La casa ha fatto boom Ma adesso gli angeli

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La casa ha fatto boom Ma adesso gli angeli
"La casa ha fatto boom
Ma adesso gli angeli
la rifaranno più bella"
Il terremoto visto dai più piccoli. Almeno 3000 sfollati con le famiglie
La Croce Rossa: "Sono loro la vera emergenza, dobbiamo aiutarli"
PAOLO FESTUCCIA
INVIATO AD AMATRICE (RIETI)
Anna di appena due anni e
mezzo lo racconta così il terremoto, come fosse un gioco,
«improvvisamente la casa ha
fatto boooom...e siamo scappati di corsa...». Mamma e papà
giù per le scale quella notte del
24 agosto, «con mamma nella
pancia anche un fratellino...tutti viaaa...». E poi, con la
macchina di corsa a fuggire il
più velocemente possibile. I124
agosto è stato anche questo
per i più piccini, forse un gioco,
ma con il volto del terrore. «Poi
sono venuti gli angeli... Hanno
preso casa, l'hanno portata via
e ora la stanno rifacendo più
bella e più grande di prima. Vero papà?».
Eccoli i bambini del terremoto. Almeno tremila, sfollati
con le loro famiglie. «Sono la
vera emergenza, hanno bisogno di un forte supporto psicologico», dicono dalla Croce
Rossa. La sfida, per chi li assiste, è trasmettere un senso di
normalità. In un posto dove di
normale non c'è più niente.
Anna dal 24 agosto non va
più nel suo asilo. Con la famiglia ha lasciato Amatrice. Ma
molti altri bambini sono rimasti nel borgo e in tante frazioni
ai piedi dei monti della Laga.
Disegnano cuori, e soprattutto
tanti, tantissimi arcobaleni.
Con decine di colori a pastello
diversi. Ringraziano tutti, altri
bimbi che da quella terribile
giornata in segno di solidarietà
hanno donato loro tutto ciò che
potevano: peluche, libri, giocattoli, poesie. E loro rispondono disegnando altri peluche
coloratissimi, trudi, orsetti e
colombe, tantissime colombe
di ogni genere, tipo e dimensione. Insomma, c'è un cuore
grande per tutti, per ciascuno
che ha donato o inviato qualcosa, anche la più piccola, il più
semplice dei pensieri, con l'impegno e la spontaneità di regalare un'emozione, un sorriso
strappato alle lacrime. Ma c'è
anche un cuore che più di tutti
svetta tra le decine di cartelle
scritte e i mille fogli di carta disegnati tra i banchi scolastici.
E' un cuore tricolore con la
scritta: «Forza Amatrice, facci
ancora sognare... aspettiamo
che torni nuova». E' uno dei
pochi disegni e il bimbo che lo
ha fatto - racconta una maestra - torna a utilizzare il verde, il colore della speranza. Ma
soprattutto, come dicono i più
piccoli, «il colore delle nostre
colline dei nostri monti... che si
alzano fino al cielo azzurrissimo». Un cielo denso, splendente, azzurro più che mai, che i
bimbi disegnano sempre. Anche perché quei luoghi nei loro
racconti sono ora gli unici punti fermi in un territorio dove in
pochi minuti il sisma del 24
agosto prima e del 30 ottobre
poi ha cancellato tutto il resto:
le case, le scuole, le chiese, i negozi, le abitudini quotidiane di
tutti i bambini di Amatrice.
Tutto cancellato come si fa a
scuola con il gesso sulla lavagna. Il vuoto, il nero, il buio. E
ancora, nei racconti su carta
colonne di polveri che si immergono in decine di idee colorate. Ma il grigio e il nero prendono «il posto dei gialli e dei
rossi» spiegano alcuni genitori,
mentre le ruspe e i camion dei
pompieri eclissano, sul cartoncino, scuolabus e pulmini. Nei
tanti disegni non ci sono più
strade, restano gli alberi e i
parchi colorati.
Cristian, nove anni, ha capito già tutto . Ha compreso danni e metabolizzato terrori. Poi
ha preso carta e penna e ha
cominciato a descrivere quella paure. Ora il terremoto lo
racconta e lo esorcizza in tanti
momenti delle giornata: disegna la casa, toglie, apre e chiude finestre e balconi . Il papà
ingegnere lo incoraggia e nelle
sua visione innocente di casa
non c'è più il tetto ma una lunga tela colorata che avvolge
l'abitazione, «così non ci sono
più sassi ma soprattutto non
c'è più la polvere...». Vedi babbo, «togliamo il tetto, togliamo
il primo piano e rimettiamo le
finestre e tutto torna come
prima...è semplicissimo». E
già, tutto torna come prima.
