IT Marche 62-68:Layout 1

Transcript

IT Marche 62-68:Layout 1
IT Marche 62-68:Layout 1
26-09-2013
14:24
Pagina 62
Weekend
ducale
Da Urbino a Fonte Avellana, da
Urbania a Fossombrone: un itinerario
che da Acqualagna s’irradia in ogni
direzione dimostrando come le
Marche, anche in un fazzoletto
di territorio, offrano attrattive
diversificate e adatte a ogni gusto...
in particolare a quello del tartufo.
Testo di Pier Vincenzo Zoli
Foto di Mauro Camorani
IT Marche 62-68:Layout 1
26-09-2013
14:24
Pagina 63
●
i talia
S
Alba su Urbino, culla del Rinascimento italiano, il cui centro
storico è protetto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.
Nei suoi dintorni è possibile compiere escursioni nella natura,
come alla Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo,
ed effettuare gite a tema gastronomico: la cosiddetta
capitale del tartufo ospita ogni anno un’importante
manifestazione dedicata al pregiato tubero.
e è vero che ogni frutto ha la sua stagione, in autunno è la castagna a ricordare a tutti che l’estate è finita e l’inverno non tarderà ad arrivare. Eppure c’è un altro
prodotto della natura che proprio in questo periodo sale alla ribalta di manifestazioni, fiere e, in certi casi, anche di
convegni: il tartufo. Parlando di sagre dedicate a questo prezioso tubero, una delle più famose è senz’altro quella che
si tiene ogni anno ad Acqualagna, dalla fine di ottobre ai
primi di novembre. Appassionati di tutta Europa convergono nella cittadina marchigiana per gustare o portare a casa
almeno un pezzetto del profumatissimo – anche per il prezzo – oggetto del desiderio. Nei giorni dell’evento, oltre alle bancarelle e agli stand gastronomici dedicati al tartufo,
anche i negozietti di prodotti tipici del paese mettono in
vendita la loro merce: salumi, crescia (la focaccia locale),
funghi, olio e vini. Sono numerosi i produttori della zona e
dei dintorni che approfittano della grande affluenza di pubblico per far conoscere le loro specialità.
Già questo sarebbe sufficiente per decidersi a partire,
ma i comuni intorno ad Acqualagna hanno molto altro da
offrire al visitatore – e in particolare al turista itinerante: tutte le località che visiteremo dispongono di aree attrezzate
– così che raggiungere questa parte delle Marche diventa
una scelta di cui essere a lungo soddisfatti. A cominciare da
Urbania, celebre per il cimitero delle mummie custodito
nella Chiesa dei Morti: diciotto cadaveri imbalsamati che
raccontano storie a volte terribili, a volte commoventi, come quella del giovane accoltellato dopo una festa, o della
donna morta di parto. I corpi si sono conservati grazie a
una particolare muffa presente nel luogo di sepoltura, che
ha disidratato i cadaveri permettendo ai tessuti di essiccarsi senza decomporsi completamente. Un ben informato custode ragguaglia i visitatori su quanto c’è da sapere sulle
mummie e sulla Confraternita della Buona Morte. Lasciata
IT Marche 62-68:Layout 1
26-09-2013
14:24
Pagina 64
Marche Da Urbino a Fonte Avellana
1
l’atmosfera un po’ lugubre della chiesa, si può andare alla
scoperta di Casteldurante: è questo infatti il nome con il
quale era conosciuta la cittadina dal 1284 al 1636, quando
Papa Urbano VIII onorò il borgo con la qualifica di Comune, che da allora si chiamò Urbania.
Il periodo rinascimentale fu di grande fermento artistico, come testimoniano le maioliche esposte nel museo civico e in quello diocesano, molte di fattura così raffinata da
essere richieste per esposizioni in varie gallerie del mondo.
