Parte 3: paesi “minori” - Anti-Seismic Systems International Society

Transcript

Parte 3: paesi “minori” - Anti-Seismic Systems International Society
Alessandro Martelli
ACS-PROTPREV – Sezione Prevenzione Rischi Naturali e Mitigazione Effetti, Dipartimento Ambiente,
Cambiamenti Globali e Sviluppo Sostenibile. Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente (ENEA);
Facoltà di Architettura, Università di Ferrara; Anti-Seismic Systems International Society (ASSISi) e GLIS –
Isolamento ed altre Strategie di Progettazione Antisismica (GLIS). ENEA, Via Martiri di Monte Sole 4, 40135
Bologna.
ANIDIS2009BOLOGNA
Recenti applicazioni dei sistemi di controllo passivo delle vibrazioni
sismiche – Parte 3: paesi “minori”
Massimo Forni
ACS-PROTPREV. ENEA; ASSISi e GLIS. ENEA, Via Martiri di Monte Sole 4, 40135 Bologna.
Keywords: Isolamento sismico; Dissipazione d’energia; Shock transmitter unit; Dispositivi in leghe a memoria di
forma.
ABSTRACT:
Due articoli separati riferiscono sulle applicazioni dei sistemi e dei dispositivi di controllo passivo delle vibrazioni
sismiche nei cinque paesi che ne vantano il maggior numero, cioè, nell’ordine, in Giappone (di gran lunga leader a
livello mondiale), nella Repubblica Popolare Cinese, nella Federazione Russa, negli Stati Uniti d’America ed in
Italia. Per quanto riguarda gli altri paesi, l’utilizzazione dei sistemi suddetti è in forte espansione (in ordine
decrescente per numero di applicazioni) anche a Taiwan, in Francia (in particolare nell’isola della Martinica), in
Armenia, in Nuova Zelanda, in Messico e nella Corea del Sud. Importanti realizzazioni sono iniziate da alcuni anni
pure in Turchia, in Grecia, in Portogallo, in Venezuela ed a Cipro e, più recentemente, in Argentina, Israele, India,
Romania ed Iran (dove è attualmente in costruzione un’intera nuova città con centinaia di edifici isolati
sismicamente). Infine, le realizzazioni proseguono in Canada, Cile, Indonesia e Macedonia (che vanta la prima
applicazione moderna dell’isolamento sismico). In alcuni dei paesi suddetti l’inizio delle applicazioni si deve a
violenti terremoti e numerosi sono i casi di utilizzazione di dispositivi prodotti in Italia o di progetti italiani. Questo
articolo riporta brevemente lo stato delle applicazioni dei sistemi e dei dispositivi antisismici nei paesi sopra
elencati.
1
INTRODUZIONE
Come Martelli e Forni (2009a) sottolineano in
un articolo separato presentato a questo
convegno, attualmente vi sono, nel mondo, già
oltre 10·000 strutture, di nuova costruzione od
anche esistenti, situate in oltre 30 paesi (fig. 1),
che sono protette da sistemi o dispositivi di
controllo passivo delle vibrazioni sismiche, cioè
da sistemi d’isolamento sismico o di dissipazione
d’energia, ovvero da dispositivi in leghe a
memoria di forma (Shape Memory Alloy Device o
SMAD) o ritegni oleodinamici di vincolo
provvisorio (Shock Transmitter Unit o STU). Le
strutture suddette sono sia ponti o viadotti, sia
edifici di tutti i tipi (strategici, pubblici e
residenziali, anche privati), sia impianti e
componenti industriali (pure a rischio di incidente
rilevante, come quelli nucleari ed alcuni chimici),
sia opere afferenti al patrimonio culturale (edifici
monumentali, musei, coperture di scavi
archeologici, teche museali e singoli capolavori).
Figura 1. Numero totale degli edifici isolati sismicamente
completati in ottobre 2008 nei paesi che maggiormente
utilizzano i sistemi ed i dispositivi antisismici.
