v - Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere
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(L-LIN/01-Glottologia e Linguistica) Linguistica generale 1a a.a.2013-2014 Anna Pompei NOZIONE DI MORFEMA • Unità minima dotata di significato, di prima articolazione (Martinet) [boy+s] [ragazz+i] NOZIONE DI MORFEMA • Individuazione dei morfemi: Prova di commutazione dent-al(e) dente dentatura dentista dentiera sdentato, ecc… globale stradale vitale mortale intenzionale, ecc… Morfema vs. morfo vs. allomorfo s s z in ˆz vengo vs vieni in im il ir Suppletivismo vs. allomorfia vado ~ andiamo go ~ went Arezzo – Aretini perfetto – perfezione plurale fratto in arabo NOZIONE DI MORFEMA - lessicali vs. grammaticali (da parte di) Morfemi lessicali (classe aperta) grammaticali (classe chiusa) derivazionali (derivano parole da altre parole) - liberi vs. legati flessionali (danno luogo alle diverse forme di una parola) Morfologia concatenativa Prefissi Infissi Suffissi Affissi [[s+[fini(re)]]+mento] ru+m+p+o vs. rupi su:lat ‘uno scritto’ > sumu:lat ‘uno che scrisse’ Morfologia concatenativa Circonfissi Transfissi (=confissi) Affissi Circonfissi sagen ge – sag -t Confissi (= affisso ‘a pettine’) k+a+ t+a+ b+a ktb k+u+ t+i+ b+a Morfema vs. morfo vs. allomorfo 1 morfo 1 morfema turco Sing Nom adam adam-lar Acc adam-i adam-lar-i Gen adam-in adam-lar-in 1 morfo Morfemi cumulativi ≥2 morfemi Pl Morfemi cumulativi • greco antico anthrōpou < * anthrōpo-sjo uomo.gen.m.sg • latino (= italiano) amo amare.1sg.pr.ind.att Tipologia morfologica lingue polisintetiche lingue flessive (fusive) lingue agglutinanti lingue isolanti 1 parola 1 morfo 1 morfo 1 parola 1 frase ≥2 morfemi 1 morfema 1 morfema Tipologia morfologica •Lingue polisintetiche Le lingue polisintetiche sono caratterizzate dalla presenza di molti affissi che si aggiungono a un morfema lessicale: Swahili (in realtà agglutinante; questo è un caso di polisintesi) nilichokiona io perf rel/ogg ogg vedere ind ‘che io ho visto’ Un fenomeno presente soprattutto nelle lingue polisintetiche è quello dell’incorporazione. Con il termine incorporazione e, più precisamente, con incorporazione del nome, a partire da Sapir (1911: 257, passim) si intende propriamente un processo di composizione di un nome e di un verbo, che dà in uscita una nuova forma verbale: [N+V]V Onondaga (Baker, 1988:77) Pet wa?-ha-htu-?t-a? Pet pass-3m-perdere-caus-asp Pet wa?-ha- hwist-a-htu-? t-a? Pet pass-3m-denaro-ep-perdere-caus-asp “Pet perse denaro” ne art o-hwist-a? prf-denaro-suf Tipologia morfologica •Lingue agglutinanti Le parole di una lingua agglutinante tendono a essere plurimorfemiche, in quanto constano di una base cui si aggiungono vari suffissi. Questi vari suffissi sono forme che veicolano ciascuna un significato diverso, dunque c’è tendenzialmente biunivocità tra morfi e morfemi, i morfi sono perfettamente segmentabil e disposti in sequenze lineari prevedibili: X X morfo 1 morfema 1 morfo 2 morfema 2 morfo 3 morfema 3 Tipologia morfologica •Lingue fusive (o flessive) Sono lingue in cui le parole tendono a essere plurimorfemiche, ma senza che ci sia biunivocità tra morfo e morfema e con minore facilità di segmentazione di quanto avvenga per le lingue agglutinanti; ci sono, infatti, molti morfi cumulativi. Tipologia morfologica •Lingue isolanti Si tratta di lingue con morfologia molto ridotta, in cui i significati sono espressi da parole diverse. In queste lingue parola e morfema tendono a coincidere e le parole tendono a essere invariabili; i morfemi sono dunque di norma sempre liberi e non legati. I rapporti grammaticali tra parole sono veicolati dalla posizione nella frase o da particelle che definiscono determinate funzioni sintattiche. Vietnamita Khi quando toi io den venire nha ban toi chung toi casa amico mio pl. io bat dau lam bai cominciare fare lezione ‘Quando giunsi alla casa del mio amico, noi cominciammo a preparare la lezione’ Grado di isolamento = 1 = perfettamente isolante ingl. 1,68 – scr. 2,59 – esch. 3,72 DERIVAZIONE N tavolo A→N bello → bellezza V→N amministrare → amministrazione N→V→N tinta → tinteggiare → tinteggiatura Famiglia di parole DERIVAZIONE Regole morfologiche e di riaggiustamento A → Avv [[lenta]A+mente]Avv N → A → A → Avv [ragione]N [[ragione]N+vole]A [ir+[[ragione]N+vole]A]A [ir+[[ragione]N+vol(e)]A]A+mente]Avv e→Ø/V l __ + mente r DERIVAZIONE Matrice morfologica [[ammistra]V+zione]N Matrice semantica + ‘ATTO DI _____’ = + ‘ATTO DI amministrare’ vs [amministramento] Nomina actionis, Nomina rei Nomina agentis DERIVAZIONE restrizioni sulla derivazione Ess.: prosper-ity in + AGG casa ‘abitazione’ + -etta (casetta) casa ‘ditta’ + *-etta (*casetta editrice) DERIVAZIONE • La suffissazione, a differenza della prefissazione, di norma cambia la posizione dell’accento [ammini'strare]V vs. ['leddΩere]V [amministrat'tsjone]N [ri'leddΩere]V DERIVAZIONE • La suffissazione, a differenza della prefissazione, può cambiare la categoria lessicale della base [[amministra(re)]V+zion(e)]N vs. [ri+[leggere]V]V DERIVAZIONE - Parasintesi [in[vecchi]A are]v *invecchio en-light-en be-reich-ern *vecchiare DERIVAZIONE Esercizi: (1) Distinguere gli affissi flessivi da quelli derivazionali: Il cane rincorre il gatto (2) Scomposizione in morfemi con parentesi: immangiabile parlavamo immaginazione richiamami soffocamento governatore comportamentale ineccepibilmente derivazionale immagine incontrammo certamente COMPOSIZIONE • Processo di combinazione di due forme libere (o, meglio, di due morfemi lessicali) (FuβballweltmeisterschaftsqualifiKationsspiel) Struttura del composto II I N A N A V Adv P [croce + via]N [bianco + spino]N [mano + mettere]V *tavolobene [pesce + cane]N [verde + acqua]A [croce + figgere]V [campo + [dolce + amaro]A *caropaga *biancooggi *bellocon santo]N [verde + azzurro]A [sali + scendi]N [butta + fuori]N *giracon *casacon [cassa + forte]N V [scola + pasta]N *pagacaro [canta + storie]N A d v [sotto + P [oltre + tomba]N [gira + volta] N [sempre + verde]A/N [sotto + mettere]V [sotto + sopra] Adv [mal + volentieri] Adv *beneper *perbello *senzamangiare [per + bene]A/Adv *percon passaggio]N COMPOSIZIONE Testa dei composti 1. Composti endocentrici [[cassa]N+forte]A]N N cassaN categoria lessicale semantica Sottocategorizzazione (a) (b) (c) (d) [[black]A+[board]N]N [[honey]N+[sweet]A]A [[gentile]A +[uomo] N]N [[scuola]N+[bus]N]N forteA COMPOSIZIONE Testa dei composti 2. Composti esocentrici (e) [[sali]V+[scendi]V]N (f) [[guarda]V+[sigilli]N]N (g) [[senza]P+[tetto]N]N (h) [[pelle]N+[rossa]A]N COMPOSIZIONE Testa dei composti 3. Composti dvandva [[cassa]N+[panca]N]N COMPOSIZIONE Classificazione in base al rapporto tra costituenti: composti subordinativi (capostazione) composti attributivi/appositivi (camposanto, pescespada) composti coordinativi (sordomuto) COMPOSIZIONE composti subordinati attributivi/appositivi coordinativi endocentrici esocentrici endocentrici esocentrici endocentrici esocentrici baby care pickpocket blackboard greeneyed bittersweet Austria-Hungary taxi driver lavapiatti white collar dancer singer north east swordfish COMPOSIZIONE Flessione dei composti [P1 + Fless] + P2 capistazione [P1 + P2] + Fless capogiri [P1 + Fless] + [P2 + Fless] capimastri - cassepanche P1 + P2 saliscendi - senzatetto [P1 + [P2 + Fless]] guardasigilli - portalettere [[P1 + Fless] + P2] Ø (P1 ≠ testa: *maniscritto) COMPOSIZIONE Composti incorporanti nicqua in nacatl > ni-naca-qua ‘io mangio la carne’ ‘io carne-mangio’ horseride manomettere crocifiggere Composti reduplicati picapica leccalecca Composti troncati zarabotnaja plata > zar-plata ‘guadagnato pagamento’ > ‘salario’ cfr. ‘parole macedonia’ motel smog confindustria Sigle (o acronimi) FS (ferrovie dello Stato) SMS (short message service/system) IPA (International Phonetic Alphabet) laser(Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation) COMPOSIZIONE Composti neoclassici sociologia vs. calorifero Prefissoidi = semiparole o confissi = morfi cranberry Suffissoidi dal greco: primo elemento –o (termolabile) dal latino: primo elemento –i (fruttifero) Si collocano tra composizione e derivazione, in quanto sono simili ad affissi, ma hanno un valore lessicale (=morfemi lessicali). Prefissoidi = suffissoidi: metro-metro (termometro, metrolnomo; logopedista, podologo) auto- < gr. autós ‘se stesso’ (autonomo, autoconvincimento) vs auto- < automobile (autolavaggio) tele- < gr. têlē ‘lontano’ (telepatia, telecomunicazione) vs tele- < televisione (telegenico, telequiz) COMPOSIZIONE Composti sintagmatici nave scuola, sedia elettrica, ferro da stiro, parola chiave, fine settimana Composti (= polirematiche) o