Fra il XVI e XVII secolo Casteldurante contava ben quaranta botteghe e quasi centocinquanta artisti; oggi sono rimasti soltanto sei laboratori a preservare la tradizione. Come
quello di Ettore e Claurisia Benedetti, appassionati ceramisti che volentieri si intrattengono con i turisti per mostrare
il loro lavoro.
Fuori dalle mura di Urbania pochi conoscono il Ponte
dei Cocci, che è invece strettamente legato alle maioliche
durantine. Era sulle sue spallette che venivano messe le ceramiche ad asciugare; talvolta cadevano nelle acque del Metauro, spinte dal vento, insieme agli scarti gettati dagli artigiani: ecco spiegata l’origine del nome. L’altro ponte, detto
del Riscatto, è altrettanto interessante per la bella vista sul
64 • PleinAir
495
Palazzo Ducale e sui resti ricostruiti non troppo bene del
Tempio del Bramante, distrutto durante la Seconda Guerra
Mondiale. Il nome si deve al fatto che i viaggiatori in transito potevano lasciare del denaro alla Madonna effigiata all’interno del tempio ottagonale per pagare il riscatto dei cristiani prigionieri in Terrasanta.
Entrando nel centro storico colpiscono invece i numerosi portici che hanno spinto alcuni abitanti a chiamare la
zona Piccola Bologna. La Via Bramante, pur senza l’imponenza dei loggiati felsinei, riporta ad atmosfere medioevali, in quanto mai modificata da allora. Visitiamo la chiesa di
Santa Caterina: se la sua eleganza barocca è degna di apprezzamento, c’è un motivo di tutt’altra natura per entrare
in quella che fu la sede della Confraternita degli Artisti. Si
dice infatti che dopo esserne usciti capiti di sognare una serie di numeri; giocandoli al lotto, più di un visitatore ha raccontato di avere vinto.
Di castello in castello Lasciata Urbania ci mettiamo in
marcia verso la non lontana Piobbico, effettuando una doverosa sosta a Peglio. Il borgo medioevale, arroccato sulla
collina, è dominato da una torre campanaria che di sera, in
IT Marche 62-68:Layout 1
26-09-2013
14:24
Pagina 65
2
3
1 Affacciata sul corso del Metauro, Urbania offre ai visitatori
un centro storico porticato ricco di botteghe artigianali (nel
dettaglio di destra, la ceramista Claurisia Benedetti); fra le
attrattive più note in città ci sono le mummie della Chiesa
dei Morti. 2-4 Fortezze dell’Urbinate: il castello Brancaleoni
di Piobbico, la rocca di Naro e il Torrione di Cagli.
occasione di manifestazioni culturali, è illuminata con luci
led di colore diverso a seconda del tipo di evento. Per visitare il paese vale la pena seguire il Percorso fra Cielo e
Terra, un itinerario che coinvolge i cinque sensi del visitatore in un arredo urbano ricco di opere d’arte e vari tipi di
piante. Interessante l’iniziativa denominata Università delle
Arti, grazie alla quale alcuni esperti insegnano i rudimenti
delle forme di artigianato locale, prima fra tutte la lavorazione del vetro.
