Medici a Verona

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Medici a Verona
ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI VERONA
VERONA
MEDICA
Trimestrale di informazione medica - anno L n. 2 GIUGNO 2015 - Sped. in a.p. - 70% - Poste Italiane S.p.A. - op. postale 30032393-002
Trimestrale di informazione medica
In questo numero:
Medici a Verona
Indagine sui fattori di benessere/malessere dei professionisti veronesi ...
Certificati di malattia
Chi certifica quando il paziente si sottopone ad un esame diagnostico?...
pag. 17
pag. 15
Il ruolo dei familiari nella relazione
tra medico e paziente ............................................... pag. 29
Elezioni FNOMCeO. Il Nuovo Comitato Centrale .... pag. 43
Assicurazione RC: l’obbligo slitta ............................ pag. 45
2
GIUGNO
2015
RC Professionale
obbligatoria
Odontoiatri
Medici di
Medicina Generale
Pediatri di
Libera Scelta
Liberi
Professionisti
Medici
Ambulatoriali
Giovani Medici
in formazione
Medici
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SOMMARIO
EDITORIALE
ATTUALITÀ
5 Comunicazione e Cura
29 Il ruolo dei familiari nella relazione
tra medico e paziente
30 Premio europeo per meriti scientifici
al dr. Castellani del Centro Fibrosi Cistica
31 Report del Ministero della Salute
sulla medicina difensiva
NOTIZIE DALL’ORDINE
6 Verbali del Consiglio e delle Commissioni
ALBO ODONTOIATRI
11 Verbali della Commissione Odontoiatri
STORIA DELLA MEDICINA
LETTERE AL DIRETTORE
32 Cenni per una storia dei medici ebrei di Verona
13 Fondazione ANT
14 AMAMI
Associazione Medici Accusati Malpractivce Ingiustamente
14 La diagnosi precoce del tumore al seno nelle donne
tra i 40-45 anni
15 Certificati di malattia. Chi certifica quando
il paziente si sottopone ad un esame diagnostico?
CONVEGNI E CONGRESSI
16 Convegni e Congressi
FNOMCeO
41
42
43
44
45
AGGIORNAMENTO
17 Medici a Verona
Indagine sui fattori di benessere/malessere
dei professionisti veronesi
20 Benzodiazepine e insonnia: una proposta per il
monitoraggio della prescrizione a lungo termine
e la dismissione graduale della terapia cronica
PROFESSIONE E LEGGE
24 Clinica e assistenza non possono essere separate
25 Cassazione: confermata condanna
fra tolleranza e persecuzione (XIII-XIX sec.)
45
46
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Medici competenti: quadro normativo e sanzionatorio
Elenco medici competenti
Elezione FNOMCeO. Il Nuovo Comitato Centrale
Master universitari
Trasmissione telematica all’INPS del certificato
di accertamento del decesso da parte dei medici
necroscopi. Circolare dell’INPS
Assicurazione RC l’obbligo slitta
Obbligo di comunicazione di eventuale titolo
di specialità a fini di pubblicità sanitaria
ECM: un breve prospetto riassuntivo
Documento conclusivo del Consiglio Nazionale
FNOMCeO del 29/05/2015
ENPAM
49 Al via la busta arancione:
per omicidio colposo a “infermiere coordinatore”
26 La certificazione di morte, l’attività di medico necroscopo e le funzioni di polizia mortuaria
27 Co.Ge.A.P.S. e certificazioni ECM
28 Responsabilità di struttura dell’ASL verso l’operato
del Medico di Famiglia
online le pensioni dei medici di famiglia
50 Riforma della Quota A, a che punto siamo
GIOVANI E PROFESSIONI
51 S.O.S. - Sostituzioni
TEMPO LIBERO
54 Chi cerca... trova
ORDINE DEI MEDICI E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI VR
Nuovo Orario di Apertura
della Segreteria dell’Ordine
VERONA MEDICA
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
dalle ore dalle ore
dalle ore
dalle ore
dalle ore
9,00
alle ore 13,00
9,00
alle ore 17,00 (CONTINUATO)
9,00
alle ore 13,00
9,00
alle ore 17,00 (CONTINUATO)
9,00
alle ore 13,00
Sabato chiuso
3
VERONA MEDICA
Trimestrale di informazione medica
Bollettino Ufficiale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Verona
Anno L n. 2 GIUGNO 2015
Sped. in a.p. - 70% - Filiale di Verona
Registrazione del Tribunale di Verona
n. 153 del 20/3/1962
ORDINE DEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI
DELLA PROVINCIA DI VERONA
VERONA - Palazzo Vitruvio Cerdone - Via Locatelli, 1 - 37122 Verona
tel. 045 8006112 / 045 596745 - fax 045 594904
web: www.omceovr.it
Direttore Responsabile
Roberto Mora
Comitato di Redazione
Renzo Bassi, Francesco Bovolin, Giuseppe Costa,
Carlo Marchi, Roberto Mora, Alberto Peroni,
Carlo Matteo Peruzzini, Gelmino Tosi
Consiglio Direttivo
Presidente: Roberto Mora
Vice-Presidente: Carlo Rugiu
Segretario: Lucio Cordioli
Tesoriere: Fabio Marchioretto
Consiglieri
Giorgio Accordini, Francesco Bovolin, Vania Teresa Braga,
Giorgio Carrara, Franco Di Spigno, Fabio Facincani, Roberto Fostini,
Alfredo Guglielmi, Annamaria Molino, Annamaria Musso, Francesco Oreglia,
Carlo Matteo Peruzzini, Claudio Salvatore,
Revisori dei Conti
Giuseppe Costa, Caterina Pastori, Francesco Spangaro
Revisore dei Conti Supplente
Vinicio Danzi
Commissione Odontoiatri
Elena Boscagin, Francesco Bovolin, Francesco Oreglia,
Roberto Pace, Franco Zanotti
Fotocomposizione Videoimpaginazione
e stampa
Girardi Print Factory
Via Maestri del Lavoro, 2 - 37045 Z.I. Legnago (Vr)
tel. 0442 600401
e-mail: [email protected]
Foto di Copertina
Roberto Mora
– Chioggia –
Inserzioni
SPAZIO
1/4 pagina interna (bianco e nero)
1/2 pagina interna (bianco e nero)
1 pagina interna (bianco e nero)
2ª e 3ª pagina di copertina (a colori) 4ª pagina di copertina (a colori)
4
pubblicitarie sul
1 USCITA
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150,00
400,00
500,00
800,00
1000,00
Bollettino
2 USCITE
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200,00 (totali)
300,00 (per uscita)
400,00 (per uscita)
600,00 (per uscita)
800,00 (per uscita)
4 USCITE
€
€
€
€
€
250,00 (totali)
250,00 (per uscita)
350,00 (per uscita)
500,00 (per uscita)
600,00 (per uscita)
VERONA MEDICA
EDITORIALE
Comunicazione e Cura
Qualche giorno fa, a Soave, invitato ad
un convegno dove infermieri e caposala della nostra provincia si interrogavano sulle loro prospettive professionali, alla luce del comma 566 della
Legge di Stabilità, ho avuto modo di
ascoltare la relazione del Prof. D. Rodriguez, medico legale all’Università di
Padova.
Che ci ha spiegato che non esiste nel
nostro Ordinamento una definizione
dell’Atto Medico, cosa peraltro che è
stata però tentata nell’art. 3 del nostro
nuovo Codice Deontologico laddove
compaiono le parole “prevenzione,
diagnosi e terapia” ma è assente il termine “cura”.
E si chiedeva: la “cura” può dunque
diventare pertinenza delle professioni
sanitarie?
In questo giornale pubblichiamo una
interessante indagine promossa dal
Gruppo di ricerca psico-sociale nei
Servizi alla persona, del Dipartimento
di Filosofia, Pedagogia e Psicologia
dell’Università di Verona e dal Comitato di Bioetica presso il nostro Ordine.
Oggetto dell’indagine i fattori di benessere/malessere dei medici veronesi.
Oltre a cose ben note come quella del
“malessere” dovuto alla “difficoltà di
trovare un senso nelle decisioni che i
politici prendono in sanità” ed il peso
della burocrazia, lo studio rileva che “i
medici sembrano ricercare la propria
soddisfazione professionale” più nella
conferma delle proprie capacità clinico-scientifiche che nelle loro capacità
relazionali.
Al punto che l’inadeguatezza sotto
questo aspetto diventa un motivo di
insoddisfazione-malessere rilevante.
VERONA MEDICA
E ancora “Sul piano sociale tutti i medici … esprimono una percezione medio-alta del potere personale (ascolto
degli interlocutori e controllo nel proprio lavoro), mentre la percezione del
potere e del ruolo della propria categoria è decisamente inferiore”.
Viviamo in questi anni uno sviluppo
scientifico e tecnologico sorprendente.
Cose un tempo impensabili sono oggi
possibili e la ricerca ci svela ogni giorno orizzonti sempre più vasti.
Il NEJM del 30 aprile pubblica un articolo titolato “Virtual Visits – confronting the challenges of Telemedicine”
e si interroga su vantaggi e svantaggi
legati allo sviluppo della telemedicina.
In molti nostri ospedali, oggi la refertazione radiologica avviene a distanza
e le immagini possono essere consultate direttamente dal medico sul proprio tavolo di lavoro.
Il mercato, da parte sua, offre applicazioni che caricate sullo smart-phone permettono di rilevare i parametri
vitali che trasmessi al medico gli permettono di visitarti anche quando sei
in viaggio o te ne stai comodamente
a casa.
Se vuoi puoi anche collegarti con lui
ed eseguire una vera e propria Visita
Virtuale.
I nostri colleghi negli “States” sono
preoccupati da questo stato di cose e
dal fatto che sempre più spesso vengono richiesti di essere consultati dai
pazienti in questo modo (ne parlavo
tempo fa in un editoriale titolato “epatients”).
Una nuova applicazione che si carica sullo smart-phone consente di
consultare un dermatologo semplicemente fotografando la cute ammalata, compilando un questionario sulla
sintomatologia e spedendo il tutto allo
specialista che (sempre collegato online) ti cura a distanza.
Ricordo ancora oggi, quale fosse,
nei racconti dei colleghi che mi hanno preceduto, l’entusiasmo suscitato
dall’arrivo della penicillina.
Erano tempi in cui le risorse a disposizione del medico erano di gran lunga
inferiori a quelle odierne.
Eppure, nella considerazione della
gente, la nostra professione godeva
di una reputazione di gran lunga migliore di quella odierna.
I progressi della scienza e della tecnologia, se da una parte hanno migliorato le nostre capacità di diagnosi e terapia, hanno però anche creato
nella gente l’opinione di una medicina onnipotente, dove il fallimento terapeutico, un tempo accettato come
naturale, è diventato mancanza professionale o colpevole superficialità.
Il rapporto con i nostri pazienti, che
un tempo era supportato dal dialogo
e dalla fiducia, rischia di naufragare
nel mare del sospetto e della diffidenza.
Ad aggravare le cose un sistema sanitario preoccupato più di vendere
prestazioni piuttosto che di garantire
cure e tutele.
La sfida che dovremo affrontare nel
prossimo futuro, non sarà tanto quella rappresentata dalle malattie che
ancora non sappiamo curare, quanto
quella di offrire ai nostri pazienti una
medicina meno onnipotente ma più a
misura d’uomo.
A proposito …. mi sono riletto il nostro Codice Deontologico ed ho scoperto che il termine “cura” c’è ancora.
Compare nell’art. 20 che è dedicato
alla “Relazione di cura”.
Vi sta scritto che “Il medico nella relazione persegue l’alleanza di cura
fondata sulla reciproca fiducia e sul
mutuo rispetto dei valori e dei diritti
e su un’informazione comprensibile
e completa, considerando il tempo
della comunicazione quale tempo
di cura”.
Guarda caso ….!
Il termine cura compare ed è insieme
a quello di comunicazione.
ROBERTO MORA
5
NOTIZIE DALL’ORDINE
Verbali
del Consiglio
e delle
Commissioni
VERBALE SEDUTA DI CONSIGLIO
DEL 10 DICEMBRE 2014
Presenti: Mora, Fostini, Cordioli,
Marchioretto, Accordini, Bovolin,
Facincani, Guglielmi, Orcalli, Oreglia,
Peruzzini, Rugiu, Salvatore, Spangaro
Revisori: Braga, Celebrano, Piazzola
Direttore: Cerioni
Assenti Giustificati: Carrara,
Lombardo, Molino, Costa
Il Presidente constatata la presenza del numero legale dichiara aperta la seduta.
LETTURA ED APPROVAZIONE
VERBALE PRECEDENTE
Il Verbale del Consiglio del 18 novembre 2014, viene approvato all’unanimità.
DELIBERE AMMINISTRATIVE
Il Direttore da lettura delle delibere
amministrative che vengono approvate all’unanimità.
COMUNICAZIONI
Il Presidente informa sugli argomenti discussi nella riunione del
Consiglio Nazionale Fnomceo svoltasi a Roma il 5 e 6 dicembre u.s.L’argomento più importante discusso riguardava le problematiche
relative agli esami di accesso alle
Scuole di Specialità e quelle inerenti il numero programmato per
l’accesso alle facoltà di Medicina
ed Odontoiatria.
A tal proposito il Consiglio Nazionale FNOMCeO ha approvato un
documento in cui si rilevano i so-
6
stanziali fallimenti delle procedure di
accesso alle Scuole di Medicina e di
quelle per l’ingresso alla Formazione Specialistica post-laurea.
Vicende che hanno determinato, a
parere del Consiglio un vulnus nella
affidabilità e trasparenza delle Istituzioni formative dando respiro a
quelle proposte che vorrebbero soluzioni del tipo “abolizione della programmazione e/o accesso unico”.
Proposte che provocherebbero
danni maggiori di quelli a cui vorrebbero dare soluzione.
Nel documento si richiama l’attenzione delle Istituzioni ad affrontare
il problema tramite una revisione
globale di tutto il sistema formativo del medico e dell’Odontoiatra, in
una ottica che non sia solo quella
nazionale ma che tenga presente
anche i percorsi formativi che sono
attualmente svolti in altri stai U.E.
Il Presidente consegna una serie
di documenti elaborati dal centro
studi FNOMCeO contenenti le proiezioni su numerosità di studenti e
medici in formazione e relativi costi.
Nella
mozione
approvata
la
FNOMCeO si rende disponibile a
partecipare ad eventuali tavoli di lavoro finalizzati.
Sul tema della Formazione il Presidente informa il Consiglio che il
Prof. Guglielmi, a nome dell’Università di Verona, gli ha fatto avere il
documento che la Conferenza permanente delle Facoltà e Scuole di
Medicina e Chirurgia hanno inviato
al Ministro dell’Università e della
Ricerca ed in cui si esprime il disaccordo delle Facoltà all’ipotesi
dell’abolizione del numero chiuso
ed il disappunto sul fatto che le
sentenze della Magistratura abbinato di fatto saltare l’accesso programmato, premiando di fatto non
tanto il merito ma la “litigiosità”.
Nel documento si rileva tra l’altro
che la giustizia amministrativa ha
fatto sì che gli studenti che hanno
ottenuto un buon risultato al test di
ingresso, senza risultare tra i vincitori, si siano visti scavalcare (per
effetto delle ordinanze dei TAR) da
studenti ricorsisti che in alcuni casi
non avevano neppure ottenuto i 20
punti della sufficienza.
Il Presidente informa il Consiglio di
avere provveduto personalmente a
trasmettere il Documento al Presidente Bianco e alla FNOMCeO,
ringrazia ufficialmente il Prof. Guglielmi ed esprime il suo personale
apprezzamento sul documento.
Informa infine che nella stessa riunione del 5-6 dicembre il Consiglio
Nazionale FNOMCeO ha approvato
il bilancio di Previsione 2015.
a) Il Presidente segnala che nelle
giornate del 29 e 30 novembre
2014, ha partecipato al Consiglio
Nazionale dell’Ente di Previdenza (Enpam).
Nell’occasione è stato approvato
il Bilancio pre-Consuntivo 2014
del quale sono emersi i seguenti
dati:
-Il bilancio previdenziale è in
attivo per circa 831 milioni di
euro.
-il capitale dell’ente è attualmente stimato a 17 miliardi di
Euro;
- Il bilancio economico derivante dagli investimenti immobiliari e finanziari del capitale hanno prodotto un attivo (al loro
delle imposte) di 413 milioni
di euro con una rendita pari al
2,43%.
La stima è quindi che tale utile
al netto delle imposte dovrebbe
essere pari a di € 187.000,00
con una rendita dell’1,2%.
Sulla base di tali dati il saldo
dell’Ente prevede un saldo attivo
pari a 938 milioni di euro.
Altre delibere hanno riguardato la
riduzione della quota “A” a carico
degli iscritti che hanno più di 30
anni di contribuzione, fissata in €
1.040,00 – anziché 1.400,00.
La quota B sarà invece aumentata nella misura di 1 punto percentuale, ovvero dal 12,5% al
13,5% Le aliquote dei vari fondi saranno così modificate:
-Medicina generale dal 16,5%
al 17,0%
-Pediatri di libera scelta dal
15% al 16%
-Specialisti ambulatoriali dal
24% al 25%
- Medicina dei servizi dal 24,5%
al 25,5%
Lo statuto dell’ente già discusso e approvato nella preceden-
VERONA MEDICA
NOTIZIE DALL’ORDINE
te assemblea svoltasi lo scorso
giugno, è stato presentato ai Ministeri vigilanti che hanno proposto alcune modifiche.
b)Il Tesoriere, Dr. Marchioretto,
illustra brevemente il “Piano
triennale per la Prevenzione della Corruzione 2015/2017” ed il
“Piano triennale per la Trasparenza e l’Integrità 2015/2017”.
Seguono vari interventi posti a
chiarimento di alcune perplessità.
Il Direttore informa che tali adempimenti sono stati oggetto di un’incontro indetto dalla Fnomceo e
tenutosi a Roma il 4 dicembre
u.s.- Gli atti e relative norme sono
state illustrate dal Dirigente della
Fnomceo Nazionale.
Successivamente la relazione del
Presidente sull’argomento, viene
posta per l’approvazione del Consiglio, la delibera n. 121 che stabilisce
gli obblighi che l’Ordine dei Medici
C. e O. di Verona dovrà adempiere
per il triennio 2015/2017.
Il Consiglio approva tale delibera
che farà parte integrante del presente verbale.
ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI
Le iscrizioni e cancellazioni vengono approvate.
MEDICI - CHIRURGHI
Iscrizioni neo-abilitati:
Dott. FERNANDEZ MELIAN
Rodolfo
Iscrizione società tra professionisti:
Studio Odontoiatrico
FRANZINI- BRUNELLI
Iscrizioni per trasferimento da
altro Ordine:
Dott. BOTTEGA Elisa da VENEZIA
Dott. DE SIMONE Vincenzo
da NAPOLI
Dott. GABBRIELLI Armando
da ROMA
Dott. NICOLETTI Cristian
da MILANO
Dott. PALADINI Alessia
da RAVENNA
Dott. RICCI Michela da ROMA
VERONA MEDICA
Dott. SCIOSCIA Marco da BARI
Dott. SCARPELLI Mauro
da CREMONA
Cancellazioni su richiesta:
Dott. ADRIANO Irene
Dott. BALLARINI Paolo
Dott. BATTISTONI Adalberto
Dott. BOLOGNA Amedeo
Dott. DOLFINI Mario
Dott. FRATUCELLO Giuseppe
Dott. GAGNI Giuliano
Dott. GHIBELLINI Mario
Dott. GIORGETTI Pier Giorgio Dott. IANNACCONE Alberto
Dott. LANZONE Bruno
Dott. LODOLA Paolo
Dott. LORENZETTI Mauro
Dott. MAGGIONI Ruggero
Dott. MENEGAZZI Luciano
Dott. MONTI Elena
Dott. MUSETTI Paola
Dott. NGANDIE NJONOU
Milly Estelle
Dott. OSTI Eraldo
Dott. PERBELLINI Maria
Dott. PERINA Angelo
Dott. ROSSETTI Antonio
Dott. SCAMPERLE Renzo
Prof. TANSELLA Michele
Dott. TODESCHINI Giampaolo
Dott. VECCHINI Luigi
Dott. ZATTARIN Alberto
Dott. ZAVARISE Flavio.
Cancellazioni per decesso:
Dott. BARBON Fiorella
Prof. DALLE ORE Giuseppe
Dott. FIORE DONATI Luciano
Dott. GIACOPUZZI Mario
Prof. MARIGO Mario
Dott. MARINI Pietro Gabriele
Dott. PIRRAMI Claudio
Dott. RUSSO Giuseppe
Dott. SHERSHOVA Svetlana
Cancellazioni per trasferimento
ad altro Ordine:
Dott. GIORDANI Silvia a BOLOGNA
Cancellazioni per irreperibilità
e morosità:
Dott. OUEDRAGO Paul
ODONTOIATRI
Iscrizioni neo-abilitati:
Dott. BEVILACQUA Silvia
Dott. BRAY Carola
Dott.
Dott.
Dott.
Dott.
Dott.
DE MARCHI Paolo
FABBRI Zeno
MARESCUTTI Riccardo
MONTAGNA Zeno
MOURATORIO Laira Lania
Iscrizioni per trasferimento da
altro Ordine:
Dott. ROSATI Paola da PERUGIA
Cancellazioni su richiesta:
Dott. ADRIANO Irene
Dott. ARRICHIELLO Francesco
Dott. HASHEMI POUR Seyed
Abdolghader
Dott. MAGGIONI Ruggero
Dott. MIRANDOLA Cipriano
Dott. MORANDO Lorella
Dott. POZZERLE Maria
Dott. RAO Mariano
Dott. SCANDOLA Clelia
Dott. SORTINO Ferdinando Dott. VOLTA Lucilla
Prof. ZANINI Giuseppe
Cancellazioni per decesso:
Dott. MARINI Pietro Gabriele
VARIE ED EVENTUALI
Il Dr. Orcalli chiede al Presidente un
impegno attivo presso la Fnomceo
per risolvere le problematiche riguardanti le “assicurazioni obbligatorie per i medici”, che prevedono
costi esorbitanti in particolar modo
per l’area chirurgica.
Il Dr. Mora assicura che l’argomento sarà oggetto di discussione in
Federazione Nazionale.
Al termine della seduta, il Presidente, in considerazione che non
faranno più parte del prossimo
Consiglio, ringrazia i Consiglieri Dr. Giuseppe Lombardo e Dr.
Francesco Orcalli ed i Revisori dei
Conti Dr. Mario Celebrano e Dr.ssa
Piazzola Elena, per la loro intensa
partecipazione all’attività ordinistica nel triennio 2012/2014, e, quale
riconoscimento, consegna loro una
medaglia a ricordo dell’Ordine.
U
7
NOTIZIE DALL’ORDINE
VERBALE SEDUTA DI CONSIGLIO
DEL 20 GENNAIO 2015
Presenti: Mora, Rugiu, Cordioli,
Marchioretto, Accordini, Bovolin,
Braga, Carrara, Di Spigno, Molino,
Oreglia, Peruzzini, Salvatore.
Revisori: Costa, Pastori, Spangaro
Direttore: Cerioni
Avvocato: Avv. Gobbi
Assenti Giustificati: Facincani,
Guglielmi, Musso, Danzi
Il Presidente constatata la presenza del
numero legale dichiara aperta la seduta.
LETTURA ED APPROVAZIONE
VERBALE PRECEDENTE
Il Verbale del Consiglio del 10 dicembre
2014, viene approvato all’unanimità.
DELIBERA
a) Il Direttore elenca le delibere poste
all’approvazione del Consiglio che
vengono approvate all’unanimità.
b) Il Presidente informa di aver nominato una Commissione composta dal
Segretario, dal Tesoriere e dal Direttore, con il compito di esaminare le
proposte di collaborazione legale
per l’Ordine, presentate da numerosi Avvocati iscritti al Foro di Verona.
La Commissione, valute le proposte pervenute e considerati gli
aspetti professionali ed economici,
ha deliberato di assegnare l’incarico di Consulente Legale per l’anno
2015 allo Studio Donella con sede
in Via C. Scalzi 20, in Verona.
Il Consiglio ratifica la delibera della
Commissione, che farà parte integrante del presente verbale.
COMUNICAZIONI
a) Avendo la necessità di sostituire il
Dr. Oreste Ghidini quale componente la Commissione per l’accertamento delle invalidità Enpam, il
Consiglio nomina la Dr.ssa Caterina
Pastori in sostituzione del citato Sanitario, al quale sarà inviato un sentito ringraziamento per l’opera e la
collaborazione prestata.
b) Il Presidente comunica di aver avuto
assieme ai componenti del Direttivo,
un colloquio con l’Avv. Franco Balbi,
giuslavorista, con lo scopo di verificare eventuali problematiche riguar-
8
danti nuove assunzioni del personale dipendente, in considerazione
che nel corso dell’anno 2016, due
dipendenti lasceranno il servizio
per collocamento in quiescenza, ed
eventuali problematiche riguardanti
contratti di collaborazione.
c) Il Presidente informa che è tutt’ora
vigente una polizza assicurativa per
la copertura in itinere dei Consiglieri, Revisori dei Conti e Componenti
la Commissione Odontoiatri.
d)Il Consiglio, preso atto della delibera n. 92 del 05.07.2003, emanata dalla Fnomceo, stabilisce di
rinnovare alle medesime condizioni
le indennità di carica a suo tempo
definite per i Componenti il Direttivo, il Presidente Cao, ed i gettoni di
presenza per le partecipazioni alle
riunioni di Consiglio. Le indennità
saranno quindi le seguenti:
-Presidente
€ 1.830,00 mensili lordi (IVA inclusa)
-Vice Presidente
€ 1.464,00 mensili lordi (Iva inclusa)
-Segretario
€ 1.464,00 mensili lordi (Iva inclusa)
-Tesoriere
€ 1.464,00 mensili lordi (Iva inclusa)
-Presidente Cao
€ 1.464,00 mensili lordi (Iva inclusa)
-I gettoni di presenza al Consiglio
vengono riconfermati a € 100,00.e)Il Presidente comunica che il giorno 24 gennaio c.a., a Selvazzano di
Dentro (PD), si terrà un Convegno al
quale sono invitati i Presidenti di Ordine del Veneto ed i Rappresentanti
Sindacali Medici, con il seguente
tema: “Alleanza per la professione
medica – stati generali della professione. Il degrado della Sanità pubblica del Veneto. Come fare?”.
RINNOVO CONTRATTO
A DIPENDENTE
Il Consiglio ritiene di rinnovare per
i prossimi sei (6) mesi il contratto a
tempo determinato con nuova scadenza al 31 luglio 2015, alla dipendente Sig.ra Alessandra Pasqualotto.
COMMISSIONI ORDINISTICHE
Il Presidente illustra dettagliatamente
le Commissioni istituite all’Ordine ed i
loro scopi. Chiede ai presenti la collaborazione e l’impegno, segnalando
alla Segreteria in quali Commissioni
desidera partecipare.
Vengono stabiliti le seguenti Commissioni:
Amministrazione e trasparenza
- Autorizzazioni L.R. 22/2002 e
L. 81/08 (ex L. 626)
- Comitato Verona Medica
comunicazioni/rapporti con i medica
- ECM e Aggiornamento
- Enpam e previdenza
- Esami di Stato e Rapporti
con Università
- Federazione Regionale
- Giovani Medici e Neo-abilitati
- Gruppo di lavoro salute ambienti
di vita e di lavoro
- Informatizzazione e pagina web
- Medicine complementari
- Pari opportunità
-Psicoterapeuti
- Territorio – Ospedale
ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI
Il Segretario dà lettura delle variazioni di iscrizioni e cancellazioni di cui al
seguente elenco.
Interviene il Presidente il quale segnala che tra gli obblighi dell’Ordine vi è
anche quello istituzionale di tenere
aggiornati gli Albi degli iscritti, di verificare puntualmente la loro residenza,
il pagamento della quota di iscrizione
all’Ordine ed i contributi dovuti all’Enpam.
Le iscrizioni e cancellazioni vengono
approvate.
MEDICI - CHIRURGHI
Iscrizioni per trasferimento da altro
Ordine:
Dott. BONORA Eleonora da SIENA
Dott. MENESTRINA Paola da PADOVA
Cancellazioni su richiesta:
Prof. FRANCHI Giuseppe
Dott. PALMIERI Pietro
Dott. SEGATTINI Paolo
Dott. SIMEONI Roberto
Dott. STELLA Piero
Cancellazioni per decesso:
Dott. BONOMELLI Paolo
Dott. TOMASI Ameno
Dott. SALGARELLO Antonio
Dott. ZANETTI Benedetto
Cancellazioni per irreperibilità e
morosità:
Dott. STURIALE Francesco
VERONA MEDICA
NOTIZIE DALL’ORDINE
ODONTOIATRI
Iscrizioni neo-abilitati:
Dott. FACCIONI Paolo
Cancellazioni su richiesta:
Dott. ITALIA Concetto
Dott. LOCATELLI Guerrino
Dott. SIMEONI Roberto
Cancellazioni per irreperibilità
e morosità:
Dott. STURIALE Francesco
PRIMA DI PROCEDERE ALLE RELAZIONI ISTRUTTORIE, ESCONO
DALLA SALA I CONSIGLIERI ODONTOIATRI, I REVISORI DEI CONTI, IL
DIRETTORE E L’AVVOCATO.
COMMISSIONE DISCIPLINA
MEDICI CHIRURGHI
RELAZIONI ISTRUTTORIE
La Commissione delibera:
n. 3 apertura procedimenti disciplinari
n. 1 archiviazione procedimento disciplinare
VERBALE SEDUTA DI CONSIGLIO
DEL 3 MARZO 2015
Presenti: Mora, Rugiu, Cordioli,
Marchioretto, Accordini, Bovolin,
Braga, Carrara, Di Spigno, Facincani,
Fostini, Guglielmi, Molino, Musso,
Peruzzini, Salvatore.
Revisori: Costa, Pastori, Spangaro
Direttore: Cerioni
Avvocato: Avv. Gobbi
Assenti Giustificati: Oreglia, Danzi
Il Presidente constatata la presenza
del numero legale dichiara aperta la
seduta.
LETTURA ED APPROVAZIONE
VERBALE PRECEDENTE
Il Verbale del Consiglio del 20 gennaio
2015, viene approvato all’unanimità.
COMUNICAZIONI
a) Elezioni Comitato Centrale
FNOMCeO
Il Presidente informa che nelle giornate del 20,21 e 22 marzo c.a, si
VERONA MEDICA
terranno le elezioni per il rinnovo del
Comitato Centrale della Fnomceo.
Fa presente che in occasione della
riunione svoltasi nei giorni precedenti a Roma, ai Presidenti è stata
consegnata una lista concordata
dai maggiori sindacati medici nazionali in cui il candidato alla Presidenza FNOMCeO è la Dr.ssa Roberta
Chersevani Presidente dell’Ordine
di Gorizia. Risulta altresì che sia in
preparazione una lista alternativa
in cui il candidato alla Presidenza
FNOMCeO dovrebbe essere il Presidente dell’Ordine dei Medici C. e
O. di Palermo, il Dr. Salvatore Amato.
Il Consiglio, dopo ampia discussione, nella quale sono intervenuti vari
Consiglieri, da mandato al Dr. Mora
di votare i candidati Dr.ssa Roberta
Chersevani, Presidente O.M. Gorizia, Dr. Maurizio Scassola, Presidente O.M.Venezia, Dr. Luigi Conte, già
Segretario della Fnomceo, lasciandogli poi la massima libertà di scelta
per il completamento della lista dei
votati includendo tra questi anche
componenti della lista alternativa.
b) Nomina Componente Commissione
Invalidità Enpam.
Il Consiglio nomina il Dr. Fabio Marchioretto, quale componente neurologo nella predetta Commissione in
sostituzione della Dr.ssa Maria Pampanin.
c) Nomina Responsabile per i Rapporti
con gli altri Ordini Professionali.
Il Consiglio incarica il Dr. Roberto
Fostini di occuparsi delle relazioni
con gli altri Ordini Professionali Provinciali.
d) Nomina Rappresentante del Consiglio nella Commissione Medicine
Complementari.
Il Consiglio nomina il Vicepresidente
Dr. Carlo Rugiu quale Rappresentante del Consiglio nella predetta
Commissione.
e)Fnomceo.
Il Presidente comunica che la
Fnomceo ha preso atto della sanzione comminatale dall’Autorità
Garante della concorrenza e del
mercato, inerente le previsioni di cui
agli artt. 54-55 e 56 del Codice di
Deontologia Medica approvato nel
2006 relativo alla “Pubblicità Sanitaria”, presentando il relativo ricorso e
suggerendo agli Ordini Provinciali di
sospendere per il momento l’appli-
cazione di quanto nel nuovo Codice
Deontologico si riallaccia allo stesso
tema contestato. Nel merito informa
che l’Ordine di Verona ha sempre
seguito quanto stabilito dalla Corte
Suprema di Cassazione con sentenza n. 3717/2012, ratificata con nostra
delibera n. 42/2012 del 17.7.2012.
COMMISSIONI ORDINE
Il Consiglio valutate le disponibilità dei
Consiglieri e di altri Colleghi, approva le
seguente Commissioni:
Verona Medica
Dr. Roberto Mora
Dr. Carlo Matteo Peruzzini
Dr. Giuseppe Costa
Dr. Francesco Bovolin
Psicoterapeuti
Prof. Lucio Bonuzzi
Dr. Flavio Nosè
Prof.ssa Mirella Ruggeri
Amministrazione e Trasparenza
Dr. Flavio Marchioretto
Dr. Lucio Cordioli
Aut. Legge 22/2002
Legge 81/2008 (ex 626)
Dr. Fabio Facincani
Dr.ssa Elena Boscagin
Esami di Stato e Rapporti
con l’Università
Prof. Alfredo Guglielmi
Dr. Claudio Salvatore
Dr. Moreno Leoncini
Dr. Francesco Oreglia
E.C.M. e Aggiornamento
Prof. Alfredo Guglielmi
Dr. Francesco Spangaro
Dr. Giovanni Bonadonna
Dr. Francesco Bovolin
Dr. Luciano Biti
Dr. Giampaolo Battizocco
Dr. Francesco Oreglia
Dr. Filippo Maffei
Dr. Franco Zattoni
Giovani Medici – Neo Abilitati
Specializzandi
Dr. Claudio Salvatore
Dr. Francesco Marchiori
Dr. Stefano Schinella
Dr.ssa Anna Chiara Fostini
Dr. Andrea Rossi (1977)
Dr. Roberto Pace
9
NOTIZIE DALL’ORDINE
Territorio – Ospedale
Dr. Fabio Facincani
Prof.ssa Annamaria Molino
Dr. Carlo Rugiu
Dr.ssa Vania T. Braga
Dr.ssa Franca Mirandola
Dr. Pasquale Cirillo
Dr. Francesco Del Zotti
Dr. Francesco Orcalli
Dr. Claudio Salvatore
Dr. Roberto Fostini
Dr.ssa Anna Rosa Marchetti
Dr. Franco Di Spigno
Dr. Carlo M. Peruzzini
Informatizzazione e Pagina Web
Dr. Fabio Marchioretto
Dr. Carlo M. Peruzzini
Pari Opportunità
Prof.ssa Annamaria Molino
Dr.ssa Vania T. Braga
Dr.ssa Anna Maria Musso
Dr.ssa Caterina Pastori
Dr.ssa Elena Boscagin
Dr. Giorgio Accordini
Federazione Regionale
Dr. Roberto Mora
Prof.ssa Annamaria Molino
Dr. Francesco Bovolin
Dr. Vicinio Danzi
Enpam e Previdenza
Dr. Giorgio Accordini
Dr. Giuseppe Costa
Dr. Giorgio Carrara
Dr. Roberto Pace
Medicine Complementari
Dr Enrico Dall’Anese
Dr. Bruno Brigo
Dr. Francesco Cardini
Dr. Claudio Gobbin
Dr. Franco Di Spigno
Dr. Rosario Pugliarello
Dr. Carlo Rugiu (Rappresentante Ordine)
ISCRIZIONI e CANCELLAZIONI
Le iscrizioni e cancellazioni vengono
approvate.
