f35 un inutile spreco di soldi pubblici
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f35 un inutile spreco di soldi pubblici
F35 UN INUTILE SPRECO DI SOLDI PUBBLICI Con questa riflessione vogliamo ancora una volta ribadire la posizione della Commissione Diocesana Giustizia e Pace di Novara, sullo spinoso argomento degli F35. La contrarietà alla spesa folle di tanti miliardi di euro per (acquistare, costruire, assemblare) gli F35 è subito detto: sono cacciabombardieri da combattimento in grado di sganciare ogive nucleari, si continua a presentare gli F35 come aerei che difenderanno il sacro suolo della Patria, rinnovando nel contempo il “parco macchine” dell’aviazione italiana nei prossimi anni. Il programma di acquisto degli F35 (ultima stima disponibile) prevede costi per almeno 15 miliardi di euro, è mai possibile che mentre viviamo in una crisi economica senza precedenti e non ci sono risorse per il lavoro, la scuola, la salute e la giustizia sociale, la nostra classe politica si permette di spendere una montagna di soldi pubblici per acquistare aerei da combattimento? A questo punto sorge una domanda a cui finora nessuno è stato in grado di rispondere: la più grande superpotenza, industriale e militare del mondo, gli Stati Uniti d’America, che reazione ha saputo dare a un pugno di terroristi determinati a infliggerle un colpo micidiale? Questi hanno abbattuto le Torri Gemelle senza che nessuno abbia potuto far nulla, i piloti Usa super addestrati non hanno avuto neanche il tempo di alzare le saracinesche degli hangar dove erano parcheggiati centinaia di aerei da combattimento, che i terroristi assassini avevano già compiuto il loro efferato crimine. Pertanto il mondo occidentale deve imparare a difendersi non tanto da guerre che vengono dichiarate da Stati belligeranti, quanto piuttosto da individui folli che balzano agli onori della cronaca per le loro gesta compiute con le armi in pugno. Come difenderci dai ragazzoni nordici dai capelli biondi che vanno in un campo scuola e sparano su dei ragazzi disarmati? Come difenderci da quei pazzi che imbracciano le armi e sparano all’impazzata su inermi cittadini, negli Stati Uniti, in Europa? Gesti che invitano menti deboli e bacate ad una imitazione folle. Giovanni Paolo II diceva che non solo il possesso e l’uso delle armi è uno scandalo, ma già il destinare risorse immense per fabbricare questi strumenti di morte è un affronto verso i più poveri, perché sottrae risorse che possono essere investite nello sviluppo dei popoli, nella sanità, nell’istruzione. La nomenclatura politica nostrana favorevole all’operazione afferma invece che gli F35 assemblati a Cameri avranno una ricaduta positiva dal punto di vista occupazionale sul territorio. Con la somma investita in questa operazione (mi diceva un amico imprenditore) di posti di lavoro se ne potrebbero creare a centinaia… Per restare a ciò che è tipico delle nostre zone, investendo la stessa cifra su quelle che sono le produzioni classiche attualmente in difficoltà nell’area novarese (tessile, meccanico, alimentare) si risolverebbe il problema occupazionale per i prossimi vent’anni. Si dice anche che con gli F35, con la loro costruzione, l’assemblaggio, le prove di volo dei nuovi velivoli, la cittadina di Cameri diventerebbe un polo tecnologico all’avanguardia per quanto riguarda il settore aeronautico. A parte il fatto che gli americani non molleranno la sofisticata tecnologia degli F35 (checché se ne dica), a nessuno viene in mente che diventiamo un obiettivo sensibile nel mirino dei terroristi. Siamo proprio sicuri che dopo un’operazione di sganciamento delle bombe in zone calde del pianeta qualcuno, più esaltato degli altri, non venga in casa nostra a renderci pan per focaccia, facendosi saltare per aria imbottito di tritolo sulla piazza del mercato di Cameri o sul sagrato all’uscita della messa domenicale? Nel mondo cattolico si sa, la difesa della vita è un principio non negoziabile, allora, come accettare che chi è sensibile e attento ai pericoli che corre la vita che si sta sviluppando nel grembo della madre, o che nella fase terminale si spegne con dolore e sofferenza, tanto da invocarne la fine prima del termine naturale delle cose, giri la testa dall’altra parte quando la vita che viene colpita (per non dire stroncata) da strumenti di morte che verranno fabbricati in terra novarese è quella di persone appartenenti a popoli lontani geograficamente, culturalmente e religiosamente? Non c’è una forte dose di ipocrisia in questo atteggiamento? Non si tratta di essere contro gli F35 per partito preso o per motivazioni ideologiche. Avendo appena celebrato il cinquantesimo anniversario della Pacem in Terris vale la pena ricordare ciò che diceva Giovanni XXIII in quella che è ritenuta l’enciclica più alta del suo Magistero. Pensare di ricorrere alle armi per risolvere i conflitti esistenti fra i popoli o le nazioni, con l’avvento della bomba atomica, dice il testo latino: alienum est a ratione, che in italiano significa che questo modo di pensare è per gente “fuori di testa”. Si vis pacem, para bellum, se vuoi la pace, preparati alla guerra, dicevano gli antichi. Noi invece riteniamo che la pace innanzitutto non è né romana, né carolingia, né cinese, né americana! Crediamo, citando un profeta disarmato dei nostri tempi come don Primo Mazzolari, che: «ogni guerra è un fratricidio, un oltraggio a Dio e all’uomo, per questo noi testimonieremo, finché avremo voce, per la pace. E quando non avremo più voce, testimonierà il nostro silenzio o la nostra morte, poiché noi cristiani crediamo in una rivoluzione che preferisce il morire al far morire». Il cristiano è colui che va «controcorrente», dice Papa Francesco; pensiamo che, coerentemente a ciò che propone il Vangelo e insegna il Magistero della Chiesa, sugli F35 la posizione dei credenti e degli uomini di buona volontà sia quella di un rifiuto totale a quella che viene proposta come un’opportunità unica da non lasciarsi scappare. La pace va costruita giorno dopo giorno, con coraggio e pazienza. Voluta, amata e non “armata”. Men che meno con i cacciabombardieri F35. Don Mario Bandera