L`ESENZIONE DAL CANONE RAI È DIVENTATA UNA BURLA
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L`ESENZIONE DAL CANONE RAI È DIVENTATA UNA BURLA
UNA DISPOSIZIONE MAI APPLICATA L’ESENZIONE DAL CANONE RAI È DIVENTATA UNA BURLA di GIUSEPPE ALTAMORE “Caro direttore, spero in un suo intervento affinché venga portata a conoscenza dei lettori l’inadempienza, che io ritengo grave, da parte delle Autorità che non procedono all’emanazione delle istruzioni per esonerare le persone anziane e più bisognose, in possesso di determinati requisiti, dal pagamento del canone Rai”. In effetti, l’art. 1, comma 132, della legge n. 244/2007, ha stabilito che chi ha almeno 75 anni “potrebbe” essere esentato dal canone Tv, a certe condizioni. Ed ecco la prima burla, perché la norma aggiunge che bisogna aspettare un decreto ministeriale, che non è ancora uscito e non si sa quando sarà emanato. La seconda burla è che l’esenzione riguarda soltanto gli anziani il cui reddito, sommato con quello del coniuge, non supera i 516,46 euro al mese per tredici mensilità: è proprio un reddito da fame, al limite della pensione sociale. Vi rientrano quindi pochi cittadini, anche perché l’esenzione si applicherà fino a un tetto massimo di 500.000 euro complessivi di minore incasso per la Rai: una miseria. Ciò significa che saranno esentati soltanto 4.651 anziani (dividete 500.000 per il canone che è di 107,50 euro) che si saranno precipitati a fare domanda avendo saputo per tempo dell’uscita del decreto, mentre la stragrande maggioranza rimarrà a bocca asciutta. Intanto, la Rai cerca di stanare in tutti i modi chi non paga il canone. Per ragioni varie, vi sono famiglie i cui componenti coabitano, quindi hanno la stessa residenza, ma non figurano nello stesso stato di famiglia. La Rai, tramite collegamento telematico con l’anagrafe, segue gli spostamenti degli ignari cittadini (con tanti saluti alla privacy e al Garante della privacy, che è sempre stato zitto) e manda, a quelli che non figurano nello stesso stato di famiglia, la solita lettera con l’invito-intimazione a pagare il canone anche se non hanno un apparecchio personale. Purtroppo, la Legge n. 223/1990 ha stabilito che chi paga un abbonamento può detenere quanti televisori vuole, ma se i familiari coabitanti non risultano nello stesso stato di famiglia, a rigore, devono pagare un canone a parte. L’unica soluzione è semplicemente quella di non rispondere alla lettera della Rai. La domanda sorge spontanea: siamo sudditi o cittadini? All’interno SUPERMERCATI Nei supermercati promozioni anti-crisi 2 ENERGIA Pulita e “di gruppo” 4 UTENZE Dalla bolletta “bloccata” si può recedere 6 IMMOBILI Le telecamere nel condominio Questioni di casa Un alloggio all’asta 8 11 12 ANIMALI DOMESTICI Cani, nuove regole 14 VIAGGI Il mondo in poltrona 16 DIRITTI Aerei e treni: quando farsi risarcire 18 COLF E BADANTI I contributi 2009 20 RISPARMIO Poveri Bot... 22 A CURA DI 2C EDIZIONI NOTES 1 MARZO 2009 CONSUMI Nei supermercati, si trova la promozione “anti-crisi” LE PRINCIPALI CATENE DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE LANCIANO ” Per lo più le riduzioni riguardano i prodotti “a marchio” ” 2 MARZO 2009 NOTES e famiglie, che un tempo si trovavano in difficoltà di acquisto nella quarta settimana, oggi avvertono già problemi dai primi giorni del mese. I supermercati se ne sono accorti e sugli scaffali appaiono regolarmente promozioni e sconti su un certo numero di prodotti. Negli ultimi mesi, però, la crisi economica ha portato a un sensibile calo dei consumi anche nei beni di prima necessità. Le catene di distribuzione, allora, hanno preso misure ad hoc per aiutare le famiglie e i pensionati e, ognuno con la propria formula, offrono promozioni “anti-crisi” sotto forma di sconti sulla spesa o con prodotti a prezzi bloccati. Spesso la promozione si limita ai prodotti “a marchio”, gli unici sui quali è possibile diminuire i prezzi già alla fonte; gli operatori del settore, infatti, denunciano la difficoltà di trovare ac- L cordi “taglia-prezzi” con alcune aziende esterne. Fino al 30 aprile la Codè Crai di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta applica uno sconto del 10% a tutti i pensionati che fanno la spesa nei suoi punti vendita: «È un’idea nata cinque anni fa, in tempi non sospetti», spiega Giuseppe Bezzo, presidente di Codè Crai- Ovest, «adesso abbiamo rinnovato la convenzione con l’Adiconsum, la Federazione pensionati della Cisl e la 50&più Fenacom (l’associazione degli anziani del commercio aderente all’Ascom torinese) per aiutare questa fascia di clienti in un periodo difficile». Presentando la documentazione i pensionati avranno diritto alla tessera “Carta senior” con la quale potranno usufruire dello sconto in tutti i 200 punti vendita delle tre regioni: la riduzione del 10% si applica ai prodotti confezionati a marchio Crai e si somma ad eventuali altre promozioni in corso: «Si tratta di sconti reali, abbiamo depositato presso un notaio il listino prezzi dei nostri prodotti a dimostrazione della serietà dell’iniziativa», sottolinea Giuseppe Bezzo, «non si tratta di uno slogan, ma di un aiuto concreto ai clienti pensionati e, a riprova dell’utilità dell’iniziativa, abbiamo rilevato una crescita nella vendita dei prodotti interessati dalla convenzione». Oltre 50mila le carte attivate a fine gennaio e una crescita delle vendite del 20 per cento, ma accanto al marchio Crai ogni settimana vengono proposti a prezzi vantaggiosi anche due prodotti di frutta e due di verdura fresca di stagione. ALLA QUALITÀ NON SI RINUNCIA Politica di contenimento dei prezzi anche per la Coop che ha dato il via a una nuova campagna per fronteggiare la crisi proponendo 100 prodotti a marchio Coop ribassati del 20% e, ogni settimana, quattro prodotti di ortofrutta e due di carne ribassati SCONTI SULLA SPESA A FAVORE DELLE FAMIGLIE E DEGLI ANZIANI di almeno il 30 per cento. L’iniziativa Coop, cominciata lo scorso 26 gennaio, si rivolge non solo ai soci, ma a tutti i clienti: la forbice dei prezzi tra i prodotti a marchio e quelli industriali diventa così più ampia, crescendo dal 25 al 40 per cento. Ma la cooperativa agisce anche su un altro fronte: «Combattiamo le richieste ingiustificate di aumento da parte dell’industria di marca, oltre a intervenire drasticamente sui nostri prodotti, ciò anche a costo di non avere più alcuni marchi sui nostri scaffali», afferma Aldo Soldi, presidente Coop. «Del resto, se avessimo accettato senza discutere le richieste, nel 2009 l’inflazione alimentare sarebbe stata di circa il 6 per cento». L’attenzione verso il prezzo non ricade però sulla qualità: «Non si abbassa né la qualità né la sicurezza», assicura Soldi, «non tagliamo i controlli, ma è un dato di fatto che c’è stato un abbassamento dei costi delle materie pri- me che deve ricadere in un taglio dei prezzi al consumatore finale». ARTICOLI A PREZZO FISSO Offerte diverse, ma continue, ogni settimana: la capacità di fare slalom tra gli scaffali è un buon aiuto per arrivare alla cassa con il carrello pieno e una spesa non eccessiva. Numerosi supermercati offrono promozioni convenienti sui prodotti alimentari, ma anche su quelli per la casa e per l’igiene personale: l’importante è costruire la propria lista degli acquisti in base agli sconti del momento, magari aiutandosi con i volantini pubblicitari o consultando il sito Internet del proprio punto vendita. I supermercati Esselunga propongono il carrello contro il “caro-vita”: 25 prodotti a 19,90 euro, in parte marca Fidel e altri di etichette diverse. Invece, i punti vendita del gruppo Pam propongono ogni settimana un carnet di prodotti ribassati dal 30 al 50% e una LE OFFERTE DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE Alcune occasioni per poter ridurre i costi quando si va a far la spesa SCONTO 20% SU 100 PRODOTTI A MARCHIO SCONTO 10% AI PENSIONATI NEI PUNTI VENDITA DI PIEMONTE, LIGURIA E VALLE D’AOSTA UN PANIERE DI 25 PRODOTTI A 19,90 EURO 1.500 PRODOTTI A PREZZO RIBASSATO OFFERTE SETTIMANALI SOTTO 1 EURO serie di offerte sotto un euro. Nei supermercati Auchan, è partita l’iniziativa “Il Meno Caro”, una linea di 1.500 prodotti creata per abbassare i prezzi senza perdere in qualità: alimentari freschi e surgelati, prodotti per la pulizia della casa e della persona, per la casa, l’ufficio e l’auto, su capi di abbigliamento, ecc. I prodotti sono contrassegnati dal “pollicione”, un bollino che indica il prezzo più basso. Eleonora Della Ratta –10% Questo è lo sconto “reale”riservato ai pensionati da Crai nei negozi del Nord Ovest su molti beni LA SOCIAL CARD NON ANCORA A PIENO REGIME Le maggiori catene di supermercati accettano la Social card, ma tutte hanno riscontrato una serie di problemi nell’uso da parte dei clienti. Esselunga ha deciso di aiutarli attraverso il punto informazioni e il numero verde: tutti quelli che hanno fatto richiesta hanno ricevuto la tessera, ma solo chi ne aveva effettivamente diritto ha ricevuto i soldi. Così qualcuno è arrivato alla cassa e ha trovato la tessera vuota. In altri punti vendita sono stati riscontrati problemi puramente tecnici, con Pos che non leggevano la carta: problemi che via via vengono risolti, anche se il sistema sembra non essere ancora a pieno regime. Nel prossimo numero Club3 pubblicherà un’inchiesta sul “popolo della social card”. NOTES 3 MARZO 2009 ACQUISTI SOLIDALI Fotovoltaico “di gruppo” l’energia più conveniente ” CHI FA PARTE DI UN GAS PUÒ RISPARMIARE IL 10 PER CENTO SUL PREZZO DELL’INSTALLAZIONE DELL’IMPIANTO DOMESTICO Il vantaggio è assicurato se partecipano all’iniziativa almeno 20-25 persone ” Gruppi di acquisto solidale (GAS) sono partiti alla conquista del sole. Dopo aver organizzato spese all’ingrosso di cibi biologici e di origine certa e aver contribuito a diffondere una cultura di economia equa e rispettosa dei diritti dei più de- I boli, oggi affrontano i problemi ambientali. Da alcuni mesi esistono gruppi che mirano a diffondere l’uso di energia prodotta con pannelli fotovoltaici. I primi progetti risalgono alla seconda metà del 2007. Proprio due anni fa, infatti, un decreto del ministero dello Sviluppo economico e del ministero dell’Ambiente ha reso conveniente questo sistema di produzione. Da una parte, la normativa ha semplificato il complesso iter previsto in precedenza; dall’altra, i mag- IL SITO WEB DI RIFERIMENTO Il sito Internet di riferimento dei Gruppi di acquisto solidale è www.retegas.org. Scorrendo con attenzione tutte le pagine Web è possibile farsi un’idea abbastanza precisa della storia e delle dimensioni del fenomeno. Si tratta di una rete che oggi conta in Italia all’incirca un migliaio di gruppi che sono composti da una ventina di famiglie l’uno (anche se ognuno si organizza come crede). La spesa annua media all’interno dei G.A.S. è stimata intorno ai 2 mila euro a famiglia. Nei gruppi si può comprare un po’ di tutto: oltre ai pannelli fotovoltaici, ad esempio, 4 MARZO 2009 NOTES alimentari, detersivi, capi d’abbigliamento. Per tutti, comunque, la “S” di solidale è irrinunciabile e può essere declinata a seconda delle esigenze locali. Oltre a diverse informazioni di questo tipo, sul sito si può consultare l’elenco dei circa 500 gruppi registrati nella rete nazionale. La ricerca può essere effettuata provincia per