Per questo Marco che con la
famiglia è sfollato a San Benedetto del Tronto nei suoi disegni mette nel mare le montagne di casa: descrive uccelli,
pojane e caprioli che guardano il sole. Un raggio di luce, di
speranza . E il desiderio che
tutto torni come prima con gli
«amichetti a giocare al don
Minozzi». Poi, però, finalmente basta una passeggiata in
centro a San Benedetto nel
giorno di Halloween ed ecco
che Marco tra giochetto e
scherzetto e qualche ciambellina trova il nuovo luogo ideale
per spiegare a «mamma e papà...Che in fondo stiamo bene
anche qui... e quindi che torniamo a fare ad Amatrice che
non c'è più nulla?».
Storie, racconti, poesie, disegni. C'è di tutto nel cuore dei
bambini. Desideri che in ogni
momento scatenano fantasie,
giochi, spirito di adattamento.
Non è raro che, in molte circostanze, infatti, siano loro i primi a strappare un sorriso di
speranza ai propri genitori...
«Mamma - scrive e disegna
Maria - anche se siamo lontani
da casa, stiamo bene lo stesso,
stiamo insieme anche qui...». E
già, «ancora insieme» racconta
il papà, e non potrete mai immaginare la bellezza di «quella
notte del 24 agosto quando ho
sentito che mia figlia ancora
piangeva: nella disperazione
ho gridato di gioia...non immaginate quanto desideri ancora
oggi sentirla di piangere...».
Certo i disagi, la provvisorietà scolpita dal passare delle
ore e dei giorni si ferma profondamente nella
mente dei più piccoli. Federico disegna «mascherine,
camici bianchi, caschi dei soccorritori»; per loro sono
eroi, e «lo sono certamente e dobbiamo essergli grati»
racconta il papà
«ma per noi rappresentano anche il
finale di una grande storia d'amore
tra noi e la nostra
terra». E già, la terra che si solleva, «la
terra che fa booom... », come racconta Anna e che Iacopo disegna con «linee a zig zag colorate di nero...», come a rimarcare
le spaccature profonde che
hanno contrassegnato l'asfalto, le piazze e tutti i luoghi di
questi borghi un tempo straordinariamente ordinati e ora segnati «dal caos, dal disordine,
dai rumori, dalle polveri, dalla
precarietà più totale...». Quelle
polveri - dice Romeo - che i
bimbi respirano «e che mai
vorrei respirassero». Perché
se è vero come disegnano tanti
bambini per ricordare qualche
loro «amichetto volato in cielo...»: che lassù ci sono «gli angeli (disegnati) e il paradiso...»,
è pure vero che qui, ad Amatrice per chi è rimasto «c'è solo il
terrore dell'inferno...».
IVI
S
io
Tende allestitE
a San Pellegrino, il borgo
vicino a Norcia già duramente colpito
dal terremoto
del 24 agosto
e ora ridotto
a un cumulo
di macerie
Nel paese
martoriato
sono rimasti
appena una
ventina di
abitanti
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
J _: i in _anda
F asti caldi
La paura
I volontari accorsi
nei luoghi del
terremoto hanno
organizzato una
festa di Halloween
per i bimbi sfollati
A Norcia
«La vera
la Protezione
Civile ha
allestito
due cucine
da campo
emergenza
sono i
bambini
che hanno
bisogno
e una grande di supporto
psicologico»,
tensoha
struttura
sottolineato
adibita
la Croce Rossa
a mensa
Italiana
sis iti
Sono le persone aiutate
i ai [-a z tti
Sono i terremotati
neg li alber 'li
Seimila persone sono
dalla Protezione Civile
in seguito alle scosse
che dormono
in centri polivalenti e
alloggiate lungo la costa
le altre settecento negli
fino a 40 terremotati. Nel
di agosto e di ottobre
strutture allestite ad hoc
hotel dell 'entroterra
campo anche due cucine
tende
Sono quelle montate a
Norcia . Ognuna ospita