Guida per l`insegnante Ambito linguistico-espressivo e

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Guida per l`insegnante Ambito linguistico-espressivo e
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Dentro Il libro di Italiano
Scopriamo le unità didattiche
Il laboratorio delle stagioni
Per insegnare e apprendere la grammatica
Progettazione annuale di italiano
Le letture di Olmo Racconta
Prove d’ingresso 1- 3
Suggerimenti per lavorare sul testo descrittivo
Verifiche 1- 3
Riflessione linguistica 1
Verifiche 4
Suggerimenti per lavorare sul testo narrativo
Verifiche 5-9
Riflessione linguistica 2
Verifiche 10
Suggerimenti per lavorare sulla favola e sulla fiaba
Verifiche 11-13
Riflessione linguistica 3
Verifiche 14
Suggerimenti per lavorare sul testo poetico
Verifiche 15
La musica
Come lavorare
I canti e le schede
Dentro Il libro delle discipline
Come si lavora con Il libro delle Discipline
Progettazione annuale di Storia
Prova d’ingresso
Verifiche 1-2
Progettazione annuale di Geografia
Prova d’ingresso
Verifiche 1-2
Guida per l’insegnante
Ambito linguistico-espressivo
e antropologico
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OLMO BLA BLA 2
DENTRO IL LIBRO DI ITALIANO
Il progetto Olmo Bla Bla per la classe seconda è una proposta didattica ed educativa che vede sempre il
lettore protagonista e costruttore del proprio sapere.
SCOPRIAMO LE UNITÀ DIDATTICHE
Tutto l’apparato didattico di Olmo Bla Bla parte dai bisogni e dagli interessi reali del bambino, ma in
modo particolare il libro di Italiano, che si apre e si chiude in maniera davvero innovativa.
La prima unità presenta così semplici brani scritti in stampato maiuscolo: l’uso di questo carattere facilita
sicuramente il bambino che ricomincia a leggere e lo motiva a continuare.
L’ultima unità propone invece strategie
per animare la lettura, per provare tutto
il piacere di leggere, per divertirsi leggendo con i compagni e ascoltando insieme la lettura di un racconto.
Se la lettura dev’essere un piacere e
un’occasione per l’alunno per scoprire,
imparare e conoscere, dobbiamo creare concretamente un ambiente didattico ed educativo che favorisca il raggiungimento di questi obiettivi trasversali. Il progetto editoriale Olmo Bla
Bla è pensato proprio per raggiungere questi fini.
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dentro il LIBRO DI I TA LIANO 2
Il libro di Italiano anche per la classe seconda è diviso in unità mensili che vanno da settembre a giugno.
Questa particolare attenzione al tempo che passa, alle stagioni, alle feste e alle ricorrenze aiuta il bambino a
comprendere e a sperimentare il concetto di “tempo che scorre”, che determina cambiamenti in lui e nel
mondo naturale che lo circonda e che scandisce le sue scoperte e le sue conquiste a scuola.
I mesi che passano e le unità didattiche che si susseguono con obiettivi linguistico-espressivi diversi e specifici rappresentano di fatto le varie tappe del percorso d’apprendimento dell’alunno.
Gli obiettivi linguistici si possono verificare e consolidare con le attività del Laboratorio di scrittura, presente alla fine di alcune unità.
OBIETTIVI D’APPRENDIMENTO
LABORATORIO DI SCRITTURA
SETTEMBRE
• migliorare la lettura ad alta voce
OTTOBRE
OTTOBRE
NOVEMBRE
NOVEMBRE
• scrivere semplici descrizioni di persone e di
animali
• comprendere descrizioni di persone e animali
• scrivere semplici racconti realistici e fantastici in
modo guidato
• riconoscere le parti fondamentali del testo
narrativo
DICEMBRE
• riconoscere gli elementi fondamentali del testo
narrativo
GENNAIO
GENNAIO
• saper scrivere un riassunto in modo guidato
• saper usare i connettivi temporali
FEBBRAIO
• conoscere e comprendere il testo regolativo
MARZO
MARZO
APRILE
APRILE
MAGGIO
MAGGIO
• scrivere un fumetto per rielaborare una favola
• comprendere la struttura della favola e saperla
rielaborare
• comprendere la struttura della fiaba e saperla
rielaborare
• scrivere una fiaba seguendo una traccia
• scrivere parole in rima e semplici calligrammi
• comprendere lo scopo e la struttura di semplici
filastrocche
GIUGNO
• leggere per divertirsi
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OLMO BLA BLA 2
Le pagine di apertura sono state pensate per aiutare il bambino a diventare un abile lettore, per creargli occasioni per esprimersi e per raccontare le proprie esperienze e per avvicinarlo al tema e all’obiettivo linguistico dell’unità.
Per questo motivo le pagine di apertura sono strutturate in modo ben preciso.
• La pagina di sinistra presenta un brano da leggere che introduce il tema dell’unità; con il comando Io
propone un’attività mirata a migliorare la lettura del bambino, sia in termini di velocità che di
espressività.
leggo
• La pagina di destra presenta invece un testo sul tema dell’unità da completare e da sviluppare attraverso il
racconto orale dell’esperienza personale del bambino, come indica il comando Io protagonista.
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All’interno di ciascuna unità si avvia il lettore a una prima analisi delle varie tipologie testuali in modo graduale e interattivo e si favorisce la produzione scritta con proposte operative diversificate e divertenti.
• Il comando Occhio ai colori!, attraverso l’uso dei colori, guida il bambino alla scoperta di testi diversi (descrittivo - narrativo - favola - fiaba) per
conoscerne la struttura e gli elementi da cui sono composti.
• Il comando Dentro la descrizione (di volta in volta riferito al racconto, alle informazioni, alle regole, al fumetto, alla fiaba, alla filastrocca)
aiuta il lettore ad approfondire e a consolidare le conoscenze acquisite su
una tipologia testuale e a orientarsi nel testo letto.
• Il comando Io scrivo propone suggerimenti e idee per scrivere e rielaborare testi diversi.
• Il comando Io rifletto sulla lingua avvia il bambino alla conoscenza dei primi elementi di morfologia e sintassi. È importante e utile
che l’attività grammaticale sia svolta partendo da un brano di lettura,
perché solo in questo modo la comprensione delle funzioni delle parole
potrà essere davvero significativa.
All’interno di ciascuna unità si propongono letture che offrono lo spunto
per parlare di cittadinanza attiva.
Queste pagine vogliono essere occasioni per discutere e per porsi in discussione su argomenti legati alle varie educazioni (ambientale, alla salute,
alimentare, affettiva, stradale).
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OLMO BLA BLA 2
IL LABORATORIO DELLE STAGIONI
Alcune unità del libro si chiudono con un appuntamento di grande interesse per tutti i bambini: la stagione o
la festa del periodo dell’anno in cui stanno vivendo, cui sono legate tante attività espressive e musicali divertenti.
Il progetto Olmo Bla Bla per la classe seconda si caratterizza proprio per un grande laboratorio linguisticoespressivo-musicale sulle stagioni.
Le attività relative al laboratorio sulle stagioni si trovano, oltre che nel libro di italiano del bambino, in:
• Olmo racconta, grande libro per la classe;
• Io imparo, fascicolo per il bambino.
Il laboratorio delle stagioni si sviluppa attraverso varie fasi.
1ª fase: si entra nella stagione
Strumenti:
• il libro di italiano (Libro rosso)
Sul libro di italiano, dove ritorna protagonista il magico albero Olmo Bla Bla con il suo vestito adatto alla stagione, il bambino:
• osserva l’immagine e completa un semplice testo;
• legge, comprende e impara a memoria una poesia.
LIBRO D’ITALIANO
Autunno
Halloween
Inverno
Natale
Carnevale
Primavera
Pasqua
Estate
pp. 14-15
pp. 32-33
pp. 64-65
pp. 66-69
pp. 92-93
pp. 108-109
pp. 122-123
pp. 146-147
Segnaliamo il rimando al grande libro per la classe Olmo racconta e al CD per ascoltare le storie di Olmo e cantare insieme a lui.
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dentro il LIBRO DI I TA LIANO 2
2ª fase: l’ascolto attivo
Strumenti:
• Olmo racconta
• Io imparo (Libro verde)
• CD audio
L’insegnante mostra alla classe il grande libro Olmo racconta e legge personalmente oppure utilizza il CD
per far ascoltare ai bambini la storia d’autunno, d’inverno, di primavera o d’estate.
Poi invita i bambini a svolgere l’attività di verifica dell’ascolto presente sul fascicolo Io imparo.
LIBRO ROSSO
La storia d’autunno
La storia d’inverno
La storia di primavera
La storia d’estate
pp. 14-15
pp. 64-65
pp. 108-109
pp. 146-147
OLMO RACCONTA
pp. 2-6
pp. 13-14
pp. 25-27
pp. 35-36
LIBRO VERDE
scheda 2
scheda 6
scheda 13
scheda 16
3ª fase: si fa musica
Nel librone Olmo racconta, nel fascicolo Io imparo e nel CD si articolano tutte le attività del percorso musicale, elaborato come per la classe prima dal professor Giorgio Guiot.
LIBRO ROSSO
Il canto d’autunno
Il canto d’inverno
Il canto di Carnevale
Il canto di primavera
Il canto d’estate
pp. 14-15
pp. 64-65
pp. 192-93
pp. 108-109
pp. 146-147
OLMO RACCONTA
p. 7
p. 17
p. 24
p. 28
p. 37
7
LIBRO VERDE
scheda 3
schede 7, 8
scheda 14
schede 17, 18
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OLMO BLA BLA 2
4ª fase: appuntamento con l’arte
Strumenti:
• Olmo racconta
• Io imparo
L’insegnante invita i bambini innanzitutto a osservare la riproduzione di un quadro relativo alla stagione del
momento che si trova in Olmo racconta, in seguito a eseguire insieme una lettura dell’immagine e una rielaborazione del dipinto utilizzando diverse tecniche pittoriche.
LIBRO ROSSO
Il quadro d’autunno
Costruire l’autunno
Creo e costruisco:
Halloween
pp. 14-15
Il quadro d’inverno
Costruire l’inverno
Creo e costruisco:
Natale
Creo e costruisco:
Carnevale
pp. 64-65
Il quadro di primavera
Costruire la primavera
Creo e costruisco:
Pasqua
pp. 108-109
Il quadro d’estate
Colorare l’estate
Gioco con l’estate
pp. 146-147
OLMO RACCONTA
LIBRO VERDE
p. 8
p. 9
scheda 4
p. 15
p. 16
scheda 9
scheda 11
p. 29
p. 30
scheda 15
p. 38
p. 39
scheda 19
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dentro il LIBRO DI ITALIANO
5ª fase: appuntamento con il teatro
Strumenti:
• Olmo racconta
L’insegnante propone ai bambini di recitare un copione che ha come argomento la stagione del momento e
che si trova nel grande libro per la classe.
Il testo da drammatizzare è accompagnato anche da alcuni suggerimenti che illustrano come realizzare i costumi necessari per andare in scena.
LIBRO ROSSO
OLMO RACCONTA
Recitare l’autunno
Costruire gli abiti
di scena
pp. 14-15
pp. 10-11
p. 12
Recitare il Natale
Costruire gli abiti
di scena
pp. 66-69
pp. 20-21
p. 22
Recitare la primavera
Costruire gli abiti
di scena
pp. 108-109
pp. 31-32
p. 33
Recitare l’estate
Costruire gli abiti
di scena
pp. 146-147
pp. 40-41
p. 42
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OLMO BLA BLA 2
PER INSEGNARE E APPRENDERE LA
GRAMMATICA
La riflessione sulla lingua è presente nel libro di italiano sia come attività che prende spunto dalla lettura di
un racconto e introdotta dal comando Io rifletto sulla lingua sia come unità specifica dedicata all’ortografia, alla sintassi e alla morfologia.
La grammatica di Olmo Bla Bla segue questo percorso didattico.
1 - Dal contesto narrativo…
L’alunno ascolta, da Olmo che narra nel CD oppure dall’insegnante che legge, una storia presente in Olmo
racconta, per consolidare l’alfabeto o per iniziare a riflettere sui primi elementi di sintassi e di morfologia.
2 - alla riflessione sulla lingua
In tutto il libro di italiano, e in modo particolare da pagina 148 a pagina 191, il lettore ha a disposizione spiegazioni e tanti facili esercizi grammaticali.
3 - alla produzione scritta
Nel fascicolo Io imparo l’alunno ha a disposizione numerose attività per consolidare e potenziare l’ortografia
e per esercitarsi a scrivere (percorso di scrittura).
Esemplifichiamo
1 - Lettura dell’insegnante da Olmo racconta, a pagina 49, della storia «Il gigante Adalberto» oppure ascolto della stessa storia dal CD.
2 - A pagina 182 del libro di italiano il bambino trova spiegazioni ed esercizi sui nomi comuni.
3 - Nelle schede 52, 53 e 54 del fascicolo Io imparo c’è un breve percorso di scrittura di un testo narrativo.
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progettazione ANNUALE-ITALIANO
PROGETTAZIONE ANNUALE
DI ITALIANO
UNITÀ (LIBRO ROSSO)
È SETTEMBRE…
arrivederci vacanze!
Riflessione linguistica
OBIETTIVI DIDATTICI E ATTIVITÀ
• Leggere con espressività un
testo
• Riferire con chiarezza
esperienze personali
• Comprendere un testo letto
eseguendo semplici comandi
• Comprendere il significato delle
parole deducendolo dal contesto
• Completare un testo descrittivo
• Scrivere in modo corretto
parole con il suono GLI
• Scrivere in modo corretto
parole con il suono CQU
• Scrivere in modo corretto
parole con i suoni duri e dolci di
CeG
• Scrivere in modo corretto
parole con il suono GN
• Scrivere in modo corretto
parole con i suoni MP-MB
• Riconoscere i nomi propri
• Riconoscere i nomi comuni
PAGINE
6, 8-13, 15
7, 13
8-12, 15
10-12
14
8, 156-157
9, 160
10-11, 150-153
12, 154-155
13, 163
9, 183
11, 182
Il laboratorio delle stagioni
Autunno (pp. 14-15 del libro di italiano)
• Ascoltare mettendo in atto strategie di comprensione
• Leggere un’immagine e riconoscerne i vari piani
• Mettere in atto la tecnica del collage
• Recitare la storia d’autunno
• Utilizzare materiali diversi per realizzare gli abiti di scena
• Ascoltare e cantare il canto d’autunno
11
OLMO RACCONTA
pp. 2-6
p. 8
p. 9
pp. 10-11
p. 12
p. 7
IO IMPARO
scheda 2
scheda 3
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OLMO BLA BLA 2
UNITÀ (LIBRO ROSSO)
è OTTOBRE…
ritratti a scuola!
Riflessione linguistica
OBIETTIVI DIDATTICI E ATTIVITÀ
• Leggere con espressività un
testo
• Riferire con chiarezza
esperienze personali
• Comprendere un testo
descrittivo (persona, animale)
• Completare un testo descrittivo
• Scrivere un semplice testo
descrittivo
• Scrivere in modo corretto
parole con le doppie
• Scrivere in modo corretto
parole con il suono CU
• Riconoscere gli articoli
• Riconoscere gli aggettivi
qualificativi
• Conoscere e utilizzare il verbo
essere
PAGINE
16-29
17
20-29
18, 21, 23, 29
23, 25, 27, 30-31
19, 162
27, 160-161
19, 186-187
21-22, 188
24, 170-171
Il laboratorio delle stagioni
Autunno - Halloween (pp. 32-33 del libro di italiano)
IO IMPARO
• Utilizzare materiali diversi per realizzare addobbi per Halloween
• Servirsi della voce per riprodurre suoni e rumori
UNITÀ (LIBRO ROSSO)
è NOVEMBRE…
giro, giro e guardo intorno!
Educazione ambientale
scheda 4
scheda 5
OBIETTIVI DIDATTICI E ATTIVITÀ
• Leggere con espressività un
testo
• Riferire con chiarezza
esperienze personali
• Comprendere un testo narrativo
(le parti del racconto)
• Completare un testo narrativo
• Scrivere un semplice testo
narrativo
• Comprendere un testo
informativo
• Rispettare gli animali
• Comprendere i problemi legati
all’inquinamento
12
PAGINE
34-47
35
36-41, 44-47
35
48-49
42-45
40-41
46-47
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progettazione ANNUALE-ITALIANO
UNITÀ (LIBRO ROSSO)
è DICEMBRE…
tutti in famiglia!
Riflessione linguistica
OBIETTIVI DIDATTICI E ATTIVITÀ
• Leggere con espressività un
testo
• Imparare a memoria un testo
poetico
• Riferire con chiarezza
esperienze personali
• Comprendere un testo poetico
• Comprendere un testo narrativo
(personaggi, luogo, tempo)
• Comprendere il significato delle
parole dal contesto
• Riordinare i fatti di un racconto
• Scrivere un semplice testo
narrativo in modo guidato
• Completare un testo narrativo
• Completare un testo descrittivo
PAGINE
50-68
55, 69
51, 54, 59, 61, 63, 66
55, 59, 65, 68
52, 54, 57, 62
68
53
54, 56, 63
51
55, 64
• Individuare i tempi delle azioni
(presente, passato, futuro)
58, 191
Educazione affettiva
• Esprimere le proprie emozioni
55
Educazione alimentare
• Conoscere i princìpi di una
alimentazione corretta
60-61
Il laboratorio delle stagioni
Inverno (pp. 64-65 del libro di italiano)
• Ascoltare mettendo in atto strategie di comprensione
• Leggere un’immagine e distinguere i colori
• Manipolare materiali plastici
• Recitare il Natale
• Utilizzare materiali diversi per realizzare gli abiti di scena
• Ascoltare e cantare il canto d’inverno
• Giocare con i ritmi musicali
• Costruire una partitura non convenzionale
13
OLMO RACCONTA
IO IMPARO
pp. 13-14, 18-19 scheda 6
p. 15
p. 16
scheda 9
pp. 20-21
p. 22
p. 17
schede 7, 8
scheda 10
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OLMO BLA BLA 2
UNITÀ (LIBRO ROSSO)
è GENNAIO…
amici in tutto il mondo!
Riflessione linguistica
UNITÀ (LIBRO ROSSO)
è FEBBRAIO…
giochi di ieri e di oggi!
Riflessione linguistica
Arte e immagine - Musica
OBIETTIVI DIDATTICI E ATTIVITÀ
• Leggere con espressività un
testo
• Riferire con chiarezza
esperienze personali
• Comprendere un testo poetico
• Comprendere un testo narrativo
(fatti, connettivi temporali)
• Comprendere un testo
descrittivo (su un oggetto)
• Completare un testo narrativo
• Scrivere un semplice testo
narrativo
• Avvio al riassunto
• Scrivere una breve descrizione
di un oggetto
• Riconoscere e usare gli articoli
indeterminativi
• Riconoscere i tempi delle azioni
PAGINE
70-81
71, 76-77
77
70, 73, 75, 78-81
78
71, 79
74
73, 75, 80-81
78
76, 187
77, 191
OBIETTIVI DIDATTICI E ATTIVITÀ
• Leggere con espressività un
testo
• Riferire con chiarezza
esperienze personali
• Comprendere un testo
regolativo
• Comprendere un testo poetico
(le conte e le filastrocche)
• Imparare a memoria filastrocche
• Completare un testo narrativo
• Riconoscere parole in rima
• Usare in modo corretto
l’accento
• Riconoscere i nomi singolari e
plurali
• Leggere un’immagine e
riconoscere alcuni dettagli
PAGINE
82-90, 92-93
83-84, 92
84-87
88-90
88
83
88
89, 168-169
84, 185
91
Il laboratorio delle stagioni
Inverno - Carnevale (pp. 92-93 del libro di italiano)
• Ascoltare e imparare a memoria una poesia
• Utilizzare materiali diversi per realizzare maschere
• Ascoltare e cantare la canzone di Carnevale
• Costruire una partitura non convenzionale
OLMO RACCONTA
IO IMPARO
p. 23
scheda 11
p. 24
scheda 10
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Pagina 15
progettazione ANNUALE-ITALIANO
UNITÀ (LIBRO ROSSO)
è MARZO…
parlano gli animali!
Riflessione linguistica
Educazione ambientale
OBIETTIVI DIDATTICI E ATTIVITÀ
• Leggere con espressività un
testo
• Riferire con chiarezza
esperienze personali
• Comprendere un testo narrativo
(la favola)
• Comprendere un fumetto
• Comprendere un testo poetico
• Scrivere un riassunto
• Completare un testo narrativo
• Scrivere un fumetto
• Completare un testo descrittivo
• Conoscere i diversi significati
del verbo avere
• Conoscere e mettere in atto
comportamenti corretti per non
inquinare
• Conoscere e mettere in atto
comportamenti corretti con gli
animali
PAGINE
94-106, 109
99
97, 101, 104-107
98-99
102, 109
105
95
99, 101, 107
108
96, 174-175
100-101
102-103
Il laboratorio delle stagioni
Primavera (pp. 108-109 del libro di italiano)
• Ascoltare mettendo in atto strategie di comprensione
• Leggere un’immagine e osservare la disposizione del soggetto
• Manipolare materiali plastici
• Recitare la storia di primavera
• Utilizzare materiali diversi per realizzare gli abiti di scena
• Ascoltare e cantare il canto di primavera
• Imparare a cantare raccontando (a ritmo di rap)
15
OLMO RACCONTA
pp. 25-27
p. 29
p. 30
pp. 31-32
p. 33
p. 28
IO IMPARO
scheda 13
scheda 14
scheda 12
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OLMO BLA BLA 2
UNITÀ (LIBRO ROSSO)
è APRILE…
a spasso nelle fiabe!
Riflessione linguistica
OBIETTIVI DIDATTICI E ATTIVITÀ
• Leggere con espressività un
testo
• Riferire con chiarezza
esperienze personali
• Comprendere un testo narrativo
(la fiaba)
• Comprendere un testo poetico
• Riordinare i fatti di un racconto
• Completare un testo narrativo
• Completare una fiaba
• Scrivere una fiaba in modo
guidato
• Riconoscere il concetto di frase
• Riconoscere il predicato e il
soggetto di una frase
PAGINE
110-120, 122-123
111, 123
112-119
123
116-117
111
116-117, 120
121
114, 178
118, 179-180
Il laboratorio delle stagioni
Primavera - Pasqua (pp. 122-123 del libro di italiano)
• Ascoltare mettendo in atto strategie di comprensione
• Utilizzare materiali diversi per realizzare uova dipinte
UNITÀ (LIBRO ROSSO)
è MAGGIO...
una ciliegia tira l’altra!
Riflessione linguistica
OLMO RACCONTA
p. 34
scheda 15
OBIETTIVI DIDATTICI E ATTIVITÀ
• Leggere con espressività un
testo
• Conoscere il significato delle
parole dal contesto
• Riferire con chiarezza
esperienze personali
• Comprendere un testo narrativo
• Comprendere un testo poetico
(la filastrocca)
• Completare un testo narrativo
• Scrivere parole in rima
• Scrivere una semplice
filastrocca
• Scrivere un riassunto
• Riconoscere il soggetto in una
frase
16
IO IMPARO
PAGINE
124-135
132
125, 129
130-131
126-129, 132-135
125
127
131
130-131
129, 179-180
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progettazione ANNUALE-ITALIANO
UNITÀ (LIBRO ROSSO)
è GIUGNO…
tutti in vacanza!
OBIETTIVI DIDATTICI E ATTIVITÀ
• Leggere un testo con
espressività utilizzando strategie
diverse
• Riferire con chiarezza
esperienze personali
• Comprendere un testo narrativo
• Comprendere un testo poetico
• Completare un testo narrativo
• Completare un testo descrittivo
PAGINE
136-147
137
140-145
147
137
146
Il laboratorio delle stagioni
Estate (pp. 146-147 del libro di italiano)
• Ascoltare mettendo in atto strategie di comprensione
• Leggere un’immagine e osservarne le linee
• Colorare un’immagine
• Recitare la storia d’estate
• Utilizzare materiali diversi per realizzare gli abiti di scena
• Ascoltare e cantare il canto d’estate
17
OLMO RACCONTA
pp. 35-36
p. 38
p. 39
pp. 40-41
p. 42
p. 37
IO IMPARO
scheda 16
scheda 18
scheda 17
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OLMO BLA BLA 2
LE LETTURE DI OLMO RACCONTA
Come ricorderete dalla classe prima, l’uso dell’allegato Olmo racconta parte dalla sua collocazione sulla cattedra, in modo che tutti gli alunni possano osservare con comodità e per tutto il tempo necessario le illustrazioni. Alcuni vorranno anche avvicinarsi, toccarlo, girare le pagine… tutto mentre l’insegnante cerca di leggere la storia o di cantare la canzone insieme ai bambini.