multiword expressions (unità plurillesicali)? Composti stretti: tragicomico, biancazzurro vs Composti larghi: fine settimana/ fine-settimana, nave scuola FLESSIONE • Categorie flessionali: Proprie delle lingue flessive, si tratta di morfemi grammaticali (ossia dotati di un significato grammaticale) che vengono realizzati da morfi desinenziali, spesso cumulativi. Gli stessi valori possono essere espressi da morfi liberi – ossia da parole - nelle lingue isolanti, o anche, talora, da parole piene in altre tipologie di lingua. FLESSIONE • Categorie flessionali: Più che ‘categorie flessionali’, dunque, sarebbe opportuno parlare di ‘categorie grammaticali’ espresse attraverso la flessione. In questa forma, le categorie grammaticali sono relative alle ‘categorie lessicali’, o ‘classi di parole’, o ‘parti del discorso’, come nomi e verbi, pronomi, aggettivi. FLESSIONE • Categorie grammaticali: È una categoria ogni classe di opzioni grammaticali complementari (asse paradigmatico) e omogenee (stessa nozione grammaticale) . Opzioni complementari e omogenee: plurale, singolare, ecc. Opzioni non complementari e non omogenee: prima persona singolare, ecc. FLESSIONE • Categorie grammaticali: Scoperte: manifestazione fonetica della categoria (es. numero): Es.: uomo ~ uomini – libro ~ libri Coperte: mancanza di manifestazione fonetica della categoria (ess. numero, genere): Es.: carità ~ carità – film ~ film – moto – moto (she/he) baby FLESSIONE • Categorie grammaticali: Coperte: mancanza di manifestazione fonetica della categoria Es.: uccidere – andare – morire – affondare lt. timeo ~ timeor vs uccido ~ sono ucciso – vado ~ sono andato FLESSIONE • Categorie grammaticali: Scoperte: manifestazione fonetica della categoria (in sintassi) Es.: vado a casa ~ vado dal dentista sp. he visto una casa – he visto a tu madre FLESSIONE • Categorie grammaticali: Isolate: si applicano solo ad alcune forme Es.: fr. qui ~ que ingl. he ~ him – she ~ her – I ~ me lt. volo ~ vol-it-o Sistematiche: si applicano a tutte le forme vs lt. td. (caso) swahili ficha ‘nascondere’ ~ ficha-ma nascosto’ (aspetto) ‘stare Flessione del nome • Genere Nasce dall’assegnazione semantica del sesso (+maschile, + femminile) o dell’animatezza [±animato]. Poi viene grammaticalizzato, ossia espresso mediante una desinenza flessiva. Genere naturale vs genere grammaticale Generi più diffusi: maschile, femminile, neutro. Altrimenti classificatori nominali (per diversi valori semantici) Tipologicamente genere > numero Flessione del nome •Numero (marcato anche sul verbo) Esprime di norma il numero dei referenti del significante (numerosità): Numeri più diffusi: Singolare = 1 Plurale = > di 1, genericamente Duale = 2 Triale = 3 Paucale = pochi Tipologicamente: paucale > triale > duale > plurale > singolare Flessione del nome •Numero (marcato anche sul verbo) Di norma plurale marcato: adam ~ adam-lar oppure marca diversa: libr-o ~ libr-i Legame con i quantificatori, definiti e indefiniti: Ho visto pochi film ultimamente Ho finalmente comperato il libro Incongruenza tra marca grammaticale e piano logicosemantico: -Singolare numericamente neutrale (turco, cinese) -Il cavallo è un animale resistente ≈ I cavalli sono animali resistenti (classe) -Il cavallo è arrivato primo ≠ I cavalli sono arivati primi Flessione del nome •Numero (marcato anche sul verbo) Non è sempre possibile definire la numerosità di un’entità. I nomi si distinguono infatti in -numerabili (mela≈mele), a cui possono essere assegnati dei quantificatori. -collettivi (scolaresca, gregge, flotta, classe, mandria, ecc.), che designano una molteplicità di entità discrete -massa (latte, farina, zucchero, acqua, ecc.), che indicano delle masse indistinte, di solito di un sostanza Incongruenza tra marca grammaticale e piano logicosemantico: i collettivi sono singolari, ma indicano un insieme plurale di individui. Flessione del nome •Caso Esprime la relazione di un elemento nominale con le altre parole della frase in cui si trova. Questa relazione può essere sintattica (ad esempio rapporto di reggenza tra un verbo e un nome all’accusativo, oppure rapporto di reggenza tra un nome e un altro nome al genitivo), oppure semantica (ad esempio espressione della causa, dello strumento, del tempo, ecc.). Queste stesse relazioni possono essere espresse dalle