C. Detouche ed i due Houdin

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C. Detouche ed i due Houdin
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C. DETOUCHE ED I DUE HOUDIN
INNOVAZIONE TECNICA E MAGIA
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Parigi 1855. L’Esposizione Universale mostra l’orgoglio della Francia di Napoleone III.
Prodotti industriali e di alto artigianato: porcellane di Sèvres, cristalleria, mobili,
bronzi artistici, fontane e fioriere in ferro e zinco dorato, orologi. Una folla di
visitatori europei ed esotici che si aggirano tra padiglioni dei diversi Paesi espositori.
Nella vignetta vediamo due padiglioni: Sardegna1 ed Italia anche se non è chiaro
quest’ultimo riferimento geo-politico visto che siamo prima del 1861 e Cavour sta
ancora tessendo la sua rete di potenti alleanze volte a garantire le future annessioni.
Nella rivista UN COUP DE LOUPE2, A L'Exposition Universelle de 1855, Revue complète sur
les produits de l'Horlogerie française et étrangère, leggiamo:
“Tra i prodotti che compaiono nella vetrina di monsieur Detouche, vediamo degli
esemplari di diversi scappamenti e tre pendole scheletrate; questi pezzi portano l’impronta dell’abile mano
di monsieur (H)Oudin. Quest’anno la maison non espone cronometri e sembra aver abbandonato l’Haute
Horlogerie per l’Horlogerie Haute (l’orologeria di lusso in contrapposizione all’orologeria innovativa e di
qualità). Infatti notiamo un grande orologio che ripete le ore ad ogni quarto, così come un orologio elettromagnetico di monsieur (H)Oudin.” Autore di questo almanacco è un orologiaio, L. Borsendorff, che non
sembra avere un buon rapporto con Detouche, come testimonia un’appassionata lettera di JacquesFrançois Houdin in difesa di Detouche accusato di apporre il suo nome escludendo quello dello stesso
Houdin. Da notare che la risposta di Houdin viene pubblicata 3 anni dopo essere stata scritta: pag.112
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In quel padiglione esponeva Achille Hubert Benoit direttore della reale Scuola di Orologeria di Cluses (la Savoia faceva allora parte
del Regno di Piemonte e Sardegna) che era stata fondata da Carlo Alberto nel 1848.
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In francese la loupe è la lente monoculare dell’orologiaio.
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dell’almanacco del 1852 (foto). L’omissione dell’H nel nome di Houdin appare quindi un maligno ed
intenzionale errore per equivocare, forse, con l’altro grande orologiaio Charles Oudin.
Ma a questo punto è necessario associare alle indubbie capacità imprenditoriali di Detouche, la genialità e
l’inventiva sia di Jacques-François Houdin che del genero Robert Houdin.
Ritratto di Constantin
Louis Detouche (18101889) e del suo atelier al
158-160 Rue St.
Martin sin dal 1830.
Ritratto di Jean-Eugène
Robert Houdin.
Oltre a quello già
esistente con il suocero di
quest’ultimo, JacquesFrançois,
i
due
formarono un sodalizio
tecnico di grande successo,
ottenendo per la maison
riconoscimenti e premi in
Francia ed all’estero.
Tre pendole di Detouche con tre diverse tipologie: a sinistra una pendola astronomica multi-quadrante, scheletrata; al centro una
tradizionale in bronzo di stile Luigi XVI, mentre a destra una pendola elettrica. Quest’ultima, realizzata nel 1855 con un brevetto
congiunto Detouche/Houdin, ha la funzione master/slave in grado di indicare l’ora anche in un quadrante remoto e funziona anche
in assenza di questo. Le tre pendole rappresentano la tradizione ma anche la ricerca di nuove forme estetiche della pendoleria (il
portico, lo scheletrato) e di nuove forme di energia associate alle prestazioni funzionali ed al minor costo. Infatti Detouche venderà la
pendola elettrica a soli 60 franchi3. L’obiettivo commerciale che Detouche si proponeva, come si può vedere da altri suoi brevetti, era
quello dell’orologeria pubblica e la innovazione di quella privata. Le immagini seguenti sono: l’avviso dei prezzi d’ingresso
all’Esposizione con l’informazione dell’utilizzo di un tornello contatore realizzato da Detouche a conferma della sua strategia di
diversificazione; la testata del giornale dove era pubblicato.
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Da Les Merveilles de la science, 1867 - 1891, Tome 2 : Le modèle d’horloge électrique construit par M. Detouche, ne coûte que 60 francs. Il est
vraiment curieux de voir livrer pour un tel prix une horloge qui fonctionne avec une régularité suffisante, qui n’a jamais besoin d’être remontée, et
qui peut marcher des années entières, à la seule condition que l’on ajoute, chaque semaine, quelques cristaux de sulfate de cuivre à la pile voltaïque
qui la met en action. Il est hors de doute que les appareils de M.Detouche auront pour résultat de répandre et de populariser en France l’emploi de
l’horlogerie électrique.
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Quello che ho fin’ora esposto è quanto poteva vedere, ed
intuire, un visitatore dell’Esposizione od un operatore del
settore orologiero, informato e meno pervaso di acredine come
era in effetti Borsendorff. Già da diversi anni Constantin
Detouche era considerato come il maggiore fornitore di orologeria francese. Nel suo negozio di Rue St
Martin era in grado di presentare un’offerta completa che andava dai cronometri marini, agli orologi da
tasca ed a quelli domestici e pubblici. La sua naturale propensione era per la pendoleria, mentre è facile
supporre che per gli orologi da persona utilizzasse il suo marchio anche se erano frutto del lavoro di altri
costruttori. Questa sua propensione è testimoniata dall’elenco dei suoi brevetti che, nello stesso tempo, ci
fornisce un’utile indicazione della sua strategia.
