi. Per l’associazione serve innanzitutto una corretta informazione. insabbiate mercoledì 15 aprile 2009 www.terranews.it Satelliti La faglia vista dallo spazio Dossier Sotto accusa tre provvedimenti del governo. Tagliati 510 milioni alla difesa del suolo, al monitoraggio sismico e alla messa in sicurezza dell’edilizia scolastica Così la politica ha abbandonato il territorio Vincenzo Mulè I n un anno di governo sono stati realizzati tagli alla difesa del suolo, alla prevenzione sismica, alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico e al risanamento del patrimonio monumentale. La denuncia è dell’esponente dei Verdi Angelo Bonelli che in un dettagliato dossier ha messo in fila dodici mesi di attività governativa. Sotto la lente d’ingrandimento sono così finiti tre provvedimenti, il decreto 112/2008, il decreto Gelmini e la legge finanziaria. «Il governo reintegri 510 milioni tagliati in un anno alla difesa del suolo, al monitoraggio si- smico, alla messa in sicurezza delle scuole – ha dichiarato Bonelli - Emblematica la soppressione del fondo per il monitoraggio del rischio sismico. Le politiche di difesa del territorio e della popolazione devono cambiare radicalmente nel nostro paese. Questi fondi – ha aggiunto l’esponente Verde - sono la vera priorità con cui costruire anche quella ripresa economica di cui tanto si parla». Più nel dettaglio il decreto 112/2008 è responsabile della soppressione di 4,5 milioni di euro dal fondo per il monitoraggio dei terremoti previsto dalla legge 244/2007 art. 2 comma 329. La norma prevedeva «la prosecuzione delle attività di Coinvolto dalle riduzioni anche il patrimonio culturale. Bonelli: «Occorre ripartire da questi fondi. Sono la vera priorità del Paese e possono contribuire alla ripresa economica» monitoraggio del rischio sismico attraverso l’utilizzo di tecnologie scientifiche innovative integrate dai fattori di rischio delle diverse aree del paese». Lo stesso provvedimento riduceva da 510 a 270 i milioni di euro destinati alla difesa del territorio. Non solo: il decreto sopprimeva i finanziamenti di 151 milioni di euro destinati alla prevenzione e difesa del suolo della Sicilia e della Calabria, i 45 milioni di euro per il ripristino del paesaggio e i 15 milioni di euro per la difesa del suolo dei piccoli comuni. L’ultima legge finanziaria, inoltre, ha soppresso un fondo da un milione di euro per l’attuazione dei piani di difesa del suolo. Tagliati di 22,8 milioni di euro anche i fondi per la messa in sicurezza degli edifici scolastici rispetto ad uno stanziamento generale di 100 milioni. L’articolo 7-bis, aggiunto al decreto legge 137/2008 (decreto Gelmini), ha aperto una nuova partita. Voluto dal ministro dell’istruzione, esso rifinanzia il piano antisismico, individuando uno stanziamento pari al 5 per cento - e non più 10 – del piano per le grandi infrastrutture, come previsto nei precedenti piani. Si deve, infine, alla legge finanziaria la soppressione di 30 milioni di euro per il risanamento e la conservazione del patrimonio monumentale e dei siti Unesco. © ANGELO VENTI © SERGIO NAZZARO (2) I danni del terremoto sono visibili anche dal satellite. La scossa dello scorso 6 aprile ha provocato nell’aquilano una deformazione del terreno su un’area di 650 chilometri quadrati, con punte massime di 25 centimetri rilevata tra le frazioni di Bazzano e Monticchio, nei pressi del capoluogo abruzzese. Il dato è stato elaborato dall’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Irea-Cnr) sulla base dei dati raccolti dal satellite europeo Envisat. Il satellite, tra i più grandi che ruotano attorno alla terra, è stato messo a disposizione quasi in tempo reale dall’Esa, l’Agenzia spaziale europea, e ha permesso ai tecnici di effettuare l’elaborazione del danno. Dall’immagine si può vedere anche la linea di frattura, la famosa faglia, che corre per 15 chilometri lungo la linea degli appennini. Il dato è stato ottenuto sovrapponendo varie immagini scattate prima e dopo la forte scossa delle 3.32. Il nuovo rilevamento differisce di molto rispetto ai 15 millimetri di deformazione calcolato subito dopo la scossa dai satelliti Cosmo SkyMed. Le differenti elaborazioni sono dovute alla diversa inclinazione dei satelliti. 3 Il racconto di Sergio Nazzaro La casa delle parole Ci guardano con sospetto. A volte con odio. Paura. Ci stanno giudicando come se fossimo degli assassini, come se non ce ne importasse nulla. Non si avvicinano però. Non ci vengono a domandare nulla. Ci sfiorano. Ma non sempre. A qualcuna hanno scavato nella pancia. E non ci siamo mosse. Abbiamo lasciato che rovistassero. Non una parola, un lamento. Non siamo spettrali, anche se oggi fa freddo e soffia un vento gelido. E’ la primavera dell’Abruzzo. La primavera delle montagne che sono e rimangono dure. Tutti hanno parlato con tutti. Nessuno ci ha rivolto una parola, un saluto. Soltanto i nostri proprietari. Loro si ci guardano con la malinconia negli occhi. Quella maledetta notte abbiamo provato a resistere. Cosa credete mai, che non avevamo voglia di proteggervi? Che potevamo lasciarsi andare come se nulla fosse? No, vi sbagliate. Il tremore lo abbiamo sentito prima di voi, qualche attimo prima di voi, nelle nostre fondamenta. Cattivo, diretto, bruciante. Un tremore sconosciuto anche a noi. Credeteci, ci abbiamo provato. Abbiamo cercato con tutte le nostre forze di non lasciarci andare, anche se cominciavamo a sentire lo spezzarsi delle ossa, che a noi sono fatte di ferro e cemento. Volevamo gridare: scappate, svegliatevi, non ce la facciamo a reggere per molto. Non siamo riusciti a pronunciare una parola. Che strano. Ti frequenti ogni giorno, si appoggiano a noi. Ci ornano, ci accarezzano. Eppure non siamo riusciti a svegliarli in tempo. E’ stato così dovunque. Hai visto Fossa? Non ti deve spaventare. Stanno tutte insieme sulla montagna. Cupe, severe, abbandonate. Non deve guardarli con gli occhi di chi viene da fuori. Osservaci con gli occhi degli anziani. I nostri proprietari. Loro ci consolano da lontano con lo sguardo. Loro sono soli. Noi siamo soli. E finché saremo separati, non ci sarà consolazione. Non possono avvicinarsi. Hanno detto che non devono più fidarsi di noi. Come si fa a dire una cosa così? Cosa ne potete sapere del dolore, della gioia, delle preoccupazioni che abbiamo condiviso per anni e anni, dalla mattina alla sera, e tutte le notti di tutte le stagioni? Hai visto ad Onna? Quelle poche di noi che sono rimaste in piedi? Quelle case sembrano avere lo sguardo basso, dispiaciuto di essere ancora in vita. Non devono fare così. Le più deboli di noi siamo venute giù, e abbiamo ucciso chi dovevamo proteggere. I tetti battevano come martelli impazziti. Tremavamo dal profondo, e i tetti a battere su di noi. Non ce l’abbiamo fatta. Abbiamo fallito. Voi a giudicare, a dividerci tra buoni e cattivi. Siamo solo case, il nostro dovere è difendervi. Lo senti questo freddo primaverile? Non è nulla in confronto all’inverno. La nostra è una disperazione silenziosa. Muta. Abbiamo visto i piccoli, i giovani, le belle speranze di famiglia partire, andare lontano a cercare fortuna. La fortuna l’hanno trovata. Ed oggi, anche le nostre macerie. Lo sguardo pieno di lacrime con cui ci fissano ci congela. Anche se siamo solo macerie. Ormai fredde. Loro erano lontani. Toccava a noi prenderci cura di chi rimaneva. E rimangono sempre gli anziani. A Villa Sant’Angelo abbiamo sentito i vigili del fuoco dire che eravamo quelle che dovevano cadere. Che non c’era nulla da fare. Lo senti questo odore di vecchio, di tufo, di carta da parati? Qualcuno lo chiama l’odore della nonna. Quell’odore di oggetti antichi mischiati ai ricordi, ai vestiti che si cambiano poche volte, perché bisogna risparmiare, ma sono sempre puliti. Vecchi fornelli, bambole di pezza, tegami di rame. Siamo confusi noi, gli oggetti e voi in una sola massa di detriti. Alcune di noi sono completamente sbattute con la faccia a terra, altre sono piegate in modo innaturale. Ci tengono a distanza con i nastri rossi e bianchi, gialli, qualcuno di voi è a guardia, per impedire che vi avviciniate troppo. Tra non molto arriveranno le ruspe. Salveranno solo i feriti lievi. Per la maggior parte di noi ci saranno i mezzi meccanici a triturarci definitivamente. Che lo facciano con pietà, non con odio. Non possono vendicare la propria rabbia su di noi. Non è colpa nostra. Chissà, se ci sarà un poco di pietà, il camion che è venuto a prenderci ci poterà su dell’altra terra. E diventeremo fondamenta per nuove case. Forse qualcuno ci prenderà tutta e ci mischierà al cemento e diventeremo di nuovo fondamenta. Quelli mani che ci mischieranno, sanno che noi faremo il possibile per non venire giù di nuovo. Ci abbiamo sempre provato e lo faremo ancora. 4 Politica mercoledì 15 aprile 2009 www.terranews.it Terra Valerio Ceva Grimaldi tativa, una situazione anomala in Europa e in tutto l’Occidente. Terra, quindi, ha anche questa funzione: decifrare e colmare le crepe che si stanno aprendo nella democrazia nostrana. G razia Francescato è la portavoce dei Verdi dal luglio 2008. Giornalista, scrittrice, ha una lunga storia da ambientalista in Italia e in Europa. Quali gli obiettivi? Fare in modo che la “tribù” degli ambientalisti contamini le altre, per far sì che tutti possano dialogare. Liberi dai pesi e dalle eredità ideologiche del passato. Il nostro sarà un pubblico consapevole, curioso, capace di mettersi in discussione. Ci rivolgeremo a chi è amico del pianeta, usa medicine non convenzionali, acquista e mangia biologico, utilizza la mobilità sostenibile. Insomma: a chi teorizza ma mette anche in pratica stili di vita ecologisti. Senza la necessità di essere “verde”. L’orizzonte è quindi una sfida culturale? Questo giornale si misurerà con la nuova idea di globalizzazione: quella dei diritti. Fino ad ora, invece, il pilastro attorno al quale l’Occidente si muoveva era quello della globalizzazione del mercato. Un sistema che è collassato. Come diceva Ulrich Beck, non ci si può fidare dei banchieri, degli economisti: gli stessi che ci hanno propinato l’idea di mercato ora ci dicono che chi spingeva per un’economia “green” aveva ragione. Adesso bisogna introdurre regole certe per difendere i diritti e, finalmente, celebrare il matrimonio tra ecologia ed econo- © Monaldo/LaPresse Perché Terra? Si tratta di una novità editoriale importante: un giornale ecologista, che sa di “terra”, di cose concrete, di futuro. Un giornale amico del pianeta. È una “Terra” di frontiera, non un bollettino di partito. didascalia didascalia Berlusconi sta provocando un indebolimento culturale ed etico. è come il re investito dal popolo, che ignora le istituzioni mia. Le profezie degli ambientalisti sui rischi del consumo delle risorse del pianeta e sulle difficoltà sociali, che portano sempre più all’esclusione, infatti, si sono avverate al millimetro. L’eresia è, dunque, diventata ortodossia. L’Italia è pronta a un’inversione di tendenza? Purtroppo, mentre il resto del mondo affronta le sfide del terzo millennio, il nostro paese regredisce. è infatti in atto un impoverimento culturale ed etico. Sette persone su dieci preferiscono la furbizia all’intelligenza. E tutto ciò crea il caos, perché manca quel denominatore civile che lega insieme gli interessi particolari. Berlusconi ha spinto affinché si raggiungesse una situazione di questo tipo, perché ne trae vantaggio. Il presidente del Consiglio si comporta come il re investito dal popolo, “saltando” completamente le istituzioni. Con quali conseguenze? Innanzitutto un indebolimento della democrazia rappresen- L’attualità terribile del terremoto fa pensare a quanto si sarebbe potuto fare e non si è fatto. Anche questo è colpa della diffusa malizia italica? Il nostro Paese è a rischio sismico, e quindi bisognerebbe prepararsi per tempo come fanno in Giappone. Ma ciò non accade sempre per colpa della furbizia di fare le case non antisismiche al fine di trarne profitto, invece di puntare sulla messa in sicurezza del territorio, sulla riqualificazione dei borghi e dei centri storici, puntando sul recupero dell’estetica e sul potenziamento del ricorso alle energie rinnovabili. è questa la nostra grande opera prioritaria, altro che Ponte sullo stretto! Una mancanza culturale politicamente trasversale? La propensione a un saccheggio privato di un bene comune ha contagiato anche il centrosinistra, che sovente assomiglia pericolosamente al centrodestra. Da qui la solitudine dei Verdi al governo, che sono stati gli unici a difendere i beni comuni. Fini, poi Berlusconi e tanti altri, hanno attaccato duramente Santoro e Annozero. Anche l’informazione è un bene a rischio? Questo è un altro saccheggio. Da noi c’è un deserto di informazione pluralista. Fa scandalo una trasmissione un po’ faziosa ma assolutamente normale. Ecco quindi l’altra mission di Terra: costruire un forte argine al dilagare di un’informazione fasulla e lontana dalla realtà. Ma, soprattutto, insopportabilmente servile. Radicali Alle Europee con Emma Bonino I radicali presenteranno, sotto il simbolo “Lista Emma Bonino”, liste elettorali di azione nonviolenta. «Saranno liste di espressione di iniziativa militante, volte innanzitutto a utilizzare i residui strumenti di campagna elettorale per informare i cittadini sulla avvenuta cancellazione della democrazia e sulla necessaria lotta di liberazione. Obiettivo? Realizzare un documento sulle responsabilià del regime italiano nella scomparsa della legalità costituzionale dello Stato». © Montani/ansa Contro l’Italia delle furbizie, l’intelligenza ambientalista © Merlini/LaPresse L’intervista La leader del Sole che ride: «Il matrimonio tra ecologia ed economia è diventato ovunque ortodossia. Ma l’Italia è ancora molto retrograda. L’informazione pluralista ha il compito di arginare quella fasulla e servile» Socialisti Il Superenalotto premi l’Abruzzo «Sarebbe giusto destinare subito il jackpot del Superenalotto, arrivato a circa 45 milioni di euro alla ricostruzione del post terremoto». È quanto propone il segretario del Partito socialista, Riccardo Nencini, a nome di ‘Sinistra e Libertà alla vigilia della prima estrazione della settimana in corso. «Pensare che una cifra così possa finire sul conto corrente di un beneficiato unico, a fronte di persone che hanno perso tutto, mi crea un profondo senso di