preposizioni, anziché da morfi: Il ragazzo ha dato una rosa a Maria Puer Mariae rosam dedit Flessione del nome •Caso Casi più diffusi: Nominativo: esprime, di norma, la relazione sintattica di soggetto Accusativo: esprime, di norma, la relazione sintattica di oggetto. Genitivo: esprime, di norma, la relazione sintattica di nome retto da un altro nome. Dativo: esprime, di norma, la relazione sintattica di oggetto indiretto. Ablativo: esprime vari valori, di solito relazioni semantiche, come quella di tempo, di strumento, di luogo, ecc. Flessione del nome Sistemi di caso Lingue nominativo-accusative: soggetto oggetto transitivo Nom Acc intransitivo Nom --Alexander amicos convocat A.-N.SG Alexander A.-N.SG amici-Acc.Pl riunire-PRES.3SG currit correre-PRES.3SG Flessione del nome Lingue ergativo-assolutive (cfr. lingue caucasiche – georgiano; austronesiane- tonga -, australiane – diyari; amerindiane ed eschimesi): soggetto oggetto transitivo Erg Ass intransitivo Ass --- Kapampangan (Filippine) Ikit da vedere 3PL.ERG ‘Loro ti hanno visto’ Tinerak ka ballere 2ABS ‘Tu balli’ ka 2ABS Flessione del nome Esercizi Considerate le seguenti espressioni in basco: (a) Nik gizona ikusi ‘io ho visto l’uomo’ (b) Gizonak liburua ikusi ‘l’uomo ha visto il libro’ (c) Gizona etorri da ‘l’uomo è venuto’ Dite: (1) Si tratta di una lingua nominativo-accusativa o ergativo-assolutiva? (2) quale tipo morfologico appartiene il basco? Flessione del nome •Definitezza Esprime l’individuazione precisa (o meno) del referente: -Ho visto Roma -Ho visto una città -Ho visto qualcosa entità tipo variabile (solo alcuni tratti semantici) -È venuto Paolo -È venuto il ragazzo che aspettavo -È venuto un ragazzo -È venuto qualcuno entità definita entità definita entità generica (tipo) variabile Flessione del nome •Definitezza Codificazione della definitezza: morfologica (scoperta) ar. al-bait-u vs bait-un ART-casa-NOM casa-NOM ‘la casa’ vs ‘una casa’ sintagmatica (coperta) -È venuto il ragazzo che aspettavo -È venuto un ragazzo -Questo ragazzo è molto interessante Flessione del verbo • Persona (riguarda di norma pronomi e verbi): Come categoria (pro)nominale costituiscono degli universali linguistici la prima e la seconda persona, relative, rispettivamente, a colui che parla (“io”=emittente) e a colui che ascolta (“tu”=ricevente). LA terza persona è invece costituita da un astante che non partecipa attivamente all’atto di parola e che può essere presente o assente. Per questo Benveniste definisce la terza persona come “non persona” e in arabo la definizione è di al-ghā’ybu “l’assente”. Flessione del verbo • Persona e genere Nelle lingue del mondo la prima e la seconda persona sono di norma espresse da un morfo dedicato. Per la prima persona di norma non ci sono distinzioni di genere o di animatezza, che possono invece comparire a partire dalla seconda persona (ar. ’anta m. vs ’anti f.) e quindi anche nella terza (ar. huwa m. vs hiya f.; cinese tā nel carattere) mentre per la terza può essere impiegato un pronome dimostrativo: Inoltre la prima e la seconda persona possono presentare marche di definitezza (tc. ben-i “io”, sen-i “tu”). Flessione del verbo • Persona e numero Le persone sono di norma distinte anche a seconda del numero. Così, ad esempio, per quanto concerne la persona codificata sul verbo si può esprimere il fatto che il soggetto del verbo è colui che parla (I ps. sg.) o colui che ascolta (II ps. sg.) o un astante (III ps. sg.); o colui che parla e colui che ascolta (I ps. pl. inclusiva), o colui che parla e qualcun altro (I ps. pl. esclusiva), o l’insieme di quanti ascoltano (II ps. pl.) o un insieme di astanti (III ps. pl.). Come categoria flessiva, la persona è espressa mediante un morfo, di solito cumulativo, del verbo. Nelle lingue polisintetiche si trova anche l’indicazione mediante affisso di altre relazioni sintattiche, come l’oggetto diretto e quello indiretto. La distinzione tra “noi” inclusivo ed esclusivo ci può essere anche nei pronomi: cin. wǒmen (“io” + “altri”) vs zánmen (“io” + “tu”) creolo neo-melanesiano /mi≥èle/ (“io” + “altri”) vs /ju≥ mi/ (“io” + “tu”) Flessione del verbo • Persona e allocutivi (deissi) Plurale usato come sineddoche, ossia esprimendo l’importanza del ricevente fingendo che sia più di uno: fr. vous - it. non standard voi plurale maiestatis vs (plurale