I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli all`attenzione del duce

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I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli all`attenzione del duce
I notiziari della Gnr della provincia di Vercelli
all’attenzione del duce
Introduzione e cura di Piero Ambrosio
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea
nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia
La riedizione del volume è stata realizzata con il contributo della
1a edizione: Istituto per la storia della Resistenza in provincia di Vercelli, 1980
Borgosesia, via Sesone, 10
2a edizione, in formato elettronico: Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia, 2012
Varallo, via D’Adda, 6
Sito web: http://www.storia900bivc.it
E-mail: [email protected]
In copertina: Un reparto della “Tagliamento” sfila per le vie di Vercelli (archivio fotografico
dell’Istituto)
La riedizione di questo mio lavoro giovanile è dedicata - oggi
come trentadue anni fa - a Paola, per gli oltre quarant’anni di
vita insieme
Edizione identica alla precedente, salvo alcune correzioni e precisazioni nonché una diversa impostazione grafica; non aggiornata con riferimenti bibliografici e alle nuove conoscenze nel frattempo acquisite sulla Gnr, sui reparti operanti in provincia di Vercelli
e più in generale sull’occupazione nazifascista della provincia. Per quest’ultino aspetto
rinvio alla trilogia Sui muri del Vercellese, Sui muri della Valsesia, Sui muri del Biellese
e a numerosi articoli pubblicati nella rivista “l’impegno” e nel sito www.storia900bivc.it.
L’autore della presentazione, Gustavo Buratti (all’epoca vicepresidente dell’Istituto), è
scomparso nel dicembre del 2009: colgo l’occasione per ricordarlo, con gratitudine
per tutto quello che mi ha insegnato.
L’Istituto per la storia della Resistenza in provincia di Vercelli, così come già quello
in Cuneo e provincia, ritiene opportuno pubblicare tutte le notizie che concernono la
zona di sua competenza tratte dai notiziari giornalieri della Guardia nazionale repubblicana, attingendole al fondo resoci disponibile dall’Archivio “Luigi Micheletti” di Brescia, che fraternamente ringraziamo. Nel 1974 è stata data alle stampe una scelta antologica, “Riservato a Mussolini”, di analoghi “notiziari” provenienti dall’intero territorio
oppresso dalla Repubblica sociale italiana. Ci sembra che tali iniziative rispondano a più
di una motivazione. Si tratta innanzitutto di ribadire che l’onestà dello storico, il suo
rigore scientifico, non sta in una conclamata e mistificante “obbiettività” intesa come
“equidistanza”, ma nel dichiarare esplicitamente le proprie tesi, la prospettiva da cui ci
si pone, e nel rendere noto tutto il materiale documentario reperito, senza emendamenti
di sorta.
Le notizie (2 dicembre 1943 - 14 aprile 1945) che integralmente pubblichiamo ci
evidenziano, come dimostra Piero Ambrosio nella sua puntuale e lucida introduzione
analitica, l’isolamento assoluto dell’ultimo fascismo, e ciò per ammissione degli stessi
informatori frastornati e sgomenti, malgrado tentino di mascherarsi con la retorica nazionalista e le falsità palesi. Contestualmente, vi è denunciata l’incapacità di analisi del
fenomeno socio-culturale e politico della Resistenza da parte degli epigoni del regime
combattuto dal mondo operaio e contadino, rifiutato - si potrebbe dire d’istinto, od in
conseguenza di violenta crisi di rigetto - dalla civiltà alpina che sarà invece linfa vitale
per la lotta di liberazione. Infatti, il movimento partigiano si manifesta in questi “notiziari” così dettagliati, ricchi di notizie minute, come un vero e proprio «rosario di atti di
ribellione attiva e passiva, organizzata ed individuale». In un crescendo drammatico ed
avvincente, il lettore vi reincontra un’epica, qual è quella di un intero popolo alla macchia, invincibile grazie alla «complicità ed omertà» e cioè alla coralità da cui scaturivano le azioni militari, anonime come lo sono la leggenda e la canzone popolare.
Episodi apparentemente insignificanti sono invece la testimonianza del radicamento
nel sociale della Resistenza, intessuta non soltanto di atti eroici, di stragi e di eccidi,
fissati ormai nella memoria delle classi popolari e delle comunità locali, ma anche di
circostanze “minori” riconducibili, tutte, ad un’indomabile caparbietà ed all’osmosi
spontanea con le genti della nostra terra.
Lo studioso avrà modo di verificare e di confrontare ricordi, notizie, scritti per completare le tessere del mosaico e dare così sempre maggior completezza al quadro della
lotta partigiana nella provincia di Vercelli.
Confidiamo allora che questo materiale sia di stimolo per approfondire ed estendere
le ricerche, arricchendo di nuovi contributi gli studi delle vicende che videro le nostre
popolazioni quali protagoniste durante la seconda guerra mondiale e, in generale, nel
ventennio della dittatura fascista.
Finalmente, riteniamo che questa iniziativa non sia soltanto di conforto, come lo è
ogni ritorno alle sorgenti, ma costituisca altresì un monito di attualità essenziale nel
1
costume e nel metodo. Siamo convinti, in effetti, che non nelle enunciazioni globali, nei
messaggi generici e perentori, ma nell’analisi precisa delle situazioni e dei rapporti culturali, sia possibile trovare un valido deterrente al tragico disorientamento che attanaglia la nostra società contemporanea, ed i giovani in particolare, a causa specialmente
della divaricazione, in atto da troppo tempo ed in modo sempre più grave, tra fattore
politico e fattore sociale che, invece, la Resistenza aveva saputo intimamente collegare,
dando prova di inventiva e di vitalità, traducendo i principi in scelte e prassi che incidevano realmente sulle coscienze per costruire la grande speranza di una società migliore.
Gustavo Buratti
2
Un lembo di Rsi: la provincia di Vercelli
L’euforia per l’annuncio dell’armistizio durò poco nella nostra provincia. Già il 10
settembre 1943 giunsero le prime pattuglie tedesche a presidiare i punti più importanti
di Vercelli. La sera stessa e il mattino seguente altre truppe completarono l’occupazione del capoluogo1. Dieci giorni dopo tutta la provincia era sotto il loro controllo2. Il
comandante tedesco ordinò subito a soldati e cittadini di «coadiuvare le Forze Armate
germaniche nella lotta contro il comune nemico»3.
Il prefetto Enrico Avalle il 18 settembre emanò un’ordinanza per proibire «sotto pena
della fucilazione, le riunioni di qualsiasi genere» e per ordinare la consegna delle armi
«entro il termine improrogabile delle ore 18 del 20 settembre al Comando militare germanico più vicino»4. I proclami si susseguirono a ritmo serrato: il 29 settembre fu la
volta del comandante delle forze armate tedesche in Biella, Richter, di minacciare la
pena di morte per gli atti di sabotaggio e per chi non consegnasse le armi5.
Cominciarono a costituirsi anche i comandi militari fascisti e «in seguito ad accordi
intervenuti fra autorità germaniche e civili locali» il 20 settembre riprese a funzionare il
distretto militare per il disbrigo di pratiche amministrative6. Si ricostituì invece con difficoltà il fascio. «Non si trovava nessuna persona di un certo prestigio che accettasse
di farne parte. I vecchi gerarchi si erano quasi tutti eclissati; qualcuno anzi era già diventato fervente antifascista [...] Poiché [dopo il 25 luglio] gli opportunisti e quanti
avevano senso pratico avevano abbandonato definitivamente il fascismo, non rimasero
che i mascalzoni e i sognatori»7 che ripresero fiato grazie soprattutto alla presenza dei
nazisti.
Il 30 settembre si tenne a Vercelli, a Palazzo Littorio, un’assemblea nel corso della
quale venne nominato commissario federale il seniore Mario Uboldi, affiancato da quattro
collaboratori: l’ing. Eugenio Vittani, Cesare Cavalli, Dante Gadina e Luigi Merlo8. Due
di essi però, il Cavalli e il Vittani, dichiararono subito pubblicamente che rinunciavano
all’incarico9. L’Uboldi si affrettò a smentire l’attribuzione degli incarichi e a «far noto
che i collaboratori» se li sarebbe scelti «da sé»10. Il commissario reggente tuttavia «pro1
Cfr. Gli avvenimenti a Vercelli, in “La Sesia”, 17 settembre 1943.
Cfr. “Il Biellese”, 19 ottobre 1943.
3
Le disposizioni germaniche ed italiane. Proclama, in “La Sesia”, 21 settembre 1943.
4
Le disposizioni germaniche ed italiane. Il Prefetto della provincia di Vercelli, ivi.
5
Comando militare tedesco di Biella, Ordinanza n. 3, in “Il Biellese”, 1 ottobre 1943.
6
Il Distretto Militare, in “La Sesia”, 1 ottobre 1943.
7
ROSALDO ORDANO, Cronache vercellesi 1910-1970. La vita politica, Vercelli, La Sesia, 1972, p. 153.
8
La commissione federale del Fascismo repubblicano vercellese “F. Corridoni”, in
“La Sesia”, 5 ottobre 1943 (riprende una notizia pubblicata da “La Stampa” il 2 ottobre).
9
Cfr. “La Sesia”, 5 e 12 ottobre 1943.
10
Dichiarazione orientativa n. 1 del Commissario reggente temporaneo della Federazione Fascista Repubblicana di Vercelli, in “La Sesia”, 12 ottobre 1943.
2
3
seguì con tenacia la sua impresa»11. Il 1 ottobre fece affiggere un manifesto con cui
informava che la Federazione fascista repubblicana era funzionante12. Pochi giorni dopo
iniziò le pubblicazioni “La Provincia Lavoratrice”, organo della Federazione.
Il 25 novembre apparve il primo numero del settimanale “Il Lavoro Biellese”. Su
questi strumenti propagandistici, come sugli altri periodici locali, non mancarono gli
inviti alla pacificazione sociale. «È necessario che ognuno non rimanga passivamente
inerte in mezzo al grande dramma che tutti ci investe [...] ma se ne faccia una intima e
forte coscienza, e ne tragga la convinzione dei propri doveri»13. «La popolazione è invitata alla calma ed a considerare l’estrema delicatezza e gravità dell’ora attuale. Tutti
indistintamente, autorità e cittadini facciano opera di persuasione per infondere tranquillità e fiducia, onde la vita cittadina possa continuare e svolgersi normalmente»14.
Lo stesso Uboldi, nel comunicare la ripresa del funzionamento della federazione
fascista proclamò intransigenti propositi di «dittatura morale e politica, giustizia sociale
[...], assistenza al popolo combattente e lavoratore [...], repressione con giustizia degli
abusi [...] nel nome sacro della madre comune, l’Italia, onde possiamo ad essa ridare
l’onore, che è supremo patrimonio di ognuno»15.
Ma chi poteva accreditare al risorto regime un barlume di buona fede, un fondo di
onestà e di moralità? «L’isolamento [era] completo: il governo di Salò non [poteva] ormai contare che sulla coazione, poiché il consenso manca[va ...] il risultato degli infiammati bandi fascisti, incitanti all’amor patrio e al sacrificio [era] scontato: i reiterati inviti
ad arruolarsi nei corpi volontari, l’ordine di presentazione a tutti i legionari della milizia,
i continui proclami [...] provoca[vano] sì una mobilitazione, ma verso i [primi] centri
di raccolta [partigiani]»16. L’ostilità popolare al regime e al partito neofascista non tardò a farsi sentire: scarsissime furono le adesioni al Pfr: a Biella esso verrà costituito
addirittura solo il 9 gennaio 194417.
«Il 25 ottobre, mandato dal governo mussoliniano, giunse a Vercelli come capo della provincia Michele Morsero, che agì subito con disperata energia per restaurare tutti
i quadri del fascio locale»18. Nominò commissario del fascio di Vercelli Enzo Busca,
fiduciaria dei fasci femminili della provincia Maria Buffa, commissario del fascio di Biella
l’avv. Umberto Savio, commissario del fascio femminile di Biella la professoressa Silvia Zappi e aprì le iscrizioni al Pfr, prorogandone più volte i termini «improrogabili»19.
«Molti ex fascisti, tormentati da minacce e da lusinghe, ritornarono amareggiati e
titubanti all’ovile onde evitare guai e rappresaglie. Morsero venne presto circondato da
una trista fama di persona intransigente, fanatica e crudele; e infatti già a poche setti11
R. ORDANO, op. cit., p. 154.
Cfr. “La Sesia”, 12 ottobre 1943.
13
SIMPLEX, Ragioniamo un poco, in “La Provincia Lavoratrice”, 23 dicembre 1943.
14
Ordinanza della R. Prefettura, in “Corriere Valsesiano”, 25 settembre 1943.
15
[Manifesto della Federazione di Vercelli del Pfr], 1 ottobre 1943, in “La Provincia Lavoratrice”, 14 ottobre 1943.
16
GIANNI ZANDANO, La lotta di liberazione in Provincia di Vercelli. 1943-1945, Vercelli,
Sete, 1957, p. 76.
17
Cfr. La prima Assemblea del Fascismo Repubblicano di Biella, in “Il Lavoro Biellese”,
12 gennaio 1944. Segretario politico del fascio biellese fu nominato Antonio Giraudi.
18
R. ORDANO, op. cit., p. 155.
19
Cfr. “La Sesia” e “La Provincia Lavoratrice”, novembre 1943.
12
4
mane dal suo insediamento tutta la provincia di Vercelli precipitò in un clima rovente di
terrore»20.
Tra la fine di ottobre e i primi di novembre fu avviata la ricostruzione dell’esercito.
Il 4 uscì il bando di chiamata alle armi per i giovani del 1923 e 1924 in congedo provvisorio e per tutti quelli del 1925 della leva di terra21. Bisognava convincere i giovani a
presentarsi con le buone o con le cattive. Il duce telegrafò ai prefetti: «Vi impegno personalmente per quanto riguarda la [...] chiamata alle armi [...] Con opera di propaganda
intensa e di vigilanza, chiamando alla collaborazione tutte le forze sociali, si deve raggiungere l’obiettivo che è quello di avere il maggior numero possibile di futuri soldati
del nuovo esercito. Il successo della presentazione sarà il segno della ripresa nazionale»22.
Ma esiguo fu il numero di coloro che si presentarono, come testimonia una lettera
del 15 dicembre 1943 del colonnello Raoul Rivalta, comandante militare della provincia, al Comando militare regionale: «Le previsioni ottimistiche che era logico fare nei
confronti [... della leva] della classe 1924 in conseguenza delle misure adottate [...]
sono state annullate dalla realtà dei fatti [...] Oggi ha avuto termine l’affluenza delle
reclute della classe 1925. Sul totale di 1.801 precettate se ne sono presentate 112»23.
«Gli uffici del distretto militare però funzionavano con esemplare perfezione e i richiamati renitenti vennero ricercati ai loro indirizzi. Poiché naturalmente non furono
molti a lasciarsi trovare, Morsero allora promosse odiose rappresaglie contro le famiglie [...] Venne data la caccia anche agli ex appartenenti alla milizia fascista e poiché
pochi risposero ai richiami delle cartoline-precetto, si ammonì che [...] si sarebbe proceduto al rastrellamento dei ritardatari e a considerare fuori legge gli inadempienti»24.
A causa del «brutale accanimento» con cui Morsero perseguì gli ex militari e i giovani di leva, «il risultato che ottenne fu disastroso. Coloro che riuscì a reclutare forzatamente odiarono le divise che dovettero indossare e divennero ostruzionisti, sabotatori
e, all’occasione, disertori e ribelli; gli altri invece, che poterono sfuggire al reclutamento [...] alimenta[rono] le bande partigiane»25.
E proprio in questo periodo cominciò a manifestarsi con maggior forza la presenza
partigiana nel Biellese e nella Valsesia.
20
R. ORDANO, op. cit., p. 156.
Nei mesi successivi fu completata la chiamata della classe 1925 (leva di mare e aeronautica). Nel mese di maggio del 1944 furono richiamate le classi dal 1914 al 1922 per servizio di
lavoro. Cfr. docc. vari in Archivio di Stato di Vercelli (ASV), Prefettura di Vercelli (Pv), Divisione Gabinetto (Dg), m. 82.
22
GIORGIO PISANÒ, Gli ultimi in grigioverde. Storia delle forze armate della Repubblica
Sociale Italiana, Milano, Fpe, 1967, p. 74.
A proposito della presentazione della classe 1924 Mussolini scrisse a Hitler che «le previsioni dello Stato Maggiore sono piuttosto ottimiste». Cfr. Lettera di Mussolini a Hitler, 1
novembre 1943, in M., I tedeschi e l’esercito di Salò, in “Il Movimento di Liberazione in
Italia”, Milano, 1950, n. 5. p. 5.
23
Comando militare provinciale Vercelli, Al Comando Militare Regionale di Alessandria, Oggetto: Situazione politico-militare, 15 dicembre 1943, in ASV, Pv, Dg riservato, m.
Resistenza 1.
24
R. ORDANO, op. cit., pp. 156, 157.
25
Ibidem.
21
5
«Nelle zone montuose della provincia [...] il particolare ambiente creatosi [...] sfugge in gran parte all’azione di investigazione e di repressione da parte delle autorità legalmente costituite [...] Risulta che l’Autorità politica fa tutto quello che può per circoscrivere tali atti di vero e proprio banditismo e se ne preoccupa [...] per le serie ripercussioni morali sulla popolazione della provincia e dell’Esercito in formazione [...] Si
renderebbe pertanto necessario [...] mettere al più presto a disposizione dell’Autorità
politica almeno un contingente della Guardia Nazionale Repubblicana [...]»26.
Il 29 dicembre il comandante del 63o battaglione “Tagliamento” da poco giunto in
provincia, fece affiggere un manifesto per avvertire la popolazione che se qualcuno
avesse usato violenza anche ad uno solo dei legionari sarebbero stati passati per le armi
cento uomini e sarebbe stato messo a ferro e fuoco il paese in cui fosse avvenuto «il
crimine»27.
Tra la fine del 1943 e i primi mesi del 1944 nuovi “quadri” fedeli e “duri” subentrarono ai vecchi funzionari troppo “tiepidi”: Amedeo Sartoris sostituì il questore Cesare
Rossi, il capo dell’amministrazione provinciale rag. Ernesto Aghina fu sostituito dal prof.
Mario Pagani. L’assemblea dei fascisti vercellesi l’8 gennaio rinnovò le gerarchie del
fascio repubblicano: venne nominato segretario politico il dott. Vittorio Sandri e un direttorio composto dall’avv. Mario Busca, dal dott. Domenico Prestamburgo e da Pierino Mainardi, Giovanni Verro, Angelo Mazzucco. Il 23 marzo entrò in carica quale commissario federale lo squadrista Gaspare Bertozzi28.
Nei primi mesi dell’anno si accentuò inoltre l’opera di vigilanza e di repressione.
Il 25 febbraio fu insediato il Tribunale provinciale straordinario che iniziò la sua attività condannando i direttori de “La Sesia”, Piero Gallardi, e de “Il Biellese”, Germano
Caselli, e gli avvocati Luigi Mandosio, di Vercelli, e Camillo Paolo Corte, di Biella, «per
aver denigrato il fascismo» con scritti pubblicati sui due giornali29.
Il 23 marzo Morsero tenne un discorso al Teatro Civico di Vercelli. «Con vivo consenso degli scagnozzi che lo circondavano, dichiar[ò] che ogni moto insurrezionale era
ormai stroncato e che solo i “pazzi” potevano sperare in una caduta del governo fascista che marciava “affiancato al tedesco verso la finale vittoria”; che “nessuno” avrebbe
avuto ancora l’ardire di combattere contro le forze del regime “più salde che mai” [...]
E guai ai “pazzi” che non si rendevano conto “della realtà dell’ora”!»30.
Ma i “pazzi”, dalle loro basi montane, risposero alla tracotanza di Morsero e al bando del duce che fissava al 25 maggio il termine per la presentazione degli “sbandati” e
minacciava «un’azione inflessibile e di estremo rigore [...] per debellare la piaga del
ribellismo»31.
Un manifestino del Comando della 2a brigata d’assalto “Garibaldi” avvertì infatti che
«[...] malgrado le montature propagandistiche nessuno ormai può ignorare che le ore
del fascismo sono contate: chi collabora in qualche modo con i nemici, da una parte
26
Comando militare provinciale Vercelli, cit.
Guardia nazionale repubblicana, Comando 63o Btg. Tagliamento, manifesto, in ISRSC BIVC, b. M 1.
28
Cfr. “La Provincia Lavoratrice”, dicembre 1943 - marzo 1944.
29
Cfr. “La Provincia Lavoratrice”, 2 e 9 marzo 1944.
30
DOMENICO ROCCIA, Il giellismo vercellese, Vercelli, La Sesia, 1949, p. 27.
31
Avviso, sf, sd, in ISRSC BI-VC, b. M 1.
27
6
non fa che prolungare inutilmente lo strazio del nostro paese, dall’altra segna la propria
condanna a morte [...]»32.
Ma se aumentava il numero delle “reclute” ai “distretti” della montagna, così non si
poteva dire per l’esercito della Repubblica sociale. Il 17 giugno il colonnello Rivalta
segnalava infatti alla Prefettura che «il gettito della classe 1926 (1o semestre) era minimo: meno del 10%»33. Del resto «questi giovani [...] fatti affluire a Vercelli, sede del
Centro Costituzione Grandi Unità, onde essere inviati in Germania per addestramento
[...] manifestavano più o meno apertamente la loro avversione al fascismo»34.
Gli stessi dirigenti militari e politici se ne resero conto e non poterono fare a meno
di segnalarlo ai loro superiori: «In genere gli ufficiali non curano sufficientemente i loro
reparti. Ben pochi di essi sono adeguati ai doveri del momento [...] La truppa accasermata in città si mantiene fredda ad apparentemente indifferente. Solo qualche piccolo
gruppo manifesta un certo slancio ed un sincero entusiasmo patriottico. La maggior
parte dimostra chiaramente sentimenti antifascisti»35. «[L’]attiva propaganda sovversiva incitante le reclute alla diserzione e al passaggio con armi ai ribelli [...] fa presa
sull’animo dei soldati, tanto che alcuni elementi si sono allontanati dal reparto»36.
Nel frattempo Mussolini si convinse di potersi fidare solo del partito e delle sue
organizzazioni e, vinta la diffidenza di Graziani per Pavolini, decise di trasformare la
struttura politica del Pfr in organismo di tipo militare, inquadrando tutti gli iscritti al
fascio dai 18 ai 60 anni. Il 30 giugno fu promulgato il decreto che stabiliva la nascita in
ogni provincia delle “brigate nere” agli ordini del segretario del partito Pavolini.
A Vercelli la brigata nera “Bruno Ponzecchi”, al comando del commissario federale
Gaspare Bertozzi, fu costituita ufficialmente il 25 luglio e divenne ben presto «la più
attiva forza fascista nella lotta alla Resistenza»37.
Crescenti difficoltà incontrarono invece i gerarchi locali (come del resto avvenne
nella maggior parte delle province) nell’utilizzo dei carabinieri: alcuni si erano infatti uniti
ai “ribelli” e quelli che erano rimasti ai loro posti erano «trattati con molta diffidenza
dalle autorità tedesche e della Rsi. Essi del resto concede[vano] una collaborazione fiacca
e parziale; non solo, ma quando i partigiani li aggredi[vano] si lascia[vano] disarmare
con sospetta facilità»38.
Fin dal mese di giugno contingenti di carabinieri furono concentrati a Milano per
essere trasferiti in Germania39: “volontariamente” proclamò la propaganda fascista: in
realtà i carabinieri si ribellarono, molti di essi fuggirono40. «Il 5 agosto, alle prime ore
32
Comando 2a brigata d’assalto “Garibaldi”, Agli sbandati, volantino sd [ma dei primi di
maggio 1944], in ISRSC BI-VC, b. M 1. Cfr. Guardia nazionale repubblicana, Comando generale
servizio politico, Notiziario del 24 maggio 1944, pubblicato alle pp. 75-76.
33
Comando militare provinciale, Alla Prefettura Repubblicana di Vercelli, Oggetto: Segnalazione, 17 giugno 1944, in ASV, Pv, Dg, m. 82.
34
R. ORDANO, op. cit., p. 173.
35
Gnr, Notiziario del 3 aprile 1944, pubblicato alle pp. 52-53.
36
Gnr, Notiziario del 2 aprile 1944, pubblicato a p. 52.
37
R. ORDANO, op. cit., p. 175.
38
Idem, p. 176.
39
Cfr. ad es. Gnr, Notiziario del 21 giugno 1944, pubblicato a p. 97.
40
Cfr. il notiziario cit. alla nota precedente e GIAMPAOLO PANSA, L’esercito di Salò nei
rapporti riservati della Guardia Nazionale Repubblicana, Milano, Insmli, 1969, p. 104.
7
del mattino, reparti tedeschi circonda[rono] le caserme [...] e con le armi in pugno
cattura[rono] i carabinieri con i loro ufficiali e li deporta[rono] in Germania»41.
Il 1 settembre il tenente generale Niccolò Nicchiarelli, capo di stato maggiore della
Guardia nazionale repubblicana, nella quale i carabinieri erano stati incorporati, dispose
che tutti gli ufficiali e militi provenienti dalla Benemerita che si trovavano ancora in Italia venissero dispensati dal servizio42.
Sabato 16 settembre a Vercelli si celebrò il primo anniversario della Repubblica sociale italiana. Il capo della Provincia Morsero arringò a lungo i militari e i responsabili
delle organizzazioni provinciali del partito: «[...] In questa provincia ove noi e i nostri
collaboratori abbiamo voluto essere sino ad oggi equilibratissimi nel colpire, questa linea di condotta onesta e leale deve insegnare al popolo che noi abbiamo voluto ispirarsi
(sic) alla volontà del Duce e che in noi, nella nostra vita e nei nostri atti predomina soltanto la virile consapevolezza della nostra forza morale, della sicura vittoria sui nemici
esterni ed interni. E il popolo, se veramente vuole che questi criteri di equità e di giustizia siano mantenuti nell’interesse della quiete collettiva e familiare, si unisca con deciso
proposito alla nostra opera di pacificazione degli animi e scinda la propria responsabilità da chi vilmente persiste nell’attività criminosa [...] Altrimenti si stringeranno inesorabilmente i freni e colpiremo senza pietà [...]. Ai camerati delle forze armate [...] a
quelli buoni che sanno ancora che cosa significa indossare la divisa, sia in grigioverde
che in camicia nera, e sentono perciò l’orgoglio di servire in armi la Patria, io voglio
rinnovare [...] il saluto riconoscente per quello che hanno fatto e per quello che i migliori di loro sapranno fare domani. A questi camerati io devo anche ricordare la necessità di epurare le loro file, di guardarsi bene intorno e, dove occorre e se occorre, colpire inesorabilmente tutti i traditori che ancora forse si annidano in mezzo a loro [...]»43.
Da questo discorso, in cui le peggiori menzogne fanno da sfondo alle minacce più
o meno velate, traspare tutta la preoccupazione dei vertici e dei quadri periferici della
Rsi per la situazione dell’esercito. L’appello ai “camerati buoni” a colpire “i traditori”
trova una sua origine nelle decine di rapporti che via via Morsero ricevette e che segnalavano atti di sabotaggio compiuti da militari44, le continue diserzioni45, l’«opera deleteria [... svolta] in seno all’Esercito [dai] già appartenenti a bande armate, disertori renitenti, arruolati [...] durante il periodo di franchigia»46: una realtà cioè ben diversa dalle
aspettative dei neofascisti.
Durante l’autunno e l’inverno, nonostante “La Provincia Lavoratrice” e “Il Lavoro
Biellese” si affannassero a sostenere che «il fenomeno ribellistico [era] in declino»47,
41
R. ORDANO, op. cit., p. 176. Cfr. Promemoria per il duce e il comandante gen. della Gnr e
il capo di stato maggiore, 6 agosto 1944, pubblicato a p. 113. Cfr. anche a p. 15.
42
Cfr. G. PANSA, op. cit., p. 106.
43
Nell’austera cornice del fascismo vercellese in armi il Capo della Provincia celebra
il primo annuale della Repubblica Sociale Italiana, in “La Provincia Lavoratrice”, 21 settembre 1944.
44
Cfr. ad es. Gnr, Notiziario del 23 maggio 1944, pubblicato a p. 77.
45
Cfr. ad es. Gnr, Notiziario del 16 giugno 1944, pubblicato alle pp. 93-95.
46
Gnr, Notiziario del 20 luglio 1944, pubblicato a p. 107.
47
SCALABRINO, Considerazioni sul “ribellismo”, in “La Provincia Lavoratrice”, 7 dicembre
1944.
8
sugli stessi giornali si infittirono i necrologi per militi e brigatisti caduti sotto i colpi dei
partigiani.
All’inizio del 1945 il fallimento della politica del governo di Salò era evidente in tutti
i campi, non solo in quello militare.
Sul terreno economico e sociale la legislazione sulla “socializzazione”, la tentata riforma “popolare”, non era andata molto al di là delle enunciazioni. Il programma sociale elaborato dal ministro dell’Economia corporativa, Angelo Tarchi, dopo il Congresso
di Verona del Pfr (14 novembre 1943), aveva trovato l’opposizione del padronato, dei
tedeschi e particolarmente degli operai, espressa con il massimo vigore con gli scioperi
del marzo 1944 che «mostrarono [...] quanto fosse debole il prestigio che il regime
godeva tra i lavoratori e rivelò il totale disinteressamento di questi ultimi per i programmi governativi»48.
L’opposizione contro il programma di socializzazione era stata così tenace ed energica che il governo fascista aveva deciso di sospendere ogni tentativo di dare attuazione ai progetti di Tarchi. Mussolini era tuttavia consapevole «che il recupero del consenso operaio [era] l’ultima occasione che si presenta[va] al fascismo per rifarsi una
verginità, almeno in termini demagogici»49 e, nel gennaio 1945, tentò di rilanciare la
“socializzazione”.
Pio Zerbinati, direttore de “La Provincia Lavoratrice”, dedicò intere pagine del suo
giornale all’illustrazione dei nuovi “importanti” provvedimenti del duce in materia economica.
Si promisero case ai lavoratori, istituzione di mense di guerra, requisizione delle
aziende di generi alimentari all’ingrosso, istituzione di cooperative di consumo in ogni
paese50, si affermò che «i decreti di socializzazione di tutte le aziende industriali aventi
almeno 100 operai e capitale di almeno 1 milione, sar[ebbero stati] promulgati entro la
data del 21 aprile»51.
Morsero lanciò, dalle colonne del settimanale, uno dei suoi magniloquenti appelli:
«Io non dubito che in quest’ora difficile tutti i cittadini di questa valorosa ed industre
provincia, disdegnando ogni e qualsiasi falsa e prezzolata propaganda, sapranno dare
ancora una volta prova della loro maturità, del loro buon senso e del loro realismo, collaborando con lealtà piena alla esecuzione delle provvidenze [...] create esclusivamente
per consentire al popolo tutto e alle masse lavoratrici in particolare di guardare con occhio
più fidente il futuro. Ben operando in questo settore tutti avremo effettivamente concorso alla sicura resurrezione della patria»52.
E, mentre gli ultimi fedeli a Salò si apprestavano a «difendere la valle del Po con le
unghie e con i denti», un anonimo giornalista, compiendo uno degli ultimi inutili tenta-
48
FREDERICK W. DEAKIN, Storia della repubblica di Salò, Torino, Einaudi, 1963, p. 899.
LUIGI BONOMINI ET AL. (a cura di), Riservato a Mussolini. Notiziari giornalieri della
Guardia nazionale repubblicana. Novembre 1943 - giugno 1944, Milano, Feltrinelli, 1974,
p. LX.
50
Prefettura repubblicana di Vercelli, Popolo vercellese!, 8 gennaio 1945, in “La Provincia Lavoratrice”, 11 gennaio 1945.
51
Realizzazione del programma di Verona. Socializzazione entro il XXI Aprile. Le case
popolari ai lavoratori, in “La Provincia Lavoratrice”, 24 marzo 1945.
52
L’appello del Capo della Provincia, in “La Provincia Lavoratrice”, 8 gennaio 1945.
49
9
tivi di guadagnare l’interesse popolare alla politica economico-sociale dell’agonizzante
regime, scrisse ne “La Provincia Lavoratrice”: «I lavoratori sanno ormai rendersi conto di questa era nuova che schiude nuovi e felici orizzonti al loro avvenire»53.
Forse non immaginava quanto fossero profetiche le sue parole, quale nuovo futuro
si sarebbe aperto di lì a poco, certo grazie ad altri ben diversi avvenimenti, alle genti
della nostra provincia e al popolo dell’Italia intera.
53
Fascismo Repubblicano continuatore della Rivoluzione del XXIII Marzo 1919, in
“La Provincia Lavoratrice”, 24 marzo 1945.
10
La Guardia nazionale repubblicana
Il 18 settembre 1943 Mussolini fece, alla radio di Monaco di Baviera, il suo primo
discorso dopo essere stato “liberato” dalla prigionia al Gran Sasso: «Dopo un lungo
silenzio ecco che nuovamente vi giunge la mia voce [...] È la voce che vi ha chiamato
a raccolta in momenti difficili e ha celebrato con voi le giornate trionfali della Patria
[...]»1. Tre giorni prima la radio aveva diffuso un comunicato dell’agenzia ufficiale di
stampa romana Dnb in cui si annunciava che Mussolini aveva ripreso «la suprema direzione del fascismo in Italia». Alessandro Pavolini era stato nominato segretario del
ricostituito Partito fascista, che aveva assunto il nome di Partito fascista repubblicano,
il “duce” aveva inoltre deciso di ricostituire la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, mettendola agli ordini del generale Renato Ricci2.
Nel discorso da radio Monaco, Mussolini ritornò sull’argomento: «Nell’attesa che il
movimento si sviluppi sino a diventare irresistibile, i nostri postulati sono in seguenti: 1)
riprendere le armi al fianco della Germania, del Giappone e degli altri alleati [...]; 2)
preparare senza indugio la riorganizzazione delle nostre forze armate attorno alle formazioni della milizia»3. L’intenzione di Mussolini era quindi quella di creare un esercito
di partito formato dalla milizia e sotto il comando di Ricci: contro questo proposito si
schierarono subito Rodolfo Graziani, ministro della Guerra, Gastone Gambara, capo di
Stato maggiore dell’esercito, e altri generali, che sostennero invece si dovesse costituire un esercito nazionale, apolitico e unitario. E non solo: Graziani affermò che «la milizia è odiata e deve essere disciolta immediatamente. Le forze di polizia di qualsiasi specie
debbono dipendere dal ministero delle forze armate [...]»4.
Mussolini, che «non era mai stato incline a prendere da solo decisioni brutali e definitive»5, nella prima riunione del Consiglio dei ministri, il 27 settembre, evitò di giungere a una conclusione «sul problema se la milizia del partito dovesse costituire lo scheletro del nuovo organismo militare, o se occorresse procedere alla creazione di un esercito
regolare repubblicano»6.
1
BENITO MUSSOLINI, Discorso da Radio Monaco, 18 settembre 1943, in ATTILIO TAMARO,
Due anni di storia. 1943-1945, Roma, Tosi, 1948, vol. I, p. 590.
2
Cfr. F. W. DEAKIN, op. cit., pp. 747-748.
La Mvsn, posta alle dirette dipendenze di Mussolini, era stata istituita con apposito decreto legge nel gennaio 1923 col compito di difendere la “rivoluzione fascista” e garantire
l’ordine pubblico. Essa rispondeva alla necessità del governo fascista di crearsi una propria
forza armata (era infatti costituita per lo più da ex squadristi).
Il 26 luglio 1943 il governo Badoglio aveva ordinato che la Milizia fosse sciolta e che i
suoi appartenenti entrassero a far parte dell’esercito, agli ordini del generale di Corpo d’armata Quirino Armellini.
3
A. TAMARO, op. cit., vol. I, p. 593.
4
F. W. DEAKIN, op. cit., p. 785.
5
Idem, p. 745.
6
Idem, p. 785.
11
Il 3 ottobre Graziani presentò al capo della Repubblica sociale italiana il suo promemoria. Mussolini si dichiarò d’accordo e, in una lettera a Hitler, affermò che «le sue
idee [di Graziani] sono chiare e soprattutto realizzabili»7.
Ma se «l’accordo tra lui e Graziani era in proposito perfetto [...], gli articoli 18 e 19
della legge che stabilendo l’assoluta “apoliticità” delle Forze Armate, comporta[vano] il
virtuale scioglimento della Milizia in quanto tale, poiché [era] destinata a divenire, una
qualsiasi specialità dell’Esercito [... furono] oggetto profondo di divergenze»8.
Il segretario del partito Pavolini e il generale Ricci diedero battaglia «e a fondo, con
tutti gli argomenti politici, vecchi e nuovi, a loro favore»9. Graziani a questo punto minacciò di dimettersi e riuscì a premere affinché gli articoli controversi rimanessero nel
testo del decreto.
Nella seconda riunione del Consiglio dei ministri, la mattina del 28 ottobre, Mussolini annunciò che: «Gli accordi con lo Stato maggiore germanico [...] ci permettono di
preparare nuove unità i cui contingenti ci saranno forniti oltre che dai volontari, anche
dalle classi di imminente chiamata [...] In base a queste linee fondamentali verrà dato
sollecitamente ordinamento all’Esercito Nazionale Repubblicano [...] Come fu già annunciato, la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale farà parte integrante dell’Esercito
e vi formerà, analogamente al corpo degli alpini e dei bersaglieri, il Corpo delle Camicie
Nere»10.
La tesi di Graziani e di Gambara sembrò prevalere. Venne subito «data mano all’organizzazione del “Corpo delle Camicie nere”, e una parte del personale già appartenente
alla Divisione Legionaria “M” fu inviato a Vercelli e a Novara per la costituzione di una
Divisione Legionaria che sarebbe stata comandata dal generale Diamanti»11.
Ma il progetto era destinato al fallimento. Pavolini e Ricci si rivoltarono apertamente: quest’ultimo rifiutò di accettare gli ordini di Gambara e di sciogliere la milizia12.
Ricci insistette «per la creazione di un nuovo organismo che desse la possibilità di
inglobare nella Milizia i carabinieri» ed affidò al generale Nicchiarelli «l’incarico di preparare uno schema di costituzione di un Corpo, denominato Guardia Nazionale Repubblicana, formato dalla Milizia, dai Carabinieri e dalla Polizia dell’Africa Italiana. A questo nuovo corpo dovevano essere affidati tutti i compiti di polizia e di guerra già di
competenza dei corpi che lo avrebbero formato»13.
Trascorsero settimane critiche. Il 17 novembre il generale Canevari, per incarico di
Graziani, informò Mussolini che Ricci si rifiutava di sciogliere la milizia. La risposta del
“duce” fu tassativa: «Tutto resta come era stato deciso [...] È ora di finirla con Ricci,
in sostanza è una questione di ambizione personale!»14. Ma, poche ore dopo, alla presenza di Ricci, «di fronte al penoso dissidio tra esercito e partito», Mussolini capitolò15.
7
A. TAMARO, op. cit., vol. II, p. 208.
GIOVANNI DOLFIN, Con Mussolini nella tragedia, Milano, Garzanti, 1950, p. 58.
9
Ibidem.
10
A. TAMARO, op. cit., vol. II, p. 247.
11
G. PISANÒ, op. cit., p. 1.700.
12
Cfr. F. W. DEAKIN, op. cit., p. 794.
13
G. PISANÒ, op. cit., p. 1.700.
14
EMILIO CANEVARI, Graziani mi ha detto, Roma, Magi-Spinelli, 1947, p. 294.
15
F. W. DEAKIN, op. cit., p. 795.
8
12
«Il giudizio tedesco sul riarmo italiano si era [nel frattempo] irrigidito [...] Le pressioni di Graziani e di Canevari per avere un esercito non politico, reclutato in gran parte
proprio tra quegli internati che i tedeschi ritenevano “infidi” [...] alimentarono le diffidenze tedesche»16. L’esito negativo di una missione del generale Canevari a Berlino per
calmare le diffidenze tedesche ebbe su Mussolini «l’effetto immediato di [...] costringerlo a prendere posizione contro Graziani nella questione della Milizia»17.
Il 29 novembre il prefetto Giovanni Dolfin, segretario personale di Mussolini, annotò nel suo diario: «La vessata questione della Milizia dopo una serie di nuove discussioni è stata risolta come ormai si prevedeva, cioè col pieno trionfo della tesi autonomista
di Ricci, appoggiata dal partito. La Milizia passa in blocco alla guardia repubblicana,
che avrà ordinamento e bilancio proprio ed il cui comandante sarà alle dirette dipendenze del Duce. Ciò significa la costituzione di un altro esercito. Si parla infatti già con
ironia dell’esercito apolitico di Graziani e di quello politico di Ricci. Ma siccome questa
formazione avrà anche i compiti dell’arma dei carabinieri, ci saranno nuovi motivi di
conflitto, anche con la polizia [...] Buffarini [...] si dà anima e corpo ad ingrossare le
fila della polizia ausiliaria; il partito fa lo stesso con le sue squadre [...]»18.
In effetti «la lotta interna per il controllo delle forze armate a disposizione del governo di Salò portò in pratica alla creazione di una serie di eserciti e di forze di polizia private che obbedivano molto vagamente all’autorità centrale»19.
«La decisione presa da Mussolini [...] di autorizzare finalmente Ricci a organizzare
una nuova milizia nazionale, aumentò la confusione e le reciproche diffidenze e moltiplicò gli uffici di reclutamento»20.
«In un certo senso, Mussolini ne era contento perché poteva contare su un’intricata rete di fazioni rivali, a volte ai limiti del tradimento, che gli permettevano, manovrandole ora in una direzione ora nell’altra, di mantenere una certa iniziativa nel controllo
del governo»21.
Il 16 dicembre, nel corso della quarta riunione del Consiglio dei ministri, fu approvato lo schema di Decreto legislativo (che reca la data dell’8 dicembre) riguardante le
norme per l’ordinamento e il funzionamento della Guardia nazionale repubblicana22. Esso
prevedeva, come si è detto, la fusione completa della Mvsn (comprese le milizie speciali:
ferroviaria, portuaria, postelegrafonica, stradale, forestale e confinaria), dell’Arma dei
carabinieri e del Corpo della polizia dell’Africa italiana23. Prevedeva inoltre «l’accentramento nell’ambito provinciale di tutti gli organi esecutivi della Guardia nelle mani di un
solo responsabile [e la] conservazione fino al Comando di Battaglione dell’organizzazione
periferica dell’Arma dei Carabinieri [che] era stata collaudata da moltissimi anni di esperienza ed era sembrato opportuno mantenerla (salvo alcuni casi di denominazione: “te-
16
Idem, p. 798.
Idem, p. 799.
18
G. DOLFIN, op. cit., p. 129.
19
F. W. DEAKIN, op. cit., p. 804.
20
Idem, p. 805.
21
Idem, p. 804.
22
G. PISANÒ, op. cit., p. 1.700.
23
Decreto legislativo del duce, 8 dicembre 1943, XXI, n. 921, Ordinamento e funzionamento della Guardia Nazionale Repubblicana, art. 1.
17
13
nenze” e “stazioni” che furono chiamate rispettivamente “presidi” e “distaccamenti”»24.
Alla Gnr fu affidato il compito «di difendere all’interno le istituzioni e di far rispettare le leggi della Repubblica, di proteggere l’incolumità personale e i beni dei cittadini,
di garantire l’ordinato svolgimento di tutte le manifestazioni singole e collettive dell’attività nazionale»25.
Il 24 dicembre fu reso noto il decreto istitutivo della Gnr che «tacitamente rendeva
inoperante il “Corpo delle Camicie Nere” e che segnava la cessazione ufficiale dell’Arma dei Carabinieri su tutto il territorio della Rsi»26.
Ma «se le squadre del partito non erano in condizioni di controllare le formazioni di
“ribelli” in continuo sviluppo, la neonata milizia di Ricci era ancor meno in grado di
fronteggiare il fenomeno partigiano nell’intero paese. Questo non distolse però Mussolini dall’emanare istruzioni. La Guardia nazionale repubblicana [...] era stata costituita
[...] come “la quarta forza armata della repubblica”. In origine essa era formata da alcuni elementi rimasti nel Nord disposti a collaborare col nuovo regime e da qualche
gruppo della vecchia milizia fascista soppressa nel luglio precedente. Ma il problema
fondamentale per la costituzione di una forza armata del nuovo regime era rappresentato dal fatto che la maggior parte delle classi tra i 20 e i 40 anni era internata in Germania, e benché la nuova Guardia nazionale repubblicana a parole riuscisse a raccogliere,
insieme con i suoi vecchi quadri, circa 150.000 uomini, si trattava per lo più di ragazzi
tra i 15 e i 17 anni, senza disciplina e senza addestramento militare»27.
Già nel dicembre 1943 Mussolini si rese conto delle difficoltà della situazione e che
non vi era «tempo da perdere» e ordinò di compiere il massimo sforzo per stroncare il
ribellismo e in particolare di liberare il Piemonte «dai cosiddetti partigiani, alleati del
nemico [...] prima di marzo»28.
Nel gennaio 1944 la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale fu incorporata nella
Gnr come previsto dai decreti istitutivi. Il passaggio avvenne gradualmente. «Furono
sciolte le Legioni e Battaglioni e costituiti i Comandi provinciali, i reparti “Op” e poste
le basi della [...] organizzazione territoriale [...] Sempre in gennaio venne incorporata
nella Gnr anche l’Arma dei Carabinieri [...] La Guardia Nazionale Repubblicana venne
quindi articolata in reparti operativi, formati qualche volta sull’ossatura di alcuni vecchi
Battaglioni “M”, e in reparti territoriali che guarnirono circa 8 mila presidi del territorio
della Rsi [...] Nel mese di marzo 1944 anche la Polizia dell’Africa italiana passò alla
Gnr29. Il suo contributo fu tuttavia quasi nullo e pessimo. Essa era dislocata a Roma e
lì rimase, attendendo l’arrivo degli angloamericani: tutti i tentativi per trasferirla nell’Italia settentrionale fallirono30.
Nell’aprile si ebbero le nomine a vicecomandante generale del tenente generale Italo
24
G. PISANÒ, op. cit., pp. 1.700-1.701.
Da un comunicato del Pfr, Roma, 19 novembre 1943, pubblicato in A. TAMARO, op. cit.,
I, p. 254.
26
G. PISANÒ, op. cit., p. 1.701.
27
F. W. DEAKIN, op. cit., pp. 874-875.
28
Lettera di Mussolini a Ferruccio Ferrini sottosegretario alla Marina repubblicana, 28
dicembre 1943, in F. W. DEAKIN, op. cit., p. 875.
29
G. PISANÒ, op. cit., pp. 1.717-1.719.
30
Cfr. G. PANSA, op. cit., p. 19.
25
14
Romegialli e a Capo di Stato maggiore del tenente generale Niccolò Nicchiarelli31.
Nell’agosto 1944 una nuova crisi scosse i vertici della Rsi. «Vi era l’insolubile problema dei limiti [...] della disponibilità di uomini, infelice oggetto di contesa tra i rivali
organismi competenti tedeschi: le autorità militari tedesche nell’Italia del Nord li richiedevano per reparti ausiliari della contraerea, il Comando delle Ss per unità direttamente
sotto il loro controllo per la guerra antipartigiana, la locale organizzazione Todt per la
costruzione di lavori di difesa e per riparare le vie di comunicazione, gli uffici locali del
Gauleiter Sauckel per il lavoro civile nelle industrie in Germania, e la missione armamenti del generale Leyers per il mantenimento sul luogo di una sufficiente forza lavorativa per la produzione bellica italiana sotto il controllo tedesco»32.
In particolare la richiesta tedesca di cinquemila uomini da adibire alla sorveglianza
dei campi di aviazione in Germania, a cui si aggiunse la contemporanea richiesta del
Ministero della Guerra di settemila uomini, appartenenti ai battaglioni giovanili della Gnr,
fecero precipitare la situazione.
Mentre il 5 agosto i tedeschi facevano irruzione nelle caserme prelevando tremila
carabinieri (duemila erano stati reclutati “volontariamente”33), Ricci rispondeva negativamente alla richiesta di Graziani34 (che, tra l’altro, a causa del vero e proprio fallimento della Gnr, il 25 giugno era stato incaricato da Mussolini di coordinare personalmente
tutte le attività militari per fronteggiare e debellare il banditismo)35.
«Tra Graziani e Mussolini corsero parole grosse. Mussolini stesso dovette intervenire, convocando la notte del 18 agosto il comandante generale [della Gnr], il quale
però anche di fronte al Capo della Rsi, mantenne il suo punto di vista. A questo punto
Mussolini tagliò corto e il giorno seguente esonerò Ricci dall’incarico»36 ed assunse
direttamente il comando della Guardia. Il primo provvedimento di Mussolini fu quello
di ordinare il passaggio della Gnr nei ranghi dell’Esercito, disponendo nello stesso tempo che i compiti di polizia della Guardia cessassero il 31 dicembre37. Il “duce” tentò
infine di mantenere sotto il controllo italiano le migliaia di uomini richiesti per la contraerea,
costituendo la divisione contraerea e controcarri “Etna”, che fu affidata al generale
Giuseppe Volante, e a cui furono fatti affluire i reparti della Gnr fino ad allora autonomi38. Nel mese di novembre Mussolini dispose infine che i comandi provinciali della
Gnr si unificassero con quelli dell’esercito39.
L’attività partigiana, intanto, era divampata durante l’estate in tutta l’Italia occupata
e particolarmente in Piemonte.
31
Cfr. G. PISANÒ, op. cit., p. 1.719.
F. W. DEAKIN, op. cit., p. 878.
33
Si tratta dei «contingenti degli elementi della Gnr, provenienti dai carabinieri, per la
costituzione dei noti battaglioni da trasferire in Germania» a cui abbiamo già accennato a p. 8.
34
G. PISANÒ, op. cit., p. 1.721.
35
F. W. DEAKIN, op. cit., p. 927.
36
G. PISANÒ, op. cit., p. 1.721.
37
Decreto legislativo del duce, n. 469, Passaggio della G.N.R. all’Esercito repubblicano.
La Gnr continuò tuttavia ad esplicare funzioni di polizia anche dopo il 31 dicembre 1944
(cfr. Decreto legislativo del duce, 20 dicembre 1944, n. 993, Compiti di polizia interna e militare della G.N.R.).
38
G. PISANÒ, op. cit., pp. 1.724, 2.149.
39
Cfr. Idem, p. 1.725.
32
15
I “ribelli”, nonostante il proclama con cui il generale inglese Alexander li invitava a
cessare le operazioni su larga scala e a trascorrere l’inclemente stagione nelle loro case,
si stavano apprestando a passare un secondo inverno in montagna, fiduciosi che la
primavera avrebbe portato loro la vittoria.
I seicento giorni della Repubblica di Salò volgevano alla fine; Mussolini esponeva
già ai suoi più stretti collaboratori l’idea del “ridotto” in Valtellina.
16
La Gnr in provincia di Vercelli
La Gnr si articolò in comandi regionali1 e provinciali. I comandi provinciali furono
impiantati sui cessati comandi delle legioni Mvsn. «Ogni Comando Provinciale si articolò su almeno due Battaglioni Territoriali, suddivisi in Compagnie, Distaccamenti, Presidi, dovendo subentrare all’organizzazione territoriale dei Carabinieri. Ogni Comando
dispose di una compagnia Op [Ordine pubblico]»2.
In provincia di Vercelli ebbe sede il 604o Comando provinciale, che subentrò al Comando della 28a legione Mvsn “Randaccio”. Comandante della Gnr vercellese fu il colonnello Giovanni Fracassi; vicecomandante il tenente colonnello Lorenzo Barone; aiutante maggiore il maggiore Giovanni Vicari. L’Upi (Ufficio politico investigativo) fu diretto
dal tenente colonnello Carlo Mariani3.
La Gnr vercellese ebbe presidi a Biella, Santhià e Varallo e distaccamenti nelle principali località della provincia e precisamente: Alagna Sesia, Andorno Micca, Arborio,
Bioglio, Borgosesia, Borgo Vercelli, Buronzo, Candelo, Casanova Elvo, Cavaglià, Cigliano, Coggiola, Cossato, Crescentino, Crevacuore, Desana, Gaglianico, Gattinara,
Livorno Ferraris, Masserano, Mongrando, Mosso S. Maria, Mottalciata, Netro, Ronsecco, Salussola, San Germano Vercellese, Scopa, Serravalle Sesia, Sordevolo, Stroppiana, Trino, Trivero, Valle Mosso, Vigliano Biellese4.
Molti distaccamenti, attaccati dai partigiani fin dai primi mesi della lotta di liberazione, restarono a lungo disarmati, alcuni furono soppressi5.
Nell’estate del 1944, a causa dell’organico ridotto, non vi erano che sei distaccamenti in tutta la provincia6. Successivamente alcuni distaccamenti furono ricostituiti
con l’impiego di militi della Gnr “operativa”.
Agli ordini del 604o Comando provinciale operava la 604a Compagnia Op comandata dal capitano Alberto Amerio.
Oltre alle forze della Gnr territoriale agirono in provincia alcune formazioni “operative”.
Il 19 dicembre 1943, proveniente da Chiari (Brescia), giunse a Vercelli il 63o battaglione “Tagliamento”, agli ordini del tenente colonnello Merico Zuccari (aiutante mag1
II 28 febbraio 1944 i comandi regionali mutarono denominazione divenendo ispettorati
regionali, con funzioni amministrative, essendo quelle operative avocate dai capi delle province.
2
G. PISANÒ, op. cit., p. 1.909.
3
Cfr. G. PISANÒ, op. cit., pp. 1.917-1.918.
4
Da documenti dell’ASV, Pv, Dgr, mm. 65, 66.
5
Guardia nazionale repubblicana. Legione dei Carabinieri di Torino. Gruppo di Vercelli.
Stralcio, Alla Prefettura Repubblicana, Alla Questura Repubblicana, Al Comando della
28a Legione della G.N.R., Vercelli, Oggetto: Stazioni dell’Arma del gruppo disarmate dai
ribelli, 7 marzo 1944, in ASV, Pv, Dgr, m. 65.
6
206o Comando militare regionale, Oggetto: Situazione ribelli, 21 giugno 1944, in “Il
Ribelle”, 12 agosto 1944.
17
giore Silvio Ravaglia). Il reparto fu subito inviato in Valsesia, dove si distinse per una
raccapricciante serie di delitti e di atrocità7.
Il 1 marzo 1944, con la fusione del 63o battaglione e del battaglione giovanile “Camilluccia”, fu costituita la legione “Tagliamento”, al comando di Zuccari, mentre i due
battaglioni (articolati in tre compagnie ciascuno) furono posti agli ordini rispettivamente del maggiore Giuseppe Ragonese e del maggiore Oreste Menegozzo.
La “Tagliamento” operò prevalentemente a Vercelli, in Valsesia e in Valsessera; compì
tuttavia operazioni anche in valle Strona (Novara) e nella valle di Gressoney (Aosta).
Il 6 giugno, dopo essere sfilata il giorno prima a Vercelli davanti al generale Ricci, la
legione partì per il fronte adriatico (Tavullia e Sassocorvaro, in provincia di Pesaro)8.
A sostituire la legione “Tagliamento” fu inviato in provincia di Vercelli il battaglione
“Pontida”, che fissò inizialmente la propria sede a Vercelli (dal 1 al 28 giugno 1944) e
successivamente a Biella (dal 29 giugno 1944 all’aprile 1945).
Il battaglione “Pontida”, articolato su quattro compagnie, era comandato dal maggiore Carlo Zanotti. Nell’agosto 1944 entrò a far parte della divisione “Etna”, assumendo la denominazione di 3o battaglione d’assalto “Pontida”. Il reparto operò, oltre che in
provincia di Vercelli, anche in val d’Ossola e nel Canavese.
Dal 24 gennaio 1944 fino al 28 aprile 1945 operò nel Biellese il 115o battaglione “Montebello” (che pure entrò a far parte della divisione “Etna”), articolato su quattro compagnie. Al suo comando si avvicendarono il tenente colonnello Aurelio Languasco, il
maggiore Alessandro Manfredi, il capitano Fernando Travaglini e il maggiore Eugenio
Sanchini. Il reparto compì cicli operativi anche in val d’Aosta, in val d’Ossola, nel
Cuneese e nel Comasco.
Il 29o battaglione “M” (comandato dal maggiore Paolo Arbizzoni, articolato su tre
compagnie) operò in Valsesia dal febbraio all’ottobre 1944. Anch’esso nell’agosto 1944
fu incorporato nella divisione “Etna”.
Altre formazioni della Gnr che operarono in provincia di Vercelli per brevi periodi,
furono: il I battaglione granatieri “Ruggine” (comandato dal capitano Angelo Nessi e
successivamente dal tenente colonnello Vittorio Mariani, articolato su tre compagnie,
appartenente alla divisione “Etna”) operò a Vercelli dal 1 marzo 1945 con funzione antiparacadutisti; il I battaglione d’assalto “Ruggine” (comandato dal maggiore Antonio
Mammuccari, due compagnie) e il I battaglione “Rocciatori” poi “Controcarri Ruggine” (capitano Biagioni, tre compagnie) operarono a Vercelli nell’aprile del ’45.
Inoltre compì un ciclo di operazioni in Valsesia (novembre 1943 - gennaio 1944) la
1a compagnia del battaglione “Ferrara”, agli ordini del capitano Gastone Malucelli9.
7
Cfr. Quando bastava un bicchiere d’acqua. Processo alla Legione Tagliamento. Requisitoria del dr. Egidio Liberti, Borgosesia, Istituto per la storia della Resistenza in provincia
di Vercelli, 1974, p. 35 e ss.
8
Cfr. 63o btg. “M” Tagliamento, Diario storico-militare, in ISRSC BI-VC, b. 0/1, f. 3.
9
Da documenti dell’ASV, Pv, Dgr, mm. 65, 66. Cfr. anche G. PISANÒ, op. cit., p. 2.189 e ss.,
2.206 e ss., 2.213 e ss., 2.224.
18
I notiziari della Gnr
A partire dal 20 novembre 1943, giorno in cui la radio annunciò la prossima costituzione della Gnr, il Comando generale di Brescia della nuova arma fu costantemente
informato dai comandi periferici di tutto quanto avveniva nelle province italiane. Gli
uffici politici investigativi1 provinciali infatti «redigevano periodicamente e inoltravano
al Comando generale della Gnr un rapporto sugli avvenimenti locali»2. Altri rapporti erano inviati direttamente dai comandi dei presidi e dei reparti della Gnr operativa3.
1
Gli uffici politici investigativi (Upi) erano organismi polizieschi, costituiti con regio decreto del 6 novembre 1926 che istituiva «nel territorio del Regno un servizio speciale di investigazione politica, avente per scopo la difesa dell’ordine nazionale dello Stato». Essi erano
subordinati al ministro per l’Interno e si articolavano in «uffici provinciali istituiti presso le
singole prefetture, alle dirette dipendenze dei rispettivi Prefetti». Agli uffici provinciali facevano capo gli uffici speciali di investigazione politica costituiti presso i comandi di legione
della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale.
Gli Upi vennero riorganizzati a partire dal dicembre 1943 sulla base di disposizioni impartite da Ricci con una circolare “riservata” inviata ai comandi provinciali della Gnr (Guardia
nazionale repubblicana, Comando generale, Ufficio del generale addetto, Ai comandi provinciali, Oggetto: Uffici Politici, 29 novembre 1943, citato in G. PANSA, Nascita della R.S.I.
in una città di provincia: Casale Monferrato, in “Il movimento di liberazione in Italia”, n.
84, 1966, pp. 36-38).
«La circolare non accennava ai compiti dell’ufficio, forse perché era evidente che la natura del servizio avrebbe dovuto restare quella del ventennio [...] Su una cosa, soltanto, Ricci insisteva: sul lavoro degli Uffici Politici non solo come organi di polizia politica tradizionale (indagini, accertamenti, arresti, interrogatori, denunce degli elementi “sovversivi e antinazionali”), ma come antenne del Comando Generale, posti periferici di osservazione e di ascolto, in grado di consentire al centro un controllo continuo della vita nel territorio sottoposto
a Salò» (G. PANSA, Nascita della R.S.I., cit., p. 38).
2
L. BONOMINI ET AL. (a cura di), Riservato a Mussolini, cit., p. XIII.
3
Dai documenti consultati nell’Archivio di Stato di Vercelli abbiamo potuto appurare
che molti notiziari riportano pressoché integralmente, o talvolta in forma sintetica, rapporti,
segnalazioni, relazioni inviati al Servizio politico del Comando generale della Gnr oltre che
dal Comando provinciale della Gnr e dall’Ufficio politico investigativo, direttamente dai comandi di alcuni presidi e dai comandi dei reparti della Gnr operativa. Ad es. il battaglione
“Montebello” inviava periodicamente una «relazione sull’attività dei ribelli».
Dai rapporti dei battaglioni mobili e dei presidi è ricavata la maggior parte delle notizie
sull’«attività dei ribelli» e sulle «operazioni contro le bande», mentre i notiziari sull’«ordine
e spirito pubblico» sono tratti per lo più dalle relazioni del Comando provinciale (“Notiziario
politico e militare della provincia”) redatte in ossequio alle disposizioni della citata circolare
di Ricci del 29 novembre 1943: «Settimanalmente, a partire da sabato 4 dicembre, i comandanti di legione faranno pervenire, indirizzandola a me personalmente in plico riservato, una
breve relazione sulla situazione politica-economica-militare della provincia; su persone, cose,
enti od istituti che comunque possano interessare la politica del Regime, e sul funzionamento delle Milizie speciali. Tale relazione sarà segretissima con protocollo speciale, e servirà
per la periodica compilazione dei miei notiziari al Duce».
19
Sulla base delle segnalazioni ricevute, l’Ufficio situazione del Servizio politico, diretto dal maggior generale Tommaso Semadini, elaborava notiziari quotidiani di parecchie pagine (non è raro il caso di numeri che superino le sessanta pagine).
«Il corpo dei notiziari era costituito dalla relazione generale [...] sull’andamento
politico-economico e sull’orientamento delle popolazioni locali [...] corredat[a] da notizie particolari, che per altro occupavano in genere la maggior parte del fascicolo»4: si
trattava di «una massa cospicua di notizie (ma anche di valutazioni, di proposte, di invettive, di proteste)»5, di «una elencazione fin troppo minuziosa per quanto telegrafica,
degli avvenimenti che in qualche modo avevano stimolato l’interesse della Gnr»6.
I notiziari erano intestati «Guardia Nazionale Repubblicana, Comando Generale,
Servizio Politico, notiziario del...».
La loro veste tipografica «assunse carattere definitivo a partire dal 16 gennaio 1944
e prevedeva la seguente suddivisione interna: 1) Relazioni definite di “Ordine e spirito
pubblico”; 2) notizie riguardanti l’“Attività sovversiva e antinazionale”; 3) notizie riguardanti l’“Attività dei ribelli”; 4) notizie riguardanti la repressione dell’attività partigiana e
antifascista; 5) segnalazioni di “Astensioni dal lavoro”; 6) “Notizie militari”; 7) “Varie”,
generalmente riconducibili alla precedente suddivisione; 8) “Notizie pervenute nelle ultime ore” che comprendono problemi ancora riconducibili ai primi sei punti; 9) rapporti riguardanti la zona del Litorale Adriatico suddivisi come sopra; 10) “Allegati “ sezione
che contiene oltre alle copie di manifestini raccolti o di documenti requisiti cui si fa
riferimento in altra parte del notiziario, i “Promemoria”, non sempre presenti, talvolta
abbondanti, quasi sempre forniti del nome del destinatario o dei destinatari. Come è
ovvio, non manca saltuariamente l’inserzione di qualche altra suddivisione né l’uso di
una terminologia differenziata per intitolare la stessa sezione. Al suo interno ogni sezione era rigidamente divisa geograficamente o meglio per regione e provincia»7.
Non sappiamo «con quali criteri gli incaricati del Servizio politico selezionassero,
coordinassero ed elaborassero il materiale [loro pervenuto] per giungere alla definitiva
redazione dei notiziari [...] Il carattere telegrafico delle segnalazioni sull’attività “sovversiva”, su quella “ribellistica” e sulla repressione [...] lascia pensare che per questi
settori i funzionari del Servizio politico non effettuassero alcuna selezione [...] Analogo
discorso vale anche per le informazioni sull’attività dell’esercito, per le sezioni “varie”
e “notizie dell’ultima ora” oltre che per le segnalazioni riguardanti gli scioperi [...] Solo
per le notizie militari è possibile riscontrare l’esistenza di una certa qual selezione [...]
Per quanto concerne [...] la parte documentaria di maggiore interesse, quella che tocca
più diffusamente e che fornisce alcune valutazioni sui problemi sociali, economici, politici,
militari ecc. ci si trova di fronte ad una elaborazione»8.
A partire dalla fine del marzo 1944, ai notiziari giornalieri se ne aggiunsero altri, con
cadenza bi-trisettimanale, intestati «Comando Generale della Guardia Nazionale Repubblicana, Servizio politico. Notiziario Politico Interno n..., data...».
4
L. BONOMINI ET AL. (a cura di), Riservato a Mussolini, cit., p. XIII.
G. PANSA, Nascita della R.S.I., cit., p. 38.
6
LUIGI BONOMINI ET AL. (a cura di), Riservato a Mussolini, cit., p. XIII.
7
Idem, p. XIV, nota 10.
8
Idem, pp. XIV-XV.
5
20
Le notizie riportate, spesso ripetizioni di quelle apparse nei notiziari quotidiani, erano anche qui suddivise per province. Mensilmente a ciascuna provincia era dedicato
un rapporto che riassumeva la situazione politica ed economica, l’attività “sovversiva”
e forniva dettagliate (e imprecise) «notizie sulle bande e la loro dislocazione», a cui faceva seguito una “situazione grafica”.
«Inutile dire quanto importanti potessero essere [...] le segnalazioni della Gnr per i
massimi esponenti del fascismo [...] Non è per ora possibile determinare con assoluta
esattezza i nomi delle personalità cui i notiziari venivano recapitati. Sicuramente tutte le
mattine una copia di ogni fascicolo era depositata sul tavolo di Mussolini, di Ricci e di
Nicchiarelli e certamente qualche stralcio veniva talvolta inviato ad altissimi esponenti
delle gerarchie fasciste che non rientravano nei ranghi della Gnr»9.
9
Idem, pp. XI-XII.
21
I notiziari della Gnr vercellese
Nei notiziari del Comando generale della Gnr la provincia di Vercelli appare per la
prima volta il 5 dicembre 1943 con un’informazione che si riferisce ad un attacco effettuato tre giorni prima da parte di un «gruppo di elementi ribelli» al palazzo municipale di Varallo, dove si trovava da appena un’ora un reparto di camicie nere.
Ed è subito, in tutti i notiziari del mese di dicembre, un susseguirsi di segnalazioni di
azioni partigiane, di attacchi a caserme, di occupazioni di stazioni ferroviarie e di opifici, di prelevamenti di viveri e di stoffa.
E fin dall’inizio emerge, in tutta evidenza, la mancanza di coesione all’interno della
Guardia. Gli elementi provenienti dalla Milizia non si fidano dei carabinieri e sottolineano in vari rapporti che durante assalti di «ribelli» a caserme «i carabinieri non hanno
reagito»1.
La fusione tra carabinieri e milizia si rivela cioè subito, come si è detto, «ben poco
felice per l’atteggiamento decisamente antifascista dei carabinieri che, di conseguenza,
saranno ben presto estromessi dai posti di effettiva responsabilità»2.
Tuttavia nei primi mesi di vita della Repubblica di Salò, durante i quali la Gnr non è
ancora del tutto in crisi e la presa di coscienza dei militi provenienti dalla Benemerita
non è ancora generalizzata, soprattutto nella “bassa” dove non è ancora avvertita l’influenza politica del movimento partigiano, le segnalazioni riportate nei notiziari risultano più precise rispetto a quelle dei mesi successivi, forse proprio grazie alla presenza
nei paesi dei nuclei di carabinieri e alla loro maggiore conoscenza delle situazioni locali
e capacità di relazionare.
Ben diversi sono invece i notiziari ricavati dai rapporti inviati al servizio politico del
comando generale della Gnr direttamente dalle formazioni operative della Guardia e dai
presidi. Questi tendono innanzitutto a legittimare il comportamento delle unità combattenti e dei responsabili dei vari presidi.
In essi un elemento che si avverte immediatamente ad una prima lettura anche superficiale è la coesistenza di due aspetti apparentemente contraddittori: da un lato l’autoesaltazione e dall’altro il tono vittimistico, tendente a giustificare in qualche modo
l’incapacità dei reparti della Gnr di stroncare il “ribellismo”.
La «reazione dei legionari» agli attacchi dei banditi è sempre «pronta»3, il loro intervento «tempestivo e risoluto»4, «le armi in postazione» aprono sempre «immediatamente il fuoco»5; se una pattuglia è circondata riesce «a svincolarsi e a rientrare senza
1
Guardia nazionale repubblicana, Comando generale, Servizio politico, Notiziario del 30
dicembre 1943 (d’ora in poi semplicemente: Notiziario del...), notizie pubblicate alle pp. 36-37.
2
L. BONOMINI ET AL. (a cura di), Riservato a Mussolini, cit. p. XI.
3
Notiziario del 5 dicembre 1943, pubblicato a p. 35; Notiziario del 2 aprile 1944, a p. 51;
Notiziario del 21 aprile 1944, a p. 55; ecc.
4
Notiziario del 26 marzo 1944, a p. 48.
5
Notiziario del 28 aprile 1944, alle pp. 60-61.
22
alcuna perdita [...] con accortezza e col pronto impiego della armi»6. I reparti «fronteggia[no] validamente l’aggressività particolarmente vivace dei fuorilegge», i «presidi
isolati e [le] colonne di rifornimento sosten[gono] e sventa[no] energicamente numerosi attacchi»7; e, se vengono catturati o uccisi dei legionari, ci si giustifica dicendo
che i militi hanno reagito energicamente ma sono stati «sopraffatti dalle preponderanti
forze attaccanti»8. La «potenza bellica» delle bande è descritta in questi casi come «tale
da destare serie apprensioni»9; il numero dei ribelli è gonfiato a dismisura; si tenta di
mascherare la propria impotenza con espressioni generiche, si parla di «forti gruppi di
banditi»10, di «centinaia di ribelli»11 e si arriva persino a sostenere che, nel novembre
1944, in una sola parte del Biellese vi sono «dai 6 ai 7 mila banditi»12.
Diventa quindi abbastanza facile affermare che «le forze preposte ai rastrellamenti»
sono esigue13 soprattutto «per la vastità della zona»14 affidata ai vari reparti e che «i
risultati conseguiti non sono stati pari alla somma dei sacrifici sostenuti»15.
E quali sono «i risultati conseguiti»? Come vengono redatti i rapporti dei combattimenti? Come vengono quantificate le perdite subite dai «ribelli»?
I comandanti dei reparti e i compilatori dei notiziari (altre volte tanto precisi da indicare persino il numero delle cartucce recuperate nel corso di un rastrellamento16 o, fino
all’ultimo centesimo, le somme «rapinate»17) in questi casi ricorrono a espressioni
generiche, a frasi fatte che, meglio delle espressioni numeriche, servono a nascondere
l’incapacità quotidiana della Gnr a far fronte al “ribellismo” e la gravità degli scacchi
subiti. In un crescendo di imprecisioni volute e usate ad arte, affermano di volta in volta
che «non si conoscono le perdite dell’avversario»18 o che «i banditi [...] dopo violento
conflitto si allontanavano lasciando sul terreno [...] alcuni morti»19 oppure che «i legionari, dopo aspro combattimento, posero in fuga gli attaccanti, infliggendo loro sensibili
perdite»20.
E ancora: «nessuna perdita da parte nostra, si ignorano quelle subite dall’avversario»21 con cui si tenta di dare al lettore l’impressione che l’avversario abbia comunque
subito perdite, anche se non precisate. E così si passa facilmente dalla “presunzione”
6
Notiziario del 20 agosto 1944, alle pp. 112-113.
Comando generale della Guardia nazionale repubblicana. Servizio politico, Notiziario
politico interno (d’ora in poi semplicemente Notiziario politico interno) n. 111 del 24 dicembre
1944, pubblicato a p. 153.
8
Notiziario dell’8 ottobre 1944, a p. 131.
9
Notiziario del 7 marzo 1945, alle pp. 176-177.
10
Notiziario politico interno n. 124 del 20 gennaio 1945, a p. 158.
11
Notiziario del 30 dicembre 1943, a p. 36.
12
Notiziario politico interno n. 95 del 22 novembre 1944, alle pp. 150-151.
13
Notiziario del 4 settembre 1944, alle pp. 125-127.
14
Notiziario del 14 giugno 1944, a p. 91.
15
Ibidem.
16
Cfr. Notiziario del 16 aprile 1945, a p. 180.
17
Cfr. Notiziario del 6 aprile 1944, a p. 51.
18
Notiziario del 21 aprile 1944, a p. 55.
19
Notiziario politico interno n. 104 del 10 dicembre 1944, a p. 153.
20
Notiziario del 22 marzo 1944, a p. 46.
21
Notiziario del 21 aprile 1944, a p. 56.
7
23
alla certezza: l’espressione «è da presumere che i banditi abbiano avute delle perdite»22
cede il posto a quella più rassicurante «l’immediata reazione del reparto metteva in fuga
i banditi causando agli stessi sicure perdite non accertate»23.
E spesso ricorrono alle iperboli: «durante il ciclo delle operazioni, i fuori legge riportavano gravi perdite: più di 150 uomini fuori combattimento dei quali moltissimi morti
e feriti gravi e diverse centinaia di banditi catturati»24.
L’analisi dei codici linguistici, pur non essendo ovviamente l’unica chiave di lettura
dei notiziari, e neppure la più importante, ci fornisce alcuni elementi per meglio comprendere l’atteggiamento dei relatori di fronte alla Resistenza.
Le azioni dei «ribelli» vengono definite «terroristiche»25; se si parla di un comandante partigiano lo si qualifica «elemento pericolosissimo»26; un organizzatore comunista «delinquente pericoloso»27; fascisti uccisi in combattimento diventano «individui
trucidati dai banditi»28.
«L’attività criminosa delle bande»29 «si estrinseca in rapine, estorsioni, furti»30 «aggressioni»31, «scorrerie e prepotenze»32 anche se, talvolta, le «grassazioni, i sequestri
di merci e di persone»33 sono gratificati dall’aggettivo «audaci»34.
L’incapacità della Rsi a ogni livello gerarchico di comprendere la Resistenza nei suoi
vari aspetti è una costante, al di là delle deformazioni interessate dei notiziari.
Si ripetono perentorie e a ritmo incalzante (così come incalzanti probabilmente sono
le richieste dei comandi superiori) le dichiarazioni d’intenti: «in breve tempo [i ribelli]
verranno agganciati»35; «il comandante del Battaglione prevede, entro la giornata di domani, di riagganciare la banda e di darle il colpo di grazia [...] Prevede anche di poter
presto liberare completamente la provincia di Vercelli da ogni attività ribelle»36.
