Carolyn Resnick
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Carolyn Resnick
nuovi metodi La prima lezione del puledro Carolyn Resnick ha sviluppato un metodo che consente di lavorare con i cavalli in assoluta libertà Allo stato brado i puledri seguono la madre fino a quando non nasce il figlio successivo. Questo legame si crea nelle primissime ore di vita. C ompletamente disteso, ancora bagnato e più che pronto a fare fronte alle sfide della sua giovanissima vita, il bisogno di alzarsi in piedi lo prese. Come una farfalla che esce dal bozzolo, si levò sulle quattro zampe tremando per lo sforzo di reggersi in piedi. Quando tentò di muovere un passo cadde a terra come un gambero che corre di traverso, si piega e cade al suolo. Dando alla caduta la giusta considerazione, rimase steso per pochi minuti, ansimando, con la testa alta e gli arti ripiegati sotto di sé. La fatica di vivere comincia fin dalla 40 IL MIO CAVALLO 4/2009 Nelle primissime ore di vita ogni puledro impara una lezione che non scorderà mai. Carolyn Resnick ce la racconta nascita e così anche le lezioni da imparare. La madre, malgrado il suo nome Moonlight (Chiaro di Luna), aveva dato alla luce il suo puledro in un periodo senza luna. L’istinto l’aveva guidata fino a un posto sicuro, ai margini della radura, lontano dal branco. Qui Moonlight aveva partorito e sarebbe rimasta con il suo nuovo nato fino a che avessero stretto il loro vincolo di madre e figlio. Dopo il parto, Moonlight, dal mantello bianco, aveva la coda rossa e il posteriore tinto di rosa, ma il puledro era nero, come la notte appena passata, salvo che per una insolita macchia bianca sopra gli occhi come l’impronta di un pollice nel mezzo della fronte. La sua coda si muoveva furiosamente, coperta da crini corti, arruffati e bagnati. Lo chiamai Blackstone. Pochi minuti prima era nel ventre di sua madre, stretto nel canale della nascita. Tutto ad un tratto, spinto fuori in un altro mondo, la sua pelle era diventata viva alla carezza del vento e al tocco della lingua di sua madre. Adesso aveva spazio per muoversi ma anche per cadere. C’erano tante cose da prendere in considerazione. Io capivo che si stava concentrando profondamente. Il suo pensiero cosciente stava avendo una lunga discussione con i suoi istinti. Il puledro si deve nutrire entro le prime ore di vita, altrimenti perde il colostro, il primo latte ricco di anticorpi. Giaceva disteso immobile: poi, senza preavviso, si sollevò da terra veloce come un razzo. Fece i primi passi camminando, poi irruppe in una corsa, arrestandosi dopo un breve percorso. Si fermò a valutare le conseguenze delle sue azioni; non ce n’era nessuna. Riprese così di nuovo a correre e le sue corse si allungavano sempre di più. L’istinto di nutrirsi, come già quello di stare in piedi, venne così, all’improvviso. Si potevano sentire le sue labbra succhiare, e ciò evidentemente tranquillizzò sua madre. Lei aspettò pazientemente che lui trovasse il capezzolo, guidandolo con piccole spinte per indicargli dove era il colostro, essenziale per le sua sopravvivenza. Dopo essersi nutrito Blackstone trovò nuove energie. La sua seconda carica lo spinse ancora una volta attraverso la radura. La madre gli sfrecciò dietro, borbottando, cercando di attirare l’attenzione del suo puledro. Era proprio un’impresa. Moonlight e Blackstone non avevano ancora stretto il loro legame. Il puledro stava vivendo la sua avventura, alla massima velocità, senza paure e senza preoccupazioni. Era gonfio di orgoglio e mostrava la sua gioia per la libertà appena scoperta. Si allungava con le lunghe gambe per raggiungere il nuovo mondo, imparò presto che se non guardava in basso non cadeva. Come tutti i puledri, imparava in fretta e, con il suo portamento altero, prometteva di diventare uno stallone capobranco come suo padre Mustano. Poi, improvvisamente, Blackstone si accorse della mia presenza e, senza preamboli, si lanciò verso di me. Moonlight sapeva che non era una buona cosa e cercò di mettersi in mezzo, ma Blackstone non poteva essere fermato. Cercai di aiutarla allontanandomi, ma ogni volta che