Trillo 01

Transcript

Trillo 01
GENNAIO
2010
FOGLIO DELLA COMUNITÀ AUTOGESTITA DELLA NAZIONALITÀ ITALIANA
COMUNITÀ DEGLI ITALIANI “GIUSEPPE TARTINI” DI PIRANO
BOLLO PAGATO PRESSO
L’UFFICIO POSTALE 6330 PIRANO
S T A M P E
Informiamo i gentili lettori
che il nostro mensile
Il TRILLO
può venir letto in forma elettronica sul sito
della Comunità, all’indirizzo:
www.unione-italiana.org/pirano
POŠTNINA PLAČANA PRI
POŠTI 6330 PIRAN
PLINIO TOMASIN, IN MEMORIAM
di Bruno Fonda
È con grande dolore e profondo
cordoglio che abbiamo accolto
la notizia della scomparsa del
nostro Plinio Tomasin: figura
importante, fondamentale, essenziale, integerrima, per la
vita, lo sviluppo e la crescita di
questo nostro gruppo nazionale,
attraverso tutta la sua difficile
storia, le peripezie che questa
nostra comunità ha dovuto
affrontare e superare e perché no,
anche attraverso i suoi successi.
Ho conosciuto Plinio, già come
studente, allora, e ancora prima
come membro del Circolo Italiano
di Cultura: e quanto mi è rimasto
impresso nella mia memoria è il
suo zelo, la sua intraprendenza,
la sua sagacia nell’ affrontare e
risolvere tutti i problemi della
nostra piccola comunità. Dove
sembrava impossibile arrivare,
Plinio Tomasin con grande
arguzia e caparbietà riusciva
nell’intento: risolveva….perché
ha risolto tantissimi dilemmi che
il nostro cammino di minoranza ha
registrato ed ha dovuto affrontare.
T I S K O V I N A
Numero 1
-
ANNO XX
Ma quanto mi colpiva di lui era
la sua fede negli ideali, i suoi
fermi propositi nel perseguirli, la
profonda tenacia nel realizzarli…..
ma al di là da tutto ciò, quanto più
ci piaceva ed affascinava di Plinio
è stata la sua grande umanità, il
suo essere semplice, il suo essere
sempre accanto a tutti, trovando
per tutti una parola giusta ed è
forse questa sua qualità che lo
ha fatto sentire vicinissimo a noi,
uno di noi, nella nostra non facile
lotta di essere minoranza. La tua
dipartita caro Plinio significherà
per questa minoranza un vuoto
incolmabile, perché insostituibile
è stato il tuo operato. Grazie
Plinio, da parte di noi tutti.
Presentazione del numero straordinario “LASSA PUR DIR”
sul gemellaggio tra Aquileia e Pirano (24 IV 1983).
Pag. 1
L’ULTIMO SALUTO A PLINIO TOMASIN
di Alberto Manzin
Permettetemi di pronunciare, a
nome del Comune di Pirano ed
a nome mio personale, l’ultimo
saluto a Plinio Tomasin.
Nato nel 1926 a Ronchi dei
Legionari, Plinio ha partecipato
alla Lotta popolare di liberazione
ed è stato il primo sindaco di
Pirano nel secondo dopoguerra.
E dev’essere stata una sfida,
fare il sindaco di una città che
si stava rapidamente svuotando,
dove bisognava riorganizzare
la vita in tutti i suoi aspetti. Da
rifondare la banda cittadina, i
circoli culturali, i pompieri, i club
sportivi, a risolvere problemi ben
più importanti, esistenziali per la
popolazione, quali casa e lavoro.
Per più di un decennio è stato
presidente della locale Comunità
degli italiani, ha ricoperto cariche
importanti in seno al consiglio
comunale ed è stato deputato
all’Assemblea
repubblicana
(l’odierno parlamento). Una lunga
carriera politica per la quale è stato
insignito di numerose decorazioni
e onorificenze, ma durante la
quale non ha mai dimenticato i
diritti particolari della nazionalità
autoctona di questo territorio.
In tutte le piccole città le sorti
delle persone si intrecciano, così
anche per noi a Pirano. Dopo la
mia parentesi infantile, durante
la quale Lidia mi ha accudito
all’asilo, mentre mia mamma
insegnava a scuola ai suoi
figli, ci siamo riavvicinati con
Plinio una ventina d’anni dopo.
Lavoravo già da un paio d’anni
dopo aver finito l’università,
Plinio era ormai in pensione, ma
sempre attivo nella vita pubblica
e pieno di idee, come decenni
prima, quando aveva promosso il
gemellaggio con Aquileia (molto
ardito per i tempi che correvano)
e la collaborazione sportiva con
Ronchi, sua città natia.
Pronto
ad
ascoltare,
con
rispetto e meditata attenzione,
mai aggressivo, ma nemmeno
accomodante, ha espresso sempre
con chiarezza le sue idee ed i
suoi sentimenti, confrontandosi
serenamente con le opinioni altrui,
in ogni situazione.
Lo ringrazio per tutto quello che
ha fatto per il nostro comune e per
i suoi abitanti.
Grazie Plinio.
A PLINIO
di Mario Candotti
A nome dell’ANPI Prov. di Gorizia
unitamente alla sezione di Ronchi
al quale Plinio è iscritto.
Porgo le più sentite condoglianze
alla sua compagna Lidia, ai figli
Valda, Guglielmo e Ketty con i
loro rispettivi coniugi, alla sorella
Maria Pia e più in là ai nipoti e
pronipoti del bisnonno Plinio.
Plinio amici d’infanzia sempre
gioviale e sorridente. Quando
ho saputo del suo male, mi son
detto No! È impossibile con quel
carattere allegro stampato sul suo
viso! Purtroppo era vero.
Mi ricordo le marachelle da
ragazzi, al gioco del calcio, suo
gioco preferito, si comprava il
pallone in comunale dopo la
raccolta di residui bellici. 100
ballini di piombo 1 lira, un tanto
per il pallone 60 cent. Cine il resto,
castagne secche e giochi tal castel
della fabrica a Vermean. Balon,
pendul, sčinche e quant’altro
improvvisato.
A 14 anni apprendisti in cantiere,
è l’inizio della guerra, i giochi da
Pag. 2
ragazzi sono messi a parte, siamo
giovincelli, ed eravamo un bel
gruppo de muli. Io, Millo, Melio,
Ugo, Silvano, Bepi, Piero, Mario,
Arturo, Renzo, Valdi e Plinio.
Altri svaghi altre vedute, la guerra
incombe, si comincia a ragionare
e capire. Caduta del fascismo 8
settembre. Inizia la Resistenza,
una buona parte del gruppo va
in montagna. Ecco adesso, con
il seguito degli avvenimenti che
citerò, il legame tra la sua e la mia
famiglia.