Per questo motivo abbiamo pensato di rendere l’utilizzo del libro Olmo racconta ancora più pratico, riportandone qui nella guida le pagine contenenti i testi delle storie da leggere e quelli delle canzoni da imparare a cantare.
L’insegnante sarà così completamente autonomo rispetto al librone che, proprio perché per la classe, potrà
essere a disposizione dei bambini nel miglior modo possibile.
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Olmo
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Olmo racconta p. 4
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Italiano 2
pr
ov
ad
’ingresso
LEGGERE E SCRIVERE PAROLE
1 Leggi e scrivi le parole al posto del disegno.
Marianna nel suo
ha messo i
l’
i
i
.......................................
.......................................
.......................................
,
.......................................
,
.......................................
ei
,
,
.......................................
.
Aggiunge anche uno spuntino
per la merenda del mattino.
Marianna con il
.......................................
si avvia verso la
in gola
.......................................
S. Arnould, in Storie per tutte le stagioni, Einaudi Ragazzi
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.
1
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o
prova d’ingress
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Italiano 2
LEGGERE E DISEGNARE
1 Leggi le frasi e illustra la storia nei riquadri.
In una spiaggia piena di
ombrelloni varie persone
prendevano il sole; alcuni
bambini giocavano vicino
all’acqua.
Improvvisamente il cielo si
oscurò perché grossi nuvoloni
neri coprirono il sole.
Si alzò un forte vento, che
rovesciò molti ombrelloni e ne
portò via altri. Cominciò a
piovere a dirotto.
La gente fuggì dalla spiaggia,
che in poco tempo rimase
deserta.
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Italiano 2
pr
ov
ad
’ingresso
LEGGERE E RIORDINARE
1 Leggi e riordina le vignette assegnando a ciascuna un numero.
Una domenica mattina la
strega Stellina salì sulla sua
scopa magica e volò prima
sopra gli alberi e poi sempre
più in alto, fra le nuvole.
All’improvviso cominciò a
soffiare un vento talmente
forte che rovesciò la scopa e
la povera strega cadde
nell’aria come una foglia
d’autunno.
– Aiuto! Aiuto! – gridava
disperatamente Stellina
mentre precipitava giù.
Per fortuna arrivò la cicogna
Carlotta che, aprendo il
becco, l’afferrò per il vestito
e la portò in volo fino a casa,
posandola delicatamente
davanti alla porta.
Stellina poté tirare
finalmente un sospiro di
sollievo.
A. Barnes e B. Doumerc, La strega
Stellina, in «Pimpa», Franco Panini
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3
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OLMO BLA BLA 2
SUGGERIMENTI PER LAVORARE
SUL TESTO DESCRITTIVO
Per comprendere
1 - Fotocopiamo alcune descrizioni di personaggi e facciamo lavorare i bambini in piccoli gruppi, chiedendo
loro di tracciare con i colori indicati il seguente schema descrittivo:
• Chi è? rosso
• Com’è? (aspetto fisico) verde
• Che tipo è? (carattere) arancione
• Che cosa gli piace o non gli piace fare? azzurro
Per scrivere
1 - Chiediamo ai bambini di ritagliare da giornali e riviste alcuni volti di persone e di combinare insieme le
varie parti (gli occhi di uno, la bocca di un altro…), creando delle «strane creature». Invitiamoli poi a osservare queste nuove facce e a rispondere oralmente alle domande Chi è? Com’è? Che cosa fa?
Infine realizziamo un cartellone da appendere al muro con i volti e le descrizioni delle «strane creature».
2 - Chiediamo a ciascun bambino di
disegnare e di descrivere sul quaderno un familiare, seguendo lo schema
che conosce già.
Chi è? (Qual è il suo nome? Qual è
la parentela?)
Com’è? (Qual è il suo aspetto fisico? Alto, basso, magro, robusto…)
Che tipo è? (Qual è il suo carattere? È buffo e giocherellone? Oppure è serio e severo?)
Che cosa gli piace fare? (Che cosa
ama fare? E che cosa non sopporta
fare?)
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1
LA DESCRIZIONE DI UNA PERSONA
1 Leggi e rispondi alle domande che trovi all’interno del testo.
Momo era piccola e magrolina. Aveva una testa selvaggia
con tanti ricci neri. Aveva grandi occhi neri e i piedi quasi
dello stesso colore.
Perché?
Soltanto in inverno, e non sempre, portava scarpe diverse
per forma e per colore e soprattutto larghe.
Momo non possedeva niente, al di fuori di quello che trovava
qua e là o che le regalavano.
La sottana, che le arrivava fino alle caviglie, era rossa, gialla,
verde, insomma era fatta di toppe di tutti i colori. Sopra la
gonna portava una vecchia giacca lunga e larga con le
maniche di molto rimboccate ai polsi. Ma Momo non voleva
accorciarle.
Perché?
Michael Ende, Momo, Sei
2 Rispondi alle domande e completa.
Chi è Momo? ......................................................................................................................
• Colora in verde la parte del testo che descrive l’aspetto fisico di Momo,
poi completa.
Momo è una bambina ..........................................................................................., ha
....................................................................................................................................................
,
...................................................................................................................................................
.
• Colora in giallo la parte del testo che descrive l’abbigliamento di Momo,
poi rispondi alle domande.
Come sono le sue scarpe? .........................................................................................
Com’è la sua sottana? ...................................................................................................
Com’è la sua giacca? .....................................................................................................
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2
LA DESCRIZIONE DI UN ANIMALE
1 Leggi attentamente la storia.
Guli è il gatto di Mara. Il suo vero
nome è Guglielmo ma è troppo
lungo, per questo tutti lo chiamano
così.
Ha il pelo lungo, grigio e bianco.
È grasso e pigrone: passa le sue
giornate acciambellato sul divano a
dormire. Quando Mara torna da
scuola, però, si sveglia e le corre
incontro. Allora Mara lo prende in
braccio e lo accarezza e Guli,
felice, fa le fusa: ron ron ron…
2 Collega le parole in modo da formare frasi che descrivano il gatto e la
sua padroncina, poi riscrivile sotto.
Guli è
il pelo
Guli ha
le giornate
Guli passa
Mara accarezza
Guli fa
un gatto
le fusa
il gattone
dormendo
lungo
pigrone
felice
in braccio
Guli è un gatto pigrone.
Guli
..........................................................................................................................................
Guli
..........................................................................................................................................
Mara
Guli
........................................................................................................................................
..........................................................................................................................................
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3
COMPRENDERE E DESCRIVERE
1 Leggi il brano e rispondi alle domande.
Un giorno Minù, la piccola gattina tigrata di Meo, presa da una
gran curiosità abbandonò la calda e accogliente cesta dove
abitava con mamma gatta e i suoi fratelli, per esplorare il mondo e
incontrare nuovi amici.
Chi era Minù?
....................................................................................................................
Dove abitava?
...................................................................................................................
Con chi abitava?
..............................................................................................................
Che cosa fece un giorno?
Perché?
..........................................................................................
.................................................................................................................................
2 Ora osserva Minù e descrivila aiutandoti con lo schema.
Chi è? .................................................
................................................................
................................................................
Com’è?
.............................................
................................................................
................................................................
................................................................
................................................................
................................................................
Che cosa le piace fare?
...........
................................................................
................................................................
................................................................
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OLMO BLA BLA 2
RIFLESSIONE LINGUISTICA 1
È bene continuare a consolidare la conoscenza delle difficoltà ortografiche: i suoni SCI e SCE, i suoni CUCQU-QU, le lettere doppie, la divisione in sillabe.
Inoltre si avvia l’alunno a una prima riflessione sulla funzione delle parole, introducendo i nomi comuni e propri e gli aggettivi qualificativi.
OBIETTIVI DIDATTICI
GIOCHI PER RIFLETTERE SULLE PAROLE
IL LIBRO D’ITALIANO
Riconoscere la
funzione dei
nomi comuni
Il gioco delle etichette: chiediamo ai bambini di guardarsi
p. 182
attorno e di scrivere su dei bigliettini come si chiamano le cose, le
persone e gli animali che vedono. Attaccheranno poi i bigliettini ai
rispettivi elementi, come se fossero delle etichette.
Il gioco dei cartellini: prepariamo numerosi foglietti con scritti
nomi comuni di diverso genere; i bambini a turno ne pescheranno
uno e diranno se si tratta di un nome comune di animale, di
persona o di cosa.
È utile far capire ai bambini che le parole-nome si possono
disegnare e che servono per dirci chi è una persona o che cos’è
un oggetto o un animale.
Riconoscere la
funzione dei
nomi propri
Il gioco delle presentazioni: chiediamo ai bambini di scegliersi
un altro nome e di camminare liberamente per l’aula. Al battere
delle nostre mani si devono fermare e presentarsi a coppie,
pronunciando il nome che hanno scelto; per esempio una
bambina dice: «Ciao! Io sono Guendalina! E tu come ti chiami?» e
il suo compagno risponde: «Ciao, io sono Samir».
p. 183
Nomi maschili e
nomi femminili
Bingo: chiediamo ai bambini di scrivere su un foglio dieci nomi a
piacere, maschili e femminili. Mettiamo in un sacchetto foglietti
con scritto «femminile» o «maschile» ed estraiamoli uno alla volta;
i bambini cancelleranno dalla loro lista un nome femminile o
maschile a seconda di ciò che sarà stato estratto. Vince chi
cancella per primo tutti i nomi del proprio elenco.
p. 184
Nomi singolari e
nomi plurali
Bingo: chiediamo ai bambini di scrivere su un foglio dieci nomi a
piacere, singolari e plurali. Mettiamo in un sacchetto foglietti con
scritto «singolare» o «plurale» ed estraiamoli uno alla volta; i
bambini cancelleranno dalla loro lista un nome singolare o plurale
a seconda di ciò che sarà stato estratto. Vince chi cancella per
primo tutti i nomi del proprio elenco.
p. 185
Gli aggettivi
qualificativi
Indovina e scopri: aiutiamo i bambini a indovinare un oggetto
che abbiamo pensato descrivendolo con vari aggettivi, per
esempio: «È giallo, caldo, splendente, rotondo…» oppure «È
rossa, rotonda, dolce, saporita, succosa…».
Gioco dei cinque sensi: inseriamo in un sacchetto alcuni oggetti
e chiediamo ai bambini a turno di pescarne uno e di descriverlo
utilizzando i cinque sensi. Per esempio, se il bambino trova una
lattina piena può dire che è fredda, dura, liscia, rossa…
È utile far capire ai bambini che le parole-qualità non si possono
disegnare e che servono per dirci com’è una persona, una cosa o
un animale.
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4
NOMI E QUALITÀ
1 Colora di rosso la parte con i nomi comuni di persona, di verde quella
con i nomi comuni di animale, di azzurro quella con i nomi comuni di cosa e
di giallo quella con gli aggettivi qualificativi (le qualità).
simpatico
allegro
pesante
vigile
veloce
imbianchino
maestra
cane
topo
elefante
gatto
sedia
libro
auto
telefono
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dottore
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OLMO BLA BLA 2
SUGGERIMENTI PER LAVORARE
SUL TESTO NARRATIVO
Per comprendere
1 - Leggiamo insieme testi che abbiano ben evidenti un inizio, una vicenda e una conclusione. Poi facciamo
raccontare e drammatizzare a tre o quattro bambini la parte iniziale, la vicenda e la conclusione.
Possiamo anche utilizzare dei cartellini con scritto «inizio» - «vicenda» - «conclusione», in modo che i bambini raccontino i vari pezzi della storia letta mostrando prima il cartellino della parte che narreranno.
2 - Per far comprendere agli alunni che ogni racconto è formato da tre parti, consigliamo all’insegnante di
leggere brevi testi in modo bizzarro.
Leggiamo quindi l’inizio di un racconto e la vicenda, ma non la conclusione: i bambini si renderanno subito
conto che manca qualche cosa. Invitiamoli allora a raccontare loro un finale e poi leggiamo quello previsto
dal racconto.
Leggiamo un racconto in modo sbagliato: prima la conclusione, poi l’inizio e infine la vicenda.
Leggiamo un racconto senza la vicenda e chiediamo
ai bambini di inventarla.
Inizio
3 - Dopo la lettura di un testo narrativo, invitiamo i
bambini a disegnare sul quaderno le tre parti del
racconto, inizio - vicenda - conclusione, e a scrivere
una didascalia per ciascuna parte.
Per scrivere
1 - Consegniamo agli alunni testi narrativi con una
parte mancante e invitiamoli a completarli.
2 - Consegniamo ai bambini tre o quattro vignette
che illustrino una storia e chiediamo loro di riordinarle e di raccontare a voce i fatti, spiegando qual è la
vignetta che rappresenta l’inizio della storia, quali
sono le vignette che illustrano la vicenda e qual è la
vignetta che conclude la storia.
Vicenda
3 - Chiediamo ai bambini di disegnare sul quaderno
una breve storia suddivisa in tre parti, sotto le quali
scriveranno «prima» - «dopo» - «infine».
Conclusione
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LE PARTI DEL TESTO NARRATIVO
1 Incolla in ordine di successione sul quaderno le vignette dopo averle
ritagliate, scrivendo sui puntini «inizio» - «vicenda» - «conclusione».
✁
Scrivi poi per ciascuna vignetta una didascalia e racconta a voce la storia
dall’inizio alla fine.
✁
.................................................................................................................................................
✁
.................................................................................................................................................
.................................................................................................................................................
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LA VICENDA DI UN TESTO NARRATIVO
1 Leggi con attenzione l’inizio e la conclusione della storia e scrivi tu la
vicenda.
Inizio
Un pomeriggio Gastone andò a
riposarsi sulla scogliera. Mentre
la brezza gli carezzava la fronte
si addormentò.
Lo svegliarono delle grida. A un
gruppo di foche che giocavano
lì vicino era caduto in acqua il
pallone.
Vicenda
Allora Gastone (che cosa fa?)
......................................................................
......................................................................
......................................................................
......................................................................
......................................................................
......................................................................
Conclusione
E, con un colpo di naso, lanciò
la palla sulla scogliera.
Attilio Locatelli, Gastone ha paura
dell’acqua, Piemme
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LA CONCLUSIONE DI UN TESTO
1 Leggi la storia e scrivi tu il finale.
Un giorno la principessa
Matilde decise di andare nel
bosco a dipingere, così partì
dal castello portando con sé
una grande tela bianca,
barattoli di colore e tanti
pennelli. Ma ben presto si
stancò di disegnare.
Vide allora la strega Nasona,
che dormiva sotto un albero
con la sua topina, e le venne
un’idea davvero stupenda. Si
mise subito al lavoro con
molta delicatezza e dipinse il
naso della strega, che continuò
tranquilla a sognare. Ma, dopo
aver fatto un grande sbadiglio,
Nasona si svegliò, si guardò il naso,
guardò Matilde e si arrabbiò tantissimo.
– Mi vendicherò, brutta principessa lentigginosa…
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
....................................................................................................................................................
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CHI, DOVE, QUANDO
1 Osserva i gruppi di disegni e in ciascuno scegli un elemento, segnandolo
con una X. Rispondi alle domande: Chi? Dove? Quando? e racconta una
breve storia.
Chi?
Dove?
Quando?
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GLI ELEMENTI DEL TESTO NARRATIVO
1 Osserva il disegno, immagina che cosa potrebbe accadere in seguito e,
con l’aiuto delle domande, scrivi sul quaderno un breve testo narrativo.
• Chi è il personaggio principale?
• Che cosa fa?
• Quando si svolge l’azione?
• Dove?
• Che cosa accade, a un certo punto?
• Come finisce la storia?
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OLMO BLA BLA 2
RIFLESSIONE LINGUISTICA 2
È bene continuare a consolidare la conoscenza delle difficoltà ortografiche: l’apostrofo, l’accento, E-È, l’uso
dell’H.
Inoltre si introducono gli articoli e i verbi.
OBIETTIVI DIDATTICI
GIOCHI PER RIFLETTERE SULLE PAROLE
IL LIBRO D’ITALIANO
Gli articoli
Il gioco dei comandi: diamo ai bambini delle consegne orali, per
esempio diciamo: «Tocca uno zaino», «Tocca lo zaino di
Eleonora».
Discutiamo insieme ponendo ai bambini delle domande: al primo
comando quale zaino è stato toccato? Sarebbe stato lo stesso se
fosse stato toccato un altro zaino? Nel secondo caso è stato
toccato uno zaino preciso (determinato)? Sarebbe stato lo stesso
se fosse stato toccato un altro zaino? Che cosa significa
determinato? E indeterminato?
Giochi veloci: dopo la spiegazione, invitiamo i bambini a
rispondere a domande come questa: «Sto pensando a un articolo
determinativo femminile singolare. Qual è?».
pp. 186-187
I verbi
Il gioco del mimo: prepariamo tanti bigliettini con scritte delle
semplici azioni e mettiamoli in un sacchetto; chiediamo a un
bambino di pescarne uno e di mimare l’azione suggerita. Gli altri
dovranno indovinarla. Chi indovina pesca a sua volta un
bigliettino.
p. 190
Il verbo essere
Gioca e scopri con il verbo essere: i bambini devono indovinare p. 170
un oggetto, una persona o un animale da noi pensato ponendo
domande precedute dal verbo essere: «È giallo?», «È sotto il
banco?», «È simpatico?».
Discutiamo insieme sul significato di questa parola (è) e scopriamo
insieme che cosa spiega.
Il verbo avere
Gioca e scopri con il verbo avere: invitiamo i bambini a
rispondere a queste domande: «Che cos’hai nel cuore, nello
zaino, sopra il banco?». I bambini rispondono a turno; perde il
turno chi dimentica di usare HO.
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pp. 174-175
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ARTICOLI E VERBI
1 Scrivi nella tabella i nomi degli animali illustrati sia con l’articolo
determinativo sia con quello indeterminativo. Attento all’apostrofo!
Con l’articolo determinativo
Con l’articolo indeterminativo
......................................................................
......................................................................
......................................................................
......................................................................
......................................................................
......................................................................
......................................................................
......................................................................
......................................................................
......................................................................
2 Per ogni animale colora le azioni che non sono adatte.
canta
miagola
vola
guizza
nuota
bela
salta
pulisce
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morde
abbaia
cammina
scodinzola
gracida
nuota
nitrisce
nuota
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OLMO BLA BLA 2
SUGGERIMENTI PER LAVORARE
SULLA FAVOLA E SULLA FIABA
Per comprendere
Le favole e le fiabe possono diventare spunti per attività teatrali, importanti per la crescita del bambino, oppure ottime occasioni per utilizzare la tecnica del fumetto.
Suggeriamo quindi di:
• drammatizzare e far vivere in prima persona la storia fantastica letta, facendo seguire anche una discussione in cui si cercherà di far emergere sensazioni e stati d’animo provati;
• recitare la storia utilizzando i burattini;
• rielaborare la storia con il linguaggio pittorico oppure con quello dei fumetti;
• creare con il linguaggio grafico personaggi e luoghi fantastici e inventare altre storie;
• utilizzare la tecnica del mimo;
• utilizzare il linguaggio musicale per immedesimarsi in determinati personaggi.
Per scrivere
1 - Aiutiamo gli alunni a utilizzare Internet e guidiamoli a cercare il sito www.imparareascrivere.it, dove nell’area «Giochi» possono scrivere e animare la loro fiaba.
2 - Cerchiamo in biblioteca, nella collana «Carte in tavola» della casa editrice Fatatrac, le fiabe classiche e invitiamo i bambini a giocare con le tessere proposte, a ricomporre la fiaba e a raccontarla a voce.
3 - Facciamo disegnare ai bambini personaggi, luoghi, oggetti magici delle fiabe che già conoscono; mescoliamo queste immagini e facciamo raccontare e scrivere ai bambini nuove fiabe.
Per rielaborare una fiaba
Le fiabe più celebri ci offrono l’opportunità di giocare e di rielaborare i testi.
1 - Disegniamo su cartoncini gli oggetti che appartengono ai più famosi personaggi delle fiabe, per esempio stivali, panierino, mela, scarpetta, sassolini… Facciamo pescare una carta e stimoliamo i bambini a raccontare verbalmente la storia dell’oggetto in essa raffigurato, aiutandoli con le domande: che cos’è questo?
A chi appartiene? Che potere ha questo oggetto?
2- In un secondo momento possiamo utilizzare gli oggetti pescati per inventare nuove storie, per esempio:
«C’era una volta un lupo con gli stivali che…».
Per inventare fiabe
1 - Con i bambini proviamo a raccontare una fiaba classica, come per esempio Biancaneve, ma in modo tale
che tutto sia ribaltato, per cui la matrigna è buona e cerca di aiutare la povera Biancaneve, catturata dai sette nani cattivi.
2 - Immaginiamo di andare a intervistare una strega cattiva come quella di Hänsel e Gretel. Le si potrà chiedere la ricetta della sua casetta di marzapane, come trascorre il suo tempo libero, i cibi che le piacciono di
più…
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PRODURRE UNA FAVOLA
1 Con questo labirinto puoi inventare più di una favola. Aiutati con le
indicazioni.
• Parti dalla scimmia, segui uno dei due percorsi e trova l’altro
personaggio.
• Dal personaggio trovato scegli ancora un percorso e trova il
luogo.
• Ora, con personaggi e luogo, puoi inventare la tua favola.
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COMPRENDERE UNA FIABA
1 Osserva il disegno, leggi e completa la fiaba.
C’era una volta una ...........................................
che viveva in un bellissimo castello.
Aveva tanti gioielli, ma il suo
preferito era un anello d’oro.
Un giorno, mentre faceva il bagno
nel lago, l’anello le si sfilò e andò a
fondo.
La principessa, disperata, cominciò
a piangere.
Allora un ....................................... le parlò:
– Ti aiuterò io, non piangere, piccina.
Il ranocchio si tuffò nell’acqua e
dopo un po’ ritrovò l’anello d’oro.
La principessa, contenta, lo voleva
ringraziare con un dono ma il
ranocchio parlò ancora:
– Ti darò l’anello, ma in cambio
voglio un .................. da te.
La principessa pensò: «Come posso dare
un bacio a un ranocchio così viscido e
brutto?». Ma le promesse vanno mantenute… e
lo baciò.
In quell’istante il ranocchio si trasformò in un bellissimo
........................................................ .
E così il principe e la principessa si sposarono e
............................................................................................................................
.
2 Colora di rosso il protagonista, di verde la difficoltà da superare, di
azzurro l’aiutante e di giallo il lieto fine.
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PRODURRE UNA FIABA
1 Con questo labirinto puoi inventare varie fiabe. Segui le indicazioni.
• Scegli un personaggio e inizia il percorso: potrai incontrare altri
personaggi, difficoltà e oggetti magici.
• Quando avrai fatto almeno 3 incontri, inventa la tua fiaba.
• Dopo, potrai ripartire da un altro personaggio, fare incontri
diversi e inventare un’altra fiaba.
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OLMO BLA BLA 2
RIFLESSIONE LINGUISTICA 3
È bene continuare a consolidare la conoscenza delle difficoltà ortografiche e dell’uso della punteggiatura.
Inoltre si avvia l’alunno alla conoscenza dei primi elementi di sintassi: frase minima, predicato e soggetto.
OBIETTIVI DIDATTICI
GIOCHI PER RIFLETTERE SULLE PAROLE
IL LIBRO D’ITALIANO
Dalle parole alla
frase
Leggiamo ai bambini un libro breve oppure un racconto, poi
consegniamo a ciascuno una busta contenente dei biglietti con
scritte delle parole: chiediamo loro di ricomporre una frase
riferibile alla storia ascoltata.
pp. 178-179
La frase minima
Leggiamo ai bambini una storia, poi invitiamoli a formulare delle
frasi relative a essa e a scriverle su dei foglietti; facciamo tagliare
le frasi scritte in vari pezzi chiedendo: «Dove si può tagliare? Quali
informazioni ci danno i pezzi tagliati? Quanti pezzi si possono
ottenere? Che cosa rimane alla fine?».
Invitiamo i bambini a realizzare su delle striscioline di carta dei
piccoli disegni e a scrivere sotto ciascuno una didascalia che
risponda a queste due domande: Chi è? Che cosa fa?
Possiamo poi suggerire di drammatizzare o mimare queste mini
storie.
pp. 180-181
Virgole e punti
Fotocopiamo e leggiamo con i bambini le filastrocche di Gianni
Rodari relative alla punteggiatura, tratte da Filastrocche in cielo e
in terra, Einaudi Ragazzi. Possiamo inoltre realizzare un cartellone
da appendere alla parete dove i segni di punteggiatura siano
disegnati come personaggi dei fumetti e spieghino in una
«nuvoletta» la loro funzione.
p. 176
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SOGGETTO E PREDICATO
1 Collega le parole per formare le frasi. Riscrivile sotto e colora di rosso il
soggetto (chi fa l’azione) e di verde il predicato (l’azione che viene
compiuta).
