pillole di competenza

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PILLOLE DI COMPETENZA categoria:
SCUOLA CALCIO
categorie correlate:
TATTICA titolo / oggetto:
CATEGORIA PULCINI A 7 GIOCATORI (2­3­1) IL MOVIMENTO DEGLI ESTERNI CENTROCAMPO IN FASE OFFENSIVA autore / docente / tutor:
DI MARCHI ERNESTO __________________________________________________________________________________________________________________________________
1 CATEGORIA PULCINI A 7 GIOCATORI (DISLOCAZIONE DI BASE 2­3­1) – IL MOVIMENTO DEGLI ESTERNI DI CENTROCAMPO IN FASE OFFENSIVA In questa categoria, come del resto in tutte le categoria della Scuola Calcio (a parte forse quella Esordienti), si ricerca con i giovani calciatori un’OCCUPAZIONE OMOGENEA DELLO SPAZIO, piuttosto che FUNZIONALE, senza sviluppare alcun MOVIMENTO D’INTERSCAMBIO. I bambini della categoria Piccoli Amici e Pulcini, per caratteristiche intellettive (senso‐percettive in particolare), tendono ad “occupare” gli spazi loro assegnati in modo assai schematico, rigido, con senso del dovere, senza lasciare spiraglio alcuno a rielaborazioni interpretative. Hanno per questo bisogno di PUNTI DI RIFERIMENTO ben precisi, senza i quali si verrebbero a determinare in loro insicurezze e difficoltà nello sviluppo del PENSIERO TATTICO. Nella Scuola Calcio, presso cui opero in qualità di coordinatore Tecnico‐
Didattico, sto cercando di adottare un METODO diverso, per sviluppare il PENSIERO TATTICO dei bambini, che agisca sulla base delle potenzialità e dei requisiti dei gruppi a nostra disposizione, soprattutto per quanto concerne le varie squadre appartenenti alla categoria Pulcini (categoria di cui, in particolare, mi occupo). Presso la nostra società, grazie all’elevato numero di iscrizioni, abbiamo la possibilità di lavorare con gruppi di bambini della stessa annata e formare per ciascuna DUE SQUADRE suddivise sulla base di criteri di OMOGENEITA’ e LIVELLI DI RENDIMENTO. Un gruppo è stato organizzato e formato ricorrendo ai bambini ritenuti più pronti (nel momento della scelta), mentre l’altro ricorrendo a sua volta a quelli ritenuti meno‐pronti (sempre ovviamente al momento della suddivisione). I vari gruppi vengono considerati, nel corso di tutta la stagione, “GRUPPI APERTI”, con possibilità di revisione degli stessi sulla base di nuovi giudizi di merito; in virtù di questi ultimi si potrebbe assistere al passaggio di un bambino del gruppo dei meno‐pronti a quello dei più pronti, così come di uno del gruppo 2 dei più pronti a quello dei meno‐pronti (tali giudizi di merito potranno riguardare l’ambito caratteriale/psicologico, tecnico/tattico, condizionale/coordinativo). Nei due gruppi, A e B (quello dei più pronti e meno‐pronti), vengono perseguite DIDATTICHE, ma soprattutto METODICHE, differenti per ciascuna delle aree di intervento (tecnica, tattica, condizionale, coordinativa). Per quanto riguarda l’area tattica, o meglio delle CAPACITA’ DI GIOCO, argomento di questa Pillola di Competenza, nel gruppo B (bambini meno pronti) si lavora per far acquisire i PRINCIPI TATTICI GENERALI, sia in fase offensiva che difensiva, nel rispetto di un’OCCUPAZIONE OMOGENEA DELLA SPAZIO; nel gruppo A (bambini più pronti), si lavora per far acquisire PRINCIPI e MOVIMENTI SPECIFICI, nell’ottica di un’OCCUPAZIONE FUNZIONALE DELLO SPAZIO, con interpretazione contestuale dei principi tattici generali (con particolare riferimento ai movimenti d’interscambio in fase offensiva). In questa PILLOLA DI COMPETENZA, faccio un esempio relativo al movimento degli ESTERNI DI CENTROCAMPO (ed in particolare di uno dei 2 esterni con presenza della palla su una fascia opposta). Tale movimento (come del resto qualsiasi movimento o combinazione di gioco affrontata), per essere “automatizzato” al meglio, con bambini compresi in questa fascia di età, deve essere presentato in modo assai “schematico”, senza dare adito ad alcuna variabile che potrebbe creare disturbi durante la fase di apprendimento. Faccio riferimento alla categoria Pulcini, con bambini all’ultimo anno, che giocano a 7 giocatori e adottano una dislocazione di base 2‐3‐1. SVILUPPO UN MOVIMENTO DI INTERSCAMBIO, TRA LA PUNTA E L’ESTERNO DI CENTROCAMPO, che può creare enormi problemi nei MECCANISMI DI ADATTAMENTO DIFENSIVO della squadra avversaria non certo abituata, in questa categoria, a gestire situazioni di questo tipo (a causa del BAGAGLIO DI ESPERIENZE assai limitato, come del resto è però giusto che sia con bambini appartenenti a questa fascia di età). 