ribellione». Editoriale Tempi di ritorno al nucleare, di crisi economica per il Paese e d’identità per la sinistra. Una nuova voce per i lettori che credono nella rinascita di una democrazia italiana e nel giornalismo come “bene pubblico” Pino Di Maula S iamo folli, non pazzi, a voler ricreare con la passione di cronisti, creativi, intellettuali e scienziati una nuova primavera dell’informazione capace di riguadagnarsi la fiducia di quei lettori di sinistra che aspirano a un’informazione critica. Sono lettori con i quali, per dirla alla Bertinotti della prima maniera, bisogna connettersi sentimentalmente in quanto preziosi per la democrazia e la civiltà del nostro Paese. Sono persone intelligenti perché sanno ancora innamorarsi e fare rifiuti. È gente che considera la libertà non quella che porta a spaccare le vetrine bensì all’identità e alla trasformazione individuale e collettiva. Uomini e donne che non rinunciano a cercare la violenza invisibile nei rapporti interumani. Non rinun- ciano al pensiero e per tutelarlo pretendono un giornalismo che torni ad essere “bene pubblico”. Come l’aria per respirare. Certo poi bisogna fare i conti con la politica. Con i limiti del nostro centro sinistra sempre più in affanno per mancanza di idee e con tali deficit culturali e teorici da far apparire un genio Antonio Borghesi, vicepresidente del gruppo Italia dei valori alla Camera quando afferma: «I regimi dittatoriali prima mettono a tacere il Parlamento e l’informazione libera». Ma rassicura: «Duci e ducetti non si facciano illusioni. L’Italia dei valori difenderà fino all’ultimo respiro la libertà di informazione e critica da qualunque parte provenga». Lo farà, si suppone, minacciando manette per tutti. Ma proprio tutti se, stando alla magistratura, la corruzione è diventata ormai sistemica. Tanto da far apparire ridicoli quei fumettoni televisivi che rappresentano ancora la mafia con il volto di cattivissimi pregiudicati che vanno in giro a sparare. Lo sa bene Antonio Bassolino quando sostiene che «per sconfiggere i poteri criminali, è necessario un grande impegno, non solo all’interno delle realtà meridionali, ma a livello nazionale». Il Governatore campano magnifica le iniziative di Libera ma poi ammette «Dobbiamo continuare ogni giorno, soprattutto, come azione del Governo». Ma il futuro non si contrasta solo combattendo la camorra? «Certo, c’è un altro futuro che è già iniziato». Non in Italia. «Basti pensare a Obama. Siamo in ritardo – ammette - rispetto ad altri Paesi, ma è questa la strada da percorrere». Bene, ma parlare di ambiente all’interno del Pd non è facile. «Quando ci sono crisi di questo genere – chiosa il leader più amato dalla base degli ex Ds, Pierluigi Bersani - è sempre molto difficile, io consiglio di parlarne come un grande volano per la riduzione dei con- sumi e come crescita più equilibrata. Ambiente – spiega - come chiave di una nuova strategia di innovazione e base per un rilancio dell’economia». E con il nucleare come la mettiamo? «È una fandonia. Usano il nucleare come elemento di distrazione di massa». Distrazione dalle riforme oscurantiste di Berlusconi? «Bisogna reagire. Discutendo dei grandi temi economici e sociali, si tutela la democrazia». Salvaguardare la democrazia chiede Bersani, scardinare la non democrazia obietta Marco Pannella preoccupato più che mai di dare un impianto teorico al suo lavoro svolto finora direttamente nel sociale. È un po’ come dare tempo allo spazio. Tempo che sta per scadere se grazie all’aiutino del Pd Berlusconi riesce a ottenere quel referendum che gli darebbe quel premio di maggioranza che condurrebbe re Media diritto diritto al Quirinale. E questa è davvero una pazzia. © GIGLIA/ansa La primavera dell’informazione Lega Fascista chi spinge per il referendum «Degli oneri si facciano carico chi ha promosso i referendum, i Guzzetta, i Segni e gli altri... Qui c’è di mezzo la tenuta democratica del paese: dal referendum verrebbe fuori una legge elettorale mostruosa, una tirannide. Un attentato alla democrazia del paese. Oggi c’è Berlusconi, domani c’è un altro premier e non si può permettere a chi ha ottenuto il 25%per cento dei voti di avere il 55% dei seggi in Parlamento. Neanche nel periodo fascista è stata fatta una cosa del genere. Si possono avere quattro, anche tre partiti, ma non uno solo». Così Roberto Calderoli che sente puzza di bruciato in casa Arcore e tuona contro l’ipotesi di accorpare il referendum all’election day. Terra www.terranews.it Economia mercoledì 15 aprile 2009 5 Auto Obama studia se entrare in Gm Dopo la pubblicazione da parte del New York Times dei dettagli finanziari di General Motors il titolo della casa automobilistica è andato giù di oltre il 16 per cento. In più, sulla casa di Detroit premono creditori e sindacati. Obama starebbe valutando la possibilità di far entrare il governo nella società con un’operazione simile a quella fatta in Italia per salvare Parmalat. L’amministrazione controllata è dietro l’angolo, entro maggio bisognerà decidere. Rinnovabili La crisi blocca i progetti inglesi Il governo di Gordon Brown ha denunciato ieri il possibile fallimento dei programmi a favore delle energie rinnovabili: mancano gli investimenti e il costo di importazione delle turbine eoliche è troppo alto. In Gran Bretagna, gli impiegati del settore sono 700, con una sola azienda che produce turbine. Un rapporto dell’Institute for public policy research pubblicato sempre ieri chiede all’esecutivo fondi per il comparto che potrebbe creare 70mila nuovi posti di lavoro. Brunetta e Corriere della Sera, calamità contro cui assicurarsi Luca Bonaccorsi P er fortuna non ha ancora ricevuto molta attenzione dai media ma, venendo dall’autoproclamatosi ministro più amato dagli italiani, state sicuri che, prima o poi, ce la ritroviamo in qualche decreto legge. Anche perché a sposare la causa dell’ammazzafannulloni è stato addirittura il Corsera con una delle sue firme di punta, Gian Antonio Stella. Parliamo della proposta del ministro Brunetta di inserire in Italia l’assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali. Forse non lo sapevate ma, al momento, la polizza casa che state pagando non vi restituisce un solo euro in caso di terremoto ma anche, per esempio, se il palazzo crolla per un cedimento strutturale. Detta così quindi l’estensione della copertura sembrerebbe una semplice proposta di buon senso. Ma così non è, per una serie di motivi. Il primo è che, di fatto, l’assicurazione si tradurrebbe in una tassa su chi vive in zone a rischio sismico o di alluvioni per via di un basilare principio finanziario: più rischiosa è la zona dove vivete, più pagate. Riuscite a immaginare il premio richiesto a un abitante de L’Aquila, o a chi vive alle pendici del Vesuvio? Un’assicurazione sulla casa oggi non costa molto, tra i 200 e i 300 euro l’anno, ma questo dipende dal fatto che, essenzialmente, vi protegge pochissimo. Il secondo motivo per il quale la proposta Brunetta è da scartare è di natura macro economica, ma forse anche etica. Oggi in Italia il costo di un terremoto, o di un alluvione, ricade interamente sullo Stato. Il che, se da un lato crea il potenziale rischio di spesa per la collettività, dall’altro offre una certezza: lo Stato non può andare in bancarotta e quindi in teoria la casa deve, prima o poi, ri- © scrobogna/LaPresse © Berg/LaPresse La denuncia La campagna post sisma del governo non convince. L’assicurazione privata per le catastrofi naturali servirebbe a ben poco, diventando solamente una nuova tassa per chi vive nelle aree a rischio Il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta Per il ministro se i cittadini dovessero pagare una polizza, costruirebbero meglio e avremmo meno vittime costruirtela. Nel caso delle assicurazioni non è così. Non sono affatto rari i casi, specie di questi tempi, di compagnie di assicurazione che vanno a gambe all’aria in condizioni estreme. Il calcolo dei rischi infatti è solo un calcolo: poi arriva un uragano e buonanotte. Ma uragani e terremoti a parte, l’esempio Usa parla chiaro: pensate ad Aig, il Mercati Il sistema finanziario occidentale langue e rantola, mentre il gigante asiatico inonda il sistema di liquidità. Risultato? La ripresa mondiale verrà da Pechino La locomotiva cinese va A rriverà dalla Cina, e forse prima del previsto, la ripresa mondiale. O almeno così sembrano suggerire i più recenti dati economici pubblicati dal gigante asiatico. Il segreto è nel sistema bancario statale comunista, naturale corollario del “liberale” regime. Il governo cinese, infatti, non deve avere a che fare con manager super pagati, mercati interbancari incontrollabili e indici di bilancio. Il governo ordina alle banche, quasi tutte statali, di prestare di più all’economia e... voilà. Il risultato è che mentre l’Europa e gli Usa lottano per salvare il proprio sistema finanziario e cercano di limitare la drammatica stretta creditizia, versando fantastiliardi nelle casse delle loro banche disastrate, ottenendo scarsissimi risultati, a Marzo i nuovi prestiti delle banche cinesi erano sestuplicati rispetto all’anno precedente, raggiungendo il livello record di 277 miliardi di dollari. L’obiettivo del governo per il 2009, di 5.000 miliardi di yuan di prestiti, è già stato raggiunto e forse, secondo le stime della banca d’affari Usa Jp Morgan Chase, verrà superato di oltre 3.000 miliardi. Il problema però c’è, e si chiama “rischio sistemico”. A prestare più soldi sono capaci tutti, soprattutto se non hai azionisti a cui rispondere per le perdite, ma prestarli bene senza buttarli via è un’altra questione. La recessione, infatti, porta con sé fallimenti e il mancato rimborso dei prestiti da parte delle imprese, un problema che le autorità cinesi hanno ben presente. Ma se alcuni sono preoccupati, come il vicepresidente della China banking regulatory commission Jian Dingzhi, altri, come la quinta banca del Paese la China merchants bank, pensano che finanziare le nuove infrastrutture migliorerà la qualità dei portafogli delle banche. Il problema della stabilità interna del sistema cinese però resta eccome, al punto che le autorità stanno già chiedendosi se hanno fatto “troppo” per rilanciare l’economia. Se da un lato la crescita degli investimenti, delle vendite di automobili e l’aumento di transazioni immobiliari sembrano indicare i primi segni di una ripresa economica, il contesto economico globale resta difficile. Le esportazioni sono crollate del 25,7 per cento quest’anno e il surplus commerciale si è quasi dimezzato nel primo trimestre del 2009, passando da 114 a 62 miliardi di dollari. Nell’ultimo trimestre del 2008 la Cina è cresciuta del 6,8 per cento, il tasso più basso degli ultimi 7 anni, e pericolosamente vicino alla soglia che gli economisti stimano come “socialmente pericolosa”, il 6 per cento. Domani usciranno i dati sul Pil del primo trimestre del 2009, ma tutti gli economisti, alla luce dei dati più recenti, stanno rivedendo le loro stime al rialzo dal 7 all’8 per cento. La più efficiente economia capitalista del pianeta, resta quella comunista? Il paradosso cinese rischia di essere confermato ancora. l.b. colosso assicuratore di oltre 80 milioni di famiglie americane, che per il collasso dei derivati stava fallendo portando con sé la pensione e la salute degli assicurati. L’idea di Brunetta, e il ministro non ne fa mistero, è di esternalizzare il rischio rimborsi da calamità naturale, che in pratica vuol dire spostare il rischio dalle casse pubbliche ai portafogli dei cittadini. E c’è forse un momento migliore di questo, in cui il cittadino medio fa fatica ad arrivare a fine mese? E poi c’è il rischio finanziario. Non è chiaro su quale pianeta vivano Brunetta e Stella, ma nel resto della galassia si dibatte del problema della eccessiva finanziarizzazione della nostra eco- nomia. Di cui le assicurazioni sono un operatore principale, come le banche. I soldi che noi versiamo alle assicurazioni vanno investiti, ovvero viaggiano per il pianeta alla ricerca di rendimenti. Aig infatti aveva investito in ogni sorta di derivati per garantire dei buoni ritorni agli azionisti. Poi il mercato è crollato e… addio assicurazione. Ora il governo Usa sta spendendo centinaia di miliardi di dollari per mantenerla in vita. Difficile fare i conti ma la domanda è scontata: alla comunità non sarebbe costata di meno un’assicurazione pubblica? Ma la cosa più tristemente naive della proposta Brunetta è l’argomentazione che, se fossero le assicurazioni private a controllare la bontà degli edifici, sicuramente la qualità delle case crescerebbe. Tradotto: siccome lo Stato non riesce a garantire che le regole costruttive vengano rispettate, deleghiamo questo compito agli “interessi privati”. Che siano gli stessi “interessi privati” che a oggi hanno risparmiato sui materiali costruttivi, poco importa. E ancora, aggiunge Stella, se il costo dell’assicurazione obbligatoria dipendesse dalla qualità della costruzione sicuramente la qualità media delle costruzioni salirebbe, per contenere i costi dell’assicurazione. Un po’ come dire a un napoletano che la sua assicurazione contro il furto dell’auto (tra le più care d’Italia) dipende da lui perché si fa fregare la macchina troppo spesso. O che l’alto costo di quella assicurazione “responsabilizza” i ladri. Se speravate che il terremoto avesse avuto l’unica conseguenza positiva di seppellire il pericolosissimo Piano casa di Berlusconi ricredetevi: dalle macerie sta spuntando l’ennesima bestialità economico finanziaria (e morale). Chiamatela tassa sulla sfiga se volete, non sbaglierete di tanto. Esteri mercoledì 15 aprile 2009 Somalia www.terranews.it Filibustieri senza tregua Ancora sequestri al largo delle coste della Somalia. Ieri è stato bloccato il cargo greco Irene, battente bandiera di Saint-Vincent e Grenadines, con un equipaggio di 22 filippini. Catturato anche il mercantile Sea Horse: non è ancora chiaro se togolese o americano. Fonti della Nato affermano infine che i corsari hanno aperto il fuoco su una terza nave battente, bandiera liberiana. Due giorni fa il leader del gruppo dei pirati responsabile del sequestro della Maersk Alabama, conclusosi con l’uccisione di tre banditi e la liberazione del comandante, aveva giurato vendetta. Il capo dell’Ufficio internazionale marittimo, Noel Choong, si è detto favorevole