MEDICI - CHIRURGHI
Iscrizioni neo-abilitati:
Dott. ALI AHMAD Shwan
Dott. ANDREOLI Beatrice
Dott. ARIOLI Luca
Dott. BACIGA Chiara
10
Dott. BARBIERI Nila
Dott. BERTOLINI Elena
Dott. BESUTTI Andrea
Dott. BOZZOLIN Alessia
Dott. BRESSAN Martina
Dott. CALIARI Cesare
Dott. CAPPELLARI Francesco
Dott. CASTIONI Davide
Dott. CAZZETTA Beatrice
Dott. CORDIOLI Anna
Dott. CORVO Alessia
Dott. DAL BEN Sarah
Dott. DE SIMONE Sara
Dott. DE TOGNI Francesca
Dott. DEL ZOTTI Emilio
Dott. DI CESARE Gabriele
Dott. DONATONI Maria Sofia Dott. DUSI Federica
Dott. EDERLE Francesco
Dott. FORMENTINI Letizia
Dott. FRAIZZOLI Luca
Dott. FUMANERI Alessia
Dott. GELMETTI Margherita
Dott. GELMINI Valentina
Dott. GHELLERE Francesco
Dott. GHIRELLI Angelica
Dott. GIARDINI Mattia
Dott. GIRONI Silvia
Dott. HU Jennifer
Dott. IDOLAZZI Chiara
Dott. KANANI Faheem
Dott. LUZZATI Michele
Dott. MAFFEIS Valeria
Dott. MAGALINI Federica
Dott. MANTOVANI Anna
Dott. MARASTONI Damiano
Dott. MARCHESINI Gessica
Dott. MATTIUCCI Alessandra
Dott. MILANI Paolo
Dott. MODOLO Francesca
Dott. MORBIOLI Laura
Dott. MOSCONI Lorenzo
Dott. MURARI Angela
Dott. NIERO Valentina
Dott. PADOVANI Irene Maria
Dott. PASQUALIN Giulia
Dott. PEDUZZI Giulia
Dott. PERANTONI Martina
Dott. PERANTONI Matteo
Dott. PIGAIANI Nicola
Dott. PROCESSALI Tania
Dott. PROVENZANO Luca
Dott. QUINTO Levio
Dott. RAIMONDI Ivana Maria
Dott. RAMAZZINI Leandro
Dott. RESENTERA Chiara
Dott. RIGHETTI Andrea
Dott. RIGHETTI Margherita
Dott. RUBELE Sofia
Dott. RUSSO Vincenzo
Dott. SACCHETTO Andrea
Dott. SANTI Elena
Dott. SARTORI Giulia
Dott. SAVOIA Elena
Dott. SCALA Andrea
Dott. SEGATTINI Silvia
Dott. TABACCO Giulia
Dott. TACCHELLA Alessandro
Dott. VACCHIANO Andrea
Dott. VENTURINI Valentina
Dott. ZAMBON Giorgia
Dott. ZANELLI Sara
Dott. ZANETTE Giovanni
Dott. ZANONI Mattia
Dott. ZIMELLI Emma
Dott. ZIVELONGHI Caterina
Iscrizioni per trasferimento da altro
Ordine:
Dott. ALDEGHERI Roberto da PADOVA
Dott. PERRONE Rosa da COSENZA
Prof. POLITI Massimo da UDINE
Dott. PRIVIERO Marco da PORDENONE
Dott. VIRDIS Pietrina da SASSARI
Dott. JIMENEZ VEGA Octavio
da VICENZA
Cancellazioni per decesso:
Dott. BELLOTTI Giorgio
Prof. BRICOLO Albino
Dott. CASARIN Maria
Prof. FIGNA FERRUCCI Pio
Dott. ORNA Albertina
Prof. SERIO Giovanni
Prof. SQUASSABIA Antonio
Cancellazioni su richiesta:
Dott. GRAZIOLI Paolo Roberto
Dott. MANZINI Giulia
Richiesta doppia iscrizione:
Dott. CARLINI Carlo
Richiesta iscrizione Albo Società:
STUDIO DENTISTICO IL SORRISO SNC
PRIMA DI PROCEDERE ALLE RELAZIONI ISTRUTTORIE, ESCONO
DALLA SALA I CONSIGLIERI ODONTOIATRI, I REVISORI DEI CONTI, IL
DIRETTORE E L’AVVOCATO.
COMMISSIONE DISCIPLINA
MEDICI CHIRURGHI
RELAZIONI ISTRUTTORIE
La Commissione delibera:
n. 5 Archiviazione provvedimenti
n. 1 Supplemento
VERONA MEDICA
ALBO ODONTOIATRI
Verbali della Commissione
Odontoiatri
VERBALE DELLA COMMISSIONE
ODONTOIATRI DEL 13 GENNAIO 2015
Presenti: Dott.ssa Boscagin,
Dott. Bovolin, Dott. Zattoni,
Dott. Oreglia, Dott. Pace
Lettura ed approvazione verbale
precedente
Il verbale della seduta precedente viene approvato all’unanimità.
Comunicazioni del Presidente
1)Il Presidente informa i presenti di
aver ricevuto una segnalazione
da parte della Signora VD la quale
riferisce di essere stata curata in
un primo momento dal Dott. QQ
e successivamente da WW che
non risulta essere in possesso di
alcuna laurea in odontoiatria. Il
Presidente da lettura dell’esposto.
Viene deciso di inviare la segnalazione alla Guardia di Finanza e al
NAS.
2)Dott. YY: il Presidente riferisce di
aver invitato a colloquio il Dott. YY,
iscritto all’Ordine di Ferrara, per informazioni inerenti la sua attività di
direttore sanitario in diverse strutture situate in provincia di Verona.
Verrà poi riferito all’Ordine di competenza l’esito di tale colloquio.
Relazioni istruttorie
1)Dott. XX: la Dott.ssa Boscagin ripercorre il caso per i nuovi membri
della CAO non presenti alle sedute
precedenti e legge l’esposto contro il Dott. HH a firma del Sig. JJ.
Viene deciso di attendere e risentire il sanitario.
2) Dott. KK: il Presidente ripercorre il
caso relativo al Sanitario segnalato
all’Ordine dal Dott. ZZ per non aver
pagato una perizia effettuata dallo
stesso Z. Il Dott. K, invitato a produrre documentazione riguardante
la sua insolvibilità ha risposto di-
VERONA MEDICA
cendo che avrebbe provveduto a
breve, nello stesso tempo ha però
chiesto una verifica sull’operato del
Dott. Z. Viene deciso di attendere
la documentazione richiesta per
poi esprimere un giudizio di merito.
Procedimenti disciplinari
1)Dott. X: il Presidente ripercorre
il caso relativo al Sanitario per il
quale è stato emesso decreto penale perché indagato dalla Procura
della Repubblica per favoreggiamento dell’esercizio abusivo della
professione. La CAO a suo tempo
aveva aperto e sospeso il procedimento disciplinare in attesa della
sentenza. Recentemente il Sanitario ha inviato all’Ordine copia della
sentenza ove viene riportato che il
fatto non sussiste. Si resta in attesa del documento finale di archiviazione per poi definire il procedimento.
2) Dott. WQ: Viene ripercorso il caso
relativo al Dott. WQ e viene fissata la data per la celebrazione del
procedimento che sarà il giorno 10
marzo 2015 alle ore 16.00.
VERBALE DELLA COMMISSIONE
ODONTOIATRI DEL 10 FEBBRAIO 2015
Presenti: Dott.ssa Boscagin,
Dott. Bovolin, Dott. Oreglia,
Dott. Pace, Dott. Zattoni
Lettura ed approvazione verbale
precedente
Il verbale della seduta precedente viene approvato all’unanimità.
Comunicazioni del Presidente
1) Il Presidente informa i presenti sulla circolare ENPAM che prevede
un contributo agli Ordini anche
per convegni organizzati dall’Albo
Odontoiatri se hanno come tema
problematiche previdenziali e/o
assistenziali a patto che partecipi
un funzionario ENPAM.
2)Il Presidente informa di aver ricevuto dal Dott. QQ una segnalazione. Il Medico lamenta il fatto che la
sua terapia ortodontica effettuata
su una paziente sia stata criticata da un ingegnere in base a una
prova stabilometrica. Viene deciso
di scrivere una lettera all’Ordine di
Brescia, ove ha sede l‘Azienda che
ha emesso il certificato e al medico
esponente.
3)Il Presidente informa i presenti di
una lettera della FNOMCEO riguardante l’accesso agli atti amministrativi da parte di coloro che
inviano all’Ordine una denuncia e
delimita i requisiti di chi può avere
accesso agli atti e conoscere l’esito dei procedimenti che sono scaturiti dalla loro segnalazione.
4)Il Presidente informa di aver ricevuto una circolare FNOMCeO riguardante la legge di stabilità. Nella stessa la Federazione ne critica
fortemente alcuni punti.
5) Il Presidente informa di aver ricevuto, per conoscenza, una lettera da
parte dello Studio Legale X in merito ad una pratica Dott. WW/Sig.re
YY, HH. Il legale invita il Sanitario a
fornire tutta la documentazione clinica riguardante le pazienti. Sentito
telefonicamente il Sanitario il Presidente viene informato che i fatti
risalgono a circa 20 anni fa. Viene
deciso di convocare il Dott. W per
chiarimenti.
6)Caso “I… S…”: la CAO dopo aver
esaminato le pubblicità di “I….
S….” ritiene suo dovere informare
l’ASL 20 del fatto acclarato, che
sulle pubblicità sopraddette non
appare mai il nome di un sanitario
responsabile e/o attivo nelle strutture stessa. Si richiederà anche se
la strutture gode della necessaria
autorizzazione regionale a noi non
risultante.
7)Il Presidente informa di essere
stato contattato dalla Dott.ssa J,
la quale desiderava conoscere la
possibilità di effettuare, nella scuola del figlio, un intervento informativo di argomento odontoiatrico.
La CAO ritiene la cosa fattibile a
patto che non venga effettuata al-
11
ALBO ODONTOIATRI
cun tipo di pubblicità sanitaria, la
CAO ritiene inoltre che non vi siano
vincoli di libertà alla stesura di un
contratto tra una scuola ”privata”
e un libero professionista di libera
scelta per prestazioni odontoiatriche convenzionate.
Relazioni istruttorie
1)Caso Dott. K, Dott. Z, Dott. X. Il
Presidente aggiorna il caso ai presenti e comunica che l’udienza dei
sanitari K e Z è stata rinviata al 7
maggio p.v.. per quanto riguarda
il Dott. X viene comunicato che lo
stesso è stato cancellato dall’Ordine per irreperibilità e morosità.
2)Dott. WQ. Il Presidente aggiorna
il caso e comunica di aver parlato
telefonicamente con il Sanitario e
riferisce la natura del colloquio telefonico. Il Sanitario viene invitato
ad inviare aggiornamenti riguardanti la sua posizione.
3)Dott. YYY: il Presidente riferisce
di aver invitato a colloquio il Sanitario per chiarimenti inerenti il
sequestro dello studio da parte
della Guardia di Finanza. Viene
data lettura del verbale di audizione. Dopo ampia discussione viene deciso di aprire procedimento
disciplinare in capo al Dott. YYY
e contestualmente sospenderlo in
attesa della sentenza della magistratura.
QUOTA ISCRIZIONE ALL’ORDINE
IL NUOVO GESTORE È ITAL-RISCOSSIONI
La riscossione della quota di iscrizione all’Ordine relativa all’anno in corso è ora affidata, per migliori condizioni ottenute e per
i migliori servizi offerti, all’Agenzia ITALRISCOSSIONI.
EQUITALIA non sarà più, quindi, l’ente incaricato delle riscossioni.
L’importo annuale della quota annuale per il 2014 è di euro 188 per l’iscrizione ad un singolo albo e di euro 353 per la
doppia iscrizione; l’aumento di euro 8.00 della quota di iscrizione (rispetto a quanto pagato fino al 2013) è stato approvato
dall’assemblea annuale all’unanimità in data 28/10/2013 ed è stato notificato sul numero 5/2013 pag. 7 di Verona Medica.
L’aumento si è reso necessario per gli aumenti dei costi relativi al mutuo contratto per l’acquisto della nuova sede dell’Ordine e
per l’aumento delle spese della gestione ordinaria. La quota di iscrizione all’Ordine non aveva mai subito modifiche negli ultimi
9 anni (se si esclude l’aumento di 2 euro avvenuta nell’anno 2011, aumento che era stato interamente devoluto alla Federazione Nazionale degli Ordini cui il nostro Ordine devolve annualmente la quota di 23 l’anno per ogni iscritto).
Il Tesoriere
Dott. Fabio Marchioretto
SONO INTERESSATO A DARE LA MIA DISPONIBILITÀ PER SOSTITUIRE I COLLEGHI DI
(BARRARE)
n
n
MEDICINA GENERALE
PEDIATRIA
COGNOME......................................................................................................................................................................................................................................................................
NOME.....................................................................................................................................................................................................................................................................................
VIA.....................................................................................................................................................................................................................................................N. .................................
CAP........................................... CITTÀ .............................................................................................................................................................................................................................
TELEFONO....................................... /.................................................................. 12
/
....................................... ........................................................................
Possesso del Diploma di Formazione Specifica in Medicina Generale
SI n
NO n
Possesso della Specializzazione in Pediatria
SI n
NO n
VERONA MEDICA
LETTERE AL DIRETTORE
Caro Direttore,
Fondazione ANT è la più grande
realtà non profit per l’assistenza
domiciliare socio-sanitaria gratuita
ai Malati di tumore e la prevenzione oncologica in Italia.
Presente in nove regioni con le attività di assistenza, raggiunge tutto il territorio italiano con le attività
di prevenzione oncologica e può
contare su uno staff di 400 professionisti e oltre 1.800 Volontari,
iscritti nel registro ANT e adeguatamente formati per le attività di
raccolta fondi e alcuni ruoli socioassistenziali a stretto contatto con
le famiglie dei Sofferenti.
ANT è presente a Verona dal 2003,
dove ha assistito oltre 530 Sofferenti su tutta la provincia. Nel
corso del solo 2014 l’Ospedale
domiciliare oncologico di Verona,
composto da 2 medici e 1 psicologo, ha erogato 5.402 ore di cura e
preso in carico complessivamente
81 malati oncologici, un dato in
crescita del 21% rispetto al 2013.
Parallelamente all’assistenza domiciliare, Fondazione ANT ha attivato anche a Verona i progetti di
prevenzione oncologica del melanoma e delle neoplasie tiroidee e
mammarie, offrendo alla cittadinanza oltre 900 visite gratuite.
PROFILO FONDAZIONE ANT
La Fondazione ANT Italia Onlus opera in nome dell’Eubiosia
(vita in dignità).
Dal 1985 ad oggi ANT ha assistito, in modo completamente
gratuito, oltre 100.000 Sofferenti oncologici (dato aggiornato al
giugno 2014).
In 9 diverse regioni italiane, ol-
VERONA MEDICA
tre 4.250 malati vengono assistiti ogni giorno a domicilio da
20 équipes di operatori sanitari
ANT che assicurano, al Malato
ed alla sua Famiglia, tutte le necessarie cure di tipo ospedaliero e socio-assistenziale. Sono
complessivamente circa 400 i
professionisti che lavorano per
la Fondazione (medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti, fisioterapisti, farmacisti, operatori
socio-sanitari e funzionari) cui
si affiancano circa 1.800 Volontari, iscritti nel registro ANT.
Il supporto affronta ogni genere
di problema nell’ottica del “benessere globale” del Malato.
La Fondazione ANT è inoltre fortemente impegnata nella prevenzione oncologica, con progetti di
diagnosi precoce del melanoma,
delle neoplasie tiroidee, ginecologiche e mammarie.
Dall’avvio dei progetti nel 2004
sono stati visitati gratuitamente
oltre 104.000 pazienti in 70 province italiane (dato aggiornato
al dicembre 2014).
Le campagne di prevenzione si
attuano sia presso strutture sanitarie offerte gratuitamente ad
ANT, sia negli ambulatori ANT,
sia all’interno dell’ambulatorio
mobile - BUS della Prevenzione.
Il mezzo, dotato di strumentazione diagnostica all’avanguardia
(mammografo digitale, ecografo
e videodermatoscopio) consente
di realizzare sul territorio visite
di prevenzione nell’ambito dei
vari progetti ANT.
La Fondazione ANT opera in Italia attraverso 120 Delegazioni,
dove la presenza di Volontari è
molto attiva.
Alle Delegazioni competono, a
livello locale, le iniziative di sensibilizzazione e raccolta fondi e
la predisposizione della logistica necessaria all’assistenza sanitaria domiciliare.
Prendendo come riferimento
il 2013, ANT finanzia la maggior parte delle proprie attività
grazie alle erogazioni di privati
cittadini e alle manifestazioni
di raccolta fondi organizzate
(56%) al contributo del 5x1000
(11%) a lasciti e donazioni (7%).
Solo il 18% di quanto ANT raccoglie deriva da fondi pubblici.
ANT è la 10ª Onlus nella graduatoria nazionale su oltre 35.000
aventi diritto nel medesimo ambito.
In distribuzione anche nella
sede ANT di Verona il Vademecum sul Dolore realizzato dalla
Fondazione con Federconsumatori e IMPACT Proactive
Percepito per lungo tempo solo
come un sintomo o la conseguenza di altre malattie, da accettare o
curare secondariamente, il dolore
oggi è invece considerato come
una vera e propria malattia.
Grazie alla legge 38/2010, l’Italia
ha in materia una legislazione all’avanguardia a livello europeo, eppure paradossalmente poco conosciuta da chi ne avrebbe bisogno.
Ed è proprio per rendere finalmente più informati e consapevoli
i cittadini sugli strumenti legislativi
e medici per combattere il dolore,
che Federconsumatori, insieme a
Fondazione ANT Italia ONLUS e
IMPACT Proactive, e con il patrocinio del Ministero della Salute, ha
lanciato una capillare campagna
nazionale di sensibilizzazione su
questa tematica.
Dall’impegno congiunto dei tre enti
è nato così un apposito “Vademecum sul dolore”, esaustivo e di facile consultazione, per insegnare
ai cittadini a riconoscere il dolore e
saper valutare i propri sintomi, conoscere i farmaci, ma soprattutto
sapere a chi rivolgersi, dove sono
ubicati i centri di terapia del dolore
e i centri di cure palliative, e quali
sono i diritti dei cittadini garantiti
dalla Legge 38/2010.
m
13
LETTERE AL DIRETTORE
AMAMI
Associazione Medici Accusati
Malpractivce Ingiustamente
Caro Direttore,
il rinnovo della quota annuale AMAMI,
scaduta lo scorso 31 dicembre, vuol
dire sostenere l’Associazione nel
perseguire la sua Mission fondamentale: lottare contro le accuse
infondate di malpractice medica.
Dal 2002 siamo in prima linea in questo
senso e continueremo ad esserlo solo
grazie al tuo fondamentale contributo.
Le iniziative lanciate nel 2014 - tra le
quali occupa una posizione di rilievo lo
spot sugli “avvoltoi della malasani-
tà” - hanno maggior risonanza proprio
con l’appoggio di molti di voi. Lo stesso
vale per i progetti che vedranno la luce
in questo 2015. La nostra presenza nel
mondo della comunicazione (stampa,
Tv, radio e internet) è sempre costante perché siamo individuati dai media
quale “fonte attendibile” e prezioso interlocutore. Le accuse di malpractice
infondata devono trovare un imponente
ostacolo per essere arginate. Insieme,
sempre più uniti e sempre di più, potremmo dare una svolta a questa triste
realtà, che vede il 57% dei cittadini italiani terrorizzati nel subire danni in ospedale (NONOSTANTE SOLO IL 13% ABBIA DICHIARATO DI AVERLO SUBITO
REALMENTE).
Per arginare il dilagante panico da
diffusione di dati errati sulla malasanità, la malpractice medica e
per permettere ai camici bianchi di
svolgere il proprio lavoro con serenità, AMAMI prosegue nella sua
lotta decennale.
Affinché raccolga frutti concreti, è fondamentale per l’Associazione il sostegno di ciascuno di voi.
La quota, pari a 25, può essere versata
tramite bonifico on line:
Monte dei Paschi di Siena Ag. 15 Fil. Roma
IT52C0103003215000001957704
Un caro saluto.
MAURIZIO MAGGIOROTTI
SPECIALISTA ORTOPEDICO
DOCENTE UNIVERSITÀ SIENA
PRESIDENTE A.M.A.M.I.
La diagnosi precoce del tumore al seno
nelle donne tra i 40-45 anni
Caro Direttore,
La Lega Italiana per la Lotta contro i
Tumori (LILT) è un Ente Pubblico su
base associativa che opera sotto l’Alto
Patronato del Presidente della Repubblica, sotto la vigilanza del Ministero
della Salute e si articola in Comitati
Regionali di Coordinamento. Opera
senza fini di lucro e ha come obiettivo
primario la prevenzione oncologica.
La Sezione di Verona agisce in maniera particolare nell’ambito della prevenzione dei tumori della pelle, del colonretto, della prostata e della mammella.
Il tumore al seno è il primo per incidenza nel sesso femminile e rappresenta il 25% dei tumori che colpiscono
le donne. Si stimano in circa 48000 i
nuovi casi diagnosticati annualmente
in Italia. La sua incidenza è in aumento, in particolare tra le donne giovani
14
(sotto i 45 anni). La LILT Sezione di
Verona offre a tutte le Donne di età
compresa tra i 40 e i 45 anni, attualmente escluse dal Programma di
Screening Nazionale, un’indagine da
effettuare presso gli ambulatori della
LILT di Via Isonzo 16, nell’ambito di
una campagna di prevenzione secondaria del tumore al Seno seguita da
un esame Mammografico Tridimensionale con Tomosintesi.La Mammografia con Tomosintesi, ancora poco
diffusa, ma già implementata in alcuni
programmi di screening, costituisce il
più recente avanzamento tecnologico
nella diagnosi precoce del tumore al
seno e verrà eseguita presso un Centro dotato di tale tecnologia di ultima
generazione che offra garanzie di
professionalità ed un prezzo minimo
per l’esame. Essendo l’iniziativa patro-
cinata da un Ente Pubblico senza fini
di lucro sarà la LILT a valutare i Centri
presenti sul Territorio Veronese dotati
di tale dispositivo mammografico scegliendo quello che offra le condizioni
migliori per l’utente. La visita sarà invece completamente gratuita; dopo
l’esame mammografico in caso di esito NORMALE dell’indagine, la risposta
sarà consegnata in tempo reale. In
caso di esito NON NORMALE/DUBBIO, la paziente verrà prontamente
avviata ad ulteriori approfondimenti
diagnostici. Dei Centri privati in possesso della tecnologia tomo sintesi,
situati nella città di Verona, ha accettato di partecipare all’iniziativa il Centro Diagnostico e Terapeutico Sacro
Cuore.
IL PRESIDENTE LILT
ALBERTO MASSOCCO
VERONA MEDICA
LETTERE AL DIRETTORE
Certificati di malattia.
Chi certifica quando il paziente si sottopone
ad un esame diagnostico?
Caro Presidente e caro Segretario,
dopo la nota dello scorso marzo (apprezzata anche formalmente dal nostro
Segretario a nome dell’intero Consiglio
- prot.822 del 17 marzo) con la quale
la Direzione Sanitaria aveva “rinforzato”
una serie di indicazioni già a suo tempo date, ho ricevuto ulteriori, specifici
quesiti riguardanti le “doverosità” certificative.
Vi riporto tra virgolette i quesiti ricevuti,
nati a seguito di esigenze espresse da
uno specifico paziente (dipendente non
pubblico) che richiedeva certificazione
di malattia a copertura di prestazione
ottenuta in regime ambulatoriale (broncoscopia) ed era stato invitato a rivolgersi al suo medico di famiglia:
“Nel caso specifico per il riconoscimento dei giorni di malattia per una
dipendente non appartenente ad
una pubblica amministrazione, quindi autonoma o di società private, per
l’espletamento di visite, esami diagnostici, prestazioni specialistiche
e terapie:
a) è un obbligo per il medico che effettua l’accertamento sanitario/diagnostico a richiesta del paziente il rilascio di certificazione del giorno di
malattia, oltre l’attestazione dell’esame/prestazione svolta in AOUI
che gli viene rilasciata o è a discrezione del medico (es: valutazione da
parte del medico delle condizioni
del paziente o della presenza di altre
patologie che non ne consentono
una ripresa immediata post esame/
prestazione)?
b) nel caso in cui la certificazione dei
giorni di malattia per esami e visite
riconosciuti al paziente sia un obbligo, indipendentemente dalle condizioni del medesimo, questo ricade
sempre e comunque sul medico
AOUI che effettua la visita/prestazione o ricade sul medico di base?”
VERONA MEDICA
A mio avviso l’obbligo dello specialista
ospedaliero potrebbe limitarsi, qualora
espressamente richiesto dal paziente,
alla certificazione della “presenza” del
soggetto nella struttura “dalle... alle...”.
A questo proposito la nostra AOUI ha
recentissimamente diffuso una procedura/modulo (che vi allego) a rispetto
della normativa privacy.
Grazie per un vostro illuminato/ante
parere che sarà mia cura diffondere in
seguito in Azienda.
Un caro saluto.
ROBERTO FOSTINI
Caro Roberto,
rispondo al tuo quesito.
C’è obbligo di certificare malattia in
caso di indagini strumentali?
Chi deve certificare?
Premessa:
una indagine strumentale può essere
fatta su paziente ammalato e su paziente non ammalato.
Nel primo caso il paziente dovrebbe già
possedere una certificazione del suo
stato di malattia ed essere quindi già a
riposo.
Nel secondo caso il paziente non è ammalato e quindi non ha un certificato
che copra la giornata in cui si sottopone
all’indagine.
In questo caso il paziente dovrebbe
chiedere ed ottenere un permesso che
gli conceda di assentarsi dal lavoro per
sottoporsi all’indagine. (si badi il permesso non è un certificato di malattia
e va richiesto al datore di lavoro, non al
medico). In questo secondo caso (soggetto non ammalto) occorre considerare se l’indagine produce o meno uno
stato di “malattia”.
Nella maggior parte dei casi le indagini vengono eseguite senza indurre nel
paziente uno “stato di inabilità temporanea”.
È il caso di una radiografia del torace o
di una ecografia. In altri casi l’indagine
viene eseguita preceduta o accompagnata da trattamenti che possono indurre una “inabilità temporanea”.
È il caso di una anestesia o di una preanestesia precedenti ad una colonscopia o altra indagine “invasiva”.
In questo caso il trattamento farmacologico o l’esame stesso (invasivo) può
indurre uno “stato di malessere o malattia” che nella maggior parte dei casi è
limitata nel tempo ed induce quindi nel
soggetto che la subisce una “inabilità
temporanea” che è limitata alla giornata
in cui il trattamento è stato applicato.
In questo caso il medico che esegue
l’esame dovrebbe emettere anche un
certificato di malattia (in genere limitato
alla giornata in cui si esegue l’esame)
ponendo come diagnosi il trattamento
che ha indotto la stessa (ad esempio:
esiti di trattamento farmacologico per
indagine diagnostica”).
L’emissione del certificato di un giorno
può essere eseguita solo quando giorno di malattia e giorno della certificazione sono coincidenti.
Qualora infatti il paziente si rechi dal
suo medico il giorno dopo chiedendo
la giustificazione del giorno precedente, il sistema telematico che gestisce la
certificazione attribuisce come giorno
di malattia anche quello in cui la certificazione viene stesa ed inviata.
In evenienze come quella di dover assegnare un solo giorno di inabilità temporanea, se la stessa non è compilata
dal medico che esegue l’indagine, si
costringe quindi il paziente a dover
cercare di ottenere la certificazione dal
“curante” nella stessa giornata in cui è
stato sottoposto all’indagine e questo
può anche non essere possibile.
Spero di essere stato esauriente.
ROBERTO MORA
15
CONVEGNI E CONGRESSI
Convegni e
Congressi
5 GIUGNO 2015
10 GIUGNO 2015
AD OGNI DONNA IL SUO PARTO
L’ASSISTENZA OSTETRICA
IN PROVINCIA DI VERONA
IL FUMO NEI CONTESTI
DIFFICILI DOVE SI FUMA DI PIÙ
ED È PIÙ DIFFICILE SMETTERE
AIED Verona Consultorio Familiare
Il Melograno – Centro Informazione
Maternità e Nascita
Policlinico G.B. Rossi – Aula Magna
Inizio lavori ore 14.00
FeDerSerD
Federazione Italiana
degli Operatori dei Dipartimenti
e dei Servizi delle Dipendenze
Policlinico G.B. Rossi – Aula Magna
Inizio lavori ore 8.45
6 GIUGNO 2015
15 – 16 – 17 GIUGNO
ATTUALITÀ IN TEMA
DI DIAGNOSI E TERAPIA
DEL TUMORE DELLA PROSTATA
PROTOCOLLI E LINEE GUIDA
IN ELETTROMIOGRAFIA
4-5-6 GIUGNO 2015
IV CONGRESSO NAZIONALE
DI DERMATOLOGIA
PLATSTICA & HIGHT TECH
ISPLAD
International Italian Society
of Plastic Regenerative
and Oncologic Dermatology
Pacengo di Lazise - Sala Arilica
Inizio lavori ore 14.30
ASL 21
Ospedale Mater Salutis - di Legnago
Divisione di Urologia
Sala Pilade Riello
Inizio lavori ore 8.30
XV Corso di Aggiornamento
teorico-pratico di Neurofisiologia
per Medici e Tecnici
di Neurofisiopatologia
Padenghe sul Garda (BS)
Centro Congressi West Garda Hotel
Inizio lavori ore 8.30
COMUNICATO AGLI ISCRITTI
Abbiamo attivato il nuovo servizio di segreteria telefonica.
Quando telefonerete all’Ordine sentirete la voce del RISPONDITORE AUTOMATICO,
che provvederà a smistare la chiamata secondo le esigenze di chi chiama.
LE OPZIONI SARANNO:
• DIGITARE 1 PER PRATICHE ENPAM
• DIGITARE 2 PER PUBBLICITÀ SANITARIA E RUOLI
• DIGITARE 3 PER AMMINISTRAZIONE, ISCRIZIONI E CANCELLAZIONI
• DIGITARE 4 PER COMMISSIONE ODONTOIATRI
Senza nessun imput digitato e rimanendo in linea
la chiamata sarà dirottata al primo operatore disponibile.
Confidiamo di poterVi dare un servizio migliore
La segreteria dell’Ordine
16
VERONA MEDICA
AGGIORNAMENTO
Medici a Verona
Indagine sui fattori di benessere/malessere
dei professionisti veronesi
Gruppo di ricerca del Centro di Ricerca psico-sociale nei Servizi alla
Persona, Dipartimento di Filosofia,
Pedagogia e Psicologia, Università
degli Studi di Verona1
Comitato di Bioetica presso l’Ordine dei Medici e Odontoiatri della
Provincia di Verona2
Il progetto di ricerca “Medici a Verona” indaga la condizione lavorativa
dei professionisti a fronte dei cambiamenti che, negli ultimi decenni,
hanno inciso maggiormente nella
gestione e nell’erogazione dei servizi alla salute. Questo progetto è
stato intrapreso come continuazione e approfondimento della precedente indagine, svolta nel 2012 per
iniziativa del Comitato di Bio-Etica
presso l’Ordine dei Medici e Odontoiatri della Provincia di Verona.
Il progetto attuale, di più ampio
respiro rispetto al precedente, ha
coinvolto anche il Gruppo del Centro di Ricerca psicosociale nei Servizi alla Persona, afferente al Dipartimento di Filosofia, Pedagogia e
Psicologia dell’Università degli Studi di Verona. La ricerca aveva previsto, tra novembre e dicembre 2013,
la realizzazione di focus group, e
tra giugno 2014 e gennaio 2015 è
consistita nella somministrazione
on line di un vasto e articolato questionario anonimo (3), ai medici e
odontoiatri veronesi consenzienti,
iscritti all’Ordine provinciale e che
avevano depositato il loro indirizzo
di posta elettronica presso la segreteria dell’Ordine.
Il presente report descrive sinteticamente alcuni dei risultati emersi
a una prima analisi delle risposte, e
riguarda in particolare la valutazio-
ne personale e sociale del proprio
ruolo, la percezione dei fattori di
malessere professionale e le conseguenze etiche che ne derivano.
La loro pubblicazione, sia pure
parziale, ha lo scopo di darne tempestivamente riscontro – anche in
segno di gratitudine – ai Colleghi
che hanno aderito all’iniziativa con
generosità e precisione; è prevedibile peraltro che faranno seguito altri report, via via che l’ampia
messe di risposte sarà analizzata e
discussa dai ricercatori con il contributo costruttivo del Comitato di
Bio-Etica. La finalità principale che
questo si propone è infatti quella
di individuare quali fattori incidano
sul benessere (o malessere) nell’esercizio professionale dei medici e
odontoiatri veronesi, con lo scopo
di ricercare strumenti e condizioni
praticabili, ri-volti sia agli individui
che alle istituzioni, che possano
alleviare le condizioni di maggior
disagio.
1) Connotazione anagrafica
Al questionario, inviato a 3.070
Professionisti, hanno risposto complessivamente 1251 medici e odontoiatri, il 93 % dei quali in attività di
servizio. Per il 38% sono donne.
La loro connotazione anagrafica è
riportata nella tabella 1.
Professione/Ruolo attuale
Precari
Convenzionati
Dipendenti
Liberi professionisti
VERONA MEDICA
11,5%
26,1%
34,4%
28%
Precario (assegnista/borsista, RTD, sostituzioni,
dottorando, contratti saltuari
11,5%
Convenzione per pediatria
3,4%
Convenzione per medicina generale
18,3%
Convenzione per medicina specialistica
4,4%
Medico dipendente (a tempo determinato rinnovabile
o indeterminato, privato o pubblico)
31,6%
Personale universitario (ricercatore, associato, ordinario)
2,8%
Medico specialista libero professionista
16,1%
Medico chirurgo esercitante l’odontoiatria
2,5%
Odontoiatra libero professionista
9,4%
Missing
90/1251
17
AGGIORNAMENTO
La loro età media è attorno ai 50
anni, salvo che per i precari che
hanno un’età media di 31 anni.