modestiae) Terza persona usata metonimicamente, a indicare che il ricevente è assente, perché la sua importanza non permette di rivolgerglisi direttamente: it. Lei – port. o senhor / a senhora Unione delle due strategie: td. Sie Flessione del verbo • Persona e definitezza La persona può essere espressa in maniera generica, utilizzando la seconda persona, la terza (al plurale o in forma impersonale) o un indefinito: -se tu non sei molto intelligente, ad esempio, è una questione genetica -se uno non è molto intelligente, ad esempio, è una questione genetica -dicono che la domenica il museo sia chiuso -si dice che la domenica il museo sia chiuso Flessione del nome •Persona e possesso Il possesso si incrocia con la categoria di persona in quanto indica una relazione tra una persona e un’altra entità. Questa relazione non è necessariamente di possesso (“A appartiene a B”); di norma l’altra relazione codificata è quella di agente: -Silvia gioca con il tuo bambolotto -Silvia parla con il suo professore -Silvia ha messo il mio pigiama In turco l’espressione del possessivo è scoperta: kardeşim ‘mio fratello’ vs kardeşin ‘tuo fratello’ Ciò che unisce l’espressione della persona e quella del possesso è il riferimento personale. In alcune lingue uno stesso morfo può codificare ora l’uno, ora l’altro morfema: ar. ra’aytu-hu “ho visto lui > l’ho visto” vs kitābu-hu “il libro di lui > il suo libro” Flessione del nome •Possesso Il possesso esprime, di per sé, la relazione tra possessore e posseduto. Nelle lingue del mondo può essere codificato mediante un verbo dedicato (a), oppure come locativo (b) o come comitativo (c): sp. tengo un libro muy interesante -Silvia parla con il suo professore -Silvia ha messo il mio pigiama In turco l’espressione del possessivo è scoperta: kardeşim ‘mio fratello’ vs kardeşin ‘tuo fratello’ Ciò che unisce l’espressione della persona e quella del possesso è il riferimento personale. In alcune lingue uno stesso morfo può codificare ora l’uno, ora l’altro morfema: ar. ra’aytu-hu “ho visto lui > l’ho visto” vs kitābu-hu “il libro di lui > il suo libro” Flessione del verbo Tempo Il tempo linguistico colloca la predicazione espressa dal verbo in relazione con l’atto di comunicazione. Essendo legato al tempo fisico, è di norma una categoria oggettiva, a differenza dell’aspetto. Distinguiamo un tempo assoluto e un tempo relativo. Il tempo è uno dei valori che nelle lingue flessive esprimono le desinenze del verbo, ma questa stessa categoria grammaticale può essere espressa, nelle stesse lingue, anche da avverbi temporali, come ieri, oggi, domani, ecc. Flessione del verbo Tempo assoluto Per parlare di tempo assoluto bisogna tener presente: • momento dell’enunciazione (ME) • momento dell’avvenimento (MA) momento = istante arco di tempo L’opposizione fondamentale nella collocazione degli avvenimenti rispetto al momento dell’enunciazione è quella tra passato ~ non-passato. Flessione del verbo Tempo assoluto Atto comunicativo (ME) • Passato Presente Futuro Momento dell’avvenimento (MA) Flessione del verbo Tempo assoluto Maria partirà domani ME MA Maria partì un giovedì del mese di maggio MA ME Maria parte oggi ME=MA Flessione del verbo Tempo relativo Il tempo relativo permette di ordinare gli uni rispetto agli altri gli avvenimenti di cui si parla nel momento dell’enunciazione. Per parlare di tempo relativo bisogna tener presente: • momento dell’enunciazione (ME) • momento dell’avvenimento (MA) • momento di riferimento (MR) Quando Luigi era ormai uscito, Maria si degnò di chiamare MR MA ME Flessione del verbo Tempo relativo Passato Presente Futuro Anteriorità nel passato Contemporaneità nel passato Posteriorità nel passato Anteriorità nel presente Contemporaneità nel presente Posteriorità nel presente Anteriorità nel futuro Contemporaneità nel futuro Posteriorità nel futuro Flessione del verbo Aspetto L’aspetto è la maniera in cui l’emittente presenta la predicazione espressa dal verbo. Si tratta quindi di una categoria soggettiva, a differenza di quella del tempo. Accanto all’aspetto codificato mediante morfi grammaticali, di flessione, c’è anche un aspetto espresso dal morfema lessicale (essere = stato). Strategie morfosintattiche che realizzano l’aspetto: • • • • • a. b. c. d. e. morfemi flessivi allomorfia +aff. affissi suppletivismo