Alla battaglia di Gorizia, sul ponte
del Vipacco a Merna mio fratello
muore combattendo.
Plinio è con lui. 24 maggio ’44
rastrellamento, 70 Ronchesi sono
deportati: donne ad Auschwitz,
uomini a Dachau fra i quali io e
mio padre, padre e fratello Valdi
di Plinio.
Con Valdi divido i giorni tragici
della deportazione, fame, freddo
freddo e fame, angherie immani. A
poco tempo della liberazione Valdi
subisce un brutale pestaggio, che
già minato fisicamente non ce la
fa. Non ce la fanno neanche i nostri
genitori. Al rientro a Ronchi ho
l’ingrato compito di riferire a sua
madre Giuditta.
E Plinio mi racconta come è
morto mio fratello Renzo. Erano
assieme combattendo contro i
cetnici. E Plinio apprende anche
che l’altro fratello, Giuseppe è
caduto a Salerno con il C.I.L.
Ecco! Che oltre l’amicizia che mi
univa a Plinio è un qualcosa in più
che ci ha legato.
Posso essere indifferente
questo?
Posso dimenticare?
Ciao Plinio
a
L’ULTIMO SALUTO A PLINIO TOMASIN
27-VIII-1926 / 10 –I- 2010
di Rosi Kandus e Luisella Ravalico
La nostra Comunità nazionale
è di nuovo in lutto: il nostro
amato PLINIO TOMASIN ci ha
lasciato. La data del trapasso è il
10 gennaio.
Caro Plinio,
dopo lungo periodo d’infermità
ti sei addormentato per sempre.
La morte che mai si accetta, ha
spezzato il filo della tua vita e ci
ha colpito nel più profondo del
cuore.
È con vero dolore che siamo qui
riuniti per rivolgerti l’estremo
ma il più affettuoso saluto degli
appartenenti
alla
Comunità
degli Italiani »Giuseppe Tartini«
di Pirano, degli amici e della
cittadinanza tutta.
Nel tuo vivere deciso ma affabile
hai trascorso la tua esistenza
confortato dall’amore di Lidia, la
tua cara consorte, e dai tuoi diletti
figli Valda, Guglielmo e Ketty
e da tutti gli altri tuoi familiari
e parenti ai quali esprimiamo il
nostro cordoglio più profondo.
Caro Plinio, se ne va con te un
altro testimone del nostro tempo,
una colonna che ha saputo sfidare
le vicissitudini della storia. Noi
faremo tesoro della tua esperienza,
ricordando e tramandando ai
posteri i valori storico-sociali
della nostra generazione.
Sempre corretto, dispensatore
di positività, affrontavi sicuro le
sfide che si presentavano e che
risolvevi con quel solito modo di
porti – semplice ma determinato.
Eri un uomo felice di vivere, buon
padre e lodevole capofamiglia.
Presidente della C.I. di Pirano dal
1960 al 1968 e dal 1982 al 1986 ne
curavi l’esistenza e la continuità
nell’ impegno di salvaguardare i
valori della nostra italianità.
Sempre propositivo, alla gioventù
che ti attorniava – infondevi il
rispetto per le conquiste della
Lotta Popolare di Liberazione.
Nascevi a Ronchi dei Legionari
il 27 agosto 1926 – 84 anni fa.
Crescevi in una famiglia di
Pag. 3
lavoratori assieme ai fratelli
Giuseppe, Valdi e Maria Pia.
Tuo fratello Valdi insieme a tuo
padre Guglielmo non faranno mai
più ritorno da Dachau .
In giovanissima età, quando oramai
infuriava la guerra, hai voluto dare
il tuo contributo di combattente
e sei diventato un audace e fiero
giovane partigiano.
Cominciava così per te un nuovo
capitolo di storia. E da giovane
spensierato ti trasformavi in un
giovane impegnato, pronto anche a
sacrificarti per gli ideali di libertà,
giustizia e fratellanza. Stringevi
forte forte la bandiera che con il
tricolore italiano con la stella rossa
simboleggiava la nuova volontà
di libertà e giustizia. Entravi
risoluto e fiero nel Battaglione
d’assalto
GaribaldiTrieste
che più tardi diventò Brigata.
I giovani partigiani, sempre
più numerosi, entravano nel
Fronte Popolare di Liberazione
gridando e cantando forte la
loro fede, abbracciavano la causa
per la liberazione dall’invasore
nazifascista.
Ben presto diventavi vicecomandante del Battaglione della GAP
(Gruppo d’azione popolare) con
compiti particolari che esigevano
molto coraggio, prodezza e fede
nella vittoria.
Le azioni del GAP ebbero molta
risonanza nella popolazione
della regione Friuli Venezia
Giulia e gli atti di eroismo dei
giovani partigiani assicuravano
la popolazione e la confortavano
nelle difficoltà della guerra.
Plinio grazie al tuo valore eroico
sei diventato una personalità di
primo piano nei testi storici della
Resistenza.
Nel dopoguerra Plinio si stabiliva
con la giovane famiglia a Pirano.
Questa diventò ben presto la sua
città natale. Infatti dedicò tutta la
sua opera di valente cittadino al
benessere e alla prosperità della
città.
Amato e rispettato fu subito
nominato a cariche di responsabilità
nel campo dell’economia e dello
sviluppo – non solo in ambito
comunale , ma anche costiero e
repubblicano.
Dal 1950 in poi svolse per ben due
mandati la carica di Presidente
dell’Assemblea comunale di
Pirano che oggi trova il suo
omologo nel sindaco.
Nonostante i numerosi impegni
molto care gli erano le attività
sportive, dove era impegnato
personalmente, e soprattutto
dove promuoveva nei giovani
l’entusiasmo e l’amore per lo
sport.
Contemporaneamente
offriva la sua esperienza politica
di valoroso ex combattente nell’
Associazione dei Combattenti
della LPL (lotta popolare di
liberazione) del Comune di
Pirano.
Per il suo operato è stato insignito
di numerose onoreficenze.
Tra le tante:
¤ quella dell’ Ordine al valore
(1946),
¤ per meriti verso il popolo con
stella d’argento (1946),
¤ della fratellanza e dell’unità
con serto d’argento (1949),
¤ per meriti verso il popolo con
serto d’argento (1954),
¤ Ordine della repubblica con
serto d’argento (1964),
¤ Ordine del lavoro con serto
d’oro (1970),
¤ nonchè la targa
dell’Associazione dei
combattenti della Slovenia.
Ti ricorderemo per il rispetto e
l’amore per la nostra Pirano che
come spesso ripetevi, non avresti
mai abbandonato per nessuna
cosa al mondo.