Le
pagliaccio
Il
farfalle
Gli
fiore
Il
sciatori
sboccia
sciano
ride
volano
1 - Il pagliaccio ride.
2 - ..............................................................................................................................................
3 - ..............................................................................................................................................
4 - ..............................................................................................................................................
2 Scrivi tre predicati (azioni) adatti a ciascun soggetto.
....................................
La maestra
....................................
Il treno
....................................
....................................
....................................
....................................
3 Scrivi per ogni disegno una frase formata da soggetto (chi?) e predicato
(che cosa fa?).
..............................................
..............................................
..............................................
..............................................
..............................................
..............................................
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OLMO BLA BLA 2
SUGGERIMENTI PER LAVORARE
SUL TESTO POETICO
Per comprendere
Suggeriamo di leggere ai bambini molte filastrocche, per aiutarli a comprendere i diversi scopi di questo divertente tipo di testo poetico. Leggiamo quindi conte, ninne nanne e altre filastrocche per giocare e divertirsi con le parole.
Filastrocche e poesie offrono occasioni per potenziare le abilità di lettura, per ampliare il bagaglio lessicale,
per utilizzare la lingua in modo creativo e soprattutto per esprimere emozioni e stati d’animo.
Per scrivere
Suggeriamo le seguenti attività.
1 - Dividiamo la classe in piccoli gruppi, per permettere a tutti i componenti di partecipare. Consegniamo a
ciascun gruppo un foglio. L’insegnante scrive alla lavagna una parola, per esempio «caramella», e chiede a
ogni gruppo di scrivere parole che rimino con essa. Vince la squadra che, entro il tempo stabilito, individua
più parole.
2 - Con questa attività i bambini passano alla produzione dei primi versi.
Si tratta di un gioco divertente, in cui i bambini sono invitati a costruire due o più versi cercando parole in rima con il proprio nome o cognome. Gli alunni possono creare così testi simpatici e divertenti. Ecco alcuni
esempi.
Martina Pampolli
va in giro in mezzo ai polli.
Il mio nome è Tommaso
e sono un gran ficcanaso!
È possibile riunire i versi composti da ogni alunno in un’unica filastrocca.
3 - Leggiamo ai bambini filastrocche di Silvia Roncaglia (Principerse e filastrane, Nuove Edizioni Romane), di
Bruno Tognolini (Rima Rimani, Nord-Sud Edizioni), di Roberto Piumini (Io mi ricordo Quieto Patato, Nuove
Edizioni Romane) e invitiamoli a scrivere alla maniera di questi autori.
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SCRIVERE PAROLE IN RIMA
1 Completa ogni frasi scegliendo la parola in rima più adatta.
Un omino col cappotto
portava in spalla un gran .........................
(fagotto - biscotto - bassotto)
Si posa una farfalla
sopra una primula .........................
(palla - gialla - balla)
La mamma fa le frittelle
io ne mangio a .........................
(crepapelle - caramelle - crespelle)
2 Osserva il disegno e completa la filastrocca.
Attento/a alle rime!
C’era una volta un ............................
senza ............................
che dormiva come un ............................
dentro un ............................
3 Utilizza queste tre parole per scrivere una breve filastrocca.
pavone • ombrellone • pallone
..............................................................................................
..............................................................................................
..............................................................................................
..............................................................................................
..............................................................................................
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OLMO BLA BLA 2
LA MUSICA
Questa parte della guida per gli insegnanti riguarda il percorso dedicato all’educazione musicale per le classi seconda e terza e contiene riflessioni, indicazioni didattiche e metodologiche e consigli per le singole attività per entrambe le classi. Separatamente verranno poi presentate le attività collegate ai canti e alle schede.
Si è scelto di concepire la parte relativa all’educazione musicale in modo che sia strettamente collegata con
l’argomento del libro. Così, come per la classe prima, la canzone di Olmo costituisce una «sigla» che introduce il contenuto centrale della proposta didattica. In classe prima era le stagioni, in seconda si parla molto
di parole, in terza di racconti e poesia. Anche gli altri canti e le varie attività sono strettamente collegati al libro e sviluppano un percorso educativo musicale partendo da racconti e argomenti che si trovano sul libro di
italiano.
La speranza è che, in questo modo, gli insegnanti e i bambini siano particolarmente invogliati a imparare i
canti e a svolgere le attività presentate, interpretandole come gioco che rinforza i contenuti del libro più che
come disciplina a sé stante. Sovente infatti la componente «tecnica» della musica spaventa e molti insegnanti, che non hanno competenze in materia, vi si avvicinano con timore e soggezione (o, anche, non vi si avvicinano affatto).
La progettazione sviluppata nei percorsi per le classi seconda e terza della scuola primaria è coerente con i
contenuti delle indicazioni ministeriali per l’educazione alla musica e si può riassumere nei seguenti ambiti.
Ascolto Comprende affinamento della percezione, giochi per l’ascolto reciproco e per l’ascolto di musiche
di vario genere. È molto importante che bambini e insegnanti maturino l’idea che il termine «ascolto» debba
essere inteso in senso molto ampio e non semplicemente come «sentire la musica». L’ascolto può essere
continuamente migliorato e approfondito e investe non solo le orecchie ma tutte le funzioni percettive in generale, la capacità di porsi in relazione con gli altri, di fare gruppo, di saper ascoltare anche con la mente,
con il corpo, con la sensibilità.
Canto e voce Si mira a un utilizzo consapevole della propria voce, alla ricerca di una migliore efficienza ed
efficacia della voce cantata e parlata, ad attività per lo sviluppo del linguaggio, ad attività di canto di insieme. La voce è strumento privilegiato di espressione di sé ed è stato il primo e il più importante mezzo di comunicazione tra le persone. Lavorare con la voce per affinarla, esplorarla e utilizzarla ricercandone le potenzialità espressive ed estetiche significa rinforzare le capacità e le competenze del bambino e dell’adulto.
Alfabetizzazione Sono presentati elementi di alfabetizzazione ritmica e melodica, con giochi e attività di
decodificazione del segno musicale secondo il principio di avvicinarsi prima al suono e poi al segno musicale. La programmazione non sfocia in un vero e proprio percorso, per il quale occorrerà rivolgersi a testi specializzati, ma afferma in modo chiaro la necessità di prendere in considerazione non solo il fatto sonoro ma
anche la sua codificazione.
Nel fascicolo Io imparo sono stati quindi inseriti gli spartiti dei canti (che sarà importante seguire durante il
canto e l’ascolto), così come sono proposti semplici percorsi di alfabetizzazione ritmica e ritmico-melodica,
che si spingono fino ai giochi e agli esercizi a due o tre voci indipendenti, talvolta mascherati da semplici attività di accompagnamento al canto come ostinati vocali o sonorizzazioni con l’utilizzo delle parole.
Relazione L’attività musicale proposta è stata progettata per essere realizzata nella dinamica del «cerchio»,
che stimola bambini e insegnanti a un’attività espressiva in cui la relazione è l’elemento chiave. L’ascolto, lo
sguardo, l’intesa e la relazione sono quindi elementi alla base dell’apprendimento musicale, laddove la cosa
più importante non è tanto misurare le competenze acquisite da ciascuno, quanto il fatto che le attività vengano svolte in una dimensione di gruppo e con la collaborazione di tutti. È essenziale che l’insegnante favorisca e alimenti questa dinamica, soprattutto nello sviluppo delle proposte di divisione in più gruppi che sono chiamati a relazionarsi tra loro e negli eventuali sviluppi delle attività con approfondimenti e nuovi giochi.
Interdisciplinarità La presenza del percorso musicale all’interno del libro di italiano è segno di un preciso
intento di carattere interdisciplinare. In più occasioni le attività suggeriscono collegamenti con la produzione
linguistica, con l’osservazione di segni e linee, con la classificazione di fatti, con la precisa scansione di eventi sonori nel tempo e nello spazio, con l’invito a utilizzare topologicamente lo spazio fisico a disposizione.
Sarà cura dell’insegnante riconoscere e sviluppare tutti questi collegamenti, utilizzando magari anche le nuove tecnologie per favorire ricerche, approfondimenti ed esperienze di ascolto musicale su siti Internet specializzati.
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MUSICA
Gli strumenti di lavoro forniti dal progetto sono vari, come specificato di seguito.
Libri di testo Sono presenti alcune pagine sia nel libro Olmo racconta che nel fascicolo Io imparo con musiche, testi, indicazioni, proposte operative e verifiche, proposte di ascolto e di attività interdisciplinari collegate alla lingua italiana, all’ambito logico-matematico, all’educazione motoria, all’educazione artistica. I contenuti dei libri sono parzialmente integrati da questa guida per l’insegnante, che contiene alcune osservazioni e proposte operative aggiuntive che per motivi di spazio non sono state inserite nei testi citati.
CD audio Contiene la registrazione dei canti e di buona parte delle proposte operative parlate e cantate
eseguita dal coro «Cantabile zero18». Le registrazioni presentano ciò che si può considerare un buon risultato finale dell’attività ma anche alcuni dei passaggi per costruire le situazioni poliritmiche e polifoniche più
complesse.
Accanto alle registrazioni dei canti in alcune occasioni sono proposte le semplici basi musicali, che potranno
essere utilizzate dalla classe per eseguire il canto. Si raccomanda di fare della registrazione del coro un’occasione di ascolto e della base musicale uno strumento per accompagnare il proprio canto. Cantare insieme al
coro o «sul» coro è pressoché inutile e può anzi far perdere l’attenzione dei bambini su qual è l’obiettivo finale.
Altri materiali La metodologia di riferimento è la cosiddetta «metodologia Goitre». A questo proposito si
rimanda direttamente alle opere di Roberto Goitre, pubblicate dalla Suvini Zerboni di Milano (tra i vari titoli si
segnalano Cantar Leggendo, con un’ampia guida didattica, Far musica è… e Il castello incantato, sviluppato
dai «Piccoli Cantori» di Torino). Si ritengono inoltre interessanti le pubblicazioni proposte dall’Associazione
Cantascuola di Torino, che contengono percorsi di alfabetizzazione per bambini, di formazione per gli insegnanti e un’ampia proposta per l’introduzione e la valorizzazione del canto popolare nella scuola primaria.
Per quanto riguarda le esperienze e altri materiali didattici, si rimanda ai siti Internet che fanno riferimento alle attività di Giorgio Guiot:
HYPERLINK "http://www.giorgioguiot.it" www.giorgioguiot.it
HYPERLINK "http://www.cantascuola.it" www.cantascuola.it
HYPERLINK "http://www.cantabile.it" www.cantabile.it
Questi siti contengono informazioni su iniziative in corso, materiali didattici, spunti progettuali, bibliografie e
rimandi ad altri siti.
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OLMO BLA BLA 2
COME LAVORARE
Presentiamo ora alcune indicazioni di carattere generale per gli insegnanti, perché possano aiutare gli alunni
a utilizzare la voce e il canto in modo appropriato.
Giochi di riscaldamento vocale per sciogliere la voce
1. Lasciare che i bambini stiano seduti ma insistere per una postura eretta, sul bordo della sedia e con i piedi appoggiati saldamente a terra.
2. Se in questa posizione si china il busto appoggiando i gomiti sulle ginocchia, la respirazione che verrà attivata sarà probabilmente quella diaframmatica o diaframmatico-costale, adatta al canto (non c’è spazio per
quella toracica, in quanto le spalle non possono muoversi).
3. Giocare un po’ con l’esplorazione boccale e con il coinvolgimento del diaframma:
a. fare linguacce;
b. fare pernacchie (con la lingua di fuori), brevi ma «intense»;
c. simulare un «vomitino»: bocca aperta, lingua in fuori ma collegata al rientro improvviso della pancia.
4. Abbaiare. Così come si vede fare dai cani, e soprattutto da quelli piccoli, fare delle abbaiate brevi ma intense, non troppo ravvicinate nel tempo. L’abbaiata (come il vomitino) deve essere direttamente collegata a
un rientro significativo della pancia.
Se questi giochi danno un po’ di dolore o di fastidio a livello diaframmatico, vuol dire che stanno avendo effetto e che sono condotti correttamente.
5. Mandare fuori il fiato improvvisamente, con uno sbuffo, rientrando con la pancia, senza aver prima fatto
un’inspirazione. Dopo, riprendere fiato ritornando in posizione «di riposo» con la pancia.
6. La gomma bucata. Abbiamo bucato e l’aria esce molto molto lentamente, con un «sshhhhh» sonoro di almeno 15 secondi.
7. Lo spray. Volano un sacco di zanzare ma l’insegnante utilizza uno speciale spray: la mano avanti, con le
quattro dita chiuse e il pollice in alto (come per fare OK). Quando il pollice si abbassa, i bambini fanno un intenso sshhhhh, interrompendosi non appena il pollice viene alzato di nuovo. Da fare 4-5 volte con interruzioni, ma sempre della stessa durata.
8. Le zanzare. Questa volta i bambini sono le zanzare ed emettono uno «zzzzzzz» sonoro e lungo, a bocca
chiusa, con dei glissati (glissato = suono continuo che scende e/o sale) piuttosto rapidi. Per educare al significato di «glissato», si può accompagnare l’andamento della voce con il movimento ascendente o discendente delle braccia. L’insegnante potrà anche azionare lo spray: a quel punto la zanzara si stordisce e il suo
suono precipita velocemente verso il basso con un glissato discendente.
9. Mangio la mela. Facciamo finta di mangiare una mela a grossi morsi. Facciamo sentire un sonoro
«gnammmm», che prosegue anche durante la finta masticazione, molto prolungata e con un movimento accentuato della bocca, della lingua e della mandibola.
10. Abbaiare 2. Partendo dal gioco delle abbaiate, invece di un uso casuale e improvviso della voce chiedere di emettere suoni intonati. Sarà quindi un «aaahh» dapprima a colpi, le volte successive più lungo e piuttosto sonoro, a bocca spalancata e su un suono preciso previsto dall’insegnante: si consiglia un suono compreso tra il fa e il sol, cioè qualche volta fa, qualche volta fa diesis, qualche volta sol. Non ci si preoccupi di
chiedere un attacco del suono un po’ brusco: a volte i bambini, per emettere pienamente la voce, hanno bisogno di mettere «in tensione» l’apparato fonatorio. Prima cogliete la loro capacità di cantare, poi lavorerete su come lo faranno.
Converrà chiedere di fare questo gioco anche a ciascuno separatamente, non tanto per ascoltare i bambini
individualmente, quanto per consentire a chi non lo sta facendo di ascoltare e di capire come si fa.
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MUSICA
Estensione dei canti
I canti proposti rimangono generalmente nell’intervallo di quinta. Qualche volta l’estensione è maggiore e
può raggiungere l’ottava (soprattutto con lo slancio melodico della dominante inferiore, per esempio in «Lola mangia tutto») ma si tratta di brevi episodi, tratti perlopiù dallo stile del canto popolare.
È importante dire come questo intervallo di quinta sia adatto ai bambini di questa età ma non sia il «grado zero» dell’avvicinamento al canto. Diamo qui infatti per acquisito che tutti i bambini abbiano già lavorato in prima con estensioni più ridotte, tipiche del canto infantile (per esempio canti nelle estensioni solmi e la-sol-mi).
Pur non trattandosi di un «metodo» di canto e neppure di una pubblicazione specialistica di educazione musicale, nel progetto Olmo Bla Bla l’estensione melodica dei canti è presentata curando gli aspetti ergonomici vocali e preparando quindi gradualmente e progressivamente l’allievo alle difficoltà del canto e ai movimenti melodici più impegnativi.
È importante infine ricordare che accanto agli aspetti dell’estensione del canto, cioè quante sono le differenti note che compongono il canto, dalla più grave alla più acuta, un aspetto fondamentale riguarda la tessitura in cui viene proposta la canzone.
Tessitura dei canti
Sulla partitura e nel CD audio i canti sono proposti a un’altezza mediamente comoda per i bambini e per i
ragazzi. Può darsi che per gli insegnanti i canti risultino un po’ acuti: ciò dipende dalla generale condizione
di affaticamento vocale nella quale si trovano e da un graduale progressivo abbassamento della voce che
può subentrare nel tempo. Ma generalmente i bambini hanno appunto una tessitura più acuta degli adulti
ed è di fondamentale importanza agire correttamente nel rispetto della loro voce!
Questo non significa che i canti possano essere proposti solo a questa altezza: vi saranno sicuramente bambini che preferiranno eseguire il canto un po’ più in basso, trovandolo più comodo. Si consiglia di scegliere
di volta in volta altezze leggermente diverse (mezzo tono o un tono più in alto o più in basso), in modo da
dare a tutti l’occasione di sperimentare tessiture differenti e quindi di esplorare con più completezza la propria voce.
Occorre però ricordare di essere cauti e attenti negli eventuali sforzi vocali, che potrebbero verificarsi sia a
causa della scarsa conoscenza della propria voce (malmenage vocale), o della scarsa conoscenza dei problemi vocali da parte dell’insegnante, o dell’eventuale surmenage dovuto a sforzo eccessivo e improvviso da
parte di chi non ha mai cantato in precedenza in particolari tessiture acute o gravi. Quindi mai insistere e far
sempre precedere la pratica vocale da un breve «riscaldamento» fatto di giochi di respirazione e di vocalizzazioni libere.
Come insegnare un canto
Aggiungiamo da ultimo pochi brevissimi consigli.
1. Proporre più volte il canto ai bambini, eseguito con la nostra voce (meglio) o, se non si può fare diversamente, ascoltandolo dal CD audio. Pretendere ascolto, silenzio e attenzione ai minimi particolari.
2. Ripetere il canto a piccoli pezzi, soffermandosi anche più volte su ciascuna frase o semifrase. Instaurare
una dinamica di modelling, per cui alla proposta dell’insegnante segua immediatamente la risposta dei bambini (questo consente di mantenere ritmo, intonazione, tensione respiratoria e attenzione).
3. Cantare sovente a piccoli gruppi, o addirittura richiedere una risposta individuale, non tanto per verificare
l’apprendimento quanto per stimolare l’ascolto e la capacità critica di chi non sta cantando. Chi non sta cantando potrà anche essere invitato a fare commenti su ciò che ha ascoltato.
4. Dopo aver appreso il canto a piccoli pezzi e averlo ripreso a pezzi più lunghi, si può ritornare ad ascoltare
il canto sul CD. È importante in questa fase limitarsi all’ascolto, che a questo punto sarà molto più consapevole e consentirà di cogliere particolari che prima forse erano sfuggiti.
Quando gli allievi avranno appreso il canto, sarà importante proporlo con un’ampia gamma di variazioni: accompagnato con gesti-suono, movimenti, note pedale, esecuzioni antifonali, e così via. Questo per poter
perseguire un continuo miglioramento e ricercare l’attenzione e l’ascolto.
Nel fascicolo Io imparo vi sono numerose proposte in merito, anche se le idee migliori verranno agli insegnanti e agli allievi stessi.
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OLMO BLA BLA 2
I CANTI E LE SCHEDE
Il percorso musicale per la classe seconda prosegue nella pratica del canto iniziata in prima, proponendo
nuove canzoni da imparare per imitazione dalla voce dell’insegnante e utilizzando, senza eccedere, le basi
musicali. Le canzoni sono collegate al testo e ad alcuni racconti che sono sembrati suggestivi ed evocativi.
A partire dalle suggestioni di questi canti e approfondendone alcuni già proposti nella classe prima («Cantiamo con Olmo», «Viene autunno…», «Guanto di lana», «Fili d’erba») si avvia un percorso di conoscenza del
linguaggio musicale e di prima alfabetizzazione ritmica e melodica. Allo stesso modo vengono proposti procedimenti quali gli ostinati ritmici e le note pedale.
Accanto al percorso di educazione vocale (ascolto, riconoscimento, controllo della propria voce, e così via) e
di acquisizione di competenze rispetto al simbolo musicale, vengono proposte esperienze di sonorizzazione
e di costruzione di partiture simboliche o aleatorie, alcune delle quali si appoggiano a stimoli grafici o pittorici. Ecco quindi che si affrontano le tematiche dell’improvvisazione e della creazione di suoni mediante attività interdisciplinari che coinvolgono tutto il gruppo-classe.
Olmo Bla Bla (scheda 1 di Io imparo)
La «sigla» di Olmo per la classe seconda si arricchisce di una nuova melodia,
che si aggiunge a quella della classe prima (Olmo racconta 1, p. 81). Il testo è
molto semplice e ricalca alcuni dei contenuti del libro di seconda.
Dal tetracordo della canzone di classe prima (mi-sol-la) si giunge a una estensione di quinta (mi-sol-la-si); quindi la voce si spinge un po’ più in alto fino a
raggiungere l’estensione complessiva di un’ottava.
Sarà cura dell’insegnante utilizzare questo canto come vera e propria sigla.
Questo significa eseguire la canzone ogni volta che si inizia l’attività musicale,
oppure quando vengono introdotti nuovi racconti o nuove letture.
L’amicizia che si potrà instaurare con Olmo e con la sua capacità di raccontare
potrà diventare una delle leve per interessare i bambini e per fare dell’attività
musicale un momento speciale, che magari si può sviluppare con un setting
particolare (un’aula apposita, le sedie in cerchio o altre modalità).
Canto d’autunno (p. 7 di Olmo racconta)
Il primo canto ha una melodia semplice, costruita tecnicamente su
due tetracordi: sol-la-sol-mi come «proposta» in ciascuna frase musicale e mi-fa-mi-do come risposta.
Il succedersi delle stesse combinazioni melodiche, che sicuramente
non sfuggirà all’ascolto, può suggerire un’esecuzione «antifonale»
del canto, cioè a due gruppi che propongono e rispondono.
Questa dinamica di alternanza e di ascolto vuole preparare gli allievi
a quello che sarà uno dei principali argomenti del programma musicale dell’anno: stimolare all’ascolto dell’altro fino ad assumere una
relativa indipendenza tra più voci o più frammenti parlati.
Sarebbe auspicabile che gli allievi, sotto la guida dell’insegnante,
provassero a scrivere altri versi per proseguire quelli proposti.
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MUSICA
Sempre collegata all’autunno è la scheda 3 di Io imparo. In essa viene riproposta la canzone «Viene autunno…» già conosciuta l’anno precedente (Olmo racconta 1, p. 12), ma con un’importante variante relativa a una seconda voce costruita con il principio della cosiddetta «nota pedale».
La seconda voce è veramente molto semplice e consiste quasi esclusivamente
nella ripetizione di un solo suono che viene mantenuto per più tempo.
L’esecuzione contemporanea delle due voci darà luogo talvolta all’incontro tra
due suoni (nelle tre frasi del canto rispettivamente sol-mi, mi-do e sol-do), educando così l’orecchio dei bambini a riconoscere l’unisono (quando i suoni sono
uguali) e gli intervalli di terza e di quinta, che costituiscono l’accordo maggiore.
È importante dire che ripetere più volte lo stesso suono può essere difficile.
Occorrerà infatti recitare tutta la frase come se si appoggiasse su un unico suono molto lungo e non su più suoni della stessa altezza (cioè come se non ci fossero otto sol ma uno solo, su cui si canta tutta la frase, ovviamente «a ritmo»).
Per prepararsi a questa difficoltà è opportuno suddividere lo studio della seconda voce in più fasi:
1. Intonare VIENE AUTUNNO omettendo le parole «foglie gialle» per prolungare di molto la parola «autunno»;
2. recitare la frase VIENE AUTUNNO FOGLIE GIALLE tutta in un soffio, cercando di collegare al massimo le
parole che la compongono come se fossero unite;
3. eseguire la frase cantata per intero, così come proposta sul CD.
Lo stesso procedimento dovrà essere seguito per le frasi successive.
Il mio risveglio (scheda 5 di Io imparo)
La scheda propone di ricreare una «sonorizzazione» dei suoni e dei rumori della mattina.
Una raccolta di questi suoni (la sveglia, la colazione, l’acqua che scorre…) potrà
portare alla costruzione di un racconto fatto di parole e frasi e a un insieme di
situazioni sonore realizzate con la voce o con oggetti. Queste situazioni potranno accompagnare il racconto (un eventuale narratore è affiancato da una squadra di «rumoristi», che creano una sorta di colonna sonora) oppure sostituirlo,
con la creazione di un racconto senza parole.
Occorre sicuramente dire che situazioni creative di questo tipo suscitano generalmente entusiasmo nei bambini e sgomento tra gli insegnanti, che possono
sentirsi impreparati nel gestire momenti piuttosto aleatori. Però se dopo aver dedicato un po’ di tempo a far
comprendere il gioco ci si prefigge un obiettivo chiaro (fare una registrazione, dipingere un cartellone), l’attività sarà sicuramente soddisfacente e anzi in più occasioni i bambini potranno chiedere essi di «sonorizzare»
le situazioni che verranno proposte.