mi giravo per allontanarmi Blackstone mi seguiva. Allora compresi Il puledro impara dalla madre le regole della vita in branco, le stesse utilizzate da Carolyn Resnick quale è la risposta naturale dei cavalli verso gli oggetti in movimento attorno a loro; tendono istintivamente ad allontanarsi da tutto ciò che si avvicina e invece a gravitare verso tutto ciò che si allontana. Mi girai quindi verso Blackstone dirigendomi dritta verso di lui. Cogliendo immediatamente l’opportunità che gli stavo dando, Moonlight si girò e si mise a correre nella direzione opposta. Vedendo che io avanzavo e che sua madre E’ l’istinto innato che spinge il puledro ad alzarsi subito dopo la nascita. Questo puledro è nato da meno di un’ora. si allontanava, i suoi istinti prevalsero. Allarmato, nitrì rumorosamente e si affrettò verso di lei. Moonlight fece il giro della radura, correndo e trottando con la coda al vento. I suoi richiami echeggiarono attraverso la vallata. Blackstone si era incollato al suo fianco. Quando Moonlight si fermò a distanza e si mise a pascolare, Blackstone cominciò a mangiare a sua volta. Era finalmente nato uno stretto legame tra madre e figlio. Blackstone impiegò più tempo degli altri puledri per sviluppare questo legame. Figlio di Mustano e di Moonlight, capibranco di un gruppo dei più forti, più veloci e ribelli di tutta la valle, Blackstone era nato coraggioso. In questi primi minuti di vita, il puledro nero stava imparando le lezioni di vita, cosi come fanno tutte le creature libere. Da quel momento in avanti, Blackstone sarebbe stato pronto ad affrontare Ü IL MIO CAVALLO 4/2009 41 nuovi metodi E’ la madre, con dei colpetti di muso, a indirizzare il puledro le prime volte verso le mammelle. qualunque imprevisto, per una vita piena di scoperte e di decisioni da prendere. Queste prime esperienze gli avevano impresso una profonda e indispensabile attitudine alla sopravvivenza; l’arte di fondere l’istinto con il giudizio. La mia esperienza Anch’io stavo intanto imparando e la prima lezione di Blackstone nello stringere legami mi insegnò che i puledri sono capaci di rispondere al movimento fin dalla nascita. Seguono ciò che si allontana da loro e si allontanano da tutto ciò che si avvicina. In natura, questa risposta istintiva al movimento rimane con il cavallo per tutta la vita e serve a mantenere il branco unito; è lo strumento per governarlo e imporre la gerarchia. L’intera catena di comandi del branco si basa sull’abilità dei cavalli di influenzarsi l’uno con l’altro. E’ un processo di cavalli che addestrano altri cavalli attraverso la loro istintiva risposta al movimento. Il cavallo dominante è quello che capisce come influenzare un altro cavallo con il movimento ed il linguaggio del corpo. Il cavallo con la maggiore abilità ad influenzare il movimento di tutto il branco diventa il capobranco. Du- rante una fuga precipitosa un capobranco può portare ordine nel caos, creando un rumore di zoccoli ritmico come un rullio di tamburi. Blackstone e Moonlight sono stati per me il principio di questa consapevolezza e mi fecero vivere un’esperienza che non dimenticherò mai. Le prime ore di vita di Blackstone diedero inizio alla mia infatuazione per quello che posso imparare da un puledro appena nato. Il puledro segue Carolyn che si allontana ma scappa da chi gli va incontro. 42 IL MIO CAVALLO 4/2009 STAGE IN ITALIA IL 17 E 18 APRILE U n’allieva di Carolyn Resnick è Alessandra Micheloni Deerinck, nata a Milano nel 1964 e laureata in Medicina Veterinaria. Tra gli anni ottanta e novanta ha montato in corse al galoppo in piano, in qualita’ di amazzone, per dieci anni ottenendo diverse vittorie e piazzamenti. Dal 1994 Alessandra vive a Escondido in California, con il marito Charles Deerinck e i loro tre bambini, Luke(11), Damien (8) e Sonia (6). Come collaboratrice free-lance ha scritto ed illustrato articoli per riviste d’equitazione e giornali del settore ippico. Da circa due anni collabora con Carolyn Resnick studiando le sue tecniche di Liberty Training e comunicazione con i cavalli allo scopo di migliorare il rapporto tra essere umano e