La tappa successiva ci porta a Piobbico, noto principalmente per il suggestivo Castello Brancaleoni, che consigliamo di raggiungere non dall’ingresso principale, ovvero seguendo le indicazioni turistiche, ma partendo dal paese nei
pressi del ponte sul Candigliano. Salendo verso il maniero
si entra lentamente nell’atmosfera medioevale, fra viottoli
lastricati e case di pietra. La famiglia Brancaleoni dominò il
territorio con alterne vicende fin dal XII secolo, raggiungendo il massimo potere fra il 1400 e il 1500. Il castello fu costruito nel XIV secolo sui resti di una rocca del ‘200 e rimaneggiato alla metà del ‘500. Dall’esterno si presenta come
un elegante edificio su più livelli e già all’entrata si coglie
la prima curiosità: l’orologio, visto dall’interno, ha i nume-
4
ri rovesciati. L’una è a sinistra delle dodici, e via dicendo:
ciò dipende dal fatto che il meccanismo è unico e la parte
che si affaccia sul paese è quella che richiedeva la maggiore leggibilità. Stranezze a parte, è opportuno seguire la visita guidata per apprezzare nel dettaglio le collezioni custodite all’interno di queste mura. A cominciare dal piano terra, con il museo degli antichi mestieri, per poi salire al piano nobile e scoprire la preziosa esposizione di abiti e gioielli
di varie epoche, testimonianza di un mondo di ricchezza
ed eleganza riservato a pochi fortunati. Non mancano stanze riservate alle ceramiche e ai reperti archeologici, oltre a
una collezione di monete; nei sotterranei, dedicati alla speleologia e ai fossili, si trovano i resti dell’Ursus spelæus, il
gigantesco orso delle caverne, qui ricostruito con le ossa
trovate nella Grotta del Nerone.
Se il castello Brancaleoni ci riporta alle vicende di tempi che furono il maniero medioevale di Naro, che svetta
sulla vallata del Candigliano, racconta invece una storia di
oggi: abbandonato fino a pochi anni fa, il castello di Naro
è stato restaurato con attenzione. L’interno, arredato con stile ed eleganza, è ideale per ospitare convegni e ricevimenti; ogni martedì, dalle 10 alle 13, è visitabile gratuitamente.
PleinAir 495 • 65
IT Marche 62-68:Layout 1
26-09-2013
14:25
Pagina 66
2
3
1
La storia di Naro è legata a quella di Cagli, che se ne
impossessò con la forza nonostante la fiera opposizione
di Filippa Siccardi, l’unica della famiglia di feudatari a non
volersi piegare allo strapotere del Comune. Cagli è una
tranquilla cittadina fiera delle sue bellezze e della sua storia. «Il patrimonio artistico – spiega il vicesindaco Alberto
Mazzacchera – segue una continuità che va dalle grandi
opere del passato all’arte contemporanea», il che – aggiungiamo noi – non è davvero cosa di poco conto per un borgo collinare della provincia marchigiana. La nostra visita
comincia dal duecentesco Palazzo Comunale, un bell’edificio che nonostante vari restauri conserva un’austera bellezza. Al piano terra si trova un museo archeologico con
reperti del II e del IV secolo d.C.; l’ingresso del palazzo si
affaccia sulla piazza abbellita da un’elegante fontana che
è talvolta occultata dalle troppe auto in sosta. Dirigendosi verso il Torrione s’incontra la chiesa di San Giuseppe,
interessante per gli stucchi e per il settecentesco dipinto
dell’altare maggiore raffigurante l’arcangelo Michele, opera di Gaetano Lapis. Poco più avanti appare il teatro comunale, che grazie a un’ottima acustica ospita concerti di
musicisti di grande valore: per visitarlo nel periodo autun66 • PleinAir
495
1 Una scenografica veduta della Gola del Furlo, scavata dalle
acque del Candigliano. 2 Il monastero di Fonte Avellana,
circondato dai boschi ai piedi del Monte Catria. 3 Il millenario
ambiente di preghiera dell’abbazia di San Vincenzo al Furlo.