provincia, così da trovare in pochi click il gruppo più vicino a casa. Sul sito si trovano anche le autosegnalazioni di produttori che dichiarano di riconoscere e operare concretamente ispirandosi ai principi dei gruppi di acquisto solidale. giori vantaggi sono stati riservati ai piccoli impianti domestici. Una combinazione di fattori che ha attirato l’attenzione dei “gasisti”, i componenti di un gruppo di questo tipo. Dalle parole scritte sul proprio blog da Jacopo Fo, promotore di uno di questi gruppi, traspare l’entusiasmo: «Quando ci siamo resi conto delle opportunità che offriva la nuova legge non ci potevamo credere». E ancora: «Di fatto, lo Stato permette a tutti i cittadini di installare un impianto fotovoltaico riconoscendo un contributo per ogni chilowattora prodotto, indipendentemente dall’uso che poi se ne fa, vendita o autoconsumo». Col passare del tempo sono sempre di più le persone che hanno messo su un “G.A.S” simile: ad esempio, l’associazione “Aria Nova”, in Veneto. Nella stessa regione, un’iniziativa simile è sostenuta dallo sportello Energia di Legambiente Padova. VANTAGGI E AGEVOLAZIONI STATALI Ma ad attirare non sono solo le ricadute positive in termini di minor inquinamento, ma anche i finanziamenti pubblici. Francesco Tampellini, responsabile del GAS fotovoltaico che sta cre- ando l’associazione comasca “L’isola che c’è”, precisa che gli incentivi statali alla produzione fotovoltaica per le utenze domestiche sono di due tipi: il servizio di “scambio sul posto” e la “tariffa incentivante”. Scambio sul posto. Permette all’utente di consumare l’energia prodotta con i pannelli. «Il servizio», spiega Tampellini, «consente di prelevare e consumare l’energia prodotta dal fotovoltaico e immessa in rete in un momento differente da quello in cui avviene la produzione, utilizzando quindi il sistema elettrico quale strumento per l’immagazzinamento virtuale dell’energia». In questo modo, perciò, si evita di pagare la bolletta elettrica. Tariffa incentivante. Indica il denaro corrisposto per 20 anni per tutta l’energia prodotta. E si tratta di un bel gruzzolo: si pensi che per ogni chilowattora lo Stato riconosce mediamente 0,43 euro circa, mentre sul mercato il prezzo è intorno ai 22 centesimi. A conti fatti, costruire un impianto potrebbe essere vantaggioso per chiunque, tanto che anche un eventuale finanziamento richiesto a una banca può essere ripagato girando all’istituto di credito i soldi ricevuti per la produzione (il guadagno consiste, in questo caso, nell’azzerare la bolletta). Ma con un gruppo solidale la convenienza aumenta. Tampellini prova a fare due conti, partendo dal dato che una famiglia italiana di quattro persone consuma in media ogni anno 2.700 chilowattora. Ogni chilowatt di fotovoltaico in- stallato nella zona di Como produce circa 1.150 chilowattora in 12 mesi. Ipotizzando un impianto di 2 chilowatt, ogni anno si riescono ad incassare 989 euro di incentivo e si risparmiano altri 506 euro di bolletta. In tutto, fanno 1.459 euro, che consentono di ripagare l’impianto nell’arco di 9-12 anni. Ma non è tutto. «Il GAS fotovoltaico», afferma il responsabile Energia dell’”Isola che c’è”, «consente un risparmio di circa il 10% rispetto a chi si rivolge da solo a un installatore». Il potere contrattuale, infatti, è diverso (perché il progetto vada in porto, è prevista la partecipazione di almeno 20-25 persone). Un impianto domestico da due chilowatt col gruppo costa 13.420 euro, tutto compreso, mentre organizzandosi da sé si dovrebbero mettere in conto 1.540 euro in più. Naturalmente, il confronto va fatto con lo stesso materiale. E il gruppo comasco ha deciso di non rivolgersi all’estero per l’acquisto di moduli, inverter e strutture, anche se potrebbero essere più a buon mercato, così da favorire la filiera corta e assicurarsi il rispetto dei diritti dei lavoratori, due concetti inviolabili per ogni gasista. Il risparmio in portafoglio, anche se consistente, non è comunque il primo obiettivo. La precedenza è data, piuttosto, alla scrittura di un “patto solidale” tra i membri del gruppo e il produttore-fornitore. Oltre ad aver scelto materiale di produzione italiana, l’associazione comasca ha chiesto all’installatore di intervenire a incon- I CONTATTI ONLINE www.lisolachece.org “L’isola che c’è” è l’associazione comasca che sta facendo partire un gruppo fotovoltaico www.jacopofo.com/pannelli-solari Il Gruppo d’acquisto di pannelli fotovoltaici promosso da Jacopo Fo www.associazionearianova.it L’associazione Aria Nova www.legambientepadova.it/sportello_energia _primo_piano#gas Lo sportello Energia di Legambiente Padova www.gse.it Il sito del Gestore dei servizi elettrici www.elettricarogeno.it Elettrica Rogeno è la società scelta dall’ “Isola che c’è” per l’installazione dei pannelli fotovoltaici www.certas.it Certas è l’altro partner dell’associazione comasca nella costituzione del gruppo fotovoltaico www.autocostruzionesolare.it Una rete per chi è interessato all’autocostruzione di pannelli solari termici tri pubblici e di rendere note tutte le voci di costo che formano il preventivo, per garantire una maggiore trasparenza. Utenti e fornitore, inoltre, daranno un contributo a progetti di economia solidale che saranno promossi sul territorio. Per dirla con le parole di Tampellini, dunque, il valore più importante è «la partecipazione attiva di tutti gli attori, perché questo impegno porta i cittadini fuori dalle proprie case, li spinge a essere corresponsabili insieme con il vicinato nella gestione più sostenibile dell’ambiente e della società in cui viviamo». Marco Bortolato 0,43 euro a chilowattora È quanto lo Stato riconosce a chi produce e vende elettricità prodotta con il fotovoltaico NOTES 5 MARZO 2009 SERVIZI E UTENZE Se la bolletta è “bloccata” si può sempre recedere empi difficili per le offerte di elettricità a prezzo bloccato. Se nei mesi scorsi la formula poteva essere interessante, considerate le aspettative di incremento dei prezzi delle materie prime, di recente, il ribasso del costo del petrolio ha modificato lo scenario. Che cosa può fare, allora, chi aveva stipulato per la bolletta questa tipologia di contratto, ad esempio, a settembre 2008, e quindi poco prima di questa inversione di tendenza? «Gli operatori, in genere, non prevedono l’applicazione di diverse condizioni quando cambiano determinate variabili, come appunto il costo del petrolio, ciò significa che nella maggior parte dei casi il rischio è a carico del consumatore. Purtroppo, si tratta della stessa regola che vale nel settore dei mutui, nell’ambito del quale si ha la possibilità di scegliere tra tasso fisso e variabile e non è detto che il primo si dimostri sempre il più conveniente», spiega Roberto Tascini della Segreteria Nazionale dell’associazione dei consumatori Adoc. Allo stesso modo, prosegue Tascini, «non esiste una tariffa più conveniente in assoluto, pertanto famiglie e privati, prima di optare per una formula contrattuale monoraria, bioraria, piuttosto che a prezzo bloccato, è bene che individuino il proprio profilo di consumo». T 20% di sconto Può essere oggi applicato sulla componente energia del prezzo definita dall’Authority 6 MARZO 2009 NOTES Tuttavia, l’Autorità per l’energia (www.autorita.energia.it), fin dal 1° luglio 2007, – cioè da quando è partita la liberalizzazione del settore dell’energia per gli utenti domestici e quindi è stata sancita l’opportunità di passare da un gestore a un altro – tenendo presente che si tratta di un mercato caratterizzato da molta volatilità, ha cercato di tutelare i consumatori dal rischio di rincari, garantendo la possibilità di esercitare da parte del cliente il diritto di recesso. In pratica, per tutte le tipologie di contratto di fornitura di luce e gas, quindi anche per i contratti cosiddetti “dual fuel” (elettricità e gas insieme) a prezzo bloccato, l’utente può sempre cambiare scegliendone liberamente un altro o tornare alle condizioni fissate dall’Autorità, il cosiddetto “Servizio di maggior tutela”, disponibile solo per le famiglie e le piccole imprese se connesse in bassa tensione. In particolare, l’Autorità ha fissato tempi favorevoli al cliente domestico per esercitare il diritto di recesso, in quanto gli può essere chiesto al massimo un mese di preavviso. A proposito, le società hanno l’obbligo di informare i loro clienti in modo chiaro e sintetico sulla possibilità di recedere dal contratto. E a riprova, per le informazioni da fornire ai clienti, l’Authority ha approvato un “Codice di condotta commerciale” (Deliberazione n. 105/06) che gli operatori sono tenuti a rispettare. Nel dettaglio, per aiutare nella scelta della tipologia contrattuale, ha introdotto la “scheda di confronto”, che consente una stima delle spese an- NON PIÙ VANTAGGIOSO O DI TRASFERIRSI AD ALTRO FORNITORE nue per valutare la convenienza di una proposta rispetto alle tariffe di riferimento aggiornate dall’Autorità ogni tre mesi. Perciò, per operare il confronto, si può prima consultare l’elenco dei nomi dei “fornitori affidabili” sul sito dell’Autorità e poi ricorrere alle “schede-modello”. Va detto però che non sempre questi limiti vengono osservati. «Spesso i gestori non mettono a disposizione le schede di confronto relative alle diverse proposte commerciali e le informazioni fornite sono poco chiare», dice Tascini. Alle società, dunque, si richiede uno sforzo in terminidi trasparenza. «Per fare un esempio», chiude Tascini, «oggi vengono pubblicizzate offerte che prevedono uno sconto del 20%, ma non si capi- sce a che cosa vada applicato, se alle componenti definite dall’Autorità o ad altro». Di qui, perciò, la recente decisione dell’Autorità garante della concorrenza, in base a cui, sono state multate Enel, Eni, AceaElectrabel, Aem, Asm, Trenta, Enìa, Mpe e Italcogim per aver «attuato pratiche commerciali scorrette nelle modalità di pubblicizzazione dei prezzi praticati nel mercato libero dell’energia e del gas (...). Le campagne hanno riguardato in particolare le offerte “prezzo fisso/certo/bloccato” e “bioraria di energia elettrica e gas”». Per queste offerte, ha detto l’Antitrust, «non è stata sufficientemente specificata la presenza di componenti di prezzo regolamentate dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas e, quindi, sogget- te a variazioni». Tali componenti «possono ammontare anche a oltre il 40% del costo complessivo sostenuto dal clientee per i consumi di energia elettrica e gas» (vedi anche il Notes di febbraio, pagina 1). Secondo l’Antitrust, la liberalizzazione «ha comportato l’ingresso sul mercato di numerosi nuovi operatori (...)», che però «ha reso il consumatore maggiormente bisognoso di chiarimenti e di informazioni, specie per quanto riguarda le reali condizioni economiche del servizio». A ciò, osserva però l’Autorità garante, «non ha però corrisposto un’informazione chiara e corretta alla quale invece gli operatori sarebbero stati obbligati». Chiara Conti ” LA LIBERALIZZAZIONE CONSENTE DI MODIFICARE UN CONTRATTO Per capire la formula che fa al proprio caso, va individuato il profilo di consumo ” A CIASCUNO LA SUA TARIFFA Bioraria. Il costo dell’energia cambia in base alla fascia oraria in cui si effettua il consumo. Le offerte prevedono due livelli di prezzo: più alto negli orari lavorativi dei