alla linea dura contro i filibustieri. A oggi nella zona sarebbero 20 le imbarcazioni nelle loro mani. Medio Oriente Riprende il dialogo tra Hamas e Fatah Abu Zuhuri, portavoce di Hamas, ha confermato ieri che i colloqui nell’ambito del dialogo inter palestinese riprenderanno al Cairo il prossimo 26 aprile. Zuhri ha espresso la speranza che Fatah, movimento del presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen, «si presenti avendo bloccato la campagna di arresti contro i sostenitori di Hamas in Cisgiordania e senza chiedere un adeguamento alle condizioni internazionali come precondizione per arrivare a un accordo». Nelle precedenti sessioni i due partiti palestinesi hanno concordato la creazione di un governo di unità nazionale e la convocazione delle elezioni per il prossimo anno, non giungendo però a un’intesa sulla legge elettorale e sulla piattaforma del nuovo esecutivo. Bangkok, si ritirano le camicie rosse Quell’intoccabile ago della bilancia indiana I manifestanti antigovernativi hanno abbandonato ieri mattina l’accampamento davanti alla sede del governo, accerchiato per quasi tre settimane dai sostenitori dell’ex premier Thaksin Shinawatra. Sotto minaccia di un blitz dei militari, i leader della protesta si sono consegnati alla polizia, mentre i 2.000 manifestanti rimasti sono partiti a bordo di una sessantina di pullman forniti dall’esercito. Dopo le due giornate di scontri, costate la vita a due persone e il ferimento di altre 123, centinaia di soldati continuano a pattugliare le strade della capitale, dove i negozi e le attività commerciali non hanno ancora riaperto. Escludendo un dialogo con Shinawatra, il primo ministro Abhisit Vejjajiva ha lodato le forze di sicurezza per i “metodi soft” utilizzati. Paolo Tosatti D omani l’India va al voto per rinnovare il Lok sabha, la camera bassa del suo Parlamento. Cinque le tornate elettorali che interesseranno progressivamente i 24 Stati dell’unione indiana, la più grande democrazia del mondo, con 714 milioni di elettori che andranno alle urne dal 16 aprile al 13 maggio per decidere a quale formazione politica affidare le redini del Paese nella sua quindicesima legislatura. Il favorito nei sondaggi è il Partito del Congresso, legato alla dinastia Gandhi-Nehru, laico, di centrosinistra e appoggiato dai ceti rurali e dalle minoranze religiose. Dato per spacciato dopo gli attentati di Mumbai dello scorso novembre, il partito di Sonia Gandhi ha ottenuto in realtà la vittoria in molte regioni chiave durante le ultime elezioni statali. A esso si contrappone il Bjp (Bhraratya janata party o Partito popolare indiano), indù e nazionalista, che ha guidato il Paese tra il 1998 e il 2004 e può contare sul supporto della classe medio alta e degli industriali. Mentre era alla guida del Paese, il Congresso ha concentrato tutte le sue energie su due questioni: l’accordo nucleare con gli Stati Uniti e il cosiddetto programma dei cento giorni, volto a garantire un minimo di giornate lavorative nel corso dell’anno alle famiglie più povere. Per il resto però, il suo progetto politico non è andato molto oltre. Dall’altro lato della barricata, il Bjp e i suoi alleati hanno condotto un’opposizione non molto efficace, finendo per schierarsi contro l’accordo sul nucleare nonostante una parte consistente dell’elettorato fosse favorevole. E anche su molte altre questioni la loro azione è stata priva di mordente. La possibilità di uno sce- Cinque le tornate che interesseranno progressivamente i 24 Stati dell’unione. Seggi aperti dal 16 aprile al 13 maggio nario in cui né l’Upa, l’alleanza guidata dal Congresso, né l’Nda, la formazione che ha in testa il Bjp, riescano a ottenere una maggioranza solida è tutt’altro che remota. Proiezioni ed esperti concordano nel ritenere che nessuno dei due unici partiti panindiani avrà abbastanza voti per governare da solo, e che in questa lotta sarà determinante il peso degli agguerriti partiti regionali, pronti a salire sugli opposti piatti della bilancia a seconda della convenienza politica e delle promesse ricevute. In questa situazio- ne a guadagnarci potrebbe essere soprattutto il Bahujan samaj party (Bsp), il partito dei dalit, gli intoccabili. Dopo le prime affermazioni a livello regionale, la formazione ha progressivamente guadagnato consenso e ampliato il suo programma politico, fino a ottenere due anni fa la maggioranza dei seggi nello Stato dell’Uttar Pradesh, il più grande dell’unione indiana, che invia il più elevato numero di deputati al Parlamento centrale. Se nelle precedenti elezioni molti potenziali sostenitori non hanno scelto i suoi esponenti per paura di sprecare il voto, in un sistema maggioritario puro che vede vincere il candidato che ottiene più consensi, il Bsp potrebbe fare ora la differenza, con la sua leader Kumari Mayawati, soprannominata la “regina degli intoccabili”, chiamata a giocare il ruolo di ago della bilancia. Terra Thailandia Elezioni Domani al via le consultazioni con cui la più grande democrazia del mondo rinnoverà il proprio Parlamento. Sarà il Bsp, partito dei dalit, a fare la differenza © Rahi/LaPresse 6 Perù Una frana e un crollo, diversi morti Una doppia tragedia ha colpito ieri il Perù: una frana provocata dall’ondata di maltempo ha investito alcuni centri della provincia di Retamas, nel nord del Paese, causando la morte di almeno 20 persone, tra le quali un bambino. Le vittime sono state investite dall’ondata di fango e detriti all’interno delle loro case, mentre dormivano. Nella stessa giornata, nella cittadina andina di Coracora, 370 chilometri a sud-est di Lima, un ponte sospeso affollato di bambini è crollato, uccidendo almeno 9 persone, precipitate in un profondo burrone, e ferendone decine. Il ponte era lungo 40 metri e si allungava sopra un canyon alto 98. Almeno 53 persone sono state portate in ospedale, 14 delle quali in condizioni piuttosto gravi. Centroamerica Obama ha mantenuto le promesse, rafforzando il dialogo tra i due Paesi. E Fidel avverte: «Non bastano le elemosine, occorre farla finita con l’embargo» Cuba gioca di sponda Aldo Garzia Studio 60 on the sunset strip da martedì 28 aprile alle 21.00 su REDTV canale 890 di SKY. open mind, open channel. I rapporti tra Washington e L’Avana potrebbero cambiare molto più velocemente di quanto si potesse immaginare fino a qualche tempo fa. I segnali che è iniziato il dialogo tra le due sponde del Golfo della Florida si susseguono con inusuale frequenza. Obama ha mantenuto le sue promesse. Se per smantellare l’embargo contro l’isola ci vorrà del tempo, intanto si può iniziare cancellando alcune misure adottate da Bush. Non ci saranno più restrizioni nei viaggi dei cittadini cubano-americani verso l’isola di origine e scompare da subito anche la clausola che limitava ad appena 100 dollari al mese le rimesse degli immigrati verso i parenti residenti a Cuba. Queste due decisioni, che seguono quella di chiudere entro tempi ragionevoli Guantanamo, avranno l’effetto immediato di allentare la tensione tra Miami e L’Avana oltre a far aumentare in modo consistente il gettito delle rimesse degli immigrati, già ora la seconda voce nelle entrate dell’economia cubana dopo il turismo. Un’altra decisione presa da Obama è quella di autorizzare le compagnie statunitensi a partecipare a eventuali gare per le licenze a Cuba nel settore dei servizi televisivi e di telefonia mobile. L’inquilino della Casa Bianca ha pure ventilato l’ipotesi di ripristinate i collegamenti aerei diretti tra i due Paesi. È stato dunque Obama a fare la prima mossa, come gli avevano chiesto i fratelli Castro. Ora tocca a L’Avana fare una contromossa, mentre Fidel avverte che «non bastano le elemosine ma occorre farla finita con l’embargo». Recentemente una delegazione di parlamentari statunitensi ha visitato Cuba: il bilancio è stato ritenuto dalla Casa Bianca «molto positivo». Lo stesso Fidel Castro ha incoraggiato il negoziato con un articolo sul Granma, dando un giudizio lusinghiero di Obama e scrivendo che «Cuba non ha bisogno dell’embargo per autole- gittimarsi». Quest’ultima frase è molto importante. Da quando sono in vigore le misure economiche che penalizzano Cuba, il governo ha addossato la responsabilità di quello che non va al potente “nemico del nord”. Con la caduta dell’embargo, che sarebbe una straordinaria vittoria politica per Cuba e perdipiù con Fidel ancora in vita, non ci sarebbero più scuse per iniziare il rinnovamento politico ed economico dell’isola. Quali le prossime mosse tra le due sponde del Golfo della Florida? Si parla della liberalizzazione dei viaggi dei cittadini statunitensi verso l’isola, oggi vietati dal Ministero del tesoro Usa. Si sa che questa prospettiva non piace a L’Avana, dove non si guarda con simpatia all’ipotesi che l’isola si trasformi in un gigantesco “bed and breakfast” con milioni di turisti yankee alloggiati nelle case dei cubani. Cuba preferirebbe procedere a piccoli passi, ma Obama è un ciclone politico di cui è difficile intuire la traiettoria e la velocità. esercito di liberazione delle Tigri tamil, è pronto a un «incondizionato e permanente cessate il fuoco». Nel comunicato emanato ieri l’Ltte, il Liberation tigers of tamil ealam, da anni in lotta contro le autorità di Colombo, denuncia che, nonostante la tregua di due giorni imposta dal presidente Mahinda Rajapakse, l’esercito ha continuato a bombardare postazioni tamil e a colpire civili e villaggi. Le Tigri chiedono dunque un cessate il fuoco effettivo, che possa portare a reali negoziati di pace e che consenta agli aiuti umanitari di raggiungere le zone di guerra. I due giorni di tregua, imposti in coincidenza delle celebrazioni del nuovo anno singalese, avrebbero dovuto permettere la fuga alle decine di migliaia di civili intrappolati in un fazzoletto di foresta sulla costa nord del Paese con quel che resta dell’Ltte. Purtroppo solo in pochi sono riusciti a lasciare la zona di pericolo, trovando finalmente acqua, cibo e medicine presso le strutture umanitarie. Sembra confermato che i combattenti tamil stiano bloccando l’esodo dei civili e arruolando a forza i bambini, voci ripetutamente smentite dall’Ltte, che accusa invece l’esercito di sparare sui villaggi bersagliando i civili. In realtà la sensazione è che, nonostante le smentite reciproche, le due fazioni si stiano affrontando in scontri senza riguardo per nessuno. Già nel 2005, durante la campagna elettorale, Rajapakse aveva promesso la fine delle Tigri tamil, e negli ultimi due anni le truppe governative hanno effettivamente riconquistato gran parte dei territori controllati dalla loro organizzazione. Da novembre scorso, con una rapida avanzata costata migliaia di morti, l’esercito ha circondato i ribelli e tagliato loro i rifornimenti via terra e via mare. I separatisti adesso sono decisamente messi all’angolo, caduti a centinaia nelle ultime settimane. Il presidente ha ordinato la resa incondizionata ai gruppi superstiti per evitare l’attacco finale. Ma negli anni le Tigri hanno dato prova di inaspettata vitalità, essendo una forza disciplinata, organizzata e bene armata, grazie mercoledì 15 aprile 2009 7 Sri Lanka Dopo ventisei anni di guerra, 70mila morti e oltre un milione di sfollati, i ribelli sono disposti a un cessate il fuoco che possa portare a dei negoziati di pace Tigri tamil pronte alla tregua con il governo © ANSA Bruno Picozzi L’ Esteri www.terranews.it © HOSLET/ANSA Terra ai cospicui finanziamenti che arrivano dall’enorme comunità tamil sparsa nel mondo. Risale all’ottobre scorso l’ultimo attacco aereo sulla capitale Colombo. E pur essendo rimasti in poche migliaia, i combattenti potrebbero spargersi nelle foreste o fuggire in India e ricompattarsi col tempo. Alcuni analisti li considerano persino in grado di aprire un secondo fronte nel sud del Paese, anche se l’obiettivo unico della lotta rimane la creazione di uno Stato indipendente nelle zone a maggioranza tamil nel nordest dell’isola. Dopo ventisei anni di guerra, 70mila morti e un milione di sfollati, non è ancora detta l’ultima parola. Lo Sri Lanka è un paese multietnico grande quanto Sicilia, Sardegna e Corsica messe insieme, con una popolazione di 18 milioni di persone. Singalesi e tamil parlano lingue diverse e hanno culture diver- LIVE REM_255x140terradef:230x102,4 9-04-2009 15:09 Pur essendo rimasti in poche migliaia, i combattenti potrebbero spargersi nelle foreste o fuggire in India e ricompattarsi se; differenti sono abitudini, stili di vita e attività economiche. I primi sono in prevalenza buddisti mentre i secondi sono per la maggior parte indù o cattolici. I colonizzatori inglesi privilegiarono i tamil per i quadri amministrativi, ragione per la quale al momento dell’indipendenza, nel 1948, scoppiò il risentimento dei singalesi che occuparono tutta l’organizzazione dello Stato, emarginando e discriminando l’etnia avversaria. In teoria le due comunità hanno oggi uguali diritti e doveri, fino al punto che la lingua tamil è lingua uffi- Pagina 1 ( ciale del Paese, sebbene parlata solo da un quarto della popolazione: viene usata per l’insegnamento, per l’amministrazione della giustizia e per tutti i documenti ufficiali. Eppure vi è per i tamil un grave problema di accesso al lavoro e all’istruzione, una mancanza di partecipazione politica e di presenza a livello decisionale. Che sia il risultato di un progetto politico o meno, in Sri Lanka tutti sono uguali ma i tamil arrivano sempre secondi. Da questa esclusione nasce la guerra che da decenni insanguina l’isola. Il clero cattolico locale di recente ha inviato una lettera al Segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon, chiedendo di fermare «gli indiscriminati bombardamenti su insediamenti civili» che «non risparmiano nemmeno scuole, ospedali, luoghi di culto e altri obiettivi civili». Nella lettera viene espressa la seguente mo- tivazione: «Alla radice di questa guerra vi è la strutturale ingiustizia e la veemente negazione dell’uguaglianza e della dignità della popolazione tamil dello Sri Lanka, perpetrate per decenni dai governi che si sono succeduti in Sri Lanka guidati dalla maggioranza singalese». Nei giorni scorsi un sostegno alla causa tamil è venuto da manifestazioni in tutto il mondo. Oltre 100mila dimostranti hanno protestato a Londra davanti a Westminster, causando scontri con la polizia e arresti. Manifestanti