1844 30 Dicembre
Sveglia ad indici mobili
1856 24 Maggio
1852 26 Febbraio
Pendola elettro-magnetica
(con Brisbart-Gobert)
Sistema di sospensione del bilanciere
nelle pendole
1864 13 Aprile
Nuovo meccanismo di suoneria
applicabile alle pendole ed agli orologi
da persona
1865 17 Febbraio
1852
8 Maggio
1852 22 Luglio
1865 7 Febbraio
Quadrante elettrico applicabile ai lampioni a gas
della città (con Robert-Houdin)
Perfezionamento della lettura nelle ore notturne
dei quadranti degli orologi (con Cheradame)
Sistema di orologi e pendole “magiche” e
trasmissione del movimento senza l’impiego di
ruote
Collocazione in contenitore sferico di una
sveglia tascabile.
Nell’ambito di una politica volta a riscuotere consensi
attorno alla sua azienda, nel 1855, regala al
Conservatoire Impérial des Arts et Métiers de Paris sei
scappamenti costruiti da Jacques-François Houdin per
l’Esposizione Universale che si era svolta quell’anno4.
Inoltre è tra i finanziatori della Revue Chronométrique di
C. Saunier e del suo Traité d'horlogerie moderne: théorique
et pratique.
A destra un orologio firmato C. Detouche fornitore dell’Imperatore
che sembra sia stato donato dallo stesso Napoleone III al confessore
dell’Imperatrice.5
Come è noto sono due gli Houdin che hanno lavorato
con Detouche e che spesso, anche nei documenti
dell’epoca, vengono confusi. Il primo fu JacquesFrançois Houdin (1783-1860) che dal 1845 al 1849
diresse anche il laboratorio di Detouche. Il secondo è
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Sono gli scappamenti: Echappement libre de Ferdinand Berthoud pour pendules, Inv. 6 602. - Echappement à manivelle de
Deshays, 1854, Inv. 6 603. - Echappement libre à coup perdu pour pendules de Jacques-François Houdin, 1854, Inv. 6 606. Echappement de R. Robert, 1854, Inv. 6 607. - Echappement à force constante de Jacques-François Houdin, Inv. 6 605. Echappement à force constante, à deux boules d'Auguste Vérité, Inv. 6 604. Schemi e descrizioni in Appendice.
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http://forumamontres.forumactif.com/t96100-montre-gousset-or-detouche-offerte-par-napoleon-iii
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invece Jean-Eugène Robert-Houdin (1805-71) inventore e prestigiatore6 che, dopo avere sposato la figlia di
Jacques-François, per una forma di affetto e rispetto verso il suocero, aggiunse al suo cognome Robert
quello di Houdin. A lui si debbono i brevetti per le pendole “misteriose” e per gli orologi elettrici, che
portano il suo nome associato a quello di Detouche.
C.Detouche infatti rinunciò a costruire orologi elettrici sfruttando il proprio brevetto congiunto,
Detouche/Brisbart-Gobert, per utilizzare quello di Robert-Houdin (n° 22648). Vale la pena tracciare una
breve evoluzione di questa invenzione di un orologio elettrico master/slave che, nel 1852, convinse RobertHoudin ad abbandonare momentaneamente gli spettacoli di magia, per dedicarsi interamente ad esso.
L’evoluzione del progetto possiamo seguirla attraverso i disegni conservati. Il primo, che vede un orologio
master molto simile ad una delle sue pendole misteriose, ha cavi e motore elettrico ben nascosti nella base
e nella colonna che sostiene il quadrante:
Primo disegno del brevetto 22648 ed a fianco una pendola misteriosa di Robert-Houdin la cui forma è
simile a quella dello schema.7
Ma evidentemente l’intesa con Detouche, che aveva una più concreta visione del
mercato, cominciò a funzionare. Infatti nell’ottica di una drastica riduzione dei costi,
Robert-Houdin rinuncia alle costose casse in bronzo dorato e cristallo per sceglierne
dapprima una più sobria (v. la foto di pag.2) e, successivamente, un orologio da
appoggio in legno in cui tutte le parti sono visibili e con inferiori costi di produzione.
Nel secondo modello vi erano ancora parti in ottone dorato e decorato sulla cassa e
gli isolanti erano fatti in avorio, mentre nel terzo si ricorre a forma e componenti più
spartani che, come abbiamo visto, abbattono il prezzo di vendita a solo 60 franchi.
6
http://www.orologiko.it/forum/viewtopic.php?f=135&t=33858
Alcuni disegni e foto sono tratti dall’interessante articolo di Françoise Collages A.H. June 2014: “Jean-Eugène Robert-Houdin
(1805–1871): From mechanical to electrical horology”.
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Il secondo disegno del brevetto 22648 e foto del retro della pendola che da esso
deriva. La foto del frontale è a pag. 2. La pendola si trova oggi al Conservatorio
di Arti & Mestieri di Parigi che l’acquistò nel 1855 da Detouche nella versione
master/slave. Il quadrante ausiliario (v. foto) non deve essere necessariamente
collegato.
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Dall’Institut National de la Propriété Industrielle, disegno di brevetto e foto della pendola d’appoggio. Lo schema successivo è relativo
ad una pendola da pavimento realizzata su brevetto di Robert-Houdin.
Gli orologi elettrici di Detouche e Robert-Houdin, che non sono stati
nè i primi e neppure gli ultimi, hanno segnato comunque un
importante evento per l’orologeria francese di metà ‘800,
soprattutto nel settore pubblico, dando un contributo alla
modernizzazione della città di Parigi e dei suoi Boulevards. Allo
stesso modo hanno influito i quadranti elettrici da applicare ai
lampioni a gas o il già citato tornello che contava i visitatori
all’Esposizione Universale, utilizzato poi anche sugli omnibus per il
trasporto pubblico (nella foto omnibus a cavalli sulla tratta Passy-Bourse,
1850ca8). Ma adesso indirizzo l’attenzione verso alcune opere di
orologeria di Detouche che ben rappresentano la tecnologia
dell’epoca.
