Nei subappalti spunta il clan dei Casalesi
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Nei subappalti spunta il clan dei Casalesi
Appennino LUNEDÌ 14 MAGGIO 2012 GAZZETTA 15 Nei subappalti spunta il clan dei Casalesi L’inchiesta su Serramazzoni e le ombre delle infiltrazioni. Nei cantieri pubblici e privati anche nomi noti all’Antimafia di Giovanni Tizian ◗ SERRAMAZZONI le reazioni Cemento e affari. Il filo conduttore che lega Fiorano a Serramazzoni è fatto di edilizia pubblica e privata. “Monopolizzata” da un gruppo di persone, è l'ipotesi degli investigatori. Imprenditori con le giuste entrature nella politica locale. Un ruolo di cerniera tra i due mondi l'avrebbe interpretato Michele Baglio, il figlio di Rocco. Sarebbe lui a tenere i contatti con l'ex sindaco Lugi Ralenti. Il padre rimarrebbe in disparte, il suo curriculum non gli permette di esporsi troppo. Conosce fin troppo bene le normative antimafia sui sequestri di beni, Rocco Baglio. Secondo fonti della Gazzetta, la Procura antimafia di Reggio Calabria, in passato, chiese il sequestro dei beni a lui riconducibili. Oltre che essere stato condannato anche per reati di mafia è stato destinatario della misura della sorveglianza speciale. Validi motivi per non apparire nelle società di famiglia. E per incaricare il figlio di gestire direttamente relazioni e aziende. Ma il capofamiglia non avrebbe comunque rinunciato a un ruolo direttivo nella gestione degli affari. Di subappalti non ne mancano alla Unione Group dei Baglio. Oltre ai lavori del campo sportivo del paese appenninico, Unione Group avrebbe effettuato in subappalto i lavori di riqualificazione dell'aree esterne del polo scolastico stralcio B. La dinamica è simile a quella che ha portato Unione Group nel cantiere dello stadio. Aggiudicato dalla Restauro e Costruzioni, la ditta calabrese di Giacomo Scattarreggia (rinviato a giudizio dalla Dda di Reggio Calabria per turbativa d'asta), e affidato poi alla ditta della moglie di Rocco Baglio, la Unione Group appunto. Una commessa da 195 mila euro. In realtà l'appalto vinto dalla società di Scattarreggia rientrava in un lavoro complessivo di riqualificazione del polo scolastico, valore iniziale dell'appalto 550 mila euro. Costo aumentato a 1 milione e 150 mila euro. Un fatto inspiegabile secondo gli investigatori quando iniziarono le indagini. I rapporti economici tra “Restauro e Costruzioni” e “Unione Group” risalirebbero proprio all'appalto del polo scolastico. Ipotesi che gli investigatori valutano da tempo. E Domani in piazza la manifestazione “C’è chi dice no” «Sono giorni che leggo queste cose, e mi viene da sorridere. Io che conosco gli atti e i documenti so bene che è tutto alla luce del sole, tutto fatto rispettando la legge. Intanto però, per quanto mi riguarda, le mie aziende vivono una drammatica difficoltà». Remo Uccellari, 51 anni, di Guiglia, è l’imprenditore che nella vicenda di Serramazzoni appare più volte. Fanno capo a lui i terreni sui quali stava per sorgere il noto “inceneritore” di San Dalmazio, suoi i terreni “agricoli” sui quali sono sorti i 40 appartamenti “denunciati” dalla Provincia. Suo il terreno di Casa Contrardo, del quale si parla da qualche giorno. Suo anche il capannone di Selva perquisito dalla Finanza, nel quale c’erano le auto “d’epoca” dei Fornari. Uccellari, ma quando si parla dei Fornari lei rispunta sem- Le indagini della Procura e della Finanza su Serramazzoni proseguono ormai da mesi. A destra il cartello dei lavori allo stadio con tutti i nomi e cognomi sempre alla riqualificazione del polo scolastico avrebbe partecipato, tra i subappaltatori, una ditta che sarebbe stata indagata dalla Procura di Bologna nell'ambito di un'inchiesta sul Clan dei casalesi. Altro appalto “attenzionato” dagli investigatori è relativo alla ristrutturazione della scuola elementare, frazione Selva. Quasi 40 mila euro di lavori affidati alla Unione Gruop. Ma alla grande festa del cemento all'ombra dell'Appennino avrebbero partecipato anche due nomi che portano all'interno dei cantieri il marchio inquietante del Clan dei casalesi. E così, da quanto appreso dalla Gazzetta, i lavori di Casa Grana (le 36 abitazioni finite nella bufera a San Dalmazio) sarebbero stati subappaltati dalla Uccellari Srl (il titolare è Remo Uccellari, l'imprenditore dell’adiacente progetto dell'inceneritore a biomasse) a Giuseppe Della Corte, titolare di un’impresa individuale. Pluripregiudicato per associazione mafiosa, e indagato nel 2002 in un’inchiesta della Procura antimafia di Napoli che voleva accertare niente meno che gli interessi economici in Emilia Romagna dell'allora latitante Michele Zagaria, ai vertici del Clan. Del Clan è anche Biagio Del Prete, arrestato poche settimane fa dalla Procura di Bologna. Parente di Salvato- La Politica Rubbiani: il sindaco spieghi in Consiglio e Giovanardi rincara San Dalmazio: in primo piano lo sbancamento per l’inceneritore, dietro le palazzine ritenute in zona agricola re Cantiello, detto “Carusiello”, avrebbe lavorato per conto dell'imprenditore, ed ex giocatore del Modena, Giordano Galli Gibertini. In una delle informative del 2009 inviate ai magistrati si parlerebbe fugacemente di Cooprocon e Cooperativa Muratori dei Benedello, citate non si sa a che titolo, con parole del ti- po “a Serra