hanno anche fatto irruzione nell’ambasciata dello Sri Lanka a Oslo, causando seri danni. Ora tutti guardano con preoccupazione alla fine della tregua, quando migliaia di civili si troveranno tra due fuochi. L’unica cosa certa al momento è che le Tigri non hanno nessuna intenzione di deporre le loro armi. 15 APRILE ORE 23.00 REM, LIVE IN WIESWABEN. E’ arrivato Live!, il primo canale interamente dedicato alla musica dal vivo. Un palinsesto di esibizioni live a 360°: Rem, Red Hot Chili Peppers, Oasis, Rihanna, Avril Lavigne, Ligabue, Amy Winehouse, Mika, Maroon 5, Enrique Iglesias, Backstreet Boys e tanti altri. Solo su Live! gli show che hanno segnato la storia della musica. ) w w w. s o l o l i v e . i t 8 Rapporto ecomafia 2009 mercoledì 15 aprile 2009 Primo piano Rapporto ecomafia 2009 mercoledì 15 aprile 2009 9 Arrogante e illegale, l’Italia dei Laqualunque Caccia all’ecocriminale, missione impossibile Il termine “ecomafia” compie 15 anni, ma in troppi sembrano averlo dimenticato. Se ci sono spazi liberi sono terra di nessuno da conquistare, non beni da difendere Luca Ramacci, sostituto procuratore a Tivoli: «Ci sono leggi che non funzionano, mentre per altre la sanzione è sproporzionata». E la nuova normativa è bloccata in Parlamento Sebastiano Venneri U no dei personaggi più riusciti di Antonio Albanese è quel Cetto Laqualunque, amministratore di un anonimo comune calabrese (sindaco? assessore?), che arringa i suoi compaesani da un podio dietro il quale campeggia la foto di un ecomostro. Arrogante, ignorante, illegale, propugnatore della filosofia del “cazzu iu” e “cchiù pilu pe’ tutti”, Cetto Laqualunque indugia nei suoi comizi in una sorta di lirica della cementificazione, un’esaltazione dell’abusivismo come atteggiamento libero e creativo da contrapporre all’approccio cauto e pesante di un’opposizione politica sempre pensierosa, attenta alle regole, frenante e noiosa. Si dice che la satira, a volte, sia in grado, meglio di discipline più dotte, di cogliere lo spirito di un tempo, di analizzare la realtà con maggiore lucidità del più fine sociologo. E mai, come nel caso del personaggio in questione, questa circostanza è evidente. Il termine “ecomafia” compie quest’anno 15 anni, da quando Legambiente lo ha coniato evidenziando in questo modo l’intimo nesso che lega la criminalità organizzata con l’aggressione al territorio, con il ciclo dell’edilizia abusiva, fatto non solo di violazione di regole urbanistiche, di paesaggi più brutti e territori più fragili, ma anche di imprese in nero, di riciclaggio di denaro sporco, di assenza di norme di sicurezza, di scarsa qualità dei manufatti. In questi anni anche noi abbiamo cercato di raccontare un fenomeno, quello dell’abusivismo edilizio, con i numeri e con gli episodi, nella convinzione che anche solo raccontare di un fenomeno possa servire a combatterlo. E sicuramente è servito, sebbene l’abusivismo edilizio continui a marciare stabilmente attorno alle 30mila unità abitative fuorilegge all’anno, un dato che non ha pari negli altri Paesi industrializzati e che non conosce flessioni, semmai puntate verso l’alto in prossimità dei vari condoni che si sono succeduti nel corso di questi anni. Raccontare di mafia e cemento è servito a stroncare sul nascere tante speculazioni, come quella di Europaradiso che ha rischiato di costruire una new town, come si usa dire oggi, ben più grande della old town (Crotone… troppo old) alla foce del Neto. Raccontare è servito a tirare giù qualche orribile manufatto, dal grande ecomostro di Punta Perotti ai piccoli abusi che martoriano la costa calabrese. È servito a creare un vocabolario, un lessico comune che abbiamo ritrovato sulla bocca e nella penna di tanti di quelli che hanno contribuito a rispedire al mittente e poi a riscrivere il cosiddetto “Piano casa” del governo. Ma tutto questo ancora non è sufficiente. C’è un dato antropologico che la satira di Cetto Laqualunque riesce a cogliere meglio di qualsiasi analisi, c’è un elemento tutto interno alla testa di buona parte degli abitanti del Belpaese per cui ciascuno è padrone a casa sua e sul suo terreno. E se ci sono spazi liberi quelli sono terra di nessuno da conquistare, non bene comune da difendere. Ed è proprio su questo che ha fatto leva la proposta di Berlusconi che, per analogia con il personaggio di Albanese, potremmo definire “Più metri quadri per tutti”. A quella proposta le Regioni prima e il terremoto poi hanno sbarrato la strada. Ma c’è da scommettere che appena la terra smetterà di tremare si ricomincerà a discutere, perché non sappiamo fare tesoro delle esperienze. Quelle cattive, poi, tendiamo a rimuoverle ancor prima. La sfida contro il cemento abusivo non si gioca quindi a colpi di numeri, di regole e di denunce, ma anche con un paziente lavoro capace di dare voce a un’Italia silente e schiva stanca di furbi e prepotenti, in grado di rendere la prospettiva libera dal cemento bella, desiderabile e concreta almeno quanto quella del signor Laqualunque. Alberto Fiorillo N L’inferno del cemento abusivo A Giugliano, terza città della Campania, bastava pagare un manipolo di vigili urbani per poter costruire senza regole. E in campo edilizio ora incombe l’ombra dei clan Peppe Ruggiero G iugliano, Melito, Sant’Antimo, Casalnuovo, Marano. Appartamenti, strade, ristoranti, quartieri, negozi sorti dal nulla. Qui vige la legge della deregulation in campo edilizio, e anche il Piano casa di Berlusconi è qualcosa di superato, vecchio. L’inferno sceso sulla terra. Inferno di cemento. Tra corruzione, clientelismo, camorra. Una città per tutti. Giugliano, terza città della Campania, circa 110mila abitanti. La città del cemento illegale. Dove bastava pagare per costruire. Lo scorso maggio, dopo due anni di indagine, intercettazioni telefoniche, appostamenti, la Procura di Napoli arresta 23 vigili urbani del comando di Giugliano, tre funzionari dell’ufficio tecnico comunale, undici imprenditori e due tecnici. Lo sfregio del territorio era pianificato proprio nel comando dei vigili urbani. Proprio coloro che dovevano scoprire e combattere gli abusi. La Procura parla di «un sistema endemico e generalizzato tra i settori dell’imprenditoria edilizia e numerosi pubblici ufficiali». Un fatto che ha fatto notizia solo a livello locale. Esisteva un vero e proprio tariffario che andava da uno a cinque, diecimila euro da pagare a secondo se si trattava di chiudere un occhio su un ampliamento di finestra, di una terrazza o se l’oggetto era la realiz- Le amministrazioni locali troppo spesso chiudono gli occhi davanti agli scempi. Con conseguenze disastrose “Chi inquina deve pagare” è il miglior deterrente. Quando iniziano le demolizioni il numero di abusi registra un calo zazione di una villetta completamente abusiva. E se a chiedere il favore era una donna, scattava vicino alla tariffa pecuniaria anche la richiesta di favori sessuali. Un’inchiesta che parte nel 2005 dopo la denuncia di una donna, proprietaria di una palazzina abusiva. La donna racconta che l’assistente capo della polizia municipale per chiudere un occhio sugli abusi, non solo chiedeva che i lavori li facesse il figlio e il genero ma pretendeva anche prestazioni sessuali. Il vigile ha provato addirittura a violentarla davanti alle sue figlie piccole. Al rifiuto della donna, il militare ha provato anche ad aggredirla. Il 22 dicembre viene pronunciata la sentenza di primo grado con condanne che vanno dai 4 ai 12 anni per gli imputati finiti in carcere. A rileggere, alla luce delle condanne, l’ordinanza di cu- stodia cautelare del gip Giuseppe Ciampa del maggio scorso lo scenario diventa infernale. «Un sistema di corruttela sbalorditivo per la sua estensione, fondato sul principio basilare secondo il quale a ogni nuova costruzione deve corrispondere una tangente, piccola o grande che sia». Bastava pagare i vigili, per evitarne i controlli, ritardarne i sigilli, pilotare le pratiche di condono, falsificare le foto. E il cemento abusivo cresceva: case intere, mansardine. Un piano tira l’altro. Un costruttore, Franco Fontana, in un’intercettazione risulta aver pagato un totale di ben 80mila euro di tangenti. E lamenta di aver comunque subito tre sequestri. Il coinvolgimento della quasi totalità degli uomini del comando dei vigili, faceva sì che era prevista anche una cassa comune, da dividere ogni sei mesi. Una tredicesima fuori busta. Nei soli mesi di luglio e agosto del 2008 sono stati sequestrati qualcosa come 300 immobili abusivi. Si stima che in totale possano essere più di 1.800. E inevitabile l’ombra della camorra. Qui si chiamano Mallardo, legati ai Casalesi, ramo Francesco Bidognetti. Tra gli indagati Aldo Nobis, appartenente a una famiglia di imprenditori legati alla camorra casertana. I rapporti e i legami della famiglia Nobis con il clan dei casalesi emergono, tra l’altro, dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Luigi Diana, il quale afferma che i predetti imprenditori erano veri e propri affiliati al gruppo facente capo a Michele Zagaria. La nuova amministrazione di centrodestra ha approvato un piano di abbattimenti di immobili abusivi: più di 900 edifici non condonabili da buttare giù. La “Giugliano fantasma”. Quella della mafia del cemento. Cemento armato. Disarmato davanti alle legge. E alle tragedie. Immobili. Abusivi. Ma pilastri per i clan. Storie del Malpaese. È l’ecomafia, bellezza. ell’Italia che sembra ansiosamente cercare maggior sicurezza, le porte per le ecomafi restano spalancate. Quella in corso è la terza legislatura che lascia ammuffire il disegno di legge che introduce i delitti ambientali nel Codice penale, regalando di fatto alle organizzazioni criminali una sorta di salvacondotto: alcuni business particolarmente remunerativi (le cave abusive o la distruzione di patrimoni naturali) non sono perseguibili penalmente e nella maggior parte dei casi vengono puniti solo con una modesta ammenda. In sostanza, oggi, a esclusione del delitto di “organizzazione di traffico illecito di rifiuti”, introdotto da Edo Ronchi e confermato dal nuovo Codice ambientale, le possibilità di perseguire gli ecocriminali sono blande. Anzi, negli ultimi anni sono stati fatti addirittura alcuni passi indietro: le nuove norme sulle intercettazioni, infatti, escludono che si possa usare questo strumento di indagine nel caso di traffico illecito di rifiuti o di incendio boschivo doloso. «In tema di ambiente - sottolinea Luca Ramacci, sostituto procuratore al Tribunale di Tivoli e presidente dei centri di azione giuridica di Legambien- te - esistono leggi che non funzionano e che sarebbe stato meglio non fare, come il cosiddetto Testo unico ambientale. Un codice che dal 2006 a oggi ha subito una trentina di modifiche che non hanno portato miglioramenti e che si ha intenzione di modificare ancora. Ci sono poi leggi che funzionano troppo, nel senso che prevedono sanzioni sproporzionate e territorialmente circoscritte, come la legge per l’emergenza rifiuti in Campania, che consente di arrestare chi abbandona un rifiuto ingombrante ma lascia inalterate le sanzioni irrisorie previste per altre condotte più dannose per l’ambiente come avviene, ad esempio, per i depuratori comunali fuori legge che continuano a essere puniti anche con irrisorie sanzioni amministrative». E ci sono anche leggi fatte bene ma inapplicate, come quella urbanistica: in teoria gli enti locali hanno già in mano strumenti efficaci per reprimere l’abusivismo edilizio, ma spesso gli amministratori, specie quelli comunali, chiudono tutti e due gli occhi di fronte al cemento illegale con conseguenze disastrose per il territorio. Il disegno di legge bloccato in Parlamento classifica i reati in tre livelli sanzionati da pene crescenti (pericolo concreto, danno, disastro ambientale) e introduce nuove fattispecie criminose: inquinamento ambientale, danno ambientale, disastro, alterazione del patrimonio naturale, della flora e della fauna, traffico illecito di rifiuti, traffico o occultamento di materiale radioattivo o nucleare, delitti ambientali in forma organizzata (ecomafie), frode ambientale, delitti colposi contro l’ambiente, impedimento al controllo. «Le forze dell’ordine - commenta Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente - fanno la loro parte con le operazioni di controllo e repressione, i magistrati con le inchieste, gli ambientalisti e i cittadini con la denuncia. Occorrono comunque regole e pene certe per non vanificare questi sforzi. Chi inquina deve pagare. È questo il miglior deterrente per ridurre il fatturato delle ecomafie. La dimostrazione arriva dal fenomeno dell’abusivismo edilizio: quando sono cominciate le demolizioni il numero delle costruzioni illegali è calato». L’introduzione dei delitti ambientali nel Codice penale sarebbe sicuramente un’arma in più nelle mani delle forze dell’ordine, che potrebbero così avvalersi di strumenti d’indagine fondamentali, come le intercettazioni, che invece non possono essere utilizzati per i semplici reati amministrativi. L’anticipazione Attacco al territorio: il triste primato campano Il cemento continua ad essere il petrolio dei clan, soprattutto di quelli campani. Secondo le prime anticipazioni del nuovo rapporto Ecomafie di Legambiente, in Italia si viaggia alla media di 21 reati al giorno contro il territorio. Il 46 per cento del totale nazionale dell’infrazioni nel ciclo del cemento si realizzano nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. La capitale della cemento connection rimane la Campania con oltre 1.200 infrazioni e ben 1.645 persone denunciate e 625 sequestri. Segue la Calabria, mentre sale il Lazio che guadagna il terzo posto nella classifica dell’illegalità del ciclo del cemento. Una risalita che non meraviglia vista la continuità territoriali del basso Lazio e della zona pontina con il territorio casertano in mano all’impero del cemento armato targato casalesi. I nuovi dati mostrano che la situazione non è cambiata più di tanto, segnalando dei piccolissimi cambiamen- ti almeno nelle prime due posizioni. Diminuisco di poco, i numeri della cemento connection in Campania. Lo scorso anno, infatti, nella regione si contavano 1.346 infrazioni accertate e 1.745 persone denunciate. Aumentano però i sequestri effettuati dalle forze dell’ordine che passano dai 602 del rapporto dello scorso anno ai 625 conteggiati nel nuovo