Orologio d’edificio costruito da C. Detouche per l’Exposition
Universelle del 1867 a Parigi. Scappamento di Graham,
remontoire d’egalitè, imperniato in zaffiro, gestiva diversi
quadranti tra cui il principale, di 3,80 metri di diametro
posto sull’arco dell’ingresso d’onore a Porta Jena, la distanza
dal movimento era di 45 metri.
A quanto riferito nell’inserto, l’orologio (simile a quello
installato nel vestibolo dell’edificio del Conservatorio d’Arti &
Mestieri) fu progettato, costruito e messo in opera in solo 120
giorni. Il formato leggibile si può vedere in Appendice.
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Il biglietto costava all’interno 30 cent. e sull’imperiale 15cent.
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3 pendole realizzate con il contributo di Jacques-François Houdin
Regolatore da muro con cassa in bronzo dorato. Ha 5 complicazioni: riserva di
marcia, data del mese, giorno della settimana, mese dell’anno ed equazione del tempo
reale. Sul quadrante orario: secondi centrali ed indicazione della riserva di carica ad ore
6. Il quadrante inferiore segna le indicazioni del calendario con l’indicazione
automatica dei giorni del mese, mostra il meccanismo dell’equazione del tempo e con la
lancetta a forma di Sole indica il tempo solare. Il movimento, a pesi, ha 15 giorni di
carica, scappamento ad ancora a rinculo, regolazione micrometrica e remontoire
d’egalitè. Bilanciere con griglia ottone/acciaio per la compensazione termica, porta al
centro della lente un termometro che misura la temperatura dell’ambiente.
Eseguito tra il 1855 ed il 1860 l’orologio ha dimensioni 185 x 47 x 29,5 cm.
(la Pendulerie)
Un’altra imponente pendola astronomica in marmo nero del Belgio, bronzo dorato e
piedi in avorio, firmata Costantin Louis Detouche Paris 1842, presenta diverse
caratteristiche che ne fanno uno degli esemplari più interessanti costruiti nella Francia
di metà 800. L’orologio ha le seguenti dimensioni: 86,36x25,4x47cm.
La cassa è alta 203 cm x 42 di profondità e 65 di larghezza.
Il movimento, scheletrato, ha un’autonomia di 8 gg, suona ore e quarti su 3 campane
in vetro. Strutturato su più platine verticali ed orizzontali è sorretto da 4 pilastri in
bronzo dorato con terminale in acciaio.
Scappamento dead-beat di Graham, à coup-perdu e
remontoire. La regolazione delle palette dell’ancora è
micrometrica, il mantenimento della carica avviene attraverso
un piccolo bariletto delle dimensioni di quello di un orologio da
tasca. La molla è caricata da una serie di ruote, attivate ogni 40 secondi, alimentate da 2 larghi bariletti posti al di sotto. Pesante
pendolo compensato e con termometro sulla lente. Indicazione dell’ora solare, calendario completo, termometro ed equazione del tempo.
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(Foto e caratteristiche da Sundialfarm).
Oggi di proprietà della
maison François-Paul
Journe à Genève, un
altra splendida pendola
astronomica
multi
quadrante, calendario
completo, equazione del
tempo, età della luna,
indicazioni
termobarometriche. Rimase
per diverso tempo
esposta in un negozio
all’angolo tra rue
Saint-Martin et la
Rue de Rivoli, come
nota
il
solito
Borsendorff vedendola
all’Esposizione
di
Londra nel 1851.
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L’orologio magico di Detouche
Qualità e stile sono simili a quelli delle pendole
precedenti, ma l’idea del Sapiente che risponde
alle domande appartiene a Jean-Eugène RobertHoudin. In un’epoca in cui gli spettacoli di magia
avevano molto successo e puntavano sull’ingenuo
stupore degli spettatori, anche quest’orologio avrà
riscosso molti consensi.
Alta 24 cm un’elaborata cassa in bronzo dorato con cariatidi
sul fronte, stemma con monogramma M.M. ed iniziali del
costruttore, pannelli in porcellana dipinta.
Movimento con scappamento a cilindro, 3 treni, suoneria a
ripetizione su campana e cilindro musicale con 4 diversi
motivi, posto nella parte inferiore.
Il pannello di porcellana dipinta nel frontale in basso, evoca un
rito magico e raffigura un galletto trafitto da un coltello e
disteso su di un libro di incantesimi.
Il pannello sul lato sinistro
dell’orologio raffigura una
cartomante con sul tavolo un
teschio ed una clessidra;
mentre quello di destra
mostra un astronomo che
scruta le stelle e sullo
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schienale della sedia si
vede appollaiato un
pipistrello.
Sul lato superiore della
cassa, sotto la maniglia
per il trasporto, dove,
negli
officier,
solitamente si vede il
bilanciere, nell’oblò si
può invece osservare un
sapiente che esce da un
portico e che è in grado
di muovere la testa ed il
braccio destro.
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Sotto la cornice superiore del fronte dell’orologio, si può estrarre un
listello d’ottone con un incavo rettangolare in grado di ospitare dei
blocchetti d’argento su cui sono incise delle domande.
Alla prima (Est ce que vous êtes prêt?) Siete pronto? Il Sapiente
annuisce ed allora si possono porre le altre domande. Ad ognuna il
Sapiente darà un’adeguata risposta scritta su un quadrante che
ruota e che viene indicata dal suo braccio che si alza.
Le domande e le risposte sono:
- Qu’est ce qui plait tant aux dames?
l’amour
Cos’è che piace tanto alle donne?
l’amore
- Qu’est ce qui plait aux homes?
de commander
Cos’è che piace agli uomini?
comandare
- Qu’est ce vous fait vivre?
l’esperance
Cosa vi fà vivere?