Di un qualche interesse è il rilievo
che i precari sono donne per quasi 2/3, in rapporto inverso rispetto
al campione totale; il dato potrebbe
aver due spiegazioni: la discriminazione di genere che rende più difficile alle professioniste la stabilizzazione lavorativa; ma anche il fatto
che le nuove coorti di laureati in medicina sono in grande prevalenza
(da 2/3 a 3/4) di sesso femminile.
Successivamente alla durata totale
degli studi universitari (laurea + specializzazione), che per tutte le categorie si colloca tra i 10 e gli 11 anni,
l’attesa di occupazione risulta significativamente inferiore per i liberi
professionisti rispetto ai dipendenti
e ai convenzionati, i quali debbono
attendere i tempi concorsuali per
l’assunzione. I convenzionati sono
peraltro quelli che da più anni (all’incirca 22 contro 18) hanno raggiunto
l’attuale collocazione professionale.
2) Percezione personale e sociale del proprio ruolo
Sul piano sociale tutti i medici (eccetto i precari) nelle loro risposte al
questionario esprimono una percezione medio-alta del potere personale (ascolto degli interlocutori e
controllo nel proprio lavoro), mentre
la percezione del potere e del ruolo della propria categoria è decisamente inferiore.
Sul piano personale tutte le categorie di medici ritengono di godere di una buona reputazione presso i propri pazienti, mediamente
maggiore di quella di cui gode la
professione in generale. Tuttavia,
a una valutazione complessiva i
medici sembrano ritenere che i
loro pazienti nutrano anche per la
categoria sentimenti positivi (punteggi medio-alti per riconoscenza,
gratitudine, simpatia, considerazione, stima, apprezzamento, fiducia),
mentre i sentimenti negativi (rabbia,
risentimento, sospetto, sfiducia, disprezzo, antipatia, ostilità, biasimo)
hanno punteggi mediamente bassi.
Nessuna categoria professionale lamenta grave indifferenza.
In sintesi e complessivamente i medici dimostrano un grado piuttosto
18
buono di autostima, più individuale
che di categoria, ma forse ritengono
che i meriti professionali non siano
sufficientemente considerati dai pazienti, il che verosimilmente è fonte
di qualche frustrazione.
3) Fattori percepiti di malessere
professionale
Probabilmente non è l’insoddisfazione soggettiva per la propria
scelta professionale la causa maggiore del malessere che i medici
denunciano, bensì il sommarsi di
alcuni elementi “esterni”, in buona
parte comuni: per esempio, da tutte le categorie professionali viene
segnalata come il primo indicatore
di malessere la difficoltà nel trovare
un senso nelle decisioni che i politici prendono in sanità; e tra il secondo e il quarto posto si collocano la necessità di compilare moduli
amministrativi e le altre molteplici
incombenze burocratiche.
Sei, in ordine decrescente, sono i
maggiori fattori di malessere rilevati, e precisamente:
•La sofferenza del paziente nelle
sue manifestazioni e in particolare nella necessità di comunicargli
informazioni sgradevoli (per es.,
una diagnosi infausta).
• Il declino dell’immagine pubblica
della professione, quale si manifesta con la visibilità mediatica
degli episodi di malasanità, con
la litigiosità dei pazienti, con la
perdita del ruolo sociale della
professione medica in generale,
ma anche con il ricorso dei pazienti alle informazioni mediche
su internet.
• I rapporti con l’amministrazione
e l‘eccesso di pratiche burocratiche, che si concretizzano nella
criticità dei rapporti e nella difficoltà a collaborare con il personale ammini-strativo, ma anche
nella compilazione di moduli burocratici e nella necessità di informatizzare i dati dei pazienti.
• Gli aggravi economici, consistenti
soprattutto nelle spese per contributi pensionistici e premi assicurativi personali.
• La solitudine professionale, peraltro avvertita da tutte le categorie nel sostanziale isolamento
dovuto alle difficoltà di comunicazione con i colleghi, e almeno
in parte attribuito alla scadente formazione universitaria alle
competenze relazionali.
• La responsabilità avvertita nei
confronti dei propri pazienti, aggravata soprattutto da relazioni
poco gratificanti con essi, con i
loro familiari e per una parte anche con lo staff di assistenza, a
cui si aggiunge la preoccupazione di denunce.
4) Conseguenze etiche
Alla rilevanza nella percezione soggettiva di questi fattori di malessere
sembrano conseguire le maggiori
carenze nei comportamenti etici
individuali, soprattutto a livello relazionale: così i medici che avvertono maggiormente il disagio sono
anche quelli che ritengono di avere
meno doveri nei confronti dei pazienti meno “obbedienti”; e sono
pure quelli che considerano una
perdita di tempo l’ascolto dei racconti liberi dei pazienti e l’interesse per i loro problemi psicologici o
per le differenze culturali, perché
tutto ciò distrae e va a discapito
dell’attenzione per gli aspetti clinici
e scientifici.
In altri termini, questi medici sembrano ricercare la propria soddisfazione professionale nella maggiore attenzione agli aspetti clinici e
scientifici piuttosto che nel miglioramento delle relazioni interpersonali, la cui carenza viene imputata
anche a insufficienze formative
troppo remote per essere ancora
sanabili; ciò anche se ammettono
che una maggiore capacità di relazione potrebbe essere un valido
antidoto alla solitudine.
Tuttavia, una quota consistente di
medici, appartenenti alle differenti
categorie professionali, afferma di
far fronte con efficacia al proprio
disagio con senso di responsabilità
e dedizione.
Infatti, tutte le categorie (e maggiormente i liberi professionisti
affermano di spendere un tempo
abbastanza elevato per gestire
VERONA MEDICA
AGGIORNAMENTO
le preoccupazioni dei pazienti, di
non essere troppo disturbati dagli
aspetti psicologici nella relazione e
dai racconti dei pazienti, e di occuparsi senza grande disagio delle loro necessità emotive. I medici
maggiormente disturbati sembrano
essere i convenzionati, per i quali
sono peraltro maggiori le richieste
di relazione. I convenzionati sono
anche quelli maggiormente insofferenti di fronte ai problemi non medici dei loro pazienti.
Analogamente tutti (e maggiormente i liberi professionisti) affermano
di spendere abbastanza tempo
nell’informare i pazienti sulle diverse opzioni terapeutiche, nel
coinvolgerli nelle decisioni e nel far
capire a un paziente che le informazioni in suo possesso non sono
corrette (in questo sono impegnati
anche i convenzionati).
Dipendenti e convenzionati affermano di spendere un tempo medio-alto nella relazione con i pazienti problematici e nella gestione
delle reazioni dei familiari Ancora
i convenzionati provano il disagio
maggiore nei rapporti con i familiari, mentre ne provano di meno i
liberi professionisti.
L’occuparsi dei pazienti nel fine vita
non sembra essere fonte di particolare preoccupazione, anche se
per i convenzionati è causa di disagio maggiore che per i dipendenti.
Un aspetto che disturba tutti in
modo molto evidente è invece l’uso delle informazioni da Internet da
parte dei pazienti.
Il timore di denuncia da parte dei
pazienti è maggiore nei precari
(che sono certamente i meno protetti), ed è abbastanza presente
anche nei dipendenti (che sono più
frequente-mente impegnati in prestazioni pericolose); invece meno
avvertito è dai convenzionati (chiamati a prestazioni meno rischiose,
con la possibile protezione del ricovero quando il rischio è maggiore). Nessuna categoria ammette di
ricorrere con particolare frequenza a comportamenti difensivi, ma
tutte le categorie ammettono di
eccedere nella prescrizione di test
diagnostici e di consulenze specialistiche, però non di farmaci; solo
i liberi professionisti affermano un
VERONA MEDICA
po’ più degli altri di evitare di curare pazienti ad alto rischio e talvolta
di eccedere in comportamenti difensivi.
5) Conclusioni
Tentando una sintesi, sia pure
provvisoria e superficiale, dagli elementi finora analizzati dalla ricerca,
sembrano emergere i seguenti profili essenziali:
a) In relazione al proprio ruolo professionale
Il vissuto di perdita di potere (o di
prestigio?) di categoria (di tutte le
categorie professionali) è molto
forte; nonostante ciò, permane sul
piano personale una buona immagine di sé, e comunque un’immagine migliore rispetto a quella attribuita alla categoria di appartenenza.
La relazione individuale col paziente appare abbastanza solida, ma
risulta mediamente più debole se
la si attribuisce non direttamente a
se stessi, quanto piuttosto all’intera
professione.
I vissuti soggettivi e le percezioni dei medici sono mediamente “cauti”; complessivamente nei
confronti della categoria i medici
non percepiscono sentimenti prevalentemente negativi dei pazienti:
piuttosto avvertono un insieme di
riconoscenza, sospetto, gratitudine, sfiducia. Pensando a se stessi,
tuttavia, si ritengono abbastanza
oggetto di solidi sentimenti di base,
fatti di simpatia, considerazione,
stima, fiducia, apprezzamento.
Ne risulta un’immagine di sé che
potremmo dire soggetta, quotidianamente, a fattori stressanti, tanto
più forti quanto più forte è l’apertura della forbice tra i vissuti personali e l’immagine sociale della professione. E ciò sembra avere ricadute
variabili sui comportamenti etici.
b) In relazione ai temi etici
L’adesione ideale ai temi etici appare presente: è affermata - anche se
dolorosa - l’attenzione per la sofferenza dei pazienti e per la qualità
della loro vita, soprattutto di quelli
in fase terminale; si riconosce quasi
unanimemente valore alla cura degli aspetti psicologici, e si lamenta
la carenza d’impegno universita-
rio nella formazione alla relazione;
sembra apprezzarsi l’utilità dell’ascolto anche dei racconti liberi dei
pazienti; più della metà dei medici
si dice interessata alle differenze
culturali delle persone curate (per
esempio degli extra-comunitari). In
ogni caso è chiaro che l’attenzione
del medico per la relazione col paziente non toglie nulla all’attenzione
verso gli aspetti clinico-scientifici.
A questo punto si tratta di capire
quanto questa rappresentazione
etica della relazione sia una identificazione astratta - di principio
- con un’immagine ideale di sé
(sollecitata da molteplici fattori interni/esterni: desiderabilità sociale,
bisogno di conformismo, sentirsi
diligenti, ecc.); oppure se sia veramente frutto, e in che misura, di
un processo professionale maturativo in itinere, che non si è ancora
tradotto completamente in azioni
concrete, diffusamente percepibili
dai pazienti che ne sono destinatari
nell’agire quotidiano.
E sorge d’altra parte il sospetto
che i numerosi fattori di malessere
che gravano sulla esperienza professionale quotidiana del medico
abbastanza spesso nascondano
agli occhi dei curati le aspirazioni di
vicinanza affettiva dei loro curanti.
L’indagine sul vissuto professionale
dei medici veronesi ha esaminato
anche altri aspetti interessanti, e di
questi sarà data relazione in prossimi contributi.
1) Monica Pedrazza, Sabrina Berlanda, Elena
Trifiletti, Arianna Motteran, Claudio Capilup-pi.
2) Arnaldo Petterlini, Franco Alberton, M. Antonietta Bassetto, Elisa Bertazzoni, Franco
Bressan, Giorgio Carrara, Pasquale D’Ascola, Fabio De Nardi, Roberto Fostini, Andrea
Gaino, Sabrina Lovato, Ezio Padovani, Marina
Repola, Bianca Rosa, Mario Giulio Schinaia,
Gaetano Trabucco, Luciano Vettore.
3) Oltre 150 domande sviluppate su piattaforma
CAPS, nel più totale rispetto della privacy secondo le norme vigenti
R
19
AGGIORNAMENTO
Benzodiazepine e insonnia: una proposta
per il monitoraggio della prescrizione
a lungo termine e la dismissione graduale
della terapia cronica
Dott.ssa FRANCESCA ZONTA
Scuola di Formazione in Medicina Generale
Polo di Verona
È con piacere che iniziamo la presentazione su Verona Medica di alcuni
lavori di tesi eseguiti dai colleghi del
Corso Triennale della Scuola Regionale di Formazione in Medicina Generale
della Regione Veneto appartenenti al
Polo di Verona.
Il primo lavoro, presentato lo scorso
Dicembre 2015 dalla dr.ssa Francesca
Zonta, affronta il problema dell’uso/
abuso cronico delle benzodiazepine
nel trattamento dell’insonnia e offre
spunti interessanti per l’uso corretto di
tali farmaci e una proposta per la loro
graduale dismissione.
Le benzodiazepine sono gli psicofarmaci più prescritti in assoluto a livello
mondiale.
In particolare, gran parte delle prescrizioni avviene nell’ambulatorio dei
medici di medicina generale, soprattutto per quanto riguarda il problema
del sonno, e per un periodo di oltre 4
settimane.
Nel trattamento di un’insonnia della
durata >4 settimane, in aggiunta alla
terapia cognitivo-comportamentale,
che costituisce la prima linea di intervento, viene contemplata anche la terapia farmacologica.
Tuttavia, le benzodiazepine non rientrano tra i farmaci raccomandati, sia
per la mancanza di evidenze nel lungo
termine che per il non favorevole profilo di sicurezza, soprattutto nei soggetti
anziani (sedazione eccessiva durante
il giorno, disturbi cognitivi e della coor-
20
dinazione motoria, rischio di cadute).
[1-2]
L’effetto negativo sul funzionamento
cognitivo a lungo termine, soprattutto
per gli over 65 anni, è stato ulteriormente avvalorato da un recentissimo
studio del pubblicato su BMJ: l’utilizzo
per tre mesi o più di benzodiazepine
sembrerebbe associato ad un rischio
del 51% in più, rispetto alla popolazione generale, di sviluppare malattia di
Alzheimer.
Tale associazione sarebbe tanto più
forte quanto più a lungo è stato utilizzato il farmaco, e le molecole ‘long-acting’ sarebbero maggiormente imputate rispetto a quelle a breve emivita. [3]
Ciò nonostante, i rapidi benefici di
questa classe di farmaci, uniti ai limitati effetti collaterali e alla mancanza di
tossicità in acuto, hanno portato finora
ad una ‘tacita accettazione’ del problema dell’uso ‘long-term’, fenomeno
che coinvolge tra il 2% e il 7,5% della
popolazione dei paesi ad alto sviluppo
economico.[4]
Secondo il rapporto nazionale OsMed
relativo al 2013, tra i ‘farmaci di classe
C con ricetta’, registrano la maggior
spesa i derivati benzodiazepinici, in
particolare gli ansiolitici (378,7 milioni
di euro).
Guardando l’andamento regionale dei
consumi, nel 2013 il Veneto è risultato
al secondo posto dopo la regione Liguria (71,4 DDD/ 1000 abitanti die).[5]
È noto, inoltre, che questi farmaci possono dare dipendenza fisica e/o psicologica (addiction) se assunti a dosi
elevate o per periodi prolungati.
A diventare dipendenti da benzodiazepine o da ‘z-drugs’ sono spesso
coloro che ricercano un aiuto medico
per un incremento dello stato di ansia
o d’ insonnia e la cui prescrizione del
farmaco viene portata avanti oltre il
tempo o la dose media raccomandati
di utilizzo.
Questo meccanismo viene alimentato
dai prescrittori stessi, dando vita a una
dipendenza definita ‘involontaria’ o ‘iatrogena’. [6]
Tutto questo è sostenuto, in parte,
anche dal fatto che il farmaco è prescrivibile in fascia C, su ‘ricetta bianca’,
sottoposta senza dubbio a minor controlli rispetto alla ex ‘ricetta rossa’, ora
ricetta dematerializzata.
Esiste poi il problema del ‘come’ il
paziente riesca a procurarsi il farmaco, talvolta in quantità giornaliere importanti, come nel caso dei pazienti
dipendenti da ‘alte dosi’, in assenza
di ricetta medica o qualora il numero
di confezioni previste dalla ‘ripetibilità’
della ricetta bianca sia già stato erogato.
Diverse strategie sono state adottate
negli altri paesi per monitorare e ridurre l’uso di benzodiazepine in cronico.
Una metanalisi del 2011, pubblicata sul
British Journal of General Practice, di
studi clinici randomizzati effettuati nelle
‘general practises’ del Regno Unito e
riguardanti minimi interventi nei confronti di pazienti in terapia cronica con
benzodiazepine da più di 3 mesi, ha
evidenziato come piccole operazioni,
quali una lettera inviata al paziente o
una singola consultazione da parte
del GP, siano un’efficiente strategia
per diminuire o porre fine alla terapia
cronica, senza causare conseguenze
avverse.[7]
In Italia, è ancora molta la strada da
percorrere.
Sulla scorta di queste considerazioni,
vogliamo riproporre il modello svilup-
VERONA MEDICA
AGGIORNAMENTO
pato dall’equipe della Bwrdd Iechyd
Lleol Local Health Board (Administrative Unit Within the National Health
Service in Wales), rivisitandone alcuni
aspetti.[8] Questo modello ci è parso
interessante e potenzialmente riproducibile nel contesto della nostra medicina territoriale, e si si compone di tre
parti:
1)Selezione, da parte del medico di
medicina generale di un campione
candidato di pazienti, tra i propri assistiti, in terapia cronica con benzodiazepine per insonnia,, tramite ‘self
audit clinico’
2)Aggancio dei pazienti candidati
tramite lettera, consegnata in occasione di un accesso in ambulatorio,
con invito a colloquio per la rivalutazione del ‘problema insonnia’.
3)Utilizzo di strumenti pratici di supporto (‘Guida al buon sonno’, Tabella di dismissione lenta della benzodiazepina).
Per la selezione del campione candidato, il medico potrebbe servirsi
di programmi di supporto annessi al
programma di gestione della cartella
clinica dei pazienti, in grado di estrarre
i dati mediante ricerca per ‘query’ (per
esempio, i criteri di ricerca potrebbero
essere: ‘pazienti in terapia per insonnia’ e, fra questi, ‘pazienti in terapia
da oltre 6 mesi con benzodiazepine’).
Potrebbe essere opportuno escludere
categorie di pazienti particolari, come
i ‘poliabusers’ (che necessitano di
essere presi in carico da un servizio
dedicato, come il SerD, Servizio per le
Dipendenze), i pazienti con comorbidità psichiatriche e i pazienti con patologie cliniche importanti che hanno
beneficio della terapia con benzodiazepine, come per esempio i pazienti
in trattamento di fine vita. La lettera (v.
ALLEGATO 1-Lettera al Paziente), da
consegnarsi al paziente in occasione
di una consultazione ambulatoriale, si
propone di informarlo sull’intento del
programma e di invitarlo a colloquio
con il curante stesso, per rivalutare il
problema dell’insonnia e la sua terapia.
L’attenzione, durante il colloquio, andrebbe posta sull’anamnesi lavorativa,
sulle abitudini igienico comportamentali e sul profilo psico-sociale.
L’importanza di discriminare, per
esempio, tra difficoltà di addormentamento o risveglio precoce, si rivela di
fondamentale importanza per quanto
VERONA MEDICA
riguarda l’approccio terapeutico, nei
confronti di un’insonnia causata da un
disturbo d’ansia generalizzato, piuttosto che inquadrabile nel contesto di un
disturbo dell’umore. La possibilità di
un corretto inquadramento diagnostico consente, laddove
si confermi la presenza di un disturbo
psichiatrico di tipo depressivo o ansioso, l’immediata associazione del trattamento antidepressivo a quello benzodiazepinico, con concrete possibilità
di sospendere quest’ultimo in caso di
remissione clinica. Per esempio, la
scelta può essere orientata verso antidepressivi che possiedono spiccati
effetti sedativi, quali trazodone e mirtazapina, che in somministrazione serale
favoriscono l’addormentamento.[9]
Alcune di queste molecole possono
inoltre essere utilizzate nella quotidianità a dosaggi inferiori rispetto a quelli
antidepressivi, come valida alternativa
alle benzodiazepine e senza il problema della dipendenza.
Per quanto riguarda l’aspetto dell’igiene del sonno, è qui che entrano
in gioco strumenti che sempre di più
dovrebbero supportare l’operato del
medico generalista, come i ‘leaflets’
da lasciare a disposizione in sala d’aspetto o, come in questo caso, da
consegnare al paziente durante la
consultazione.
Nella ‘Guida al buon sonno’ (v. ALLEGATO 2-Guida al Buon Sonno) sono
racchiusi consigli utili a riposare bene
divisi per momenti della giornata (dal
praticare una leggera attività fisica nel
pomeriggio, all’abolizione delle sostanze eccitanti o agli alcolici durante
la cena, per esempio), sulla stanza
deputata al riposo notturno (assenza
di televisori o rumori, temperatura adeguata etc..) e consigli su come instaurare un buon ritmo del sonno.
Un supporto scritto di questo tipo
potrebbe venire incontro da una parte all’esigenza del medico di fornire il
maggior numero di informazioni utili nel
poco tempo a disposizione per singola consultazione, dall’altra, a quella del
paziente di avere informazioni chiare e
concrete da fonti attendibili, in un’era in
cui egli attinge autonomamente sempre di più alla ‘risorsa internet’.
Infine, nell’ottica dello svezzamento
dalla terapia cronica, proponiamo uno
schema posologico personalizzabile con integrata prescrizione, valida
come ‘ricetta bianca’ di fascia C, ma
limitata al fabbisogno effettivo di farmaco per il completamento del programma.
Il modulo (v. ALLEGATO 3 - Tabella
riduzione del Lormetazepam) viene
compilato dal medico curante con
il nome e cognome del paziente, la
data, il farmaco prescritto (nel nostro
caso Lormetazepam gocce) con il numero di pezzi necessari a portare a
termine il programma di dismissione
lenta (viene riportata la dicitura ‘NON
RIPETIBILE’), il timbro e la firma del
medico stesso.
La seconda parte del modulo è composta da una tabella con le indicazioni
per ridurre del 10% circa a settimana
la dose assunta dal paziente, fino alla
sospensione completa del farmaco.
Vengono indicati i 7 giorni della settimana per il numero di settimane previste dal programma; se il paziente
decide di iniziare, per esempio, il lunedì, scriverà ‘lunedì’ in corrispondenza
dello spazio contrassegnato dai puntini, sotto al ‘GIORNO 1’, ‘martedì’ sotto al ‘GIORNO 2’ e via dicendo per i
giorni successivi. Viene consigliato di
barrare con una crocetta il giorno corrispondente nel momento in cui il paziente assume il farmaco, per evitare
dimenticanze o assunzioni della dose
erronea.
Alla fine di ogni settimana, inoltre, si
consiglia di tirare una riga per eliminare i giorni del programma via via già
portati a termine. Si avverte il paziente,
nel caso dovessero presentarsi effetti
collaterali (come ansia, sudorazioni,
tremori, etc..), di contattare telefonicamente il medico in orario di ambulatorio, o di prendere appuntamento per
una visita.
Da ultimo, il modulo è corredato di uno
spazio nel quale il medico (o la segretaria, su indicazione del medico) potrà
inserire la data e l’ora stabilita per un
controllo a fine programma.
ALLEGATO 1
Lettera al paziente
Ambulatorio di medicina generale
Dott. XY, Verona
Al signor/signora…Mario Rossi
La contatto perché ho notato che sta
prendendo…. Tavor /En / Minias….
da molto tempo.
21
AGGIORNAMENTO
Sempre di più i medici di famiglia
stanno dedicando attenzione alla
prescrizione di farmaci per l’ansia e la
cura dell’insonnia di comune impiego,
come quelli sopracitati .
Studi clinici suggeriscono che non è
raccomandabile l’uso di questo tipo
di farmaci per lungo tempo, per numerosi problemi tra cui:
- Sonnolenza il mattino successivo. Potrebbe non essere sicuro
mettersi immediatamente alla guida
di una vettura.
- Confusione mentale e impaccio
nei movimenti: se dovesse alzarsi
durante la notte per recarsi in bagno, potrebbe essere a rischio di
cadute.
- Sviluppo di tolleranza e dipendenza: col tempo il farmaco potrebbe non avere più gli stessi effetti e potrebbe aver bisogno di
dosi sempre maggiori per riuscire
a dormire. Se dovesse sospendere
bruscamente il farmaco, potrebbero verificarsi spiacevoli ‘sintomi da
astinenza’.
- Diminuita capacità di concentrazione, alterazione della memoria
e aumentato rischio di demenza.
L’intento, se vorrà aderire al progetto,
è quello di coinvolgerla in un piano di
sospensione graduale del farmaco
nelle prossime settimane, per ridurre
questi rischi.
Per tutte le informazioni necessarie,
la invito a prendere un appuntamento
con me/con la mia segretaria per parlarne insieme.
Grazie per la collaborazione,
dott/ dott.ssa…XY
ALLEGATO 2
La guida al buon sonno
Ambulatorio di Medicina Generale
dott. XY, Verona
può farvi sentire meglio e favorire il
riposo notturno
- Rilassatevi e cercare di ‘staccare la
mente’ dopo l’attività lavorativa. Rimandare le attività che impegnano
la mente, in particolare nelle 2 ore
precedenti al sonno.
-Cercate di non appisolarvi sulla
poltrona o sul divano durante la
giornata ma riservate il sonno al
momento notturno.
- Limitate il consumo di thè, caffè o
bevande eccitanti nel corso della
giornata.
- Alla sera prediligete una cena leggera. Evitate gli alcolici: al contrario
di quanto si pensi non contribuiscono a favorire il sonno ma lo alterano!
-Assicuratevi che la temperatura
della stanza da letto sia confortevole e che l’ambiente sia silenzioso
Al momento di coricarsi:
- Non leggete o guardate la televisione in camera da letto; adibite un’altra stanza a queste attività.
- Puntate la sveglia del mattino sempre alla stessa ora – 7 giorni a settimana- finché il ritmo del vostro
sonno non si sarà instaurato.
-Andate a dormire quando siete
‘stanchi morti’ e non prima;
- Una doccia calda può aiutare a rilassare la muscolatura e predisporvi al sonno.
Anche l’abitudine a sorseggiare una
tazza di tisana o infuso di camomilla può essere d’aiuto.
- Una volta sotto le coperte spegnete
le luci, cercate di rilassarvi e ripetetevi che ‘il sonno verrà da sé piano piano’. Continuate a farlo finché
non vi addormenterete.
- Non spazientitevi se non vi addormentate subito…il sonno non è
qualcosa che si può accendere o
spegnere a piacimento con un interruttore!
Signor… Mario Rossi…
LA GUIDA AL BUON SONNO
Tardo pomeriggio / sera:
-Praticare un’attività fisica leggera
22
Se avete problemi a prendere sonno:
- I problemi di sonno sono molto più
comuni di quanto si pensi: cercate
di non spazientirvi per questo e non
fatene un motivo di frustrazione.
- Se siete a letto svegli da più di 20
minuti, alzatevi e lasciate la camera
da letto.
- Dedicatevi a qualcosa di rilassante
per un po’ e non preoccupatevi per
il giorno successivo.
Le persone in realtà reagiscono
bene anche dopo una notte senza riposo. Andate a dormire solamente quando vi sentirete ‘stanchi
morti’.
-Ci potrebbero volere diverse settimane per stabilire un buon ritmo
del sonno, ma siate certi che prima o dopo riuscirete a raggiungere
questo traguardo lavorando giorno
per giorno anche su questi piccoli
consigli!
ALLEGATO 3
Sospensione graduale Lormetazepam
Ambulatorio di Medicina Generale
Dott. XY Data …XX/YY/XXYZ
Sig./Sig.ra…Mario Rossi…
Timbro e firma del medico curante
Lormetazepam (Minias®)
gocce 2,5 mg/ml
n°…2……..flaconi
NON RIPETIBILE
_____________________________
Ridurre e smettere Lormetazepam
(Minias®) gocce: informazioni per il
paziente
La tabella sottostante mostra come
dovrà assumere le prossime confezioni di farmaco prescritte.
Per prima cosa, il Lormetazepam (Minias®) è stato sospeso dalle terapie
croniche che risultano sulla sua scheda personale sul computer dell’ambulatorio.
Per il prossimo mese, le ho prescritto
n° …2.. confezioni tali da coprire il fabbisogno per la riduzione graduale e la
cessazione del farmaco.
L’obiettivo è di ridurre di circa il 10% a
settimana la sua dose abituale di Minias® fino alla sospensione completa.
Attualmente, lei sta assumendo……15
GGT (1,5 mg)… di Minias® e lo schema che dovrà seguire sarà il seguente:
VERONA MEDICA
AGGIORNAMENTO
GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO
1
2
3
4
5
6
7
-----------------------------------1ª settimana
13 ggt
13
13
13
13
13
13
2ª settimana
11 ggt
11
11
11
11
11
11
3ª settimana
9 ggt
9
9
9
9
9
9
4ª settimana
7 ggt
7
7
7
7
7
7
5ª settimana
5 ggt
5
5
5
5
5
5
6ª settimana
3 ggt
3
3
3
3
3
3
7ª settimana
1 ggt
1
1
1
1
1
1
STOP
MINIAS
------
------
------
------
------
------
------
Come usare la tabella: scriva nell’apposito spazio il giorno della settimana nel
quale intende iniziare a ridurre il farmaco:
esempio: se sceglie il lunedì, scriva ‘lunedì’ sotto al ‘giorno 1’ (in corrispondenza
dei puntini), quindi riempia i giorni successivi fino al giorno 7 con i successivi
giorni della settimana.
Ogni giorno, al momento dell’assunzione della dose stabilita, faccia una croce
sulla casella corrispondente nel momento in cui prende il farmaco, eviterà dimenticanze o assunzione della dose erronea:
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
1) ‘Prodigy, NHS Clinical knowledge summaries. Insomnia’. www.cks. nhs.uk (accesso
del 01.07.2010).
2) ‘Canadian Medical Association. Guideline
for adult insomnia’, Feb 2010. www.cma.
ca/ (accesso del 01.07.2010).
3)Bilioti-De Gage, Moride- Ducruet et
al.’Benzodiazepine use and risk of Alzheimer‘s disease: case control study.‘-British
Journal of Medicine 2014;349:g5205
4) Fang SY, Chen CY, Chang IS, et al.: ‘Predictors of the incidence and discontinuation of long-term use of benzodiazepines: a
population-based study’. Drug and Alcohol
Dependence 104:140–146, 2009
5) ‘L‘Uso dei Farmaci in Italia, Rapporto Nazionale anno 2013’, Osservatorio Nazionale
sull‘impiego dei medicinali
6) ‘Benzodiazepines revisited—will we ever
learn?‘ Malcolm Lader, Addiction, 106,
2086–2109, 2011
7) ‘Minimal interventions to decrease longterm use of benzodiazepines in primary
care: a systematic review and metaanalysis‘ -KMugunthan-TMcGuire-P Glasziou- ‗Br J Gen Pract 2011
8) ‘Hypnotics & Anxiolytics Practice Guide’ By
Ken Nazareth & Dr Kurt Burkhardt, Bwrdd
Iechyd Lleol Local Health Board of Caerphilly e Rhondda Cynon Taf, Wales
9) ‘Dall‘epidemiologia al trattamento. Alternative alle BZD‘ Annalisa Rizzetto, Giuseppe
Imperadore-tratto
da:’Benzodiazepine:
uso, abuso, dipendenza. Dall‘epidemiologia al trattamento‘ a cura dell‘Unità Operativa di Medicina delle Dipendenze, Azienda
Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, Ed. CLAD-ONLUS 2013
GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO
1
2
3
4
5
6
7
-----------------------------------1ª settimana
13 ggt
13
13
13
13
13
13
Al termine di ogni settimana, tiri una riga per cancellare i giorni e le dosi già
assunte:
GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO GIORNO
1
2
3
4
5
6
7
-----------------------------------1ª settimana
13 ggt
13
13
13
13
13
13
Così facendo eviterà confusioni e settimana dopo settimana il traguardo le sembrerà più vicino!
Importante: durante il programma potrebbero presentarsi effetti collaterali da
sospensione del farmaco (irritabilità, ansia, sudorazioni, cefalea, tremori, insonnia..), che tuttavia sono rari se il farmaco viene sospeso molto gradualmente,
come in questo caso.
Se dovessero presentarsi questi disturbi, o per chiarimenti e domande,
non esiti a contattarmi per telefono, in orario di ambulatorio (tel. xyz), o
prenda appuntamento per parlarne di persona.
RICORDATE...!
È fatto obbligo a tutti gli Iscritti:
a) denunciare all’Ordine ogni esercizio abusivo della Professione Medica ed ogni fatto che leda il prestigio professionale;
b)informare la Segreteria di ogni eventuale
cam­biamento di qualifica, di residenza e
del conseguimento di specialità o docenze, esi­ben­do il relativo attestato in competente boll­o.
Prestanomismo
Si riporta per ulteriori reminescenza, l’Art. 8
della legge n. 1792, che così recita:
1)Gli esercenti le professioni sanitarie che
prestano comunque il proprio nome, ovvero la propria attività, allo scopo di permettere o di agevolare l’esercizio abusivo
delle professioni medesime sono puniti
con l’interdizione della professione per un
periodo non inferiore ad un anno;
2) Gli Ordini e i Collegi Professionali, ove costituiti, hanno facoltà di promuovere ispezioni, presso gli studi professionali, al fine
di vigilare sul rispetto dei doveri inerenti
alle rispettive professioni.
Il prossimo controllo, a fine programma, sarà il giorno …XY… alle ore…
XYZ…
VERONA MEDICA
23
PROFESSIONE E LEGGE
Clinica e assistenza
non possono essere separate
Una sentenza del TAR Lazio annulla la delibera regionale che affidava a dirigenti delle professioni
sanitarie non mediche la direzione
dell’attività “assistenziale”
“La linea clinica e quella assistenziale non possono essere separate”. Per
questo il Tar del Lazio ha annullato, con
la sentenza n.6513 del 6 maggio 2015,
il Decreto del Commissario ad Acta della Regione Lazio n. 259 del 6.08.2014,
concernente “Approvazione dell’Atto di
indirizzo per l’adozione dell’Atto di autonomia aziendale delle aziende sanitarie della regione Lazio”, che prevede
la separazione della linea clinica, la cui
direzione è affidata ai dipartimenti a direzione clinica, da quella assistenziale, il
cui governo è affidato alle UUOO delle
professioni sanitarie non mediche.
Per i giudici la netta separazione tra attività clinica, affidata ai dirigenti medici,
“in assenza di norme che raccordano
armonicamente lo svolgimento delle
due attività”, e attività assistenziale, affidata alle UO delle professioni sanitarie,
“verrebbe a generare una confusione di
ruolo e di responsabilità a discapito del
malato”, che potrebbe non ricevere disposizioni dal medico ma dal dirigente
delle professioni sanitarie “a prescindere dal medico che lo ha in cura e di cui
è responsabile”.
E ancora, “l’organizzazione del personale infermieristico affidata alla relativa
autonoma dirigenza...risulta essere in
contrasto…con l’art.15, c.6 del DLgs
502/92 che stabilisce che ai Dirigenti con incarico di struttura complessa
(medici) sono attribuite…funzioni di
direzione della struttura, da attuarsi….
anche mediante direttive a tutto il personale operante in essa…per realizzare l’appropriatezza degli interventi
con finalità preventive, diagnostiche,
terapeutiche e riabilitative, attuati nella
struttura a loro affidata”.