4 Un’immagine notturna del Ponte della Concordia a Fossombrone.
nale e invernale è necessario fare richiesta all’assessorato
alle attività culturali. Dalla parte opposta del teatro si trova il Torrione, opera di Francesco Giorgio Martini, architetto senese che nel ‘400 progettò diverse rocche fortificate marchigiane. Oltre alle belle vedute che si godono dai
camminamenti, la struttura offre la possibilità di visitare il
Centro di Scultura Contemporanea. Tornando verso il municipio si passa il monumentale Palazzo Berardi Mori-Zampeschi, sede della biblioteca e del Polo Culturale d’Eccellenza, e si arriva alla chiesa di San Francesco, risalente alla fine del XIII secolo: molto interessanti sono gli affreschi
absidali e i dipinti degli altari laterali. Nei pressi della Porta Lombarda s’incontra la cattedrale, una delle più grandi
dell’intera regione, con opere di Lapis e di Sebastiano Conca; fu costruita nel ‘600 sui resti di un precedente edificio
medioevale, ma la conformazione definitiva è datata alla
fine del secolo successivo. L’ultima tappa è la chiesa di
San Domenico, risalente agli inizi del ‘300 ma con aggiunte d’epoca più tarda (la facciata è del 1483, l’abside e il
campanile del XVI secolo). All’interno si trova la Cappella Tiranni, fatta erigere da Pietro Tiranni in onore della
moglie: l’affresco è opera di Giovanni Santi, padre di Raf-
IT Marche 62-68:Layout 1
26-09-2013
14:25
Pagina 67
Marche Da Urbino a Fonte Avellana
4
faello Sanzio: nel dipinto si riconoscono il celebre pittore
– raffigurato come un angelo – e l’illustre genitore, che
dette il suo volto a Giovanni Battista.
Dopo Cagli è consigliabile scendere un poco verso sud,
quasi ai confini con l’Umbria, per una visita al monastero
camaldolese di Fonte Avellana: situato in una conca tra
fitti boschi, è vegliato dall’imponente mole del Monte Catria. Il nucleo primario risale al 980; nel 1100 San Pier Damiani fondò la comunità monastica avellanita, e dal 1570,
con l’estinzione dell’ordine, il luogo passò ai monaci camaldolesi. Entrare nel monastero è un’esperienza in cui farsi coinvolgere dalla sua sacralità: la visita guidata diventa
un percorso nella storia e nel cammino spirituale dei camaldolesi, di cui ogni angolo racconta momenti specifici.
Se Fonte Avellana è uno dei più noti e rilevanti, l’intero territorio marchigiano è costellato di edifici religiosi, al
punto che diventa difficile visitarli tutti in un solo viaggio;
non è possibile tuttavia tralasciare l’abbazia di San Vincenzo al Furlo. La parte più vecchia della chiesa è del VI secolo e si sviluppò grazie alle offerte dei viandanti; l’attuale struttura, splendida nella sua nuda semplicità, è fatta risalire alla metà del XV secolo; di particolare fascino il pre-
sbiterio sopraelevato e la cripta. A pochi metri dalla chiesa, purtroppo mal segnalati, si trovano i resti di Ponte Mallio, costruito dai Romani nel II secolo a.C.: vi passava l’antica Via Flaminia, la stessa che, qualche chilometro più a
valle, incontrava la Gola del Furlo, pressoché inaccessibile fino all’epoca imperiale. Sfruttando probabilmente una
cavità naturale, il più antico traforo consentiva il passaggio
solamente agli uomini e agli animali. La necessità che carri di grandi dimensioni e macchine da guerra potessero
transitarvi indusse Vespasiano a ordinare una delle più ardite operazioni di ingegneria stradale della storia: in soli
cinque anni, fra il 73 e il 77 d.C., fu scavata a colpi di scalpello (i segni sono ben visibili) la galleria che ancora oggi
si percorre, 38 metri di lunghezza per 5,5 di larghezza e 6
di altezza. Oggi tutta l’area è riserva naturale e permette di
inoltrarsi lungo itinerari escursionistici dove si può osservare l’aquila reale nel periodo della nidificazione.