- Qu’est ce qui donne des rides?
la speranza
le plaisir ou le crain
Cosa fa rabbrividire?
il piacere o la paura
- D’ou vien tant de genie?
du cerveau de mon maître
da dove viene tanto genio?
maestro
dal
- Qu’est ce que vous meritez?
cosa vi meritate?
cervello
del
mio
un tendre baiser
un bacetto
Il sistema delle risposte funziona in base allo spessore della
tavoletta ed a dei
forellini laterali che
l’identificano,
il
disco ruota quindi
in corrispondenza della risposta alla domanda di ogni tavoletta. (Immagini e descrizione di
questo poco noto orologio provengono dal Catalogo di Sotheby’s “ Master Piece of The Time Museum”
del 2 Dicembre 1999, data nella quale è stato venduto in asta, nella progressiva (e da me più volte
criticata) dispersione della Collezione di Seth G. Atwood.)
L’intelligente, “magica”, ingenuità di quest’orologio che, oltre ad
assolvere le funzioni orarie, comprende la suoneria a passaggio, la
ripetizione ed è inoltre musicale, sintetizza il gusto dell’epoca. Quella
di metà ‘800 era una società che avvertiva la necessità di
cambiamenti politici e sociali. Le nuove condizioni del lavoro,
determinate dalla crescente industrializzazione, modificavano anche
la tipologia d’uso e l’aspetto di oggetti, come l’orologio, che, nella
tradizione, dapprima era visto come un oggetto riservato a pochi, ma
che, iniziava a divenire strumento necessario anche alle nuove classi
sociali.
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Il brevetto del reveil-briquet di Robert-Houdin
A questa nuova fascia di clientela che la mattina ha la necessità di
alzarsi presto, magari quando fuori è ancora buio, che si rivolge
l’invenzione di Jean-Eugène Robert-Houdin, da lui brevettata e
costruita da Detouche. I due disegni provengono dalla
documentazione depositata (1BA11832 del 1837) e mostrano un
orologio con l’indice della sveglia sul quadrante che porta, collegato
alla base, un candeliere. Lo scatto del meccanismo di sveglia oltre ad
attivare il martelletto che fa risuonare la campana, muove una leva
che fa fuoriuscire dal candelabro una candela che viene accesa dal
briquet (accendino).
Dai disegni successivi che furono
presentati, si vede come RobertHoudin pensasse anche a forme
alternative alla prima cassa.
L’ultima prevede l’inserimento
dell’orologio in una coppa.
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Il quadrante regolatore degli orologi
Un altro prodotto costruito da Detouche, oggi poco noto ma che a quei tempi dovette riscuotere un certo
successo vista la citazione enciclopedica, fu un quadrante equatoriale:
“Questo strumento inventato nel 1869 dall’ingegnere ferroviario François Eduard Lagout, non è altro che
l’antico quadrante solare perfezionato in moda da ottenere l’ora media reale, al posto dell’ora ufficiale,
sempre variabile ad eccezione degli equinozi. Le differenze in più o in meno sono, in effetti, anche
considerevoli dato che sul quadrante solare giungono a 30,5 minuti tra i giorni dal 25 Ottobre al 10
Novembre e dal 30 Gennaio al 20 Febbraio. La vera novità dello strumento consiste nell’indicazione, sul
disco, dell’equazione del tempo che corregge le irregolarità periodiche del quadrante solare. Questo
quadrante è equatoriale, cioè parallelo all’equatore. La sua installazione consiste nell’inclinare il quadrante
sino a che un filo a piombo formi con il piano un angolo uguale a quello della latitudine del luogo, ed a far
girare il supporto sino a che il quadrante segni l’ora di un orologio ben regolato, oppure a portare la linea
oraria del mezzogiorno sul piano del meridiano. Questo strumento è utilissimo nelle campagne.” (Grand
dictionnaire Universel. XIX siècle)
- Lo schema del quadrante
equatoriale tradizionale.
- I 2 quadranti di Lagout con
l’integrazione
dei
valori
derivanti dall’equazione del
tempo.
(REVUE
CHRONOMETRIQUE 1869 Vol VII
pag.32)
Foto di un quadrante
regolatore
costruito
da
Detouche, e ritrovato in un
piccolo comune della Francia
meridionale (foto di Didier
Benoit restauratore).
-
Da documenti dell’epoca
leggiamo:
“Il basso prezzo è ottenuto
grazie all’applicazione di
un’invenzione
industriale
che consente di stampare (il
quadrante) sulla ghisa e poi
ricoprirlo con smalto od una
vernice al forno. Così questo
strumento popolare per la
precisione del tempo, costa
solo 12 franchi per il modello grande 33 cm di diametro ed 8 franchi
per quello di diametro di 16 cm. Non rimane che fissarlo su un pilastro
in ghisa od una colonna in legno. Quello in ghisa decorata ha lo stesso
prezzo dello strumento, 12 od 8 franchi. I quadranti equatoriali della marina forniti della curva dell’equazione del
tempo, costano dai 200 ai 300 franchi. Solo gli addetti ed i cantonieri (delle ferrovie) possono apprezzare l’uso del
Régulateur des montres.”
Difatti il regolatore era destinato ad essere usato non solo nei piccolo comuni e nelle parrocchie periferiche, ma oltre
che nelle ferrovie anche in altre aree d’interesse: “Ministère des travaux public, envoi d’un exemplaire à chacun des
ingénieurs en chef des 88 départements, adoption partielle aux écluses, barrages, ports de mer et phares. Ministère de
la Marine, adoption pour tous les établissements de pyrotechnie en France et aux colonies … Toulon,
Cherbourg… Sénégal, Taïti. Ministère de l’Agriculture et commerce, écoles impériales de Grignon et de Châlon-surMarne. Ministère de l’Intérieur, ville de Paris, de Marseille, Saint-Etienne, Courtenay, etc…”.
Oggi risulta poco comprensibile l’uso di questo strumento se non si ha presente che, non esistendo ancora i
segnali radio e neppure la rete elettrica, ad una grande distanza dai grandi centri urbani e dagli Osservatori
astronomici la precisione dell’ora era un problema da dover gestire in autonomia. Le dimensioni del
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mercato erano quindi molto grandi e questo spiega il basso prezzo per facilitarne la diffusione, ma anche
l’iniziativa industriale e commerciale di C. Detouche sempre attento all’innovazione ed ai nuovi temi
dell’orologeria.