L’articolo di Martelli e Forni (2009a) riferisce
sulle applicazioni dei suddetti sistemi nei quattro
paesi che ne vantano il maggior numero, cioè in
Giappone, nella Repubblica Popolare Cinese,
nella Federazione Russa e negli Stati Uniti
d’America, mentre quello di Martelli e Forni
(2009b) illustra le più recenti realizzazioni in
Italia, che, nella suddetta graduatoria, è al quinto
posto (essendo prima in Europa).
Questo articolo, in base ai dati forniti dai soci
delle associazioni ASSISi (Anti-Seismic Systems
International Society) e GLIS (GLIS – Isolamento
ed altre Strategie di Progettazione Antisismica)
ed attraverso alcune immagini di realizzazioni
significative, completa il quadro delle
applicazioni dei sistemi e dei dispositivi
antisismici a livello mondiale, dedicando
particolare attenzione all’isolamento, che fra le
moderne tecnologie antisismiche, è la più
efficace. In particolare, sono sottolineati i
progressi fatti per gli edifici isolati nell’ultimo
biennio, cioè rispetto alla situazione descritta da
Martelli e Forni (2007) nella passata edizione di
Pisa dei convegni ANIDIS “L’Ingegneria Sismica
in Italia”, e sono fornite informazioni sulle
applicazioni in alcuni paesi da loro appena citati.
Anche per questo articolo, maggiori dettagli sugli
argomenti in esso trattati ed una bibliografia più
completa sono reperibili nei libri di Dolce et al.
(2006), Martelli et al. (2008) e Sannino et al.
(2009), nonché nell’articolo di Martelli (2009),
oltre che in quello di Martelli e Forni (2007).
2
TAIWAN, FRANCIA, NUOVA ZELANDA,
ARMENIA E MESSICO
I paesi che, per numero di applicazioni dei
moderni sistemi e dispositivi antisismici, seguono
l’Italia, sono, nell’ordine, Taiwan, la Francia, la
Nuova Zelanda, l’Armenia, il Messico e la Corea
del Sud (la graduatoria relativa ad i soli edifici
isolati, mostrata in fig. 1, è leggermente diversa).
Anche in tali paesi l’utilizzazione dei sistemi e
dei dispositivi suddetti è in continua espansione.
2.1
Taiwan
A Taiwan, come già citato da Martelli e Forni
(2007), l’inizio delle applicazioni si deve al
violento terremoto di Chi Chi del 1999, dopo il
quale fu modificata la normativa nazionale,
incentivando l’uso dei moderni sistemi
antisismici; in questo paese, a metà del 2007,
risultavano già completati od in costruzione 29
edifici isolati (dapprima soprattutto ospedali, ma,
più recentemente, anche edifici residenziali), oltre
a 20 ponti o viadotti isolati, e, nel 2005, erano già
85 gli edifici protetti con sistemi dissipativi.
2.2
Francia
Per quanto riguarda la Francia, ricordiamo che
si tratta di uno dei paesi che per primi hanno
sviluppato ed applicato in modo significativo
l’isolamento sismico nel settore civile (gli altri
sono quelli dell’ex-Unione Sovietica, la Nuova
Zelanda ed il Messico) ed il primo (e solo
recentemente seguito dal Giappone) che ha
applicato tale tecnica nel settore nucleare.
Dal 1977 al 1989 gli isolatori francesi, in
neoprene (Neoprene Bearing o NB), ed in
particolare il cosiddetto “sistema GAPEC”, sono
stati utilizzati sia per proteggere nuove
costruzioni nella madrepatria che per costruire od
adeguare sismicamente alcuni impianti e
componenti elettrici od elettronici negli Stati
Uniti d’America ed in Cile. Le applicazioni
francesi del periodo suddetto hanno riguardato 11
nuovi edifici residenziali e (nel 1978) il nuovo
liceo di Lambesc (una cittadina che era stata
parzialmente distrutta dal terremoto della
Provenza del 1909), oltre a 4 componenti o
strutture industriali (in parte a rischio di incidente
rilevante) e, a Rognac nel 1993, 3 serbatoi di gas
naturale liquefatto (Liquefied Natural Gas o
LNG). Più tardi, sono stati sviluppati in Francia
anche dissipatori viscosi (Viscous Damper o VD),
che sono stati applicati a ponti e viadotti e pure ad
alcuni edifici ed impianti chimici, anche in altri
paesi, inclusa l’Italia (Martelli e Forni, 2007).