rapporto sulle Ecomafie. In base al rapporto di Legambiente dello scorso anno la regione raccoglieva il 16,9 per cento del totale dell’illegalità legata al cemento nel nostro Paese. In seconda posizione resta invariata la Calabria che nel 2008 presentava 972 infrazioni accertate, 976 persone denunciate e 277 sequestri effettuati. Scende la Puglia, scalzata al terzo posto dalla scalata della regione Lazio che lo scorso anno stazionava in quarta posizione con 661 infrazioni, 875 persone denunciate e 286 sequestri effettuati. Storia Reati ambientali tra coraggiose ricerche e letteratura Il termine “ecomafia” è stato coniato da Legambiente agli inizi degli anni 90 ed è diventato un neologismo del dizionario della lingua italiana Zingarelli. Secondo la definizione indica quei settori della criminalità organizzata che hanno scelto il traffico e lo smaltimento illecito dei rifiuti, l’abusivismo edilizio e le attività di escavazione come nuovo grande business. Il fenomeno viene affrontato dal 1997 in modo sistematico nell’annuale “Rapporto Ecomafia” un’opera collettiva, coordinata dall’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente e realizzata in collaborazione con tutte le forze dell’ordine, l’istituto di ricerche Cresme (per quanto riguarda il capitolo relativo all’abusivismo edilizio), magistrati impegnati nella lotta alla criminalità ambientale e avvocati dei Centri di azione giuridica di Legambiente. I Rapporti si occupano dei traffici illegali di rifiuti e di abusivismo edilizio, di combattimenti clandestini tra cani e di saccheggio dei beni archeologici, di commercio illegale di specie protette e di legname pregiato, delle aggressioni al territorio. E poi elencano i nomi dei clan mafiosi coinvolti. I numeri delle attività di repressione svolte da parte delle forze dell’ordine. Quelli di Legambiente sono dei lavori di ricerca e di analisi che descrivono la realtà, fotografata fino nei dettagli, anche quelli meno conosciuti, e rappresentano degli strumenti indispensabili per chi vuole conoscere i fenomeni d’illegalità ambientale in Italia e i mercati globali dell’ecocriminalità. Per raccontare i crimini ambientali, attraverso la narrativa, è nata anche la collana di romanzi di ecomafia noir VerdeNero, curata dalla casa editrice Edizioni Ambiente, che ha messo al lavoro alcuni tra i migliori scrittori italiani sulle storie di ordinarie aggressioni e saccheggi ambientali. Nel 2008 Legambiente ha dato vita alla prima edizione del NoEcomafia tour, un viaggio itinerante lungo lo Stivale per portare il Rapporto Ecomafia nei luoghi dove avvengono realmente i fatti di criminalità ambientale. Ecomafia è descritta anche con le immagini potenti del plurivincitore documentario Biutiful Cauntri. 10 Scienza mercoledì 15 aprile 2009 Ambiente Nella fauna ittica del Mare Nostrum concentrazioni di metallo superiori a quelle dell’Atlantico. Che pure è più inquinato. Pirrone (Iia-Cnr): «Colpa dell’uomo e delle sue discariche, ma anche del cinabro presente nei fondali» Pesce al mercurio, l’anomalia del Mediterraneo Federico Tulli P ur vivendo in un ambiente marino tra i meno inquinati dal mercurio i pesci del Mediterraneo presentano preoccupanti livelli di accumulo di questo metallo. L’anomalia, che emerge in particolare nella comparazione con la fauna ittica atlantica, è stata oggetto di uno studio di Nicola Pirrone, direttore dell’istituto sull’Inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (Iia-Cnr), i cui risultati saranno pubblicati a maggio sulla rivista scientifica Limnology and Oceanography. «L’intento della ricerca - spiega Pirrone - è stato quello di capire in che modo il mercurio si accumula nei pesci e in che misura, riducendo le emissioni, viene intaccato questo meccanismo». Dalle analisi è emerso che gran parte del mercurio che si trova nel Mare Nostrum proviene dall’atmosfera, più che dalle precipitazioni, ed è ovviamente prodotto dall’uomo. Le principali fonti sarebbero le discariche, tramite le quali si inquinano le falde acquifere, e le emissioni delle centrali termoelettriche a carbone, degli inceneritori, nonché delle acciaierie e delle industrie produttrici di vari metalli. In sostanza, quando il mercurio arriva nel mare, una parte si sedimenta, una seconda quota resta disciolta, una terza si accumula nei pesci e una quarta porzione torna nell’aria. Ad aggravare la situazione per la fauna ittica del Mediterraneo sono i cambiamenti climatici che influenzano in modo determinante i tempi di residenza in atmosfera del mercurio. La forte irradiazione solare, le elevate concentrazioni di ozono e di particolato atmosferico creano una “miscela” che provoca la formazione di mercurio reRIF-ADV-BOTTEGHE-255X140 Oltre 4.500 le tonnellate rilasciate in atmosfera ogni anno nel mondo, di cui 2.250 da attività industriali. Da Cina e Vietnam il 40 per cento delle emissioni globali attivo, ossia più facilmente trasferibile dall’atmosfera alle acque marine superficiali. Una tesi, questa, che Pirrone aveva illustrato già nel 2005 in occasione della presentazione del volume di cui è stato curatore Dynamics of mercury pollution on regional and global scales - Atmospheric processes and human exposures around the world (Springer Verlag). Ma un ruolo in questa storia è da assegnare anche al mercurio presente in natura. Lungo i fondali di tutto il Mediterraneo cor- 9-04-2009 15:59 Pagina 1 re infatti un giacimento di cinabro, minerale ricco del metallo incriminato. Non a caso un altro obiettivo delle analisi effettuate dalla nave laboratorio Urania del Cnr è stato quello di verificare quanto mercurio deriva da questi giacimenti e quanto è quello di origine antropica. Già, l’uomo. Principale artefice della dispersione di questo veleno, è anche vittima della conseguenze al pari dei pesci. Problemi al sistema nervoso centrale, con alterazioni motorie e neuronali, problemi renali, cardiovascolari, insorgenza di forme cancerose, soprattutto al sistema immunitario: sono questi i principali rischi che corre chi è esposto ad alte concentrazioni di mercurio. E quali sono a livello mondiale le zone più pericolose? «I dati sull’inquinamento atmosferico in Europa non preoccupano quanto quel- li di alcune regioni della Cina o del Vietnam», osserva Pirrone. È qui che il mercurio si trova in miniere a cielo aperto ed è qui che viene usato come amalgama per l’estrazione dell’oro.Secondo studi del 2005, riportati nel libro curato dal ricercatore dell’Iia Cnr, su scala globale ogni anno vengono rilasciate in atmosfera circa 4.500 tonnellate di mercurio, di cui 2.250 derivanti da attività industriali e il resto da sorgenti naturali. In definitiva sono i Paesi asiatici, che contribuiscono per il 40 per cento delle emissioni mondiali, a determinare l’impatto più evidente sulla catena alimentare. Ciò non toglie che anche dalle nostre parti per evitare rischi alla salute è preferibile consumare pesci di piccola taglia. Nella fauna ittica di grandi dimensioni, infatti, l’accumulo di mercurio può risultare pericolosamente tossico. cambia indirizzo Si sposta nella nuova sede di via delle Botteghe Oscure. Un indirizzo prestigioso. Scoprite che cosa ha significato per gli italiani! Fino al 22 aprile sul Riformista foto e racconti inediti di un indirizzo simbolo della nostra storia. Il Riformista cambia indirizzo non idea Terra www.terranews.it come sempre in edicola e sul web www.ilriformista.it Bioetica Medicina e diritti Simona Maggiorelli Mentre si attendono le motivazioni con cui la Consulta ha giudicato parzialmente incostituzionale la legge 40/2004, e in questo clima caldo di discussioni sul testamento biologico, un’attenta studiosa di diritto come Patrizia Borsellino mette in guardia sui rischi che il diritto alla salute corre in Italia. Un diritto sancito dalla Costituzione con l’articolo 32, ma oggi minacciato da una maggioranza politica di centrodestra che ha fatto del Vaticano la propria bussola. Una legge come quella sulla fecondazione assistita che, nonostante questo primo stop della Consulta, permette solo una indagine osservazionale sugli embrioni mettendo a dura prova la salute psico-fisca di donne portatrici di gravi malattie genetiche, le quali solo grazie a tecniche di selezione degli embrioni, possono sperare di avere figli sani. Ma anche il ddl sul testamento biologico (che sarà presto al vaglio della Camera) impone al medico una cattiva pratica, dal momento che lo obbliga a non sospendere mai idratazione e alimentazione artificiale, qualsiasi siano le condizioni del paziente. Nel suo nuovo libro Bioetica tra morali e diritto (Raffaello Cortina) Borsellino esamina le implicazione giuridiche, oltreché morali, delle nuove tecniche biomediche, analizzando i doveri del medico rispetto al paziente, l’importanza del consenso informato e le questioni più delicate che riguardano l’accanimento terapeutico e il diritto all’autodeterminazione. «La sfida per uno Stato laico e democratico - chiosa Borsellino - è individuare linee d’azione condivisibili e soluzioni normative applicabili, nella deontologia e nel diritto, in una prospettiva orientata al rispetto delle differenze e alla valorizzazione dell’autonomia». ©Tachus Terra Creatività www.terranews.it mercoledì 15 aprile 2009 11 Teatro La mafia silenziosa Un mondo dove la mafia controlla, governa, decide. Un mondo fatto di collusione, dove è difficile capire la differenza tra il bene e il male. Due visioni contrapposte che, nel chiuso di una stanza, si fondono e si scontrano incessantemente. Tutto nel silenzio, tutti muti per anni. Due fratelli, Rosario e Salvuccio, si rincontrano dopo vent’an- MiArt: la nuova mappa dell’arte ni. La vita li ha portati su sponde opposte, uno è un prete, l’altro un mafioso, in dialetto “u parrinu” e “u mafiusu”. Tutti e due credono in qualcosa, uno al Dio cristiano, l’altro al boss devoto, il tutto in uno scenario incomprensibile di tradizioni centenarie che tornano vive nel chiuso della stanza. Sullo sfondo la Sicilia, una Sicilia arcaica col suo mondo di violenze e soprusi, di connivenze, di “Chiesa devota” baciata dalla mafia e dai suoi boss. Tutto, sempre, nel silenzio, tutto Mutu come il titolo dello spettacolo di Aldo Rapè che oggi e domani è in scena al teatro della Visitazione di Roma. Dopo Ad un passo dal cielo, W la mafia, Rapè torna col suo teatro civile portandoci, insieme all’altro protagonista in scena, Nicola Vero, in un mondo che “non fa notizia”, sconosciuto ai più, ma radicato nel tessuto sociale. Uno spettacolo che ha iniziato ha girare lo scorso anno per tutta la Sicilia con la regia di Lauro Versari, non pensato per i classici spazi teatrali. Un testo scritto in sei mesi e nato dalle notizie di cronaca, dall’arresto dei grandi boss della mafia e dai materiali trovati dalle forze dell’ordine nei loro covi: Bibbie, santini e rosari. La fede come contatto tra tutti gli affiliati, il libro sacro come guida per il comando. Tutto con una scenografia claustrofobica, una stanza di un appartamento, con due personaggi imprigionati nel loro mondo, nella loro vita che lentamente prende coscienza e inizia a urlare. «Rosario e Salvuccio, il nero e il bianco, due “recite” contrapposte per uno stesso fine, - scrive Lauro Vasari nelle note di regia - evadere, strappandosi tutte le maschere, una a una, per ritrovarsi fratelli in un unico abbraccio strategico, dove il sangue bussa all’anima in un’esplosione emotiva, entrambi liberi, l’uno grazie all’altro». Pierpaolo De Lauro O pere di Chagall e di Fontana, ma Con l’arrivo del direttore Giacinto Di Pietrantonio la fiera di Milano anche di Balla (per restare alle avanguardie storiche) sono state lancia la sua sfida ad Artissima puntando su ricerca e innovazione vendute alla fiera internazionale dell’ardi Simona Maggiorelli te moderna e contemporanea di Milano (MiArt) l’anno scorso, insieme a lavori importanti di maestri dell’arte povera e poraneo, l’arte & Co e anteprima) c’è n’è nei luoghi più densi di storia e arricchiconcettuale. Un’edizione da record, quel- per tutti i gusti. Ma la cosa che quest’an- ranno gli scorci più suggestivi di Milano. la del 2008, non solo per la qualità delle no rende la fiera di Milano meno simile E ancora una gigantesca colonna scolopere, ma anche per il numero di visita- a una mostra mercato e più vicina a una pita di Helidon Xhixhaon ricorda simtori, che in tre giorni toccò quota 38mi- casba delle nuove tendenze dell’arte so- bolicamente i morti dell’11 settembre e la. Dal 17 al 20 aprile, nonostante la cri- no le tante mostre collaterali e le nume- i massacri di civili iracheni compiuti dasi economica, la XIV edizione della fiera- rose occasioni di incontro con gli artisti. gli americani dopo quel tragico attenconta di fare il bis. E anche di più. For- Il chilometrico programma è consultabi- tato. L’artista albanese Xhixhaon firma te di uno staff rinnovato, in cui accanto le sul sito (www.miart.it) ma qui voglia- anche un provocatorio progetto esposialla curatrice Donatella Volonté, spicca mo intanto anticipare qualche appunta- tivo dal titolo Una merda nel cuore, preil nome di Giacinto Di Pietrantonio, di- mento collaterale che val la pena di non sentando storiche opere di rottura idearettore della GaMec di Bergamo, fine cri- perdere di vista. A cominciare dalla re- te da Manzoni, Rotella, Spoerri, Monditico d’arte, nonché ideatore della prima trospettiva dedicata alla giovane artista no e Warhol e che hanno scosso il pubblirete dei musei dell’arte contemporanea genovese (ma newyorkese di adozione), co benpensante nel secolo scorso. Infine in Italia, l’Amaci. Con la nuova direzio- Vanessa Beecroft, che al Pac di Milano spazio alla videoarte con Video-vision afne il MiArt 2009 punta su artisti afferma- presenta una nuova performance dal ti- fidata a Nav Haq, mentre il fotografo Gatolo VB65 ti - che in una congiuntura briele Basilico regala scatti di una Misui temi del razzismo e lano mai vista al catalogo Skira che acdifficile incontrano di più dei ghetti visibili e invisi- compagna la kermesse. Dalla pittura alla fiducia dei collezioni- Dal 17 al 20 bili che ingabbiano la vita la fotografia, passando per la digital art, sti - ma anche, e soprattut- aprile le strade to, sui giovani e sulla ricer- dell’immaginazione nelle metropoli d’oltreo- al MiArt 2009 nessuna disciplina è escluceano. Con il progetto Mi- sa. «Perché l’arte