giorni feriali (ore 8-19), più basso per le ore notturne (19-8) dal lunedì al venerdì, fine settimana e festivi. Contratti indicizzati ai prezzi dell’Authority. Ogni trimestre l’Autorità per l’energia aggiorna il prezzo dell’elettricità e del gas. Queste condizioni economiche vanno poi applicate alle famiglie e ai privati che decidono di restare nel “Servizio a maggior tutela” e decidono di non optare per un nuovo fornitore. Contratti legati ad altre variabili. Esistono contratti che non sono indicizzati ai prezzi dell’Autorità, ma dipendono dall’andamento di altri indici (per esempio relativi ai mercati energetici, costo del petrolio ecc.). Lo sconto del 20%. Molti operatori del mercato libero offrono uno sconto applicato alla componente energia del prezzo dell’elettricità definita dall’Autorità, che viene chiamata P.E.D. Questo acronimo, come si legge ad esempio sul sito di Edison (www.edison.it), indica la componente di costo relativa al servizio di acquisto e di vendita di energia e al servizio di dispacciamento. Prezzo bloccato. Le offerte “dual fuel” propongono elettricità e gas a un prezzo che non varia per un certo periodo (di solito due anni) e che quindi non dipende dalle tariffe dell’Authority. Ci sono poi formule che abbinano blocco dei prezzi, sconto e anche l’invio on line della bolletta, come l’offerta “elight” di Enel Energia. Bonus sociale. È il regime di protezione sociale rivolto ai clienti domestici in condizioni di disagio economico e/o fisico che prevede un bonus a compensazione della spesa per la fornitura di energia. Per chi è in condizioni di disagio economico il bonus varia da 0 a 130 euro, mentre per chi versa in problemi di tipo fisico è pari a 144 euro per ciascun soggetto che abbia un disagio fisico certificato dall’Asl (per i tipi di contratto si veda anche il Notes di novembre 2008). Infine, va detto che, per evitare di pagare due volte, le fatture di luce, gas e acqua vanno conservate per 5 anni dalla data di scadenza del pagamento. Se l’operazione è fatta con bonifico andranno conservati gli estratti conto della banca che attestano l’avvenuto pagamento. NOTES 7 MARZO 2009 SICUREZZA Telecamere nel condominio? Si può, solo se necessarie ” Con queste apparecchiature è possibile un controllo 24 ore su 24 ” numerosi fatti di cronaca, accaduti negli ultimi anni in diverse città italiane, hanno reso sempre più urgente il problema della sicurezza urbana e pertanto anche nelle case e nei condomini. Di qui la corsa da parte di amministratori pubblici, ma anche di privati, ad adottare apparecchiature e tecnologie in grado di migliorare i controlli, giorno e notte, 24 ore su 24: dalle telecamere posizionate per monitorare i punti cruciali e più a rischio dei quartieri, ai circuiti di videosorveglianza già operativi in androni e corridoi di molti palazzi, soprattutto nelle metropoli. Garantire una maggior sicurezza ha però un costo: la priva- I cy personale, infatti, può essere violata, dal momento che tutti o comunque molti degli spostamenti della vita quotidiana vengono “spiati”. E a riprova sono già migliaia le segnalazioni arrivate al Garante per la Privacy che domandano una regolamentazione in materia, dato che in Italia non è stata ancora varata una normativa ad hoc. L’Authority è intervenuta con numerosi provvedimenti e al contempo ha sollecitato il Parlamento a colmare la lacuna. In particolare, non ci sono norme che stabiliscono le procedure per installare telecamere a circuito chiuso nei condomini e, di conseguenza, se può bastare il consenso del proprietario o se occorre anche quello del conduttore dell’immobile o ancora l’unanimità piuttosto che una maggioranza assembleare determinata. Inoltre, manca una disciplina chiara sulla visione dei filmati, a cui in linea teorica oggi è legittimata solo l’Autorità in caso di reati penali. Nella segnalazione dello scorso 13 maggio, con cui il Garante ribadiva al Parlamento l’esigen- COMUNQUE VIOLARE LA PRIVACY NÉ DANNEGGIARE PARTI COMUNI za di regolare il trattamento dei dati personali determinati dall’installazione di impianti di sorveglianza negli edifici condominiali, si sottolineava l’esigenza di una disciplina che assicuri “un equo contemperamento tra i diritti fondamentali delle persone coinvolte e le legittime esigenze di difesa e protezione di persone e cose” (ad esempio, rispettivamente, da aggressioni e danneggiamenti o furti). GLI INTERVENTI DEL GARANTE In attesa di questa normativa, per chi vive in stabili condominiali, si applicano le cautele contenute nei due provvedimenti del Garante: il decalogo del 29 novembre 2000, che detta una serie di regole specifiche (il testo si può LA REGISTRAZIONE DELL’ASSEMBLEA CONDOMINIALE Ma l’assemblea condominiale, spesso fonte di ansie e dispendio di energie, può essere registrata? «Il Garante si è espresso solo di sfuggita nel provvedimento del 18 maggio 2006», spiega l’avvocato Silvio Rezzonico, «affermando che la videoregistrazione in assemblea prevede il consenso di tutti i partecipanti, compreso quello di eventuali estranei, 8 MARZO 2009 NOTES non condomini, ad essa invitati, come i tecnici o gli incaricati di ditte in previsione di contratti di appalto». Non è chiaro, però, se questo procedimento sia valido anche per la semplice registrazione su nastro fonografico, in quanto non risultano pronunce giurisprudenziali specifiche in materia. Ma non è tutto. Per analogia fra la normativa condominiale e quella societaria si ritiene applicabile l’art. 2371 del Codice civile, secondo cui “l’assemblea è presieduta dalla persona indicata nell’atto costitutivo o in mancanza da quella designata dai convenuti”; pertanto, «se si segue questa interpretazione», prosegue Rezzonico, «l’autorizzazione alla registrazione dell’assemblea deve essere data dal presidente, sia pure alla condizione, per esempio, che la registrazione su nastro magnetico venga allegata al verbale e trascritta al termine dell’assemblea (Tribunale di Bologna, 25 marzo 1999, n. 596) ». Rimane però dubbio se in assenza di puntuali disposizioni del regolamento contrattuale, il presidente possa discrezionalmente negare la registrazione. «Sul punto»,conclude il legale specializzato in diritto immobiliare, «la miglior dottrina ritiene che il presidente non possa immotivatamente respingere la richiesta di registrazione, stante il diritto del singolo condomino di controllare il procedimento di formazione della volontà assembleare, al punto che il rifiuto del presidente può essere impugnato ex articolo 1137 del Codice civile, per vizio del procedimento assembleare». consultare su www.garanteprivacy.it) e il provvedimento del 29 aprile 2004, che le ha aggiornate e integrate recependo anche il Codice sulla privacy (Dlgs 196/2003). Per uso personale. Nel dettaglio, fra i principi sanciti nel decalogo, vanno evidenziati i seguenti: «Secondo il Garante, la videosorveglianza è consentita solo se fondata sui presupposti di liceità, necessità e proporzionalità», afferma l’avvocato Silvio Rezzonico, presidente della Confederazione nazionale dei piccoli proprietari immobiliari (Confappi). «In particolare, gli impianti di videosorveglianza possono essere attivati solo quando altre misure siano ponderatamente valutate come insufficienti o inattuabili”. Ciò significa che, prosegue il legale, «se la loro installazione è finalizzata alla protezione di beni, anche in relazione ad atti di vandalismo, devono risultare parimenti inefficaci altri idonei accorgimenti, cioè controlli da parte di addetti, sistemi di allarme, misure di protezione e abilitazione agli ingressi». Nel caso in cui a installare le telecamere sia un singolo condomino, all’ingresso o sul balcone, per proteggersi da atti vandalici, non occorre il consenso degli altri condomini, in quanto è sufficiente averli informarti della presenza dell’impianto, ma a condizione che: 1) le immagini non vengano co- municate a terzi o diffuse in modo sistematico; 2) vengano adottate cautele a tutela di terzi, limitando in particolare l’angolo visuale delle telecamere ai soli spazi di propria pertinenza (evitando perciò la ripresa di luoghi circostanti e di particolari non rilevanti). Se una o più di queste condizioni non vengono osservate da un singolo condomino troveranno applicazione le regole del Codice sulla privacy. Le spese di installazione sono a carico dell’interessato e si dovrà considerare quanto dispone l’art. 1102 del Codice civile (“Uso della cosa comune”) per l’utilizzo delle parti comuni: se l’impianto danneggia le parti comuni si dovrà risarcire il condominio e, se ci fossero problemi, l’amministratore dovrà agire in giudizio, rappresentando il condominio. Ma non finisce qui. Il condomino interessato dovrà tenere conto dell’articolo 615-bis del Codice penale (“Interferenze illecite nella vita privata”), in base a cui compie un illecito penale chi indebitamente ottiene, servendosi di strumenti di ripresa visiva o sonora, immagini piuttosto che notizie riguardanti la vita privata di altri cittadini, senza la loro espressa autorizzazione. Del resto le immagini di una telecamera rendono identificabile una persona, la sua ” PUR MANCANDO UNA NORMA, I SISTEMI DI SORVEGLIANZA NON DEVONO Per l’impianto a uso personale può essere sufficiente informare i vicini ” NOTES 9 MARZO 2009 Questioni di casa Art. 614 Codice penale Se non si è realizzata una violazione del domicilio altrui non c’è reato voce, senza contare che oltre ad essere registrate si possono conservare. Tuttavia va precisato che il reato può anche non sussistere. Sul punto è già intervenuta la Corte di cassazione e nel dettaglio va ricordata soprattutto la sentenza n. 44156 del 26 novembre scorso, pronunciata dalla quinta Sezione penale, secondo la quale il reato è accertato quando sono presenti due requisiti: 1) l’interferenza indebita in uno dei luoghi previsti dall’art. 614 del Codice penale (“Violazione del domicilio”), ossia abitazione, seconda casa, giardino altrui, ecc., realizzata a mezzo di apparecchiature di videosorveglianza; 2) le immagini (o le notizie) riguardano la sfera privata in quei luoghi. Se manca perciò uno di questi due elementi non c’è reato. IL RUOLO DELL’AMMINISTRATORE Le regole del Codice sulla privacy vanno invece sempre rispettate quando si tratta di impianti di videosorveglianza al servizio di tutti i condomini: spetta al- l’amministratore condominiale il compito di vigilare sulla loro osservanza, che di conseguenza figura anche come il soggetto responsabile di eventuali violazioni. L’installazione dell’impianto di videosorveglianza va considerata un’innovazione “gravosa o voluttuaria” in base all’art. 1121 c.c. e, svolgendo una funzione di controllo per tutti i condomini, si ritiene che l’innovazione venga ammessa solo se la maggioranza dei condomini, che l’ha deliberata o accettata, intenda sopportarne integralmente la spesa esonerando chi non è d’accordo. Oggi però la videosorveglianza è considerata decisamente utile se non necessaria. Di conseguenza, se si tratta di edificio nuovo e di pregio, l’innovazione farà parte di quelle previste dall’art. 1120 c.c. e perciò, una volta assunta dalla maggioranza deliberante, obbligherà anche i dissenzienti a contribuire alle spese. L’amministratore dovrà comunque dare esecuzione alla delibera e quindi preoccupar- si