Le applicazioni francesi dell’isolamento degli
anni ’70 agli impianti nucleari sono già state
ricordate da Martelli e Forni (2007). Grazie
all’esperienza con esse acquisita ed ai successivi
notevoli sviluppi delle tecniche d’isolamento
sismico, i francesi hanno già deciso di isolare sia
il Jules Horowitz Reactor (la cui costruzione è già
in corso) che l’impianto ITER per la fusione
nucleare controllata, ambedue situati nel Centro
Nucleare di Cadarache, caratterizzato da
un’accelerazione massima del terreno (Peak
Ground Acceleration o PGA) di 0,33 g.
Per quanto attiene agli edifici civili, invece, le
più importanti recenti applicazioni francesi sono
attualmente in corso nell’isola della Martinica,
paese di elevata pericolosità sismica, dove
l’isolamento è obbligatorio per tutte le scuole e
per gli edifici del Consiglio Regionale dell’isola o
da esso finanziati ed incentivi sono assegnati ai
privati che utilizzano questa tecnica. Le
applicazioni più recenti utilizzano NB (il “sistema
GAPEC” fino al 2001) in parallelo (almeno per la
protezione di strutture importanti) a VD (figg. 2 e
3). A metà del 2007 erano già state isolate
sismicamente 4 scuole elementari o medie
(ciascuna formata da numerosi edifici, fig. 2), 2
edifici residenziali e l’Earth Science Centre di
Saint-Pierre (progettato per resistere a sismi con
PGA = 0,45 g); era poi già in corso il progetto,
con l’isolamento, di 2 ulteriori scuole medie, di 1
liceo, di 4 edifici residenziali del Regional
Institute for Professional Sport Training, del
Regional Père Pinchon Museum, di un edificio
adiacente di 4 piani per gli archivi del Consiglio
Regionale della Martinica e di una clinica privata.
Nella Francia continentale, invece, ulteriori
applicazioni dell’isolamento sismico agli edifici
sono ostacolate da una normativa sfavorevole in
vigore da parecchi anni, dalla moderata
pericolosità sismica del paese e dal conseguente
scarso interesse dell’opinione pubblica e delle
istituzioni francesi per il rischio sismico.
smorzamento maggiorato (Increased Damping
Neoprene Bearing o IDNB) di produzione locale.
Figura 4. Localizzazioni di edifici isolati di notevole altezza
in costruzione a Yerevan (Armenia) già nel 2006.
Figura 2. Scuola isolata sismicamente nell’isola francese
della Martinica.
Gruppo di IDNB, con
coefficiente di
smorzamento del 10%,
utilizzati negli edifici di
figg. 4 e 5 (vedi anche
Martelli e Forni,
2007).
Figura 5. Complesso multifunzionale Cascade, di 15 piani,
durante la costruzione a Yerevan, con IDNB, nel 2006. In
Armenia si preferisce installare gruppi di isolatori di taglia
limitata, piuttosto che grandi isolatori.
Figura 3. Isolatori elastomerici e dissipatori VD del sistema
di isolamento sismico della scuola di fig. 2.
2.3
Armenia
Nonostante sia ancora in via di sviluppo e
scarsamente abitata, l’Armenia, pure fortemente
sismica, ha già 32 gli edifici isolati, con NB a
Figura 6. La scuola #4 di Vanadzor, in muratura, costruita
55 anni fa ed adeguata sismicamente nel 2002 con IDNB.
Figura 8. Progetto di taglio delle fondazioni, spostamento su
binari ed isolamento della Chiesa di S. Cathoghikeh di
Yerevan, monumento simbolo della religione armena,
ancora nascosto alla vista da palazzi costruiti dai sovietici.
Figura 9. Il Marittime Museum di Auckland (Nuova
Zelanda), adeguato sismicamente con l’isolamento nel 2003.
Figura 7. Alcune fasi del retrofit con l’isolamento sismico
della scuola armena di fig. 6.
