Che fortuna avere un figlio disabile!

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Che fortuna avere un figlio disabile!
DIMENSIONE H
Giusi Lazzara
foto di Jessica Hauf
Che fortuna avere
un figlio disabile!
Un curriculum vitae
lungo sedici pagine
non basta per raccontare tutto l’impegno e
la tenacia di Fulvio
Frisone, il fisico
disabile conteso dagli
scienziati di mezzo
mondo.
Due occhi spalancati e sorridenti che accolgono con
simpatia e fanno dimenticare immediatamente tutto il
resto: una sedia a rotelle, delle braccia e delle gambe
che si muovono incontrollate, del viso contratto, dei
suoni gutturali emessi a fatica. Si dimentica tutto
quando si guardano le decine di attestati delle università di tutto il mondo, attestati per le sue ricerche sulla
fusione fredda, messi in bella mostra sulla parete del
salotto di casa. Una vita tutta in salita per Fulvio, che
dalla malattia ha fatto il suo punto di forza non mollando mai per andare avanti sempre con più tenacia.
Era facile per lui “spastico” essere compatito, ma fin
dai primi anni di scuola quando i professori volevano
aiutarlo, lui si opponeva chiedendo di essere giudicato
come tutti gli altri studenti “normali”. E così anno
dopo anno Fulvio ha studiato e si è laureato in Fisica
con una tesi sulla fusione fredda. Oggi a trentotto anni,
un posto da ricercatore nel dipartimento di Fisica dell’università di Catania, arriva un riconoscimento istituzionale. La Regione Siciliana ha deciso di intitolargli
una fondazione che avrà la sua sede provvisoria a
Palazzo Minoriti negli uffici di rappresentanza della
Regione. Un gesto di solidarietà-ha tenuto a precisare
Salvo Fleres vicepresidente vicario del Parlamento siciliano, che ha sostenuto l’iniziativa- nei confronti di
uno scienziato che per le sue particolari condizioni fisiche, può considerarsi il simbolo di un riscatto per i cittadini svantaggiati”. E lui Fulvio, il mondo sembra
prenderlo a pugni altro che guardarlo da lontano. Il
giovane fisico ha già le idee chiare sul suo impegno
nella fondazione.
Tre gli obiettivi primari che si prefigge di realizzare.
Per prima cosa – sensibilizzare - scrive in una lettera
indirizzata alla Regione – la classe scientifica e gli studenti al problema ambientale con particolare riguardo
al settore del nucleare alternativo. Il secondo obiettivo
è di promuovere, la cooperazione fra i nostri centri di
ricerca e quelli esteri. Terzo ma non da meno, disporre
di una struttura adeguata per tramutare la teoria in
tecnologia fruibile alla società”. Come dire passare
dalle parole ai fatti soprattutto in tema di rispetto dell’ambiente e delle fonti di energia alternativa.
Fulvio Frisone ha un angelo custode che gli è vicino fin
dalla nascita: la mamma Lucia. Il loro è rapporto di
complicità totale. E’ la mamma, che ha scritto in un
libro e detto più volte “La fortuna di avere un figlio spa stico”. In questi anni, racconta, che ha dovuto sostenere tante battaglie, per far riconoscere a suo figlio disabile, il diritto di poter partecipare ad un concorso pubblico o a frequentare un corso di specializzazione.
Forse Fulvio ha ereditato da sua madre tutta la determinazione che ci vuole per spuntarla nelle situazioni
più difficili.
“La mia rovina, sei, la mia croce – sorridendo dice
mamma Lucia – proprio a me dovevi capitare…”. E
Fulvio ride di una risata che gli riempie la faccia:
“Sono venuto dalla Luna un regalo per te…!”
Nel tempo libero Fulvio coltiva due passioni: la pittura
e il nuoto.
Così come studia e scrive, dipinge con un casco speciale a cui collega un pennello. Tanti i quadri per lo di
paesaggi più astratti, che tappezzano le pareti della sua
casa e che la mamma Lucia gelosamente non ha voluto vendere ai galleristi che li richiedevano in questi
anni. L’altra passione è il nuoto. Con pinne, maschera
e braccioli, Fulvio, si dedica quando può alle traversate che spesso partono dal litorale della Plaja. A chi gli
chiede se è felice, lui spesso risponde: “ Sono grato a
Dio, perché mi ha dato una vita meravigliosa”.