Oggi ci lasci nella mestizia
e nel dolore. Ci mancherà la
tua presenza di persona cara e
bonaria.
Caro Plinio, non ti dimenticheremo.
(Testo del discorso ridotto)
PLINIO NEI MIEI RICORDI
di Ondina Lusa
Ricordo Plinio Tomasin sempre
intento a portare avanti tantissime
attività legate soprattutto alla
nostra comunità. Una delle
azioni da lui promosse è stato
il gemellaggio di Pirano con
Aquileia. Il gemellaggio con
Aquileia è stato uno degli anelli che
ci ha visti partecipi con le nostre
attività (coro, filodrammatica,
incontri degli alunni sia a Pirano
che ad Aquileia); tali contatti
hanno fatto sì che si instaurassero
rapporti e vincoli di amicizia che
si protraggono tutt’ora.
Meritevole dunque di tutti i contatti
Pag. 4
e attività che si sono sviluppate a
seguito di tale iniziativa.
In
occasione
del
quinto
anniversario del gemellaggio,
Plinio si è prodigato per la
realizzazione della pubblicazione
“Ponti di amicizia” affinché
uscisse in versione trilingue con
il coinvolgimento delle autorità
comunali di entrambe le cittadine.
Desidero
ricordare
questa
particolarità dell’attività di Plinio
che mi aveva coinvolta quale
redattore responsabile del Lasa Pur
Dir pubblicazione della Comunità
degli italiani di Pirano.
STUDENTI AMERICANI IN COMUNITÀ
di Alberto Manzin
All’inizio di gennaio ci ha fatto nuovamente visita
una delegazione di studenti americani del Minnesota.
Affascinati dai racconti dei loro compagni venuti
in visita l’anno scorso hanno voluto ripetere la
piacevole l’esperienza.
Gli studenti stanno approfondendo il tema dell’identità
nazionale ed in special modo nelle aree di confine.
Tema questo alquanto arduo da comprendere per chi
proviene da uno stato vastissimo e multietnico quale
gli Stati Uniti d’America.
Gli ospiti sono stati ricevuti a Casa Tartini dal
vice-sindaco, Alberto Manzin che ha illustrato
loro l’organizzazione e le attività della CNI in
Slovenia e Croazia. La relazione è stata incentrata
sulle particolarità della nostra minoranza autoctona,
sulla tutela legislativa di cui godiamo e sulla sua
altalenante applicazione pratica. È stata toccata anche
la divisione della Comunità nazionale italiana in due
stati e gli sforzi profusi per mantenerne l’unitarietà.
Sono state presentate le organizzazioni e le attività
sia politiche che culturali sul territorio, come pure le
nostre istituzioni (asili, scuole, radio e TV).
Le domande degli studenti si sono polarizzate
su tre temi fondamentali: gli eventi storici che
hanno determinato la presenza del nostro gruppo
nazionale al di fuori dei confini statali italiani, la
tutela costituzionale delle minoranze in Slovenia
e l’inclusione degli appartenenti alla CNI nella
vita sociale e politica del paese. Ne è seguito un
interessante dibattito al fine di comprendere meglio
la convivenza / tolleranza tra le minoranze ed il
popolo di maggioranza in Slovenia.
Dopo aver visitato Casa Tartini e palazzo comunale,
la delegazione studentesca si è recata a Trieste per
un incontro simile presso le istituzioni slovene in
Italia.
SAGGIO DI PIANOFORTE IN CASA TARTINI
di Milly Monica
Iniziato l’anno in Casa Tartini con il saggio degli
allievi di pianoforte guidato da Milly Monica. Al
numeroso pubblico si sono presentati i ragazzi del
corso: Nastja Levanič, Maria Monica Mariotti,
Eva Amanda Pocecco, Aurora Lovrečič, Mari Ana
Mezek, Serena Protič. Hanno eseguito brani di:
Suchon, Goedicke, Mozart, Chopin, Bach, Bastien,
Turk, Karamanov, Schmitt, Brimhall.
Dopo le vacanze di Natale e di Capodanno, periodo
di spensierato svago, i pianisti si sono esibiti
per festeggiare insieme a parenti e conoscenti il
»Didodeso«, l’Epifania che tutte le feste porta via.
Ospiti gli allievi del corso di pianoforte della CI
di Momiano, Gabiele Circota, Donatella Krastič e
Virginia Prodi. A concludere in bellezza la serata è
stato Davide Circota, allievo della scuola di musica di
Zagabria con un impegnatissimo brano Hačaturjan.
Augurando un sereno anno nuovo a tutti i partecipanti
è stata consegnata una »calza della befana« (la
Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte...) dalla
graziosa valletta d’occasione Anna Klarica.
Per l’improvvisa scomparsa di
ANDREJ ROJEC
la Comunità degli italiani esprime
le più sentite condoglianze alla famiglia.
Noi ex allievi del Liceo scientifico di Pirano
ricordiamo con simpatia
ANDREJ ROJEC
che è stato nostro insegnante di lingua inglese
e ci doliamo della sua scomparsa.
RINGRAZIAMENTO
Ringrazio, assieme ai miei figli ed alle loro famiglie, tutti coloro che ci sono stati vicini in questo triste
momento. Infinitamente grati agli Amici di pesca, alla Comunità degli Italiani di Pirano, alla Scuola
Vincenzo e Diego de Castro, all’asilo la Coccinella di S. Lucia, al Collettivo del Casinò di Portorose,
alla Comunità locale di Portorose, ai nostri parenti, ai nostri amici, agli alunni di tempi lontani ed ai
conoscenti tutti.
Jolanda Ravalico Rojec
Pag. 5
L’ ANGOLINO DELLE NOSTRE SCUOLE
DICEMBRE IN PRIMA CLASSE
creeremo delle maschere guidati dalla mamma di
Anna e presenteremo la nostra scuola.
L’otto dicembre per noi della prima classe è stata una Se non siamo in ritardo, vorremmo cogliere
giornata davvero particolare. Al mattino è venuta a l’occasione per augurare a tutti un sereno 2010.
trovarci a scuola la mamma di Aurora. Assieme a lei
abbiamo preparato dei biscotti alle mandorle e dei
GLI ANIMALI FORTUNATI
pasticcini al cioccolato. Dopo aver impastato tutti gli
APPRODANO AL LABORATORIO
ingredienti sotto l’occhio vigile della nostra ospite,
L’INVENTASTORIE
abbiamo infornato le nostre squisitezze e in pochi
minuti il profumo si è diffuso per tutta la scuola.
L’anno nuovo ha già portato una nuova storia al
Sembrava davvero di stare in una pasticceria.