SERVIZI DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DI VERONA
OFFERTI AGLI ISCRITTI
L’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Verona (OMCeO VR) mette gratuitamente a disposizione dei suoi Iscritti, per problematiche relative all’attività professionale, le seguenti consulenze:
CONSULENZA LEGALE (Avv. Donatella GOBBI)
La consulenza va richiesta al n. tel. 045 594377 nelle giornate di lunedì e mercoledì dalle 15,30 alle 17,00
CONSULENZA MEDICO LEGALE (Dott.ssa Federica BORTOLOTTI)
La consulenza va richiesta all’indirizzo di posta elettronica: [email protected]
CONSULENZA ASSICURATIVA (Avv. Giuseppina MARITATO)
La consulenza va concordata con la Consulente al n. tel. 340 6850550
CONSULENTE FISCALE (Dott.ssa Graziella MANICARDI)
La consulenza si espleta presso la sede dell’OMCeO VR, previo appuntamento telefonico richiesto al n. tel. 045 8006112,
nella giornata di martedì dalle 09,30 alle 12,00.
Consulenza telefonica si può ottenere al n. 0376 363904 il lunedì dalle 15,00 alle 16,00
CONSULENZA E.N.P.A.M. (Segreteria OMCeO VR - Sig.ra Rosanna MAFFIOLI)
La consulenza si espleta presso la sede dell’OMCeO VR, previo appuntamento telefonico richiesto al n. tel. 045 8006112,
nelle giornate di martedì e giovedì
L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Verona ha stipulato una convenzione con “Aruba”, riservata
agli Iscritti, per l’attivazione gratuita della Posta Elettronica Certificata (PEC), mediante registrazione nell’area riservata del sito dell’Ordine: www.omceovr.it
Le sig.re Virna Giampieri e Rosanna Maffioli sono a disposizione dei Medici ai numeri telefonici 045 8006112 e 045
596745 per le indicazioni operative che si rendessero necessarie.
24
VERONA MEDICA
PROFESSIONE E LEGGE
Cassazione: confermata condanna
per omicidio colposo a
“infermiere coordinatore”
Non aveva segnalato una allergia riportata in anamnesi.
Responsabilità professionale e “posizione di garanzia” del coordinatore.
La Corte di Cassazione (sezione IV,
sentenza 16 gennaio 2015, n. 2192)
si pronuncia anche sulla responsabilità infermieristica e sulla posizione
di garanzia in capo a ogni esercente
la professione sanitaria su un caso
di responsabilità professionale che
trae origine da un errore medico nella
prescrizione di un farmaco. Durante
l’anamnesi di un paziente – avvenuta
alla presenza di un infermiere coordinatore – si rileva l’allergia all’amoxicillina
del paziente stesso. Il farmaco viene in
seguito prescritto e successivamente
somministrato, all’interno di una sala
operatoria, da un’infermiera, causandone la morte in “pochi secondi”.
La Suprema Corte individua la fonte
della responsabilità del coordinatore
nella “posizione di garanzia”, richiamando le leggi di abilitazione all’esercizio professionale (legge 42/99, profilo
professionale ex DM 739/1994, legge
251/2000 e 43/20006) e gli obblighi
costituzionali ex art. 3 e 32 Cost.
La “posizione di garanzia” si sostan-
zia nell’obbligo “giuridico che grava su
specifiche categorie di soggetti previamente forniti degli adeguati poteri
giuridici, di impedire eventi offensivi di
beni altrui, affidati alla loro tutela per
l’incapacità dei titolari di adeguatamente proteggerli”. Con la posizione di
garanzia si crea uno speciale vincolo
tra il soggetto debole e il “garante”, tra
chi, in questo caso l’infermiere, deve
preservare da danni il paziente indicato
come soggetto debole.
Questa sentenza restituisce al coordinatore una competenza clinico-assistenziale e, di conseguenza, la responsabilità connessa. Non solo aspetti
gestionali ma, quindi, anche compiti
di “sovraintendimento” clinico e di “segnalazione”.
Tra l’altro al coordinatore è stato anche
contestato, un altro aspetto di natura
“assistenziale”. Nei giorni precedenti egli stesso aveva somministrato un
farmaco al paziente, e nell’annotazione “di tale circostanza sulla scheda di
terapia aveva tralasciato di riesaminare con attenzione detta scheda, sulla
quale era già stata riportata la prescrizione del farmaco X, antibiotico della
famiglia delle penicilline, senza rilevarne (e conseguentemente segnalarne
l’occorrenza al personale medico e
infermieristico interessato) la chiara
incompatibilità con l’allergia”. La mancata segnalazione, dunque, dell’errore
medico è la causa prima della condanna per omicidio colposo. Con questa
sentenza, in seguito all’errore di una
prescrizione, derivano, nei confronti dell’infermiere “obblighi giuridici di
attivazione e di sollecitazione volta a
volta specificamente e obiettivamente determinabili in relazione a ciascun
caso concreto” (Corte di cassazione,
IV sezione, sentenza n. 1878/2000). In
caso di dubbi compete all’infermiere la
segnalazione al medico.
La conclusione cui è possibile giungere
è relativa alla stretta intimità di rapporti
tra professione medica e professione
infermieristica nell’agire quotidiano, il
che conferisce maggior forza alla già
richiamata inscindibilità (TAR Lazio 6
maggio 2015) tra attività clinica e assistenziale: delle attività cliniche fanno
parte a tutti gli effetti gli aspetti gestionali e organizzativi e di gestione interna
delle informazioni, nonché il monitoraggio degli eventi avversi, secondo le
pratiche del risk management.
C.M. PERUZZINI
ATTENZIONE!
Si deve comunicare alla segreteria dell’Ordine l’eventuale variazione di residenza – o del recapito presso il quale si desidera ricevere le
comunicazioni dell’Ordine, dell’Enpam e della Federazione Nazionale.
Questo è previsto dall’art. 64 del codice di deontologia medica ed è previsto anche dalle nuove norme riguardanti le pubbliche
amministrazioni.
L’inadempienza a tali disposizioni può dar corso alle procedure di cancellazione dall’albo professionale con
gravi conseguenze in ambito civile e penale, ma anche a gravi rischi sulla copertura assicurativa per l’attività svolta.
È infatti fatto obbligo all’ordine di avviare le procedure di cancellazione dall’albo nei confronti degli iscritti che non risultano più reperibili.
La Segreteria dell’Ordine
VERONA MEDICA
25
PROFESSIONE E LEGGE
La certificazione di morte, l’attività
di medico necroscopo e le funzioni
di polizia mortuaria
Facendo seguito ad alcune problematiche sollevate di recente in una delle
ULSS della nostra provincia, vogliamo
approfondire il tema delle competenze
di polizia mortuaria e accertamento di
morte. È necessario distinguere tra le
funzioni che riguardano l’accertamento
del decesso e delle cause che hanno
portato all’evento, e quelle del medico
necroscopo, che effettua l’osservazione
di rito dei fenomeni cadaverici. Queste
ultime sono usualmente svolte da un
medico legale o da un medico di medicina pubblica, che di solito non coincide
con chi ha eseguito la certificazione relativa al decesso, comunemente il medico
di medicina generale.
L’articolo 4 del DPR 295 del 1990 specifica infatti che il medico necroscopo
è un medico appositamente incaricato
dall’ASL e la dichiarazione a verbale n. 5
del DPR 270/2000 (richiamata successivamente nella Norma Finale n. 8 del
vigente ACN per la Medicina Generale)
afferma che le funzioni di medico necroscopo e di polizia mortuaria non sono
compiti propri del medico di medicina
generale.
La circolare INPS del 13 febbraio 2015
dispone peraltro, a chiarimento di dubbi
lecitamente espressi, che i medici necroscopi nominati dalle Aziende Sanitarie e non i medici di medicina generale
spediscano i certificati online di accertamento del decesso all’Istituto di previdenza entro 48 ore dall’evento, a scopo
di aggiornamento dell’anagrafica.
La LR Veneto 18 del 04 Marzo 2010
specifica all’art. 9 che “le funzioni di medico necroscopo sono svolte da medici
individuati dall’azienda ULSS tra i medici
dipendenti o convenzionati con il servizio sanitario regionale, in modo che siano assicurate la tempestività e l’ottimale
distribuzione territoriale del servizio”. Ora
tale potestà in capo all’ULSS è da intendersi quale mandato a destinare quote
26
dell’orario di servizio del medico dipendente a tale attività, ovvero esperire strumenti negoziali per concordare anche
coi medici convenzionati, fra i quali gli
stessi medici di medicina generale, la
possibilità di attribuire loro tale compito
in aggiunta ai doveri convenzionali, da
essi già escluso in sede di contrattazione nazionale, a mezzo di patti decentrati
a livello aziendale.
Tre sono i distinti passaggi certificativi,
riferiti alle diverse competenze.
Il certificato di constatazione del decesso, compilato dal medico che interviene per primo a constatare l’exitus
e contenente, oltre alle generalità del
defunto, anche ora, data e luogo dell’evento. Questo certificato serve ad attestare la cessazione delle funzioni vitali
nonché l’inefficacia di eventuali manovre
rianimatorie, ed è destinato ad informare
l’ufficiale di stato civile dell’avvenuto decesso di una persona nel territorio comunale di competenza.
Le norme per l’accertamento di morte sono stabilite dal D.M. Sanità del
31.8.1994 in applicazione della legge n.
578/1993.
L’accertamento delle cause di morte
su scheda ISTAT, indirizzata al Sindaco,
è redatta dal medico curante, o dal medico necroscopo dipendente dell’ASL in
caso di irreperibilità del medico curante
nel periodo tra il decesso e il funerale,
come nei giorni prefestivi e festivi. È un
adempimento che deve essere assolto
entro 24 ore dalla constatazione del decesso ai sensi dell’art. 103 del TULS (art.
1 del DPR 21.10.1975).
La Cassazione Penale con sentenza del
14.12.1977 ha ritenuto colpevole del reato di falso ideologico (art. 481 cp) un
medico che aveva compilato un certificato di morte senza aver visitato la salma. Il certificato di morte e dell’identificazione delle relative cause presuppone
quindi l’avvenuta visita medica, secon-
do la successiva sentenza n. 8496 del
17.10.1983 della Cassazione, sezione
penale V.
In caso di assenza del medico curante titolare, il medico sostituto assume
tutte le funzioni del titolare e pertanto
sulla base della visita della salma e della
scheda anamnestica del defunto è legittimato a compilare in vece del curante anche la scheda ISTAT.
Se il medico sostituto ritiene di non
avere sufficienti elementi di giudizio
deve invece lasciare questo compito
al medico necroscopo oppure, se è il
caso, effettuare una richiesta motivata
di autopsia.
La scheda ISTAT viene di norma compilata dal medico ospedaliero quando
il paziente decede in ospedale o all’arrivo in pronto soccorso, e dal medico
necroscopo quando il paziente decede
fuori ambito di residenza.
Il certificato necroscopico è redatto
dal medico necroscopo tra la 15° e la
30° ora dal decesso per constatare la
realtà della morte (presenza di macchie
ipostatiche, rigidità e raffreddamento
naturali del cadavere, essiccamento
delle mucose, ecc.) dopo un adeguato
periodo di osservazione. Serve all’ufficiale di stato civile per cancellare il defunto dall’anagrafe e per autorizzare il
seppellimento.
Ai sensi dell’art. 11 del DPR n. 285/1990
(regolamento di polizia mortuaria), durante il periodo di osservazione – 24 ore
per i casi di morte naturale e 48 ore nei
casi di morte improvvisa – il cadavere
deve essere tenuto in luogo e in condizioni compatibili con la vita, cioè ad una
temperatura ambientale di almeno 1820 gradi. L’autorizzazione alla cremazione, a seguito di richiesta per iscritto del
defunto, richiede un ulteriore certificato
medico ai sensi della legge 130 del 30
marzo 2001.
C.M. PERUZZINI
VERONA MEDICA
PROFESSIONE E LEGGE
Co.Ge.A.P.S.
e certificazioni ECM
Previo parere favorevole di tutte le Federazioni Nazionali, l’Assemblea del
Co.Ge.A.P.S. in data 8/04/2014 ha deliberato di avviare un progetto per sviluppare le suddette attività, a supporto di
tutte le sedi territoriali di Ordini, Collegi
ed Associazioni.
L’operatività di tale decisione ha comportato per il Co.Ge.A.P.S. la istituzione
di una struttura professionale e tecnologica in grado di supportare sia i Professionisti che gli Ordini, Collegi e Associazioni al fine di consentire agevolmente la
certificazione dell’assolvimento dell’obbligo formativo del triennio 2011-2013.
La struttura di back office, rapportandosi direttamente con il professionista,
solleva le segreterie di Ordini, Collegi e
Associazioni da tutta una serie di adempimenti. Una volta che la
pratica viene istruita e perfezionata,
l’Ordine, Collegio e Associazione viene
informato della possibilità di emettere il
certificato (o l’attestazione) della formazione ECM effettuata dal singolo professionista.
Il back office di Co.Ge.A.P.S. ha facoltà
di inserire, secondo un processo in linea
con la normativa vigente e concordato
con la Segreteria della Commissione
Nazionale:
• Crediti ECM individuali per formazione effettuata all’estero e non accreditata in Italia
• Crediti ECM individuali per pubblicazioni scientifiche
•Crediti ECM individuali per Autoformazione (riservata a liberi professionisti)
• Crediti ECM individuali per tutoraggio
•Crediti ECM mancanti di formazione
accreditata non trasmessi dai provider
• Rettifiche per errori/difformità nei dati
trasmessi dai Provider relativamente
a crediti ECM di eventi accreditati.
La modifica e/o inserimento di crediti
individuali ECM operata dal back office
di Co.Ge.A.P.S., prima di essere definitivamente acquisita dal sistema, deve es-
VERONA MEDICA
sere approvata, mediante un processo
di validazione informatica, dell’Ordine,
Collegio o Associazione presso cui il
professionista è iscritto.
Relativamente al triennio 2011-2013,
inoltre il back office del Co.Ge.A.P.S. ha
la possibilità di inserire, secondo normativa:
• Esoneri
• Esenzioni
interagendo direttamente con i singoli
professionisti.
Naturalmente agli Ordini, Collegi e Associazioni viene conservata la possibilità tecnica, qualora desiderato, di
effettuare in autonomia tutti i processi
sopra descritti operando direttamente a
favore del Professionista.
Il professionista può comunicare con la
struttura del back office di Co.Ge.A.P.S.
direttamente dalla propria area del portale del Consorzio, ovvero via mail e/o
telefono, e inoltrare documentazione via
fax se necessario.
Pertanto, gli Ordini, Collegi e Associazioni possono invitare tutti i professionisti a rivolgersi al back office di
Co.Ge.A.P.S. nel caso dispongano di
crediti individuali o possano avvantaggiarsi di esoneri ed esenzioni o, infine,
non trovino allineata la propria posizione
(es. crediti mancanti), per consentire al
back office di regolarizzare la singola
posizione individuale.
Parimenti gli Ordini, i Collegi e le Associazioni, oltre ad essere informati
sulle attività operate dal back office sui
professionisti di specifica pertinenza,
hanno a disposizione un numero telefonico ed una specifica casella di posta
elettronica di riferimento e supporto per
ogni esigenza od informazione sulle
procedure ECM.
Come già accaduto lo scorso anno,
prevediamo di organizzare una giornata di formazione/aggiornamento per gli
Ordini Collegi ed Associazioni dedicata
al personale di segreteria e/o ai Consiglieri incaricati di seguire le pratiche
ECM.
Il Co.Ge.A.P.S. provvede ad invii periodici dei certificati a favore degli Ordini,
Collegi ed Associazioni e fornisce l’incremento dei nominativi dei Professionisti che, con l’aggiornamento dei crediti
relativo al precedente triennio, hanno
soddisfatto l’obbligo formativo ECM.
L’obiettivo di tale attività è dotare gli Ordini, Collegi ed Associazioni dei certificati
pronti per essere consegnati, qualora il
professionista li richieda, come previsto
dalla normativa, ovvero
(se ritenuto opportuno dal Presidente)
certificati pronti per essere inviati ai propri iscritti. L’attività del Consorzio di predisposizione dei certificati è finalizzata,
oltre che a rendere un servizio agli Ordini, Collegi ed Associazioni, anche a limitare l’inserimento di crediti mancanti e
esoneri/esenzioni a quanti siano già
possesso dei requisiti di certificabilità e
per i quali eventuali ulteriori inserimenti
non variano la posizione ECM.
Confermo infine che il Co.Ge.A.P.S.,
al fine di favorire l’operatività di Ordini,
Collegi ed Associazioni, è disponibile
a caricare massivamente, secondo le
normative e le indicazioni della Segreteria ECM, i crediti individuali ECM, gli
esoneri e le esenzioni, che siano già
stati comunicati in precedenza dal Professionista al rispettivo Ordine, Collegio
o Associazione. Le eventuali informazioni per il personale di Ordini, Collegi
ed Associazioni, che volessero trasferire
i crediti individuali ECM (per tutoraggio,
crediti esteri, crediti per pubblicazioni)
possono essere reperite contattando
per gli aspetti tecnici l’ing. Nicola Grasso al n° 06-87678103 nicola.grasso@
cogeaps.it. Nel confermare la disponibilità mia personale e del Consorzio a
condividere e supportare ogni iniziativa
ritenuta utile, desidero ringraziare le Federazioni Nazionali per la fiducia che
anche in questa occasione hanno accordato al Co.Ge.A.P.S., confermando
la disponibilità ad accogliere, come
sempre, tutti i suggerimenti utili alla crescita del sistema ECM.
Da ultimo desidero precisare che questa comunicazione, pressoché identica
ad analoga fatta pervenire agli Ordini,
Collegi ed Associazioni lo scorso anno,
viene ripetuta soprattutto a beneficio
dei nuovi Presidenti e comunque per
buona memoria di chi già ne era a conoscenza.
SERGIO BOVENGA
27
PROFESSIONE E LEGGE
Responsabilità di struttura dell’ASL
verso l’operato del Medico di Famiglia
Secondo la sentenza di Cassazione
civile n. 6243/2015 del 27.03.2015,
i cittadini riconosciuti danneggiati
dall’operato del medico di base o del
pediatra, oltre ad agire per legge contro i diretti interessati, possono farlo
anche nei confronti dell’Asl di riferimento e ottenere un risarcimento. Nel
caso di specie, un paziente, colpito
da un malore al braccio sinistro dopo
una corsa, aveva telefonato al medico
di base, che lo aveva visitato soltanto
24 ore dopo, prescrivendogli un farmaco ritenuto sbagliato. Il paziente,
poche ore dopo, era stato ricoverato in ospedale per un’ischemia le cui
conseguenze, negli anni successivi,
lo hanno portato alla morte. Dopo una
causa lunga 14 anni, la Corte di Cassazione ha stabilito che la Asl è tenuta
a pagare i danni provocati dal ritardo
dell’intervento del medico, tanto più
che nel frattempo il medico si era
reso irreperibile. Secondo l’avvocato
di parte “il grosso buco era generato
dal fatto che il medico di base veniva
considerato un libero professionista
e i danni venivano chiesti solo a lui.
Se non pagava, il paziente non veniva
risarcito. Ora sarà la Asl a dover risarcire: la Suprema Corte ha stabilito
che esiste una legge inequivocabile,
quella del 23 dicembre 1978, che
istituisce il servizio sanitario nazionale, la quale dice che la Asl provvede
all’assistenza medica generica. Esiste
quindi un obbligo ben preciso in capo
alle aziende sanitarie”.
“L’Asl è responsabile civilmente – scrivono i giudici della Cassazione - ai
sensi dell’articolo 1228 del codice civile, del fatto illecito che il medico, con
essa convenzionato per l’assistenza
medico-generica, abbia commesso
in esecuzione della prestazione curativa, ove resa nei limiti in cui la stessa
è assicurata e garantita dal Servizio
sanitario nazionale in base ai livelli sta-
biliti secondo la legge”. I giudici della
Suprema Corte stabiliscono, una volta per tutte, il principio della responsabilità solidale fra Asl e medico generico, anche se quest’ultimo è solo
convenzionato con il servizio sanitario
nazionale e non dipendente. Secondo i giudici, infatti, il debitore effettivo della prestazione sanitaria resta
unicamente l’Asl nel quadro dei livelli
essenziali di assistenza stabiliti dalla
legge, mentre il fatto che sia il medico
convenzionato a erogarla costituisce
soltanto una modalità dell’adempimento, nonostante quest’ultimo venga scelto dal paziente e, dunque, si
configuri una scelta fiduciaria.
È irrilevante infatti a tal fine la scelta fiduciaria del paziente, che risulta
comunque limitata all’elenco del personale che è stato selezionato dalla
stessa azienda sanitaria.
C.M. PERUZZINI
NORME COMPORTAMENTALI
PER I MEDICI CHE EFFETTUANO SOSTITUZIONI
Si ricorda che all’atto dell’affidamento/accettazione dell’incarico di sostituzione devono essere sottoscritti i seguenti punti:
•Il Medico Sostituto deve garantire il pieno rispetto degli orari d’ambulatorio e può modificarli solo previo accordo col Medico Titolare,
tenuto conto dei disagi dell’utenza.
• Il Medico Sostituto deve garantire lo stesso periodo di reperibilità telefonica attiva che viene garantita dal Medico Titolare (in genere ore
8-10 con risposta diretta del titolare o di altra persona).
•Nelle giornate di sabato e nei giorni prefestivi il Medico Sostituto deve rispettare gli impegni del Medico Titolare, deve effettuare la
reperibilità telefonica e/o l’ambulatorio qualora fosse prevista attività ambulatoriale e deve effettuare le visite richieste anche se dovesse
comportare un prolungamento dell’orario oltre le ore 10 del mattino.
•Il Medico Sostituto si impegna a sostituire un solo medico per volta, salvo casi particolari -dichiarati- nello stesso ambito di scelta, per
garantire agli utenti una presenza effettiva nella sede d’attività del tutto simile a quella del titolare.
• Eventuali accordi tra Medico Titolare e Medico Sostituto al di fuori di questo regolamento devono comunque tenere presente che interesse
principale è anche evitare disagi e servizi di scarsa qualità agli assistibili.
28
VERONA MEDICA
ATTUALITÀ
Il ruolo dei familiari nella relazione
tra medico e paziente
SARA PATUZZO
Assegnista di Ricerca e Professore
a contratto, Università di Verona
Esperto Consulta Deontologica
FNOMCeO
In passato e fino a tempi recenti nella prassi clinica, la relazione di cura
era plasmata sul modello paternalista, che attribuiva al medico il privilegio informativo (il medico decideva
se informare o meno il paziente del
suo stato clinico) e quello terapeutico (il medico decideva le terapie
per il paziente, che vi si affidava).
Con il passaggio al nuovo modello
del consenso informato, intorno alla
metà del secolo scorso nella normativa nazionale e sovranazionale,
il paziente ha acquisito centralità
secondo il principio di autodeterminazione, diventando l’unico soggetto
legittimato a prendere decisioni per
il suo bene-salute, dopo essere stato informato in modo esaustivo dal
medico. Senza il consenso informato della persona, l’atto medico non
è più un atto lecito. L’unica deroga
rimane il caso di urgenza in cui, se
non è possibile raccogliere le volontà di una persona che versa in uno
stato di grave necessità, il medico è
obbligato a decidere sulla base delle
proprie conoscenze e competenze.
Ma quale ruolo hanno i familiari del
paziente all’interno della relazione di
cura?
Nel caso di un paziente maggiorenne e in grado di intendere e volere,
non ci sono dubbi: il medico ha il dovere di informare il paziente, e sarà
questi a dare il proprio consenso o
dissenso agli interventi diagnostici e
terapeutici proposti dal sanitario.
Per quanto riguarda le fase dell’informazione, il segreto professionale
esclude anche i parenti più prossimi
dalla conoscenza delle notizie sanitarie relative al paziente, a meno
che questi non acconsenta alla loro
rilevazione.
Per ciò che concerne la fase del
consenso, il coinvolgimento dei
familiari, anche se spesso moralmente auspicabile (sempre che ciò
incontri un chiaro desiderio del paziente), dal punto di vista giuridico
è irrilevante: il consenso-dissenso
informato è infatti un atto personale
non delegabile, se non per volontà
del soggetto stesso.
Ciò vale anche per il caso di pazienti
temporaneamente non lucidi, come
persone sotto l’effetto di alcol o
droghe, anziani confusi, psichiatrici
transitori. In queste circostanze, il
medico dovrebbe attendere il momento di recupero della capacità di
intendere e volere prima di intervenire, sempre con l’eccezione del caso
di urgenza.
Altro invece è il caso di un paziente che versa in uno stato di abituale
infermità mentale, ad esempio perché gravemente psichiatrico oppure
perché in uno stato di incoscienza
prolungata. In queste situazioni il
soggetto deve essere interdetto tramite una procedura giudiziaria che
conduce alla nomina di un tutore,
non necessariamente un familiare
del paziente, chiamato a rappresentarlo.
Sulla base della deontologia professionale vigente, il medico deve
comunque tenere in considerazione
le volontà eventualmente espresse
dalla persona quando era ancora
“capace”.
Nel caso di un paziente pediatrico,
ecco che la Legge indica nei familiari, ovvero nei genitori o comunque
in chi esercita la potestà genitoriale,
i soggetti che andranno a interloquire con il medico per ricevere le
informazioni e prestare il consenso
informato.
Anche in questo caso, tuttavia, è
possibile appellarsi al Giudice tutelare se i genitori dessero il dissenso
a un trattamento ritenuto necessario dal medico. D’altra parte, sotto
il profilo etico, le volontà espresse
dal paziente minore d’età (soprattutto se adolescente o comunque
ritenuto capace di comprendere la
propria situazione) non possono essere trascurate.
In conclusione, si rileva come nel
solo caso del paziente minore d’età
il rapporto di parentela assuma un
ruolo rilevante dal punto di vista giuridico nella relazione di cura.
CERTIFICAZIONI TELEMATICHE DI MALATTIA
Informiamo gli iscritti che la segreteria dell’Ordine è in grado di rilasciare ai medici che ne dovessero avere necessità le
credenziali di accesso al portale INPS per la compilazione dei certificati di malattia a l personale dipendente.
Per ottenerle è necessario accedere alla segreteria personalmente.
VERONA MEDICA
29
ATTUALITÀ
Premio europeo per meriti scientifici
al dr. Castellani
del Centro Fibrosi Cistica
Il premio annuale conferito dalla Società Europea Fibrosi Cistica (European Cystic Fibrosis Society) per meriti
scientifici è stato attribuito per il 2015
a Carlo Castellani, medico e genetista
del Centro Fibrosi Cistica Dell’Azienda
Ospedaliera Universitaria Integrata di
Verona, diretto dal prof. Baroukh Maurice Assael.
Il dott Castellani è internazionalmente
noto in particolare per i suoi contributi
sullo screening neonatale, screening
preconcezionale, genetica e epidemiologia della fibrosi cistica.
Per numerosi anni ha fatto parte del direttivo della società e negli ultimi anni ha
diretto progetti mondiali sulla genetica
della malattia.
Nel 2013-14 ha coordinato il lavoro di
oltre 100 esperti internazionali per la
produzione dei nuovi standard di cura
(Standard of care) della società europea.
Dal 2013 Carlo Castellani è anche presidente della Società Italiana Fibrosi
Cistica.
Questo riconoscimento è motivo di
particolare orgoglio per il Centro Fibrosi
Cistica di Verona, primo centro al mondo che ha visto attribuire il premio a due
suoi operatori in due diverse occasioni.
Infatti, lo stesso premio, alla carriera,
era già stato conferito a Gianni Mastella, fondatore del centro stesso. Si tratta
quindi di un consolidamento e di una
continuità nel segno dell’eccellenza
che rafforzano negli oltre 70 operatori
del centro il senso di appartenenza a
una struttura di grande livello.
Il Centro Fibrosi Cistica di Verona è il
maggior centro europeo dedicato alla
fibrosi cistica.
Le sue attività coprono tutti gli aspetti della malattia, comprendendo, oltre
all’assistenza a più di 800 pazienti,
programmi di prevenzione, genetica,
screening neonatale, ricerca traslazionale, ricerca clinica. Il centro coopera
strettamente con due strutture che
hanno sede a Verona: il Centro per
la Ricerca Traslazionale in Fibrosi Cistica (CFTR, Laboratorio Lissandrini),
diretto da Claudio Sorio dell’Università
di Verona, e il Centro di Ricerca clinica (CRC-FC), diretto da Marco Cipolli,
che completano lo spettro delle attività
di ricerca.
In questi anni il Centro è in prima linea
nella sperimentazione di nuovi farmaci
per la cura della malattia.
Dr. Carlo Castellani
30
VERONA MEDICA
ATTUALITÀ
Report del Ministero della Salute
sulla medicina difensiva
In un recente report ministeriale viene
indagato il fenomeno della cosiddetta medicina difensiva, fenomeno che
costerebbe secondo le stime circa 10
miliardi di euro l’anno.
All’interno del report emerge che il
77,9% dei medici ha praticato medicina difensiva almeno una volta nell’ultimo mese (il 92,3% nella classe di età
32-42 anni); il 68,9% ha disposto il ricovero di pazienti che riteneva gestibili
ambulatorialmente e il 61,3% ha prescritto un numero di esami maggiore
rispetto a quello ritenuto necessario
per effettuare la diagnosi.
Secondo le indagini riportate nel report, il 78,2% per cento dei medici
ritiene di correre un maggiore rischio
di procedimenti giudiziari rispetto al
passato e il 65,4% per cento ritiene
di subire una pressione indebita nella pratica clinica quotidiana a causa
della possibilità di tale evenienza. Per
il 67,5% si subisce l’influenza di esperienze di contenzioso legale capitate ai
propri colleghi e il 59,8% ha timore di
ricevere richieste di risarcimento.
Inoltre il 51,8% risente di precedenti
esperienze personali di contenzioso
legale ed il 43,5% esprime il timore di
ricevere pubblicità negativa dai massmedia. Infine il 15% teme di incorrere
in sanzioni disciplinari. Quali sono le
azioni più frequenti di medicina difensiva? Nel report ministeriale si riporta
uno studio in cui il 58,6% dei medici
ha chiesto il consulto di altri specialisti pur non ritenendolo necessario.
Il 51,5% ha invece prescritto farmaci
non necessari e il 24,4% ha prescritto trattamenti non necessari (oltre a
quelli prescritti dalle Linee Guida o dai
Protocolli). Il 26,2% ha escluso pazienti a rischio da alcuni trattamenti, al di
là delle normali regole di prudenza, e
il 14% ha evitato procedure rischiose
(diagnostiche o terapeutiche) su pazienti che avrebbero potuto trarne beneficio.
Il report riprende anche una recente
indagine Agenas effettuata su 1500
medici ospedalieri, nella quale vengono sondate le motivazioni percepite
dagli operatori: per il 31% è colpa della
legislazione sfavorevole per il medico,
per il 28% il rischio di essere citati in
giudizio e per il 14% lo sbilanciamento del rapporto medico-paziente con
eccessive richieste, pressioni e aspettative da parte del paziente e dei familiari. Secondo gli intervistati le soluzioni
potenzialmente efficaci per ridurre il
fenomeno sono per il 49% quello di
attenersi alle evidenze scientifiche e
per il 47% quello di riformare le norme
che disciplinano la responsabilità professionale.
Si conclude che “la malpractice in Italia è in parte riferibile ai comportamenti
dei medici, ma è spesso anche conseguenza di scelte di un legislatore poco
attento e volubili decisioni dei magistrati”. Si segnala l’esigenza di “un’analisi comparata sullo stato dell’arte
delle azioni legislative intraprese a livello internazionale e l’identificazione
di eventuali best practice. L’Italia, in
confronto ad altri Paesi che tra il 2000
e il 2003 hanno adottato riforme strutturali sul tema, è in ritardo di almeno
un decennio”.
COMUNICARE IL QUESITO OD IL SOSPETTO DIAGNOSTICO
È INDICE DI CORRETTEZZA DEONTOLOGICA
E DI BUONA PRATICA CLINICA
Alcuni Direttori Sanitari e Responsabili di Distretto ci hanno in varie occasioni comunicato che è ancora abbastanza diffusa la pessima abitudine di richiedere visite specialistiche ed accertamenti diagnostici senza comunicare il quesito, o, meglio il sospetto diagnostico.
Tale comportamento può essere ammissibile in alcune situazioni particolari ma nella generalità dei casi è contrario alla buona pratica clinica
ed al Codice Deontologico (artt. 59, 62) e può in alcune situazioni critiche configurare un reato ai sensi dell’art. 328 del Codice Penale.
È altrettanto indice di correttezza deontologica e soprattutto di buona pratica clinica per TUTTI riportare sulle richieste di accertamenti
• data di emissione del documento in cui viene indicata la richiesta
• timbro personale del medico proponente
• firma (se possibile LEGGIBILE) del medico proponente
• infine ma non per ultimo: indicazione del motivo e/o del sospetto clinico alla base della richiesta di accertamenti
VERONA MEDICA
31
STORIA DELLA MEDICINA
Cenni per una storia dei medici ebrei
di Verona fra tolleranza e persecuzione
(XIII – XIX sec.)
GIANNA FERRARI DE SALVO
Lo scopo di questo articolo è quello di
esporre in modo sintetico – sulla scorta
di documenti depositati presso l’Archivio
di Stato di Verona e mercé l’ausilio di varie pubblicazioni – un elenco di medici e
chirurghi1 ebrei che vissero e operarono
nella città atesina dal XIII al XIX secolo. Alcuni rimasero nella memoria storica della
medicina e resero un apporto significativo
alla sanità pubblica. Il presente saggio,
oltre a raccogliere notizie ritenute importanti sull’argomento, vuol essere un modesto contributo per un’investigazione più
ampia. Nell’attesa che tale tema sia fatto
oggetto di altre indagini, vale la pena di
porre in evidenza come possa rivelarsi valido anche per i medici il paradigma di una
memoria disgiunta e parallela non sempre
agevolmente ricostruibile poiché con l’inaugurazione dei Ghetti, tra le figure professionali tradizionali degli Ebrei solamente
quella dei medici diviene quasi irreperibile
nelle fonti. Ricordare le loro vicissitudini è
anche un modo per meditare sulla Storia,
che prima compone la trama del pregiudizio e poi, fortunatamente, ne scompone
l’intreccio dei fili. Pur consapevole dei molti
limiti che presenta, non posso non manifestare la mia soddisfazione nel pubblicare
questa mia indagine, che mi ha permesso
di venire a contatto con una realtà per certi
versi appassionante.
Ebraismo e medicina
Nel Medioevo la medicina ebraica, insieme con quella araba, godeva di grande
considerazione presso i potenti, trovando
autorevolezza nei princìpi religiosi, nelle
pratiche rituali e nella concezione stessa
dell’uomo, e operando positivamente tanto sul piano diagnostico che su quello terapeutico. Molti membri dell’ebraismo scelsero per tradizione la professione medica
poiché conferiva grande prestigio dentro e
32
fuori la loro comunità. Nonostante fossero
estromessi dai centri di potere scientifico,
erano più preparati dei loro colleghi cristiani e più attenti al rapporto mente-corpo.