Dopo le gole, in direzione della costa, la Via Flaminia
conduce a Fossombrone; l’antica cittadina è disposta su
tre piani distinti, corrispondenti a diverse epoche di sviluppo. La più alta, detta la Cittadella, è il primo nucleo di epoca medioevale; a metà ci sono gli edifici rinascimentali e
PleinAir 495 • 67
IT Marche 62-68:Layout 1
26-09-2013
14:25
Pagina 68
Cartoline da Urbino: la Porta
Valbona, il duomo, la corte
del palazzo Passionei
Paciotti e i famosi torricini
del Palazzo Ducale.
più giù, verso il fiume, l’abitato settecentesco. Il porticato
Corso Garibaldi è la via principale; percorrendolo s’incontrano edifici importanti come la chiesa di San Filippo, la
cui facciata anonima non lascia intuire la bellezza dell’interno. Costruita fra il 1608 e il 1613 per voto pubblico in
onore della nascita di Federico Ubaldo Della Rovere, si presenta in uno stile barocco molto gradevole e riccamente
decorata sia nell’abside sia nelle cappelle laterali. Sul corso s’affacciano anche la bella chiesa trecentesca di Sant’Agostino e il palazzo comunale, del 1571, che mostra uno
dei prospetti più interessanti della cittadina. Verso la fine
della strada si trova la cattedrale, costruita alla fine del ‘700
dove sorgeva una vecchia abbazia benedettina. L’interno
custodisce numerose opere d’arte e una storica linea meridiana marmorea che dà particolare importanza alla pavimentazione. Uscendo dal centro storico si arriva sul fiume
Metauro, attraversato da un bel ponte in pietra detto della
Concordia: nei pressi si trova la cinquecentesca casa museo Cesarini, le cui stanze sono arredate con suppellettili
che testimoniano lo stile di vita di una famiglia dell’alta borghesia nei primi anni dello scorso secolo. La notevole quantità dei quadri di valore in esposizione richiede una visita
non affrettata.
A casa di Raffaello Il nostro viaggio si conclude infine a Urbino, che appare nella lista dei patrimoni dell’umanità redatta dall’Unesco. La città natale di Raffaello Sanzio
vanta uno dei centri storici più spettacolari d’Italia e non
è soltanto il celebre Palazzo Ducale a lasciare stupiti chi
la visita per la prima volta. Le spettacolari mura che la circondano furono più volte abbattute e ricostruite, modificando nel tempo l’aspetto urbano. Le quattro porte d’accesso – Santa Lucia, San Bartolo, Valbona e Lavagine – offrono scorci diversi della cittadina medioevale: entrando
dalla prima, quella settentrionale, si percorre la Via Bra68 • PleinAir
495
Comune di Urbino
Marche Da Urbino a
Fonte Avellana
mante su cui affacciano la chiesetta di Santo Spirito e l’orto botanico, il cui monumentale ingresso e la successiva
scalinata conducono all’esposizione delle piante provenienti da tutto il mondo.
Quando Via Bramante incrocia Via Raffaello si è giunti in prossimità della casa natale del pittore, oggi adibita a
museo: in quella che si ritiene essere la stanza dove egli
venne alla luce trovano alloggio un disegno del Bramante e una bellissima Madonna col Bambino dipinta da Giovanni Santi, le cui spoglie sono collocate nella non lontana chiesa di San Francesco.
Da Piazza della Repubblica si entra nella stretta Via Vittorio Veneto e, oltrepassato il palazzo comunale, si arriva
nel cuore della città a cui i Montefeltro, e in modo particolare Federico, diedero lustro. Visitiamo il duomo, il cui
aspetto odierno risale alla fine del ‘700 (ma il primo edificio fu consacrato nell’XI secolo) e infine giungiamo a una
delle più importanti realizzazioni architettoniche del Rinascimento, il Palazzo Ducale. Il cortile porticato e l’aspetto
della facciata, con i balconi sovrapposti e i “torricini” sui
lati, sono noti in tutto il mondo. Il suo interno richiede
l’uso di una buona guida, utile anche per la visita alle sale in cui è ospitata la Galleria Nazionale delle Marche con
il Museo Archeologico Urbinate.