Al pomeriggio siamo ritornati a scuola assieme laboratorio L’Inventastorie, nata l’11 gennaio 2010,
ai nostri genitori e ad alcuni bambini, genitori ed intitolata Gli animali fortunati i cui autori sono Anna,
insegnanti del gruppo degli Aquiloni dell’asilo. Lana Maria, Thomas e Lorenzo. I piccoli Inventastorie
Guidati dalle insegnanti Liliana, Daniela e Doriana hanno conosciuto alcuni animali particolari quali il
abbiamo creato tanti biglietti d’auguri usando colori, fenicottero, il cuculo, il pellicano, lo struzzo, la donnola
foglie e rametti essiccati, pizzi e … chi più ne ha, più e l’upupa che si sono ritrovati nel bosco in una giornata
invernale molto fredda. Cosa potevano fare in una
ne metta.
Al termine abbiamo naturalmente offerto a tutti i situazione simile?
dolcetti preparati al mattino e dobbiamo dire che Ecco la storia: Gli animali fortunati
sono stati molto graditi. Quasi tutti i biglietti creati In una fredda giornata invernale il fenicottero Paolo,
sono invece stati venduti nel corso della festa di il cuculo femmina Lisa, il pellicano Luce, lo struzzo
Santa Lucia. Vi inviamo alcune foto con noi al Formica, la donnola Gondola e l’upupa Cristiana si
lavoro al mattino, mentre prepariamo i dolci e al incontrano casualmente nel bosco. Gli animali hanno
pomeriggio mentre creiamo i bigliettini assieme ai bisogno di una tana dove passare la notte, di una
nostri genitori. L’ultima foto è una panoramica con pelliccia e di una coperta per coprirsi, e anche di cibo
i nostri dolci… sperando di farvi venire l’acquolina perché hanno fame. Il pellicano Luce invita gli altri
animali a casa sua per passare la notte. Lui ha una
in bocca.
Un’altra giornata davvero speciale è stata il 23 grande casa nel bosco con la piscina e, vicino ad essa,
dicembre. In quell’occasione è venuta a trovarci la c’è anche il ruscello. Accanto alla casa inoltre si trova
mamma di Laureen. Assieme a lei abbiamo creato una torre in cui gli animali possono dormire. Nella
dei bellissimi alberelli di Natale usando una rete torre ci sono molti letti.
metallica, dei rami di abete norvegese, piccole Quando gli animali arrivano a casa sua, si sistemano.
pigne, semi e altre piccole decorazioni. Abbiamo Tutti hanno fame e il pellicano Luce, che ha un grande
lavorato intensamente per ben due ore. Alla fine becco in cui può portare tanti pesci, va a pescare nel
però eravamo molto soddisfatti del risultato ottenuto. ruscello vicino. Lo struzzo Formica cucina molto bene.
Dunque, lui farà il cuoco e la donnola Gondola farà
la cameriera: servirà la cena ai tavoli agli altri ospiti.
Anche l’upupa Cristiana avrà un compito importante:
lei dovrà riordinare tutto, anche le stanze da letto.
Quando finiscono di cenare, tutti insieme vanno a
guardare la televisione e guardano i cartoni animati
su Rai Gulp.
Il giorno seguente il tempo non migliora. Piove e fa
molto freddo. Il pellicano Paolo è molto gentile e non
manda via gli animali perché sono bravi e sono suoi
I classe
amici. Decidono di rimanere lì per sempre. Insieme
SE«Vincenzo e Diego de Castro«, Lucia
potranno giocare, lavorare e divertirsi… ed essere per
sempre felici e contenti.
Cogliamo l’occasione per ringraziare di cuore le Cari bambini, vi attendiamo lunedì 15 febbraio 2010
due mamme che si sono rese disponibili e ci hanno alle ore 17.00 presso la Scuola dell’Infanzia »La
fatto trascorrere due giornate veramente speciali. Coccinella« di Sicciole per il nostro Laboratorio.
Ricordiamo infine che per il mese di gennaio stiamo Venite numerosi per creare, giocare, scherzare …
preparando un altro incontro al quale saranno invitati ti aspettiamo impazientemente!
Le maestre Elena e Mariella
pure i bambini “grandi” dell’asilo. In quell’occasione
Pag. 6
I SQUERI A PIRANO
di Nini Rossi
Pirano, città cresciuta su una
penisola circondata dal mare,
per potersi sviluppare, ha dovuto
possedere una sua flotta marittima,
già nei tempi passati, costituita
di varie imbarcazioni in legno,
bragozi, batane, chiate, trabacoli,
bastimenti, i quali erano fonte di
vita per i piranesi. Il commercio si
svolgeva prevalentemente per via
mare ed era molto sviluppato già
ai tempi del dominio veneto, per
il trasporto di legname e pietra per
la stessa costruzione di Venezia,
per non parlare della pesca, del
trasporto del sale, la cui produzione
era una delle più importati fonti
di guadagno. I marinai piranesi
erano molto conosciuti, nell`area
mediterranea, per la loro capacità
di naviganti. Pirano, grazie al suo
sale, che fu fonte di ricchezza, ha
potuto progredire, costruendo la
cittadina, con le sue mura, chiese,
palazzi, abitazioni ed infrastrutture
pubbliche che per quei tempi
erano all`avanguardia...
Per costruire le imbarcazioni
esistevano i cantieri, chiamati
squeri, in cui venivano prodotti e
riparati vari tipi di barche. Questi
erano dapprima localizzati nella
stessa città, poi trasferiti un po`
fuori, verso Portorose.
Anche a quei tempi, per costruire
le
imbarcazioni
esistevano
maestranze di grande esperienza e
capacità anche se le varie strutture
non erano a livello odierno,
sviluppate grazie al progresso...
Nei cantieri o squeri, dello scorso
secolo, ed anche prima, quando
erano in voga imbarcazioni in legno
e non in ferro, venivano praticati
dei mestieri che ora non esistono
più o vanno scomparendo.
Nelle seguenti righe cercherò di
illustrarli.
I più importanti erano i Maestri
d`ascia, i quali trasformavano
i tronchi di legno dandone le
svariate forme necessarie, come
alberi per la velatura, corbe e
fasciame per gli scafi, remi, timoni
ecc...Il loro attrezzo principale era
l`ascia. Un detto: L`ascia, chi no
la sa doperar, che la lascia....
Poi, i Calafati, un mestiere
speciale, senza il loro contributo,
i bastimenti non potrebbero
galleggiare e non erano impegnati
solo negli squeri, ma anche sulle
navi come marinai. Il loro lavoro
consisteva nell`immettere nelle
fessure fra i madieri dello scafo,
con l`aiuto della mazzola di legno
e delle paiele, la stoppa (sfilacci
di canapa incatramata) acciocché
l`acqua marina non penetri
all`interno.