Lola mangia tutto (p. 17 di Olmo racconta)
È una canzone semplice e allegra, che può anche diventare un gioco
divertente.
Gli usi e gli abusi alimentari, che nell’infanzia assumono sovente la
caratteristica del non voler assaggiare cibi sconosciuti, sono al centro
di una melodia che distingue chiaramente una parte A strofica e una
parte B del ritornello.
Vi sono più possibilità esecutive: dall’individuazione di un piccolo
gruppo di allievi che esegua le strofe (o di gruppi di solisti che si alternino nelle diverse strofe) al gioco di movimento dove in corrispondenza del ritornello «Lola Lola…» ci si muove nell’aula per ritornare a posto per tempo. Un’ulteriore proposta di gioco, molto amata dai bambini, consiste nel verificare chi di loro è in grado di cantare il «Bum!» finale solo nell’ultimo ritornello dopo la terza strofa. Ci
sarà sempre qualcuno meno attento che dirà «Bum!» anche nei ritornelli precedenti e questa sarà una buona occasione per inventare
una penitenza o creare un gioco a eliminazione.
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OLMO BLA BLA 2
Canto d’inverno (scheda 7 di Io imparo)
La filastrocca «Guanto di lana», già imparata in prima (Olmo racconta 1, p. 42),
potrà essere arricchita con nuovi elementi. La ripetizione continua di singole
parole o brevi frasi, che dà vita a un procedimento definito «ostinato», potrà
creare una situazione poliritmica (cioè di più ritmi contemporaneamente), che
nel caso più ricco prevede quattro voci sovrapposte.
Dall’esempio musicale della scheda è evidente che il castello di ostinati che si
viene a creare prevede figurazioni ritmiche di valore sempre decrescente (otto
sillabe nella frase «forte vento son contento», quattro in «lana scaldi», due in
«bianca»). Questo procedimento, che nel linguaggio musicale si chiama «diminuzione», potrebbe trovare un’interessante corrispondenza nel campo della misurazione delle lunghezze e delle distanze, magari utilizzando i regoli per aiutare i bambini a comprendere il collegamento tra durata delle sillabe e lunghezza
del regolo. Ecco allora che le figurazioni ritmiche di croma, semiminima e minima potrebbero trovare un parallelo con la lunghezza di diversi segmenti e introdurre così un principio di misura non solo della lunghezza ma anche della durata.
Sul CD audio i giochi legati agli ostinati vocali sono rappresentati da un esempio musicale, in cui le frasi vengono presentate a una a una e poi sovrapposte.
Guanto di lana (scheda 8 di Io imparo)
Se in classe prima l’insegnante avrà chiesto ai bambini di osservare Olmo racconta mentre venivano eseguiti i canti e le filastrocche, l’approccio ai simboli
musicali sarà già stato in qualche modo preparato.
Questa scheda propone ai bambini di tradurre alcuni simboli in sillabe cantate,
sempre uguali in corrispondenza dello stesso simbolo grafico.
Ecco quindi i TA e i TI. I TI uniti a due a due vengono cantati come TITTI;
la nota bianca, invece, sarà un TA prolungato per due impulsi, convenzionalmente indicato come TA-A.
Scrivere, inventare, leggere e cantare successioni di simboli potrà essere un
gioco compilativo che i bambini eseguono volentieri alla lavagna, dando magari vita a piccole sfide a squadre.
Giochi di bambini (scheda 10 di Io imparo)
Analogamente a quanto già richiesto nella scheda 5, ecco una proposta per sonorizzare una situazione. Questa volta si parte da un quadro, che ritrae una situazione gradevole per i bambini e sicuramente ripetibile.
I percorsi sonori legati a questo quadro possono essere numerosi.
Potremmo per esempio partire dall’osservazione dei giochi illustrati nel quadro
e scoprire che alcuni di questi sono sconosciuti e altri non più praticati… Se il
quadro fosse stato dipinto ai giorni nostri, quali sarebbero i giochi rappresentati? I suoni dei giochi di oggi sarebbero diversi dai suoni dei giochi raffigurati nel
quadro?
La proposta della partitura sonora merita sicuramente di essere sviluppata in
più fasi. Innanzitutto occorrerà partire dalla riflessione su quali tipi di suono si
possono sentire facendo i vari giochi: oggetti che sfregano, palle che rimbalzano, bambini che ridono, colpi di bastone?
In una seconda fase si cercherà di trovare uno o più simboli che possano esprimere ciascuno dei suoni che i
bambini avranno concordato tra loro. I segni grafici potranno essere diversi: da una striscia di colore alla linea o al punto fatto con la matita, dal disegno libero al vero e proprio simbolo!
Successivamente si dovranno organizzare i diversi segni grafici e simbolici in una partitura, cioè si dovranno
proporre un percorso o una storia sonora da raccontare, prevedendo un «prima» e un «dopo» e una serie di
suggerimenti più o meno espliciti per suggerire modalità esecutive e situazioni sonore da ricreare.
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MUSICA
Durante queste attività si affacceranno considerazioni espressive e problematiche legate all’organizzazione
del foglio (o del cartellone) e sarà dunque necessario organizzare un’efficiente dinamica di gruppo.
L’obiettivo finale di questa attività potrebbe essere la registrazione della partitura preparata dai bambini. È
preferibile la registrazione all’esecuzione pubblica (che potrà comunque avvenire successivamente) perché il
ri-ascolto attento del risultato dell’esecuzione porterà sicuramente ad altre osservazioni e a ulteriori miglioramenti e precisazioni nella partitura.
Lo scherzo di Carnevale (p. 24 di Olmo racconta)
Questa canzone prende spunto da un racconto presente nel libro di
italiano (a p. 92) ed è divisa in due parti A e B nettamente distinte,
che si succedono secondo la sequenza A-B-A (dopo la seconda parte ritorna la prima).
Nel racconto dello scherzo (la parte centrale) si è voluta creare una
situazione in cui i bambini devono cantare molto a lungo senza prendere fiato; sarà pertanto importante insistere su una respirazione efficace dopo le parole «dove finirà».
Una possibile variante nell’esecuzione del canto è realizzare la parte
centrale B con due semicori, in cui i gruppi si alternano nel cantare le
diverse frasi:
Gruppo 1
«ma che scherzo divertente
oggi è proprio carnevale»
Gruppo 2
«la maestra c’è cascata
dicon che ogni scherzo vale»
Come sempre tutti i giochi in cui ci si alterna a breve, con la consegna di mantenere un ritmo e un tempo, sono utili allo sviluppo dell’attenzione reciproca e servono a costruire uno spirito di squadra tra i componenti dello stesso gruppo.
Occorre ancora osservare che l’inizio del canto «zomp, zomp, zomp», poiché ritmico e con suoni piuttosto
acuti, sarà cantato in modo efficace solo con un buon utilizzo del diaframma e con un’ampia apertura della
bocca.
Il rap degli animali (scheda 12 di Io imparo)
Il rap presente nel libro di italiano (a p. 102) diviene punto di partenza per una
nuova esperienza di creazione di ostinati ritmici.
Nella partitura proposta e registrata anche nel CD audio si sono volute sovrapporre due differenti modalità d’intervento, e cioè la semplice esecuzione di versi di animali e l’utilizzo dei gesti-suono in accompagnamento al parlato.
I gesti-suono qui utilizzati sono il battito delle mani e il battito dei piedi (alternando piede destro e piede sinistro, quasi a formare una sorta di balletto) ma
potranno anche essere proposti il battito delle mani sulle ginocchia o lo schiocco delle dita, con altre figurazioni ritmiche.
L’effetto d’insieme è piuttosto gradevole e la fantasia dei bambini potrà arricchire ulteriormente questo risultato con movimenti coordinati, versi, scenette.
È molto importante che nella recita della filastrocca sia mantenuto lo spirito del
rap, che sia cioè molto ritmata, non troppo veloce e che preveda pochi momenti in cui si prende fiato per non rallentare la voce, ottenendo un effetto blando e poco incisivo.
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OLMO BLA BLA 2
Canto di primavera (p. 28 di Olmo racconta)
Con il canto di primavera si introduce il primo pensiero polifonico,
cioè di canto a più voci.
La voce più grave, nella quale sarà bene che si esercitino tutti i bambini, magari alternandosi con chi canta la melodia già conosciuta in
prima (Olmo racconta 1, p. 60), è molto semplice e si articola su due
soli suoni, ma introduce gli allievi all’ascolto delle due voci e al senso
delle armonie di tonica e dominante.
Sarà opportuno che l’insegnante faccia ascoltare più volte la registrazione sul CD audio, sia della sola traccia della seconda voce, sia delle due voci riunite con la base musicale.
Probabilmente per alcuni bambini saper alternare correttamente i
suoni della seconda voce sarà molto naturale e riconoscibile, mentre
per altri sarà una vera conquista, da raggiungere poco per volta.
Si potrà eseguire il canto con la base musicale sia a due voci sia a
voci singole, per trovare alla melodia principale e a quella di accompagnamento il giusto ruolo.
La realizzazione a due voci darà ai bambini molta soddisfazione anche in assenza della base, poiché la dinamica dell’ascolto si sposta
dalla musica alla nuova voce che viene realizzata, differente dalla
propria e proveniente da una voce umana, certo più interessante ed emozionante di una base musicale elettronica.
Parallelamente all’esperienza legata al canto della seconda voce con i suoni di
tonica e dominante, la melodia di «fili d’erba in mezzo al prato» si presta all’introduzione dei suoni do-re-mi e, in prospettiva, alle prime esperienze di lettura
melodica.
Come ricorda la scheda 14 di Io imparo, la parola «primavera» è costruita sui
suoni mi-re-do-do.
Per conoscere e ri-conoscere questi suoni sarà molto utile un semplice gioco di
movimento, in cui i bambini assumano la posizione in piedi con le braccia in alto in corrispondenza del mi, in piedi con le braccia lungo il corpo in corrispondenza del re e accovacciati o seduti quando riconoscono il do.
Il gioco della ginnastica musicale può essere svolto in molti modi. Tra i tanti, ecco due piccole proposte.
Gioco per collegare suono/movimento. L’insegnante (o un allievo) canta molto lentamente una successione di suoni denominandoli do, re, mi. Gli allievi, rimanendo in silenzio, assumono per ciascun suono la posizione corrispondente.
Gioco di riconoscimento. L’insegnante (o un allievo) canta molto lentamente una successione di suoni do,
re, mi senza però dirne il nome (può cantare semplicemente «la la la»): gli allievi cercano di riconoscere il
suono cantato dall’insegnante e, rimanendo in silenzio, assumono la posizione del suono che ritengono di
aver riconosciuto.
La «ginnastica musicale» si rivelerà gioco molto utile, poiché raccoglie gli elementi dell’ascolto, del riconoscimento e del collegamento tra suono e stimolo motorio.
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MUSICA
Canto d’estate (p. 37 di Olmo racconta)
Una canzone leggera e divertente tratta da un testo di Roberto Piumini.
Si tratta di un canto «per accumulo», in cui le caratteristiche della ciliegia vengono aggiunte poco alla volta e sempre riassunte (come
anche in «Alla fiera dell’est» di Angelo Branduardi, dove il percorso
avviene a ritroso, o in numerosi canti popolari infantili). In questa melodia si procede per accumulo anche con i gradi della scala, dai suoni do e re fino a raggiungere il sol (non sfuggirà come ogni volta vi
sia il ritorno, per salto, alla nota di partenza):
«rotonda»
«rotonda e rossa»
«rotonda rossa e dolce»
«rotonda rossa dolce e saporita»
do re do
do re mi do
do re mi fa do
do re mi fa sol do
La frase finale «cinque come le mie dita» servirà quindi a contare non
solo le ciliegie, ma anche i suoni da do a sol, proposta di «pre-alfabetizzazione» che forse qualche insegnante potrà decidere di cogliere ed eventualmente di approfondire a
seconda delle sue competenze tecniche musicali.
Le tre posizioni del gioco della «ginnastica musicale» suggeriscono che anche
nella scrittura delle note musicali a differente altezza del suono corrisponde differente altezza dei segni musicali scritti.
Dopo alcuni secoli di ricerca e di tentativi, nella storia della musica si giunse all’efficace soluzione di organizzare le altezze dei suoni per mezzo di segni scritti
a diverse altezze su un sistema di linee orizzontali parallele (inizialmente quattro, poi cinque). Per noi che iniziamo a esercitarci su tre soli suoni, al momento
è sufficiente una sola riga o, al massimo, due (scheda 17 di Io imparo).
Utilizzando una sola linea, i suoni do re mi saranno posti rispettivamente immediatamente al di sotto, in corrispondenza e immediatamente al di sopra della linea. Per comprendere meglio e fissare quest’informazione saranno necessari
un po’ di esercizi, nei quali i bambini saranno invitati sia a scrivere il nome corretto della nota, sia a cantare la melodia nominando i suoni riconosciuti dalla
loro posizione sulla riga.
Gli insegnanti che ritenessero di aver superato brillantemente con i loro allievi tutti i passaggi presentati fino
a questo momento, potranno provare a collegare gli aspetti della lettura ritmica a quelli della lettura melodica, presentando successioni di suoni do-re-mi, ciascuno dei quali con una precisa durata (TA, TITTI oppure
TA-A).
Un quadro da cantare (scheda 18 di Olmo racconta)
Un’altra esperienza di sonorizzazione di un quadro, in cui si propongono suggestioni basate sul colore, su un paesaggio e sulle emozioni che questo dipinto
suscita.
Viene infatti richiesto di «ascoltarsi dentro» e di scegliere un particolare del
quadro per cantarlo con la propria voce oppure per esprimersi con suoni derivanti dall’utilizzo coerente di oggetti o strumenti musicali. Per aiutare i bambini
in questa forma di espressione, che forse potrebbe risultare difficile per qualcuno di loro, si è anche pensato di proporre un più semplice gioco di invenzione
e improvvisazione: dare voce alle proprie emozioni costruendo un testo che vada ad arricchire il canto «Viene estate…» proposto in classe prima (Io imparo 1,
scheda 49).
Una volta inventato un testo adatto, le parole potrebbero poi essere accompagnate da altri suoni, che servano ad esprimere sonoramente le emozione suscitate dal quadro.
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OLMO BLA BLA 2
DENTRO IL LIBRO
DELLE DISCIPLINE
Nei percorsi disciplinari di storia e geografia presenti nel libro delle discipline
per la classe seconda i vari concetti
vengono introdotti dalla narrazione di
una storia presente in Olmo racconta e
si basano su un approccio metodologico pratico. Infatti il testo risulta essere
molto operativo e centrato sulle esperienze di vita dei bambini.
Entrambe le discipline si articolano in unità, strutturate intorno ai concetti fondamentali relativi alla dimensione temporale, quali le relazioni tra gli eventi, la misura del tempo e la ricostruzione del passato, e alla dimensione spaziale, quali l’orientamento, la rappresentazione cartografica e la lettura del paesaggio.
Le attività proposte seguono il principio della gradualità: prendono l’avvio dalle conoscenze pregresse degli
alunni (Faccio il punto!) e dalle loro curiosità, per snodarsi in percorsi che li guidano a riflettere e a raggiungere conclusioni relative agli argomenti trattati.
Le pagine So imparare? chiudono ogni percorso con verifiche per il riepilogo delle conoscenze e delle
abilità apprese.
Nelle sezioni disciplinari di storia e di geografia si trovano anche pagine di Laboratorio cittadinanza
attiva: in particolare nella sezione di storia trova posto la riflessione legata ai diritti e ai doveri dei bambini
per crescere sani e felici, mentre nella sezione di geografia vengono affrontati i temi dell’educazione stradale
e dell’educazione ambientale.
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dentro il LIBRO delle DI SCIPLINE 2
COME SI LAVORA CON IL LIBRO DELLE
DISCIPLINE
Come per la classe prima Olmo Bla Bla, l’albero magico, accompagna il bambino nella conoscenza dei linguaggi specifici della storia e della geografia con una storia.
Dopo l’ascolto l’alunno ha a disposizione, per potenziare le sue competenze, le schede disciplinari del fascicolo Io imparo e le proposte operative sul libro delle discipline.
Illustriamo qui di seguito le sequenze didattiche relative a una fase del percorso di storia.
Obiettivo: riconoscere le relazioni di contemporaneità
1. L’insegnante legge da
Olmo racconta o fa ascoltare
dal CD la storia che
introduce il contenuto
disciplinare.
2. L’alunno ascolta, osserva,
poi lavora sul fascicolo Io
imparo.
3. L’alunno lavora sul
libro delle discipline.
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OLMO BLA BLA 2
PROGETTAZIONE ANNUALE
DI STORIA
In questa sezione vengono ripresi e consolidati alcuni concetti temporali importanti. Gli alunni sono chiamati
a ricordare episodi legati al periodo delle vacanze ed esperienze di vita quotidiana; tali ricordi ed esperienze
offrono lo spunto per riflettere sulle relazioni di successione, contemporaneità e causalità.
CONTENUTI (LIBRO BLU)
OBIETTIVI DIDATTICI E ATTIVITÀ
PAGINE
Il tempo e le azioni
• Intuire i significati della parola «tempo» (il
tempo che passa e trasforma, il tempo meteo97
rologico, il tempo ciclico, il tempo personale)
La successione
• Riconoscere la relazione di successione delle
98
azioni e delle situazioni
• Comprendere il significato della linea del tem99
po e saperla utilizzare
La contemporaneità
• Riconoscere relazioni di contemporaneità in
esperienze narrate e vissute (nello stesso mo100-101
mento, in luoghi diversi)
La relazione causa-effetto
102
• Individuare relazioni di causa-effetto
• Formulare ipotesi sugli effetti possibili di una
103
causa
La misura del tempo
• Conoscere gli strumenti per misurare il tempo
104-105
(calendario, settimana, giorno, mese, anno)
106
• Misurare la durata di un giorno
L’orologio
• Conoscere e utilizzare l’orologio (ore e minuti) 107-109
Il tempo e la storia
• Cogliere i cambiamenti avvenuti nel tempo
110
Modi di vita e oggetti del passato • Confrontare gli oggetti di oggi con quelli del
passato (i giocattoli di ieri e di oggi)
111
• Individuare analogie e differenze tra passato
e presente (la scuola di ieri e di oggi)
112-113
La storia personale
• Rilevare i cambiamenti delle persone nel tempo 114
Le fonti
• Ricavare informazioni sul passato da fonti di
diverso tipo (fonti materiali, visive, orali, scritte) 115-120
• Ordinare fatti ed eventi sulla linea del tempo 121
Educazione alla cittadinanza: conoscere i diritti
e i doveri dei bambini
122-123
Anche i racconti di Olmo Bla Bla aiutano a scoprire i primi concetti dell’ambito storico e offrono tante proposte operative.
OLMO RACCONTA
LIBRO VERDE
CONTENUTI
In vacanza dal nonno p. 57
schede 60, 61
La successione
La contemporaneità
La storia dell’orologio pp. 58-60
schede 62, 63, 64, 65
I cambiamenti nel tempo
Come è stato fatto nella sezione di italiano, riportiamo qui di seguito i testi per la lettura dell’insegnante di
Olmo racconta dedicati alla storia.
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Olmo racconta p. 57
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Olmo
racconta
p. 58
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Olmo
racconta
p. 59
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Olmo racconta p. 60
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storia 2
pr
ov
a d’
ingresso
IL SIGNIFICATO DI «TEMPO»
1 Colora di azzurro i riquadri che indicano il tempo che passa (storico) e di
giallo quelli che rappresentano il tempo che fa (meteorologico).
Oggi c’è bel tempo. Evviva!
Ieri la mamma non ha avuto tempo per stirare.
Aspetto con ansia il tempo di partire per le vacanze.
Non mi piace il tempo nuvoloso.
Alla televisione hanno detto che ci sarà tempo nevoso.
Per costruire un pupazzo di neve ci vuole poco tempo.
2 Leggi e poi disegna la situazione in quattro sequenze.
Il coniglio uscì dalla conigliera, andò nell’orto, prese una carota,
poi se la mangiò.
1
2
3
4
La storia che hai disegnato si riferisce al:
tempo meteorologico.
tempo storico.
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storia 2
verifica
1
CAUSE E CONSEGUENZE
1 Leggi e scrivi una possibile conseguenza che può avere ciascuna
situazione.
Maestra, ho
dimenticato il
quaderno e il libro a
casa.
PERCIÒ
la maestra .............................................................................................................................
Filippo, se hai bisogno
della gomma te la
presto io!
PERCIÒ
Filippo ...................................................................................................................................
2 Completa le frasi scrivendo i possibili effetti.
Domani dovrò uscire molto presto, perciò
.......................................................
.....................................................................................................................................................
Marco è caduto dallo scivolo, perciò
...................................................................
.....................................................................................................................................................
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Italiano 2
verifica
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UTILIZZO L’OROLOGIO
1 Leggi che ore sono e disegna in ogni orologio la lancetta che manca.
Sono le 3.00
Sono le 8.00
Sono le 9.15
Sono le 4.30
2 Disegna le lancette per segnare gli orari indicati.
A scuola:
l’inizio delle lezioni,
la fine della ricreazione.
A casa:
quando ti svegli,
quando guardi i cartoni animati.
quando ceni,
quando vai a letto.
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OLMO BLA BLA 2
PROGETTAZIONE ANNUALE
DI GEOGRAFIA
Anche il percorso di geografia, in continuità con il lavoro iniziato nella classe prima, presenta proposte operative che vogliono favorire e potenziare la conoscenza della realtà da parte del bambino attraverso una metodologia basata sulle coordinate spazio-temporali, cioè attraverso quegli strumenti che l’alunno sta costruendo gradualmente e con i quali può operare ed esplorare la realtà in cui vive direttamente e in maniera
significativa.
CONTENUTI (LIBRO BLU)
Mi oriento nello spazio
Percorsi
Tipi di spazi
OBIETTIVI DIDATTICI E ATTIVITÀ
PAGINE
• Individuare una definizione personale di 125
«spazio»
• Conoscere le coordinate geografiche e i pun- 126
ti di riferimento
• Compiere percorsi in base a punti di riferi- 127
mento
128
• Distinguere elementi fissi e mobili
• Riconoscere spazi pubblici e privati e la loro 130
funzione
• Cogliere la differenza tra spazi chiusi e aperti 131
Educazione stradale: conoscere le regole della 129
strada e i segnali stradali
Disegno lo spazio
• Riflettere sui punti di osservazione
132-133
La pianta
• Comprendere il concetto di «pianta»
• Comprendere il concetto di «scala» (ridurre)
• Saper disegnare una pianta (la pianta dell’aula)
• Sapere che cos’è una legenda e conoscere i
simboli correlati
• Sapere utilizzare una pianta (lo stradario)
134
135
136-137
138-140
141
Leggo il paesaggio
• Individuare elementi naturali e artificiali di un
142
paesaggio e le principali relazioni (bisogni)
Le trasformazioni del paesaggio
• Riconoscere la funzione degli elementi artifi- 143
ciali
• Individuare gli interventi della natura sul pae144
saggio
Educazione ambientale: attivare comportamen145
ti positivi nei confronti dell’ambiente
Anche i racconti di Olmo Bla Bla e alcune schede di Io imparo aiutano a scoprire i primi concetti dell’ambito
geografico e offrono tante proposte operative.
OLMO RACCONTA
Al parco p. 61
LIBRO VERDE
schede 66-69
CONTENUTI
Leggere e disegnare lo spazio
Come è stato fatto nella sezione di italiano, riportiamo qui di seguito i testi per la lettura dell’insegnante di
Olmo racconta dedicati alla geografia.
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Olmo racconta p. 61
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so
s
e
prova d’ingr
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geografia 2
SEGUIRE UN PERCORSO
1 Edo è stato invitato a casa di Gaia per la sua festa di compleanno. Leggi
le istruzioni che Gaia gli ha dato perché non sbagli strada, poi segna il
percorso che Edo deve fare.
Percorri via Mazzini fino alla piazza, poi attraversa
la strada sulle strisce pedonali. Prosegui dritto
fino al parco. Poi attraversa a sinistra sulle strisce:
io abito sopra il bar.
A
B
C
D
E
F
1
2
3
4
2 Scrivi le coordinate dei luoghi indicati e rispondi.
Casa di Edo:
....................................................
Casa di Gaia:
...................................................
Piazza:
.................................................................
Qual è il punto di riferimento che permette a Edo di riconoscere la
casa di Gaia? ...................................................
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Geografia 2
verifica
LEGGERE UNA PIANTA
1 Osserva il disegno e collega con una freccia ogni cartellino allo spazio
giusto.
bagni
laboratorio d’informatica
107
cucina
mensa
1
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geografia 2
verifica
2
LEGGERE UN PAESAGGIO
1 Disegna nello spazio un paesaggio di montagna che contenga elementi
naturali ed elementi artificiali, in particolare un ponte, una strada, un rifugio
e un albergo. Poi colora.