è a 360°, interdisciplinaca più innovativa. Di fatraggi, invece, sculture e in- re e indisciplinata». Parola di Giacinto Di to nelle quattro sezioni del si incrociano stallazioni compariranno Pietrantonio. MiArt, (moderno, contem- al Fieramilanocity ©Tachus Tour S i doveva chiamare I feel a change comin’ on l’album numero 46 di Bob Dylan, in uscita il prossimo 28 aprile. Quel titolo si è limitato poi a dare il nome a una sola traccia e il disco è diventato Together through life. Forse la parola “change” l’ho usata un po’ troppo spesso, avrà pensato: da “The times they are achangin’”, inno di un’epoca, a “Times have changed” che gli valse l’Oscar. Oppure si sarà reso conto che il vocabolo ronza nelle orecchie di tutti, ora che la rivoluzione di Obama è compiuta e che colleghi musicisti hanno ben cavalcato il sogno divenuto realtà: vedi Seal con la cover di Sam Cooke “A change is gonna co- me” o Springsteen con “Workin’ on a dream”. Dylan, però, al sogno ha sempre preferito la realtà, quella cruda che vede intorno a sé, interpreta e sublima attraverso una poetica che è sempre e comunque personale, mai collettiva. Specie nel lavoro in arrivo, che è dichiaratamente sul tema dell’amore. Riguardo al “political world” (per citare un suo famoso brano), però, il menestrello è sempre interpellato e la sua specialità è sbugiardare facili etichette. Ventenne, finì per tediarsi dell’attribuzione in ogni occasione del ruolo di faro per le nuove generazioni e dell’accostamento ai Kennedy e ai Luther King. E a quasi settant’anni? Nel giugno 2008, a proposito di Bob Dylan, una vita in retromarcia Oggi a Milano, venerdì a Roma, sabato a Firenze. L’Italia abbraccia il monumento della musica impegnata. O anche il più abile nello smarcarsi dalla politica. Dalle canzoni di protesta nei 60 all’era Obama di Diego Carmignani Obama disse entusiasta: «Cambierà la politica partendo dal basso». Dieci mesi dopo invece: «Lascerà la Casa Bianca da sconfitto, come molti suoi predecessori». Posizione rivista e scaltro smarcamento dalla claque dei musicanti. Oggi è in Italia e dai nostri palchi non suoneranno i proclami, ma le canzoni. Le nuove e i classici. Quelli che stravolge e rende irriconoscibili. Per dire sempre qualcosa di diverso e rimanere fedele a se stesso. Rassegna stanca I terremoti intelligenti «Il Ponte sullo Stretto non ha paura dei terremoti - sentenzia Tony Zermo su la Sicilia -. Sarà realizzato con il massimo di tecnologie per resistere due secoli. Con buona pace di chi non lo vuole». Fidiamoci: l’Impregilo - la stessa che a L’Aquila ha messo mano all’ospedale San Salvatore - realizzerà un ponte in grado di resistere non due, ma tre secoli. Bene! Calabria e Sicilia, però, hanno case, scuole, ospedali che in caso di una forte scossa non resisterebbero tre secondi. Che senso ha questo ponte imperituro, quando la gente di Reggio e Messina, rischia di finire sotto le macerie? Il piccolo orizzonte di Zermo fa venire in mente le bombe intelligenti di De Gregori «che ammazzano le persone, ma risparmiano gli scoiattoli». Ecco, il Ponte sarà risparmiato dai terremoti. Per le persone si vedrà. la Rana 12 Commenti mercoledì 15 aprile 2009 LA CONQUISTA DEL TEMPO Piera aiello a rischio Derrick de Kerckhove dalla prima Vincenzo Mulè dalla prima Dopo il sisma l’Italia si guarda allo specchio Dalla scoperta che potevamo usare le nostre risorse biologiche per ricostruire i nostri organi vitali, mi venne l’intuizione che una tecnologia capace di estendere il tempo della nostra vita sarebbe diventata molto probabilmente la nuova preoccupazione dominante della scienza, della tecnologia e dell’economia. È da allora che nutro il desiderio di riflettere e di scrivere su questa complessa questione del tempo, non solo riguardo alla potenziale estensione dell’aspettativa di vita, ma sul concetto stesso di tempo. Il tempo che alcuni offrono come la merce per eccellenza, è anche tempo da abitare, da vivere, il tempo che da breve e troppo corto può essere dilatato, senza che la velocità schiacci tutti in un unico movimento centripeto ma faccia della connettività la risposta al bisogno di partecipazione. Essere connessi alla Rete rende accessibili in tempo reale le informazioni, come accade per la nostra mente e i ricordi. Le connessioni dirette tra la mente e le macchine offrono grandi possibilità di interazioni fluide tra l’immaginazione e la realtà e segnano anche i trend attuali dell’ingegneria hardware e software. Ma non si tratta di fantasticheria fantascientifica. È solo una modalità estesa a modalità del fare esperienza che integra il biologico con l’informatico. Da una parte la deriva commerciale che estende il tempo presente in un costante occultamento della morte. Dall’altra l’interessante progresso delle scienze che, nell’estendere il ciclo vitale delle cellule, interviene e si preoccupa della vita facendone il prodotto di processi che non temono il tempo futuro ma provano ad assecondarlo. Come molti prima di noi e in tante forme diverse. Poeti e profeti di tutti i tempi. Ma da domenica 5 aprile gli incubi del passato sono tornati. A denunciare la vicenda è l’Associazione antimafie Rita Atria: «La faticosa copertura che ha consentito a Piera di ricostruire in questi anni una sua vita di relazione in località segreta, è saltata per la sprovvedutezza (e vogliamo sperare non sia per collusione con gli interessi dei suoi potenziali attentatori, sta allo Stato accertare questa eventualità scellerata) di due uomini dell’Arma dei carabinieri, che presumibilmente hanno consentito che le famiglie mafiose denunciate da Piera Aiello venissero a conoscenza della sua attuale collocazione territoriale». Nel frattempo, secondo l’associazione, dalle istituzioni nulla è arrivato se non un fragoroso silenzio. «A oggi, martedì 14 aprile (la relazione dell’accaduto è avvenuta tra domenica 5 e lunedì 6), nessuna notizia. Piera Aiello, lasciata nel limbo dell’incertezza senza che nessun esponente dello Stato abbia sentito il dovere di fare una telefonata di conforto. Anche se quella telefonata dovesse arrivare un secondo dopo la diramazione del nostro comunicato, ci sembrerebbe tardiva». Lo Stato non è mai stato molto protettivo nei confronti di una sua esponente così coraggiosa, una donna in grado di caricarsi sulle spalle un fardello di questo genere: «Non possiamo nascondere l’ennesima delusione e l’ennesimo senso di abbandono da parte di quello Stato sempre presente a onorare i morti e sempre più assente nello stare accanto a chi oggi resiste da vivo». Piera Aiello ha inviato anche una lettera al presidente della Repubblica nella quale chiede un intervento esemplare e severo «per difendere la propria dignità istituzionale contro i responsabili di un simile scempio». È davvero triste che ci si ricordi dei paesi e di chi ci abita solo in occasione dei terremoti o di altre grandi sciagure collettive. La nostra è una nazione che non si guarda allo specchio e non sa riconoscersi. L’Italia che è tra i grandi della terra e partecipa ai G8, dimentica di essere un Stato che ha poche grandi città e nessuna vera metropoli. Più di due terzi dei 60 milioni di Italiani vivono oggi in luoghi che non sono città. La nostra geografia diffusa e maggioritaria è proprio questa: 8.101 comuni che formano un mosaico composto di piccole città provinciali, di centri minori, paesi e borgate sparpagliate ovunque tra le 20 regioni italiane. Soprattutto paesi. Il vero paesaggio italiano, una sintesi irripetibile di natura e cultura, a dispetto della boria urbanocentrica, è la provincia con i suoi mille campanili. Paesi e centri minori che sono storia e memoria, arte e patrimonio di saperi, che a dispetto di tutto esistono e resistono ad oltranza da secoli, qualche volta da millenni. La realtà di oggi è che nel midollo di questa Italia, la dorsale dell’Appennino che da nord a sud attraversa tutte le regioni, dalla Liguria sino alla Calabria, dove i paesi sopravvivono come ossa spolpate e isolate, la terra trema. Ma è un altro terremoto, che lentamente disgrega e abbatte la vita. È il terremoto dell’abbandono, della disdetta e dell’incuria. Un terremoto silenzioso che porta alla tragedia improvvisa di ritrovarsi sepolti tra le macerie delle proprie case. C’è una grande ferita italiana che attraversa i meridiani dell’Appennino. è l’emorragia mai arrestata dell’emigrazione, della lenta fuga di abitanti, della trascuratezza e del disagio che tocca in sorte a chi resta. I paesi dell’Abruzzo, quelli irpini, calabresi e lucani, sono molto simili. “Paese come me”, scriveva cesare Pavese. Questi paesi-paesi sono come le persone, hanno ognuno una faccia, un colore degli occhi, una postura, un’anima che non si sdoppia. Anche quando a chia- *Direttore del Programma McLuhan in Cultura e Tecnologia Terremoto www.terranews.it marli per nome è la stessa storia e la stessa cultura pastorale, la stessa civiltà contadina, maldestramente “rottamata” nei decenni a favore di una modernità incivile, che ha portato ovunque più guasti che servizi, compreso quello dell’abbandono di magnifici e accoglienti centri storici a beneficio della speculazione, con le troppe case nuove - nuove e brutte - tirate su alla brava. Case che crollano troppo facilmente. Le vecchie disabitate e ripudiate e quelle moderne brutte e fatiscenti, si accasciano per scosse telluriche che in ogni altro paese civile e avveduto non avrebbero fatto alcuna vittima. Si paga anche così il saccheggio del territorio. Con la capitolazione dell’agricoltura, con le campagne rese sterili e improduttive, con la terra abbandonata al caos edificatorio, ridotta a superficie da occupare senza scrupoli con ogni sorta di abuso e di ingombro edilizio. Che non si faccia in Abruzzo ciò che accadde in Irpinia nel lontano 1980, che si recuperi quel che può essere recuperato Sembrerebbe di cattivo gusto polemizzare sulle catastrofi, come se il terremoto fosse solo una buona occasione per nuove speculazioni e truffe. Eppure è accaduto puntualmente nelle nostre regioni all’indomani di ogni calamità. In Italia esiste un’ “economia delle catastrofi”, così come esiste un “turismo delle catastrofi”, con la speculazione mediatica che sempre più trasforma gli eventi naturali in spettacoli del disastro e mostre del terrore. Ma ogni sciagura collettiva prima che un’occasione per allestire progetti di ricostruzione è un evento per interrogarsi sulla fragilità del nostro essere al mondo, sul fatto che l’attimo terribile della resa dei conti con la forze indomabili della creazione è sempre in agguato. Che non si faccia in Abruzzo quello che accadde in Irpinia dopo il sisma, che si recuperi quel che può essere recuperato. VIAGGIO NEL DRAMMA Terra All’indomani delle scosse nei paesi dell’Irpinia le ruspe buttarono giù edifici storici che potevano benissimo essere salvati. Un errore, perché nel caos del dopoterremoto i paesi quasi facevano a gara a chi era più “distrutto”. Poi ci sono state le speculazioni e la corsa all’accaparramento dei fondi per la ricostruzione. Il sistema politico corrotto investì il denaro in operazioni faraoniche per accrescere il suo consenso. Un pericolo, purtroppo, sempre in agguato nel nostro Paese. Allora lo scempio dei centri storici fu possibile in un clima culturale assai diverso da quello attuale. C’era una voglia di distruggere e negare che portava troppo facilmente e senza rimpianti alla “rottamazione” del passato, nell’illusione di mettersi alle spalle la vita “povera” dei paesi e i resti di una storia meridionale che sembrava fatta solo di miserie e disagi. Crediamo che le popolazioni che vivono oggi nei piccoli centri del Sud siano in grado di comprendere che avere la “casa nuova” e perdere il “paese vecchio” non sia un buon affare. La speranza è che in Abruzzo la ricostruzione sia prima di tutto “civile”. Speriamo che i tecnici, i politici, i cittadini, siano più consapevoli del passato dell’importanza di recuperare alla vita i centri storici e le memorie degli insediamenti più antichi. In Irpinia vinse il binomio ricostruzione-sviluppo. Ed è proprio lo “sviluppo” a non aver funzionato. Dopo il terremoto del 1980 in Campania la ricostruzione, lenta, costosa e disordinata, ha “mostrificato” la vita di molti paesi e contrade trasformandoli in luoghi anomici e spaesati in cui è morto il senso di comunità. Quella ricostruzione è un modello non più replicabile. L’Italia di oggi è già un grande circo dell’orrore ambientale e dell’incuria per il patrimonio e la cultura, ma almeno contro gli speculatori nel frattempo sono cresciute le sensibilità di tanti cittadini e associazioni che si stanno stringendo intorno a quello che resta dei loro luoghi e della loro natura, per lottare e salvare quel che resta della bellezza e del paesaggio, della civiltà vera dell’Italia. Perché nei paesi sia ancora bello vivere. Mauro F. Minervino Organo ufficiale d’informazione della Federazione dei Verdi Reg. Trib. di Roma n. 34 del 7/2/2005 Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 c. 1 DCB - Roma La testata fruisce dei contributi di cui alla legge 7/10/ 1990 n. 250 via del Porto Fluviale, 9/a - 00154 Roma tel. 06.45.47.07.00 - fax 06.42.01.31.31 [email protected] - www.terranews.it L’Abruzzo muore sotto le sue macerie. Si dorme nelle macchine, la terra trema ancora. Il futuro per ora non c’è la notizia al centro il cuore a sinistra. Direttore responsabile: Pino Di Maula Direttore editoriale: Giovanni Nani Vicedirettore: Vincenzo Mulè Caporedattore: Valerio Ceva Grimaldi Redazione: Rossella Anitori, Diego Carmignani, Pierpaolo De Lauro, Alessandro De Pascale, Alessio Nannini, Gloria Ravidà, Paolo Tosatti, Federico Tulli Grafica: Alessio Melandri, Gianluca Rivolta Photoeditor: Monica Di Brigida Resp. produzione: Andrea Canfora Proofreading: Francesca Ricci, Lucia Mori Progetto grafico: Alessio Melandri Comitato scientifico: Massimo Serafini (Coordinamento), Franco Corleone, Mario Tozzi, Marcello Cini, Anna Donati, Vincenzo Ferrara, Stefano Masini, Paolo Galletti, Marco Gisotti, Alex Sorokin, Gabriele Trama, Wilma Labate, Gianni Mattioli, Francesca Sartogo, Vanni Bianchi, Giorgio Parisi, Valerio Calzolaio, Giulio Marcon, Umberto Guidoni undicidue srl - via del Porto Fluviale, 9/a - Roma Cda: Luca Bonaccorsi (Presidente), Peter William Kruger (Amm. delegato), Matteo Fago (Consigliere) Stampa: Rotopress - via E. Ortolani, 