I principali motivi che facilitarono gli Ebrei
nella professione d’Esculapio furono essenzialmente: la possibilità di consultare i
grandi trattati di medicina arabi nella versione originale, la conoscenza di astrologia
e alchimia e l’osservanza di precetti igienici imposti da precise norme conformi ai
loro riti, che attribuivano grande valore alla
cura esterna del corpo ottenuta attraverso
abluzioni e unzioni, ma soprattutto a quella
interna procurata attraverso evacuazioni
regolari e il salasso (poiché «la ritenzione
fecale produce l’idropisia e la ritenzione
urinaria produce l’itterizia», mentre «se il
sangue diviene abbondante, divengono
abbondanti le malattie della pelle»2).
Ebrei archiatri e medici alle corti reali
Medici rabbini hanno curato papi e regnanti in un periodo in cui i loro correligionari subivano forti discriminazioni. In
questo contesto rivestono parecchio interesse quelle prestigiose figure di nobili e
di ecclesiastici che si attorniarono di dotti
sanitari ebrei e ne assunsero la protezione.
Nel Trecento, alla corte di Avignone ben
sei ebrei conseguirono l’invidiato ruolo di
medici personali del pontefice, consuetudine proseguita anche nei secoli successivi, poiché molti altri papi mostrarono una
certa benevolenza consentendo ai medici
giudaici di esercitare la loro Arte e di assistere chiunque. Tuttavia, le leggi papali,
come quelle emanate dai sovrani, furono
piene di contraddizioni e conflitti3.
Nel 1310 Federico III di Sicilia confermava
il divieto formulato da Federico II: «nessun
ebreo osi esercitare l’arte di medicare nei
confronti di un cristiano o osi dargli medicinali, o preparare questi ultimi», pena
12 mesi di carcere per il medico e 4 mesi
per il paziente. Si alternarono anni difficili,
pieni di contrasti e di sanzioni. Nel 1412
Caterina di Lancaster, reggente del figlio
Giovanni II di Castiglia4, proibiva agli Ebrei
«di essere farmacisti, medici e chirurghi di
malati cristiani», mentre una bolla dell’antipapa Benedetto XIII (Pedro Martínez de
Luna y Pérez [o Peris] de Gotor, pontificato, 1394-1422) imponeva: «nessun ebreo
osi esercitare l’arte o il mestiere di medico,
chirurgo, farmacista, droghiere». Con tutto
ciò, nel 1421, la bolla di Martino V (Oddone Colonna, pontif. 1417-1431) cassava
gli ordini imposti dall’antecedente papa
permettendo agli Ebrei spagnoli di curare
anche i Cristiani e concedeva l’esercizio di
tutte quelle professioni vietate, comprese
quelle di banchiere e di mediatore. Medici
ebrei esercitarono anche alla corte angioina e a quella aragonese5.
Lo spirito di tolleranza venne meno dopo il
Concilio Ecumenico di Basilea (1434), che
sancì: «nessun ebreo potrà essere dichiarato medico pubblico o ufficiale [sanitario],
né potrà ricevere diplomi accademici».
Papa Eugenio IV (Gabriele Condulmer,
pontif. 1431-1447), che ereditò come medici curanti Elia da Fermo (già archiatra di
Martino V) e il chirurgo Leucio, concesse
ai medici ebrei di medicare anche i Cristiani. Tuttavia, l’intolleranza contro questa categoria si estese in tutta Italia a causa della
«campagna di vilipendio che i predicatori
francescani svolgevano contro questa
genia e nella quale eccelleva Giovanni da
Capestrano», incredibilmente appoggiata
dalla durissima bolla di papa Eugenio IV,
VERONA MEDICA
STORIA DELLA MEDICINA
in seguito revocata dietro una donazione
straordinaria di 1.130 fiorini da parte delle
comunità ebraiche italiane6.
Mentre le autorità pontificie si accingevano
a rinchiudere i Giudei nei Ghetti, l’archiatra papale continuava a essere un ebreo7.
Possiamo ricordare che alla corte di Giulio
III (Giovanni Maria Ciocchi del Monte, pontif. 1550-15558) si avvicendarono i medici
Eliezer ha-Cohen da Viterbo, Vitale
Alatino de Pomis da Spoleto, Teodoro de’ Sacerdoti e Giovanni Rodrigo
Amato (alias Amato Lusitano, di origine
marrana)9, noto dopo l’abiura come Giovanni Rodriguez di Castelbranco (João
Rodrigues de Castelo Branco)10 che, minacciato dall’Inquisizione, nel 1540 si era
rifugiato in Italia. Amato Lusitano, nel 1536,
pubblicò l’Index Dioscoridis e, nel 1540,
Curationum medicalium centuriae, una
raccolta delle sue esperienze mediche
che gli procurò grande fama e gli valse
l’assegnazione della cattedra di medicina
all’Università di Ferrara da parte di Ercole
II d’Este. Rimase in Italia per quindici anni
soggiornando, oltre che presso il soglio di
Pietro, ad Ancona e a Pesaro. Poi si trasferì
a Ragusa (Dubrovnik, Dalmazia) e infine,
per sfuggire alle persecuzioni di Paolo IV, a
Salonicco dove morì nel 156811. La medicina era «una carriera liberale che i papi non
solo avevano autorizzato, ma addirittura
costantemente incoraggiato [...] nonostante le decisioni contrarie dei vari concili», ma
per la classe medica ebraica non fu mai
vita facile12.
Fino alla metà del Cinquecento i medici ebrei a Verona, e in tutta la Repubblica di Venezia, godevano di una serie
di vantaggi. Previa dispensa papale, le
Università conferivano loro il dottorato13,
e quantunque fosse ad essi interdetta la
facultas docendi et examinandi, potevano
cooperare con i colleghi cristiani. Lo scenario mutò alla metà del secolo XVI con
papa Paolo IV (Gian Pietro Carafa, pontif.
1555-1559). Con la sua bolla Cum nimis
absurdum (14-7-1555)14 l’insicuro equilibrio
degli Ebrei nei territori pontifici, ma anche
in quelli non direttamente governati dal
pontefice, si frantumò inevitabilmente e
la situazione peggiorò con le successive
bolle non meno diffamatorie. Quella del
1555 vietava ai pazienti cristiani15 di farsi
assistere da medici ebrei e, ritenendo «assurda e disdicevole la convivenza tra Ebrei
e Cristiani», auspicava «che in ogni tempo
futuro, tanto nell’Urbe che in ciascuna città
sottomessa alla Chiesa Romana, gli Ebrei
debbano essere concentrati e rinchiusi in
VERONA MEDICA
un’unica zona della città, dotata di mura e
portoni»16.
Nell’avvicendarsi di inflessibilità e di moderazione, di espulsione e di Ghetti, gli Ebrei
dovettero misurarsi con un mondo cristiano intollerante e sospettoso17. Dopo Paolo
IV il modo di agire dei papi fu vario. Pio IV
(Giovanni Angelo Medici di Marignano,
pontif. 1559-1565) fu meno duro del suo
predecessore anche se con la bolla In Sacrosanta (13-11-1564) obbligava la professione di fede per conseguire qualsiasi tipo
di laurea18. I Conti Palatini e la Magistratura
dei Riformatori dello Studio di Padova aggirarono l’impedimento e per tutto il Seicento e nel secolo successivo permisero
agli Ebrei presenti nella Repubblica Veneta
di addottorarsi in medicina19. Tra il 151720
e il 1721, presso lo Studio di Padova conseguirono tale laurea circa 250 studenti
ebrei, tra il 1617 e il 1699 furono 142, e 162
fra il 1700 e il 1794, di cui 105 provenienti
dalle terre venete o soggette alla Repubblica di Venezia21.
I medici ebrei delle corti europee erano
esentati dal dotarsi degli obbligatori distintivi imposti ai loro correligionari, mentre a Roma già nel secolo XIV gli esperti in
medicina teorica e pratica erano esonerati
dall’indossare il tradizionale tabarro rosso
nell’esercizio delle loro funzioni. Presso la
corte napoletana, non mancò la presenza
di medici ebrei durante il regno di Carlo,
Roberto e Giovanna I d’Angiò. Sotto i successivi Ladislao d’Angiò-Durazzo e la sorella Giovanna II, che nel 1414 gli successe
al trono, i medici ebrei usufruirono di posizioni favorevoli e alcuni furono dispensati
dal portare ben in vista la “rotella di panno
gialla”22; altri ebbero funzioni pubbliche e
piena facoltà di curare i Cristiani23. L’esonero dell’ostentazione di tali distintivi discriminanti contribuiva a rendere la medicina una
professione ambita e onorata, una soddisfazione propria e in certe circostanze con
esiti favorevoli per l’intera collettività.
Il Ghetto di Verona
I Ghetti erano stati previsti dalla bolla papale Cum nimis absurdum del 1555, ma
la loro introduzione nelle città italiane ed
europee fu piuttosto lenta. A Venezia, invece, già nel 1516 il Senato Veneto, «a
causa dei frequenti scandali e disordini
causati dall’habitar indifferentemente gli
Ebrei fra i Cristiani, prese parte di serrarli
in certo loco nominato Gheto»24, e inoltre
deliberò che le case e le botteghe fossero loro affittate per un terzo in più di quello
che si solevano affittare ai Cristiani, e che
ogni restauro o miglioramento dovesse
essere eseguito a spese dei conduttori25.
All’interno del Ghetto si trovavano sinagoga, fondachi e rivendite di ogni tipologia.
Non mancavano le tipografie dai cui torchi
uscirono centinaia di libri.
Il Ghetto di Verona venne istituito alla fine
del secolo XVI. Dopo venticinque anni di
tentativi per localizzare un luogo adatto
per la segregazione, fu alla fine individuata
l’area. Situato nel centro della città romana
e medievale nelle adiacenze della Piazza
Grande (Piazza Erbe), tra la Via Nóva (l’attuale Via Mazzini) e la Strada delli Pellizzari
(Via Pellicciai), in un luogo «comunemente
nominato sotto i letti, da esser però assignato ad essi hebrei et a loro spese serrato et d’ogni intorno circondato, con ridurvi
parimente a loro spese l’uso della acqua
della fontana di Avesa»26. Definitivamente
approvato nel gennaio 1599, fu costruito
nei mesi successivi dopo le disposizioni di
apertura e severa chiusura (con serratura
notturna degli Ebrei e divieto incondizionato ai Cristiani di accedere anche durante il
giorno, tranne che per i procacciatori d’affari per i loro commerci).
Per i trasgressori delle varie regole era prevista una multa di cinquanta scudi, di cui
un terzo era la taglia a beneficio dell’eventuale delatore. Due robuste porte27 furono
collocate ai due estremi: una in Via Portici, all’incrocio con la Via Nuova, l’altra in
Via Pellicciai (e, forse, una terza era dove
si trova ora Corte Spagnola), custodite
da guardiani cristiani «homeni de buona
fama», stipendiati mensilmente dall’Università degli Ebrei28. Alle guardie era stato
assegnato un luogo prospiciente le entrate
del Ghetto, ma ad esso esterno, dove potersi riparare29. In estate le porte dovevano
restare aperte fino alla prima campana30 e
fino alle ore due di notte (= due ore dopo il
crepuscolo) durante l’inverno31 poiché agli
abitanti era permesso uscire dal quartiere
solo di giorno.
A Venezia e in tutto il dominio della Repubblica, con proclama del 29-7-1516 si intimava ai medici del Ghetto, qualora fossero
stati chiamati di notte a visitare fuori dalle
loro mura o che dovessero rientrare tardi
per essere stati ad assistere qualche malato, di informare i custodi sul motivo, nome
e luogo di residenza del loro paziente, con
pena per i contravventori di «sei mesi di
prigione e lire cinquanta de’ piccioli più la
verifica della verità»32.
Nel proclama 11-3-1642 i Provveditori alla
Sanità di Verona ribadiscono che «i privilegi e le licenze dei medici ebrei che vogliono
33
STORIA DELLA MEDICINA
medicare, siano riconosciuti prima dal priore e Collegio dei medici33 e poi confermati
dal magistrato [...] con espressa proibitione di poter in maniera alcuna medicar Cristiani, potendo solo eseguir la professione
suddetta nel Ghetto proprio d’essi Ebrei,
in pena di pagar ducati cento per cadauna volta che contrafacessero, applicata
la metà all’accusatore e l’altra alla Cassa
del Collegio de’ Medici, et oltre star anno
uno in prigione serrata alla luce, dalla qual
non si possi liberare se non haverà fatto
l’effettivo esborso delli sopraddetti ducati
cento»34. All’inizio del Settecento ci fu più
tolleranza: medici ebrei presero in cura
pazienti cristiani e medici cristiani poterono
curare pazienti ebrei, come si può evincere
dai registri dei morti di tale epoca35. La comunità ebraica di Verona visse, malgrado
alcuni episodi conflittuali, in un’atmosfera
relativamente tranquilla: non si raggiunsero
toni esecrabili se non in rari casi.
Nel Sei-Settecento quando il ghetto ebraico di Verona era superaffollato, si alzarono
le costruzioni esistenti tanto che queste
raggiunsero una considerevole altezza. Gli
appartamenti molto piccoli e bui, nonché
la promiscuità, favorivano il contagio: si
ebbero così molti decessi per vaiolo e tisi.
Altre patologie furono le febbri, di natura
imprecisata, e “febbre e catarro” (=polmonite?). In numero consistente gli aborti
spontanei e la mortalità infantile nei primi
giorni di vita a causa della misteriosa patologia nota come “arioma”; numerose le
donne morte di parto, ma per contrasto
erano molti gli adulti che oltrepassavano
gli ottant’anni. I più longevi appartenevano
a entrambi i sessi; non rari furono quelli
che riuscirono a superare i cento e qualcuno arrivò a compiere 111 anni36. Non
mancarono alcune morti violente causate
da accoltellamenti, ferite mortali da armi da
fuoco o dovute a percosse, annegamenti
di bambini nella tinozza di casa e per caduta dalle scale.
Medici ebrei a Verona
Non sono che sporadiche le attestazioni
sui medici che operarono nella nostra città
fino al XVII secolo. La prima testimonianza
riguarda Abraham ibn-Ezra (1089-1164),
nativo forse di Toledo o di Tudela (capitale
della Merinidad Navarra). Medico itinerante, grammatico, matematico, astrologo,
astronomo, che secondo la narrazione
tradizionale raggiunse Egitto, Palestina,
Mesopotamia, Persia, India. Tra il 1140
e il 1148 sostò a Roma, Salerno, Lucca,
Mantova e a Verona. Incerto il luogo dove
34
avvenne il decesso: alcuni indicano la
Palestina, altri Roma37. Nel XIII secolo fu
attivo Hillel ben Shamuel da Verona (Hillel ben Šemu’el ben Eli‘ezer mi-Verona)38.
Nato presumibilmente nel 1222, ma non
necessariamente a Verona dove suo nonno, il talmudista Eli‘ezer ben Šemu’el, era
presidente del tribunale rabbinico39. Hillel
fu medico aristotelizzante, filosofo, talmudista e traduttore dal latino di circa quaranta trattati di medicina. Sono molto scarse
e incerte le notizie intorno a lui e alla sua famiglia, tanto che sono state prodotte molte supposizioni ricavabili particolarmente
dalla sua corrispondenza e da alcune testimonianze. Morì, forse, nel 129540. Nulla
si conosce invece dei medici Guglielmo
e Lazzarus iudeus medicus, che pure
vissero ed esercitarono a Verona nella se-
pervenuti all’Archivio di Stato di Verona o
da altre fonti che vengono citate in nota. I
registri dell’Ufficio di Sanità dello Stato Civile ci confermano, infine, data — a volte
riportata in modo errato da alcuni autori
— e causa del decesso. Restano dunque
spazi di approfondimento, e non è escluso
che ulteriori elementi possano emergere in
futuro per completarne la storia.
• Michelangelo Asson nacque a Verona
il 21-6-1802 e si spense a Venezia il 3-121877 colpito da ictus apoplettico. Studiò
medicina e chirurgia a Pavia e a Padova.
Per qualche anno esercitò la professione medica a Verona; nel 1831 si trasferì
a Venezia preceduto dalla fama di medico preparato e di abile chirurgo. Professore di anatomia e di clinica chirurgica
presso la Scuola Medica di Venezia, fu
conda metà del Quattrocento41. Nel XVI
secolo, nella Comunità ebraica di Verona
esercitavano tre medici: Yakov, figlio del
defunto Asher, è menzionato nel 1560
nell’elenco di coloro che danno elemosina, mentre nella lista dei posti assegnati in
sinagoga nel 1563 si nota la presenza di
Zion e Lazar. Quest’ultimo, nel 1567 risulta tra i membri convenuti all’assemblea42.
L’elenco che segue, ordinato in sequenza
alfabetica, riporta i nomi di altri medici e
chirurghi che furono attivi a Verona. Ove è
stato possibile si è collegata la data del privilegio (laurea), conseguito presso lo Studio patavino, e quella di approvazione (abilitazione) del Magistrato di Venezia dopo il
praticantato con elementi bio-bibliografici.
Purtroppo, per molti di loro non abbiamo
che scarne notizie ricavate dai registri
membro dell’Istituto Veneto e di altre
Accademie italiane ed estere, ufficiale
dell’Ordine dei ss. Maurizio e Lazzaro.
Scrittore di scienze medico-chirurgiche
e letterario-filosofiche, le sue pubblicazioni furono circa 120, quattro le opere
inedite43.
• Girolamo Basilea, chirurgo, attestato nell’anagrafe del 180844. Definito da
Giuseppe Cervetto “esperto chirurgo” e
figlio del medico Pellegrino45.
• Giacob Grassin (ebr. Ghershom46)
Basilea figlio di Marco Isach. Dottorato in filosofia e medicina a Padova il
23-3-1735, nel 1750 è registrato come
medico di classe media47. In alcuni atti
di morte dal 1741 al 1750 è citato come
Jacob Grassin Basola (Bazola e Bazzola)48. Nel 1754 affiancò nella professione
VERONA MEDICA
STORIA DELLA MEDICINA
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il medico e rabbino Menachem Navarra. Il 27-12-1750 un suo figlio di 11 mesi
morì di vaiolo49; il figlio Salomon di 5
anni cessò di vivere per febbre il 1°-12175650. Altro suo figlio maschio mancò
il 12-5-1765 a poche ore dalla nascita51.
«L’eccellentissimo signor dottor di medicina Jacob Grassin Basilea fu Marco
Isach d’anni 72 è morto all’ore 24» dopo
21 giorni di febbre putrida, il 26-11-1781,
curato dal medico Leonardo Targa.52
Leon Samuel Basilea, del fu dottor
Giacob Grassin e Rachele Basevi Cervetto, dottorato a Padova il primo luglio
1774, ottenne da Venezia la licenza ad
esercitare il 30-7-1777. Protomedico di
Verona sino all’anno della sua morte,
accaduta il 12-4-1818 all’età di anni 63,
dopo otto mesi dalla “forte apoplessia”
che l’aveva colpito53. Aderì alla Massoneria54, fu autore del fondamentale
lavoro scientifico Dell’inoculazione del
vaiuolo in tempo di epidemia del morbo stesso: discorso fisico-pratico (Verona 1790) 55. Secondo il Cervetto era
figlio del medico Pellegrino e fratello
del chirurgo Girolamo56. La sua vedova, Formigini Consola, di anni 66, morì
il 16 gennaio 1827 per ‗”pneumonia
dietro erpete retrocesso, con apoplessia secondaria ed anasarca” curata dai
medici veronesi Cenci e Marai57.
Pellegrino Basilea, vedi Giacob Grassin Basilea e nota 46.
Salomon (Shelomoh) Basilea, figlio
del dottor Jacob. Licenziato in chirurgia
a Padova il 7-4-1780 e approvato dal
Magistrato alla Sanità di Venezia il 30-8179058.
Isac Basola (o Basilea), indicato come
medico curante in atti di morte del 1739
e 174059.
Graziano (o Graziadio?) Bassan, medico60.
Isacco Bassan, ebreo romano figlio di
David da Verona, dottorato in filosofia e
medicina in Padova il 24-3-173561.
Marco Bassan, figlio di David, laureato
in filosofia e medicina il 13-5-172862. Il 1°10-1743 è registrato come medico praticante63. Forse fratello del precedente.
Giuseppe Calabi, attestato come medico curante in atti di morte del 183964.
Marco Calabi, medico65.
Samuel Calabi, chirurgo maggiore,
maestro d’ostetricia e vaccinatore, ottenne il dottorato a Pavia il 10-9-182766.
Abram Capazon (o Cabesso-a, o Cabeça?), morto a Verona a causa di non
precisata febbre il 3-5-1654 ad anni
VERONA MEDICA
5067. Di professione “dottore”, forse non
necessariamente medico.
• Isaac (Jitzhaq) Cardoso, medico, filosofo, poeta e scrittore polemico, apparteneva a una famiglia che vantava fra i
suoi ascendenti alcuni medici di alto
livello. Se dobbiamo dar fede all’atto di
morte, nacque nel 1598 (alcuni storici dicono nel 1603 o nel 1604, altri nel
1615) a Trancoso, nella località di Celorico de Fruta in provincia di Beira (Portogallo) da genitori marrani, una famiglia
di christãos novos,68 e con il battesimo
gli fu imposto il nome di Fernão (Fernando). Studiò medicina, filosofia e scienze
naturali a Salamanca e a Valladolid dove
nel 1624 (o 1625) conseguì il dottorato e
fu poi docente.
Trasferitosi a Madrid pubblicò le sue
prime opere scientifiche: nel 1632 la
composizione elogiativa Panegyrico y
Excelencias del color verde symbolo
de esperança, hyeroglifico de victoria,
dedicato a donna Isabel Henriques,
e il Discurso sobre el monte Vesuvio,
insigne por sus ruinas, famoso por la
muerte de Plinio…; nel 1635 una Oración funebre en la muerte de Lope de
Vega Carpio…, dedicata a don Antonio
di Cordova e Cardona duca di Sessa
e Soma, ambasciatore del re cattolico
a Roma (1579-1642) di cui De Vega fu
segretario devotissimo; Utilidades del
aqua y de la nieve, del bever frio y caliente, stampato nel 1637 e dedicato a
Filippo IV di Spagna.
Nel 1639 diede alle stampe De febre
syncopali e l’anno seguente fu pro-
mosso primario (physico mayor) alla
corte reale spagnola. Cardoso lasciò la
Spagna, probabilmente per sfuggire alla
persecuzione inquisitoriale, e nel 1648,
con suo fratello Miguel (che pure aveva
studiato medicina), si rifugiò a Venezia
dove entrambi riabbracciarono la fede
mosaica; Fernando cambiò il suo nome
in “Isaac” e Miguel in “Abraham”. Il 258-1652, dopo un breve soggiorno nella
città lagunare, Isacco Cardoso si stabilì
a Verona portando con sé una biblioteca di oltre 6.000 volumi. Qui ottenne il
permesso di abitarvi con la moglie dopo
aver sottoscritto una convenzione che
gli concesse una riduzione dell’importo
del permesso di residenza. In cambio,
s’impegnava a curare i malati poveri della Comunità69.
Oltre alle opere già citate, il Nostro
pubblicò in latino un trattato dal titolo
Philosophia Libera in Septem Libros Distributa, stampato a Venezia nel 1673,
dedicato al doge e al Senato di quella
città. In tale lavoro, che discute criticamente i diversi sistemi filosofici, egli
appare come un fiero oppositore della
Kabbalah e dello pseudo-messia Sabbatai Zewi (Tsevisi). Nei sette libri che lo
compongono, corrispondenti ai giorni
della creazione, trattò di cosmologia,
fisica, medicina (flemma, bile, malinconia, spiriti vitali, gravidanza, sterilità, formazione del feto e determinazione del
momento preciso in cui vi entra l’anima,
parti plurimi e gemellari, anatomia umana), scienze naturali, filosofia e teologia.
Ad Amsterdam, nel 1679 fu edita Las
Excelencias de los Hebreos, opera di
carattere apologetico nella quale illustra
le dieci virtù del popolo ebraico e contesta le dieci calunnie che solitamente lo
colpiscono, e nel 1680 il volume Varias
Poesias70.
Altamente onorato da Ebrei e Cristiani,
si spense a Verona il 17-3-1684 a 86
anni per un non meglio specificato “mal
d’apertura (= apertura chirurgica?)”71.
Sua figlia Ester morì l’8-3-1664 a nove
anni a causa di una febbre, come la
figlia Giuditta72 defunta il 12-6-1671. La
moglie Richa cessò di vivere il 3-5-1675
a sessant’anni, pure per febbre73. Nei registri di morte Cardoso è sempre citato
come “medico eccellentissimo”74.
• Ezechiel (Jěhezqël) de Castro, «insigne medico e sottile filosofo»75, grande
esperto di letteratura ebraica, nacque
nel 1603 a Bayonne nella Francia sudoccidentale, figlio del medico Isach Lu-
35
STORIA DELLA MEDICINA
dovici ex civitate Brigantie in Lusitania
(Bragança, in Portogallo). Il “cristiano
nuovo” Ezechiel fu battezzato con il
nome di Pierre (in seguito ispanizzato in
Pedro) in onore del suo padrino Pierre
de Lespèce. Non è noto in quale università abbia conseguito la laurea, si
sa solo che studiò medicina a Coimbra
e tra il 1624 e il 1627 anche a Valladolid, dove quasi certamente fu allievo di
Isaac Cardoso. Dopo aver praticato la
professione medica ad Avignone, verso
il 1639 giunse a Verona dichiarandosi
ebreo, e pertanto andò ad abitare nel
“Ghetto piccolo” nell’area riservata ai
Sefarditi76.
La sua attività di medico, che evidentemente non si limitava al solo ambiente
ebraico, scatenò una decisa reazione
da parte dei colleghi veronesi che lo
denunciarono alle autorità accusandolo d’incompetenza e di non possedere
i requisiti per esercitare la medicina. In
una dichiarazione giurata del 20-2-1645,
Ezechiel afferma di esercitare in Verona
da circa sei anni «l’Arte mia della Medicina in virtù di particolari privilegi, et dottorato in Padova con approbatione et
espressa licenza di questa Serenissima
et Inclita Dominante. In tutto questo giro
di tempo son sempre stato invitato alle
principali cure et impiegato da principali
soggetti di quella città insieme con gli altri signori medici della medesima: onde
in diverse consulte e da infinite esperienze et scritti, comunicati con le stampe
al mondo, hanno potuto rendersi certi
della qualità della mia perizia mai praticata con danno di alcuno, ma bensì canonizzata da molti per utilissima. Hora,
ha parso a questi signori medici di impedirmi il proseguimento del detto mio
esercitio con lettere delli eccellentissimi
signori avogadori, sotto pretesto che da
essi non habbia ricevuto certo esame ricercato dalli stessi. Io che non fuggo, né
ho mai fuggito alcun cimento, honorato
nella mia professione, mi sono dichiarato con atti pubblici che son prontissimo
a ricevere ogni esame, non solo con le
forme avvantaggiate praticate in simile
affare, ma con le più rigorose e difficili
[...]. Che questo [esame] fosse eseguito
in pubblico alla presenza dell’illustrissimo signor Podestà e Consiglio, ma non
già in luogo privato, dove da qualche
privata passione potessi per avventura
restar pregiudicata la mia reputazione».
Il 27-7-1646, il Collegio dei Medici di Padova, dopo aver esaminato il de Castro
36
in filosofia e medicina «con ogni rigore,
giuste le forme solite», dichiarò che si
era «diportato valorosamente et con
somma confermazione [...], esperimentate nel suo dottorato per avanti fatto,
non avendo a noi lasciato apertura alcuna di desiderare soddisfattione maggiore, et perciò l’habbiamo approbato et
admesso a tutti i voti»77.
Successivamente, la sua attività professionale proseguì con fortuna e a
Verona ebbe modo di pubblicare gran
parte delle sue opere sia con il nome di
Ezechiele sia con il nome di Pedro78,
portando il Maffei a pensare che si
trattasse di due persone diverse79. Nel
giugno 1645, quando ancora praticava
la religione mosaica, de Castro inoltrò
una supplica al papa perché gli fosse
concesso di curare i Cristiani. Innocenzo X (Giovanni Battista Pamphilj, pontif. 1644-1655) respinse tale richiesta
intimando che mai fossero accordate
tali licenze80. Nel dicembre del 1646
l’inquisitore di Verona comunicava al
Sant’Uffizio l’intenzione del medico di
convertirsi. Il 19-6-1647 de Castro ritornò al Cristianesimo insieme alla sua
famiglia riassumendo il nome di Pietro
(o Pedro) e nel 1650, con i sei figli e la
moglie, si trasferì nella contrada di S. Michele alla Porta (Portoni Bórsari) e poi in
quella di S. Benedetto81. In seguito alla
sua conversione esercitò per alcuni anni
nell’ospedale dei Santi Giacomo e Lazzaro alla Tomba82 e nel 1661 si stabilì a
Mantova dove già abitava il figlio Sebastiano, medico al servizio del duca Carlo
II Gonzaga Nevers fin dal 1660. E qui,
nella Contrada dell’Aquila, Pedro mancò nel dicembre 1662, venendo sepolto
nella cattedrale della città83.
De Castro, sotto il nome di Ezechiele
o Ezekiel, pubblicò le seguenti opere:
Ignis lambens, historia medica, prolusio physica, rarum pulchrescentis
naturæ specimen etc. (Verona 1642);
De colostro (Verona 1639); Il Colostro,
discorso aggiunto alla «Ricoglitrice»
di Scipion Mercurio… (Verona 1642);
Amphiteatrum medicum in quo morbi
omnes quibus imposita sunt nomina ab
animalibus raro spectaculo debellantur... Liber primus (Verona 1646). Con il
nome Petrus a Castro Bayonatis: Febris
maligna, puncticularis aphorismis delineata (Verona 1650, Norimberga 1652,
Padova 1654, Bergamo 1726), variante
del titolo: Pestis Neapolitana, Romana
et Genuensis annorum 1656 e 1657;
Fideli narratione delineata et commentariis illustrata. (Verona, 1657); Imber aureus, seu chilias aphorismorum ex libris
epidemiorum Hippocratis eorumque
Francisci Vallesii commentariis extracta
(Verona 1653, Ulma 1661); Bibliotheca
Medici eruditi (Padova 1654); Scheda
de oleo antipleuritico (Ferrara 1669); De
loquela mutis et audita surdis restitutis
(in “Miscellanea curiosa medico - physica, Academiæ Naturæ Curiosorum”,
Lipsia 1670, pp. 112-120).
• Giuseppe Cervetto nacque a Verona
il 16-7-1808 da una modestissima famiglia. Trascorse gli anni di studi presso
l’Università di Padova fra innumerevoli
difficoltà e nel 1830, subito dopo la laurea in medicina e chirurgia, tornò a Verona per iniziarvi la pratica professionale.
Maestro di ostetricia e oculistica, per
l’ottima preparazione e capacità fu presto nominato medico della Pia Opera
Israelitica e poi primario dell’Ospedale
Civile di Verona. Fu autore di apprezzate opere storiche tra cui Cenni per una
storia dei medici veronesi e del loro antico collegio… (Verona 1834). Nel 1861
inaugurò il primo insegnamento ufficiale
della storia della medicina all’Università
di Bologna. Chiamato come docente
di Storia delle Scienze nell’Università
di Messina, acconsentì fiducioso che il
clima siciliano potesse giovargli. Non avendone tratto alcun beneficio, e sentendo aggravarsi le proprie condizioni, volle
tornare nella città natale. Nel viaggio di
ritorno fu costretto a fermarsi a Padova,
dove morì il 10-9-186584.
• Giuseppe Vita Coen, del fu Guglielmo,
ebreo di Reggio Emilia, dottorato in medicina e filosofia in Padova l’11-6-1771,
approvato e licenziato dal Magistrato
alla Sanità il 3-8-177485.
• Abraham Joel Conegliano, figlio di
Israele, di famiglia originaria di Ceneda.
Rabbino, laureato in filosofia e medicina a Padova il 29-3-1686, licenziato dal
Magistrato di Venezia il 20-3-172486. A
causa delle difficoltà economiche famigliari, le spese per i suoi studi fino al
raggiungimento della laurea furono sostenute dal medico israelita veneziano
Laudadio Romanin87. Nel 1743 è dichiarato di classe media, ma “ora incapace”
(malato e non più esercitante). Morì il
12-7-1745 quando aveva circa 85 anni
per “febbre e catarro”, come dichiarato
dal dottor Basilea suo medico curante88.
Un suo figlio, «levato con ferri dal ventre
della madre», era deceduto il 4-1-171289.
VERONA MEDICA
STORIA DELLA MEDICINA
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Un altro, Israel Vita, di mesi 22, «morì di
reuma in giorni 20 medicato da suo padre» l’11-12-171890; l’11-7-1721 mancò il
figlio Beniamin di anni 4 “di varole”, medicato dal medico veronese Scaravelli91.
Il 6-6-1727 morì il figlio Benedetto di anni
7 malato di reuma (arioma)92, mentre il
18-10-1730 il figlio Iseppo di anni 4 moriva a causa del vaiolo93. Ester, vedova
del dottor Joel, morì il 22-4-1754 a 78
anni“di febbre”, curata dal medico Basilea94.
Beniamino Conigliano, figlio di Moisè,
ebreo veronese di origini romane, ottenne il suo privilegio in medicina e filosofia
in Padova il 4-12-1766 e fu approvato il
3-3-177095. Morì quarantenne il 30-91785 di migliaria (febbre miliare) dopo
soli nove giorni di malattia, assistito dai
medici veronesi Gaspari e Fontana96.
Sua figlia Bona era deceduta il 5-4-1778
all’età di due anni, dopo 34 giorni di
“spasimo”, assistita dal medico Basilea97.
Moisè Donato Conigliano, medico,
padre di Beniamino, citato nell’anagrafe
contradale dell’8-11-177898.
Mario Cuzzeri, figlio di Emanuele, importante giureconsulto99, e di Anna
Coen, fu sposo dell’ebrea Marianna Padovani. Si laureò a Padova il 22-6-1791,
fu licenziato dal Magistrato alla Sanità
il 27-6-1793100. Morì a Verona il 25-111835 a 64 anni a causa di “idrocardia
cronica” assistito dal collega Giuseppe
Cervetto101, lo stesso che nell’elogio funebre del 26 novembre, prima della tumulazione nel cimitero israelitico di Verona, ne celebrò l’abilità professionale,
la vastità degli interessi culturali, nonché
la generosa filantropia. Mario Cuzzeri,
che aderì alla Loggia massonica veronese102, viene ricordato soprattutto per
essere stato tra i soci fondatori della Società Letteraria di Verona e per la grande
abnegazione dimostrata durante l’epidemia del 1814103.