2 Colora in verde gli elementi naturali e in rosso quelli artificiali, poi
disegnali sul quaderno inseriti in un paesaggio di mare.
faro
isola
albergo
scogli
parcheggio
3 Scrivi il nome di almeno tre elementi artificiali che possono essere
presenti sia in un paesaggio di montagna sia in un paesaggio di mare.
....................................................................................................................................................
4 Sottolinea nell’elenco in giallo gli elementi che inseriresti in un
paesaggio di città e in verde quelli che inseriresti in un paesaggio di
campagna.
allevamento di maiali • parcheggio sotterraneo • piscina
• campo di patate • frutteto • parco-giochi • ruscello
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OLM O BLA BLA 2
APPUNTI
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IL PESCIOLINO
TANTETINTE
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1°/24mo - EDIZIONI CAPITELLO - Convivenza civile Guida 2A
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Da un laboratorio
di educazione interculturale a…
Ciò che vi apprestate a leggere affonda le proprie radici in un'esperienza
acquisita nel tempo, a diretto contatto con i bambini.
Alcuni anni or sono Rosanna e io, riflettendo sulle attività svolte nelle classi fino
a quel momento, in ambiti diversi, iniziammo a confrontarci, a “raccontarci”, a
mettere in comune la nostra idea di intercultura; erano infatti attività per lo più
legate alla mondialità e all’incontro con l’altro.
Così, a poco a poco, l’ipotesi di un percorso che rispecchiasse i nostri obiettivi e
i nostri desideri cominciò a prendere forma.
Volevamo utilizzare un linguaggio semplice e chiaro, al fine di rendere comprensibile la tematica in questione anche ai più piccoli. Il nostro intento era
quello di suscitare nei bambini la curiosità verso altri paesi e altre genti, stimolare la loro fantasia e la loro creatività in un clima di collaborazione, creare
un’atmosfera divertente e un ambiente favorevole all’ascolto, per inviare messaggi importanti che permettessero di riflettere e discutere insieme. Il desiderio
di “entrare nel mondo altro” guardandolo con gli occhi dei bambini ci permise di
individuare nel racconto e nel gioco gli strumenti privilegiati per approcciarsi
alle altre culture.
La scelta dell’ambiente in cui sviluppare il percorso fu immediata: il Mar
Mediterraneo era il luogo che rispondeva alle nostre esigenze, per via della sua
collocazione “tra le terre”, luogo di incontro e scontro tra popoli e culture, ponte
naturale fra mondi diversi.
Il pesciolino Tantetinte, bello, sognatore e curiosone, avrebbe intrapreso un
viaggio nel Mar Mediterraneo, affrontato il distacco dalla famiglia, conosciuto la
paura, incontrato personaggi, esplorato luoghi lontani, e, per rendere la narrazione più vivace e coinvolgente, il tutto sarebbe stato arricchito dall’animazione
dei personaggi e dello scenario in cui si svolgeva l’avventura oltre che da attività
di gioco, di drammatizzazione, di riflessione.
Così, nacque la proposta del laboratorio di educazione interculturale dal
1
titolo “Le avventure di Tantetinte nel Mar Mediterraneo ”, rivolto alle
scuole e alle biblioteche.
1
Il laboratorio di educazione interculturale dal titolo “Le avventure di Tantetinte nel Mar
Mediterraneo”, elaborato e condotto da Sandra Dema e Rosanna Di Lorenzo, è stato proposto per quattro anni in molte scuole della provincia di Torino e alla Fiera del Libro del
2000; ha visto la partecipazione di circa 1.500 bambini.
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Il seguito di quella bella e ricca esperienza (grazie anche alle numerose sollecitazioni che in seguito ci sono pervenute da parte di bambini e insegnanti) è stato
il voler mettere per iscritto tutto ciò che avevamo cercato di esprimere attraverso il racconto orale (seppure animato da personaggi-burattini) e le attività ludiche, affinché ciò che fino ad allora era stato vissuto da un numero ridotto di
bambini potesse diventare patrimonio anche di altri.
Abbiamo quindi presentato il testo così com’era alla casa editrice.
Ma… da lì a qui il passo non è stato affatto breve. Infatti, è stato necessario
ampliare il percorso per renderlo più fruibile e farlo diventare proposta educativa a tutto tondo; quindi, trarne non solamente un libro da narrare utilizzando i
vari spunti che avevamo ampiamente descritto, ma un progetto didattico per
l’intero ciclo della scuola primaria.
A questo punto, era necessario svelare ai bambini qualche cosa in più del pesciolino Tantetinte, affinché potessero sentirlo vicino e amico e potessero comprendere le sue scelte future.
Tale richiesta, che dapprima sembrava essere lontana dalle nostre iniziali intenzioni, si rivelò ben presto stimolante.
Indagare nella vita di Tantetinte, interrogarsi su ciò che era stato prima di partire per l’avventura nel Mar Mediterraneo, furono da subito un ottimo esercizio
personale di ri-scoperta del proprio vissuto. Era come se la storia del pesciolino
colorato fosse solamente stata dimenticata in un angolo della mia mente e non
aspettasse altro che di essere richiamata da qualcuno che desiderava conoscerlo
meglio. A poco a poco iniziarono ad affiorare i ricordi e le tessere del puzzle della
sua vita si unirono per raccontarne la storia.
Emersero dapprima le figure di riferimento a lui vicine, i loro gesti affettuosi, le
loro caratteristiche e la collocazione nell’ambiente naturale in cui vivevano; poi
i giochi, gli amici, i compagni di scuola, le marachelle, i sogni, le prime difficoltà
e le trasgressioni, gli incontri fortuiti…
Proprio uno di questi “incontri casuali” venne assunto come base per l’aprirsi di
nuovi orizzonti e per il rivelarsi di alcune particolarità del pesciolino.
A poco a poco, il protagonista cresceva, incominciava a maturare delle scelte e,
inconsapevolmente, a gettare le basi per il suo futuro. Il suo desiderio di scoprire e di conoscere, alimentato dal nonno che al ritorno dai propri viaggi lo faceva partecipe delle proprie emozioni, diventarono il trampolino di lancio verso
l’avventura nel Mar Mediterraneo.
Così, ora, pagina dopo pagina, ogni piccolo mistero di Tantetinte viene svelato e
descritto nei racconti che proponiamo per i primi tre anni della scuola primaria2,
2
Questi primi tre racconti, corredati dalle rispettive guide per l’insegnante, sono stati scritti e curati da Sandra Dema. Gli altri due sono stati scritti e curati da Sandra Dema e
Rosanna Di Lorenzo.
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preparando i lettori a intraprendere questo viaggio insieme al protagonista e a
viverne con lui le emozioni, gli incontri e i sentimenti nel racconto proposto per
la quarta classe, che ripercorre in modo più ampio e completo il percorso del
laboratorio e ne riprende il titolo.
E poi? Che cosa succederà dopo quel viaggio? Il nostro amico sarà cambiato?
Quali saranno i suoi progetti? Che cosa avrà appreso da quell’avventura?
L’ultimo racconto, per la classe quinta, cercherà di fornire alcune risposte a queste e ad altre domande ponendo in evidenza la maturazione del protagonista sia
in rapporto a ciò che vive sia in rapporto a chi e a che cosa lo circonda, al suo
desiderio di essere partecipe di scelte importanti, al sapersi mettere in gioco. Tutti
questi aspetti saranno ancora rafforzati dallo stretto rapporto con il nonno, che
gli svelerà alcuni segreti ed esperienze di vita vissuta.
Ciascun lettore, quindi, potrà trovare le proprie risposte lasciandosi pervadere e
coinvolgere da ciò che via via il pesce colorato scoprirà del resto del mondo pur
rimanendo, per ora, lì nel suo mare.
Appare evidente come tutto ciò che viene ora descritto sia così intimamente collegato con l’argomento che avevamo inteso sviluppare durante il laboratorio.
C’è un filo sottile, quasi invisibile che tiene saldamente unite le prime esperienze di Tantetinte nell’ambito familiare e sociale con tutto ciò che avverrà dopo,
nel momento in cui sia esplicitato il suo desiderio di andare ad esplorare altri
luoghi per ampliare i propri orizzonti e fare nuove amicizie.
Non ci si può proiettare verso l’esterno se prima non si è passati attraverso la
conoscenza di sé e degli altri, se non si è prestato attenzione al raccontarsi, allo
scoprirsi, al valorizzare e all’essere valorizzati, al sentirsi protetti, all’imparare a
convivere civilmente per la promozione dei diritti di tutti e del rispetto verso ciò
che ci circonda.
Non ci resta a questo punto che porgere i nostri più cari ringraziamenti a tutti i
bambini con i quali abbiamo sperimentato il laboratorio e vissuto quell’avventura e alle loro insegnanti; a Piera Gioda del C.I.S.V., che ha creduto in noi e ci
ha dato la possibilità di “provarci”; alla NOVACOOP, che ha inserito il laboratorio nelle proprie proposte educative e ci ha “portate” alla Fiera del Libro di
Torino; alle operatrici delle biblioteche di Beinasco, che ci hanno accolto sempre
con molto entusiasmo e disponibilità.
Vorremmo infine dedicare questa proposta educativa a tutti i bambini, affinché
scoprano nel libro uno strumento utile alla loro crescita e capace di trasmettere
momenti di serenità, di rifugio, di pace; e ai nonni, affinché con la loro esperienza e saggezza continuino a essere figure di riferimento importanti per la trasmissione di saperi.
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L’incontro con l’altro: come
e perché
Il concetto di intercultura, in questi ultimi anni, è stato al centro di numerose
discussioni in vari ambiti; sociali, culturali, educativi.
Le diverse interpretazioni del termine, la conoscenza della letteratura sull’argomento e la diretta esperienza nel progettare e attivare percorsi per cicli didattici
diversi, ci hanno spinto a interrogarci e a confrontarci sul tema. Abbiamo cioè
cercato di approfondire il significato e il valore di questo concetto, maturando
l’esigenza di esplicitare la nostra idea di intercultura e il nostro approccio all’interculturalità; nel farlo, abbiamo considerato il termine come elemento centrale
di un puzzle, connesso ad altri concetti fondamentali sui quali occorre indagare
e riflettere per cercare di comprendere la nuova realtà sociale e culturale che
stiamo vivendo.
Secondo il nostro parere, l’intercultura non è da intendersi come “ricerca dell’esotico”, ma come attenzione globale al mondo che ci circonda e di cui siamo
parte integrante, nel rispetto delle diversità culturali, religiose, sociali, ambientali; è comprensione dell’altro, rapporto con l’altro, dove comprendere non significhi accumulare informazioni o, meramente, parlare degli altri bensì con gli altri;
è ascoltare e rispondere. È l’incontro e l’incrocio tra persone culturalmente
diverse, che si attua attraverso una negoziazione continua di ruoli e di spazi; è il
mettersi in gioco rispettando e valorizzando le regole del gioco altrui nella prospettiva della salvaguardia e della promozione delle identità.
Nell’incontro con l’altro entra in gioco la comunicazione, qualunque essa sia. Il
comunicare è un atto continuo, che caratterizza costantemente la nostra vita, a
volte in modo impercettibile, a volte più esplicitamente. Lo scambio di parole è
la forma comunicativa di cui si conoscono meglio le regole, a cui si dà più valore, mentre si perdono di vista altri elementi, ugualmente fondamentali per tessere relazioni. Uno sguardo, un saluto, un movimento, un gesto, un colore, un
odore, uno spazio, un silenzio, un suono, una danza, un canto, una poesia, un
gioco… sono anch’essi comunicazione.
La conversazione non cominciava mai all’improvviso, né frettolosamente.
Nessuno premeva con una domanda, importante o meno che fosse, e nessuno
veniva incalzato a rispondere. Il vero modo cortese per avviare e condurre una
conversazione richiedeva una pausa per avere il tempo di pensare. Il silenzio
aveva un grande significato per il Lakota, il quale lasciava all’interlocutore
un intervallo di silenzio per dovere di gentilezza e per riguardo alla regola
secondo cui il pensiero viene prima della parola.
(Luther Standing Bear, capo dei Sioux Oglala, da Canti della prateria. Voci di pace,
d’amore e di saggezza del popolo indiano, Edicart)
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Prendersi del tempo per fare spazio nella propria vita, dedicare tempo al silenzio
e all’ascolto sembrano esperienze facili, obiettivi raggiungibili senza grandi sforzi. Eppure non è così semplice. Entrare in dialogo con sé stessi significa prendere contatto con le emozioni che abitano dentro di noi, prima ancora di aprirsi
agli altri.
La strada dell’autoscoperta è serpeggiante. Si parte per una direzione ed ecco,
ad un certo punto, si gira e se ne prende un’altra. Si procede dal bisogno di
conoscere sé stessi a quello di conoscere gli altri. Quanto è importante conoscere sé stessi senza schermi, altrettanto lo è scoprire le parti di sé non ancora
giunte a livello cosciente. Quando ci si è denudati fino ad arrivare all’essenza
si può cominciare ad aggiungere alla propria natura ciò che le manca.
(Deena Metzger, Scrivere per crescere: una guida per i mondi interiori, Astrolabio)
Se la narrazione è vita, è scoperta, è legame, è relazione, tanto più è collegata
con il tempo e lo spazio a essa dedicati. È importante, quindi, creare le condizioni spazio-temporali perché ciò avvenga, recuperare una dimensione di “lentezza” e abbandonare la fretta che condiziona la vita e le relazioni e a cui i bambini sono inevitabilmente sottoposti.
Lentezza è quella velocità che mi permette di camminare in modo da vedere
dove sto mettendo i piedi e quindi che cosa sto rischiando di calpestare, per
poter cambiare eventualmente il mio passo.
(Gianni Caligaris, Atti del convegno “Abitare il limite”, Cem Mondialità)
La consapevolezza che sia sempre più necessario fornire ai bambini e ai ragazzi
la possibilità di crescere in un clima di fiducia, di rispetto, di ascolto, di solidarietà, porta gli educatori (insegnanti, genitori…) a interrogarsi su quali metodi
e/o strategie sia opportuno adottare per avviare processi di valorizzazione, di
convivenza pacifica, di relazione positiva.
Ogni alunno, fin dai primi giorni di scuola, si misura con compagni e insegnanti che non conosce, in un ambiente del tutto nuovo. La classe si forma, si plasma, diventa una comunità che rispecchia, in scala ridotta, la società dove convivono persone molto diverse fra loro per cultura, religione, target sociale.
Nella classe si ripropone la stessa varietà che esiste al di fuori di essa e, per questo, imparare a convivere nel piccolo gruppo aiuta a conoscersi meglio, a crescere, a capirsi, ad arricchire le proprie esperienze, a collaborare, a maturare.
L'incontro fra bambini della stessa classe, fra insegnanti e alunni, fra genitori e
figli favorisce la scoperta dell'alterità-identità e la sua valorizzazione nella pratica
quotidiana; partendo da questo assunto, si può tranquillamente affermare che la
scuola è davvero uno dei luoghi privilegiati per valorizzare le proposte proprie
dell’Educazione alla convivenza civile, intendendo con questo concetto non solo la
pratica del bene comune pubblico ma anche il buon comportamento privato.
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Il progetto didattico
Quello di Il pesciolino Tantetinte è un progetto che si articola seguendo un
andamento lineare e progressivo che cresce come crescono i bambini, i veri protagonisti di questo percorso.
Un aspetto importante, se è vero che la scuola dev’essere sede certa per lo sviluppo dell’Educazione alla convivenza civile, è dato dal fatto che le diverse
tappe, siano esse di lettura o più immediatamente operative, hanno proprio
come obiettivo privilegiato quello di offrire spunti ampi e mirati per avvicinare
i bambini ai temi delle diverse educazioni; soprattutto i nuclei tematici dell’affettività, della cittadinanza, dell’ambiente, sono i cardini dell’intera struttura progettuale, che si pongono alla riflessione e all’introiezione personale attraverso i
personaggi, le vicende, le relazioni della narrazione.
La base narrativa del progetto è costituita da cinque brevi racconti, in cui vengono utilizzati concetti e linguaggi differenti, tenendo conto delle tappe evolutive dei piccoli lettori.
Il protagonista e gli altri personaggi della storia diventano così il tramite per
ascoltarsi, conoscersi e raccontarsi, sono il mezzo attraverso cui si attuano quei
processi naturali ed essenziali per entrare in rapporto con l’altro, intendendo per
altro chi è altro da sé.
Vengono quindi usate le situazioni, i luoghi e le emozioni dei personaggi per
favorire l’autobiografia, ripercorrendo momenti della propria vita in relazione
agli altri e alle esperienze familiari e sociali; per sviluppare la fantasia e la creatività, elementi indispensabili per leggere la quotidianità in modo originale; per
rapportarsi con l’ambiente in cui si è inseriti e abitarlo nel senso di sentirlo proprio e averne cura; per interrogarsi sulle situazioni difficili vicine e lontane e
incominciare a proporre soluzioni.
Alcuni argomenti sono ripresi più volte, sotto diversi punti di vista, nelle numerose schede di approfondimento durante l’intero percorso, affinché possano essere elaborati e interiorizzati, possano sedimentarsi e maturare insieme ai bambini.
Nel primo racconto dal titolo Un pesciolino curioso che si chiama
Tantetinte, l’obiettivo è fare la conoscenza del protagonista e dell’ambiente
familiare in cui cresce e dei suoi i legami affettivi, scoprirne le emozioni, le curiosità e i giochi, le prime spinte verso l’altro.
Nel secondo racconto, Tantetinte e i segreti del nonno Amilcare, il pesciolino colorato rafforza i legami di amicizia, condivide i segreti del nonno, esplicita i suoi sogni e desideri; inizia a scoprire l’ambiente circostante, a interrogarsi e
a proporre delle soluzioni.
Nel successivo Tantetinte si mette alla prova il tema centrale è costituito
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dalla valorizzazione delle proprie capacità, nodo attorno al quale ruotano altri
argomenti altrettanto importanti quali la relazione tra coetanei e tra adultobambino, la capacità di mettersi in gioco, la voglia di sapere, conoscere e curiosare per entrare in rapporto con l’altro.
Nel quarto racconto dal titolo Le avventure di Tantetinte nel Mar Mediterraneo il protagonista, stimolato dai racconti del nonno, interiorizzati e
accresciuti nel tempo, matura il desiderio di allargare le sue conoscenze. In questo modo si evidenzia la crescita individuale che gli permette di distaccarsi serenamente dalla famiglia e intraprendere un viaggio che lo porterà a vivere nuove
e ricche esperienze.
Il quinto e ultimo racconto, dal titolo Tantetinte scopre il mondo, ha inizio
dal ritorno a casa del pesciolino con un ricco bagaglio di conoscenze, per proseguire con il rafforzamento del rapporto tra il protagonosta e il nonno Amilcare,
che lo rende partecipe di alcune esperienze di vita vissuta. Questi racconti aiutano Tantetinte ad accrescere il proprio senso di responsabilità, l’autonomia e la
capacità di prendere decisioni, di progettare il proprio futuro ponendosi delle
domande per ipotizzare soluzioni possibili alle difficoltà che di volta in volta gli
si presenteranno.
Ciascuno dei racconti è parte di un pacchetto didattico (un pacchetto per ogni
anno della scuola primaria) ciascuno dei quali è costituito, oltre che dal raccon3
to, da schede-attività rivolte ai bambini e da una guida per l’insegnante .
Quest’ultima è articolata in “correnti”, schede-paese (solo per le classi terza,
quarta e quinta) e una bibliografia di approfondimento.
Ogni corrente è contraddistinta da un colore che richiama quello del mare e
delle sue varie profondità (si parte dal verde per la prima classe per arrivare al
blu oltremare per la classe quinta).
Le correnti identificano gli argomenti da seguire durante il percorso; all’interno
di esse si trovano le “onde” (costituite dalle schede di approfondimento), i “fondali sabbiosi”, gli “anfratti nascosti”… (costituiti dalle schede operative).
Le schede di approfondimento permettono di sviluppare gli argomenti proposti
dalle correnti. Si riferiscono ai momenti immediatamente successivi alla lettura
del racconto in cui si ricordano i fatti e i luoghi, si accolgono le emozioni, si smon-
3
La guida per l’insegnante è stata realizzata tenendo conto di ciò che ha mosso le nostre
emozioni, della metodologia e degli strumenti adottati nel condurre il lavoro in classe e
delle indicazioni ministeriali (Piani di studio personalizzati per la scuola primaria), nella
convinzione che l’incontro con l’altro debba essere elaborato e interiorizzato giorno dopo
giorno, in ogni relazione umana, iniziando fin da piccoli ad aprire le porte, le nostre porte,
alla conoscenza, alla collaborazione, alla solidarietà, alla pace, al rispetto…
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tano e si rimontano i personaggi. Sono collegamenti tra fantastico e reale, il passaggio segreto che consente di entrare nelle nostre “case” senza fare rumore…
Le schede operative permettono di entrare più facilmente nell'argomento trattato di volta in volta, trasportati dalle onde. Sono i luoghi delle soste per riflettere, sperimentare insieme, fantasticare e giocare seguendo le indicazioni delle
attività proposte.
Pacchetto
didattico per
ciascun anno
Racconto e
schede-attività
per i bambini
Guida per l’insegnante
Correnti
Onde
(schede di
approfondimento)
Fondali, anfratti…
(schede operative)
Schede-paese
(dalla terza alla
quinta)
Bibliografia
La fiaba, la ricetta,
appunti linguistici,
giochi…
Le schede-paese (dalla terza alla quinta classe) forniscono note diverse sui paesi
citati nei racconti: una fiaba, una ricetta, appunti sulla lingua, giochi…
A questo punto riteniamo che sia importante, nelle pagine successive, offrire
alcune precisazioni rispetto alla metodologia adottata (tecniche e strumenti).
Utilizzeremo alcune tecniche che stimoleranno il dialogo, il confronto, la cooperazione, ma che, allo stesso tempo, esigeranno il rispetto di regole di comportamento (il brainstorming, il circle-time, la narrazione di sé).
Uno dei punti cardine di queste tecniche è acquisire un metodo utile per il lavoro di gruppo; i bambini, facendo esperienza di ascolto attivo in gruppo, entrano
in una dimensione di consapevolezza e di apprendimento che facilita la scoperta
dello spazio interiore, il decentramento e la ricostruzione personale e collettiva.
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Tecniche
Il brainstorming (“tempesta dei cervelli”) è una tecnica che può essere impiegata in vari contesti e situazioni. Permette di analizzare insieme un problema o
un fatto, lasciando libertà di esprimere le proprie percezioni, le proprie idee e,
soprattutto, facendone nascere altre nuove.
La traduzione italiana letterale richiama subito alla mente una dimensione di
velocità, di creatività, di libertà e forse è proprio in questa dinamicità che si
nascondono la forza del brainstorming e la sua efficacia, tanto da poterlo considerare come un gioco. Un gioco che, se ben condotto, permette ai componenti
del gruppo di liberarsi, di disinibirsi, di lasciarsi andare; un’esperienza durante la
quale le idee si moltiplicano, si accavallano, crescono.
Il gioco funziona se viene preparato in modo adeguato. Per la sua riuscita, sono
da tenere in considerazione tre fattori importanti: il tempo, lo spazio, il ruolo del
conduttore.
Poiché è un gioco basato sulla velocità, se dura troppo diventa noioso e la creatività viene meno. È quindi compito del conduttore saper comprendere quando
è il momento di passare a un'altra domanda.
Non è un gioco di movimento fisico ma di movimento di idee; pertanto, creare
uno spazio adeguato, diverso da quello organizzato per una lezione frontale, è
indispensabile per la sua buona riuscita.
Il setting consigliato prevede la disposizione delle sedie in semicerchio, rivolte
verso la lavagna o il cartellone, in modo da permettere ai partecipanti di vedere
bene tutto ciò che viene annotato e anche di osservare le espressioni e gli atteggiamenti dei compagni. Questo è un modo per “racchiudere” l'energia che scaturisce dal gioco all'interno del gruppo e di governarla facendola rimbalzare dall’uno all'altro come una palla.
Il conduttore ha un ruolo fondamentale nella conduzione del gioco: a lui spetta
il compito di raccogliere le idee, di analizzarle e di selezionarle coinvolgendo i
partecipanti sul tema proposto, sollecitare le risposte, controllare i tempi.
