L`Eleganza secondo Chino Bert
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L`Eleganza secondo Chino Bert
www.piacenzamusei.it Dicembre 2015 Le arti L’Eleganza secondo Chino Bert Una mostra d’Alta moda a Piacenza A Piacenza, in collezione privata, si conserva un importante archivio d’Alta Moda italiana, composto da decine di figurini e dipinti realizzati tra gli anni Cinquanta e i primi anni Duemila dallo stilista e pittore Chino Bert, al secolo Franco Bertolotti (Pavia 1932 - Albenga 2012). Una selezione di questa raccolta, accompagnata da disegni e quadri di altre collezioni private, è stata presentata nella recente mostra L’Eleganza secondo Chino Bert, allestita presso lo Spazio Rosso Tiziano e curata da chi scrive. Cinquantaquattro figurini e venti dipinti erano divisi in sei sezioni, organizzate tenendo conto non tanto della loro cronologia, quanto delle caratteristiche tipologiche e formali: la prima sezione era dedicata ai vestiti per Mila Schön, la seconda alle pellicce e agli abiti rossi e blu, la terza a quelli color arancio disegnati con la tecnica del collage, la quarta alle mises da sera per le dive del momento, la quinta agli abiti da sposa e l’ultima alla produzione pittorica. Nei disegni di ciascuna sezione si potevano ritrovare, anche a distanza di decenni, i medesimi temi e decori, le stesse suggestioni e fantasie, restituiti con un originalissimo segno grafico, sintetico e lineare, capace di astrarre e sintetizzare le forme. Tale segno è riscontrabile anche nei dipinti, nei quali trionfi di rose e grandi soli, come gioiosi ricami di un mondo fiabesco, si stagliano su ricche campiture di colori puri. Scopo principale della mostra era presentare al grande pubblico la produzione Figurini dello stilista e pittore Chino Bert 14 di Chino, in particolare quella legata all’Alta Moda: stilista di Mila Schön e delle sorelle Fendi, da lui portate al successo, egli fu anche costumista per il teatro e la televisione, giornalista e illustratore di moda (per l’Aurore, l’Observer, il Queen Magazine, La Notte di Milano), docente di moda, ideatore del primo numero di L’Uomo Vogue. I suoi abiti furono indossati dalle maggiori star italiane e internazionali: dalla first lady Jacqueline Kennedy alla cantante Mina, dalla stilista Jole Veneziani all’attrice Anna Maria Pierangeli, dall’ereditiera Barbara “Babe” Paley a Marella Agnelli. L’esposizione, visitata da numerose scolaresche, voleva anche indicare alle nuove generazioni un modello di eleganza senza tempo e rimarcare la dignità artistica del disegno di moda anche come genere espressivo autonomo (in mostra non erano presenti abiti, ma solo figurini). In un’epoca sempre più connotata dalla mancanza di gusto, sia nelle forme sia nei contenuti (leggi: sentimenti), la produzione di Chino invita a riflettere su quei principi di bellezza, qualità, misura e classe, che nella sua visione della moda dovevano ispirare tanto l’abito quanto la persona che lo avrebbe indossato. L’attenzione per l’eleganza dell’animo non poteva che essere prioritaria in uno stilista che nel 1968 abbandonò il mondo sfavillante della moda per entrare nell’Ordine di San Benedetto. Alessandro Malinverni