A sottolineare l’importanza che allora si dava a questo strumento se ne occupò anche la Revue
Chronometrique:
Le constructeur, M. Detouche, horloger à Paris, a soin de le
livrer a Paris, prêt à poser le jour, c'est-à-dire avec l'inclinaison
du cadran sur le support, inclinaison qui est ajustée à la
latitude du lieu où il doit être posé la première fois; mais le
régulateur s'adapte à toutes les contrées, il suffit de donner à
l'aiguille une nouvelle inclinaison marquée par la latitude du
nouvel endroit.
On voit qu'il y a deux moyens de placer l'appareil: pendant la
nuit, on applique l'aiguille sur la ligne de visée de l'étoile
polaire; pendant le jour, on donne d'abord à l'aiguille
l'inclinaison marquée par la latitude du lieu, après quoi on
pose le régulateur, une fois pour toutes, à l'heure
d'une montre bien réglée, en tenant compte de la correction
marquée sur le cadran, de l'avance ou du retard du soleil sur
les chronomètres.
Il costruttore, monsieur Detouche, orologiaio a Parigi, ha
l’incarico di distribuirlo a Parigi pronto all’uso, vale a dire
con l'inclinazione del quadrante sul supporto, che è già
stata adattata alla latitudine del luogo dove dovrebbe essere
al primo utilizzo; ma il regolatore si adatta a tutti i paesi,
semplicemente occorre dare all'ago un'altra inclinazione
segnata dalla latitudine del nuovo posto.
Vediamo che ci sono due modi per posizionare il
dispositivo: per le ore notturne, si applica lo stilo sulla linea
di osservazione della stella polare; durante il giorno, si da
all'ago l’inclinazione indicata dalla latitudine del luogo,
dopo di che si posiziona il regolatore, una volta per tutte,
all’orario di un orologio ben registrato, tenendo conto della
correzione segnata sul quadrante, dell'anticipo o del ritardo
del sole sui cronometri.
(REVUE CHRONOMETRIQUE 1869 Vol VII pag.32)
Conservatorio di Arti & Mestieri di
Parigi, presentazione di prodotti (1850).
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Alcune considerazioni su Detouche
Da quanto ho fin’ora esposto (orologi, strumenti, avvenimenti,
stampa, brevetti) mi sembra che emerga non solo il ritratto,
anche se parziale, di un’epoca ma, a mio parere, l’interessante
profilo di Detouche.
Debbo anticipare che si tratta di mie personali valutazioni,
avendo trovato nella letteratura o critiche malevole (L.
Borsendorff ) o generici riconoscimenti del contributo dato da
Detouche all’orologeria francese tanto da meritargli la Legion
d’Onore. Quello di cui invece non si legge sono le finalità e le
strategie utilizzate per arrivare ad i risultati.
I riconoscimenti assegnati a C. Detouche sono
numerosi ed oltre alla Legion d’Onore
riconosciutagli per i suoi meriti industriali e per
le attività nel campo dell’orologeria, ricordiamo:
La Croce di Dannebrog datagli dal Re di
Danimarca per gli orologi elettrici;
1860 medaglia d’oro all'Exposition di Besançon
1862 medaglia d’oro all'Esposizione Universale
di Londra.
1863 medaglia d’oro a l'Exposition de Nîmes.
1863 Medaglia d’argento per il dono di un
orologio monumentale costruito alla fine del
1850 al Conservatoire Impérial des Arts et
Métiers di Parigi; posto nel vestibolo aziona il
quadrante sulla facciata dello stabile e la
suoneria. L’orologio era già stato presentato nel
1860 e la medaglia d’argento venne
riconosciuta sia a Detouche che ad Houdin.
Il grande merito di Costantin Louis Detouche è quello di aver
non solo intuito le grandi possibilità che si presentavano nel
campo dell’orologeria, ma soprattutto di aver cercato di
anticiparle. Non si tratta solo di intuizioni teoriche ma , come
dimostrano sia i brevetti che i prodotti, di una mentalità
coraggiosa che non esita a lanciarsi in imprese produttive in cui vede l’utilità collettiva e propria.
Napoleone III vuole restituire alla Francia un
ruolo di primo piano sul piano internazionale e
deve quindi conquistare un alto consenso
interno, risvegliando l’orgoglio dei francesi
mortificato dalle sconfitta del Bonaparte. Tra il
1852 ed il 1870 il prefetto di Parigi Haussmann
modifica radicalmente il volto della città
trasformandola da medievale in città moderna
con larghi viali alberati ed illuminati con lampioni
a gas, aumentando il numero delle stazioni
ferroviarie che si aggiungono alla prima linea
ferroviaria che (nel 1837) partiva dalla Gare di St.
Lazaire e che, dopo un percorso di poco più di
20 km terminava nella stazione di St-Germainen-Laye.
Detouche vede tutte le opportunità che offre
tanto il settore privato che quello pubblico dove
aumenta in modo vertiginosa la domanda di
orologi per gli edifici, i boulevards, le stazioni
ferroviarie cittadine e periferiche.
Detouche non si lascia sfuggire queste
La Gare di St Lazaire a metà ‘800
opportunità ed ecco quindi i quadranti luminosi,
gli orologi elettrici, i nuovi tipi di sveglia, i tornelli, ed anche il quadrante equatoriale per la regolazione degli
orologi nelle piccole stazioni le case cantoniere e le parrocchie di paese.