Vale la pena spingersi fino al Palazzo Bonaventura Odasi, in Via Valerio, a pochi passi dall’ingresso del duomo.
Qui ha sede il Museo della Città, dove si raccontano non
solo le vicende storiche ma anche i legami culturali e ideali che nel tempo l’hanno caratterizzata e modificata, nell’arte non meno che nella tecnologia. E prima di lasciare
Urbino non ci facciamo mancare una passeggiata fino alla
Fortezza Albornoz, all’interno del Parco della Resistenza.
Fu costruita nel XIV secolo; oggi è un bell’esempio di ingegneria militare da dove si gode una veduta superba della città e del panorama circostante.
●
IT Marche 62-68:Layout 1
26-09-2013
14:25
Pagina 69
colequerce.it; aperta da aprile all’inizio del mese di no510
Metauro
vembre. Per chi possiede la
San Cipriano
3
tessera del Club del PleinAir
Fossombrone
Peglio
è riservato lo sconto di un euUrbania
Fermignano
Riserva Naturale
ro al giorno.
i
l
dig
ro
an
au
Frontone Area attrezzata Il
Furlo Statale Monte
et
M
Paganuccio
PU
Monte
976
dei Torrini
Cinisco, Via Cinisco 7 (tel. 329
Cartoceto
Gola del Furlo
Acqualagna
791 Frescina
4910202, www.ilcinisco.it,
Abbazia di
3
Naro
San Vincenzo
Piobbico
[email protected]).
l
ig
al Furlo
nd
Ca
Fossombrone Area attrezAbbazia di Naro
Pergola
zata, Via Morandi, località
La Montagnola
Cagli
1486
San Savino
Mosse.
M
a
r
c
h
e
Piobbico Camper service, Via
Pianello
Frontone
dei Caduti, presso il parco coPoggetto
munale.
Monte
Monastero
di
Pian
Acuto
della Serra
Fonte Avellana
PG
Agriturismo Ca’ Licozzo, Lo1020
1668
AN
ra
3
calità Licozzo, www.agrituri
no
Caicambiucci
Parco del
smocalicozzo.com, tel. 333
Sassoferrato
Umbria
FOLIGNO
Monte Cucco
4648720; punto sosta per
quattro veicoli, aperto dal
3 Numero strada
Area attrezza
attrezzata
ata
Agriturismo
1° marzo al 31 dicembre.
Urbania Aree attrezzate nel
▼ QUANDO ANDARE La zona interessa- Piazzale delle Poste e dietro il complesso mota dall’itinerario è adatta a gite ed escur- numentale del Barco.
sioni in qualsiasi stagione. I periodi consiglia- Agriturismo Orsaiola, Via Orsaiola 36 - Ca’
ti sono la primavera e l’autunno, in parti- Sanchio, tel. 0722 318988 o 339 2230049,
colare in occasione della Fiera Nazionale del www.agriturismoorsaiola.it, info@agrituri
Tartufo Bianco di Acqualagna che quest’an- smorsaiola.it; area di sosta per quattro veino si terrà il 27 ottobre, il 1°, 2, 3, 9 e 10 no- coli, apertura annuale. Per gli amici del Ravembre.
nocchio è previsto uno sconto del 10%
▼ SOSTE E AGRITURISMI Acqualagna sull’acquisto di prodotti.
Area attrezzata Parco Le Querce, SS3 - Via Agriturismo Pieve del Colle, Via Pieve del ColPianacce 1, nei pressi dell’abbazia di San Vin- le 1, tel. 0722 317945 o 347 9144820, www.