Si tratta di edifici sia di nuova costruzione
(fino a 20 piani di altezza, vedi figg. 4 e 5) che
esistenti, anche in muratura, con il primo retrofit
risalente al 2002 (fig. 6 e 7) ed altri previsti (fig.
8). L’inizio delle applicazioni si deve al sisma di
Spitak del 1988 (Martelli e Forni, 2007).
2.4
Nuova Zelanda
La Nuova Zelanda, oltre ad essere uno dei
primi paesi ad aver sviluppato ed applicato
l’isolamento
sismico
(in
considerazione
dell’elevata pericolosità sismica del suo
territorio), è la patria dei dispositivi d’isolamento
e dissipazione che utilizzano la tecnologia del
piombo. Pur essendo anch’essa scarsamente
popolata, già oltre 30 edifici, oltre a numerosi
ponti e viadotti, sono stati protetti con moderni
sistemi antisismici. Il primo retrofit con
l’isolamento è stato effettuato con isolatori
gomma-piombo (Lead Rubber Bearing o LRB)
nel 1992-1993 e riguarda il Parlamento di
Wellington, un monumento storico costruito nel
1921 (Martelli e Forni, 2007).
Si nota, infine, che in Nuova Zelanda da tempo
esiste una normativa sismica che permette l’uso
dei più moderni sistemi antisismici senza
difficoltà alcuna.
2.5
Messico
Nel 2007 il Messico vantava già 7 edifici
isolati con dispositivi d’isolamento a rotolamento
di produzione nazionale, il primo dei quali, la
scuola secondaria Legaria a Mexico City, risale al
1974 (figg. 11 e 12). A breve è previsto
l’isolamento sismico anche di serbatoi LNG.
Inoltre, nel 2007, vi erano già 25 edifici protetti
con dissipatori (una parte consistente del
territorio messicano è notoriamente caratterizzata
da terreni soffici).
Figura 13. Viadotti d’accesso del Seo-Hae Granel Bridge
(lunghezza = 5·820 m, altezza delle pile =12÷60 m),
adeguati sismicamente nel 2000-2001 con 54 VD di
produzione italiana.
Figura 10. Il nuovo Te Papa Museum, isolato sismicamente
a Wellington (Nuova Zelanda).
Figura 11. La scuola media Legaria di Mexico City, prima
applicazione messicana dell’isolamento sismico (1974),
effettuata utilizzando dispositivi a rotolamento sviluppati in
Messico.
Figura 14. Uno dei VD del punte di fig. 13 (rigidezza k =
100 kN/mm).
2.6
Figura 12. Isolamento sismico della pressa per la stampa
del giornale Reforma e dell’edificio del giornale Mural
(Messico).
Corea del Sud
Per quanto attiene alla Corea del Sud,
all’isolamento di numerosi ponti e viadotti (molti
dei quali dotati di dispositivi italiani o prodotti in
collaborazione con aziende italiane) e di 13
serbatoi LNG si aggiungono attualmente un solo
edificio isolato ed uno solo protetto da dissipatori,
ma è prevista una rapida estensione dell’uso dei
moderni sistemi antisismici anche negli edifici, a
seguito del violento terremoto di Busan-Fukaoka
del 2005 (di magnitudo M = 7,0), con epicentro
fra la penisola coreana ed il Giappone, e di un
evento più recente (2007), di magnitudo assai
inferiore (M = 4,8), ma con epicentro all’interno
del paese.
3
ALTRI PAESI
Importanti applicazioni dei moderni sistemi e
dispositivi antisismici sono iniziate da alcuni anni
anche in Turchia, in Grecia, in Portogallo, in
Venezuela ed a Cipro, molte delle quali con
dispositivi prodotti in Italia o progettate da
italiani (figg. 15-34 e Martelli e Forni, 2007). Per
quanto attiene alla Turchia, si nota che la prima
applicazione dell’isolamento sismico fu una
conseguenza del terremoto di Kokaeli del 1999
(figg. 15 e 16). Si nota, inoltre, che durante il
secondo evento sismico turco del 1999, quello di
Duzce, i dissipatori elasto-plastici (Elastic-Plastic
Damper o EPD) che già proteggevano il viadotto
di Bolu dell’autostrada Istanbul Ankara salvarono
lo stesso dal collasso, sebbene fossero stati
progettati per un valore di PGA = 0,4 g, mentre il
terremoto ebbe PGA = 0,87 g (figg. 17-20).