perifrasi parl-ava vs. parl-ò (imperfettivo vs perfettivo) ya-ktub-u vs. katab-a (imperfettivo vs perfettivo) facio vs. perficio (imperfettivo vs perfettivo) horáō vs. eîdon (imperfettivo vs perfettivo) I often eat potatoes vs. I’m eating potatoes Inizio a lavorare domani Finisco di scrivere e ti cedo il computer Flessione del verbo Aspetto morfologico imperfettivo progressivo continuo abituale compiuto perfettivo perfetto Flessione del verbo Aspetto imperfettivo Presuppone una prospettiva “interna” al processo, che non è interessata alla sua eventuale conclusione. Si ha cancellazione dell’ultima fase dell’evento (T). L’anno scorso, Gianni scriveva un libro (non mi interessa se l’ha finito o meno) L’aspetto imperfettivo si distingue in Imperfettivo progressivo Imperfettivo abituale Imperfettivo continuo Le lingue possono scegliere di codificare obbligatoriamente questi valori (es. perifrasi progressiva in inglese), oppure no (es. perifrasi progressiva in italiano). Flessione del verbo Aspetto imperfettivo progressivo - viene attivato quando il verbo indica un processo colto in un singolo istante (istante di focalizzazione) del suo svolgimento; - è possibile la parafrasi con perifrasi ‘progressiva’ “stare + gerundio”: In quel momento Enrico dormiva (= stava dormendo) profondamente. Aspetto imperfettivo abituale - riguarda il ripresentarsi più o meno regolare di un certo processo, in relazione a condizioni ambientali ben definite e ricorrenti. - costituisce criterio sufficiente ma non necessario la possibilità di parafrasi mediante la perifrasi “essere solito + infinito”: Marco prende (=è solito prendere) il treno delle 7,15. In quel periodo, Marco si alzava (ero solito alzarsi) alle 6. Flessione del verbo Aspetto imperfettivo continuo - si ha quando il verbo indica un processo “durativo” o “iterativo” (serie di accadimenti, ma con quadro situazionale unico). - è possibile la parafrasi mediante le perifrasi “non fare altro che + infinito”, “andare + gerundio”, “continuare a + infinito” (vs. interpretazione narrativa): Per tutta la durata dell’incontro, Marco guardava davanti (= continuava a guardare davanti) a sé con aria desolata. Fabrizio entrava ed usciva (= non faceva altro che entrare e uscire) ogni momento. La fanciulla piangeva e piangeva. Flessione del verbo Aspetto compiuto (Co-occorrenza tra le tre fasi dell’evento, ossia tra I, S e T) Presuppone una prospettiva “esterna” al processo, che è interessata alla sua conclusione (perfettivo) L’anno scorso, Gianni scrisse un libro (l’ha finito) Manzoni nacque nel 1785 (è morto) e all’eventuale risultato della sua conclusione (perfetto) L’anno scorso, Gianni ha scritto un libro (l’ha finito ed è stato un fatto importante della sua vita) Gianni è nato nel 1960 (e ancora vive) Flessione del verbo Azione lessicale / Aktionsart non-durativo durativo telico non-trasformativo (=puntuale) trasformativo risultativo non-risultativo stativo permanente non-stativo (=continuativo) non-permanente Flessione del verbo Aspetto durativo Riguarda processi caratterizzati da uno svolgimento rapido, il cui punto d’inizio (I) coincide idealmente con il punto finale (T). È dunque idealmente neutralizzata la fase di sviluppo dell’azione (S). L’aspetto non-durativo si distingue in puntuale trasformativo • • Verbi puntuali: non presuppongono un mutamento di stato: stupirsi, spaventarsi, prendere un voto. Verbi trasformativi: presuppongono un repentino cambiamento di stato. ricominciare, giungere, incaricare, morire, affogare. ►Con cambiamento di stato si intende il risultato del raggiungimento di un télos, ossia del compimento dell’azione (focalizzazione di T). Flessione del verbo Aspetto non-durativo Riguarda processi che si prolungano nel tempo (focalizzazione della fase di sviluppo dell’azione, S). L’aspetto durativo si distingue in risultativo non-risultativo • Verbi risultativi: sono caratterizzati da un cambiamento di stato (focalizzazione di S e di T). imparare, costruire una casa, disegnare un ritratto, mangiare una mela • Non-risultativi: non sono caratterizzati dal raggiungimento di un télos (neutralizzazione di T, come nell’aspetto morfologico imperfettivo). I verbi non-risultativi si distinguono in stativi e non-stativi (o continuativi) Flessione del verbo • Verbi non-stativi o continuativi: ammettono soluzioni