E quante volte, a partire dal gennaio 1944, si afferma che una certa banda «si è disciolta»37, che «il comitato di liberazione ha sospeso l’erogazione dei fondi [...] per cui
si prevede lo scioglimento della banda»38; che «i banditi [sono] in crisi»39, che «la banda Moscatelli non esiste più»40 e che il suo comandante è «riparato in Svizzera» dopo
22
Notiziario del 5 settembre 1944, a p. 124.
Notiziario politico interno n. 124 del 20 gennaio 1945, a p. 159.
24
Notiziario del 23 marzo 1945, a p. 174.
25
Notiziario del 19 dicembre 1943, a p. 35.
26
Notiziario del 27 aprile 1944, a p. 61.
27
Notiziario del 26 maggio 1944, a p. 72.
28
Notiziario del 6 maggio 1944, a p. 65.
29
Notiziario del 18 agosto 1944, a p. 119.
30
Notiziario del 20 marzo 1944, alle pp. 48-49.
31
Notiziario del 16 giugno 1944, alle pp. 93-94.
32
Notiziario del 20 luglio 1944, a p. 107.
33
Notiziario del 18 agosto 1944, a p. 119.
34
Ibidem.
35
Notiziario del 27 aprile 1944, a p. 61.
36
Notiziario del 17 marzo 1944, alle pp. 47-48.
37
Notiziario del 21 gennaio 1944, a p. 41.
38
Notiziario del 2 maggio 1944, a p. 65.
39
Notiziario del 20 ottobre 1944, alle pp. 140-141.
40
Notiziario del 30 aprile 1944, alle pp. 61-62.
23
24
aver «perduto i contatti con gli esponenti delle altre bande»41 o addirittura si è «rifugiato sulla cima di una montagna alta circa 4000 metri»42.
E nonostante le lezioni su «guerriglia e controguerriglia»43 ai corsi di addestramento, gli ufficiali della Gnr faticano a comprendere i caratteri peculiari della tattica partigiana, sembra addirittura si stupiscano se non riescono «a rintracciare le formazioni
avversarie»44 o se «un rastrellamento effettuato nella parte alta della provincia ha avuto, come primo spiacevole effetto, un rincrudire delle malefatte dei banditi in pianura»45.
Così gli ufficiali della “Tagliamento” scoprono, a loro spese, che le «bande ribelli
esistenti nel territorio della provincia di Vercelli evitano il combattimento aperto, preferendo effettuare azioni di sorpresa»46 e che, poiché «i ribelli, per sfuggire all’agganciamento e all’aggiramento [...] si frazionano in piccoli gruppi per riuscire a disperdersi
sulle montagne» è necessario variare «i metodi tattici finora applicati»47.
Cresce quindi il movimento di liberazione nazionale; sono sempre più frequenti, a
partire dal mese di maggio, gli accenni alla “pianurizzazione” della guerriglia, a «banditi
alle porte [...] di Vercelli»48, a temerarie azioni nella città stessa49.
I notiziari rappresentano una testimonianza precisa, netta, di come la Resistenza
cresca di pari passo con l’incomprensione da parte dei fascisti dei caratteri fondamentali di questa guerra di tipo nuovo, dei forti legami dei partigiani combattenti con la popolazione.
I fascisti si mantengono fermi nella loro convinzione che gli angloamericani siano i
finanziatori determinanti delle formazioni ribelli: «le bande armate ricevono regolarmente
rifornimenti aerei dal nemico»50 e che, in alcuni casi i ribelli siano addirittura al comando di «ufficiali inglesi, lanciatisi da aerei con paracadute»51. Se a ciò si aggiunge che si
ritiene addirittura che le bande operino sulla base di «ordini impartiti da radio Londra»52,
si ha un quadro abbastanza significativo della disinformazione della Gnr sul movimento
di Resistenza.
È ricorrente nei notiziari il criterio di non fare distinzione alcuna tra delinquenza
comune e azioni partigiane, anzi di assimilarle volutamente.
Anche in quel periodo esisteva certamente la delinquenza comune, in un certo senso era anzi facilitata dalla situazione del momento: non era neanche necessario avere
sempre, come nel caso dei malviventi operanti nel basso Biellese sul finire del ’44, una
41
Notiziario dell’8 maggio 1944, a p. 69. Cfr. anche Notiziario politico interno n. 87 del 7
novembre 1944, alle pp. 144-146.
42
Notiziario del 18 maggio 1944, a p. 73.
43
Cfr. ad. es. Guardia nazionale repubblicana. Comando generale. Segreteria generale.
Ufficio addestramento, Guerriglia e controguerriglia. Appendice alle lezioni di tattica per
i corsi Allievi Ufficiali di complemento della G.N.R., maggio 1944, in ISRSC BI-VC, b. 35, f. 5.
44
Notiziario dell’8 maggio 1944, a p. 69.
45
Notiziario del 7 marzo 1945, alle pp. 176-177.
46
Notiziario del 24 aprile 1944, a p. 60.
47
Ibidem.
48
Notiziario del 25 giugno 1944, alle pp. 95-96.
49
Cfr. ad es. Notiziario del 13 settembre 1944, a p. 128.
50
Notiziario del 5 maggio 1944, a p. 66.
51
Notiziario del 7 maggio 1944, a p. 68.
52
Notiziario del 31 maggio 1944, alle pp. 84-85.
25
«maschera sul volto e la rivoltella in pugno»53 per farsi consegnare denaro o merci.
Bastava più semplicemente una divisa che imitasse in qualche modo quella dei partigiani e bastava, soprattutto, autodefinirsi tali, per compiere veri e propri furti abusando
del nome e soprattutto di un’idea che non si stava affatto servendo.
Eppure i fascisti non ignoravano (anzi in alcuni casi se ne trova menzione negli stessi
notiziari54) che i partigiani agivano con la massima severità nei confronti di chi si fingeva partigiano per compiere ruberie.
Nonostante ciò, se avviene un furto a opera di ignoti, i compilatori dei notiziari non
esitano ad aggiungere la dizione «presumibilmente ribelli»55, se avviene una rapina gli
stessi «7 sconosciuti»56 autori possono diventare in un notiziario successivo «7 banditi
[leggi: partigiani] armati»57.
D’altronde nella descrizione delle bande si afferma che esse sono composte «di delinquenti comuni», «di delinquenti slavi (!) e comunisti» e «di delinquenti misti (!)»58.
Ma i notiziari non possono nascondere del tutto che i “fuori legge” rilasciano buoni
di requisizione e spesso pagano regolarmente le merci59, né che in determinati casi distribuiscono alla popolazione «parte della merce trafugata»60 o che, quando possibile,
restituiscono auto requisite per compiere azioni61.
Nel campo delle requisizioni è del resto difficile individuare il confine tra la realtà e
i falsi. Spesso le denunce presentate alla Gnr sono “maggiorate” perché in questo modo
i proprietari sperano di essere esonerati almeno parzialmente dagli ammassi. E talvolta
sono gli stessi partigiani a firmare buoni di prelevamento in cui sono dichiarate quantità
di merci superiori alla realtà.
Nell’estate inoltre fu svolta una vasta azione di propaganda per convincere i contadini a non obbedire alle disposizioni di Morsero per una rapida trebbiatura e conferimento del grano all’ammasso. Non furono pochi i casi di proprietari di aziende che si
accordarono con i garibaldini per rifornirli regolarmente di cereali. Naturalmente inventando poi, per giustificarsi di fronte all’“autorità” fascista, prelevamenti da parte dei
“fuori legge”.
Questi ed altri sotterfugi danno del resto una visione più chiara del legame esistente
tra le formazioni combattenti e la popolazione (pur con i limiti che il coinvolgimento del
mondo contadino ebbe in alcuni casi), della comune lotta contro gli occupanti.
Nello stesso modo, quando si tratta di far curare un ferito o di farsi aiutare a compiere un sabotaggio: per le “autorità” fasciste il medico è ovviamente stato «obbliga[to
dai] ribelli armati»62 e obbligati «con minacce» sono stati pure gli operai che aiutarono
a «collocare la mina [...] sulla linea ferroviaria»63.
53
Notiziario politico interno n. 105 del 13 dicembre 1944, alle pp. 155-156.
Cfr. notiziari del 18 agosto 1944, a p. 54 e del 5 maggio 1944, alle pp. 67-68.
55
Notiziario del 30 gennaio 1944, a p. 41.
56
Notiziario del 13 giugno 1944, a p. 89.
57
Notiziario del 14 giugno 1944, a p. 89.
58
Notiziario politico interno n. 87 del 7 novembre 1944, alle pp. 144-146.
59
Cfr. ad es. Notiziario del 13 marzo 1944, a p. 43; Notiziario del 29 aprile 1944, a p. 58.
60
Notiziario del 30 gennaio 1944, a p. 40; cfr. anche Notiziario del 9 giugno 1944, a p. 83.
61
Cfr. notiziari del 30 gennaio 1944, a p. 41 e del 10 maggio 1944, a p. 65.
62
Notiziario del 27 gennaio 1944, a p. 41.
63
Notiziario del 12 giugno 1944, a p. 86.
54
26
Nei notiziari sono numerose le mancate menzioni di episodi importanti, specialmente di stragi perpetrate dalle truppe nazifasciste (non vi è alcun cenno tra l’altro degli
eccidi di piazza Quintino Sella a Biella, di Mottalciata, di Rozzo e Lovario di Borgosesia).
Notizie di altri episodi rilevanti sono a volte riportate con notevole ritardo. È significativo, ad esempio, che della liberazione della Valsesia non si trovi traccia nei notiziari
per molti giorni. Della situazione e delle operazioni che il 10 giugno portarono alla liberazione della valle, in un promemoria «per il comandante generale della Gnr» si dice
soltanto che «in seguito al ritiro dei reparti [...] che presidiavano la zona della Valsesia
la notte del 10 c. m. i banditi hanno attaccato e prelevato il distaccamento della Gnr di
Serravalle Sesia. La notte sull’11 sfruttando ancora la situazione favorevole che si è
creata a loro favore [...] i banditi [...] hanno attaccato anche i distaccamenti di Varallo
e Borgosesia [...]»64.
Neppure nella riunione svoltasi il 16 giugno nella Prefettura di Torino «per esaminare la situazione [...] con speciale riguardo al movimento delle bande» si accenna esplicitamente alla zona libera. Si fanno solo vaghi riferimenti alla «intensa attività esplicata
dai banditi, che premono [...] alle porte di [...] Vercelli»65.
Solo il 16 luglio, quando ormai i nazifascisti stanno faticosamente rioccupando la
valle e compiendo spietate rappresaglie, nei notiziari è inserita una segnalazione di «fonte
fiduciaria attendibile» in cui si informa che «Borgosesia è stata occupata dai ribelli, i
quali hanno nominato il governo nazionale di liberazione»66. E solo il 23 luglio, quando
i nazifascisti hanno ormai praticamente rioccupato la valle, si comunica che «i banditi
[...] controllano indisturbati l’intero territorio»67.
Seguono poi i rapporti sull’«azione di rastrellamento intesa a liberare la zona dai banditi che si erano resi quasi (! sic) padroni assoluti della vallata» in cui la Gnr è costretta
ad ammettere che «l’operazione [... è] lunga e difficile»68.
Tra gli ufficiali della Gnr ancora nel mese di giugno è diffusa la convinzione secondo cui «la notevole attività degli elementi sovversivi [...] viene coperta dalla connivenza
o dall’omertà delle popolazioni»69 «per tema di rappresaglie»70. Solo qualche mese più
tardi, e dopo penosi tentativi di coprire l’ammissione che «la popolazione [è] stanca
delle sofferenze della guerra»71 facendone ricadere ogni responsabilità sui «fuori legge
[che] intralciano gravemente la situazione economica della provincia ed affamano la
popolazione»72, e dopo essersi ripetutamente illusi che «la popolazione [...] simula[sse]
simpatie per i fuori legge»73, si renderanno conto e non potranno più nascondere che
«la maggioranza della popolazione è consenziente e simpatizza per i banditi»74.
64
Notiziario del 16 giugno 1944, alle pp. 94-95.
Notiziario del 25 giugno 1944, alle pp. 95-96.
66
Notiziario del 16 luglio 1944, a p. 100.
67
Notiziario del 23 luglio 1944, alle pp. 100-101.
68
Notiziario del 23 agosto 1944, a p. 121.
69
Notiziario del 16 marzo 1944, a p. 47.
70
Notiziario del 14 giugno 1944, a p. 91.
71
Notiziario politico interno n. 95 del 22 novembre 1944, alle pp. 150-151.
72
Notiziario del 25 agosto 1944, alle pp. 122-123.
73
Notiziario del 5 gennaio 1945, alle pp. 160-161.
74
Notiziario del 1 aprile 1945, alle pp. 184-185.
65
27
Ma quando ciò avverrà non mancheranno che pochi giorni alla vittoriosa insurrezione popolare, alla liberazione di Vercelli, di Biella, di tutti i paesi della provincia e alla
marcia delle divisioni valsesiane fino a Milano.
In conclusione numerosi errori di valutazione e incomprensioni e altrettanto numerosi falsi, omissioni e deformazioni interessate, caratterizzano la maggior parte dei notiziari redatti sulla base dei rapporti inviati al Comando generale della Gnr direttamente
dalle formazioni operative della Guardia.
In linea di massima invece i notiziari sull’«ordine e spirito pubblico», e in generale
tutte le notizie tratte da rapporti inviati dal Comando provinciale della Gnr e dall’Upi, si
collocano in modo più disincantato di fronte ai fatti militari, agli aspetti economico-sociali,
in una parola di fronte alla vita della provincia.
Quello dell’obbiettività era del resto un tema che stava a cuore a Ricci: «È chiaro
che i compiti di questo servizio politico sono estremamente delicati quanto importanti.
Le notizie debbono perciò essere della più assoluta obiettività e le azioni degli ufficiali e
del personale addetto a questo particolare servizio debbono essere improntate alla più
rigida onestà»75.
«Il comandante generale della Gnr sapeva bene che la possibilità degli organi centrali di controllare la situazione in tutti i settori del Paese era legata per buona parte alla
serietà del lavoro informativo: una qualità, uno “stile” che il regime, soprattutto negli
ultimi anni, non aveva certo incoraggiato»76.
Tuttavia anche nei rapporti dell’Upi e del Comando provinciale non mancano, tra
l’altro, tentativi di accreditare un’immagine di consenso. Un esempio significativo è
dato dalla descrizione della partenza delle reclute (spesso, come si è detto, costrette a
presentarsi in seguito a rappresaglie nei confronti dei genitori, oppure “sbandati” rastrellati che fingono di accettare il “perdono del duce” in attesa dell’occasione propizia
per darsi nuovamente alla macchia): genitori e parenti che si assiepano sui marciapiedi
della stazione per salutare i giovani costretti a partire per la Germania diventano «una
grande folla [che] ha festeggiato i partenti»77.
In linea di massima però, pur riflettendo gli orientamenti, ed anche il morale, dei
compilatori, questi rapporti sono più vicini alla realtà del momento, o perlomeno a quella che agli occhi dei “quadri” fascisti locali appare tale.
75
Guardia nazionale repubblicana. Comando generale. Ufficio del generale addetto, Ai
comandi provinciali, 29 novembre 1943, cit.
76
G. PANSA, Nascita della R.S.I., cit. pp. 38-39.
Ricci, in una seconda circolare, in cui impartiva ulteriori direttive di metodo, insistette, tra
l’altro, sull’esigenza di obiettività: a) diligenza di osservazione preventiva per giungere tempestivamente a individuare i sintomi premonitori di deficienze di uomini e di cose; b) assoluta obiettività, serenità e franchezza nel riferire; c) la verità è una sola, anche se ingrata; d) per
tutto quanto procede regolarmente o che riscuote i consensi della massa, bastano, se necessario pochi cenni. Per quanto è argomento di fondate critiche, di riserve, di ostilità, occorre
una trattazione precisa, approfondita che tenga presente esclusivamente il principio di servire
lo Stato e non di servirsi di esso; e) particolare attenzione sia rivolta ai piccoli centri, dove
più frequenti possono essere i dissidi e l’assenteismo di autorità e gerarchia (Guardia nazionale repubblicana. Comando generale. Servizio politico, Ai Comandi Provinciali, Oggetto:
Relazioni periodiche, 26 gennaio 1944-XXII, citato in G. PANSA, Nascita della R.S.I., p. 39).
77
Notiziario del 3 agosto 1944, a p. 109.
28
Il fulcro delle relazioni del Comando provinciale della Gnr «è costituito dall’esame
delle condizioni di vita della popolazione [...] e dalle osservazioni dei funzionari fascisti
sull’orientamento delle masse nei confronti del fascismo e del nazismo. Sullo sfondo,
ma sempre presente, il perdurare della guerra e l’atteggiamento della gente nei confronti delle conseguenze che ne derivano»78.
In questi notiziari non si tenta di nascondere il «diffuso malcontento» della popolazione né le proteste «contro il Regime Repubblicano che andrebbe incontro alle necessità dei lavoratori solo a parole»79 né che «l’attività sovversiva è sempre intensa»80 e
che «il Partito non incontra il favore delle masse»81.
In un alternarsi di alti e bassi, talvolta i relatori affermano che «la situazione politica
continua a manifestare qualche sintomo di miglioramento»82 ma subito aggiungono che
«rimane pur sempre una massa notevole di individui ferocemente antifascisti, mentre
la zona montana è sempre dominata dalle bande comuniste»83.
Di quando in quando, specialmente in primavera ed estate, essi informano che è
«discreta la situazione economica e, poiché le colture si presentano favorevoli, si prevede che essa andrà ancora migliorando, eccezion fatta, naturalmente, per i grassi, la
cui razione [...] è assolutamente insufficiente»84.
Ma, nella maggior parte dei casi, devono segnalare invece che «la situazione economica dei lavoratori si aggrava di giorno per giorno, a mano a mano che il costo della
vita aumenta, mentre i salari restano immutati. L’inflazione segue il suo corso inesorabile e da molte parti si invoca qualche provvedimento che ridia agli italiani la fiducia
nella lira»85 ed anche che sono «frequenti le imprecazioni contro i profittatori di ogni
specie che pullulano ovunque; vivissime le preoccupazioni delle famiglie per il rapido
diluirsi dei risparmi faticosamente accumulati durante lunghi anni di lavoro; insistenti
gli accenni all’insufficienza delle paghe [...] e le esasperate espressioni di sfiducia nella
normalizzazione della situazione alimentare»86.
Anche per quanto riguarda la situazione politica le iniziali espressioni dei relatori di
fiducia e di speranza lasciano ben presto spazio a segnalazioni meno positive e ottimistiche.
A giugno riferiscono che «la caduta di Roma, che ha vivamente amareggiato gli animi
dei fascisti repubblicani e dei simpatizzanti, è stata accolta da molta parte della popolazione con giubilo maltrattenuto»87.
E via via aumentano le ammissioni di impotenza e di impopolarità del regime e le
segnalazioni dell’esistenza di vasti strati di «opinione pubblica orientata contro il Fascismo, ritenuto responsabile della guerra e delle conseguenti rovine, lutti e miserie»88
78
L. BONOMINI ET AL. (a cura di), Riservato a Mussolini, cit. p. XVI.
Notiziario del 5 marzo 1944, a p. 44.
80
Notiziario del 18 aprile 1944, a p. 57.
81
Notiziario del 23 aprile 1944, alle pp. 59-60.
82
Notiziario del 3 aprile 1944, alle pp. 52-53.
83
Ibidem.
84
Notiziario del 23 maggio 1944, a p. 78.
85
Notiziario del 16 giugno 1944, alle pp. 93-94.
86
Notiziario del 3 aprile 1944, alle pp. 52-53.
87
Notiziario del 16 giugno 1944, alle pp. 93-94.
88
Notiziario dell’8 agosto 1944, alle pp. 114-115.
79
29
e che sono ormai pochi gli «elementi ancora animati da amor di patria» e che solo in
una «esigua minoranza fascista [...] la fiducia nella potenza delle armi tedesche, e nel
concorso delle rinnovate forze armate italiane, si mantiene salda»89.
E ancora: «La situazione politica non è migliorata. La massa è sempre più avvelenata dalla propaganda sovversiva ed una piccola parte della popolazione, quella di buoni
sentimenti è perplessa e sfiduciata per l’andamento delle operazioni militari»90.
«Ai fascisti “che credono”, ai “benpensanti”, all’“elemento sano” insomma non resta che sperare [...] in qualche deus ex machina (magari le armi segrete) capace di capovolgere la situazione»91.
«Sintomi di una certa ripresa»92 vengono talvolta segnalati soprattutto in seguito a
«continue dimostrazioni di forza che [...] hanno dato nel territorio della provincia le
Forze Repubblicane»93. Allora la situazione politica viene definita «soddisfacente»94 e
si afferma che essa «pur risentendo dell’andamento della guerra e del fenomeno dei
banditi, in genere, può dirsi discreta»95.
Tuttavia non di realtà si tratta, ma di speranze, e «dalle righe dei rapporti comunque
traspare chiara la consapevolezza dell’inutilità di tali speranze»96, nonostante le rituali
affermazioni sull’«incrollabile fede nei destini dalla Patria e nella vittoria»97.
«Il Partito va perdendo considerazione anche tra gli stessi iscritti»98 e «la nostra
propaganda non riesce a far presa, perché deve ormai lottare contro la generale incomprensione»99 scrivono i relatori vercellesi: e da ciò emerge il senso dell’ineluttabilità della
sconfitta.
I passi citati danno un’idea, riteniamo, delle non poche difficoltà di lettura dei notiziari che pubblichiamo.
«Lo stile burocratico potrebbe indurre in errore chi, leggendo senza esperienza di
protagonista o di storico, restasse alla superficie del discorso, senza avvertire la tendenziosità e l’ambiguità delle notizie e non cercandone un confronto testimoniale»100.
Si tratta del resto di documenti di parte, di segnalazioni di una polizia di partito e di
regime spesso dettate, come si è già fatto notare, più che dall’obiettività della descrizione, dall’esigenza di giustificare il proprio agire di fronte al potere centrale. Tuttavia,
malgrado le reticenze e i falsi, da questi documenti emerge lo sfacelo del regime fascista, così come emergono gli aspetti più drammatici della vita delle nostre popolazioni,
la cui storia durante il ventennio e gli anni di guerra, in molti casi fatta di privazioni, di
miseria e di ribellione spesso soffocata, meriterebbe di essere scritta.
89
Notiziario del 18 agosto 1944, a p. 119.
Notiziario del 4 settembre 1944, alle pp. 125-127.
91
L. BONOMINI ET AL. (a cura di), Riservato a Mussolini, cit. p. XXIV.
92
Notiziario politico interno n. 101 del 5 dicembre 1944, alle pp. 154-155.
93
Notiziario politico interno n. 107 del 16 dicembre 1944, alle pp. 156-157.
94
Ibidem.
95
Notiziario politico interno n. 87 del 7 novembre 1944, alle pp. 144-146.
96
L. BONOMINI ET AL. (a cura di), Riservato a Mussolini, cit., p. XXIV.
97
Notiziario del 18 marzo 1945, alle pp. 180-182.
98
Notiziario del 16 giugno 1944, alle pp. 93-94.
99
Notiziario del 7 marzo 1945, alle pp. 176-177.
100
MICHELE CALANDRI, Fascismo 1943-1945. I notiziari della G.N.R. da Cuneo a Mussolini, Cuneo, L’arciere, 1979, p. XXIV.
90
30
Nota tecnica
La cronologia che pubblichiamo è l’estratto di tutte le notizie relative alla provincia
di Vercelli (salvo le lacune di cui si dirà) ricavato dai rapporti riservati (circa quindicimila cartelle dattiloscritte) redatti dal Servizio politico del Comando generale della Gnr.
Questo corpus documentario, di rilevante interesse nazionale e locale e «di rimarchevole importanza ai fini della ricostruzione storica della politica generale della Rsi e
più particolarmente per l’analisi dei comportamenti quotidiani delle masse di fronte allo
sfacelo del regime fascista» è, come noto, conservato nel “Fondo Gnr” dell’Archivio
Luigi Micheletti di Brescia1.
Esso è già stato utilizzato a più riprese, sia per studi su aspetti particolari della Rsi2
sia per opere di carattere antologico, come il volume “Riservato a Mussolini” in cui è
riportata, provincia per provincia, una selezione di rapporti aventi un valore di carattere
generale nel quadro del filo conduttore emergente dalle relazioni su «ordine e spirito
pubblico»3 pubblicate integralmente.
Nel nostro caso abbiamo ritenuto di pubblicare tutti i rapporti relativi alla provincia
anche se in alcuni casi «hanno soltanto un valore locale»4 sia per far conoscere meglio
e utilizzare più compiutamente una fonte di primaria importanza per lo studio di un periodo
cruciale della nostra storia recente, sia con la speranza di fornire nuovi spunti alla ricerca storica sulla lotta di liberazione nel Vercellese, nel Biellese e nella Valsesia.
La sezione “rapporti riservati” del “Fondo Gnr” dell’Archivio Micheletti è costituita
dai “Notiziari “ quotidiani e dai “Notiziari politici interni”. Nella maggior parte dei casi
questi ultimi riprendono integralmente le notizie dei più tempestivi e più precisi “Notiziari” quotidiani: abbiamo tuttavia usato indistintamente i due tipi di documenti perché,
a causa dell’incompletezza della collezione dei primi, spesso i secondi integrano la cronologia.
Il primo Notiziario quotidiano è del 20 novembre 1943. Mancano alla collezione i
numeri del 21-24, 28-30 novembre e del 2, 4, 16 dicembre 1943; del 6-8, 11, 17, 18
gennaio; tutti quelli del mese di febbraio; quello del 23 marzo; quelli del 1-12, 14, 15
luglio; del 16-19 e del 22-30 settembre; del 16, 24, 29 ottobre; tutti quelli dei mesi di
1
Al “Fondo Gnr” dell’Archivio Micheletti appartengono, oltre ai rapporti riservati, centinaia di volantini, manifesti e periodici riguardanti la politica e la propaganda della Rsi. Cfr.
DANIELA PANCHIERI, Documentazione sulla Resistenza, in AA. VV., Per una nuova storia locale. Materiali e proposte sul Bresciano, Brescia, Nuova Ricerca Editrice, 1978, p. 196.
Il fondo rimase sconosciuto fino a quando, nel 1965, Luigi Micheletti poté individuarlo
e averlo in consegna. Cfr. L. BONOMINI ET AL. (a cura di), Riservato a Mussolini, cit., p. LXXI.
2
Il primo a utilizzare i notiziari fu Giampaolo Pansa per il suo studio sulle forze armate repubblichine, L’esercito di Salò, cit. Cinque anni dopo fu edito il citato Riservato a Mussolini (notiziari del periodo novembre 1943 - giugno 1944). In seguito Michele Calandri curò la
pubblicazione dei rapporti relativi alla provincia di Cuneo (Fascismo 1943-1945, cit.).
3
L. BONOMINI ET AL. (a cura di), Riservato a Mussolini, cit. p. LXXI.
4
Ibidem.
31
novembre e dicembre 1944; quelli del 1-3, 6, 9-12, 14-23, 25, 26, 29, 31 gennaio; del
1-17, 19, 22, 25, 26 febbraio; del 1, 20, 21 marzo (per i giorni 11-16 marzo vi è un solo
notiziario incompleto con datazione “11-16 marzo 1945” manoscritta); del 21, 22 aprile
1945.
I Notiziari politici interni (con cadenza bi-trisettimanale, numerati progressivamente)
fanno la loro comparsa probabilmente verso la fine del marzo 1944. Mancano alla collezione i primi 84 numeri (il n. 85 è del 3 novembre 1944) e i nn. 112-122 e 133. L’ultimo
numero della collezione è il 149 del 12 marzo 1945.
Le lacune delle due collezioni non impediscono tuttavia «di ricavare una visione molto
articolata dello sfacelo in cui l’Italia è stata ridotta dalla guerra fascista, della disgregazione di tutto l’apparato fascista, della propaganda antifascista, della guerra partigiana,
delle lotte operaie e popolari»5.
I testi dei notiziari sono riprodotti fedelmente, ripetendo gli errori ortografici, dattilografici, di citazione di nomi di persona e di località6.
Nel caso di errori e storpiature evidenti abbiamo di norma indicato in corsivo tra
parentesi quadre i nomi esatti, oppure abbiamo fatto seguire un (sic)7.
Nel caso di dubbio o di illeggibilità dell’originale abbiamo fatto seguire un punto
interrogativo in corsivo tra parentesi o un (sic). La stessa notizia ripetuta in diversi notiziari
è riportata in tutte le sue versioni o sunti, salvo quando perfettamente identica (e anche
in quest’ultimo caso, quando contenuta in una relazione di carattere generale, come
quelle sull’ordine e spirito pubblico).
Se la data del fatto non è indicata o accertata, la notizia è riportata di norma alla data
del notiziario che la contiene. Le notizie relative a episodi avvenuti in giorni diversi sono
state, nei limiti del possibile, sdoppiate, oppure (e ciò soprattutto nel caso di episodi
che ebbero una durata di più giorni: rastrellamenti, ecc.), sono state di norma attribuite
al giorno in cui l’episodio ebbe termine.
Nell’ambito delle varie sezioni i notiziari sono suddivisi per regioni e per province:
talvolta però notizie relative alla provincia di Vercelli furono riportate dai compilatori
con l’indicazione di altra provincia o di altra località: in questi casi abbiamo riportato
prima della notizia l’indicazione geografica originale, ancorché errata, seguita quando
necessario da un (sic).
Abbiamo inoltre pubblicato notiziari di province limitrofe, nei casi in cui in essi fossero citate anche località della provincia di Vercelli o formazioni partigiane operanti
prevalentemente nel Vercellese, nel Biellese e nella Valsesia o persone ed episodi in qualche modo relativi a queste zone.
5
Ibidem.
Si tenga inoltre presente che alcune località a cui i notiziari attribuiscono qualifica di
frazione erano state unite nel periodo fascista ad altri comuni e sono tornate nel dopoguerra
a essere sedi comunali autonome. In altri casi comuni autonomi sono diventati nel dopoguerra frazioni di altri comuni.
Si ricordi inoltre che, all’epoca, i comuni del Canavese (in seguito aggregati alla provincia
di Torino) facevano parte della provincia di Aosta.
7
In alcuni casi abbiamo tuttavia preferito evitare di rimarcare errori in citazioni di località
poiché ricorrenti numerose volte, come ad esempio per Varallo Sesia e Alagna Sesia (sempre
citate in questi modi impropri), Trino (spesso citato come Trino Vercellese), Valle Mosso,
nonché l’uso del minuscolo per indicare le zone: Biellese, Vercellese, ecc.
6
32
In qualche caso abbiamo indicato tagli di testo non attinenti alla provincia con parentesi quadre.
Le notizie pubblicate sono sempre precedute dalla data del notiziario, dalla numerazione delle pagine da cui sono state tratte e dalla sigla delle sezioni in cui esse erano
state inserite dai redattori. La mancanza dell’indicazione della pagina del notiziari è dovuta all’impossibilità di accertarla nel testo originale, consultato a volte in fotocopie poco
illeggibili.
La mancanza dell’indicazione della sigla della sezione in cui è inserita la notizia significa che il notiziario non era ancora stato suddiviso in sezioni, come avvenne a partire dal 14 gennaio 1944, o (nei casi seguenti) è dovuta all’impossibilità di accertarla nel
testo originale.
Le sigle delle sezioni sono le seguenti:
A: Allegati e Promemoria
AR: Attività dei ribelli
AS: Attività sovversiva e antinazionale
CR: Operazioni contro i ribelli
NM: Notizie militari
OP: Ordine e spirito pubblico
S: Astensioni dal lavoro, scioperi
UO: Notizie pervenute nelle ultime ore
V: Varie
Avvertenza. Come si è detto nell’introduzione, l’attendibilità dei notiziari è spesso
assai scarsa: naturalmente la responsabilità sulla veridicità delle notizie pubblicate è
esclusivamente dei relatori e dei compilatori dei notiziari, cioè del Servizio politico della
Guardia nazionale repubblicana.
33
Scioglimento delle sigle
C.A.P.- Consorzio Agrario Provinciale
C.C.G.U. - Centro Costituzione Grandi Unità [dell’Esercito]
CC.NN. - Camicie nere (cnsc. - camicia nera scelta)
CC.RR. - Carabinieri Reali
C.L.N - Comitato di Liberazione Nazionale
E.F.R. - Era fascista repubblicana
FF.AA. - Forze Armate
FF.SS. - Ferrovie dello Stato.
G.A.P. - Gruppo di Azione Patriottica
G.I.L. - Gioventù Italiana del Littorio
G.N.R. - Guardia Nazionale Repubblicana
M. di S. vedi M.V.S.N.
M.V.S.N. - Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale
O.N.B. - Opera Nazionale Balilla
O.P. - Ordine Pubblico
P.A.I. - Polizia Africa Italiana
P.C. - Partito Comunista
P.F.R.- Partito Fascista Repubblicano
P.N.F. - Partito Nazionale Fascista
P.R. - Polizia Repubblicana
P.S.- Pubblica Sicurezza
R.A.P. - Reparto Anti-Partigiani
R.A.U. - Reparto Arditi Ufficiali
R.S.I. - Repubblica Sociale Italiana
S.I.E.D. - Società Idroelettrica Dinamo
S.I.P. - Società Idroelettrica Piemonte
S.M. - Stato Maggiore
S.S.- Schutz-Staffeln (squadre di protezione)
S.T.I.P.E.L. - Società Telefonica Interregionale Piemonte e Lombardia
U.P.I.- Ufficio Politico Investigativo
Abbreviazioni
btg.- battaglione
c. e corr.- corrente (c. m. - corrente mese; c. a. - corrente anno)
csq. - caposquadra
p. - pagina; pp. - pagine
u. s. - ultimo scorso
34
I notiziari
2 dicembre 1943
Notiziario del 5 dicembre 1943, p. 4
Un distaccamento CC.NN. della 28a Legione, sito nella località Varallo Sesia, alle ore 17
del giorno 2 corrente, è stato attaccato da un gruppo di elementi ribelli. La pronta reazione legionaria disperdeva gli attaccanti. Perdite nostre un sottufficiale ferito.
Il nemico lasciava traccie di sangue sul luogo.
Notiziario del 15 dicembre 1943, p. 4
[Varallo] Il 2 corrente, circa 40 ribelli armati, hanno inutilizzato il telefono e sparato
raffiche di mitraglia e lanciato bombe.
Risulta ucciso il Csq. della Milizia LINDA (sic) Leandro.
Notiziario del 19 dicembre 1943, p. 1
Torino. Il giorno 2 c. m., ribelli affluiti in Varallo hanno iniziato una azione terroristica
con lancio di bombe a mano contro il Caffè Roma.
Dopo aver inutilizzato il centralino telefonico, i ribelli aprivano il fuoco contro il palazzo
municipale ove si trovavano accantonati i Legionari della Guardia i quali rispondevano
energicamente, mettendo in fuga l’avversario.
Il Capo Squadra GUIDA Leandro, proveniente dalla la Legione di Torino, è stato raggiunto ed ucciso dai ribelli mentre raggiungeva l’accantonamento. Un carabiniere è rimasto ferito ad una gamba. I ribelli si sono impossessati di un autocarro, che veniva
poi trovato a quattro chilometri dal paese con tracce di sangue.
5 dicembre 1943
Notiziario del 5 dicembre 1943, p. 2
Suzzara (Mantova). Risulta che presso il Collegio D’Adda in Varallo sono state accantonate e distribuite 450 coperte a partigiani. Sono in corso indagini.
Notiziario del 10 dicembre 1943, p. 4
Il giorno 5 corrente, formazioni di ribelli hanno attaccato la polveriera [di] Alice Castello. Si lamentano due C.N. ferite. Situazione ristabilita.
6 dicembre 1943
Notiziario del 20 dicembre 1943, p. 2
La sera del 6 corrente un gruppo di circa 20 ribelli si è presentato allo Stabilimento
Fratelli Garlanda in Frazione Falcero, ottenendo il rifornimento di farina, coperte ecc.
Successivamente, presso la stazione di Vallemosso, incontrati due militi della Finanza
ne uccidevano uno e ne ferivano gravemente un altro. Poi si davano alla campagna.
11 dicembre 1943
Notiziario del 30 dicembre 1943, p. 4
Provincia di Torino. Ponzone. L’11 c. m. un gruppo di ribelli ha asportato stoffe per un
milione di lire e circa 400 mila lire dallo stabilimento Giletti.
Successivamente è stato catturato ed ucciso il Segretario del locale Fascio.
35
16 dicembre 1943
Notiziario del 26 dicembre 1943, p. 3
Varallo Sesia. Il 16 c. m., circa venti ribelli armati hanno occupato la stazione interrompendo le comunicazioni telegrafiche e telefoniche ed asportando L. 6366.
17 dicembre 1943
Notiziario del 30 dicembre 1943, p. 5
Alagna Sesia. Il 17 dicembre una trentina di ribelli si recavano nella caserma dei carabinieri ed asportavano armi e munizioni.
18 dicembre 1943
Notiziario del 30 dicembre 1943, pp. 5 e 7
Trivero. Il 18 corr. un centinaio di ribelli hanno assalito la caserma dei carabinieri e li ha
(sic) disarmati. I carabinieri non hanno reagito1.
Crevacuore. Una cinquantina di ribelli si sono recati il 18 dicembre alla locale caserma
dei carabinieri, asportando maschere antigas, bandoliere ed una macchina da scrivere.
Il 18 corr. sono stati trovati a Mosso S. Maria i cadaveri dei capisquadra DURANDO
e RAVIGLIONE, della Controaerei.
Alle due vittime, fucilate, era stata fatta indossare la divisa ribelle.
20 dicembre 1943
Notiziario del 5 gennaio 1944, p. 7
Cossato. Il 20 u. s. un gruppo di ribelli ha assalito la caserma dei carabinieri. Mancano
particolari.
21 dicembre 1943
Notiziario del 30 dicembre 1943, pp. 6-7
Varallo Sesia. Il 21 corr., partigiani armati irrompevano nella caserma Dicat disarmando i legionari ed asportando armi, vestiario ed una certa somma.
Gli stessi banditi occupavano la caserma della Guardia di Finanza, asportandovi tutto il
materiale in dotazione.
Anche l’esattoria comunale e la stazione ferroviaria venivano invase dai ribelli i quali
asportavano rispettivamente L. 3727 e L. 6400.
Tollegno. Nella notte del 21 i partigiani hanno occupato a mano armata la filatura Tollegno. Mancano particolari.
Vercelli. Il 21 corr. circa 200 ribelli hanno fatto sospendere il lavoro in tutti gli stabilimenti. Sono stati uccisi due militari tedeschi ed uno è stato ferito e prelevato.
Anche il capitano dei carabinieri ed il vice comandante tedesco sono stati feriti e prelevati.
22 dicembre 1943
Notiziario del 5 gennaio 1944, p. 7
Tollegno. Il 22 u. s., militari germanici hanno eseguito quattro fucilazioni. Mancano
particolari.
1
Questa e le successive sottolineature sono nel testo originale.
36
23 dicembre 1943
Notiziario del 2 gennaio 1944, p. 2
Il 23 u. s. i ribelli hanno prelevato in località Coggiola alcuni iscritti al P.F.R.
Notiziario del 12 gennaio 1944, p. 2
Pray Biellese. Il 23 dic. u. s., mentre il brigadiere della M.d.S. procedeva all’identificazione di due individui, è stato ucciso da colpi d’arma da fuoco. Lo squadrista MASSARI della “MUTI” di Milano, che era insieme al brigadiere, è rimasto ferito.
30 dicembre 1943
Notiziario del 30 dicembre 1943, pp. 5-7
Nelle zone di Serravalle Sesia e nelle vicinanze di Varallo, i ribelli avrebbero istituito dei
posti di blocco, impedendo il transito dei veicoli e dei pedoni.
In località Gattinara i ribelli hanno effettuato degli arruolamenti. In località Pralungo la
C.N. GIMONE (sic), della 1a Legione, è stata uccisa dai ribelli.
Varallo. I ribelli dopo aver prelevato 300 mila lire e valori vari presso la banca popolare
di Novara, hanno organizzato un comizio sulla piazza del paese.
Borgosesia. Il capo ribelle MOSCATELLI, ha riunito la folla ed ha parlato in piazza. I
ribelli discendono dalla zona di Preia [Breia] - Celio [Cellio] dorsale tra il lago d’Orta e
Valsesia.
Coggiola. I partigiani hanno assalito e disarmato i carabinieri.
Sordevolo. I partigiani hanno occupato la caserma dei carabinieri asportando tutto il
materiale ivi esistente. I carabinieri non hanno reagito.
Cossato. I partigiani hanno occupato la caserma dei carabinieri asportando tutto il materiale ivi esistente. I carabinieri non hanno reagito.
Pralungo. È stata uccisa la C.N. GIVONE Onorato, colà in permesso.
Biella. Truppe tedesche hanno fucilato sette persone nella città. La situazione a Biella
tende a peggiorare.
Cogola [Coggiola]. Elementi ribelli hanno catturato a domicilio sette persone appartenenti al P.F.R., fra cui il segretario politico.
Il 63o Btg. “M” ha operato nei dintorni di Borgosesia. Sono state eseguite 13 fucilazioni.
Tra i giustiziati, figura il podestà di Varallo Sesia. Perdite nostre: 2 legionari del 63o Btg.
2 gennaio 1944
Notiziario del 14 gennaio 1944, p. 1, AR
Torino. Il 2 corrente, in BORGOSESIA (Vercelli), quattro ribelli si presentarono alla
manifattura Lane asportando un’automobile “Lancia Augusta”.
4 gennaio 1944
Notiziario del 14 gennaio 1944, p. 3, AR
Il 4 corrente, in VARALLO SESIA (Vercelli), elementi ribelli penetrarono nello stabile
dell’Albergo “Italia” e tagliate le comunicazioni telefoniche e immobilizzato il custode,
asportarono dalla stalla quattro bovini del valore complessivo di lire 8000.
Il 4 corrente, alle ore 15, in CREVACUORE (Vercelli), ottanta ribelli armati penetrarono
nell’abitazione di CICERI Pietro, Commissario del Fascio Repubblicano, donde asportarono parte delle suppellettili. S’impadronirono parimenti di un autofurgone Fiat ed
interruppero la linea telefonica.
37
Notiziario del 19 gennaio 1944, p. 16, V
Il 4 corrente, in Valduggia, cinque individui armati dopo essersi qualificati per agenti di
P.S. irruppero in una villa di tale BOTTINELLI asserendo di dovere eseguire una perquisizione per la ricerca di armi e munizioni.
Dopo aver rovistato l’abitazione, asportarono denaro e titoli per 33 mila lire, argenteria
e gioielli per valore imprecisato ma rilevante. I cinque individui erano comandati da un
sedicente tenente dei carabinieri.
5 gennaio 1944
Notiziario del 14 gennaio 1944, p. 3, AR
Vercelli. Il 63o Battaglione “M” ha catturato il 5 corrente, 10 prigionieri inglesi ed un
tale che si occupava di smistarli in territorio svizzero.
Proseguono le indagini.
Notiziario del 19 gennaio 1944, pp. 8-9, AR
Il 5 corrente, in località Rondò del comune di Serravalle Sesia, un capitano dell’Esercito Repubblicano, due allievi ufficiali e due militi del Battaglione d’Assalto vennero aggrediti da una quindicina di ribelli armati, disarmati e fatti montare su un automezzo.
Nei pressi della località Guardella di Borgosesia si rinvennero più tardi, feriti, un milite
e un allievo ufficiale ed il cadavere del capitano DE MARTINO. Ignorasi la sorte dell’altro allievo ufficiale e del milite.
Il 5 corrente, verso le ore 15,30, in Crevacuore, circa 60 ribelli armati, dopo aver bloccato le strade di accesso al paese, si recarono nell’esattoria ed asportarono 2500 lire ed
alla Banca Popolare dove si appropriarono di lire 20 mila.
Il 5 corrente, nello scalo di Borgosesia, elementi ribelli aggredirono due militi ferroviari,
e, dopo di averli disarmati, si allontanavano portandoseli seco.
Notiziario del 20 gennaio 1944, p. 8, AR
[Borgosesia] Il 5 corrente, quattro ribelli armati si sono fatti consegnare dallo Stabilimento
Manifattura Lane 100 coperte da campo, allontanandosi subito dopo con un autocarro.
Notiziario del 22 gennaio 1944, p. 4
Il 5 corrente, alla località Rondò di Bornate venivano catturati da elementi ribelli un
capitano, due allievi ufficiali e due graduati appartenenti alla 1a Divisione d’Assalto. Questi
ultimi condotti in località Guardella venivano colpiti da raffiche di mitra. Quattro di essi
sono deceduti; il quinto si trova in stato gravissimo all’ospedale.
7 gennaio 1944
Notiziario del 16 gennaio 1944, p. 2, AS
Biella. Il 7 corrente, circa 650 operai della fabbrica tessile Rivetti si sono astenuti dal
lavoro per protestare contro il provvedimento del Commissariato Generale del Lavoro
che ha disposto che le 500 lire recentemente corrisposte come premio debbono essere
ora detratte dall’importo delle 192 ore.
Anche 150 operai dello stabilimento tessile Reda hanno sospeso il lavoro, riprendendolo dopo accordi intervenuti fra il proprietario e la commissione di fabbrica.
Notiziario del 19 gennaio 1944, pp. 9-10, AR
Il 7 corrente, in Biella, individui sconosciuti lanciarono quattro bombe nei pressi dell’abitazione del fascista repubblicano BOGGIO, componente del Tribunale Speciale
provinciale di Novara. Nessun danno, né vittime.
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Il mattino del 7 corrente, in Borgosesia, un gruppo di ribelli, montati su autofurgoncino
ed armati, presentatisi al locale stabilimento “Società Nazionale Officine Savigliano” si
fece consegnare dalla direzione del materiale elettrico e radio.
8 gennaio 1944
Notiziario del 19 gennaio 1944, p. 9, AR
Nella notte sull’8 corrente, in Borgo d’Ale, 20 partigiani armati di mitragliatrici e montati su sei autovetture, fecero irruzione nei locali dell’ammasso asportando lire 4312 e
28 quintali di cereali vari.
L’8 corrente in Trivero, tre ribelli armati si presentarono al presidente della S.A. Cooperativa fratelli Zegna, imponendogli di consegnare loro un camioncino.
9 gennaio 1944
Notiziario del 21 gennaio 1944, p. 4, AR
Novara. Nella notte sul 9 corrente, i partigiani hanno affisso nel paese di Grignasco
alcuni manifesti con i quali si portava a conoscenza della popolazione che il Battaglione
“M” (Tagliamento), che agisce in operazione di polizia nella Valsesia, era stato sbaragliato: molti uomini uccisi o fatti prigionieri, molto materiale catturato e perfino asportata la “Bandiera” di combattimento.
10 gennaio 1944
Notiziario del 20 gennaio 1944, p. 8, AR
Il 10 corrente in Brusnengo, circa venti ribelli si sono appropriati di un paio di quintali
di salumi.
Notiziario del 22 gennaio 1944, p. 2, AS
Il 10 corrente, gli operai dei sottonotati stabilimenti si astennero dal lavoro per protestare contro il provvedimento secondo il quale le 500 lire recentemente corrisposte come
premio debbono essere ora detratte dall’importo delle 192 ore:
1o) Officine costruzioni tessili - Biella
2o) Cotonificio Poma - Occhieppo Inf.
3o) Stabilimento tessile Fratelli Rosta [Rista] - Occhieppo Inf.
4o) Stabilimento tessile Pria - Biella
5o) Lanifici Rivetti - Biella
6o) Filatura Piacenza - Pollone
7o) Maglificio Maggia - Occhieppo Inf.
8o) Lanificio Torello - Occhieppo Inf.
9o) Lanificio Simone - Occhieppo Inf.
10o) Filatura Vietta [Fietta] - Pollone
11o) Filatura Bracco - Cossina [Cossila] - Biella
Notiziario del 23 gennaio 1944, p. 10, AR
Il 10 corrente in Mosso S. Maria, venti ribelli armati di mitragliatori e bombe a mano
penetrarono nella caserma dei carabinieri precedentemente disarmata e tolsero una pistola ad un milite forestale ivi rifugiatosi.
Quindi si allontanarono su due camioncini dopo aver asportato da due negozi del luogo
cinque quintali di salumi.
Il 10 corrente, in Adorno Micca (sic), i partigiani hanno bloccato le vie di accesso al
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Municipio e, penetrati nell’Ufficio di Polizia Urbana, hanno disarmato le guardie comunali.
11 gennaio 1944
Notiziario del 21 gennaio 1944, p. 8, V
Il giorno 11 corrente, il 63o Battaglione “M” ha catturato in località Ronsecco tre prigionieri britannici.
Notiziario del 22 gennaio 1944, pp. 2-3, S
Vercelli. L’11 corrente, una diecina di ribelli armati hanno imposto la sospensione del
lavoro alle maestranze degli Stabilimenti Tessili del luogo.
12 gennaio 1944
Notiziario del 12 gennaio 1944, p. 1, AR
Borgosesia. Un gruppo di ribelli ha catturato il Csq. POZZI e la Cnsc. IMPALLOMENI, reduci da una operazione di polizia. Sono in corso indagini.
Notiziario del 12 gennaio 1944, p. 3, AS
Vercelli. Sono stati arrestati e deferiti al comando gruppo carabinieri di Vercelli i carabinieri: app[untato] SINFISO Ernesto - carabiniere DE ALESSANDRI Vittorio - carab.
NATALINI (sic) Roberto - carab. NOVA Gabriele, perché partecipavano a riunioni dei
ribelli, prendendo parte ad azioni da questi condotte.
Notiziario del 23 gennaio 1944, p. 10, AR
Il 12 corrente in Caggiola [Coggiola], quindici ribelli, presentatisi a quella caserma dell’arma, prelevarono quale ostaggio il comandante interinale della stazione stessa, brigadiere GUFINI Leopoldo ed ingiunsero ai quattro carabinieri componenti la brigata di
restituirsi immediatamente alle loro famiglie, minacciandoli, caso contrario, di prenderli quali ostaggi. Il comandante della Compagnia di Biella, previ accordi con quel comando germanico, ha disposto il ripiegamento dei predetti militi a Biella.
13 gennaio 1944
Notiziario del 22 gennaio 1944, p. 3, AR
Biella. Il 13 corrente, durante una perlustrazione veniva attaccata dai partigiani una
pattuglia del 63o Battaglione “M”.
Nell’adempimento del proprio dovere cadeva la Camicia Nera Scelta FASOLO.
14 gennaio 1944
Notiziario del 28 gennaio 1944, p. 2, AR
Il giorno 14 corrente, nei pressi di Varallo Sesia, un camion scortato da militari fra cui
un graduato tedesco, venne attaccato da formazione ribelle.
Nel conflitto rimase ucciso il milite tedesco e altri tre militari rimasero feriti.
17 e 18 gennaio 1944
Notiziario del 30 gennaio 1944, p. 7, AR
Nei giorni 17 e 18 corrente, in Quittengo, numerosi ribelli armati penetrati nel magazzino di Italo CLERICO, asportarono complessivamente 830 paia di scarpe e biancheria, del valore di lire 70000. Parte della merce trafugata fu distribuita dai ribelli alla popolazione; il resto venne trasportato su un carro, nella vallata di Oriomosso.
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18 gennaio 1944
Notiziario del 30 gennaio 1944, p. 7, AR
Il 18 corrente, in Sagliano Micca, quattro ribelli armati obbligarono il direttore della
cooperativa di consumo a consegnare loro un autocarro. Nel pomeriggio dello stesso
giorno l’automezzo fu rinvenuto abbandonato in Rialmosso, frazione di Quittengo.
19 gennaio 1944
Notiziario del 27 gennaio 1944, p. 16, AR
Il 19 corrente, in Sagliano Micca, numerosi ribelli armati obbligarono l’autista Francesco ROSSETTI, che trasportava su un autocarro 18 casse contenenti 900 bottiglie di
vino Barolo del valore di 38000 lire, a dirottare l’autocarro fino alla frazione Orio Mosso (sic) ove, fatte scaricare le bottiglie, lo lasciarono in libertà.
Il 19 corrente, quattro ribelli armati obbligarono il Dott. Alberto PlIVANI, medico condotto residente a Quittengo, a curare un ferito giacente a poca distanza sulla strada
Balma-Quittengo. Il ferito, un ribelle non identificato, decedette poco dopo.
I ribelli obbligarono detto medico a trasportare il cadavere con la propria automobile
alla cappella mortuaria di Campiglia Cervo.
20 gennaio 1944
Notiziario del 30 gennaio 1944, p. 8, AR
Nella notte sul 20 corrente, in località Mulino del comune di Callabiana, ignoti, presumibilmente ribelli, penetrati nel salone lavorazione della fabbrica tessuti di Virginio DEL
GROSSO, asportarono stoffe e una cinghia di cuoio per lavaggi, per un valore di lire
70000.
Il 20 corrente, in Sagliano Micca, quattro ribelli armati obbligarono il dirigente della
ditta BARBISIO a consegnare loro un’autovettura “Augusta”.
Nel pomeriggio dello stesso giorno i ribelli abbandonarono il veicolo nel comune di Pollone,
telefonando alla ditta predetta perché provvedesse a ritirarlo.
21 gennaio 1944
Notiziario del 21 gennaio 1944, p. 4, AR
Il Comandante del 63o Battaglione “M” trasmette in sintesi il risultato delle azioni del
Battaglione: la banda partigiana di Varallo si è disciolta ed i gregari sono ritornati alle
loro case.
Dei due capi: CHIODO il più intransigente, è passato alle dipendenze del famigerato
MOSCATELLI, mentre l’altro, il COLOMBO, ha fatto atto di sottomissione e si attende di giorno in giorno la presentazione al Comandante del 63o Battaglione “M”. Anche
la banda di COGGIOLA, comandata dal tenente BASSOTTO, si è disciolta.
Notiziario del 30 gennaio 1944, p. 8, AR
Il 21 corrente in Candele (sic) tre ribelli appartenenti allo scaglione Vallemosso, rapinarono nella sua abitazione, della somma di lire 13000 e di un braccialetto d’oro, la negoziante di tessuti Clara VIANA.
23 gennaio 1944
Notiziario del 30 gennaio 1944, pp. 8-9, AR
Il 23 corrente in contrada Battiana di Lessona, venti ribelli armati penetrarono, median41
te rottura di un cancello e della porta, nel magazzino della società anonima autotrasporti
libici, donde asportarono venti gomme per autocarro.
Il 23 corrente, in frazione Baraggia di Lessona, sei ribelli armati penetrarono nella cabina elettrica S.I.E. Dinamo e, imposto ai due guardiani di allontanarsi con le rispettive
famiglie, collocarono e fecero esplodere quattro ordigni esplosivi nei trasformatori che
rimasero distrutti. I danni ascendono a lire 800000.
28 gennaio 1944
Notiziario del 28 gennaio 1944, p. 3, AR
In seguito alle recenti operazioni di polizia effettuate dal 63o Battaglione “M” nella zona
di Cellio, sono stati recuperati i seguenti materiali: cinque automobili - una motocicletta
- un camion - un furgoncino - otto moschetti - alcune casse di munizioni - una bandiera rossa - alcuni quintali di viveri - alcuni apparecchi radio trasmittenti - alcuni impianti
telefonici completi.
Molto significativo l’arresto di alcuni prigionieri inglesi i quali tennero a dichiarare di
essere stanchi della vita in comune col MOSCATELLI.
22 febbraio 1944
Notiziario del 3 marzo 1944, p. 25, AR
Il 22 febbraio u. s. alle ore 23, in Serravalle Sesia, elementi ribelli prelevarono dalla sua
abitazione il giovane Giovanni RESTA, simpatizzante fascista e, condottolo nelle vicinanze del fiume Sesia, lo ferirono gravemente a colpi di pistola.
23 febbraio 1944
Notiziario del 4 marzo 1944, p. 14, AR
Il 23 febbraio u. s., in seguito a brillamento di ordigni esplosivi avvenuto presso il viadotto S. Quirico, tra le stazioni di Grignasco e Borgosesia, rimase interrotta la linea
ferroviaria Novara-Varallo Sesia.
Il 23 febbraio u. s., alle ore 20,15, in Selve Marcone, 7 ribelli armati si presentarono
nell’abitazione del podestà del luogo Antonio MUSSO e costrinsero questi, con la minaccia delle armi, a consegnare loro la somma di lire 11.000. Asportarono poi una borsetta della moglie del MUSSO contenente L. 3.500, due anellini di platino da donna, una
giacca di pelle marrone e cibarie.
25 febbraio 1944
Notiziario del 3 marzo 1944, pp. 25-26, AR
Il 25 febbraio u. s., in frazione Montana Francia [montana Affrancia] del comune di
Borgosesia, alcuni individui armati si presentarono nell’abitazione di certa Maria CALZINI e prelevarono i legionari della G.N.R. Paolo FALLAUGER e Alberto FERRI, appartenenti alla 33a legione di stanza ad Imperia che ivi si trovavano in licenza breve.
26 febbraio 1944
Notiziario del 3 marzo 1944, p. 25, AR
Il 26 febbraio u. s., alle ore 11, in Varallo Sesia alcuni armati entrarono nell’ufficio della
Federazione Lavoratori Agricoli donde asportarono una macchina da scrivere, una radio rurale, carte e buste d’ufficio.
42
28 febbraio 1944
Notiziario del 9 marzo 1944, p. 17, AR
Il 28 febbraio u. s., verso le ore 17,30, in Zubiena 10 sconosciuti armati prelevarono
quale ostaggio il commerciante Pietro Givone.
Successivamente penetrarono nell’ufficio postale e distrussero l’apparecchio telefonico
e telegrafico, tenendo sotto la minaccia delle armi la supplente Maria VALLANZASCA.
Il 28 febbraio u. s., in Netro, ribelli armati si recarono presso la S.A. Officine di Netro
e, dopo aver invano tentato di aprire la cassaforte, asportarono da alcuni cassetti 23
orologi ed oggetti vari del valore di L. 63.000 circa.
29 febbraio 1944
Notiziario del 1 marzo 1944, p. 26, A
La situazione dei militi di rinforzo alle stazioni carabinieri alla data del 29 corrente è la
seguente: […] - gruppo Vercelli 392.
[…]
1 marzo 1944
Notiziario del 2 marzo 1944, p. 22, UO
Il Comando Generale della G.N.R. a seguito degli avvenimenti verificatisi in Milano ha
colà disposto l’invio dei seguenti reparti che hanno raggiunto il mattino del 1o corrente
la destinazione con automezzi del Ministero degli Interni e delle Prefetture:
[…]
- 2 compagnie da Vercelli;
[…]
Notiziario del 10 marzo 1944, p. 21, UO
Il 1o corrente, in località Valtoppa del comune di Carpignano Sesia la G.N.R. catturò tre
prigionieri di guerra australiani, evasi nel settembre 1943 dal campo di concentramento
di Brusnengo (Vercelli).
Notiziario dell’11 marzo 1944, p. 8, AR
Il 1o corrente alle ore 10, in Varallo Sesia, 6 ribelli armati si presentarono alla manifattura ROTONDI e si fecero consegnare 102 coperte e 40 trapunte, per un valore complessivo di L. 25.000 circa. Caricata la merce su un automezzo, i ribelli si allontanarono
in direzione di Fobello.
2 marzo 1944
Notiziario del 12 marzo 1944, p. 14, AR
Il 2 corrente, alle ore 6,30, sullo stradale Sordevolo-Pollone, uno sconosciuto lanciò
una bomba a mano contro il milite Virginio PIVANO, il quale riportò gravi lesioni.
4 marzo 1944
Notiziario del 13 marzo 1944, p. 14, AR
Il 4 corrente, alle ore 20, in Biella, 20 ribelli muniti di autocarro si presentarono alla
2
Omettiamo i promemoria relativi allo stesso oggetto allegati ai notiziari del 2-15, 18- 22,
24-31 marzo e 3-6, 8-13 aprile 1944, poiché la situazione dei militi di rinforzo alle stazioni del
gruppo di Vercelli risulta, per tutto il periodo, invariata (39 militi).
43
Manifattura Italiana SCARDASSI, e, col pretesto di consegnare un telegramma, ottennero che il portiere aprisse la porta, irrompendo così nella fabbrica.
Disarmati i due guardiani si impossessarono di 7 sacchi di riso, due di farina, una damigiana d’olio e una latta di benzina, rilasciando ricevuta a firma “Brigata d’assalto Garibaldi - Comando partigiano di zona”.
Notiziario del 18 marzo 1944, pp. 21-22, AR
Il 4 corrente, alle ore 23, in frazione Civiasco di Varallo Sesia, due ribelli asportarono
dall’abitazione di Anna PICCIO tre fucili da caccia; gli stessi elementi si ripresentarono
il 6 corrente, alle ore 15, e si fecero consegnare un moschetto austriaco e oggetti di
corredo, compresa una divisa da ufficiale della milizia del fratello dell’interessata.
Il 4 corrente, in Alagna Sesia, elementi ribelli armati intimarono di scioperare agli operai
delle miniere “BRAMBILLA E FIAT”
5 marzo 1944
Notiziario del 5 marzo 1944, p. 25, A
Dall’esame della corrispondenza postale da parte degli organi della censura sono emersi stati d’animo che qui appresso si segnalano:
- numerosi i casi di istigazione alla renitenza e alla diserzione, con invito a ricorrere a
subdole manovre pur di liberarsi dal servizio militare;
- dalle province di Cuneo, Vercelli, Torino, Trieste, partono frequenti descrizioni di gesta
attribuite ai ribelli. Taluni però si lamentano d’essere lasciati indifesi dai soprusi, dalle
grassazioni e dalle violenze di individui che, dicendosi patrioti, compiono veri e propri
atti di brigantaggio;
- assai diffuso il malcontento per i ritardi e, talvolta, per la mancata distribuzione dei
generi tesserati, specie dei grassi. Vivissime riprovazioni per l’incremento del mercato
nero e accenni all’impotenza delle autorità a porre un freno al dilagare del fenomeno;
- dai centri sottoposti a indiscriminati bombardamenti aerei partono parole di esecrazione contro i barbari sistemi degli anglo-statunitensi;
- specie dopo lo sbarco nemico ad Anzio e Nettuno, si nota un risveglio di speranze e
di desideri perché il nemico venga ricacciato dal suolo della Patria, e si auspica un efficace concorso delle nostre armi. Più frequenti le manifestazioni di sentimenti patriottici e viva l’ammirazione per la tenacia e il valore delle truppe germaniche;
- da più parti si protesta contro il Regime Repubblicano che andrebbe incontro alle necessità dei lavoratori solo a parole.
6 marzo 1944
Notiziario del 16 marzo 1944, p. 19, AR
Il 6 corrente, alle ore 12,30, in Varallo Sesia, numerosi ribelli in abito civile e muniti di
armi automatiche, prelevarono dal magazzino consorzio agrario quintali 7 di riso e quintali
4 di pula di riso. Dalla salumeria di Gaspare DECATERINA prelevarono Kg. 20 di lardo, che era destinato al consumo della popolazione.
Notiziario del 17 marzo 1944, p. 14, AR
Il 6 corrente, alle ore 21, in Tavigliano Micca, tre sconosciuti armati di pistola si presentarono al caffè CERUTTI costringendo la titolare a consegnare loro dei viveri.
Notiziario del 18 marzo 1944, pp. 21-22, AR
Il 6 corrente, in Postua, 4 persone mascherate e armate, prelevarono dalle rispettive
44
abitazioni certo (sic) Carlo MILANINI e Giuseppe BOTTO, che condussero in località
S. Sebastiano, dove li uccisero a colpi di pistola.
[Varallo] Il 6 corrente, alle ore 19, tre sconosciuti armati costrinsero il veterinario Giovanni PERCINI a consegnare la propria auto.
Il 6 corrente, alle ore 12, in Varallo Sesia, numerosi ribelli si presentarono al magazzino
di generi alimentari gestito da Lucia MASSAROTTI, facendosi consegnare 4 quintali
di pasta.
Notiziario del 19 marzo 1944, pp. 13-14, AR
Il 6 corrente, alle ore 10, in Varallo Sesia, 4 ribelli si presentarono alla conceria Francesco GODIO e si fecero consegnare 26 Kg. di cuoio.
Il 6 corrente, alle ore 10, in Varallo Sesia, alcuni ribelli armati si presentarono all’esercente l’albergo Italia e si fecero consegnare 11 materassi di lana e 11 guanciali.
Il 6 corrente, alle ore 18,30, in Varallo Sesia, alcuni ribelli armati si presentarono all’esercente l’albergo “Grappolo d’uva” e si fecero consegnare tre materassi di crine, 4
coperte di lana e un guanciale.
7 marzo 1944
Notiziario del 15 marzo 1944, p. 9, AR
La sera del 7 corrente, in Cigliano, 4 sconosciuti armati, in abito civile, scesi da un’autovettura, si presentarono al magazzino ammassi. Tagliati i fili del telefono, si fecero
consegnare dall’agente di servizio lire 23.337, di proprietà del consorzio, e altre L. 3400
di proprietà di un funzionario del consorzio stesso.
Notiziario del 19 marzo 1944, p. 14, AR
Il 7 corrente, alle ore 16,30, in località Loreto di Varallo Sesia, un reparto di militi del
63o battaglione G.N.R. di, stanza a Pray, mentre stava per rientrare in sede, di ritorno
da Varallo, venne fatto segno a nutrito fuoco di armi automatiche da parte di bande di
ribelli.
Alcuni feriti tra i legionari.
8 marzo 1944
Notiziario del 18 marzo 1944, p. 22, AR
L’8 corrente, alle ore 22, un’automobile sconosciuta depose all’ingresso dell’ospedale
civile di Varallo Sesia, un ribelle agonizzante, che dece[de]tte poco dopo.
Notiziario del 19 marzo 1944, p. 14, AR
L’8 corrente, verso le ore 16,30, in Varallo Sesia, elementi armati sequestrarono il capitano dei carabinieri in congedo Francesco MAGLIOLA, già comandante di quel presidio G.N.R., portandolo seco nell’alta Valsesia.
9 marzo 1944
Notiziario dell’11 marzo 1944, p. 8, AR
Il 9 corrente, alle ore 2, elementi ribelli danneggiarono, mediante lo scoppio di una mina,
l’arcata centrale del ponte ferroviario S. Gaudenzio, linea Varallo-Novara, sito a un
chilometro della stazione di Borgo Sesia (sic). Il transito, momentaneamente interrotto,
venne effettuato per mezzo di trasbordo.
Notiziario del 16 marzo 1944, p. 19, AR
Il 9 corrente, alle ore 18,30 ribelli imposero, a mano armata, la chiusura a tempo inde45
terminato del passaggio a livello sito al Km 53 sulla strada Mantegna, presso Varallo
Sesia.
Notiziario del 18 marzo 1944, p. 22, AR
Il 9 corrente, in Varallo Sesia, elementi ribelli armati si presentarono alla casa del “Balilla” e, mediante minaccia a mano armata, poterono trasportare sulla strada i mobili e
materiali vari, incendiandoli. Per l’intervento della G.N.R. l’incendio venne spento, permettendo di salvare parte del mobilio. Alle ore 14 dello stesso giorno, numerosi ribelli
costrinsero Giacomo BELTRAMI a consegnare un camioncino, obbligando l’autista a
seguirli. Alle ore 14,30, altri ribelli, imposero al direttore del magazzino ammassi, la consegna di quintali 10 di riso e Kg. 2 di zucchero.
Sempre alle ore 14,30, due sconosciuti armati obbligarono l’industriale Enrico GROBER, di Varallo Sesia, a consegnare loro 54.000 lire.
10 marzo 1944
Notiziario dell’11 marzo 1944, p. 21, UO
Il 10 corrente, alle ore 17,40, nel corso Umberto di BIELLA (VERCELLI), tre sconosciuti, dei quali due in bicicletta, uccisero con due colpi di rivoltella il fascista repubblicano Arturo TRAVAGLINI. Il TRAVAGLINI prestava servizio presso il comando delle
SS. germanico in Biella.
Notiziario del 20 marzo 1944, p. 20, V
Si ha ora notizia che il 10 corrente, alle ore 17,30, in Biella (Corso Umberto), due ciclisti sconosciuti, uccisero con due colpi di rivoltella il fascista Arturo TRAVAGLINI addetto
al locale comando Germanico della S.S.
Notiziario del 22 marzo 1944, p. 15, AR
Il mattino del 10 corrente, un autocarro carico di viveri, diretto a un reparto della legione “Tagliamento” G.N.R. operante nell’Alta Valsesia, venne attaccato dai ribelli. I legionari di scorta, dopo aspro combattimento, posero in fuga gli attaccanti, infliggendo loro
sensibili perdite. Un legionario caduto e uno ferito. L’autocarro raggiunse il luogo di
destinazione.
11 marzo 1944
Notiziario del 27 marzo 1944, p. 19, AR
L’11 corrente, alle ore 19, in Alagna Sesia, 4 ribelli obbligarono la guardia alla miniera
FIAT a consegnare Kg. 300 di dinamite e 300 detonatori.
12 marzo 1944
Notiziario del 21 marzo 1944, p. 20, AR
Il 12 corrente, alle ore 14, in territorio del comune di Pralungo, si rinvenne il cadavere
di Rosita CICUTA, assentatasi dalla propria abitazione l’11 andante per recarsi a Oropa
per sciare. Il cadavere presenta ferite da arma da fuoco alla regione mascellare destra.
La donna era amica di certa Bianca RAVIGLIONE, uccisa l’11 febbraio u. s. da elementi ribelli.
14 marzo 1944
Notiziario del 26 marzo 1944, p. 20, AR
Il 14 corrente, alle ore una, in Netro, sette ribelli armati giunti a bordo di un’automobile
46
estorsero della benzina al custode delle locali officine meccaniche ripartendo poi in direzione di Biella.
Notiziario del 28 marzo 1944, p. 11, CR
Il 14 corrente, in Piedicavallo, un plotone della G.N.R. durante un’azione di rastrellamento uccise un ribelle e ne catturò un altro.
Questi, durante la notte, nel tentativo di fuggire, venne colpito a morte dalla scorta.
15 marzo 1944
Notiziario del 24 marzo 1944, p. 29, A
Alessandria [...] Il giorno 15 in previsione della partenza, tre ufficiali e ben 250 soldati
avevano abbandonato il proprio reparto.
Un centinaio di militari che si erano allontanati furono poi rintracciati e fermati dalla
G.N.R. di Casale, che provvide ad avviarli a Vercelli per la consegna a quel comando
militare italiano. [...]
Notiziario del 31 marzo 1944, p. 13, AR
Il 15 corrente, in Trivero, due sconosciuti armati penetrarono nella Cassa di Risparmio, obbligando il cassiere a consegnare loro lire 3.132.
16 marzo 1944
Notiziario del 16 marzo 1944, p. 28, UO
Notevole attività degli elementi sovversivi in VERCELLI.
Numerosi manifestini trovati affissi o disseminati nelle zone di maggiore attività stanno
a denotare l’opera assidua e pertinace che il cosiddetto “comitato di liberazione” va
svolgendo allo scopo di preparare lo sciopero insurrezionale che dovrebbe essere attuato con il concorso delle formazioni ribelli.
Tale opera viene coperta dalla connivenza e dall’omertà delle popolazioni, che risentono molto della pressione esercitata dalle bande comuniste.
Notiziario del 16 marzo 1944, p. 29, CR
Nella zona di VERCELLI, sin dall’11 corrente hanno avuto inizio le operazioni contro la
banda MOSCATELLI.
Il 14, dopo accanito combattimento, i ribelli hanno lasciato 54 elementi sul terreno; sono
stati anche catturati alcuni ribelli armati di moschetto automatico inglese.
Le operazioni continuano; vi partecipano il 63o battaglione della “Guardia”, rinforzato
da un reparto della gendarmeria germanica e da un reparto giovanile della “Guardia”.
Notiziario del 26 marzo 1944, p. 20, AR
Il 16 corrente, alle ore 20, in Occhieppo Superiore, due ribelli armati si presentarono
all’abitazione di un venditore ambulante e asportarono Kg. 20 di filati del valore di lire
10 mila, nonché la somma di lire 50 mila.
17 marzo 1944
Notiziario del 17 marzo 1944, p. 22, CR
Proseguono le operazioni offensive contro i ribelli della banda “Moscatelli”, iniziatesi
l’11 marzo XXII da parte del LXIII Battaglione “Tagliamento”, rinforzato da un reparto della Gendarmeria Germanica e da un plotone del I Battaglione Giovanile della Guardia. Benché il crollo di alcuni ponti minati dai ribelli, abbia momentaneamente rallentato
il ritmo iniziale, le operazioni proseguono vittoriosamente: il 14 marzo il nemico aggan47
ciato e obbligato a combattere ha perduto 54 uomini contati sul terreno e alcuni prigionieri armati di moschetto automatico inglese, armi fornite ai ribelli a mezzo aerei nemici.
Il comandante del Battaglione prevede, entro la giornata di domani, di riagganciare la
banda e darle il colpo di grazia gettando nella lotta anche il I Battaglione Giovanile della
Guardia. Prevede anche di poter presto liberare completamente la provincia di Vercelli
da ogni attività ribelle in modo che il Battaglione, da ieri (sic, ma dal 1 marzo) divenuto
Legione “Tagliamento”, possa essere impiegato in altra zona. Questo chiedono i Legionari, continuatori della tradizione eroica del “Tagliamento”, in una lettera diretta al Comandante Generale della G.N.R.
Notiziario del 26 marzo 1944, p. 13, CR
Il 17 corrente, alle ore 0.15, in CIGLIANO (VERCELLI), una ventina di ribelli armati,
provenienti presumibilmente dal Canavese, collocarono una cassetta di dinamite davanti
al cancello d’ingresso della locale caserma della G.N.R. I militari, con tempestivo e risoluto intervento, impedirono prima l’accensione della miccia e, successivamente,
costrinsero i ribelli ad allontanarsi per ignota destinazione, mediante un’intensa azione
di fuoco.
18 marzo 1944
Notiziario del 30 marzo 1944, p. 17, AR
Il 18 corrente, alle ore 19, in Valduggia, una ventina di ribelli armati costrinsero il titolare dell’autolinea a trasportarli da Valduggia a Celio (sic). Tra i ribelli trovavasi un ferito grave.
Il 18 corrente, alle ore 20,30, in frazione Zugaro [Zuccaro] di Valduggia, tre ribelli, uno
in divisa di tenente dei carabinieri e gli altri da militi, armati, perquisirono l’abitazione di
Leone GIULINI, impossessandosi della somma di lire 8000 e di un numero imprecisato di bottiglie di liquori.
Il 18 corrente, alle ore 23,40, in Varallo Sesia, legionari della G.N.R. uccisero a colpi
d’arma da fuoco certo Francesco BELLOTTI perché all’intimazione di fermarsi tentava di fuggire.
Notiziario del 31 marzo 1944, p. 6, CR
Il 18 corrente, verso le ore 9, in località campestre del comune di Valduggia, reparti
della G.N.R. e della Gendarmeria Germanica in azione di rastrellamento, passarono per
le armi tre ribelli, uno dei quali identificato per Angelo VALAZZA, d’anni 22, da Boca
(Vercelli) [sic, ma Novara].