Figura 15. Il nuovo terminal dell’aeroporto Ataturk di
Istanbul, adeguato sismicamente con 100 isolatori “a
pendolo scorrevole” (Friction Pendulum System o FPS) al
livello della copertura durante la costruzione, a seguito dei
danni subiti durante il terremoto di Kokaeli del 1999. È il
primo edificio turco ad essere stato isolato.
Figura 16. Vista di uno degli isolatori della copertura del
terminal aeroportuale di fig. 15.
Figura 17: Il viadotto di Bolu dell’autostrada IstanbulAnkara, che, al momento del terremoto di Duzce del 1999,
era protetto da dissipatori EPD a falce di luna, di
produzione italiana.
Figura 18: Vista dell’impalcato del viadotto di fig. 17, quasi
fuoriuscito dalla piastra di supporto alla sommità delle pile
(alte 50 m) a causa della notevole rotazione di alcune di
queste in conseguenza della violenza del terremoto di
Duzce del 1999.
Figura 19. Uno dei dissipatori EPD che proteggevano il
viadotto di fig. 17, dopo il terremoto di Duzce del 1999.
Tali dispositivi sono risultati fortemente danneggiati, ma
hanno salvato il viadotto dal collasso, nonostante fossero
stati progettati per sopportare un valore di PGA = 0,4 g,
mentre il sisma ha avuto PGA = 0,87 g.
Figura 20. Sostituzione dei dissipatori EPD di fig. 19 con
isolatori FPS durante lavori di recupero del viadotto di Bolu
di fig. 17.
Figura 24: Modello agli elementi finiti dell’edificio di fig.
23.
SIP
Figura 21. Tarabya Hotel di Istanbul (Turchia): retrofit con
FPS (2005).
Figura 25. Progetto del Söğütözü Congress & Commercial
Centre di Ankara (Turchia), isolato con 105 isolatori a
pendolo scorrevole di produzione tedesca (Sliding Isolation
Pendulum o SIP).
Figura 22. FPS già installato durante il retrofit del Tarabya
Hotel di fig. 21.
Figura 26. Vista del centro commerciale di fig. 25 durante
la costruzione nel 2007.
Alcuni dei 188
VD italiani.
Figura 23: Progetto dei nuovi quartieri generali della T.E.B.
a Istanbul (Turchia), in costruzione nel 2006 con 87 fra
LRB ed isolatori elastomerici a basso smorzamento (Low
Damping Rubber Bearing o LDRB).
Figura 27. Il Rion-Antirion Bridge in Grecia, protetto da
VD ed altri dispositivi di produzione italiana.
Uno degli
isolatori SIP
durante
l’installazione
nel 2006.
Figura 28. Progetto del Museo dell’Acropoli nel nuovo
Centro Onassis di Atene (Grecia), protetto da 94 isolatori
SIP.
Figura 29. Il Museo dell’Acropoli di fig. 28, durante la
costruzione nel 2006.
Uno degli isolatori.
Figura 32. Uno dei 26 viadotti della ferrovia Caracas – Tuy
Medio (Venezuela) a campate isostatiche (lunghezza totale
= 7·775 m, 217 campate), costruiti dal 1999 al 2003, con
oltre 1·500 isolatori a disco elastomerico confinato con
dissipatori isteretici a fuso e spine a rottura, di produzione
italiana.
Figura 33. L’ITTL Trade Tourist And Leisure Park, un
edificio di pianta trapezoidale con struttura mista in
cemento armato ed acciaio progettato dagli ingg. Giuliani di
Milano, isolato con isolatori elastomerici (High Damping
Rubber Bearing o HDRB) nel 2008
Figura 30. La Onassis House of Letters & Fine Arts,
anch’essa parte del Centro Onassis di Atene e protetta da
isolatori SIP, costruita nel 2007.
Figura 34. Vista di un HDRB nell’edificio di fig. 33.