Le regole che servono a impiegare proficuamente questa tecnica sono semplici,
ma è necessario che vengano applicate con rigore:
1) non sono ammessi commenti e critiche mentre le idee vengono espresse, poiché questo provocherebbe l'inibizione dei ragionamenti e lo scoraggiamento
dei più timidi. Sono da evitare le espressioni (anche mimiche) di disappunto
e le manifestazioni di insofferenza ("Questo è già stato detto"…), perché chi
partecipa si senta libero di esprimere il proprio pensiero;
2) lasciare emergere tutte le idee a ruota libera e senza censura;
3) tenere presente che, per trovare una soluzione alla questione di cui si discute, quante più idee vengono espresse, meglio è;
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4) valorizzare le combinazioni di idee e il loro arricchimento;
5) concentrarsi, quindi cercare di evitare qualsiasi tipo di imprevisto;
6) nel caso in cui non scaturiscano più idee, trovare il modo di stimolarle senza
arrendersi.
Innanzitutto, si definisce insieme il problema, la situazione che si desidera
smontare, modificare, rinnovare, superare e risolvere.
Si descrivono dettagliatamente le cause che determinano il problema; poi, si
prova a identificare un paio di domande che possano stimolare le proposte.
Le idee, a questo punto, dovrebbero scaturire a ruota libera, dando sfogo alla
creatività e alla originalità.
Si annota tutto ciò che viene proposto su un cartellone o sulla lavagna e si passa
alla fase successiva, quella della selezione delle idee.
Ha inizio così il confronto e la scelta degli elementi e dei concetti più condivisi,
che possono portare alla soluzione del problema.
Il circle-time (“tempo del cerchio”) è una modalità didattica che permette a tutti
i membri del gruppo di mettere in comune idee, proposte, problemi, di raccontare esperienze, di farsi ascoltare.
Anche per l’applicazione di questa tecnica è fondamentale prestare molta attenzione allo spazio e al tempo.
Il cerchio è inteso come confine che racchiude e avvolge, come protezione da ciò
che è fuori; favorisce la comunicazione, permette di interloquire guardandosi, di
sviluppare specifiche strategie di conoscenza reciproca, di riflettere insieme.
È importante però lasciare a ciascuno il tempo di esprimersi senza fretta, affinché la mente si liberi naturalmente.
Il conduttore non ha un ruolo rigido e definito, non dirige la discussione, ma la
agevola; all'avvio dell'esperienza, dà lo spunto per la riflessione, offre il proprio
sostegno, interviene con proposte che possano portare la discussione su strade
nuove qualora il gruppo rischi di disperdersi, tenendo però presente che i veri
protagonisti di questa crescita di autonomia e responsabilità sono i componenti
del gruppo.
Naturalmente, affinché il metodo sia efficace, è importante che se ne chiariscano le regole e che queste siano accettate e condivise:
1) ciascuno, prima di parlare, deve aspettare che il compagno abbia terminato;
2) non si fanno commenti e critiche mentre qualcuno sta esprimendo le proprie
idee (né verbalmente né gestualmente);
3) bisogna rispettare i tempi di elaborazione di ciascuno.
È una tecnica che può essere utilizzata in momenti particolari, quando il gruppo sente il bisogno di riunirsi per parlare, per discutere, per mettere in comune
i propri pensieri oppure come appuntamento fisso settimanale.
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Raccontare esperienze personali in un clima di ascolto e rispetto è un modo per
far entrare gli altri nella propria "casa", senza far rumore.
La narrazione di sé muove le emozioni di chi racconta e di chi ascolta, accomuna sentimenti e stati d'animo e permette di rivivere suggestioni utili al confronto e alla scoperta dell'altro.
Il sé, raccontato esplicitamente o attraverso metafore e/o eventi, necessita di
tempo e di spazio adeguati, perché è vita, è legame, è relazione.
Utilizzare la fiaba, come mezzo per arrivare al racconto autobiografico, permette
anche a chi è più riservato di parlare di sé e di esprimere il proprio punto di vista.
Strumenti
Parallelamente alla proposta di una modalità didattica adeguata, il percorso si
snoda attraverso la sollecitazione di numerosi canali comunicativi per mezzo
delle conte, del gioco, della musica, della danza, della drammatizzazione…
In questo modo si favoriscono il confronto, la cooperazione, la manipolazione,
il linguaggio, l'espressività in un clima piacevole e stimolante.
Trattandosi di un percorso interculturale, si comprende come tutto ciò sia tanto più
interessante e arricchente quanto più si intreccia alla scoperta dell'altro mediante
l'utilizzo delle schede-paese e non solo fornite nel pacchetto didattico relativamente ai percorsi proposti per la terza, la quarta e la quinta classe.
Le conte sono quelle filastrocche divertenti e musicali che vengono usate dai
bambini per stabilire, in una forma accettata da tutti, chi debba "stare sotto" in
un gioco di gruppo e/o di movimento. Sono affascinanti, perché ammettono
tutto, anche l'uso del non-sense; assomigliano a formule magiche, sono vive come
vivi sono i bambini.
Le conte sono una delle rare tradizioni orali ancora presenti nella nostra società
ed è proprio grazie ai bambini e alla loro capacità di utilizzarle, di stravolgerle,
di condividerle, che non invecchiano mai.
Sono anche un mezzo per parlare la lingua dell'altro pur non conoscendone il
significato; per giocare (con i suoni emessi dalla nostra voce) a formare parole che
non appartengono a nessuna lingua e, pertanto, più facilmente condivisibili.
Il gioco è un bisogno fondamentale nella vita del bambino e, come tale, necessita di essere considerato come aspetto inscindibile dalla sua crescita affettiva ed
emotiva e dalla sua maturità.
Il gioco rappresenta una modalità con la quale il bambino si rapporta a sé stesso, agli altri e alle cose. Può essere paragonato a un laboratorio per crescere,
dove il bambino, divertendosi, esplora il mondo circostante, apprende, modifica
le informazioni, acquisisce regole e stili di comportamento sociale, sperimenta
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abitudini e situazioni diverse dalla propria realtà. Il gioco è, quindi, occasione di
socializzazione e apprendimento, terreno fertile per promuovere lo sviluppo globale di ciascun individuo; è un’esperienza che coinvolge tutti, che crea vincoli e
legami d’amicizia, che fa entrare nel mondo e scoprire le differenze, fa dialogare i bambini di realtà culturali diverse.
Il primo ritmo che ciascun individuo percepisce è il battito del cuore materno,
che lo accompagna per i primi nove mesi di vita; è come una dolce musica, che
mette in comunicazione madre e figlio e crea un legame tra loro; la musica crea
punti di contatto tra persone appartenenti a culture diverse, è un linguaggio universale attraverso il quale si esprimono emozioni, sentimenti, stati d’animo.
La danza è una forma espressiva che, attraverso i movimenti del corpo, permette di lasciarsi andare, di entrare in contatto con gli altri utilizzando un linguaggio universale che accomuna popoli e culture diverse.
Ogni popolo, fin dai tempi più antichi, ha utilizzato la danza per esprimere sentimenti ed emozioni, per marcare i momenti cruciali dell’esistenza (la nascita, la
creazione di una nuova famiglia, la morte…), per celebrare riti propiziatori.
Diverse sono le forme di danza che appartengono alla cultura di ciascun popolo, strettamente legate a musiche e ritmi che le caratterizzano.
La fiaba rappresenta uno strumento per scoprire il patrimonio culturale delle
popolazioni altre nella loro specificità e complessità. Riteniamo sia la chiave di
lettura ideale per farci sentire più vicine culture diverse, individuando i punti di
contatto significativi e valorizzando le differenze; permette, inoltre, di condividere eventi meravigliosi in una coesistenza di magico, fantastico e reale.
Nella fiaba, infatti, il pensiero, la fantasia, la realtà si intrecciano e si amalgamano dando la possibilità a ognuno di riflettere sulla quotidianità e di allargare i
propri orizzonti; la fiaba è uno strumento senza frontiere, un ponte che permette, e a volte facilita, la comunicazione tra persone culturalmente diverse,
qualsiasi sia la provenienza o il colore della pelle.
Il teatro può essere considerato un grande gioco, che coinvolge ogni persona fin
dalla nascita.
Spesso, quando si parla di teatro, si pensa immediatamente agli attori che recitano sul palcoscenico; invece, senza rendersene conto, ciascuno di noi usa il proprio corpo per esprimere sentimenti, emozioni, per attirare l’attenzione, per
comunicare, per raccontarsi, per fare finta che…
I bambini soprattutto, in modo spontaneo, assumono ruoli diversi, utilizzando la
drammatizzazione e il gioco simulato in modo spontaneo. Travestirsi, camuffarsi,
imitare, non sono altro che modi diversi per fare teatro; indossare una maschera
permette a chi la utilizza di giocare a essere qualcun altro o qualcos’altro.
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GUIDA PER LA CLASSE SECONDA
PERCORSO: CORRENTE VERDE-AZZURRA; ONDA DELLA CURIOSITÀ; ANFRATTO
NASCOSTO
Per la classe seconda, rispetto alla prima, con la corrente verde-azzurra viene proposto un percorso più approfondito di conoscenza di sé e dei personaggi del racconto,
attraverso tematiche e argomenti molto vicini ai bambini.
L’onda della curiosità comprende diversi momenti, ciascuno individuabile per un proprio messaggio. Ogni momento non è necessariamente legato a una singola parte del
racconto (può capitare che, per cogliere al meglio un approfondimento/argomento proposto, sia necessario leggere più parti). Ogni scheda di approfondimento, oltre a una
breve introduzione all’argomento, riporta le seguenti indicazioni:
• messaggio;
• obiettivi;
• metodologia suggerita;
Nell’anfratto nascosto ogni messaggio lanciato dall'onda della curiosità trova il proprio
spazio ricco di riflessioni, attività, giochi.
Le attività suggerite sono numerose e prevedono, a volte, tempi di svolgimento abbastanza lunghi. Pertanto, è importante stabilire a priori con quale cadenza utilizzare le
schede/proposta (settimanale, bisettimanale…), tenendo conto del tempo richiesto per
lo svolgimento dell'attività.
È auspicabile che si considerino le schede operative come parte integrante del proprio
programma didattico e, quindi, il loro utilizzo sia almeno settimanale, in modo che l'intero percorso accompagni tutto l'anno scolastico.
Ogni scheda operativa riporta le seguenti indicazioni:
• riferimento della scheda/proposta (A, B, C…);
• lettera che individua il tipo di attività proposta (G = gioco, M = manualità, D = drammatizzazione, R = riflessione);
• titolo dell'attività;
• indicazione del tipo di attività (individuale e/o collettiva);
• tempo necessario per la sua realizzazione;
• obiettivo;
• materiale occorrente;
• istruzioni per l'esecuzione.
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Riepilogo degli approfondimenti e
delle attività per la classe seconda
imento
Primo approfond
È bello perdersi nei ricordi!
SCHEDA/
PROPOSTA
TITOLO ATTIVITÀ
TEMPO NECESSARIO
(in ore)
A
B
C
Come assomigli al nonno!
La fisarmonica della crescita
Il nostro baule dei ricordi
1
1 e 1/2
1 e 1/2
ento
on dim
f
o
Seco
r
ndo app
Il regalo più grande che mi puoi fare è…
SCHEDA/
PROPOSTA
TITOLO ATTIVITÀ
TEMPO NECESSARIO
(in ore)
A
B
C
Questo dono è per…
Arriva un bastimento carico di…
I nostri doni dalle vacanze
1
1 e 1/2
1
ento
ndim
Terz
o
f
o
o appr
Così buoni da leccarsi le pinnette
SCHEDA/
PROPOSTA
TITOLO ATTIVITÀ
TEMPO NECESSARIO
(in ore)
A
B
C
Tantetinte ha assaggiato i lokum, e tu?
Gusta tu che gusto io
Artisti incompresi
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1
1
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mento
ondi
Qua
f
o
r
rto app
Stanotte ho fatto un sogno che…
SCHEDA/
PROPOSTA
TITOLO ATTIVITÀ
TEMPO NECESSARIO
(in ore)
A
B
C
Oh… come mi piacerebbe!
La ruota dei sogni
Ti piacerebbe…
1
1/2
1 e 1/2
mento
ondi
Quin
f
o
r
to a pp
Sono grande, ma ho anch’io bisogno di te
SCHEDA/
PROPOSTA
TITOLO ATTIVITÀ
TEMPO NECESSARIO
(in ore)
A
B
C
Ho bisogno di te
Chiedo una mano a…
Immergiamoci nelle situazioni
1
1 e 1/2
1 e 1/2
to
dimen
n
Sest
o
f
o appro
Sento che devo fare qualcosa
SCHEDA/
PROPOSTA
TITOLO ATTIVITÀ
TEMPO NECESSARIO
(in ore)
A
B
C
Che cosa c'è in fondo al dirupo scosceso?
Intervenire
Chi chiede aiuto?
1/2
1
1
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BIBLIOGRAFIA utilizzata e consigliata
Libri
• Raffaele Mantegazza (a cura di), Per una pedagogia narrativa. Riflessioni, tracce, progetti, EMI
• Cristina Maestrello, Cristina Carpani, Condividere il mondo. Per educare i bambini alla mondialità,
EMI
• Giuliana Martirani, Miriam ZZZ. Un sogno di pace, giustizia e salvaguardia del creato. A dream of
peace, justice and green world, EMI
• AA. VV., Una scuola a colori. Temi di educazione interculturale, L’Harmattan Italia
• Daniele Novara, Lino Ronda, Scegliere la pace 3 voll.: Guida metodologica, Educazione al disarmo,
Educazione ai rapporti), Edizioni Gruppo Abele
• Eliane Whitehouse, Warwick Pudney, Ho un vulcano nella pancia. Come aiutare i bambini ad
affrontare la rabbia, Edizioni Gruppo Abele
• Silvia Bonino, Bambini e nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele
• Rosemarie Portmann, Anche i cattivi giocano. Giochi per gestire l’aggressività, La meridiana
• Piera Gioda, Carla Merana, Maria Varano, Fiabe e intercultura, EMI
• Graziella Favaro, Amici venuti da lontano. Testo di didattica interculturale per le classi del secondo
ciclo, Nicola Milano editore
• Paola Catta, Giancarlo Perempruner, Ieri giochi e domani. Manuale di giochi e giocattoli di terra,
aria, acqua, fuoco & affini, dalla tradizione popolare all’oggi, Elle Di Ci
• Angela Ragusa, Nicoletta Pagano, Tanti modi di mangiare, La biblioteca
• Marco Aime, Fiabe nei barattoli. Nuovi stili di vita raccontati ai bambini, EMI
• Paola Maniotti, Il mondo in gioco. Percorsi ludici e repertorio di giochi per l’educazione interculturale,
Edizioni Gruppo Abele
• Michel Ghazal, Mangia la minestra e taci! Un altro approccio ai conflitti genitori-figli, Edizioni
Gruppo Abele
• Sigrid Loos, Novantanove giochi cooperativi, Edizioni Gruppo Abele
• Emanuela Bompiani, Io gioco tu giochi noi giochiamo, Bompiani
• Nicoletta Spallitta, Streghe briganti diavoli e santi. Racconti e leggende della Sicilia, Gribaudo
Periodici
• “Cem mondialità”, mensile di educazione interculturale (rivista del Centro educazione alla
mondialità dei Missionari Saveriani di Parma, con sede a Brescia) edito da: Centro Saveriano
Animazione Missionaria, via Piamarta 9, Brescia.
• “Volontari per lo sviluppo”, mensile edito da un consorzio di 14 organizzazioni non governative italiane diffuso in abbonamento postale e in libreria in tutte le regioni italiane.
Redazione c/o C.I.S.V., corso Chieri 121/6, 10132 Torino.
Siti internet
(al momento della stesura del testo erano accessibili)
Sulla Sicilia: http://www.irsap-agrigentum.it/cuntastorie
http://web.tiscali.it/catania_tradizioni/giochi.htm
http://sicilia.s5.com/proverbi.htm
Sull’Albania: http://www.albanian.com (in lingua albanese e inglese)
http://albania.e-text.it/notizie/notizie.htm
http://www.arbitalia.it/
http://www.socrates-me-too.org (interculturalità e plurilinguismo)
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CORRENT E VE
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RA
R
U
Z
Z
A
RDE-
… Si potrebbe dire che ognuno di noi costruisce e vive un "racconto" e che questo è noi stessi, la nostra identità (…) poiché ciascuno di noi è un racconto peculiare, costruito di continuo, inconsciamente da noi, in noi e attraverso di noi, attraverso le nostre
percezioni, attraverso i nostri sentimenti, i nostri pensieri, le
nostre azioni, e non ultimo, il nostro discorso, i nostri racconti
orali…
(Oliver Sacks, L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Adelphi)
onda
ità
s
o
i
r
u
c
della
La ricerca delle nostre radici e della nostra storia sono strettamente collegate ai ricordi nostri e di chi ci sta intorno. Essi ci riportano al passato, a ciò che siamo stati, e sono importanti per costruire il nostro futuro.
Messaggio
Obiettivi
“È bello perdersi nei ricordi!”
Conoscere la propria storia personale. Comprendere che ciò che
siamo è correlato con ciò che abbiamo vissuto. Conoscere le storie degli altri per scoprirli e comprenderli meglio.
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ri
ond a della cu
osità
Metodologia Nelle parti 1 e 2 del racconto per la seconda (“Il baule dei ricordi” e “Un giorno di festa”), Tantetinte è spinto dal desiderio di
scoprire che cosa contenga il baule dei ricordi di cui ha sentito parlare da papà
Antonio.
Le trottole diventano elemento comune a entrambi i personaggi; per il papà
sono lo stimolo per ricordare il passato e per Tantetinte sono lo spunto per entrare nel passato del genitore e collegarlo con la sua ancora breve esperienza.
Così, dopo aver cercato, guardato e scoperto ciò che il baule contiene, si ricostruisce pezzo su pezzo la storia della famiglia, facendo conoscenza con i parenti più lontani attraverso il racconto di chi li ha conosciuti, l’osservazione curiosa
e delle semplici fotografie.
Più in particolare, con i dati che emergono dalla lettura della prima parte ("Il
baule dei ricordi"), si sottopongono i bambini a un test di memoria.
La scheda/proposta A riporta due vignette che rappresentano altrettante famiglie,
ma una sola di queste corrisponde alla famiglia Vivacetti. Dopo aver verificato,
da parte dei bambini, la corretta individuazione della famiglia del pesciolino,
possono essere ricordati insieme i nomi e le caratteristiche di ciascun componente (mestiere, particolarità…); queste ultime possono essere, eventualmente,
aggiunte sull'albero genealogico preparato durante le attività per il primo anno.
Successivamente, attraverso una discussione mirata, si può passare a ricostruire
la storia personale di ciascun bambino; questo servirà allo svolgimento dell’attività successiva. Sarà anche utile procurarsi uno specchio da tenere in classe;
questo oggetto potrà servire per far notare i cambiamenti che avvengono in ciascuno di loro con il passare del tempo.
Consegnare la scheda/proposta B, su cui sono riportate una serie di affermazioni
da completare che ripercorrono le tappe salienti della vita dei bambini e che corrispondono ad altrettanti spazi. All'interno di ciascuno di essi, ogni bambino
deve completare l'informazione richiesta ed eseguire il disegno corrispondente.
Far ritagliare le parti lungo le linee tratteggiate e unirle tra loro per formare un
libriccino a fisarmonica.
La terza attività (scheda/proposta C) suggerisce di costruire insieme il baule dei
ricordi di classe. Questo può diventare un modo per far comprendere meglio e
fissare l'attenzione sulla loro crescita durante gli anni che trascorreranno insieme in un ambito diverso da quello familiare. L’utilizzo iniziale del baule può
informarsi alla seguente traccia:
– quali sono gli oggetti che fanno già parte della loro storia insieme, iniziata l'an-
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onda della cur io
sità
no passato? (Sicuramente una foto di classe, qualche cartolina, qualche oggetto
o giochino che ha caratterizzato il loro percorso…)
– L’anno passato erano stati assegnati a qualcuno degli incarichi? Ora sono cambiati o sono uguali?
– I bambini si ricordano “chi doveva fare cosa” l'anno passato?
La personalizzazione del baule è consigliabile che venga decisa insieme ai bambini, approfittandone per utilizzare vario materiale di recupero come bottoni,
perline, carta crespa, carta velina eccetera che si abbia a disposizione.
Al termine di tutte queste attività si avranno a disposizione numerosi dati personali e di gruppo che serviranno per continuare ad approfondire la reciproca
conoscenza.
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anfratto nascosto
roposta
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Sch
A
Attività collettiva
Attività individuale
Tempo: 1h
Tempo: 1 h
Obiettivo
stimolare il ricordo.
R COME ASSOMIGLI AL NONNO!
MATERIALE OCCORRENTE
• una fotocopia della
scheda per ciascun
bambino
• (eventualmente, l’albero genealogico già predisposto lo scorso anno)
Consegnare la scheda e far scegliere i bambini. Se è possibile, le informazioni sulle caratteristiche dei
personaggi possono essere aggiunti
all’albero genealogico della famiglia Vivacetti (vedi scheda di
approfondimento precedente).
Nome e cognome ……………………………………………………… Classe ………
– Solo una delle due vignette ritrae esattamente la famiglia di Tantetinte.
Quale? Segnala con una crocetta.
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anfratto nasc osto
roposta
eda /p
Sch
B
Attività individuale
Tempo: 1 h e 1/2
Obiettivo
ricostruire la storia personale di ciascun bambino
attraverso le informazioni
emerse.
R.M LA FISARMONICA DELLA
MATERIALE OCCORRENTE
• la fotocopia della
scheda per ciascun
bambino
• pennarelli e/o colori
• forbici dalla punta
arrotondata
• colla
CRESCITA
Consegnare la scheda fotocopiata. All'interno di ciascun spazio,
ogni bambino deve completare
l’informazione richiesta (se possibile) e fare il disegno corrispondente. Poi, gli spazi si possono ritagliare lungo le linee tratteggiate e unire tra loro,
per confezionare un libriccino personale a fisarmonica.
Quando sono nato/a era
(giorno/notte) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Appena nato/a ho subito
iniziato a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Mi piaceva tanto succhiare il
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dalla mamma
o dal biberon.
Di notte ero
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...........................
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anfratto nascosto
Ho iniziato a camminare
quando avevo . . . . . . . . . anni.
La mia prima parola è stata:
«. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ».
Mi piaceva giocare con
...............................................
A tre anni ho iniziato la scuola
ed ero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Questi erano alcuni miei amichetti e amichette: . . . . . . . . . . . . . . .
Avevo un triciclo di colore
..............................................
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Il mio gioco preferito era
...............................................
Il primo giorno di scuola primaria ero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Mi piace mangiare
In vacanza mi piace andare
..................
...............................................
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Attività collettiva
Tempo: 1 h e 1/2
Obiettivo
recuperare insieme i ricordi (materiali e non) dell'anno precedente.
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...............................................
IL NOSTRO BAULE DEI RICORDI
Realizzato il baule dallo scatolone,
vi si potranno custodire tutti i ricor• uno scatolone
di che si riterranno significativi
• materiale di recudella vita in comune della classe,
pero
siano essi oggetti o appunti, regalini, pensieri scritti riguardi all’organizzazione di compiti
e/o attività…
MATERIALE OCCORRENTE
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Rabbi Isacco Eisik diceva: "La soluzione della vita è: dà e prendi.
Ognuno deve dare e ricevere. Chi non fa l'una cosa e l'altra è un
albero sterile".
(Martin Buber, I racconti del Chassidim, Garzanti)
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Il dono si fa e si riceve.
Il dono parla, è un pezzo di noi che passa a un'altra persona.
Il dono è un oggetto, un gesto, uno sguardo, un aiuto… è legato ai nostri sentimenti, al desiderio di incontrare l'altro… è una traccia che lasciamo a chi la
vuole raccogliere.
Messaggio
“Il regalo più grande che mi puoi fare è…”
Obiettivi
Riconoscere l'importanza del saper donare. Apprezzare ogni piccolo dono che riceviamo. Riflettere sui vari gesti altruistici che
sono legati all'atto del donare.
Metodologia Quante volte avremo sentito o detto la frase: "Il regalo più grande
che mi puoi fare è…"? È un modo per comunicare un desiderio,
per sentire l'altro più vicino a sé, ma è anche una richiesta di cambiamento dell'altro verso di noi secondo i nostri parametri, secondo il nostro punto di vista.
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2°/32mo - EDIZIONI CAPITELLO - Convivenza civile Guida 2A
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Cercheremo di approfondire e comprendere i vari aspetti ed elementi che si riferiscono all'atto del "donare" dopo la lettura della quarta parte, dal titolo "È
tempo di scuola"; in questo contesto si fa riferimento soprattutto al dono come
oggetto regalato, ma scelto tenendo conto delle caratteristiche di chi lo riceve.
La riflessione continua stimolando i bambini a pensare al significato più profondo del dono e ai vari tipi di gesti altruistici che conoscono.
