documento di sintesi della conferenza

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documento di sintesi della conferenza
Breve sintesi della conferenza tenuta dal Dott. Federico Petroni, redattore della
rivista "Limes", in occasione dell'assemblea IIS "Venturi " del 17-03-2016
"Ricordo come l'attentato alle torri gemelle dell'11-9 2001 fu un punto di riferimento decisivo per la
mia generazione. Avevo 16 anni e mio padre comprò "limes". Non capiii molto...Ma 10 anni dopo
entrai nella rivista come redattore.
Probabilmente il13-11-2015 a Parigi è stato qualcosa di simile per voi.
Abbiamo dedicato un numero di "Limes" alla "Strategia della paura".
 ISIS usa il terrore per propri scopi strategici.
 Non bisogna commettere l'errore di vedere nell'ISIS un polipo che arriva ovunque.
 Né bisogna tracciare un legame tra l'Islam e il terrorismo -che manipola l'Islam-. Una cosa è
il sedicente Stato Islamico (ISIS), un'altra cosa è l'Islam.
 Non bisogna confondere il terrorismo in Oriente e il terrorismo in Europa. L'ISIS non è un
monolite: sfrutta persone già in loco per i propri scopi.
 Il terrorismo in Europa nasce da fenomeni molto, molto diversi dal Medio Oriente.
 In Medio Oriente ISIS non è riducibile ad una organizzazione solo terrorista: cerca di
occupare territori, di cui sfrutta risorse, tributi, a cui cerca di fornire una sorta di "welfare"
per ottenere consenso.
 Come è nata? Dopo l'invasione Statunitense dell'Irak, si è verificato un gravissimo caos,
che ha favorito gruppi di resistenza locale all'occupazione americana, e una proliferazione di
gruppi Jihadisti, contro gli invasori. La decisione del governatore provvisorio americano di
sciogliere l'esercito irakeno di Saddam Hussein ha creato enorme malcontento e
disoccupazione per molti ufficiali, che hanno visto crollare il loro "status". Alcuni capi
militari di Saddam Hussein, del tutto laici, se non atei, si sono uniti agli Jihadisti e oggi
sono capi militari degli Jihadisti. Saddam Hussein, il dittatore deposto, processato e
giustiziato dagli USA, era un dittatore sunnita, laico, addirittura "socialisteggiante" (partito
Baath)
 L'Irak ha una popolazione sunnita a ovest e sciita ad est; l'ISIS si arresta a ovest di Baghdad.
Ma dopo l'occupazione americana, i sunniti sono stati emarginati, nonostante i moniti del
successivo governo Obama nei confronti del nuovo governo sciita dell'Irak -perchè cercasse
di essere più inclusivo-.
L'ISIS ha fatto proselitismo tra i sunniti marginalizzati.
 15 marzo 2011: inizio di guerra in Siria (non bisogna dimenticare, come sottolinea Lucio
Caracciolo, direttore di "Limes", che sul deterioramento delle condizioni di vita in Siria
hanno pesato gli ultimi anni di siccità: il clima ha reso impraticabile quel poco di agricoltura
che era sopravvissuta). Il dittatore siriano Bashar al -Assad ha combattuto milizie ribelli di
vario orientamento, e nei suoi confronti ISIS è riuscita a presentarsi come il difensore delle
milizie sunnite...
 Economia dell'ISIS: forse noi italiani possiamo capirla meglio perché conviviamo con
organizzazioni malavitose. Sono trafficanti: controllano pozzi petroliferi (2% dei loro
finanziamenti), commerci di vario tipo (ormai impongono taglie su molte attività, visto che
gli stati preesistenti si sono liquefatti), comprese droghe e traffici archeologici (es. il caso
della città di Palmira: l'hanno devastata dicendo di voler cancellare tracce di civiltà
preislamiche, ma vendono beni archeologici ad alto prezzo). Negli USA c'è stata
un'impennata di beni archeologici importata da Sirak (termine ormai di moda per indicare il
territorio di confine dei 2 ex-stati della Siria e dell'Irak).
L'Occidente finanzia l'ISIS comprando beni di contrabbando.
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 ISIS pretende di avere un controllo territoriale, di diventare veramente stato; cerca di
amministrare la popolazione sottomessa, di ottenere consenso. 30.000 sarebbero gli adepti
dell'ISIS in Sirak: non si può comprendere questo dato se non si intende questo tentativo di
ottenere consenso (scuole, assistenza medica).