dell’installazione. «A mio avviso», aggiunge Rezzonico, «le maggioranze per l’adozione di una delibera assembleare in materia – rispettosa del Codice della privacy – sono quelle regolamentari, di cui all’articolo 1136, secondo comma del Codice civile (maggioranza degli intervenuti più di 500 millesimi)». Infine, va detto che anche l’installazione “meramente dimostrativa o artefatta” di telecamere non funzionanti o installate per finzione, in luoghi pubblici o privati, anche se non comporta trattamento di dati personali, può determinare forme di condizionamento nei movimenti, nei comportamenti e può essere oggetto di contestazione. Gli interessati, pertanto, devono comunque essere informati che stanno per accedere ad una zona videosorvegliata o dell’eventuale registrazione. L’informativa deve fornire gli elementi previsti dall’articolo 13 del Codice della privacy, con formule sintetiche ma chiare. Chiara Conti VOI DOMANDATE GLI ESPERTI RISPONDONO Club3 fornisce ai lettori anche un servizio Gli esperti di Club3 rispondono a ogni di consulenza da parte dei suoi esperti. Le domande e le risposte di interesse generale potranno essere pubblicate, per gli altri quesiti la risposta sarà privata. Chi desidera usufruire di questa opportunità deve utilizzare il modulo qui a fianco versando un contributo spese di 25,82 euro. domanda di carattere economico, finanziario, fiscale, normativo e previdenziale, purché sia esposta in forma breve e non si tratti di un quesito multiplo. Gli esperti di Club3 si riservano di non dare seguito a quesiti ritenuti impropri, a loro insindacabile giudizio, rimborsando il contributo spese al lettore. Il contributo va versato mediante bonifico sul c/c 000000320800 c/o Banco Desio Ag.42 di Milano ABI 03440 – CAB 01601 IBAN: IT95W0344001601000000320800 intestato a 2C Edizioni. Allegare questo modulo e copia del bonifico e spedire in busta chiusa a: GLI ESPERTI DI CLUB3 c/o 2C Edizioni, Via Albani 21, 20149 Milano. 10 MARZO 2009 NOTES Nome e Cognome Via (o piazza) Cap Provincia Città Telefono Per informazioni su questo servizio si può telefonare ogni mercoledì – dalle 14 alle 15 – al numero 02.36.53.83.08. a cura di SILVIO REZZONICO LA NUDA PROPRIETÀ E LE LEGGI DI MERCATO on mio marito di 80 anni (io ne ho 75 Cproprietà compiuti) desideriamo vendere la nuda del nostro appartamento, di cui siamo comproprietari al 50%, in modo da assicurarci una certa disponibilità in questi ultimi anni di vita e continuare ad abitare a casa fino alla fine. Dalla valutazione della stessa, quale percentuale potremmo ricavarne subito, tenendo presente la nostra attuale buona salute? F. L., Thiene Non è tecnicamente possibile darle una risposta, ma soltanto qualche suggerimento, in quanto il valore di mercato della nuda proprietà dipende dalla zona e dal tipo di immobile e non è una percentuale fissa, sia pure legata all’età (che sarà quella del coniuge più giovane). Ai fini fiscali, rispetto a 73-75 anni il valore della nuda proprietà è pari al 67,75%, da 76 a 78 anni al 73%. Diversamente funzionano le cose sul mercato, in cui si tiene conto delle aspettative di vita maggiori delle donne rispetto agli uomini (quindi in caso di comproprietario donna più giovane la casa “vale meno”). Inoltre un lieve calo di valore si ha in caso di proprietà in coppia. Ma, soprattutto, l’acquisto di una nuda proprietà ha domanda e quotazioni percentuali più alte se la casa è di pregio (in centro storico, di buon livello) e non periferica e di scarso valore. Infatti, il rischio che si assume l’acquirente -investitore è più giustificato dal fatto di accaparrarsi un immobile di pregio, difficilmente rintracciabile nelle comuni compravendite. Infine, spesso il contratto di vendita prevede che all’anziano non sia lasciato l’usufrutto, ma “solo” il diritto di abitazione. Pertanto, a differenza dell’usufruttuario, non si può locare ad altri il proprio immobile (per esempio, una seconda casa), ricavandone un reddito. Così l’acquirente non è costretto ad attendere la liberazione dell’alloggio dall’inquilino per entrarne in possesso, quando potrà farlo. COME SI PUÒ RECEDERE DALLA SERVITÙ CONDOMINIALE Nel 1925, con atto notarile, due condomini hanno concesso “l’area propria, per una larghezza di 1,50 metri ciascuna, lungo tutto il proprio fronte”, per un passo carraio. Nel 1928 il passo è diventato a fondo chiuso per realizzare un asilo. Ora la costruzione di un’altra strada permette comunque l’accesso e la strada esistente è spesso occupata illegittimamente da veicoli. Vorrei sapere se si può eliminare il passo carraio preesistente, riattribuendo a ciascun condomino l’area di 1,50 metri. R. A., Candelo (Biella) Nell’atto del 1925 si afferma che “le due proprietà confinanti dovranno concedere senza compenso l’area propria, per una larghezza di 1,50 metri ciascuna, lungo tutto il proprio fronte”. Ma manca “un pezzo”: concedere, va bene, ma a chi? A una strada a servizio esclusivo delle due proprietà.. ma di chi è questa strada non lo si dice. E che significa “concedere”? Cedere la proprietà o costituire una servitù? Nel primo caso la strada privata sarebbe in comunione a entrambi i condomini. Nel secondo, saremmo di fronte a una sorta di servitù contrattuale reciproca, in cui ciascuno dei condomini è obbligato nei confronti dell’altro a una servitù di passo e alla manutenzione della strada, fino alla mezzeria di essa. In entrambi i casi però la divisione della comunione o la fine della servitù deve avvenire con atto notarile (dato che è un atto notarile che l’ha formata) e richiede l’assenso di tutti i condomini di entrambi i palazzi (in base all’art. 1108, comma 3 c.c.). Un bel pasticcio, quindi. A scanso di equivoci, anche la servitù è un diritto reale. Se si vuole perciò procedere, si dovrà sperare che i dissenzienti non si rivolgano al tribunale, perché è probabile che questo dia loro ragione. L’ASSEGNO CIRCOLARE GARANTISCE IL VENDITORE Venderò un alloggio a un vicino (interessato all’acquisto perché consente di allargare il suo). Il compratore pagherà davanti al mio notaio 180 mila euro in un’unica soluzione. Che accorgimenti dovrò adottare per evitare modalità di pagamento scorrette? Quali clausole adottare nel rogito per cautelarmi? È opportuno stilare l’atto notarile nei locali di una banca? L. A., Roma Senza alcun bisogno di clausole, basta che gli assegni di pagamento siano di tipo circolare. Mentre con un assegno bancario si ordina alla banca di pagare per proprio conto a qualcuno, con quello circolare è la banca stessa che si impegna a pagare la somma indicata sull’assegno al beneficiario. Il pagamento con assegno circolare sarà indicato nel rogito. L’assegno circolare deve essere intestato al beneficiario (lei) e con clausola non trasferibile (che in caso di circolare è prestampata). L’atto è stipulato normalmente nell’ufficio del notaio, anche quando l’acquirente è finanziato da una banca, ma nessuno vieta che si faccia altrimenti: può richiederlo. L’appoggio di un’agenzia non solo non è indispensabile, ma non dà alcuna garanzia aggiuntiva. NOTES 11 MARZO 2009 IMMOBILI La casa può costare meno se viene comprata all’asta LA RIFORMA DEL 2005 HA SEMPLIFICATO LE PROCEDURE E HA GARANTITO A CHIUNQUE L’ACCESSO A QUESTA OPPORTUNITÀ bitare in una casa di proprietà è da sempre una delle esigenze più avvertite dagli italiani, tanto che si stima che più del 75% della popolazione sia riuscita a realizzarla anche a costo di mutui onerosi. Tuttavia, anche se di recente i prezzi degli immobili e i tassi dei mutui sono scesi, acquistare una casa, per molti resta ancora un’impresa ardua. Ma esiste una modalità, sempre più diffusa, per risparmiare sul prezzo dell’immobile, vale a dire attraverso le aste giudiziarie. A RISPARMI DEL 20 PER CENTO I loro meccanismi, pur rimanendo complessi, sono stati semplificati dal 2005. Si calcola che, nel 2009, possano essere battuti all’asta, a causa del contesto economico complesso, circa 100 mila alloggi. Del resto, l’asta garantisce un risparmio in media del 20% rispetto ai valori del mercato tradizionale; inoltre le novità normative hanno portato a una maggiore trasparenza e abbassato alcune barriere all’entrata, come la scarsa pubblicità data alla disponibilità degli immobili, la necessità di disporre nell’immediato di denaro liquido, la lunghezza delle procedure. La principale novità dal 2005, infatti, sta proprio nell’avere reso obbligatoria la pubblicazione degli avvisi di vendita anche su siti Internet (fra cui www.bollettino aste.com), comprensiva di tutti i dati che possono interessare, tra cui l’ordinanza del giudice e la perizia di stima. La loro pubblicazione deve avvenire almeno 45 giorni prima del termine per la presentazione delle offerte o comunque della data dell’incanto. L’ordinanza di vendita, che approfondisce le condizioni economiche di acquisto insieme alla perizia, che giustifica l’ammontare del prezzo ed evidenzia i principali eventuali difetti dell’immobile, sono i due strumenti fondamentali per orientarsi all’acquisto. L’ordinanza di vendita de- LA VENDITA CON INCANTO Le aste giudiziarie si svolgono secondo due tipi di schema: con o senza incanto. Per partecipare a un’asta con incanto occorre versare la cauzione prevista, che è pari al massimo a un decimo del prezzo base. L’incanto è una gara che può avvenire davanti al giudice, durante una pubblica udienza o davanti a un professionista da lui delegato. Il prezzo base dell’immobile è predeterminato e ciascuna delle offerte, che vanno fatte durante l’udienza, deve superare il prezzo base secondo modalità di rilancio prefissate. Trascorsi tre minuti dall’ultima offerta senza che venga superata, l'immobile è aggiudicato all’ultimo migliore offerente. Il diritto all’aggiudicazione definitiva, però, matu- ve indicare l’identificazione e la descrizione dell’immobile, il prezzo di partenza, il luogo e l’orario dell’asta, l’importo della cauzione e del deposito per le spese di svolgimento della gara, le modalità di aumento delle offerte al rialzo e quelle per pagare il prezzo, che va corrisposto non oltre 60 giorni da quello di aggiudicazione. LA VENDITA SENZA INCANTO È la procedura adottata se non c’è opposizione da parte dei creditori del proprietario dell’immobile messo all’asta. La domanda (corredata di un bollo da 14,62 euro) va presentata entro il termine prefissato e deve contenere, oltre a quanto stabilito nell’ordinanza di vendita, le 12 MARZO 2009 NOTES generalità del candidato acquirente,compresi residenza ed elezione di domicilio, l’identificazione dell’immobile, la somma offerta e le modalità di pagamento. In una busta chiusa si scrive un importo maggiore o uguale al prezzo base stabilito nell’ordinanza di vendita e questa va depositata alla Cancelleria del Tribunale o nello studio del notaio, dell’avvocato o del commercialista delegato dal giudice. Va versata anche una cauzione (in genere un assegno circolare da accludere nella busta) che di solito è pari a un decimo della somma offerta. Se è stata presentata un’unica offerta che supera di un quinto il valore dell’ordinanza, l’immobile viene aggiudicato. Se questa soglia non viene superata, occorre sentire il parere dei creditori: se anche uno solo non è d’accordo, l’offerta viene respinta. Se, invece, vi sono più offerte, non vince automaticamente