19 marzo 1944
Notiziario del 30 marzo 1944, p. 18, AR
Il 19 corrente, alle ore 8, in località Pomarolo di Varallo Sesia, sconosciuti spararono
colpi d’arma da fuoco contro un autocarro del 63o Btg. “M” della G.N.R., proveniente
da Varallo Sesia e diretto a Borgosesia. Un legionario rimase ucciso e altro ferito.
20 marzo 1944
Notiziario del 20 marzo 1944, p. 7, OP
Lo spirito pubblico è lievemente migliorato. L’ordine pubblico è quasi normale, tranne
nel Biellese dove tuttora si aggirano bande di ribelli, la cui attività si estrinseca in rapine,
estorsioni, furti ed atti di rappresaglia.
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Vivissima impressione ha suscitato nella popolazione del Biellese l’uccisione, ad opera
di ribelli, di dodici persone a Mosso S. Maria e di altre due a Cossato, nonché la fucilazione, sempre ad opera dei ribelli, di un appuntato dei carabinieri.
La situazione alimentare è sempre disagiata. Esistono lagnanze per la irregolare distribuzione dei generi razionati e per l’assoluta deficienza di grassi e sapone.
Negli ambienti agricoli è motivo di serie preoccupazioni la preannunciata requisizione
dei cavalli, ritenuti in atto indispensabili per la cultura dei terreni, mancando i carburanti
per il funzionamento dei trattori.
Notiziario del 1 aprile 1944, p. 13, AR
Il 20 marzo u. s., alle ore 22, in Muzzano di Sordevolo (sic), circa 40 ribelli armati,
recatisi nella villa “SORMANO”, asportarono dall’appartamento del fascista Pietro PERALDO, ucciso il 30 gennaio u.s., generi alimentari, biancheria, oggetti vari e bottiglie
di vino.
Il 20 marzo u. s., alle ore 22,45, in Occhieppo Superiore, 15 individui armati, qualificandosi militi repubblicani, riuscirono a penetrare nell’abitazione del prof. Roberto
RAIMONDI, donde asportarono indumenti, commestibili ed oggetti vari, allontanandosi dopo aver minacciato il proprietario, in caso denunciasse la rapina.
22 marzo 1944
Notiziario del 22 marzo 1944, pp. 1-2, OP
Novara [...] Permane la sensazione che l’elemento sovversivo sia in attesa di avvenimenti, tali da disorientare l’alacre attività degli organi direttivi della Repubblica.
Per incutere timore nella popolazione si parla di inevitabili prossimi bombardamenti delle
città di Novara, Vercelli e Casale Monferrato, per i forti concentramenti di truppe ivi
esistenti [...]
Notiziario del 1 aprile 1944, pp. 13-14, AR
Il 22 marzo u.s., alle ore 21,30, una ventina di ribelli armati entrarono di sorpresa nell’abitazione di certa Caterina IBOLDO, vedova PERINO, dove si trovavano in quel
momento il brigadiere Giuseppe ROSSI e il vicebrigadiere Bruno DELLELUCHE e il
legionario Mario ALESSI, tutt’e tre del 115o battaglione, in servizio nella frazione Dorasso [Lorazzo] Inferiore del comune di Andorno Micca, i quali, di passaggio, si erano
fermati nella casa intrattenendosi con le figlie della IBOLDO.
I ribelli, penetrando da una porta aperta, costrinsero i militari e le donne a seguirli e,
giunti al cimitero di Tollegno, i due sottufficiali e le due donne furono uccisi a colpi
d’arma da fuoco e di pugnale.
Il legionario riuscì, invece, a fuggire, colpendo con due pugni un ribelle e facendone
precipitare un altro da una vicina scarpata.
Notiziario del 3 aprile 1944, p. 16, AR
Fa seguito alla segnalazione inserta a pagina 13 del notiziario del 1o corrente, relativa
all’uccisione di due sottufficiali della G.N.R. e di 4 donne, e al ferimento di un legionario, ad opera dei ribelli, avvenuta il 22 marzo u. s. in frazione Sorazzo (sic) di Andorno
Micca.
Ulteriori notizie ricevute precisano che i due sottufficiali ed il legionario erano stati inviati colà in servizio, per la protezione della famiglia PIALORSI, che era stata più volte
minacciata dai ribelli per avere manifestato sentimenti d’italianità. È stato accertato che
le 4 donne furono seviziate e crivellate a colpi d’arma da fuoco.
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L’eccidio è opera di una banda di ribelli, forte di circa 200 uomini, che si annida nella
valle Elvo e va compiendo atti di terrorismo nelle località di Sordevolo, Pollone, Muzzano e altri centri vicini.
23 marzo 1944
Notiziario del 3 aprile 1944, p. 15, AR
Il 23 marzo u. s. alle ore 20,30, in Netro, circa 40 ribelli armati, presentatisi nella S. A.
Officine di Netro, apportarono gravi danni ai macchinari e incendiarono la cabina elettrica di trasformazione, depositandovi alcune bombe che sarebbero dovute scoppiare
durante l’incendio. Questo venne soffocato dalla G.N.R. e dalla popolazione civile volenterosamente prestatasi.
24 marzo 1944
Notiziario del 2 aprile 1944, p. 8, AS
Vercelli. Il 24 marzo u. s., nel deposito interno delle biciclette presso lo stabilimento
S.A.I.F.T.A., vennero rinvenuti manifestini incitanti i lavoratori e le lavoratrici a rifiutarsi di andare a lavorare in Germania.
Notiziario del 3 aprile 1944, p. 11, CR
Il 24 marzo u. s., alle ore 8, in Biella, vennero fucilate cinque persone trovate in possesso di armi da fuoco, senza regolare permesso.
Notiziario del 5 aprile 1944, p. 18, AR
Il mattino del 24 marzo u.s., in Mottalciata, due sconosciuti armati, penetrati nella rivendita di tabacchi di Ettore GROSSO, costrinsero questi a consegnare loro 50 pacchetti di sigarette che pagarono regolarmente.
25 marzo 1944
Notiziario del 5 aprile 1944, p. 18, AR
La sera del 25 marzo u. s., in Cossila Bagni, sconosciuti uccisero con due colpi d’arma
da fuoco il commerciante Battista CANE, ritenuto collaboratore dell’autorità militare
germanica.
26 marzo 1944
Notiziario del 26 marzo 1944, p. 7, CR
Novara. Nell’attesa di eseguire un’operazione militare di rastrellamento, a cura della
28a legione G.N.R. sono stati bloccati gli accessi alle valli del Verbanese per ostacolare
l’approvvigionamento e i collegamenti a due bande di ribelli [...]
Altri presidi della G.N.R. sono stati dislocati nella Val Sesia per controllare i movimenti
dei ribelli che si aggirano in detta valle.
28 marzo 1944
Notiziario del 7 aprile 1944, p. 14, AR
Il 28 marzo u. s., verso le ore 9, provenienti da Ronco Biellese, giunsero a Ternengo,
8 sconosciuti i quali, passando dinanzi al municipio danneggiarono la lapide a ricordo
delle sanzioni.
Consumate cibarie in pubblico esercizio, si recarono a Piatto, dove danneggiarono la
lapide murata a ricordo delle sanzioni.
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29 marzo 1944
Notiziario del 29 marzo 1944, p. 2, OP
Aosta [...] In seguito a rastrellamenti effettuati nelle province di Vercelli e Torino un
buon numero di ribelli è affluito nella zona di Aosta. […]
Notiziario del 2 aprile 1944, p. 29, CR
Il 29 marzo u. s., verso le ore 24, nella zona di Varallo Sesia (VERCELLI), elementi
ribelli armati attaccarono un posto di blocco, ma vennero respinti dalla pronta reazione
dei legionari della G.N.R. Nel conflitto rimase ucciso un ribelle.
Nessuna perdita da parte nostra.
Notiziario del 6 aprile 1944, pp. 16-17, AR
Il 29 marzo u.s. verso le ore 20, nella frazione Montrigone di Borgosesia, una decina di
ribelli armati costrinsero il salumiere Mario CERINA a consegnare loro kg. 80 di lardo,
allontanandosi poscia in direzione di Valduggia.
Il 29 marzo u. s., in Brusnengo, 5 individui armati si presentarono all’autista Dionisio
ULIETTI intimandogli di trasportarli a Santhià.
Alla risposta dell’ULIETTI di essere sprovvisto di benzina, si fecero accompagnare
dallo stesso presso il negoziante di formaggi Ottavio MILETTO al quale requisirono un
camioncino che fecero pilotare dall’ULIETTI. Si recarono quindi alla locale Cassa di
Risparmio imponendo, sotto la minaccia delle armi, alla titolare la consegna della somma di lire 11.701,25 che si trovava in cassa e poscia si allontanarono in direzione di
Roasio. Giunti a 3 km da Brusnengo, per sopraggiunto guasto alla macchina, proseguirono con altri mezzi di fortuna, in direzione di Borgosesia, lasciando in libertà
l’ULIETTI.
Notiziario del 18 aprile 1944, p. 15, AR
Nella notte sul 29 marzo u. s., in Sordevolo, sconosciuti, mediante scasso, penetrarono nello spaccio delle locali officine asportando cioccolato, pepe, caffè, meliga, riso,
fagioli e 20 paia di scarpe, per un valore imprecisato.
30 marzo 1944
Notiziario dell’8 aprile 1944, p. 12, CR
Il 30 marzo u. s., alle ore 20, in Castelletto Cervo, elementi della G.N.R. catturarono
quattro prigionieri di guerra, evasi da campi di concentramento, dei quali due rimasero
feriti nel tentativo di darsi alla fuga. Uno dei prigionieri feriti, certo Percy BARTHUM,
decedeva il giorno successivo nell’ospedale civile di Vercelli.
31 marzo 1944
Notiziario del 31 marzo 1944, p. 13, AR
Nei giorni scorsi, furono visti circolare alcuni sconosciuti, dimessamente vestiti, con
scarpe militari leggere, nella zona compresa tra Graglia e Torrazzo e nei comuni di
Campurzano [Camburzano], Muzzano, Mongrando, Zubiena, Sala, Netro e Donato.
Si presume che si tratti di elementi sbandati, in movimento per raggiungere bande ribelli.
Notiziario del 10 aprile 1944, p. 16, AR
Il 31 marzo u. s., nel pressi di Oldenico, ignoti danneggiarono la linea telefonica
Vercelli-Gattinara. La linea stessa venne riattivata in giornata.
Notiziario del 14 aprile 1944, p. 18, AR
Il 31 marzo u.s., alle ore 21, in Viverone, 4 sconosciuti armati si presentarono alla cen51
trale elettrica S.I.P. dove, interrotta la linea telefonica, intimarono la capo-turno elettricista Lorenzo ZUBLENA, di accompagnarli nella sala dei trasformatori ove collocarono un’ordigno sotto un fusto di olio, provocando un’esplosione che cagionò l’incendio
dei trasformatori stessi. Le fiamme vennero domate dal personale tecnico e dagli operai, accorsi dopo circa mezz’ora.
1 aprile 1944
Notiziario del 5 aprile 1944, p. 28, UO
Il 1o corrente, verso le ore 7, in territorio di POSTUA (VERCELLI), due militi (carabinieri) della G.N.R. vennero sopraffatti e catturati da un nucleo di ribelli.
2 aprile 1944
Notiziario del 2 aprile 1944, p. 23, NM
Risulta che in quel di Oropa - ove si trova dislocato, in formazione un battaglione S.
Marco - viene svolta, da parte di elemento femminile attiva propaganda sovversiva incitante le reclute alla diserzione e al passaggio con armi ai ribelli.
La G.N.R. ha informato il comando del battaglione, ma la propaganda continua, e fa
presa sull’animo dei soldati, tanto che alcuni elementi si sono allontanati dal reparto.
Notiziario del 14 aprile 1944, p. 18, AR
Il 2 corrente, alle ore 2, in Sordevolo, 2 sconosciuti si presentarono nell’abitazione di
Quintino RAMA, militare del 163o battaglione artiglieria alpina, costringendolo a seguirli
in montagna.
Notiziario del 15 aprile 1944, p. 18, AR
Il 2 corrente, alle ore 20,10 in Occhieppo Inferiore, due ribelli armati penetrarono nell’abitazione di certo Antonio RICCARDI, costringendo questi a consegnare loro la somma di lire 1.100.
3 aprile 1944
Notiziario del 3 aprile 1944, pp. 1-2, OP
La situazione politica continua a manifestare qualche sintomo di miglioramento. Tuttavia va notato che, se nuove voci sorgono a condannare gli uomini che hanno tradito il
Paese e ad auspicare la rinascita della Patria e la riconquista dell’onore perduto, rimane
pur sempre una massa notevole di individui ferocemente antifascisti, mentre la zona
montana è sempre dominata dalle bande comuniste.
Tutti lamentano il crescente rincaro dei generi.
Frequenti le imprecazioni contro i profittatori di ogni specie che pullulano ovunque;
vivissime le preoccupazioni delle famiglie per il rapido diluirsi dei risparmi faticosamente
accumulati durante lunghi anni di lavoro; insistenti gli accenni all’insufficienza delle paghe
di fronte al continuo aumento del costo della vita e le esasperate espressioni di sfiducia
nella normalizzazione della situazione alimentare.
Non mancano preoccupanti accenni anche alla situazione delle plaghe agricole, in conseguenza della requisizione del bestiame.
Nel complesso la situazione militare si può considerare invariata.
L’insufficienza delle caserme e del vestiario è motivo di malcontento fra la truppa che
dorme male e circola per la città in abito civile, distinguendosi solo per il copricapo
rappresentato da un cappello alpino o da un basco.
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In genere gli ufficiali non curano sufficientemente i loro reparti. Ben pochi di essi si
sono adeguati ai doveri del momento.
Parecchi sono quelli che si sono presentati solo per ragioni finanziarie.
La truppa accasermata in città si mantiene fredda ed apparentemente indifferente. Solo
qualche piccolo gruppo manifesta un certo slancio ed un sincero entusiasmo patriottico. La maggior parte dimostra chiaramente sentimenti antifascisti.
4 aprile 1944
Notiziario del 13 aprile 1944, p. 23, UO
Il 4 corrente, in CAVAGLIÀ (VERCELLI), due militi e un brigadiere del distaccamento
G.N.R., durante un servizio di perlustrazione, vennero fatti segno a colpi d’arma da
fuoco, da parte di un gruppo di ribelli. Il sottufficiale e un milite rimasero feriti. Compiuta l’aggressione, i banditi si allontanarono rapidamente, impedendo così qualsiasi
reazione.
Notiziario del 14 aprile 1944, p. 18, AR
Il 4 corrente, alle ore 23, in Cavaglià, tre ribelli aggredirono, proditoriamente una pattuglia della G.N.R., ferendo un vicebrigadiere e un milite, che appena caduti al suolo
vennero disarmati dagli aggressori. Il terzo milite tentò di reagire sparando alcuni colpi
di pistola, senza ferire gli aggressori, che riuscirono ad allontanarsi.
5 aprile 1944
Notiziario del 5 aprile 1944, p. 6, OP
Novara [...] Per effetto delle azioni militari condotte dai reparti della G.N.R. e tedeschi
nel Biellese e Val Sesia vari gruppi di ribelli si sono spostati nella zona del Novarese,
che, per i versanti del lago d’Orta, della bassa Valle Ossola e del lago Mergozzo, corre
da Grignasco, Gozzano, Omegna, Ornavasso, Premosello per congiungersi alla zona
del Verbano, dove si trovano tre bande armate composte complessivamente di circa
750 elementi.
Il presidio tedesco di Omegna in questo periodo non c’è perché la compagnia agisce
nella Val Sesia e perciò i ribelli circolano ed agiscono indisturbati in Omegna e regione
adiacente. La G.N.R. ha provveduto a distaccarvi un plotone di legionari.
Notiziario del 9 aprile 1944, p. 26, UO
Il 5 corrente, alle ore 16,20, quattro elementi della G.N.R. del distaccamento di BORGOSESIA (VERCELLI), in servizio di perlustrazione nell’abitato di Cellio, giunti presso la fornace Spello [di Plello], vennero circondati di sorpresa da circa 20 ribelli armati, senza possibilità di reazione. I banditi condussero al seguito i 4 militi, dei quali tre
nella notte stessa riuscirono a fuggire.
6 aprile 1944
Notiziario del 9 aprile 1944, p. 30, A
Giunge notizia che il 6 corrente, alle ore 2, lungo la strada VARALLO-BORGOSESIA,
e precisamente nei pressi del ponte ferroviario sito in località Santa Maria di QUARONA (VERCELLI), un autocarro con a bordo 25 legionari, venne proditoriamente attaccato da un gruppo di ribelli armati. Nell’imboscata caddero, colpiti a morte 21 militi; 3
rimasero feriti e uno incolume. Cadaveri e feriti vennero trasportati a VARALLO SESIA. Mancano i particolari del fatto.
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Notiziario del 18 aprile 1944, p. 15, AR
Il 6 corrente, alle ore 8, in S. Antonio di Trivero, un ribelle armato penetrò nello stabilimento tessile di Lora Lamia Ercole, obbligando questi a consegnarli la somma di lire
500.
Il 6 corrente, alle ore 21,30, in Tollegno, alcuni ribelli armati penetrarono nell’abitazione del commissario prefettizio Olimpio GIACCHETTI sparandogli contro due colpi di
pistola, senza conseguenze.
7 aprile 1944
Notiziario del 18 aprile 1944, pp. 15-16, AR
Il 7 corrente, alle ore 21, in Pralungo, sconosciuti uccisero con due colpi di rivoltella
tale Renzo CODA CANATI.
Sembra trattarsi di vendetta da parte dei ribelli essendo il CODA CANATI ritenuto informatore dei tedeschi.
Il 7 corrente, alle ore 15, in frazione S. Eurosia di Pralungo sconosciuti uccisero con
due colpi d’arma da fuoco il pregiudicato Giuseppe Lorenzo LODOLO.
Sul cadavere venne rinvenuto un biglietto così concepito: “Seconda brigata Garibaldi.
Per ordine del comitato di liberazione l’unico ente giustiziere legalmente riconosciuto
italiano, ha ordinato la sentenza alla pena capitale ai danni di LODOLO Giuseppe il quale sotto il sacro nome dei partigiani compiva violazioni, furti e rapine. La sentenza verrà
eseguita in S. Eurosia. Pattuglia volante Nella (sic) F.to illeggibile”.
Notiziario del 19 aprile 1944, pp. 17-18, AR
Il 7 corrente, alle ore 8, in Vandorno del comune di Biella, tre individui di cui uno identificato per Pierino LEVISELLI si presentarono nell’abitazione di Pietro BARBERIS,
uccidendolo a colpi d’arma da fuoco. Il BARBERIS partecipò alla marcia su Roma ed
era iscritto al P.N.F. dal 1921.
8 aprile 1944
Notiziario dell’8 aprile 1944, p. 20, AR
Novara. Viene riferito che il noto capo banda ribelle MOSCATELLI in compagnia di un
suo aiutante, si reca saltuariamente in Novara ove prende contatti con esponenti del
sedicente “Comitato di liberazione nazionale”.
In tali occasioni il bandito sosta nell’albergo Valsesia. Disposti opportuni servizi.
Notiziario del 21 aprile 1944, p. 14, AR
L’8 corrente, alle ore 19,30, in Mozzano [Muzzano], tre ribelli armati penetrarono nelle
autorimesse del locale stabilimento di filatura costringendo l’autista Giuseppe RONCALI a consegnar loro un autocarro. L’automezzo venne rinvenuto abbandonato, dopo
circa due ore, nei pressi dello stabilimento.
10 aprile 1944
Notiziario del 21 aprile 1944, p. 14, AR
Nella notte sul 10 corrente, in Trivero, otto ribelli armati penetrarono nelle abitazioni di
venti militari dell’Esercito Repubblicano, che si trovavano sul posto perché in licenza,
e costrinsero questi a seguirli, dirigendosi verso la Valle Sesia.
Notiziario del 1 maggio 1944, p. 17, AR
Giunge soltanto ora notizia che il 10 aprile u. s., alle ore 20,45 in Campurzano (sic), tre
54
sconosciuti armati penetrarono nell’abitazione di Eugenio NICCO costringendo questi
a consegnare loro salumi, zucchero e tabacchi per un valore complessivo di L. 1.500.
11 aprile 1944
Notiziario del 21 aprile 1944, p. 14, AR
L’11 corrente, alle ore 17, in Sordevolo, 12 ribelli armati fermarono il milite della G.N.R.
Battista GALLIA, comandato di servizio per l’acquisto di generi alimentari per la mensa.
Dopo averlo interrogato, i ribelli lo rilasciarono in libertà.
Notiziario del 21 aprile 1944, p. 24, CR
L’11 corrente, alle ore 15, in Sordevolo, un gruppo di ribelli assalì la locale caserma
della G.N.R. La pronta reazione dei militi disperse, dopo breve combattimento, i banditi. Nessuna perdita da parte nostra. Non si conoscono le perdite dell’avversario.
13 aprile 1944
Notiziario del 23 aprile 1944, p. 17, AR
Il 13 corrente, alle ore 17,30, in Alagna Sesia, due ribelli armati penetrarono nella villa
di tale Enrico GROBER, donde asportarono indumenti vari per un valore imprecisato.
Notiziario del 26 aprile 1944, p. 13, AS
Il 13 corrente, alle ore 20,30, in Muzzano, due ribelli armati e mascherati penetrarono
nell’abitazione di Renato ANSELMETTI, obbligando questi a consegnare loro la somma di lire 4.000, indumenti vari e generi alimentari.
14 aprile 1944
Notiziario del 23 aprile 1944, p. 17, AR
Il 14 corrente, alle ore 19, elementi ribelli armati fermarono in Crevacuore un autocarro della ditta Conte, obbligando l’autista ad accompagnarli al lanificio BUSALLA [Bozzalla] dove si fecero consegnare dal capo reparto 300 metri di stoffa.
Notiziario del 23 aprile 1944, p. 30, CR
Nel periodo dal 4 al 14 corrente, la legione Tagliamento della G.N.R. eseguì varie operazioni di rastrellamento, specialmente nei territori del comune di Rimella. Sono stati
raggiunti brillanti risultati che si possono così riepilogare:
- la sede del comando della banda Moscatelli, che si trovava a Rimella venne distrutta;
- vennero individuate le zone nelle quali gli aerei anglo-americani lanciavano armi e vettovaglie e conosciuti i segnali usati dai ribelli per avvertire detti aerei di effettuare il lancio;
- venne scoperta tutta l’organizzazione che reclutava, specialmente in Torino e Milano,
i giovani per conto della suddetta banda.
Durante le varie operazioni e i ripetuti combattimenti vennero uccisi 29 ribelli, tra cui
due inglesi e un australiano, catturati 8 e recuperati un fucile mitragliatore, 17 moschetti,
126 bombe a mano, 50 bombe incendiarie e ingenti quantitativi di viveri e di materiale
sanitario.
Inoltre, sono stati arrestati 46 favoreggiatori e 78 renitenti alla leva.
Le operazioni sono ancora in corso e si prevedono importanti risultati.
Notiziario del 26 aprile 1944, pp. 13-14, AS
Il 14 corrente, alle ore 9, in Ponzone di Trivero, otto ribelli montati su autocarro leggero, incontrato il messo comunale che affiggeva i manifesti di chiamata alle armi si im55
possessavano dei manifesti stessi, allontanandosi verso Crocemosso (sic).
Il 14 corrente, in località Marchetta di Andorno Micca, fu rinvenuto il cadavere di Patrizio BOFFA che il 31 gennaio u. s. venne catturato dai ribelli.
15 aprile 1944
Notiziario del 25 aprile 1944, p. 11, AS
Il 15 corrente, verso le ore 19, in Crevacuore, tre giovani della classe 1926, mentre
ritornavano dal lavoro vennero fermati da alcuni ribelli armati che li costrinsero a seguirli.
Notiziario del 26 aprile 1944, p. 14, AS
Il 15 corrente, alle ore 21,30, in Borgosesia, elementi ribelli spararono raffiche di mitragliatrice contro la saracinesca della porta principale dell’albergo Repubblica, senza
conseguenze.
Notiziario del 27 aprile 1944, p. 8, AS
Il 15 corrente, in Stroppiana, elementi della G.N.R. rinvennero sui muri dell’abitato cinque scritte sovversive.
Notiziario del 28 aprile 1944, p. 20, AR
Il 15 corrente alle ore 3, in frazione Pratrivero di Trivero, elementi ribelli armati, si
presentarono al lanificio “Barberis Canonico Giovanni”, asportando dal magazzino 40
coperte da campo e 4 tagli d’abito, per un valore complessivo di lire 7.000.
Notiziario del 29 aprile 1944, p. 26, AR
Il 15 corrente, in Trivero, elementi ribelli armati, catturarono, conducendolo in montagna, il sergente Egidio PELLIN, che, in base alle recenti disposizioni, avrebbe dovuto
presentarsi al distretto militare di Vercelli per essere arruolato.
16 aprile 1944
Notiziario del 21 aprile 1944, p. 15, AR
Nella notte sul 16 corrente, in Varallo, gruppi di ribelli armati tentarono di assalire i posti
di blocco tenuti dalla G.N.R. In seguito alla pronta reazione dei militi, gli assalitori, dopo
breve combattimento, vennero dispersi. Nessuna perdita da parte nostra; si ignorano
quelle subite dall’avversario. Inviato sul posto congruo rinforzo di elementi della G.N.R.
Notiziario del 21 aprile 1944, p. 26, CR
Il 16 corrente, alle ore 14, in Varallo Sesia, il locale distaccamento della G.N.R. ebbe
notizia che un gruppo di ribelli aveva costituito un posto di blocco lungo la strada di
Campertogno in località Balmuccia.
Elementi della G.N.R., recatisi immediatamente sul posto, impegnarono in combattimento i componenti della banda che, dopo breve sparatoria, dovettero darsi alla fuga,
lasciando sul terreno un morto e un ferito. Da parte nostra un ufficiale ferito leggermente.
17 aprile 1944
Notiziario del 26 aprile 1944, p. 14, AS
[Borgosesia]3 Alle ore 3 del 17 corrente, altri ribelli armati attaccarono una postazione
3
Seguito della notizia Borgosesia, 15 aprile 1944.
56
della 6a compagnia della legione Tagliamento, ma furono posti in fuga dalla pronta reazione dei militari.
Notiziario del 28 aprile 1944, p. 6, AS
Vercelli. Il 17 corrente, in una perquisizione operata nell’abitazione dell’ex colonnello
Ferruccio DOGLIONI, vennero rinvenuti foglietti dattilografati contenenti una poesia
satirica avente per oggetto il DUCE e altre personalità.
Notiziario del 29 aprile 1944, p. 26, AR
Il 17 corrente, alle ore 22, in Brusnengo, uno sconosciuto mascherato e armato di pugnale
si introdusse nell’abitazione di Elvira COSETTI donde asportò la somma di lire 3.000.
Il 17 corrente, alle ore 21,30, in Aranca [Aranco] di Borgosesia, due sconosciuti armati
si presentarono nell’abitazione di Domenico PENNA, invitando questi ad uscire. L’aggredito si oppose e, durante la collutazione che segui, il PENNA venne ferito gravemente.
18 aprile 1944
Notiziario del 18 aprile 1944, p. 1, OP
L’attività sovversiva è sempre intensa: la crisi economica e gli eventi militari sul fronte
russo sono sfruttati abilmente dai soliti propagandisti. Si dice che il 1o maggio i sovversivi, in combutta con gli antinazionali, abbiano in programma di inscenare uno sciopero
che dovrebbe poi sboccare in un’azione insurrezionale in tutta l’Italia settentrionale,
con l’appoggio delle bande comuniste. Gli emissari del cosiddetto comitato di liberazione
di Torino sono attivissimi e risulta abbiano frequenti contatti con i capi delle bande che
operano specialmente nel Biellese. Nelle fabbriche le cellule comuniste svolgono attività propagandistica, che gli industriali non sono più in grado di ostacolare, dato che in
un primo tempo l’avevano favorita e sovvenzionata. Si ha d’altra parte la sensazione
che qualche industriale continui ancora a sovvenzionare il movimento antifascista.
Notiziario del 18 aprile 1944, p. 26, CR
Novara [...] L’azione dei nostri reparti, in collaborazione con le forze tedesche, coadiuvate dalle autorità di P.S., si è dimostrata particolarmente efficace.
Elementi della G.N.R., confinaria, unitamente a militari tedeschi, hanno effettuato quattro rastrellamenti nella zona del Bannio, dove negli ultimi tempi si erano spinti elementi
della banda Moscatelli, senza però poter agganciare i ribelli, prontamente ritiratasi sulla
Bocchetta di Dorchetta e Col Baranca al confine tra la provincia di Novara e quella di
Vercelli.
Notiziario del 28 aprile 1944, p. 20, AR
Il 18 corrente, alle ore 17, sulla strada provinciale Buronzo-Vercelli in località “Cascina
la Marchesa”, due militi della G.N.R., transitanti in bicicletta, vennero fatti segno a tre
colpi di pistola sparati da alcuni sconosciuti, appostati dietro la scarpata stradale.
Per la sorpresa, un milite cadde dalla bicicletta, senza ferirsi, mentre gli aggressori repentinamente gli asportarono il moschetto, dandosi alla fuga dopo aver sparato altri colpi
di pistola contro l’altro milite, che subito si mise ad inseguirli, sparando raffiche di mitra.
Dopo circa 500 metri, il milite, rimasto senza munizioni, dovette rinunciare all’inseguimento.
Notiziario del 29 aprile 1944, p. 26, AR
Il 18 corrente, alle ore 22, in Colla di Netro, due sconosciuti armati, si presentarono
all’abitazione di Abele SIMONE, costringendo questi a consegnar loro 1000 lire.
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20 aprile 1944
Notiziario del 21 aprile 1944, p. 27, UO
Il 20 corrente, elementi della G.N.R. confinaria di VIGELLIO (VERCELLI), rinvennero, occultata in una soffitta di una casa privata, la seguente merce: kg. 450 di farina,
kg. 50 di zucchero, litri 120 di olio, due casse di cucirini di seta e 400 pelli pregiate,
nonché oggetti vari di argenteria e cristalleria. Il proprietario della merce è l’armatore
Luigi BOZZO, residente a Ponte Curone (Alessandria).
Notiziario del 23 aprile 1944, p. 39, CR
Nella notte sul 20 corrente, una compagnia della G.N.R. eseguì una operazione di rastrellamento nella zona delle Alpi Portile di RIMASCO (VERCELLI). Venuta a conflitto
con un gruppo di circa venti ribelli, comandati da tale Capitano Ciro, che si vuole sia
uno dei capi della banda MOSCATELLI, dopo breve ma violento scontro questi vennero volti in fuga, lasciando sul terreno tre morti e un ferito. Dalle deposizioni di quest’ultimo risultò che diversi altri banditi erano rimasti feriti, tra cui lo stesso Capitano
Ciro. In una baita, situata nei pressi, furono rinvenuti dei viveri, 4 moschetti e la cassa
della banda, contenente la somma di lire 72.000.
Notiziario del 30 aprile 1944, p. 45, A
PROMEMORIA SOLO PER IL COMANDANTE GENERALE DELLA G.N.R.
Il 20 corrente, alle ore 1,30, in VERCELLI, uno sconosciuto chiese a un milite della
G.N.R. di poter esaminare il suo moschetto per osservarne il funzionamento. Il legionario, in buona fede, gli consegnò l’arma e l’altro con rapida mossa, gliela rivolse contro e fece partire un colpo che lo ferì gravemente all’addome.
21 aprile 1944
Notiziario del 29 aprile 1944, pp. 26-27, AR
Il 21 corrente, alle ore 0,45, in Netro, elementi ribelli armati penetrarono nell’abitazione
del contadino Marco MARTINETTO, costringendo questi a consegnar loro denaro
contante, biancheria, e indumenti personali del valore complessivo di 29.000 lire.
Il 21 corrente, alle ore 18, in frazione Sella di Mosso del comune di S. Maria, tre ribelli
apparentemente disarmati, uno dei quali indossante la divisa da carabiniere, penetrarono nella rivendita di generi di monopolio del luogo costringendo il gestore di questa a
consegnar loro, dietro pagamento, 40 pacchetti di sigarette.
22 aprile 1944
Notiziario del 27 aprile 1944, p. 33, CR
Il 22 corrente, alle ore 24, un velivolo inglese sorvolò la zona della Val Sessera. Appena
avvistato, elementi della G.N.R. eseguirono i segnali convenzionali usati dai ribelli e l’aereo
lanciò, a mezzo di paracadute, i seguenti materiali che furono prontamente recuperati:
31 mitra tipo parabellum, 227 caricatori per detti, 188 caricatori per mitra italiani, 50
bombe a mano tipo Sipe, oltre a quantitativi vari di esplosivi e di oggetti di vestiario.
Nella stessa notte, nei pressi di Postua, una pattuglia della G.N.R. catturò 5 ribelli.
Notiziario del 29 aprile 1944, p. 40, CR
Nella notte sul 22 corrente, la G.N.R. effettuò numerose puntate in diverse località della
provincia. A Quarona furono fermati due renitenti alla leva. A Cervarolo, in una casa
dove abita la moglie di un noto capo bandito, venne arrestato un giovane della classe
1927, appartenente a banda ribelle.
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Sono in corso azioni nelle zone di Fobello, Rimasco e Pray di Trivero (sic).
Notiziario del 30 aprile 1944, pp. 20-21, AR
Il 22 corrente, alle ore 18, in frazione Campore del comune di Vallemosso, otto ribelli
armati penetrarono nel maglificio CAPPIO, donde asportarono 800 maglie.
Il 22 corrente, in frazione Campore del Comune di Vallemosso, 5 sconosciuti armati si
presentarono nello stabilimento “Valle Strona” obbligando il direttore, Giovanni NARON,
a seguirli in località Mezzana.
I banditi, attesero il versamento di una somma imprecisata, richiesta precedentemente,
e, ottenuto il denaro, liberarono il proprietario.
Il 22 corrente, alle ore 17, in Varallo Sesia, elementi ribelli spararono alcune raffiche di
arma automatica contro 3 ufficiali della legione “Tagliamento”, ferendo gravemente uno
di questi.
23 aprile 1944
Notiziario del 23 aprile 1944, pp. 2-3, OP
Nel capoluogo e nelle zone non controllate dai ribelli la situazione può ritenersi stazionaria. L’ondata di commozione e di sdegno suscitata nell’animo dei fascisti e dei simpatizzanti (pochissimi questi ultimi) dall’efferato eccidio che costò la vita a 20 legionari
della Tagliamento ha trovato scarsissima eco nella massa della popolazione.
La situazione del Biellese e dell’alta Valsesia permane grave. È infatti opinione diffusa
che il prossimo 1o maggio le maestranze della vasta zona industriale si riverseranno a
Vercelli per inscenare una manifestazione inneggiante a Stalin, ritenuto ormai il vero
“liberatore” del proletariato italiano. La dimostrazione dovrebbe sboccare in una vera e
propria insurrezione armata, in pieno accordo col “Comitato di liberazione nazionale”.
I recenti omicidi in persona di fascisti vengono considerati come il preludio di più vaste
azioni delittuose. Circolano nuovamente elenchi di iscritti al Partito da sopprimere.
In quelle zone si ritiene facile l’impresa, essendo diffusa l’impressione che il Governo
Repubblicano non abbia la possibilità di fronteggiare un serio moto insurrezionale.
Il Partito non incontra il favore delle masse e taluni vorrebbero attribuirne la causa al
fatto che starebbe incorrendo negli stessi errori del passato.
Non poche riserve si fanno anche sull’effettivo impiego di costituendi reparti di fascisti, squadristi e volontari della morte.
Avvertita la necessità di un’intensa e ben appropriata opera di propaganda per illuminare le masse, in contrapposto all’azione deleteria dei propagandisti sovversivi e antinazionali.
La situazione alimentare è lievemente migliorata in seguito all’afflusso sui mercati di un
certo quantitativo di verdura.
L’aumento della razione del pane e dei generi di minestra ha prodotto favorevole impressione, particolarmente fra il popolino, e se altrettanto potesse essere fatto per i grassi,
assicurandone nel contempo l’approvvigionamento e la distribuzione la situazione alimentare si avvierebbe a una soluzione che potrebbe essere ritenuta soddisfacente.
Preoccupante, invece, è la situazione economica delle maestranze industriali, a causa
della riduzione degli orari di lavoro, con la conseguente falcidia dei salari, e del continuo aumento del costo della vita, che per l’80% è costituito da acquisti al mercato
nero.
Come è noto, la riduzione degli orari di lavoro è dovuta a diversi fattori: deficienza di
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energia elettrica e di materie prime, scarsità di mezzi di trasporto, ecc.
L’inflazione monetaria si accentua sempre di più.
L’attività sovversiva, in alcune zone della provincia, trova buon terreno fra le maestranze
industriali, perché non sufficientemente combattuta dalle organizzazioni competenti.
Il manifesto di Verona, le enunciazioni e le disposizioni circa la socializzazione del gennaio e del febbraio u. s. sono caduti nel vuoto: a distanza di qualche mese non se ne
parla più.
Notiziario del 3 maggio 1944, p. 28, CR
I1 23 aprile u.s., in Vigliano Biellese, un reparto della G.N.R. circondò la villa Malpenga, ove si trovavano numerose persone partecipanti a un ballo.
Alcuni elementi sospetti, approfittando dello scompiglio, prodotto dall’apparizione dei
militi, riuscirono a fuggire per la campagna dopo aver sparato alcuni colpi di pistola.
Un gruppo di legionari li inseguì, iniziando un breve combattimento, terminato con la
fuga dei malviventi.
Il milite Carlo BULLA rimase ferito. Anche da parte avversaria, sicuramente, si sono
avute perdite, avvalorate da numerose tracce di sangue trovate sul terreno.
Vennero fermate le altre persone presenti nella villa, trasportate successivamente a Biella,
ove furono fatte sfilare per l’abitato con un cartello recante le seguenti scritte: “I ballerini di Vigliano Biellese”.
24 aprile 1944
Notiziario del 24 aprile 1944, p. 25, CR
In considerazione che i ribelli, per sfuggire all’agganciamento e all’aggiramento delle
colonne operanti, si frazionano in piccoli gruppi per riuscire a disperdersi nelle campagne, si è ritenuto vantaggioso istituire dei posti di sbarramento nei punti di obbligato
passaggio in modo da poter - comunque - neutralizzare ed eliminare i nuclei di banditi
in transito.
Le bande ribelli esistenti nel territorio della provincia di Vercelli evitano il combattimento aperto, preferendo effettuare azioni di sorpresa. La legione G.N.R. “Tagliamento”,
impegnata nelle azioni di rastrellamento, ha dovuto, pertanto, esaminare l’opportunità
di mantenere comunque l’iniziativa, variando i metodi tattici finora applicati. In questi
giorni, nel vercellese non sono segnalati avvenimenti di rilievo e si prevede di riuscire,
in breve tempo, a riportare la zona montana del vercellese alla normalità.
Notiziario del 27 aprile 1944, pp. 33-34, CR
Il 24 corrente, alle ore 2, in Trivero, elementi ribelli, approfittando dell’oscurità e del
terreno coperto, riuscirono ad avvicinarsi alle sentinelle del presidio G.N.R. e a lanciare
alcune bombe a mano, che ferirono un ufficiale e due legionari.
La pronta reazione dei militi riuscì a volgere in fuga i banditi che lasciarono sul terreno
3 morti.
Trattasi di una banda dislocata nel biellese, fra la Rocca di Argimonia e la Bocchetta del
Margosio che ha fatto una puntata nel territorio della provincia di Vercelli.
Pattuglie della G.N.R., catturarono, inoltre 12 (?) renitenti alla leva.
Notiziario del 28 aprile 1944, p. 21, A
Il 24 corrente, verso le ore 2, in Trivero, reparti di banditi attaccarono con bombe a
mano e armi automatiche il presidio della G.N.R. Favoriti dalla conformazione del paese, i banditi avevano potuto avvicinarsi al coperto, fino ad una ventina di metri dalle
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sentinelle, iniziando improvvisamente un nutrito lancio di bombe a mano in seguito al
quale rimasero feriti un ufficiale e due legionari.
Le armi in postazione aprirono immediatamente il fuoco costringendo i banditi alla fuga,
subito dopo inseguiti da pattuglie di legionari. Tre banditi rimasero uccisi; gli altri riuscirono a dileguarsi.
25 aprile 1944
Notiziario del 27 aprile 1944, pp. 42-43, CR
Il 25 corrente, alle ore 5,30 sul Monte Tovo di VERCELLI [sic, ma Borgosesia], reparti
della G.N.R., attaccarono una banda ribelle, sistemata a difesa nelle baite, comandata
da certo CAVAZZA [Casazza] detto il “rosso”, elemento pericolosissimo.
Dopo breve combattimento, mediante lancio di bombe a mano, i militi riuscirono a snidare
i ribelli, che lasciarono sul terreno 9 morti e un ferito.
Gli altri banditi, tutti feriti, riuscirono occultarsi nel bosco adiacente e ad allontanarsi,
inseguiti dai reparti operanti.
Nell’azione, venne liberato il sergente dell’areonautica Renato FERIOLI, condannato a
morte dai ribelli, che avrebbe dovuto essere giustiziato nella giornata. Sul posto venne
rinvenuto il seguente materiale d’armamento: un fucile mitragliatore, due moschetti
automatici americani, 10 moschetti, due pistole, bombe a mano e munizioni varie.
Nel territorio montano vercellese, proseguono le operazioni contro altri gruppi di ribelli, che in breve tempo verranno agganciati. Finora nessuna perdita da parte nostra.
Riserva di ulteriori notizie.
Notiziario del 28 aprile 1944, p. 41, CR
Il 25 corrente, in VARALLO e PRAY (VERCELLI), un reparto della G.N.R. eseguì un’operazione di rastrellamento riuscendo ad agganciare, nelle baite di monte TOVO, una banda
di ribelli.
Dopo violento combattimento i banditi fuggirono per i boschi circostanti, lasciando sul
terreno nove morti e un ferito.
Nessuna perdita da parte nostra.
Inoltre venne liberato un sergente dell’aeronautica repubblicana e recuperati due moschetti automatici americani, un mitra, due moschetti mod. 91, due pistole e un certo
quantitativo di munizioni e di bombe S.I.P.E.
L’operazione di rastrellamento continua.
26 aprile 1944
Notiziario del 30 aprile 1944, pp. 35-36, CR
Il 26 corrente, una pattuglia della G.N.R. rinvenne il cadavere di un bandito rimasto
ferito in una recente azione ed ha scoperto anche il nascondiglio di un bandito ferito
che, in seguito ad infezione cancrenosa, dovrà essere amputato di un arto.
Dall’interrogatorio dei vari banditi catturati e da documenti sequestrati si è avuta la
conferma esatta che la banda Moscatelli non esiste più.
Le bande ribelli avevano ricevuto ordine di intensificare nel prossimo mese gli atti terroristici e di sabotaggio. Infatti ogni distaccamento era abbondantemente provvisto di
materiale adatto allo scopo, specialmente per far saltare i treni con l’applicazione di un
arnese a pressione sulle rotaie.
Sono stati trovati anche degli ordigni di piccolissime dimensioni e ad alto potenziale,
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adatti per compiere attentati in luoghi chiusi e dentro le autovetture dove viaggiano
personalità. La miccia che è a tempo ha la forma di un normale porta penne.
In base alle informazioni avute sulla dislocazione di alcuni gruppi di ribelli sbandati, sono
state date per la sera del 26 detto [mese] disposizioni di attaccarli.
Riserva di notizie.
Notiziario del 7 maggio 1944, p. 19, AR
Il 26 aprile u. s., alle ore 17,30, in frazione Chiavazza di Biella, sei sconosciuti armati
disarmarono della pistola due vigili urbani.
Notiziario dell’8 maggio 1944, p. 13, AR
Il 26 aprile u. s., alle ore 20,30, in Valdengo, 5 ribelli, tra i quali una donna, si presentarono nell’abitazione del rappresentante di tessuti Giuseppe RUSSO, chiedendo a questi, senza esito, la consegna di lire 100 mila e uccidendolo con 4 colpi di pistola sparati
a bruciapelo. I banditi, inoltre, lanciarono due bombe a mano nell’interno dell’abitazione, ferendo leggermente la moglie del RUSSO, due figli di tenera età e la domestica.
Prima di allontanarsi, i banditi ferirono gravemente con un colpo di pistola il suocero
del RUSSO.
27 aprile 1944
Notiziario del 1 maggio 1944, p. 29, CR
Il 27 aprile u. s., alcune puntate effettuate da pattuglie della G.N.R. nelle montagne del
Vercellese hanno portato alla cattura di 4 banditi e al rinvenimento del cadavere di un
quinto, ucciso in un’azione precedente.
Notiziario del 3 maggio 1944, p. 18, AR
Il 27 aprile u. s., verso le ore 9, in Cigliano, 30 ribelli armati assalirono di sorpresa due
militi della G.N.R., in servizio di perlustrazione, limitandosi a disarmarli.
Notiziario del 7 maggio 1944, pp. 19-20, AR
Il 27 aprile u. s., alle ore 24,15, in Biella, dieci sconosciuti armati penetrarono nello
stabilimento tessile BERTOTTO, donde asportarono 180 scatole di conserve varie, 2000
dadi per minestra, 20 Kg. di biscotti, 80 di pesce in scatola, 80 di lardo, 2 q.li di riso, 50
Kg. di pasta, due macchine da scrivere e otto pezze di stoffa autarchica, allontanandosi
poi verso Mongrando.
Notiziario dell’8 maggio 1944, p. 13, AR
Il 27 aprile u. s., alle ore 11, in S. Maurizio di Roasio, uno sconosciuto armato di pistola, penetrò nella panetteria di Natale TARABELETTI, chiedendo a questi la consegna di
Kg. 3 di pane.
Al rifiuto del TARABELETTI, lo sconosciuto si allontanò, asserendo che sarebbe ritornato in compagnia di altri armati.
28 aprile 1944
Notiziario del 28 aprile 1944, p. 2, OP
Firenze. In ristretti ambienti industriali di PRATO si è sparsa la notizia che l’incaricato
germanico per l’economia tessile in Italia avrebbe intenzione di concentrare la nostra
industria tessile nel Biellese, ivi trasportando tutto il macchinario nazionale.
Alcuni esponenti di quelle industrie si sono pertanto recati a Milano per ottenere dall’incaricato tedesco una dilazione dell’eventuale provvedimento.
Risulterebbe infatti che in Prato vi sarebbero ancora molte materie prime che, con l’au62
silio di altre non indifferenti quantità giacenti presso commercianti delle vicine regioni
(non potute affluire a Prato per difetto di trasporti), consentirebbero alle industrie tessili di quella zona di continuare la loro attività.
Da notare che se il concentramento industriale venisse adottato, la quasi totalità delle
maestranze pratesi verrebbe a trovarsi disoccupata e probabilmente precettata per il
servizio di lavoro in Germania. Ciò potrebbe essere causa di un temporaneo peggioramento della situazione economica e dare adito a grave malumore e possibili perturbamenti nell’ordine pubblico.
Notiziario dell’8 maggio 1944, p. 13, AR
Il 28 aprile u. s., alle ore 21, in Brusnengo, sei individui armati penetrarono nel salumificio di proprietà di Giuseppe MOTTA, obbligando questi a consegnare loro Kg. 19 di
lardo, che pagarono a prezzo di ammasso.
Notiziario dell’8 maggio 1944, p. 23, AR
Il 28 aprile u. s., alle ore 22,30, in Roasio, circa 50 ribelli irruppero nell’albergo “Sport”
sparando contro il proprietario Giuseppe De ANGELIS, padre del milite dalla G.N.R.
Filippo De ANGELIS. Il DE ANGELIS padre rimase illeso e i banditi si allontanarono,
asserendo che sarebbero ritornati per prelevare il figlio.
Notiziario del 13 maggio 1944, p. 18, AR
Il 28 aprile u. s., alle ore 23, in Tronzano Vercellese, 6 ribelli armati penetrarono nell’abitazione dell’agricoltore Battista Elena, obbligando questi a consegnare loro alcuni
oggetti d’oro e L. 12.000.
29 aprile 1944
Notiziario del 29 aprile 1944, p. 8, OP
La popolazione si mantiene fredda e scettica.
Negli ambienti fascisti si ha l’impressione che il 1o maggio non trascorrerà senza incidenti. Alcuni iscritti si sono prudentemente allontanati. I competenti organi stanno prendendo le misure atte a prevenire ogni tentativo di perturbamento dell’ordine pubblico.
Da ogni parte sono cori di proteste contro la sfrenata speculazione del mercato nero e
le accuse si appuntano sulle autorità che non riescono a contenerlo, nonostante ogni
buona volontà.
In tutti gli ambienti vi è notevole ostilità al trasferimento in Germania; fra i militari che
devono integrare gli organici di unità in via di costituzione sul suolo tedesco sono avvenute delle diserzioni e diverse richieste di ufficiali intese a mutare residenza.
Il recente ulteriore condono delle pene per i disertori darà probabilmente buoni frutti,
anche se tra gli antifascisti in genere è considerato come una prova di debolezza del
Governo Repubblicano. Sempre attiva l’attività di piccoli gruppi ribelli, muniti di armi
automatiche, che operano diverse puntate allo scopo di vettovagliarsi. Insufficienti, per
uomini e mezzi, le forze che a detti gruppi possono opporsi.
29-30 aprile 1944
Notiziario del 9 maggio 1944, p. 25, AR
Il 29 aprile u.s., in frazione Cascina Armondà, del comune di Benna, ribelli armati irruppero in detta Cascina Armondà, pretendendo ospitalità e alloggio.
All’alba del giorno seguente il grosso della banda si allontanò, lasciando sul posto un
picchetto armato che rimase fino alle ore 20,30 del 30 detto mese.
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30 aprile 1944
Notiziario del 2 maggio 1944, p. 25, UO
Il 30 aprile u. s., alle ore 11,15, in MOTTALCIATA (VERCELLI), una sconosciuto
aggredì proditoriamente a colpi d’arma da fuoco due elementi della G.N.R. in transito.
Rimase leggermente ferito il vicebrigadiere Giulio RICCA.
La pronta reazione dei militari, mise in fuga il malvivente, che riuscì ad allontanarsi
attraverso la campagna.
Notiziario del 4 maggio 1944, p. 25, CR
In scontro con un reparto della G.N.R., avvenuto il mattino del 30 aprile u. s. sulle alpi
Grossa i ribelli hanno lasciato sul terreno 5 morti, armi e munizioni.
Per le numerose tracce di sangue notate sul terreno, si ha motivo di ritenere che non
pochi ribelli siano rimasti feriti.
Un legionario riportò lieve ferita.
1 maggio 1944
Notiziario del 2 maggio 1944, p. 27, UO
Il 1o corrente, in BIELLA (Vercelli), soltanto 60 operai non si sono presentati al lavoro.
Altri 64 operai si astenevano dal lavoro presso le fabbriche di Vigliano Biellese.
Notiziario del 4 maggio 1944, p. 22, NM
Il 1o corrente, ad un nostro reparto operante in Valsesia si sono volontariamente presentati, per essere arruolati, 13 giovani, che non avevano risposto alla chiamata alle
armi delle classi dal 1922 al 1925.
Notiziario del 5 maggio 1944, p. 10, AS
In occasione del 1o maggio, ignoti hanno distribuito fra le maestranze industriali del
Biellese manifestini sovversivi incitanti i lavoratori a intensificare i loro sforzi, in questo
momento decisivo, per aver ragione dei tedeschi e dei fascisti.
Nella notte sul 1o corrente, in prossimità della zona industriale e della stazione ferroviaria di Vercelli, elementi della G.N.R. rinvennero numerosi manifestini sovversivi a carattere antifascista e antitedesco e alcune copie del libello “L’unità”.
Notiziario del 7 maggio 1944, p. 7, AS
Nella notte sul primo corrente, in Costanzana, furono affissi alcuni manifestini sovversivi incitanti gli italiani alla ribellione.
Il primo corrente, sullo stradale Stroppiana-Pertengo, elementi della G.N.R. rinvennero
un manifestino sovversivo incitante i lavoratori a unirsi ai ribelli.
Notiziario del 7 maggio 1944, p. 20, AR
Il primo corrente, in Crescentino, quattro ribelli armati disarmarono il milite della G.N.R.
Giuseppe BERTALOTTO di servizio presso il comando tedesco di Vercelli.
Notiziario del 9 maggio 1944, p. 10, AS
Vercelli. Il 1o corrente, alle ore 4,30, nel reparto tessili “XO” e nell’interno dello stabilimento “SAIFTA”, vennero rinvenuti alcuni manifestini incitanti alla lotta contro il nazismo e il fascismo.
Notiziario del 16 maggio 1944, p. 7, AS
Il 1o corrente, nell’ufficio postale di Vercelli-ferrovia, tra la corrispondenza proveniente dalle buche di impostazione della città, elementi della G.N.R. rinvennero numerosi
manifestini sovversivi incitanti gli operai a compiere atti di sabotaggio nei confronti dei
tedeschi.
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2 maggio 1944
Notiziario del 2 maggio 1944, p. 13, AR
Torino. Fonte attendibile riferisce che il comitato di liberazione ha sospeso l’erogazione
di fondi al gruppo Moscatelli, per cui si prevede lo scioglimento della banda.
La sospensione è dovuta al gruppo socialista, che si è rifiutato di continuare ad avallare
gli atti di rapina, estorsioni, eccidi, ecc.
È possibile che i ribelli, non potendo ottenere i mezzi finanziari necessari, tentino di
spostarsi in altro territorio per trovare un nuovo campo d’azione.
Notiziario del 2 maggio 1944, p. 28, AS
In VERCELLI e BIELLA, nonché nelle campagne circostanti, sono stati diffusi e affissi numerosi manifestini sovversivi. Durante la notte, una pattuglia tedesca, per errore,
ha fatto fuoco su elementi della P. S. causando la morte di due agenti.
Nel capoluogo e negli altri centri della provincia, non si lamentano disordini.
Notiziario del 6 maggio 1944, p. 14, AR
Nella zona di Fobello di Vercelli, elementi della G.N.R. hanno testè rinvenuto cinque
salme di individui trucidati circa due mesi or sono dalla banda Moscatelli. Tra esse è
stata identificata quella del capitano della G.N.R. MAGLIOLA.
Notiziario del 9 maggio 1944, p. 25, AR
Il 2 corrente, alle ore 0,30, in località Ponte di Camo del comune di Valduggia, ignoti
lanciarono una bomba nella centrale elettrica dei fratelli Piero e Domenico RIZZIO,
provocando lievi danni ai macchinari.
Notiziario del 10 maggio 1944, pp. 19-20, AR
Il 2 corrente, alle ore 7,15, in Occhieppo Superiore, due ribelli armati obbligarono
Cornelio MAGGIA a consegnare loro un’automobile, che restituirono un’ora dopo.
Il 2 corrente, alle ore 12, in Lessona, due ribelli armati penetrarono negli uffici dello
stabilimento di Luigi BERTOTTO, costringendo questi a consegnare loro lire 2.700.
Notiziario dell’11 maggio 1944, p. 20, AR
Fa seguito a quanto inserito nel notiziario del 14 marzo u. s.
Il 2 corrente, in località “Madonna Murur” (sic, ma Madonna del Rumore) del comune
di Rimella, venne rinvenuta la salma del capitano di complemento in congedo dei carabinieri Francesco MAGLIOLA, fucilato dai ribelli. La morte risale a circa un mese.
Notiziario del 13 maggio 1944, p. 27, CR
Il 2 corrente, alle ore 17,30, in frazione Vallemosso di Travello [sic, ma Cravello, frazione di Valle Mosso], un reparto del 115o Battaglione G.N.R. venne a conflitto con due
ribelli armati, uccidendone uno e catturando il secondo che veniva fucilato sulla piazza
di Vallemosso alle ore 18,30.
Notiziario del 17 maggio 1944, p. 26, AR
Il 2 corrente, alle ore 16,15, in Graglia, tre ribelli armati, penetravano nell’abitazione di
G. Battista CLERICO, costringendo questi a consegnare loro un bovino.
3 maggio 1944
Notiziario del 12 maggio 1944, p. 16, AR
Il 3 corrente, alle ore 13,30, in Candelo, un individuo apparentemente disarmato si presentò all’abitazione di certa Delfina PIAGNATA, invitando questa ad uscire perché
desiderata da una persona che attendeva davanti alla chiesa della Madonna.
La donna venne quindi condotta fuori dal paese, dove altri due sconosciuti, armati di
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pistola, le chiesero il nome di persone che ella non conosceva, rilasciandola in libertà
dopo averle dato appuntamento, per il giorno seguente sulla strada Biella-Candelo. La
PIAGNATA è donna di facili costumi che frequenta militari germanici di stanza a Biella.
Il tre corrente, alle ore 18,40, in Ponderano, cinque sconosciuti armati, tra i quali una
donna disarmarono della pistola la guardia comunale Giuseppe CARRERA.
4 maggio 1944
Notiziario del 12 maggio 1944, p. 17, AR
Il 4 corrente, alle ore 12, in Zublena [Zubiena], due ribelli armati fermarono - costringendoli poi a seguirli - due militari tedeschi (sergente maggiore Giuseppe JANNIKIRI
e caporale maggiore KANIFKI) appartenenti al centro avvistamento aereo di Biella, che
viaggiavano a bordo dell’autocorriera in servizio tra Biella e Ivrea. In corso ricerche.
Il 4 corrente, alle ore 17, sulla strada Biella-Ivrea, al bivio della frazione Vermogno [di
Zubiena], circa 20 ribelli attaccarono con bombe a mano e raffiche di fucile mitragliatore un’automobile a bordo della quale viaggiavano il comandante e altri ufficiali del
115o battaglione “M” di stanza a Biella, di ritorno, assieme a un plotone di militi, che
seguiva a distanza, da una azione di rastrellamento effettuata nella zona. La pronta reazione degli ufficiali e dei militi, poco dopo sopraggiunti, volse in fuga gli assalitori. Non
si deplorano vittime. Avarie di qualche entità hanno riportato gli automezzi.
Notiziario del 15 maggio 1944, p. 19, AR
Il 4 corrente, alle ore 21,30, in frazione Agnona di Borgosesia, 4 ribelli armati, tra cui
una donna, penetrarono nell’abitazione di tale Battista NEGRESCHI, costringendo questi a consegnare loro Kg. 5 di lardo, 15 di salumi, uno di olio e 0,500 di burro, rilasciando un buono intestato “Comando patrioti Valsesia - brigata d’assalto Garibaldi”.
Notiziario del 17 maggio 1944, p. 26, AR
Il 4 corrente, alle ore 10,45, sulla piazza del municipio di Sala di Elmese [Sala Biellese?]4, i militi della G.N.R. Angelo PIAZZINO e Mario PERETTO furono avvicinati da
due sconosciuti muniti di mitra, i quali con le armi spianate, intimarono ai legionari di
alzare le mani. Nell’impossibilità di reagire, essendo disarmati i due militi obbedirono e
furono perquisiti. A operazione ultimata, venivano rilasciati in libertà.
5 maggio 1944
Notiziario del 5 maggio 1944, p. 27, CR
Elementi della legione G.N.R. “Tagliamento”, durante un’azione di rastrellamento effettuata nel territorio della provincia di Vercelli, hanno testè catturato un ribelle trovato in
possesso di un ordine d’operazione dal quale si è potuto rilevare che le bande armate:
- ricevono regolari rifornimenti aerei dal nemico e vengono preavvisate dei lanci, dall’annunciatore di radio Londra, mediante frasi convenzionali (rinvenuto l’elenco di tali
frasi);
- segnalano la loro presenza agli aerei con l’accensione a terra di 4 fuochi e il lancio di
un razzo rosso nella direzione del vento;
- in questi giorni sono giunti rifornimenti a Pozzuolo [Lozzolo], Muletta [Mauletta] di
4
La notizia è riportata tra quelle della provincia di Vercelli: è pertanto possibile che si
tratti di un errore di trascrizione, ma non è da escludere che sia effettivamente relativa alla
località torinese, inserita erroneamente tra quelle inoltrate dalla Gnr vercellese.
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Romagnano (Novara) e Mera di Scopello;
- sono in collegamento con il sedicente comitato di Liberazione Nazionale;
- sono collegate con i ribelli della Val Sesia e del Biellese, tramite Cesare MOSCONE,
giudice al tribunale di Biella.
Sulla scorta delle notizie apprese, elementi della G.N.R. hanno proceduto al fermo del
magistrato, dal cui interrogatorio si spera di avere informazioni atte ad individuare altre
persone implicate nell’organizzazione ribelle-sovversiva.
Si è appreso inoltre, che, a cura del comitato di liberazione sono stati stampati manifestini di propaganda disfattista, redatti in lingua tedesca, da distribuire alle truppe germaniche dislocate nella zona.
Notiziario del 12 maggio 1944, pp. 29-30, CR
Nella notte sul 5 corrente, in località S. Maria di Curino, un reparto della G.N.R., appartenente alla legione “Tagliamento”, eseguì un’operazione di rastrellamento nel territorio
di quel comune, riuscendo a circondare un gruppo di 20 ribelli.
Dopo aspra e furiosa lotta, protrattasi per circa 2 ore, i banditi vennero annientati; 11
rimasero uccisi, tra i quali il capo banda MARCODINI, uno catturato ed uno ferito che
riuscì però a fuggire. Da parte nostra un morto, sei feriti, di cui 4 leggermente, ed un
ufficiale ferito non gravemente.
Vennero inoltre recuperati 9 moschetti, due mitra, quantitativi vari di generi alimentari
e un ingente numero di bombe a mano.
Nella stessa notte un altro gruppo di ribelli tentò di assalire il posto di blocco situato
sulla provinciale Borgosesia-Croce Mosso-Biella. I 4 militi di guardia reagirono energicamente riuscendo, malgrado le forze preponderanti dell’avversario, a volgere in fuga
i banditi senza subire alcuna perdita.
Notiziario del 15 maggio 1944, p. 19, AR
Nella notte sul 5 corrente, in frazione Parone di Varallo Sesia, una quindicina di ribelli
armati uccisero a colpi di mitra certo Benigno BONDETTI, saccheggiando, successivamente l’abitazione di questi.
Notiziario del 16 maggio 1944, pp. 29-30, CR
Il 5 corrente, in Zubbiena (sic), a seguito della cattura di due soldati germanici, un plotone del 115o Battaglione G.N.R. veniva inviato sul posto. All’Ufficio comunale furono
affissi comunicati invitanti i ribelli a liberare, entro le ore 20, sotto pena di distruzione
dell’abitato, i militari tedeschi.
Al tempo stesso, adunata la popolazione esigua presente, poiché gli uomini validi al giungere dei militi si erano eclissati, venne fatta opera di persuasione, permettendo che prendessero subito contatto con i banditi.
I legionari, intanto, che si erano appostati agli sbocchi del paese, notarono numerose
persone che si allontanavano sulle alture circostanti. Intimato l’alt, invece di fermarsi,
si dettero alla fuga. Aperto il fuoco, uno dei fuggitivi rimase ucciso.
Mancano altri particolari.
Notiziario del 17 maggio 1944, p. 26, AR
Il 5 corrente, alle ore 24, in Muzzano, elementi ribelli uccisero a colpi d’arma da fuoco
certi Giovanni RUBINI e Antonio LUNARDON, lasciando le salme esposte sulla piazza
principale del paese con un cartello recante le frasi: “seconda brigata d’assalto Garibaldi - così vengono puniti tutti coloro che, appropriandosi falsamente del glorioso nome
di partigiani, commettono furti, rapine e violenze carnali. F/to distaccamento Nino Bixio”.
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Tale Giancarlo ROSSETTI, parimenti passato per le armi insieme ai due predetti, avendo solo riportato gravi lesioni, è stato ricoverato all’ospedale di Biella e giudicato guaribile in 20 giorni.
6 maggio 1944
Notiziario del 12 maggio 1944, pp. 30-31, CR
Il 6 corrente, elementi della G.N.R. catturarono 5 renitenti alla leva nella zona di Alagna
Sesia.
Resti di una banda di ribelli si aggirano ora nella zona di Ponzone - Cerreia e Pot [Botto?]. Si tratta di una ventina di elementi che, in gruppi di tre o quattro al massimo,
camminano continuamente, letteralmente affamati per procacciarsi i viveri.
Risulta anche che nella zona di Riva Valdobbia abbia trovato rifugio in un vecchio convento di frati un piccolo gruppo di banditi.
La banda di certo Mario PESGO, che fino a qualche giorno fa si aggirava a nord del
fiume Sessera ed era in continuo movimento, pare che abbia raggiunto la Valle di Lanzo
attraverso la strada che da Biella conduce a Donato.
Nel biellese la situazione non ha subito sostanziali mutamenti.
Anche qui si aggirano nuclei di sbandati che, se raffrontati all’estensione del terreno,
non sono affatto numerosi.
Sintomatico poi il fatto che la popolazione sentendosi maggiormente protetta dal continuo movimento dei nostri reparti, reagisce al vecchio stato di cose e non si fa più
imporre la volontà dei fuori legge.
Non è raro il caso, da qualche tempo a questa parte in Valsesia e Valsessera, del proprietario che si rifiuta di aprire la casa ai banditi o addirittura vieta ai malviventi di appropriarsi dei viveri.
Nella Val Strona (Novara) sembra si aggirino circa 200 uomini bene armati.
Avrebbero infatti, oltre alle armi individuali ordinarie ed automatiche, numerose mitragliatrici straniere e molte munizioni. È allo studio un’operazione di rastrellamento.
Notiziario del 16 maggio 1944, p. 41, CR
Il 6 corrente, nei pressi della stazione ferroviaria di MONGRANDO (VERCELLI), elementi della G.N.R. catturarono due ribelli, immediatamente fucilati sul posto, appartenenti alla banda comandata dal sottotenente dell’ex esercito regio Giovanni SCHIAPPARELLI.
Notiziario del 17 maggio 1944, p. 11, V
Il 6 corrente, in Cerrione, la polizia germanica, in seguito alla cattura effettuata da elementi ribelli di un militare germanico, trasse in ostaggi 10 abitanti del luogo.
Notiziario del 17 maggio 1944, p. 27, AR
Il 6 corrente, alle ore 24, in Vigliano Biellese, 4 ribelli armati costrinsero tale Giovanni
SCARLATTA a consegnare loro un’autovettura FIAT 1500 con la quale si allontanarono in direzione di Piatto.
7 maggio 1944
Notiziario del 7 maggio 1944, p. 20, AR
Viene ora riferito che nella zona montana di Mongrando, Netro, Sordevolo e Donato, si
sono concentrati circa 1000 ribelli al comando di due ufficiali inglesi, lanciatisi da aerei
con paracadute nei giorni decorsi.
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L’affluenza dei ribelli continua e si ritiene che il numero dei partigiani possa arrivare ad
oltre 3.000, di cui diverse centinaia armati di fucile mitragliatore, recentemente forniti
da apparecchi nemici.
8 maggio 1944
Notiziario dell’8 maggio 1944, pp. 21-22, CR
Fa seguito alle precedenti segnalazioni, circa le operazioni antiribelli svolte dalla legione
G.N.R. “TAGLIAMENTO” nel territorio della provincia di Vercelli.
In questi ultimi giorni, i nuclei operativi, hanno continuato l’attività perlustrativa, senza
riuscire a rintracciare formazioni avversarie.
Nella zona Fobello - Rimella e Val Mastallone, non esistono ribelli, essendosi questi spostati
verso il nord per sfuggire alla ricerca delle pattuglie della G.N.R. in azione di rastrellamento.
Anche nel territorio più eccentrico della provincia non si trovano bande armate consistenti; continua il rastrellamento della parte compresa fra il Sesia e il Sessera, per catturare i pochi elementi sbandati che ancora si aggirano.
Si hanno notizie che molti giovani, già facenti parte delle bande, sono rientrati nelle proprie
case nel Novarese e nel Milanese.
Gli elementi, indiziati autori di delitti, insieme con i familiari, hanno abbandonato la provincia, dirigendosi verso il Veneto. Corre voce che il capo banda MOSCATELLI sia
riparato in Svizzera.
Comunque è confermato che il bandito aveva perduto i contatti con gli esponenti delle
altre bande e non aveva più ascendente sui superstiti della sua banda.
In corso operazioni contro gruppi di ribelli segnalati nel territorio compreso fra Borgosesia - Mosso S. Maria - Masserano e Gattinara.
Altri reparti della G.N.R. sono in movimento verso le Alpi Collette, per cercare di prendere contatto con il nucleo ribelle colà segnalato.
Riserva di notizie.
Notiziario del 17 maggio 1944, p. 27, AR
L’8 corrente, verso le ore 13,30, in Strona, tre ribelli armati penetrarono nei magazzini
dello stabilimento Tallia, costringendo il guardiano a consegnare loro due pezze di stoffe del valore complessivo di lire 20 mila.
L’8 corrente, verso le ore 10,15, in Candelo, cinque ribelli armati penetrarono nella locale
cassa di risparmio, impadronendosi della somma di lire 3015.
L’8 corrente, verso le ore 13,30, in frazione Isolella del comune di Borgosesia, dieci
ribelli armati penetrarono nell’abitazione dell’agricoltore Mansueto COLOMBO, costringendo questi a consegnare loro 6 fiaschi di vino, 5 chilogrammi di lardo, 5 di salame e
uno di pane.
L’8 corrente, verso le ore 4, in Caprile, quattro ribelli penetrarono nell’abitazione di due
militari in servizio nell’Esercito Repubblicano, costringendo costoro a seguirli.
Notiziario del 17 maggio 1944, p. 36, CR
L’8 corrente, verso le ore 22, in frazione S. Maria di Curino, un reparto della legione
G.N.R. “Tagliamento” si scontrò con un gruppo di ribelli. Dopo violento combattimento i banditi volsero in fuga, lasciando sul terreno 9 morti. Da parte nostra un morto e 7
feriti. Rimase inoltre ucciso un civile che si trovava a passare accidentalmente nei pressi del luogo dove avvenne il conflitto e feriti, per lo stesso motivo, altre 4 persone.
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9 maggio 1944
Notiziario del 9 maggio 1944, pp. 1-2, OP
Qualche sintomo di miglioramento si nota nello spirito pubblico in generale; nei fascisti
invece si nota un certo malumore e disorientamento a causa del sistema autoritaristico
ancora in auge, specialmente per quanto concerne la nomina dei Federali. Ha trovato
largo consenso la chiusura delle iscrizioni al Partito decisa per i militari alle armi e l’obbligo ai medesimi di astenersi da ogni attività politica.
Le colture e semina autunnale - grano, segala, orzo e avena - si presentano oggi discretamente buone, tenuto conto anche della limitata disponibilità dei fertilizzanti. Circa le
colture oleoginose, si segnala che non sono ancora giunte a tutt’oggi al C.A.P. le sementi, per cui è dubbio, in caso di ulteriore ritardo e data la stagione ormai inoltrata, se
potrà aver luogo la semina delle superfici a suo tempo previste.
Nel campo agricolo si avverte un certo disagio per la requisizione in atto di altri 150
cavalli precettati e per il richiamo alle armi degli appartenenti alle classi 1916-1917;
provvedimenti che non mancheranno di incidere su tutte le lavorazioni agricole in corso. Continuano a presentarsi ai corpi diversi renitenti e disertori. In merito alla presentazione dei giovani delle classi 1916-1917, questi ammontano a circa 200, numero inferiore a quello previsto; ma è da tener presente che molti giovani di queste classi hanno ottenuto l’esonero, ed altri si trovano internati in Germania o sono stati arruolati nei
battaglioni del lavoro, nella G.N.R. o nell’organizzazione TODT.
Benefico influsso sullo spirito pubblico ha esercitato un reparto di bersaglieri che, da
pochi giorni, è rientrato dalla Germania animato da un morale altissimo.
L’attività ribellistica non ha dato luogo a fatti di particolare rilievo. Le bande di Moscatelli, tuttora frazionate, sono sempre abbondantemente aereo-rifornite dal nemico. I
reparti della G.N.R. le perseguono senza tregua. In un solo comune sono stati ricuperati 36 quintali di armi, uniformi, materiale vario di provenienza anglo-americana.
Notiziario del 9 maggio 1944, p. 41, CR
In Biella, la G.N.R. ha recuperato un telemetro di artiglieria, con relativa custodia, che,
proveniente da Torino, era destinato alle bande ribelli della zona.
Notiziario del 13 maggio 1944, pp. 27-28, CR
Il 9 corrente, nel territorio della provincia di Vercelli quattro plotoni della G.N.R. Tagliamento partiti da Varallo, Fobello e Bagnella, raggiunsero le località prestabilite, attaccando i ribelli che vi erano segnalati.
Il primo gruppo di banditi venne incontrato dai legionari partiti da Fobello a Forno, dove
funzionava un’infermeria della banda, diretta da un medico e da uno studente in medicina di Milano.
Nel combattimento che ne seguì, dieci ribelli, fra cui il sanitario e lo studente, rimasero
uccisi. Catturate anche due donne che dichiararono di essere: una la moglie e l’altra la
sorella di elementi ribelli.
Uno dei banditi proveniva dalla provincia di Reggio Emilia, segno evidente che i ribelli,
già dislocati in quella zona, si sono sbandati a seguito delle operazioni svolte recentemente da reparti della G.N.R. e Germanici.
Il materiale sanitario, le armi e le munizioni vennero recuperate.
All’Alpe Loccia, in una postazione, fu rinvenuto un fucile mitragliatore “breda” con tre
casse di munizioni contenenti 900 colpi.
Un altro scontro venne sostenuto a Chesio. Sette banditi furono uccisi. Due legionari
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rimasero leggermente feriti da schegge di bombe a mano.
Nell’abitato furono rinvenuti alcuni documenti, il ruolino, bracciale per facenti parte
del Comitato, la mensa e un’autovettura.
Si riscontrò che tutte le ville e molte case di civili erano state saccheggiate e danneggiate. A Massiola avvenne un combattimento contro un esiguo gruppo di ribelli, tre dei
quali vennero uccisi.
I capi della banda, RUTTO e COPPO, avuto sentore dell’azione, avevano abbandonato
il paese.
La sorpresa non è riuscita a Chesio poiché i movimenti dei reparti della G.N.R. di Novara (i quali dovevano necessariamente muoversi da Omegna per prendere posizione
sugli sbocchi della valle per impedire la fuga dei banditi in direzione sud-est), vennero
segnalati da informatori ai ribelli. In sintesi, l’operazione ha fornito i seguenti risultati:
- ribelli uccisi n. 20;
- ribelli prigionieri n. 11;
- ribelli renitenti alla leva n. 1;
- donne che facevano vita in comune coi banditi n. 2.
Notiziario del 24 maggio 1944, p. 18, AR
Il 9 corrente, alle ore 23,30, in Selve Marcone, tre ribelli armati penetrarono nell’abitazione del podestà Antonio MUSSO, costringendo questi a consegnare loro un mulo.