Per sfruttare la forza del vento,
la velatura doveva pure essere
sistemata nel modo migliore. Di
questo si occupavano i marineri,
abilitati per comporre le vele,
intrecciare i cordami necessari per
la navigazione e gli ormeggi. Per
la cucitura usavano grandi aghi
e il salvaman o guardamano, di
cuoio, con una piastrina di ferro,
tenuto nella mano destra, con cui
spingevano l`ago nella tela.
Negli squeri, era molto diffusa
anche la zincatura della ferramenta
usata per tenere unite le varie parti
in legno: chiodi, barre, bulloni,
viti, braghe, tiranti ecc... Il ferro ha
un nemico nel mare, la salsedine,
che lo corrode in breve tempo,
rendendolo inutile. La soluzione
era di ricoprirlo con un sottile strato
di zinco, il quale resiste bene alla
corrosione. Quindi, tutta questa
ferramenta, veniva immersa in
vasche di piombo, contenenti un
acido atto a ripulirla di eventuale
ruggine, poi, il materiale ben
asciugato, veniva immerso nello
zinco fuso in appositi forni, e tutto
quel materiale prendeva un bel
colore argenteo, ricoperto dallo
zinco che lo rendeva immune
alla corrosione. Questo lavoro
era malsano, essendo i vapori di
zinco fuso, tossici, l`antidoto era
bere molto latte...
La bruciatura esterna degli scafi
delle barche in legno: essendo il
Pag. 7
legno a contatto con l`acqua marina,
veniva attaccato dai parassiti,
specialmente da un verme, il
quale divorando il legno, creava
delle cavità e fori che favorivano
la penetrazione dell`acqua negli
scafi, provocando non pochi
disagi.
Ogni
imbarcazione,
periodicamente, veniva tirata a
secco nei cantieri e sottoposta
ai lavori di manutenzione,
verniciatura ecc. Sotto la chiglia
veniva improvvisata una specie
di griglia su cui si sparpagliava
il materiale combustibile per la
bruciatura che veniva eseguita
ad intervalli e con prudenza,
il fasciame doveva essere solo
bruciacchiato, era pericolo che
s`incendi anche l`imbarcazione.
Per combustibile si usavano le
canne secche che abbondavano
nelle campagna di Pirano. Per
esempio a Cherso si adoperava
l`elicrisio, un arbusto che cresce
su quell`isola ed arde emanando
un forte calore...Con la bruciatura,
il pericoloso verme moriva ed
il legno era salvo per qualche
anno. Poi seguiva la raschiatura e
verniciatura con apposite pitture
che non permettevano ai parassiti
ed alghe di attaccarsi allo scafo.
Nei tempi remoti, invece, si
impregnava il fasciame con il
bitume o la pece.
Il carenaggio: per la manutenzione
degli scafi di barche più piccole
non era bisogno degli squeri,
ma c`era un altro modo che
ne riduceva anche le spese per
i proprietari: l`imbarcazione,
normalmente ormeggiata in porto,
veniva fatta inclinare, prima su un
fianco e poi sull`altro utilizzando
dei paranchi, funi e carucole
fissati alle sommità degli alberi
ed in terra, alla banchina, in
modo che metà scafo emergesse
dall`acqua e in tal modo effettuare
i lavori di pulizia e verniciatura
antivegetativa.
LETTERE IN REDAZIONE
Rinnovo nuovamente il mio augurio: che l’anno che
si è appena iniziato porti a tutti giorni sereni, colmi di
Felice Anno Nuovo augurano
salute, amicizia e prosperità.
Giuseppina e Bruno Kozlovič.
Cesarina Smrekar
Auguro a tutti un
Felice Anno Nuovo 2010.
Cara Donna Luisa,
ho dovuto strizzare il cervello per poter ricordarmi
alcuni lemmi dialettali. Però sono contenta perché
Vi auguro un inizio dell’Anno Nuovo che porti a
ricordarsi ancora di questi “vecchi” lemmi del dialetto
tutti pace e serenità. Cari saluti.
piranese, significa non dimenticarsi la nostra origine
Anita Dessardo e soprattutto non dimenticarsi della nostra madre
lingua. Le prime parole che abbiamo pronunciato
Auguro a tutti un
erano proprio quelle nel nostro dialetto. L’italiano
Felice Anno Nuovo 2010.
l’abbiamo imparato un po’ più da grandi, in asilo e
Antonia Pitacco poi a scuola.
Un forte abbraccio a te, a babbo Natale e al salinaro
Vittorio.
Spett.le Comunità Italiana di Pirano
Giorgina Rebol
Io Giurco Maria Luisa e la mia amica Adelaide
Spadoni, ringraziamo vivamente per la bella serata e
la Presentazione del libro »Vent’anni della Festa del Cara Donna Luisa, innanzitutto le faccio i più
vin 1989-2008« svoltasi a Santa Lucia di Pirano, di sentiti auguri per il suo compleanno. Con la presente
cui vi inviamo molti Complimenti e Auguri a tutti gli la ringrazio per il lavoro di recupero delle nostre
autori, gestori e a tutta la Comunità.
tradizioni che ha fatto, sta facendo e mi auguro
Auguri di un Buon Anno e Buon Proseguimento.
continui anche in futuro.
Codiali Saluti.
Le feste sono passate, l’anno appena finito è stato
Giurco Maria Luisa e Adelaide Spadoni per me un anno pieno di ricorrenze. Ho compiuto 70
anni il 26 dicembre e nel mese di novembre abbiamo
festeggiato 50 anni di matrimonio. Per queste feste
Cari amici!
ringrazio in primo luogo i miei familiari, parenti e
Siamo già nel nuovo anno 2010 e pur se in ritardo conoscenti che con i loro auguri e la loro presenza mi
auguro agli amici, collaboratori e attivisti della nostra hanno fatto gioire dei traguardi raggiunti.
Comunità i miei auguri più sinceri di successo, Auguro un sereno 2010 a tutti.
soddisfazioni e riconoscimenti per tutto ciò che avete
Saluti dalla signora Bianca Zudič
programmato per quest’anno.
Desidero scrivere alcune righe su cose che mi stanno
Detti
a cuore. Ho scoperto che avere 80 anni significa aver
di Nella Nemec
raggiunto un bel traguardo, fatto di tante tappe segnate
nel corso della vita. Ti ritorna alla memoria ogni
Ovunque l’ago va, il filo passerà.
momento importante che hai vissuto e accompagnato
*
da tanti ricordi. E comunque le esperienze che hai
Paglia
e
fuoco,
assieme
dura poco.
vissuto ti hanno fatto capire che anche il presente è
*
bello da vivere quando possiedi la fortuna di avere
Chi
non
sa
soffrire,
non sa gioire.
attorno a te affetto, amicizia e simpatia.
