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Torino
Aula Magna
Cavallerizza Reale
I Virtuosi dei Berliner
Philharmoniker
Martedì 08.IX.2015
ore 17
Mozart
Vitali
Bruch
Rossini
Alonso-Crespo
Johann Strauss figlio
36
°
Wolfgang Amadeus Mozart
(1756-1791)
Divertimento in re maggiore KV 136
Allegro – Andante – Presto
Tomaso Vitali
(1663-1745)
Ciaccona in sol minore
Max Bruch
(1838-1920)
Kol Nidrei op. 47 per violoncello e archi
* * * * * * * * * *
Gioachino Rossini
(1792-1868)
La gazza ladra, ouverture
Eduardo Alonso-Crespo
(1956)
Chacona dal Concierto en tiempo de tango op. 21 per violino e
orchestra d’archi
Johann Strauss figlio
(1825-1899)
Il pipistrello, ouverture
I Virtuosi dei Berliner Philharmoniker
Laurentius Dinca, primo violino
Christoph von der Nahmer, violino
Stephan Schulze, violino
Ignacy Miecznikowski, viola
Christoph Igelbrink, violoncello
Stanislaw Pajak, contrabbasso
In collaborazione con e con il supporto economico
del Consolato Generale di Germania a Milano
In collaborazione con l’Università degli Studi di Torino
Nell’ambito di
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Si sa che la lingua italiana ha prestato una quantità straordinaria
di vocaboli al lessico della musica; è il caso anche del divertimento, formato da una successione di brani strumentali con carattere
sereno e di svago; un genere destinato a far fortuna alla corte di
Vienna, dove toccò anche il suo vertice sotto le mani prima di
Haydn e poi di Mozart. Il Divertimento KV 136 nacque nell’estate
1772 a Salisburgo, nella pausa fra il secondo e il terzo viaggio in
Italia, insieme ad altri due lavori dello stesso genere, il KV 137 e
il KV 138. Pare quasi una specie di collaudo, perché i movimenti
sono solo tre, come si usava all’epoca nella sinfonia (i tre divertimenti sono infatti anche noti come Salzburger-Symphonien), ma
l’organico è riservato ai soli archi, a differenza dei lavori successivi
dello stesso genere, che spesso includeranno anche i fiati, utili in
caso di esecuzione all’aria aperta.
Se la cosiddetta “Ciaccona di Vitali” sia davvero di Vitali non è
mai stato chiarito del tutto, ma la cosa naturalmente non ostacola
la circolazione del brano, amatissimo e oggetto di svariati adattamenti. Fu il violinista Ferdinand David a ritrovare la Chaconne,
a stupirsi della sua bellezza e ad attribuirne la paternità a Vitali,
compositore vissuto tra il Sei e il Settecento, formatosi alla scuola di suo padre, che era maestro di cappella in San Petronio a
Bologna, e poi suo successore alla corte estense di Modena. Molti
elementi moderni, specialmente nella scrittura armonica, che
hanno fatto dubitare di questa attribuzione, sarebbero tuttavia
aggiunte dovute allo stesso David; quel che è certo è il fascino dato
dalla combinazione fra il tema struggente e duttilissimo del violino e il ritorno periodico e immutabile dell’ostinato, che determina
appunto la forma della Ciaccona.
Lo struggente melodizzare di Kol Nidrei era diventato talmente
popolare che cominciò a circolare la voce che il suo autore, Max
Bruch, fosse ebreo. Non era così, invece; Bruch era protestante,
allievo di un altro protestante, Ferdinand Hiller, che lo mise in
contatto con un suo caro e coltissimo amico, Abraham Lichtenstein,
perché potesse soddisfare il suo interesse per il patrimonio folklorico
degli ebrei. Fu proprio Lichtenstein il primo a fargli conoscere
la melodia del Kol Nidrei, la preghiera penitenziale recitata alla
vigilia di una grande festività ebraica, lo Yom Kippur. Tempo
dopo prese forma lo splendido brano pubblicato nel 1881 come
op. 47; trascritto via via per diverse formazioni, il lavoro (un Adagio)
vede protagonista la voce brunita ed espressiva del violoncello, che
esegue una serie di variazioni su due antiche preghiere ebraiche,
prima il Kol Nidrei e poi uno dei temi resi celebri da Byron nelle
Hebrew melodies: quello scelto da Bruch è l’adattamento del canto corrispondente all’originale byroniano Oh Weep for Those that
Wept on Babel’s Stream.
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Quando, nei primi mesi del 1817, Rossini cominciò a comporre la
musica per la nuova opera da presentare il 31 maggio alla Scala
di Milano, La gazza ladra, si sentiva relativamente tranquillo: il
soggetto gli piaceva moltissimo e aveva tempo di curarlo senza
essere incalzato dalla fretta, compagna abituale degli operisti di
quegli anni. L’entusiasmo per la vicenda (un soggetto cosiddetto “di mezzo carattere”, quindi buffo, ma con venature drammatiche) giovò anche alla splendida Ouverture, che resta tuttora
fra le più alte testimonianze del genio inventivo e della fantasia
di Rossini come strumentatore. Memorabile è l’attacco, con quel
tono di marcia impettita, quasi una presa in giro della marcia stessa, che fra l’altro anticipa già la percezione del lieto fine. Poi scatta
l’Allegro, inanellando una serie di idee tutte diverse e però tutte
accomunate dal medesimo profilo ritmico, che mettono in moto
l’inconfondibile dinamismo di Rossini e un crescendo trascinante.