10 maggio 1944
Notiziario del 18 maggio 1944, p. 18, AR
Il 10 corrente, alle ore 16,30, in Castelletto Cervo, tre sconosciuti armati si introdussero nel cortile della fattoria di proprietà di Giuseppe BELLONI, intimando al figlio di questi
Vincenzo, di anni 17, l’immediata consegna di lire 200.000. Avuto netto rifiuto, i malviventi si allontanarono attraverso i boschi.
Notiziario del 24 maggio 1944, p. 19, AR
Il 10 corrente, alle ore 22,30, in Biella, 50 ribelli armati penetrarono nello stabilimento
“Manifattura Italiana Scardassi” e, dopo avere immobilizzati le tre guardie addette alla
sorveglianza e il portinaio, asportarono un autocarro, un furgoncino, due fusti di benzolo per uso industriale, 30 gropponi di cuoio, sei quintali di riso, chilogrammi 40 di
lardo, 3 di sale, 60 di conserva e 8 di olio, allontanandosi in direzione di Pollone.
11 maggio 1944
Notiziario dell’11 maggio 1944, p. 39, CR
Nei pressi di Monte Barone, a nord-ovest di Coggiola, è stata segnalata la presenza di
alcuni prigionieri anglosassoni, facenti parte della banda “BASSO” e che, dopo lo scioglimento di questa, avevano continuato a rimanere nella zona. Una pattuglia della G.N.R.
ha eseguito un appostamento e, appena avvistato i banditi, ha aperto il fuoco. Tutti i
componenti del gruppo ribelle, in numero di 6, sono rimasti uccisi e le armi sono state
catturate.
Notiziario del 24 maggio 1944, p. 13, AR
L’11 corrente, alle ore 23, in località Molino di Lamporo, quattro ribelli armati penetrarono nell’abitazione del mugnaio Rinaldo COSSANO, impossessandosi di lire 4.000.
Dopo aver ferito lievemente il padre del COSSANO, i banditi si allontanarono in direzione di Saluggia.
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Notiziario del 26 maggio 1944, p. 28, CR
L’11 corrente, nella zona di Pettinengo, una pattuglia della G.N.R. catturava un individuo, armato di rivoltella, che veniva passato per le armi sul posto.
È risultato trattarsi di tale Giovanni ABBATE, comunista, delinquente pericoloso.
12 maggio 1944
Notiziario del 18 maggio 1944, p. 18, AR
Il 12 corrente, alle ore 11, in Pralungo, quattro ribelli armati, dopo aver tagliato i fili
telefonici, prelevarono, nel suo ufficio, il podestà Antonio CURTI, conducendolo in
direzione di S. Eurosia a bordo di un’autovettura.
Notiziario del 21 maggio 1944, p. 14, AR
Il 12 corrente, alle ore 22, in Vigliano Biellese, due ribelli armati penetrarono in una
privativa sita in frazione Valle Inferiore, costringendo il gestore di questa a consegnare
loro 50 pacchetti di sigarette, che pagarono regolarmente.
Notiziario del 21 maggio 1944, p. 24, AR
Il 12 corrente, nei pressi della frazione Roncole di Postua, una pattuglia di militi della
legione “Tagliamento”, durante un’azione di rastrellamento, uccise con una raffica di
arma automatica due individui che, all’intimazione di fermo, avevano tentato di darsi
alla fuga.
Notiziario del 25 maggio 1944, p. 14, AR
Il 12 corrente, alle ore 22, in Andorno Micca, due ribelli armati costrinsero l’industriale
Corrado AIMONE a consegnare loro la somma di lire 2.000.
13 maggio 1944
Notiziario del 13 maggio 1944, p. 27, CR
Un reparto della G.N.R. ha perlustrato l’abitato di Locarno [Varallo] catturando, dopo
laboriose ricerche, due banditi della banda Rastelli.
Essendo stati trovati in possesso di armi e avendo dichiarato di aver partecipato all’eccidio di 20 legionari nei pressi di Quarona, sono stati passati immediatamente per le
armi.
Notiziario del 22 maggio 1944, p. 22, AR
Il 13 corrente, alle ore 22,30, in Camandona, presso la locale rivendita di generi di
monopolio 4 banditi armati prelevarono 100 pacchetti di sigarette, versando l’importo
relativo al titolare della rivendita.
Il 13 corrente, alle ore 22,45, in Gattinara, 7 ribelli armati penetrarono nell’abitazione
del direttore dello stabilimento di Riva Vercellotti, costringendo questi a consegnare loro
la somma di L. 20.000 in contanti.
Notiziario del 24 maggio 1944, p. 30, CR
Il 13 corrente, alle ore 9, in località Ponte Maddalena di Biella, due militi della G.N.R. di
servizio presso lo stabilimento Pria vennero proditoriamente aggrediti da due banditi
armati. Il milite Bruno MOGARA riportò gravi ferite.
Nel conflitto a fuoco con altri elementi della G.N.R., subito sopraggiunti, rimase ucciso
uno dei due banditi identificato per Vincenzo BISCOTTI, autore di numerosi omicidi.
L’altro bandito riuscì a dileguarsi.
Notiziario del 28 maggio 1944, p. 18, AR
Il 13 corrente, alle ore 17, in Campiglia Cervo, due sconosciuti armati si presentarono
72
nella rivendita di generi di monopolio di Felice ROSSETTI, costringendo questi a consegnare loro 60 pacchetti di sigarette “nazionali”, che pagarono regolarmente.
14 e 15 maggio 1944
Notiziario del 18 maggio 1944, pp. 29-31, CR
Nei giorni 14 e 15 corrente, la legione G.N.R. di assalto “Tagliamento” ha proseguito
l’attività antiribelle nel territorio della provincia di Vercelli. Numerose pattuglie hanno
perlustrato tutta la zona di Borgosesia, spingendosi fino alle pendici del Monte Rosa,
Monte Moro, Cellio, Valduggia, Alpi Cavala [Gavala], Monte Genevola [Gemevola] e
Monte Barone. In diversi scontri con nuclei di ribelli sono stati catturati tre banditi e
due altri uccisi. Fra i catturati vi è il fratello del capo banda BASSO di Trivero.
Attraverso gli interrogatori dei prigionieri e dalle notizie riferite dai militi operanti, si rileva che:
- tutta la popolazione si dimostra ora ostile ai banditi;
- bande vere e proprie non ne esistono più; piccoli gruppi di ribelli cercano di spingersi
verso il basso vercellese, altri di maggiore consistenza verso Ivrea;
- sono stati lanciati, a mezzo paracadute, da aerei nemici, alcuni ufficiali badogliani (sembra in numero di tre), uno dei quali ha assunto il comando di un gruppo di banditi, dislocato vicino a Torre Balfredo (Ivrea), dove si stanno concentrando, sembra, dei forti
nuclei badogliani.
Viene, inoltre, segnalato che:
- il giorno 30 o il 31 corrente, il nemico effettuerà un lancio di armi munizioni e materiale vario nei pressi della Chiesa della Madonna della Neve, immediatamente a sud di
Molinengo, a nord-est di Gattinara;
- i nuovi indicativi per il lancio sono: “Neve”, “Carbone”, e “Berta”; il giorno che precederà il lancio, radio Londra, comunicherà una di queste frasi: “Neve pronta” o “Carbone pronto” oppure “Berta pronta”. La squadra a terra deve fare i seguenti segnali con
lampade - sistema Morse -: tre punti bianchi, un punto verde, una linea verde, due linee
rosse (queste più lunghe delle verdi).
Un reparto della G.N.R. è stato inviato nella zona di Campello - Forno con il compito di
proseguire l’azione di rastrellamento verso la Valle Strona in direzione di Omegna. Attualmente i reparti della “Tagliamento” sono dislocati in una zona vastissima, collegati
fra loro, con i comandi di battaglioni, con il comando tattico della legione e col comando base, a mezzo telefono e porta-ordini in motocicletta.
L’azione continua e metodica, permetterà di raggiungere, fra breve, il risultato previsto
e cioè la pacificazione completa del territorio assegnato alla legione “Tagliamento”.
Da informazioni giunte, sembra che il noto MOSCATELLI si sia rifugiato sulla cima di
una montagna alta 4.000 metri, dove esiste una capanna. La località è stata perfettamente individuata e, se le voci avranno conferma, due pattuglie di scalatori tenteranno
la sua cattura.
15 maggio 1944
Notiziario del 22 maggio 1944, p. 15, V
Il 15 corrente, alle ore 6, nella frazione Rastiglione del comune di Valduggia, venne rinvenuto il cadavere di Camillo BARCORETTI, ucciso con due colpi d’arma da fuoco
alla testa. Si presume che il delitto sia originato da motivi di gelosia.
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Notiziario del 22 maggio 1944, p. 22, AR
Il 15 corrente, alle ore 16,30, in frazione Ronchi di Cigliano, 5 ribelli armati costrinsero
il medico condotto a consegnare loro la propria vettura con la quale si allontanarono
verso la frazione La Rocca di Mazzè, dopo aver inutilizzato l’apparecchio telefonico
collegante la frazione di Ronchi col comune di Cigliano.
Notiziario del 26 maggio 1944, p. 28, CR
Il 15 corrente, alle ore 22,30, in località campestre di Cossato, elementi del 115o battaglione “M” della G.N.R. catturarono due disertori ribelli.
Avendo costoro, approfittando della oscurità, tentato di darsi alla fuga, i militi fecero
uso delle armi uccidendoli.
16 maggio 1944
Notiziario del 16 maggio 1944, pp. 5-6, OP
Le caratteristiche principali della situazione politica della provincia sono:
- l’atteggiamento volutamente passivo, dei cosiddetti intellettuali e della classe borghese;
- l’ostilità e la diffidenza della massa operaia e impiegatizia per tutto quanto si riferisce
all’azione del Partito Fascista Repubblicano;
- il disappunto, da parte dei fascisti repubblicani, perché alcune importanti cariche provinciali continuano ad essere tenute da ex fascisti, da badogliani e da attendisti.
Molto disagiate le condizioni di vita degli operai e degli impiegati per l’insufficienza degli
emolumenti rispetto all’alto costo della vita. È certo che il valore della moneta va subendo un progressivo quanto rapido svilimento, e a ciò non è estraneo il nefasto mercato nero, ad arginare il quale tutti gli sforzi delle autorità e delle forze di polizia sono
finora riusciti vani. Questo disagio materiale in cui vivono gli operai e gli impiegati è la
causa principale del loro malcontento ed orientamento non favorevole al Fascismo.
Da alcune settimane si nota un insolito movimento di ribelli nelle zone di Netro, Sordevolo, Mongrando, Trivero e Coggiola.
Secondo notizie attendibili, le forze dei ribelli ascenderebbero a circa un migliaio di uomini
che sarebbero capeggiati da due ufficiali inglesi discesi da aerei, per mezzo di paracadute, nei giorni scorsi.
Nell’Alta Valsesia, presidiata da reparti della “Tagliamento”, è cessata ogni attività da
parte dei banditi. Questi, però a piccoli gruppi, si sono portati più a sud fra Varallo e
Borgosesia e a sud-ovest di quest’ultima località, specie nei comuni di Curino e Masserano.
Nuclei abbastanza forti e bene armati (recentemente sono stati riforniti di armi da aerei
inglesi) sono stati segnalati a sud di Biella e nel territorio di Mottalciata.
Notiziario del 16 maggio 1944, pp. 28-29, CR
A seguito di precedenti segnalazioni si comunicano le ultime operazioni svolte nel territorio montano della provincia di Vercelli dalla legione G.N.R. d’assalto “Tagliamento”.
In tutta la zona a nord e a sud del Sessera, normale attività di pattuglie e appostamenti
notturni nei punti di obbligato passaggio.
Avuta notizia, da un bandito catturato il 9 corrente, che un gruppo di armati si era sistemato alle Alpi Cavala [Gavala], il 12 andante due pattuglioni, uno partito da Varallo e
uno da Pra [Pray] attaccarono simultaneamente le alture ove i ribelli si trovavano dislocati. Sei banditi rimasero uccisi e due sudditi inglesi furono catturati.
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Recuperati 4 moschetti, tre fucili, alcuni caricatori e bombe a mano.
I ribelli riuscirono ad allontanarsi, inseguiti dai militi.
Il plotone G.N.R. di stanza a Rimasco, l’11 corrente inviò una pattuglia verso il confine
svizzero passando per Alagna, catturando tre ebrei di Vercelli che si erano rifugiati nella
zona con il proposito di espatriare.
17 maggio 1944
Notiziario del 17 maggio 1944, p. 46, CR
Nel rione Riva di BIELLA (VERCELLI), i legionari Bruno MAGARA e Ghino CARLETTINI, mentre trovavansi in servizio di vigilanza presso lo stabilimento Pria fermarono
due individui sospetti. Uno di costoro, estratta fulmineamente la pistola, sparò tre colpi
contro il legionario MAGARA approfittando del fatto che l’altro milite, il CARLETTINI, si era allontanato di qualche passo per procedere al fermo di altre persone. Il legionario MAGARA, benché ferito in più parti del corpo, trovò la forza di scaricare il suo
mitra contro gli aggressori, ferendoli entrambi ma, date le sue condizioni, non poté
raggiungerli ed arrestarli, cosicché costoro poterono dileguarsi in un bosco vicino.
Organizzato subito un servizio di battuta, uno degli aggressori venne tosto rintracciato,
ferito all’addome, e passato per le armi sul luogo stesso. Trattasi di certo Albino CRIVELLATO della classe 1924.
In corso ricerche per rintracciare l’altro bandito.
Notiziario del 22 maggio 1944, pp. 26-27, CR
Nella notte sul 17 corrente, nella zona di Mottalciata (dieci chilometri a sud di Masserano), elementi ribelli che si erano sistemati in alcune cascine, in attesa di un lancio da
parte di aerei nemici, vennero attaccati da un plotone della G.N.R. “Tagliamento”.
Nel combattimento che ne seguì, svolto con eroica decisione dai nostri legionari, la
formazione avversaria venne dispersa.
Perdite dei ribelli:
- 17 morti e tre elementi catturati, che, dopo l’interrogatorio, vennero fucilati perché
trovati con le armi in pugno.
Da parte nostra un milite caduto.
Materiale sequestrato:
- un moschetto automatico Beretta;
- 18 moschetti modello 1891;
- 150 bombe a mano;
- 650 cartucce per moschetto;
- 60 cartucce per pistola;
- 104 cartucce per moschetto automatico.
Dalle informazioni fornite dai banditi, si è potuto sapere che il nemico effettuerà i lanci
con paracadute non più in montagna, ma in zone di pianura, che, ritiene, siano meno
sorvegliate da parte delle forze di polizia.
In base a tali notizie verranno intensificate le azioni verso gli altri gruppi di banditi, che
si sono spinti o si spingeranno in territorio pianeggiante.
Notiziario del 24 maggio 1944, p. 40, UO
Il 17 corrente, in zona GUALA di VERCELLI [sic, ma frazione di Trivero], elementi
della G.N.R. rinvennero manifestini del seguente tenore:
“II Brigata Garibaldi - Comando Battaglione Fratelli Bandiera.
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Ogni milite della G.N.R. che si presentano (sic) in divisa e muniti di documenti di identità a questo Comando fra il 20 e il 31 maggio c. a., decisi ad abbandonare l’Esercito
dei traditori riceverà uno speciale documento di franchigia che lo salvaguarderà dalle
pene che attendono tutti i fascisti. Speciali pene attendono naturalmente chi, dopo essersi presentato, invece di disertare ritorni a far parte delle Forze Armate Repubblicane.
A garanzia della sua buona fede ogni interessato deve presentarsi armato.
15 maggio 1944. XXII E.F.R.”
“Agli sbandati
Mentre il nato morto nuovo Governo Fascista rivolge i suoi patetici appelli ai cosiddetti
sbandati del nuovo Esercito Popolare abbiamo qualcosa da dire agli appartenenti alle
Forze Armate Repubblicane che vogliono [vogliamo] ancora una volta considerare italiani malgrado le puntate propagandistiche nessuno può ormai ignorare che le ore del
fascismo sono contate.
Chi collabora in qualunque modo coi fascisti da una parte non fa che prolungare inutilmente lo strazio del nostro paese, dall’altra segue [segna] la propria condanna a morte.
A voi quindi la scelta si propone per un’ultima volta.
Abbandonate le insegne nemiche se state la collaborazione cogli invasori e questo subito in caso contrario non vi potrà essere domani ne oblio ne pietà. Il comando II Brigata
Garibaldi”. Copia di detto volantino è stato inviato (sic) a mezzo posta anche al comando del 115o Btg. di stanza a Biella.
Notiziario del 27 maggio 1944, p. 18, AR
Il 17 corrente, alle ore 16,30, in Moncrivello, un ribelle armato costrinse il proprietario
di una rivendita di generi di monopolio a consegnargli Kg. 2 di tabacchi.
Notiziario del 29 maggio 1944, p. 10, AS
Il 17 corrente, in Vercelli, nello stabilimento “Chatillon”, vennero rinvenuti alcuni manifestini a stampa denigranti l’attività del DUCE e del Maresciallo GRAZIANI.
Notiziario del 3 giugno 1944, p. 29, AR
Vercelli. Il 17 maggio u.s., un reparto autotrasportato, in viaggio verso Ivrea, venne
fatto segno a nutrito fuoco di armi automatiche. Il motociclista che marciava in testa
alla colonna, colpito in pieno, decedette, mentre quattro legionari rimasero leggermente
feriti. Venne pure ferito leggermente l’ufficiale di collegamento tedesco presso la legione. Abbandonati subito gli automezzi, i legionari inseguirono i banditi che, favoriti dalla
vegetazione, riuscirono ad allontanarsi.
18 maggio 1944
Notiziario del 22 maggio 1944, p. 22, AR
Nella notte del 18 corrente, alle ore 14, in Veglio Mosso, 12 ribelli armati prelevarono
presso il locale spaccio due quintali di riso, 25 kg di zucchero, 58 di pasta alimentare,
1,200 di sapone da bucato, pagando regolarmente e rilasciando una ricevuta.
18-19 maggio 1944
Notiziario del 30 maggio 1944, p. 30, CR
Il 18 corrente, alle ore 19, in Cavaglià, certo Giuseppe STRATTA, venne rapinato della
somma di lire 4.500 da due sconosciuti.
Il giorno successivo, elementi della G.N.R. svolsero laboriose indagini, riuscendo ad
identificare uno dei malviventi, che venne tratto in arresto.
76
19 maggio 1944
Notiziario del 1 giugno 1944, p. 11, AS
Novara. Il mattino del 19 maggio u. s. in alcune vie di Romagnano Sesia, vennero rinvenuti affissi manifestini di propaganda sovversiva indirizzati alle donne e madri della
Val Sesia.
Notiziario del 3 giugno 1944, p. 14, AS
Novara. Il 19 maggio u. s., in Romagnano Sesia, elementi della G.N.R. rinvennero
numerosi manifestini sovversivi incitanti le donne della Val Sesia a svolgere propaganda
antifascista e antitedesca.
20 maggio 1944
Notiziario del 27 maggio 1944, p. 19, AR
Il 20 corrente, alle ore 8,30, in Cerrione, 4 ribelli armati asportarono dal locali del municipio un impermeabili e 10 divise della G.I.L.
21 maggio 1944
Notiziario del 23 maggio 1944, p. 52, UO
Il 21 corrente, alle ore 19,50 in prossimità della stazione di PONVANA [Ponzana] (VERCELLI) [sic, ma Novara], da un gruppo di militari del 1o Battaglione arditi di stanza a
Vercelli, viaggianti sul treno locale Milano-Vercelli, provenienti da Novara, venivano
lanciate quattro bombe una delle quali, in seguito a urto contro un vagone, rimbalzava
scoppiando nell’interno del carro e provocando il ferimento di 15 dei suddetti militari,
dei quali 5 in modo grave.
In corso accertamenti per identificare i responsabili.
Notiziario del 28 maggio 1944, pp. 34-35, CR
Novara. Il 21 corrente, reparti della legione d’assalto G.N.R. “Tagliamento”, in collaborazione con la polizia germanica, svolsero un’operazione di rastrellamento nella zona
ad est del Rio d’Aurelio, in provincia di Novara [...]
Un plotone partito da Fobello, passando per Forno, raggiunse Ornavasso, notando in
lontananza un gruppo di ribelli contro il quale apri il fuoco colpendo alcuni banditi, rimasti sul terreno [...]
Notiziario del 30 maggio 1944, p. 16, AR
Il 21 corrente, alle ore 23, nella frazione Brianco del comune di Salussola, circa trenta
ribelli armati chiesero alloggio nella cascina Isoletta, ripartendo il mattino successivo.
Durante la notte, le sentinelle della banda prelevarono l’aviere Raffaele BRACCO, della
109a Compagnia Aereonautica, che si recava in permesso presso la famiglia nella predetta cascina.
22 maggio 1944
Notiziario del 2 giugno 1944, p. 46, A
PROMEMORIA PER IL COMANDANTE GENERALE DELLA G.N.R.
Nella notte sul 22 maggio u. s., in NETRO (VERCELLI), militari germanici rinforzati
da elementi delle S.S. italiane, effettuarono un’azione di rastrellamento.
Nell’albergo “Belvedere”, vennero catturati un australiano e dieci banditi, mentre gli altri
si erano precedentemente allontanati.
Furono trovati nello stesso albergo i militi della G.N.R. Domenico MARINO e France77
sco MARAZZI, appartenenti al distaccamento locale i quali giustificarono la loro presenza, affermando di svolgere attività informativa.
I militari germanici, invece, sospettarono di aver avvisato i banditi del loro arrivo e,
pertanto, fermarono i due militi insieme al comandante del distaccamento brigadiere
Guglielmo MANNA e al milite Alberto ALBARELLO, che furono condotti a Biella insieme agli arrestati. La caserma venne chiusa a chiave e l’albergo incendiato.
Il distaccamento G.N.R. di Netro, il giorno seguente fu ripristinato con nuovi militari.
23 maggio 1944
Notiziario del 23 maggio 1944, pp. 4-5, OP
Negli ambienti fascisti sono state favorevolmente commentate le clausole dello statuto
della Confederazione Nazionale del Lavoro, della tecnica e delle arti, con particolare
riferimento alla disposizione che prevede per tutte le cariche provinciali e per buona
parte di quelle nazionali la nomina per elezioni.
L’attività della Federazione dei Fasci Repubblicani incontra notevoli difficoltà, specie
nel campo della propaganda, a causa soprattutto del deprecato assenteismo del popolo,
fenomeno questo assai accentuato nella città di Biella.
Notevole l’attività dell’O.N.B.
Il reclutamento dei giovani è selezionato con cura sia nel settore maschile sia in quello
femminile. Alla data del 15 maggio, l’O.N.B. di Vercelli contava, nel settore maschile,
ben 3077 (? sic) organizzati suddivisi in 167 avanguardisti e 2920 balilla con 47 presidenti comunali e 11 ufficiali.
Nel settore femminile, 3861 organizzate, suddivise in 163 giovani italiane, 2725 piccole
italiane, 973 figli della lupa con 22 fiduciarie comunali e 24 dirigenti.
Nel campo dell’assistenza le refezioni funzionanti sono ben 86, con una media giornaliera di 8173 assistiti.
Discreta la situazione economica e, poiché le colture si presentano favorevoli, si prevede che essa andrà ancora migliorando, eccezione fatta, naturalmente, per i grassi, la
cui razione, sebbene regolarmente distribuita è assolutamente insufficiente.
Non pertanto i prezzi praticati dal cosiddetto mercato nero raggiungono cifre astronomiche e continuano ad aumentare. Di ciò risentono soprattutto le categorie a reddito
fisso e quelle operaie. Continua l’affluenza al distretto militare e ai vari corpi dei renitenti, dei disertori e degli sbandati.
L’attività sovversiva è sempre intensa in tutta la provincia, specialmente nella zona del
biellese. Taluni credono di doverne attribuire la causa al fatto che mancherebbe da parte del Fascio locale una efficace azione di contropropaganda e all’azione riservata, ma
sostanzialmente antifascista, degli industriali del luogo.
Notiziario del 30 maggio 1944, p. 16, AR
Il 23 corrente, alle ore 16,30, in Tronzano, tre ribelli armati penetrarono nell’abitazione
di Emilio BARABINO, costringendo questi a consegnare loro due fusti di nafta, una
latta di olio per macchina e quattro copertoni per automobile, che caricarono su di un
autocarro.
Notiziario del 1 giugno 1944, p. 41, CR
Il 23 maggio u. s., alle ore 8, in Coggiola, 4 banditi armati tentarono di penetrare nella
locale cooperativa di consumo, ma il tempestivo intervento di elementi della G.N.R. li
costrinse alla fuga.
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24 maggio 1944
Notiziario del 26 maggio 1944, p. 45, UO
Si comunicano i dati relativi alla presentazione degli sbandati a tutto il 24 corrente, nelle
sottonotate province: […] VERCELLI 143. […]
Solo una sparuta minoranza di detti sbandati ha dichiarato di provenire da bande ribelli.
Notiziario del 27 maggio 1944, p. 19, AR
Il 24 corrente, alle ore 22,15, al Km. 61 della linea ferroviaria S. Germano Vercellese-Santhià lo scoppio di un ordigno esplosivo fece deviare un treno merci.
Lievissimi danni al materiale; nessuna vittima.
Notiziario del 28 maggio 1944, p. 18, AR
Il 24 corrente, alle ore 22,15, nei pressi della stazione di Santhià, ignoti fecero scoppiare un ordigno, provocando lievi danni ai binari.
Notiziario del 31 maggio 1944, p. 22, AR
Il 24 corrente, alle ore 22,15, nei pressi di S. Germano Vercellese, il treno 5308, che
trasportava mondariso, venne spezzato in due dallo scoppio di una mina, posta sulle
rotaie da banditi. Nessuna vittima. Il traffico fu riattivato in giornata.
Notiziario del 2 giugno 1944, p. 29, CR
Il 24 maggio u. s., alle ore 14, in Cossato, elementi della G.N.R. catturarono certo Quinto
AMSANO (sic), il quale capeggiò la banda che il 21 dicembre u. s. assalì la caserma del
distaccamento G.N.R. di quel comune.
25 maggio 1944
Notiziario del 4 giugno 1944, p. 51, A
PRO-MEMORIA SOLO PER IL COMANDANTE GENERALE DELLA G.N.R.
Il Capo della Provincia di Vercelli, prendendo lo spunto dalla giornata del 25 maggio,
radunava venti fermati politici e li rimetteva in libertà alla presenza di tutte le famiglie genitori e figli convenuti appositamente.
Il Capo della Provincia trovava felicissime parole per illustrare ai presenti la portata del
provvedimento di favore che egli, interpretando i sentimenti del DUCE, adottava anche
per gli sbandati civili, oltre che per gli sbandati militari.
Presenti erano più di un centinaio di persone che dimostrarono apertamente i segni della
loro più viva commozione. In tale occasione vennero rilasciati:
- Libero PERRUCCIO
- Edgardo QUARANTA
- Luigi PRADA
- Giovanni SIBILLA
- Gaudenzio CERUTI
- Erminio NONES
- Ferdinando MAGGI
- Diego BIANCHI
- Carlo ROSSETTI
- Giuseppe SCOTTIN
- Dante SIMONETTA
- Giovanni LEONI
- Giordano STUCCHI
- Novello BRUNA
- Aldo BERRINI
- Battista LUCCHINI
- Carlo BINDA
- Egidio RONCHI
- Mario SOLDARENI
- Arnaldo CRISTINI
26 maggio 1944
Notiziario del 28 maggio 1944, p. 44, UO
Il 26 corrente, alle ore 17,20, in OCCHIEPPA (sic) INFERIORE (VERCELLI), l’aiu79
tante della G.N.R. Luigi Mario VITERBO (comandante il distaccamento G.N.R. di Biella Piazza [Piazzo]) e il civile Giuseppe RAMELLA POLLONE vennero proditoriamente
uccisi, a colpi di fucile mitragliatore, da elementi ribelli, che transitavano sopra un autofurgoncino.
Notiziario del 30 maggio 1944, p. 30, CR
Il 26 corrente, alle ore una, nei pressi di Grignasco una pattuglia della G.N.R. si scontrò
con tre ribelli, venendo a conflitto con questi.
Due banditi rimasero uccisi e il terzo, ferito, approfittando dell’oscurità, riuscì a dileguarsi.
Rinvenuto, in quella zona, un deposito di materiali contenente trenta materassi e ingente quantità di esplosivo. Le armi dei tre banditi vennero catturate.
Il 26 corrente, alle ore 6,30, elementi della G.N.R. “TAGLIAMENTO” in servizio di
perlustrazione verso le alpi di NOVETS [Noveis] a nord di Praj (sic) nei pressi di FERVAZZO [Coggiola], vennero attaccati da un gruppo di banditi. Nello scontro, tre ribelli
rimasero uccisi.
Da parte nostra un milite caduto e uno ferito.
Vennero immediatamente inviati sul posto cinque pattuglioni con il compito di seguire
le tracce dei banditi, datisi alla montagna.
Notiziario del 1 giugno 1944, p. 41, CR
Il 26 maggio u. s., in località Caprile di Biella (sic), tre militi della G.N.R. avvistavano,
a distanza relativamente vicina, un gruppo di 5 banditi armati contro i quali si dirigevano immediatamente fino a distanza utile di tiro, dalla quale aprivano il fuoco. I banditi
erano armati di fucile mitragliatore e di moschetti automatici. Un bandito rimaneva ucciso
sul terreno ed un altro si allontanava evidentemente ferito e la sua cattura non poteva
aver luogo perché la fitta vegetazione lo nascondeva alla vista e al tiro dei militi, lanciatisi subito all’inseguimento.
Rinvenuti a terra tre caricatori per fucili mitragliatori completi di munizioni e diversi
bossoli di moschetto automatico già sparati.
Notiziario del 2 giugno 1944, p. 12, V
Il 26 maggio u. s., verso le ore 10,50, in Biella, a sospetta opera dolosa, sviluppavasi un
incendio nei magazzini del cantiere aeronautico PIAGGIO, requisiti dall’autorità militare germanica. Il fuoco, completamente domato verso le ore 12, distruggeva materiale
e parte dell’edificio, causando un danno di circa 2 milioni.
Notiziario del 2 giugno 1944, p. 29, CR
Vercelli. Dal 26 maggio u. s., la legione d’assalto “Tagliamento” della G.N.R. coopera
nelle operazioni di polizia in corso, presidiando le zone Colle d’Olen, Punta Telcio, Rivara, Ivrea, Biella, Pray, Varallo e Fobello, dentro le quali operano reparti tedeschi e
italiani, onde bloccare i banditi.
Notiziario del 3 giugno 1944, p. 14, AS
Vercelli. Il 26 maggio u. s., elementi della G.N.R. rinvennero nel palazzo dell’INCIS
alcuni manifestini incitanti le donne a cooperare con i banditi.
27 maggio 1944
Notiziario del 27 maggio 1944, p. 19, AR
Il vicebrigadiere Francesco CACCIA, del 115o battaglione G.N.R., catturato dai ribelli
presso Mottalciata, il 17 aprile u. s., risulta essere stato fucilato.
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Notiziario del 27 maggio 1944, p. 46, UO
Si indica qui di seguito il numero degli sbandati, renitenti disertori ecc. che, secondo le
ultime segnalazioni, si sono presentati per regolarizzare la loro posizione. […]
- VERCELLI 773. […]
Notiziario del 2 giugno 1944, p. 9, AS
Vercelli. Il 27 maggio u. s., alle ore 9, fra la corrispondenza proveniente dalle buche di
impostazione della città, si rinvenne un libello sovversivo dal titolo: “Avanti”.
Notiziario del 3 giugno 1944, p. 29, AR
Il 27 maggio u. s., verso le ore 18,30, in Occhieppo Superiore, due militi del distaccamento G.N.R. di Sordevolo, in servizio di perlustrazione all’esterno di un’abitazione ove
erano entrati tre legionari, vennero improvvisamente catturati da circa 20 ribelli armati,
giunti sul posto a bordo di un autocarro, sul quale si allontanarono subito verso Pollone. Successivamente i legionari catturati dai banditi furono rilasciati privi delle armi e
delle uniformi.
Notiziario del 10 giugno 1944, p. 18, AR
Nella notte sul 27 maggio u. s., in località Farlanda (? sic) del comune di Biella, i banditi
fucilavano la giovane Maria CANOVA, di anni 19, sotterrandola sul posto. Mancano
altri particolari.
28 maggio 1944
Notiziario del 28 maggio 1944, pp. 45-46, UO
Fa seguito a quanto riferito nei notiziari precedenti, di cui per ultimo quello del 27 corrente, circa la presentazione degli sbandati.
Oltre al numero degli sbandati già comunicato per le varie province, vengono ora segnalate le seguenti ulteriori presentazioni, avvenute entro i termini di tempo precisati
nel bando: […]
- VERCELLI n. 789 (oltre 3 prigionieri inglesi) […]
Notiziario del 29 maggio 1944, p. 40, UO
Il 28 corrente, alle ore 11,30 otto bombardieri scortati da numerosi caccia bombardavano la periferia di VERCELLI, colpendo lo stabilimento Montecatini e i magazzini generali e mitragliando la popolazione fuggente per la campagna. Finora accertati 8 morti
e feriti. La G.N.R. è intervenuta efficacemente nelle zone colpite per i primi soccorsi.
Notiziario del 30 maggio 1944, p. 29, CR
All’alba del 28 corrente, hanno avuto inizio operazioni contro i ribelli nella zona a nord
di Torino, compresa tra le seguenti località: Chatillon, Gressoney, Biella, Cavaglià, Caluso, Rivara, Ronco, Dondena, Chiatillon (sic). In questa zona, suddivisa ai fini operativi in quattro sottozone, agiscono i seguenti reparti:
- due compagnie O.P. della G.N.R. di Torino
- una compagnia O.P. della G.N.R. di Vercelli
- una compagnia del battaglione “Leonessa” della G.N.R. con due carri e due autoblindo
- una compagnia confinaria della G.N.R.
- 400 uomini della “MUTI” di Cuneo
- il 15o reggimento motorizzato germanico su due battaglioni
- un battaglione della polizia germanica
- 150 uomini dei reparti doganali tedeschi.
La legione “TAGLIAMENTO” e il 115o battaglione della G.N.R., disposti a nord, nord-est,
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est, sud-est, sorvegliano con altri reparti tedeschi il perimetro per evitare sconfinamenti. Il centro-comando dell’azione è in Ivrea. L’azione è denominata Hamburg.
Riserva di notizie.
Notiziario del 6 giugno 1944, p. 15, AR
Il 28 maggio u. s., alle ore 17, in frazione S. Secondo del comune di Cerrione [sic, ma
Salussola], il comandante del distaccamento della G.N.R. di Salussola, accompagnato
da tre militi, intimò a due individui sospetti, sostanti ai margini di un bosco, di alzare le
mani, ma venne da costoro fatto segno a colpi di pistola, sparati dalla distanza di circa
100 metri.
I legionari reagirono immediatamente aprendo il fuoco, ma i banditi si dettero alla fuga.
28-29 maggio 1944
Notiziario del 17 giugno 1944, p. 60, A
PRO-MEMORIA SOLO PER IL COMANDANTE GENERALE DELLA G.N.R.
Nei giorni 28 e 29 maggio u. s. reparti della G.N.R. provenienti da Vercelli e da Torino,
eseguirono operazioni di rastrellamento nel territorio del distaccamento di Azeglio (AOSTA), allo scopo di rintracciare banditi ed arrestare giovani mancanti alla chiamata. Nel
corso di dette operazioni si verificarono i seguenti incidenti:
In frazione Settimo Bottaro [Rottaro] del comune di Azeglio, una pattuglia di militi della
G.N.R. dopo aver prelevato in campagna, mentre lavorava, un giovane, lo uccidevano
con un colpo di moschetto alla nuca e ferivano un altro giovane con un colpo di moschetto alla coscia sinistra.
Diverse altre pattuglie, composte di tre o quattro uomini ciascuno, operavano perquisizioni in diverse abitazioni asportando oggetti d’uso privato, quali orologi, sveglie, indumenti personali, oggetti d’oro, generi alimentari e altri oggetti non potuti precisare.
Al contadino Vittorio ROSSETTO residente ad Albiano (AOSTA), mentre questi era
assente ed in casa si trovava solo la moglie, venivano asportati da una quindicina di
militi, i seguenti oggetti: la somma di L. 2.950 da una giacca appesa in una stanza; 12
bottiglie di vino; un orologio d’argento; Kg. 30 circa di salumi; Kg. 4 di zucchero; 20
scatole di sigarette nazionali; 4 dozzine di uova ed un paio di calze da donna.
Da altre abitazioni venivano asportati animali da cortile, uova, ed oggetti preziosi oltre
a vestiario.
I fatti di cui sopra hanno molto turbato lo spirito della popolazione di quelle zone.
29 maggio 1944
Notiziario del 29 maggio 1944, pp. 1-2, OP
Novara [...] L’attività partigiana si va facendo sempre più aggressiva. La presenza del
famigerato MOSCATELLI tra le bande del novarese e la propaganda anglosassone,
minacciante di travolgere, quanto prima, con una grande offensiva militare l’Italia Repubblicana, hanno concorso a produrre nell’animo dei ribelli la certezza di farla finita
coi fascisti e coi tedeschi [...]
Notiziario del 2 giugno 1944, p. 16, AP
Nella notte sul 29 maggio u. s., nell’abitato di Caprile, 5 banditi armati si presentavano
nell’abitazione di due sorelle, donde asportarono oggetti d’oro e un grammofono. Prima di lasciare l’abitazione, i malviventi esplosero alcuni colpi d’arma da fuoco contro
le due donne, ferendole.
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Notiziario del 5 giugno 1944, p. 20, AR
Il 29 maggio u. s., alle ore 19, in località San Carlo di Masserano, due banditi armati
costrinsero il proprietario del lanificio ZEGNA a consegnare loro la chiave della cassaforte, dalla quale asportarono la somma di lire 2500.
Notiziario del 6 giugno 1944, pp. 15-16, AR
Il 29 maggio u. s., alle ore 0,30, in Ailoche, 5 individui armati penetrarono nelle abitazioni di Giuseppina CAVALLERA e Enrica BAGNASCHI e asportarono preziosi, un vestito
da uomo biancheria varia e la somma di lire 13.600. I banditi, quindi, costrinsero le
suddette a seguirli fuori delle abitazioni, ove esplosero un colpo di pistola contro la
CAVALLERA, che rimase ferita alla testa, mentre la BAGNASCHI, che era riuscita a
fuggire, venne raggiunta da una raffica di fucile mitragliatore, che la ferì alla coscia
sinistra.
Notiziario del 7 giugno 1944, p. 18, AR
Nella notte sul 29 maggio u. s., in località Fossiva [Cossila] di Biella un numero imprecisato di ribelli armati costrinse certi Paolo VIALE e Teobaldo RICOBENE a seguirli.
Giunti nei pressi del cimitero i malviventi uccisero il VIALE e il RICOBENE a colpi di
arma da fuoco.
Non si conosce il movente del delitto.
Il 29 maggio u. s., verso le ore 4, in Boccalino [Bottalino, località di Biella], un numero imprecisato di banditi armati assalì il locale distaccamento della G.N.R. Dopo violento conflitto, durante il quale un milite rimase ferito non gravemente, i malfattori vennero volti in fuga.
Non si conoscono le perdite dell’avversario.
Notiziario del 9 giugno 1944, p. 12, AR
Nella notte sul 29 maggio u. s., nella zona di Brianco, circa 30 armati si presentarono
a Villa Bongiovanni, chiedendo al proprietario di consegnare loro tutto il denaro disponibile. Non trovandone, si impossessarono della biancheria, generi alimentari e utensili
da cucina ivi esistenti.
Prima di allontanarsi i malviventi imposero al Bongiovanni di procurare loro lire 500
mila, che sarebbero successivamente passati a prelevare, vietando, sotto minaccia di
morte, di sporgere denunzia.
Il 29 maggio u. s., alle ore 23, in Lessona, due banditi si presentarono all’abitazione
dell’industriale Luigi BERTOTTO, estorcendo a questi lire 2.000.
30 maggio 1944
Notiziario del 9 giugno 1944, p. 12, AR
Il 30 maggio u. s., alle ore 21,30, in Strona, circa 15 banditi armati asportarono a Delfino Alessio TALLIA lire 5.000, biancheria e oggetti di cucina.
Il 30 maggio u. s., alle ore 12,30, in Candelo, presso la cascina Barberis, 5 banditi asportarono circa Kg. 30 di formaggio, 3 di burro e 2 secchielli di panna. Parte della refurtiva venne distribuita ai salariati della cascina stessa.
Notiziario del 10 giugno 1944, p. 18, AR
Nella notte sul 30 maggio u. s., in località Favaro di Biella, numerosi banditi armati
penetrarono nell’abitazione dell’ostetrica Lina COMAZZI, costringendola a seguirli.
Successivamente gli stessi, dinanzi al locale cimitero, uccisero la COMAZZI a colpi
d’arma da fuoco. Non si conosce il movente del delitto. Indagini in corso.
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30-31 maggio 1944
Notiziario del 1 giugno 1944, p. 54, UO
La sera del 30 maggio u. s., nella caserma Papa di BRESCIA, i soldati di un reparto che
la stessa sera sarebbe dovuto partire per Vercelli, tentavano di sopraffare le sentinelle,
allo scopo di allontanarsi.
Sopraggiunte alcune ronde, sparavano alcuni colpi d’arma da fuoco in aria, inducendo
i soldati, molti dei quali erano già riusciti ad uscire dalla caserma, a rientrarvi precipitosamente.
Un soldato, che aveva scavalcato il muro di cinta, veniva raggiunto da un proiettile a
una gamba.
La partenza del reparto avveniva la mattina del 31, ma, all’appello, si riscontrava l’assenza di 105 militari.
In corso ricerche.
31 maggio 1944
Notiziario del 31 maggio 1944, pp. 3-5, OP
Il nuovo ordinamento sindacale era vivamente atteso, particolarmente dalle masse lavoratrici che, dopo l’enunciazione programmatica del congresso di Verona, avevano
assunto, nella grande maggioranza, un atteggiamento di incredula attesa.
La fusione, in una sola confederazione, di tutte le forze del lavoro e la disposizione che,
prevede l’eleggibilità dei presidenti delle unioni provinciali e comunali hanno incontrato
il favore dei lavoratori, rappresentando tali riforme il raggiungimento di vecchie aspirazioni.
Si è del parere, nel campo operaio, che la eleggibilità delle cariche, dando la possibilità
alle masse lavoratrici di poter nominare i loro rappresentanti, darà vita e impulso all’organizzazione sindacale che, affidata prima interamente a funzionari sindacali, anche
se competenti nei problemi di lavoro, era diventata e diventava sempre più un’accademia burocratica di casistiche, avulsa dai veri e propri problemi sociali.
Altrettanto dicasi per il ricostituito fronte del lavoro, con la creazione della confederazione unica. I lavoratori, che mal avevano accettato lo sbloccamento confederale del
1929, sono convinti che l’odierna, se pur diversa, costituzione del fronte stesso, riportando il sindacalismo alle origini, costituisce una premessa foriera di buoni risultati.
Diversa, naturalmente, è stata l’accoglienza fatta al nuovo ordinamento sindacale dagli
industriali, anche se produttori diretti, poiché vedono nella riforma un rafforzamento
del sindacato in senso contrario ai loro interessi.
A questo proposito sarà bene tenere presente che i lavoratori desiderano che le disposizioni di legge, che fanno obbligo alle società di aggiornare entro il 30 giugno p. v. i
consigli di amministrazione, trovino concreta applicazione entro il terreno fissato, senza ulteriori proroghe o eccezioni.
La situazione agricola desta serie preoccupazioni poiché i recenti temporali scatenatisi
sulle campagne dell’alto biellese hanno sconvolto e distrutto buona parte dei raccolti.
Nel settore alimentare si lamenta sempre più l’insufficienza dei grassi.
Vivo è il malcontento per il dilagare del mercato nero, che influisce sensibilmente a far
salire i prezzi di tutti i generi.
Corre voce che le maestranze industriali della provincia abbiano intenzione di chiedere
nuovi aumenti salariali e degli assegni familiari.
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L’attività dei banditi è molto diminuita. A ciò ha influito l’azione decisa della G.N.R., ma
non è da escludere che la presente inattività sia in relazione a ordini impartiti da radio
Londra, per fini non ancora individuati.
Comunque gli organi di polizia, e in particolare la G.N.R., si mantengono vigilanti e pronti
a intervenire ove e quando occorra.
Si hanno però buone ragioni di credere che, ammaestrati dal fallimento delle manifestazioni del 1o maggio e dalla sempre più organizzata vigilanza da parte delle forze di polizia, i sovversivi, pur non desistendo dalla loro attività antinazionale, siano diventati più
cauti e si limitino, per ora, a una revisione e riorganizzazione dei quadri e delle cellule,
per prepararsi alle preannunciate insurrezioni, che dovrebbero verificarsi con l’apertura
di un secondo fronte in Italia e sull’Atlantico.
Notiziario del 10 giugno 1944, p. 18, AR
Il 31 maggio u. s., alle ore 20, in Santhià, sei banditi armati costrinsero certo Aldo
RIZZOLI a consegnare loro la somma di lire 15.750 e alcuni salami.
Notiziario dell’11 giugno 1944, p. 25, CR
Il 31 maggio u. s., in Sordevolo, quattro militi della G.N.R. catturavano il civile polacco, disarmato, Teodoro HAJTUKOWSVI, da sei anni residente a Bolengo [Bollengo]
(Vercelli) [sic, ma Aosta], il quale confessava di appartenere a banda armata che agisce
nel territorio di Sordevolo. L’arrestato veniva consegnato alla polizia germanica.
1 giugno 1944
Notiziario del 1 giugno 1944, p. 56, UO
Fa seguito alla notizia inserta a pag. 46 del Notiziario del 28 maggio u. s.
Secondo notizie più aggiornate, ora pervenute [...] il totale degli sbandati presentatisi in
provincia di VERCELLI ascende a 788.
Notiziario del 1 giugno 1944, p. 57, CR
Nelle province di VERCELLI, NOVARA, TORINO e AOSTA sono in corso operazioni
di rastrellamento in grande stile, iniziate in questi giorni. Riserva di notizie.
Notiziario del 1 giugno 1944, p. 63, A
PRO-MEMORIA PER TUTTI
Tra le truppe dislocate a VERCELLI la disciplina lascia molto a desiderare.
Vengono infatti, quotidianamente, segnalati atti gravi d’indisciplina e schiamazzi notturni da parte di militari.
Deficiente in molti il sentimento patriottico: è che l’educazione spirituale della truppa
viene molto trascurata. I sottufficiali e i graduati mancano di autorevolezza e non danno quindi un apprezzabile contributo al governo disciplinare.
Molti ufficiali dimostrano scarsa comprensione dei loro doveri.
Notiziario del 9 giugno 1944, p. 13, AR
Il 1o corrente, alle ore 21,30, in frazione Buzzano del comune di Strona, 30 banditi armati
invasero la villa di Aimone MARZAN, asportando una macchina da scrivere, due binocoli, biancheria, stoviglie, oggetti da cucina, 2 sacchi da montagna e generi alimentari
vari.
2 giugno 1944
Notiziario del 7 giugno 1944, p. 18, AR
Il 2 corrente, alle ore 1,30, in Moncrivello, un numero imprecisato di banditi armati
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penetrò in un negozio di commestibili donde asportò quantitativi vari di generi alimentari per un valore complessivo di lire 3.000.
Successivamente costrinsero il parroco Don Giovanni AGLIETTI a consegnare loro la
somma di lire 1.900, 50 litri di vino e salumi.
Notiziario dell’8 giugno 1944, p. 12, AR
Il 2 corrente, alle ore 10,30, in Lalduggia [Valduggia], tre banditi armati costrinsero il
cassiere della Banca Popolare di Novara, certo Renato BERTELLINI, a consegnare loro
lire 40.000.
La sera del 2 corrente, in Mascherano [Masserano], ignoti lanciarono due bombe a mano
contro la caserma dei militi del posto di avvistamento aereo.
I militari reagirono prontamente, volgendo in fuga gli aggressori. Nessuna vittima da
ambo le parti.
La sera del 2 corrente, in Gattinara, cinque banditi armati tentarono di penetrare negli
stabilimenti Metallurgici “Ing. AIMONE e C”, ma il pronto intervento di alcuni militi
della G.N.R. volse in fuga i malfattori.
Il 2 corrente, alle ore 15, lungo lo stradale Crevacuore-Sostegno, due individui armati
rapinarono certo Eusebio ZANINETTI di lire 75.000.
3 giugno 1944
Notiziario del 7 giugno 1944, p. 19, AR
Il 3 corrente, alle ore 19,15, nei pressi della stazione ferroviaria di Santhià, ignoti a mezzo
di cariche esplosive, danneggiarono i binari e la prima arcata del ponte sull’Elva [Elvo].
Il traffico rimase interrotto.
Notiziario dell’8 giugno 1944, p. 12, AR
Il 3 corrente, alle ore 7, nei pressi di Caprile, si rinvenne il cadavere di certo Michele
BONO, che si ritiene che sia stato ucciso da banditi. In corso indagini.
Notiziario del 9 giugno 1944, p. 14, AR
Novara. Il 3 corrente, alle ore 19 circa, tra le stazioni ferroviarie di Carisio e Buronzo,
ad opera di banditi, mediante cariche esplosive, venne danneggiata una campata del ponte
in ferro sui torrente Elvo. Durata dell’interruzione imprecisata.
Notiziario del 12 giugno 1944, p. 19, AR
Il 3 corrente, alle ore 19,25, un gruppo di banditi faceva saltare, con forte carica di
dinamite, la prima arcata del ponte in ferro sul fiume Elvo della linea ferroviaria
Santhià-Arona. Nel collocare la mina i banditi si facevano aiutare, con minacce, da 5
operai delle FF.SS. che lavoravano sulla linea ferroviaria.
Il 3 corrente, alle ore 22, in Salussola, 2 banditi armati penetrarono nella locale stazione
ferroviaria limitandosi a distruggere l’apparato telegrafico e il telefono.
4 giugno 1944
Notiziario del 6 giugno 1944, p. 39, UO
Il 4 corrente, alle ore 11, in località Capuccini (sic), nel greto del fiume Sesia di VERCELLI, venne rinvenuto il cadavere del tenente Gilco PRENDIERO, in forza al reggimento d’assalto “Volontari della morte”, ucciso a colpi di arma da fuoco alla nuca da
parte di elementi sconosciuti.
Notiziario del 7 giugno 1944, p. 19, AR
Il 4 corrente, alle ore 16, in località Marchesa del comune di Buronzo, 14 banditi armati
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fermarono due mobilitati civili addetti alla vigilanza delle linee telefoniche, limitandosi a
danneggiare i fucili da caccia di cui questi erano armati.
Notiziario del 9 giugno 1944, p. 32, UO
I1 4 corrente, alle ore 11, in VERCELLI, e precisamente in località Capuccini (sic) sul
greto del fiume Sesia, venne rinvenuto il cadavere semivestito del tenente Gilco BRENDIERO del Reggimento d’Assalto volontari della morte di Vercelli. Il cadavere presentava due colpi di arma da fuoco alla nuca.
Notiziario del 16 giugno 1944, p. 37, CR
Dal 27 maggio u. s., al 4 corrente, il gruppo carri “Leonessa” CC.NN. “M” ha partecipato ad operazioni di rastrellamento svoltesi nella zona: Rivara, Caruso [Caluso], Caviglià [Cavaglià], Biella, Mongrando, Ivrea e Castellamonte, catturando 33 banditi e 3 ex
prigionieri australiani. Perdite subite: nessuna.
Materiale recuperato e versato al comando germanico: 7 fucili, munizioni e vestiario
militare vario.
5 giugno 1944
Notiziario del 5 giugno 1944, p. 12, NM
Fa seguito a quanto riferito nei precedenti notiziari.
Oltre al numero degli sbandati, già comunicati per le varie province, vengono ora segnalate ulteriori presentazioni avvenute entro i termini di tempo precisati dal bando del
DUCE: [...]
- VERCELLI 128 [...]
Notiziario del 9 giugno 1944, p. 13, AR
Il 5 corrente, verso le ore 17, in Busonengo, 12 banditi armati diffidavano una pattuglia
di mobilitati civili, addetta alla vigilanza delle linee telefoniche germaniche, a non circolare armati. Lo stesso giorno, verso le ore 19, all’altezza del ponte sul canale Cavour,
fermavano il mobilitato civile disarmato Giuseppe MARCHETTI, del posto fisso di
Formigliana, e distruggevano la sua tessera di riconoscimento, avvisandolo che la sera
del 6 andante si sarebbero recati al posto fisso di Formigliana per disarmare i mobilitati
stessi. Disposto opportuno servizio per prevenire l’attuazione della minaccia.
Notiziario del 16 giugno 1944, p. 22, AR
Nella notte sul 5 corrente, in Saluzzola [Salussola], 12 banditi armati penetrarono nell’abitazione di certo BONGIOVANNI, donde asportarono quantitativi vari di generi alimentari e indumenti di vestiario.
6 giugno 1944
Notiziario dell’8 giugno 1944, p. 45, UO
Il 6 corrente, alle ore 3,40, nei pressi di S. GERMANO (VERCELLI), ignoti a mezzo di
un ordigno esplosivo danneggiarono gravemente i binari della linea ferroviaria
Torino-Milano. Il traffico è rimasto interrotto.
Notiziario del 9 giugno 1944, p. 13, AR
Il 6 corrente, alle ore 3,25, al transito del treno 5812, al km. 65,650, in prossimità del
passaggio al livello del tratto Olcenengo-S. Germano Vercellese, scoppiava un ordigno
applicato su una rotaia, provocando la rottura di metri 2,50 di binario e il deviamento di
due carri carichi. Lievi danni alla locomotiva, che proseguiva verso S. Germano Vercellese, con 4 carri. Non si lamentano feriti.
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Notiziario del 10 giugno 1944, p. 18, AR
Il 6 corrente, alle ore 22,30, nei pressi di Carisio, sei banditi armati fermarono un mobilitato civile, addetto alla sorveglianza delle linee telefoniche tedesche, e, dopo averlo
percosso, lo disarmarono ingiungendogli di allontanarsi.
Notiziario del 12 giugno 1944, p. 20, AR
Il 6 corrente, alle ore 3,25, sul tratto ferroviario Olcenengo-S. Germano Vercellese, il
treno 5912 deviò in seguito a scoppio di un ordigno. Lievi danni alla locomotiva e a due
binari. Il traffico fu riattivato nello stesso giorno.
6-7 giugno 1944
Notiziario del 16 giugno 1944, p. 22, AR
Il 6 corrente, alle ore 24, in Lenta, 15 banditi armati irrompevano nell’abitazione del
commerciante Riccardo CERRI, ammassatore di burro e latte, e, tenendo questi sotto
la minaccia delle armi, si appropriavano di chilogrammi 120 di burro, di 2 orologi e
della somma di lire 30.000. Indi si allontanavano per ritornare verso le ore 1,30 del 7
successivo, mettendo a soqquadro la casa e asportando la somma di lire 100.000 nonché chilogrammi 25 di lardo. Il Cerri, minacciato di morte perché accusato di essere
fascista confidente delle autorità, riusciva a fuggire.
7 giugno 1944
Notiziario del 7 giugno 1944, p. 19, AR
Giunge notizia da Biella, che nei giorni scorsi è stato assassinato ad opera di banditi il
milite Enrico BARDINI, appartenente al 115o battaglione “M” Montebello.
Notiziario del 12 giugno 1944, p. 13, AS
Nella notte sul 7 corrente, elementi della G.N.R. rinvennero numerosi manifestini sovversivi inneggianti alla Russia e all’occupazione di Roma da parte delle forze delle nazioni unite.
Notiziario del 16 giugno 1944, p. 22, AR
Il 7 corrente, verso le ore 19, in Masserano, quattro banditi armati rapinarono certo
Alessandro ZEGNA della somma di lire 1.570.
8 giugno 1944
Notiziario del 10 giugno 1944, p. 44, UO
Novara. L’8 corrente, alle ore 13, numerosi banditi fermavano il treno merci 5388, in
prossimità del casello 38 fra Cureggio e Romagnano (NOVARA) - linea ARONA-SANTHIÀ - e, fatto discendere tutto il personale di scorta e della macchina, veniva aperto
il regolatore della locomotiva talché il treno partiva e transitava a piena velocità da Romagnano e Gattinara fermandosi a Rovasenda. Nessun inconveniente.
Notiziario del 16 giugno 1944, p. 23, AR
L’8 corrente, alle ore 2, in Quarona, una decina di banditi armati si presentavano all’abitazione dell’operaio Costantino FOGLIA, intimandogli di aprire. Il FOGLIA non
aderiva e pertanto i malviventi lanciavano una bomba a mano contro la porta, squarciandola. Indi, penetrati nella casa, esplodevano un colpo d’arma da fuoco contro il
FOGLIA uccidendolo.
Nella notte sull’8 corrente, in Quarona, circa 15 banditi armati si presentavano all’industriale Guido ZIGNONE, donde asportavano la somma di lire 150.000.
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9 giugno 1944
Notiziario del 9 giugno 1944, p. 1, OP
L’opinione politica delle masse è dominata dagli eventi bellici. La Federazione del P.F.R.
non è riuscita ancora, forse per le difficoltà contingenti ed ambientali, a svolgere un’apprezzata attività.
Peggiorata la situazione economica, anche a causa degli aeromitragliamenti nemici contro
contadini e operai addetti all’agricoltura. Si prevedono alcune astensioni dal lavoro, mentre
già sono state avanzate maggiori pretese salariali. Poche rapine ed imboscate si sono
verificate da parte dei banditi. In corso operazioni di rastrellamento a vasto raggio.
L’attività sovversiva si è manifestata a mezzo della diffusione di un giornale, “Noi Giovani”, organo del “Fronte della Gioventù” del Piemonte e di due circolari della Federazione biellese del partito comunista. La prima di queste avente per oggetto un “Esame
critico ed autocritico del nostro lavoro” concernente l’assenteismo dimostrato da molti
gregari del P.C. negli ultimi tempi e attribuito al “terrorismo” del Governo ed invito ad
una riorganizzazione e ripresa. Nella seconda circolare, avente per oggetto un “Progetto piano di lavoro da eseguire per fine mese”, si danno istruzioni particolari per il funzionamento delle cellule, il loro incremento, la costituzione di comitati di Liberazione
Nazionale, l’assistenza alle famiglie delle vittime del nazi-fascismo, ecc. ecc.
Notiziario del 12 giugno 1944, p. 20, AR
Nella notte sul 9 andante, alcuni banditi facevano saltare mediante tubi di gelatina, un’arcata del ponte ferroviario sul torrente Rovasenda, linea Biella-Novara. Il traffico è sospeso in attesa della riattivazione della linea.
Notiziario del 13 giugno 1944, p. 52, UO
Il 9 corrente, alle ore 23, nella frazione di BELLE di SALUGGIA (VERCELLI), 7 sconosciuti rapinarono da tre abitazioni diverse 46.000 lire in contanti, oltre oggetti d’oro,
biancheria, vestiario e generi alimentari per un valore totale di 70.000 lire.
Notiziario del 14 giugno 1944, p. 22, AR
Il 9 corrente, alle ore 23, in frazione Belle del comune di Saluggia, 7 banditi armati
penetrarono successivamente in 4 abitazioni donde asportarono indumenti di vestiario
e generi alimentari per un valore complessivo di lire 70.000.
Notiziario del 16 giugno 1944, p. 23, AR
Il 9 corrente, alle ore 10, in Verrone, elementi della G.N.R. rinvennero i cadaveri dei
coniugi Gregorio e Dina CANDELORO e, ferito gravemente, un loro figlio di anni 4.
Mancano maggiori particolari. Si ritiene che il delitto sia stato determinato da motivi
politici.
Il 9 corrente, alle ore 9,45, in Saluggia, due banditi armati rapinarono certo Enzo ALBERTINI, agente della locale cassa di risparmio, della somma di lire 68.710.
10 giugno 1944
Notiziario del 14 giugno 1944, p. 43, A
Il 10 corrente, alle ore 11,30, in SERRAVALLE SESIA (VERCELLI) circa 100 ribelli
armati, penetrati nei locali del distaccamento G.N.R., disarmavano e catturavano 9 militari
presenti.
Notiziario del 16 giugno 1944, p. 23, AR
Il 10 corrente, alle ore 13,30, in Zimone, alcuni banditi armati interruppero la linea telefonica Biella-Magnano e Azeglio-Zimone.
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11 giugno 1944
Notiziario del 13 giugno 1944, p. 54, UO
L’11 corrente, alle ore 2,30, un gruppo di ignoti appiccò il fuoco al pianterreno della
caserma della G.N.R. di BIELLA PIAZZO (VERCELLI), distruggendola e riuscendo a
catturare tre militi, dei quali ignorasi ancora la sorte. L’incendio fu domato verso le ore
6 per il tempestivo intervento dei vigili del fuoco di Biella.
Notiziario del 21 giugno 1944, p. 16, AR
L’11 corrente, verso le ore 22,30, in Sandigliano, un numero imprecisato di banditi armati
irruppe nella stazione ferroviaria e, dopo aver distrutto gli apparecchi telegrafici e telefonici, a mezzo di una carica esplosiva, danneggiarono i binari.
Il traffico venne riattivato dopo 10 ore.
Notiziario del 23 giugno 1944, p. 20, AR
L’11 corrente, nel pomeriggio, in Viverone, tre banditi armati di mitra, rivoltelle e bombe a mano, accompagnati da un giocatore di calcio del luogo, denominato “Barbet”,
entravano nel campo sportivo e direttisi verso una signorina, dopo averla incolpata di
spionaggio in favore dei tedeschi le tagliavano i capelli.
Notiziario del 28 giugno 1944, p. 15, AR
L’11 corrente, alle ore 22, in Crescentino, 5 sconosciuti s’introdussero nell’abitazione
dell’agricoltore Giuseppe BIANCO, costringendo questi a consegnare loro lire 71 mila
e oggetti d’oro del valore di circa lire 30 mila.
12 giugno 1944
Notiziario del 14 giugno 1944, p. 45, A
Il 12 corrente, alle ore 10, in GATTINARA (VERCELLI), circa cento banditi armati
penetravano nel locale distaccamento della G.N.R. catturando 8 militi presenti ed asportando tutto il materiale.
Il 12 corrente, alle ore 10, in BORGOSESIA (VERCELLI), circa 150 banditi armati
penetravano nei locali del distaccamento della G.N.R. catturando 12 militi presenti.
La medesima banda disarmava, subito dopo, venti agenti della polizia ausiliaria sopraggiunti per servizio d’ordine pubblico.
Il 12 corrente, alle ore 11, in VARALLO SESIA (VERCELLI), circa 150 banditi armati
assaltavano la caserma di quel presidio della G.N.R. saccheggiando gli uffici e distruggendo il materiale. Tredici dei 15 militi del presidio si erano arbitrariamente allontanati
qualche minuto prima dell’attacco.
Notiziario del 18 giugno 1944, p. 9, AS
Vercelli. Il 12 corrente, elementi della G.N.R. rinvennero, nella vie della città, numerosi
manifestini sovversivi a carattere antifascista e antitedesco, editi da un pseudo “Comitato provinciale del fronte della gioventù”.
Notiziario del 23 giugno 1944, p. 19, AR
Il 12 corrente, verso le ore 10,30, in Cavaglià, 7 banditi armati penetrarono nell’abitazione dello squadrista MORO, costringendo questi, unitamente alla propria moglie, a
seguirli.
13 giugno 1944
Notiziario del 23 giugno 1944, p. 20, AR
Il 13 corrente, alle ore 20,30 in località a monte del ponte sull’Elvo del comune di Ca90
risio, ignoti, a scopo di sabotaggio, mediante esplosivo, danneggiarono lievemente un
piedistallo di un sostegno della linea ad alta tensione della società S.I.P., senza provocare interruzione della corrente elettrica.
Notiziario del 24 giugno 1944, p. 24, AR
Il 13 corrente, alle ore 17, alcuni banditi muniti di armi automatiche attaccavano la
polveriera di Alice Castello.
La pronta ed energica reazione di fuoco del reparto della guardia che presidia la polveriera fugava i malviventi.
Fa seguito a quanto inserito sul notiziario del 23 corrente a pagina 19. Giunge notizia
che, il mattino del 13 corrente, elementi della G.N.R. rinvennero sulle pendici meridionali della Serra di Ivrea i cadaveri dei coniugi MORO, presentanti numerose ferite da
arma da fuoco.
Nelle prime ore del 13 corrente, alcuni banditi tagliavano, nei pressi di Salussola, i fili
della linea telefonica Cavaglià-Dorzano-Salussola.
Gli operai della STIPEL, recatisi nella mattinata sul posto per provvedere alla riattivazione della linea telefonica vennero fermati da una pattuglia di banditi che, pena la morte, proibì loro di iniziare le riparazioni.
14 giugno 1944
Notiziario del 14 giugno 1944, pp. 37-38, UO
L’attività delle bande comuniste nella zona del BIELLESE è notevolmente aumentata,
specie poi quando i banditi si sono accorti che il 115o battaglione “M” e reparti di esso
venivano spostati in altre zone del Piemonte per ragioni di impiego.
La situazione in BIELLA, a seguito dell’attività delle bande comuniste è critica: frequenti
i casi di cittadini che chiedono protezione alla G.N.R. perché fatti segno a violenze e
minacce.
Si renderebbe necessaria una operazione di rastrellamento in grande stile dato che le
suddette bande, ricercate nelle Valli di Aosta e in quelle circostanti, si sono riversate nel
Biellese, dove sono favorite dalla popolazione per tema di rappresaglie.
Il 115o Battaglione “M” Montebello si è sin qui prodigato per arginare il fenomeno del
banditismo, ma, per la esiguità dei suoi organici e per la vastità della zona ad esso affidata, i risultati conseguiti non sono stati pari alla somma dei sacrifici sostenuti.
Ogni giorno attentati si compiono contro le proprietà e soprattutto contro le persone,
sangue viene versato sulle strade e sulle piazze del Biellese e si prevede che - ove non
si intervenga sollecitamente e con adeguati mezzi - la situazione diventerà sempre più
difficile e preoccupante, anche perché le bande comuniste, recentemente e a più riprese, hanno ricevuto rifornimenti di armi e munizioni dagli anglo-sassoni e si sono fatte
perciò più baldanzose e aggressive.
Notiziario del 16 giugno 1944, p. 43, UO
Il 14 corrente, alle ore 19,30, nei pressi di Carisio, linea ferroviaria SANTHIÀ-ARONA,
un forte gruppo di banditi fermava un treno merci, prelevando il milite ferroviario BAROSIO che poi rilasciava dopo averlo spogliato delle armi e dell’uniforme.
Notiziario del 19 giugno 1944, p. 12, AR
Il 14 corrente, tra le stazioni di Grignasco e Borgosesia, numerosi banditi armati fermarono un treno viaggiatori e procedettero al controllo dei passeggeri, senza arrecare
danni alle persone.
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Notiziario del 21 giugno 1944, p. 39, AR
Trieste. Il 14 corrente, alle ore 20,30, fra le stazioni ferroviarie di Carisio e Buronzo, in
prossimità del ponte sul fiume Elvo, mentre si provvedeva al trasbordo dei viaggiatori,
sopraggiunsero numerosi banditi armati che imposero al personale di far proseguire il
treno, il quale deviò appena oltrepassato il ponte stesso, essendo in quel punto la linea
interrotta.
Notiziario del 24 giugno 1944, p. 15, AS
Vercelli. Il 14 corrente, alle ore 18, elementi della G.N.R. rinvennero tra la corrispondenza proveniente dalle buche di impostazione della città alcuni libelli sovversivi.
Notiziario del 24 giugno 1944, p. 25, AR
Il 14 corrente, alle ore 9, venti banditi armati fermarono sulla strada Biella-Novara, all’altezza di Cossato, un autocarro di proprietà di Giovanni BORRI, facendosi trasportare a Buronzo ove, alle ore 10,15, imposero lo scioglimento del raduno bestiame.
Successivamente fattisi riportare a Cossato, rilasciarono l’autista e l’autocarro, allontanandosi per ignota destinazione.
Notiziario del 25 giugno 1944, p. 20, AR
Il 14 corrente, alle ore una, alcuni banditi tagliavano i cavi telefonici della colonna
montante che alimentano la cabina Occhieppo Inferiore, asportando circa 90 metri di
cavi.
Il 14 corrente, in Buronzo, numerosi banditi armati impedivano ai proprietari di bestiame di portare alla stazione ferroviaria i bovini destinati al raduno di Vercelli.
I banditi intimavano poi ai proprietari di conservare il bestiame per il ricostituendo nuovo governo.
15 giugno 1944
Notiziario del 16 giugno 1944, p. 43, UO
Il 15 corrente, alle ore 3,45, circa 60 uomini armati fermavano alla stazione di S. Germano (VERCELLI), il treno 1220 diretto a Milano, prelevando un ufficiale e 2 sottufficiali italiani, viaggianti in detto treno.
Notiziario del 16 giugno 1944, p. 45, UO
Nella notte sul 15 corrente, alle ore 0,20, trenta banditi armati penetravano nella stazione di S. GERMANO VERCELLESE, tratto VERCELLI-SANTHIÀ e distruggevano gli
apparati telegrafici. Successivamente facevano saltare la rotaia sinistra del binario dispari, nel recinto della stazione all’altezza del cimitero, interrompendo il binario per la
lunghezza di circa 30 metri. Inoltre prelevavano dalla cassa del capo stazione circa L.
4.000.
Successivamente, verso le ore 1,30, disarmavano una pattuglia della G.N.R. di ritorno
dalla stazione per ultimato servizio e si facevano accompagnare dalla stessa alla caserma del distaccamento G.N.R. costringendo l’allievo milite FABBRINO, che faceva parte della pattuglia, a farsi riconoscere dal piantone per indurlo ad aprire.
Questi infatti apriva la porta, in buona fede, talché i banditi penetravano nella caserma,
ove potevano disarmare i sei militi presenti, colti di sorpresa.
Infine i banditi saccheggiavano il treno 5319 presso la stazione di S. GERMANO VERCELLESE, facendo discendere il personale di macchina e di scorta e lanciavano, senza
guida, la locomotiva, la quale veniva arrestata in prossimità della stazione di VERCELLI dal caporale tedesco WILLI BENCH, di servizio in stazione, senza incidenti. Anche
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i viaggiatori del treno 1220 locale VERCELLI-TORINO venivano fatti scendere e sostare alla stazione di S. GERMANO VERCELLESE, fino alle ore 4,30.
Notiziario del 23 giugno 1944, p. 20, AR
Il 15 corrente, alle ore 9, in Tollegno, un gruppo di banditi armati prelevò la scorta tabacchi dalle rivendite locali.
Il 15 corrente, alle ore 14,20, in Miagliano, circa 100 banditi provvisti di armi automatiche americane occuparono l’abitato.
Mancano ulteriori notizie.
Notiziario del 24 giugno 1944, p. 25, AR
Il 15 corrente, alle ore 16, in Buronzo, 10 banditi armati si presentarono alla riseria dei
fratelli DELLA GIOVANNA, costringendo questi a consegnare loro 10 quintali di riso.
Successivamente asportarono a una persona del luogo 10 quintali di riso e 2 di farina,
allontanandosi poscia a bordo di un autocarro in direzione di Rovasenda.
Il 15 corrente, alle ore 18, un forte gruppo di banditi, mediante fuoco incrociato di
mitragliatrici piazzate sul cavalcavia dell’autostrada Milano-Torino, all’altezza del casello Greggio, fermarono un’automobile civile trasportante un ufficiale, due militi della
G.N.R., nonché il fiduciario del comando germanico, diretta a Monza, disarmandoli dopo
conflitto a fuoco. L’ufficiale e i legionari, meno il fiduciario tedesco, riuscirono a sfuggire alla cattura e a raggiungere Biella.
Nella stessa località venne catturato un altro militare tedesco viaggiante in autovettura.
Due autisti della ditta MORELLI da Biella, transitanti in autocarro, vennero uccisi.
Mancano altri particolari.
16 giugno 1944
Notiziario del 16 giugno 1944, pp. 6-8, OP
La situazione politica della provincia è indubbiamente peggiorata. La caduta di Roma,
che ha vivamente amareggiato gli animi dei fascisti repubblicani e dei simpatizzanti, è
stata accolta da molta parte della popolazione con giubilo maltrattenuto. Molta, troppa
gente ha creduto e crede che la caduta di Roma sia il principio della fine della guerra e
che la vittoria degli alleati non tarderà a venire.
Si prevede perciò che, se le autorità di Governo e di Partito non stringeranno i freni,
ogni altro successo militare dei nostri nemici, galvanizzando gli avversari interni del
Fascismo e dell’Italia, darà esca a disordini e ad atti di sabotaggio tendenti a facilitare il
compito degli esecrati nemici.
Nella zona del Biellese e dell’Alta Valsesia la situazione è particolarmente peggiorata per
la recente partenza per la zona d’impiego della legione “Tagliamento”.
Le recenti fucilazioni di banditi avvenute a Biella ad opera delle SS Italiane e Tedesche
hanno inoltre particolarmente inasprito i nostri avversari di quella zona, i quali attendono il momento opportuno per compiere delle rappresaglie.
Il Partito, va perdendo considerazione anche tra gli stessi iscritti, mentre incontra un
numero sempre maggiore di oppositori.
Quasi stazionaria la situazione alimentare; permane insoluta l’insufficienza dei grassi.
Nel campo agricolo si avverte un assoluta deficienza di mano d’opera (mondine) per il
trapianto del riso, tanto che se non sarà possibile provvedere ad eliminare questa grave
lacuna entro i prossimi giorni si prevede che le colture risicole saranno enormemente
ridotte con conseguenti gravi ripercussioni sulla produzione del riso.
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La situazione economica dei lavoratori si aggrava di giorno per giorno, a mano a mano
che il costo della vita aumenta, mentre i salari restano immutati. L’inflazione segue il
suo corso inesorabile e da molte parti si invoca qualche provvedimento che ridia agli
italiani la fiducia nella lira.
Anche dopo il 25 maggio, termine utile per la presentazione dei banditi, qualche sbandato disertore ha continuato a presentarsi alle autorità militari, ma le diserzioni continuano.
Sono partiti per le zone di addestramento diversi reparti.
L’educazione militare e civile della truppa lascia molto a desiderare a causa dei quadri.
Nonostante le molte e note difficoltà, la G.N.R. (dalla quale sono state allontanate diverse centinaia di elementi, indesiderabili per fede o costumi o moralità o disciplina) si
prodiga attivamente nei servizi ad essa affidati.
Continuano le operazioni di rastrellamento sotto la direzione del comando della polizia
tedesca nelle provincie di Vercelli e di Aosta.
Si fanno tuttavia più frequenti gli atti di sabotaggio alle ferrovie, ai ponti e alle strade.
Le rapine, le aggressioni, i furti sono all’ordine del giorno
Con la partenza della legione “Tagliamento” si teme abbia a verificarsi una recrudescenza,
dell’attività dei banditi anche nella zona della Valsesia.
Notiziario del 16 giugno 1944, pp. 56-57, A
PRO-MEMORIA SOLO PER IL COMANDANTE GENERALE DELLA G.N.R.