Giacob (Ja‘qov) Ferrarese, figlio di
Avrham. Rabbino, chirurgo di classe
media, dottorato a Padova il 10-3-1735,
con licenza a medicare rilasciata il 237-1738104, anno in cui sposò Anna Levi
Mortara, che morì a 55 anni (21-3-1770)
«afflitta da tre mesi da mal di petto»,
curata dal medico Navarra105. Una loro
figlia, di giorni due, era deceduta il 19-111750106. Il dottor Giacob morì prima del
1784107.
Cervetto (o Cervo) Ferrarese, figlio di
Raffael Vita. Chirurgo, dottorato a Pado-
VERONA MEDICA
va il 18-3-1790 e licenziato dal Magistrato alla Sanità il 18-12-1793108. Nel 1839
risulta ancora vivente a Verona109.
• Mordekkai Ferrarese, figlio di Giacob,
medico e poeta attivo a Padova e a Verona, laureato nel 1714110.
• Raffael Vita Ferrarese, del fu Giacob.
Privilegio di chirurgia ottenuto a Padova
il 29-7-1765, approvato e licenziato il 2212-1766111 e deceduto a Verona l’11-51800 quando aveva 56 anni, dopo 22
giorni di “febbre maliziosa (maligna)”,
curato dal medico veronese Barbieri112.
Sposato con Graziosa Norsa, figlia del
fu Isach e della fu Dolce Basevi, deceduta a 85 anni di “consunzione” il 3-11823113. La figlia Dolce Anna, di anni 3, si
spense il 31-7-1772 dopo 9 giorni dall’a-
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ver contratto il vaiolo, assistita dal medico Navarra114, come il fratellino Moise, di
anni 2, morto dopo 8 giorni di “spasimo”
il 5-2-1775115; Legrezza (Allegrezza), di
12 mesi, morì di vaiolo il 24-9-1779 assistita dal medico Basilea116.
Latis, il cognome di questo medico è
indicato in una constatazione di morte
del 12-7-1703117.
Girolamo Leoni, medico certificato a
Verona dal 1864 al 1870118.
Benedetto Levi, figlio del medico Salomon. Chirurgo, dottorato a Padova il 144-1797, approvato e licenziato dal Regio
Tribunale Supremo di Sanità di Venezia
il 19-4-1799119.
Salomon Levi, rabbino e medico120,
padre di Benedetto, è citato nell’atto di
morte della figlia Zipora (da Sefora, che
fu moglie di Mosè) deceduta il 13-7-1704
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all’età di 12 mesi per febbre e flusso, e
come medico curante in atti di morte dal
1739 al 1741121.
Salomon (Shelomoh) Levi Mortera, figlio di Giuseppe (Josef), originario di Zamosch (Polonia), fu segretario della comunità di Verona122. Ottenne il dottorato
in medicina e filosofia a Padova il 202-1687 e fu abilitato il 13-3-1718123. Nel
1721 ricevette il titolo di rabbino. Pubblicò una Sheelà (domanda) u Teshuvà (e
risposta) intitolata De nudatione capitis
(Amsterdam 1731)124. Suo figlio Leon, di
anni 4, morì di reuma il 10-10-1713125. La
figlia Diamante, di anni 3, morì di “flusso
e febbre” l’8-10-1719 «medicata da suo
padre»126; il 1°-6-1734 si spense il figlio
Giuseppe, di anni 35, per «febbre maligna a petecchie» assistito dal medico
veronese Stefano Piccoli127. Suo fratello
Leon Levi, curato dallo stesso Salomon, morì a causa di febbre e catarro
il 17-7-1736, quando aveva 70 anni128.
Il dottor Salomon cessò di vivere a 86
anni, il 27-11-1742, dopo 40 ore di febbre
e catarro129. La sua vedova Anna morì il
17-11-1746 quando aveva circa 80 anni,
curata per febbre e catarro dal medico
Mandolin Navarra130.
Marco Ezechia Lombroso, in seguito
chiamato Cesare. Figlio di Aronne, un
ricco commerciante veronese la cui
famiglia, originaria di Lisbona, era emigrata a Venezia all’inizio del secolo XVII.
Lombroso nacque a Verona il 6-11-1835
e morì a Torino il 19-10-1909. Laureato
a Padova nel 1858, fu medico, antropologo, criminologo e giurista. È considerato pioniere e “padre” della moderna
criminologia. Bedarida lo definì «oltre
che uno dei più vivaci rappresentanti
del pensiero scientifico italiano, un eroe
dell’amore del prossimo»131.
David Loria, citato come dottore, ma
non v’è certezza della sua professione
medica. Morto a 88 anni di “vecchiezza”
il 3-1-1682132. Una famiglia Loria, mantovana, ebbe medici insigni, tra i quali un
David Vita, che fu a Padova durante la
peste. In seguito esercitò a Montagnana
e a Mantova133.
Abram Israel Marini, medico, citato in
un atto di morte dell’8-4-1732134.
Avraham Yitzhaq Marini, figlio di David, fu medico e rabbino della comunità
ashkenazita di Verona nel 1729, poi fu a
Mantova, dove morì nel 1736135.
Samuel (Shmuel) Mendola fu medico
del Duca di Mantova e rabbino; la sua
presenza in Verona fu protocollata nel
37
STORIA DELLA MEDICINA
1615136. Il cognome, in origine, era Meldola, e la sua famiglia proveniva dalla
Spagna137.
•Marco Isacco Navarra, figlio di Mordekhai Yitzhaq, originario di Verona e
dottorato in medicina e filosofia a Padova nel 1735, sposato con Rachel […]138.
• Marco Navarra figlio del medico-rabbino Menachem (o Mandolin) e di Esther
Basevi. Nato a Verona nel 1759, si addottorò a Padova in medicina e filosofia
il 28-5-1782 e ottenne la licenza dalla
magistratura veneziana il 18-2-1784.
Morì il 9-3-1817139.
•Menachem (o Mendel o Monache
o Mandolin) Navarra, figlio di Jitzhaq.
Nato a Verona, qui vi morì “di stravaso
nel capo” alle ore 11 del 24-1-1777 all’età di anni 75, assistito dal medico Basilea140. Personaggio di elevata dottrina
e profonda spiritualità, medico, poeta e
grammatico, pubblicò poesie in ebraico
e in lingua caldea; per 25 anni fu rabbino della comunità veronese141. Dottorato
in medicina e filosofia a Padova il 29-41740, non è chiaro perché nel 1743 sia
registrato come medico di “classe infima o terza”142. Ottenne la licenza per
esercitare l’8-6-1750 (ma già nel 1741
lavorava all’interno del Ghetto)143; nel
1754 venne affiancato dal collega Jacob
Ghershon Basilea. Citato come «eccellentissimo dottore medico fisico» nella
registrazione di un suo figlio morto alla
nascita il 15-5-1747144. La figlia Sara, di 9
mesi, morì di arioma il 27-7-1751145, così
il figlio Aron Vita, di mesi 10, deceduto
il 20-7-1759146; un altro maschio venne
abortito all’ottavo mese il 15-2-1762147.
• Jacob Navarro, del fu Abram, dottorato in filosofia e medicina, immatricolato il
12-7-1680148.
• Orefici, chirurgo citato nel 1797 negli
atti di morte del Ghetto149. Potrebbe
trattarsi di Simon, figlio del rabbino Marco, licenziato in chirurgia il 12-4-1776150.
Sua moglie Annetta Fedeli, di anni 49,
morì il 7-4-1820 di “nefralgia complicata
da isteria” curata dal medico Cuzzeri151.
Il chirurgo Simon morì il 14-3-1822 a 67
anni per suppurazione polmonare curato dal medico Cuzzeri152.
• Giuseppe Pincherli (-e), medico153.
• Raffael Pincherli (-e), rabbino e medico154. A Verona dal 1734 al 1753155.
• Giacob Levi Polacco, di Abram Michel, lo troviamo nell’elenco dei medici
licenziati dal pubblico magistrato e legittimati a medicare (anno 1750). Laureato
in Padova il 15-5-1710, nel 1743 risulta
38
fra i medici di “classe terza, ossia infima”156. Castaldini cita: «Jacob, figlio di
Abraham Michele Polacco, dottorato
a Padova il 15-3-1710, celebrato come
uno dei migliori medici operanti in Verona; dall’agosto 1750 esercitò a Venezia»157. Morì a Verona il 16-9-1770 di
“vecchiezza”, dopo solo tre giorni di malattia quando aveva 84 anni, assistito dal
medico Basilea158. Si tratta sicuramente
della stessa persona, anche se i dati
non concordano perfettamente. Sua
moglie, Rosa Gentili, morì il 27-1-1767
a 75 anni, dopo una malattia durata tre
mesi, assistita dal dottor Basilea159.
• Menachem III Emanuel Recanati,
nato a Siena nel 1796, morì a Verona
il 25-1-1864 a causa di un’“apoplessia
fulminante” certificata dal dottor Leoni
Girolamo160. Lo troviamo documentato nella città scaligera nel 1825161. Qui
venne ad abitare dopo che suo padre
Jacob Chayyim, un maestro elementare, matematico e poeta, era stato eletto
rabbino. Qui, Menachem (=«Consolatore») Emanuel praticò la professione di
medico e pubblicò: Grammatica ebraica in lingua latina (Verona 1842); Dizionario ebraico-caldaico ed italiano ad
uso delle scuole contenente tutte le frasi
della Bibbia (Verona 1854); Dizionario
italiano ed ebraico (Verona 1856)162.
• Giacomo Rimini, medico o chirurgo
citato nel 1836163.
• Abramo (Avraham) Saliti, così indicato
in una constatazione di morte del 12-81651164. Questo medico è citato come
Salitti nella registrazione di morte della
figlia Diamante di due anni, deceduta
per febbre il 29-5-1667165. Potrebbe
trattarsi di rabi Abram Israel Scialit (o
Shallit), ebreo ferrarese dottorato a Padova in filosofia e medicina il 29-1-1645,
vissuto a Verona e qui deceduto il 16-41681 a causa di una febbre non specificata quando aveva 68 anni166.
• Natale (Netanel?) Sternfeld, fu Abramo
e fu Resembaum Keller, marito di Maria
Luigia Cuzzeri. Di professione dentista,
morì a 46 anni di epatite il 26-4-1864 curato dal medico veronese Avesani167.
• Gabriel de Suna, medico, morto il 2911-1667 a 55 anni per una non specificata febbre168.
• Giuseppe Todeschi, medico169.
• Abram Israel Verlengo, dottorato in
filosofia e medicina a Padova il 10-61710, ottenne licenza a praticare il 13-31718170. Convertitosi alla fede cattolica, il
24-8-1718 fu battezzato nella chiesa di
Santa Anastasia con l’imposizione del
nome Cosmo Damiano Pindemonte. Il
cognome fu scelto in omaggio al padrino, appartenente a questa nobile famiglia veronese171.
• Isaac Verlengo, figlio di David. Filosofo
e medico, conseguì il dottorato il 15-61710 ed ebbe licenza dal Magistrato
dei Provveditori alla Sanità solo 14 anni
dopo, il 7-6-1724172. Suo padre morì il
4-10-1714 all’età di anni 56, colpito da
febbre durata 28 giorni, assistito dal medico Levi173. Non è nota la parentela con
Abram Israel Verlengo.
Abbreviazioni:
AACVr = Antico Archivio Comune Verona
AEP = Antichi Estimi Provvisori
ASVr = Archivio di Stato Verona
BCVr = Biblioteca Civica Verona
DBI = Dizionario Biografico degli Italiani
SC = Stato Civile
US = Ufficio Sanità
NOTE
1)
Si racconta che alcuni ebrei deportati a Roma
al tempo dei Flavi vennero trasferiti in Umbria e
impiegati come guardiani di porci. Poiché per
motivi religiosi non si sarebbero mai alimentati con le loro carni, si rivalsero divenendo col
tempo abilissimi norcini (macellai-manipolatori
e castratori di animali destinati all’ingrasso) e in
seguito bravi chirurghi, capaci di “trar la pietra
dalla vescica” (previa litotomia o litotrissia), di
ridurre e contenere le ernie mediante cinture
di cuoio e fasce (G. COSMACINI, Medicina
e mondo ebraico: dalla Bibbia al secolo dei
ghetti, Bari 2001, p. 197). Il 31-5-1745 un quarantenne del Ghetto di Verona, “morto per mal
d’apertura dopo 24 ore”, era stato visitato dal
“norzino” (ASVr, US, morti città, reg. 72, c. 28).
2)COSMACINI, Medicina e mondo…, pp. 3741, 170.
3) Le minacce di scomunica più volte reiterate da
parte dei Concili episcopali (1241, 1246, 1272,
1283) rimasero senza effetto e la popolazione,
papi e re in primis, continuarono a rivolgersi a
medici e chirurghi giudei (COSMACINI, Medicina e mondo…, pp. 118-119).
4) Questo sovrano, nel 1468 si affidò ad Abiatar
ben Crescas, un chirurgo oftalmoiatra giudeo,
che lo operò di cataratta a entrambi gli occhi
restituendogli la vista (COSMACINI, Medicina e
mondo…, p. 125).
5)COSMACINI, Medicina e mondo…, p. 150.
6)COSMACINI, Medicina e mondo…, pp.
159-161.
7) G. MARINI, Degli archiatri pontifici (volume primo), Roma 1784, pp. 414-418.
8) A Roma, nel giorno del capodanno ebraico del
1553, con il decreto De combustione Talmud,
il papa dispose la messa al rogo di tutti i libri in
ebraico.
9) Marrano: dallo spagnolo marrano «porco», probabilmente dall’arabo mahram «cosa proibita».
Termine spregiativo dato fino al XVIII secolo dagli spagnoli ai musulmani e agli ebrei convertiti
al cristianesimo; già presente in documenti veneziani prima della fine del XV secolo, cfr. anche
B. PULLAN, Gli Ebrei d’Europa e l’Inquisizione a
Venezia dal 1550 al 1670, Roma 1985, p. 270.
10) Castelo Branco, comune portoghese presso il
confine spagnolo. Forse fu questo il luogo natale di Amato Lusitano.
11)COSMACINI, Medicina e mondo…, p. 136.
12)COSMACINI, Medicina e mondo…, p. 157.
13) In Italia, tra la metà del XVII e i primi anni del XVIII
VERONA MEDICA
STORIA DELLA MEDICINA
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21)
secolo sussistevano 14 Collegi Medici ed erano
di due tipi: legati a un’istituzione universitaria
come quello patavino, con diritto esclusivo sul
conferimento dei dottorati, oppure ad alcune
città nel cui territorio esercitavano la propria
giurisdizione. In teoria, il dottorato concesso da
un’università avrebbe dovuto autorizzare all’esercizio della professione senza limiti territoriali,
ma di fatto i Collegi cittadini tendevano a pretendere un ulteriore esame da tenersi davanti
al Collegio stesso. Era prassi comune perfezionarsi sotto la guida di un collegiato per poter
avere maggiori opportunità di superare l’esame
o di entrare nel Collegio, a patto che fossero
adempiuti gli obbligatori requisiti sociali (cfr. I.
DAL PRETE, Scienza e Società nel Settecento Veneto: il caso veronese 1680-1796, Milano
2008, pp. 26-27). Secondo alcuni manoscritti
dove sono registrati «tutti li Studi Generali del
mondo» trascritti da Antonio Dall’Oglio, bidello
del Collegio dei Medici Fisici di Venezia, i «Gymnasia quorum privilegia probari debent, sunt
hec: In Italia = Patavia, Venetie, Bononie, Pisa,
Sene, Ticinum, Augusta Taurinorum, Roma,
Neapolis, Salernum, Ferraria, Parma, Macerata, Firmum, Perusia, Mutine. In Sicilia: Messena,
Cattanea» (ASVr, US, reg. 266 bis, cc. n. n.). Sul
Collegio Medico veronese nel XVI secolo rimando a: A. PASTORE, L’onore della corporazione:
il Collegio Medico di Verona fra il tardo Quattrocento e gli inizi del Seicento, in “Studi di storia
per Luigi Ambrosoli”, Verona 1993.
È la prima delle bolle papali, insieme alla Hebraeorum gens del 1569 (Pio V [Antonio Michele
Ghisleri, pontif. 1566-1572]) e alla Caeca et
obdurata del 1593 (Clemente VIII [Ippolito Aldobrandini, pontif. 1592-1605]), qualificata dallo
storico Attilio Milano come “bolla infame” (A. MILANO, Storia degli ebrei in Italia, Torino, 1995,
pp. 244-262).
Dopo il IV Concilio Lateranense (1215), contro
i medici ebrei era stata concepita l’accusa di
esercitare una professione, come la medicina,
atavicamente sedimentata in una straordinaria
capacità curativa, volta però non a tutela, ma a
detrimento dei Cristiani (COSMACINI, Medicina
e mondo…, p. 92).
Judei de Urbe. Roma e i suoi ebrei: una storia
secolare, Atti del convegno, Archivio di Stato di
Roma, 7-8 novembre 2005 (a cura di M. CAFFIERO e A. ESPOSITO), Roma 2011, p. 3.
Incredibilmente, negli anni venti dell’Ottocento
persino un anonimo parroco, spinto dall’odio
verso questa razza, denunciava che gli Israeliti,
oltre che abitare ovunque in mezzo ai Cristiani
e in prossimità delle chiese, esercitavano ormai
qualsiasi professione, fra cui quella di medico,
chirurgo, sarto, ecc. (M. CAFFIERO, Spazi urbani e scene rituali dell’ebraismo romano in età
moderna, in Judei de Urbe…, p. 10).
Nel 1581 pure Gregorio XIII (Ugo Boncompagni,
pontif. 1572-1585), pubblicando la durissima
lettera Innovationis constitutionum Pauli Quarti
et Pii Quinti contra Medicos Hebreos, riaffermava il divieto assoluto per i Cristiani di avvalersi
delle terapie di curanti ebrei minacciando pene
severe a medici e pazienti. Tale proibizione non
rappresentava certo una novità in quanto risaliva al IV Concilio Lateranense. Nondimeno ebbe
una notevole conseguenza sulla vita delle collettività ebraiche italiane, che furono sottoposte
a ispezioni sempre più pressanti, e i medici ne
furono innegabilmente le vittime (cfr. Judei de
Urbe…, pp. 148-149).
A. CASTALDINI, La segregazione apparente:
gli Ebrei a Verona nell’età del Ghetto (secoli
XVI-XVIII), Firenze 2008, pp. 152, 158. Padova,
dopo Venezia, fu un rilevante centro ebraico,
non solo per il nucleo più cospicuo di ebrei, ma
perché era sede di importanti accademie ebraiche. La sua Università degli Studi attirava da
tutta Europa studenti israelitici, che vi frequentavano i corsi di medicina.
Nessun ebreo veronese sembra si sia addottorato in medicina a Padova nel Cinquecento (cfr.
Ebrei laureati in medicina all’Università di Padova tra il 1520 ed il 1605, in Scritti in memoria di
Nathan Cassuto, Gerusalemme 1986, pp. 6291 [in ebraico]).
P. C. IOLY ZORATTINI, Gli ebrei nel Veneto
durante il Settecento, in “Storia della cultura
veneta” (a cura di G. ARNALDI e M. PASTORI
STOCCHI), vol. V, t. II, Vicenza 1980, p. 473, in
CASTALDINI, La segregazione…, p. 155; dati
VERONA MEDICA
discordanti in: COSMACINI, Medicina e mondo…, p. 225.
22) Questo distintivo già lo aveva “inventato” il califfo
Omar nel 640, imponendolo agli infedeli come
marchio infamante, mentre il IV Concilio Lateranense (decreto 68) lo approvò nel 1215 per
evitare promiscuità tra ragazzi ebrei e ragazze
cristiane. Ma passò quasi un secolo prima che
tale provvedimento trovasse attuazione. La
Repubblica veneta lo adottò nel 1394. Con la
ducale del 18-12-1422 veniva imposta agli ebrei
veronesi «una “O” maiuscola da portare sopra
la veste e ben visibile […] formata da una cordicella gialla larga un dito e della grandezza di un
pane del valore di 4 denari. Tale segno fu usato per circa 40 anni e fu poi sostituito con una
stella. […] In seguito s’introdusse l’obbligo per
gli uomini di indossare un berretto rosso e poi
giallo, e per le donne di coprire il capo con un
velo giallo che scendesse fin sulle spalle: era lo
stesso abbigliamento delle prostitute che poi fu
mutato in colore rosso» (cfr. B. PEREZZANI, Gli
ebrei di Verona e le istituzioni cittadine: dalla costituzione del Ghetto alla caduta della Repubblica di Venezia, tesi di laurea, Università degli
Studi di Padova, facoltà di Lettere e Filosofia,
anno accademico 1996-97, relatrice dott.ssa
Ambrosini Federica, p. 11). La disposizione di
cucire sui vestiti una rotella gialla o rossa significò ben presto inferiorità e infamia. Bernardino
da Siena, che aveva predicato nel Veneto nel
1422-1423, “meravigliato” perché né a Padova,
né a Vicenza, né a Verona gli ebrei portavano
il contrassegno in quanto dispensati dal papa,
consigliò i cittadini di intervenire a rettificare tale
situazione (cfr. Lo status degli ebrei nella Terraferma veneta del Quattrocento: tra politica,
religione, cultura ed economia, saggio introduttivo di REINHOLD C. MUELLER, in “Ebrei
nella Terraferma veneta del Quattrocento”, Atti
del Convegno di studi, Verona, 14 novembre
2003, a cura di Gian Maria Varanini e Reinhold
C. Mueller, pp. 19, 22).
23)COSMACINI, Medicina e mondo…, p. 151.
24) A Venezia, l’antisemitismo iniziò a crescere
nel XVI secolo, così il doge decise di relegare
gli ebrei in un quartiere circondato da quattro canali raggiungibile solamente attraverso
i ponti, i cui ingressi di notte venivano sigillati
dall’esterno. Il Ghetto (anche Geto) Ebraico
più antico del mondo fu istituito a Venezia
nel sestiere di Cannaregio, dove erano attive
molte fonderie di bombarde. Proprio dal veneziano getàr, che significa «fondere», sembra derivare il termine ghetto.
25)ASVr, AACVr, b. 23, n. 209.
26) La denominazione “Sotto i tetti” (vicus soprascriptus sotto i tetti) è ripresa anche da CASTALDINI (La segregazione…, pp. 11-12 e nota
39), dove cita lo storico settecentesco veronese
Giambattista Biancolini il quale, riportando una
fonte anonima del ’600, dice che la via in questione era detta anche “strada dei letti” «per il
fatto che forse vi alloggiavano durante la notte
persone di povera condizione». “Sotto i letti”
anche in ASVr, AACVr, b. 209, proc. 2104, c. n.
n.; ibidem, proc. 2119, anno 1598, 13 febbraio,
c. n. n., e anno 1607 e segg.
27) Su ognuno degli ingressi del Ghetto venne collocata un’iscrizione. Distrutte con l’arrivo delle
truppe francesi, non ne sarebbe rimasta traccia
se l’inglese Thomas Coryat, in visita a Verona
tra il 1608 e il 1609, non ne avesse trascritto il
contenuto (CASTALDINI, La segregazione…, p.
19 e note 61 e 62).
28) Sul salario ai custodi rimando a: CASTALDINI,
La segregazione…, pp. 86, 88.
29) In un primo tempo, ai custodi fu assegnato un
locale all’interno della “clausura” (prevista dal XIII
Capitolo), ma nel 1606, temendo la loro conversione all’ebraismo, la stanza destinata al loro
ricovero notturno fu ricavata all’esterno.
30) Potrebbe trattarsi della campanella posta nell’atrio interno del Ghetto, da suonarsi all’apertura
e alla chiusura delle porte e in caso di necessità
come segnale d’allarme (cfr. PEREZZANI, Gli
ebrei di Verona…, p. 72).
31)ASVr, AACVr, b. 209, proc. 2119, 28 dicembre
1516, c. n. n.
32)ASVr, AACVr, b. 209, proc. 2119, c. n. n.
33) Il Collegio dei Medici di Verona vanta origini antiche. Fu stabilito sopra i Privilegi degli Scaligeri,
oltre a quelli concessi dagli Statuti di Alberto e
Mastino nell’anno 1329 e 1331, e anche ante-
cedenti ad essi (Storia del Collegio de’ Medici
in Verona, in BCVr, ms. 1727, in DAL PRETE,
Scienza e Società…, p. 26 e nota 4).
34)ASVr, US, reg. 266 bis, c. n. n., copia ms.
35) Una lista delle famiglie ebraiche e delle loro
occupazioni redatta il 26-12-1777 ci comunica
che i medici erano 4 e 2 i chirurghi (F. VECCHIATO, «Del quieto et pacifico vivere» turbato: aspetti della società veronese durante la
dominazione veneziana tra ’500 e ’700, in “Verona e il suo territorio”, vol. V, tomo 1, Verona
1995, p. 633, nota 3).
36)Cfr. US, morti città, registri vari. Sull’argomento
rimando a S. DELLA PERGOLA, Osservazioni
sulla longevità degli ebrei in Italia, “La Rassegna
Mensile di Israel”, terza serie, vol. 36, no. 7/9,
scritti in memoria di Attilio Milano (luglio-settembre 1970), pp. 165-181.
37)COSMACINI, Medicina e mondo…, p. 101.
38) G. CERVETTO, Cenni per una storia dei medici
veronesi e del loro antico collegio: discorso accademico, Verona 1834, p. 12.
39) Cfr. N. PAVONCELLO, Il tempio israelitico, ed. di
Vita Veronese, Verona 1957, p. 40.
40) DBI, volume 61, 2004; COSMACINI, Medicina e
mondo…, p. 150.
41) G. M. VARANINI, Società cristiana e minoranza
ebraica a Verona nella seconda metà del Quattrocento: tra ideologia osservante e vita quotidiana, estratto da “Reti Medievali - Rivista” VI,
2005/1 (gennaio-giugno), http://dssg.unifi.it/...
RM/rivista/atti/ebrei/Varanini.htm. Ebrei nella
Terraferma veneta del Quattrocento: atti del
Convegno di studi (Verona, 14 novembre 2003),
a cura di G. M. VARANINI e R. C. MULLER, p.
14 e note 78 e 81 (consultato il 12 giugno 2014).
42)Cfr. Minutes Book of the Jewish Community
of Verona, a cura di Y. Boksenboim, vol. 1, Tel
Aviv University, Tel Aviv 1989, pp. 313-314, in S.
RONCOLATO, La comunità ebraica di Verona
nel XVI secolo (1539-1600), Università degli
Studi di Verona, Dipartimento di Arte, Archeologia, Storia e Società (Dottorato di Ricerca in
Scienze Storiche e Antropologiche, Ciclo XXIII,
Tesi di Dottorato, coordinatore prof. Gian Maria
Varanini), Verona 2011, p. 144, nota 903 (per
gentile concessione dell’autrice).
43) N. PAVONCELLO, Gli ebrei in Verona dalle origini al secolo XX, ed. di Vita Veronese, Verona
1960, p. 54-55. Asson nel 1838 entrò nell’ospedale veneziano come assistente medicochirurgo con l’obiettivo di dedicarsi alla ricerca
scientifica in anatomia e medicina operatoria sul
cadavere. Pubblicò due saggi di investigazioni
anatomiche sull’encefalo e sulle sue dipendenze (1836 e 1839). Nel settore delle lesioni arteriose a carattere cronico, nel 1839 e nel 1841,
diede alle stampe interessanti contributi sull’arteriasi cronica, sugli aneurismi e sulle lesioni
coronariche in un caso di angina di petto, nel
quale fu messo in evidenza un reperto di ossificazione dell’arteria coronarica sinistra. Del 1847
è il trattato intorno a esperienze e osservazioni
sull’etere solforico. Di maggior rilievo appaiono
le Annotazioni anatomico-patologiche, e pratiche intorno le chirurgiche malattie (Venezia
1842-45). L’opera, in quattro volumi, è limitata
alle affezioni chirurgiche della cute, del sistema
vascolare e nervoso, degli organi di senso e
dell’apparato locomotore. Nel campo casistico
ha recato contributi in un caso di suicidio tentato
per varie ferite (Venezia 1834), sul colera (Milano e Padova 1836), sull’adenolinfite della mammella (1846), sulla frattura del collo del femore
(1855), sull’ernia dell’intestino cieco (1859), sulla
framboesia (1861), sull’elefantiasi (1862), ecc.
Inoltre, si occupò di malattie urologiche (1857,
1861, 1862), tumori (1840, 1863), pioemia (1867
e 1868), traumi ossei (1869, 1871), differenze
delle malattie trattate nel riparto chirurgico femminile da quelle curate nel maschile (1868) e di
statistica nella chirurgia (DBI, volume 4, 1962).
44)ASVr, Deputazione Provinciale, AEP, Stati d’anime, n. 146. In quell’anno nel Ghetto sono documentati 416 maschi e 431 femmine.
45)CERVETTO, Cenni per una storia…, p. 30,
nota 6.
46) Grassino, forma corrotta dell’ebraico Ghershom, che significa “pellegrino” e come tale tradotto dagli ebrei italiani, mentre presso gli ebrei
di origine tedesca si trasformò in Cressone,
Crassone, Grassino: quest’ultimo assai diffuso
dal XVI secolo in poi.
47)ASVr, US, regg. 266 e 266 bis, anno 1750, c. 71.
39
STORIA DELLA MEDICINA
48)ASVr, US, morti città, reg. 70, c. 134 e reg. 74,
c. 13. I Basilea (Basile, Bassila, Basla o Basola)
provenivano da Basel (= Basilea, Svizzera), in A.
MODENA - E. MORPURGO, Medici e chirurghi
ebrei dottorati e licenziati nell’università di Padova dal 1617 al 1816, a cura di A. LUZZATO - L.
MÜNSTER - V. COLORNI, Bologna 1967, pp.
87-88 (la data di laurea è 21-8-1735).
49)ASVr, US, morti città, reg. 74, c. 60.
50)ASVr, US, morti città, reg. 75, c. 214.
51)ASVr, US, morti città, reg. 77, c. 214.
52)ASVr, US, morti città, reg. 80, c. 101. Sul medico Targa si veda F. SCARCELLA, Leonardo
Targa, medico letterato veronese (1729-1815),
Verona 1963.
53)ASVr, SC, morti città, reg. 108, c. 82.
54) V. S. GONDOLA, Cenni sul protorisorgimento
a Verona, in “Bollettino della Società Letteraria
per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, 18612011”, Verona 2013, p. 87, nota 6.
55)ASVr, US, reg. 266 bis, 7 agosto 1777; cfr. CASTALDINI, La segregazione…, p. 156. Scrive
CERVETTO (Cenni per una storia..., p. 30, nota
6): «Questo mio congiunto, figlio del reputato medico Pellegrino e fratello di Girolamo,
esperto chirurgo, fu protomedico della Città
fino alla morte successa nel 1818. Scrisse sul
vajuolo».
56)CERVETTO, Cenni per una storia…, p. 30,
nota 6.
57)ASVr, SC, reg. alfab. 117.
58)ASVr, US, reg. 267, anno 1790.
59)ASVr, US, morti città, reg. 70, cc. 16 e 123.
60) Cinque discorsi di Jacob Vita Pardo, alunno dell’Istituto Rabbinico di Padova, Padova
1839, p. 94.
61) MODENA - MORPURGO, Medici e chirurghi…,
p. 87.
62) MODENA - MORPURGO, Medici e chirurghi…,
p. 82, n. 214.
63)ASVr, US, reg. 267.
64)ASVr, SC, reg. 130, anno 1839.
65) Cinque discorsi…, p. 94.
66)ASVr, US, reg. 267.
67)ASVr, US, morti città, reg. 51, c. 125.
68) In Spagna la conversione coatta (1291-1392)
determinò nella comunità ebraica un inevitabile
progressivo indebolimento culturale e religioso,
anche se ebrei rimasti tali e conversos coabitarono pacificamente per un secolo. In Portogallo,
il battesimo di massa decretato da re Manuel
I nel 1497 coinvolse tutta la comunità e l’intero
gruppo ebraico, tranne coloro che scelsero l’esilio, passò “forzatamente” al Cristianesimo (cfr.
CASTALDINI, La segregazione…, p. 134).
69)CASTALDINI, La segregazione…, p. 140.
70) N. PAVONCELLO, Due medici ebrei vissuti a
Verona nel XVII secolo, in “Vita Veronese”, anno
XVI, aprile 1963, pp. 144-146.
71)ASVr, US, morti città, reg. 59, c. 15. Il reperimento dell’atto di morte ci fornisce la data esatta del decesso permettendoci di correggere
quelle proposte dalla precedente storiografia;
i più sostennero che avvenne nel 1680. Pavoncello (Due medici…, p. 144) dà per certo il
27-10-1683; cfr. anche PEREZZANI, Gli ebrei di
Verona…, pp. 93-95.
72)ASVr, US, morti città, reg. 55, c. 91.
73)ASVr, US, morti città, reg. 53, c. 7 e reg. 57, c. 12.
74)ASVr, US, morti città, reg. 58, cc. 296, 311, ecc.
75) D. BARBOSA MACHADO, Bibliotheca Lusitana, Historia, Critica e Chronologica, na qual
se comprehende a noticia dos autores portuguezes, e das obras que compozeram desde o
tempo da promulgação da Leida Graça, até o
tempo presente, Lisbona 1741 e 1758, I, 767, in:
PAVONCELLO, Due medici…, p. 146, nota 14, e
CASTALDINI, La segregazione…, pp. 195-196.
76) P. C. IOLY ZORATTINI, Pedro alias Ezechiel de
Castro a Verona e a Mantova, in “La Rassegna Mensile di Israel” (a cura di A. Piattelli e M.
Silvera), terza serie, vol. 67, n. 1/2, in “Minchat
Yehudà: Saggi sull’Ebraismo Italiano in memoria di Yehudà Nello Pavoncello” (gennaio-agosto 2001), pp. 193-202.
77)ASVr, AACVr, b. 23, n. 560, da c. 1 a c. 8. Per gli
atti completi: Archivio di Stato di Venezia, Provveditori alla Sanità, vol. 277, da c. 83 a c. 89.
78) Cfr. ZORATTINI, Pedro alias…, pp. 193-202; p.
197, nota 27.
79) F. S. MAFFEI, Verona Illustrata, Verona 1732,
parte II, p. 239.
80)ZORATTINI, Pedro alias…, p. 193, 194.
81)ZORATTINI, Pedro alias…, pp. 197-198; MO-
40
DENA - MORPURGO, Medici e chirurghi…, pp.
19-21.
82) In ASVr, SS. Jacopo e Lazzaro della Tomba,
reg. 1145, 29 luglio 1657, c. 93; 11 maggio
1658, c. 101; maggio – agosto 1659, cc. 109112 risulta un pagamento in suo favore per prestazioni effettuate nel 1656 e anni seguenti.
83)ZORATTINI, Pedro alias…, p. 201 e nota 52.
In Dictionnaire des sciences médicales: Biographie médicale, tome troisième (a cura di A.
J. L. Jourdan, Parigi 1831, p. 183) si riporta:
«mort le 14 septembre 1663 a Venise». Per
PAVONCELLO, Due medici…, p. 146: «non
v’è dubbio che le sue spoglie mortali […] siano state sepolte […] nel cimitero di Campo
Fiore (VR)».