*
In tanti anni di appartenenza alla Comunità, una
Dopo un bel gesto, non farci il manifesto.
parte di questi sentimenti mi ha fatto comprendere
*
di farne veramente parte. E inevitabilmente ritorno
Chi
tarda
dare,
non sa donare.
col pensiero alla già trascorsa giornata delle mie “
*
80 primavere”, che avete reso indimenticabile col
L’amicizia cortese, non calcola le spese.
calore della vostra amicizia. L’armonioso canto del
*
coro, le commoventi parole di benvenuto, la poesia
Arrivato
in
cima,
non
scordar dov’eri prima.
che mi è stata dedicata e gli abbracci augurali degli
amici presenti, sono stati per me doni che rimarranno
Tanti auguri per un Felice 2010
a lungo presenti nel mio cuore.
Umberto Tamaro
Pag. 8
AVE MARIA
di Bortola Pitacco (Bortolina)
Ave Maria. Quanti e poi strani ricordi ci vengono in
testa quando si è anziani! Oggi ho pensato, non so
perché, alla mia città e di quando ero piccola e della
mia mamma. Mi ricordo il duomo con il suo bel
campanile, che è uguale a quello che c’è, a Venezia,
sul campanile oltre che l’ orologio c’è un angelo.
Mio papà mi diceva che l’angelo si gira con il vento,
come gira il vento così gira anche l’angelo, cosa
veramente utile in una cittadina di gente di mare. Io
mi chiedevo come poteva avere tanta forza il vento
per far girare l’angelo, insomma più ci pensavo e
meno ci credevo. Ma la cosa più importante era
l’orologio che scandiva le ore e i quarti d’ora tutto il
giorno e la notte. A Pirano c’era un orefice che credo
si chiamasse Gastone, ma non sono proprio sicura
del nome, lui aveva il compito di farlo funzionare, e
lo ha fatto funzionare sempre almeno fino a che io
sono rimasta a Pirano. Questo racconto è di quando
ero piccola e la mia mamma era ancora viva. In
linea d’aria abitavamo quasi sotto il campanile,
quindi tanto le ore quanto le campane le sentivo da
vicino...
Io stavo sempre con la mamma ero piccola e non mi
era concesso di scendere in strada a giocare come
faceva mio fratello Nino che aveva tre anni più di
me. Qualche volta alla sera la mamma usciva per
fare la spesa o a prendere l’acqua con la mastela,
perché a quei tempi quasi nessuno aveva l’acqua
in casa, ma neanche la corrente elettrica se è per
questo, neanche servizi igienici, insomma nessuna
comodità. In casa avevamo uno sgabello dove ci si
poteva sedere anche in due bambini. Infatti molto
spesso ci sedevamo io e mio fratello assieme, ma
era freddo e ci sedevamo davanti al focolare vicino
al fuoco per stare più caldi, non mancavano mai i
litigi come fanno tutti i fratelli. Allora un giorno, che
eravamo vicino al focolare e che la mamma aveva
appena tolto via dal fuoco la pentola della minestra,
Nino mi diede uno spintone ed io cadendo misi una
mano dentro la minestra e l’altra nella fornaseta,
meno male che il fuoco era quasi spento. Però la
mano era quasi cotta come la minestra, non so come
raccontare quanto male mi faceva. La mamma mi
avvolse in una coperta e mi mise a letto, poi corse
a chiamare il dottore, che prescrisse degli unguenti,
il dolore era insopportabile avevo la mano coperta
di vesciche, mi ci vollero dei mesi prima di guarire
perché mi vennero anche infezioni e dovevo stare
sempre con la mano fasciata. Su quello sgabello
molto spesso mi sedevo da sola per giocare con la
bambola tanto Nino andava a giocare e la mamma
andava via per qualche commissione, ma tante volte
anche per fare due chiacchiere con le amiche, e
io restavo la da sola. Se la mamma usciva verso
sera io mi mettevo sotto la finestra e ascoltavo
quello che succedeva fuori nella corte o nellE case
vicine. Qualche miagolio dei gatti, qualche canto
di donna, ma intanto scoccavano i quarti d’ora
e la sera scendeva e piano piano si faceva buio, e
la mia mamma qualche volta ritardava tanto che
incominciava a suonare la campana dell’Ave Maria,
ed io iniziavo ad essere triste. Poi mi veniva anche
paura, mi sentivo troppo sola e mi sembrava di sentire
dei rumori dappertutto. Se ancora ricordo quelle
sere, mi vedo con la fantasia, là seduta ad ascoltare
le campane, che mi facevano anche aumentare la
tristezza. Io in quel periodo avevo una bambola
che mi teneva compagnia, poi quando la mamma si
ammalò, chissà come, è andata perduta. Da quella
volta non ho mai più avuto bambole, è come se fosse
finita la mia infanzia. Con la morte della mamma
cambiò tutto per me, altro che restare da sola sotto la
finestra ad ascoltare le campane, dovetti farmi forza
perché in ogni caso per chi rimane in questo mondo
la vita continua. Ora alla mia avanzata età, e a causa
degli avvenimenti del dopoguerra, da tanti anni non
sento più il suono delle campane del campanile di
Pirano, però è strano come certi ricordi rimangano
incisi nella coscienza e tornino in memoria quando
uno meno se l’aspetta.
I NOSTRI TOPONIMI: TRA OBLIO E “INTERPRETAZIONI” DI COMODO
di Kristjan Knez
Se parliamo dei nostri toponimi andiamo a toccare un
punto delicato in quanto buona parte dei medesimi
è stato sostituito nel corso degli ultimi sessant’anni,
come conseguenza della volontà, da parte delle
nuove autorità, d’imporre il proprio potere. E non
è una questione esclusivamente “storica” cioè del
passato, anche ai giorni nostri lo stravolgimento
continua. Così il Campo alle Porte a Isola, ad
esempio, è diventato “Lonka”, che, francamente, non
saprei cosa significhi. Il corso d’acqua che sfocia
non lungi da Capodistria, il Cornalunga, o Fiumisin
come lo chiamava la popolazione locale (chi conosce
ancora tale idronimo?), è ormai sostituito da quello
di Badaševica. E la baia di Nambole a Strugnano,
o più comunemente “Sóto la Crose”? Ancora in
pochi usano siffatto nome, da alcuni lustri è ormai
Pag. 9
imperante quello di “Mesečev zaliv” cioè Golfo
della luna, che sarà anche romantico ma non trova
riscontri, perché è stato inventato di sana pianta
da qualcuno a Lubiana. E pensare che su una carta
dell’Armata jugoslava, del 1949, troviamo sia “Rt.