Quando l'ISIS dice di voler restaurare il Califfato (suprema autorità politico-religiosa),
strumentalizza un tema accattivante...a cui connette temi apocalittici (molto ben costruiti in
Adobe Illustrator). Dice: "Siamo alla fine dei tempi, scegliete tra le forze del male
(capitalismo, consumismo, etc) e le forze del bene (noi)"
 Sono temi che possono intercettare il consenso di una parte di giovani europei, disgustati dal
nihilismo della nostra società. Il Nihilista che diventa Ribelle può esser visto come un
magnete attraente.
Dati abbastanza recenti sui combattenti stranieri (foreign fighters) stimano che provengano
-all'incirca-:
1000 dalla Francia
80 dall'Italia
300 dalla Germania
70 dall'Ucraina
200 dall'Olanda
350 dal Belgio
600 dalla Gran Bretagna
50 dall'Irlanda
80 dalla Bosnia
250 dall'Albania
60 dalla Finlandia
120 dalla Svezia
60 dalla Norvegia....
 Il prossimo n^ di "Limes" presenterà un'intervista ad Oliver Roy, condotta da Caracciolo e
Petroni. Emerge che chi commette attentati in Europa è già in rotta con la società,
percepita come ingiusta, e adotta il messaggio "apocalittico" dell'ISIS per dare un senso
alla propria vita. Sono figli, nipoti di immigrati e non solo, già presenti in Europa, non
gli immigrati di questi giorni. Le reclute del Jihad sono normalmente individui della
seconda generazione, che hanno perso legami con la terra d'origine dei genitori.
Il 67% appartiene alla classe media, il 17% a ceti ricchi, il 16% a ceti poveri.
Roy sostiene che le reclute ISIS non vengono dalle periferie emarginate, ma da comuni di
campagna tranquilli (Lunelle, piccolo paese vicino a Lione, ha fornito 20 combattenti).
Marsiglia ha molti immigrati, ma un tasso di arruolamento inferiore. Ne ha di più Nizza.
Luogo di reclutamento importante è la prigione (più che la moschea, controllata e a volte
collaborante contro l'estremizzazione), dove un condannato può fare da iniziatore. Oppure ci
sono altri canali: gruppi di amici con affinità, che non desiderano integrarsi.
Non sono molti i lupi solitari che si persuadono a partire come combattenti solo sulla base di
Internet: occorre una socializzazione della scelta.
Risulta sconfessato il legame tra Corano e Jihad in Europa. Le reclute in Europa hanno
15-20 anni, adolescenti in rivolta con la famiglia, che non è d'accordo, non capisce (in
questo c'è una netta differenza tra il terrorismo palestinese o ceceno, che era compreso dai
genitori, anche se non sempre approvato).
D. Trump dice: "Bisogna colpire le famiglie". Errore totale. In Europa la scelta dei figli
per la Jihad avviene in rottura con i genitori.
 Sicuramente ISIS da Rakka è colpevole dell'attentato di Parigi, ha mandato un suo uomo,
cittadino belga, ma tutti gli esecutori, a Parigi, non erano mediorientali, bensì europei.
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 Non sono i mussulmani dell'Europa che hanno un problema con l'Europa e si arruolano
nell'ISIS. Sbagliatissimo. Piuttosto è la nostra società che ha un problema con i suoi giovani.
 La massima parte dei morti per terrorismo sono in Nigeria, Afghanistan, Irak,...Una piccola
parte è europea. L'enfasi dei media ci dà la sensazione che noi siamo in guerra con il
terrorismo. Ma i terroristi usano la strategia della paura per dividere: la Francia c'è caduta in
pieno, la nevrosi nazionale ha portato ai bombardamenti. Proprio l'aggressione che voleva
ISIS, e che può motivare nuove reclute. E' un vero problema la spettacolarizzazione degli
attentati che fanno i nostri media: rendono potenti i terroristi, fanno il loro gioco. Ma è
anche lo spettatore che amplifica un certo tipo di iperinformazione. Si presta molto meno
attenzione ai danni che fanno i "nostri" eserciti: se ne parla, ma poco. Ad es. il
bombardamento USA in Afghanistan di un ospedale di "Medici senza frontiere": ora c'è il
processo e vengono effettuati i primi licenziamenti.
Allo stesso modo si parla in modo davvero squilibrato dei vari attentati: Quello che è
avvenuto a Beirut, giusto per nominarne uno, è subito scomparso, dopo Parigi.
 Quando non ci sono informazioni, subentrano gli stereotipi.
Non si deve equiparare l'immigrato al terrorista, la religione ad un focolaio di terrorismo.
DOMANDE:
 D: "Qual è la differenza tra sunniti e sciiti?"
