Realtà e fantasie

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Realtà e fantasie
Chiamata anche Colonna della Dovizia,
la Colonna dell'Abbondanza si trova
in piazza della Repubblica. Nella
Florentia romana in questo punto, nel
foro, si incontravano il cardo e il
decumano, quindi qui era l'ombelico
della città. Sicuramente in questo
punto esisteva una colonna di epoca
romana, probabilmente sormontata da
una statua dell'epoca, della quale si
persero comunque le tracce.
Nel 1431 fu eretta la colonna presente,
con alla sommità la statua della
Dovizia di Donatello, realizzata in
pietra serena. Sul fusto di granito
furono fissati due ferri: uno, in alto
per reggere una piccola campana che
veniva suonata per indicare l´ora di
apertura e chiusura dell'attività del
mercato; l´altro in basso dove fu
piombata una campanella due catene
con collare, utilizzata per esporre alla
"gogna" i commercianti disonesti, i
truffatori e i debitori insolventi
Il 20 ottobre 1721 la statua di Donatello, a
causa degli agenti atmosferici, si rovinò e
cadde a terra frantumandosi; in seguito fu
sostituita l'anno seguente con un'altra simile,
opera di Giovan Battista Foggini. Nelle
fotografie ottocentesche, prima della
demolizione del Mercato Vecchio, la colonna
appariva inglobata in uno dei piccoli edifici
usati come botteghe-laboratori e abitazioni,
che ne nascondeva il basamento lasciando
invece spuntare oltre il tetto la colonna con la
statua. Durante gli sventramenti essa venne
liberata e per un certo periodo tornò ad
ergersi isolata nella piazza che veniva
ricavandosi. In seguito venne smontata,
prima di dedicare la piazza a Vittorio
Emanuele II e collocarvi il monumento
equestre che oggi si trova nel piazzale delle
Cascine. La colonna finì così col rocchio
abbandonato nei pressi delle mura vicino a
Porta Romana, mentre il capitello e la statua
furono riposti nel lapidario del Museo
nazionale di San Marco, assieme ad altri
elementi architettonici di edifici distrutti nella
zona.
Nel 1956 il Comitato per l'estetica cittadina,
grazie ai fondi dell'Azienda di Turismo,
rimise la colonna al suo secolare posto,
facendo fare nell'occasione una copia della
statua da Mario Mosachi, mentre l'originale
del Foggini venne collocato nel Palazzo della
Cassa di Risparmio di Firenze in via
dell’Oriuolo.
Una pietra di circa 80 chili e 50 centimetri
di diametro si è staccata ieri da una
colonna che sorregge la statua
dell'Abbondanza in piazza della
Repubblica, nel centro di Firenze. Ai piedi
della colonna, c’è un gradino dove di
solito sostano turisti. Vista anche la
pioggia, al momento del distacco non
c'era nessuno. Secondo i vigili del fuoco,
il frammento si è staccato dal basamento
della statua, forse per infiltrazioni
d'acqua. Il monumento è del Comune.
La pietra si è staccata dal basamento della
statua, che si trova a circa otto metri dal
suolo. Erano da poco passate le 17. Dopo
aver impattato con il gradino, la pietra si
è divisa in un paio di frammenti, il più
grosso dei quali è poi rotolato per circa
tre metri. Per caricarlo sul furgone, sono
serviti tre vigili del fuoco. Sul posto, oltre
agli esperti del Comune, la protezione
civile, i vigili urbani e la soprintendenza.
I tecnici hanno spiegato che da domani
inizierà l'opera di messa in sicurezza e
restauro della colonna, che al momento è
stata isolata con transenne e nastro di
plastica. Il costo dell'intervento di
restauro non è stato ancora quantificato.
Uno di questi progetti, che da alcuni
mesi Rinascente ha illustrato al
Comune e alla Soprintendenza per i
beni architettonici e paesaggistici,
prevede la costruzione in cima
all’ottocentesco Palazzo Trianon,
vincolato solo sulla facciata, di una
nuvola sospesa, un gigantesco
volume che stacca dal tetto e si tuffa
nel cielo, secondo il progetto elaborato
dalla studio di architettura
internazionale diretto da Claudio
Silvestrin e Giuliana Salmaso, un
misto di forza e leggerezza, di
contemporaneità e cuore
rinascimentale perché ispirato al
dettaglio dell’ala dell’Arcangelo
nell’Annunciazione del Lippi. A
parlarne con il managing director
Alberto Baldan, anche il vicesindaco
Dario Nardella che guardava dall’alto
Piazza della Repubblica e annunciava
nessuna contrarietà al progetto di
ampliamento, promettendo entro la
fine di dicembre un progetto concreto
di riqualificazione della Piazza, con
nuovi e più ordinati dehors.
«Partiremo entro il 31 dicembre —
dice Nardella —. Spariranno così
queste tendopoli e le nuove
strutture saranno solo di vetro,
ferro e legno, con obbligo di Wi-Fi,
punto fasciatoi per mamme e babbi,
moderni contenitori della
spazzatura». Nardella racconta
come fin dal primo momento il
progetto “alato” di Rinascente
abbia colpito l’amministrazione:
«Ci piace l’idea che questo possa
diventare non solo un luogo di
puro commercio ma uno spazio in
alto aperto a tutti i cittadini, ad alto
tasso di creatività, quello che non ci
piace invece è il modello degli
outlet che portano coi torpedoni
colonie di cinesi in autostrada…», e
annuncia un incontro in Regione
per discutere proprio della
disciplina del settore outlet.
«Questa è una piazza molto amata —
conferma Alberto Baldan — e
richiestissima per tanti eventi. Se
potessimo realizzare la nostra
avveniristica sopraelevazione con
spazi per mostre e ristorazione e
perfino un prolungamento sul tetto
del palazzo accanto, non vincolato,
per istallarci un mercatino con
bancarelle di artigianato di qualità che
guardano il cielo, sarebbe magnifico. Il
tavolo con Comune e Sovrintendenza,
alla quale spetta la decisione finale, è
aperto e il dibattito è rispettoso e
molto civile». Insomma Firenze come
Parigi o Barcellona, con nuvole
architettoniche e lampi progettuali?
Nardella ne è convinto sostenitore,
specie se come nel caso di Rinascente,
si sta pensando a uno spazio aperto
alla città, fino a notte, con libero
accesso al panorama più bello del
mondo.