la più alta. Dovrà essere bandita un’altra asta, con prezzo base pari a quello dell’offerta più elevata, cui parteciperanno solo i candidati originali. Se la gara non può avvenire per mancanza di adesione dagli offerenti, il giudice può disporre la vendita a favore del migliore offerente o ordinare la vendita all’incanto. ra trascorsi 10 giorni lavorativi da quello di svolgimento dell’asta: in questo periodo è possibile che scatti il previsto “aumento del quinto”, ossia un’offerta da farsi entro 10 giorni dalla conclusione dell’asta, che proponga un prezzo superiore di almeno un quinto a quello raggiunto. L’offerta va presentata alla cancelleria del giudice o al professionista da lui delegato, insiema ad una cauzione doppia rispetto a quella prevista dal provvedimento del giudice. Si indice allora una nuova gara a cui partecipano tutti coloro che erano presenti all’asta precedente, oltre a chi ha fatto l’offerta al rialzo. Chi vuole partecipare, deve versare a sua volta il doppio della cauzione; gli of- IMPOSTE, SPESE, FINANZIAMENTI Per l'acquisto di immobili nel corso di aste giudiziarie, oltre al prezzo di aggiudicazione, si pagano le normali imposte catastali e di registro, che ammontano al 10% del valore denunciato nell'atto, ridotto al 3% e con un'aggiunta di 258,23 euro, nel caso in cui venga considerato come acquisto di prima casa. Però non vi sono spese di mediazione né spese notarili (tranne quelle per un eventuale mutuo). In più, vanno messe in conto le spese di cancelleria, difficili da quantificare a priori, ma di importo non eccessivamente elevato. Mentre per le abitazioni resta imponibile il valore catastale, per gli altri immobili si considera quello di aggiudicazione non sono possibili sottostime, come invece capita nelle vendite tradizionali - e quindi tutto avviene alla luce del sole. Una volta, le vendite giudiziarie rispetto a quelle tradizionali, ferenti che non partecipino alla gara successiva perdono completamente la prima cauzione. Se nessuno di loro partecipa, l’immobile diviene di chi ha ottenuto l’aggiudicazione provvisoria. Nel caso in cui, invece, la prima asta vada deserta è il giudice a decidere. Può stabilire un nuovo incanto a un prezzo inferiore di un quarto rispetto a quello precedente oppure potrebbe anche decidere di ritornare alla vendita senza incanto. L’immobile viene aggiudicato con decreto del giudice solo dopo che il prezzo sia stato interamente saldato, per legge, al massimo entro 60 giorni dall’aggiudicazione finale. apparivano meno attraenti, in quanto si doveva disporre di molto denaro liquido, sia per la cauzione necessaria a partecipare sia per il saldo dell'importo. Per risolvere questo problema sono stati siglati accordi tra l'Abi e diversi Tribunali, con mutui pensati per finanziare chi compra alle aste. Nel sito dell'Abi (www.abi.it) si può consultare la lista delle banche che hanno aderito. Per controllare se la richiesta del mutuo è possibile, in genere, basta leggere l'avviso d'asta, che può anche riportare gli istituti convenzionati. I requisiti per ottenere il mutuo sono gli stessi, ma il contratto è sottoposto a una condizione sospensiva, in quanto solo se il mutuatario riuscirà ad aggiudicarsi l'immobile, il preliminare darà seguito a un contratto di mutuo definitivo, in caso contrario il preliminare non avrà alcun effetto. Marco De Ciuceis Sconti per la prima casa Se l’alloggio aggiudicato all’asta è “prima casa” le imposte sono ridotte dal 10 al 3% NOTES 13 MARZO 2009 ANIMALI DOMESTICI DAL 27 GENNAIO È SCADUTA LA CIRCOLARE TURCO CHE PREVEDEVA NORME PIÙ SEVERE PER I CANI DI 17 RAZZE CONSIDERATE “A RISCHIO” iente più black list per i cani considerati pericolosi. Dal 27 gennaio scorso non è più in vigore l’ordinanza Turco che prevedeva regole più severe per i padroni di cani appartenenti a 17 razze considerate “a rischio aggressività”. Il sottosegretario al Welfare Francesca Martini, che ha la delega proprio sugli animali, aveva già annunciato la volontà di non seguire la linea percorsa dai suoi predecessori Sirchia, Storace e Turco: adesso manca solo la sua firma per dare il via, nelle prossime settimane, alle nuove regole. Sul tavolo dei lavori, infatti, è già pronta la nuova “Ordinanza per la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani” che fissa nuovi provvedimenti uguali per tutti, a cominciare dall’uso di guinzaglio e museruola. Secondo i dati del ministero, infatti, il numero di aggressioni da parte di animali N 2-2,5 milioni È l’importo in genere previsto per il massimale nelle polizze rivolte ai proprietari dei cuccioli più aggressivi 14 MARZO 2009 NOTES non è diminuito con le vecchie (e molto discusse) ordinanze: la maggior parte degli episodi avviene in casa o in giardino e coinvolge anche cani non appartenenti alla “lista nera”, ma incroci oppure semplici randagi. I NUOVI OBBLIGHI La nuova ordinanza prevede per tutti l’obbligo del guinzaglio: deve essere di tipo corto, così da permettere al padrone di avere sotto controllo ogni movimento del proprio animale. Inoltre ogni cane – e non più solo quelli potenzialmente pericolosi – deve avere la museruola sempre a disposizione, pronta all’uso in caso di necessità. Fino a oggi solo per le 17 razze individuate dal ministero esisteva l’onere di indossare la museruola, ma più volte le associazioni animaliste hanno spiegato le difficoltà: ai cani a muso piatto è di fatto impossibile metterla; inoltre, se il cane scappa o si perde con la museruola non può né abbaiare né nutrirsi, con conseguenze anche drammatiche. Ma se più cani si trovano insieme in un luogo pubblico, magari in metro, è prudente utilizzare la museruola. Provvedimenti che già la Cassazione aveva in qualche modo anticipato: la maggior parte dei regolamenti comunali, infatti, impone, genericamente, l’obbligo di custodia degli animali da parte dei padroni, ma una sentenza dello scorso maggio della Suprema corte aveva indicato nel guinzaglio l’unico mezzo sicuro per poter tenere sotto controllo il proprio cane. Finora la normativa che regola diritti e doveri dei padroni è stata molto ambigua: sull’argomento si può far riferimento solo a un’ordinanza di polizia veterinaria del 1954 e ai singoli regolamenti comunali, spesso molto diversi tra loro. Pertanto, il nuovo provvedimento farà chiarezza, cercando di uniformare le regole. Il lavoro trova d’accordo le associazioni animaliste che hanno sempre osteggiato i precedenti provvedimenti, scontente invece alcune associazioni dei consumatori: «In Italia ci sono 191 morsicature registrate al giorno, 27 mila all’anno», dice Marco Donzelli, presidente del Codacons; «noi vogliamo non solo che la lista dei cani pericolosi non venga abolita ma anzi riteniamo opportuno che vengano incluse altre raz- ze come il mastino napoletano e il dobermann. È sbagliato pensare che tutti i cani siano uguali, alcune razze per la propria naturale forza fisica sono potenzialmente più pericolose: impossibile che un pitbull e un chihuahua possano fare gli stessi danni». Non la pensa così Carla Rocchi, presidente dell’Ente nazionale protezione animali: «I dati dimostrano che i provvedimenti fino a oggi in vigore sono stati inefficaci, l’aggressività del cane spesso non è colpa dell’animale, ma del suo padrone». Chi de- cide di avere un cane “impegnativo” per grandezza e forza fisica, dovrà dimostrare di essere un buon padrone: in collaborazione con i veterinari verranno organizzati corsi per conseguire un patentino. Per mantenere aggiornata la lista dei cani morsicatori, che già esiste, verranno segnalati tutti gli episodi di aggressione: gli animali protagonisti di casi anche non gravi saranno segnalati e sottoposti a rieducazione. Per tutti, inoltre, è previsto l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa (si veda sotto): sul mercato ci sono molte soluzioni anche a basso prezzo, con particolari sconti per chi ha più di un cane in famiglia. Sul fronte dei costi il sottosegretario Martini ipotizza la defiscalizzazione delle spese veterinarie e per il cibo, un intervento per cercare di evitare i casi di abbandono del cane dovuti alle difficoltà economiche delle famiglie. Eleonora Della Ratta PADRONI PIÙ TRANQUILLI CON L’ASSICURAZIONE Gli animali sono imprevedibili e anche il cucciolo più calmo può causare danni a persone o cose: stipulare un’assicurazione sarà presto obbligatorio, ma già nel corso del 2008 molti hanno deciso di ricorrere a questa soluzione per tutelarsi. La crescita delle polizze per la responsabilità civile e la copertura di eventuali danni causati dai cani è legata anche alla maggiore offerta da parte delle assicurazioni tradizionali e da quelle dirette. Ad avere più difficoltà per trovare una polizza adatta sono i proprietari delle specie ritenute più pericolose, o di incroci, che vanno valutati di volta in volta. Non tutte le compagnie, infatti, sono disposte a stipulare una polizza per le razze reputate generalmente più aggressive e vengono incluse nella “lista nera” anche specie che non rientravano nel provvedimento Turco. I massimali in questi casi variano dai due milioni ai 2,5 milioni di euro, con polizze che hanno cifre molto variabili, dai 76 ai 220 euro l’anno. Nella maggior parte delle polizze è previsto il pagamento di una franchigia di circa 50 euro. Prezzi molto più bassi per chi vuole assicurare un cane non appartenente alle razze pericolose: dai 27 ai 33 euro l’anno il costo per coprire la responsabilità civile e i danni di una famiglia che possiede un animale domestico. L’assicurazione non copre solo il padrone, ma l’intero nucleo familiare che vive con il cane, e alcune compagnie estendono il servizio a chiunque si prenda cura dell’animale anche per brevi periodi, come spesso accade per esempio durante le vacanze. I pacchetti sono diversi in base alle esigenze del padrone: alcune polizze prevedono anche la copertura delle spese veterinarie, il rimborso per le spese di custodia o pensione e delle spese legali, per un massimo di 5mila euro, in caso di danni subiti o provocati dall’animale assicurato. Ma c’è chi offre anche di più, come nel caso della compagnia diretta Brocker on line che rimborsa il valore del cane (fino a un massimo di 3 mila euro) in caso di morte da incidente o malattia e in caso di smarrimento. Per stipulare questo tipo di polizza è necessario che il cane abbia meno di 5 anni e possa vantare il pedigree. ” Dal rottweiler al barboncino le regole sono uguali per tutti Chi possiede un animale “impegnativo” dovrà conseguire un patentino ” NOTES 15 MARZO 2009 VIAGGI Il mondo a portata di mano Come visitarlo in poltrona ” GRAZIE ANCHE A INTERNET, CI SONO TANTE OPPORTUNITÀ PER CONOSCERE PAESI E TRADIZIONI LONTANI RIMANENDO A CASA Si può “viaggiare” andando a una mostra o a un mercatino oppure vedendo un film ” na conferenza sull’Uzbekistan, una mostra di foto sul Perù, un corso di lingua spagnola: sono alcuni dei modi per viaggiare senza allontanarsi troppo da casa. Torino, Milano, Firenze, Roma, Napoli, Palermo: in queste città si può andare alla scoperta di Paesi lontani. A Torino. L’Università della terza età organizza “Impressioni di viaggio”: due volte al mese Giu- U lia Robino, viaggiatrice ottantenne, docente di fotografia, proietta le immagini dei suoi viaggi al Circolo Ufficiali di corso Vinzaglio 6. Dall’Uzbekistan all’Argentina, foto, video e spiegazioni dell’autrice fanno sognare gli allievi; per assistere biso- MENU SCONTATI CON LA CUCINA ETNICA Aromi e spezie d’Oriente, frutti tropicali, combinazioni di dolci e salato, il viaggio può iniziare anche in un ristorante etnico, dove tra sapori nuovi e musiche di sottofondo ci si può sentire lontani, anche se si è a pochi metri da casa. A Torino, l’iniziativa “menu d’argento” consente a tutti gli over 60 e a due accompagnatori (senza limiti di età) un menu a prezzo fisso, bevande e coperto inclusi, in molti esercizi convenzionati. Tra i ristoranti etnici, un menu d’argento a 15 euro viene proposto da “El Tambo”, cucina peruviana, in Via Berthollet 37/F, tel: 011.6599417; per la cucina indiana aderiscono il “Gandhi”, in corso Regio Parco 24, tel: 011.2470643; e lo “Shri Ganesh”, cucina indiana di via Pigafetta 14, telefono 011.595680. 