In seguito al ritiro dei reparti del battaglione “Pontida” che presidiavano la zona della
Valsesia, la notte del 10 c. m. i banditi hanno attaccato e prelevato il distaccamento
della G.N.R. di Serravalle Sesia.
Nella notte sull’11 corrente sfruttando ancora la situazione favorevole che si è creata a
loro favore con il ritiro dei suddetti reparti, i banditi, in forte numero e molto bene armati, hanno attaccato anche i distaccamenti di Varallo e Borgosesia, prelevando e disperdendo gli uomini.
I 30 agenti di P.S. che la Questura aveva inviato di rinforzo a Varallo Sesia sono stati
tutti disarmati. La stessa sorte hanno seguito gli agenti inviati a Borgosesia.
Anche nella zona di Biella la situazione si presenta molto difficile.
Il distaccamento di Biella Piazzo è stato attaccato e incendiato dai banditi.
Il distaccamento di Sordevolo forte di 14 uomini, che già altre volte ha bravamente
respinto attacchi dei banditi, è seriamente minacciato.
La scarsissima disponibilità degli uomini e la situazione che si presenta grave ovunque
non consente di rafforzarlo adeguatamente. Comunque sarebbe inutile il rinforzo che
non disponesse di buone armi automatiche.
Data l’importanza delle località che copre ad Ovest gli accessi verso Biella, il Comando
della G.N.R. di Vercelli, pur avendo dato l’ordine al distaccamento di resistere, si riserva di ordinare il suo ripiegamento su Biella.
I banditi, che si riteneva fossero stati annientati dalla Tagliamento, si erano invece,
soltanto frazionati in piccolissimi gruppi e mantenuti nascosti nelle vicinanze dei paesi
situati a Nord della strada Borgosesia-Crevacuore-Praj (sic)-Mosso S. Maria-Biella, in
attesa del momento favorevole per riprendere la loro attività.
Molti piccoli gruppi, si erano portati anche a Sud di tale strada, fino alla linea dei torrenti del Cervo e dell’Elvo, aiutati dal favore della popolazione e tenendola sottomessa con
le minacce.
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La Tagliamento, costituita da due battaglioni forniti di un formidabile armamento, poteva ben controllare tutta la Valsesia, ma non era umanamente possibile che i distaccamenti della G.N.R. costituiti da pochi uomini armati solo di moschetto e con pochi
caricatori potessero fronteggiare le bande, dotate di numerosissime armi automatiche.
La situazione degli altri distaccamenti non è diversa per quanto riguarda l’armamento
ed il munizionamento: 5 o 6 moschetti nulla possono contro le armi automatiche e le
bombe di cui dispongono tutti i banditi.
La parte sana della popolazione, che è perfettamente al corrente della nostra deficienza
in fatto di armamento, va perdendo sempre più la fiducia in noi ed è allarmatissima.
Notiziario del 17 giugno 1944, pp. 47-48, UO
Il 16 corrente, alle ore 16,30, sul ponte del fiume Elgo [Elvo], nei pressi di CARISIO
(VERCELLI), un nucleo di banditi controllò il treno viaggiatori 270.
Mancano altri particolari.
Il 16 corrente, alle ore 1,30, nei pressi di SANTHIÀ (VERCELLI), un numero imprecisato di banditi armati assalì una tradotta militare tedesca. La pronta reazione dei soldati germanici, dopo violento combattimento, riuscì a volgere in fuga gli assalitori, che
lasciarono sul terreno un ferito, successivamente catturato.
Perdite tedesche: un soldato deceduto.
Notiziario del 18 giugno 1944, pp. 45-46, UO
Nella notte sul 16 corrente, una banda armata capeggiata da Pietro CAVANA [Camana]
detto Primula, composta da circa 40 elementi, occupò la stazione ferroviaria di OLCENENGO (VERCELLI). Quindi, i banditi, appostati dietro una siepe, prelevarono, in
prossimità della stazione stessa 4 militi ferroviari, disarmandoli e sottoponendoli ad atti
di violenza, rimettendoli poi in libertà senza altre conseguenze.
Alle ore 2,30, i malviventi fermarono treni e locomotive isolate. Da una vettura scortata
da militari tedeschi discese un caporale germanico, del comando di stazione di Vercelli,
che venne proditoriamente assalito e ferito alla mano. Successivamente un viaggiatore
venne ucciso. Un bandito, rimasto ferito, venne trasportato dai compagni. Alle ore 5,45,
intervenuti elementi di rinforzo della G.N.R. ferroviaria, i malviventi si allontanarono.
Il 16 corrente, numerosi banditi fortemente armati invasero la stazione ferroviaria di
VARALLO (VERCELLI), ove si impossessarono di una locomotiva e due carri vuoti
che avviarono sulla linea. La locomotiva venne recuperata alle ore 15,10 a Quarona.
Alle ore 11,45, nella stazione di Borgosesia (Vercelli), diversi banditi, accompagnati da
numerosa folla, avviarono un vagone vuoto in discesa verso Grignasco. Il vagone si
fermò agli scambi di quella stazione ferroviaria.
Notiziario del 25 giugno 1944, pp. 52-53, A
PRO-MEMORIA SOLO PER IL COMANDANTE GENERALE DELLA G.N.R.
Il 16 corrente, presso la prefettura di TORINO, si riunirono:
- i capi delle provincie di Torino, Asti, Cuneo, Aosta, Vercelli, e Novara;
- l’ispettore regionale per il Piemonte del P.F.R.;
- il commissario federale dott. SOLARO;
- i generali MONTAGNA e CASTRIOTTA;
- colonnelli SPALLONE, FABBRI;
- il questore di Torino.
La riunione venne indetta per esaminare la situazione politica di Torino con speciale
riguardo al movimento delle bande armate.
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È stato pertanto deciso di prospettare al DUCE le seguenti questioni:
1) sospendere la chiamata alle armi delle classi 1920-1921 e 1922, allo scopo di meglio
garantire i lavori agricoli, ma in effetti per impedire il rafforzamento delle bande armate
da parte dei richiamati delle anzidette classi;
2) sospendere la partenza dei carabinieri per la Germania e riorganizzare, con criteri
nuovi e più aderenti alla realtà, quelli rimasti. Anche questa misura si è rivelata necessaria per porre freno alle continue diserzioni dei carabinieri a tutto vantaggio dei banditi;
3) proteggere, con adeguate forze, il raccolto agricolo.
Infine, premesso e constatato la grave situazione politica esistente nel Piemonte, in dipendenza dell’intensa attività esplicata dai banditi, che ormai premono non solo alle porte
di Torino, ma anche a quelle di CUNEO, AOSTA e VERCELLI; tenuto conto che tale
perniciosa attività può particolarmente influire sulle masse operaie, concordemente è
stato deciso di chiedere al DUCE che per il Piemonte sia nominato un unico Capo il
quale, con ogni mezzo diriga e coordini a carattere interprovinciale un’efficace e radicale azione di controguerriglia, disponendo di non meno di 5.000 uomini, di cui 2.000
destinati a Torino.
Nel corso della riunione è stato rilevato e lamentato che da parte degli organi di governo
vi è un’incomprensione sulla reale situazione politica del Piemonte che è stata concordemente definita grave.
Notiziario del 28 giugno 1944, p. 17, AR
Novara. Il 16 corrente, alle ore 12,15, in Varallo Sesia, numerosi banditi armati irruppero nella stazione ferroviaria e, dopo aver agganciato due carri vuoti ad una locomotiva,
la misero in moto senza personale. La locomotiva, per mancanza di pressione si fermò
a Quarona senza conseguenze.
18 giugno 1944
Notiziario del 28 giugno 1944, p. 15, AR
Nella notte sul 18 corrente, in Brusnengo, ignoti danneggiarono il centralino telefonico.
19 giugno 1944
Notiziario del 28 giugno 1944, p. 16, AR
Il 19 corrente, alle ore 20, in Moncrivello, 5 banditi armati, dopo aver danneggiato il
centralino telefonico, si recarono nella sede municipale donde asportarono una macchina da scrivere e un apparecchio radio ricevente.
Inoltre asportarono dall’abitazione di certo DE BERNARDO un’autovettura “Balilla”.
Notiziario del 29 giugno 1944, p. 33, CR
Nella zona di Pralungo, una banda di forza imprecisata comprometteva la sicurezza del
transito, eseguendo azioni di sorpresa contro nostri elementi di passaggio.
Il 19 corrente, alle ore 15, in frazione S. Grato di Pralungo del comune di Biella (sic),
una pattuglia composta da 4 militi della G.N.R., inviata sul posto in servizio di perlustrazione e per assumere notizie dagli abitanti sulla consistenza della formazione dei
banditi, venne improvvisamente attaccata da una banda, forte di circa 30 uomini, provvista di armi automatiche. I legionari reagirono efficacemente resistendo fino all’arrivo
di un reparto della G.N.R. inviato tempestivamente sul posto. Iniziata subito una decisa
azione di rastrellamento del territorio. Finora nessuna perdita da parte nostra. Mancano
altri particolari.
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20 giugno 1944
Notiziario del 20 giugno 1944, p. 52, UO
Numerose bande armate si sono concentrate in questi ultimi giorni nel territorio dei
comuni di ROMAGNANO SESIA [Novara] - GATTINARA e LOZZOLO (VERCELLI)
si ha motivo di ritenere che essi abbiano l’intenzione di attaccare nei prossimi giorni il
capoluogo della Provincia.
Notiziario del 27 giugno 1944, p. 10, AS
Il 20 corrente, verso le ore 10, sulla strada di Olcenengo, vennero rinvenuti vari manifestini sovversivi incitanti i giovani delle classi 1920-21 e 1926 a non rispondere al bando
di chiamata alle armi e a passare nelle file dei cosiddetti partigiani.
21 giugno 1944
Notiziario del 21 giugno 1944, p. 59, A
PRO-MEMORIA PER IL DUCE, RICCI e PARODI (duplice copia)
CONTINGENTI NOTI ELEMENTI PROVENIENTI DAI CARABINIERI DA TRASFERIRE IN GERMANIA
Situazione forza:
- Concentramento di MILANO (4o scaglione):
- ufficiali [0]
- sottuff. e truppa 150
Defezioni: […]
- Comando Provinciale VERCELLI 13
Notiziario del 28 giugno 1944, p. 7, AS
Il 21 corrente, in Stroppiana, vennero rinvenuti volantini incitanti le mondine del Vercellese a scioperare.
Notiziario del 28 giugno 1944, p. 16, AR
Il 21 corrente, alle ore 14, in Moncrivello, 4 banditi armati costrinsero Maria ARITTI
a consegnare loro Kg. 10 di peperoni.
Successivamente asportarono dalla rivendita di generi di monopolio di Severino CARANDO tabacchi per un valore imprecisato.
22 giugno 1944
Notiziario del 22 giugno 1944, pp. 1-2, OP
La situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica è notevolmente peggiorata dopo la
partenza della legione “Tagliamento”. Nei comuni di Varallo, Borgosesia, Serravalle e
Gattinara i fascisti sono, da qualche giorno, in balia delle bande ribelli, che vanno compiendo rappresaglie nei loro confronti.
Forte malcontento fra i fascisti verso le autorità della provincia, che accusano di debolezza e alle quali si rivolgono invano per ottenere armi, per difendere sé stessi e le proprie famiglie, visto che ben poco viene fatto per deficienza di uomini e di mezzi dagli
organi di polizia per fronteggiare il banditismo dilagante.
I risicultori, malgrado la loro buona volontà, si trovano nell’assoluta impossibilità di
dare corso alle operazioni di trapianto e monda per la mancanza di mano d’opera; si
prevede quindi un notevole danno per la mancata produzione del riso. La produzione
del frumento si presenta molto favorevole e altrettanto dicasi per la frutta.
Le mondine immigrate nella provincia di Vercelli, influenzate anche da una accentuata
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propaganda antinazionale, hanno in più parti scioperato, chiedendo aumenti di paga e
miglioramenti del vitto. Nel campo industriale i lavoratori manifestano l’intenzione di
chiedere nuovi aumenti di salari. La situazione politica permane grave e ciò ha sfavorevoli ripercussioni anche sul morale dei militari; tanto è che sono aumentate le diserzioni
in tutti i corpi armati, specialmente fra quei reparti che si preparano a partire per le zone
di addestramento in Germania.
23 giugno 1944
Notiziario del 23 giugno 1944, p. 62, A
CONTINGENTI NOTI ELEMENTI PROVENIENTI DAI CARABINIERI DA TRASFERIRE IN GERMANIA
Situazione forza:
- concentramento di MILANO (4o scaglione):
- ufficiali [0]
- sottufficiali e truppa 150
Defezioni: [...]
- Comando Provinciale di VERCELLI 14 […]
Notiziario del 30 giugno 1944, p. 25, CR
Il 23 corrente, nei pressi di Crescentino, militi della G.N.R. e soldati della gendarmeria
tedesca, in servizio di perlustrazione, venuti a conoscenza che alcuni renitenti alla leva
si aggiravano nei dintorni con l’evidente scopo di aggregarsi a bande armate, effettuarono una azione di rastrellamento, riuscendo a catturare due elementi.
25 giugno 1944
Notiziario del 25 giugno 1944, pp. 54-55, A
PRO-MEMORIA PER IL COMANDANTE GENERALE DELLA G.N.R.
Il Comando Provinciale G.N.R. di PAVIA segnala quanto segue:
[…] La situazione in provincia va sempre più peggiorando.
La partenza della Compagnia O.P. per Vercelli non consente un pronto intervento nelle
località già segnalate. […]
Notiziario del 27 giugno 1944, pp. 56-57, UO
Il 25 corrente, alle ore 19,30, il sottotenente Francesco GAMBARA, addetto all’U.P.I.
del locale Comando Provinciale di VERCELLI, con tre dipendenti vestiti in abito civile
e armati di mitra si presentavano alla caserma del distaccamento di CIGLIANO (VERCELLI) entrando, mediante segno convenzionale, ed effettuavano una sparatoria allo
scopo di ingenerare nella popolazione il convincimento che elementi banditi avevano
attaccato la caserma. Successivamente, usciti dall’abitato, venivano avvicinati da un
gruppo di cinque elementi, di cui tre mancanti alla chiamata, i quali offrivano la loro
collaborazione. I militi, pertanto, procedevano al loro arresto.
Predetto ufficiale e dipendenti, alle ore 22 circa, incontravano nell’abitato di CIGLIANO altri tre civili armati di pistola e bombe a mano e riuscivano ad attirarli in caserma
assicurando loro l’avvenuta cattura di tutti gli elementi di quel distaccamento. Uno dei
tre armati, Giovanni GIOLITTI, accortosi dell’inganno, tentava di lanciare una bomba
a mano contro i militi che gli sparavano contro una raffica di mitra producendogli una
ferita al polmone sinistro. Il GIOLITTI, ricoverato all’ospedale civile di VERCELLI,
confessava di essere autore dell’affissione, nell’abitato di CIGLIANO, di manifesti sov98
versivi ed in relazione con la banda di ribelli operante nella zona vicina.
Notiziario del 30 giugno 1944, p. 16, AR
Il 25 corrente, alle ore 3, fra le stazioni di Vercelli e Borgo Vercelli, mediante esplosivo,
venne leggermente danneggiato il binario.
La linea venne riattivata alle ore 12 dello stesso giorno.
26 giugno 1944
Notiziario del 26 giugno 1944, p. 45, A
PROMEMORIA PER IL DUCE, IL COMAND. GEN. G.N.R. E GEN. PARODI
CONTINGENTI NOTI ELEMENTI PROVENIENTI DAI CARABINIERI DA TRASFERIRE IN GERMANIA
Situazione forza:
- concentramento di MILANO (4o scaglione):
- ufficiali [0]
- sottufficiali e truppa n. 150
Defezioni:
- Comando Provinciale Vercelli n. 5 […]
27 giugno 1944
Notiziario del 27 giugno 1944, pp. 2-3, OP
Novara [...] Dal giorno 12 corrente, numerosi reparti di polizia tedesca e della Guardia
Nazionale sono affluiti a Novara e hanno iniziato operazioni di rastrellamento in grande
stile, sotto la direzione del comando tedesco, con risultati, fin dalla prima settimana,
molto soddisfacenti.
La zona delle operazioni è quella compresa nel quadrilatero: Cannobio, Domodossola,
Mergozzo, Intra. Eliminato questo quadrilatero, molto ci sarà ancora da fare nella parte
sinistra della valle d’Ossola, in quella del Cusio, del Mottarone e nella parte pianeggiante della provincia fino a Romagnano Sesia. Forte però è già il movimento di spostamento delle masse armate della Valle Sesia, per cui questa vicina regione del Vercellese continuerà ad essere una minaccia anche per il Novarese.
28 giugno 1944
Notiziario del 28 giugno 1944, p. 50, A
CONTINGENTI NOTI ELEMENTI PROVENIENTI DAI CARABINIERI DA TRASFERIRE IN GERMANIA
Situazione forza:
- concentramento di MILANO (4o scaglione):
- ufficiali [0]
- sottufficiali e truppa n. 150
Defezioni:
- Comando Provinciale di Vercelli n. 3 […]
Notiziario del 17 luglio 1944, p. 13, AR
Il 28 giugno u. s., in prossimità di Buronzo, numerosi banditi armati fermarono un’autovettura tedesca con a bordo il capitano FISCHER, comandante germanico del compartimento ferroviario di Torino, costringendo questi a seguirli.
Il capitano venne rilasciato il 4 luglio in seguito allo scambio di un detenuto.
99
29 giugno 1944
Notiziario del 29 giugno 1944, p. 45, A
PRO-MEMORIA PER IL DUCE, RICCI e GEN. PARODI (duplice copia)
CONTINGENTI NOTI ELEMENTI PROVENIENTI DAI CARABINIERI DA TRASFERIRE IN GERMANIA.
Situazione forza:
- 4o scaglione partito da MILANO per la Germania:
- ufficiali 1
- sottuff. e truppa 148
Defezioni: […] Comando Provinciale VERCELLI 3 […]
giugno 1944
Notiziario del 16 luglio 1944, p. 45, UO
Fonte fiduciaria attendibile segnala:
“Borgosesia è stata occupata dai ribelli, i quali hanno nominato il governo nazionale di
liberazione, il cui capo è MOSCATELLI, ed hanno incominciato azioni di rappresaglia
e requisizioni di biciclette, apparecchi radio e macchine da cucire.
Sono stati affissi manifesti invitanti la popolazione a collaborare con il nuovo governo,
a non pagare più le tasse e non portare generi tesserati agli ammassi.
Il MOSCATELLI, ha come luogotenente un certo CASASSA [Casazza] (detto il “rosso”), ha a sua disposizione i carabinieri del luogo, comandati dal maresciallo BALLARINI Tarcisio, già comandante la stazione di Borgosesia e poi interinalmente la tenenza
di Varallo, il quale ha sempre favorito la banda MOSCATELLI.
Il quartier generale di MOSCATELLI conta 500 persone e dispone di molti automezzi;
ma di un armamento e munizionamento deficienti.
Un bando del cosiddetto governo, informa i fascisti arrestati che non saranno più fucilati, ma impiccati, e ciò si presume, a seguito della deficienza di munizioni”.
Notiziario del 23 luglio 1944, pp. 15-16, OP
Torino. In merito ad alcune operazioni, di banditi nel Piemonte, si hanno alcuni particolari che si trascrivono:
- a Borgo Sesia (sic) il quartier generale del capo banda Moscatelli ha sede in un’osteria
sita all’ingresso del paese, provenendo da Romagnano, a sinistra verso la chiesa.
- Ad Agnona, piccolo paese oltre Borgosesia, nell’asilo infantile ha sede una compagnia
organica di banditi, il cui comandante è un ufficiale chiamato “RICO”.
- A Varallo, appena passato il ponte sul “Mastallone” è accantonata in alcune case altra
compagnia di banditi, il cui comando ha sede nell’albergo Italia.
- Il Moscatelli, capo politico comunista delle bande della Valsesia e di quelle dell’Alto
Novarese, è un tipo slavo, di anni 33 circa di temperamento energico e di molto spirito.
Indossa uniforme di colore bruno scuro, pantaloni fermati alle scarpe, al bavero della
giubba ha una stella alpina ricamata. Ha sempre seco un consigliere militare che è un
ufficiale chiamato “Bruno” della sua medesima età, e veste la sua stessa uniforme, come
pure così la vestono gli altri elementi costituenti lo stato maggiore del Moscatelli.
- I banditi accasermati vestono anche divise brune, con pantaloni fermati alle scarpe,
chiuse quest’ultime con legacci rossi; tutti portano al collo il fazzoletto rosso fermato
alle spalline della giubba; molti portano la barba alla “Balbo”. Coi fazzoletti rossi fanno
anche i segnali convenzionali fra reparto e reparto.
100
- Usano il saluto comunista (pugno chiuso) e la parola d’ordine è “morte ai fascisti”.
Tutti i fascisti che riescono a catturare, li finiscono col caratteristico ed improvviso
colpo di pistola alla nuca.
- La popolazione di quella zona è tutta in combutta coi banditi, che sostiene in pieno ed
è decisamente antifascista.
- I banditi temono l’infiltrazione di donne, che considerano dedite allo spionaggio e su
semplice sospetto le finiscono senza pietà.
- Nella zona, la riserva, costituita dagli accantonati in divisa consta di circa 1500 uomini; la massa di azione è costituita invece da circa 2000 banditi che vestono l’abito civile
col distintivo comunista; sono suddivisi in bande agli ordini del quartier generale di Moscatelli e aumentano giornalmente di numero.
- I comandi e i reparti sono collegati da una ben organizzata rete telefonica che controlla anche i nostri telefoni: hanno diversi corrieri che camuffati fanno la spola tra Torino
e Milano, centri coi quali il Moscatelli si tiene collegato.
- Il servizio di polizia viene svolto dai carabinieri che sono ritornati reali, con coccarda
rossa al petto.
- Come armamento posseggono un moschetto “mitra Beretta” e una pistola mitragliatrice ogni due uomini; gli altri sono armati di fucill di vario tipo. Ogni bandito ha inoltre
in consegna una pistola automatica e due bombe a mano di vario tipo (tedesche, italiane, inglesi). Hanno abbondanza di munizioni e di pistole mitragliatrici inglesi. Ogni compagnia è inoltre fornita di due mitragliatrici pesanti e di sei leggere “Breda”.
- Sono forniti di cucine da campo con cibi buoni e abbondanti, vivono abbastanza bene,
hanno vino a sufficienza, ma poco tabacco.
- Possiedono morale molto elevato, specie per l’incoraggiamento dato dalla popolazione che aderisce in pieno al loro movimento. I reparti, costituiti da giovani dai 19 ai 30
anni, sono per un quarto meridionali, il resto del posto. Il 75% non ha un ideale proprio;
il 25% è costituito da veri e convinti comunisti. Scarseggia la cultura. Gli ufficiali sono
in buona parte meridionali, appartenenti all’ex esercito regio.
Tutti vivono alla giornata. Scopo loro, dovunque conclamato, è quello di liberare l’Italia prima dai fascisti e dai tedeschi e poi dagli stessi inglesi. Vogliono un’Italia comunista.
- Controllano indisturbati l’intero territorio; tutti i paesi sono sorvegliati con posti di
blocco consistenti e bene armati, sia all’ingresso che all’uscita dell’abitato. Anche le
strade sono così controllate e, specie alle svolte, sono bloccate da tronchi d’albero messi
di traverso, da posti di vigilanza evidenti e da altri nascosti ai margini. I ponti sono minati.
- Non esiste oscuramento nella zona occupata dai banditi, hanno vietato alla popolazione il versamento dei generi all’ammasso ed il pagamento delle tasse, pena la morte ai
contravventori. Il popolo giubila. Danno l’allarme anche quando il territorio è sorvolato
da aerei tedeschi.
- L’organizzazione dei comandi è buona e completa; va dalla brigata alla compagnia, al
gruppo, alla banda d’assalto. Moscatelli si spaccia come il comandante politico di tutti
i banditi del Piemonte. I banditi accasermati vengono portati ai posti d’impiego con
automezzi a benzina e gazogeno. Usano segnali militari. In un allarme dato di notte fu
constatato che i banditi si trovavano radunati e pronti in 8 minuti e mezzo. Di giorno
riescono a radunarsi in un tempo ancor più breve.
- Sui muri dei paesi figurano le scritte più svariate - “W il re” - “W Tito” - “W Badoglio” - “W Mosca” - “W Stalin” - “W Moscatelli” ecc. […]
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1 luglio 1944
Notiziario del 16 luglio 1944, p. 13, AR
Il 1o corrente, verso le ore 13, nel tratto della ferrovia elettrica Biella-Valle Mosso, alcuni banditi fecero scoppiare due bombe sotto i binari, provocando la rottura delle rotaie.
La linea venne riparata poco dopo e il servizio ripristinato.
3 luglio 1944
Notiziario del 17 luglio 1944, p. 15, AR
Il 3 corrente, alle ore 20,30, in Quarona, quattro banditi armati penetrarono nella stazione ferroviaria asportando un copertone di tela impermeabile.
4 luglio 1944
Notiziario del 16 luglio 1944, p. 13, AR
Il 4 corrente, alle ore 20,30, in Moncrivello, due banditi armati di mitra asportavano gli
apparecchi telefonici collocati rispettivamente al posto pubblico e alla segreteria del
palazzo municipale.
Notiziario del 18 luglio 1944, pp. 19-20, AR
Il 4 corrente, in Vercelli, 3 banditi armati, qualificatisi agenti di P.S., si presentavano
all’istituto “Piccola Opera Caritas”, dove era rinchiusa certa Carmelita USELLINI in
MOSCATELLI, madre del noto capo banda comunista e, carpendo la buona fede della
madre superiora, affermando che la MOSCATELLI doveva essere condotta in questura per interrogatorio, riuscivano a farsi consegnare la detenuta.
La predetta madre superiora che, stante la malferma salute della MOSCATELLI, si era
offerta di accompagnarla in questura unitamente ai tre banditi, da tale momento non ha
dato più notizie di se.
5 luglio 1944
Notiziario del 16 luglio 1944, p. 14, AR
Nella mattinata del 5 corrente, lungo la rotabile Cigliano-Moncrivello, alcuni banditi
abbattevano 7 pali della linea telegrafica e due della linea telefonica.
6 luglio 1944
Notiziario del 17 luglio 1944, p. 13, AR
Torino. Il 6 corrente, fra le stazioni ferroviarie di Roccapietra e Varallo, numerosi banditi armati sbullonarono e asportarono una rotaia.
Successivamente penetrarono nell’ufficio telegrafico della stazione di Varallo, donde
asportarono il microfono del telefono selettivo e danneggiarono gli apparati telegrafici.
Notiziario del 23 luglio 1944, p. 23, AR
Novara. Il 6 corrente, alle ore 10, in Varallo Sesia, alcuni banditi dopo aver svelto un
tratto di rotaia in una galleria, penetravano nella stazione e danneggiavano l’impianto
telegrafico.
Notiziario del 28 luglio 1944, p. 13, AR
Novara. Il 6 corrente, un gruppo armato di banditi toglievano (sic) una rotaia nella galleria di Roccapietra e successivamente irrompevano nella vicina stazione di Varallo ove
danneggiavano l’apparecchio telefonico selettivo e asportavano due scriventi telegrafiche.
102
7 luglio 1944
Notiziario del 16 luglio 1944, p. 24, CR
Il 7 corrente, alle ore 17, in Larizzate, un gruppo di 12 fascisti, comandato dal Commissario Federale di Vercelli, intimò il fermo all’autovettura Fiat 1100, proveniente da
Trino, che non ottemperò accelerando invece la corsa.
I passeggeri spararono colpi di rivoltella contro il gruppo dei fascisti che reagirono.
Cinque viaggiatori dei quali 2 feriti, vennero catturati.
Nei successivi accertamenti risultò che trattavasi di banditi armati, autori di rapine.
Notiziario del 17 luglio 1944, p. 16, AR
Il 7 corrente, in Muzzano, alcuni banditi armati penetrarono nell’abitazione della fascista Maria RAMELLA, costringendo questa a seguirli.
Per rappresaglia elementi della G.N.R. arrestarono alcune persone sospette.
8 luglio 1944
Notiziario del 17 luglio 1944, p. 16, AR
L’8 corrente, in Occhieppo Superiore, alcuni banditi armati penetrarono nell’abitazione
della dattilograta del Fascio Repubblicano di Biella, Franca BOLLA, costringendola a
seguirli insieme coi propri genitori.
10 luglio 1944
Notiziario del 17 luglio 1944, p. 16, AR
Il 10 corrente, alle ore dieci, in Favignano [Pavignano] di Biella, alcuni banditi armati
penetrarono nel lanificio FAUDELLA, donde asportarono 50 metri di stoffa. Nell’allontanarsi i banditi costrinsero il custode Pietro BISIO a seguirli.
Notiziario del 18 luglio 1944, p. 20, AR
Il 10 corrente, alle ore 14,30, in Borgodale (sic), 4 banditi armati asportarono a tale
Antonio RONDULLO un camioncino Fiat.
Il 10 corrente alle ore 23, in Buronzo, numerosi banditi armati, su autocarro, si presentarono alla riseria fratelli DELLA GIOVANNA, costringendo il proprietario a consegnare loro quintali 8 di riso. Successivamente gli stessi banditi si fecero consegnare dal
proprietario del molino, Pietro BORRI, 16 quintali di farina di granoturco e 2 di riso.
Il 10 corrente, alle ore 11, in Sordevolo, 4 banditi armati penetrarono nello stabilimento
“Officine Sordevolo” distruggendo, mediante cariche esplosive, le cabine di trasformazione elettrica.
Notiziario del 21 luglio 1944, pp. 14-15, AR
Il 10 corrente, alle ore 9, in Vigliano Biellese, tre banditi armati penetrarono nella Filatura Cervo costringendo il proprietario a consegnare loro la somma di L. 30.000.
12 luglio 1944
Notiziario del 18 luglio 1944, p. 37 a, CR
Genova. Il 12 corrente, alle ore 17, in frazione Porcile del comune di Borzonasca, una
pattuglia della G.N.R., in servizio di perlustrazione, avvistata una persona sospetta,
provvedeva ad inseguirla, riuscendo a catturarla dopo breve colluttazione.
Trattasi di un disertore della 6a batteria artiglieria contraerei dislocata in Vercelli.
Notiziario del 20 luglio 1944, p. 53, UO
Il 12 corrente, in MEZZANA MORTIGLIENGO, alcuni banditi armati catturavano
103
quattro persone ritenute filo-fasciste e dopo averle uccise a colpi d’arma da fuoco ne
utilizzavano i cadaveri per fabbricare del sapone.
Si fa riserva di ulteriori notizie.
Notiziario del 21 luglio 1944, p. 15, AR
Il 12 corrente, alle ore 10, in Vigliano Biellese, nove banditi armati presentatisi alla Filatura Cervo prelevarono l’impiegato Cristino PERALDO dichiarando che lo avrebbero
rilasciato non appena si sarebbe a loro presentato il proprietario della suddetta filatura,
Roberto MOSCA, momentaneamente assente.
Alle ore 15 dello stesso giorno il MOSCA si portò nella località indicata dai banditi che
rimisero in libertà il PERALDO dietro versamento della somma di L. 30.000.
Il 12 corrente, alle ore 24, in Ponderano, tre banditi penetravano nell’abitazione di certo
MIGAZZO, addetto alla trebbiatura per conto del locale ammasso granario, minacciandolo di distruggergli la trebbiatrice qualora continuasse il lavoro.
Il 12 corrente, alle ore 18, numerosi banditi armati assalirono il posto di blocco di Candelo e sopraffatti i tre militi presenti li costrinsero a seguirli.
Il 12 corrente, alle ore 11, in Piatto, alcuni banditi armati penetrarono nell’abitazione
dell’ufficiale postale Renzo SQUILLARIO, ex segretario del fascio, costringendolo a
seguirli. Giunti in località Danna i predetti banditi uccisero lo SQUILLARIO a colpi di
arma da fuoco.
13 luglio 1944
Notiziario del 22 luglio 1944, p. 19, AR
Il 13 corrente, alle ore 21 circa, in Gaglianico alcuni banditi prelevavano 2 gendarmi
della polizia tedesca di Biella i quali erano insieme con una donna.
Notiziario del 26 luglio 1944, p. 21, AR
Il 13 corrente, in Biella, faceva rientro l’allievo milite Francesco BERTOLONI, catturato il giorno prima dai banditi e dai quali riusciva a fuggire.
14 luglio 1944
Notiziario del 21 luglio 1944, p. 16, AR
Il 14 corrente, alle ore 16, numerosi banditi armati attaccavano di sorpresa la postazione blocco di Avorno [Andorno] Micca, uccidendo due allievi militi del Battaglione “Pontida” e ferendone uno. Mancano particolari.
Notiziario del 26 luglio 1944, p. 21, AR
Il 14 corrente, i militi della G.N.R. Vittorio PACCHIONI, e Nadir BERTAZZI, di servizio ad un posto di blocco di Biella si allontanavano per imbucare della posta. Durante il
percorso, venivano aggrediti di sorpresa da un numero imprecisato di banditi che riuscivano a catturarli.
15 luglio 1944
Notiziario del 28 luglio 1944, p. 15, AR
Il 15 corrente in Oropa, un milite della G.N.R. veniva incaricato d’osservare e seguire
due macellai del luogo i quali erano sospettati d’avere simpatia con i banditi. Mentre il
milite espletava il mandato veniva aggredito da due individui che gli intimavano “mani
in alto”. La tempestività del legionario, che riusciva a far uso della pistola, causava un
attimo di indecisione nei due banditi e il milite ne approfittava per eclissarsi.
104
16 luglio 1944
Notiziario del 26 luglio 1944, p. 21, AR
Il 16 corrente, alle ore 12, in Buronzo, sei banditi armati penetrarono nell’abitazione
dell’agricoltore Onorato BERTAGNOLIO, donde asportarono 350 litri di petrolio agricolo e 50 di benzina.
Notiziario del 29 luglio 1944, p. 29, CR
Il 16 corrente, nei pressi di Favaro di Biella, una pattuglia della G.N.R. si appostava nel
bosco di Oropa ed avvistava un gruppo armato di banditi sul quale faceva fuoco.
Un bandito veniva ucciso ed altri tre feriti.
17 luglio 1944
Notiziario del 20 luglio 1944, p. 65, A
PRO-MEMORIA PER IL DUCE E PER IL COM.TE GEN.LE G.N.R.
L’ispettorato della G.N.R. ferroviaria, in data 17 corrente, comunica:
“Il Comandante la 1a Legione G.N.R. ferroviaria di Torino anche per concorde parere
di quel Capo della Provincia, segnala che le operazioni di rastrellamento svolte in questi
ultimi tempi nella provincia di Torino ed altre del Piemonte da parte delle FF.AA. germaniche in collaborazione con le “SS” italiane, non hanno finora dato l’esito sperato
per cui la situazione - per quanto un po’ sollevata - è però sempre minacciosa e può
improvvisamente aggravarsi.
Il rastrellamento non ha avuto efficaci risultati nei riguardi dei banditi ma si è concluso
invece con il rastrellamento di centri e villaggi rurali - come è avvenuto in Valle Susa di popolazione inerme e sfollati maschili di ogni ceto e condizioni inviati in campi di
concentramento per la selezione ed il successivo inoltro in Germania quali lavoratori. I
banditi, invece, mobilissimi, organizzati, intatti nelle loro forze e nelle numerose armi,
sfuggono facilmente a tali operazioni rifugiandosi nei loro covi di montagna, dove le
truppe operanti non si preoccupano di andare a scovare e da dove si preparano a discendere a valle non appena gli scarsi presidi - ad operazione ultimata - vengono ritirati
lasciando le località scarsamente od affatto sorvegliate.
Azioni a fondo non risulta, fino ad ora, che siano state fatte, ma soltanto le solite puntate che non risolvono ma al contrario aggravano la situazione.
I bombardamenti e gli incendi senza discriminazione eseguiti dalle truppe operanti, spesso
danneggiano chi nulla ne può, aggravano la maggiore avversione che il popolo riserva
di riflesso su di noi che moralmente appoggiamo le azioni germaniche.
Certe zone poi maggiormente infestate dai banditi, non sono state finora toccate dai
rastrellamenti, quale l’ALTO NOVARESE, l’ALTO VERCELLESE, parte del BIELLESE e la estesa provincia di CUNEO, dove essi operano indisturbati”.
Notiziario del 26 luglio 1944, p. 21, AR
Il 17 corrente, alle ore 23,30, nella frazione di Ronghi del comune di Vercelli [sic, ma
Ronchi, frazione di Cigliano], tre banditi armati penetrarono nell’abitazione di Emiliano CAMANDONE, donde asportarono L. 32000 in contanti.
18 luglio 1944
Notiziario del 18 luglio 1944, p. 2, OP
Novara [...] Preoccupante [...] si manifesta, da qualche tempo, l’attività delle consistenti e bellicose bande della regione del lago d’Orta, del Mottarone e della pianura
105
immediatamente a nord dei capoluogo. L’attività di queste ultime bande è alimentata
specialmente dalla vicinanza e dalla stretta collaborazione di quelle della Valsesia (Vercelli) e in questi giorni mirano, con pieno successo, a promuovere la defezione del
battaglione cecoslovacco, dislocato lungo la linea ferroviaria da Arona a Domodossola
[…]
Notiziario del 29 luglio 1944, p. 19, AR
Il 18 corrente, alle ore 5,30, in località Presa di Buronzo, 12 banditi armati impedivano
a cinque persone di portare un cavallo precettato all’ente zootecnia di Vercelli.
Il 18 corrente, alle ore 21,30, in Buronzo, 60 banditi armati penetravano nel mulino
della ditta BORRI e, danneggiato il telefono, asportavano quintali 86 di farina di grano,
20 di farina di granoturco e 37 di riso.
Notiziario del 30 luglio 1944, p. 10, AR
Il 18 corrente, lungo la strada Carisio-Vercelli, un grosso gruppo di banditi armati vietava che i proprietari di cavalli portassero i loro quadrupedi al raduno che avrebbe dovuto aver luogo a Vercelli.
19 luglio 1944
Notiziario del 25 luglio 1944, p. 19, AR
Il 19 corrente, alle ore 19, in Livorno Ferraris, 15 banditi armati si presentavano alla
stazione ferroviaria ove si facevano consegnare, dal capo stazione, lire 30.000. Prima
di allontanarsi, mediante ordigno esplosivo distruggevano il banco di manovra, gli apparati telefonici e telegrafici e causavano inoltre gravi danni al caseggiato.
Notiziario del 29 luglio 1944, p. 19, AR
Il 19 corrente, alle ore 10,30, in Biella, alcuni operai sconosciuti sabotavano nella filatura Remo STRONA due macchine cardatrici in modo irreparabile.
Notiziario del 30 luglio 1944, p. 10, AR
Il 19 corrente, alle ore 0,20, in Livorno Ferraris, alcuni banditi penetravano nella rivendita di generi di monopolio gestita da certa Argia RAINERO, costringendo questa a
consegnare loro Kg. 466 di tabacco e 63 scatole di cartine, nonché 28 sacchi di sale
per circa 30 quintali.
Notiziario del 31 luglio 1944, pp. 23-24, CR
Il 19 corrente, alle ore 18, in Santhià, una pattuglia della G.N.R., al comando del vicebrigadiere Pietro ALBERTINETTI effettuava un appostamento alla locale stazione allo
scopo di procedere al fermo dell’ex carabiniere Giovanni ARA, segnalato quale bandito.
Al momento dell’arresto l’ARA si dava a precipitosa fuga, inseguito dal sottufficiale.
Vistosi raggiunto, I’ARA esplodeva contro l’ALBERTINETTI un colpo di pistola, che
lo feriva alla mano sinistra.
Il sottufficiale, anziché desistere, si scagliava sul bandito che seguitava a far fuoco tanto
che le altre pallottole lo raggiungevano e questa volta mortalmente.
Caduto a terra moribondo, il vicebrigadiere raccoglieva, con tutto lo stoicismo della
sua fede e del suo coraggio le poche forze rimaste e mirando il suo feritore lo faceva
segno ad un colpo di pistola che lo raggiungeva al cuore, freddandolo.
La fulmineità della tragica scena non dava tempo agli altri componenti della pattuglia di
intervenire.
Il coraggio, lo sprezzo del pericolo, la dedizione totale dell’ALBERTINETTI al dovere
sono stati superiori ad ogni elogio.
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20 luglio 1944
Notiziario del 20 luglio 1944, pp. 8-10, OP
La situazione della provincia è più che mai precaria.
Nonostante le nuove disposizioni per cui il P.F.R. si trasforma in milizia armata, la locale federazione Fascista non è ancora riuscita a galvanizzare gli iscritti e a creare quell’unità di spiriti indispensabile per opporre un fronte unico contro gli avversari.
L’opinione pubblica è sempre ostile al Fascismo e tutte le denigrazioni, le calunnie, le
insinuazioni anche le più inverosimili, nei confronti dei Fascisti Repubblicani, trovano
credito illimitato. Risulta che un nuovo partito denominato “Il nuovo risorgimento italiano” - movimento antitotalitario d’ordine di ricostruzione - sia stato costituito e sembra anche che il programma da esso annunciato abbia trovato molte adesioni, particolarmente fra la borghesia.
È in corso da diversi giorni un’ampia azione di rastrellamento nella Valsesia. Dell’esito
di essa, però, data la riservatezza dei comandi tedeschi, nulla di preciso si può dire.
Nel Biellese invece i banditi continuano a controllare diverse zone e quest’ultima settimana hanno anche proceduto al prelevamento di alcuni fascisti repubblicani e dei loro
familiari. Nella pianura ad occidente e a sud di Vercelli le solite rapine, scorrerie e prepotenze dei banditi.
L’attività sovversiva e antinazionale, si è in questi ultimi giorni molto intensificata, favorita anche dal fatto che l’autorità prefettizia non permette che si perseguano gli esponenti fin tanto che non si hanno prove inoppugnabili.
Numerosi manifestini, bandi, ultimatum, sono stati distribuiti fra le popolazioni della
Valsesia e del Biellese. Anche nel capoluogo attiva e costante è la propaganda, specialmente quella del “fronte della gioventù”.
Opera deleteria hanno svolto e svolgono in seno all’Esercito i già appartenenti a bande
armate, i disertori, i renitenti arruolati di recente durante il periodo di franchigia, per cui
meglio sarebbe stato inviarli al lavoro in Germania.
Gli ufficiali non sono immuni dalle colpe attribuite ai soldati; in alcuni casi, anzi, ne
sono essi stessi la causa. Assente da essi, comunque, ogni forma di autorità e di prestigio, particolarmente nei giovani.
Nulla di nuovo si è verificato nella situazione economica la quale tende a peggiorare.
Nel settore agricolo la scarsità delle mondine trasferitesi in provincia di Vercelli, le non
poche astensioni dal lavoro verificatesi nel mese scorso, le minacce fatte dai banditi a
numerosi titolari di aziende di non trebbiare il grano e di non versarlo all’ammasso, sono
tutti fattori che hanno concorso a ritardare o trascurare i lavori agricoli previsti.
Anche la situazione degli anticrittogamici è seria: contro un fabbisogno provinciale
minimo di quintali 10 mila circa, la disponibilità è appena di circa 1.300 quintali.
Gli agricoltori lamentano anche il mancato pagamento delle quote integrali del latte e del
bestiame. Ai lavoratori dell’industria della provincia è stato recentemente concesso un
premio, ammontante a 96 ore di paga, ma la situazione economica di tale categoria,
rimane sempre grave.
Notiziario del 29 luglio 1944, p. 19, AR
Il 20 corrente, alle ore 20,30, in Salussola e in Vergnasco, alcuni banditi armati distruggevano gli apparati telegrafici, la manovra degli scambi, i segnali e i documenti contabili delle predette stazioni ferroviarie. A Salussola inoltre asportavano lire 926, incendiavano un carro di stracci e segavano alcuni pali della linea telegrafica.
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21 luglio 1944
Notiziario del 21 luglio 1944, p. 40, UO
[…] - nei pressi della stazione di Saluggia (Vercelli), a mezzo di mine, è stato fatto saltare il binario sul ponte Doria [Dora Baltea] interrompendo le comunicazioni della linea
Torino-Settimo-Chivasso […]
Notiziario del 29 luglio 1944, p. 20, AR
Il 21 corrente, alle ore 8,45, nei pressi di Masserano, alcuni banditi armati, sparavano
contro una littorina transitante, ferendo un viaggiatore.
Più tardi circa 50 banditi armati fermavano la stessa littorina e, fatti scendere i passeggeri, si accertavano della presenza o meno di militari.
Notiziario del 31 luglio 1944, p. 24, CR
Il 21 corrente, alle ore 14,30, in Benna, il comandante della gendarmeria germanica,
maggiore MILKE, rientrando con scorta in auto dal comando tedesco di Monza, sorprendeva alcuni banditi armati mentre perquisivano un’automobile civile.
In seguito a conflitto, alcuni banditi rimanevano feriti, ma riuscivano a dileguarsi, mentre il capo banda, certo SARASCO, veniva catturato e tradotto a Biella.
Notiziario del 19 agosto 1944, p. 39, CR
Giunge solo ora notizia che il 21 luglio u. s., in Valle Mosso, alcuni banditi attaccavano
alle ore 8 e alle ore 13 il presidio della G.N.R.
La pronta reazione costringeva, entrambe le volte, i banditi a darsi alla fuga.
Nessuna perdita da parte nostra. Si presumono due morti fra i banditi.
22 luglio 1944
Notiziario del 31 luglio 1944, p. 9, CR
Il 22 corrente, alle ore 19, in Chiavazza di Biella, sei banditi armati, presentatisi allo
stabilimento tessile Romano CALIGARIS, obbligavano il portinaio ad accompagnarli
nell’ufficio dove trovavasi la cassaforte, dalla quale asportavano lire 45.000.
Il 22 corrente, alle ore 18, tre banditi armati si presentavano allo stabilimento filatura di
Chiavazza di Biella, costringendo il contabile a consegnare loro la somma di lire 17.490.
Notiziario del 31 luglio 1944, p. 10, AR
Il 22 corrente, alle ore 10,30, in frazione Ruta del comune di Mongrando, alcuni banditi
armati prelevavano presso la sua abitazione il paracadutista Leandro TOSO, giunto dal
proprio comando in seguito a lettera, estorta dai banditi stessi alla madre, in cui questa
dichiarava di essere gravemente ammalata.
Il 22 corrente, alle ore 16,45, in Vigliano Vercellese (sic), tre banditi armati penetravano
nello stabilimento tessile “S.A.P.T.”, costringendo il cassiere a consegnar loro la somma di lire 13.500.
Il 22 corrente, alle ore 23, nei pressi di S. Antonino, alcuni banditi disarmavano due
guardie addette alla vigilanza delle linee telegrafiche.
23 luglio 1944
Notiziario del 28 luglio 1944, p. 41, A
SPECCHIO delle incursioni aeree (segnalazioni pervenute in data 26 luglio 1944-XXII)
23-7. Fontanetto Po (Vercelli) ore 15 - bombardamento dello scalo ferroviario danneggiato l’edificio ed abitazioni adiacenti, nonché alcuni vagoni di un treno merci. Accertati un morto e due feriti civili.
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Notiziario del 31 luglio 1944, p. 10, AR
Il 23 corrente, alle ore 17,30, fra le stazioni ferroviarie di Biella e Novara, un treno viaggiatori veniva fatto segno a colpi di arma da fuoco da parte di una cinquantina di banditi.
Rimanevano feriti quattro viaggiatori.
24 luglio 1944
Notiziario del 5 agosto 1944, p. 12, AR
Il 24 luglio u.s., in Vigliano Biellese, due banditi armati si presentavano alla società “Pettinatura Italiana” costringendo il cassiere a consegnare loro la somma di lire 60.000.
Notiziario del 6 agosto 1944, p. 18, AR
Il 24 luglio u. s., alle ore 24, in Buronzo, numerosi banditi armati penetravano nell’abitazione di Mario CAFASSO, donde asportavano biancheria e un apparecchio radio.
Il 24 luglio u. s., alle ore 18, in Buronzo, tre banditi armati fermavano l’incaricato del
censimento del bestiame Felice SPAUDO diffidandolo a non continuare l’operazione di
censimento.
Notiziario del 9 agosto 1944, p. 41, UO
Il 24 luglio u. s., verso le ore 13,40, in GAGLIANICO (VERCELLI), alcuni banditi
sparavano dei colpi di moschetto contro il milite della G.N.R. Luigi ZANETTA - di vigilanza allo stabilimento Piaggio - ferendolo mortalmente all’addome.
26 luglio 1944
Notiziario del 3 agosto 1944, p. 21, AR
Nella notte sul 26 luglio u. s., in Vercelli, alcuni banditi lanciavano in diverse località
delle bombe che danneggiavano alcune botteghe.
Notiziario del 3 agosto 1944, p. ?, A
PRO-MEMORIA PER TUTTI
Il 26 luglio u.s. partiva da Vercelli per la Germania un contingente di truppa. Grande
folla ha festeggiato i partenti, offrendo loro sigarette dolci, fiori; intervenivano pure le
autorità locali.
27 luglio 1944
Notiziario del 6 agosto 1944, pp. 18-19, AR
Il 27 luglio u. s., verso le ore 21, in Saluggia, 13 banditi armati discendevano da un
autocarro e incontrati due militi di quel posto fisso, imponevano al primo la consegna
di una pistola e al secondo la consegna di tre caricatori.
Data la superiorità numerica degli aggressori e la minaccia di danni alla persona, i militi,
nonostante avessero tentata una reazione, dovettero cedere.
Successivamente i banditi, incontrato un altro milite del predetto posto fisso, in libera
uscita, lo costringevano, usando gli stessi mezzi, a consegnare tre caricatori 1891. I
predetti militi furono minacciati di prossime rappresaglie, indi i banditi si allontanarono
verso Chivasso.
Notiziario dell’8 agosto 1944, p. 24, AR
Il 27 luglio u. s., alle ore 20, in Rovasenda, un gruppo di banditi armati si presentavano
nella cascina “Marchiazza” condotta da Giacomo COLOMBO, donde asportavano un
bovino del peso di kg. 320.
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28 luglio 1944
Notiziario del 3 agosto 1944, pp. 22-24, AR
Novara. In data 28 luglio u.s., l’ufficio operazioni ed addestramento dello S.M. dell’Esercito Repubblicano ha trasmesso il seguente rapporto, redatto da un elemento fiduciario che ha potuto entrare in contatto con l’organizzazione dei banditi facente capo
al noto Moscatelli.
“Alle ore 10,30 di domenica, 16 luglio, ebbe luogo sulla strada Oleggio-Arona, in una
località a 500 metri da Arona, una riunione di esponenti delle bande partigiane, dipendenti dal Moscatelli, riunione che doveva invece aver luogo nella trattoria Roma di Arona.
All’ultimo momento alcuni di costoro non arrivarono e così si riunirono l’incaricato di
Moscatelli, certo Sante di Milano (il vero nome è CRESPI), un ebreo di Domodossola,
addetto alla ricezione radio da e per Londra ed il nostro agente XV2. Prima della discussione ci fu lo scambio di relazioni del cui contenuto XV2 prese visione il pomeriggio all’albergo Fossati. La riunione durò comunque pochi minuti.
Dalle relazioni XV2 ha potuto trascrivere i punti più salienti, che vertono sui seguenti
argomenti:
Per l’armamento, Moscatelli lamenta la relatività dei rifornimenti pervenutigli in questi
ultimi tempi, che le armi di cui sono in possesso sono inutilizzabili per la mancanza di
munizioni, soprattutto per le artiglierie da 75/19, per la mancanza di cariche e spolette.
Circa la propaganda, egli pretende che quella fatta dagli alleati per essere più efficace
deve essere più sostanziosa, lamentando nel contempo l’assenteismo di numerosi componenti il comitato di liberazione.
Deplora lo scarso spirito che anima le giovani reclute a sua disposizione, che in gran
parte tradiscono, perché sono poco sensibili all’idea e molto al panico. Inoltre considera in queste la poca conoscenza tecnica delle armi.
Rileva che questi ragazzi spesso intonano inni fascisti, specie i figli dei borghesi, abbandonandosi a discussioni politiche aventi per oggetto un MUSSOLINI socialista capace di trasformare gli italiani in Mussoliniani, se MUSSOLINI sapesse mettere in pratica le sue teorie.
Rappresenta inoltre la necessità di prevenire il versamento dei prodotti all’ammasso, in
relazione alla poco adattabilità dei suoi uomini a continuare in quelle condizioni per un
altro inverno.
Pretende quindi una maggiore garanzia dai contadini. Rappresenta poi la necessità di
una immediata conclusione del conflitto per superare le difficoltà di approvvigionamento
ed equipaggiamento degli uomini, chiedendo, a quest’ultimo proposito, l’impegno da
parte degli industriali, a versare, entro ottobre 50 capi di vestiario, esprimendo il dubbio
sui rifornimenti degli alleati, troppo impegnati sui vari fronti di resistenza partigiana.
Termina la relazione richiamando l’attenzione dei commissari politici sull’operato degli
ex fascisti, più inclini all’opportunismo che alla causa partigiana, elogiando l’operato di
quell’esiguo numero di antifascisti che per vent’anni hanno dovuto subire e mordere il
freno per colpa del Regime, rilevando però l’esiguità del numero per il trionfo di quella
che egli definisce la sua causa”.
Notiziario del 4 agosto 1944, p. 18, AR
Il 28 luglio u. s., alle ore 24, in Buronzo, alcuni banditi armati penetravano nell’abitazione del milite della G.N.R. ferroviaria Giovanni BORASI (sic), colà in permesso, catturandolo.
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Inoltre i banditi asportavano diversa merce e distruggevano tutto quello che non potevano trasportare.
Notiziario del 5 agosto 1944, p. 13, AR
Il 28 luglio u. s., alle ore 23, nella stazione ferroviaria di Buronzo circa 50 banditi armati
asportavano tutte le chiavi degli scambi, distruggevano gli impianti telegrafici e asportavano dalla cassaforte lire 1275.
Il 28 luglio u.s., alle ore 10,30, in Buronzo, dieci banditi armati estorcevano al cassiere
della “Cassa di Risparmio” la somma di lire 20.000.
Notiziario dell’8 agosto 1944, pp. 24-25, AR
Il 28 luglio u. s., alle ore 22,30, in Buronzo, un gruppo di banditi armati penetravano
nell’abitazione di Luigi BORASIO, donde asportavano biancheria, indumenti personali
e posateria, arrecandogli un danno imprecisato. I banditi si allontanavano per ignota
destinazione, portando seco Giovanni BORASIO, della classe 1925.
Il 28 luglio u. s., in Campore di Valle Mosso, banditi armati catturavano certo LUSANA, perché squadrista.
Notiziario del 9 agosto 1944, p. 17, AR
Il 28 luglio u.s., alle ore 22,30, in Grignasco, alcuni banditi, penetrati nella stazione
ferroviaria, requisivano una locomotiva che lanciavano verso Varallo Sesia. Questa, a
un certo punto, precipitava da un ponte sulla strada sottostante.
29 luglio 1944
Notiziario dell’8 agosto 1944, p. 25, AR
Il 29 luglio u. s., verso le ore 22, in Pollone, bande di armati asportavano forti quantitativi di generi alimentari costituenti la scorta per la mensa aziendale dello stabilimento
tessile SIMONE.
Notiziario del 13 agosto 1944, p. 31, AR
Il 29 luglio u. s., verso le ore 4, in Buronzo, numerosi banditi facevano irruzione nella
stazione ferroviaria distruggendo gli impianti telegrafici e telefonici e asportando la
cassetta di pronto soccorso, il numerario dei biglietti e il denaro esistente in cassa, nonché
le chiavi ferma scambi.
I banditi prelevavano inoltre dalla propria abitazione l’allievo milite ferroviario Giovanni
BORASIO e devastavano la trattoria gestita dal padre del predetto milite.
Notiziario del 14 agosto 1944, p. 33, CR
Il 29 luglio u. s., in Santhià, la G.N.R. arrestava tale Alfredo MACCHIERALDO (sic)
perché svolgeva propaganda sovversiva e antinazionale.
30 luglio 1944
Notiziario del 30 luglio 1944, p. 33, UO-V
In numerose province la trebbiatura del grano procede con soddisfacente regolarità.
La G.N.R. assiste ai lavori con apposite squadre, nei luoghi ove si teme l’azione disturbatrice dei banditi. Ciò è valso, finora, a infondere la necessaria tranquillità agli agricoltori e ad assicurare, in molti casi, il regolare andamento dei lavori.
31 luglio 1944
Notiziario dell’8 agosto 1944, p. 25, AR
Il 31 luglio u.s., durante la notte, in Cerrione, banditi armati asportavano dal comune
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numerose carte di identità, mettendo a soqquadro gli uffici.
Il 31 luglio u. s., alle ore 20 circa, in Buronzo, 20 banditi armati asportavano dalla riseria dei fratelli DELLA GIOVANNA q.li 20 di riso e dalla riseria Ditta P. BORRI q.li 20 di
riso.
1 agosto 1944
Notiziario dell’8 agosto 1944, p. 25, AR
Il 1o corrente, in rione S. Pietro del comune di Crescentino, otto banditi armati si presentavano nell’abitazione di Giovanni BOTTINI, donde asportavano L. 118.400 ed altri
oggetti di abbigliamento per un valore complessivo di L. 172.815, nonché vari oggetti
di oro del peso complessivo di grammi 40.
2 agosto 1944
Notiziario del 7 agosto 1944, p. 45, A
SPECCHIO delle incursioni aeree (segnalazioni pervenute in data 6 agosto 1944 - XXII)
2-8. Olcenengo (Vercelli) ore 5 - per avarie al motore, precipitava un apparecchio ricognitore tedesco. Un sottufficiale pilota decedeva, mentre due altri si sono salvati col
paracadute.
Notiziario del 10 agosto 1944, p. 16, AR
Novara. Il 2 corrente, alle ore 22, in Mongrando, due banditi armati, penetrati nell’abitazione dei fratelli FINOTTO SILETTI, industriali, asportavano da una cassaforte L.
55.000.
Notiziario dell’11 agosto 1944, p. 22, AR
Il 2 corrente, alle ore 14,30, lungo la strada Biella-Vercelli, un’automobile della Gendarmeria Zug, di stanza a Biella, cadeva in un’imboscata tesa da alcuni banditi armati.
Il brigadiere della G.N.R. FORMAGGIO, aggregato presso la suddetta gendarmeria,
rimaneva gravemente ferito e un maresciallo tedesco, nonché un gendarme di nazionalità russa riportavano lievi ferite.
Notiziario del 14 agosto 1944, p. 19, AR
Il 2 corrente, sulla strada provinciale Biella-Vercelli, fra Benna e Massazza, banditi colpivano con raffiche di arma automatica il brigadiere della G.N.R., Eugenio FORMAGGIO del comando provinciale di Vercelli, aggregato alla gendarmeria ZUG di Biella.
Il sottufficiale decedeva tre giorni dopo all’ospedale civile di Biella.
Notiziario del 19 agosto 1944, p. 39, CR
Il 2 corrente, verso le ore 18,30, in Pralungo una pattuglia della G.N.R. che si recava in
una casa per eseguire una perquisizione veniva attaccata da un gruppo di banditi. La
pronta reazione costringeva i banditi alla fuga.
Nessuna perdita da parte nostra.
Due morti e un ferito da parte nemica.
Il 2 corrente, in Vigliano, una pattuglia della G.N.R. procedeva al fermo di tre renitenti
alla leva. Scontratasi successivamente con 7 banditi, veniva impegnato combattimento;
si presume che siano rimasti feriti tre banditi. Nessuna perdita da parte nostra.
4 agosto 1944
Notiziario del 20 agosto 1944, p. 20, AR
Il 4 corrente, alle ore 0,30, in Candelo, una pattuglia della G.N.R. veniva circondata dai
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banditi. Con accortezza e col pronto impiego delle armi i militi riuscivano a svincolarsi
dall’accerchiamento e a rientrare senza alcuna perdita.
5 agosto 1944
Notiziario del 15 agosto 1944, p. 29, CR
Il 5 corrente, alle ore 24 circa, in Saluggia, militi della compagnia O.P., in cooperazione
di alcuni elementi del 15o Btg. Polizei, sequestravano una macchina “Lancia” abbandonata dai banditi minacciati di cattura.
Notiziario del 18 agosto 1944, p. 9, V
Il 5 corrente, in Santhià, una pattuglia del comando della 5a Legione di Frontiera arrestava tale Venceslao FORNASINO, disertore fin dal febbraio u.s. dalla compagnia di
sanità della 2a divisione “S. MARCO”, di stanza in quell’epoca a Vercelli.
Notiziario del 18 agosto 1944, p. 25, CR
Il 5 corrente, nel comune di Cavaglià, un reparto della G.N.R. impediva che elementi
fuori legge attuassero un’azione di sabotaggio.
Veniva arrestato, inoltre, il segretario comunale perché sospetto di favoreggiamento.
6 agosto 1944
Notiziario del 6 agosto 1944, p. 55, A
PRO-MEMORIA PER IL DUCE, IL COMANDANTE GENERALE DELLA G.N.R. ED
IL CAPO DI S.M.
Da tutte le provincie è pervenuta notizia che - d’ordine e ad opera dei comandi germanici - sono stati fermati, per l’inoltro in Germania, gli appartenenti, di ogni grado, alla
G.N.R. provenienti dai carabinieri.
In alcune caserme è stato, per errore, disarmato anche qualche proveniente dalla
M.V.S.N. Non si sono verificati incidenti.
Notiziario del 7 agosto 1944, p. 32, V
Il 6 corrente, alle ore 19, in VERCELLI, aerei nemici hanno mitragliato la città e lanciato bombe sulla linea ferroviaria MILANO-PAVIA, interrompendola.
Nessuna vittima.
Notiziario dell’8 agosto 1944, p. 52, A
SPECCHIO delle incursioni aeree (segnalazioni pervenute in data 7 agosto 1944-XXII)
6-8. Vercelli (Vercelli) ore 19 - bombardata la linea ferroviaria per Milano e Pavia, provocando interruzioni. Mitragliato il centro abitato. Nessuna vittima.
Notiziario dell’11 agosto 1944, p. 17, AR
Il 6 corrente, alle ore 9,30, sulla linea ferroviaria Santhià-Arona, un gruppo di banditi,
penetrato in un casello ferroviario, asportava una tromba e una bandiera di segnalazione, danneggiando, inoltre, l’apparato telefonico.
Notiziario del 28 agosto 1944, p. 13, AR
Novara. Il 6 corrente, un gruppo armato di banditi toglievano una rotaia nella galleria di
Roccapietra e successivamente irrompevano nella vicina stazione di Varallo ove danneggiavano l’apparecchio telefonico selettivo e asportavano due scriventi telegrafiche.
7 agosto 1944
Notiziario del 7 agosto 1944, p. 14, AR
È sintomatico il fatto che nella valle dell’Elvo i banditi requisiscono, in questi ultimi
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giorni, tutto il materiale sanitario che possono trovare.
Il fatto va messo in relazione con le ultime operazioni di rastrellamento avvenute nella
Valle del Lys.
Notiziario del 7 agosto 1944, p. 40, A
PRO-MEMORIA PER TUTTI
Elementi della G.N.R. di VERCELLI hanno accertato che emissari del Comitato di Liberazione Nazionale di BIELLA si sono portati verso il Brennero per incontrarsi con le
truppe italiane che rientrano dalla Germania.
Ciò per sentire se i nostri soldati son disposti a far causa comune coi banditi, perché,
in caso diverso questi ultimi sarebbero costretti a ritirarsi verso la Valle d’Aosta.
Notiziario dell’11 agosto 1944, p. 22, AR
Il 7 corrente, in Crescentino, alcuni banditi armati penetravano nell’abitazione di Giovanni ATTISI, costringendo questi a consegnare loro lire 118 mila e oggetti vari.
Il 7 corrente, in Buronzo, alcuni banditi armati asportavano, da due cascinali del luogo,
diversi capi di bestiame e 40 quintali di riso.
Notiziario del 14 agosto 1944, p. 19, AR
Il 7 corrente, alle ore 12,30, lungo la rotabile Salussola-S. Damiano di Carisio, 14 banditi armati fermavano un autocarro della riseria di Villarboit, costringendo l’autista a
consegnare loro 15 quintali di riso.
I banditi caricavano la merce su un loro automezzo e si allontanavano per ignota destinazione.
8 agosto 1944
Notiziario dell’8 agosto 1944, pp. 1-3, OP
L’opinione pubblica è sempre orientata contro il Fascismo, ritenuto responsabile della
guerra e delle conseguenti rovine, lutti e miserie.
Solo una minoranza, con sereno giudizio, ravvisa nel tradimento la vera causa della
presente situazione italiana.
Viva l’attesa per l’entrata in linea delle grandi unità dell’Esercito Repubblicano. Pur
essendo stato, generalmente, rilevato il saldo spirito militare e l’entusiasmo di questi
nostri soldati provenienti dai campi d’addestramento germanici, da più parti ci si augura che vengano adottate le necessarie precauzioni, affinché queste granitiche grandi
unità siano preservate dal contagio, che potrebbe derivare da un prolungato contatto
con le nostre popolazioni permeate da uno spirito di rassegnazione, di sfiducia e di rinunzia.
Negli ambienti fascisti sono molto apprezzate le trasmissioni di radio Tevere.
La situazione nel settore alimentare è notevolmente migliorata per l’abbondanza della
frutta e della verdura.
Si fa sempre più sentire la mancanza di mano d’opera agricola, specialmente nel settore risicolo.
Fra i lavoratori del capoluogo serpeggia vivo malumore per fatto che, a differenza di
quanto è già stato fatto a Milano, Torino e altre città, in Vercelli non è stata istituita
alcuna mensa popolare, mentre le mense aziendali, ove esistono, funzionano in maniera
ridotta.
Fatta qualche eccezione, il morale dei soldati è molto basso.
In genere predomina l’indifferenza per le sorti della Patria; diffusa è la sfiducia verso i
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superiori, il cui comportamento non è invero consono alla gravità del momento.
Sempre frequenti gli atti di indisciplina.
Troppi ufficiali peccano nella forma e nella sostanza, per difetto di dignità, spirito militare e sentimento patriottico: molti “tirano a campare” o se la spassano allegramente.
Dagli uffici non è stato allontanato alcun militare nonostante siano state assunte diverse
donne del servizio ausiliario.
L’azione recentemente condotta contro i banditi, da reparti germanici, è stata limitata
alla rioccupazione dell’Alta Valsesia e dei centri di Borgosesia e di Varallo.
Così tutta l’altra vasta zona del biellese, che comprende le valli del Cervo, della Sessera
e della Strona, continua a rigurgitare di banditi che uccidono senza pietà tutti coloro
(donne, uomini e persino adolescenti) che sono indiziati come fascisti o simpatizzanti.
Essi occupano anche tutta la zona pedemontana fino a sud del corso dell’Elvo, quasi
alle porte di Vercelli, e frequenti puntate operano pure nella parte più bassa della provincia.
Notiziario del 22 agosto 1944, p. 13, AR
L’8 corrente, in Cossato, banditi armati prelevavano il tenente dell’Esercito Repubblicano AGLIETTI, in servizio alla stazione di Torino.
8-9 agosto 1944
Notiziario del 22 agosto 1944, pp. 26-27, CR
L’8 corrente, alle ore 10, in Villanova Biellese, reparti della G.N.R. si scontravano con
bande armate che, dopo dura resistenza, lasciavano sul terreno cinque morti.
Il giorno dopo gli stessi reparti, proseguendo l’azione attaccavano altri banditi che avevano un morto e un ferito grave. I militi recuperavano alcune armi e numerose munizioni.
9 agosto 1944
Notiziario del 10 agosto 1944, p. 48, UO-V
Il 9 corrente, alle ore 24, militi ex carabinieri transitanti in convoglio per la stazione
ferroviaria di VERCELLI e diretti a NOVARA, lanciavano bigliettini, scritti a matita,
contenenti insulti all’indirizzo dei fascisti ed esprimendo frasi inneggianti all’Arma dei
carabinieri.
Notiziario del 17 agosto 1944, p. 16, AR
Il 9 corrente, in Biella, alcuni banditi uccisero a colpi d’arma da fuoco certo Luigi
CAMPOLI, guardiano degli opifici “SAPIT”.
Notiziario del 18 agosto 1944, p. 38, A
PRO-MEMORIA PER IL COM.TE GENERALE E IL CAPO DI S.M.
Il 9 corrente, gli ex carabinieri del raggruppamento di Torino, prelevati dalla polizia tedesca, disarmati, vestiti con l’uniforme della Luftwaffe ed indrappellati, furono accompagnati alla stazione di Torino Porta Susa e trasportati col treno 8875 da Torino a Milano, per essere quindi inoltrati in Germania.
Durante il percorso a piedi per le vie di Torino, alcuni di essi profferirono alcune frasi
e parole oltraggiose contro il Regime, il DUCE, il Fascismo, i militi della G.N.R. ferroviaria, ecc... Durante il viaggio furono anche scritti pochi bigliettini a matita, con espressioni del medesimo tenore, e lanciati dai finestrini, specie all’atto della partenza del treno dalle stazioni di Vercelli e Novara. Ecco il contenuto di dette frasi e parole: “Ritorne115
remo, farabutti”, “Ci vendicheremo”, “Siete dei vigliacchi, dei traditori; levatevi quella
camicia”, “Siamo stati traditi la seconda volta. La terza è la resa dei conti”, “Italiani,
uccidete i fascisti delinquenti. Siamo CC. RR. che per volontà del P.F.R. vestiamo da
pagliacci. Ritorneremo. W i carabinieri!” ecc...
Le indagini, prontamente esperite, non hanno dato finora alcun esito. Dalla vettura di
coda, da cui risulterebbero gettati i biglietti, due ex carabinieri sono però risultati mancanti.
10 agosto 1944
Notiziario del 22 agosto 1944, p. 27, CR
Il 10 corrente, in Biella, elementi della G.N.R. fucilarono l’ex allievo milite Eliano BINAZZI perché, dopo aver disertato, conduceva i banditi contro un nostro posto di blocco.
11 agosto 1944
Notiziario del 18 agosto 1944, p. 10, AR
L’11 corrente, alle ore 2,30, lungo la linea ferroviaria Milano-Torino, nel tratto Livorno
Ferraris-Bianzè, lo scoppio di un ordigno provocava il deviamento di una macchina e di
un vagone in transito; il binario veniva divelto per circa 2 metri.
Vercelli. Nella notte sull’11 corrente, al Km. 30 dell’autostrada Torino-Milano, ignoti
sabotatori abbattevano 8 campate della linea telefonica.
Notiziario del 21 agosto 1944, p. 14, AR
L’11 corrente, in Tronzano, banditi armati si presentavano alla ricevitoria poste e telegrafi e imponevano la consegna di lire 15.000. Si allontanavano poi, per ignota destinazione.
Notiziario del 22 agosto 1944, p. 27, CR
[...] il giorno 11, nel primo capannone della Fiat, sito nel comune di Gattinara, venivano
catturati 5 banditi e recuperate numerose armi, 2 automobili nuove e una bicicletta.
Da parte nostra nessuna perdita.
Notiziario del 28 agosto 1944, p. 42, A
SPECCHIO della incursioni aeree (segnalazioni pervenute in data 27 agosto 1944-XXII)
11-8 Vercelli (Vercelli) ore 3,45 - lancio di qualche bomba e spezzoni sull’abitato che
causavano la distruzione di alcune case e diversi feriti fra la popolazione.
Notiziario del 29 agosto 1944, p. 20, CR
L’11 corrente, alle ore 9,45, in Bianzè, militi della G.N.R. catturavano certo Francesco
DI NUNNO, già disertore e autore di rapine a mano armata. Alle ore 11 dello stesso
giorno veniva passato per le armi.
12 agosto 1944
Notiziario del 26 agosto 1944, p. 28, CR
Il 12 corrente, in Biella, elementi della G.N.R. arrestavano il pretore e il cancelliere capo
di quella città, nonché l’ingegnere PELLEGRINO e il figlio, addetti allo stabilimento
Piaggio, responsabili di falsificazione di documenti, di connivenza e favoreggiamento
verso renitenti di leva.
Notiziario del 28 agosto 1944, pp. 12-13, AR
Il 12 corrente, verso le ore 2,20, alcuni banditi collocavano un ordigno esplosivo sulla
linea ferroviaria Torino-Milano nel tratto Livorno Ferraris-Bianzè, che scoppiava al pas116
saggio del treno merci 8950. Nessun danno al personale e al materiale rotabile. La linea
veniva riattivata al mattino dello stesso giorno.
La polizia germanica di Vercelli ordinava al podestà di Livorno Ferraris di disporre, dal
12 corrente, un servizio di vigilanza con elementi civili nel tratto di linea compreso tra
Livorno Ferraris e Bianzè.
Notiziario del 28 agosto 1944, p. 28, CR
Il 12 corrente, in Gattinara, elementi della G.N.R. arrestavano certo Spartaco ALBERTINETTI quale appartenente alla banda “Moscatelli”.
Veniva denunciato anche il padre del predetto ALBERTINETTI, sospettato pure di appartenere alla suddetta banda.
Notiziario del 2 settembre 1944, p. 20, AR-CR
Il 12 agosto u. s., alle ore 0,30, in Pralungo, Favaro e Muzzano, i banditi attaccavano
contemporaneamente i presidi della G.N.R. I militi tenevano testa all’attacco con calma
e fuoco violento, costringendo i fuori legge a darsi alla fuga. Da parte nostra due feriti
leggeri. I banditi lasciavano sul terreno un morto.
Notiziario del 3 settembre 1944, p. 10, AR-CR
Il 12 agosto u.s., alle ore 10, nell’ufficio postale di Tronzano Vercellese si presentava
un bandito e, tenendo sotto minaccia l’impiegata, costringeva costei a consegnargli lire
15 mila.
13 agosto 1944
Notiziario del 28 agosto 1944, p. 7, AS
Il 13 corrente, in Biella, militi della G.N.R., rinvenivano dei manifestini sovversivi indirizzati ai soldati rientrati dalla Germania invitandoli a disertare.
14 agosto 1944
Notiziario del 14 agosto 1944, p. 34, CR
Nei giorni scorsi, durante le operazioni di rastrellamento in Valsesia, elementi della G.N.R.
e militari germanici catturavano e fucilavano 40 carabinieri disertori inquadrati nelle file
dei fuori legge.
Notiziario del 21 agosto 1944, p. 14, AR
Il 14 corrente, verso le ore 11, nei pressi di Castell’Apertole, due banditi armati si impadronivano di un camioncino Fiat 500.