Figura 31. Ospedale La Luz di Lisbona (Portogallo) ed
adiacente residenza per anziani, isolati con 315 HDRB di
produzione italiana (Martelli e Forni, 2007). Si tratta, fino
ad ora, dell’unica applicazione portoghese dell’isolamento
sismico ad edifici. Numerose, invece, sono già quelle dei
sistemi antisismici ai ponti ed ai viadotti portoghesi.
Applicazioni dei moderni sistemi e dispositivi
antisismici sono iniziate, più recentemente, anche
in altri paesi, ad esempio in Argentina, in Israele,
in India, in Romania ed in Iran e proseguono in
Canada, in Cile, in Indonesia ed in Macedonia
(vedi figg. 35-42 e Martelli e Forni, 2007).
Per quanto attiene alla Romania, l’isolamento
sismico trova alcune difficoltà di utilizzazione, in
quanto gran parte del territorio di questo paese è
suscettibile di essere colpito da terremoti con un
elevato contenuto energetico agli alti periodi di
vibrazione. Però, come sottolineato anche da
Sannino et al. (2009), le prime applicazioni sono
già in corso (figg. 35-37) e, in ogni caso, vi sono
vaste prospettive per l’adozione di sistemi
dissipativi.
Le applicazione in Iran (dove sorgono già i
primi edifici protetti da sistemi antisismici, in un
caso, per un hotel, con dissipatori italiani) sono,
in prospettiva, di particolare interesse, in quanto a
Parand (una nuova città satellite di Tehran in
costruzione) è in corso un enorme progetto, che
prevede la realizzazione di centinaia di edifici
residenziali isolati sismicamente.
In Canada sono numerose le applicazioni di
sistemi dissipativi, sia ad edifici che a ponti e
viadotti. Fra questi sono da citare dissipatori ad
attrito (Friction Damper o FD) di produzione
locale, che sono stati utilizzati anche in altri paesi
(ad esempio, negli Stati Uniti d’America). Per la
protezione dei ponti e dei viadotti canadesi,
inoltre, sono già stati applicati anche isolatori
italiani (fig. 38). Invece, per quanto riguarda
l’isolamento sismico degli edifici, non vi sono
ancora realizzazioni, anche se la prima era
prevista a breve, alla fine del 2008, nella British
Columbia.
Figura 37. Il municipio di Iasi (Romania), un edificio
storico di 175 anni per il quale il socio dell’ASSISi prof. M.
Melkumian dell’American University of Armenia a Yerevan
ha progettato il retrofit con l’isolamento sismico.
Uno degli
isolatori
ALGAPEND.
Figura 38. Golden Ear Bridge (Canada), protetto nel 2007
da isolatori a pendolo scorrevole (ALGAPED) di
produzione italiana.
Figura 35. L’edificio storico Victor Slavescu, del 1905
(55,2 m x 20,87 m, H=22,5 m), per il quale è stato
sviluppato un progetto di retrofit con l’isolamento sismico.
Figura 36. Pianta dell’edificio storico rumeno mostrato in
fig. 35.
Figura 39. Progetto del Nuevo Hospital Militar La Reina
(80·000 m2), costruito a Santiago su 114 HDRB e 50 LRB.
In Cile, nonostante l’elevata pericolosità
sismica del territorio e l’ottima esperienza
applicativa già acquisita (Martelli e Forni, 2007),
un’utilizzazione estesa dell’isolamento sismico è
stata sino ad ora ostacolata da regole di progetto
alquanto penalizzanti, mutuate da quelle
statunitensi, come mostra chiaramente la fig. 39.
Comunque, nuove applicazioni sono previste a
breve, in particolare (a seguito del progetto
MARVASTO coordinato dall’ENEA) per il
miglioramento sismico di chiese molto
vulnerabili nell’area di Valparaiso.
Sulla Macedonia, poi, ricordiamo che questo
paese vanta la prima applicazione dell’isolamento
sismico moderno, a livello mondiale: si tratta
della scuola elementare John Heinrich Pestalozzi,
che fu costruita a Skopje dopo il disastroso
terremoto del 1963 su LDRB donati dalla
Svizzera (fig. 40). Tali isolatori, assai poco armati
e ormai fortemente deteriorati (fig. 41), sono stati
sostituiti con HDRB nel 2007 (fig. 42).