le gare di appalto vengono vinte quasi sempre da Cooprocon e da Coop Muratori di Benedello”. Fatto sta che secondo gli investigatori alcuni dei lavori sarebbero stati subappaltati direttamente alle GUARDA SUL SITO LASCIA IL TUO COMMENTO www.gazzettadimodena.it ditte di Baglio o in stretto rapporto con esse. Presidente del consiglio di amministrazione di Cooprocon è Adriano Vandelli, già direttore lavori del cantiere per il rifacimento dello stadio di Serra, e membro del consiglio dell'Ordine degli Ingegneri, organismo promotore della Carta etica contro mafia e corruzione. i retroscena di casa contardo «Terreni resi edificabili? Tutto trasparente» L’imprenditore Remo Uccellari: «Macchè scambi di favori con i Fornari, ci ho solo rimesso» pre. Il neosindaco si è detta in campagna elettorale dalla parte dei cittadini contro il progetto dell’inceneritore, e poi si scopre ad esempio che lei tiene in custodia le auto di famiglia... «Conosco il papà del sindaco da tempo, sono la mia officina di fiducia. Un anno fa avviarono la ristrutturazione dell’officina di San Dalmazio, mi disse che non sapeva dove mettere quelle auto e così gli ho dato la disponibilità di uno dei capannoni che abbiamo costruito a Selva. Con la crisi i capannoni non si vendono, ho pensato di fare una innocua cortesia. Primo perché non si tratta Domani sera alle 21 in piazza Tasso, dopo che inizialmente era stata richiesta per sabato sera, si terrà la manifestazione pacifica “C’è chi dice no”, aperta a tutti i cittadini, per chiedere che a Serramazzoni possa indubitabilmente prevalere la legalità. Il nome è derivato dalla rubrica di Report (che si può ancora consultare negli archivi della Rai) che aveva dedicato una puntata proprio a Serramazzoni, affrontando in particolare casi di Casa Fenocchi e Casa Giacomone. Come noto, Cooprocon ha avviato una causa milionaria di citazione per danni contro la trasmissione e gli intervistati, ora difesi da “Giuristi Democratici”. Per domani è attesa anche una troupe di Report. di auto di valore, per niente. Secondo perché almeno così qualche volta i Fornari vanno a dare un’occhiata. Forse sono loro a fare questo favore a me». E la Finanza cosa cercava? «Mi sono venuti a chiamare a casa, perché aprissi. Chissà, forse credevano di trovare auto da collezione di grande valore. Ma non è così, sono praticamente dei rottami». Ma lei Uccellari ha comprato anche un terreno della famiglia Fornari-Scorcioni a casa Contardo, nel 2009... «Sì, un fondo con una vecchia casa, loro tra eredi non trovava- no un accordo, e hanno deciso di vendere». Però quel terreno agricolo poco tempo dopo è diventato edificabile... «Era prevista una urbanizzazione, ma senza precisi scopi. E poi con la crisi che c’è nessuno compra niente, non ne ho tratto alcun giovamento. Anzi». Invece ai Fornari si dice che lei a S. Dalmazio abbia riservato 3 appartamenti, nella famosa palazzina da 36-40 alloggi. «Un appartamento, ma non ai Fornari, ad un loro parente. E in permuta dal terreno. È tutto trasparente, ci sono gli atti». Ma i 40 appartamenti sono stati considerati abusivi dalla Provincia, su terreno agricolo. «Guardi, me lo dice lei, a me la Provincia non ha mai notificato nulla. Se fossero veramente abusivi, mi avrebbero chiesto conto di questo, o no? E poi non sono abusivi. Cinque, sei anni fa anche il Consiglio comunale votò un Piano di recupero urbano, per eliminare la vecchia stalla e riqualificare l’area. E la Provincia non disse nulla. Non credo proprio mi possano venire a dire adesso che è area agricola». Ma i lavori si sono interrotti. «Perché è stato bloccato il gas- Roberto Rubbiani, il principale antagonista del sindaco Fornari, anche lei indagata nella maxi inchiesta: «Non conosco i termini di questa inchiesta sul sindaco - spiega il leader della lista civica appoggiata dal Pd - e non voglio farne una questione partitica. Ma il sindaco deve anzitutto chiarire la situazione, al primo consiglio comunale». Dal centrodestra vengono da una parte posizioni garantiste (Dante Mazzi), dall’altra la segnalazione che tutte queste vicende erano state ampiamente denunciate, così che ora non resta che organizzare una sonora protesta all’insediamento (Tomaso Tagliani). Il senatore Carlo Giovanardi scrive: «Sono i cittadini che pochi giorni fa hanno bocciato la candidatura del viceprefetto di Modena, serramazzonese doc, la cui professionalità e totale estraneità ai pasticci della passata amministrazione targata Pd avrebbe consentito di voltar pagina. Purtroppo invece per i prossimi mesi si intravede solo un calvario giudiziario». sificatore che doveva fornire l’energia, energia ecologica, il tutto per colpa di qualcuno con la puzza sotto il naso. Così ora ci sarebbero da riadattare tutti gli impianti, con un costo spropositato. Abbiamo fatto tutto secondo la legge, e invece rischiamo di fallire». Ma avete fatto ricorso al Tar, chiedendo 5 milioni di danni, con la Fornari che si è pubblicamente detta dall’altra parte. «Si, ma tra i tempi della giustizia e la crisi, intanto siamo paralizzati». Uccellari, lei ha ricevuto avvisi dalla magistratura o è stato chiamato per testimoniare? «No, ma non ho problemi a spiegare. Questa storia di San Dalmazio secondo me finirà in una bolla di sapone. Intanto però i danni sono stati fatti». Alberto Setti