Oltre ad avere molte idee ha anche una grande intuizione sui temi e sulle modalità di aver successo. Ha una
grande abilità nel riconoscere qualità e genialità nel prossimo, e non ha esitazioni a coinvolgerlo nei suoi
progetti, ma si offre anche come partner industriale e tecnico per realizzare quelli degli altri. Ed allora li
associa nei brevetti, costruisce i prodotti da loro pensati, ed aiuta finanziariamente chi è in grado di
diffondere la cultura nei nuovi campi dell’orologeria come fa con Claudius Saunier9. Anche nei confronti
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Le Traité d'Horlogerie Moderne scritto da Claudius Saunier nel 1869, poi rieditato nel 1872; queste due edizioni ebbero grande
successo tanto da andare presto esaurite, ed una terza edizione si rese necessaria, ma C. Saunier non aveva i mezzi necessari
a
(infatti nel 1896 morì in miseria), fu quindi Détouche a prendersi carico, nel 1887, della 3 edizione a cui fece aggiungere 112
pagine. Questa è chiamata Edizione Détouche.
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delle Istituzioni pubbliche (vedi donazioni al Conservatorio d’Arti & Mestieri) come verso la Casa Imperiale
(da cui ottiene il riconoscimento di fornitore ufficiale) ha capacità di stabilire relazioni e creare opportunità
di lavoro. Lo possiamo annoverare insomma tra i grandi imprenditore dell’orologeria francese dell’800.
Naturalmente, come avviene a tutti gli uomini di successo, non potevano mancargli le critiche che, come
spesso avviene, provengono da soggetti di capacità inferiore. Mi riferisco al più volte citato Louis Andrè
Borsendorff, orologiaio di modesto successo che con Detouche avrà avuto qualche contrasto sul piano
lavorativo, e che in un suo articoletto pubblicato sull’almanacco UN COUP DE LOUPE del 1852 fa un resoconto
del suo viaggio a Londra per visitare L’Esposizione Universale del 1851. La lettura è divertente soprattutto
per come racconta di essere stato individuato, e preso in giro, per i suoi baffi alla francese, per la mancanza
della minima conoscenza della lingua, per le critiche che muove ad ogni aspetto della vita londinese: le
acque nere del Tamigi, i conducenti di carrozza, l’abbigliamento delle signore giudicato di cattivo gusto,
tanto da meritarsi l’appellativo di french dog. Molti acidi commenti riserva agli stand dell’orologeria
francese ed, in particolare, di quello di Detouche, dice:
“Occorre sottolineare che l’esposizione al n°1589 è fatta dai Sigg. Detouche ed Houdin ma ci si domanda
perché sui prodotti eseguiti da quest’ultimo si veda solo il nome di Detouche, pensiamo che presto si
rimedierà a questa dimenticanza”. Per capire la malizia di questo commento, nello stesso numero viene
pubblicata la lettera inviatagli da Houdin, che gli dice che da 2 anni ha l’onore di lavorare per Detouche (è il
suo direttore della produzione) e che non ha niente da obiettare sulla mancanza del nome congiunto. Ma
Borsendorff prosegue: “Viene mostrata la stessa pendola con i 2 angeli dorati e bilanciere compensato (vedi
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ultima immagine di pag.8) già mostrata alla Mostra del ’49 ed in seguito nel negozio di Rue St Martin; un
Regolatore ad equazione con lo stesso tipo di compensazione (sistema Bourdier) inserito in una cassa in
bronzo dorato eseguita da monsieur Vaude (vedi foto prima pendola a pag.7); infine un'altra pendola di stile
inglese con scappamento à force costant (come se ci fosse qualcosa di costante a questo mondo) commento
che fatto da un orologiaio lascia molto perplessi11.
Questi pezzi sono belli e si riconosce l’abile mano di Houdin e di cui portano l’impronta, ma lo stesso non si
può dire di 6 orologi con cassa in oro, due con scappamento ad ancora, e quattro con scappamento a
cilindro, che hanno sbagliato sia la galleria che il Paese; lo stesso si può dire per 3 cronometri che hanno
sbagliato il piano ed il nome della ditta. Infatti ho riconosciuto un cronometro eseguito dal signor Laumain
ed esposto da Detouche nel ’49, del quale avevo avuto occasione di parlare nel mio primo almanacco
provocando l’invio di una lettera di monsieur Houdin, e l’unica differenza che ho trovato è quella di essere in
una cassa d’argento di stile inglese anche se fatta a Parigi. Altra differenza ancora è che non è solo la cassa
ad essere inglesizzata è che il movimento che sembrerebbe fatto in Inghilterra è poco francesizzato. Del
resto Sapin che l’ha venduto a Detouche nel dicembre del 1850 dovrebbe essere informato a proposito.
Infine un cronometro à remontoire in cassa d’argento, che porta le caratteristiche di Auguste Jacot; già
esposto nel ’49, prima di divenire di proprietà di Detouche lo è stato di Gindreau12 e credo che lo diverrà di
qualcun altro. Questi tre cronometri così come le ébauches di Fraigneau13 si trovano esposti sotto il nome di
Detouche che li ha comprati e pagati. Come proprietà sono certamente suoi ma esporli come suoi ad
un’Esposizione è una falsità, come comprare un libro non autorizza a presentarlo ad un concorso come
proprio….” Insomma Borsendorff continua su questo tono ma aggrava la critica, su cui forse può avere
qualche punto di ragione, e la spinge ai limiti quando praticamente accusa Detouche di essere solo un
mercante e non un orologiaio. Su questo tema, che a quanto pare non è nuovo, si basa la lettera di Houdin
che sottolinea la competenza orologiaia di Detouche e gli spiega che Detouche è anche capace di
valorizzare le opere di chi lavora per lui dandogli inoltre una dimensione commerciale rilevante. Insomma
gli spiega la differenza tra un imprenditore preparato ed un artigiano, cosa che però Borsendorff non
capisce e lo porta oltre l’obiettività, facendogli dimenticare l’importanza delle innovazioni che si riscontrano
sugli orologi di Detouche.
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Exposition Nationale des produits de l'industrie agricole et manufacturière di Parigi.