cavallo. I cavalli da corsa occupano sempre un posto speciale nella vita di Alessandra Deerinck. Ora si dedica alla loro riabilitazione dopo la carriera agonistica usando la sua passata esperienza e il Carolyn Resnick Method, con il progetto di scrivere un libro al riguardo. Attualmente sta anche completando la traduzione in lingua italiana del libro di Carolyn Resnick, Naked Liberty. Alessandra sarà in Italia il 17 e il 18 aprile prossimi. Chi fosse interessato a organizzare uno stage con lei per conoscere e far conoscere meglio il metodo di Liberty Training di Carolyn Resnick le può scrivere al seguente indirizzo e-mail: [email protected], oppure può consultare il sito: www.carolynresnickblog.com. Il puledro deve imparare immediatamente a seguire gli spostamenti della madre. Per lui è questione di sopravvivenza. Blackstone crebbe per diventare un ‘capobranco’ di ‘capibranco’ come suo padre. Era stato molto importante vedere come aveva fatto esperienza e come aveva sviluppato il suo carattere da ciò che aveva imparato. Le mie osservazioni sui cavalli sono diventate un importante esperimento scientifico per la comprensione dei processi dello sviluppo naturale. Ho preso in prestito l’abilità di un capobranco per usarla nei miei rapporti personali con i cavalli. Comunicare con i cavalli come fanno i capibranco è uno strumento di importanza incredibile. Non solo posso allontanare un cavallo da me, ma posso anche avvicinarlo allontanandomi da lui. Tra queste due risposte, si possono facilmente stabilire i desiderati rapporti spaziali con i cavalli. Il linguaggio dei cavalli Il linguaggio dei cavalli è il movimento. Comunicare sfruttando l’istintiva risposta al movimento del cavallo, crea un soggetto equilibrato. Usare questo linguaggio del movimento durante l’addestramento non solo lega a Il percorso di crescita prevede anche momenti in cui il puledro sta da solo e pian piano questi momenti diventanto sempre più frequenti e più lunghi. me il cavallo, ma crea una relazione magica. La nostra prestazione è il riflesso del legame che ci unisce in collaborazione ed amicizia. Io sono attratta dai cavalli selvaggi che occupano un posto elevato nella gerarchia. Sono più facili da addestrare perché sono più attenti al linguaggio del corpo rispetto agli altri cavalli, hanno mag- giore capacità di mantenere la concentrazione, hanno un grande bisogno di compagnia e capiscono l’importanza di lavorare insieme. Tutti i cavalli hanno il desiderio di seguire una guida e quando chiedo ad un capobranco di fare qualcosa, lui lo fa velocemente. Durante i miei anni di osservazione, mi sono accorta che le prime due settimane di vita del puledro con la madre sono le più importanti. E’ in questo periodo che il potenziale per il futuro addestramento e la capacità di fornire prestazioni in competizione vengono sviluppate. Dall’esperienza con il legame materno si sviluppano nel puledro una personalità equilibrata, una forza d’animo e una sensa- Ü IL MIO CAVALLO 4/2009 43 magia zione di benessere, che creano in lui un desiderio di compagnia. Questo desiderio per la compagnia della madre è essenziale per il cavallo che dovrà in seguito avere la capacità di legarsi all’uomo. Dopo che il puledro ha ricevuto il primo addestramento dalla madre, io incomincio il mio rapporto con lui. Lezioni di vita Ripetendo le stesse lezioni impartite dalla madre, le rinforzo con il comportamento ‘sociale’ e la capacità di comunicazione. Imparando a stare in società i cavalli sviluppano il loro proprio ‘linguaggio’. Le loro capacità si sviluppano in relazione con l’ordine gerarchico del branco. Questa è la ragione per la quale è di beneficio per l’addestramento capire l’importanza dell’ordine gerarchico. Osservando le fasi iniziali dello sviluppo di Blackstone 44 IL MIO CAVALLO 4/2009 Carolyn Resnick ha preso in prestito l’abilità del capobranco per usarla nel rapporto con i cavalli ho capito come usare l’ordine gerarchico naturale a mio vantaggio. Nutrirsi è la prima lezione di comunicazione per il puledro. A differenza del bambino, il puledro deve risolvere da solo il problema e sviluppare