16 MARZO 2009 NOTES Spostiamoci a Verona, dove se preferiamo la cucina giapponese il ristorante “Zushi” fa consegne a domicilio nella città (ma a pranzo per la consegna è necessario un ordine di almeno 15 euro più 3 euro di consegna). Zushi è in via IV Novembre 17/B, telefono 045.8349504. Se amiamo invece l’Africa, a Bologna troviamo il ristorante “Adal” in via Vasari 7, tel. 051.374991, con cucina eritrea e etiope. Per gli over 60 e gli studenti viene proposto un piatto unico con couscous, carne, legumi e verdure, bevande, un dolcino e caffè a 15 euro. Se vogliamo poi tuffarci in Grecia a Parma, la “Taverna Greca Kelari” in borgo Giacomo Tommasini 21 mette a disposizione menu completi a 25 euro, telefono 0521.386653. gna essere iscritti all’Uni3. Informazioni allo 011.4342450, corso Francia 27, Web: http://torino.unitre.net. A Torino l’iscrizione (che permette di frequentare sino a 4 corsi) è di 80 euro. I “viaggi virtuali” sono organizzati dall’Uni3 anche in altre città d’Italia, informazioni sulle varie sedi: www.unitre.it A Milano. L’associazione “L’Angolo dell’avventura” organizza incontri gratuiti con proiezioni di video all’acquario di viale Gadio 2. ll 26 marzo si parlerà di Bolivia. Informazioni al 347.1200464. L’associazione “fa viaggiare” anche in altre città, info: www.angolodellavventuraroma.com/regioni.htm. Il centro culturale Svizzero organizza incontri e proiezioni per conoscere la Svizzera. L’iscrizione è gratuita, la sede è in via Vecchio Politecnico 3, nel palazzo costruito dall’architetto zurighese Armin Meili. Tel. 02.76016118, sito Web www.isti tutosvizzero.it. A Firenze. Se preferiamo la Francia, incontri e corsi di lingua sono organizzati in tanti centri culturali in tutta Italia. Informazioni su www.france-italia.it. A Firenze l’istituto è in piazza Ognissanti 2 e risponde allo 055.2718801. A Roma. In Lungotevere Testaccio 10 ha la sede nazionale “L’angolo dell’avventura”. Il gruppo organizza cene e incontri di viaggio e mette a disposizione degli iscritti una biblioteca con guide di tanti Paesi. Per partecipare bisogna essere soci, costa 10 euro. Senza fare la tessera si può frequentare la biblioteca e consultare i libri a 1 euro per 24 ore. Per informazioni: 06.5754378. Sempre nella capitale c’è l’Isiao, www.isiao.it., che propone mostre, conferenze e una biblioteca per capire gratis l’Asia e l’Africa. A Napoli. Come a Milano, Roma e Palermo, l’istituto Cervantes organizza corsi di lingua, cultura e incontri per sentirsi in Spagna. Per Napoli il sito è http: //napoles.cervantes.es/it/default.sht m. Fino al 5 marzo c’è una mostra sul pittore Ramón Gaya, ingresso libero. Inoltre dal 6 all’8 marzo ci si potrà sentire in Argentina con il Festival internazionale del Tango dedicato alle donne. Informazioni su www.mujeresdeltango.it. A Palermo. Come in altre città (Genova, Milano, Napoli, Roma, Trieste, Torino) si può scoprire la Germania con corsi di lingua, proiezioni di film e convegni, grazie al Goethe Institute (consultare il sito:www.goethe.de/ ins/it/lp/itindex.htm). Qui il Goethe è in via Paolo Gili 4; risponde allo 091.6528680. Sino al 18 marzo propone gratis film in lingua tedesca con sottotitoli in italiano sul tema: “La deutsche vita”, pellicole dove le metropoli tedesche da Berlino a Monaco LA “GITA” IN RETE Possiamo salpare per viaggi virtuali grazie a Internet. Su www.turistipercaso.it troviamo itinerari e racconti di viaggio con informazioni dal Benin a Tonga. Per viaggiare in Italia, sul sito del quotidiano Repubblica, all’indirizzo http://viaggi.repubblica.it/ dettaglio/Giro-d-Italiain-Webcam/159077, troviamo collegamenti a videocamere. La trasmissione su Rai 3 condotta da Licia Colò ha un sito web, www.allefaldedelkilimangiaro.rai.it, con molti video. Per sorvolare la terra soltanto con un click e vedere immagini satellitari di città lontane, c’è http://earth.google.it/ di Google earth, un programma da scaricare per spostarsi da un punto all’altro del globo . www.visual.paginegialle.it permette viaggi virtuali in Italia. www.viaggiare.it si definisce il motore di ricerca del viaggiatore, a disposizione anche di diari di viaggio di altri navigatori. Per saperne di più sulla situazione sicurezza di possibili mete di viaggio c’è www.viaggiaresicuri.it, del ministero degli Affari Esteri. sono le vere protagoniste. Sempre a Palermo l’Associazione Asantesana (www. asantesana. org) organizza eventi per conoscere l’Africa e in particolare la Tanzania. Sergio De Marchi GUIDE E LIBRI SONO SEMPRE UTILI Anche la lettura è un modo per esplorare terre lontane. Per “volare” a Barcellona, in Spagna, vale la pena curiosare tra i romanzi di Manuel Vazquez Montalban, come “Sabotaggio Olimpico” edito da Feltrinelli (6,50 euro). Se invece si è amanti dell’Oriente si può scoprire “In Asia” di Tiziano Terzani, edito da Tea (10 euro). Se interessano l’attualità e la storia si può leggere “Annibale. Un viaggio” di Paolo Rumiz, edito da Feltrinelli (16 euro). Inoltre, si possono consultare le classiche guide turistiche e in particolare le ormai famose e dettagliate Lonely Planet. Il volume “Monaco e la Baviera” costa 20 euro ma ci sono anche testi Lonely sui 10 euro. La casa editrice pubblica anche libri fotografici: “Il libro delle città, un viaggio attraverso le più belle città del mondo” costa 49 euro. Altre guide da consultare sono le Rough guide, quella dedicata alla Svizzera costa 27,50 euro. Tra le guide Mondadori, con un approccio molto visivo, troviamo Musei d’Italia a 23 euro, con 400 schede di gallerie d’arte. Tra le guide più economiche ci sono quelle edite dal National Geographic, spesso vendute a meno di 10 euro. Alcuni titoli: Amsterdam, Cuba, Caraibi, Cina. Sempre valide le guide e le mappe edite dal Touring Club. Il catalogo si trova online sul sito www.touringclub.com e propone anche: “Abbazie, monasteri e luoghi dello spirito, opportunità di soggiorno in conventi ed eremi” (18 euro). NOTES 17 MARZO 2009 DIRITTI Aereo e treno: quando e come farsi risarcire CONTRO I DISAGI E I DANNI CAUSATI DA COMPAGNIE E FERROVIE ” Nel caso dei voli la società aerea è tenuta anche a rispettare tempi precisi ” empre più numerosi i reclami contro compagnie aeree che non assolvono ai loro doveri nei confronti dei passeggeri, perché il bagaglio viene smarrito o il volo cancellato o ritardato. I consumatori, dunque, hanno più coscienza della possibilità di tutelare le loro ragioni. S I DIRITTI DEL PASSEGGERO Derivano dalla stipula del contratto di trasporto aereo, cioè dall’acquisto delbiglietto di viaggio: da questo momento il vettore aereo è obbligato a trasferire persone o cose da un luogo all’altro e di farle arrivare a destinazione nelle stesse condizioni in cui si trovavano alla partenza. Pertanto, se in difetto, il vettore sarà considerato responsabile e quindi tenuto a un congruo risarcimen- to. Ma oltre all’obbligo di far pervenire a destinazione indenni passeggeri e bagagli, il vettore deve anche rispettare dei tempi. Il Regolamento n. 889/2002 amplia la sfera di tutela dei passeggeri del trasporto aereo e, adeguandosi alla normativa già in vigore dal 1999 (Convenzione di Montreal), crea un sistema unifor- me di responsabilità per il trasporto aereo internazionale. Sono definite le responsabilità per il caso di bagaglio distrutto, smarrito o danneggiato, anche se non vi è colpa, per il caso di morte o di lesioni o di semplici ritardi. Ecco i diritti della convenzione: I Non vi sono limiti finanziari di responsabilità in caso di lesioni o morte del passeggero. In particolare, per danni fino a 112 mila euro circa il vettore non può contestare le richieste di risarcimento, superato questo importo potrà solo se in grado di provare che il danno non gli è imputabile. I In caso di lesioni o morte di un passeggero, il vettore deve versare, entro 15 giorni dall’identificazione di chi ha titolo al risarcimento, un anticipo per far fronte a immediate necessità economiche. È POSSIBILE OTTENERE TUTELA PRESENTANDO UN RECLAMO I Per il caso di ritardo nella consegna del bagaglio, il vettore è responsabile per il danno a meno che non abbia preso tutte le misure possibili per evitarlo o fosse impossibile prendere tali misure. La responsabilità per il danno è limitata a circa 1.121 euro. I Il vettore è responsabile nel caso di distruzione, perdita o danno dei bagagli fino a 1.121 euro. Per lo smarrimento del bagaglio il reclamo dovrà intervenire entro 7 giorni per il ritardo nella riconsegna, entro 21 dalla data in cui il bagaglio è messo a disposizione del passeggero. Ma si può beneficiare di un limite di responsabilità più elevato rilasciando una dichiarazione speciale (“dichiarazione di valore”), al più tardi al momento della registrazione, e pagando un supplemento. NEL CASO DI OVERBOOKING Chi, avendo prenotato il biglietto in “sovraprenotazione”, non sia poi riuscito a partire a causa dell’eccesso di prenotazioni rispetto ai posti disponibili, ha diritto a un risarcimento pari a: I 250 euro per i voli inferiori o pari a 1500 Km; I 400 euro per i voli intracomunitari che superano i 1.500 Km e per gli altri voli compresi tra 1.500 e 3.500 Km; I 600 euro per tutti gli altri voli. Inoltre si avrà diritto a: I scegliere tra il rimborso del biglietto entro 7 giorni e un volo alternativo verso la destinazione finale non appena possibile o a una data successiva; I pasti e bevande in congrua relazione alla durata dell’attesa; I sistemazione alberghiera, qua- A FAVORE DI CHI SI SPOSTA IN TRENO TUTTI I GIORNI Chi deve viaggiare ogni giorno sopporta i problemi maggiori, a causa dei continui ritardi, dei collegamenti soppressi, del sovraffollamento e non ultimo della sporcizia nei vagoni. Per non parlare delle lamentele che riguardano i rimborsi per i ritardi degli eurostar. Si applica una procedura specifica di rimborso solo per i treni espressi, intercity ed eurostar: 18 MARZO 2009 NOTES se si tratta di un intercity, quando il ritardo supera i 30 minuti, il bonus è pari al 30% del prezzo del biglietto e della prenotazione; se eurostar e ritardo oltre i 25 minuti, il risarcimento è del 50% del prezzo del biglietto. Inoltre: 1) il bonus non è previsto se il ritardo non dipende da Trenitalia, cioè se dovuto a cause di forza maggiore, come scioperi determinati da terzi, calamità naturali, ecc. 2) La richiesta di rimborso va fatta entro 30 giorni dal giorno di utilizzo del biglietto e va imbucata nelle cassette ad hoc della stazione di arrivo (si può anche spedire). Si deve però ricorrere al modulo che si trova nelle biglietterie o negli uffici informazioni, a cui vanno allegati biglietto e prenotazione in originale. 