È un'emozione grande per tutti i pesciolini, quando la maestra rivela che dentro
il sacchetto c'è un regalino per ciascuno! Nessuno se l'aspettava, ma la sorpresa
è ancora più gradita quando l'insegnante comunica addirittura che sono tutti
doni diversi. Infatti, li ha acquistati pensando proprio a ciascuno di loro e alle
loro caratteristiche; ne indica il luogo di provenienza e ne motiva la scelta.
Tantetinte rimane sconcertato quando, all'interno del suo pacchettino, trova un
oggetto uguale a quello che egli aveva precedentemente donato al suo amico Tiri
(vedi racconto per la classe prima, parte 16, “Si parte”): una trottolina colorata.
È come se qualcuno avesse scoperto un suo piccolo segreto…
La prima attività (scheda/proposta A) è un gioco di immaginazione in cui i bambini devono formulare delle ipotesi rispetto ai regali che sono stati donati ai
pesciolini da parte della maestra.
Non hanno molte informazioni, ma possono ricostruire gli spostamenti della signorina Cannolicchio utilizzando le indicazioni che sono riportate sulla scheda.
Questa attività risulta stimolante sia per le ipotesi che vengono formulate da ciascuno sia perché introduce la riflessione sul significato del fare un dono e/o ricevere un dono utilizzando le seguenti domande-guida:
– è difficile fare un dono a qualcuno che non si conosce molto bene?
– Che cosa significa “donare”?
– È più importante contare quanti regali si sono ricevuti (ad esempio al compleanno) oppure da chi sono stati fatti?
– Preferisci ricevere un grande dono che sai già ti sarà regalato da una persona
a cui non sei molto legato oppure un piccolo pensiero a sorpresa da chi ti è vicino, da chi ti è amico?
– Quali emozioni provi quando ricevi un dono e quando lo fai?
– Il dono è sempre soltanto l'espressione di un passaggio di oggetti da una persona a un'altra?
– Ci sono altre forme di dono?
– Aiutare qualcuno non è forse una forma di dono, un modo altruistico per dedicare a qualcuno del tempo, delle parole, dei gesti…?
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osità
In un momento successivo (scheda/proposta B), per stimolare la creatività dei
bambini e la conferma dei legami di amicizia, si propone di pensare a un compagno/una compagna a cui si vuole fare un dono e di prepararlo con cura anche
nei particolari (la carta per il pacco, il nastrino, la scatolina...), utilizzando materiali di recupero.
La terza attività, scheda/proposta C, prevede che ogni bambino immagini di essere ancora in vacanza e scriva una cartolina a un compagno/una compagna indirizzandogli/le un messaggio con il quale si impegna a donare qualcosa, a prestare qualcosa o a fare qualcosa per lui/lei. Per terminare il gioco, le cartoline vengono imbucate e recapitate ai destinatari.
È importante sottolineare l'importanza di ciò che si scrive sulle cartoline: è un
impegno verso qualcuno, che deve essere mantenuto e di cui rimane la traccia.
Questa attività è cioè utile per riflettere sull'importanza della responsabilità di
ciascuno rispetto a ciò che dice e/o fa. Inoltre, pone l'attenzione su quanto sia
bello e piacevole scoprire gli altri sia attraverso il dono che si fa loro (quindi l’impegno per pensarlo) sia attraverso il dono che da loro si riceve (come ci vedono
gli altri).
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Attività a gruppi
Tempo: 1 h
Obiettivo
cooperare per ricordare e
immaginare.
MATERIALE OCCORRENTE
• sufficienti fotocopie della scheda
(p. 29)
• fogli e matite
• pennarelli e/o
colori
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G.R QUESTO DONO È PER...
Dividere i bambini in gruppi di 4-5 elementi. Consegnare
a ciascun gruppo la fotocopia molto ingrandita della scheda con la cartina. Ogni gruppo, per riuscire a ricostruire il
viaggio compiuto dalla signorina Cannolicchio, deve risolvere gli anagrammi e inserire il nome delle città sulla cartina, seguendo i numeri; gli anagrammi si riferiscono a
queste città: 1 Pozzallo, 2 Gela, 3 Licata, 4 Agrigento, 5
Sciacca, 6 Marsala, 7 Trapani, 8 Palermo, 9 Cefalù, 10
Messina, 11 Catania, 12 Siracusa.
Inoltre, il gruppo deve risolvere gli indovinelli (a pagina
30) deducendo il nome del pesciolino destinatario e del
relativo regalo. Ad esempio, indovinello: "L’anno passato
giocava spesso con una simile"; risposta: il pesciolino è
Tantetinte, il regalo è la trottola colorata.
Una volta risolti tutti gli indovinelli, si possono far disegnare a parte gli oggetti regalati e i pesciolini a cui sono
stati donati, poi incollarli vicino al nome della città in cui
la maestra Cannolicchio li ha acquistati, dando le indicazioni ai bambini secondo questi abbinamenti:
– fischietto e zufolo a Catania;
– trottola colorata e normale a Trapani;
– scacciapensieri a Messina;
– pupo siciliano e carrettino a Palermo;
– spilla e collana a Marsala;
– foglio di papiro a Siracusa;
– pupaccena e torrone a Licata;
– borsetta a Sciacca;
– borraccia a Cefalù;
– coltellino ad Agrigento.
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Nome e cognome ……………………………………………………… Classe ………
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4
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2
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12
.................
1
...................
Volete scoprire qual è stato il percorso del viaggio compiuto dalla signorina Cannolicchio durante le vacanze? Anagrammate queste parole per
scoprire le località; poi, seguendo i numeri, scrivetele sulla cartina al
posto dei puntini.
1 LAZZOPLO, 2 ELGA, 3 CATILA, 4 GERIGANTO, 5 CASCACI, 6 LARASMA,
7 INPRATA, 8 MERPOLA, 9 FACELÙ, 10 SANEMIS, 11 ATANICA 12 USCIRASA
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INDOVINELLI
– Può portarlo dal papà quando è arrugginito
– Nel racconto, riceve il primo regalo
– Potrà usarlo per scrivere e prendere appunti,
come è sempre pronto a fare
– È un golosone di … il vostro amico … (fa rima)
– Il suo nome ha la stessa iniziale del regalo che
ha ricevuto ed è una pesciolina
– L’anno passato giocava spesso con una simile
– Anche il suo nome sembra formato da due parole come il regalo adatto a lui
– È per la pesciolina con il nome che fa rima con
il regalo stesso
– L’ho comprato a …ù per …ù, che ha sempre sete
specie quando andiamo in gita
– La regalo a chi la farà girellare, anzi, girare
benissimo
– È come quelli che costruisce il nonno di
Tantetinte e fa rima con il nome del pesciolino a
cui lo regalo
– Da grande vuole fare l’artigiano come il papà,
per costruirsi il …, che fa rima con il suo nome
– Penso che stia molto bene intorno al suo collo
lungo e magro
– Lo do a C…o per suonare un saltarello
– È molto generosa con i suoi compagni e ne offre
a tutti; ora ne avrà da gustare una tutta per sé
RISPOSTE (il pesciolino, il regalo)
(Ferretto, il coltellino)
(Pianuzza, il fischietto)
(Carcino, il foglio di papiro)
(Sparaglione, torrone)
(Seppietta, la spilla)
(Tantetinte, trottola colorata)
(Succiascoglio, lo scacciapensieri)
(Fiammetta, la borsetta)
(Fanfarù, la borraccia)
(Girella, la trottola normale)
(Sciarrano, il pupo siciliano)
(Guarracino, il carrettino)
(Alice, la collanina)
(Cicirello, lo zufolo)
(Marvizzella, la pupaccena)
La pupaccena è una statuina di zucchero vivacemente colorata, che può
essere considerata come un gioco ed è
alta da 20 a 60 centimetri.
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Attività individuale
Tempo: 1 h e 1/2
Obiettivo
approfondire la conoscenza dell’altro attraverso il
dono.
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Attività individuale
Tempo: 1 h
Obiettivo
imparare a donare anche
a chi non sentiamo vicino.
MATERIALE OCCORRENTE
• fotocopie delle
“cartoline” (una per
ciascun bambino)
• colori
• cassetta della posta (da preparare prima con una scatola)
• cartellone o nastro
di stoffa
• mollette da bucato
• colla
ARRIVA UN BASTIMENTO
MATERIALE OCCORRENTE
CARICO DI...
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• fogli
• pennarelli o matite
• materiale vario di
recupero (nastrini,
carte colorate, colla,
mollette da bucato di
legno, pezzi di cartoncini, ritagli di legno,
rocchetti di filo...)
Ciascun bambino deve innanzitutto decidere a chi vuole fare un
regalino e che cosa vuole regalargli. Poi, utilizzando il materiale
messo a disposizione (magari allestendo un vero banco del mercato), preparare il dono per l'amico/a a cui è destinato.
G.R.M I NOSTRI DONI DALLE
VACANZE
Scritto il nome di ogni bambino sulle cartoline in bianco
predisposte (semplici rettangoli di carta), l'insegnante,
mimando un aereo che d'estate inonda le spiagge con
volantini pubblicitari, le lancia dall'alto. I bambini ne raccolgono una ciascuno e vi indicano ciò che desiderano regalare al compagno-destinatario toccato in sorte (un dono, un
prestito o un pensiero gentile). Le cartoline, una volta compilate e abbellite con disegni, vengono imbucate nella cassetta della posta. Il “postino” (l’insegnante) svuota la cassetta e inizia a “recapitarle”. Poi, ognuno dice ad alta voce da
chi ha ricevuto la cartolina e che cosa gli è stato donato.
Le cartoline possono essere appese per mezzo di mollette
a un nastro di stoffa o fissate su un cartellone dal titolo “I
nostri doni dalle vacanze”, sul quale siano stati praticati
tanti tagli quanti sono i bambini. Ciò consente di infilare
le cartoline e poterle consultare qualora qualcuno si
dimenticasse dell'impegno preso con il compagno.
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… Una fila interminabile si accalcava in attesa d'esser servita.
"Vieni, assaggiane una cucchiaiata" mi propose il mio ospite
colombiano.
Dapprima rifiutai nella maniera più diplomatica possibile. Ma
davanti all'ironia dei passanti e al timore di "perdere la faccia",
finii per accettare. Presi il cucchiaio meno pieno, chiusi gli occhi, mi
irrigidii e, con un nodo allo stomaco, mi sforzai di immaginare che
stavo gustando un buon gelato. E portai la porzione alla bocca: le
formiche erano croccanti e il loro sapore molto forte mi fece pensare a una salsiccia col pepe…
(Bruno Comby, Una raffinata cucina alternativa per il nostro futuro, Piemme)
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Il cibo non è solo un bisogno fondamentale e un diritto per
tutti gli esseri umani ma rappresenta anche, e sempre di più, una forma di comunicazione non verbale di grande importanza. È uno dei mezzi distintivi che, insieme alla lingua, caratterizzano in modo evidente persone appartenenti a culture
diverse; è uno dei mezzi privilegiati attraverso il quale si può entrare in rapporto
con l'altro scoprendone i gusti, gli usi, i rituali legati alle sue tradizioni.
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Messaggio
“Così buoni da leccarsi le pinnette”
Obiettivo
Conoscere gli altri attraverso i loro gusti e i loro cibi.
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Metodologia “Lokum, kahvè e… cannoli siciliani” è il titolo della quinta parte
del racconto, da cui trae spunto questo approfondimento che
riguarda proprio uno degli aspetti fondamentali legati alla natura di tutti gli esseri viventi: il cibo.
Chi di noi, recandosi in un'altra regione o in un altro paese non è curioso di
assaggiare e portare a casa un cibo o una ricetta del luogo appena visitato?
Anche il nonno Amilcare, dal suo viaggio in Turchia, porta con sé una specialità
del luogo (i lokum) e la ricetta per preparare il kahvè secondo l'uso di quel paese.
In questo modo accende subito la curiosità dei nipotini e, intanto, fornisce
importanti informazioni che riguardano quella terra lontana.
Tutto ciò suscita anche una domanda ingenua da parte della nipotina golosa:
"Ma pelché vai semple in gilo? Non ti piace stale qui con noi?". A questa domanda il nonno, naturalmente, risponde evidenziando il suo desiderio di viaggiare
per conoscere.
Poi Colorina, fidandosi forse del giudizio del nonno o per pura golosità, assaggia
i lokum. Questi dolcetti incontrano subito il suo gusto, li apprezza e si lecca le
pinnette (segno evidente della sua soddisfazione).
La piccola ha quindi operato una scelta legata al suo gusto personale e non certo
al luogo di provenienza del cibo.
La prima attività (scheda/proposta A) propone di far rilevare ai bambini quanti
cibi, originari di altri paesi, siano ormai diventati di consumo comune e figurino
nel nostro linguaggio quotidiano. Senza rendercene conto infatti, consumiamo
quotidianamente alimenti che, per i loro stessi nomi, ci richiamano immediatamente altri luoghi, più o meno lontani.
Se si preferisce rendere collettivo il gioco proposto dall’attività, la scheda può
essere fotocopiata (ingrandendola) e incollata su cartoncino. I vari pezzi possono poi essere ritagliati per unirli a comporre la “sagoma” del cibo stesso.
Successivamente all’attività è bene sollecitare i bambini a intervistare i nonni e/o
i genitori, per conoscere (se non lo sapessero ancora) la loro regione o il loro
paese d'origine e farsi raccontare qualcosa di un cibo o farsi scrivere una ricetta
tradizionale. In questo modo i bambini avranno la possibilità di scoprire e mantenere un legame con il passato e con le tradizioni di famiglia, conoscere nuove
ricette, confrontare ricette simili o addirittura uguali, pur se appartenenti a luo-
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ghi diversi. Tutte queste informazioni e ricette potranno essere raccolte in un
libriccino da regalare a ciascun bambino o potranno essere fissate su un cartellone in classe. L'attività risulterà ancora più interessante se in classe sono presenti bimbi di altre culture.
Un altro spunto di riflessione legato a quanto illustrato prima deriva dalla seconda attività (scheda/proposta B), centrata sulla scoperta dei gusti personali e dei
compagni, consentendo in tal modo confronti e la nascita di stimoli ad assaggiare cibi nuovi.
L'ultima attività (scheda/proposta C) è un modo per divertirsi a dipingere, decorare o costruire qualcosa utilizzando cereali, pasta, pezzi di carota, foglie di insalata, qualche fetta di pane a cassetta…
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Attività individuale
Tempo: 1 h
Obiettivo
scoprire insieme quali cibi
di altri paesi conoscono i
bambini e che sono ormai
entrati a far parte della
nostra cultura e del linguaggio comune.
G.R TANTETINTE HA ASSAGGIATO
I LOKUM, E TU?
MATERIALE OCCORRENTE
• fotocopie della
scheda, una per
ciascun bambino
• pennarelli
Fotocopiare la scheda sotto. Ogni
bambino deve cercare di comporre
le parole “unendone” i pezzi con
un tratto di pennarello e scriverle
sulle righe.
Nome e cognome ……………………………………………………… Classe ………
...................................................................................................................
...................................................................................................................
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Attività a coppie
Tempo: 1 h
Obiettivo
conoscere e rispettare i
gusti degli altri.
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GUSTA TU CHE GUSTO IO
Consegnare a ogni bambino la prima
scheda (o una analoga) e poi divi• fotocopie della
derli a coppie. Si devono intervistare
scheda
a vicenda e compilare la scheda.
Terminata questa fase, l'insegnante intervista a sua volta i
bambini rispetto ai loro gusti e riporta i dati sugli ultimi
due schemi (di cui forniamo solo un campione) per avere
un quadro più generale della situazione.
MATERIALE OCCORRENTE
Nome e cognome ……………………………………………………… Classe ………
Quali sono i cibi, in generale, che ti piacciono di più?
..............................
.................................................................................................................
Quali sono quelli di cui non potresti fare a meno?
...................................
.................................................................................................................
Indica tra i cibi che ti piacciono i tre che preferisci:
.................................
.................................................................................................................
Indica tre cibi che non ti piacciono affatto:
..............................................
.................................................................................................................
I CIBI CH E P IA CCION O D I P IÙ
ELENCO DEI CIBI
QUANTE VOLTE SONO STATI SCELTI
TOTALE
I CIBI CH E P IA CCION O D I MEN O
ELENCO DEI CIBI
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QUANTE VOLTE SONO STATI SCELTI
TOTALE
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Attività individuale
o collettiva
Tempo: 1 h
Obiettivo
improvvisarsi artisti utilizzando i cibi.
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ARTISTI INCOMPRESI
MATERIALE OCCORRENTE
• chicchi, legumi,
cereali, foglie di
insalata, fette di
pane a cassetta,
pasta di vari formati, pezzi di carota,
cavolfiori, chicchi di
caffè, patate, broccoli, cavoletti o altre
verdure e frutta
Proponiamo di utilizzare alimenti
consumati normalmente per artisti, per ora… forse un po' incompresi.
Con le verdure si possono fare
degli stampini per abbellire una
carta da lettere; con il pane, dopo
averlo tagliato dandogli la forma
desiderata, si possono fare dei timbri; con la pasta si possono realizzare dei mini-burattini; con i legumi e i cereali si possono riempire
gli spazi di un disegno inventato
incollandoli…
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Come bolle di sapone
si muovono nell'aria senza nome
leggeri e trasparenti
silenziosi e lievi
salgono in cielo liberi di andare
nessuna nuvola li può fermare
danzano e vagano
alla ricerca dei pensieri
che li faccian trasformare
... non più sogni né desideri.
(Sandra Dema)
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desiderare... fantasticare… sono i nostri modi per
oproiettarci
n d a nel futuro,Sognare...
per rivolgerci al domani, inconsciamente, senza remore o
inibizioni. Nei sogni tutto è permesso, la fantasia trova terreno fertile e l'immaginazione si mescola, a volte, con la realtà.
Spesso, parlando di sogni, si pensa a qualcosa di irrealizzabile, a un'utopia. Non
a caso, infatti, il sogno ci porta con la mente al sonno, a quel momento magico
in cui i nostri pensieri si sentono liberi di andare…
Ma il sogno è proprio solamente fantasia oppure risponde a un'esigenza, diventa bisogno e quindi realtà?
E il desiderio, che cos'è?
Messaggio
Obiettivi
“Stanotte ho fatto un sogno che…”
Scoprire che i sogni possono diventare realtà. Diventare consapevoli dei nostri sogni e desideri. Condividere un sogno e cercare di realizzarlo.
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Metodologia Una caratteristica del protagonista Tantetinte, che si percepisce
sin dal racconto per la classe prima, è quella di essere un grande
sognatore: ama, infatti, farsi cullare e lasciarsi andare a immaginare. Incontrare
i protagonisti delle storie del nonno (grande viaggiatore), per ora, resta soltanto
un sogno, nel quale Tantetinte si crogiola e dal quale si lascia avvolgere.
Questa capacità di ascoltare e di fantasticare sono i primi segni di uno sviluppo
posteriore, che gettano le basi per la sua crescita, per la sua maturazione e per
la costruzione di un progetto di vita.
Già nel racconto per la prima classe, il pesce colorato manifesta apertamente un
grande desiderio, realizzatosi grazie all'aiuto del pesce angelo Tiri (fare le capriole come lui); ora, via via che si procede nella lettura della sesta, settima e ottava
parte del racconto (“Una notte agitata”, “Condividere un desiderio” e “La stanza segreta”) se ne rivela, con forza, un altro: quello di entrare nella stanza segreta del nonno.
Pertanto, la prima attività (scheda/proposta A) prevede di rivivere le emozioni del
pesciolino drammatizzando le parti del racconto letti (sesto, settimo e ottavo),
non mancando di ricordare come egli sia, appunto, ricco di sogni e aspirazioni.
Il pesciolino ha fatto un sogno, in cui ha immaginato di essere nella stanza segreta del nonno e questo sogno ha stimolato un desiderio.
Far riflettere utilizzando le seguenti domande-guida:
– come fa Tantetinte a realizzare il suo desiderio?
– Dopo averlo realizzato, come si sente?
– Ci sono state delle conseguenze dalla realizzazione di questo desiderio?
– Perché Tantetinte, se desiderava tanto entrare nella stanza segreta, non ha
chiesto il permesso al nonno, ma si è fatto aiutare dall'amico Ferretto?
Un elemento importante da far notare è il fatto che Tantetinte ha bisogno di
qualcun altro per arrivare a realizzare i suoi desideri: di Tiri, per imparare a fare
le capriole (nel racconto per la prima classe); dell'amico Ferretto, per accedere
alla stanza segreta. Eventualmente, anche queste informazioni si potrebbero
annotare sulla carta d'identità del pesciolino colorato (se disponibile dal racconto dell’anno precedente).
In un momento successivo (scheda/proposta B) si creano le condizioni per liberare i sogni e i desideri che sono dentro ciascuno, con l'aiuto della fantasia; al
termine di questa “esplorazione”, ci si può riunire in cerchio per lasciare a tutti
la possibilità di raccontare ciò che hanno provato, sentito, sognato, durante questo momento.
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Per riflettere insieme, si può adottare questa domanda-stimolo: “Per realizzare il
mio desiderio avrei bisogno di…” (… essere molto…; … avere molto…; … di altre
persone; … di tempo; … di spazio; … di una bacchetta magica; … di altro …)
A volte i nostri desideri, nel realizzarsi, possono “scontrarsi” con quelli di qualcun altro o impedirne la soddisfazione. Per esempio: “Io desidero tanto giocare
in camera e mia sorella non vuole perché dice che deve ascoltare la musica”. Che
cosa faccio allora?
– Cerco di parlarne;
– reagisco subito (picchio, urlo, mi offendo);
– voglio averla vinta a tutti i costi;
– chiedo aiuto a qualcuno;
– lascio perdere;
– altro (…).
La terza attività (scheda/proposta C) prevede la collaborazione di tutti per immaginare il desiderio di un altro compagno. Presuppone quindi una buona conoscenza degli altri e la disponibilità ad accettare che la fantasia altrui costruisca il
proprio sogno.
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A
Attività collettiva
Tempo: 1 h
Obiettivo
ripercorrere un grande
desiderio di Tantetinte.
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Sch
B
A
Attività individuale
Tempo: 1/2 h
Obiettivo
sognare, desiderare, volare
con la fantasia, rilassarsi.
roposta
eda /p
Sch
C
A
Attività di gruppo
Tempo: 1 h e 1/2
Obiettivo
mettere a frutto la conoscenza dell’altro usando la
propria fantasia.
MATERIALE OCCORRENTE
• uno spazio idoneo
• un registratore e
una cassetta con
musica rilassante
D
OH... COME MI PIACEREBBE!
Dopo aver ricordato con i bambini
• uno spazio idoneo quanto Tantetinte sia ricco di desideri, dividerli a gruppi e assegnare
per la rappresentazione
a ciascun gruppo il compito di
drammatizzare le parti del racconto citate nella scheda di approfondimento.
MATERIALE OCCORRENTE
G
LA RUOTA DEI SOGNI
Far sistemare i bambini a raggera,
distesi sul pavimento. Suggerire loro
• uno spazio idodi chiudere gli occhi, di rilassarsi
neo
ascoltando la musica e di far volare
• un registratore e
una cassetta con
la fantasia nel mondo dei sogni.
musica rilassante
Quando l'insegnante lo riterrà
opportuno interromperà l’ascolto e li stimolerà a raccontare che cosa hanno “sognato”.
MATERIALE OCCORRENTE
G
TI PIACEREBBE...
Disporsi in cerchio; al centro dello spazio così delimitato si
mette una sedia, sulla quale va a sedersi volontariamente
un bambino, mentre un altro sta in piedi dietro di lui. Il
bambino in piedi inizia a fantasticare riferendosi al bambino seduto. Per esempio dicendo: “A te, Giovanni, piacerebbe essere uno gnomo e vivere nella foresta spaziale…”.
Il bambino seduto può correggere e/o aggiungere elementi, in modo che il “sogno” prenda forma in modo più dettagliato. Anche gli altri bambini possono intervenire con
dei suggerimenti. Quando il bambino in piedi riterrà di
aver espresso tutto quello che pensava l'altro potesse desiderare, chiede il cambio turno.
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RA
R
U
Z
Z
A
RDE-
Non negare un beneficio a chi ne ha
bisogno, se è in tuo potere farlo.