15 agosto 1944
Notiziario del 15 agosto 1944, pp. 19-20, AR
Vercelli. Fonte fiduciaria degna di fede, informa che il dott. prof. Giovanni CALISSANO, primario dell’ospedale Maggiore e medico del reparto delle [ill.] di quella città, da
più di 20 giorni si sarebbe reso latitante, unitamente alla sua famiglia. Pare assodato che
il medico già noto come elemento antifascista, antitedesco e presunto satellite di un
partito filo-comunista, si sarebbe portato tra le bande dei fuori legge che occupano le
montagne della vallata di Aosta. Risulterebbe anche che il CALISSANO abbia giustificata la sua assenza, prima per ipotetica malattia del padre, poi per motivi personali di
salute. La probabile connivenza con elementi venduti al nemico sarebbe avvalorata dal
fatto che unitamente al prefato sanitario si sarebbero dati alla latitanza due altri medici,
fra i quali una dottoressa dell’ospedale Maggiore, già denunciata al tribunale speciale
117
per aver favorito nella fuga dei prigionieri inglesi ed australiani e dallo stesso assolta per
insufficienza di prove.
Notiziario del 20 agosto 1944, p. 20, AR
Il 15 corrente, alle ore 18, in Buronzo, tre banditi armati si presentavano nel caseificio
dei fratelli CERRI, donde asportavano Kg. 10 di burro.
Notiziario del 21 agosto 1944, p. 25, CR
Il 15 corrente, alle ore 18 circa, in Saluggia, elementi della G.N.R. arrestavano 3 renitenti di leva.
Notiziario del 24 agosto 1944, p. 23, CR
Il 15 corrente, in Cigliano, un gruppo di banditi attaccava il presidio della G.N.R.
I militi, rinforzati da altro nucleo di legionari, facevano fuoco sugli attaccanti che, in
breve tempo venivano letteralmente annientati.
Notiziario del 28 agosto 1944, p. 29, CR
Nel pomeriggio del 15 corrente, in Santhià, una pattuglia della G.N.R. fermava il caporale Giuseppe RIZZO, del 5o reggimento “S. Marco” di stanza a Savona, assentatosi
arbitrariamente del proprio reparto.
16 agosto 1944
Notiziario del 21 agosto 1944, p. 25, CR
Il 16 corrente, in Saluggia, una banda armata attaccava un distaccamento di 6 militi
della G.N.R. Giunti immediatamente rinforzi, dopo lungo e duro combattimento, i nostri, senza subire perdite, annientavano completamente la banda composta di 12 individui.
17 agosto 1944
Notiziario del 20 agosto 1944, p. 33, CR
Il 17 corrente, elementi della G.N.R., in azione di rastrellamento nella zona fra Villata e
Borgo Vercelli, catturavano 10 disertori e renitenti di leva.
Notiziario del 23 agosto 1944, p. 15, AR
Il 17 corrente, alle ore 14,40, in Carisio, tre banditi armati, penetrati nella stazione ferroviaria, devastavano gli apparati telegrafici e telefonici e asportavano una cassetta di
pronto soccorso.
Notiziario del 29 agosto 1944, p. 12, AR
Il 17 corrente, alle ore 10,30, in Buronzo, un bandito armato si presentava all’ufficio
postelegrafonico, dove costringeva l’impiegato a consegnare la somma di lire 8.850.
Notiziario del 30 agosto 1944, p. 26, CR
Il 17 corrente, alle ore 22, in Ponderano, due sottufficiali della G.N.R. arrestavano il
bandito Guido FREGUGLIA, detto “ALDO”, reo confesso dell’uccisione della fascista
repubblicana Colombina DEL PIANO.
Il giorno successivo il FREGUGLIA veniva impiccato nei pressi dell’abitazione della
DEL PIANO.
18 agosto 1944
Notiziario del 18 agosto 1944, pp. 1-3, OP
Il corso della guerra su tutti i fronti ha orientato la maggioranza della popolazione, che
manifesta sempre sentimenti filo-inglesi, nel senso che le contromisure dell’Asse non
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possono modificare favorevolmente la situazione militare, di fronte alle enormi possibilità di mezzi e di uomini degli alleati.
Pertanto, è convinzione quasi generale che la guerra in Europa avrà termine prima del
prossimo autunno, con la sconfitta della Germania. A questo orientamento dell’opinione pubblica non partecipano l’esigua minoranza fascista e gli elementi ancora animati
da amor di patria, la cui fiducia nella potenza delle armi tedesche, e nel concorso delle
rinnovate forze armate italiane, si mantiene salda.
Dalla provincia sono passati reparti delle divisioni italiane rientrate dalla Germania.
Ammirate la prestanza, la disciplina, la fede di queste truppe, le quali, con l’esempio e
con i fatti, hanno impartito utili lezioni specialmente alla massa degli ufficiali il cui comportamento, o per ragioni d’interesse o per altri motivi, non è consono all’era presente.
L’attività criminosa delle bande continua. Si spera che i rastrellamenti in corso possano
eliminare, o quanto meno ridurre, il pericolo costituito da questi fuorilegge che paralizzano la vita della provincia.
La propaganda sovversiva e antinazionale, svolta da cellule comuniste, trova fertile terreno fra le masse, sfruttando i motivi di malcontento che, purtroppo, esistono, voci
per le difficoltà alimentari, voci per le condizioni, invero deplorevoli, della sicurezza
pubblica.
Sempre sentita è la mancata ed irregolare distribuzione dei generi di prima necessità, ed
in special modo la mancanza dei grassi.
L’affluire sul mercato di una discreta quantità di verdura e frutta ha migliorato la situazione alimentare del capoluogo e della bassa provincia. Al contrario, in Valsesia ed in Val
Sessera la popolazione soffre terribilmente per la totale mancanza di generi di prima
necessità dovuta alle interruzioni delle vie di comunicazione, provocate dai banditi, i
quali, compiono, inoltre, audaci grassazioni, sequestri di merci e di persone.
Notiziario del 18 agosto 1944, p. 6, AS
Nei giorni scorsi, in Vercelli, veniva rinvenuto un manifestino del sedicente partito socialista italiano di unità proletaria nel quale si dice che la guerra volge all’epilogo mentre
le forze soffocatrici della libertà stanno soccombendo.
Si invitano inoltre gli operai ad opporsi alla deportazione.
Notiziario del 24 agosto 1944, p. 14, AR
Il 18 corrente, in Vigliano Biellese, alcuni banditi armati catturavano la fascista repubblicana Colombina DELPIANO.
Più tardi i banditi facevano pervenire al comando della G.N.R., una lettera invitante a
rilasciare numerosi banditi arrestati il giorno precedente in cambio della DELPIANO.
Poiché gli ostaggi non erano stati rilasciati, dopo un’ora i banditi facevano sapere che
avevano giustiziato la predetta e chiedevano la somma di 10 milioni di lire per la restituzione del cadavere; inoltre i banditi uccidevano pure due volontari delle SS. italiane.
Per rappresaglia venivano fucilati 24 appartenenti a bande sovversive.
Notiziario del 26 agosto 1944, p. 11, AR
Il 18 corrente, alle ore 22,30 in frazione S. Giacomo del comune di Livorno Ferraris,
sette banditi armati costringevano tale Umberto PIAZZA a consegnare loro una motocicletta.
Successivamente i malviventi rapinavano di altra motocicletta tale Luigi DEL SIGNORE.
Notiziario del 1 settembre 1944, p. 19, AR
Il 18 agosto u. s. verso le ore 13,15, in località cascina “Prussia” del comune di Buron119
zo, due banditi armati imponevano al pioniere Erminio LORIO, in breve licenza, la consegna del moschetto e delle munizioni.
Il militare rientrava la sera stessa al proprio reparto.
19 agosto 1944
Notiziario del 23 agosto 1944, p. 25, CR
Dal 16 al 19 corrente, un plotone della G.N.R. al comando del S. Tenente GAMBARA,
effettuava un rastrellamento nella zona di Vitignè del comune di Romagnano Sesia [sic,
ma Vettignè, frazione di Santhià].
Nell’azione, i militi riuscivano a liberare 5 legionari e 5 soldati germanici, precedentemente prelevati dai banditi, ed a catturare un disertore.
Nessuna perdita da parte nostra.
Notiziario del 24 agosto 1944, p. 15, AR
Il 19 corrente, alle ore 10, in Borgo d’Ale, 20 banditi armati penetravano nella filiale
della Banca Popolare di Novara e costringevano il direttore a consegnare loro la somma
di lire 450 mila.
Notiziario del 25 agosto 1944, p. 18, AR
Il 19 corrente, fra le stazioni ferroviarie di Santhià e S. Germano, ignoti sabotatori,
mediante cariche esplosive, interrompevano entrambi i binari.
Notiziario del 1 settembre 1944, p. 19, AR
Il 19 agosto u.s., verso le ore 11, in località Piazza Castello del comune di Buronzo, due
banditi armati imponevano al bersagliere Carlo ROBBIANO, in breve licenza, la consegna del moschetto e delle munizioni.
Notiziario del 2 settembre 1944, p. 21, AR-CR
Il 19 agosto u. s., verso le ore 22, nei pressi di Favignano [Pavignano], due sottufficiali della G.N.R. arrestavano due banditi. I due sottufficiali, continuando poi l’azione,
insieme con elementi germanici, per la cattura di altri banditi, furono costretti a fare
uso delle armi contro gli arrestati che si erano dati alla fuga. Uno dei fuggitivi rimaneva
ucciso; l’altro, sebbene ferito, riusciva a dileguarsi.
20 agosto 1944
Notiziario del 24 agosto 1944, p. 22, CR
Il 20 corrente, in Borgo d’Alex (sic), militi della G.N.R. arrestavano certo Guerrino
SANTINI, renitente di leva.
Notiziario del 2 settembre 1944, p. 21, AR-CR
Il 20 agosto u.s., alle ore 10, in Cossato, due banditi armati penetravano nell’abitazione
della famiglia PORRINO al fine di prelevare i fratelli Bruno e Dante PORRINO, che
reagivano a colpi d’arma da fuoco. Un bandito rimaneva ucciso; l’altro riusciva a darsi
alla fuga.
Notiziario del 13 settembre 1944, p. 21, AR-CR
Il 20 agosto u. s., in Santhià, elementi dell’U.P.I. della G.N.R. arrestavano tale Alfio
BERNASCONI renitente di leva ed appartenente a bande armate.
21 agosto 1944
Notiziario del 2 settembre 1944, p. 21, AR-CR
Il 21 agosto u.s., alle ore 14, in Occhieppo Superiore, due sottufficiali della G.N.R.
120
arrestavano certo Severo MOSCA, comunista, già confinato politico, responsabile di
minacce nei confronti di fascisti.
Notiziario del 6 settembre 1944, p. 76, AR-CR
Il 21 agosto u.s., alle ore 17,20, in Mongrando 4 banditi sparavano una raffica di mitra
contro il vicebrigadiere GRAVELLO, ferendolo alla guancia sinistra.
Notiziario del 9 settembre 1944, p. 12, AR-CR
Il 21 agosto u. s., elementi della compagnia O.P. della G.N.R. di Vercelli, effettuavano
un’azione di rastrellamento nella zona Salussola - Massazza - Vergnasco - Verrone Benna - Dorzano, durante la quale venivano catturati un bandito e 7 renitenti alla leva.
22 agosto 1944
Notiziario del 6 settembre 1944, p. 16, AR-CR
Il 22 agosto alle ore 22,20, in Mongrando, un gruppo di banditi sparava alcune raffiche
di armi automatiche contro un’automobile della G.N.R. e un’autovettura della SS germanica, ferendo alla testa un legionario italiano delle SS e il milite FIORETTI del comando provinciale di Vercelli.
23 agosto 1944
Notiziario del 23 agosto 1944, pp. 24-25, CR
Nello scorso mese di luglio, in Valsesia, la 1a e la 2a compagnia del 1o Btg. d’assalto
della legione G.N.R. “Pontida” con la 6a compagnia del 2o reggimento SS. polizei germanica, hanno svolto un’azione di rastrellamento intesa a liberare la zona dai banditi
che si erano resi quasi padroni assoluti della vallata.
L’operazione, che non è ancora terminata, lunga e difficile per le difficoltà del terreno
e il numero dei banditi (si parla di 6 o 7 mila uomini) ha richiesto uno sforzo non lieve.
Per tutti i 31 giorni del mese non è stata data tregua ai fuori legge che sono stati spinti
sempre più a nord subendo gravi perdite, accertate in 112 morti, 158 prigionieri e 62
feriti oltre ai numerosissimi altri che i banditi hanno portato con loro.
Molti i fortini distrutti e numeroso il bottino d’armi, munizioni e viveri.
Da parte nostra si lamentano 5 morti, 5 feriti e 1 disperso tra italiani e tedeschi.
Notiziario del 2 settembre 1944, p. 20, AR-CR
Il 23 agosto u. s., alle ore 17,30, in Buronzo, due banditi armati asportavano l’apparato
telefonico dall’ufficio comunale.
Notiziario del 13 ottobre 1944, p. 36, A
PRO-MEMORIA PER IL CAPO DI S.M. DELLA G.N.R.
Fonte fiduciaria segnala che il 23 agosto u.s. trovandosi nella stazione di NOVARA,
venne avvicinata da tale Lina ARIOSSI la quale, dopo aver chiacchierato del più e del
meno, cominciò a parlare di politica, esaltando il Fascismo ed asserendo di essere venuta a conoscenza, da persone degne di fede che il DUCE è stato ferito alla testa, ferita
che lo avrebbe reso demente. La ARIOSSI ha poi affermato che, pur non essendo iscritta
al P.F.R., frequenta la sede del gruppo Sciesa di MILANO, ove ha una conoscente. Ha
dichiarato di essere stata impiegata in MILANO e di avere abbandonato l’impiego “perché troppo conosciuta” e che quando ha occasione di tornare in detta città, cambia
continuamente alloggio e che in quel momento era diretta a PARMA, da dove si sarebbe
recata a PIACENZA e a MILANO per poi fermarsi a BIELLA (VERCELLI), ove ha la
propria residenza in via Serralunga n. 17, presso tale GUARNIERI.
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La ARIOSSI ha inoltre destato sospetti per il fatto che, durante il viaggio da NOVARA
a MILANO, per ben quattro volte domandò a un soldato - compagno occasionale di
viaggio - l’indirizzo e notizie sullo stabilimento “PIRELLI”.
È stato interessato in merito, per gli opportuni accertamenti, il comando del gruppo
presidi della G.N.R. di BIELLA.
24 agosto 1944
Notiziario del 30 agosto 1944, p. 12, AR
Il 24 corrente, in Buronzo, tre banditi armati si presentavano successivamente alle abitazioni di Pietro MARINONE, Nicola MERIANI e Maria DI FIANI, Ludovico CARTOTTI e Antonio GIALLOTTI estorcendo ad ognuno di essi un quantitativo di grano
variante dai 2 ai 7 quintali. Da ultimo estorcevano al casaro Marcello POLLINI kg. 7 di
burro.
Notiziario del 2 settembre 1944, p. 20, AR-CR
Il 24 agosto u. s., alle ore 19,30, in Buronzo, quattro banditi armati estorcevano un’automobile a certo Giuseppe BONGIOVANNI.
Notiziario del 7 settembre 1944, pp. 21-22, AR-CR
Il 24 agosto u. s., alle ore 19, in Saluggia, 4 militi della G.N.R. aprivano il fuoco contro
un’autovettura di banditi.
Due fuorilegge venivano colpiti; un terzo bandito, dopo aver reagito a colpi d’arma da
fuoco, riusciva a raccogliere un ferito e partire a tutta velocità con l’automezzo.
L’altro ferito, favorito dall’accidentalità del terreno, riusciva a dileguarsi.
Sul posto veniva rinvenuta abbandonata un’arma automatica.
Notiziario del 9 settembre 1944, p. 12, AR-CR
Il 24 agosto u. s., alle ore 13,30 in Cascina Marina 10 banditi armati asportavano dai
magazzini della ditta RIZZONI quintali 30 di riso.
25 agosto 1944
Notiziario del 25 agosto 1944, pp. 3-4, OP
La popolazione si mantiene politicamente apatica; i giovani non sentono, in generale, il
richiamo della Patria in armi. Domina su tale situazione l’insistente deleteria attività dei
banditi.
La parte sana del popolo, valuta lo sforzo bellico sostenuto dall’alleata Germania e crede che essa saprà far fronte, con l’impiego di nuove armi, al dilagare degli eserciti nemici ed alla loro contingente preponderanza di mezzi.
Questo stato d’animo rivela l’intima soddisfazione di ogni vero italiano di sapere pronte, a dirigere questo sforzo, le rinate truppe repubblicane reduci dalla Germania, al
comando del Maresciallo GRAZIANI.
In alcune località - specie in quelle eminentemente agricole - la situazione alimentare è
buona; in altre, specialmente nelle zone operative delle bande armate, è critica, perché
i fuori legge intralciano gravemente la situazione economica della provincia ed affamano la popolazione.
La continua ascesa dei prezzi, specie nei generi di prima necessità, viene ad annullare i
benefici apportati dagli aumenti dei salari e degli stipendi.
L’attività delle bande è sempre in aumento, soprattutto nelle zone della Valsesia e Valsessera, ove la popolazione è ostile al governo e alle istituzioni - palesemente assiste i
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banditi, non solo fornendo loro quanto occorre, ma proteggendoli attivamente con
l’omertà in tutti i casi di azione di rastrellamento delle forze di polizia.
26 agosto 1944
Notiziario del 26 agosto 1944, p. 11, AR
Nei decorsi giorni, in Ceresito, alcuni banditi armati costringevano il negoziante Antonio MOLINARI a consegnare loro un autocarro.
Notiziario del 26 agosto 1944, p. 34, CR
Il Comando Provinciale della G.N.R. di Torino ha rintracciato e fatto arrestare tale Nunzio
LONARDO, elemento antifascista e antinazionale.
Il LONARDO è stato consegnato per il suo internamento in Germania alle S.S. tedesche.
Notiziario del 31 agosto 1944, pp. 13-14, AR
Il 26 corrente, alle ore 20, fra Santhià e S. Germano Vercellese, a 6 metri dalla testata
del ponte sul canale Cavour, alcuni banditi collocavano sotto i binari tre ordigni esplosivi.
Il passaggio del treno merci 5308 ne provocava lo scoppio, ma pur essendo saltati metri
2,30 di binario il convoglio poteva proseguire normalmente. Il casellante, che abita vicino al luogo dell’attentato, prelevato con la moglie prima dell’attentato, veniva rilasciato subito dopo.
27 agosto 1944
Notiziario del 3 settembre 1944, pp. 10-11, AR-CR
Il 27 agosto u. s., in Borgo Vercelli, alcuni banditi penetravano nella stazione ferroviaria
danneggiando l’apparato telefonico. I fuori legge, nell’allontanarsi, asportavano il numerario di cassa e due pile a secco del telefono selettivo.
Il 27 agosto u. s. alle ore 20,30, tra le stazioni ferroviarie di Santhià e S. Germano Vercellese, al transito del treno 5308 esplodeva un ordigno che cagionava danni a una rotaia.
Il 27 agosto u. s., nella zona compresa fra la provincia di Vercelli e quella di Novara,
militi della G.N.R., durante un’azione di rastrellamento, venivano a conflitto con due
bande di fuori legge. Veniva recuperato ingente bottino.
Da parte nostra un ferito.
Notiziario del 9 settembre 1944, p. 12, AR-CR
Il 27 agosto u. s., in Vigliano Biellese, alcuni banditi armati prelevavano dalle proprie
abitazioni tre individui, perché filofascisti.
28 agosto 1944
Notiziario del 31 agosto 1944, p. 14, AR
Nella notte sul 28 corrente, numerosi banditi armati si presentavano nella stazione ferroviaria di Borgo Vercelli, costringendo il capo stazione a consegnare loro la somma di
L. 2.303 e un numerario di cassa.
I banditi si allontanavano dopo aver danneggiato gli apparati telefonici.
Notiziario del 3 settembre 1944, p. 11, AR-CR
Il 28 agosto u. s., fra le stazioni ferroviarie di Santhià e Capuro (? sic), ignoti sabotatori
sbullonavano un tratto di rotaia. Un treno deviava e la locomotiva si capovolgeva.
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29 agosto 1944
Notiziario del 5 settembre 1944, p. 11, AR-CR
Il 29 agosto u. s., alle ore 14,30, fra Salussola e Vergnasco, nei pressi del casello n. 12,
ignoti banditi armati imponevano l’arresto del treno 15. Fatta staccare la locomotiva, la
lanciavano verso Biella, senza il personale. Poco dopo si udiva una forte detonazione
con la rottura della rotaia, per circa due metri, che venivano superati dalla locomotiva
stessa.
La macchina poteva essere arrestata nella stazione di Candelo da quel capo stazione.
Notiziario dell’11 settembre 1944, p. 15, AR-CR
Il 29 agosto u.s., in Santhià, alcuni banditi armati prelevavano, da un caseificio del luogo kg. 150 di formaggio e quintali 6 di zucchero.
Da un altro caseificio gli stessi banditi, asportavano kg. 104 di burro e 70 di formaggio.
30 agosto 1944
Notiziario del 30 agosto 1944, p. 12, AR
Novara. Il Comando della G.N.R. di frontiera di Santhià comunica che, il transito ferroviario nella Valle Ossola è completamente e quotidianamente controllato dai banditi.
I fuori legge eseguono minuziose perquisizioni e controllano i documenti ai passeggeri
per accertare se fra essi vi sono militi della Guardia in abito civile, i quali, in tal caso,
sono prelevati.
Notiziario del 9 settembre 1944, p. 12, AR-CR
Dal 27 al 30 agosto u.s., nelle zone di Castelletto Cervo, Buronzo, S. Giacomo del Bosco
e Roasio una pattuglia della G.N.R. e una di militi germanici effettuavano un rastrellamento che portava alla cattura di 7 renitenti, al ferimento di alcuni banditi ed al ricupero
di armi e di materiale vario.
Notiziario del 10 settembre 1944, p. 16, AR-CR
Il 30 agosto u. s., alle ore 21, in Vercelli, 20 banditi armati, penetrati attraverso il muro
di cinta della caserma della guardia di Finanza, riuscivano a immobilizzare tutti i militari. Dopo aver danneggiato l’apparato telefonico, i banditi s’impossessavano di 25 moschetti, 9 pistole, una cassa di munizioni e alcune coperte.
Notiziario del 12 settembre 1944, p. 21, AR-CR
Il 30 agosto u. s., in Carisio, alcuni banditi facevano irruzione nei locali del municipio
e asportavano dagli uffici la somma di lire 7.000, oggetti di cancelleria e una borsa di
pelle; quindi distruggevano tutti gli incartamenti dell’ufficio accertamenti agricoli.
Gli stessi fuori legge si presentavano all’ufficio postale rendendo inservibile l’apparato
telefonico.
31 agosto 1944
Notiziario del 5 settembre 1944, p. 12, AR-CR
Il 31 agosto u.s., un plotone del comando provinciale G.N.R. di Vercelli effettuava un
rastrellamento nella zona dell’alto Vercellese.
Nel corso dell’operazione due pattuglie di fuori legge venivano volte in fuga ed erano
catturati 7 renitenti alla leva. È da presumere che i banditi abbiano avuto delle perdite.
Notiziario del 13 settembre 1944, p. 20, AR-CR
Il 31 agosto u. s., nel comune di Buronzo, un gruppo di banditi, presentatosi alla Cascina Colombara, imponeva la consegna di un cavallo.
124
Notiziario del 15 settembre 1944, p. 13, AR-CR
Il 31 agosto u. s., alle ore 13,30 in Lenta, quattro banditi armati asportavano dal posto
di assistenza veicoli della Fiat, un camioncino 1100.
2 settembre 1944
Notiziario del 6 settembre 1944, p. 34, A
PRO-MEMORIA PER IL DUCE E CAPO DI S.M. DELLA G.N.R.
[…] Il 2 corrente, nella zona di CRESCENTINO (VERCELLI), una compagnia delle
Brigate Nere di Vercelli, ha effettuato un rastrellamento per ricercare due gregari, catturati dai banditi il giorno precedente.
Durante l’operazione sono stati prelevati 30 ostaggi.
Notiziario del 7 settembre 1944, pp. 21-22, AR-CR
Il 2 corrente, in Ghislarengo, alcuni banditi armati penetravano nella cabina telefonica
del posto pubblico, asportando l’apparecchio, che veniva poi abbandonato nella piazza
del paese.
Il 2 corrente, alle ore 5, in Ghislarengo, alcuni banditi armati penetrati nell’abitazione
del colono Carlo MORINARI, asportavano kg. 45 di burro.
Il mattino del 2 corrente, alcuni banditi armati si recavano nel comune di Ronco Biellese, protestando perché la popolazione aveva strappato dai muri alcuni manifestini di
propaganda sovversiva.
I banditi venivano però accolti ostilmente, specialmente da parte di numerose donne, e
costretti alla fuga sotto una gragnuola di sassate.
3 settembre 1944
Notiziario del 3 settembre 1944, p. 11, AR-CR
Nei decorsi giorni, nei pressi di Storne [Strona] numerosi banditi attaccavano un autocarro con a bordo militi della G.N.R. Durante il combattimento il milite Franco PARETTI cadeva eroicamente. Due banditi rimanevano uccisi
Notiziario del 7 settembre 1944, p. 21, AR-CR
Il 3 corrente, alle ore 23,10, al km. 66,100 della linea ferroviaria Torino-Novara, al
passaggio del treno 1217, scoppiavano 4 ordigni, che cagionavano la rottura di 3 metri
di binario.
Notiziario del 10 settembre 1944, p. 16, AR-CR
Il 3 corrente, alle ore 22,10, tra le stazioni di Olcenengo e S. Germano al transito del
treno 1217 esplodeva un ordigno che causava l’interruzione di entrambi i binari. Nessun danno al convoglio.
Notiziario del 13 settembre 1944, p. 21, AR-CR
Il 3 corrente, alle ore 14, in Santantonino (sic) di Saluggia, venivano arrestati, da militi
della G.N.R. certo Giovanni ROLFO - ricercato - ed il disertore GILI LEVRA Felice.
4 settembre 1944
Notiziario del 4 settembre 1944, pp. 2-5, OP
La situazione politica non è migliorata. La massa è sempre più avvelenata dalla propaganda sovversiva ed una piccola parte della popolazione è perplessa e sfiduciata, per
l’andamento delle operazioni militari. Gran fede vi è ancora nella maggior parte dei fascisti, sebbene l’andamento della locale Federazione lasci molto a desiderare.
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Lo sbarco nemico sulla grande rotabile della costa azzurra ha preoccupato molte persone che temono una eventuale avanzata su Ventimiglia con conseguente puntata su
Cuneo e ciò anche in considerazione dell’apporto che le numerose bene armate bande
di fuori legge potrebbero dare al nemico stesso.
La Brigata Nera, la cui forza è salita a circa un centinaio di elementi fissi, svolge una
discreta attività limitata per ora alla piana vercellese. Nei reparti della predetta Brigata
serpeggia un certo malcontento, perché ai posti di comando sono stati assegnati elementi estranei alla provincia. È sempre oggetto di aspra critica la longanimità e la tolleranza che l’autorità prefettizia mostra verso elementi antifascisti che sono stati indicati
come attivissimi favoreggiatori dei fuori legge.
In realtà nel capoluogo ed a Biella vi sono numerosissimi elementi che continuano impunemente ad avvelenare le masse ed a orientarle contro il Regime Repubblicano e contro
gli alleati tedeschi. Se tali elementi venissero internati, la situazione politica se ne avvantaggerebbe, forse, in modo decisivo.
Nei giorni scorsi, quando la stampa accennava ad un probabile sbarco in Liguria, i prezzi
del bestiame hanno subito un sensibile ribasso che non potrà, però, mantenersi dato
che la cosa non è generale ma solo parziale e cioè in via di massima fra coloro che
posseggono grandi quantità di bestiame. Questo però non ha migliorato la situazione
alimentare generale che permane sempre difficile.
La trebbiatura del grano ha incontrato serio ostacolo a causa delle minacce effettuate
dai banditi nei confronti dei contadini e dei proprietari, molti dei quali, avvantaggiandosi
di tali minacce, non hanno conferito all’ammasso il quantitativo dovuto.
La situazione alimentare della Valsesia e del Biellese è sempre molto grave perché i depositi ed i magazzini dei viveri vengono quasi quotidianamente svaligiati dai banditi.
Le buone impressioni sulle divisioni italiane giunte dalla Germania permangono ed i disfattisti si sono ormai convinti che la maggior parte dei nuovi soldati della Repubblica
non si lasciano trascinare dalla loro subdola propaganda e commentano il fatto dicendo
che ormai quei ragazzi “sono guasti”.
Salvo le debite eccezioni, la truppa e gli ufficiali dell’Esercito di stanza a Vercelli, non
danno alcun affidamento; in genere tutti mostrano un’accentuata aridità spirituale.
Lo slancio e l’entusiasmo di cui danno prova i militari dei reparti rientrati dalla Germania è per loro motivo di dileggio e sarcasmo.
Questa è la conseguenza della mancata azione di propaganda nei distretti, depositi e
caserme, dove si ha la sensazione che si sia invece svolta un’opera deprimente.
L’attività dei banditi che infestano la Valsesia, il Biellese e la zona pedemontana è sempre molto intensa.
L’esiguità delle forze preposte ai rastrellamenti non può mutare la situazione, che mantiene in continuo allarme quelle famiglie di sentimenti patriottici che non hanno avuto la
possibilità di sfollare dai loro paesi.
Continuano le solite rapine, grassazioni, prelievi, uccisione da parte dei fuori legge che
hanno estesa la loro azione anche nei centri della piana Vercellese.
L’attività sovversiva continua a svolgersi in tutta la provincia con un’intensità preoccupante. La connivenza della popolazione rende più difficile la possibilità di individuarne gli esponenti. Tale attività riesce di grande aiuto ai banditi che sono convinti di potere, alla fine, prevalere sui fascisti e sui tedeschi. Manifestini sovversivi incitano continuamente la popolazione contro i fascisti, i loro simpatizzanti e i tedeschi.
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Contro questa attività sanguinaria è sorto un partito clandestino che, esaltando gli ex
combattenti, invita tutti gli italiani alla pace ed alla concordia allo scopo di cacciare lo
straniero che occupa l’Italia del nord e quello che occupa l’Italia del sud.
D’altro canto, il “Fronte della Gioventù” prosegue la sua intensa propaganda con manifestini, scritti, giornali e non tralascia anche il più piccolo avvenimento per incitare gli
italiani alla rivolta.
Notiziario dell’8 settembre 1944, p. 10, AR-CR
Il 4 corrente, fra le stazioni ferroviarie di Santhià e S. Germano Vercellese, ignoti banditi facevano esplodere alcuni ordigni, che causavano la rottura dei binari in sette punti
diversi.
Notiziario del 12 settembre 1944, p. 52, A
SPECCHIO delle incursioni aeree (segnalazioni pervenute in data 11 settembre 1944 XXII).
4-9. Vercelli (Vercelli) ore 1 - sgancio di bombe nella periferia della città. Sono stati
causati danni agli impianti ferroviari e allo stabilimento “Chatillon”. Nessuna vittima.
4-9. Trino Vercellese (Vercelli). Ore 1 - sgancio di bombe nella periferia causando danni a un autocarro e 6 feriti civili.
Notiziario del 13 settembre 1944, p. 21, AR-CR
Il 4 corrente, in Livorno Ferraris, elementi della G.N.R. arrestavano il renitente alla leva
Antenore ROSSINI.
5 settembre 1944
Notiziario del 12 settembre 1944, p. 53, A
SPECCHIO delle incursioni aeree (segnalazioni ricevute in data 11 settembre 1944XXII).
5-9. Trino Vercellese (Vercelli) ore 1,30 - sgancio di bombe sull’abitato. Colpito e danneggiato il Convento delle Domenicane. Sotto le macerie sono stati estratti 4 morti e 8
feriti.
Notiziario del 13 settembre 1944, p. 20, AR-CR
Il 5 corrente in Buronzo, alcuni banditi armati fermavano un autocarro della ditta Pietro
BORRI, carico di grano, costringendo l’autista a consegnare loro quintali 50 di detto
cereale.
6 settembre 1944
Notiziario del 15 settembre 1944, pp. 14-15, AR-CR
Il 6 corrente, alle ore 17,30, fra Cigliano e Villareggia, 30 banditi armati fermavano un
autocarro delle forze armate tedesche e catturavano un ufficiale e un soldato germanico, nonché due militari italiani.
Nella zona di Villareggia, per rappresaglia, venivano fermati 24 ostaggi.
Il 6 corrente, alle prime ore del mattino, in Buronzo, un gruppo di banditi armati, presentatisi nell’abitazione di certo Francesco MORELLO, costringevano questi a consegnare loro 75 quintali di grano.
Il 6 corrente, nei pressi di Crescentino, 8 banditi armati rapinavano di una motocicletta
certo Ferdinando IMBERTI.
Il 6 corrente, in Moncrivello, elementi della G.N.R. fermavano il renitente Giuseppe
MASSARA, cl. 1923.
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Notiziario del 20 settembre 1944, p. 11, AR-CR
Il 6 corrente, in Buronzo, un gruppo di banditi si presentava alla ditta f.lli CERRI dalla
quale asportavano kg. 100 (?) di burro.
7 settembre 1944
Notiziario del 13 settembre 1944, pp. 20-21, AR-CR
Il 7 corrente alle ore una, in Vercelli, 40 banditi armati catturavano 2 militi della polizia
ferroviaria.
Successivamente assalivano il posto di blocco di Porta Olcenengo, ove catturavano 9
militari del 6o comando provinciale, con armamento ed equipaggiamento.
Il 7 corrente, alle ore 15, fra le stazioni ferroviarie di Bianzè e Tronzano Vercellese,
alcuni banditi, mediante ordigni esplosivi, facevano deragliare un treno della croce rossa tedesca. In seguito al rovesciamento di qualche vagone rimanevano feriti leggermente
12 militari tedeschi.
Notiziario del 15 settembre 1944, p. 14, AR-CR
Il 7 corrente, alle ore 11,30, in Buronzo, un gruppo di banditi armati asportava dai locali
della ditta F.lli DELLA GIOVANNA 20 quintali di riso.
8 settembre 1944
Notiziario del 15 settembre 1944, p. 15, AR
L’8 corrente, alle ore 17, in Buronzo, un gruppo di banditi estorceva a certi Bruno
GIVONE e Giovanni MORELLO due motociclette.
9 settembre 1944
Notiziario del 14 settembre 1944, p. 50, A
SPECCHIO delle incursioni aeree (segnalazioni pervenute in data 13 settembre 1944 XXII)
9-9. Salussola (Vercelli). Ore 8 - mitragliamento da parte di alcuni ribelli, contro un
treno, ferendo due militari tedeschi e un civile.
11 settembre 1944
Notiziario dell’11 settembre 1944, pp. 2-6, OP
Novara [...] In questi ultimi giorni il comando Moscatelli si è trasferito temporaneamente in una località situata fra Trarego e Cannero e ciò pare sia in relazione al rientro
dalla Svizzera di 400 banditi, armati di tutto punto con armi pesanti e cannoni o di altri
che rientreranno a giorni. Essi appartenevano alla disciolta IV armata e in Svizzera hanno continuato ad addestrarsi con il beneplacito delle autorità federali.
Questa formazione si è prefissa lo scopo dell’occupazione della zona del lago Maggiore
fino alla Valsesia. [...] Così, mentre il comando operativo resta al Moscatelli, a capo di
stato maggiore è stato chiamato un certo Biancardi (ex maggiore di (...?) Gerolamo
(...?) già organizzatore di bande in provincia di Varese); sovraintendente fra le due brigate è stato nominato un generale che si fa chiamare Barbis; all’inquadramento del gruppo
è stato adibito un certo tenente Gino, di origine straniera, che parla diverse lingue, compresa quella inglese. [...]
Il 9 agosto u. s., è giunto a Bannio, proveniente da Fobello (Valsesia), ove si troverebbe
il Moscatelli, un ufficiale australiano, che passa per il braccio destro, per accompagna128
re in quella località quattro ufficiali inglesi giunti nella mattinata dalla Svizzera. Gli ufficiali in questione vestivano l’abito civile e, oltre alle armi, possedevano lo zaino. Per
tutta la giornata e parte della notte successiva fecero baldoria nella villa anzidetta. Verso
le ore 12,10 del dieci agosto i cinque banditi si misero in viaggio scortati da una decina
di banditi.
Restano invariate le bande: [ ...]
- banda del tenente Rastelli di 20 uomini nella zona di Romagnano.
- altro gruppo di fuori legge ha il quartiere generale fra Cavaglio e Fontaneto e precisamente presso la Cascina “La Cacciana” comandato da un tenente a nome Bruno.
- una banda di poca consistenza ma molto attiva si è formata nella zona tra Valduggia e
Soliva e Soriso, comandata dal tenente Arrigo GRUPPI architetto, soprannominato il
“Moro”, figlio del direttore generale dello stabilimento torcitura di Borgomanero. [...]
Notiziario dell’11 settembre 1944, p. 44, A
PRO-MEMORIA PER IL CAPO DI S.M.
Prima che il 1o battaglione d’assalto “Pontida” si trasferisse da VERCELLI per la zona
d’operazioni antibande, il comandante la 4a compagnia dispose che alla base della compagnia stessa, coi materiali in carico, rimanessero il milite Giovanni BARCA e l’allievo
milite Luciano BERTARELLI, quali consegnatari. A costoro si aggiunse poi anche l’allievo milite Giovanni CAPOZZI rientrato dall’ospedale in poco buone condizioni di salute. Eludendo qualsiasi sorveglianza e con vera arte di delinquenti i tre riuscirono nel
giro di pochi giorni ad asportare dal magazzino e a vendere a terzi buona parte del materiale
di vestiario ed equipaggiamento in dotazione alla compagnia. Nel medesimo giro di tempo
asportarono e cedettero a individui, che si suppongono emissari di formazioni banditistiche, materiali d’armamento e vari, come è specificato nell’elenco seguente:
- elmetti in metallo 18
- pugnali 16
- moschetti cavalleria mod. 38 14
- cinghie cuoio per detti 14
- bottoni gemelli 14
- giberne di cuoio 12
- cinturini per giberne 32
- spallacci con ganci 24
- cinghiette cuoio per zaino 80
- spallacci cuoio per cass. 8 paia
- supp. val. per tiro antiaereo mitr. 37 1
- accessori per detta 1
- pistole a rotazione calibri vari 5
- pistole a rotazione mod. 89 1
- radio “Geloso” 5 valvole 1
- lampada da tavolo uso ufficio 1
- altoparlante supplementare 1
- lampada da notte 1
- stivaloni cuoio nuovi di proprietà S. Tenente GIANNINI 1 paia
- valigia fibra di proprietà S. Tenente GIANNINI contenuto vario per Lire 2.000
Dopo le loro malefatte, nell’imminenza di essere scoperti, i tre si davano alla latitanza,
asportando il loro completo armamento ed equipaggiamento. Sono in corso indagini
per assicurare alla giustizia i tre disertori.
Notiziario del 15 settembre 1944, p. 15, AR-CR
L’11 corrente, alle ore 12,30, fra Livorno Ferraris e Bianzè, alcuni banditi mediante ordigni esplosivi, danneggiavano entrambi i binari della linea ferroviaria Milano-Torino.
Notiziario del 20 settembre 1944, p. 11, AR-CR
L’11 corrente, alle ore 0, in Buronzo, un gruppo di banditi armati asportava, alla ditta
f.lli (...?) q.li 16 di grano.
Notiziario del 21 settembre 1944, p. 14, AR-CR
L’11 corrente alle ore 16, in località “Caselle” di Mottalciata, un’autovettura con a bor129
do alcuni militi della G.N.R. veniva attaccata da diversi banditi. La pronta reazione dei
legionari metteva in fuga gli avversari. Sembra che tre malviventi siano rimasti feriti.
12 settembre 1944
Notiziario del 13 settembre 1944, p. 45, A
SPECCHIO delle incursioni aeree (segnalazioni pervenute in data 12 settembre 1944 XXII)
Vercelli (Vercelli) ore 11,30 - mitragliamento contro un treno merci, lungo la linea Casale Monf.-Vercelli. Danneggiati alcuni carri; un morto ed alcuni feriti fra macchinisti e
personale militare germanico di scorta.
Notiziario del 20 settembre 1944, p. 12, AR-CR
Il 12 corrente, alle ore 22,30, in Ronchi del comune di Cigliano, un gruppo di banditi
armati si presentava all’abitazione di tale Giuseppe (...?) e si facevano consegnare la
somma di lire 3.500 e documenti vari.
13 settembre 1944
Notiziario del 1 ottobre 1944, p. 10, AR-CR
Il 13 settembre u. s., alle ore 21, circa, in Ghislarengo, 3 banditi armati asportavano a
certo Pietro TOSCANI un camioncino Fiat 500.
Notiziario del 7 ottobre 1944, p. 19, AR-CR
I1 13 settembre u. s., al posto di blocco sulla nazionale Arona-Santhià, banditi favoriti
dall’oscurità, aprivano il fuoco contro una pattuglia della G.N.R. di frontiera uccidendo
il capo pattuglia ed un milite e ferendone un terzo leggermente.
14 settembre 1944
Notiziario del 21 settembre 1944, p. 14, AR-CR
Il 14 corrente, verso le ore 10,30, in Cigliano, numerosi banditi catturavano 3 militi
della G.N.R.
Notiziario del 12 ottobre 1944, p. 13, AR-CR
Il 14 settembre u.s., nei pressi di Crosa, un autocarro adibito a trasporto di stoffe per
conto delle FF.AA. germaniche veniva attaccato improvvisamente dai banditi.
Rimaneva ucciso l’allievo milite della G.N.R. Fausto MILANESI e feriti altri quattro
militi, oltre a quattro militari germanici. Nel conflitto che ne seguiva, rimanevano probabilmente uccisi quattro banditi e altri feriti.
15 settembre 1944
Notiziario dell’8 ottobre 1944, p. 19, AR
Il 15 settembre u. s., in Vigliano Biellese, numerosi banditi assalivano e prelevavano il
milite della G.N.R. Luigi RIVA.
Notiziario del 13 ottobre 1944, p. 15, AR-CR
Il 15 settembre u. s., alle ore 18, in Roasio, alcuni banditi armati asportavano dal municipio tre macchine da scrivere.
18 settembre 1944
Notiziario dell’8 ottobre 1944, p. 20, AR
Il 18 settembre u.s., alle ore 14 e alle ore 21, numerosi banditi attaccavano i presidi
130
della G.N.R. di Valle Mosso. Entrambi gli attacchi venivano frustrati dalla pronta reazione dei legionari.
Notiziario del 25 ottobre 1944, p. 8, AR-CR
Giunge ora notizia che, il 18 settembre u. s. in Salussola, due banditi armati asportavano l’apparecchio telegrafico del locale ufficio postale.
19 settembre 1944
Notiziario del 1 ottobre 1944, p. 10, AR-CR
Il 19 settembre u. s., in Crescentino, alcuni banditi appostati lungo la strada sparavano
contro un reparto tedesco ivi transitante, uccidendo due militari germanici e ferendone
un altro.
In azione di rappresaglia effettuata dal predetto reparto venivano incendiate 20 case.
Notiziario del 15 ottobre 1944, p. 12, AR-CR
Il 19 settembre u.s., in Verrone, tre banditi armati si presentavano nella casa colonica di
certo Aldo BOCCATELLI imponendo all’autista Giuseppe BONA di consegnane loro il
motofurgoncino. L’automezzo veniva poi rinvenuto abbandonato in un bosco.
20 settembre 1944
Notiziario del 4 ottobre 1944, p. 14, AR-CR
Il 20 settembre u.s., in Buronzo, un gruppo di banditi armati, presentatisi all’agricoltore Giacinto BOSA, gli imponevano la consegna di litri 80 di benzina assegnatagli per la
trebbiatura del riso.
21 settembre 1944
Notiziario del 6 ottobre 1944, p. 16, AR-CR
Il 21 settembre u.s., in Santhià, elementi dell’U.P.I. della G.N.R. arrestavano certa
Costanza TOPASSO, sospettata di intelligenza col nemico e perché trovata in possesso
di libelli antinazionali.
Notiziario dell’8 ottobre 1944, p. 20, AR
Il 21 settembre u. s., numerosi banditi attaccavano la postazione di bivio Tollegno.
I militi reagivano energicamente, ma venivano sopraffatti dalle preponderanti forze attaccanti che catturavano due militi.
Notiziario del 12 ottobre 1944, p. 13, AR-CR
Il 21 settembre u.s., alle ore 22, in Verrone, due banditi armati si presentavano nella
cascina “Biglia”, costringendo i proprietari a consegnare loro le cartoline di precettazione per la consegna all’ammasso di bovini.
22 settembre 1944
Notiziario dell’8 ottobre 1944, pp. 20-21, AR
Il 22 settembre u. s., alle ore 22, numerosi banditi attaccavano il presidio della G.N.R.
di Andorno Micca. I legionari reagivano energicamente, riuscendo con l’aiuto di rinforzi prontamente sopraggiunti, a mettere in fuga gli attaccanti.
Non si lamentano perdite. Si presume che i banditi abbiano avuto numerose perdite.
Notiziario del 12 ottobre 1944, p. 14, AR
Il 22 settembre u.s., alle ore 17, nello scalo ferroviario di Salussola, banditi armati perquisivano i viaggiatori del treno in sosta 264 e catturavano un militare.
131
Notiziario del 14 ottobre 1944, p. 13, AR-CR
Il 22 settembre u.s., in Carisio, due banditi armati si presentavano nel caseificio di certo Remo Cerri donde asportavano kg. 31 di burro.
23 settembre 1944
Notiziario del 1 ottobre 1944, p. 11, AR-CR
Il 23 settembre u.s., sulla linea ferroviaria Torino-Milano e precisamente al km. 51 banditi,
mediante cariche esplosive, danneggiavano 25 metri di binario sul ponte canale Cavour.
Il 23 settembre u.s., alle ore 17, in Casanova Elvo, 4 banditi in uniforme militare, si
presentavano al segretario comunale e, con la minaccia delle armi, lo obbligavano ad
aprire la caserma del soppresso distaccamento della G.N.R. donde asportavano 8 (?)
coperte di proprietà del fornitore del casermaggio.
Notiziario del 1 ottobre 1944, p. 13, AR-CR
Il 23 settembre u.s., alle ore 19, a 15 km. da Vercelli sulla strada per Torino, alcuni
banditi attaccavano un automezzo con a bordo alcuni legionari della G.N.R.
Con pronta reazione i militi sventavano l’attacco e mettevano in fuga i fuori legge, due
dei quali rimanevano uccisi. Da parte nostra un ferito grave.
Venivano ricuperati: un moschetto, 3 bombe a mano e munizioni varie.
Notiziario dell’8 ottobre 1944, p. 21, AR
Il 23 settembre u. s., tra Murzano [Muzzano] e Graglia, una compagnia della G.N.R.,
unitamente ad elementi delle Brigate Nere, si scontrava con bande di fuori legge.
Dopo violento fuoco i banditi si davano alla fuga.
Da informazioni sicure risulta che i fuori legge hanno avuto diversi feriti tra cui uno
molto grave. Da parte nostra non si lamentano perdite.
24 settembre 1944
Notiziario del 1 ottobre 1944, p. 11, AR-CR
Il 24 settembre u.s., alle ore 22, in Salussola, alcuni banditi prelevavano dalla propria
abitazione, ove trovavasi ammalato, l’allievo milite Mariano MARINA.
25 settembre 1944
Notiziario del 7 ottobre 1944, pp. 19-20, AR-CR
Il 25 settembre u.s., alle ore 11, nei pressi di Alice Castello, mentre una pattuglia di
militi della G.N.R. e delle SS tedesche rientrava da una perlustrazione, veniva improvvisamente attaccata da fuori legge.
Nostre perdite: due morti e due dispersi, in seguito a reazione.
Il 25 corrente u. s., in Gaglianico, il distaccamento della Brigata Nera di Biella, arrestava il carabiniere disertore Eddio NUCCIO.
Notiziario dell’8 ottobre 1944, p. 21, AR
Il 25 settembre u. s., nella zona di Santhià - Carisio, elementi della G.N.R. catturavano
il disertore Aldo SALUSSOLIA.
25-26 settembre 1944
Notiziario dell’8 ottobre 1944, p. 20, AR-CR
Il 25 settembre u. s., nei pressi di Alice Castello, in un’imboscata tesa ad una nostra
pattuglia, rimaneva ucciso il milite Giuseppe BENINI, gli altri tre militi venivano cattu132
rati. Il giorno successivo una pattuglia della G.N.R. rinveniva il cadavere di uno dei tre
militi catturati.
26 settembre 1944
Notiziario del 5 ottobre 1944, p. 15, AR-CR
Il 26 settembre u. s., durante la notte, nei pressi della stazione di Rovasenda, alcuni
banditi, mediante ordigni esplosivi, danneggiavano cento metri della linea ferroviaria
Biella-Novara.
Notiziario del 7 ottobre 1944, p. 19, AR-CR
Il 26 ottobre u. s. alle ore 14 circa, in Andorno Micca, alcuni banditi prelevavano il
milite della G.N.R. Ciro MORENI.
Notiziario del 14 ottobre 1944, p. 13, AR-CR
Il 26 settembre u. s., in S. Giacomo, frazione del comune di Livorno Ferraris, alcuni
banditi armati penetravano nell’abitazione di certo Francesco GIGLIOTTO, donde asportavano generi alimentari, biancheria e denaro per un valore complessivo di circa 100.000
lire.
27 settembre 1944
Notiziario del 5 ottobre 1944, p. 13, AR-CR
Il 27 settembre u. s., in Valle San Nicolao, militi della G.N.R. procedevano all’arresto
del segretario comunale Francesco RAVIGLIONE, responsabile di aver partecipato per
due volte ad un comizio comunista.
Notiziario del 9 ottobre 1944, p. 14, AR-CR
Il 27 settembre u. s., alle ore 1,50, in Torrione, frazione del comune di Costanzana, 2
banditi armati si presentavano nel caseificio di Giuseppe (...?) costringendo questi a
consegnare loro un camioncino, 37 kg. di formaggio e 20 di burro.
Il 27 settembre u. s., in Palazzolo, due banditi, penetrati nell’ufficio postale, asportavano dalla cassa lire 6.900.
Notiziario del 12 ottobre 1944, p. 14, AR-CR
Il 27 settembre u. s., verso le ore 23,30, alcuni banditi uccidevano a colpi d’arma da
fuoco il tenente della G.N.R. Giuseppe CITARRISTI mentre trovavasi a cena in un albergo di Santhià in compagnia di tre graduati.
Notiziario del 23 ottobre 1944, p. 12, AR-CR
Il 27 settembre u. s., elementi della G.N.R. della legione “Pontida”, in appostamento
nella zona di Occhieppo, si scontravano con due pattuglie di fuori legge.
Nello scontro un bandito rimaneva ucciso; 5 persone sospette venivano fermate.
28 settembre 1944
Notiziario del 4 ottobre 1944, p. 14, AR-CR
Il 28 settembre u. s., elementi della G.N.R. in servizio di rastrellamento nelle zone di
Piverone e Zimone, venivano a combattimento con una banda armata.
Dopo aspro combattimento, durato circa 30 minuti, i banditi fuggivano portando seco
le loro numerose perdite fra morti e feriti.
Da parte nostra due legionari feriti.
Notiziario del 5 ottobre 1944, pp. 13-14, AR-CR
Il 28 settembre u.s. in Moncrivello, 4 banditi armati si presentavano al dirigente del
133
locale ammasso, costringendo questi a consegnare loro tre quintali di grano che pagavano lire 1.050.
Il 28 settembre u. s., nella zona Piverone e Zimone, due plotoni della G.N.R. effettuarono un rastrellamento. Durante lo scontro con i banditi rimanevano feriti leggermente
due militi; da parte avversaria le perdite debbono ritenersi numerose date le abbondanti
tracce di sangue lasciate dai fuori legge in fuga. Venivano inoltre recuperati caricatori
per fucile, una macchina da scrivere, una radio ricevente, 35 coperte da campo e alcune paia di scarpe.
Il 28 settembre u. s., nei pressi di Biella, elementi delle SS. tedesche uccidevano l’ex
capitano del regio esercito Guido MANTEGAZZI, che aveva tentato di darsi alla fuga.
Il MANTEGAZZI era membro del tribunale fuori legge di Montemucrone (sic).
Notiziario del 13 ottobre 1944, p. 15, AR-CR
Si è potuto accertare che le perdite inflitte ai banditi nella zona Zimone - Cerione (sic)
ammontano a 6 morti e 12 feriti.
29 settembre 1944
Notiziario del 9 ottobre 1944, p. 15, AR-CR
Il 29 settembre u. s., in Buronzo, alcuni banditi armati, penetrati nella cascina dell’agricoltore Antonio CENA, costringevano questi a consegnare loro un bovino. Successivamente, gli stessi fuori legge, asportavano a certo Carlo MARGARA una motocicletta.
Il 29 settembre in Buronzo, alcuni banditi armati penetravano nel caseificio dei fratelli
CERRI, donde asportavano kg. 55 di burro.
Il 29 settembre u. s., in Buronzo e Balocco, elementi della compagnia O.P. della G.N.R.
arrestavano due banditi e un renitente alla leva.
30 settembre 1944
Notiziario dell’8 ottobre 1944, p. 47, A
SPECCHIO delle incursioni aeree (segnalazioni pervenute in data 7 ottobre 1944 - XXII)
30-9 Vercelli (Vercelli). Ore 23,30 - azioni di mitragliamento contro automezzi trasportanti elementi della Brigata Nera di Vercelli. Quattro morti e sei feriti fra gli elementi
stessi.
Notiziario del 10 ottobre 1944, p. 12, AR-CR
Il 30 settembre u. s., nei pressi di Trino Vercellese, un gruppo di banditi attaccava due
autoambulanze e un’autovettura condotte da militari germanici, trasportando con loro
un’autoambulanza, l’autovettura e i militi tedeschi. Poco dopo, un sottufficiale della
G.N.R. e due elementi delle Brigate Nere mettevano in fuga gli stessi banditi che erano
ritornati sul posto per impossessarsi dell’autoambulanza colà abbandonata.
Notiziario del 23 ottobre 1944, p. 11, AR-CR
Il 30 settembre u. s., in Lessona, numerosi banditi assalivano il locale presidio della
G.N.R. e prelevavano tre militi.
1 ottobre 1944
Notiziario del 7 ottobre 19-44, pp. 19-20, AR-CR
Il 1o corrente, alle ore 6,20 in territorio del comune di Borgo [Borgo Vercelli], alcuni
banditi, mediante ordigni esplosivi, facevano deragliare una locomotiva e due vetture
sulla linea ferroviaria Torino-Milano.
134
Notiziario dell’8 ottobre 1944, p. 47, A
SPECCHIO delle incursioni aeree (segnalazioni pervenute in data 7 ottobre 1944 XXII)
1-10 Vercelli (Vercelli) ore 3,30 - mitragliamento sull’abitato. Nessun danno. Un morto
e due feriti fra la popolazione.
Notiziario dell’11 ottobre 1944, p. 19, AR-CR
Il 1o corrente, alle ore 6,20, un ordigno posto sotto i binari sulla linea Torino-Milano,
all’altezza di Borgo Vercelli, esplodeva causando il deragliamento di due vetture di un
treno e la rottura di un tratto di binario. Nessuna vittima.
Notiziario del 14 ottobre 1944, p. 13, AR-CR
Il 1o corrente, in Arborio, alcuni banditi armati penetravano nel domicilio di certo Michele BOGLIANO, costringendo questi a consegnare loro un bovino.
Notiziario del 23 ottobre 1944, pp. 12-13, AR-CR
Il 1o corrente, elementi della G.N.R. unitamente a reparti della Brigata Nera di Biella ed
a militari germanici, effettuavano un’operazione di rastrellamento in Castello Mongivetto [Mongiovetto] e con la protezione delle armi pesanti, ed in seguito ad un attacco
deciso, il Castello di Mongivetto veniva occupato dopo breve resistenza opposta dai
banditi.
Quattro banditi rimanevano uccisi ed altrettanti feriti: ricuperato molto materiale ed alcuni capi di bestiame. Il Castello e gli stabili annessi venivano incendiati.
Nessuna perdita da parte nostra.
2 ottobre 1944
Notiziario del 15 ottobre 1944, p. 12, AR-CR
Il 2 corrente, in Biella, un ufficiale della G.N.R. fermava tre banditi che poi riuscivano
a dileguarsi.
Uno dei malviventi, nell’allontanarsi, sparava alcuni colpi d’arma da fuoco, andati a vuoto,
contro l’ufficiale.
3 ottobre 1944
Notiziario del 14 ottobre 1944, p. 14, AR-CR
Il 3 corrente, elementi della G.N.R. effettuavano un’operazione di rastrellamento nella
zona del comune di Balocco.
Durante tale operazione i militi venivano attaccati da circa 25 banditi.
La reazione dei legionari metteva in fuga i fuori legge, che si presume abbiano avute
perdite non indifferenti. Venivano catturati, fra disertori e renitenti, 5 individui.
4 ottobre 1944
Notiziario del 15 ottobre 1944, pp. 12-13, AR-CR
Dalla sera del 4 corrente non si hanno notizie dei legionari (un sottufficiale e 14 militi)
componenti il posto fisso addetto alla vigilanza del ponte ferroviario di Saluggia.
Si presume che i predetti legionari siano stati catturati dai banditi.
Notiziario del 23 ottobre 1944, p. 13, AR-CR
Il 4 corrente, alle ore 16, presso Veglio Mosso, numerosi banditi attaccavano due pattuglie della G.N.R. La pronta reazione dei militi metteva in fuga i banditi, che lasciavano
sul terreno due morti e 4 feriti.
Da parte nostra si lamentano sei feriti leggeri.
135
5 ottobre 1944
Notiziario del 15 ottobre 1944, p. 13, AR-CR
Il 5 corrente, tra Pertengo e Rive, alcuni banditi abbattevano 4 pali della linea telefonica
ed asportavano 50 metri di filo di rame.
Notiziario del 19 ottobre 1944, p. 13, AR-CR
Il 5 corrente, in Crova, elementi della G.N.R. arrestavano certi Walter TOLA e Angelo
MICELI, il primo perché disertore e il secondo perché renitente di leva.
7 ottobre 1944
Notiziario del 7 ottobre 1944, pp. 8-11
Situazione delle bande e loro dislocazione.
Novara [...] La 1a divisione d’assalto Garibaldi avente sede in Valsesia e comandata direttamente da Moscatelli [...] ha dislocato parecchi distaccamenti nel basso novarese e
precisamente:
[...]
- [un] gruppo di banditi ha il suo quartier generale fra Cavaglio d’Agogna e Fontaneto
e precisamente presso la cascina “La Cacciana”, comandata dal tenente Bruno. Ignorasi la consistenza e l’armamento.
[...]
- Nella zona: Maggiora - Valduggia - Borgosesia - Vanzone esiste tuttora, e rinforzata in
uomini della banda MOSCATELLI che opera nella Valsesia, la banda Mario VINZIO
detto “Pesco” (sic). Pare che la forza si aggira sui 300 uomini: ignorasi l’armamento e
l’equipaggiamento.
- Attiva è pure la banda che opera nella zona di Valduggia, Soliva e Sorriso (sic) di cui
ignorasi la forza e l’armamento. Il comandante è il tenente Arrigo GRUPPI architetto
soprannominato il “Moro”.
- Nei dintorni di Romagnano Sesia opera ancora la banda del tenente Rastelli di Varallo:
il numero di uomini e l’armamento è fluttuante in quanto operano in collaborazione elementi della banda MOSCATELLI della Valsesia.
[...]
Notiziario del 14 ottobre 1944, p. 14, AR-CR
Il 7 corrente, alle ore 14,30, 5 militi della G.N.R. si recavano a Biella a bordo di una
autovettura.
Durante il viaggio di ritorno, all’altezza di Massazza l’automezzo veniva fermato da due
banditi che venivano posti in fuga per la pronta energica reazione dei legionari.
I due fuorilegge rimanevano sicuramente feriti.
Notiziario del 21 ottobre 1944, pp. 7-8, AR-CR
Il 7 corrente, alle ore 19,30, nella frazione Darola nel comune di Trino, tre banditi armati penetravano nell’abitazione di certo Giuseppe RONZA, donde asportavano L. 9000
in contanti.
Il 7 corrente, alle ore 21,50, in Ronsecco, due banditi si presentavano alla trattoria gestita
da certo Alfonso ALBERTINI e, sotto la minaccia delle armi, perquisivano questi e 5
avventori. Successivamente, penetrati nell’abitazione dell’ALBERTINI col pretesto di
ricerca di armi, lo rapinavano della somma di lire 10.000. Poco dopo, i banditi, si presentavano nell’abitazione di certo Vittorio GREPPI, guardia canali, costringendo questi
a consegnare loro due pistole Beretta.
136
Notiziario del 22 ottobre 1944, pp. 14-15, AR-CR
Il 7 corrente, alle ore 12, in Salussola, banditi armati asportavano da quella stazione
ferroviaria un apparecchio telegrafico e la somma di lire 1.100.
Il 7 corrente, in Zimone, elementi della G.N.R., della Brigata Nera e della Polizia tedesca
arrestavano due fuorilegge ed 8 individui sospetti di propaganda sovversiva.
Il commissario prefettizio ed il segretario comunale di detto comune, risultati capi bande, sfuggivano alla cattura.
Notiziario del 23 ottobre 1944, p. 11, AR-CR
Nei giorni 28 settembre u. s., 3, 4 e 7 corrente, in Lenta, alcuni gruppi di banditi armati
asportavano dai capannoni del centro Fiat un autocarro, macchinario vario, utensili,
materiali da costruzione e da casermaggio, rilasciando ricevuta.
Il 7 corrente, alle ore 10, in Ronsecco, 4 banditi armati penetravano nella cascina di tale
Giacinto GILI, costringendo questi a consegnare loro generi alimentari vari e lire 30.000
in contanti. Successivamente i fuori legge asportavano dal caseificio di certa Lucia RIVA
kg. 2,500 di burro.
8 ottobre 1944
Notiziario dell’8 ottobre 1944, p. 39, A
PRO-MEMORIA INVIATO AL DUCE E AL CAPO DI S.M. DELLA G.N.R.
Fonte fiduciaria riferisce:
“Elementi banditi, già inquadrati in formazioni operanti preferibilmente nelle zone di
DOMODOSSOLA, NOVARA e SONDRIO, hanno ricevuto ordine di portarsi alla spicciolata verso la metropoli lombarda e nelle immediate vicinanze allo scopo di vivificare
la massa dei renitenti alla leva. Fra le formazioni dei fuori legge operanti nelle località
indicate si nota, da qualche giorno, un insolito spostamento di forze ed è assodato che
i capi di dette formazioni sono insolitamente a contatto.
Il noto Moscatelli ha indetto, per questi giorni, un rapporto generale tra i vari capi delle
bande dell’Italia settentrionale. Si dice che è imminente l’inizio delle operazioni. È assodato che la formazione di Moscatelli ha ricevuto in questi ultimi giorni un contingente
di nuovi adepti inquadrati nelle varie località della LOMBARDIA.
Alcuni elementi facenti parte dei vari comitati di liberazione nazionale di MILANO, sono
partiti per raggiungere le formazioni e per catechizzare politicamente i nuovi arruolati”.
Notiziario del 22 ottobre 1944, p. 15, AR-CR
L’8 corrente, in Biella, un milite della G.N.R. arrestava un bandito, funzionante da staffetta della famigerata banda Moscatelli.
Notiziario del 23 ottobre 1944, p. 13, AR-CR
L’8 corrente, nei pressi di Cossato, banditi assalivano una pattuglia della G.N.R.
La pronta reazione dei militi metteva in fuga gli attaccanti, che lasciavano sul terreno
un morto e 4 feriti; ricuperate armi e munizioni. Da parte nostra nessuna perdita.
9 ottobre 1944
Notiziario del 18 ottobre 1944, p. 13, AR-CR
Il 9 corrente, in Trino Vercellese, veniva arrestato il ricercato comunista Alberto VALLARO.
Notiziario del 21 ottobre 1944, p. 9, AR-CR
Il 9 corrente, elementi della G.N.R. e reparti della Brigata Nera effettuavano un’opera137
zione di rastrellamento nelle zone di Crescentino, Fontanetto Po, Palazzolo Vercellese e
Trino. Durante tale operazione venivano catturati un disertore e tre renitenti alla leva.
Notiziario del 30 ottobre 1944, p. 9, AR-CR
Il 9 corrente, nel territorio del comune di Gaglianico, banditi segavano 18 pali della linea telefonica S.T.I.P.E.L., causando l’interruzione delle comunicazioni.
10 ottobre 1944
Notiziario del 23 ottobre 1944, p. 12, AR-CR
Il 10 corrente, alle ore 21, in Ronsecco, tre banditi armati penetravano nell’abitazione
di certo Giovanni PETRINI donde asportavano la somma di lire 5.000.
11 ottobre 1944
Notiziario del 21 ottobre 1944, p. 8, AR-CR
L’11 corrente, alle ore 17, in Buronzo, due banditi armati asportavano dal caseificio dei
f.lli CERRI kg. 10 di burro.
Notiziario del 27 ottobre 1944, p. 16, AR-CR
L’11 corrente, una colonna autocarrata del battaglione G.N.R. “Pontida” e polizia germanica veniva attaccata da banditi appostati fra le rocce fiancheggianti la strada provinciale Cossato-Valle Strona, in località fra Strona e Valle Mosso.
Si lamentano due morti e due feriti gravi fra i militari della polizia germanica.
La pronta reazione dei reparti portava all’uccisione di un bandito e alla cattura di un
altro.
12 ottobre 1944
Notiziario del 23 ottobre 1944, p. 12, AR-CR
Il 12 corrente, in Castelletto Cervo, banditi armati si presentavano al casaro Antonio
SAVINO, costringendo questi a consegnare loro un maiale.
13 ottobre 1944
Notiziario del 28 ottobre 1944, p. 13, AR-CR
Il 13 corrente, in Sella frazione del comune di Valle S. Nicolao, numerosi banditi asportavano dall’abitazione di certo Antonio CAUCINA 6840 maglie e mutande felpate; 1380
mutande per donna; 720 maglie per ragazzo e 3174 mutande da uomo.
Notiziario politico interno n. 88, 8 novembre 1944, p. 5
Il 13 ottobre u. s., in Roasio, alcuni banditi si presentavano all’officina della sezione
areonautica d’Italia donde asportavano 80 coperte, 100 listelli di legno e 60 tavoloni per
soffitto e altro materiale.
14 ottobre 1944
Notiziario del 21 ottobre 1944, pp. 8-9, AR-CR
Il 14 corrente, in Buronzo, numerosi banditi armati penetravano nel mulino BORRI,
costringendo il proprietario a consegnare loro quintali 65 di farina, 10 di grano e 6 di
riso.
Il 14 corrente, in S. Germano Vercellese, banditi armati, penetrati nella stazione ferroviaria, dopo aver danneggiato gli strumenti di blocco, telegrafo e telefono, asportavano
dalla cassa la somma di lire 5040.
138
Notiziario politico interno n. 86, 6 novembre 1944, p. 3
Il 14 ottobre u. s., in Santhià, elementi dell’U.P.I della G.N.R. arrestavano il disertore
Rinaldo GILIO.
Notiziario politico interno n. 88, 8 novembre 1944, pp. 5-6
Il 14 ottobre u. s., in Lenta, banditi si presentavano a più riprese nelle officine FIAT,
asportando fogli di lamiera, tubi di eternit, chiodi, tavole di legno e considerevole materiale da costruzione.
Il 14 ottobre u. s., in Roasio, alcuni banditi si presentavano alle officine “Riserva” e
asportavano due motori Marelli.
15 ottobre 1944
Notiziario del 15 ottobre 1944, p. 10, AS
Nel comune di Vigliano Biellese è stato rinvenuto un manifestino sovversivo pubblicato
a cura del C.L.N., con il quale si avverte la popolazione che dovranno essere giustiziati
appena saranno arrivati i liberatori, tutti gli iscritti al P.F.R. e gli appartenenti a formazioni volontarie armate. Nel comune di Valdengo è stato rinvenuto un manifestino sovversivo a firma: “Il C.L.N. delle Valli” invitante la popolazione al sabotaggio.
Notiziario del 21 ottobre 1944, p. 9, AR-CR
Il 15 corrente, in Vettignè, elementi della G.N.R. arrestavano 8 individui tra disertori e
renitenti alla leva.
Notiziario del 28 ottobre 1944, p. 13, AR-CR
Il 15 corrente fra le stazioni ferroviarie di Biella e di Santhià, banditi mediante cariche
esplosive, interrompevano per circa 1600 metri la linea.
16 ottobre 1944
Notiziario del 30 ottobre 1944, pp. 10-11, AR-CR
Il 16 corrente, il comando della G.N.R. di Vercelli procedeva al fermo di 13 operai renitenti alla leva, di cui due venivano incorporati nella G.N.R., 6 nella polizia ausiliaria e
5 venivano consegnati al 15o reggimento di polizia germanica.
17 ottobre 1944
Notiziario del 30 ottobre 1944, p. 9, AR-CR
Il 10 ed il 17 corrente, in Gattinara, banditi armati si presentavano allo stabilimento
“Cotonificio Maino” asportando complessivamente 360 metri di tela grezza destinata
alla Wehrmacht.
18 ottobre 1944
Notiziario del 30 ottobre 1944, p. 10, AR-CR
Il 18 corrente, verso le ore 10, in Ghislarengo l’agricoltore Giovanni COMOLA mentre
si recava con un carro ad Arborio per consegnare al Consorzio Agrario quintali 3 di
segala e 2 di avena, veniva fermato da due banditi armati che gli intimavano di tornare
indietro.
19 ottobre 1944
Notiziario politico interno n. 86, 6 novembre 1944, p. 3
Il 19 ottobre u. s., in un rastrellamento, effettuato nel territorio del Comune di Tronza139
no Vercellese, veniva arrestato il disertore Pietro Castaldo, già appartenente al reparto
giovanile del comando provinciale della G.N.R. di Vercelli.
20 ottobre 1944
Notiziario del 20 ottobre 1944, pp. 4-8, OP
Grande è l’attesa per l’impiego da parte tedesca delle nuove armi. La massa parla, chiacchiera, maligna, discute e si barcamena dall’incredulità più cieca alla fede più viva.
Naturalmente in mezzo a questa euforia d’attesa la propaganda nemica soffia continuamente ottenendo così ottimi risultati.
Gli avvenimenti bellici che si svolgono in Italia, il reclutamento forzato di mano d’opera
in atto in diverse località del Piemonte, tengono la popolazione in continua tensione
nervosa. Predomina sempre l’egoismo più cieco tendente ad approfittare dell’ora per
proprio tornaconto e interesse. Perdura l’allarmismo per i bombardamenti e i mitragliamenti; si sente lo stato di apprensione per i possibili sviluppi militari in Italia in genere.
Nella coscienza dei fascisti e dei simpatizzanti sono vivi i sentimenti di rivolta contro la
piaga del disfattismo camuffato sotto la spoglia di un fervore religioso che offende quasi
la divinità.
Da parte del clero si nota completo assenteismo.
Le operazioni di raccolta del riso risentono della forte carenza di mano d’opera e delle
maggiorazioni salariali che gli agricoltori non sono tanto propensi a corrispondere anche perché le pretese sono eccessive.
Nonostante la stipulazione dell’accordo sindacale, le tariffe giornaliere richieste dai lavoratori si aggirano sulla media di lire 120 per gli uomini e lire 100 per le donne.
Non pochi sono i lavoratori che pretendono la corresponsione totale o parziale del salario in riso in quantità superiore a quella determinata dalle disposizioni ministeriali.
Seria difficoltà presenta pure l’essicazione del risone e ciò per mancanza di carbone.
La quantità del combustibile fino ad oggi distribuita è insufficiente.
L’annunciata requisizione in provincia di 300 cavalli e di 50 muli da consegnare ai comandi militari entro la prima quindicina del corrente mese, intralcia maggiormente il
lavoro delle aziende agricole, che in questo momento hanno maggior bisogno di mezzi
di trasporto per procedere alla raccolta del riso.
L’accaparramento dei generi è sempre più diffuso.
Le difficoltà dei trasporti, ostacolati anche dai quotidiani mitragliamenti nemici, l’imperio del mercato clandestino, aggravano sempre più la precaria situazione del paese,
creando malumori e moltiplicando i disagi.
L’accentuarsi dell’offensiva nemica sul fronte italiano provoca un disorientamento sempre
più acuto che porta come conseguenza un aumento notevole di diserzioni.
La propalazione di voci che nel caso di un cedimento del fronte offensivo ne seguirebbe un ripiegamento delle nostre divisioni verso il territorio tedesco, provoca un senso
di sfiducia e di disagio in seno alla truppa combattente e territoriale.
Si ha motivo di pensare che qualora si avverasse questa deprecata eventualità, la maggioranza della truppa, compresi gli ufficiali, si eclisserebbe come ebbe a verificarsi
nell’infausta giornata del settembre 1943.
Il morale è depresso e preoccupante.
Sempre più intensa è la propaganda nemica e attivissima quella antinazionale interna
con la diffusione di numerosi manifestini anche nelle vie del capoluogo e nel Biellese.
140
È segnalato per il mese in corso, un movimento insurrezionale sovversivo, appoggiato
dall’azione delle bande dei fuori legge. Al riguardo sono in corso misure repressive.
I banditi del basso Biellese sono leggermente in crisi e ciò è evidentemente dovuto sia
all’avvicinarsi dell’inverno, sia alla mancanza dei rifornimenti necessari, sia alla difficoltà di potersi riparare dalla rigida stagione e dai sensibili colpi ricevuti in questi ultimi
giorni da parte delle forze dell’ordine.
La mancanza di nostre forze sufficienti, impedisce di effettuare delle vere e proprie
azioni di rastrellamento e pertanto l’attività contro i banditi si deve limitare a semplici
azioni di disturbo che vengono quotidianamente svolte in varie località ad opera della
compagnia O.P. e del battaglione “Pontida”.
Nella Valsesia, nella decorsa settimana, la situazione è rimasta invariata.
Nel basso vercellese, specie nelle zone confinanti con le provincie di Alessandria e di
Aosta, l’attività delle brigate “Matteotti” si è intensificata con colpi di mano, rapine e
imboscate.
Nel capoluogo, che per ora si mantiene calmo, non è da escludersi che non vi siano
elementi banditi che mantengano il contatto con l’esterno e che attingano notizie.
Notiziario del 30 ottobre 1944, pp. 9-10, AR-CR
Dal 12 al 20 corrente, in Buronzo, banditi armati asportavano ad alcuni contadini del
luogo tre bovini e due suini.
Inoltre asportavano dal locale consorzio agrario 6 quintali di avena e 39 di segala.
Notiziario politico interno n. 94, 21 novembre 1944, p. 10
Il 20 ott. u. s., tra Lenta e Ghislarengo, quattro fuorilegge catturavano un sottufficiale
della G.N.R.
21 ottobre 1944
Notiziario politico interno n. 91, 15 novembre 1944, p. 13
Dal 16 al 21 ottobre u. s. dalle officine FIAT di Lenta e Roasio, banditi in più riprese
asportavano abbondante materiale per costruzioni, fodere per pagliericci, lenzuola, letti, sgabelli e parecchi attrezzi d’officina.
