cultura - Il Margine

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9 settembre 2012
vita trentina
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A TRENTO LA TESTIMONIANZA DELLA FILOSOFA EBREA UNGHERESE AGNES HELLER
il libro
“I miei occhi
continuano a vedere”
H
Le sue riflessioni
sul pensiero oggi
“I miei occhi hanno visto”: così
si intitola il libro-intervista alla
filosofa, curato da Francesco
Comina e Luca Bizzarri, edito
dalla casa editrice Il Margine e
presentato insieme alla
protagonista a Trento sabato 1
settembre. Il libro nasce in un
contesto di armonia, in quattro
giorni (tanto è durata
l’intervista!) passati insieme ai
curatori del volume presso il
monastero degli Stimmatini, a
Sezano sulle colline di Verona,
che da anni si è aperto a
momenti di dialogo anche con
il pensiero laico.
di Piergiorgio Cattani
a percorso una lunga
strada attraverso il
Novecento, con le sue
immani tragedie e con
le sue prospettive di rinascita, ma
la curiosità di Ágnes Heller non si
esaurisce mai: gli occhi della
filosofa ungherese che ormai ha
superato gli ottant’anni non si
stancano di guardare alla realtà
con concretezza e ottimismo,
cogliendo dove si annida il male ma
gustando pienamente gli orizzonti
di bene che albergano nel cuore
umano e nella natura che ci
circonda.
“L’uomo buono è, concretamente,
colui che subisce un’ingiustizia
piuttosto che commetterla. Kant
sosteneva ad esempio che prima di
fare qualsiasi azione era necessario
rompersi la testa con domande per
verificare se la cosa che si sta
facendo è da un punto di vista
morale giusta o sbagliata. E se è
sbagliata allora non la si fa. Io
penso che la persona buona sia
anche una bella persona”. Con
queste parole Heller, ebrea di
Budapest, connette la dimensione
etica con quella estetica, nella
quale tanta parte hanno il volto, lo
sguardo, l’occhio.
Gli occhi della Heller (per dirla col
titolo del libro che ha presentato a
Trento sabato scorso) hanno visto il
ghetto e la persecuzione hitleriana
(il padre a cui era legatissima venne
assassinato ad Auschwitz); la
bomba di Hiroshima e l’equilibrio
del terrore atomico; la dittatura
comunista nel suo paese e il crollo
del sistema sovietico; la
globalizzazione delle speranze e
dei problemi del pianeta. I suoi
occhi continuano ad osservare
come se fosse la prima volta i colori
del cielo e delle foglie,
dell‘ambiente naturale che tanta
importanza ha per la sua visione
H
Agnes Heller,
83 anni e una grande forza spirituale
del mondo.
La filosofa ci viene presentata così:
“Ágnes Heller non risparmia nemmeno
un minuto della sua vita. Vola come
fosse la cosa più naturale del mondo,
cambia in continuazione punti
cardinali, fusi orari, geografie”. E nello
stesso modo appare a chi la vede per la
prima volta: minuta ed energica,
anziana ma entusiasta, seria e
coinvolgente. Pronta a alternare
filosofia e autobiografia. “Mi sono
trovata a tradurre concetti
propriamente filosofici con un
linguaggio ordinario poiché sono
dell’idea che qualsiasi concetto
filosofico possa essere spiegato
attraverso il linguaggio quotidiano in
modo tale da suscitare l’interesse di
tutti coloro che si sforzano di capire.
Sono anche convinta che se un’idea o
un testo di filosofia non può essere
spiegato per mezzo del linguaggio
ordinario questo significa che il
filosofo stesso non ha ben inteso ciò di
cui stava scrivendo. Ho fatto cenno
all’idea di Nietzsche secondo cui la
filosofia è autobiografia.
Come è noto ognuno di noi è in grado
di scrivere molte autobiografie. Un
filosofo scrive libri che rappresentano
delle esperienze autobiografiche
scritte sotto vari punti di vista”. Le
pagine del libro narrano di incontri
con grandi filosofi, dal maestro Lukács
fino ad Adorno o Habermas, di esili e di
ritorni, di viaggi e di ricerca
concettuale: un viaggio in Italia
compiuto nel 1960, quando aveva
dovuto lasciare l’università ed era una
perenne sorvegliata speciale per la sua
posizione marxista eterodossa,
diventa per lei un’avventura spirituale
in quella bellezza che diventa
possibilità concreta anche per l’uomo
d’oggi. L’uomo rinascimentale diventa
il simbolo della svolta della Heller che,
formatasi nella tradizione di Marx e dei
suoi interpreti, rifiutò decisamente
l’autoritarismo comunista per
approdare a sponde
liberaldemocratiche con al centro però
sempre la persona.
La filosofia è questo, passione e
azione. “Secondo il mio punto di vista
la filosofia riflette principalmente
attorno a tre grandi questioni: pensa a
cosa conosci, pensa a come vivi, pensa
a come agisci. Non tutti gli uomini
sono filosofi. Forse uno è filosofo
«naturalmente», ossia ha nella propria
genetica un fuoco per la filosofia che
poi si accende e divampa quando
cresce e matura. Ci dev’essere
ovviamente anche una passione nel
porsi le domande filosofiche. Ci
dev’essere onestà, coraggio, qualche
caratteristica morale, diligenza e
molto lavoro”. Diligenza che diventa
dedizione per le piccole cose, per la
vita quotidiana e per i grandi problemi
del mondo. Riflettendo su Hiroshima
Heller afferma che “Il fatto che
l’umanità possa autodistruggersi
emerge come un problema filosofico.
L’ultimo giudice è l’umanità stessa che
può decretare la fine della vita o può
accendere la lampada della speranza”.
La sua vita, i suoi occhi e il suo
pensiero la tengono sicuramente
accesa.
l