3) Attenzione anche perché il bonus deve essere spedito da Trenitalia entro 30 giorni dalla data di ricevimento del rimborso ed è utilizzabile entro 6 mesi dalla data di emissione. Si può comunque far pervenire le proprie lamentele alle ferrovie inviando un reclamo scritto alle biglietterie o agli uffici di assistenza ai clienti. Le ferrovie in questo caso e, stando a quanto è scritto sulla loro Carta dei servizi, si impegnano a rispondere alle lamentele entro 30 giorni. Di recente, però, va detto che in data 23 giugno 2008, il Giudice di Pace di Novara ha emesso una sentenza storica per chi è costretto a fare il pendolare per ragioni lavorative. In particolare, il giudice ha condannato la società che gestisce il trasporto ferroviario a risarcire i danni provocati a un passeggero, a causa dei continui ritardi del treno e delle pessime condizioni della sala di attesa della stazione. Il pendolare lamentava, a causa dei continui ritardi, di aver sottratto tempo alla sua famiglia e di aver anche perso, in ragione della sua inaffidabilità sull’orario di arrivo, la nomina a responsabile del servizio e il connesso aumento retributivo. lora siano necessari uno o più pernottamenti, trasporti necessari da e per l’aeroporto e due telefonate gratuite (o fax, telex, e-mail). Il Regolamento n. 889/2002 prevede che le vie legali vengano adite entro due anni dalla data di arrivo o dalla data alla quale il volo sarebbe dovuto arrivare. La competenza per inoltrare le richieste di rimborsi e risarcimenti danni spetta al giudice competente per valore. Per la competenza per territorio vale la regola del “foro del consumatore”, cioè sarà competente il giudice, individuato per valore, del luogo di residenza del turista ricorrente. 1.121 euro E la cifra massima di rimborso che si può richiedere alla compagnia quando consegna in ritardo il bagaglio ATTENTI ALLE TARIFFE LOW COST Non sempre la convenienza dei voli a “basso costo” è sinonimo di qualità. È bene prestare attenzione alla lettura dei contratti, di solito di difficile comprensione a causa delle infinite postille, soprattutto per i poco esperti. Ad esempio, in molti casi, non viene specificato il numero dei voli disponibili ai prezzi ribassati offerti e di rado sono indicati nel dettaglio il numero dei posti disponibili, i costi aggiuntivi (come accade per il bagaglio aggiunto, che in verità non rientra nell’offerta). Spesso, infatti, accade che un biglietto low cost venga a costare anche più di uno a tariffa intera, a causa dell’applicazione di tasse d’imbarco spropositate e oneri non previsti. Laura Genovese NOTES 19 MARZO 2009 PREVIDENZA Gli stipendi e i contributi per le colf e per le badanti IL NUOVO CONTRATTO PREVEDE QUATTRO LIVELLI E DUE PROFILI. ” La Commisione contrattuale ha stabilito anche le indennità per vitto e alloggio ” ono stati fissati i nuovi importi retributivi per le colf in vigore per l’anno 2009. In particolare, la Commissione prevista dal Contratto collettivo nazionale del lavoro domestico ha aggiornato le tabelle (A, B, C, D, E) e i valori convenzionali di vitto e alloggio. I lavoratori vengono inquadrati in quattro livelli, a ciascuno dei quali corrispondono due parametri retributivi: normale e super. Per gli importi relativi a ogni livello si vedano le tabelle. S LIVELLO “A” Appartengono a questo livello i collaboratori familiari generici, non addetti all’assistenza di persone, sprovvisti di esperienza professionale o con esperienza professionale (anche presso datori di lavoro diversi) non superiore a 12 mesi, nonché i lavoratori che, in possesso della necessaria esperienza, svolgono le proprie mansioni sotto il diretto controllo del datore di lavoro. Profilo A Normale. Collaboratore familiare generico in LAVORATORI CONVIVENTI prima formazione, addetto LIVELLI VALORI MENSILI INDENNITÀ alle pulizie, addetto alla lavanderia, aiuto di cucina, A 569,52 – stalliere, assistente ad aniAS 673,07 – mali, addetto alla pulizia e inB 724,85 – naffiatura delle aree verdi, BS 776,62 – operaio comune. C 828,40 – Profilo A Super. Addetto alla mera compagnia di persoCS 880,17 – ne autosufficienti, baby sitD 1.035,50 153,12 ter con mansioni occasioDS 1.087,27 153,12 nali e/o saltuarie di mera vi20 MARZO 2009 NOTES gilanza di bambini in occasione di assenze dei familiari. LIVELLO “B” Vi appartengono i collaboratori familiari che, in possesso della necessaria esperienza, svolgono con competenza le proprie mansioni, ancorché a livello esecutivo. Profilo A Normale. Collaboratore polifunzionale, custode, addetto alla stireria, cameriere, giardiniere, operaio qualificato, autista. Profilo B Super. Assistente a persone (anziani o bambini) autosufficienti con mansioni connesse al vitto e alla pulizia della casa. LIVELLO “C” Appartengono a questo livello i collaboratori familiari che, in pos- LAVORATORI NON CONVIVENTI LIVELLI A AS B BS C CS D DS VALORI ORARI 4,14 4,87 5,18 5,49 5,80 6,10 7,04 7,35 LAVORATORI ART. 15, 2° COMMA LIVELLI B BS C VALORI MENSILI 517,75 543,64 600,59 sesso di specifiche conoscenze di base, sia teoriche sia tecniche, operano con totale autonomia e responsabilità. Profilo C Normale. Cuoco, addetto alla preparazione di pietanze e approvvigionamento di materie prime. Profilo C Super. Assistente a persone (anziani e bambini) non autosufficienti, senza diploma professionale, con mansioni connesse al vitto e alla pulizia della casa. LIVELLO “D” Appartengono a questo livello i collaboratori familiari che, in possesso dei necessari requisiti professionali, ricoprono specifiche posizioni di lavoro caratterizzate da responsabilità, autonomia decisionale e/o coordinamento. Profilo D Normale. Amministratore di beni di famiglia, maggiordomo, governante, capo cuoco, capo giardiniere, istitutore. Profilo D Super. Assistente a persone (anziani o bambini) non autosufficienti in possesso di diploma professionale o di un attestato specifico (es. assistente geriatrico) con mansioni connesse al vitto e alla pulizia della casa; direttore di casa. SU QUESTA BASE SONO FISSATI I VERSAMENTI PER I DATORI DI LAVORO per retribuzioni orarie oltre 7,17 euro e fino a 8,75 euro: 1,50 euro (0,36 a carico del lavoratore); per retribuzioni orarie oltre 8,75 euro: 1,83 euro (0,44 a carico del lavoratore). In caso di rapporti di lavoro di almeno 25 ore settimanali (tutte effettuate presso lo stesso datore di lavoro) l’importo orario del contributo dovuto è di 0,97 euro (di cui 0,23 a carico del lavoratore). Quando il lavoratore è coniuge del datore di lavoro oppure è parente o affine entro il terzo grado e convive con il datore di lavoro, il contributo è dovuto senza la quota degli assegni familiari. Da notare che da quest’anno, in seguito all’aumento biennale dello 0,50% della quota a carico del lavoratore per i rapporti di lavoro tra parenti o affini, i contributi con e senza quota assegni familiari praticamente coincidono: per retribuzioni orarie fino a 7,17 euro: 1,33 euro (di cui 0,32 euro LA NOTTE Assistenza notturna LIVELLI VALORI MENSILI Autossuficienti Non autosuff. PAGAMENTI ALL’INPS Gli importi. L’Inps ha comunicato gli importi dei contributi 2009. Gli importi da pagare per ogni ora di lavoro, per rapporti di lavoro fino a 24 ore settimanali, sono: per retribuzioni orarie fino a 7,17 euro: 1,33 euro (di cui 0,32 euro a carico del lavoratore); BS CS DS 893,12 – – – 1.012,20 1.250,37 Presenza notturna LIVELLI Livello unico VALORI MENSILI 598,01 a carico del lavoratore); per retribuzioni orarie oltre 7,17 euro e fino a 8,75 euro: 1,50 euro (0,36 a carico del lavoratore); per retribuzioni orarie oltre 8,75 euro: 1,83 euro (0,44 a carico del lavoratore). In caso di rapporti di lavoro di almeno 25 ore settimanali (tutte effettuate presso lo stesso datore di lavoro) l’importo orario del contributo dovuto è di 0,96 € (di cui 0,23 € a carico del lavoratore). I pagamenti si effettuano ogni trimestre: dal 1° al 10 aprile (primo trimestre); dal 1° al 10 luglio; dal 1° al 10 ottobre; dal 1° al 10 gennaio. In caso di cessazione del rapporto di lavoro, però, i contributi devono essere versati entro i dieci giorni successivi alla cessazione. Infine, nella sezione “servizi online per il cittadino”, si possonopagare i contributi con il servizio “Pagamento online contributi lavoratori domestici”. La procedura consente anche la stampa della ricevuta di versamento tramite il codice BancoPosta. Sempre online è possibile chiedere l’invio di nuovi bollettini e utilizzare una procedura semplificata per il calcolo dei contributi dovuti. La novità. L’art.16 bis del decreto legge cosiddetto “anticrisi” (Dl 185/2008 convertito in L.2/2009) prevede delle modalità di semplificazione per la trasmissione all’Inps da parte dei datori di lavoro domestico delle comunicazioni relative ad assunzioni, cessazioni, trasformazioni e proroghe del rap- LE INDENNITÀ EXTRA (AL GIORNO) LIVELLI BS Pranzo e/o colazione Cena Alloggio TOTALE INDENNITÀ VITTO E ALLOGGIO 1,709 1,709 1,478 4,896 INDENNITÀ VOCE PER VOCE porto di lavoro. Per i datori di lavoro domestico gli obblighi previsti dall’articolo 9-bis del Dl 510/1996 si intendono assolti con la presentazione all’Inps, attraverso modalità semplificate, della comunicazione di assunzione, cessazione, trasformazione e proroga del rapporto di lavoro. Le comunicazioni sono trasmesse in via informatica ai Servizi competenti, al ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, all’Inail, nonché alla Prefettura - ufficio territoriale del Governo, nell’ambito del Sistema pubblico di connettività. Più datori. Il pagamento dei contributi va fatto tramite i bollettini di conto corrente postale forniti direttamente dall’Inps (anche online, come abbiamo visto). Se il lavoratore presta la sua attività presso più datori di lavoro, ognuno di essi dovrà provvedere al versamento dei contributi di sua competenza, in quanto non è possibile che un solo datore di lavoro versi i contributi anche per conto di altri datori di lavoro. Aldo Forte 1.250,37 euro mensili É lo stipendio massimo dovuto per l’assistenza notturna ai non autosufficienti NOTES 21 MARZO 2009 RISPARMIO Bassi rischi, bassi interessi: come difendere i nostri soldi I RENDIMENTI DEI BOT SONO CROLLATI, MA IL COSTO DEL DENARO È ALL’1-2 PER CENTO. TUTTO QUELLO CHE RENDE DI PIÙ È INCERTO... ” Per chi sceglie il conto bancario c’è la garanzia dello Stato fino a 103mila euro ” ualcuno rimpiange i tempi in cui si poteva investire in Buoni del Tesoro al 18% annuo (anni ‘80) o al 10% annuo (anni ‘90) o addirittura quando si poteva investire al 5% con altri scenari e problemi (in primis un’inflazione galoppante). Ma oggi dobbiamo misurarci con un rendimento che, per gli impieghi sicuri e di durata non troppo lunga, non supera il 3% netto. Chi oggi non vuole accontentarsi dell’1% offerto dai Bot deve valutare le alternative, tenendo però presente che, in un momento in cui il denaro “vale” 12% netto, ogni punto di rendimento potenziale in più comporta un sia pur piccolo aggravio del rischio. Q LE DOMANDE DA FARSI Rendimento e rischio sono due variabili finanziarie direttamente proporzionali, cioè più un investimento è rischioso e più aumenterà il suo rendimento. 