84) Cfr. PAVONCELLO, Gli ebrei in Verona…, p. 55;
DBI, volume 24 (1980).
85)ASVr, US, reg. 266 bis, c. n. n., 8 marzo 1775;
MODENA - MORPURGO, Medici e chirurghi…,
p. 101, n. 286.
86)ASVr, US, reg. 266 bis e reg. 165 e ASVr, Collegio dei Medici, m. 14, c. 5r.
87) G. TOMASI - S. TOMASI, Ebrei nel Veneto
orientale: Conegliano, Ceneda e insediamenti
minori, Firenze 2012, p. 99; MODENA - MORPURGO, Medici e chirurghi…, pp. 43-44, n.
102, dove alcuni dati, però, non combaciano.
88)ASVr, US, regg. 266, 266 bis, 269; ASVr, US,
morti città, reg. 72, c. 35; CASTALDINI, La segregazione…, p. 111.
89)ASVr, US, morti città, reg. 64, c. 2.
90)ASVr, US, morti città, reg. 65, c. 58.
91)ASVr, US, morti città, reg. 65, c. 98.
92)ASVr, US, morti città, reg. 67, c. 144.
93)ASVr, US, morti città, reg. 68, c. 110.
94)ASVr, US, morti città, reg. 75, c, 81.
95)ASVr, US, reg. 266 bis, c. n.n.
96)ASVr, US, morti città, reg. 81, c. 39.
97)ASVr, US, morti città, reg. 79, c. 198.
98)ASVr, Deputazione Provinciale, AEP, Stati d’anime, n. 145.
99)PAVONCELLO, Gli ebrei in Verona…, p. 55.
100)ASVr, US, reg.267 alla data 3-7-1793. Di lui sono
rimaste alcune relazioni autoptiche autografe
(cfr. G. FERRARI DE SALVO, Autopsie e constatazioni di morte nella Verona di fine Settecento,
parte seconda, in “Verona Medica” n. 5, dicembre 2011, pp. 25-32).
101)ASVr, SC, morti città, reg. alfab. 126.
102)GONDOLA, Cenni sul protorisorgimento …, p.
90.
103) G. CERVETTO, Discorso funebre in morte del
dottor Mario Cuzzeri, medico veronese, Verona
1836. Di questo medico sono rimaste alcune
relazioni autoptiche autografe, v. nota 100; cfr.
anche MODENA - MORPURGO, Medici e chirurghi…, p. 106, n. 301.
104)ASVr, US, reg. 266 bis.
105)ASVr, US, morti città, reg. 78, c, 68.
106)ASVr, US, morti città, reg. 74, c, 53.
107) S. SALAH, La République des lettres: rabbins,
écrivains et médicins juifs en Italie au XVIII
siècle, Leiden/Boston 2007, p. 249, n. 379.
108)ASVr, US, reg. 267.
109)ASVr, SC, morti città, reg. 130.
110)SALAH, La République des lettres…, p. 239,
n. 376.
111)ASVr, US, reg. 266 bis, anno 1768. Cfr. MODENA - MORPURGO, Medici e chirurghi…, p. 98,
n. 273, dove i dati, però, non combaciano.
112)ASVr, US, morti città, reg. 89, c. 184.
113)ASVr, SC, morti città, reg. alfab. 113.
114)ASVr, US, morti città, reg. 78, c. 191.
115)ASVr, US, morti città, reg. 79, c. 54.
116)ASVr, US, morti città, reg. 79, c. 275.
117)ASVr, US, morti città, reg. 62, cc. 31 e 35.
118)ASVr, SC, reg. 161)
119)ASVr, US, reg. 267; MODENA - MORPURGO,
Medici e chirurghi…, p. 114, n. 322.
120) M. MORTARA, Indice alfabetico dei rabbini e
scrittori israeliti di cose giudaiche in Italia.., Padova 1886, p. 34.
121)ASVr, US, morti città, reg. 62, c. 38 e reg. 70.
122)SALAH, La République des lettres…, p. 366,
n. 566.
123)ASVr, US, reg. 269.
124) MODENA - MORPURGO, Medici e chirurghi…, p. 45.
125)ASVr, US, morti città, reg. 64, c. 50.
126)ASVr, US, morti città, reg. 69, c. 29.
127)ASVr, US, morti città, reg. 65, c. 110.
128)ASVr, US, morti città, reg. 69, c. 183.
129)ASVr, US, morti città, reg. 70, c. 314.
130)ASVr, US, morti città, reg. 72, c. 60.
131) G. BEDARIDA, Gli ebrei in Italia, Livorno 1948,
p. 186, in PAVONCELLO, Gli ebrei in Verona…,
p. 58.
132)ASVr, US, morti città, reg. 58, c. 327.
133) MODENA - MORPURGO, Medici e chirurghi…,
p. 6, n. 13.
134)ASVr, US, morti città, reg. 68, c. 198.
135)SALAH, La République des lettres…, p. 398, n.
615.
136)PAVONCELLO, Gli ebrei in Verona…, p. 34.
137)PAVONCELLO, Il tempio…, p. 53.
138)SALAH, La République des lettres…, p. 76.
139)ASVr, US, reg. 266 bis, c. n. n., anno 1785. La
data di morte in: MODENA - MORPURGO, Medici e chirurghi…, p. 103, n. 294, non trova riscontro nei registri dell’ASVr. I Navarra (Navara o
Navarro) appartenevano a una famiglia marrana
profuga dalla Spagna (ibidem, p. 37, n. 92).
140)ASVr, US, morti città, reg. 79, c. 137; cfr. CASTALDINI, La segregazione..., pp. 113, 118;
MODENA - MORPURGO, Medici e chirurghi…,
pp. 88, 89, n. 241; C. ROTH, Rabbi Menahem
Navarra: His Life and Times, 1717-1777, Londra
1925, dove alcune date differiscono.
141) Sulle sue opere rimando a PAVONCELLO, Il
tempio…, pp. 57-61.
142)ASVr, US, reg. 266 bis, cc. 30 e 72r.
143)ASVr, US, morti città, reg. 70, c. 189.
144) ASVr, US, morti città, reg. 73, c. 25.
145)ASVr, US, morti città, reg. 74, c, 96.
146)ASVr, US, morti città, reg. 76, c. 155.
147)ASVr, US, morti città, reg. 76, c. 322.
148) MODENA - MORPURGO, Medici e chirurghi…,
p. 37, n. 92.
149)ASVr, US, morti città, reg. 88, c. n. n.
150) MODENA - MORPURGO, Medici e chirurghi…,
p. 103, n. 291.
151)ASVr, SC, morti città, reg. alfab. 110.
152)ASVr, SC, morti città, reg. alfab. 112.
153) Cinque discorsi…, p. 95.
154) Cinque discorsi…, p. 95.
155)SALAH, La République des lettres…, p. 524, n.
797.
156)ASVr, US, reg. 266 e 266 bis, c. 73.
157) Cfr. CASTALDINI, La segregazione…, p. 156;
MODENA - MORPURGO, Medici e chirurghi…,
pp. 71-72, n. 177.
158)ASVr, US, morti città, reg. 78, c. 89.
159)ASVr, US, morti città, reg. 77, c, 223.
160)ASVr, US, morti città, reg. 155, c. n. n.
161)ASVr, SC, morti città, reg. alfab. 115, 9 settembre 1825.
162) In www.Jewish Encyclopedia.com, consultata il
7-7-2014; Cinque discorsi…, p. 94.
163)ASVr, SC, morti città, reg. alfab. 127.
164)ASVr, US, morti città, reg. 51, c. 51. Cfr. PAVONCELLO, Il tempio…, p. 55, dove è indicato come
insegnante.
165)ASVr, US, morti città, reg. 54, c. 36.
166) MODENA - MORPURGO, Medici e chirurghi…,
p. 19, n. 45; ASVr, US, morti città, reg. 58, c.
273.
167)ASVr, US, morti città, reg. 155, c. n. n.
168)ASVr, US, morti città, reg. 54, c. 50.
169) Cinque discorsi…, p. 95.
170)ASVr, Atti dei Rettori Veneti, b. 14. Diversamente
in ASVr, US, reg. 269: il privilegio in filosofia e
medicina fu rilasciato dallo Studio di Padova il
18-6-1710 e la registrazione presso la Cancelleria di Verona avvenne l’11-3-1718.
171)ASVr, US, reg. 266 bis.
172)ASVr, US, reg. 269; MODENA - MORPURGO,
Medici e chirurghi…, p. 72, n. 179.
173)ASVr, US, morti città, reg. 64, c. 51.
*Ringrazio la dott.ssa Stefania Roncolato e il linguista Giovanni Rapelli per avermi fornito materiale informativo e per i loro preziosi suggerimenti.
W
VERONA MEDICA
FNOMCeO
Medici competenti:
quadro normativo e sanzionatorio
Quadro normativo attuale e sanzionatorio in ordine allo svolgimento delle funzioni di medico competente:
1) L’art. 38, primo comma, del D.Lgs.
81/08 e s.m.i. prevede che per
svolgere le funzioni di medico competente è necessario possedere
uno dei seguenti titoli: a) specializzazione in medicina del lavoro o in
medicina preventiva dei lavoratori e
psicotecnica; b) docenza in medicina del lavoro o in medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica o in
tossicologia industriale o in igiene
industriale o in fisiologia e igiene del
lavoro o in clinica del lavoro; c) autorizzazione di cui all’articolo 55 del
decreto legislativo 15 agosto 1991,
n. 277; d) specializzazione in igiene
e medicina preventiva o in medicina legale; d-bis) con esclusivo riferimento al ruolo dei sanitari delle
Forze Armate, compresa l’Arma
dei carabinieri, della Polizia di Stato
e della Guardia di Finanza, svolgimento di attività di medico nel settore del lavoro per almeno quattro
anni.
2) Il comma 3 del medesimo art. 38
identifica precisi “requisiti” per l’esercizio del titolo e dispone che
“per lo svolgimento delle funzioni
di medico competente è altresì necessario partecipare al programma
di educazione continua in medicina
ai sensi del decreto legislativo 19
giugno 1999, n. 229, e successive modificazioni e integrazioni, a
partire dal programma triennale
successivo all’entrata in vigore del
presente decreto legislativo (triennio
2011-2013). I crediti previsti dal programma triennale dovranno essere
conseguiti nella misura non inferiore
al 70 per cento del totale nella disciplina “medicina del lavoro e sicurezza degli ambienti di lavoro”.
3) I medici che non abbiano conseguito i relativi crediti ECM non posseggono i requisiti per poter svolgere
VERONA MEDICA
le funzioni di medico competente,
salvo ovviamente le relative disposizioni in materia di esoneri e esenzioni previsti dalla determina della
CNFC del 17 luglio 2013. È stato
lasciato tempo a tutto il 2014 per il
conseguimento di eventuali crediti
ECM mancanti. Pertanto i medici
che non abbiano assolto al percorso formativo previsto dalla legge
non potranno continuare ad essere inseriti nell’elenco nazionale dei
medici competenti istituito presso
il Ministero della Salute – Direzione
generale della prevenzione sanitaria.
4) Tutti gli atti successivi alla data del
1° gennaio 2015 posti in essere da
medici competenti che non abbiano il richiesto requisito formativo di
cui all’art. 38, comma 3, sono illegittimi.
5) Il datore di lavoro che si avvalga di
un medico competente senza titolo
è punito ai sensi dell’art. 55, comma
5, lett. e), del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
con ammenda da 2.192 a 4.384
euro.
6) ll medico che produca autocertificazione falsa di aver conseguito
i crediti incorre ai sensi del DPR
445/2000 in sanzioni penali e decadenza dai benefici (artt. 76 e
75). In particolare l’art. 76 del DPR
445/2000 prevede che “Chiunque rilascia dichiarazioni mendaci,
forma atti falsi o ne fa uso nei casi
previsti dal presente testo unico è
punito ai sensi del codice penale e
delle leggi speciali in materia”.
7) Interdizione dai pubblici uffici o dalla professione e arte. Il comma 4
dell’art. 76 del DPR 445/2000 sopra richiamato prevede una sanzione accessoria a quelle previste dal
codice penale, nell’ipotesi in cui i reati indicati nei commi 1, 2 e 3 siano
commessi per ottenere la nomina
ad un pubblico ufficio o l’autorizzazione all’esercizio di una professio-
ne o arte. Il giudice penale, infatti,
in questa fattispecie, in presenza di
gravi violazioni alle norme sulla falsità in atti può applicare l’interdizione
dai pubblici uffici o dalla professione e arte.
8) Uno dei reati nei quali può incorrere il medico, come dispone il
codice penale, è quello di “Falsa
attestazione o dichiarazione a un
pubblico ufficiale sulla identità o su
qualità personali proprie o di altri”.
Detto reato è disciplinato dall’articolo 495 del codice penale, a mente
del quale è commesso da chiunque dichiara o attesta falsamente al
pubblico ufficiale l’identità, lo stato
o altre qualità della propria o dell’altrui persona che viene punito con
la reclusione da uno a sei anni. Ciò
detto, ferme restando le sanzioni
penali di cui all’articolo 76, qualora
dal controllo di cui all’articolo 71 del
DPR 445/2000 emerga la non veridicità del contenuto della dichiarazione, il dichiarante decade dai benefici eventualmente conseguenti al
provvedimento emanato sulla base
della dichiarazione non veritiera.
L’amministrazione pubblica procedente accertata la falsità delle dichiarazioni comunica al richiedente
la decadenza dai benefici e provvede di conseguenza procedendo
alle denuncie per i reati previsti dalla
legge. La decadenza non è subordinata alla ricezione della comunicazione ma è una conseguenza
automaticamente disposta dalla
legge, che opera immediatamente
in conseguenza dell’accertamento
della falsità della dichiarazione.
9) Il medico che riscontri discrepanza
tra i dati attestati di crediti ECM in
suo possesso e la rendicontazione
presente nell’anagrafica Cogeaps
può inviare la documentazione
per la registrazione così come per
eventuali esoneri ed esenzioni al
www.cogeaps.it.
41
FNOMCeO
10)Ai medici competenti liberi professionisti sono riconosciuti crediti
ECM per autoformazione:- Attività
di studio di riviste scientifiche- Lettura capitoli di libri e di monografie
entro il limite massimo del 10%
dell’obbligo formativo individuale
triennale (massimo di 15 crediti nel triennio). Esempi:- obbligo
triennale individuale di 150 crediti:
massimo 15- obbligo triennale individuale di 105 per riduzioni triennio precedente: massimo 10,5. Il
libero Professionista comunica tramite autocertificazione l’attività di
autoformazione,indicandone le ore,
al Presidente del proprio Ordine
che rilascia un attestato e provvede
Elenco
medici competenti
Il Ministero della Salute ha istituito presso
la Direzione Generale della Prevenzione
Sanitaria l’Elenco Nazionale dei Medici
Competenti, affidandone la tenuta all’Ufficio II della stessa Direzione Generale,
sulla base di quanto previsto dal DM 4
marzo 2009, pubblicato sulla G.U. n. 146
del 26 giugno 2009.
L’articolo 25 comma 1 lett. n) del Decreto
legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 e l’art. 2
del D.M. 4 marzo 2009 prevedono che,
per svolgere le funzioni di medico competente, i medici debbano comunicare al
Ministero della Salute, mediante certificazione dell’Ordine di appartenenza o autocertificazione, il possesso dei titoli e dei
requisiti previsti all’articolo 38 del D.Lgs
81/08 citato. Tali norme stabiliscono, tra
l’altro, che il medico debba essere in regola con le determinazioni previste dalla
Commissione Nazionale Formazione
Continua (CNFC) in tema di ECM (l’assolvimento del debito formativo individuale
che, può variare da un medico all’altro in
relazione alla formazione pregressa, agli
esoneri, esenzioni, ecc.); nel caso dei
medici competenti è indispensabile, inoltre, avere svolto almeno il 70% dei corsi
ECM accreditati per la disciplina “ Medicina del Lavoro e Sicurezza degli ambienti
di lavoro”. Si ricorda che ai sensi del D.M.
4 marzo 2009 già citato, ai medici competenti e stato concesso di recuperare
l’eventuale formazione incompleta nel
triennio 2011- 2013 nel corso del successivo anno 2014 per il raggiungimento dei
crediti mancanti. In data 31 marzo u.s.
42
il Ministero della Salute ha pubblicato il
nuovo Elenco Nazionale dei Medici Competenti depennato dei medici che risultano allo stesso Ministero privi dei requisiti
formativi previsti dalla citata normativa.
II Ministero con nota del 15 aprile u.s.
prot. n. 00193497, inviata per conoscenza alla FNOMCeO, anche alla luce delle
numerosissime richieste di revisione e
reintegro di medici competenti cancellati, sulla base di non corrette valutazioni
dei requisiti posseduti, ha manifestato la
disponibilità ad effettuare una nuova revisione dell’Elenco stesso per ovviare ad
eventuali errori. La FNOMCEO al fine di
una soluzione quanto più rapida possibile
ha ritenuto di informare il Ministero della
Salute che il Co.Ge.A.P.S. detiene i dati
esclusivamente nella forma e quantità
trasmessa dai provider ECM.
Tanto premesso, la FNOMCEO invita
tutti gli Ordini provinciali a non procedere ad alcuna revisione degli Elenchi
Provinciali dei Medici Competenti,
ove istituiti, in attesa della soluzione
della questione. La FNOMCeO ritiene
assolutamente necessaria l’adozione
di una proroga al fine di consentire
a quei medici competenti che abbiano svolto un numero consistente ma
non sufficiente di crediti ECM ai sensi dell’art. 38 comma 3 del D.Lgs n.
81/09 il recupero del debito pregresso
entro il 31 dicembre 2015 e comunque
ritiene urgente prevedere il reinserimento nell’elenco nazionale, alla fine
di ogni anno solare, di quei medici che
alla registrazione dei crediti nell’anagrafica Cogeaps
Nell’attesa delle determinazioni che il Ministero della Salute adotterà si evidenzia
l’importanza di riporre particolare attenzione al rispetto delle disposizioni sopra
esposte.
LUIGI CONTE
MARCELLO FONTANA
non abbiano soddisfatto entro questa
data il requisito formativo annuale.
Invita inoltre a informare i propri iscritti sulla opportunità di accedere al
portale del Co.Ge.A.P.S al fine di verificare da parte di ciascun medico
interessato la conformità tra le autodichiarazioni rilasciate al Ministero ed
i dati trasmessi in Co.Ge.A.P.S. dai
provider.
A tal fine si forniscono le seguenti indicazioni operative:
I medici che accedono al portale
Co.Ge.A.P.S., al fine di allineare i dati presenti nella banca dati del Consorzio alle
autocertificazioni prodotte al Ministero,
hanno la possibilità di:
• Segnalare (e fare inserire) eventuali crediti mancanti
• Comunicare il recupero di crediti effettuati nel 2014 (se utili a sanare il triennio
2011-2013)
• Avvalersi di esoneri ed esenzioni al fine
di abbattere il proprio debito formativo
individuale
•Modificare la Disciplina non correttamente trasmessa dai provider
• Usufruire, per i liberi-professionisti, della possibilità di inserire crediti per autoformazione
• Chiedere di inserire eventuali crediti acquisiti all’esterno
Al fine di assicurare la massima collaborazione agli Ordini ed adeguato supporto
ai Medici Competenti, il Co.Ge.A.P.S, in
qualità di organo strumentale degli Ordini,
ha inteso predisporre un canale preferenziale riservato esclusivamente ai Medici
Competenti (mail medicicompetenti@
cogeaps.it e telefono 06/87678100) per
consentire ai Colleghi che ne avessero
bisogno di ‘allineare’ la propria posizione
in conformità alla autodichiarazione prodotta presso il Ministero della Salute.
In caso di cancellazione erronea da
parte del Ministero della Salute lo
stesso sollecita a indirizzare la segna-
VERONA MEDICA
FNOMCeO
lazione al seguente indirizzo e-mail:
[email protected].
Si coglie l’occasione per informare che
la FNOMCeO e impegnata da tempo in
un tavolo tecnico con il Ministero della
Salute per la conclusione di un “Protocollo d’Intesa tra Ministero della Salute
e la FNOMCeO per lo scambio di dati
finalizzati all’aggiornamento e revisione
dell’elenco nazionale dei medici competenti istituiti presso il Ministero, dell ‘Albo
unico nazionale tenuto dalla Fnomceo e
dall’Elenco dei medici competenti tenuto
presso gli Ordini provinciali”.
Il Ministero da parte sua in tale contesto
ha richiesto di poter verificare, tramite
FNOMCEO, la conformità alle norme
Elezioni FNOMCeO
Il Nuovo Comitato Centrale
“Volti nuovi possono sicuramente stimolare una maggiore attenzione alle richieste, ai programmi, al percorso che
si sta per intraprendere, e che tiene
comunque conto di quanto è già stato
raggiunto”.
Cosi Roberta Chersevani, eletta - insieme a tutti i colleghi che sostengono
il programma da lei proposto - a far
parte del nuovo Comitato Centrale
della Fnomceo, commenta il risultato
delle votazioni svoltesi a Roma il 20, 21
e 22 marzo e che si sono concluse ieri
alle 23 con la proclamazione del Collegio dei Revisori dei Conti.
“Nonostante la presenza di due liste afferma Chersevani -, il clima elettorale e poi quello dello scrutinio sono stati
caratterizzati da serenità, dialogo e spirito di colleganza e questo spero sia di
buon auspicio per la conduzione dei la-
vori futuri della Federazione Nazionale”.
Di seguito, i risultati, che trovate, in maniera più estesa e con il numero di voti,
sul Portale Fnomceo.
Oltre che, ovviamente, Roberta Chersevani, entrano a far parte del Comitato Centrale per il triennio 2015
- 2017, in ordine di consensi:
Per la Componente Medica
• Raimondo lbba
• Luigi Conte
• Sergio Bovenga
• Fulvio Borromei
• Guido Marinoni
• Giacomo Caudo
• Gianluigi Spata
• Maurizio Scassola
• Bruno Zuccarelli
• Musa Awad
• Enrico Ciliberto
• Guido Giustetto
ECM per il triennio 2011-2013 per i professionisti iscritti all’elenco dei Medici
Competenti.
Sperando di aver contribuito a chiarire lo
stato attuale della situazione ringrazio per
la collaborazione i Presidenti che hanno
inviato segnalazioni.
ROBERTA CHERSEVANI
Per la Componente Odontoiatrica
• Giuseppe Renzo
• Raffaele Iandolo
• Alessandro Zovi
• Sandro Sanvenero
II Collegio dei Revisori dei Conti sarà
composto da: Ezio Casale, Francesco
Alberti e Salvatore Onorati.
Come Revisore Supplente, nominata un’altra donna medico: Anna Maria
Ferrari.
“L’elezione, altre che della sottoscritta,
anche di Anna Maria Ferrari conforta le
tante colleghe che sin dai primi giorni
ci hanno manifestato la loro solidarietà
~ spiega Chersevani -.
Spero che la nostra presenza all’interno del Comitato Centrale possa essere di esempio e stimolo alle Colleghe
a partecipare maggiormente alla vita
dell’Ordine e raggiungere posizioni di
livello negli esecutivi”.
Prossimo passo, la Convocazione,
entro otto giorni (probabilmente sarà
venerdì 27 marzo) del Comitato Centrale, che nominerà, nel suo seno, il
Presidente, il Vicepresidente, il Segretario e il Tesoriere.
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Nº TESSERA ORDINE
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43
FNOMCeO
Master universitari
Numerosi Ordini chiedono informazioni per quanto concerne l’inserimento negli albi di titoli di Master
rilasciati agli iscritti.
Occorre ricordare che, nell’albo possono essere iscritti soltanto titoli accademici ufficiali rilasciati dalle Università.
È opportuno fare la seguente distinzione:
• Master Universitari
I Master (di I e II livello) organizzati dalle Università ltaliane oltre
a essere “corsi di perfezionamento scientifico e di alta formazione
permanente e ricorrente” (art. 3
del decreto MURST 509/1999 e
decreto MIUR 270/2004, le cui
modalità di attivazione sono regolarmente dall’articolo 1, comma 15,
della legge 14/01/1999 n. 4) rap-
presentano titoli di studio accademici post-laurea.
II titolo si acquisisce al termine del
percorso formativo (minimo un
anno massimo due)e avendo maturato almeno 60 Crediti Formativi
Universitari (CFU per anno di corso (a seconda della durata del Master), in base a quelle che sono le
disposizioni di ciascun Master.
• Master non Universitari
Con questi si intendono corsi di
formazione organizzati da lstituti Pubblici o Privati al termine dei
quali viene rilasciato Attestato di
frequenza/partecipazione, ma non
può essere rilasciato titolo accademico.
Poiché non disciplinati dai decreti sopra citati (che regolamentano
solo il settore universitario e della
ricerca scientifica) questi Master
non sono obbligati a differenziarsi
in livelli. Per cui, ferme restando le
specifiche didattiche e di ammissione ai corsi adottate da ciascun
Ente, in genere per accedere ai
Master di questo tipo non e richiesto l’aver già acquisito un titolo di
studio, in alcuni casi la laurea può
essere titolo preferenziale ma non
obbligatorio.
In conclusione, potranno essere
iscritti nell’albo solo i titoli accademici di Master rilasciati dalle Università ai sensi dell’art. 7 comma 4, del
decreto MIUR n. 270/2004, che rilasciano erediti formativi.
Questa distinzione non intende svilire l’importanza di altri titoli di Master
non universitari che non rilasciano
erediti formativi.
I titoli stessi possono avere una importante valenza culturale e quindi,
su richiesta, vanno inseriti soltanto
nel fascicolo personale del professionista.
IL PRESIDENTE
ROBERTA CHERSEVANI
dei Dott. A. e V. Corato S.n.c.
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44
VERONA MEDICA
FNOMCeO
Trasmissione telematica all’lnps
del certificato di accertamento
del decesso da parte dei medici necroscopi.
Circolare dell’INPS
L’art. 1, comma 303, della Legge n.
190 del 23 dicembre 2014 (legge di
stabilita 2015) prevede che a decorrere dal 1° gennaio 2015 il medico
necroscopo trasmette all’lstituto nazionale della previdenza sociale, entro
48 ore dall’evento, il certificato di accertamento del decesso per via telematica online secondo le specifiche
tecniche e le procedure già stabilite
dalla normativa vigente ai fini della comunicazione dello stato di malattia dei
lavoratori. In caso di violazione di tale
obbligo si applica una sanzione pecuniaria di importo variabile tra 100 e 300
euro (articolo 46 del decreto-legge 30
settembre 2003, n. 269, convertito,
con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326).
A tal proposito si trasmette per opportuna conoscenza la Circolare dell’INPS
n. 33 del 13 febbraio 2015 recante
“Trasmissione telematica all’lnps
del certificato di accertamento del
decesso da parte dei medici necroscopi. Attuazione della legge n. 190
del 23 dicembre 2014 (legge di stabilita 2015)”.
Al fine di chiarire il campo di applicazione della disposizione citata in premessa si rileva che l’art. 4 del D.P.R.
285/90 recante “Approvazione del
regolamento di polizia mortuaria” prevede che le funzioni di medico necroscopo di cui all’art. 141 del regio
decreto 9 luglio 1939, n. 1238 sull’ordinamento dello stato civile, sono esercitate da un medico nominato dalla
unita sanitaria locale competente.
•Negli ospedali la funzione di medico necroscopo e svolta dal direttore
sanitario o da un medico da lui delegato.
•I medici necroscopi dipendono per
tale attività dal coordinatore sanitario dell’unita sanitaria locale che ha
Assicurazione RC
l’obbligo slitta
Si ritiene opportuno inviare la nota del
Ministero della Salute con la quale viene trasmesso il parere del Consiglio di
Stato, sez. 11, n. 486 del 19 febbraio
2015 inerente l’obbligo di assicurazione professionale per gli esercenti le
professioni sanitarie.
Si rileva che il Consiglio di Stato ri-
VERONA MEDICA
tiene che “l’obbligo di assicurazione per gli esercenti le professioni
sanitarie non possa ritenersi operante fino a quando non sarà avvenuta la pubblicazione ed esaurita la
vacatio legis del D.P.R. previsto dal
capoverso dell’art. 3 del D.L. 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con
provveduto alla loro nomina ed a
lui riferiscono sull’espletamento del
servizio, anche in relazione a quanto
previsto dall’art. 365 del codice penale.
•II medico necroscopo ha il compito di accertare la morte, redigendo
l’apposito certificato previsto dal citato art. 141.
•La visita del medico necroscopo
deve sempre essere effettuata non
prima di 15 ore dal decesso, salvo i
casi previsti dagli articoli 8, 9 e 10, e
comunque non dopo le trenta ore”.
Nella prassi quindi i medici necroscopi
sono nominati dalle Aziende sanitarie
locali, eccetto che negli ospedali, dove
le relative funzioni sono direttamente
attribuite al direttore sanitario che di
norma le delega ad altri medici ospedalieri.
IL PRESIDENTE
AMEDEO BIANCO
modificazioni, dalla L. 8 novembre
2012, n. 189, che disciplinerà le procedure e i requisiti minimi ed uniformi per l’idoneità dei contratti assicurativi. Conseguentemente, sino
ad allora, non potrà essere considerata quale illecito disciplinare la
mancata stipula di una polizza assicurativa, da parte degli esercenti le
professioni sanitarie”.
In conclusione non si può quindi non
sottolineare che anche questa Federazione, con nota trasmessa il
4 settembre 2014 al Ministro della
Salute, Beatrice LORENZIN, si era
espressa in questo senso.
IL PRESIDENTE
AMEDEO BIANCO
45
FNOMCeO
Obbligo di comunicazione
di eventuale titolo di specialità
a fini di pubblicità sanitaria
Pubblichiamo la seguente circolare
FNOMCeO, la quale obbliga il professionista a comunicare all’Ordine, con successivo inserimento in evidenza nell’Albo
professionale, l’eventuale titolo di specializzazione in suo possesso, qualora tale
professionista desiderasse avvalersene a
fini di pubblicizzazione della stessa attività specialistica; tale obbligo sussiste anche in relazione alla sussistenza di titolo
equipollente (derivante dalla frequenza
nei reparti specialistici ovvero attività già
sostenute nell’ambito della branca di interesse), che va certificato producendo la
documentazione delle frequenze svolte.
Al di là della cogenza di tale disposto, che
si riferisce alla pubblicità sanitaria, questo
Ordine invita comunque tutti i Colleghi
a comunicare il titolo di specializzazione
per inserimento nell’Albo, anche ai fini di
quanto previsto dalla direttiva europea
2011/24/UE, che individua nella trasparenza dei titoli un elemento essenziale
per l’accreditamento del professionista ai
fini sella tutela del cittadino comunitario
all’interno degli accordi sulla sanità transfrontaliera. La FNOMCeO ha onere di
farsi carico di inserire tali credenziali all’interno di un sistema informativo (rete IMI)
di trasparenza.
Al fine di chiarire alcuni aspetti concernenti la pubblicità dell’informazione
sanitaria, con particolare riguardo ai titoli di specializzazione, comunichiamo
quanto segue. A seguito delle modifiche
introdotte con la legge n. 248/2006, la
disciplina della pubblicità sanitaria di cui
alla legge 5 febbraio 1992, n. 175 e stata
abrogata nella parte riguardante le procedure di autorizzazione della pubblicità
stessa.
È rimasto, peraltro, intatto il potere dell’Ordine di verificare trasparenza e veridicità
del messaggio pubblicitario, così come
indicato nell’art. 2 della Legge 248/2006.
Si ricorda, inoltre, che l’art. 4 del D.P.R.
46
7 agosto 2012, n. 137 (Regolamento recante riforma degli ordinamenti professionali) testualmente prevede:
“1) È ammessa con ogni mezzo la pubblicità informativa avente ad oggetto
l’attività delle professioni regolamentate, le specializzazioni, i titoli posseduti attinenti alla professione, la
struttura dello studio professionale e i
compensi richiesti per le prestazioni.
2) La pubblicità informativa di cui al
comma 1 dev’essere funzionale
all’oggetto, veritiera e corretta, non
deve violare l’obbligo del segreto
professionale e non dev’essere equivoca, ingannevole o denigratoria.
3) La violazione della disposizione di cui
al comma 2 costituisce illecito disciplinare, altre a integrare una violazione delle disposizioni di cui ai decreti
legislativi 6 settembre 2005, n. 206, e
2 agosto 2007, n. 145”.
Sappiamo che l’attività svolta dal medico
non sostituisse in alcun caso il possesso del titolo specialistico, sebbene possa essere utilizzata ai fini della pubblicità
dell’informazione sanitaria.
Lo stesso articolo 1, comma 4, della L.
175/1992, ancora applicabile in via analogica, prevedeva esplicitamente:
“II medico non specialista può fare menzione della particolare disciplina specialistica che esercita, con espressioni che
ripetano la denominazione ufficiale della
specialità e che
non inducano in errore o equivoco sul
possesso del titolo di specializzazione,
quando abbia svolto attività professionale
nella disciplina medesima per un periodo
almeno pari alla durata legale del relativo corso universitario di specializzazione
presso strutture sanitarie o istituzioni private a cui si applicano le norme, in tema
di autorizzazione e vigilanza, di cui all’articolo 43 della legge 23 dicembre 1978,
n. 833. L’attività svolta e la sua durata devono essere comprovate mediante atte-
stato rilasciato dal responsabile sanitario
della struttura o istituzione.
Copia di tale attestato va depositata
presso l’ordine provinciale dei medicichirurghi e odontoiatri. Tale attestato non
può costituire titolo alcuno ai fini concorsuali e di graduatoria”.
Facendo un esempio concreto, quindi,
il sanitario che non possegga il titolo di
specializzazione potrà utilizzare, ai fini
della pubblicità dell’informazione sanitaria, ad esempio, la dicitura di “Geriatra”
o di “Geriatria” qualora abbia svolto effettivamente l’attività che intende pubblicizzare ed abbia fornito ampia documentazione sulle sue competenze nella
disciplina di cui trattasi, ma non potrà utilizzare la dicitura “Specialista in Geriatria”
in quanto non in possesso del titolo di
specializzazione.
Sara compito dell’Ordine valutare se, nel
caso di specie, il medico effettivamente
abbia svolto l’attività che intende pubblicizzare e, qualora lo ritenesse necessario, chiedere ulteriore documentazione
comprovante la specifica competenza.
Qualora invece il medico, in possesso
del titolo di specializzazione, intenda
rendere pubblico il titolo stesso, anche semplicemente attraverso l’inserimento nel proprio ricettario o nelle
carte professionali, dovrà necessariamente depositare il titolo di specializzazione presso l’Ordine di iscrizione,
affinché possa essere inserito nell’Albo. Sebbene, infatti, non sussista un
vero e proprio obbligo, in capo agli
iscritti, di far inserire nell’Albo i propri
titoli di specializzazione, tale adempimento diventa un obbligo nel momento in cui il professionista decida
di renderlo pubblico.
Gli Ordini, pertanto, devono adoperarsi
in tal senso, al fine di poter esplicitare al
meglio i loro poteri di verifica.