22 ottobre 1944
Notiziario politico interno n. 86, 6 novembre 1944, p. 3
Il 22 ottobre u. s., in S. Germano Vercellese, una pattuglia della sezione operativa del
comando del nucleo G.N.R. ferroviaria, in servizio di perlustrazione lungo la linea ferroviaria, veniva a contatto con un forte gruppo di fuori legge, che tentavano di danneggiare la linea. I militi, benché inferiori di numero, attaccavano i banditi, mettendoli in
breve tempo in fuga. Venivano ricuperate armi e munizioni.
Notiziario politico interno n. 89, 10 novembre 1944, p. 3
Il 22 ott. u. s. in Salussola, un gruppo di banditi armati si presentava alla cascina “giardino Grosso” e si faceva consegnare un cavallo e un calesse.
24 ottobre 1944
Notiziario politico interno n. 92, 17 novembre 1944, p. 11
Il 24 ottobre u. s. alle 17,30 in Tricerro, 15 fuori legge armati sorprendevano e catturavano il colonnello De Juliis del IIo Comando Provinciale. Gli stessi banditi, inoltre
danneggiavano gli apparecchi telefonici dell’ufficio comunale e del telefono pubblico.
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25-26 ottobre 1944
Notiziario politico interno n. 88, 8 novembre 1944, p. 6
Il 25 ottobre u. s. alle 21 in Vercelli, alcuni banditi armati assalivano di sorpresa il posto
di blocco rione “Isola” riuscendo a disarmare i quattro militari ivi in servizio.
Alle ore una del giorno successivo i fuori legge aprivano il fuoco e tentavano nuovamente di sopraffare il predetto posto di blocco, ma venivano respinti dalla pronta reazione dei militari. Il sottufficiale comandante il posto di blocco rimaneva ferito.
26 ottobre 1944
Notiziario del 26 ottobre 1944, p. 1, OP
Novara [...] Il malcontento serpeggia fra la massa perché si avvicina l’inverno e scarseggiano: grassi, legna, carbone il cui mancato approvvigionamento e arrivo dalla Valsesia e Valle d’Ossola è imputabile alla scarsità delle comunicazioni provocate dalle bande
dei fuori legge.
Si nota una recrudescenza nell’attività del mercato clandestino. [...]
Notiziario politico interno n. 89, 10 novembre 1944, p. 3
Il 22 e 26 ott. u. s., in frazione S. Giacomo del comune di Livorno Ferraris, banditi
asportavano dall’abitazione di certo Pietro Mocca un fucile da caccia, una pistola, quattro
paia di stivali di gomma, Kg. tre di salumi.
27 ottobre 1944
Notiziario politico interno n. 86, 6 novembre 1944, pp. 3-4
Il 27 ottobre u. s., fra Tronzano e Livorno Ferraris, due banditi fermavano un motofurgoncino della G.N.R. con a bordo i militi Oreste Ranieri e Adriano Della Fiora.
I militi prendevano a bordo i due credendo che si trattasse di comuni passeggeri, ma
appena a bordo i due riuscivano ad imbavagliare i militi e obbligavano l’autista a proseguire per Crescentino.
Il Ranieri, nei pressi di Livorno Ferraris, approfittando di un momento di distrazione
del bandito che lo teneva d’occhio con l’arma puntata contro la schiena, estraeva la
pistola e lo uccideva, mentre l’altro riusciva a balzare dall’automezzo e a darsi alla fuga.
Il 27 ottobre u. s., in Vercelli, un agente della polizia repubblicana veniva aggredito alle
spalle e disarmato da tre banditi. Esperite subito indagini da parte della polizia, venivano
nella notte, arrestati i tre aggressori.
28 ottobre 1944
Notiziario politico interno n. 90, 13 novembre 1944, p. 9
Novara. Il 28 ott. u.s., alle 17,30, nella stazione di Gattinara - linea Santhià-Arona alcuni banditi, divelta la linea telefonica, asportavano da quel magazzino medicinali.
Notiziario politico interno n. 92, 17 novembre 1944, p. 11
Il 19 ed il 28 ott. u. s. rispettivamente in Rovasenda e in Lenta, numerosi banditi armati
asportavano dai magazzini della FIAT materiale per la costruzione di baracche.
30 ottobre 1944
Notiziario politico interno n. 92, 17 novembre 1944, p. 12
Nei giorni 27 - 30 ott. u. s. in Lenta, banditi derubavano alcune persone del luogo di un
bovino, chilogrammi 3,800 di burro ed un giubbone di pelle.
142
Il 30 ott. u. s. alle 20 in Lenta, un gruppo di banditi si presentava nella cascina dell’agricoltore Colombo, costringendolo a consegnare loro un bovino.
31 ottobre 1944
Notiziario politico interno n. 87, 7 novembre 1944, p. 12
Nella terza decade del mese di ottobre u.s., in Buronzo, banditi aggredivano ed asportavano a contadini del luogo due bovini e un cavallo.
Notiziario politico interno n. 92, 17 novembre 1944, p. 12
Nell’ultima decade del mese di ott. u. s. in Buronzo, banditi derubavano alcune persone
del luogo di 7 bovini, un suino e quintali 7 di riso.
Il 31 ott. u.s. in Lenta, sei banditi armati asportavano dalla riseria di certo Luigi Micaldone 30 quintali di riso.
2 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 90, 13 novembre 1944, p. 9
Il 2 corrente, in Santhià, alcuni fuori legge tentavano di assalire l’abitazione di un milite
della G.N.R. Ferroviaria, che reagiva a colpi di rivoltella disperdendoli.
Notiziario politico interno n. 95, 22 novembre 1944, p. 4
Vercelli. Il 2 corrente, giorno dei Morti, parecchi volantini furono trovati per le strade
cittadine, incitanti la popolazione, in special modo le donne, a recare fiori sulle tombe
dei fuori-legge.
3 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 94, 21 novembre 1944, p. 10
Il 3 corrente, alle 14, in Lenta, alcuni banditi, presentatisi nella privativa di certa Fiorenzina Donzano, costringevano questa a consegnare loro Kg. 10 di sale.
Notiziario politico interno n. 95, 22 novembre 1944, p. 7
Il 3 corrente, alle 16, in Lenta, tre banditi a bordo di un carro agricolo si presentavano
nella casa colonica dell’agricoltore Paolo Gavanino, costringendo questi a consegnare
loro 10 quintali di grano.
4 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 94, 21 novembre 1944, p. 10
Il 4 corr., alle ore 8, in Buronzo, banditi armati penetravano nel magazzino del Consorzio Agrario Provinciale, asportando 52 quintali di avena, 8,60 di granoturco e 3,80 di
ravizzone.
5 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 94, 21 novembre 1944, p. 10
Il 5 corr., in Arborio, alcuni banditi armati penetravano nella caserma del soppresso
presidio della G.N.R. e asportavano materiale di casermaggio.
Il 5 corrente, alle 16,45, in Santhià, cinque fuorilegge assalivano di sorpresa due militari tedeschi, intimando loro la resa. Avendo i germanici tentato di reagire i banditi facevano fuoco, uccidendone uno e ferendo l’altro.
Notiziario politico interno n. 95, 22 novembre 1944, p. 4
Il 5 corr., in Santhià, alcuni banditi armati fermavano due militi della G.N.R. ferroviaria.
143
Disarmatili li costringevano a seguirli nella cascina Mandrietta, ove i banditi obbligavano il proprietario a consegnare loro 150 Kg. di tabacco, rilasciando una ricevuta che
facevano firmare dai militi suddetti. Dopo di che si allontanavano, lasciando liberi i militi.
5-6 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 92, 17 novembre 1944, p. 11
Il 5 corr. alle 17,10 in Santhià, banditi sparavano alcuni colpi di pistola contro due ferrovieri tedeschi, ferendoli entrambi.
Uno dei feriti decedeva il giorno successivo all’ospedale.
6 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 92, 17 novembre 1944, pp. 10-11
Il 6 corrente dalla stazione di Ghislarengo, i fuori legge facevano partire a grande velocità una locomotiva con 4 vagoni vuoti. Il convoglio giungeva alla stazione di Carpignano, cozzando contro alcuni vagoni fatti deviare precedentemente.
Notiziario politico interno n. 93, 20 novembre 1944, p. 9
Il 6 corr. in Buronzo, alcuni banditi asportavano dalla riseria dei fratelli Della Giovanna,
due quintali di riso.
Notiziario politico interno n. 94, 21 novembre 1944, p. 10
Il 6 corrente, in Livorno Ferraris, alcuni banditi estorcevano due bovini a due contadini
del luogo.
Notiziario politico interno n. 95, 22 novembre 1944, p. 8
Il 6 corrente, nei pressi di Ghislarengo, e precisamente sul greto del torrente Biraga,
veniva rinvenuto il cadavere di una guardia di finanza, presentante ferita alla nuca. In
corso indagini.
7 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 87, 7 novembre 1944, pp. 7-12
La situazione politica, pur risentendo dell’andamento della guerra e del fenomeno dei
banditi, in genere, può dirsi discreta.
La massa operaia è abbastanza tranquilla e la popolazione in genere non dà preoccupazioni.
Perdura l’allarmismo per i bombardamenti e i mitragliamenti e aumenta lo stato di apprensione per i possibili sviluppi delle operazioni militari in Italia in generale e in Piemonte in particolare.
Le famiglie che ne hanno la possibilità sono sfollate e continuano a sfollare nei piccoli
centri rurali per timore che gli attacchi aerei si intensifichino sempre più.
Nel Capoluogo, il partito liberale, appoggiato dal “fronte della gioventù”, incontra molto favore.
I banditi del basso biellese sono un po’ in crisi e ciò è evidentemente dovuto sia all’avvicinarsi dell’inverno, sia alla mancanza dei rifornimenti, sia infine ai colpi che hanno
ricevuto in questi ultimi giorni da parte delle forze dell’ordine.
Si nota un miglioramento nel senso che molti attendisti filo-inglesi si vanno ricredendo
pur mantenendosi riservati.
L’organizzazione fascista non è forte come numero, ma dà prova di vero attaccamento
e di appassionata attività. Vi è un piccolo gruppo di supercritici dissidenti che fanno del
144
pettegolezzo, ma la loro azione, attentamente vigilata, non può minorare la saldezza della
compagine dei buoni.
Anche l’azione del comitato di liberazione non è molto attiva, comunque nel biellese si
sente un po’ di più.
Il clero mantiene un atteggiamento di indifferenza, ma alcuni di essi sono attivi e dannosi e perciò tenuti d’occhio dalle autorità fasciste.
Risulta che il capo della Provincia si stia interessando anche particolarmente del Vescovo di Biella.
Fra le varie autorità vi è molta comprensione e una stretta e leale collaborazione.
Buoni rapporti fra queste e le autorità tedesche.
Le operazioni di raccolta del riso risentono della forte carenza di mano d’opera e delle
maggiorazioni salariali che gli agricoltori non sono tanto propensi a corrispondere anche perché le pretese sono eccessive. Le richieste dei lavoratori si aggirano sulla media
giornaliera di lire 120 per gli uomini e di L. 100 per le donne.
Un problema serio è pure quello dell’essicazione del risone per la mancanza del carbone. La difficoltà dei trasporti, ostacolati anche dai quotidiani mitragliamenti nemici,
aggrava sempre più la già precaria situazione del paese, creando malumori e moltiplicando i disagi.
Nel campo alimentare, nonostante tutte le difficoltà, la situazione può dirsi discreta.
L’accentuarsi dell’offensiva nemica sul fronte italiano provoca disorientamento sempre più acuto che porta, come conseguenza, un aumento notevole di diserzioni.
La propalazione delle voci che un cedimento del fronte porta al ripiegamento delle nostre Divisioni verso il territorio germanico, provoca un senso di sfiducia e di disagio in
seno alla truppa combattente e territoriale. Il morale è depresso e preoccupante.
Mentre il disfattismo politico più ignominioso si accanisce sulla coscienza dei tentennanti, determinando stati d’animo di apprensione, la propaganda sovversiva sommerge
e travolge la gioventù inquieta.
Da alcuni giorni, sull’onda 47,5, una radio clandestina denominata “baita” commenta e
trasmette, dalle ore 21 alle ore 22, notizie della zona biellese, attaccando anche alcuni
esponenti della Provincia.
Il fronte della gioventù è sempre attivo, specie con manifestini, giornali e libelli.
Continuano i rastrellamenti nel biellese ad opera delle forze della “Pontida”, delle SS
tedesche ed italiane e della Brigata Nera con risultati lusinghieri.
Veri e propri scontri con le bande operanti non si sono verificati; sono stati catturati
alcuni banditi, per lo più isolati o staffette. Parecchi accampamenti e ritrovi di fuori-legge
sono stati bruciati ed è stato fatto un discreto bottino di coperte, vettovaglie e vestiario.
Continuano le solite rapine, ricatti e soprusi verso la popolazione civile che comincia ad
essere stanca dei banditi.
Notizie non controllate segnalano che Moscatelli, il capo banda comunista della Valsesia, si sarebbe ritirato in Svizzera dopo aver sciolto le bande. Tale voce pare sia infondata in quanto il Moscatelli ha di recente rivolto ai Podestà delle Provincie di Novara e
di Vercelli minacce nel caso che essi diventino partecipi ed esecutori degli ordini delle
autorità.
Nella bassa Provincia la situazione è stagnante.
Sono però diminuiti gli atti di sabotaggio e gli aviorifornimenti nemici: questi ultimi principalmente a causa del maltempo.
145
Notizie sulle bande e loro dislocazione.
Date le peggiorate condizioni atmosferiche che rendono difficoltosa la vita dei banditi
sulla cinta alpina e prealpina, molti gruppi di fuorilegge sono scesi attraverso la “Serra”
o lungo il corso del fiume Sesia nelle colline del Monferrato senza però aggravare sostanzialmente la situazione.
In complesso essi controllano i tre quarti del territorio della Provincia e il loro numero
si può calcolare in 10.000 circa, tenendo conto di quelli delle Provincie limitrofe, ad
ovest ed a sud che saltuariamente agiscono in quella di Vercelli.
- Banda comunista “Moscatelli”. Opera in Varallo - Serravalle Sesia.
Forza: circa 7.000 uomini - Armamento: 5.000 armi individuali, mitragliatrici e mortai
da 45 m/m.
- Banda “Cormaro”. Composta di delinquenti comuni. Opera in Saluggia - Chivasso.
Forza: circa 2.000 uomini suddivisi in gruppi di una quindicina ciascuno, muniti di armi
individuali.
- Banda “diavolo rosso”. Composta di delinquenti comuni. Opera in Salussola e Masazza (sic).
Forza: circa 50 elementi muniti di armi individuali.
- Banda “Lango”. Composta di delinquenti misti. Opera in Valsessera.
Forza: circa 600 uomini muniti di armi individuali, mitragliatrici e mortai da 45 m/m.
- Banda “Grasso”. Composta di delinquenti comuni. Opera in Balocco e Villarboi[t].
Forza: 150 uomini muniti di moschetti automatici e di mitragliatrici.
- Banda “Franco Gemisto”. Composta di delinquenti misti. Opera nel territorio di Curino.
Forza: 350 uomini muniti di fucili e mitragliatori.
- Banda “Vigin”. Composta di delinquenti misti. Opera nella zona di Vischè (sic) - Vestignè - Moncrivello - Cigliano - Mazzè.
Forza: circa 60 uomini muniti di armi individuali e automatiche.
- Banda “Vincenzo Biscotti”. Composta di delinquenti misti. Opera nella zona di Ternengo.
Forza: 100 uomini armati di fucili.
- Banda “Leviselli”. Composta di delinquenti slavi e comunisti. Opera nella Val del Cervo e nelle zone di Ronco - Rialmosso - Candelo - Mottalciata e S. Damiano.
Forza: circa 2000 uomini armati di fucili e di mitragliatori.
- Nucleo composto di delinquenti comuni. Opera in territorio di Zimone.
Forza: 200 uomini armati di armi individuali e automatiche.
- Nuclei di delinquenti comuni muniti di armi individuali e automatiche. Operano nella
zona di Vischè (sic) - Mazzè.
- Nucleo composto di 350 uomini della brigata “Garibaldi”, armati di fucili e di mitragliatrici.
Opera in territorio di Magnano - Cerrione.
- Nucleo composto di 800 uomini della brigata “Mazzini”. Opera nella valle Elvo - Moncurone [Mucrone] - Sordevolo - Pallone [Pollone].
(Vedasi “situazione grafica” allegata)5.
5
Datata 18 ottobre, pubblicata in appendice.
146
Notiziario politico interno n. 93, 20 novembre 1944, p. 9
Il 7 corr., in Buronzo, numerosi banditi armati penetravano nei locali del municipio,
asportando l’apparato telefonico.
Successivamente penetravano nella caserma del soppresso presidio G.N.R. ed asportavano 25 coperte, 2 materassi di lana e materiale di casermaggio.
Notiziario politico interno n. 95, 22 novembre 1944, p. 8
Il 7 corrente, alle ore 10 in Livorno Ferraris, tre banditi armati penetravano nell’abitazione di certo Pietro Mocca costringendo questi a consegnare loro L. 1500.
Il 7 corrente alcuni banditi si presentavano nella tenuta del marchese di Collobiano,
costringendo il fattore a consegnare loro un cavallo, un calesse e relativi finimenti.
8 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 88, 8 novembre 1944, pp. 28-29
Dalla censura della corrispondenza si rileva:
[...] da Vercelli: si dà notizia che tutta l’Umbria occupata è in sommossa; che a Porta S.
Pietro ben 600 marocchini sono stati uccisi in uno scontro coi fascisti.
Un ebreo, certo Coen, che si era unito agli inglesi per scovare i fascisti è stato trovato
crocefisso dentro un portone. Molti banditi si sono poi uniti ai fascisti per ostacolare le
truppe di occupazione e ciò in seguito alla delusione provata dopo il loro arrivo.
Notiziario politico interno n. 94, 21 novembre 1944, p. 10
L’8 corr., alle 17,30, in Lenta, due banditi armati si presentavano nell’ufficio della Segreteria Comunale, imponendo al personale addetto di consegnare loro una macchina
da scrivere.
Notiziario politico interno n. 95, 22 novembre 1944, p. 8
L’8 corrente, alle ore 20, in Quinto Vercellese, alcuni banditi armati costringevano il
maresciallo Guglielmo Zerbinati, del battaglione “S. Marco”, ad uscire dalla propria
abitazione. Appena fuori i banditi lo freddavano con una raffica di mitra.
Notiziario politico interno n. 96, 24 novembre 1944, p. 5
L’8 corr., alle 22,30, in frazione Torrione del comune di Costanzana, banditi, giunti a
bordo di un camioncino, asportavano dal caseificio di certo Marino Combi 30 chilogrammi di burro e 49 di formaggio.
L’8 corr., alle 21, in Costanzana, alcuni banditi, giunti a bordo di un camioncino, si
presentavano nel negozio di certa Maria Villa, costringendo questa a consegnare loro
saponette, nastri bicolori, alcuni tagli di stoffa e merce varia.
9 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 96, 24 novembre 1944, p. 5
Il 9 corr., in Buronzo, banditi asportavano dai locali del sindacato fascista lavoratori
dell’agricoltura un apparecchio radio, e dai locali della ditta Pietro Borri un autocarro
Fiat.
Il 9 corr., in Santhià, alcuni banditi armati, giunti a bordo di un’autovettura, asportavano dal caseificio Comolli 110 chilogrammi di burro.
10 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 98, 29 novembre 1944, p. 9
Nella prima decade del corrente mese, banditi si portavano a più riprese negli stabili147
menti Fiat di Lenta e Roasio, asportando materiale vario per costruzione baracche, filo
elettrico, lettini in ferro, coperte, pagliericci, federe e stoviglie.
Notiziario politico interno n. 99, 30 novembre 1944, p. 7
Nella prima decade del corrente mese, dagli stabilimenti “Fiat” di Lenta, Roasio e Rovasenda, banditi, in irruzioni successive, trasportavano notevole quantità di materiale
per la costruzione di baracche.
Negli ultimi giorni del mese di ottobre u. s. e nella prima decade del corrente mese, in
Buronzo, banditi, in successive irruzioni, asportavano ad abitanti del luogo cinque bovini.
11 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 98, 29 novembre 1944, p. 9
L’11 corrente, nella frazione Arro del comune di Saluzzola (sic) alcuni banditi penetravano nella cascina dei fratelli Della Giovanna ed asportavano 40 sacchi, un copertone
impermeabile e finimenti per cavallo.
L’11 corrente, in Lignana, alcuni banditi tentavano di assalire il posto d’avvistamento
Flak; intimando al militare di sentinella Paolo Lignari di aprire la porta; al rifiuto di questi i banditi riuscivano a sopraffarlo portandolo via con loro. Successivamente, nelle
vicinanze, veniva rinvenuto il cadavere del Lignari, ucciso con un colpo di pistola alla
nuca.
12 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 94, 21 novembre 1944, p. 11
Il 12 corr., in Vercelli, un gruppo di fuori-legge disarmava i militari della compagnia di
sicurezza e un agente della Polizia Repubblicana, di servizio al posto di blocco nel rione
“Canadà”, asportando cinque moschetti e un mitra.
I banditi, prima di allontanarsi, danneggiavano il telefono.
13 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 95, 22 novembre 1944, p. 8
Il 13 corrente, alle ore 7,20 in S. Germano, alcuni banditi armati penetravano nella locale stazione ferroviaria. Dopo aver danneggiato gli apparecchi telegrafici, asportavano dalla cassa L. 2815.
Notiziario politico interno n. 98, 29 novembre 1944, p. 10
Il 13 corrente, in S. Germano Vercellese, sei banditi armati asportavano dal municipio
tre macchine da scrivere. Contemporaneamente altri fuori legge asportavano dello scalo ferroviario una macchina da scrivere, 90 lenzuola.
Inoltre asportavano tutto il denaro esistente in cassa per l’ammontare di L. 2.800.
Nell’allontanarsi danneggiavano gli apparati telegrafici.
Il 13 corrente, alle ore 23,30, in Trino, alcuni banditi armati asportavano dalla cascina
di certo Vittorio Coggiola L. 8.000, biancheria ed un apparecchio radio.
15 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 91, 15 novembre 1944, pp. 10-12
Novara. Notizie sulle bande e loro dislocazione. [...]
3o) Staffetta della banda Saetta, attualmente dislocata in provincia di Vercelli, trovasi a
148
Biandrate e dintorni. Ignorasi la forza e l’armamento.
4o) Fra Suno e Mezzomerico, dal 26 ott. u. s., si è formata una banda comandata da un
tenente, tale Cesare Conte [conte Cesare Alessi di Canosio] da Torino, della classe 1923.
La forza ammonta a circa 400 uomini dislocati rispettivamente a Revislate - Gamme
[Ghemme] - Fara e Carpignano; l’armamento consiste in una mitragliatrice S. Etienne,
2 mitragliatrici tedesche, una mitragliatrice Breda 37, una quindicina di Sten, altre armi
quali pistole, moschetti e fucili di vario calibro e bombe a mano. Attualmente il comando è alla cascina Giaverotta (Suno) in questi giorni dovrebbe trasferirsi alla cascina
Mandellina (Vaprio d’Agogna).
5o) Fra Cavaglio d’Agogna e Fontaneto vi è tuttora la banda del tenente Bruno che ha
il comando alla cascina Cacciano [Cacciana]. [...]
7o) A Soriso staziona tuttora la banda del tenente Arrigo Gruppi, detto “Il Moro”.
8o) Nella zona Maggiora - Valduggia - Borgosesia - Vanzone esiste tuttora la banda Vinzio, che ammonta a circa 300 uomini. In seno ad essa, fra Boca e Grignasco, si è stabilito un comando superiore di divisione con a capo il generale Gnuz, detto il “rosso”
(Enrico Casazza), alla cui dipendenza vi è un servizio segreto d’informazioni, espletato
per la maggioranza da donne del G.A.P.
9o) la banda del tenente Rastelli col 26 ottobre u. s. si è trasferita a Boca. Attualmente
è composta da 70 uomini armati di mitragliatrici pesanti, mitragliatori e parecchie armi
automatiche. [...]
Notiziario politico interno n. 91, 15 novembre 1944, pp. 13-14
Nei decorsi giorni, in Vercelli, veniva rinvenuto un manifestino a firma “Il fronte della
gioventù di Vercelli”, incitante la popolazione allo sciopero e all’insurrezione.
Notiziario politico interno n. 98, 29 novembre 1944, p. 10
Il 15 corrente, alle ore 16, in Trino Vercellese, alcuni banditi tentavano di penetrare nella
cascina d’Arola (sic). Il proprietario reagiva con colpi d’arma da fuoco uccidendo un
bandito e ferendone un altro.
Militi della “Muti”, prontamente intervenuti, rastrellavano la zona.
Il fuori legge ferito, che aveva tentato di darsi alla fuga, rimaneva ucciso con una raffica di mitra.
Il 15 corrente nei pressi di Trino Vercellese un reparto della G.N.R. di sbarramento sulla
sponda del Po, colpiva mortalmente due fuori legge che con altri avevano tentato di
attraversare il fiume con una imbarcazione.
18 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 101, 5 dicembre 1944, p. 9
Il 18 novembre u. s., in Lenta, alcuni banditi armati penetravano nel caseificio di certa
Teresa Blasetti, asportando 10 chilogrammi di burro.
20 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 99, 30 novembre 1944, p. 7
Il 20 corr., in Olcenengo, la G.N.R. catturava quattro disertori e sette favoreggiatori di
fuori-legge.
Nella seconda decade del corrente mese, militi della G.N.R., in collaborazione con i militari
germanici, reparti della Brigata Nera ed elementi dell’Esercito Repubblicano, effettuavano un’operazione di rastrellamento nella zona del basso vercellese.
149
In tale operazione venivano catturati numerosi fuori legge, fra cui alcuni noti capi banda.
Notiziario politico interno n. 104, 10 dicembre 1944, p. 13
Nella seconda decade del mese di novembre u. s., dagli stabilimenti “Fiat” di Lenta e
Roasio, banditi in successive operazioni asportavano materiale da costruzione baracche, materiale elettrico, oggetti di casermaggio, stoviglie e un motore elettrico.
Notiziario politico interno n. 106, 14 dicembre 1944, p. 14
Il 20 novembre u. s., alle 9,30, in Santhià, tre fuori legge armati costringevano il proprietario del panificio “Cantalupo” a consegnare loro un quintale di pasta, rilasciando
ricevuta intestata alla cosidetta “75a brigata Garibaldi Pietro Maffei”.
I fuori-legge erano in possesso di motocarro.
22 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 95, 22 novembre 1944, pp. 4-7
La situazione politica della Provincia non ha avuto mutamenti sostanziali.
La propaganda nemica continua ad essere attiva, con buon gioco sulla popolazione stanca
delle sofferenze della guerra.
Il problema che assilla è quello del riscaldamento. La legna è difficilmente trovabile;
non tutti riescono a capire che la penuria è provocata dalla deficienza dei mezzi di trasporto e dalla poco sicurezza delle zone ove essa si trova, quasi tutte infestate dai banditi.
La situazione dell’ambiente militare è poco chiara. La causa è da ricercarsi nel fatto che
i quadri lasciano a desiderare, soprattutto per preparazione professionale e per fede.
Troppi degli ufficiali in servizio lavorano con svogliatezza, alla ricerca del minimo dispendio delle energie col massimo utile; troppi cercano di schivare le responsabilità e di
non compromettersi.
Purtroppo, pochi lavorano con chiarezza di intendimenti e senza riserve mentali e solo
a questi si deve se la situazione riesce a mantenersi stabile.
Diserzioni non ne sono più avvenute, ma ciò si deve non sempre a un maggior senso
del dovere, ma soprattutto perché i militari non hanno il coraggio di affrontare la vita
della montagna, oppure perché la loro fede è vera, viva e sincera.
La propaganda antipatriottica, che purtroppo trova ancora molti aderenti, non si stanca
di attaccare l’esercito. […]
La propaganda antinazionale si infiltra in tutti i luoghi, nelle fabbriche nei laboratori,
negli uffici e svolge la sua opera nefanda e deleteria con l’aiuto palese della classe degli
intellettuali, che sono i veri agenti corruttori dell’opinione pubblica.
Di ogni fatto la responsabilità viene sempre addossata alle autorità tedesche e fasciste.
L’attività dei banditi è ancora diminuita perché sui monti ha già incominciato a nevicare.
Qualche sporadica azione senza importanza viene segnalata dalle zone pedemontane;
azioni isolate a scopo di rapina.
Notizie sui fuori legge e dislocazione delle bande.
-Valle del Cervo - ha il comando di un reparto il bandito Biscotti Vincenzo. A Ternengo
esisteva un comando di zona, ma dopo il rastrellamento operato dai tedeschi non ha più
dato segno di attività. Corre voce che si sia stabilito a Camandona.
Primeggia fra i caporioni certo Leviselli Pierino.
A Ronco, Candelo, Mottalciata, S. Damiano, Rialmosso operano elementi comunisti e
150
slavi. Il comando generale è al Bocchetto della Sessera che è direttamente a contatto
con la Valsesia - via Boscarola-Scoppello (sic). È fornito di armi pesanti. Dal Bocchetto
della Sessera è facile il collegamento colla valle Strona e fanno capo a Camandona e a
quelli della Valle Sessera di Trivero (sic).
- Valle Elvo - a Magnano è segnalato un gruppo di 400 elementi della brigata “Garibaldi”
in grigioverde, panno pesante con distintivo tricolore. A Cerrione Bessa un gruppo di
600 elementi della brigata “Mazzini” vestono grigioverde, cappello alpino, stemma: giustizia e libertà.
Mongrando, Zubiena, Borriana sono tutte controllate dalla banda della Bessa. Netro,
Donato, Andrate sono controllati tutti da banditi i quali sono molto ben equipaggiati ed
hanno armi automatiche. Nella zona della Bessa vi sono stati parecchi lanci da aerei di
armi, munizioni e viveri.
In questa zona esiste una vasta rete di fari segnalatori: a Cerrione trenta di questi sono
stati ricuperati.
È in corso un movimento di banditi in direzione di Mombarone e Nucrone [Mucrone] è
fatto divieto ai civili di inoltrarsi verso la zona montana).
La zona di Sordello [Sordevolo], Pollone, Oropa è completamente controllata da banditi dislocati sulle propaggini del Monte Nucrone (sic).
All’Albergo Savoia del Nucrone (sic) esiste un comando che tiene collegamento coi
gruppi della Valle del Lys (Gressonei, sic) e della Valle d’Aosta, si presume che anche le
bande della Bessa siano in collegamento con quelle della provincia di Aosta.
Il territorio che si estende da Saluzzola (sic) ad Andrate lungo la propaggine della Serra
si presta benissimo al lancio, da parte di aerei, di materiali ed uomini; esso è controllato
completamente dai banditi.
Si può affermare che nelle zone sopracitate vi siano dai 6 ai 7 mila banditi che possono
considerarsi tutti combattenti.
Nella zona del biellese e sulla Serra l’attività dei banditi è intensa.
Gli avio-rifornimenti da parte di aerei nemici sono cessati, anche a causa delle condizioni atmosferiche sfavorevoli.
(Vedasi “situazione grafica” allegata)6.
Notiziario politico interno n. 102, 6 dicembre 1944, p. 7
Il 22 nov. u. s., nella zona di Casanova Elvo, Collobianco (sic) e Valle dell’Asino, la
G.N.R. fermava cinque renitenti e disertori e otto favoreggiatori di banditi.
23 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 104, 10 dicembre 1944, p. 13
Il 23 nov. u. s., in Lenta, gruppi di banditi asportavano da abitanti del luogo complessivamente 21 Kg. di burro.
24 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 105, 13 dicembre 1944, p. 8
Dal 21 al 24 nov. u. s., in Lenta, banditi, in cinque successive incursioni, asportavano
dall’officina riserva Fiat notevole materiale per costruzione baracche, materiale elettri-
6
Datata 16 novembre, pubblicata in appendice.
151
co, una batteria per automobili e un raddrizzatore elettrico.
Notiziario politico interno n. 106, 14 dicembre 1944, p. 14
Il 24 nov. u. s., in Lenta, un gruppo di fuori-legge armati, presentatisi nella cascina di
proprietà dei fratelli Colombo, imponevano la consegna di un bovino di Kg. 350 circa.
25 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 101, 5 dicembre 1944, p. 9
Il 25 nov. u.s. militi della G.N.R. in collaborazione con soldati dell’esercito repubblicano, effettuavano un’operazione di rastrellamento nel comune di Santhià e nella frazione
Salomino del comune di Tronzano Vercellese.
In tale operazione erano perquisite numerose abitazioni e fermate 13 persone, di cui 3
fra renitenti e disertori e 10 per accertamenti.
Notiziario politico interno n. 105, 13 dicembre 1944, pp. 8-9
Il 25 nov. u. s., in Arborio alcuni banditi armati penetravano nel locale consorzio agrario asportando 62 quintali di grano.
Il 25 nov. u. s., in Lenta, alcuni banditi armati penetravano nel capannone numero 6
dell’officina Riserva Fiat asportando 4 lastre di vetro rigato.
26 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 102, 6 dicembre 1944, p. 6
Il 26 nov. u. s., fra le stazioni ferroviarie di Ponzana e Borgo Vercelli, numerosi banditi
fermavano un treno straordinario. Staccata la locomotiva e due carri, lanciavano questi
contro il treno, cagionando il deviamento di cinque.
Nessuna vittima; gravi danni al materiale.
Notiziario politico interno n. 105, 13 dicembre 1944, p. 8
I1 26 successivo gli stessi banditi asportavano ancora quintali 17 di grano e 2 di granone7.
Notiziario politico interno n. 106, 14 dicembre 1944, p. 14
I1 26 nov. u. s., in Arborio, un gruppo di fuori-legge armati, qualificatosi appartenente
alla 5a (sic, ma 12a) divisione d’assalto “Nedo” - 50a brigata - facevasi consegnare dai
Fratelli Costanzo 14 quintali di riso.
27 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 103, 8 dicembre 1944, p. 4
Il 27 nov. u. s., in Livorno Ferraris, tre fuori-legge armati, presentatisi nella riseria di
certo Luigi Busasca, imponevano la consegna di 81 quintali di riso che caricavano su
un autocarro in loro possesso.
Notiziario politico interno n. 105, 13 dicembre 1944, p. 9
Il 27 nov. u. s., alle 15,30, in Santhià, sei banditi armati si presentavano alla riseria
Vercellotti ed asportavano l’autocarro di proprietà di certo Carlo Angelino, obbligando
i camionisti Francesco Vanoli e Giuseppe Massara a seguirli. Recatisi quindi al pastificio Ferraro, facevansi consegnare quintali 25 di pasta. Gli stessi banditi asportavano
poscia Kg. 4,50 di burro e 100 di gorgonzola dal caseificio Comolli.
7
Seguito della notizia Arborio, 25 novembre 1944.
152
Notiziario politico interno n. 107, 16 dicembre 1944, p. 7
Il 27 nov. u. s., in Mosso S. Maria, banditi penetravano nel locale ufficio postale, asportando gli apparecchi telegrafici.
29 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 98, 29 novembre 1944, p. 10
Nei decorsi giorni, in Buronzo, banditi armati, in più riprese asportavano a persone del
luogo biancheria, generi alimentari e due conigli.
30 novembre 1944
Notiziario politico interno n. 99, 30 novembre 1944, p. 8
Vercelli. Il numero degli sbandati presentatisi in seguito al bando del Duce supera il
migliaio.
Notiziario politico interno n. 104, 10 dicembre 1944, pp. 12-13
In data imprecisata degli ultimi giorni di novembre u. s., in S. Germano Vercellese, i
fuori-legge asportavano dal magazzino approvvigionamenti FF.SS. lenzuola, federe per
cuscini, coperte di lana e tela. Mentre si allontanavano con la refurtiva i banditi erano
attaccati da un reparto della Legione “Muti” e dopo violento conflitto si allontanavano
lasciando sul terreno la refurtiva ed alcuni morti.
Nella terza decade del mese di nov. u. s., in Buronzo, banditi, in successive irruzioni,
asportavano ad abitanti del luogo complessivamente 120 quintali di riso, 50 di farina di
grano, 52 di farina di granoturco e 25 di burro.
Notiziario politico interno n. 105, 13 dicembre 1944, p. 9
Il 30 nov. u. s., in Vercelli, la G.N.R. arrestava un pericoloso fuorilegge, elemento di
collegamento tra bande armate.
Notiziario politico interno n. 108, 19 dicembre 1944, p. 8
Il 30 nov. u. s., in Arborio, un gruppo di banditi armati asportava 45 quintali di segala
dal magazzino del consorzio agrario, rilasciando ricevuta intestata: “1a divisione d’assalto Garibaldi”.
Notiziario politico interno n. 111, 24 dicembre 1944, p. 2
Nella seconda quindicina di novembre u. s., nel biellese, il battaglione d’assalto della
G.N.R. “Pontida” fronteggiava validamente l’aggressività particolarmente vivace dei
fuori-legge. Presidi isolati e colonne di rifornimento sostenevano o sventavano energicamente numerosi attacchi specialmente ad Alice Castello e Val Mosso (sic). Perdite
finora accertate da parte dei fuori legge: 14 catturati dieci morti e 6 feriti. Recuperate
armi e munizioni. Due legionari feriti.
fine novembre - primi di dicembre 1944
Notiziario politico interno n. 110, 22 dicembre 1944, p. 5
Negli ultimi giorni del mese di nov. u. s., e nei primi del corr. mese, banditi asportavano
dalle officine riserve “Fiat” di Lenta e Rosario [Roasio] 6 lettini in ferro, 6 pagliericci,
50 litri di nafta, coperte e altro materiale.
1 dicembre 1944
Notiziario politico interno n. 105, 13 dicembre 1944, p. 9
Il 1o corrente, nella zona di Salussola, la G.N.R. rastrellava due favoreggiatori di
153
fuori-legge e fermava 12 individui aventi obblighi di leva. Sequestrava 19 sacchi di grano.
Notiziario politico interno n. 108, 15 dicembre 1944, p. 8
Il 1o corr., alle 18,30, in S. Germano Vercellese due banditi armati si presentavano nell’abitazione di tale Romualdo Riva, imponendo a questi la consegna di un carro agricolo e un cavallo.
Recatisi quindi nel magazzino della ditta “Sapri”, dopo aver reso inservibile l’apparecchio telefonico, imponevano al dirigente la consegna di 500 tele di juta, per un valore
complessivo di circa L. 50.000, che caricavano sul carro precedentemente rubato.
4 dicembre 1944
Notiziario del 5 gennaio 1945, p. 13, CR
Il 4 dicembre u. s., in Trino Vercellese, militi dell’U.P.I. della G.N.R. arrestavano certo
Domenico GRAZIANO, per detenzione abusiva di due rivoltelle.
4-5 dicembre 1944
Notiziario politico interno n. 110, 22 dicembre 1944, p. 5
Il 4 corr., in Arborio, alcuni banditi armati asportavano dal magazzino del consorzio
circa 100 quintali di segala.
Il giorno successivo, gli stessi banditi si impossessavano di un suino di proprietà di
certo Zanazzo.
Il 4 e il 5 corr., in Ghislarengo, banditi rapinavano due coloni di un bovino ciascuno.
5 dicembre 1944
Notiziario politico interno n. 101, 5 dicembre 1944, pp. 7-9
Si nota sintomi di una certa ripresa. Il rastrellamento con importanti forze in corso nel
vicino Monferrato ha influito beneficamente sul morale delle popolazioni le quali non
nascondono il loro profondo malcontento per i sistemi di rapina e di delitto usati dalle
bande dei fuori legge.
Gli agricoltori che formano la massa principale della popolazione della provincia, cominciano a sentire il bisogno di una difesa attiva del propri beni e delle persone. Infatti
i proprietari di una cascina hanno reagito con decisione e prontezza ad attacchi di fuori
legge, alcuni dei quali sono stati disarmati, due uccisi e gli altri messi in fuga.
Le dimostrazioni di forza dei reparti repubblicani nei riguardi dei banditi influiscono in
senso positivo sulla ripresa morale della popolazione agricola.
Il clero si mantiene ostile alla repubblica e alle sue istituzioni.
La situazione economica permane immutata.
La borsa nera continua a essere validamente combattuta dalle autorità provinciali.
È molto lamentata dalla popolazione la mancanza della legna.
La situazione militare è in via di normalizzazione.
Gli ufficiali e la truppa incominciano a sentire la necessità per la loro stessa dignità, di
assumere un atteggiamento ben definito, chiaro e leale.
Con elementi del Vl Comando Militare Provinciale è stato costituito un reparto di volontari, di circa 100 uomini, compresi gli ufficiali, che sarà impiegato in azioni contro
i banditi.
Nonostante l’intensa propaganda nemica, molto entusiasmo suscita fra i soldati la salda resistenza delle forze germaniche su tutti i fronti di lotta.
154
L’attività sovversiva e antinazionale si mantiene sempre attiva.
Essa si rivolge in preferenza ai militari e alle classi proletarie e cerca con tutti i mezzi di
mitigare il terribile effetto, sia materiale che morale, prodotto dall’impiego della nuova
arma segreta germanica “V2”.
L’attività dei banditi è stata alquanto limitata e sono state effettuate per lo più azioni di
rapina. Il freddo delle montagne costringe i fuori legge ad azioni a raggio limitato, anche perché dispongono di cattivo equipaggiamento e non sono più regolarmente rifornite, come per il passato, dagli aerei.
Gli attacchi portati dalle forze della Brigata Nera e da reparti della G.N.R. dimostrano
una sempre maggiore tendenza delle bande a non accettare il combattimento e darsi alla
fuga appena sono a contatto con le forze repubblicane.
La parte pianeggiante e premontana della provincia è in gran parte sotto il controllo delle
forze armate italiane e germaniche le quali effettuano azioni di rastrellamento senza sosta.
Notiziario politico interno n. 108, 19 dicembre 1944, p. 8
Il 5 corr., nel tratto della rotabile Stroppiana-Pezzana, i fuori-legge, a scopo di sabotaggio, asportavano 600 metri di filo e 4 pali della linea telegrafica.
8-9 dicembre 1944
Notiziario politico interno n. 108, 19 dicembre 1944, p. 9
L’8 e il 9 corr., in Occhieppo Superiore, un reparto della G.N.R. in rastrellamento uccideva 3 fuori-legge e ne feriva un altro. Tre legionari feriti.
12 dicembre 1944
Notiziario politico interno n. 110, 22 dicembre 1944, p. 5
Il 12 corr., in Santhià, banditi armati prelevavano il milite scelto Antonio Trussi, della
G.N.R. Ferroviaria.
13 dicembre 1944
Notiziario politico interno n. 105, 13 dicembre 1944, pp. 34-37
Dalla verifica della corrispondenza si è rilevato:
In generale:
- una ripresa di espressioni e manifestazioni di sentimenti patriottici e di fervore combattivo da parte di militari. Anche fra i civili appaiono segnalazioni di senso di italianità
con chiari cenni alla dottrina e alla pratica del fascismo. Così, d’altro lato, appaiono
segni di avversione e di sdegno contro l’invasore.
- Espressioni di diffidenza e di sfiducia nelle nostre istituzioni sociali denunciano la mancanza di una adeguata decisa opera di propaganda che valga a convogliare i più sani
fermenti verso la nostra concezione politica e sociale e dare una compiuta coscienza e
fierezza d’italianità.
In proposito si progettano forme popolari di propaganda con la costituzione di squadre
di giovani combattenti e di invalidi e mutilati di guerra che vanno a parlare, brevemente
e senza retorica, in ritrovi pubblici, sulle piazze, nei mercati, nelle scuole di ogni grado
e di ogni specie e fra le maestranze dei vari opifici, della necessità di essere tutti uniti
per la rinascita ed il prestigio della Patria.
- Il ribellismo non ha più seguito ed è riprovato e condannato. Generale consenso e
approvazione per l’azione intrapresa a debellarlo. Le rigide misure in proposito adottate
155
trovano plauso, commentandosi con esecrazione le forze di brigantaggio con rapine e
con altri delitti compiuti dai banditi.
- Continuano le segnalazioni di vertiginosi aumenti di prezzi e di scarsità di generi per
l’alimentazione e per il vestiario con il conseguente intensificarsi del mercato nero. A
Milano il ceto impiegatizio ne è disperato e invoca l’intervento delle autorità affinché
operi la possibile eliminazione di esso, condannando a morte i responsabili.
- Il lavoro obbligatorio riscuote sempre più credito sia quello effettuatosi in Germania
che quello in Italia.
In particolare:
- Lettere di sbandati chiedono con visibile ansia sovvenzioni specie di corredo denunciando la dura vita che devono vivere.
- A Roccapietra - Vercelli - da un mese non si dà più pane. Gli abitanti vengono taglieggiati con un minimo di lire 100 i poveri e con oltre lire 1000 gli altri. Le somme vengono
riscosse casa per casa dal parroco che deve rimetterle affinché la popolazione si salvi.
- A Viverone (Vercelli): azioni di fuori legge contro i tedeschi che si abbandonano a rappresaglie; nella stessa Viverone e paesi vicini: Cavagliaro e Ropolo [Cavaglià e Roppolo] autentici delinquenti, inoltre assalgono i passanti e, con la, maschera sul volto e la
rivoltella in pugno, si fanno consegnare i portafogli. Per mancanza di protezione e di
tutela dell’ordine pubblico nei paesi indicati ed anche perché si presume che in caso di
ritirata i tedeschi non faranno resistenza a Milano, ma bensì nel quadrilatero di Verona,
gli sfollati ritornano a Milano. […]
Notiziario politico interno n. 123, 18 gennaio 1945, p. 11
Il 13 dic. u. s., in Cadulo [Candelo], numerosi banditi attaccavano i militi della G.N.R.
di guardia presso lo stabilimento “Piaggio”.
I legionari reagivano prontamente ed energicamente riuscendo a mettere in fuga i banditi che lasciavano sul terreno 4 morti e 3 feriti.
Un legionario rimaneva ferito.
16 dicembre 1944
Notiziario politico interno n. 107, 16 dicembre 1944, pp. 4-7
La situazione politica della provincia continua ad essere soddisfacente.
Si notano vari sintomi di ripresa morale nella popolazione, causati dalle continue dimostrazioni di forza che, in questi ultimi tempi, hanno dato nel territorio della provincia le
Forze Repubblicane.
Il clero continua a mantenere un atteggiamento pacifista, più propenso a scusare le
malefatte dei banditi, che non ad approvare le giuste repressioni delle forze dell’ordine.
La situazione economica è rimasta immutata.
Il problema principale rimane sempre quello del riscaldamento.
Si nota una sempre maggior fiducia verso le Forze Armate; ciò per il fatto che i reparti
in armi cominciano a seguire una linea di disciplina e responsabilità.
La rigida ed accanita difesa germanica su tutti i fronti ha molto influito sul morale delle
truppe, che incominciano a dimostrare buona volontà e coraggio.
L’attività sovversiva e antinazionale è sempre intensa.
Essa svolge principalmente la sua opera deleteria tra le classi proletarie. Artefici ne sono
gli intellettuali e parte rilevante del clero che mantiene un atteggiamento assenteista e
ambiguo.
156
Notizie sui fuori legge e dislocazione delle bande.
- Valle del Cervo. Non si sono registrati spostamenti degni di rilievo; vengono però segnalati frequenti passaggi di banditi in tutti i comuni e ciò è dovuto al fatto che i gruppi
di alta montagna scarseggiano di alimenti e di indumenti e mandano i loro emissari verso il piano per gli approvvigionamenti.
Anche nei dintorni di Biella vengono segnalati tali passaggi, che si verificano molto vicini ai posti di blocco, situati alla periferia della città.
- Valle dell’Elvo. Anche in questa valle non si segnalano modifiche sostanziali nella dislocazione dei gruppi di banditi.
Verso le pendici del Mombarone, sul versante verso la valle di Aosta, sono stati notati
movimenti di elementi provenienti dalla detta valle che tendono a riunirsi con i fuori
legge della zona del biellese, ove sono sicuri di trovare appoggi fra la popolazione, notoriamente di sentimenti sovversivi.
In entrambe le vallate il controllo della zona è praticamente nelle mani dei banditi che
giungono fino alle porte della città di Biella indisturbati.
Infatti sulle tranvie che portano alla città provenienti da Mongrando e da Andorno, squadre
di fuori-legge quasi giornalmente effettuano il controllo di documenti personali dei viaggiatori.
- Zona Piana del Comune di Salussola. Anche in questa zona, elementi scesi dalle pendici della Serra, ove vi sono nuclei discretamente numerosi, si sono riuniti nella frazione Arro del Comune di Salussola un numero di 150, che risultano in comunicazione coi
banditi dislocati verso Massazza e Mottalciata.
- Zona Saluggia - Livorno Ferraris. In seguito alle operazioni di rastrellamento effettuate nella zona del Monferrato e in Saluggia, i fuori-legge sono stati dispersi ed hanno
lasciato libera la plaga Saluggia - Livorno Ferraris.
Verso Cigliano non hanno più la possibilità di concentrarsi, data la presenza di un nostro presidio.
- Zona di Trino Vercellese. In questa zona, in seguito ai rastrellamenti eseguiti e a quelli
in corso sia nel Monferrato, sia nella zona di Trino, i nuclei vaganti di fuori-legge che
infestavano le campagne sono stati di molto diradati. La reazione di alcuni capi di aziende agricole favorisce lo sbandamento di tali nuclei.
- Zona Balocco - Casanova Elvo - Olcenengo. Il risultato dei rastrellamenti è stato soddisfacente, tanto che i gruppi di fuori-legge, già dislocati nei dintorni di Balocco, Casanova Elvo, Oldenico, sono stati eliminati.
- Zona di Rosario [Roasio]. È stata segnalata una nuova formazione di banditi, composta di 200 uomini provenienti dalla valle Sessera attraverso la Coggiolasca. Detta formazione è a contatto con i banditi esistenti nelle pianure viciniori e specialmente con
quelle di Arborio, che risulta essere il centro principale di raccolta notizie per quanto
riguarda la situazione generale del capoluogo della provincia.
(Vedasi “Situazione grafica” allegata)8.
Notiziario dell’8 gennaio 1945, p. 15, AR-CR
Il 16 dicembre u. s. in Vercelli, militi dell’U.P.I. della G.N.R. arrestavano il fuori legge
Alfredo FERRARA.
8
Datata 8 dicembre, pubblicata in appendice.
157
17 dicembre 1944
Notiziario politico interno n. 124, 20 gennaio 1945, p. 6
Il 17 dic. u. s., in Ghislarengo, due sconosciuti armati, saliti sul treno Biella-Novara,
chiedevano i documenti di riconoscimento ad alcuni viaggiatori.
19 dicembre 1944
Notiziario dell’8 gennaio 1945, p. 13, AR-CR
Il 19 dicembre u. s. in Ghislarengo, un gruppo di banditi armati asportava dalla cascina
di certo Giovanni OPPEZZO un bovino.
20 dicembre 1944
Notiziario del 5 gennaio 1945, p. 12, AR-CR
Nella seconda decade del mese di dicembre u. s., in Roasio, banditi asportavano dalle
officine riserva Fiat. materiale per costruzione baracche, oggetti di casermaggio, stoviglie e generi alimentari.
22 dicembre 1944
Notiziario dell’8 gennaio 1945, p. 13, AR-CR
Il 22 dicembre u. s., alle ore 19, in Greggio, fuori legge armati, penetrati nella cascina
di certo Pietro RANGHINO, costringevano questi a consegnare loro un bovino.
I banditi, nell’allontanarsi, rilasciavano al derubato un “buono di prelievo” intestato alla
12a divisione d’assalto Garibaldi.
23 dicembre 1944
Notiziario del 4 gennaio 1945, p. 10, AR-CR
Il 23 dicembre u. s., fra le stazioni ferroviarie di Gattinara e Romagnano Sesia, banditi
danneggiavano due campate di rotaie e asportavano 40 traverse e il materiale di armamento.
Notiziario dell’8 gennaio 1945, pp. 14-15, AR-CR
Il 23 dicembre u. s., verso le ore 23 (?), lungo la strada Greggio-Balocco, al transito di
un autocarro, con a bordo 27 (?) militari, che si recavano in licenza a Milano, brillava
una mina, collocata da fuori legge.
Si deplorano 6 morti e 10 feriti.
Il 23 dicembre u. s., alle ore 19,15, in Santhià, tre fuori legge armati facevano irruzione
in un caffè della periferia.
Dopo aver intimato ai presenti di alzare le braccia aprivano il fuoco, uccidendo un sottufficiale germanico; due civili e un soldato germanico riportavano ferite di una certa
entità.
I fuori legge, disarmati i due militari tedeschi, si allontanavano.
Il 23 dicembre u. s., in Vercelli, militi dell’U.P.I. della G.N.R. arrestavano certo Atos
(...?), appartenente a bande di fuori legge.
Notiziario politico interno n. 124, 20 gennaio 1945, p. 6
Il 23 dicembre u. s., in Gaglianico, una pattuglia di militi del battaglione “Pontida” era
assalita da un forte gruppo di banditi.
Nel conflitto seguitone un milite era ucciso e un secondo gravemente ferito. Un altro
milite, componente la pattuglia, era catturato.
158
25 dicembre 1944
Notiziario dell’8 gennaio 1945, p. 13, AR-CR
Il 25 dicembre u. s., alle ore 10, in Sordevolo, due banditi armati, asportavano dalla
rimessa di certo Dino PIVASO un autocarro.
26 dicembre 1944
Notiziario politico interno n. 125, 22 gennaio 1945, p. 3
Nella notte sul 26 dic. u. s., fra le stazioni ferroviarie di Santhià ed Arona, banditi danneggiavano tre campate di binario e asportavano 40 traverse.
27 dicembre 1944
Notiziario politico interno n. 124, 20 gennaio 1945, p. 6
Il 27 dic. u. s., in Crosa, una colonna del battaglione “Pontida” era violentemente attaccata da numerose bande di fuorilegge. L’immediata reazione del reparto, metteva in fuga
i banditi causando agli stessi sicure perdite non accertate. Da parte nostra un ferito.
28 dicembre 1944
Notiziario del 5 gennaio 1945, p. 12, AR-CR
Il 28 dicembre u. s., in Livorno Ferraris, circa 40 banditi armati, a bordo di un autocarro, si presentavano al magazzino degli ammassi e, sotto la minaccia delle armi, si facevano consegnare 20 fusti di gasolio di kg. 170 caduno.
Notiziario politico interno n. 123, 18 gennaio 1945, p. 12
Il 28 dic. u. s., in Sandigliano, banditi armati, presentatisi all’abitazione di certo Vincenzo Costanzo, costringevano questi a consegnare loro 2 quintali di grano.
Notiziario politico interno n. 124, 20 gennaio 1945, p. 6
Il 28 dic. u.s., in Marzano [Muzzano], banditi assalivano il locale presidio composto da
militi del battaglione “Pontida”. I militi reagivano prontamente, mettendo in fuga gli attaccanti che lasciavano sul terreno un morto e due feriti.
29 dicembre 1944
Notiziario politico interno n. 123, 18 gennaio 1945, p. 11
Il 29 dic. u. s., in Vigliano Biellese, due banditi armati, penetrati nei locali dell’ufficio
comunale, asportavano una macchina da scrivere.
30 dicembre 1944
Notiziario del 4 gennaio 1945, p. 27, UO
Il 30 dicembre u. s., in BRESCIA, elementi della G.N.R. e della Polizia Repubblicana
arrestavano il noto collaboratore di “radio baita” Franco BOGGIO, soprannominato
“Filarello”. Il Boggio è stato tradotto a Vercelli.
Notiziario del 5 gennaio 1944, p. 26, Errata corrige
L’arresto del noto collaboratore di “radio baita” Franco Boggio, segnalato nel notiziario
del 4 corrente (pagina 27), è stato operato in BIELLA (VERCELLI) e non a BRESCIA.
31 dicembre 1944
Notiziario politico interno n. 123, 18 gennaio 1945, p. 11
Nell’ultima decade del mese di dicembre u. s. banditi asportavano dalle officine riserva
159
Fiat di Lenta e Rovasenda materiale elettrico, materiale di casermaggio e una bicicletta.
Notiziario politico interno n. 125, 22 gennaio 1945, p. 3
Il 31 dic. u. s., in Ghislarengo, due fuori legge armati asportavano dalla cascina dei
fratelli Opezzo due bovini.
1 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 128, 28 gennaio 1945, p. 2
Il 1o corr., aerei germanici bombardavano e mitragliavano la zona di Bocchetto di Sessera e Ponzone, cagionando sensibili perdite fra i fuori legge, i quali, credendoli apparecchi anglo-americani, avevano accesi i soliti fuochi in attesa di lanci.
2 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 128, 28 gennaio 1945, p. 2
Il 2 corr., nella zona di Cigliano, un plotone del battaglione G.N.R. “Pontida”, durante
un’operazione di rastrellamento, catturava due ex prigionieri inglesi.
Il 2 corr., in Andorno Micca, una pattuglia del battaglione G.N.R. “Pontida” arrestava
un renitente.
Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, banditi attaccavano il locale presidio della G.N.R.
I militi reagivano energicamente, mettendo in fuga i fuori legge.
Cadeva in combattimento il legionario Giovanni Buda.
Non accertate le perdite avversarie.
3 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 123, 18 gennaio 1945, p. 10
Il 3 corr., fra le stazioni di Avigliana [Vigliano Biellese] e Cossato, banditi, staccata la
locomotiva del treno 16 fermo al Km. 48, per altro atto di sabotaggio, la lanciavano
contro il convoglio, che si metteva in moto, fermandosi poco prima della stazione di
Masserano. Gravi danni al materiale rotabile.
4 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 124, 20 gennaio 1945, p. 5
Il 4 corr., nel territorio di Vercelli, aerei nemici mitragliavano fortemente, da bassissima
quota, le batterie contraerei della divisione “Etna”. Non si lamentano perdite. Due apparecchi nemici erano abbattuti.
5 gennaio 1945
Notiziario del 5 gennaio 1945, pp. 7-8
Notizie sui fuori legge e dislocazione delle bande. La situazione del biellese sta diventando precaria e lo stato d’animo della popolazione è molto agitato.
In occasione di aviorifornimenti lanciati nelle giornate del 22 e 23 dicembre presso la
Serra (zona da Donato, Graglia, Cerrione) sarebbe stata lanciata anche la somma di 70
milioni di lire.
Tutti coloro che vivono al di la dei posti di blocco di Biella, Cossato e Valle Mosso sono
concordi nell’affermare che il biellese è ormai un covo di armati.
Le strade e i ponti sono minati, i punti di obbligato passaggio celano ovunque nidi di
resistenza che dispongono, oltre che di mitragliatrici, anche di mortai. La popolazione
160
soggiace, simulando simpatia per i fuori legge, specie nella Val Sessera (zona di Coggiola e Crevacuore).
Da Mosso S. Maria a Trivero (zona a nord-est di Valle Mosso e direzioni relative fino a
Pettinengo, con appoggio naturale al Monte Rubello, dalla cui vetta si domina la piana
di Biella e le zone di Bioglio, Piatto, Ternengo, Ronco Biellese, Zumaglia che diramasi
poi verso Vaglio Chiavazza) e da Trivero, verso il Bocchetto di Sessera (passo che serve di collegamento con i gruppi operanti a nord di Varallo che, se braccati possono
defluire verso le montagne del biellese) è popolato tutto di bande che in questi ultimi
mesi hanno avuto modo di rafforzarsi.
Notiziario politico interno n. 126, 24 gennaio 1945, p. 5
Dal 29 dic. u. s. al 5 corr., in Lenta, gruppi di fuori legge asportavano, in diverse riprese, dalle officine riserve della “Fiat” 69 coperte di lana, 5 matasse di cavo di metri 350,
11 casse di liquori, 11 kg. di salumi ed oggetti vari.
Il 5 corr. nella zona Balocco - Buronzo - Formigliana, due plotoni dell’O.P. della G.N.R.
in operazione di rastrellamento, catturavano diversi renitenti e disertori.
6-7 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 123, 18 gennaio 1945, pp. 11-12
Il 6 corr., militi della G.N.R. con la collaborazione di soldati dell’Esercito Repubblicano
durante un’operazione di rastrellamento effettuata in località “Cascina (sic) S. Giacomo” catturavano il fuori legge Domenico Gaspero, armato di sten.
Il giorno successivo, il bandito era passato per le armi nel cimitero di Vercelli.
9 gennaio 1945
Notiziario del 24 gennaio 1945, p. 15, AR-CR
Il 9 corrente, in S. Germano Vercellese, banditi asportavano dai locali della “Società
anonima magazzini generali” filo telefonico.
10 gennaio 1945
Notiziario del 24 gennaio 1945, p. 15, AR-CR
Il 10 corrente, in Ghislarengo due banditi armati asportavano dalla rivendita di generi di
monopolio di certa Maria CASAZZO Kg. 30 di sale.
12 gennaio 1945
Notiziario del 24 gennaio 1945, p. 16, AR-CR
Il 12 corrente, nei pressi di Saluggia, una pattuglia della G.N.R. si scontrava con un
gruppo di fuori legge. Nel conflitto era ferito un bandito che, successivamente, veniva
catturato.
Notiziario politico interno n. 126, 24 gennaio 1945, p. 6
Il 12 corr., ha avuto inizio una vasta azione di rastrellamento nella zona del Biellese.
Dalle prime notizie pervenute, risulta che nei primi scontri, verificatisi nella località di
Balma e Piedicavallo, i banditi hanno riportato le seguenti perdite: 12 morti, 12 feriti e
30 catturati.
All’azione partecipano, tra l’altro il battaglione “Pontida”, della divisione “Etna”, e vari
reparti della G.N.R..
Riserva di ulteriori notizie.
161
Notiziario politico interno n. 134, 9 febbraio 1945, p. 4
Il 12 genn. u. s., il Comando Provinciale della G.N.R. di Vercelli denunciava al tribunale
penale certo Giovanni Berzonetto, a piede libero, per commercio in preziosi.
13 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 128, 28 gennaio 1945, p. 3
Il 13 corr., in località Massazza, lungo la rotabile Vercelli-Biella, banditi attaccavano
un’autovettura della gendarmeria germanica, uccidendo un capitano e un maresciallo.
14 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 123, 18 gennaio 1945, p. 11
Il 14 corr. in Castellazzo [Cossato], una pattuglia della G.N.R. del battaglione “Pontida”, nel procedere alla perquisizione di alcuni borghesi sospetti, era fatta segno al lancio di bomba a mano da parte di due banditi che cercavano di sottrarsi alla perquisizione.
I due fuori legge, che erano in possesso di altre 6 bombe a mano, venivano uccisi in
seguito all’immediata reazione della pattuglia.
Notiziario del 24 gennaio 1945, pp. 15-16, AR-CR
La sera del 14 corr., in Cossila banditi prelevavano ed uccidevano la figlia dello squadrista BELLINI.
Il 14 corrente, in S. Germano Vercellese, alcuni banditi armati penetravano nella rivendita di generi di monopolio di tale Pierino ROGGETTO, donde asportavano Kg. 2 di
tabacchi.
Notiziario del 6 marzo 1945, pp. 18-19, AR-CR
Il 14 gennaio u. s. in Valdengo, un plotone del battaglione Montebello ed una squadra
della MUTI effettuavano un rastrellamento per il recupero di mine poste da fuori legge.
Durante l’operazione un milite della MUTI provocava l’esplosione di 6 mine che lo
ferivano insieme con un legionario.
15 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 131, 3 febbraio 1945, p. 7
Il 15 gennaio u. s., nella zona Castelletto e Fiume Cervo, la compagnia O.P. di Vercelli
nel corso di un rastrellamento in cooperazione con reparti germanici, si scontrava con
un gruppo di fuori legge che, dopo nutrita fucileria, si dava alla fuga. Da parte avversaria si avevano 7 morti di cui 2 presunti, alcuni feriti e un prigioniero armato.
Venivano pure rastrellati 9 renitenti e disertori.
15-16 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 131, 3 febbraio 1945, p. 1.
Nei giorni 15 e 16 genn., u. s., avuta notizia che il ponte sull’Elvo, posto oltre la stazione di Carisio era stato riattivato, il reparto approvvigionamenti in accordo col Verbindungsmann F.R. Abt. 3, procedeva ad effettuare lo sgombero dei materiali ferroviari
decentrati nelle stazioni di Carisio e Buronzo.
Complessivamente erano caricati 6 carri di prezioso materiale costituito in maggior parte
da feltri per la lubrificazione dei veicoli, tubi flessibili di gomma e pezzi di ricambio per
veicoli in genere.
162
16-17 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 135, 11 febbraio 1945, p. 8
Il 16 e 17 genn. u. s., in Zimone - Cecione [Cerrione] e Magnano, una compagnia mista
G.N.R. e polizia germanica effettuava un rastrellamento contro un concentramento di
oltre 500 fuori legge armati di abbondanti armi automatiche e pesanti di fanteria.
In violento combattimento protrattosi per alcune ore il reparto di formazione riusciva a
fugare il nemico, che abbandonava 12 morti, mentre per dichiarazione della popolazione i feriti sono numerosi.
Durante il rastrellamento venivano rinvenute le salme di 4 militari germanici e di due
militi della G.N.R. di Varese, che sono state tumulate nel cimitero di Biella.
17 gennaio 1945
Notiziario del 21 febbraio 1945, p. 12, V
Il 17 gennaio u. s. alle ore 17, in Biella, località Balma, una pattuglia della divisione “Etna”
rinveniva 4 zaini contenenti dinamite e 4 moschetti.
Notiziario politico interno n. 142, 26 febbraio 1945, p. 5
Il 17 genn. u. s., in Biella, località Serra, legionari della divisione “Etna”, in collaborazione con truppe germaniche, catturavano tre inglesi di cui uno rivestiva il grado di
maggiore.
Il 17 gennaio u.s., alle ore 20, in Muzzano, località Graglia, una pattuglia della divisione
“Etna” si scontrava con un gruppo di fuori-legge. Nel conflitto un bandito era ucciso.
Nessuna vittima da parte dei militi.
19 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 142, 26 febbraio 1945, p. 5
Il 19 genn. u. s., in Chiavazza, legionari della divisione “Etna” fermavano un renitente
ed una donna appartenente al comitato giovanile della libertà.
21 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 143, 28 febbraio 1945, p. 10
Il 21 genn. u. s., in Ronco Biellese, a Ternego (sic) la compagnia O.P. del comando
provinciale effettuava una operazione di rastrellamento catturando 12 disertori e ricuperando vario materiale di casermaggio.
22 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 125, 22 gennaio 1945, pp. 1-2
Novara. L’attività dei banditi continua ad esplicarsi in prelievi di appartenenti alle forze
armate, ostacoli ai raduni del bestiame, in atti di sabotaggio, in ruberie e soprusi.
Forti rifornimenti aviolanciati sono stati effettuati nella zona di Gattinara, tali rifornimenti hanno elevato il morale dei fuori legge, che stanno riorganizzandosi in bande
compatte come per il passato, ma con maggior armamento e disponibilità di mezzi. [...]
Notiziario politico interno n. 142, 26 febbraio 1945, p. 6
Il 22 genn. u. s., in Ponte Cervo, legionari della divisione “Etna”, in servizio al posto di
blocco, catturavano un fuori legge.
Lo stesso, mentre era accompagnato al carcere, tentava la fuga ed era ucciso dai militi
di scorta.
163
Notiziario del 6 marzo 1945, p. 19, AR-CR
Dal 15 al 22 gennaio u. s., la compagnia mitraglieri del battaglione Montebello effettuava un ciclo operativo nel biellese, sostenendo diversi scontri con elementi fuori legge.
Durante le operazioni venivano catturati 6 banditi e un bersagliere disertore.
Notevole è stato il bottino catturato in armi, esplosivi materiale sanitario, generi alimentari e due automobili.
24 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 128, 24 gennaio 1945, pp. 4-5
Notizie sui fuori legge e dislocazione sulle bande.
Il comando dei fuori legge, situato a Camandona, ha nella sua giurisdizione anche la
vallata del Cervo. A Bocchetto della Sessera risultano aumentate le postazioni di armi
pesanti, dato il rifornimento ricevuto a mezzo di aerei, che, per diverse notti, hanno
sorvolato la zona ed effettuato abbondanti lanci di viveri, armi e munizioni.
Nella valle dell’Elvo non si sono verificati movimenti degni di rilievo ad eccezione dello
spostamento di alcuni reparti in seguito alle voci che da tempo corrono circa un rastrellamento che verrebbe effettuato in tutta la zona del biellese.
Detti reparti si orientano verso il Monferrato, transitando per il ponte di Crescentino,
non presidiato.
Parte dei fuori legge che si trovavano nell’alta provincia (zona di Balocco - Arborio Lenta - Gattinara - Masserano - Curino), si sono portati a sud, occupando la località di
Masserano e allargando quella di Curino. Inoltre un gruppo di 500 uomini si è stabilito
nei pressi di Lenta verso Ghislarengo.
Nella zona di Arborio - Lenta e Balocco essi operano requisizioni in grande stile di bestiame e generi alimentari.
Il sorvolo della zona da parte di apparecchi nemici e relativi lanci di materiale vario fa
pensare che i banditi attendono con sicurezza il giorno del rastrellamento.
Essi hanno rafforzato i loro posti di blocco e presidi in maniera tale da opporre un’accanita resistenza.
Il materiale bellico lanciato in tutta la zona è ingente.
Risulta che sono stati lanciati ai ribelli anche alcuni pezzi di artiglieria e mortai oltre ai
viveri, munizioni ed armi automatiche in grande quantità.
Nei pressi di Bocchetto di Sessera sono stati lanciati considerevoli quantitativi di medicinali atti ad attrezzare le unità sanitarie.
(Vedi “situazione grafica” allegata)9.
Notiziario politico interno n. 132, 5 febbraio 1945, p. 8
Il 24 genn. u. s., in Quinto Vercellese, durante un’operazione di rastrellamento, effettuata da un reparto della G.N.R., in seguito a mitragliamento nemico aereo, il brigadiere
della G.N.R. Giacomo Lorenzini decedeva.
25 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 131, 3 febbraio 1945, p. 7
Il 25 genn. u. s., alle 6,30, in Santhià, nella stazione ferroviaria, sei fuori legge esegui-
9
Datata 6 gennaio, pubblicata in appendice.
164
vano di sorpresa una sparatoria negli uffici telegrafo, dandosi poi alla fuga.
Un ferroviere germanico era ucciso.
26 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 143, 28 febbraio 1945, p. 8
Il 26 genn. u. s., nei pressi di Curino, un reparto della G.N.R. rinveniva il cadavere di
tale Pasquero, madre di due legionari della G.N.R.
La donna era stata prelevata dai fuori-legge nella prima settimana di gennaio.
27 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 136, 13 febbraio 1945, p. 7
Il 27 genn. u. s., alle 21, in Quinto Vercellese, 4 fuori legge armati prelevavano dalla
propria abitazione il sergente Umberto Romanato, della divisione “S. Marco”.
Notiziario del 18 febbraio 1945, p. 16, AR-CR
Il 27 gennaio u. s., I’U.P.I. del comando provinciale di Vercelli denunciava, al tribunale
speciale per la difesa dello Stato, 4 donne e 3 uomini, uno dei quali latitante, responsabili di attività comunista e di appartenenza al “Fronte della gioventù”.
29 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 136, 13 febbraio 1945, pp. 7-8
Il 29 genn. u. s., I’U.P.I. del comando provinciale G.N.R. di Vercelli denunciava, in
istato di arresto, al tribunale speciale per la difesa della Stato tale Giuseppe Boschetti,
appartenente a bande di fuori legge.
Il 29 genn. u. s., in Asigliano, una pattuglia del comando provinciale G.N.R. di Vercelli
effettuava un rastrellamento allo scopo di catturare renitenti e disertori di quel comune.
Invitati i genitori a firmare una dichiarazione con la quale s’impegnavano a far presentare i rispettivi figlioli, se ne otteneva un netto rifiuto in seguito al quale 17 familiari
maschi di renitenti e disertori erano fermati.
Venivano sequestrate due biciclette.
Il mattino del 29 genn. u. s., in Borgo Vercelli, una compagnia di formazione del comando provinciale effettuava un rastrellamento, durante il quale venivano fermati tre
disertori e 3 renitenti. Era sequestrata una bicicletta.
30 gennaio 1945
Notiziario del 30 gennaio 1945, p. 10, AR-CR
Un reparto del gruppo corazzato “M” “Leonessa” della G.N.R. partecipa con un carro
armato e un’autoblinda ad un’operazione di rastrellamento nel territorio di Varallo Sesia
in appoggio di reparti tedeschi; con un carro armato M/13 a rastrellamenti in territorio
di Gravellona Toce.
Il 30 genn. u. s., fra le stazioni ferroviarie di Santhià e Tronzano, banditi, mediante
cariche esplosive, danneggiavano i binari.
Notiziario politico interno n. 134, 9 febbraio 1945, pp. 4-5
Il 30 genn. u. s., in Livorno Ferraris, alcuni banditi armati penetravano nella stazione
ferroviaria ove distruggevano gli apparati di blocco e telegrafici-telefonici.
Successivamente facevano scoppiare alcuni ordigni fra detta stazione e quella di Pianzè [Bianzè], danneggiando i binari.
165
31 gennaio 1945
Notiziario politico interno n. 136, 13 febbraio 1945, pp. 7-8
Il 31 genn. u. s., fra le stazioni ferroviarie di S. Germano Vercellese e Olcenengo, e
precisamente al km. 65, banditi, mediante cariche esplosive facevano saltare entrambi
i binari.
Il 31 genn. u. s., in Caresanablot e Quinto Vercellese, una compagnia di formazione
della G.N.R. effettuava una azione di rastrellamento, durante la quale venivano fermate
3 persone, la cui posizione militare risultava alquanto dubbia.
Notiziario politico interno n. 145, 4 marzo 1945, p. 8
Dal 15 al 31 genn. u. s., elementi del battaglione d’assalto “Pontida” in rastrellamento
nella zona del biellese arrestavano sei renitenti e 12 persone sospette di appartenenza al
comitato di liberazione nazionale nonché tre individui autori di furto.
Inoltre in combattimento uccidevano tre fuori-legge.
Nessuna perdita da parte nostra.
Il 3o battaglione RAP ha portato a termine l’azione di rastrellamento, iniziata il 30 gennaio u. s., in collaborazione con reparti italiani e germanici, nelle zone di Bonato (?),
Santhià e Vestignè.
In località Tina Canavese il nostro reparto si scontrava con un forte nucleo di banditi
che veniva posto in fuga dopo accanito combattimento.
Perdite inflitte: due banditi uccisi e 10 feriti. Da parte nostra un ferito.
Recuperato: un mortaio da 45, 15 Stein, una carretta con due cavalli e munizioni.
Un altro violento scontro si verificava nella zona di Zubiena.
Durante tale scontro i banditi subivano le seguenti perdite: un morto, un ferito e un
prigioniero. Recuperate due pistole, un cannocchiale e munizioni.
Nel corso dell’azione è caduto nelle nostre mani un magazzino, contenente ingenti quantità
di viveri; distrutte con fuoco le sedi del comando dei banditi.