di continuità. lavorare, continuare, pensare, ridere, tacere. • Verbi stativi: si distingono in permanenti e non-permanenti • Stativi permanenti: sono i verbi che indicano qualità inalienabili o permanenti del soggetto (neutralizzazione di I e di T). assomigliare, esistere, permanere, essere vecchio, conoscere, essere in gamba, possedere. *Possiedi un giradischi! *Mia nonna sta essendo vecchia. Stativi non-permanenti: sono caratterizzati dalla relativa precarietà della condizione indicata (I neutralizzato; T non focalizzato). avere tempo, essere lunedì, avere sete, essere sulle spine. • Flessione del verbo Con l’espressione tratti TAM si intende il fatto che aspetto, tempo e modo possono interagire, oltre ad essere spesso codificati mediante un morfo cumulativo: -dieci anni fa Luigi scriveva un libro (sintagma verbale risultativo, in cui T viene però neutralizzato dall’aspetto imperfettivo) vs -dieci anni fa Luigi scrisse un libro (sintagma verbale risultativo, in cui T viene mantenuto dall’aspetto perfettivo) Verbi non-stativi o continuativi: ammettono soluzioni di continuità. lavorare, continuare, pensare, ridere, tacere. • Verbi stativi: si distingono in permanenti e non-permanenti • Stativi permanenti: sono i verbi che indicano qualità inalienabili o permanenti del Flessione del verbo •Modo Il modo è un morfo flessivo che serve a esprimere: Forza illocutiva Giovanni parte = asserzione (Se) Gianni partisse = desiderio Gianni, vattene! = ordine (o consiglio) Asserzioni = discorsi apofantici (Aristotele), per cui vale V/F Flessione del verbo •Modo Modalità Concetto di origine logico-filosofica → pragmatica - modalità aletica (nucleo della logica modale): necessario possibile eventuale impossibile - modalità deontica obbligatorio permesso - modalità epistemiche verificato incerto esente vietato falso Flessione del verbo •Modo Modalità Giovanni è stanco = certezza Dovrebbero essere le cinque = incertezza supposizione Flessione del verbo •Modo Subordinazione Se Gianni fosse partito un’ora prima, non avrebbe perso la coincidenza Voglio che Gianni parta domani Preferirei che Gianni partisse domani Flessione del verbo •Evidenzialità Grado di coivolgimento del parlante circa il grado di verità di ciò che sta affermando. Si distingue una evidenzialità diretta (autoptica) da una indiretta (per sentito dire o per inferenza): fasu: a-pe-re (a_ _ _re = conoscenza di tipo visivo) “È venuto” koasati: nipó-k aksóhka-ha (–ha = conoscenza indiretta per sentito dire) “la carne si sta bruciando! turco: Ahmet gel-miş ((i)miş = conoscenza indiretta) ‘Ahmet deve essere venuto’ Flessione del verbo Diatesi La diatesi esprime come la predicazione espressa dal verbo viene rappresentata in relazione ai partecipanti, con particolare rifuardo al soggetto. A questo proposito, è necessario distinguere tra relazioni sintattiche (soggetto, oggetto) e ruoli semantici (agente ‘che fa l’azione’, paziente, ‘che subisce l’azione’). Nella diatesi attiva il soggetto dei verbi transitivi è di norma un agente, mentre l’oggetto è un paziente. Nella diatesi passiva il soggetto è sempre un paziente e non interessa l’espressione dell’agente. Nella diatesi media e riflessiva il soggetto è di norma un agente, ma risulta coreferenziale all’oggetto/paziente. Flessione del verbo Diatesi Il guerriero colpisce il nemico. Il nemico è colpito (dal guerriero) Spiegazione sintattica: Nel passivo diventa soggetto l’oggetto diretto della corrispondente frase attiva. Ma: ho molto tempo > *molto tempo è avuto da me la Vergine fu assunta in cielo > *X assunse la Vergine in cielo Flessione del verbo Passivo Nelle manifestazioni prototipiche, nella voce attiva (energētikē) il soggetto compie l’azione, nella passiva (pathētikē) la subisce: Attivo: soggetto = Agente Passivo: soggetto ≠ Agente Funzioni del passivo: - semantiche: demuovere un argomento → Aggiunto Cfr. ar. (majhūl =(verbo con agente) sconosciuto): Flessione del verbo Passivo Funzioni del passivo: - semantiche: Kasara waladuka alfinijāna ruppe bambino-tuo il-vaso ‘Il tuo bambino ruppe il vaso’ Kusira alfinijānu fu rotto il-vaso ‘Il vaso è stato rotto’ Inkasara alfinijānu stette rotto il-vaso (perifrasi stativa) ‘Il vaso si è rotto’ Flessione del verbo Passivo Funzioni del passivo: - semantiche: Portare in primo piano l’azione itur Sol-a sap-il-ir