IL PRESIDENTE
AMEDEO BIANCO
VERONA MEDICA
FNOMCeO
ECM: un breve prospetto
riassuntivo
TUTTI i sanitari iscritti a Ordini o Collegi, anche se non esercitino la professione, sono tenuti all’aggiornamento, a
pena di sanzioni disciplinari impartite
dagli Ordini stessi.
-Fabbisogno Standard: 150 crediti
nel triennio (media 50 annui, min 25,
max 75)
- I liberi professionisti non sono tenuti
a rispettare i minimi-massimi annuali
- Il fabbisogno del triennio può essere
ridotto in base ad un eventuale eccesso di crediti acquisiti in precedenza
- Il professionista deve comunicare,
iscrivendosi ai corsi, la disciplina
svolta e per cui si chiedono i crediti. La disciplina NON corrisponde alla specializzazione ma all’attività effettivamente esercitata.
- I medici competenti, ad esempio,
iscrivendosi ad un Corso accreditato per medicina del lavoro,
devono iscriversi segnalando tale
attivista anche senza essere specialisti perché iscrivendosi come
medici generici o altra disciplina
i crediti non verrebbero correttamente attribuiti.
-Oltre alla Formazione Accreditata esiste la Formazione individuale
(pubblicazioni, tutoraggio, autoformazione...) che va autocertificata
con le moralità descritte appresso.
Le regole per l’ECM
- I liberi professionisti non sono tenuti al rispetto dei limiti min-max annuali; possono ottenere il 10% del
fabbisogno attraverso autoformazione. (Studio di riviste scientifiche,
lettura libri e monografie). L’acquisizione di tali crediti va autocertificata
dal professionista senza necessità di
test di valutazione.
Tutti i medici possono acquisite crediti
con pubblicazione di articoli o libri secondo lo schema riportato appresso:
VERONA MEDICA
Citazioni su riviste citate nel Citation
Index:
- primo nome 3 crediti - altro nome
1.0 credito
•Pubblicazioni su riviste non citate
su C.I. ed atti di congressi nazionali
o inter- nazionali:
- primo nome 1.0 credito - altro nome
0.5 credito
• Capitoli di libri e monografie:
- primo nome 2 crediti - altro nome 1
credito
Il Professionista comunica tramite
auto- certificazione le attività di pubblicazione
Il Tutoraggio pre o post-laurea riconosce 4 crediti/mese (mese: minimo 16
gg anche non continuativi).
I crediti acquisiti con il tutoraggio, calcolati insieme ai crediti ottenuti per
docenza/pubblicazioni scientifiche/ricerche non possono superare il 60%
dell’obbligo triennale individuale. Il
Professionista comunica tramite certificazione rilasciata da ente presso
cui ha svolto il tutoraggio e autocertificazione.
- Il Professionista può essere esonerato/esentato dall’obbligo formativo
nei casi previsti dalla Commissione
Nazionale per la Formazione Continua. L’esonero (generalmente per
svolgimento di attività accademica)
permette di continuare l’attività professionale; le esenzioni non permettono la continuazione dell’attività.
-Per registrare esoneri/esenzioni
in banca dati Co.Ge.A.P.S., è necessario inviare al Back office o
all’Ordine, Collegio e Associazione
(se disponibili a farlo), il certificato
di frequenza del Corso di formazione rilasciato dall’Ente presso cui
si è svolto il corso o un’autocertifica- zione riportante denominazione
Corso di formazione, Ente che ha
erogato il Corso, eventuali CFU attribuiti, data di ini- zio e data di fine
del corso frequentato.
- Le esenzioni permettono la decurtazione di 4 crediti / mese (di min.
16 gg) (aspettative, congedi...) limitatamente ai mesi in cui si è sospesa l’attività professionale.
- Attraverso l’Ordine si può ottenere
da Cogeaps l’attestazione dei crediti ottenuti nel triennio, e successiva certificazione degli stessi (da
parte dell’Ordine).
Esenzioni per medici affetti da
patologia grave
La normativa ECM e in particolare la Determina della CNFC del
17 luglio 2013 Esoneri, esenzioni,
tutoraggio individuale, formazione
all’estero prevede l’esenzione per
motivi di salute, nella misura di 4
crediti per ogni mese, solo nei
casi di temporanea sospensione
dell’attività professionale.
Pertanto per i sanitari affetti da patologie gravi e/o invalidanti iscritti
all’Ordine e che continuano a svolgere la propria professione non
sono previste esenzioni. (Salvo valutazione da parte della Commissione Nazionale ECM per eventuali
posizioni non previste nel paragrafo
della sopra citata Determina).
Un valido contributo per far fronte
al debito formativo è dato dalla modalità FAD (Formazione a distanza,
mediante la quale è possibile acquisire tutti i crediti previsti per il
triennio), fruibile in larga misura on
line su piattaforme telematiche.
In questo settore la FNOMCeO,
come è noto, è da anni attiva con
propri eventi, accreditati per tutte le
discipline, e in grado di soddisfare
più del 50% del debito annuale dei
medici e odontoiatri italiani.
Alcuni di questi corsi fad sono
anche fruibili su supporto cartaceo con valutazione dell’apprendimento mediante FAX ovvero in
fad blended con apprendimento
su supporto cartaceo scaricabile
dal portale www.fnomceo.it e la
valutazione dell’apprendimento in
eventi formativi presso l’Ordine di
appartenenza.
47
FNOMCeO
Documento conclusivo del Consiglio
Nazionale FNOMCeO del 29/05/2015
II Consiglio Nazionale della Federazione Nazionale degli Ordini dei
Medici Chirurghi e degli Odontoiatri,
riunito a Roma il 29 maggio 2015.
Rilevato che
–la Politica è totalmente disattenta ai
problemi sanitari ed è orientata alla
sola gestione emergenziale del presente rispondendo con tagli generalizzati che mettono in ginocchio ogni
forma di tutela della salute equa e solidale;
– l’attuale politica sanitaria vede la professione medica e tutte le professioni
sanitarie come un costo e come un
problema invece che come la soluzione dei problemi;
–la tecnostruttura sanitaria centrale e
regionale si attarda in misure burocratiche e vessatorie sulla professione,
come allorquando ha ipotizzato di
chiamare il medico a responsabilità
patrimoniale per inappropriatezza nella prescrizione di accertamenti di ricoveri e farmaci o come quando ha proposto modelli organizzativo-gestionali
obsoleti già abbandonati in altri paesi
e di non verificata efficacia, invece di
perseguire vera sperimentazione ed
innovazione organizzativa;
– il processo di aziendalizzazione in Sanità ormai fallite per l’esclusiva ossessione dei costi, troppo appiattito su
culture inadeguate a reggere la sfida
della sostenibilità e troppo propense
a svilire il ruolo dei professionisti. La
Professione soffre questo svilimento
pur reggendo il fronte di una domanda di salute in crescita contro un trend
in calo delle risorse disponibili che alla
lunga porterà un incremento di morbilità e mortalità;
– una recente risoluzione del Parlamente Europeo evidenzia che l’attuale crisi
economica ha creato una forte pressione sui bilanci sanitari nazionali ed
ha avuto un impatto sulla sicurezza dei
pazienti. lnoltre invita gli Stati membri a
garantire che la sicurezza dei pazienti
48
non sia messa a rischio dalle misure di
austerità e che il sistema sanitario resti
adeguatamente finanziato;
– il sistema di gestione del contenzioso,
che nel 70 % dei casi è futile e pretestuoso, incombe sulla vita professionale, sulla qualità del lavoro medico,
sulla serenità e sul rapporto con i pazienti e con i cittadini;
– la pervasiva burocratizzazione dell’attività medica per compiti che non le
appartengono toglie tempo all’ascolto
che è esso stesso tempo di cura dei
pazienti;
–molte delle 22 professioni sanitarie
lamentano e praticano diffusamente fenomeni di reciproca erosione di
competenze. Sicuramente questa
non e il percorso giusto per affermare
un corretto ed equilibrato multiprofessionalismo in sanità;
–la drammaticità della aleatoria programmazione dell’accesso alla formazione pre- e post-laurea dei giovani ed
alla professione dei neolaureati mette
a dura prova l’impegno e la fiducia dei
giovani e delle loro famiglie in una società giusta fondata su qualità e merito.
lmpegna il Comitato Centrale della
FNOMCeO
–a perseguire con ogni mezzo a sua
disposizione ed in coerenza con il suo
ruolo istituzionale che il medico diventi
protagonista nel processo di cambiamento in atto del nostro sistema
sanitario e ad avviare una profonda
riflessione sull’evoluzione nei prossimi
anni della sua figura quale momento
essenziale per permettere di giocare
un ruolo strategico nel servizio alla società;
–a chiedere al potere legislativo la
modifica dell’incipit del comma 566
dell’art. 1 della Legge di Stabilità 2015;
–a chiedere un atto legislativo che riconosca al medico, all’interno delle
equipe multiprofessionali nel rispetto dell’autonomia e responsabilità di
ciascuna professione sanitaria, un
ruolo di leadership funzionale nella
consapevolezza che in un ambiente
ad altissima complessità qual è quello
sanitario, la gerarchia funzionale è un
valore aggiunto in termini di sicurezza
ed efficacia per il paziente e per il sistema;
–a favorire ogni atto legislative e normative, in coerenza con il suo ruolo
istituzionale, per perseguire il rafforzamento di quanto previsto al comma 2
e 3 dell’art. 3 del Codice di Deontologia Medica 2014 in merito all’attività
medica;
– a dedicare nel primo Consiglio Nazionale utile una sessione al tema della
proposta di legge sull’agire medico;
–a lavorare attivamente per realizzare
coerenza tra accesso alla Facoltà di
Medicina, accesso alle Scuole di formazione specialistica ed accesso alla
Professione;
– a portare rapidamente a conclusione
l’iter intrapreso di copertura assicurativa per i giovani laureati quale contributo alla facilitazione dell’ingresso nella
professione;
– a promuovere una rapida approvazione dei disegni di legge sulla responsabilità professionale medica e sulla
riforma degli ordini;
–a contrastare interpretazioni meramente economicistiche dell’appropriatezza che invece deve restare
un’espressione di garanzia della libertà, autonomia e responsabilità
della professione ispirata alle evidenze
scientifiche e alla medicina value based che tenga conto della specificità
clinica, psicologica, affettiva, culturale,
etnica e sociale della singola persona
ammalata;
–a intraprendere ogni iniziativa volta al
conseguimento della auto-attestazione da parte del lavoratore per i primi
3 giorni di malattia come previsto da
una mozione depositata in Senato;
–a promuovere i contenuti della mozione sulla ricerca e sperimentazione
animale.
VERONA MEDICA
ENPAM
Al via la busta arancione:
online le pensioni dei medici di famiglia
L’Enpam lancia la busta arancione. I
medici e gli odontoiatri possono sapere da oggi quanto prenderanno di
pensione semplicemente entrando
nella propria area riservata sul sito
dell’ente di previdenza.
“Con la possibilità di simulare la rendita futura l’Enpam conferma il suo impegno nel costruire un rapporto trasparente e solido con i propri iscritti
– dichiara il presidente Alberto Oliveti
–. Era un obiettivo che ci eravamo posti e che oggi raggiungiamo. Grazie a
una maggiore consapevolezza i medici potranno fare scelte responsabili
per tempo”.
Oltre 70mila medici di famiglia, pediatri e convenzionati della continuità
assistenziale e del 118 potranno avere
un quadro pensionistico completo.
Per loro sarà possibile visualizzare
tutte le tre parti che compongono la
pensione: quella del Fondo di medicina generale, quella legata al contri-
buto minimo obbligatorio (Quota A) e
quella maturata con l’eventuale attività libero professionale (Quota B).
L’iniziativa prende il nome dalla busta
arancione che in Svezia viene inviata
a tutti i lavoratori per tenerli informati su quanto stanno accumulando
per la vita post-lavorativa. “La busta
arancione è il nostro modo per dare
agli iscritti, soprattutto ai giovani, una
prova tangibile che la pensione la
prenderanno di sicuro – dice il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti –.
Le simulazioni individuali, infatti, sono
realizzate con gli stessi parametri con
i quali è stata calcolata la nostra sostenibilità a oltre mezzo secolo.”
Il simulatore permette di visualizzare
tre diverse ipotesi. La prima è calcolata sulla media dei redditi percepiti fino ad oggi. La seconda si basa
sulla media contributiva degli ultimi
tre o cinque anni. Nella terza ipotesi
si prevede di continuare ad avere, da
adesso all’età pensionabile, il reddito
dell’ultimo anno.
Finora le ipotesi di pensione erano
disponibili sul sito internet dell’Enpam
solo per la quota A e i redditi da libera professione. Un servizio che ha già
riscosso un enorme successo: solo
nel 2014 sono state più di 300mila le
simulazioni evase online.
Nella busta arancione non sono ancora comprese le quote di pensione
per attività svolta come specialista
ambulatoriale (per cui è necessaria la
trasmissione di dati da parte delle Asl)
o come specialista esterno.
data pubblicazione: 03/03/2015
C
VERONA MEDICA
49
ENPAM
Riforma della Quota A,
a che punto siamo
La riduzione, pensata per venire
incontro alle esigenze degli iscritti e per dare gambe all’assistenza
strategica, attende il via libera dei
ministeri.
Riduzione del contributo massimo e
destinazione di una quota delle entrate contributive all’assistenza strategica.
Sono le principali novità introdotte
con la riforma della Quota A, presentata dall’Enpam a dicembre 2014
subito dopo la delibera del Consiglio
nazionale di novembre.
Il nuovo regolamento del Fondo, ancora fermo ai ministeri, consentirà di
trovare ingenti risorse per aumentare
le tutele a favore soprattutto delle fasce più giovani della categoria professionale.
MENO CONTRIBUTI
PIÙ ASSISTENZA
In sostanza la riforma da una parte
riduce l’importo massimo del contributo annuale di Quota A – che passerà dagli attuali 1410,90 euro (oltre
al contributo di maternità) a 1075
euro – dall’altra stabilisce che il 15 per
cento di questa contribuzione venga annualmente destinato a favore
dell’assistenza. Un’iniezione di risorse
da utilizzare per realizzare i progetti
del cosiddetto “Programma quadrifoglio”: previdenza complementare,
accesso al credito agevolato, coperture assicurative, assistenza sanitaria
integrativa. Il ricavato serve in parte
anche per ampliare le misure a favore della genitorialità, contenute in una
bozza regolamentare anch’essa attualmente al vaglio dei ministeri.
LEVA STRATEGICA PER I GIOVANI
La Quota A dell’Enpam è il fondo pensione a cui sono automaticamente e
obbligatoriamente iscritti tutti i medici
e i dentisti italiani dal momento in cui
entrano a far parte dell’Ordine.
Questo fondo garantisce ai giovani
professionisti una copertura previdenziale continuativa, anche quando
la carriera non è pienamente avviata,
a fronte di un esborso minimo (fino a
30 anni meno di 20 euro al mese, che
diventano circa 33 euro al mese fino
a 35 anni).
“Bisogna far capire bene ai colleghi
– spiega Alessandro Innocenti, presidente dell’Ordine di Sondrio e consigliere di amministrazione Enpam,
– tutti i vantaggi che traggono dall’iscrizione alla Quota A nell’arco della
vita professionale oltre, ovviamente,
alla garanzia dell’assegno minimo che
maturano al momento della pensione.
Sono vantaggi che nessun altro ente
previdenziale può dare”.
La riforma proposta dall’Enpam accresce il valore strategico del fondo
come leva per favorire la crescita
professionale dei giovani e dare al
contempo maggiori tutele agli iscritti
in caso di disagio e di non autosufficienza.
OBBLIGO DI ECM
PER CHI LAVORA ALL’ESTERO?
A seguito di numerose richieste di delucidazioni in merito all’obbligo dell’ECM per i medici residenti all’estero o che svolgono attività professionale
all’estero ma sono iscritti ad un Ordine dei Medici ltaliano che da loro il diritto di esercitare la professione, credo sia opportuno richiamare alcuni elementi
regolamentari per fare la dovuta chiarezza sulla questione.
La normativa che regola la formazione continua obbligatoria prevede che tutti i professionisti sanitari, per esercitare la professione, devono far fronte al
proprio debito formative acquisendo nel triennio di riferimento 150 crediti formativi.
La Determina della Commissione Nazionale per la Formazione Continua del 17 luglio 2013 “Esoneri, esenzioni, tutoraggio individuale, formazione
all’estero, autoapprendimento, modalità di registrazione e certificazione” non prevede alcun esonero o esenzione per quei professionisti che per brevi
periodi o stabilmente svolgono la loro attività oltre frontiera, tranne per quelli impegnati in attività di cooperazione internazionale riconosciute dalla legge.
Fatte queste premesse a parere della FNOMCeO tutti gli iscritti all’Ordine sono obbligati ad acquisire crediti ECM, anche se residenti all’estero o, come
nel caso dei medici transfrontalieri, residenti in ltalia ma che esercitano la professione in altra Nazione.
Si rammenta che ad ogni buon conto i crediti ECM ottenuti all’estero devono essere validati dall’Ordine di appartenenza con l’abbattimento del 50% e
registrati nell’anagrafica COGEAPS. Tale abbattimento può essere evitato con la stipula di accordi bilaterali transfrontalieri tra regioni e nazioni confinanti,
con l’eventuale coinvolgimento della FNOMCeO, registrati presso la CN ECM o presso la Commissione ECM della propria Regione.
Ad oggi sono stati sottoscritti accordi tra l’Ordine di Bolzano e l’Ordine di Austria, Germania e Svizzera, per il riconoscimento reciproco dei crediti acquisiti
nei Paesi firmatari dell’accordo.
Riteniamo che solo in presenza di situazioni del tutto eccezionali il professionista che esercita in un Paese estero potrà rivolgere eventuale domanda di
esonero direttamente alla Commissione Nazionale ECM.
LUIGI CONTE
50
VERONA MEDICA
GIOVANI E PROFESSIONI
S.O.S. – Sostituzioni
Si prega chi è interessato a dare la propria disponibilità per sostituzioni in medicina generale, di
compilare il tagliando riportato a pagina 12 e di spedirlo all’Ordine (Via Locatelli 1, 37122 Verona).
MEDICI DISPONIBILI PER SOSTITUZIONI IN MEDICINA GENERALE
Cognome - Nome
Via
Località
Dipl. formaz. M.G.
ALBANESI FEDERICA
Via Vasco De Gama 2
Verona
NO
ALDEGHERI VITTORIA
Via Nazionale 17/A
San Martino Buon Albergo NO
ALI AHMAD SHWAN
Via Bortolazzi 12
Castel d’Azzano
NO
AMBROSI ENRICO
Via M. Teresa di Calcutta 2
Legnago
NO
ANDREOLI BEATRICE
Via Dante Alighieri 29
Valeggio sul Mincio
NO
ANTON GENAN
Via Palazzina 3
Verona
NO
ARMANI ROBERTO
Via Cengia 89
San Pietro Incariano
NO
AVESANI MARTINA
Via Fiordiligi 17
Verona
NO
AZZALI ANNA CHIARA
Via Sansovino 11
Verona
NO
BACIGA CHIARA
Via Rovereto 12
Verona
NO
BAR MARIANA
Via San Rosso
Bussolengo
NO
BARAKAT ZIAD
Via Attilio Mori 12
Mantova
NO
BARTOLI CRISTOPHER
Via Trento 11
Verona
NO
BASCHIROTTO CINZIA
Verona
NO
BAZZANINI NOEMI
NO
BELLINA FRANCESCA
Via F. Perlini 2
Verona
NO
BENEDETTI FRANCESCA
Via Ex Internati 26
Pescantina
NO
BERTOLINI ELENA
Via Bezzecca 3
Verona
NO
BIANCHI ANNALISA
Via Aquileia 14
Verona
NO
BIASI CATERINA
Via Sole 9
Verona
BIASIOLO MONICA
NO
BISTROT CATERINA
Via Ognissanti 4
Verona
NO
BITIRE ELENA
Via Paolo Borsellino 45
Bonavigo
NO
BOMBOI MARCO
Vicolo Dietro S. Andrea 13
Verona
NO
BONASIA TERESA
NO
BONDI’ VINCENZO
Via Nerio Toffaletti 4
Verona
NO
BONETTO JACOPO
Via Monti Lessini 145/A
Verona
NO
BORTOLETTI STEFANO
Via Savonarola 17
Legnago
NO
BRAGANTINI GIULIA
Via Giovanni Prati 27
Verona
NO
BRESSAN MARTINA
NO
BRIGO MARTINA
Via Copparo 12/D
Verona
NO
BRUNELLI CLAUDIO
Via Molino 24
Nogara
NO
BRUNELLI MARTA
Via Imola 10
Verona
NO
BURATO GIULIA
Colognola ai Colli
NO
BUSTI FABIANA
Via Martiri della Libertà 2
Nogarole Rocca
NO
CACCIAMANI GIOVANNI
Verona
NO
CALIARI CESARE
Via Mons. Carraro 11
Verona
NO
CANDIAN TOMMASO
Via Nuova 19
Villanova (RO)
NO
CAPONE SUSANNA
Vicolo Teodorico 44
Salionze
NO
CARBONE GIUSEPPE
Via delle Agostiniane 29
Verona
NO
CARLI ALBERTO
Via S. Eugenia 57
Pressana (VR)
NO
CASTINO EVA
Via Paolo Sarpi 30
Verona
NO
CAVALIERE ELENA
Via Scuderlando 80
Verona
NO
CERAVOLO ROSSANA
Via Polesine 65
Verona
NO
CERNILEVSCHI NINA
Via San Martino 16
Peschiera del Garda
NO
COCCO VALENTINA
Via Italia Nuova 4
Illasi
NO
COGO ILARIA
Via Rovigo 14
Legnago
NO
COLLETTA GIULIA
Via Del Risorgimento 34
Verona
NO
CORDIOLI ANNA
Via Del Bersagliere 1
Villafranca di Verona
NO
COSTANZO ALESSANDRO
Via Corfù 5
Verona
NO
COVOLO CATERINA
Via degli Scaligeri 2
Valeggio sul Mincio
NO
DA PRATO GIULIANA
Via Macello 4
Verona
NO
DALCEGGIO DANIELA
Via VIII Marzo 45
Trento
NO
DE CARO IOLANDA
Via Verde da Salizzole 7
Verona
NO
DE VLIEGHER EVELIEN
Via S. Monica 10
Albignasego
NO
DEOTTO NICCOLO’
Via F. Perlini 2
Verona
NO
DEPLANO EMANUELA
Via G. Campania 11
Verona
NO
DI SARRA DANIELA
Via Marin Faliero 30
Verona
NO
DILDA ALICE
NO
EDERLE FRANCESCO
Via Sandro Pertini 20
Grezzana NO
EPURE MIHAELA CRISTINA
Via Benassù Montan.
Verona
NO
FAINELLI GIULIA
Via G. dell’Acqua 31
Bardolino
NO
FERRARI FEDERICO
V.le Europa 15
Grezzana NO
FILIPPINI GIULIA MARIA
Via Roma 109
Gazzo Veronese
SI
FIN ALESSANDRA
Via Baratin 14
Ronco all’Adige
NO
FINETTO GIOVANNI
Via Brigata Regina 40
Verona
NO
FORIERI ELISA
Via Ruffo
Verona
NO
VERONA MEDICA
Telefono 1
338 5037198
347 4534626
340 5851335
349 1579083
347 3333714
347 6859953
368 283740
340 3296245
045 575798
045 8344175
346 8203148
345 3463503
328 6911432
349 1258067
347 5935206
338 6725504
340 0505545
347 7860723
339 8986756
340 4878446
349 1422810
349 5344121
348 2286620
045 8016089
328 3649861
333 3606318
340 5056429
340 3801531
349 8184299
339 4422030
392 0946433
339 8424561
393 5686430
340 7814158
045 2520488
340 2491750
349 4721626
347 9081487
335 6893809
045 8348296
340 9231607
349 1617635
333 4003601
338 3641543
380 4906189
348 7906813
347 2619594
347 8453814
340 2987928
392 4645018
348 3015866
339 6606559
340 3538104
320 4860202
392 1617323
347 5823912
340 9331099
347 8495611
347 1574173
348 9532322
392 7509915
347 8921208
340 0587506
339 2505919
347 0146494
389 2727713
340 8742930
Telefono 2
045 6850094
373 5036908
348 0166909
045 7500193
340 9766903
338 1806830
349 6778910
333 4729557
340 1676443
346 1878315
045 8400667
045 8901622
51
GIOVANI E PROFESSIONI
Cognome - Nome
Via
Località
Dipl. formaz. M.G.
Telefono 1
FORMAGLIO ANDREA
Via Ferruccio Cusinati 136
Castagnaro
NO
328 5354060
FORMENTINI LETIZIA
Via A. Messedaglia 263
Villafranca NO
348 9255680
FORMIGARO LICIA
Via Umbria 19
Verona
NO
349 4745780
FRAIZZOLI LUCA
Via Scuderlando 211
Verona
NO
320 0872173
FRIZZIERO MELISSA
Mantova
NO
342 6235955
GELMINI VALENTINA
Via Urbano III 30
Verona
NO
347 5045135
GERMENIA SILVA
Via Chioda 18
Verona
NO
339 5240552
GIANNINI GIACOMO
Via Caserma Ospital Vecchio 13 Verona
NO
340 0625481
GIARLETTA MARIO
Via Marsala 39/C
Verona
NO
340 4664682
GRANATO ANNA
Via Marsala 16
Verona
NO
349 4120479
GRAVINA GIACOMO
Via Ugo Zannoni 10
Verona
NO
346 3356637
GUARDINI NADIA
Via Gela 31
Verona
SI
349 2325336
HABASH ELIAS
Via Praissola 18
San Bonifacio
NO
339 4573366
IDOLAZZI CHIARA
Via C. Colombo 1
Negrar
NO
340 8445299
IELASI MARIANGELA
Via Monte Baldo 40/F
Garda
NO
393 3671196
IUORIO ALESSANDRO
NO
333 6831575
KALOUT KAMEL
Via Scuderlando 126
Verona
NO
347 6724694
KUZINA ANNA
Via G. Matteotti 7
Bussolengo
NO
LAURENTI ALESSANDRA
Via Delle Are 8
Torri del Benaco
NO
328 0011212
LAVORGNA BARBARA
Via G. Favretto16
Verona
NO
329 4239871
LAZAR ANGELA
Via L. Spallanzani 4
Verona
NO
327 7555895
LISTA ENRICO
Via Monte Tomba 22
Cerea
NO
348 8210409
LONARDONI FABIO
Via S. Maria in Stelle 5/C
Verona
NO
349 0062116
MAFFEIS VALERIA
Lungadige Matteotti 3
Verona
NO
349 3930668
MAGAGNA LINDA
Via Tramigna 5
Soave
NO
346 5090409
MAGALINI FEDERICA
Via Fonte Menago 4
Cadidavid
NO
340 9697268
MAGNANI MARGHERITA
Via Risorgimento
Verona
348 2658454
MAGRINELLI FRANCESCA
Via G. Leopardi 11
Soave
NO
340 8776021
MARCHESINI GESSICA
Via Antonio Salieri 31/B
Verona
NO
340 7995921
MARCOCCI ALESSANDRO
Via Trieste 3
Verona
NO
349 4082423
MARCONI VALERIA
Via S. Matteo 26
Soave (VR)
SI
349 1857154
MARIOTTO ARIANNA
Via Pola 12
Verona
NO
347 2479985
MARIOTTO OLGA
Via Fiume 28/P
San Bonifacio
NO
349 7282795
MASIERO MARINA
Via Tesi 40/A
Verona
NO
347 2411450
MASSARUTTO ALESSIA
Via Aldo Moro 1/A
Sommacampagna
SI
328 2660746
MATTIUCCI ALESSANDRA
Via Scala Santa 6
Verona
NO
349 1886202
MAZZEI FEDERICA
Str. A. Provolo 25
Verona
NO
338 8926070
MAZZI SARA
Piazza Zodiaco 36
Bussolengo
NO
340 4157583
MELOTTI CAMILLA
Piazza G. Marconi, 19
Bosco Chiesanuova
NO
320 2586564
MERLIN GABRIELE GIOVANNI
Via Marin Faliero 30
Verona
NO
340 1533950
MERRINO MICHELANGELO
Via Muro Padri 17
Verona
NO
327 8889333
MORANDINI BIANCA STELLA
Rivoli Veronese
NO
338 1439733
MORANDINI ELEONORA
NO
333 7123732
MORATELLO FRANCESCO
Via Torino 15/A
Peschiera D/G
NO
328 2710775
NARDI CHIARA
Via Tombole 157
San Bonifacio
NO
338 2828566
NGANDIE NJONOU MILLY
Via Monte Ortigara 25/B
Verona
NO
329 6190690
NICOLI PAOLA
NO
346 8079575
PAIANO JACOPO
Via Regina Adelaide 12
Verona
NO
348 9238476
PAPOLA DAVIDE
Via Calatafimi 6/A
Verona
NO
328 3738807
PASETTO TRYSA
Via Roveggia 27
Verona
SI
339 7286242
PASINI ALBERTO
Via Marmolada 6
S. Martino B.A.
SI
328 8832413
PAVAN FEDERICA
Via Scrimiari 45
Verona
NO
349 4698739
PENTA ELENA
Verona
NO
339 1720310
PERONI MARIANA
Via Danieli 6
Verona
NO
347 1218310
PERRONE DOMINGA Via Rovereto 17
Verona
NO
329 1257481
PICCINO MARCO
Verona
NO
340 0537209
PICCOLI MARCO
P.za del Combattente 3
Illasi
NO
348 2585314
PIGHI ANDREA
Strada per Montecchio 6
Verona
SI
340 0671750
POZZERLE MARIA
Via Zoppega 16
Monteforte d’Alpone
NO
045 6100370
POZZERLE MARIA
Via Zoppega 16
NO
340 9409403
PRANDO SILVIA
Viale Europa
Vigasio
SI
349 1880958
PRETO MARIKA
Via Gioberti 20
NO
349 4641934
PRIVIERO MARCO
Via Scrimiari 45
Verona
NO
348 1682400
PROCESSALI TANIA
Via Fusara 9
Verona
NO
340 8231688
QUINTO LEVIO
Via Prognetta 13
Pescantina
NO
340 2937693
RAIMONDO DANIELE
Via Abruzzo 22
Verona
NO
338 6625355
RAPAGNA FRANCESCA
Via P. Querini 5
Verona
NO
333 4193398
RIGO FRANCESCA
Vic. S. Maria In Organo 1
Verona
SI
335 5941022
RINALDI CATERINA ANNA
Piazza Vescovado 1
Verona
SI
340 5199461
ROMANO SIMONE
Via Aquileia 22
Verona
NO
340 7767004
RUSSO ALESSIO
Via Trieste 60
Verona
NO
345 2197047
RUSSO VINCENZO
Via C. Collodi 81
Villafranca di Verona
NO
349 3620634
RUTA ELENA
Via Ponte Asse 13
Albaredo d’Adige
SI
347 2597635
SABBAGH DANIA
Via Donatori di Sangue 2
Roverchiara
NO
392 3341657
SANSOTTA NAIRE
Via Aquileia 22
Verona
NO
329 7158223
SAVVAKI KALLIOPI
Via Scuderlando 161/B
Verona
NO
347 0940738
SAY SVITLANA
Via Marsala 37/B
Verona
NO
388 8928095
SCARSINI ROBERTO
Via Garibaldi 113
Villafranca (VR)
NO
340 2737500
SCHIRALDI MARIA EMANUELA
Via Ca’ di Cozzi 8
Verona
NO
380 3662966
SERBUSCA DORIN
Via B. Romagnoli 84/A
Verona
NO
045 8903064
SHOKA ZAHI
Via Imola 2
Verona
NO
347 2313146 SIPALA STEFANIA
Via San Rocco 2
Tezze di Grigno
NO
3462199098
52
Telefono 2
045 566969
045 6106013
08254 401083
392 3420052
388 7260070
045 7614468
045 7614716
045 7834627
340 9409403
348 8567639
393 0468005
VERONA MEDICA
GIOVANI E PROFESSIONI
Cognome - Nome
Via
Località
Dipl. formaz. M.G.
Telefono 1
SIVERO VALENTINA
Via Bertoldi 2
Verona
NO
347 5892542
SOLDANI DARIA
Via R. Ruffilli 2947
Zimella
NO
347 6301811
SPADA ELISA
Via Pigna 9
Soave
NO
347 9731935
SPEDICATO DANIELE
Via Pietro Meloni 5
Verona
NO
349 2927228
SULCE GENTIAN
Via Dei Bevilacqua 5
Verona
NO
398 0982451
SURANO MARIA GRAZIA
Lug. Cangrande 8
Verona
NO
3491949826
TABARCEA NATALIA
Via Palazzina 76
Verona
NO
345 4240348
TACCHELLA ALESSANDRO
Via A. Catalani 3
Verona
NO
348 8166605
TAHA ABED
Via Aldo Moro 38
Sossano (VI)
NO
380 9071259
TANTILLO ILARIA
Via Garibba 5
Verona
NO
349 1028616
TATTI MARIA FATIMA
Via Legnago 39
Verona
NO
347 9341350
TOFAN LILIAN
Via Monte Belloca 25
Verona
NO
388 4717634
TOMEI PAOLA
Via Mezzomonte 38
Verona
NO
348 8752766
TORRESANI STEFANIA
Via Don Luigi Benassuti 2
Cerea
NO
340 3934368
TRUBIAN ALESSANDRA
Via Calatafimi 2
Verona
NO
347 7853957
TURATI MARIA GRAZIA
Via S. Antonio 50
S. Martino B.A.
NO
335 6302775
VALLICELLA ELISA
Via Ronchi 4/B
Alpo di Villafranca
NO
346 6784522
VENERI ANTONIO
Via Stra’ 57
Caldiero
NO
340 0715390
VENTURINI VALENTINA
Via Fratelli Bandiera 8
San Giovanni Lupatoto
NO
320 0898067
VERALDI VITALIANO
Via Arnolfo Di Cambio 16
Verona
NO
045 561407
VIARO TIZIANA
Via Dietro Listone7
Verona
NO
340 5715075
VIGNOLA PAOLA
VITTORII SILVIA
Via Asiago 9
S. Martino Buon Albergo
NO
349 0723633
VOLPE GIUSEPPE
Via Montesin 38
Cola’ di Lazize
NO
335 6763374
WEYNE MAGNUS FERNANDA
Via Carlo Del Prete 2
Verona
NO
045 8166039
ZAHER KARIM
Lung. Matteotti 13/G
Verona
NO
331 4701968
ZAMBALDO SILVIA
Via C. Battisti 61
Colognola ai Colli
NO
347 4965866
ZAMPIERI ELISA
Via Valpantena 46/A
Verona
NO
340 3739880
ZAMPIERI RICCARDO
Via Quadrelli 65/B
Ronco All’adige
NO
342 7662200
ZANOTTI SERENA
Via Albino Casella 1
Dossobuono
NO
340 3494139
ZEMINIAN STEFANO
Via San Felice Extra 2/B
Verona
NO
335 1436951
ZENORINI ANDREA
Via Siedlce 21
Pescantina
NO
340 6031137
Telefono 2
345 4169805
045 7652948
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San Bonifacio
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347 9713662
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347 4843083
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