33 - Roma Stampato su carta ecologica Chiuso in redazione alle ore 21.00 Terra a cura di Rocco Vazzana Territorio mercoledì 15 aprile 2009 13 Messina Il movimento NoPonte si ricompatta e avanza proposte Destinare le risorse per l’opera al popolo abruzzese © ansa I Lazio La giunta regionale approva la delibera per la creazione di un aeroporto nel territorio di Frosinone-Ferentino, una zona già a rischio L’inquinamento pronto al decollo L a Rete per la tutela della Valle del Sacco, composta da associazioni, movimenti e singoli cittadini, ritiene un «gravissimo errore» l’approvazione della delibera regionale che prevede la localizzazione di un aeroporto nel territorio di Frosinone-Ferentino. La scorsa settimana, la Regione Lazio ha infatti dato il via libera allo studio di fattibilità per la costruzione del quarto scalo aeroportuale regionale. Il nuovo scalo sorgerà tra i comuni di Frosinone e Ferentino, in un’area ora occupata da un aeroporto militare che sarà riconvertito. Verrà costruito, finanziato da capitali privati, un aeroporto civile capace di ospitare fino a cinque milioni di passeggeri. La delibera, prima di essere approvata, ha subito molte modifiche, soprattutto per volere dell’assessore regionale verde all’Ambiente e cooperazione tra i popoli, Filiberto Zaratti. Rispetto alla prima stesura, infatti, la delibera è stata integrata con nuove garanzie per la tutela ambientale e ribadisce «la necessità della preventiva valutazione ambientale strategica da completarsi entro sei mesi», inse- rendo l’aeroporto «in un più ampio programma che preveda l’opera di bonifica e di risanamento ambientale dei territori della Valle del Sacco». Ma nonostante tutto, la Rete per la tutela della Valle del Sacco ritiene che la costruzione del nuovo aeroporto andrebbe solo a peggiorare la situazione ambientale di un territorio già fortemente compromesso. «Non abbiamo bisogno delle valutazioni di impatto ambientale previste dalla delibera regionale per capire che l’aeroporto non è sostenibile», si legge su un comunicato del movimento ambientalista, «ce lo dicono i fatti: i livelli altissimi di polveri sottili nella Valle del Sacco, l’aumento esponenziale di patologie legate all’inquinamento, l’emergenza ambientale, situazioni aeroportuali analoghe, come quella pesantissima di Ciampino». Il riferimento è ai dati resi noti da Legambiente sulla pericolosità delle polveri sottili. Per questo motivo, i cittadini hanno fatto partire una petizione popolare per chiedere la moratoria dei progetti infrastrutturali ad alto impatto ambientale e rilanciare invece lo sviluppo di un’altra economia ecocompatibile. L’ecocalendario Tutta Italia Giornata delle Oasi del Wwf 19 Aprile. Quest’anno, il mese delle Oasi ha per il Wwf un significato ancora più profondo: le Oasi sostengono le popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto. Una vera e propria staffetta che si protrarrà fino al 2 maggio, per ribadire la necessità di tutelare e rispettare il territorio italiano. Una richiesta di aiuto che il Wwf rivolge al maggior numero di persone, raccontando le storie di tutti coloro che, giorno dopo giorno, mantengono in vita lo straordinario patrimonio italiano. In molte Oasi sono urgenti alcuni interventi di restauro, manutenzione, tutela delle specie animali: ad Alviano per ricostruire i sentieri danneggiati dalla piena del Tevere, a Monte Arcosu in Sardegna per difendere il cervo sardo dal bracconaggio, e in tutte le Oasi d’Italia per dimostrare che attraverso il lavoro concreto è possibile tutelare concretamente il territorio naturale italiano. Dal 20 aprile anche Radio Dj sarà partner dell’iniziativa, grazie al coinvolgimento di tutti gli speaker a sostegno della campagna. Numerose aziende hanno deciso di affiancare il Wwf nel mese delle Oasi: UniCredit, con la nuova carta di credito che sostiene i progetti Wwf, Ikea, Epson e Disney, che in occasione della Giornata della Terra (il 22 aprile) lancerà insieme al Wwf il film Earth, la nostra terra, dedicato alle meraviglie del pianeta a rischio. Info: www.wwf.it Lazio Sc-Art: arte “riciclata” Roma, fino al 24 maggio, dalle ore 10 alle ore 20, Città dell’altra economia, largo Frisullo, via di Monte Testaccio. Mostra sull’arte e il design ecocompatibile, con oggetti d’arte ottenuti da materiali di riciclo. Sono previsti incontri con gli artisti e laboratori per bambini. In esposizione: giocattoli per adulti (Mookdesign), divinità postmoderne (Patrick Alò), sculture trasparenti (Ilaria Sadun), installazioni totemiche (Catia Briganti), forme lignee (Franco Paolinelli) e zoomorfe (Alberto Urbani). Toscana Terra futura Firenze, 29-31 maggio, Fortezza da Basso. Responsabilità, solidarietà ed equità: ecco le tre parole chiave per vincere la crisi e garantire un futuro e uno sviluppo sostenibili per l’uomo, i popoli, il pianeta. Questo l’argomento di discussione di Terra futura, mostra-convegno internazionale l fronte che si oppone alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, inizia a ricompattarsi. Soprattutto dopo la tragedia che ha colpito le popolazioni d’Abruzzo, diventa prioritario sottolineare i rischi legati alla costruzione di un’opera faraonica di questo tipo. «Un’opera inutile e dannosa», la definisce Giuseppe Scianò del Frunti nazziunali sicilianu. «I tragici fatti di questi giorni parlano da soli e non è questo il momento di allargare il discorso sulle altre motivazioni che dovrebbero evitare aprioristicamente la iattura del ponte. Ci basta il quadro del rischio sismico che è stato recentemente pubblicato dai mass media. E che conferma la fondatezza delle critiche e dei rilievi di natura scientifi- ca». Il leader siciliano, inoltre, propone di spendere i fondi destinati al ponte in maniera diversa. «A questo punto riteniamo che sia i siciliani che i calabresi, che tutti gli altri cittadini europei di buon senso, sarebbero molto contenti se i fondi esistenti (e quelli in dirittura l’arrivo) per il ponte venissero utilizzati in modo migliore. Ci permettiamo, quindi, di proporre che i fondi destinati alla minacciata costruzione del ponte vengano utilizzati e spesi nel modo seguente: il cinquanta per cento in favore delle popolazioni e delle zone terremotate dell’Abruzzo, l’altra metà dovrebbe essere invece destinata a opere strutturali e infrastrutturali realmente necessarie e utili allo sviluppo della Sicilia e della Calabria». Lombardia I Verdi temono che il presidente utilizzi fondi pubblici Campagna elettorale di Formigoni. Ecco i dubbi «C hiediamo che la nuova guida regionale sui servizi predisposta dalla Regione Lombardia, che arriverà nelle case di tutti i lombardi con lettera di accompagnamento firmata da Formigoni, venga spedita dopo le prossime elezioni. Un modo sicuro per sgombrare il campo dal garbato sospetto che il presidente voglia farsi campagna elettorale con i soldi dei contribuenti lombardi». Così si è espresso Carlo Monguzzi, consigliere regionale dei Verdi, dopo aver letto la delibera di giunta regionale che approva la comunicazione del presidente Formigoni sulla predisposizione e l’invio della nuova guida sui servizi di Regione Lombardia. Monguzzi ha presentato al riguardo un’interroga- delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale, la cui sesta edizione si svolgerà nel capoluogo toscano. L’evento ha in questi anni segnalato i rischi e le vulnerabilità del sistema e denunciato le sperequazioni e le ingiustizie prodotte a più livelli. Tema di fondo attorno al quale ruoterà l’edizione 2009: “Il tempo è opportuno: equità, solidarietà e responsabilità per uscire dalla crisi”. Questo evento, oggi più che mai, si pone all’attenzione per la sua portata innovativa e la forte attualità delle sue proposte. Info: www.terrafutura.it 3° Tavolo nazionale per la promozione dei Contratti di fiume Promosso dalla Provincia di Arezzo, si terrà venerdì 17 aprile 2009 alle ore 9:30 presso la sala del Consiglio provinciale di Arezzo, piazza della Libertà 3. Il tavolo, organizzato dal Forum di Agenda 21 dell’Alta Umbria, con il contributo della Regione Umbria e il Coordinamento delle Ag21 Italy, si propone di offrire un’occasione di confronto tra le diverse esperienze locali già attivate. L’obiettivo è quello di raccogliere buone pratiche e contributi per definire delle linee guida che consentano la replicabilità dell’esperienza su tutti i bacini idrografici del territorio e di diffondere a livello nazionale i Contratti di fiume, legati anche ai processi di Ag21 locale. Durante l’incontro verranno presentate e discusse con i partecipanti tre specifiche sezioni tematiche: la tutela e la valorizzazione del territorio nelle aree parco e nelle zone protette attraverso i Contratti di fiume; il rapporto con gli strumenti di pianificazione e normazione del territorio; gli incentivi finanziari e i programmi europei e nazionali di supporto alla creazione di progetti e partenariati. Quanti interessati a partecipare sono pregati di segnalarlo entro il 10 aprile a Ecoazioni - [email protected] Liguria Geologia e turismo Arenzano, Genova, dal 29 al 30 maggio, ore 9, ente Parco del Beigua - auditorium Muvita, via G. Marconi,165. Convegno nazionale geologia e turismo. “Conoscenza e fruizione del patrimonio geologico in Italia, strumenti ed esperienze”, organizzato dal Parco del Beigua e dall’Associazione italiana geologia e turismo, in cui si discuterà delle politiche di tutela e di valorizzazione delle risorse ambientali del nostro Paese attraverso i diversi strumenti normativi e gestionali disponibili a livello internazionale, nazionale e locale. Saranno presentate le esperienze maturate in Italia per la fruizione della geodiversità e dello sviluppo del geoturismo. Parteciperanno istituzioni e operatori del turismo per creare una programmazione integrata per la tutela, la valorizzazione e la fruizione sostenibile dell’inestima- zione al presidente. «Formigoni ha dichiarato di volersi candidare alle europee - ha spiegato il consigliere regionale - e nella comunicazione, guarda caso, c’è scritto che la guida “sarà spedita alle famiglie lombarde entro giugno 2009, in busta chiusa con etichetta nominativa e lettera di accompagnamento del presidente”. A giugno si terranno le elezioni europee e amministrative, non vorremmo che la guida, i cui costi di spedizione e di produzione potrebbero aggirarsi intorno a qualche centinaia di migliaia di euro, forse qualche milione, fosse un malcelato spot elettorale pagato dai lombardi. La guida è sicuramente utile, chiediamo semplicemente che non venga utilizzata a fini elettorali». bile patrimonio geologico italiano. Info: www.geologiaeturismo.it Lombardia Vi.Te. 2009 Milano, dal 30 aprile al 3 maggio, dalle ore 16 alle 23, Polo fieristico sud Malpensa spa, via del Lavoro 5, Castano Primo. Vi.Te. 2009, il salone nazionale del vino e dei prodotti della Terra. Durante questa edizione, i promotori hanno deciso di dimezzare il biglietto d’ingresso che passa dai 10 ai 5 euro. Ci sarà, inoltre, la possibilità di assistere a due concerti del Blues & Wine soul festival sempre a un prezzo ridotto. L’evento rappresenta anche un momento di confronto tra operatori del settore ed esperti, tra gli stessi produttori e i visitatori, per valutare l’attuale situazione economica ed esaminare le strategie da seguire. E infine la possibilità di proporre direttamente al pubblico le proprie produzioni con la vendita diretta. Sicilia Città sostenibili Siracusa, 16 aprile, ore 10, sala Borsellino. Convegno “Da Agenda 21 al patto dei sindaci. La sfida delle città sostenibili” organizzato dall’Anci Ideali, fondazione europea delle città. L’evento intende rilanciare il dibattito sulla sostenibilità urbana nella città che ospiterà il G8 dei ministri dell’Ambiente dal 22 al 24 aprile. Saranno presentate le migliori esperienze di sviluppo sostenibile realizzate dalle città europee, italiane e siciliane e si cercherà di far aderire tutte le città siciliane al patto dei sindaci per l’energia lanciato dalla Commissione europea. Info: [email protected], www.ideali.be www.ideali.be Piemonte Messer Tulipano 2009 Pralormo (Torino), dal 28 marzo al 3 maggio, Parco del castello medioevale. Mostra botanica: Messer Tulipano 2009. L’annuncio della primavera è dato dalla fioritura di migliaia di tulipani e narcisi olandesi. Quest’anno il tema della mostra è il “gusto”. Il Parco si trasforma in un giardino goloso con esposizioni ed eventi a tema; un concorso nazionale per i fioristi, degustazione di tè e tisane, mercato delle spezie, lezioni di giardinaggio e di cucina sui fiori e le erbe aromatiche. Per i circa 3.000 pasti serviti ai visitatori saranno utilizzate stoviglie monouso completamente biodegradabili in Mater Bi. Anche acqua e vino faranno a meno delle inutili e inquinanti bottigliette monodose. 