Figura 40. La scuola elementare Pestalozzi di Skopje
(Macedonia), isolata sismicamente negli anni ’60.
Stati Uniti d’America ed all’Italia vantano
applicazioni dei sistemi e dei dispositivi
antisismici, completando ed aggiornando, per
quanto possibile, le informazioni già fornite da
Martelli e Forni (2007). Si sono sottolineate le
numerose applicazioni, in tali paesi, di dispositivi
di produzione italiana ed i progetti sviluppati da
esperti italiani. Si è anche ricordato come
dissipatori italiani abbiano evitato il collasso del
viadotto di Bolu dell’autostrada Istanbul-Ankara
durante il terremoto di Duzce del 1999, cosa che
ha costituito un’ulteriore prova dell’efficacia dei
sistemi e dei dispositivi antisimici, che va ad
aggiungersi a quelle fornite dall’ottimo
comportamento di edifici e ponti isolati o protetti
da sistemi dissipativi durante violenti terremoti in
Giappone, negli Stati Uniti d’America, nella
Repubblica Popolare Cinese, ecc.
Infine, notiamo che anche nei paesi considerati
in questo articolo, l’utilizzazione dei sistemi e
dispositivi antisismici si è dimostrata fortemente
influenzata dalle caratteristiche della normativa
applicata e dalla frequenza di eventi sismici
almeno significativi.
BIBLIOGRAFIA
Figura 41. Uno degli isolatori LDRB originari della scuola
di fig. 40.
Figura 42. Un nuovo HDRB durante la sostituzione dei
LDRB nel 2007 nella scuola di fig. 40.
4
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Si è fornito un quadro sintetico delle
applicazioni dei moderni sistemi antisismici nei
paesi che, oltre al Giappone, alla Repubblica
Popolare Cinese, alla Federazione Russa, agli
Dolce, M., Martelli, A., e Panza, G. 2006. Moderni Metodi
di Protezione dagli Effetti dei Terremoti. Edizione
speciale per il Dipartimento della Protezione Civile, A.
Martelli, ed., 21mo Secolo, ISBN 88-87731-30-6, Milano.
Martelli, M. 2009. Progress of the Application of Passive
Control Systems for the Seismic Protection of
Structures. Relazione invitata, Proceedings of the
Seventh International Conference on Earthquake
Resistant Structures (ERES 2009), Cipro.
Martelli, A., e Forni, M. 2007. Isolamento Sismico e
Dissipazione d’Energia: Applicazioni in Italia e
all’Estero e Prospettive. Atti su DVD ANIDIS 2007 – XII
Convegno Nazionale “L’Ingegneria Sismica in Italia”,
Pisa; Volume dei sommari e delle relazioni ad invito,
ISBN 978-88-8492-458-2, p. 359.
Martelli, A., Forni, M. 2009a. Recenti Applicazioni dei
Sistemi di Controllo Passivo delle Vibrazioni Sismiche
– Parte 1: Giappone, Repubblica Popolare Cinese,
Federazione Russa e Stati Uniti d’America”. Atti su
DVD ANIDIS 2009 – XIII Convegno Nazionale
“L’Ingegneria Sismica in Italia”, Bologna.
Martelli, A., Forni, M. 2009b. Recenti Applicazioni dei
Sistemi di Controllo Passivo delle Vibrazioni Sismiche
– Parte 3: Italia. Atti su DVD ANIDIS 2009 – XIII
Convegno Nazionale “L’Ingegneria Sismica in Italia”,
Bologna.
Martelli, A., Sannino, U., Parducci, A., e Braga, F. 2008.
Moderni Sistemi e Tecnologie Antisismici. Una Guida
per il Progettista, 21mo Secolo, ISBN 978-88-87731-378, Milano.
Sannino, U., Sandi, H., Martelli, A., e Vlad, I. 2009.
Modern Systems for Mitigation of Seismic Action –
Proceedings of the Symposium Held at Bucharest,
Romania, on October 31, 2008, AGIR Publishing House,
ISBN 978-973-720-223-9, Bucarest.