Lo scappamento a forza costante fu inventato da A.Breguet nel 1798 (vedi Appendice)
12
Orologiaio in Rue de la Tixeranderie – Sapin fornitore di Detouche - Gindreau in Rue J.J.Rousseau - A.Jacot autore di notevoli
migliorie nella cronometria (Tardy).
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Fraigneau esponeva anche lui a Londra nel 1851 ed ebbe in premio una medaglia di bronzo per i suoi orologi economici (Tardy).
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Mi sono soffermato su questa diatriba perché ci fa capire come anche in Francia
molti piccoli costruttori, rimanendo legati ad una dimensione artigianale,
andranno incontro ad una lenta ma progressiva scomparsa. Rimarranno le
grandi maison con i prodotti d’alta orologeria anche se diverse di queste
saranno poi fagocitate dall’industria svizzera.
Anche il londinese Benson fu accusato, molti anni dopo, di essere un rivenditore
e non un costruttore anche se aveva un insediamento produttivo (poi distrutto
dai bombardamenti nel 1941). Anche Benson per particolari lavorazioni ed
orologi complicati o per far fronte ad ordini rilevanti, ricorreva a fornitori
esterni (Kullberg, Mercer, Nielsen).
Ritornando invece ai frutti della collaborazione tra C. Detouche ed JacquesFrançois Houdin vorrei riportare alcuni commenti di Arnaud Tellier, direttore del
Patek Philippe Museum di Ginevra e che riguardano sia le 3 pendole di cui ho già
parlato, sia di altre che non sono riuscito a localizzare.
“Tra le più prestigiose creazioni (dell’800) si possono citare due grandi regolatori
astronomici, differenti come costruzione, ma che portano un gran numero
d’informazioni come ore, minuti e secondi, calendario completo, l’ora del sorgere
e del tramonto del Sole e della Luna, età e fasi di quest’ultima, le variazioni
barometriche e di temperatura. Il quadrante principale di questi orologi è
attorniato da 14 quadranti che segnano l’ora di 14 differenti città (v.immagine a
sinistra). Questi due pezzi sono regolati da un bilanciere compensato di nuova
concezione. Uno di questi è oggi conservato nell’esposizione della Manifattura di
F.P.Journe SA14.
Dobbiamo inoltre ricordare un regolatore detto Ephéméridal perché a
mezzanotte fornisce le effemeridi del giorno, ed una pendola astronomica del
Pendola multiquadrante dal Traitè d’Horlogerie Moderne 1851 con l’indicazione del tempo medio, la data del giorno ed
di Moinet e che era installata nell'ingresso del negozio di anno, equazione del tempo ed ora dell’alba e del tramonto (oggi
Detouche. v. Appendice
in una collezione privata, Milano). Presentata nella sezione
retrospettiva d’orologeria dell’Exposition Universelle di Parigi nel
1900, era allora di proprietà di Jules-René Olivier (proprietario di un’importante collezione di orologi antichi parte
della quale fu donata dalla sorella Marie Julie, nel 1935, al Museo del Louvre e catalogata in seguito da Catherine
Cardinal). A Jacques-François Houdin si deve anche la creazione ed il perfezionamento di scappamenti
speciali e di bilancieri compensati per regolatori ed orologi e pendole astronomiche; miglioramenti nella
costruzione di macchine per tagliare le ruote ed i pignoni. Il suo lavoro è contraddistinto dalla ricerca
estetica e da una finitura eccezionale che permetterà alla maison Detouche di raggiungere il suo prestigio.”
Per chiudere i dati su C. Detouche occorre dire che suo padre, Georges, era anch’esso orologiaio e
Costantin fu suo apprendista sino a quando nel 1830 si spostò in Rue St Martin dove allargò
progressivamente le attività anche al campo dell’argenteria ed gioielleria. Verso il 1860 fatturava in Francia
ed all’estero circa 3 milioni di franchi di cui 1, 2 milioni erano di orologeria. Nel 1871 fu eletto sindaco di
Villemomble, piccolo paese ad est di Parigi, e quì rifece strade ed acquedotto ed aprì strutture sociali e
scuole. Si associò con M.me Outrebon, proprietaria terriera, partecipando alla lottizzazione di alcune aree
signorili ed anche costruendo la nuova chiesa del paese.
Insomma, se guardiamo sia alla biografia che ai prodotti che portano il suo marchio, vediamo un
imprenditore, come oggi è rarissimo vedere, sempre in equilibrio tra profitti ed opere munifiche,
consapevole che, ben gestite, tra le due cose non c’è ostacolo ma anzi le ultime sono a vantaggio dei primi.
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Le due pendole sono quelle raffigurate a pag.2 ed a pag.8.
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Il padiglione francese alla Great Exhibition al Crystal
Palace di Londra nel 1851.
Qui, probabilmente, Detouche si rese conto del futuro
dell’orologio elettrico vedendo l’installazione di Charles
Shepherd che mostrava un pendolo elettro-magnetico che
doveva pilotare due quadranti di 1,5 mt ciascuno e
distanti fra loro. L’installazione ebbe però problemi di
funzionamento e si parlò anche di sabotaggio, ma tutto
ciò non scoraggiò né Shepherd né Detouche: infatti il
primo l’anno successivo installò il suo orologio elettromagnetico nell’Osservatorio di Greenwich, mentre
Detouche, insieme con Robert Houdin, produsse anche
un orologio elettrico casalingo di basso costo per il quale
in seguito doveva ottenere riconoscimenti a Londra e dal
Re di Danimarca.