14 Sport mercoledì 15 aprile 2009 www.terranews.it Terra Golf Into the Woods © RIEDEL/AP/LAPRESSE Tiger Woods cerca la pallina nelle siepi di buca 3 al Masters di Augusta, in Georgia. Il campione americano è finito dietro al vincitore Antonio Cabrera di quattro colpi. Il lutto nazionale è riuscito a fermare soltanto la serie B. Il campionato maggiore, come la via crucis, è passato sopra a tutto. Sabato prossimo la Juventus ospiterà l’Inter per una partita che, prima della retrocessione bianconera, era pomposamente definita il derby d’Italia perché l’unica a essere sempre giocata. Quest’anno ha rischiato di essere un match scudetto, ma gli attuali dieci punti che sembrano decisamente troppi. Meglio guardare al Genoa di Gasperini, allenatore di cui si ricorda sempre e solo il passato bianconero e mai a sufficienza quello pescarese agli ordini di Galeone. Meglio invece non pensare al derby romano, nervosissimo: la Roma saluta tutto, calcio spettacolo, serenità e quarto posto. L’ultimo posto utile per la Champions league, considerata la ripresa del Milan, se lo giocheranno i genoani con la Fiorentina. Il piazzamento per la Uefa sarà invece un ballo a due per sette dame in altrettanti punti e altrettante giornate. Meno affollata ma più emozionante si profila la lotta per non retrocedere: l’andamento lascia intendere una corsa serrata fra le nobili decadute del calcio italiano, Torino e Bologna: due panchine per sei allenatori. Si affronteranno alla quart’ultima giornata. Reggina e Lecce attendono il colpo di grazia. Quello che è riuscito a evitare il Chievo di Di Carlo grazie a un filotto virtuoso interrotto sabato pomeriggio da una pedata di Seedorf. Siena e Catania, al riparo dei loro 37 punti, hanno un calendario agevole. Lontane dall’ansia per il risultato, potranno permettersi lussi di bel gioco e passerelle di fine stagione. Giocare per credere. La Cina convoca un atleta nero L’aretino che salì sul tetto del mondo Si chiama Ding Hui, ha solo diciannove anni ma è già entrato nella storia dello sport. Di padre sudafricano e di madre cinese, sarà infatti il primo atleta di colore a indossare la divisa della Cina in una competizione ufficiale. Cresciuto nella città di Hangzhou, Ding Hiu è una promessa della pallavolo mondiale e un pilastro della squadra della provincia di Zhejiang. E il suo paese conta già sulle sue prestazioni per conquistare l’oro alle Olimpiadi di Londra del 2012: «Lo tenevamo d’occhio da molto tempo», ha confermato l’allenatore della nazionale, Zhou Jianan, che ne ha elogiato la grinta e le qualità nella fase difensiva. Lorenzo Ticcì P er togliere il mondiale a Mario D’Agata gli hanno dovuto spegnere la luce, quando a Parigi nel 1957, in un black out, saltò l’impianto elettrico e venne giù un tizzone ardente a bruciargli la spalla destra e l’incontro con Halimi. Dio, o la natura con la sinistra, lo aveva privato di voce e udito sin dalla nascita, ma questo non era stato sufficiente per frenarlo: il piccolo Marciano che non c’è più è stato campione del mondo. Una settimana fa gli hanno rispento la luce, stavolta per sempre, però il titolo rimane ed è quello di una grande storia. Ce ne sono di certe che non fanno rumore quando invece dovrebbero rimbombare; questa è una di quelle e non per modo di dire. Mario D’Agata non è stato Mohammed Alì né Sugar Ray Robinson, ma la sua vita, sul ring e fuori, è stata forse più poetica e più feroce. Nato sordomuto, ha dovuto lottare contro l’handicap naturale, i pregiudizi culturali e soltanto poi con gli avversari per diventare uno dei nostri più grandi campioni; il secondo mondiale nel pugilato dopo quello di Primo Carnera. Peso gallo. Se n’è andato e pochi lo hanno celebrato con un addio onorato. Eppure raccontano che a Roma non si parlava d’altro quando il 29 giugno del 1956 Mario D’Agata, detto il “mutino”, l’aretino dalle origini siciliane che leggevi dalle sopracciglia e dai suoi mille fratelli, stava per salire sul quadrato del quasi neonato stadio Olimpico contro Robert Cohen. Potenza dei pugni, lui che non parlava ma sibilava solo qualche fonema, come muovendo l’aria quando boxava, “Cohen”, quella parola, biascicandola, riuscì a pronunciarla. Chissà cosa si sarà detto o cosa sarà riuscito a sentire quando l’arbitro, alla settima ripresa, gli alzò il guantone: knock out tecnico, D’Agata è campione. Era il ’56: era una storia nata trent’an- © SCHICCHI/LAPRESSE Le conferme di Pasqua Pallavolo Storie Privo dell’udito e della voce, Mario D’Agata fu campione della categoria gallo e orgoglio azzurro dopo Primo Carnera. Se n’è andato la settimana scorsa, in silenzio © ANSA Serie A Cominciò a sette anni schivando i pugni di chi lo accusava, a torto, di essere un delinquente. A trenta vinse il titolo mondiale a Roma ni prima e poi quando lo misero in un istituto per sordomuti a 7 anni. È lì che imparò a vincere: uscendone, schivando i colpi dei preti e di un sacerdote in particolare che voleva picchiarlo perché lo aveva trovato con un coltello e chissà cosa andò a pensare. Ma il piccolo Marciano faceva l’intagliatore e non sapeva come dirglielo; si limitò a schivare i pugni fino a che quello non si ruppe una mano contro il muro. Fu quello il suo primo incontro vinto. Poi ci pensò la gente e la stampa specializzata a fargli ottenere un nulla osta per combattere. Non volevano quelli che parlavano, parlavano e basta, e che sentivano, sentivano niente. Lo fece per 100 incontri, 100 da dilettante, fra il 1945 e il 1950, poi il 14 ottobre di metà secolo l’esordio, in 6 riprese, contro Giuseppe Salardi. Vittoria, la prima di 54. Crebbe così fino a vincere l’Europa nel ’55 (battendo André Noligrat) e quando era pronto per prendersi il mondo, un altro destino dietro l’angolo da combattente: un colpo di pistola per una lite in lavanderia tra un amico di famiglia e sua madre gli perforò un polmone. La mamma fece scudo. Lui rinacque per questo, si rimise in sesto fino alla sua estate romana, per poi brillare l’ultima volta al buio in quella notte di fuoco parigina. Quando eravamo re, Mario D’Agata è stato il più grande. Non sentiva il gong che sancisce la fine della ripresa, l’arbitro gli doveva sempre dare un colpettino sulla spalla. Dicono che stavolta, prima di addormentarsi, abbia fatto finta di non sentirlo, soltanto per suonarle pure alla morte. Calcio Bologna saluta Sinisa Mihajlovic La società rossoblù cambia di nuovo, e radicalmente. La dirigenza felsinea ha dato il ben servito all’emergente allenatore serbo, subentrato nel novembre scorso a Daniele Arrigoni, e ha affidato la panchina a Giuseppe Papadopulo. Il tecnico, non più giovanissimo ma esperto in salvezze, ha firmato un contratto fino a giugno e ha annunciato l’immediato ritiro dei giocatori. Non per motivi punitivi, ma “per conoscere meglio la squadra”. Mihajlovic ha salutato i suoi giocatori attraverso il sito internet del club dicendosi dispiaciuto per gli scarsi risultati ottenuti nell’ultimo periodo (quattro sconfitte in altrettante gare e terzultimo posto in classifica). Terra Tv & Radio www.terranews.it 15 mercoledì 15 aprile 2009 Televisione rete4 © FARNETI/LAPRESSE current national geographic sky 409 06:00 Vanguard special Io amo il Global Warming 08:30 Pianeta carnivoro 09.55 Hai mai provato a.. 11.15 Stonehenge: tra la vita e la morte 13.05 Scienziati pazzi 13.35 Sulle tracce di Marco Polo 14.00 Megastrutture: Petronas Towers 16.00 La tomba di Gesù 18.00 Mafia: Verso la globalizzazione 21:00 Non lo sapevo! sky 130 06:23 Current internazionale After The Wave 07:34 Vanguard special I Pirati moderni 22:00 Current doc - film 23:00 Inchiesta Lavoro nero live! discovery channel sky 420 06:00 Lavori sporchi 07:00 Brainiac 09:00 Ingegneria estrema 11:30 Come è Fatto 13:00 Top Gear 14:00 Miti da sfatare 16:00 Armi del Futuro 18:00 American Chopper 21:00 Effetto Rallenty 22:00 Armi del Futuro 23:00 Prototipi da strapazzo 00:30 Come è Fatto 06:00 07:58 08:00 08:40 09:57 11:00 13:00 13:39 13:41 14:10 14:45 16:15 18:50 20:00 20:31 21:10 00:00 02:45 05:10 Rassegna stampa 07:10 Quincy 08:10 Hunter 09:00 Nash Bridges 10:10 Febbre d’amore 10:30 Ultime dal cielo 11:40 Detective in corsia 12:25 Renegade 13:30 Tg4 14:05 Il tribunale di Forum 15:10 Wolff 16:00 La finestra sul cortile 19:35 Tempesta d’amore 20:30 Walker Texas Ranger 21:00 Il fuggitivo 23:50 I bellissimi di rete4 23:55 Sexy Beast 01:40 Tg4 Prima pagina Borse e monete Tg5 Mattino cinque Grande fratello Forum Tg5 Meteo Beautiful Cento vetrine Uomini e donne Pomeriggio cinque Chi vuol essere milionario Tg5 Striscia la notizia La fattoria Matrix The Guardian la7 06:00 Tg la7 07:00 Omnibus 10:10 2’ Un libro 10:25 F/x The Illusion 11:30 Matlock 12:30 Tg la7 13:00 L’Ispettore Tibbs 14:00 Il Comandante 16:05 Relic Hunter 17:00 Atlantide 19:00 J.a.g Avvocati In Divisa 20:00 Tg la7 20:30 Otto e mezzo 21:10 Exit 23:35 Victor Victoria 00:50 Tg la7 01:15 Otto e mezzo 01:55 Alla corte di alice 06:35 Cartoni animati 08:30 Film: Bailey 09:27 TgCom 10:20 Il mio amico bionico 12:15 Secondo voi 12:25 Studio aperto 12:58 Meteo 13:02 Studio sport 13:40 Cartoni animati 14:30 I Simpson 16:40 Scooby Doo 18:30 Studio aperto 19:50 Camera cafè 20:30 La ruota della fortuna 21:10 Colorado 23:40 Chiambretti Night 02:10 Studio aperto 02:25 Talent 1 © SCAVOLINI/LAPRESSE 06:30 Italia, Istruzioni per l’uso 08:00 Il caffè di Corradino Mineo 08:15 La Storia siamo noi 10:00 Cominciamo bene 12:25 Tg3 Agritre 14:50 Tgr Leonardo 15:00 Tgr Neapolis 16:00 Tg3 Gt Ragazzi 16:30 Melevisione 17:50 Geo & Geo 19:00 Tg3 20:00 Blob 20:10 Agrodolce 20:35 Un posto al sole 21:10 Chi l’ha visto? 23:10 Parla con me 00:00 Tg3 Linea Notte 01:10 Un mondo a colori Cartoon Flakes Un mondo a colori Insieme sul Due Tg2 Tg2 Costume E Società Medicina 33 Italia allo specchio Ricomincio da qui Law & Order Fiction Piloti Squadra Speciale Cobra Tg2 Rai Sport Champions League La Storia siamo noi Magazine sul 2 Almanacco Rainotte italiauno canale5 © MERLINI/LAPRESSE 07:00 09:45 11:00 13:00 13:30 13:55 15:00 16:15 17:20 19:00 19:30 20:30 20:35 20:45 23:35 00:35 01:35 02:00 raitre © SCAVOLINI/LAPRESSE 06:45 Unomattina 08:20 Che tempo fa 10:00 Verdetto Finale 12:00 La prova del cuoco 13:30 Tg1 14:00 Tg1 Economia 14:10 Festa Italiana 16:15 La vita in diretta 18:50 L’eredità 20:00 Tg1 20:30 Affari Tuoi 21:10 Fiction “Mal’Aria” 23:05 Tg1 23:10 Porta a Porta 00:45 Tg1 Le Idee 01:25 Sottovoce 01:55 Scrittori per un anno 02:25 Rainotte raidue © LA ROCCA/LAPRESSE raiuno sky 702 09.00 Spice Girls 10.00 Eros Ramazzotti 12.00 John Legend 13.00 Amy Winehouse 14.00 Britney Spears 15.30 Fall Out Boy 16.30 Oasis 18.30 Vasco Rossi 21.00 Laura Pausini 23.00 R.e.M. 00.00 Red Hot Chili Peppers 01.00 Queen red music box sky 702 00.00 Interactive tv Music Box Tv decidi tu! 11:00 Ycs - Videoclip musicali e corti divertenti 15:00 Cinebox - Approfondimento sul mondo del cinema 17:00 Close up - Il nuovo format di Oliviero Toscani 17:30 Xclusive - Le star della musica si raccontano 18:30 Tg giovani Notizie, video e interviste ecotv sky 890 sky 906 07.35 Stampa e Regime 10.10 Morning Show 10.20 REDazione 11.45 Finimondo 14.05 Telecarta 15.15 Piazza Colonna 15.45 RedWin 16.30 Global Watch 20.00 Liberi Nantes 12 21.00 Tassametro 23.15 Mi gioco la Tv 00.30 Spazi Bianchi 08.30 Il Dottore degli animali 10.30 Consigli - Libri 11.30 MiniMovie 13.00 Genitori in Ostaggio 16.30 Programmi Cinquestelle 17.30 Musika con Frankie H. 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Ospiti del talk, condotto da Ilaria D’Amico: il leader Udc, Pierferdinando Casini; Andrea Ronchi, ministro per le Politiche comunitarie; Antonio Tajani, commissario europeo alle Infrastrutture e trasporti; Luigi Abete, presidente Bnl-ParisBas; la deputata del Pd, Linda Lanzillotta e Massimo Giannini, vicedirettore di Repubblica. Tra i reportage di “Exit”, ritratto dell’industria abruzzese, dove il terremoto de L’Aquila è arrivato sul “terremoto” della crisi già dilagante. Inoltre, nel viaggio-inchiesta “La crisi viene dall’Est” si analizzano i possibili e drammatici effetti sull’Europa del maxi debito contratto dai Paesi dell’ex cortina di ferro. Paolo Sorrentino, Michele Placido, Mimmo Calopresti, Ferzan Ozpetek, Francesca Comencini e chissà quanti altri cineasti ancora diventeranno inviati speciali del quotidiano la Repubblica sulle macerie dell’Abruzzo. Iniziativa alquanto discutibile quella di trasformare il distrutto capoluogo abruzzese nella sede del “Festival del cinema degli orrori”. Ci si chiede cosa i nostri amati cineasti potranno mai raccontare di più o di meno dei tanti colleghi giornalisti, quale tocco creativo potranno mai inserire tra le lacrime e la disperazione dei familiari delle vittime, cosa potranno mai aggiungere alla sofferenza e ai disagi degli sfollati e, ancor più cinicamente, faranno ripetere alcune scene? L’opera omnia di sciacallaggio comunicativo sulla pelle dei poveri terremotati fino a ora ci era arrivata dal Tg1 di Riotta con la lettura dei successi Auditel del telegiornale di Stato, ma anche l’iniziativa del quotidiano di Ezio Mauro di affidare i reportage ai nomi più altisonanti del cinema italiano ci sembra di cattivo gusto, e che dire del titolo? “Registi tra le macerie”… decisamente una rassegna del macabro con il quotidiano fondato da Scalfari a fare da red carpet. Inchiesta sul lavoro nero Gli Ultimi schiavi è il documentario firmato da Stefano Obino, al centro di “Vanguard” in onda domani alle ore 23 su Current (Sky 130). Lavoro nero e morti bianche al centro della trasmissione condotta da Vito Foderà. Un viaggio nel lavoro che parte dalle periferie milanesi dove, ogni mattina, vengono reclutati centinaia di extracomunitari, quasi tutti senza permesso di soggiorno, e che rappresentano le braccia che lavorano nei cantieri di tutta la Lombardia, senza tutele, senza protezioni, per meno di tre euro l’ora. Per indagare il fenomeno e le sue implicazioni partecipano al dibattito in studio: Cristina Tajani, economista del lavoro e Paolo Berizzi, giornalista di Repubblica, autore di Morte a 3 euro, un libro che racconta l’esperienza da infiltrato nel sistema del lavoro nero, delle occupazioni sottopagate e pericolose. LIBERI DI CREARE la musica indipendente solo su 07:00 07:20 10.00 11:20 13:00 18:00 Ecoradio Mattino Riflessioni La voce del Pianeta Salute e diritti Lo stato interessante L’arca di Ecoradio di Pino Gagliardi “Exit”, tra debito e terremoto Current ecoradio EcoTv Frankie Hi Energy si racconta a “Musika” “Musika”, il programma tutto dedicato al panorama musicale italiano ospita il cantante Frankie Hi Energy. Al secolo Francesco Di Gesù, il rapper italiano torinese, ma di origini siciliane, si racconta alle telecamere di EcoTv (Sky 906), ripercorrendo tutta la sua carriera artistica e poliedrica. Buon fruitore della cultura hip pop in Italia, dell’espressione grafica del writing, della break dance, Frankie Hi Energy dimostra una spiccata inclinazione allo scrivere e al parlare, tanto da avvicinarsi in modo del tutto naturale al genere più genuino del rap made in Italy. Indimenticabili le sue rime in “Quelli che ben pensano”. Tutto suo il merito di aver portato alla ribalta un genere poco conosciuto, aggiudicandosi ( fra l’altro) un premio internazionale della musica e un disco dell’anno. Un racconto, il suo, che parte dagli albori dell’hip pop nel nostro Paese, fino a oggi e che attraversa le tematiche a lui più care: quelle legate alla politica, al sociale. E ancora, ai diritti civili, al nucleare, agli Ogm e all’ambiente. Alle 17:30. ieri oggi Beatles Bob dylan Paul simon Frank Zappa muddy Waters Tom Waits Joni mitchell - radiohead Jeff Buckley manu chao Beck Jon spencer Blues explosion vinicio capossela Tori amos la musica d’avanguardia di ieri e di oggi www.lifegateradio.it Lombardia 105.1 • Pavia 88.7 Lodi, Cremona, Piacenza 105.3 Lecco 105.2 • Bormio 104.9 • Livigno 103.9 Lazio 90.90 • Piemonte 105.1 • Torino 88.75