I numeri romani - Istituto comprensivo di Monte San Pietro
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I numeri romani - Istituto comprensivo di Monte San Pietro
I numeri romani Francesca Busani, Giulia Di Lauro e Ginevra Guerzoni, Giulia Serra, Alessandro Amedeo Caccuri I romani nella... ...loro massima espansione Le loro origini... I numeri romani ebbero origine dall'intaglio di tacche successive su legno. I romani erano (in origine) soprattutto un popolo di pastori ed il conteggio delle pecore avveniva con l'intaglio di tacche su bastoni: per facilitare la lettura, ogni 5 tacche si faceva una tacca a forma di "V", ed ogni 10 una "X"; poi altre forme vennero introdotte per "50", "100"... ... i loro simboli... I=1 V=5 X=10 L=50 C=100 D=500 M=1000 Si noti che in essi non è presente lo 0... ... come funzionano... La notazione romana è perciò un esempio di sistema a legge additiva ovvero ogni simbolo è associato ad un valore. Di regola si usa il numero più grande possibile, così 15 si scrive XV e non VVV o XIIIII. Da ciò segue che i numeri sono sempre posti da sinistra a destra in ordine decrescente. Questo potrebbe portare alla scrittura di una lunga successione di simboli: per esempio, per indicare 99, si dovrebbe scrivere LXXXXVIIII, ovvero ogni simbolo è associato ad un valore . ...e le loro barre Sopralineando con una barra (detta "vilculum") una lettera moltiplica per 1.000 il suo valore. Quando su un numero notiamo una doppia linea sopra, quel numero si deve moltiplicare per 1.000.000. Mentre se si borda una lettera con due linee verticali ai fianchi ed una linea orizzontale soprastante, il suo valore originale viene moltiplicato per 100.000. la destra o la sinistra il valore cambia se cambi posizione Quando la cifra minore è a sinistra di quella maggiore, va sottratta e non sommata a quest’ultima. Invece quando una lettera di valore minore è a destra di un'altra di valore maggiore il suo valore viene aggiunto a quello del precedente. Questo é stato per evitare di scrivere più di 3 volte lo stesso simbolo di seguito. anche la pronuncia è importante... Gli antichi romani non avevano una parola specifica nè per i "milioni" né per i "miliardi" e la massima espressione erano le migliaia. Per esempio per indicare "un milione" essi dicevano "un migliaio di migliaia”. noi oggi li utilizziamo... I numeri romani sono inoltre utilizzati per indicare gli anni. A volte in alcuni orologi che indicano le ore con i numeri romani, il numero indicante le ore 4 è riportato graficamente con il segno IIII anzichè IV, seguendo dunque la grafia della Roma antica e non di quella medievale tuttora usata. Le operazioni venivano eseguite dai romani (come pure dai greci) mediante l'utilizzo dell'abaco. Non c'è modo di rappresentare quantità negative in numeri romani nemmeno di rappresentare decimali o frazioni.