Movimento, quadrante e pendolo di C. Shepherd alla Great Exhibition di Londra del 1851. L’installazione ebbe diversi
problemi tecnici per cui si parlò anche di sabotaggio. (immagini tratte dal Grave’s catalogo degli espositori)
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Le tre vie per il successo di Detouche – sintesi grafica
•Pubblico
•miglioramenti
urbani
•trasporti (ferrovie,
omnibus)
•Enti di Stato
•piccole comunità
•Fiere
mercato
•Privato
Progetti
congiunti e
prodotti di altri
investimenti
pubblicitari,
sovvenzioni,
donazioni
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Prodotti
orologi da edificio
orologi monumentali
orologi elettrici
tornelli contatore
regulateur de montre
reveil briquet
cronometri da marina
orologi da persona
•Brisbart-Gobert
•Cheradame
•Jaques Houdin
•J. RobertHoudin
•Eduard Lagout
•Jacot
•Sapin
•Gindreau
•altri
Risultati
•Pubblicità su giornali
•partecipazione a Fiere e
Mostre
•finanziamento della
Revue Chronometrique
•finanziamento della 3a
edizione del Traité
o
o
d'horlogerie moderne:
théorique et pratique di
o
Claudius Saunier
•donazione dei 6 modelli
di scappamento di
Jacques Houdin
•urbanizzazione di
Villemomble
o
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onorificenze nazionali ed
internazionali
accrediti presso le istituzioni
(Corte Imperiale, Società
Arti & Mestieri, ecc.)
incarichi pubblici (sindaco di
Villemomble
e
Primo
Magistrato)
aumento dei ricavi e ritorno
degli investimenti
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Indice
Partecipazione di C. Detouche all’Esposizione Internazionale del 1855, Parigi
Brevetti e prodotti
Gli orologi elettrici
Orologio d’efificio
Tre pendole di Detouche/ Jacques Houdin
L’orologio magico
Il brevetto del revéil-briquet di Robert-Houdin
Il regulateur de montre (quadrante equatoriale)
Alcune considerazioni su Detouche: caratteristiche imprenditoriali, prodotti, partecipazioni
2
4
5
7
8
10
12
13
15
Appendice
Descrizione dei 6 scappamenti donati al Conservatorio d’Arti & Mestieri
Alcuni gettoni: pubblicitari di Detouche e dell’orologeria francese e svizzera
Orologio d’edificio – pagine pubblicitarie, Expo del 1867
Tornelli conta persone
Pubblicità aziendale
Scappamento a forza costante di Breguet
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26
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Particolare dei quadranti della pendola astronomica di pag. 3
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Appendice
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Brevetto 1BB13100 DETOUCHE/BRISBART-GOBERT
per la realizzazione di una pendola elettro-magnetica. (da Istitut National de la Propriété Industrielle)
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Brevetto 1BB654 del 1844 di C. Detouche “réveil à
touche mobile applicable aux mouvements
d'horlogerie”.
- 2 gettoni pubblicitari di C.
Detouche,
- gettone d’argento degli orologiai
parigini durante il regno di Luigi
XIV ;
- un altro gettone d’argento della
camera sindacale degli orologiai
francesi del periodo repubblicano;gettone della Piaget in metallo
dorato.
- gettone di Lefevre
I gettoni, in metalli diversi e con diversi valori, hanno sempre avuto una lunga tradizione nell’orologeria. Spesso erano usati in
sostituzione della moneta corrente o per il riconoscimento di servizi prestati in favore della comunità orologiaia.
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Un orologio d’edificio
Il Trocadero, costruito per ospitare l’Esposizione Universale di Parigi nel 1867, venne demolito nel 1935. Il gigantesco edificio ovale
misurava 490 m di lunghezza x 380 m. Per costruirlo si dovette spianare la collina del Trocadero e 26.000 operai s’alternarono
nella costruzione che durò 2 anni. Si fece un massiccio uso del ferro per costruire le 6 gallerie concentriche dell’Esposizione, al centro
c’era un giardino ed il museo del lavoro. Autore del progetto delle gallerie fu Gustave Eiffel che doveva poi costruire la torre divenuta
simbolo di Parigi.
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Pubblicità della ditta Detouche, per i suoi tornelli, in
occasione dell’Esposizione Universale. La stampa
successiva mostra il padiglione francese dell’orologeria
dove risalta un monumentale orologio “misterioso”. Nel
1867 A.R. Guilmet brevetta una:
“pendule à balancier visible à marche mystérieuse”.
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La sede di Rue St Martin di C. Detouche.
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Pubblicità di C. Detouche che mostra la complicata pendola multi quadrante che indica l’ora in 14 diverse città del mondo e di cui
parla A.Tellier a pag. 16. L’altra locandina pubblicitaria è generica, riguarda infatti sia l’orologeria che l’argenteria e la gioielleria e
tutti i servizi per la clientela correlati. Il disegno mostra le varie onorificenze di Detouche inclusa la Croix de Danebrog.
Quadrante astronomico della pendola con cassa in bronzo di Jacques Houdin (pag.8)
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Lo scappamento a forza costante di Breguet
Breguet brevettò questo suo scappamento nel 1798,
appare dunque strano che Borsendorff ironizzi su di
esso considerando che è in grado di garantire un
impulso costante alla ruota di scappamento
superando gli attriti e l’addensamento degli oli.
Inoltre rende inutile l’adozione del conoide e richiede
un minor numero di ruote, basta che il bariletto
compia solo 1 giro e ½, e non serve neppure il
meccanismo che consenta la ricarica senza bloccare il movimento.
Di contro appare logico che Jacques-François Houdin lo abbia
largamente utilizzato (pur apportando, come abbiamo visto, delle
personali modifiche) nelle sue pendole astronomiche, considerando la
sua esperienza lavorativa presso Breguet, da cui era stato chiamato
dalla nativa Blois.
Le immagini derivano dal brevetto originale (la seconda è una
versione “artistica” e più comprensibile proveniente dal sito della
maison Breguet). Si può vedere come il gioco delle 2 molle G ed H,
integrate nell’azione dello scappamento, fornisce una forza d’impulso
di egual valore.
La terza figura tratta da Clock & Watch Escapements di W.J.
Gazeley (pag. 255) ci fornisce un maggiore dettaglio delle
componenti. Gazeley dice inoltre che tale scappamento richiede
grande abilità di esecuzione ma è degno di ogni positiva valutazione.
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