sinistra-DAT voltare-PASS.3SG ‘Si volta a sinistra’ Il passivo può essere codificato da una marca morfologica o in sintassi, mediante una perifrasi. Flessione del verbo Medio -media tantum gr. keîmai (‘giacere’) gígnomai (‘nascere’) - medi dinamici nēkhō nēkhomai (‘nuotare’) (‘farsi una nuotata’) - medi riflessivi loúō loúomai (lavo) (mi lavo) - medi possessivi loúomai tàs kheîras (mi lavo e mani) Flessione del verbo Medio - medi di interesse títhemai toùs nómous (‘promulgare leggi per la comunità’) - medi reciproci dialégomai (‘conversare’) Flessione del verbo Diatesi Sviluppo diacronico dei medi e nascita del passivo (Lazzeroni 1997): - Sviluppo a partire dai media tantum. Stativi [-dyn] [-con] [+sogg] (=coinvolgimento del soggetto) Eventivi [+dyn] [-con] [+sogg] (=coinvolgimento del soggetto) - Grammaticalizzazione di un’opposizione con la diatesi attiva, sulla base del tratto [±sogg] - Sviluppo del passivo, favorito dal tratto [-con] Flessione del verbo Riflessivi (e reciproci): uso del si - Uso ‘ proprio’: è un argomento del verbo Riflessivo: Giovanni si guarda allo specchio Giovanni guarda se stesso allo specchio Reciproco: Giovanni e Mario si salutano - Usi ‘derivati’: non è un argomento del verbo (e non può mai apparire essere sostituito da se stesso) Flessione del verbo Riflessivi (e reciproci): uso del si Usi lessicalizzati: Variante intransitiva di verbi inaccusativi (=marca di ≠ soggetto e Agente) Mario capovolse la situazione La situazione si capovolse Verbi inerentemente riflessivi Mario si pentì (cfr. se paenitet) - Usi derivati non lessicalizzati Impersonale: Si va? Si pensa di farne già una nuova edizione. Flessione del verbo Riflessivi (e reciproci): uso del si Passivo Si mangiano le mele / Le mele si mangiano Si mangia le mele ALTERAZIONE Suffissi diminutivi: -ino -ella -uccio Suffissi accrescitivi: -one Suffissi peggiorativi: -accio Morfologia non concatenativa • Morfemi sostitutivi (= alternanza) feet foot man men Buch Bücher Land Länder • Morfemi zero (= conversione) Derivazione (=derivazione zero o conversione) amante ricavato sapere love cambiare/cambio giocare/gioco calmo/calmare Flessione sheep sheep Morfologia non concatenativa • Sopraffissi o superfissi (= modulazione) Accento: [ˆm'pø:t] ~ ['ˆmpø:t] Tono mā (tono alto, costante) madre má (tono alto, ascendente) lino mă (tono basso, discendente-ascendente) cavallo mà (tono alto, discendente) ingiuriare MORFOLOGIA ‘MINORE’ - Reduplicazione (= aggiunta o raddoppiamento, di norma per intensificare o attenuare) cucurri quisquis ‘chiunque’ kursi kursi ‘sedie’ piano piano gāoxing ‘contento’ > gāogāoxingxing ‘molto contento’ - Retroformazione (= cancellazione) baby sitter → to baby sit editor → to edit MORFOLOGIA Esercizi Scomporre in morfemi (=regole mofologiche): retrobottega, anticamera, presidenziale, arrotondamenti, rimboschimento, passaporto, problematico, caotici, burro, televisivo, motoraduno, ripescaggio, virtù, nazionale, impraticabile, disapprovazione, incapacità, disinteressamento, sconfortante, umanitarismo, benestante, elettrocardiogramma, biblioteca. MORFOLOGIA Esercizi Considerate le seguenti espressioni in siglitan, lingua eschimo-aleutina: (a) i©lu ‘una casa’ (b) i©luk ‘due case’ (c) i©lut ‘più di due case’ (d) ja∏ajuaq ‘lui è stanco’ (e) ja∏ajuak ‘noi due siamo stanchi’ (f) ja∏ajuak ‘noi (più di due) siamo stanchi’ Dite: (1) In cosa differisce la marcatura del nuemro in siglitan rispetto a quella presente in italiano? MORFOLOGIA Esercizi Considerate le seguenti espressioni in danese: (a) en dag ‘un giorno’ (b) dagen ‘il giorno’ (c) en stor dag ‘un grande giorno’ (d) den store dag ‘il grande giorno’ (e) en gaås ‘un’oca’ (f) gaåsen ‘l’oca’ (g) den store gaås ‘una grande oca’ Dite: (1) Che cosa si può dire sulla marcatura di definitezza in danese? MORFOLOGIA Esercizi Considerate le seguenti espressioni in finnico: (a) kalalla ‘sul pesce’ (b) kalasta ‘dall’interno del pesce’ (c) minulla on kala ‘ho un pesce’ (d) kalalta ‘dall’esterno del pesce’ (e) rauda ‘ferro’ (f) raudan ‘del ferro’ (g) den store gaås ‘una grande oca’ minu PRO.1SG – on essere.PRES.3SG Dite: (1) In finnico esiste la categoria del caso? Se sì, è codificata in maniera coperta o scoperta, sistematica o isolata? (2) Come si traduce letteralmente minulla on kala? (3) Come si traduce ‘del pesce’?