cenzo al Furlo, tel. 335 8233554 o 0721 pievedelcolle.com, [email protected];
700224, www.parcolequerce.it, info@par punto sosta per dieci veicoli, apertura anTrasanni
Monte
d’Oro
Isola del Piano
Cesano
Burano
ia
no
C
an
o
FANO
Urbino
Se
rr
a
di
B
u
V.r. per vero relax Situato a poca distanza dalla statale 257 che collega Acqualagna a Piobbico, l’agriturismo Frescina è un funzionale complesso che riunisce in un vasto spazio un comodo caravan park con una trentina di piazzole attrezzate per v.r., stanze, villette, una SPA, piscine all’aperto e indoor con percorso Kneipp e addirittura una
sorgente naturale con acqua sorgiva riscaldata a 36° C, dove rilassarsi in totale riservatezza. Inserita nel circuito AgriPleinAir, la struttura è convenzionata con il centro servizi della nostra rivista e riserva agli amici del Ranocchio uno sconto del 10% sulla sosta
oppure un trattamento gratuito a scelta presso il centro benessere; come abbiamo constatato, il personale segue con particolare attenzione gli iscritti al Club. Nel prezzo, diverso a seconda della dimensione del veicolo e della stagione, è compreso l’accesso al
parco piscine e ai servizi della SPA, disponibili in ogni stagione. Da non perdere una
serata alla tavola dell’ottimo ristorante
situato nel casale padronale, che propone ricette a base di carni, verdure e prodotti caseari provenienti dallo stesso agriturismo e da aziende del territorio, a garanzia di freschezza e di qualità (Via Case Sparse 118, Località Frescina, Cagli, tel.
0721 708001 o 393 9765074, www.fre
scina.com, [email protected]).
nuale. Presentando la tessera del Club del
PleinAir si ottiene uno sconto del 10% sull’acquisto di prodotti e sulla ristorazione (menù fisso a 20 euro anziché 22).
Urbino Area attrezzata, Via Neruda, presso il bocciodromo.
Agriturismo La Corte della Miniera, Via Miniera 10, Località Miniera Santa Barbara in
Campitelli, tel. 0722 345322, www.cortedella
miniera.it, [email protected]; area di
sosta per sei veicoli, apertura annuale. Uno
sconto del 10% sull’acquisto di prodotti è
riservato agli amici del Ranocchio.
Agriturismo Pietra Rosa, Via Monte Polo 11,
tel. 0722 53537 o 389 0587138, www.pietra
rosa.it, [email protected]; punto sosta per
quattro veicoli, accesso difficoltoso e consigliato solo a piccoli v.r., apertura annuale. È
richiesto il preavviso.
▼ COSA VISITARE Riserva Naturale Statale Gola del Furlo, Numero Verde 800-028800,
tel. 0721 700041, www.riservagoladelfur
lo.it, [email protected].
Monastero camaldolese della Santa Croce
di Fonte Avellana, Serra Sant’Abbondio, tel.
0721 730261, www.fonteavellana.it, info@
fonteavellana.it.
▼ INDIRIZZI UTILI Turismo della Provincia di Pesaro e Urbino, Numero Verde 800563800, www.turismo.pesarourbino.it (accessibile anche nella versione Mobile all’indirizzo m.turi smo.pesarourbino.it), info@tu
rismo.pesarourbino.it.
Regione Marche Turismo, tel. 071 8062431,
www.turismo.marche.it, turismo@regione.
marche.it.
Utili anche i siti Internet www.urbinocultura
turismo.it, www.urbania-casteldurante.it,
www.cagliturismo.it e http://acqualagna.
com.
☞ L’idea in più
A un itinerario nell’Urbinate si
possono abbinare gite di vario
genere. Nelle Marche settentrionali
PleinAir ha proposto Fano
e Cartoceto (n. 463), Loreto,
Recanati, Castelfidardo e Osimo
(n. 449) e Montefeltro (n. 440);
più a nord si visita San Marino (n.
494) mentre a ovest, in territorio
toscano, c’è l’Alta Valtiberina
(n. 471). Non distante, poco a sud,
le città di Gubbio, Nocera Umbra
e Gualdo Tadino (n. 446).
PleinAir 495 • 69
come, dove, quando
in pratica