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PERSONAGGI 14 24 agosto Il partigiano che amava anche i nemici «Giunsi così a capire che ogni gloria umana è effiScomodo, perché fuoriusciva da ogni schema. mera. Solo la gloria di Dio è eterna». Questo scriveLa stessa diversità che riecheggia nei racconti dei va nelle sue lettere. Il suo sguardo ti trafiggeva l’aninovantenni intervistati nel documentario, combattenma, come piombo fuso colato sul cuore: da quegli ti ai suoi ordini. Parlano quasi tutti in dialetto ligure. occhi non si poteva scappare. Bisagno. A settant’anni di distanza si commuovono, con i Così ne parlano i vecchi partigiani comparsi nel grandi occhi lucidi, ricordando la figura con cui ebvideo documentario diretto da Marco Gandolfo, che bero a che fare magari solo per pochi mesi, ma che asarà proiettato stasera alle 19 in vrebbe illuminato in seguito l’intero B3. Aldo Gastaldi, genovese, corso delle loro vite. Testuali parole. nome di battaglia Bisagno, il «Da che cosa derivava questa digiorno della resa dell’Italia du- Un videodocumentario versità?» dice Marco Gandolfo. «Da rante la seconda guerra monricostruisce la storia quello che lui guardava. Tutto ciò diale era un ragazzo di 21 anni. che ha fatto, l’ha fatto come risposta Fu il primo a prendere le armi di Aldo Gastaldi detto a una chiamata, alla situazione che e rifugiarsi in montagna, dive- Bisagno, leader della aveva davanti. Aveva la coscienza di nendo uno dei comandanti delun compito. E questo l’ha reso comla Resistenza in Liguria. Per lui resistenza ligure «che pletamente libero, perché l’unica diera l’occasione di creare uomi- dipendeva solo da Dio» pendenza che aveva era quella verni liberi: fece questo impostanso Dio». Escono a poco a poco, nel do la sua formazione in maniecorso del video, i lineamenti di quera assolutamente apartitica, in st’uomo reso straordinario dalla feun mondo dove tutto era stato politicizzato. de. Escono attraverso i racconti di coloro che lo inAveva a cuore il fatto che ognuno dei suoi uomini contrarono, e rimasero trafitti dallo sguardo di quel potesse giudicare ogni cosa che vedeva, prima di asoldato. Il regista ha deciso appositamente di non inderirvi. Cattolico di ferro, è stata riconosciuta da oserire alcuna voce narrante, se non quella degli stesgnuno – anche dagli avversari – la sua diversità. Lo si testimoni. scrivono incredibilmente nei loro rapporti persino le «Lui ha amato le persone che aveva davanti, e lospie nemiche. E di nemici ne ebbe tantissimi, spero lo percepivano». Per questo, e per la sua grande cialmente tra le sue stesse fila, tra i partigiani comucompetenza di soldato, presero a seguirlo. Colpiti da nisti che teoricamente combattevano dalla sua parte. una strana diversità, che si comunicava solo con l’e- Un’immagine del partigiano Bisagno: ancora oggi la gente lo prega come un santo sempio: li educava senza dire una parola, in silenzio. La poetessa Elena Bono rimase folgorata dal suo sguardo il giorno che lo vide passare in motocicletta, senza nemmeno sapere chi fosse. Il documentario narra di guerra, di sofferenza, di fame e di freddo, di tentativi di far fuori Bisagno da parte dei dirigenti comunisti. Ma non è tutto. Anzi, non è quasi niente: si narra di umanità. «È stato un testimone della fede in mezzo alla guerra» dice ancora Gandolfo. Non c’era contraddizione tra il suo essere soldato e il suo essere cattolico. La scelta di prendere le armi è stata vissuta in maniera drammatica, eppure fu tra gli unici a guardare come uomo an- che il nemico. I rapporti fascisti consigliavano di arrendersi a lui, perché non fucilava i prigionieri. Eppure la cosa più grande di tutte è vedere che oggi in Liguria, settant’anni dopo, la gente lo prega come fosse un santo. Ha lasciato un segno indelebile: alle presentazioni del documentario c’erano centinaia di persone. «È incredibile vedere come la fede crei un tipo umano così bello». Commuove, semplicemente, la storia che ha generato un uomo che sarebbe morto a soli 23 anni. Le lacrime di un partigiano lo testimoniano. Riesce a dire, con gli occhi lucidi: «Guardate che in montagna si è vissuto». Simone Lombardo L’ITALIA CHE LAVORA SIAMO CON CHI METTE PASSIONE IN OGNI COSA, CON CHI CREDE CHE IL LAVORO SIA UN MODO PER REALIZZARSI. SIA MO L’ITALIA CHE LAVORA. MEETING DI RIMINI 2015 WORKSHOP 2015 Persone che si prendono cura di Persone LUNEDÌ 24 AGOSTO 2015 TUTTI I WORKSHOP ore 12,00 CV e lettera di presentazione ore 16,00 Il colloquio di lavoro SI TERRANNO PRESSO LO ST TA AND STAND DI • Gi Gr Group oup Padiglione A1 MARTEDÌ 25 AGOSTO 2015 • ore 12,00 Gli attrezzi per conoscere e mappare il mercato del lavoro ore 16,00 Come cercare lavoro attraverso i social network VIENI A TROV TROVARCI! VARCI! A NUOVA SAIR COOPERATIVA SOCIALE ONLUS SEGUICI SU La prima multinazionale italiana del lavoro Gi Group SpA - Aut. Min. 26/11/2004 Prot. n° 1101 - SG - Iscrizione all’Albo Infor Informatico matico delle Agenzie per il Lavoro - Sez. I www.gigroup.it www w..gigroup.it Roma - 00131 Viale del Tecnopolo 83 Tel. 06 40800472 Fax 06 40800200 [email protected] Milano - 20154 Via Losanna 36 Tel. 02 87393092 Fax 02 36531052 [email protected] Ancona - 60100 Via 29 Settembre 2L Tel. 071 2076360 Fax 071 2076360 [email protected] Pompei (NA) - 80045 Via Anastasio Rossi 29 Tel. 081 8505900 Fax 081 8632721 [email protected] ALTRE SEDI: Rho (MI) - Cervesina (PV) - Sesto Fiorentino (FI) - Viterbo - Fiumicino (RM) www.nuovasair.it