Eduardo Alonso-Crespo è un compositore argentino, attivo anche
come direttore d’orchestra, nato nel 1956; il suo catalogo è molto
ricco, spaziando dal teatro (l’atto unico Putzi, giovanile, ma rivisto
nel 2004, e Juana, la loca, 1991, oltre a balletti e musiche di scena)
alla musica sinfonica e cameristica, in cui talvolta tornano temi
cari, come le figure di Macbeth e Lady Macbeth varie volte ripensate, oppure si sente circolare la presenza così ricca e suggestiva
del folklore sudamericano. In questo panorama rientra anche il
riutilizzo del foklore, trapiantato dentro forme storicamente importanti e strutturate, come sinfonie, concerti, persino schemi rigidi come la Ciaccona: il risultato è una felicissima ibridazione che
costituisce un’altra peculiarità della scrittura di Alonso-Crespo. La
Chacona (2001) nasce in realtà come brano autonomo (tanto che
si trova catalogata come op. 14), ma poi è riassorbita nel Concierto
en tiempo de tango, di cui costituisce il movimento iniziale: le
armonie cangianti e ombrose del folklore latino-americano sono
drammaticamente incalzate dalla somma di ostinati prodotti dal
ritmo del tango e dalla fissità della Ciaccona (dove un medesimo
inciso torna a ripetersi immutabile per tutto il brano), mentre il
violino svetta da indiscusso protagonista. Concluso nel 2004, il
Concierto comprende altri due movimenti, di cui uno è un tango
puro e liberatorio, mentre l’altro (Fugado) gioca sull’apparente
contraddizione fra danza sensuale e forma severa, che invece, proprio come nella Ciaccona, si compenetrano molto bene: il modello
classico mostra così la sua longevità, mentre l’estrosa danza è perfettamente a suo agio nel nuovo contesto.
Il marito della bella Rodelinde deve trascorrere otto giorni in gattabuia, e lo spasimante di lei ne approfitta per prendere il suo
posto in casa; scambiato per il trasgressore, viene arrestato al suo
posto, mentre tutti gli altri si ritroveranno al ballo del Principe.
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Questo il soggetto della più celebre operetta di Johann Strauss,
Die Fledermaus (Il pipistrello), in scena a Vienna nel 1874, in cui
lo spirito della danza trasfigura ogni gesto e ogni pensiero dei
protagonisti, che prima sognano di poter partecipare al grande ballo,
poi ci si ritrovano realmente, infine lo ripensano, semistorditi dalle
avventure vissute. I sei rintocchi che si ascoltano nell’Ouverture
anticipano un momento della vicenda, quando l’alba segna la
fine della festa; e i temi che seguono, intrecciando meraviglia a
meraviglia, si ricollegano a precisi episodi, tutti trasfigurati nella
luce e nella grazia del valzer.
Elisabetta Fava
Domenica 13 settembre ore 11 - Auditorium Rai Arturo Toscanini
Concerto straordinario seguito da aperitivo
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
Juraj Valčuha, direttore
Bedřich Smetana: La Moldava, poema sinfonico
Nino Rota: La strada, suite dal balletto
Johann Strauss figlio: Valzer e polke
Posto unico numerato euro 10
in vendita presso la biglietteria di MITO SettembreMusica
Via San Francesco da Paola, 6
tutti i giorni 10.30/18.30
e on-line www.mitosettembremusica.it
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I componenti de I Virtuosi dei Berliner Philharmoniker suonano
con grande successo su tutti i palcoscenici del mondo. Scopo
dell’ensemble è quello di fondere il suono degli archi dell’orchestra
con il virtuosismo dei singoli musicisti. Il repertorio del gruppo
parte dai classici viennesi e romantici, con le Serenate e le Sinfonie
di Haydn, Mozart, Mendelssohn, Offenbach, Rossini, Schubert,
Dvořák e Čajkovskij, per arrivare alla musica contemporanea, fino
al jazz e al tango. Hanno registrato per le etichette Teldec e NEC,
ricevendo l’unanime apprezzamento della stampa specializzata.
Nato a Bucarest, Laurentius Dinca ha studiato dapprima nella sua
città natale, poi a Lubecca. Ha vinto numerosi premi in concorsi
internazionali come il Tibor Varga di Sion, il Louis Spohr di
Friburgo, il Canals di Barcellona. Dal 1980 al 1984 è stato primo
violino dell’Orchestra della Radio di Francoforte e nel 1984 è
entrato a far parte dei primi violini dei Berliner Philharmoniker.
Come primo violino dei Virtuosi dei Berliner Philharmoniker ha
girato tutto il mondo. È anche leader del Quartetto Athenaeum
Berlin dal 1991 e dell’Ottetto d’Archi dei Berliner Philharmoniker
dal 1995. Nel 1992 ha ricevuto la Croce dell’Ordine al Merito
Melitense. Tiene corsi in Italia, Germania, Venezuela, Giappone.
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Impaginazione e stampa: Alzani Tipografia - Pinerolo (TO)