22 MARZO 2009 NOTES Il denaro, infatti, è una merce e come tutte le altre ha un prezzo (misurato dal tasso d'interesse, nel caso di investimenti obbligazionari) che è frutto della domanda e dell’offerta (ad esempio: più sono chiesti Bot, più il loro rendimento diminuisce), a loro volta influenzate da vari fattori legati all’economia (l’inflazione, il trend economico, ecc.) e da altri legati all’emittente (in particolare, la sua solidità patrimoniale e capacità di produrre reddito nel tempo). In ogni caso, chi vuole avventurarsi in investimenti rischiosi, si ponga due domande essenziali: 1) sono disposto a correre il rischio di non incassare più le cedole o il capitale perdendo anche l’intero investimento? Se la risposta è no, è bene evitare tutto il rischio, rappresentato dalle azioni e dagli investimenti simili (fondi comuni azionari, Etf legati a borse, ecc.) ma anche dalle obbligazioni di società private e da quelle di Stati solidi ma in valuta estera (come Buoni del Tesoro Usa emessi in dollari, sicuri sì, ma che con il rischio di cambio); 2) sono certo di poter mantenere l’investimento fino alla scadenza dell’obbligazione? Se la risposta è no, meglio evitare di investire in durate lunghe e limitarsi a un orizzonte di due o tre anni. In ogni caso, è consigliabile evitare le obbligazioni strutturate (troppo rischiose), le polizze assicurative (troppo costose), i fondi obbligazionari (troppo costosi e poco redditizi). TRA COSA SI PUÒ SCEGLIERE Ecco le alternative oggi disponibili per chi intende non mettere a rischio i propri risparmi. La prima soluzione è il deposito bancario o meglio un conto deposito, cioè la messa a frutto del capitale presso una “banca virtuale”, che non ha sportelli (nella pagina a fianco sono riportati i principali operatori). Oramai operano una decina di banche specializzate che ancora oggi offrono tassi interessanti, intorno al 4% annuo, con punte oltre il 4,5 per cento. Attenzione però al fatto che la tassazione è del 27% (come per i conti correnti) quindi il netto (se non dichiarato diversamente) è di circa il 3-3,5%, comunque sempre abbastanza per chi non s’accontenta dei Bot. Il tasso potrebbe essere diminuito su semplice comunicazione della banca, poiché il deposito non è vincolato. Ma in attesa di tempi migliori si tratta di una soluzione da prendere in considerazione (e fino a 103 mila euro c’è la garanzia del sistema bancario e anche dello Stato). Una seconda soluzione è il deposito postale, il vecchio libretto postale o il buono fruttifero. I libretti ordinari ”Oro” rendono quasi il 2%, i buoni fruttiferi a 18 mesi il 3%, quelli legati all’inflazione fruttano 0,5-1% in più dell’inflazione (oggi si può ipotizzare il 3%, un domani, con la ripresa dell’economia, anche di più). La terza soluzione è quella dei titoli di Stato italiani nelle loro varie forme. Per i titoli a tasso fisso si va dai Bot annuali, che per ogni 10 mila euro investiti garantiscono 100 euro d’interesse dopo un anno, ai Btp a 10 anni (10 mila euro pagano cedole di 186 euro ogni sei mesi), ai Btp a 30 anni (218 euro semestrali ogni 10 mila investiti). Per i titoli a tasso variabile ci sono i Cct che pagano oggi una cedola semestrale di circa 96 euro, che potrebbe crescere nei prossimi anni con la ripresa dell’economia e l’aumento dei tassi a livelli del 4-5 per cento. Inoltre i Btpi (Buoni del Tesoro legati all’inflazione) che pagano cedole basse, ma su capitali crescenti anno per anno in funzione dell’inflazione: il rendimento non è calcolabile a priori, ma si può stimare pari ad almeno un punto netto in più dell’inflazione. Chi avesse dubbi sulla solidità dello Stato italiano (non condivisibili, ma qualcuno valuta tutte le possibilità) ci sono le obbligazioni della Bei (Banca europea per gli investimenti), gli Oat francesi o i Bund tedeschi; bisogna però mettere in conto almeno un punto in meno di rendimento (ossia il prezzo che si paga oggi per le tensioni del mercato finanziario). Infine (salendo però un gradino nel rischio) ci sono i titoli obbligazionari di società quotate in Borsa. Qui l’analisi è più complessa, perché occorre valu- IL RISCHIO DEGLI INVESTIMENTI 1 MINIMO LIQUIDITÀ I DEPOSITI POSTALI I DEPOSITI BANCARI I BOT I FONDI, GESTIONI O SICAV OBBLIGAZIONARI EURO A BREVE TERMINE I POLIZZE VITA ORDINARIE 2 BASSO MEDIO 3 BASSO TITOLI DI STATO I TITOLI DI ENTI SOVRANAZIONALI I FONDI, GESTIONI O SICAV OBBLIGAZIONARI MEDIO-LUNGO TERMINE FONDI I GESTIONI FIDUCIARIE O SICAV OBBLIGAZIONARI INTERNAZIONALI O MISTI O BILANCIATI I OBBLIGAZIONI E POLIZZE “INDEX LINKED” I OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI E CUM WARRANT 4 ALTO FONDI, GESTIONI FIDUCIARIE O SICAV AZIONARI I AZIONI 5 ALTISSIMO OPERAZIONI A PREMIO I OPTIONS I FUTURES tare le caratteristiche dei titoli e quelle dell’emittente. Non potendo più far molto affidamento sui rating – ossia le “pagelle” sulla solidità stilate dalle agenzie specializzate come Standard & Poors o Moody’s, che però hanno giudicato Parmalat e Lehman ottime società fino alla vigilia del fallimento -– bisogna affidarsi a indici più raffinati e complessi come i Cds (“credit default swap” non facilmente reperibili sulla stampa, ma che le banche conoscono bene e usano per sé) ma molto indicativi del rischio effettivo. In questo campo si possono trovare prestiti “accettabili” (durata massima 5 anni) con rendimenti oscillanti intorno al 3,5-4% annuo netto. In conclusione, investire con rendimenti superiori al 2% si può anche oggi, ma occorre fare attente valutazioni. Performance superiori a quelle della “sicurezza elevata” sono in genere abbinate a rischi. A proposito, un vecchio proverbio diceva “chi non risica, non rosica”. E quindi, al contrario, se si vuole “risicare”, puntando a risultati consistenti e superiori a quelli offerti ora dai Bot, occorre rischiare un po’. Quanto? È quello che ognuno di noi deve quantificare prima di investire il proprio capitale e non dopo. Gianluigi De Marchi 186 euro È la cedola che oggi si riceve ogni sei mesi inpegnando 10 mila euro in Btp a dieci anni CONTI DI DEPOSITO: GLI ISTITUTI SPECIALIZZATI ING-CONTO ARANCIO www.ingdirect.it IW BANK- IW POWER www.iwbank.it FINECO SUPERSAVE www.fineco.it WE@BANK-MY PROFIT www.webank.it BANCA SELLA CONTO TRADER www.bancasella.it BANCA IFIS-RENDIMAX www.bancaifis.it CHEBANCA! www.chebanca.it BARCLAYS www.barclaysonline.it NOTES 23 MARZO 2009 Sportello aperto PENSIONE E STIPENDIO: IL CUMULO È TOTALE il 10/3/1936, sono pensionato ma vorrei ancora lavorare. Sono SandatoonoInpdapnato in pensione il 10 settembre 1992 con 38 anni di servizio, compreso il riscatto degli anni universitari e la supervalutazione degli anni perché ho insegnato all’estero. Nel 2000 sono entrato in una cooperativa dove facevo numero e davo credibilità, non ho mai percepito retribuzione, ma mi sono stati pagati contributi per tre anni. Poi sono uscito dalla cooperativa. I contributi versati mi fruttano una pensioncina supplementare di 36 euro netti mensili. Se inizio a lavorare e sono pagato, posso cumulare, senza problemi di trattenute, reddito da lavoro e reddito da pensione? Temo che la legge in vigore dal 1 gennaio 2009 celi qualche cavillo a mio danno. F. A., Firenze I Stia tranquillo, Lei può cumulare in toto reddito da lavoro, sia autonomo che dipendente, e pensione. Fra l’altro, essendo pensionato già dal 1992, poteva cumulare anche da prima e non solo dal 1° gennaio 2009. Anzi, da tale data il cumulo è stato ammorbidito e, come precisato dall’Inpdap (nota 45 del 28 novembre 2008), dal 1° gennaio 2009 vi è la totale cumulabilità delle pensioni dirette di anzianità con i redditi da lavoro autonomo e dipendente. I NONNI INVESTONO PER GLI STUDI DEL NIPOTE Io e mia moglie abbiamo un nipote, volevamo accumulare una somma per i suoi studi versando 50 euro al mese, ma, per motivi indipendenti dalla nostra volontà, siamo riusciti ad accumulare solo 2.400 euro. Alla sua nascita, infatti, stipulammo un contratto con la 24 MARZO 2009 NOTES compagnia Zurich con decorrenza 16/03/2000 denominato “Vita libera new” del quale io sono il contraente e mia moglie l’assicurata. Non ritenendomi oggi soddisfatto, ho deciso di riscattare la polizza e di provvedere in altra maniera. Le Poste mi hanno indirizzato verso Posta Futuro Multiutile e la stessa Zurich mi ha indicato due versioni di Grandi Passi. In ambedue i casi è mia intenzione versare la liquidazione (circa 2.400 euro), che riceverò con un fisso di 600 euro annui a 50 euro mensili (o più saltuariamente, nel tentativo di recuperare almeno in parte quello che non sono riuscito a fare prima). Qual è la soluzione da preferire? O forse ce ne sono altre? G. S., Livorno I È molto consolante sapere che ci sono ancora nonni che si preoccupano del futuro dei nipotini. Purtroppo, a differenza di una volta (quando molti regalavano monete d’oro), l’accumulo di risparmi non è sempre garanzia di buoni risultati. Le soluzioni che sono state prospettate al lettore peccano fortemente nella loro sostanza, e d’altronde l’esperienza avuta con Zurich ne è una palese dimostrazione: dopo tanti versamenti il capitale accumulato è del tutto insoddisfacente. Il fatto è che le polizze (sia delle compagnie di assicurazione che della Posta) hanno costi esorbitanti che assorbono buona parte dei rendimenti. Il fatto di avere un’assicurazione che “garantisce” non è indispensabile per arrivare a un risultato finale. La Posta avrebbe potuto consigliare i suoi libretti di risparmio dedicati espressamente ai minori, che rendono il 2,65% (incassabili in qualunque momento), oppure i buoni fruttiferi serie M28 (vincolati fino al compimento del 18° anno di età) che rendono tra il 3,9% e il 4,5% annuo. Molto di più di una polizza, proprio perché non ci sono spese o commissioni, e quanto a sicurezza si può stare tranquilli (i depositi postali infatti sono garantiti dallo Stato). QUANDO LA CASA VA INTESTATA A CHI ACCENDE IL MUTUO Mia figlia convive da circa 3 anni con un ragazzo che lavora presso una delle principali banche d’Italia. Siccome intendono comprare casa e sono già in trattativa, noi genitori diamo a nostra figlia la metà del valore della casa che vogliono comprare. Il ragazzo, lavorando in banca, ha chiesto un mutuo per l’importo dell’altra metà. Il problema non c’è per avere il mutuo (anche agevolato, per i dipendenti) ma perché la banca ritiene che la casa in acquisto vada intestata solo a lui. Come è possibile che mia figlia paghi praticamente metà casa e non possa esserne proprietaria? È davvero così? C’è una legge che parla chiaro? B. G., Cuneo I Abbiamo chiarito con la banca in questione il problema. Il dipendente della banca ha diritto a ottenere un mutuo agevolato (con un tasso d’interesse solo dell’1% annuo, praticamente gratis) esclusivamente per immobili “prima casa” intestati a sé e ai propri familiari. Ma non essendo i due giovani sposati, non possono beneficiare dell’agevolazione. La banca però è disposta a erogare lo stesso il mutuo, dietro sottoscrizione di un impegno formale a celebrare le nozze entro 6 mesi. L’alternativa è quella di acquistare l’immobile a nome dei genitori o a nome dei due conviventi, ma ovviamente senza beneficiare di condizioni agevolate.