R: E' una differenza che nasce dalla storia, gli stati hanno poi fomentato la rivalità e l'hanno
usata per legittimare se stessi (Iran: 75% popolazione sciita; Arabia Saudita: ampia
maggioranza sunnita).
 D:"Qual è una possibile prevenzione perché i giovani non aderiscano allo Jihadismo?"
R: Lo stato può fare qualcosa nel controllo, può prendere precauzioni contro il radicalismo.
Ma tutti noi siamo coinvolti nel compito di creare premesse che evitino il radicalismo.
Soprattutto i media, che non devono enfatizzare gli episodi di terrorismo.
Anche i quartieri chiusi, con poco interscambio con l'esterno, dove si respira noia, possono
essere un'anticamera del radicalismo.
 D: "La Libia?"
R: Isis è in Libia, controlla 150 km della costa attorno a Sirte, ma è una sorta di franchising.
Gruppi di tutto il mondo chiamano al-Baghdadi e gli giurano fedeltà...
Nel 2011 la guerra contro il dittatore Gheddafi, in cui si sono distinte Gran Bretagna e
Francia (ma abbiamo partecipato in subordine anche noi), ha precipitato la Libia nel caos, in
cui sono proliferati banditi e Jihadisti. In Libia l'85% della forza lavoro ha uno stipendio
pubblico che deriva dal petrolio. L'ISIS spera che, bloccando il petrolio libico, la
popolazione si dovrà arruolare nell'ISIS.
Ora nessuno vuole intervenire davvero contro ISIS, occorrerebbe una guerra di terra,
un'ennesima invasione, con conseguenti nuove reazioni integraliste.
Un intervento italiano in Libia? Al massimo dovrebbe trattarsi di un addestramento di forze
libiche, perchè possano combattere la loro lotta. Ma il problema è anche quali siano queste
forze libiche: di quale governo libico?
 D: "Ancora sull'ideologia dell' ISIS"
R: Globalizzazione e modernità sono tratti essenziali dell'ISIS. Il suo messaggio di purezza
medioevale è simulazione strumentale, è un'ideologia che funziona come esca per reclutare
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chi è già "contro". Il suo uso della violenza è moderno, la sua esibizione è moderna.
Gli Jihadisti, un tempo, non esibivano tante esecuzioni capitali. Non volevano.
al- Zarchawi venne scomunicato da al-Quaeda perchè ostentava la violenza delle
decapitazioni.
Ora c'è una messa in scena della violenza simile a quella dei prodotti cinematografici o
dei videogiochi.
ISIS è figlio della modernità e della globalizzazione.
Non sarebbe possibile senza i nostri consumi: droga, petrolio, sigarette, reperti archeologici.
Quali sono i suoi criteri per scegliere i suoi obiettivi da attaccare? I più spettacolari.
Ad esempio il ritrovo della gioventù parigina. Ma per attaccare il Bataclan ISIS si appoggia
a reclute locali, che conoscevano e frequentavano in I^ persona quei luoghi. Non sono alieni.
Sono spesso quasi "perfettamente" integrati.
In Medio Oriente si cerca di seminare discordia tra diverse confessioni religiose,
strumentalmente, per controllare il potere.
Es: territorio di Alambar, nell'Irak occidentale: ci sono tribù che trattano con ISIS, pur non
credendoci, per puri scopi strumentali.
 D: "Che cosa può fare UE per prevenire il terrorismo?"
R: Si sta facendo qualcosa, ora, ma meno del possibile. Prima i servizi segreti belgi e
francesi nemmeno si parlavano.
 D: "Chi finanzia ISIS?"
R: oltre alla sua propria economia di traffici e taglie, ottiene anche finanziamenti da
mecenati privati facoltosi, perché sinceramente convinti, che provengono spesso da Arabia
Saudita, Quatar, Kuweit, Bahrein, Emirati Arabi.
Inoltre anche Arabia Saudita e USA hanno fatto un uso strumentale di ISIS contro obiettivi
politici: per rovesciare Assad in Siria, nel 2012-13, ISIS ha ottenuto finanaziamenti
massicci. Gli USA volevano finanziare ribelli moderati antiAssad, ma indirettamente i
finanziamenti sono finiti all'ISIS. Poi si son resi conto di aver creato un mostro
 D: "Ci sarà una grande guerra?"
R: abbiamo dedicato un numero di "Limes" all'ipotesi di una III^ guerra.
No, finché sappiamo contenerla, finché non cadiamo in reazioni smodate, come vorrebbero i
terroristi.
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