Sv. Križ” sia “Rt Ronko” ossia Ronco, da tempo
slovenizzato in Ronek.
Lo scorso anno la Società turistica di Strugnano
ha edito un interessante calendario con le cartoline
d’epoca che ritraggono la località. L’ultima pagina
propone un testo, in versione bilingue, del dr.
Marko Vidnjevič, etnologo ed antropologo, con
alcune informazioni di carattere generale, e tra
queste alcune riguardano i toponomi. Purtroppo
dobbiamo segnalare le inesattezze e al contempo
siamo rammaricati che quel testo così compilato sia
andato in stampa senza che nessuno segnalasse gli
errori (anche grossolani). A proposito delle saline
l’autore menziona Martin Krpan, uomo forzuto che
su invito dell’imperatore combatté contro i Turchi
a Vienna, ma anche contrabbandiere di sale. Si
tratta però di un personaggio fantasioso creato dallo
scrittore sloveno Fran Levstik e pertanto non ha
nulla a che fare con la storia delle nostre contrade.
Come assolutamente fuori luogo è la citazione di
un altro intellettuale sloveno, ossia Jakob Kelemina
(1882-1957, studioso di folklore e storico letterario),
e la leggenda da lui raccolta (sarebbe interessante
sapere dove e quando fu registrata) secondo la quale
il toponimo Strugnano deriverebbe da “struna”
cioè corda (di uno strumento musicale). Come ha
già ricordato Daniela Paliaga nel suo intervento,
bisogna stare “attenti a non scambiare la storia con
le fiabe”. Qualcuno dirà che sono malizioso, ma tale
spiegazione la vedo esclusivamente come un ripiego
proposto da qualcuno – sarebbe interessante sapere
da chi – per indicare una presunta origine slovena
di questo luogo situato tra Isola, Portorose e Pirano.
Anche se si tratta di una falsità essa attecchisce, e
la prova evidente è il calendario in questione. Non
si può prendere tutto per oro colato, pensiamo che
alla fine dell’Ottocento qualcuno aveva asserito che
Giuseppe Tartini fosse figlio di genitori croati!
Nella raccolta di documenti medievali curati da
Camillo de Franceschi (in “Atti e Memorie della
Società Istriana di archeologia e storia patria”, vol.
XXXVI, Parenzo 1924), leggiamo di “… vineam
jacentem in Strugnano” (marzo 1276, p. 209)
oppure di “salinas… in Strugnano” (20 novembre
1287, p. 258). Il toponimo deriva da Strunianum
(nella versione italiana Sandro Kravanja non si
limita a tradurre, infatti, indica tale dato di fatto).
Non sappiamo quale sia la sua origine, certo è che lo
riscontriamo nel corso dei secoli, e dopo l’apparizione
della Madonna, nel 1512, sovente la località veniva
indicata come “Santa Maria de Strugnan”.
E la Stiusa? Quanti sanno effettivamente l’origine
del nome di quello specchio d’acqua prospiciente la
spiaggia? Essa era una peschiera ed il nome deriva
da “chiusa” (e non “chiuza” come indica Vidnjevič),
che in piranese, proprio grazie alla particolarità del
nesso “sti”, diventa stiusa per l’appunto, così come
la squama è la “stiàma” o il maschio è il “mastio”.
Da più parti, purtroppo, leggiamo della laguna di
“Stjuža” (anche in italiano) quasi fosse un tipico
nome sloveno!
Perché non accettiamo una possibile derivazione
slovena? Non possiamo accoglierla in quanto essa
è proposta o in mala fede oppure è il risultato di
una forte ignoranza o di disinformazione e perciò
si propongono tutt’al più improbabili “intuizioni”. Il
tutto potrebbe anche passare in sordina se tali cose
le scrivesse una persona poco istruita o un dilettante
che si dà allo studio della toponomastica, non è
tollerabile, invece, se affermazioni di quel tenore sono
diffusi da persone che sono dottori di ricerca. Questo
è inammissibile. Sino al XX secolo la stragrande
maggioranza della popolazione del Comune di
Pirano era concentrata nella città di Tartini, mentre
le frazioni limitrofe erano relativamente poco
popolate. Se escludiamo i tre paesi dell’entroterra
– Padena, San Pietro dell’Amata e Villanova
– storicamente a maggioranza slava (slovena),
il resto della popolazione era nella quasi totalità
dei casi romanza, cioè italiana. Di conseguenza i
toponimi non possono avere un’altra origine. Dagli
albori del XIX secolo in poi vi furono continui
spostamenti di famiglie dall’interno verso la costa
e così si trasformò la realtà etnica. Come ricorda
Marino Bonifacio la prima famiglia slovena giunta
a Strugnano risale al 1801 e proveniva da Corte
d’Isola; si trattava dei Cerquenich (= Cerkvenik)
(Cognomi triestini. Origine, storia, etimologia,
Trieste 2004, p. 8). Tali arrivi però non alterarono
per nulla la realtà sociale, linguistica e culturale del
territorio, anzi, i nuovi sopraggiunti assorbirono le
peculiarità amalgamandosi con la gente del luogo. I
toponimi, lo ripetiamo, rimasero pertanto sempre gli
stessi. Riportiamo queste brevi note perché riteniamo
che la storia debba essere ricordata per quella che
è stata e non manipolata con il fine di dimostrare
l’impossibile.
Solo in tempi più recenti, dopo il secondo conflitto
mondiale, ma anche all’indomani dell’indipendenza
della Slovenia, si tenterà – e possiamo dire che è
stato raggiunto un discreto successo – di stravolgere
i nomi geografici (gli odonimi furono, invece,
sostituiti in toto nel corso degli anni Cinquanta del
secolo scorso), per tramutare un territorio che aveva
delle caratteristiche specifiche e così avvicinarlo
a un’altra realtà – o a quella madrepatria – che
artatamente si voleva dimostrare appartenesse.
Pag.10
Conosciamo il nostro dialetto
di Donna Luisa
Carissimi amici lettori!
Le vostre lettere mi giungono sempre molto gradite, soprattutto perché mi invogliano a continuare la
ricerca. Ringrazio Nella e Rina di Strugnano, Giulio di Parezzago, Rosanna di San Bortolo, Antonia
di Sicciole, Marisa di Portorose e Ottavia di Pirano per avermi inviato i lemmi dialettali che inserirò
mensilmente in questa rubrica.
Avete certamente messo la calza sotto il caminetto per i vostri nipotini vero? Un’antica tradizione ci fa
immaginare la Befana vestita di nero con un grande cappellaccio che volando sulla scopa ci porta i suoi
regali. Se siamo stati buoni cose buone e belle, ma se siamo stati cattivi, carbone, cipolla e aglio e anche
qualche vistia.