(dalla Bibbia)
onda
ità
s
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i
r
u
c
della
L'adulto ha un ruolo fondamentale nella crescita del bambino,
ha il potere di plasmarne la vita e la personalità ed è anche un modello di comportamento. Il bambino, dal canto suo, osserva, imita, apprende da chi gli sta intorno
modi e regole di convivenza e le interiorizza. Anche se, a prima vista, la relazione
adulto-bambino può apparire di totale dipendenza del piccolo dal grande, in realtà
non è così; il bambino è in grado di dare molto all'adulto che gli sta accanto e restituire gratitudine. Basta pensare all'emozione che suscita in noi il sorriso di un
bimbo, la sua prima parola pronunciata, una carezza, un bacio… Piccoli gesti che
aiutano l'adulto, a volte, a superare le normali difficoltà quotidiane…
Messaggio
“Sono grande, ma ho anch'io bisogno di te”
Obiettivi
Riflettere sul significato delle richieste d'aiuto che facciamo ai
bambini. Comprendere e valorizzare il gesto o la parola che ci
viene donata per aiutarci. Soffermarsi sull'importanza del modo con il quale viene
richiesto l'aiuto.
Metodologia L'argomento di questo approfondimento, dopo una prima lettura della decima parte ("Un segreto del nonno"), può non essere
colto immediatamente; la frase del nonno "Però ho bisogno di un aiutante e
penso che tu…", se viene letta ponendo attenzione al suo significato più profon-
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do, può essere lo stimolo a riflettere insieme sul messaggio che racchiude.
A questo punto del racconto è già evidente il forte legame che c'è tra nonno e
nipote, ma in questa parte la loro relazione mostra anche un altro aspetto
importante, che si manifesta con la richiesta di aiuto da parte dell'adulto verso
il piccolo, per poter realizzare il proprio desiderio. Non è una richiesta fine a sé
stessa; è piuttosto la valorizzazione del nipote, è un modo per farlo sentire parte
di un progetto, è la condivisione di un pensiero insieme a lui, è un modo per collegare e tenere unite le due generazioni.
Anche noi, nella nostra vita quotidiana, dobbiamo imparare a fermarci e a riflettere su quante e quali richieste di aiuto facciamo ai nostri alunni e/o figli, anche
senza rendercene conto.
Poniamoci alcune domande:
– come adulti, abbiamo bisogno del bambino? Perché?
– Siamo capaci di accettare di avere questo bisogno?
– Siamo in grado di chiedere aiuto a un bambino?
– Come esprimiamo questa necessità?
– Siamo capaci di valorizzare e cogliere ogni piccolo gesto o parola detta da un
bambino per aiutarci?
Se, come adulti, il primo passo è riconoscere di aver bisogno del bambino, il
secondo sarà quello di scendere dal nostro piedistallo e di guardare il mondo con
occhi diversi, quelli dei bambini appunto. Essere consapevoli di quanto i bambini possano insegnarci, essere ancora capaci di stupirci, di fantasticare, di essere
veri, spontanei e ingenui, di ascoltare ciò che hanno da dirci, è un modo per
stare accanto ai propri figli crescendo insieme a loro.
I piccoli aiuti materiali che richiediamo, in classe o in casa (apparecchiare, sparecchiare, distribuire il sapone, bagnare le piantine…), sono dei messaggi chiari
che noi lanciamo e che vogliamo siano raccolti. A questi dobbiamo aggiungere
tutte quelle forme gratuite di aiuto (sguardo, abbraccio, interessamento…) che
ci arrivano quotidianamente dai bambini e che ci procurano giovamento anche
se a volte non riusciamo a percepirli e a valorizzarli come tali.
Cerchiamo allora di utilizzarli per:
– valorizzare le capacità e le disponibilità dei bambini;
– cogliere e far cogliere l'importanza del gesto che viene compiuto;
– sottolineare lo spirito di collaborazione che si instaura tra il richiedente aiuto
e chi lo presta.
I bambini, dal canto loro, devono sentire di essere importanti per l'insegnante,
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per i genitori, per i nonni ecc. Anche se piccoli possono essere di grande aiuto
nel fare cose che gli adulti, a volte, non sono più in grado di compiere (per portare un solo, familiare esempio, infilare il filo nell’ago alla nonna, che non vede
più molto bene). Perché ciò avvenga è sicuramente importante il tipo di relazione che si instaura tra i soggetti e il modo in cui viene chiesto l'aiuto.
Se una sera, per esempio, torniamo a casa dal lavoro con un forte mal di testa e
non abbiamo voglia di sentire nessun rumore, per manifestare il nostro disagio
possiamo scegliere tra due strade:
– la più istintiva è quella di esigere silenzio subito, con una richiesta secca: "Sta'
zitto e smettila, ché ho mal di testa…";
– l'altra, più difficile e che richiede più tempo, è quella di spiegare il motivo per
cui abbiamo mal di testa (il molto lavoro…) e domandare al bambino come
pensa di poterci aiutare, sottolineando in tal modo l'importanza di ciò che ci
verrà proposto.
Alle soluzioni suggerite noi possiamo aggiungere un “beneficio” che pensiamo
di poterne ricavare, rafforzando in tal modo la valorizzazione del suo gesto.
Facciamo un esempio della situazione sopra descritta (“Ritorno dal lavoro con il
mal di testa”):
Proposte del bambino
Beneficio dell'adulto
"Posso stare zitto e andare in camera mia…"
"… e puoi scegliere un gioco che poi
faremo insieme…"
Posso sedermi qui sul divano, vicino
a te…"
"… e puoi farmi qualche massaggio
sulla testa con le tue manine…"
"Andiamo insieme sul lettone, al
buio…"
"… e sottovoce mi racconti una bella
storia…"
Forse, il mal di testa non passerà, ma sicuramente il bambino percepirà di aver
contribuito a fare stare meglio il genitore…
Passiamo ora alle proposte operative.
La prima attività (scheda/proposta A) vuole stimolare i bambini a ricordare il
momento raccontato nella decima parte ("Un segreto del nonno"), disegnandolo nello spazio apposito, e a cercare di ricordare se ci siano stati altri frangenti
(anche nel racconto per la prima classe, se possibile) in cui qualche pesce adul-
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to abbia chiesto un aiuto o un piccolo favore a Tantetinte o ad altri giovani personaggi della storia, o, in ogni caso, se ne sia avvantaggiato.
Successivamente, occorre far riflettere i bambini su quanto hanno percepito,
ponendo loro alcune domande-guida:
– perché questa volta il nonno chiede aiuto a Tantetinte per andare in giro con
il carrettino?
– Se il nipote non accettasse, il nonno partirebbe ugualmente?
– Il nonno è appena tornato da un viaggio lunghissimo compiuto da solo in un
paese lontano: come mai ora ha bisogno della compagnia di Tantetinte? Si sente
forse troppo anziano per affrontare un nuovo viaggio?
Quando si chiede aiuto a qualcuno, spesso si usa dire: "Mi dai una mano a…?".
Prendendo spunto da questa frase, la seconda attività (scheda/proposta B) ha
come obiettivo di rendere più… tangibile l'argomento, proponendo di costruire
delle mani che rappresentino le richieste di aiuto nate e raccolte nell’ambito
della classe, ma non solo; la proposta, infatti, è estendibile anche all’ambito
familiare, per “raccogliere” le richieste d’aiuto che pervengano ai bambini da
parte degli adulti che stanno loro intorno. L’attività può essere utile per far
emergere con quante modalità si possano esprimere richieste di “vicinanza” e di
condivisione.
L'ultima attività (scheda/proposta C) presenta un elenco di situazioni abbastanza
comuni, in cui i bambini sono coinvolti e in merito alle quali sono chiamati a trovare delle soluzioni. Si può svolgere individualmente o a gruppi. Terminata la
prima fase ci si può riunire in cerchio per riflettere insieme e per confrontarsi sulle
soluzioni individuate. Sarà interessante far emergere le differenti proposte analizzandole e valorizzandole per comprendere, anche in questo caso, quanti siano i
punti di vista possibili rispetto a una stessa situazione.
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R.M HO BISOGNO DI TE
Attività individuale
MATERIALE OCCORRENTE
Tempo: 1 h
• la fotocopia della
scheda per ogni
bambino
• pennarelli e/o
colori
Obiettivo
ricordare e comprendere il
messaggio lanciato dal
nonno a Tantetinte.
Consegnare la scheda fotocopiata a
ciascun bambino e, successivamente all’esecuzione dei disegni e alla
risposta richiesta, proporre le
domande-guida della scheda di
approfondimento alle pagine 44-45.
Nome e cognome ……………………………………………………… Classe ………
Il nonno Amilcare vuole andare in giro con il suo carrettino ma dice che ha
bisogno di un aiutante. Chi è questo aiutante? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Prova a disegnare la scena in cui il nonno chiede aiuto.
Ti ricordi qualche altro momento del racconto in cui un pesce adulto (zia
Rosalia, mamma, papà, maestra…) viene aiutato da Tantetinte o da un
altro pesciolino? Se sì, quale? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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A
B
Attività individuale
Tempo: 1 h e 1/2
Obiettivo
recuperare il senso dell'aiuto disinteressato.
MATERIALE OCCORRENTE
• colori, cartoncini,
colla
• foglio di cartoncino grande (70 x 100
cm)
• forbici dalla punta
arrotondata
M
CHIEDO UNA MANO A...
Ogni bambino ha a disposizione un cartoncino su cui traccia la sagoma della propria mano; poi, la colora, la ritaglia
e scrive il proprio nome su un braccialetto da mettere al
polso della sagoma.
Quindi, sul cartoncino grande, si praticano tanti tagli
quanti sono i bambini più le insegnanti, disposti come si
desidera (ad esempio a forma di cerchio o semicerchio) e
se ne scrive il titolo: “Chiedo una mano a…”.
Le mani ritagliate in precedenza vengono incollate su delle
strisce di cartoncino, per consentire di infilarle dentro i
tagli, rivolte all’esterno: a questo punto sono… a disposizione di chi ha bisogno di aiuto.
Sul cartellone risulterà un perimetro formato da tante
sagome di mani rivolte verso l'esterno, in attesa di essere
usate. Se, ad esempio, l'insegnante vuole chiedere aiuto a
un bambino, prende la propria mano e quella del bambino
e le reinserisce nei tagli posizionandole verso l'interno
dicendo: "Chiedo una mano a…. per…"; il bambino interpellato sarà libero di accettare o meno la richiesta. Nel caso
in cui si renda disponibile, si potranno collegare le due
mani tracciando delle frecce (una di andata, dalla mano
della maestra verso quella del bambino, e un'altra al contrario, di ritorno) differenziandole per
colore. In tal modo si creerà una sorta
di “ragnatela” che rappresenterà l'intreccio di aiuti che si è verificato in un
certo periodo, magari prestabilito.
N.B.: anche e soprattutto le insegnanti è bene che partecipino preparando le sagome delle loro mani.
La proposta operativa di questa attività può essere suggerita ai bambini
come attività da svolgere analogamente a casa, per una costruzione
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delle mani… in famiglia.
Sempre in riferimento
all’ambito familiare, si può
predisporre in classe un cartellone (vedi lo schema a
fondo pagina dal titolo
“Cartellone degli aiuti”) sul
quale annotare settimanalmente le richieste d’aiuto
che i bambini abbiano ricevuto a casa da adulti e alle
quali abbiano risposto.
CARTELLONE DEGLI AIUTI
Predisporre il cartellone degli aiuti prendendo spunto dal
seguente schema (può essere settimanale o mensile) e
preparare tante fotocopie di una piccola sagoma di mano
da incollare nella casella che contiene la richiesta di aiuto
descritta.
NOMI
BAMBINI
LUNEDÌ
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
GIOVEDÌ
Anna
La mamma
ha aiutato… ad apparecchiare
Claudia
ha aiutato…
Mattia
ha
aiutato…
Paolo
Il nonno a
ha aiutato… riparare la
porta
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Il papà a
bagnare le
piante
La sorella a
ritrovare
Bobbo
VENERDÌ
SABATO
DOMENICA
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C
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Attività individuale
o collettiva
Tempo: 1 h e 1/2
Obiettivo
riflettere su alcune situazioni abbastanza comuni
di richieste d'aiuto e trovarvi delle soluzioni.
MATERIALE OCCORRENTE
• fotocopie della
scheda (qui e alla
pagina seguente)
IMMERGIAMOCI
NELLE SITUAZIONI
Decidere innanzitutto se l'attività viene svolta individualmente o a gruppi e se si preferisce consegnare la scheda
con tutte le situazioni ipotizzate oppure proporre una sola
situazione tra quelle suggerite. Naturalmente, se si opta
per il lavoro collettivo, le soluzioni relative a ogni situazione saranno l'espressione del gruppo.
La consegna è di leggere attentamente le situazioni elencate, immaginare di doverle affrontare e proporvi delle
soluzioni.
Quando tutti avranno terminato, riunirsi in cerchio e
ripercorrere le varie situazioni ascoltando attentamente
ciò che emerge (da ciascun bambino o da ciascun gruppo).
Nome e cognome ……………………………………………………… Classe ………
DESCRIZIONE SITUAZIONE
A)
Il papà torna a
casa con un forte
mal di testa…
B)
Sei appena uscita/o da scuola e
vuoi correre a
casa a guardare i
cartoni, ma…
Tu stai ascoltando
la musica che ti
piace
a
tutto
volume.
… una persona
anziana, all'incrocio, ti domanda
se puoi aiutarla
ad attraversare la
strada.
RIFLESSIONE
SOLUZIONE
Entrambi
avete
delle esigenze diverse. Il papà desidera che gli passi
il mal di testa e tu
poter continuare
ad ascoltare la
musica.
Che cosa suggerisci di fare?
Tu ti guardi intorno e sbuffi, perché sai che manca poco all'inizio
della trasmissione. Questa persona deve però proprio ritornare a
casa per prendere
una medicina.
Che fai?
........................
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C)
Il nonno ti telefona per chiederti
se puoi andare a
imbucare una lettera urgente, perché non si sente
molto bene…
D)
La maestra, durante l'intervallo,
ti chiede di andare
dalla operatrice a
domandarle una
camomilla, perché
ha un po’ di mal di
stomaco…
E)
Tua sorella ti ha
permesso di usare
la sua macchina
fotografica, a patto che tu possa
restituirgliela appena te la chiede…
F)
Hai trovato un
gattino molto piccolo che, evidentemente, ha tanto
bisogno di essere
accolto…
Proprio in quell'istante suona alla
porta il tuo amico
del cuore, che ti
invita ad andare al
parco con lui…
Tu stai giocando
con i tuoi amici a
un gioco che ti
piace tanto…
Sei combattuto/a:
sai che se il nonno
ti ha chiesto questo favore significa
che ne ha proprio
bisogno, ma vuoi
anche andare con
il tuo amico
Quale soluzione
puoi trovare per
soddisfare le due
esigenze?
Vorresti continuare a giocare, ma ti
dispiace non aiutare la maestra…
Che cosa pensi di
fare?
........................
........................
........................
........................
........................
........................
........................
........................
Il tuo migliore amico vede la macchina fotografica e
ti chiede di prestargliela per un
fine settimana in
modo da poterla
usare in gita…
Vorresti accontentare il tuo amico
ma vuoi anche rispettare l’accordo
preso con tua sorella…
Sai di non poterlo
tenere, perché i
tuoi genitori non
te lo permetterebbero.
Vuoi aiutare la
bestiola ma senza
portarla a casa…
Che cosa pensi di
fare?
........................
........................
........................
........................
........................
Come puoi fare
qualcosa?
........................
........................
........................
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Lungo un sentiero ripido e pietroso incontrai un giorno una bambina che recava sulla schiena il suo fratellino.
– Cara bambina – le dissi – come fai a portare un carico così
pesante?
Ella mi guardò e disse: – Non è un carico, signore, è mio fratello!
Restai interdetto. La parola di quella bambina si
è impressa nel mio cuore. E quando il
dolore degli uomini si fa sentire,
quando ogni coraggio mi
abbandona, la parola di quella bambina me lo ricorda:
“Non è un carico quanto stai
portando, è tuo fratello".
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l
e
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Proprio per il fatto che viviamo in una
comunità, siamo costantemente interpellati e coinvolti in situazioni che richiedono il nostro intervento diretto o indiretto.
In base a che cosa decidiamo se prenderci a cuore un problema oppure no?
Che cosa ci spinge ad agire? La nostra scala di valori, il senso del dovere, la
responsabilità, la coerenza tra il pensiero e l'azione?
Sono domande a cui non è facile rispondere, perché entrano in gioco molti fattori spesso concatenati tra loro; è necessario individuare e interpretare le motivazioni e i bisogni reali di chi chiede aiuto o è in difficoltà per poter dare una
risposta adeguata e adottare la strategia più efficace.
Quante volte siamo testimoni di diritti negati e/o non riconosciuti, di abusi, di
sfruttamento… Se abbiamo interiorizzato e operiamo in ogni situazione il
decentramento, cioè ci spostiamo dall'io al tu, riusciremo a “entrare” più facilmente nell’altro e a metterci nei suoi panni assumendo su di noi la sua difficoltà.
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Messaggio
“Sento che devo fare qualcosa”
Obiettivi
Percepire la necessità di aiuto che ci viene lanciata. Riflettere sul
significato della responsabilità. Indagare i motivi che spingono a
intervenire in certe situazioni.
Metodologia L'approfondimento che viene proposto dopo la lettura dell'undicesima parte ("Una scoperta pericolosa") e delle seguenti si riferisce alla responsabilità di ciascuno di fronte a una situazione di pericolo o di
bisogno da parte di qualcuno.
I due pesciolini, Tantetinte e Ferretto, spinti dalla curiosità, fanno una scoperta
e, senza rendersene conto, corrono un serio pericolo.
Capiscono di aver assistito a delle operazioni losche, che li hanno insospettiti, e
decidono di ritornare sul luogo incriminato per scoprire altri indizi (nella lettura arrivare fino a "Intanto, Ferretto e Tantetinte decidono di ritornare al dirupo
scosceso il giorno seguente, per scoprire altre cose”, parte 12, “Che fare?”).
A questo punto, consegnare la scheda/proposta A e invitare i bambini a esaurirla
rispondendo anche alle domande; terminata questa fase, continuare nella lettura del racconto fino al termine della tredicesima puntata (“«Intervenire» è la
parola d'ordine”).
Quindi, riunirsi in cerchio e discutere insieme partendo dalle ipotesi fatte dai
bambini e dalle loro riflessioni, utilizzando le seguenti domande-stimolo:
– che cosa hanno scoperto?
– Era in pericolo la loro vita?
– Che cosa era in pericolo, oltre allo loro vita?
– Perché hanno scelto di andare fino in fondo alla faccenda?
– Che cosa ha spinto i due pesciolini ad agire così?
– Hanno reagito istintivamente o hanno riflettuto?
– Si sono trovati entrambi d'accordo sulla strategia da adottare?
– Che cosa era importante per loro? Perché?
– Hanno chiesto aiuto a qualcuno?
– Se non ci fosse stato il nonno, che cosa avrebbero fatto?
– Sarebbero riusciti nel loro intento?
– Potevano trovare un'altra soluzione?
– Hanno pensato alle conseguenze a cui potevano andare incontro?
Lasciare il tempo necessario per esprimersi e, successivamente, far emergere
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l'importanza di saper valutare la situazione e la reale necessità di prendere una
decisione.
Il processo di analisi della situazione è, a volte, così veloce e inconsapevole che,
in apparenza, può sembrare istintivo; altre volte, invece, si esprime in una maggiore e ponderata riflessione, ma spesso è preceduto da una valutazione dei costi
e delle conseguenze che le decisioni hanno, in primo luogo, su sé stessi e, in
secondo luogo, sull'altro e/o sul contesto.
La seconda attività (scheda/proposta B) prevede la drammatizzazione dell’avventura al dirupo scosceso così com’è e di due altre ipotesi (o più) tra quelle che verranno formulate dai bambini.
In tal modo si confrontano le diverse interpretazioni della realtà e si mettono in
luce gli aspetti più evidenti che emergono dalle tre (o più) situazioni proposte.
Proprio partendo dalla loro sensibilità verso il rispetto per la natura e gli animali (messi in pericolo dai malviventi del racconto) si favorirà lo sviluppo della successiva attività (scheda/proposta C, in due varianti).
Con l'ausilio di questa scheda, infatti, si focalizza l'attenzione sulle domande di
aiuto che ci arrivano da più parti ogni giorno e verso le quali ci sentiamo più
pronti a dare delle risposte.
L’attività è articolata secondo due varianti, in merito alle quali si esprimono le
seguenti riflessioni:
– variante 1) lascia spazio a una scelta più libera, ma può comportare il rischio
che i bambini si facciano distrarre più facilmente dalle pagine pubblicitarie e non
colgano appieno la consegna;
– variante 2) l’ambito di scelta è più ristretto ma questa è supportata della spiegazione del contesto e della situazione a cui si riferisce l'immagine; questa
variante presuppone anche un maggior lavoro per l'insegnante, richiesto dalla
preparazione del materiale e dalla sua classificazione.
Quale che sia la variante preferita, al termine, riunirsi in cerchio in modo che
ogni bambino mostri ai compagni l'immagine che ha scelto, motivando la sua
decisione e raccontando che cosa ha immaginato in proposito.
Dopo, l'insegnante, nel caso abbia scelto la variante 2, inquadra e illustra la
situazione a cui si riferisce l’immagine scelta medesima.
Questa attività dà l'opportunità di introdurre il tema dei valori in cui hanno
dimostrato di credere i bambini (rispetto per l'ambiente, per gli animali, per altri
bambini come loro che soffrono…).
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Attività individuale
Tempo: 1/2 h
Obiettivo
ricordare le responsabilità
di ciascuno verso il mondo
che ci circonda e riflettere
sul tema.
M.R CHE COSA C'È IN FONDO AL
DIRUPO SCOSCESO?
MATERIALE OCCORRENTE
• fotocopie della
scheda
• pennarelli e/o
colori
Fotocopiare la scheda e consegnarla
a ciascun bambino. Esaurite le consegne, procedere nella lettura e
nella discussione come indicato
nella scheda di approfondimento.
Nome e cognome ……………………………………………………… Classe ………
Tantetinte e Ferretto arrivano al dirupo scosceso e… cosa scoprono? Prova
a disegnare nello spazio come immagini la scena.
– Secondo te come continua la storia?
– Se tu ti fossi trovato/a in una simile situazione che cosa avresti fatto?
– Che cosa ti avrebbe spinto ad agire così?
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Attività collettiva
Tempo: 1 h
Obiettivo
drammatizzare l’avventura effettivamente narrata
nelle parti 11, 12 e 13, e
secondo altri sviluppi.
MATERIALE OCCORRENTE
• uno spazio idoneo
roposta
eda /p
Sch
C
Attività individuale
Tempo: 1 h
Obiettivo
raccogliere e accogliere
una richiesta di aiuto o un
bisogno.
MATERIALE OCCORRENTE
• giornali
• riviste
• colla
• forbici dalla punta
arrotondata
• fogli
R.D INTERVENIRE
Ricordare quanti sono i personaggi che entrano in gioco in
questa fase del racconto (parti 11, 12 e 13): Tantetinte e
Ferretto, un pesce cane, due pesci scorfano, tre loschi pesci,
il nonno, due autisti, un certo numero di pesci poliziotto.
Dividere i bambini in tanti gruppi quante sono le ipotesi
che verranno rappresentate. Assegnare i vari personaggi e
lasciare un po' di tempo per i preparativi.
Far rappresentare a turno ed evidenziare, successivamente, le differenze che saranno emerse fra le diverse storie
rappresentate e registrare le preferenze.
M
CHI CHIEDE AIUTO?
Variante 1: Mettere a disposizione dei bambini giornali e
riviste. Ognuno deve cercare un’immagine di persone,
animali e/o paesaggi che “chiedono aiuto”, che hanno
“bisogno di una mano”. Dopo averla individuata la incollano sulla scheda (alla pagina seguente) e rispondono alle
domande, che saranno discusse insieme.
Variante 2: L'insegnante ha scelto in precedenza le immagini e ha inoltre recuperato le informazioni che si riferiscono a ciascuna di esse. Quindi, mette a disposizione il
materiale e invita i bambini a scegliere la fotografia che li
colpisce di più, a incollarla sulla scheda (è la stessa della
variante 1) e a rispondere alle domande. Terminato il
lavoro individuale, dopo aver ascoltato le riflessioni dei
bambini, svela a quali situazioni reali si riferiscano.
Successivamente, può condurre i bambini a riflettere
insieme, stimolandoli con le seguenti domande (valide per
entrambe le varianti): come si potrebbe intervenire? Che
cosa possiamo fare noi? Ci sono organizzazioni che se ne
stanno già occupando? Ne conoscete qualcuna?
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2_126-164_G_Olmo Anto pescio:070_000pesciolino guida 2
5-10-2009
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Pagina 168
anfratto nasc osto
Nome e cognome ……………………………………………………… Classe ………
Incolla qui l’immagine che hai scelto e rifletti sulle risposte da dare.
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–
Quale messaggio «senti»?
Prova a immaginare che cosa è successo.
Perché?
Dove vive la persona/l’animale o dove si trova questo luogo?
Perché hai scelto questa fotografia?
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