3 FASE 1 (Figura 1) Palla all’ESTERNO DI CENTROCAMPO, n°5, sulla fascia destra; la PUNTA CENTRALE, n°7, effettuerà un movimento a venire incontro, mentre l’ESTERNO DI CENTROCAMPO opposto, n°6, si dovrà alzare in posizione centrale, in direzione diagonale alta, rispetto al n°7. Qualora la squadra avversaria, come accade nella maggioranza dei casi, schiererà due DIFENSORI, il n°6, dovrà portarsi in prossimità dell’ultimo difensore, quello schierato in posizione più arretrata. 5
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Figura 1
Tale situazione (con ESTERNO DI CENTROCAMPO sinistro che sale alto ed in posizione centrale invece di rimanere largo come spesso accade) permette di avere due soluzioni di passaggio in direzione centrale da parte dell’ESTERNO DI CENTROCAMPO di destra, n°5 (la PUNTA, n°7, ed appunto l’ESTERNO DI CENTROCAMPO sinistro, n°6). FASE 2 (Figura 2) Qualora il n°5 giochi palla verso il centro a favore del CENTRALE DI CENTROCAMPO, n°4, avremo i seguenti movimenti: il DIFENSORE CENTRALE, 4 n°3, si allargherà verso sinistra per portarsi di fianco al CENTROCAMPISTA CENTRALE, n°4; il n°6, continuerà a tagliare portandosi sempre più verso destra; la PUNTA, n°7, si sposterà orizzontalmente verso sinistra per poi eventualmente tagliare esternamente, davanti al n°3. 5
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Figura 2
Questa “rotazione” di giocatori potrà favorire anche un maggior coinvolgimento offensivo da parte dei due CENTRALI DIFENSIVI, spesso relegati dietro in modo passivo durante tale fase; questi ultimi potranno anche creare una favorevole situazione di sorpresa con il loro inserimento da dietro. FASE 3 (Figura 3) A questo punto, per concludere il movimento, la situazione che potrà svilupparsi con maggior frequenza sarà la seguente: la PUNTA CENTRALE, n°7, taglierà appunto davanti al DIFENSORE CENTRALE, n°3, che, a sua volta, la servirà in fascia con passaggio lungo linea; il n°7 dovrà cercare di andare al cross a favore del CENTROCAMPISTA ESTERNO, di sinistra che stringerà sul 1° palo, e del CENTROCAMPISTA ESTERNO di destra, che s’inserirà sul 2° palo, mentre il CENTROCAMPISTA CENTRALE, n°4, avrà il compito di inserirsi alle loro spalle. 5 5
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Figura 3
Come già detto in precedenza, questo MOVIMENTO D’INTERSCAMBIO, tra l’ESTERNO DI CENTROCAMPO e la PUNTA CENTRALE, determinerà, a mio parere, un chiaro momento di imbarazzo e indecisione da parte dei due DIFENSORI CENTRALI AVVERSARI, sicuramente non abituati ad affrontare e risolvere situazioni di questo tipo. Infatti, i due DIFENSORI saranno costretti a porsi delle domande in merito al movimento da adottare. IL DIFENSORE AVVERSARIO DI SINISTRA SI CHIEDERA’: “SEGUO L’AVVERSARIO SISTEMATO NELLA MIA ZONA, DURANTE IL SUO SPOSTAMENTO (nel caso dell’esempio affrontato nelle precedenti figure, il n°7), OPPURE SCAMBIO LA MARCATURA CON L’ALTRO DIFENSORE CENTRALE (quello di sinistra) ANDANDOMI AD OCCUPARE DELL’ESTERNO DI CENTROCAMPO CHE TAGLIA (nel caso dell’esempio affrontato nelle precedenti figure, il n°6)? Dovendo elaborare risposte con una certa immediatezza, la probabile incertezza decisionale dei due DIFENSORI CENTRALI, nell’affrontare una situazione‐
problema nuova, potrebbe determinare elaborazioni risolutive di una certa lentezza che i nostri attaccanti potrebbero sfruttare a loro favore.◊ 6 A
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