Recita un antico proverbio: La Pifania dute le feste la scova via, quest’anno invece dopo l’Epifania ci
siamo trovati a presentare il volume sulla Festa del vin, con tanti amici.
Questo mese vi invito a risolvere i lemmi dialettali che mi sono stati proposti dall’amico Ugo Fonda di Santa Lucia.
1. Avaro
A. Vaso per fiori
2. Balon
B. Festa per il compimento di un lavoro
3. Baloner
C. Salvadanaio
4. Bassilâ
D. Ingozzarsi
5. Bidugola
E.Ciottoli
6. Difalcâ
F. Preoccuparsi
7. Disbratâ
G. Piccola panca
8. Fastughi
H.Guastato
9. Godoli
I. Fischietto
10. Gramegna
L.Vilucchio
11. Incoconâsse M. Pallone
12. Licofo
N. Canale fra i campi
13. Magagnado O. Uomo obeso
14. Magnagna
P. Punteruolo da calzolaio
15. Musina
Q. Fischiare
16. Piter
R. Torcere
17. Scagneto
S. Gramigna
18. Scavassâ
T. Fuscelli
Un’antica immagine di Pirano quando non c’era ancora la
19. Subia
U. Difetto
Riva
nova. La fotografia è della collezione del signor Sobota
20. Subiâ
V. Sottrarre
21. Subioto
Z. Riordinare
La soluzione dovrà pervenire entro il 14 febbraio 2010. Il partecipante, la cui risposta esatta verrà estratta, riceverà
il CD Calegaria 2, realizzato dall’omonimo gruppo musicale di Capodistria offerto all’ Unione Italiana.
Soluzioni del concorso pubblicato sul n. 12
Bacolera-Nido di scarafaggi, Bagigi-Arachidi,
Bagolina-Bastone da passeggio,
Flocion-Bugiardo, Fondaci-Fondi di caffè,
Indrioman-Continuamente, IstremîsseSpaventarsi, Negrisâ-Annerire, Nessa-Nipote
femmina, Nevodo-Nipote maschio.
Ontolâsse-Ungersi, Rispio-Mucido, RochetoleStelle filanti, Scabel-Comodino,
Scaio-Ascella, Smarido-Sbiadito, Sofego-Afa,
Solana-Insolazione, Strigaria-Incantesimo,
Tribolâ-Penare, Tronbini-Stivaloni.
Tra le risposte esatte è stata sorteggiata la
signora Anita Dessardo di Santa Lucia che
riceverà una cassetta di cachi offerta dalla
Produzione agricola Franco Giassi di
Strugnano.
Proverbi de casa nostra
*
I parenti xe come i stivali: più che i xe streti più i te fa mal.
*
A oni uselo ‘l nido xe più belo.
*
Chi no magna ga za magnado.
*
Inverno suto, primavera bagnada sarà una bona anada.
*
Co canta el cuco de matina bagnado, de sera suto.
*
Chi xe busiaro xe anca ladro.
*
Bio bevi amaro e spudâ dolse.
Pag.11
APPUNTAMENTI DI FEBBRAIO 2010
LABORATORIO DI MASCHERE
guidato da Loredana Musizza dello studio
»Lorymasks« di Parenzo,
sabato 6 febbriaio 2010
Per ulteriori informazioni ed iscrizioni
contattare la segreteria della CI.
del programma culturale della CAN di Pirano,
Isola e Capodistria.
Patrocinatori della manifestazione il Ministero
per la cultura della RS ed i Comuni di Pirano,
Isola e Capodistria.
Giovedì 4 febbraio 2010
alle ore 18.30 nella Biblioteca centrale Srečko
Vilhar di Capodistria, una serata dedicata alla
connazionale ISABELLA FLEGO, nota per
la sua attività di pedagoogo, per il suo impegno
sociale, per i suoi scritti in prosa, poesia e per il
suo lavoro di ricerca storiografica.
La manifestazione viene organizzata dal settore
italiano della Biblioteca centrale Srečko Vilhar
di Capodistria.
Sabato 6 febbraio 2010
alle ore 18.00 al Cafè central del Grand Hotel
Portorož di Portorose
apertura della mostra fotografica
“ LA MAGIA DELLE MASCHERE
PIRANESI” di Ubald Trnkoczy
e presentazione
dell’ “VIII GRAN BALLO DI
CARNEVALE” al teatro Tartini di Pirano.
Sabato 13 febbraio 2010
alle ore 20.30 al teatro Tartini di Pirano
VIII GRAN BALLO DI CARNEVALE
musica da ballo con i »BEST COMPANY« ed
il dj »ADRIANO ROJ« esibizione dei ballerini
delle scuole di ballo.
Premiazione delle maschere.
Organizzatori della serata:CI »Giuseppe
Tartini« di Pirano, CI »Santorio Santorio«
di Capodistria e la CAN di »Isola«.
La manifestazione è cofinanziata nell’ambito
Lunedì 15 febbraio 2010
dalle ore 17 alle ore 19 presso la scuola
dell’infanzia “La coccinella” di Sicciole
appuntamento con
L’INVENTASTORIE sul tema delle maschere.
Martedì 16 febbraio 2010
dalle ore 17 alle ore 19 presso la SE “Vincenzo
e Diego de Castro” di Sicciole
“CARNEVAL NO STA ANDAR VIA”
Festa in maschera per bambini,
organizzata dalla CI in collaborazione
con la SE Vincenzo e Diego de Castro.
Mercoledì 17 febbraio 2010
alle ore 18.00 presso la Biblioteca Civica di
Pirano L’ORA DELLA FIABA “La Bella e la
Bestia” in lingua italiana con Gloria frlič.
Giovedì 18 febbraio 2010
alle ore 18.00 nella sala delle vedute di Casa
Tartini a Pirano
SAGGIO
degli allievi del corso di chitarra
guidato da Vanja Pegan.
Il programma può subire modifiche.
Per informazioni potete contattare la segreteria
allo 6733090.
Pirano, 25 gennaio 2010
IL TRILLO, Foglio della comunità Italiana di Pirano.
Redattore responsabile: Bruno Fonda.
A questo numero de “Il Trillo” hanno collaborato:
Fulvia Zudič, Marisa Zottich De Rosario, Alberto Manzin, Žiga Dolher,
Nadia Zigante, Ondina Lusa.
Pirano, 25 gennaio 2010
Pag.12
Fulvia Zudič
Tel. segreteria: +386 (5) 673 30 90
Fax:
+386 (5) 673 01 45
Contabilità: +386 (5) 673 30 91
Fulvia Zudič: +386 (5) 673 01 40
E-mail: [email protected]
Stampa e impaginazione:
PIGRAF s.r.l., Isola
numero copie: 1100