un comportamento sociale con la madre per essere in grado di nutrirsi. Non può mangiare in qualsiasi momento; deve imparare le buone maniere ed accettare le direttive della madre. La seconda lezione è capire il dovere di stare con sua madre. Dopo mesi passati a seguirla e a sopportare i suoi cambiamenti di umore, impara qual è il suo posto e lo mantiene. Una volta che questo schema di comportamento si è stabilito, dovrà imparare un’altra lezione che porterà a compimento da solo. Maturando, si avventurerà da solo in piccole escursioni senza la madre. Al ritorno il suo comportamento sarà più indipendente e si rivolterà contro di lei anche calciando; quando la madre ne avrà abbastanza di questo suo comportamento e il puledro sarà abbastanza grande da capire la disciplina e dimostrerà un comportamento aggressivo inappropriato, la madre a sua volta lo richiamerà all’ordine cal- ciando per avvertimento. Così facendo, la madre gli insegnerà che tutti i cavalli hanno diritto e persino esigono uno spazio personale. Gli insegnerà inoltre che ci sono conseguenze per le sue azioni. L’innata risposta al movimento del puledro, le lezioni impartite dalla madre e il suo desiderio di compagnia sono la chiave dell’addestrabilità del cavallo. Quando incomincio l’addestramento faccio molta attenzione a non cancellare i comportamenti imparati dalla madre. Lo faccio dando al puledro la scelta di interagire con me, piuttosto che essere io a im- La vita del branco segue regole ben precise. Il cavallo le conosce benissimo. Possiamo sfruttarle per migliorare il rapporto con lui. porre le mie lezioni. Quando stabilisco un legame con un puledro, la connessione che lui sviluppa con me diventa più forte di quella che ha con altri cavalli perché io concentro le mie lezioni su giochi di legame che a lui piace fare. Ho scoperto che lasciando il puledro interessato alla sua relazione con me, lui trova affascinante l’attività di imparare. Devo gran parte del mio successo nell’allevare i puledri a quello che ho imparato osservando le fattrici farlo allo stato brado. Il modo in cui la madre presenta le lezioni al puledro, l’ordine con cui le presenta e le risposte del puledro sono i punti chiave del mio approccio all’addestramento. Se avessi cercato di capire le dinamiche tra la madre ed il suo puledro prima di avere capito le dinamiche di tutto il branco, l’interazione madre figlio avrebbe avuto poco significato per me. La conoscenza del sistema di comunicazione tra cavalli, imparato osservando il comportamento del branco, mi ha consentito di distinguere ciò che il puledro sapeva dalla nascita da quello che stava imparando. Riuscivo a capire quando la madre stava insegnandogli qualcosa. Riuscivo a distinguere quando lui stava imparando le sue lezioni. Potevo mettere insieme quando, cosa e come la madre stava comunicando al suo puledro, usando quello che avevo imparato guardando il branco interagire allo stato brado. La nascita di Blackstone mi ha insegnato quanto velocemente si sviluppa la vita del puledro e quanto importanti, per il processo di apprendimento, sono le sue iniziali relazioni di vita. Negli anni, mi sono forzata di vedere quante più nascite potevo per studiare lo sviluppo dei processi cognitive del puledro. Da ciascuno, ho acquisito conoscenze importanti da usare per l’addestramento dei cavalli. Sono convinta che il primo passo per essere accettati da un cavallo sia più facile farlo seguendo il naturale processo di apprendimento che il puledro riceve da sua madre e di come impara le regole della comunicazione. E’ qui che tutto incomincia per ogni cavallo. Da qui inizia il legame che unisce il branco in una società funzionale; sono i cavalli che addestrano altri i cavalli. Osservare i primi stadi di sviluppo del puledro è fondamentale per chiunque voglia sviluppare le propria capacità all’addestramento dei cavalli. Una volta compreso il comportamento del branco, osservare i primi sviluppi della vita del puledro getta luce su come stabilire un legame con i cavalli e su come addestrarli. Si ringrazia per i testi e i disegni Alessandra Micheloni Deerinck