31 gennaio - 1 febbraio 1945
Notiziario del 27 febbraio 1945, p. 19, AR-CR
Aosta. Nei giorni 31 gennaio u. s., e 1o corrente, nella zona di Pollengo [Bollengo] Borgomasino - Zimone, truppe germaniche in collaborazione a squadristi della brigata
Nera effettuavano azioni di rastrellamento.
Durante il ciclo delle operazioni erano uccisi due fuori legge e catturati (...?), fra cui il
comandante la 76a brigata, fucilato sul posto, ex tenente dell’aeronautica Ugo MACCHIERALDO. Nessuna vittima fra i legionari e i militari germanici.
1 febbraio 1945
Notiziario politico interno n. 137, 18 febbraio 1945, pp. 7-8
Il 1o corr., alle 1, in S. Antonio [Sant’Antonino] di Saluggia, un gruppo di fuori legge
armati, penetrava nella stazione ferroviaria e distruggeva l’apparato blocco e gli impianti telefonici e telegrafici.
Gli stessi con ordigno esplosivo facevano saltare un tratto del binario unico, causando
l’interruzione ferroviaria. Nessuna vittima.
Notiziario politico interno n. 143, 28 febbraio 1945, p. 10
Il 1o corr., in Bornasco, militi della divisione “Etna” in azione di rastrellamento attaccavano un gruppo di banditi. Era ucciso un fuori-legge e parecchi erano feriti.
166
Recuperati molti materiali vari ed importanti documenti. Un legionario rimaneva ferito
leggermente.
2 febbraio 1945
Notiziario politico interno n. 137, 18 febbraio 1945, p. 8
Il 2 corr., alle 22,15, numerosi banditi armati irrompevano nella stazione ferroviaria di
Tronzano ove distruggevano gli apparati telefonici e asportavano 2 telescriventi. Inoltre a mezzo di esplosivo, danneggiavano il fabbricato stesso della stazione, il centralino
elettrico e l’attigua casa del cantoniere.
Notiziario politico interno n. 139, 20 febbraio 1945, p. 10
Il 2 corr., in Olcenengo, una pattuglia del comando provinciale G.N.R. di Vercelli, in
rastrellamento, arrestava, in quella località, un fuori-legge armato.
Il 2 corr., verso le 15,30, sul tratto Santhià-S. Germano Vercellese, della linea ferroviaria Torino-Milano, elementi fuori-legge facevano saltare un tratto di linea mediante ordigni esplosivi.
Notiziario politico interno n. 140, 22 febbraio 1945, p. 11
Il 2 corr., verso le 21, tra le stazioni di Bianzè e Livorno Ferraris km. 49.090, ignoti
banditi provocavano, a mezzo esplosivo, l’interruzione del binario.
Il 2 corr., verso le 21, sulla progressiva chilometrica 56,700, tra Tronzano Vercellese e
Santhià, ignoti banditi provocavano l’interruzione del binario a mezzo ordigno esplosivo.
2 e 3 febbraio 1945
Notiziario del 3 marzo 1945, p. 16, AR-CR
Aosta. La notte del 2 febbraio u. s. in Vische, una banda di fuori-legge, proveniente dal
biellese forte di circa 400 uomini, occupava il paese bloccando le strade e le comunicazioni. Erano catturati tre soldati russi con il graduato germanico ed un brigadiere e un
agente della polizia economica.
Il 3 successivo, alle ore 16, un reparto russo attaccava i banditi all’imbocco di Vische
senza ottenere alcun risultato, dato il numero rilevante dei fuori legge che erano ottimamente armati e disponevano di armi pesanti.
La notte del 3 detto mese i banditi abbandonavano Vische dirigendosi nel Monferrato e
conducendo loro i prigionieri catturati.
3 febbraio 1945
Notiziario politico interno n. 136, 13 febbraio 1945, p. 8
Il 3 corr., I’U.P.I. del comando provinciale di Vercelli denunciava al tribunale militare
straordinario tale Carlo Caron, imputato di aver fatto parte di bande armate fuori legge.
Notiziario politico interno n. 137, 18 febbraio 1945, p. 8
Il 3 corr., fra le stazioni ferroviarie di Saluggia e Livorno Ferraris, a causa dello scoppio di un ordigno deviavano due carri scudo e la locomotiva del treno n. 1215.
Notiziario politico interno n. 139, 20 febbraio 1945, p. 10
Il 3 corr., alle 18, in Salasco, 4 fuori legge armati penetravano negli uffici comunali e,
reso inservibile il telefono, imponevano la consegna delle pratiche militari. La richiesta
non poteva essere esaudita, perché gli incartamenti erano conservati dai segretario
comunale, assente dal paese. Gli stessi successivamente si portavano nella abitazione
della guardia comunale ed asportavano una rivoltella e un fucile.
167
Notiziario politico interno n. 143, 28 febbraio 1945, p. 11
Il 3 corrente, in Ghislarengo, gruppi di banditi armati asportavano ad agricoltori del
luogo complessivamente 9 bovini.
4 febbraio 1945
Notiziario politico interno n. 140, 22 febbraio 1945, p. 11
Il 4 corr., verso le 23, un gruppo di fuori-legge irrompeva nella stazione di Tronzano
Vercellese ed asportava apparati telegrafici e telefonici, facendo, poi, saltare un tratto di
binario, prospiciente alla stazione.
Notiziario del 28 febbraio 1945, p. 18, AR-CR
Il 4 corrente, lungo la riva del Po, nella zona di S. Maria del (sic) Crescentino, un rastrellamento eseguito da un reparto della G.N.R. dava esito negativo.
5 febbraio 1945
Notiziario politico interno n. 139, 20 febbraio 1945, p. 10
La notte sul 5 corr., in Vercelli, ignoti asportavano 300 metri di filo telegrafico, della
linea (...?)-Desana.
Notiziario politico interno n. 143, 28 febbraio 1945, p. 10
Il 5 corr., in Trivero, un reparto della G.N.R., con elementi della polizia germanica,
rafforzati da una sezione cannoni e due mitragliere, effettuava una vasta azione di rastrellamento contro i fuori-legge, che la sera prima avevano catturato un ufficiale e 9
militi della G.N.R.
Al posto di blocco, costituito da un sottufficiale e (...?) legionari, il milite scelto Franco
Evandri e il milite Gaudenzio Ciprian, visti due individui che scappavano, li seguivano
ma erano uccisi dai fuori-legge dopo accanita resistenza.
Accorsi i rinforzi, dopo un nutrito fuoco, due banditi nascosti erano catturati mentre
gli altri si davano alla fuga.
Il milite scelto Calligaris era leggermente ferito.
6 febbraio 1945
Notiziario politico interno n. 143, 28 febbraio 1945, p. 19
Il 6 corr., in Arborio, alcuni banditi penetravano nella cascina di certo Tommaso Tosone, costringendolo a consegnare loro una mucca.
7 febbraio 1945
Notiziario del 18 febbraio 1945, p. 16, AR-CR
Il 7 corrente, nel comune di Costanzana, un reparto di formazione del comando provinciale di Vercelli, durante un’operazione di rastrellamento nella zona arrestava un renitente alla chiamata alle armi.
Notiziario del 27 febbraio 1945, pp. 18-19, AR-CR
Il 7 corrente, due plotoni della compagnia O.P. rafforzati da due plotoni della polizia
germanica con un pezzo di artiglieria ed una mitragliatrice da 20 m/m effettuava un’azione
di rastrellamento nella zona di Veglio Mosso. Durante il ciclo di operazioni erano uccisi
due banditi, ferito uno gravemente, e catturati 30. Recuperati 2 mitragliatori, 10 fucili
Stein, 22 moschetti con abbondanti munizioni e numerose bombe a mano; inoltre viveri, indumenti vestiario e divise caki complete. Un militare germanico era ferito.
168
Notiziario politico interno n. 143, 28 febbraio 1945, p. 11
I1 7 corr., in Ghislarengo, alcuni banditi armati, con carro, si presentavano alla riseria
di certo Andrea Picco costringendolo a consegnare loro 10 quintali di riso.
8 febbraio 1945
Notiziario politico interno n. 143, 28 febbraio 1945, p. 11
L’8 corr., in Arborio, alcuni banditi asportavano ai fratelli Costanzo 5 quintali di riso.
Lo stesso giorno, altri banditi costringevano l’agricoltore Valentino Antoniazzo a consegnare loro un bovino.
9 febbraio 1945
Notiziario del 5 marzo 1945, p. 16, AR-CR
Dal 3 al 9 febbraio u. s., in Lenta, gruppi di banditi in più riprese penetravano nelle
Officine di riserva FIAT, asportando generi alimentari, 180 lastre di “eternit”, carta catramata, lastre di ferro e materiale elettrico.
10 febbraio 1945
Notiziario politico interno n. 140, 22 febbraio 1945, pp. 11-12
Il 10 corr., verso le 21, nello scalo di San Germano Vercellese, una quarantina di
fuori-legge fermavano un treno merci proveniente da Vercelli. Dopo aver fatto scendere il personale di macchina, lanciavano la locomotiva a forte velocità in direzione di
Santhià. La macchina oltrepassata la stazione di Tronzano Vercellese, andava a cozzare
contro il treno viaggiatori 1215 (Torino-Novara), provocando il deragliamento della
locomotiva del convoglio e di quattro carri scudo.
I fuori-legge sparavano poi raffiche di armi automatiche contro un carro del treno merci
nel quale si trovavano alcuni viaggiatori e militari germanici. Ferito gravemente un civile mentre quattro militari tedeschi erano prelevati.
Notiziario del 7 marzo 1945, p. 17, AR-CR
Il 10 febbraio u. s., I’U.P.I. del comando provinciale della G.N.R. denunciava in stato
di arresto, al Tribunale speciale per la difesa dello Stato, tale Felice MEDICI appartenente al C.L.N., responsabile di cospirazione e favoreggiamento di bande di fuori legge.
Notiziario dell’11 marzo 1945, p. 22, AR-CR
Il 10 febbraio u. s., in Ronsecco due banditi armati penetravano nell’abitazione di certo
Eusebio FERRARO donde asportavano L. 6.000 e oggetti d’oro e preziosi, per un valore complessivo di L. 900.000.
13 febbraio 1945
Notiziario politico interno n. 136, 13 febbraio 1945, pp. 6-7
Notizie sui fuori legge e dislocazione delle bande.
La situazione delle bande è imprecisata in dipendenza delle operazioni di rastrellamento
che sono tuttora in corso. Si notano movimenti di gruppi di sbandati, forti dai 50 ai 300
uomini, con il loro totale armamento. Essi sono riusciti ad eludere la sorveglianza delle
colonne operanti e si spostano continuamente in varie direzioni con tendenza a sud della
piana vercellese.
Durante i continui sorvoli notturni, apparecchi nemici hanno abbondantemente riforni169
to le diverse bande che riescono, con le radio trasmittenti e con speciali apparecchi
segnalatori, a dare esatte indicazioni per il lancio del materiale.
Nei dintorni di Biella molto attiva è l’opera dei fuori legge che sequestrano e sopprimono impunemente elementi repubblicani e tedeschi.
Le diverse unità dei fuori legge operanti nella provincia si riassumono in una divisione
e due brigate.
- Divisione Moscatelli: opera nella parte della provincia e nella zona lungo il Sesia sui
confini verso la provincia di Novara, arrivando a sud in prossimità del comune di Quinto Vercellese, a circa 11 km. dal capoluogo.
- Brigata Bixio: dal Monte Mars al confine della provincia di Aosta e tutto l’anfiteatro
morenico della Serra, con propaggini in pianura verso Candelo, Benna e Massazza.
- Brigata Garibaldi: opera sulle prealpi biellesi.
Sul confine della provincia di Alessandria si notano insignificanti gruppi di banditi isolati.
(Vedasi “situazione grafica” allegata)10.
Notiziario del 6 marzo 1945, p. 18, AR-CR
Il 13 febbraio u. s. nella zona di Monastero di Castelletto Cervo, alcuni banditi attaccavano militi della G.N.R. di scorta a materiali.
La reazione dei legionari metteva in fuga gli attaccanti, che allontanandosi ferivano il
milite Giuseppe BERTON.
14 febbraio 1945
Notiziario del 28 febbraio 1945, p. 18, AR-CR
Il 14 corrente, tra le stazioni ferroviarie di Tronzano Vercellese e Bianzè, per lo scoppio
di un ordigno esplosivo al passaggio del treno 8918, rimaneva interrotta la linea.
Notiziario politico interno n. 143, 28 febbraio 1945, p. 8
Il 14 corr., alle 20,30, in Ronsecco, 4 banditi armati penetravano nella rivendita di generi di monopolio di certa Clementina Allais, uccidendo la donna a colpi di rivoltella.
Nell’allontanarsi lasciavano un biglietto recante la scritta “così finiscono i traditori”.
Il 14 corr., alle 22, in Costanzana, sei fuori-legge armati catturavano sei squadristi delle
Brigate Nere ed un agente daziario.
Notiziario del 5 marzo 1945, p. 16, AR-CR
Il 14 febbraio u. s., in Villata, banditi prelevavano dalla propria abitazione il ragioniere
Firmino BERNONI, milite della G.N.R. distaccato in servizio senza assegni presso il
comando provinciale della Opera Balilla di Como.
I fuori legge conducevano il BERNONI in aperta campagna dove, spogliato dei suoi
indumenti, lo uccidevano con un colpo alla testa con corpo contundente.
15 febbraio 1945
Notiziario politico interno n. 143, 28 febbraio 1945, p. 9
Il 15 corr., alle 23, in Salasco, alcuni banditi prelevavano dalle proprie abitazioni tali
Giovanni Laione e Pietro Ronco, quindi li uccidevano con un colpo d’arma da fuoco
alla nuca.
10
Datata 2 febbraio, pubblicata in appendice.
170
Il 15 corr., alle 21, in S. Germano Vercellese, al Km. 64, fuori-legge facevano scoppiare un ordigno esplosivo, collocato sulle rotaie, danneggiando il binario unico. Nessuna
vittima.
16 febbraio 1945
Notiziario del 6 marzo 1945, p. 16, AR-CR
Il 16 febbraio u. s., in Ghislarengo, alcuni banditi armati si presentavano alla riseria di
certo Mario FORIETTO, costringendolo a consegnare loro 5 quintali di riso.
17 febbraio 1945
Notiziario politico interno n. 143, 28 febbraio 1945, p. 9
I1 17 corr., alle 20, in Vercelli, due gruppi di banditi composto (sic) di circa 10 uomini
ciascuno, ed in divisa di squadristi della Brigata Nera, facendosi credere personale inviato in rinforzo, penetravano nei posti di blocco di Porta Trino e Porta Torino, presidiati entrambi da tre agenti della polizia ausiliaria e due agenti effettivi della P.R.
Appena entrati riuscivano a disarmare gli agenti e prelevarne complessivamente 6.
Il maresciallo della P.R. Balsuini, sopraggiunto per effettuare un’ispezione, era disarmato e prelevato. Anche il personale di scorta ad un autocarro, ivi in sosta per il controllo dei documenti, veniva disarmato.
Uno degli agenti catturati riusciva, poco dopo, a fuggire eludendo la vigilanza dei banditi.
Notiziario dell’8 marzo 1945, pp. 19-20, AR-CR
Aosta. Il 17 febbraio u. s., nelle località di Borgo Masino (sic), Masino e Candia Canavese, si verificavano violenti scontri tra reparti germanici e della Brigata Nera “Ather
Capelli” contro gruppi di fuori legge, appartenenti alle bande di “Moscatelli” e “Piero”.
Dodici elementi, della Brigata Nera “Ather Capelli”, che erano stati sorpresi e fatti prigionieri dai banditi, venivano in seguito rilasciati per l’interessamento dei parroci della
zona, i quali, alla minaccia di immediata rappresaglia da parte delle forze dell’ordine, si
adoperavano fattivamente per ottenere la liberazione.
18 febbraio 1945
Notiziario politico interno n. 145, 4 marzo 1945, p. 9
Il 18 febbraio u. s., la 5a e l’8a compagnia del 2o battaglione RAP rientravano in sede,
dopo ultimata l’azione di rastrellamento nelle zone di Rocchetta Belbo e Castino [Cuneo], svolta dal 12 al 13 detto mese.
In violenti combattimenti contro numerosi banditi i nostri reparti hanno inflitto le seguenti perdite: 14 banditi uccisi e uno gravemente ferito. Perdite nostre: un ferito leggero. Catturati: 11 Stein, 3 fucili mitragliatori, due mortai, un lanciabombe, un lanciagranate inglese, alcune bombe anticarro, 30 fucili di vario modello, circa due quintali di
gelatina esplosiva, inneschi per mina, bombe a mano, un apparecchio radio trasmittente e ricevente ad onde corte.
Notiziario del 5 marzo 1945, p. 17, AR-CR
Il 18 febbraio u. s., numerosi banditi attaccavano il posto di guardia al ponte sul Po di
Trino. Gli squadristi della Brigata Nera, ivi di servizio, reagivano energicamente, mettendo in fuga gli attaccanti.
Un ferito da parte nostra.
Non accertate le perdite dei fuori legge.
171
Notiziario politico interno n. 148, 10 marzo 1945, p. 12
Il 18 febb. u. s., in Ghislarengo, alcuni banditi armati si presentavano alla riseria di certo
Mario Foresto, costringendolo a consegnare loro 5 quintali di riso.
19 febbraio 1945
Notiziario politico interno n. 138, 19 febbraio 1945, pp. 2-4
Notizie sui fuori-legge e dislocazione delle bande.
Novara. Numerosi e sostanziali sono stati i cambiamenti organici e di dislocazione verificatisi nelle bande di fuori-legge.
La situazione bande risulta:
[...]
- Zona Biandrate - S. Nazzaro Sesia - Vicolungo - Recetto - Landiona: 12a divisione
“Garibaldi” comandata da “Gemisto” mille uomini.
- Zona Alzate - Momo - Castelletto - Mezzomerico - autostrada Torino-Milano: distaccamenti della “Volante rossa” e “Azzurra”.
- Zona Cavaglio - Cavaglietto - Fontaneto - Sizzano - Ghemme: dislocazione della “Volante Azzurra” e uomini di Bruno 500 elementi.
- Zona Agrate - Veruno - Divignano - Bogogno: dislocazione della “Volante rossa”.
- Zona Romagnano - Prato - Cavallirio - Grignasco - Boca - Cureggio: formazione della
1a divisione “Garibaldi” di Ciro e gruppi armati di Vinzio, 160 uomini.
- Zona Castelli Cusiani - Gargallo - Vergano - Maggiora - Briga: formazioni infiltrate
dalla Valsesia, 400 elementi. [...]
- Dalle Valli Sesia, Anzasca, Formazza, Vigezzo e Cannobina continua l’infiltrazione dalla
Svizzera di elementi fuori-legge.
Il quantitativo di armi e munizioni ricevuti con gli ultimi due lanci, fa dedurre che le
bande debbono essere molto ben armate.
In seguito al rastrellamento della zona del biellese, la banda “Gemisto” (12a divisione
garibaldina), sta dislocando gli uomini in numerosi distaccamenti nella zona Landiona,
Vicolungo, Casaleggio, Mandello, Castellazzo.
(Vedasi “situazione grafica” allegata)11.
Notiziario dell’8 marzo 1945, p. 21, AR-CR
Il 19 febbraio u. s., in località Monticello di Granozzo, una compagnia di formazione
del comando provinciale di Vercelli effettuava un’operazione di rastrellamento, durante
la quale venivano catturati due disertori.
20 febbraio 1945
Notiziario del 6 marzo 1945, p. 16, AR-CR
Il 20 febbraio u. s., in Ghislarengo, un gruppo di banditi armati penetrava nei locali del
municipio asportando una macchina da scrivere.
Notiziario politico interno n. 148, 10 marzo 1945, p. 12
Il 20 febb. u. s., in Bianzè, numerosi banditi assalivano il presidio dipendente del battaglione T.S. 2 di Chivasso. Il sottotenente Giorgio Domenichetti veniva ucciso e 13 militi
catturati. Sono in corso azioni di rappresaglia.
11
Datata 5 febbraio, pubblicata in appendice.
172
21 febbraio 1945
Notiziario politico interno n. 143, 28 febbraio 1945, p. 9
Il 21 corr., nella stazione di Tronzano, scoppiava un ordigno esplosivo collocato da
fuori-legge, danneggiando il binario unico. Traffico interrotto. Nessuna vittima.
Notiziario del 5 marzo 1945, p. 16, AR-CR
Il 21 febbraio u. s., nella stazione ferroviaria di S. Germano Vercellese, banditi incendiavano tre carri, carichi di merce varia.
Notiziario del 7 marzo 1945, pp. 17-18, AR-CR
Il 21 febbraio u. s., alle ore 20, in Costanzana, 15 fuori legge assalivano la tramvia
Vercelli-Trino, provocando la morte di uno squadrista, il ferimento di altri due e la cattura di tre squadristi, tutti appartenenti alla Brigata Nera.
Il 21 febbraio u. s., I’U.P.I. del comando provinciale G.N.R. di Vercelli denunciava, in
stato di arresto, al tribunale militare straordinario, tale Alcide CASSETTA, responsabile
di diserzione e di appartenenza a bande armate.
Il CASSETTA, all’atto della sua cattura, era in possesso di armi.
22 febbraio 1945
Notiziario del 6 marzo 1945, pp. 17-18, AR-CR
Il 22 febbraio u. s., in Livorno Ferraris, numerosi banditi assalivano il posto di avvistamento, prelevando 7 militi, 8 moschetti, munizioni, 480 bombe e tutto il materiale di
casermaggio.
Il 22 febbraio u. s., nella località Borgata Cerruti di Trivero [sic, ma Soprana], banditi
armati assalivano una colonna di automezzi tedeschi, scortati da militi della G.N.R. ferendo tre legionari e 4 militari tedeschi. La stessa colonna veniva nuovamente attaccata
nei pressi di Croce Mosso.
Il milite Lorenzo CANAVESE rimaneva gravemente ferito e decedeva in serata all’ospedale di Vercelli. Un militare tedesco rimaneva ucciso ed altri riportavano ferite.
Da parte dei fuori legge sono stati accertati 4 morti e si presume abbiano avuto circa 10
feriti.
23 febbraio 1945
Notiziario del 3 marzo 1945, p. 14, AR-CR
Il 23 febbraio u. s., alle ore 13,35, nella stazione di S. Germano Vercellese, due fuori
legge armati penetravano negli uffici e, dopo aver interrotto gli apparati telefonici e telegrafici, prelevavano il capo stazione e la moglie.
Gli stessi, durante la notte, erano rimessi in libertà.
Notiziario politico interno n. 148, 10 marzo 1945, p. 13
Nella notte sul 23 febb. u. s., fra Ghislarengo e Carpignano, in prossimità del ponte
Sesia, sabotatori abbattevano due pali della linea telegrafica statale ed asportavano 1500
metri di filo.
24 febbraio 1945
Notiziario dell’11 marzo 1945, p. 23, AR-CR
Il 24 febbraio u. s., il comando provinciale della G.N.R. di Vercelli, denunciava, al tribunale militare, in stato di arresto, certo Quinto QUAGLIA, imputato di favoreggiamento e finanziamento a bande di fuori legge e di corruzione di un pubblico ufficiale.
173
25 febbraio 1945
Notiziario del 28 febbraio 1945, p. 29, UO
Il 25 corrente, alle ore 15, due militi della Compagnia O.P. della G.N.R. di Bergamo,
recatisi a diporto da Biella a SAN GERMANO (VERCELLI), erano aggrediti e uccisi da
fuori legge. Legionari dello stesso reparto trasportavano le salme a Biella, ove erano
intraprese azioni di rappresaglia. Tali azioni erano stigmatizzate dalla popolazione che
non era a conoscenza dell’uccisione dei predetti militi.
Notiziario del 5 marzo 1945, p. 17, AR-CR
Il 25 febbraio u. s., alle ore 24, nella stazione di Olcenengo, facevano irruzione numerosi banditi armati, i quali, dopo aver ucciso un militare germanico, prelevavano alcuni
soldati italiani e tedeschi.
Notiziario del 10 marzo 1945, p. 15, AR-CR
Il 25 febbraio u. s., in Arborio, un reparto della G.N.R. effettuava un’operazione di
rastrellamento.
Erano fermate 12 persone per accertamenti.
27 febbraio 1945
Notiziario del 3 marzo 1945, p. 14, AR-CR
Il 27 febbraio u. s., alle ore 22, in Tronzano Vercellese, banditi penetravano nella stazione ferroviaria dove danneggiavano gli apparati telefonici e asportavano alcune scrivanie e il ricevitore del telefono.
Notiziario dell’11 marzo 1945, p. 23, AR-CR
Il 27 febbraio u. s., in Vercelli, il tribunale straordinario di guerra condannava alla pena
di morte, mediante fucilazione alla schiena, tre fuori legge, per aver partecipato a bande
armate e catturati con indosso le armi, e ad anni 20 di reclusione altro fuori legge, per
appartenenza a bande armate contro lo Stato.
La sentenza è stata eseguita il 28 febbraio u. s. alle ore 10,40 (?).
Notiziario del 23 marzo 1945, p. 20, CR
Fa seguito alla segnalazione inserita nel notiziario del 1o corrente, pagina 18.
Il 27 febbraio u. s., nelle zone di Camandona - Veglia (sic) Mosso - Callabiana - Pianezze, due gruppi germanici e tre gruppi del battaglione “Pontida” effettuavano un’azione
di rastrellamento a largo raggio.
Durante il ciclo delle operazioni, i fuori legge riportavano gravi perdite: più di 150 uomini fuori combattimento dei quali moltissimi morti e feriti gravi e diverse centinaia di
banditi catturati.
Era recuperato tutto l’incartamento del comando raggruppamento della divisione Garibaldina, tenuto da un maggiore inglese della missione alleata presso il comando delle
formazioni piemontesi. Perdite nostre: 4 militari uccisi e 5 feriti.
28 febbraio 1945
Notiziario politico interno n. 143, 28 febbraio 1945, pp. 10-11
Recentemente in Masserano, un reparto della G.N.R. in perlustrazione operava il fermo
di certo Quinto Quaglia, responsabile di finanziamento e favoreggiamento della banda
capitanata da tale “Gemisto”.
Durante la perlustrazione veniva ferito e catturato un individuo risultato allievo ufficiale
disertore ed affiliato alla banda “Gemisto”.
174
In casa del parroco del luogo veniva catturato certo Aldo Luparia, amministratore della
50a brigata fuori-legge.
Il parroco è stato anch’egli fermato per favoreggiamento.
Notiziario del 10 marzo 1945, p. 9, AS
Il 28 febbraio u. s., in Vercelli, fra le corrispondenze ordinarie provenienti dalle buche
d’impostazione della città erano rinvenuti libelli poligrafati di propaganda sovversiva a
firma “Il comitato provinciale del fronte della gioventù”.
Notiziario del 3 aprile 1945, pp. 10-11, AR-CR
Il 31 febbraio u. s. (sic), I’U.P.I. di Vercelli, denunciava al tribunale militare di guerra,
5 individui, in stato di arresto, imputati di traffico clandestino di armi a favore di bande
di fuori legge.
2 marzo 1945
Notiziario politico interno n. 149, 12 marzo 1945, p. 7
Il 2 corr., alle 0,30, in Vercelli, fuori legge attaccavano il posto di blocco di Porta Trino.
La reazione del personale di guardia teneva a bada gli attaccanti che rinforzi sopraggiunti mettevano in fuga. Il questore, Amedeo Sartoris, sul posto, cadeva mortalmente
colpito alla testa. Ignorasi se per attentato o causa accidentale.
Notiziario del 25 marzo 1945, p. 24, AR-CR
Il 2 corrente, in Arborio, un gruppo di banditi penetravano nel magazzino annesso del
consorzio agrario asportando circa 2 quintali d’avena.
4 marzo 1945
Notiziario del 9 marzo 1945, p. 31, UO
Il 4 corrente, alle ore 21, in S. GERMANO VERCELLESE (VERCELLI), gruppi di banditi assalivano la stazione ferroviaria prelevando dal treno 1212, ivi in sosta 32 militari
italiani, 5 germanici e 3 ausiliarie. Nessuna reazione da parte dei militari.
5 marzo 1945
Notiziario del 23 marzo 1945, pp. 20-21, AR-CR
Fa seguito alla relazione inserita nel notiziario del 3 corrente, pagina 14.
Il 5 corrente, nei pressi di Novara, sul letto del canale Cavour, in seguito a prosciugamento, erano rinvenuti i cadaveri del capo stazione di S. Germano Vercellese, Anselmo
GALLI, e della di lui consorte prelevati dai fuori legge il 23 febbraio u. s. I corpi delle
vittime presentavano i segni delle orribili sevizie a cui erano stati sottoposti.
Notiziario del 4 aprile 1945, p. 11, AR-CR
Il 4 e il 5 marzo u. s., in Roasio, fuori legge armati si presentavano nelle officine riserva
Fiat e asportavano 12 telai di finestre e porte, 5 rotoli di carta bitumata e gli elementi
necessari per la costruzione di una baracca.
6 marzo 1945
Notiziario del 25 marzo 1945, p. 34, AR-CR
Il 6 corrente, in Collobiano, gruppi di banditi armati asportavano ad agricoltori del luogo complessivamente 6 capi bovini e 13 quintali di frumento.
Notiziario del 2 aprile 1945, pp. 15-16, AR-CR
Il 6 marzo u. s., alle ore 10,45, nei pressi di Zimone sulla carrareccia Zimone-Salussola,
175
una cinquantina di fuori legge appostati aprivano un violento fuoco di fucili mitragliatori contro una colonna di automezzi scortata da una squadra di militi del 115o battaglione
“Montebello” della G.N.R. I legionari, nonostante la disparità di forze e la posizione sfavorevole, rispondevano immediatamente al fuoco. I banditi potevano aver ragione solo
quando parte dei legionari erano uccisi, e gli altri, praticamente inefficienti perché feriti, erano sopraffatti.
Erano uccisi i militi Angelo BERNARDINI, Cirillo GAFFURINI, e Vincenzo BELCASTRO e ferito il milite Giuseppe STURNIOLO. Erano catturati il vicebrigadiere Pasquale
MACEDA (?), il milite scelto Gino DANTE e il milite Luciano MUCCHI (?).
7 marzo 1945
Notiziario del 7 marzo 1945, pp. 6-9, OP
La situazione politica non è eccessivamente preoccupante.
Naturalmente il fattore determinante dei cambiamenti che continuamente si verificano
nel morale del popolo è la situazione militare.
L’offensiva sovietica, che si appalesa sempre più come volontà ferma di distruzione
completa della Germania, è l’elemento che provoca interessanti reazioni.
Infatti nuovo vigore e nuova baldanza traggono dalla avanzata russa le bande comuniste che infestano la Valsesia e il biellese; preoccupazione ed ansia essa provoca nell’alta
borghesia e nel ceto medio che, oltre a scorgere nella vittoria del comunismo l’annientamento di tutti i valori spirituali, teme principalmente per i propri beni e proprietà; il
terrore cosciente del mostro rosso porta infine al parrossismo la volontà di resistenza
degli italiani che in buona fede amano la propria Patria.
Dalla somma e dal cozzo di tanti sentimenti contrastanti nasce una situazione politica
del tutto speciale, per cui nella bassa provincia, essenzialmente agricola, pur proclamando la lotta ad oltranza al Fascismo, il popolo si prepara a combattere il comunismo;
nel biellese e nella Valsesia le bande partigiane, rosse e rosseggianti, cantano “bandiera
rossa” ed inneggiano alla monarchia e a Badoglio.
Tutto ciò, quindi fa presumere che nel campo antifascista regni confusione di idee e
una incredibile incoscienza politica e morale.
Il rastrellamento effettuato nella parte alta della provincia ha avuto, come primo spiacevole effetto, un rincrudire delle malefatte dei banditi in pianura. Infatti zone che da molti
mesi si potevano ritenere sicure, sono oggi sottoposte ad azioni delittuose dei fuori legge.
La situazione economica è discreta.
Nel campo alimentare la maggior disciplina nella distribuzione dei generi razionati contingentati, l’istituzione e il funzionamento ormai regolare delle mense di guerra, l’intensificata sorveglianza per reprimere il mercato clandestino, danno un senso di fiducia
nel popolo, il quale, anche se, come al solito, non è completamente soddisfatto non può
non ammettere che tali provvedimenti apportino un reale beneficio.
Continuano le preoccupazioni per l’approvvigionamento della legna, specialmente in
seguito al provvedimento di sospensione della erogazione del gas.
L’opera di addestramento che gli ufficiali svolgono da qualche tempo, comincia a far
sentire i suoi benefici effetti nella preparazione tecnica e morale della truppa.
I reparti dell’Esercito che operano in collaborazione con la G.N.R. nelle operazioni di
rastrellamento, sono effettivamente da encomiare, sia per fede, sia per aggressività.
Risultato questo della ormai completa selezione operata nelle forze e nei quadri.
176
L’attività sovversiva e antinazionale, svolta soprattutto dal comitato di liberazione nazionale, il quale ha sede in Biella con numerose branche nei principali centri della provincia e del capoluogo, non ha diminuito la sua intensità.
Manifestini ed opuscoli, minaccianti le autorità, i fascisti e i tedeschi, sono spesso lanciati e diffusi anche nel capoluogo, annuncianti prossima la resa dei conti.
A detta attività non sono estranee le donne, le quali, infiltrandosi dappertutto, agiscono
con successo specialmente sui giovani.
La nostra propaganda non riesce a far presa, perché deve ormai lottare contro la generale incomprensione favorita dalla situazione militare.
Malgrado il rastrellamento effettuato con forze rilevanti nel biellese, la regione è ancora
sotto il controllo dei fuori legge, i quali dominano anche in Valsesia.
Le bande continuano ad armarsi e molte di loro hanno raggiunto una potenza bellica
tale da destare serie apprensioni. Anche la parte bassa della provincia, che fino a poco
tempo fa era da ritenersi tranquilla, subisce oggi azioni frequenti di brigantaggio effettuate da piccole bande operanti nella zona.
È segnalata la presenza della banda “Mani”, composta da 1500 uomini, potentemente
armata, la quale opera sulla sponda sinistra del Po, compiendo atti di vero brigantaggio
anche nelle immediate vicinanze della città. Uno dei capi che ha operato con detta banda, nelle ultime azioni, è denominato “Cormaro”.
I numerosi e imponenti lanci effettuati da aerei nemici hanno potenziato la capacità
operativa dei fuori legge, i quali in tutti i settori dominati danno segni evidenti della loro
attività combattiva.
Le bande dislocate a sud di Biella disturbano continuamente i servizi di sicurezza posti
alla periferia della città, che è ora da considerarsi virtualmente assediata.
Notiziario del 18 marzo 1945, p. 21, AR-CR
Il 7 corrente, I’U.P.I. di Vercelli, denunciava, al tribunale militare certo Natalino SELVA, in stato di arresto, imputato di appartenenza a bande armate di fuori legge.
Il 7 corrente, l’U.P.I. di Vercelli denunciava, al tribunale militare di Torino certo Giuseppe STEFANI in stato di arresto, imputato di appartenenza a banda armata di fuori
legge.
Notiziario del 3 aprile 1945, p. 11, AR-CR
I1 7 marzo u. s., I’U.P.I. di Vercelli, denunciava al tribunale militare di guerra certo
Pietro LESCA, in stato di arresto, imputato di appartenenza a banda armata di fuori
legge.
8 marzo 1945
Notiziario del 12 aprile 1945, p. 22, AR-CR
Nella notte sull’8 marzo u. s., un gruppo di banditi armati penetrava negli uffici comunali di Palazzolo Vercellese e asportava un complesso per radio diffusione nuovo, una
macchina da scrivere, cancelleria, un registro contenente i ruoli matricolari delle classi
dal 1894 al 1925 e rendevano inservibile l’apparato telegrafico. Su un tavolo veniva
lasciata la scritta: “Viva i patrioti di Badoglio - viva il re”.
10 marzo 1945
Notiziario del 10 marzo 1945, p. 8, AR
Aosta. Notizie sui fuori legge e dislocazione delle bande. Nel Canavesano l’attività par177
tigiana interessa un po’ tutti i centri abitati, Ivrea compresa. A sud-est di Ivrea, nella
zona tra Cuceglio - S. Martino - Torre Bairo - Agliè e S. Giorgio Canavese, con propaggini a S. Giusto e [ill.] operano elementi della banda “Piero”, mentre a sud-ovest, tra
Azeglio - Palazzo Piverone - Borgo Masino (sic) e Vestignè, agiscono quelli della banda
Moscatelli, che ha propaggini anche in provincia di Vercelli.
Notiziario del 25 marzo 1945, p. 24, AR-CR
Nella prima decade del corrente mese, in Lenta, gruppi di banditi, in più riprese, penetravano nelle officine riserve FIAT, ed asportavano materiale per costruzione baracche, materiale elettrico e generi alimentari.
Notiziario del 30 marzo 1945, p. 17, AR-CR
Dal 1o al 10 corrente, nel biellese, continuando nella battagliera diuturna azione di vigilanza e di presidio che dura da oltre 10 mesi, i reparti dal battaglione della G.N.R. Pontida, nella reazione all’azione avversaria e attaccando le formazioni dei fuori legge, conseguivano i seguenti risultati: banditi catturati 10, renitenti 7, un disertore, due fermati
per accertamenti. Durante le operazioni erano uccisi 7 legionari e uno ferito.
11 marzo 1945
Notiziario del 2 aprile 1945, p. 16, AR-CR
La notte dell’11 marzo u. s., nei pressi di Saluggia, lungo il canale Cavour, banditi asportavano 140 metri di filo della linea telegrafica dell’amministrazione “Canale demaniale
d’irrigazione”.
Notiziario del 3 aprile 1945, p. 11, AR-CR
L’11 marzo u. s., I’U.P.I. di Vercelli, denunciava al tribunale militare di guerra certo
Giuliano (...?) in stato di arresto, imputato di detenzione e porto abusivo di armi.
12 marzo 1945
Notiziario del 25 marzo 1945, pp. 24-25, AR-CR
Il 12 corrente, alle ore 22,20, in Vercelli, 20 fuori legge armati assalivano il posto di
blocco di Porta Trino e catturavano (...?) agenti della polizia repubblicana di servizio.
La sera del 12 corrente, in Buronzo, numerosi banditi assalivano un autocarro su cui
viaggiavano i militari germanici.
Quattro militari rimanevano uccisi mentre gli altri venivano prelevati.
Notiziario del 3 aprile 1945, p. 11, AR-CR
Il 12 marzo u. s., I’U.P.I di Vercelli denunciava al tribunale militare di guerra certo
Francesco MARCHISIO, in stato di arresto, imputato di favoreggiamento verso appartenenti di bande armate di fuori legge mediante fornitura di armi.
13 marzo 1945
Notiziario del 25 marzo 1945, pp. 26-27, AR-CR
Il 13 corrente, alle ore 23, nella zona fra Netro e Donato, una squadriglia di apparecchi
nemici effettuava numerosi lanci di paracadute contenenti munizioni e viveri per i fuori
legge della zona.
Notiziario del 6 aprile 1945, pp. 12-13, AR-CR
Il 13 marzo, u. s., alle ore 1,15, nei pressi di Livorno Ferraris, in località Cascina (...?),
sulla strada Leri-Colombara, un plotone dell’U.P.I. in appostamento notturno fermava
un autocarro proveniente da Leri carico di fuori legge. Impegnato combattimento dopo
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violenta azione di fuoco i banditi erano posti in fuga. Erano feriti 12 banditi che riuscivano a fuggire.
Il sottotenente Franco CAIZIO (?) era ucciso e due ufficiali feriti leggermente.
Recuperati: un autocarro, tre fucili, due Stein, munizioni varie, 28 serie di vestiario, 4
biciclette e materiale vario.
14 marzo 1945
Notiziario del 18 marzo 1945, p. 40, UO
Il 14 corrente, fra le stazioni S. GERMANO VERCELLESE e CASCINA ROBARELLO
(VERCELLI), esplodevano al passaggio del treno NOVARA-TORINO, 14 ordigni esplosivi che causavano la rottura di metri 30 di rotaia e lo svio di un carro ferroviario.
Notiziario del 25 marzo 1945, pp. 25-26, AR-CR
Il 14 corrente, nella frazione Cappuccini di Vercelli, banditi armati prelevavano un militare dell’esercito repubblicano.
Il 14 corrente, in Collobiano, alcuni banditi armati penetravano nell’abitazione di certo
Firmino (...?) costringendolo a consegnare loro quintali 10,50 di grano e un bovino.
Notiziario del 3 aprile 1945, p. 10, AR-CR
Il 14 marzo u. s., fra le stazioni di S. Germano Vercellese e Olcenengo, al passaggio del
treno (...?) scoppiavano 14 ordigni che causavano il deviamento di un carro e la rottura
di circa trenta metri di binario.
15 marzo 1945
Notiziario del 25 marzo 1945, pp. 25-26, AR-CR
Il 15 corrente, alle ore 20,10, nei pressi della cascina S. Benedetto di (...?), sabotatori
provocavano la caduta di un palo a traliccio della linea elettrica ad alta tensione.
Il 15 corrente, nei pressi di Biella, quattro militari della X MAS erano aggrediti da un
gruppo di fuori legge che ne uccideva uno e ne feriva un altro. Successivamente l’intervento di elementi del battaglione “Pontida” permetteva il recupero della salma del
caduto e la liberazione del catturato mediante cambio con un fuori legge ferito ricoverato all’ospedale di Biella.
Notiziario del 3 aprile 1945, p. 12, AR-CR
Il 15 marzo u. s., I’U.P.I. di Vercelli denunciava al tribunale speciale per la difesa dello
Stato certi Franco PERONE (?) e Guido BOSCHETTI, in stato di arresto, imputati di
appartenenza ad associazione antinazionale e di favoreggiamento verso bande di fuori
legge. Il PERONE inoltre è imputato di detenzione e porto abusivo di armi.
Notiziario del 12 aprile 1945, p. 19, V
Il 15 marzo u. s., alle ore 23, in località tra Netro e Donato, una squadriglia di aerei
nemici effettuava numerosi lanci di paracadute contenenti munizioni e viveri.
16 marzo 1945
Notiziario del 25 marzo 1945, p. 26, AR-CR
Nella notte sul 16 corrente, lungo la rotabile Vercelli-Casale, sabotatori spargevano in
gran numero chiodi a “spine di Cristo”, causando danni ai pneumatici di vari automobili.
Notiziario del 30 marzo 1945, pp. 15-17, AR-CR
Il 16 corrente, verso le ore 4,30, circa 1.500 banditi, al comando di tale “RASTELLI”,
179
attaccavano il presidio di Romagnano Sesia, composto di legionari della “MUTI” e di
80 paracadutisti della “Folgore”.
Il presidio resisteva valorosamente, sino a quando, per intercessione del sacerdote Don
Sisto, si riusciva ad ottenere una tregua, durante la quale l’ufficiale comandante otteneva, dal capo dei fuori legge, la liberazione dei componenti del presidio, previa consegna
di tutte le armi che i militi, nel frattempo, avevano reso inefficienti.
Dopo di ciò, a mezzo di autocarro, il sacerdote accompagnava a Greggio 47 paracadutisti e alcuni legionari della “MUTI”; gli altri avrebbero potuto proseguire con un secondo automezzo. Subito dopo, invece, sopraggiungeva a Romagnano la banda “Pesgu”, che faceva prigionieri i rimanenti paracadutisti e legionari.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, partivano da Vercelli, alcuni reparti della G.N.R.,
della Brigata Nera e della polizia germanica, ma prima di giungere a Romagnano erano
fatti segno a raffiche di numerose armi automatiche; nei pressi di Fara subivano una
seconda imboscata. La colonna ripiegava su Fara, il cui presidio della forza di 15 uomini, la notte precedente, era stato anch’esso prelevato dai banditi.
Il comando provinciale di Novara, a sua volta, aveva inviato altri rinforzi i quali non
potendo neppure essi proseguire, erano costretti a fermarsi a Fara.
Nei vari combattimenti sostenuti un milite della “MUTI” e tre paracadutisti rimanevano
uccisi, mentre altri (...?) uomini dei vari reparti erano feriti.
Il 17 successivo partivano da Vercelli altri rinforzi diretti a Fara.
Mancano altri particolari.
Notiziario del 3 aprile 1945, p. 10, AR-CR
La notte dal 15 al 16 marzo u. s., lungo la rotabile tra Avigliana [Asigliano Vercellese] e
Pertengo, sconosciuti tagliavano 6 pali e recidevano i fili della linea telegrafica. Si presume trattarsi di un atto di sabotaggio da parte di fuori legge.
Notiziario del 16 aprile 1945, pp. 21-22, AR-CR
Dal 10 al 16 marzo u. s., nelle zone delle provincie di Novara, Vercelli e Aosta, due
compagnie O.P. della G.N.R. e reparti germanici e della Brigata Nera effettuavano una
vasta azione di rastrellamento.
Durante il ciclo delle operazioni erano uccisi 15 fuori legge e catturati 43 tra cui 3 comandanti di distaccamento e tre commissari politici, e feriti 10.
Erano fermate 67 persone per sospetta connivenza con bande fuori legge.
Sei legionari erano feriti.
Recuperati: due mitragliatrici, un fucile mitragliatore, 10 mitra, 23 fucili, 15 pistole, 118
bombe a mano, 31 caricatori per mitragliatrici, 3 cassette di munizioni, 2943 cartucce
per fucili, 80 coperte e oggetti di vestiario e di equipaggiamento.
17 marzo 1945
Notiziario del 16 aprile 1945, p. 23, AR-CR
Il 17 marzo u. s., alle ore 11, in Lenta, un gruppo di banditi armati asportava dal capannone n. 2 - Officina di riserva FIAT - metri 100 di fili di alluminio di mm. 10, due accumulatori da 12 volta e 4 piastre (...?) con relativi bulloni.
18 marzo 1945
Notiziario del 18 marzo 1945, pp. 9-14, OP
L’andamento della guerra mantiene il popolo in una atmosfera di attendismo.
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Il discorso del Duce agli ufficiali della Guardia ha fatto riflettere molta gente e, nella
parte sana della popolazione, ha reso sempre più incrollabile la fede nei destini della Patria
e nella vittoria.
A causa dell’avvicinarsi della nuova campagna agricola, le cure delle varie organizzazioni sovversive e antinazionali si vanno rivolgendo con sempre maggiore insistenza ai
braccianti agricoli.
Si annuncia ad essi la costituzione dei vari comitati d’agitazione e vengono invitati a
chiedere salari iperbolici ed assegnazioni maggiori di viveri.
Tale genere di propaganda trova naturalmente appoggio nelle masse dei lavoratori rurali
e, per contraccolpo, sempre maggiori resistenze da parte dei proprietari che, in molti
casi, vengono a trovarsi nella impossibilità di far fronte alle richieste.
Il risultato a cui tendono i propagandisti ed i loro mandanti è evidente: cercare con tutti
i mezzi di affamare il popolo creando le condizioni necessarie e sufficienti per una possibile diminuzione della produzione agricola.
L’atteggiamento del clero è nettamente antinazionale, specie dei pretucoli di montagna
che aiutano in tutti i modi “quei poveri ragazzi lontani da casa”.
Permane la difficoltà di approvvigionamento dei combustibili ed il maggior disagio è
provocato dalla soppressione totale della fornitura del gas.
Continua la partecipazione di aliquote di reparti dell’esercito ad operazioni di rastrellamento in provincia.
Il comportamento di tali reparti è sempre encomiabile e si nota un progressivo miglioramento nella loro preparazione professionale.
Il cameratismo con i legionari della Guardia diventa sempre più schietto e concreto e si
rileva una quasi completa amalgama dei reparti che operano spalla a spalla.
Lo spirito degli ufficiali sembra elevato, ma gli avvenimenti bellici, a seconda del grado
di fede, fanno più o meno breccia sull’animo dei vari individui.
Il senso della responsabilità dei singoli è alquanto scarso.
Ottimi i rapporti di cameratismo tra gli ufficiali ed i soldati.
Il volontarismo è assente.
Fittissima ed intelligente è sempre la propaganda nemica.
I fatti bellici sono commentati, ampliati e diffusi specie fra le masse, tanto che esse
ritengono imminente il crollo germanico.
Si ha ragione di credere che gli agenti nemici abbiano militanti anche nelle nostre file e
in tutte le branche della vita militare e civile.
L’identificazione di tali elementi non è certamente facile dato che sono essi attentamente mimetizzati.
Perciò, in questo momento, in cui solo la fede dovrebbe sorreggere gli animi, la propaganda antinazionale riesce a far breccia sugli elementi paurosi e dubbiosi i quali con il
loro atteggiamento non solo favoriscono il nemico, ma ritardano e addirittura ostacolano, la ripresa e la resurrezione della Patria.
Dalla zona dell’alta provincia i comandi delle “Brigate Garibaldine” hanno bandito vere
e proprie leggi costringendo, pena la morte, i renitenti e gli sbandati della zona a presentarsi ai loro centri di arruolamento.
È in corso la chiamata delle classi dal 1914 al 1925.
In questi ultimi tempi il comando della G.N. di Biella ha preso veri e propri contatti con
i fuori legge. Sono stati infatti trattati diversi scambi di prigionieri.
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Si ha l’impressione che tali bande debbano ritenersi nella legalità rappresentando il governo bonomiano nella R.S.I. L’avvicinarsi della buona stagione ha risvegliato l’ardore
sabotatore degli elementi avversi e ogni giorno, anche a pochi chilometri dal capoluogo,
si compiono nuovi misfatti che dimostrano vieppiù l’audacia dei fuori legge.
Il prosciugamento dei canali ha dato la possibilità di ritrovare numerosi cadaveri di elementi già prelevati e dei quali si ignorava la sorte, tra cui parecchi militari e il comandante della polizia ferroviaria di Santhià.
I banditi si stanno rafforzando ed organizzando imbaldanziti anche dal poco favorevole
sviluppo, per noi, delle vicende belliche.
NOTIZIE SUI FUORI LEGGE E DISLOCAZIONE DELLE BANDE
ZONA BIELLESE
Col rastrellamento in corso la 76a brigata Garibaldi è stata quasi totalmente distrutta e i
resti della brigata stessa si sono aggregati, unitamente con i residui della banda Biscotti,
questa pure quasi annientata, alla banda “Gemisto” la quale, con le ultime scarse immissioni di forze, ha raggiunto circa 2500 uomini.
La banda “Gemisto” si è ora spostata dalla zona Magnano - Zimone - Salussola - Cerrione - Massazza, verso Mottalciata - Castelletto - Castellango [Castellengo] - Cossato
e attraverso Masserano - Curino - Sostegno si è diretta in Valsessera. Sono segnalati i
passaggi nei comuni di Crevacuore, Pray, Coggiola, Portula, Caprile e Guardabosone.
La banda “Gemisto” è attrezzatissima ed è dotata oltre che di mitragliatrici pesanti, anche
di mortai da 81, di lanciagranate inglesi e di mortai da 45.
La brigata “Bixio”, che presidia tutta la parte ovest della provincia, delimitata dal monte
Mars - Prealpi biellesi - alta Serra e la parte del territorio canavesano che si estende da
Chiaverano e si congiunge con Cigliano, spingendosi in profondità per 7-8 chilometri,
è totalmente in pieno assetto di guerra con formazioni regolari. Le perdite della brigata
“Bixio” dalla sua costituzione ammontano a 3 (?) morti. Questa brigata è la più organizzata ed è quella che arreca maggior disturbo alle comunicazioni.
Negli spostamenti avvenuti e tuttora in corso per effetto dei rastrellamenti le bande si
sono di molto avvicinate alla città di Biella, la quale, virtualmente, si può considerare
accerchiata.
ZONA CONFINANTE DEL MONFERRATO
Le bande tentano avvicinarsi al capoluogo. Soventi sono gli attacchi ai posti di blocco
e continue le segnalazioni di gruppi isolati di partigiani nei paesi di Tricerro - Ronsecco
- Desana - Asigliano - Costanzana.
È segnalato un gruppo di circa 100 (?) uomini, insediato in frazione Santa Maria del
comune di Fontanetto Po.
20 marzo 1945
Notiziario del 20 aprile 1945, pp. 11-12, AS
La sera del 20 marzo u. s., in Vercelli, era rinvenuto affisso ad un albero della città un
manifestino di propaganda antinazionale a firma: “Il gruppo sindacale del comitato vercellese”, invitante all’odio e al sabotaggio.
22 marzo 1945
Notiziario del 22 marzo 1945, p. 4, OP
Aosta [...] In tutto il Canavese [...], Ivrea città compresa, la situazione è sempre più
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allarmante. Le bande interessano quasi tutti i centri abitati e sono in continuo movimento nella zona compresa a sud - tra Traverselle, Settimo Tavagnasco, Andrate sino a
Chivasso nonché ad est (sic) sino oltre Cuorgnè.
È accertato inoltre che tali formazioni sconfinano continuamente da e per le province
di Vercelli e Torino.
In tutta la zona - a grandi linee tracciata - gli episodi di delinquenza sono all’ordine del
giorno. Tra le bande che più si fanno notare: quella di “Piero” e quella di “Moscatelli”,
sulle quali sono in via di costituzione la “45a” brigata garibaldina e la “76a” brigata Togni. Quest’ultima in via di riorganizzazione dopo le azioni di rastrellamento dei primi del
febbraio scorso.
23 marzo 1945
Notiziario del 4 aprile 1945, p. 11, AR-CR
Il 23 marzo u. s., il comando provinciale della G.N.R. di Vercelli, denunciava, al tribunale militare, certo Franco (...?) in stato di arresto, imputato di diserzione e di collaborazione con bande fuori legge.
Notiziario del 6 aprile 1945, p. 30, UO
Il 23 marzo u. s., verso le ore 21 circa, fuori legge attaccavano con mortaio e pezzo
anticarro il distaccamento G.N.R. di SALUGGIA (VERCELLI) intimando la resa ai legionari.
Dopo due ore di conflitto i militi respingevano i fuori legge che riportavano un morto e
vari feriti. Da parte del distaccamento si lamentano 4 militi catturati, uno dei quali ferito.
Notiziario del 12 aprile 1945, p. 13, AS
Nella notte dal 23 al 24 marzo u. s., in Vercelli, elementi sovversivi affiggevano manifestini additanti ai lavoratori il presunto “crimine” perpetrato dai nazifascisti con l’uccisione di 32 giovani fuori legge a firma “Gruppo sindacale del comitato vercellese del
partito d’azione”.
25 marzo 1945
Notiziario del 13 aprile 1945, p. 13, AR-CR
Il 25 marzo u. s., reparti del 2o battaglione R.A.U. e del 3o R.A.P., in rastrellamento
nella zona di Livorno Ferraris, catturavano 5 banditi, 4 dei quali trovati in possesso di
armi, erano fucilati.
27 marzo 1945
Notiziario del 17 aprile 1945, pp. 18-19, AR-CR
Il 27 marzo u. s., alle ore 5,45, in Trino Vercellese, numerosi fuori legge armati di cannoncino anticarro e mortai, attaccavano il posto di blocco della Brigata Nera.
I legionari, sebbene inferiori per numero e per munizioni, reagivano con decisione.
Alle ore 6,40 al sopraggiungere dei rinforzi, i banditi si davano alla fuga.
Nessuna vittima da parte dei legionari. Si presume che i fuori legge abbiano riportato
diversi feriti, dalle tracce di sangue riscontrate sul terreno.
28 marzo 1945
Notiziario del 6 aprile 1945, p. 12, AR-CR
Il 28 marzo u. s., alle ore 0,30, sul tratto ferroviario tra Borgo Vercelli e Ponzana al km.
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(...?) scoppiava un ordigno, collocato da fuori legge, causando la interruzione della linea.
29 marzo 1945
Notiziario del 17 aprile 1945, p. 19, AR-CR
Dal 20 al 29 marzo u. s., nella zona Valle Mosso e Lozzolo, una compagnia del battaglione “Montebello” della divisione “Etna” della G.N.R., effettuava una azione di rastrellamento.
Durante il ciclo delle operazioni un fuori legge era ucciso, uno catturato e diversi feriti.
31 marzo 1945
Notiziario del 4 aprile 1945, p. 22, UO
Il 31 marzo u. s., verso le ore 20, fuori legge in abito civile fatta irruzione nella stazione
ferroviaria di S. GERMANO VERCELLESE (VERCELLI) tentavano di assalire il treno
proveniente da Torino. Un sottufficiale della scorta armata accortosi in tempo della presenza dei banditi apriva il fuoco e dopo breve sparatoria i fuori legge si allontanavano.
Il sottufficiale rimaneva gravemente ferito, anche un viaggiatore ferito leggermente.
Notiziario del 20 aprile 1945, p. 20, AR-CR
Nell’ultima decade del mese di marzo u. s., gruppi di banditi asportavano a più riprese
dalle officine di riserva FIAT di Lenta, Rovasenda e Roasio materiale elettrico e materiale di casermaggio.
1 aprile 1945
Notiziario del 1 aprile 1945, pp. 1-4, OP
La situazione politica permane stazionaria.
L’elemento dominante, che determina i vari mutamenti nel morale della popolazione, è
sempre l’attività che si svolge sui vari fronti.
Vi è in tutti, benpensanti e disfattisti, un senso di trepida attesa. Anche coloro che ritengono non lontano il collasso della Germania, non sanno spiegare convenientemente la
poderosa resistenza che le truppe del Reich oppongono sui vari fronti.
Prosegue la campagna tendente a portare scompiglio fra i contadini, presso i quali si
cerca di ottenere una completa adesione ai comitati di agitazione per ridurre la produzione agricola.
Il clero continua a svolgere opera antinazionale.
I locali, i caffè e i cinema sono sempre affollati e il senso del divertimento è ancora
troppo vivo nella popolazione, la cui maggioranza attende i “liberatori” perché si illude
che il loro arrivo debba segnare la fine della guerra.
La situazione politica nel biellese è precaria. Quasi tutti gli altri centri della provincia
sono virtualmente controllati dai fuori legge.
La situazione economica accenna a peggiorare.
Le mense aziendali non sono ancora riuscite ad eliminare la speculazione di certi produttori. Permane la difficoltà degli approvvigionamenti dei combustibili, aggravata dalla totale soppressione della erogazione del gas.
Si teme che i prossimi lavori agricoli debbano essere ostacolati dall’attività aerea nemica. Il mercato clandestino è sempre attivo in quanto vi è in tutti grande tendenza all’accaparramento.
184
Scarsa la mano d’opera agricola. La massa dei lavoratori, prevedendo che gli operai
che nel corrente anno immigreranno in provincia saranno pochi, a causa della difficoltà
dei trasporti, avanza pretese per ottenere una forte maggiorazione dei salari.
La forza militare della provincia è molto scarsa.
Nell’ipotesi di un attacco da parte di fuori legge ai centri importanti della provincia e
allo stesso capoluogo, le forze repubblicane potrebbero trovarsi in serio imbarazzo, non
solo per l’esiguità delle forze disponibili, ma anche per la deficienza spirituale che si
nota in alcuni reparti, specie tra quelli della polizia.
Gli ufficiali dell’esercito, soprattutto quelli del C.C.G.U. attendono prevalentemente al
disbrigo di pratiche burocratiche. Il funzionamento dei comandi si svolge, in complesso, regolarmente. Sempre scarso il senso della responsabilità; assente il volontarismo.
L’attività sovversiva e antinazionale trova facile terreno in quanto sfrutta i successi ottenuti
dalle forze alleate in Germania e lo stato di disagio esistente fra la popolazione a causa
del prolungarsi della guerra e delle difficoltà economiche.
Nei decorsi giorni, l’attività dei fuori legge, è stata pressoché irrilevante.
È stata effettuata la fucilazione di una ventina di ribelli, catturati con le armi in mano,
testè avvenuta in Salussola. È circolata la voce che le salme sono state visitate dal noto
MOSCATELLI il quale, nella circostanza, avrebbe indossato l’abito talare.
Nell’alto Biellese e nella Val Sesia si è notato, invece un certo risveglio tra i fuori legge
i quali hanno assassinato un appartenente alla X MAS, assalito caserme della G.N.R. e
catturato alcuni legionari.
Tali fatti hanno imbaldanzito i fuori legge i quali pare che ora stiano organizzandosi, in
collaborazione con le bande situate ad ovest del lago d’Orta e del lago Maggiore, per
compiere azioni a vasto raggio.
Sul versante della Serra sono segnalate pattuglie volanti di una trentina di uomini, bene
armati, fra cui parecchi paracadutisti americani aviolanciati.
La bassa provincia è pressoché controllata dalla polizia partigiana e dai G.A.P.
Nel territorio confinante con la provincia di Alessandria sono segnalati forti gruppi di
fuori legge in divisa e bene armati, i quali compiono frequenti puntate esplorative con
un raggio d’azione di 10-20 chilometri a nord del Po.
La maggioranza della popolazione è consenziente e simpatizza per i banditi.
Notiziario del 18 aprile 1945, p. 17, AR-CR
Il 1o corrente, alle ore 0,50, alcuni banditi, mediante applicazione di ordigni esplosivi,
interrompevano il binario unico fra l’assuntoria di (...?) e la linea ferroviaria Vercelli-Casale
e provocavano la rottura di due campate all’altezza del km. 25,565 e lo svio di una locomotiva e sei carri merci.
Nessun danno alle persone.
4 aprile 1945
Notiziario del 23 aprile 1945, p. 17, AR-CR
Il 4 corr., in Ghislarengo, due banditi armati si presentavano nell’abitazione dell’agricoltore Guido GUIDETTI, facendosi consegnare un bovino.
5 aprile 1945
Notiziario del 13 aprile 1945, p. 14, AR-CR
Il 5 corrente, pile ore 20, tra le stazioni di Olcenengo e S. Germano Vercellese, al km.
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65, fuori legge, mediante ordigno esplosivo, danneggiavano il binario unico, interrompendo la circolazione dei treni.
Notiziario del 20 aprile 1945, p. 20, AR-CR
Il 5 corrente, alle ore 20, in Arborio, gruppi di fuori legge armati asportavano ad alcune
persone del luogo 215 kg. di farina di frumento e un telo impermeabile.
6 aprile 1945
Notiziario del 20 aprile 1945, p. 20, AR-CR
Il 6 corrente, alle ore 21, in Oldenico, banditi armati si presentavano con un carro al
caseificio di certo Pietro GALLIONE costringendo questi a consegnare loro kg. 45 di
burro.
7 aprile 1945
Notiziario del 16 aprile 1945, p. 23, AR-CR
Il 7 corrente, il Comando Provinciale della G.N.R. di Vercelli denunciava al Tribunale
militare tale Libero (...?), in stato di arresto, imputato di partecipazione attiva a bande
armate e per essere stato trovato con armi all’atto della cattura.
Notiziario del 23 aprile 1945, p. 17, AR-CR
Il 7 corrente, reparti della G.N.R. e germanici, in operazione di rastrellamento, mettevano in fuga una formazione di fuori legge che operava nella zona di Crescentino e
Castello di Verrua [Savoia].
8 aprile 1945
Notiziario del 14 aprile 1945, p. 19, AR-CR
L’8 corrente, alle ore 19, fra le stazioni di S. Germano Vercellese e Olcenengo, al km.
65, fuori legge, mediante ordigni esplosivi, cagionavano la rottura di una rotaia.
11 aprile 1945
Notiziario del 17 aprile 1945, p. 19, AR-CR
L’11 corrente, alle ore 12, fra le stazioni di S. Germano Vercellese e Santhià, al Km. 65,
fuori legge a mezzo di ordigni esplosivi interrompevano il binario unico.
14 aprile 1945
Notiziario del 20 aprile 1945, pp. 20-21, AR-CR
La notte del 14 corrente, tra le stazioni di S. Germano Vercellese e Santhià, al km. 61,
e nei pressi della stazione di Olcenengo, fuori legge, a mezzo ordigni esplosivi, danneggiavano le rotaie della linea Torino-Milano, interrompendo le comunicazioni.
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Indice delle persone
Abbate, Giovanni 72
Aghina, Ernesto 6
Aglietti, tenente 115
Aglietti, don Giovanni 86
Aimone, Corrado 72
Albarello, Alberto 78
Albertinetti, Pietro 106
Albertinetti, Spartaco 117
Albertini, Alfonso 136
Albertini, Enzo 89
Alessi di Canosio, Cesare 149
Alessi, Mario 49
Alexander, Harold 16
Allais, Clementina 170
Amerio, Alberto 17
Amisano, Quinto 79
Angelino, Carlo 152
Anselmetti, Renato 55
Antoniazzo, Valentino 169
Ara, Giovanni 106
Arbizzoni, Paolo 18
Ariossi, Lina 121, 122
Aritti, Maria 97
Armellini, Quirino 11
Atos, partigiano 158
Attisi, Giovanni 114
Avalle, Enrico 3
Badoglio, Pietro 176
Bagnaschi, Enrica 83
Ballarini, Tarcisio 100
Balsuini, maresciallo 171
Barabino, Emilio 78
Barberis, Pietro 54
Barbet 90
Barbis vedi Vicario, Dino
Barca, Giovanni 129
Barcoretti, Camillo 73
Bardini, Enrico 88
Barizonzo, Gino 128
Barone, Lorenzo 17
Barosio, milite 91
Barthum, Percy 51
Basso, [Ferdinando] 73
Basso, [Pietro] 73
Bassotto, Eraldo 41
Belcastro, Vincenzo 176
Bellini, squadrista 162
Belloni, Giuseppe 71
Belloni, Vincenzo 71
Bellotti, Francesco 48
Beltrami, Giacomo 46
Bench, Willi 92
Benini, Giuseppe 132
Bernasconi, Alfio 120
Bernardini, Angelo 176
Bernoni, Firmino 170
Berrini, Aldo 79
Bertagnolio, Onorato 105
Bertalotto, Giuseppe 64
Bertarelli, Luciano 129
Bertazzi, Nadir 104
Bertellini, Renato 86
Bertoloni, Francesco 104
Berton, Giuseppe 170
Bertotto, Luigi 83
Bertozzi, Gaspare 6, 7
Berzonetto, Giovanni 162
Biancardi 128
Bianchi, Diego 79
Bianco, Giuseppe 90
Biagioni, capitano 18
Bighiani, don Sisto 180
Binazzi, Eliano 116
Binda, Carlo 79
Biscotti, Vincenzo 72, 150
Bisio, Pietro 103
Blasetti, Teresa 149
Boccatelli, Aldo 131
Boffa, Patrizio 56
Boggio, Franco 159
Boggio, fascista 38
Bogliano, Michele 135
Bolla, Franca 103
Bona, Giuseppe 131
Bondetti, Benigno 67
Bongiovanni, Giuseppe 122
Bongiovanni (Brianco) 83
Bongiovanni (Salussola) 87
Bono, Michele 86
Bonomini, Luigi 9, 19, 20, 22, 29-31
Borasio, Giovanni 110, 111
Borasio, Luigi 111
Borri, Giovanni 92
Borri, Pietro 103
Bosa, Giacinto 131
Boschetti, Giuseppe 165
Boschetti, Guido 179
Bottinelli 38
Bottini, Giovanni 112
193
Botto, Giuseppe 45
Bozzo, Luigi 58
Bracco, Raffaele 77
Brendiero (o Prendiero?), Gilco 86, 87
Bruna, Novello 79
Bruno vedi Calletti, Albino
Buda, Giovanni 160
Buffa, Maria 4
Buffarini Guidi, Guido 13
Bulla, Carlo 60
Busasca, Luigi 152
Busca, Enzo 4
Busca, Mario 6
Caccia, Francesco 80
Cafasso, Mario 109
Caizio (?), Franco 179
Calandri, Michele 30, 31
Calissano, Giovanni 117
Calletti, Albino (Bruno) 100, 129, 136, 172
Calligaris, milite 168
Calzini, Maria 42
Camana, Pietro 95
Camandone, Emiliano 105
Campoli, Luigi 115
Canavese, Lorenzo 173
Candeloro, Dina 89
Candeloro, Gregorio 89
Cane, Battista 50
Canevari, Emilio 12, 12, 13
Canova, Maria 81
Capozzi, Giovanni 129
Carando, Severino 97
Carlettini, Ghino 75
Caron, Carlo 167
Carrera, Giuseppe 66
Cartotti, Ludovico 122
Casazza, Enrico (il Rosso) 61, 100, 149
Casazzo, Maria 161
Caselli, Germano 6
Cassetta, Alcide 173
Castaldo, Pietro 140
Castriotta, Raffaele 95
Caucina, Antonio 138
Cavallera, Giuseppina 83
Cavalli, Cesare 3
Cena, Antonio 134
Cerina, Mario 51
Cerri, Remo 132
Cerri, Riccardo 88
Ceruti, Gaudenzio 79
Ciceri, Pietro 37
Cicuta, Rosita 46
Ciprian, Gaudenzio 168
Ciro vedi Gastone, Eraldo
Citarristi, Giuseppe 133
Chiodo, Bartolomeo 41
Clerico, Giovanni Battista 65
Clerico, Italo 40
Coda Canati, Renzo 54
Coen 147
Coggiola, Vittorio 148
Collobiano, marchese di 147
Colombo, Giacomo 109
Colombo, Leo 41
Colombo, Mansueto 69
Colombo, fratelli 152
Colombo (Lenta) 143
Comazzi, Lina 83
Combi, Marino 147
Comola, Giovanni 139
Coppo, Giuseppe (Pippo) 71
Cormaro 146, 177
Corte, Camillo Paolo 6
Cosetti, Elvira 57
Cossano, Rinaldo 71
Costanzo, Vincenzo 159
Costanzo, fratelli 152, 169
Crespi 110
Cristini, Arnaldo 79
Crivellato, Albino 75
Curti, Antonio 72
Dante, Gino 176
Deakin, Frederick W. 9, 11-15
De Alessandri, Vittorio 40
De Angelis, Giuseppe 63
De Angelis, Filippo 63
De Bernardo 96
De Caterina, Gaspare 44
De Juliis, colonnello 141
Del Grosso, Virginio 41
Della Fiora, Adriano 142
Della Giovanna, fratelli 148
Delleluche, Bruno 49
Del Piano, Colombina 118
Del Signore, Luigi 119
De Martino, Carlo 38
Diamanti, Filippo 12
Di Fiani, Maria 122
Di Nunno, Francesco 116
Doglioni, Ferruccio 57
Dolfin, Giovanni 12, 13, 13
Domenichetti, Giorgio 172
Donzano, Fiorenzina 143
Durando, Prospero 36
Elena, Battista 63
194
Evandri, Franco 168
Fabbri, Carlo 95
Fabbrino, milite 92
Fallauger, Paolo 42
Fasolo, Guido 40
Ferioli, Renato 61
Ferrara, Alfredo 157
Ferraro, Eusebio 169
Ferri, Alberto 42
Ferrini, Ferruccio 14
Finotto Siletti, fratelli 112
Fioretti, milite 121
Fischer, capitano 99
Foglia, Costantino 88
Foresto, Mario 172
Forietto, Mario 171
Formaggio, Eugenio 112
Fornasino, Venceslao 113
Fracassi, Giovanni 17
Freguglia, Guido (Aldo) 118
Gadina, Dante 3
Gaffurini, Cirillo 176
Gallardi, Piero 6
Galli, Anselmo 175
Gallia, Battista 55
Gallione, Pietro 186
Gambara, Gastone 11, 12
Gambara, Francesco 98, 120
Gaspero, Domenico 161
Gastone, Eraldo (Ciro) 58
Gavanino, Paolo 143
Gemisto vedi Moranino, Francesco
Giacchetti, Olimpio 54
Giallotti, Antonio 122
Giannini, sottotenente 129
Gigliotto, Francesco 133
Gili, Giacinto 137
Gili Levra, Felice 125
Gilio, Rinaldo 139
Gino, partigiano 128
Giolitti, Giovanni 98
Giraudi, Antonio 4
Giulini, Leone 48
Givone, Bruno 128
Givone, Onorato 37
Givone, Pietro 43
Godio, Francesco 45
Gravello, vice brigadiere 121
Graziani, Rodolfo 7, 11-13, 15, 76, 122
Graziano, Domenico 154
Greppi, Vittorio 136
Grober, Enrico 46, 55
Grosso, Ettore 50
Gruppi, Arrigo (Moro) 129, 136
Guarnieri 121
Gufini, Leopoldo 40
Guida, Leandro 35
Guidetti, Guido 185
Hajtukowsvi, Teodoro 85
Hitler, Adolf 5, 12
Iboldo ved. Perino, Caterina 49
Imberti, Ferdinando 127
Impallomeni, camicia nera 40
Jannikiri, Giuseppe 66
Kanifki, caporale 66
Laione, Giovanni 170
Languasco, Aurelio 18
Leoni, Giovanni 79
Lesca, Pietro 177
Leviselli, Pierino 54, 150
Leyers, Hans 15
Lignari, Paolo 148
Lodolo, Giuseppe Lorenzo 54
Lonardo, Nunzio 123
Lorenzini, Giacomo 164
Lorio, Erminio 120
Lucchini, Battista 79
Lunardon, Antonio 67
Luparia, Aldo 175
Lusana, squadrista 111
Macchieraldo, Ugo 166
Machieraldo, Alfredo 111
Maceda (?), Pasquale 176
Magara, Bruno 75
Maggi, Ferdinando 79
Maggia, Cornelio 65
Magliola, Francesco 45, 65
Mainardi, Pierino 6
Malucelli, Gastone 18
Mammuccari, Antonio 18
Mandosio, Luigi 6
Manfredi, Alessandro 18
Manna, Guglielmo 78
Mantegazzi, Guido 134
Marazzi, Francesco 78
Marchetti, Giuseppe 87
Marchisio, Francesco 178
Marcodini, Franco 67
Margara, Carlo 134
Mariani, Carlo 17
195
Mariani, Vittorio 18
Marina, Mariano 132
Marino, Domenico 77
Marinone, Pietro 122
Martinetto, Marco 58
Marzan, Aimone 85
Massara, Giuseppe 127, 152
Massari, squadrista 37
Massarotti, Lucia 45
Mazzucco, Angelo 6
Medici, Felice 169
Menegozzo, Oreste 18
Meriani, Nicola 122
Merlo, Luigi 3
Micaldone, Luigi 143
Miceli, Angelo 136
Micheletti, Luigi 31
Migazzo 104
Milanesi, Fausto 130
Milanini, Carlo 45
Miletto, Ottavio 51
Milke, maggiore 108
Mocca, Pietro 142, 147
Mogara, Bruno 72
Molinari, Antonio 123
Montagna, Renzo 95
Moranino, Francesco (Gemisto) 172, 174
Morello, Francesco 127
Morello, Giovanni 128
Moreni, Ciro 133
Morinari, Carlo 125
Moro, coniugi 91
Moro, squadrista 90
Moro vedi Gruppi, Arrigo
Morsero, Michele 4-6, 8, 9, 26
Mosca, Roberto 104
Mosca, Severo 121
Moscatelli, Vincenzo (Cino) 37, 41, 42, 54, 69,
73, 82, 100, 101, 110, 128, 136, 137, 145, 185
Moscone, Cesare 67
Motta, Giuseppe 63
Mucchi (?), Luciano 176
Musso, Antonio 42, 71
Mussolini, Benito 5, 7, 9, 11, 11, 12, 13, 14,
14, 15, 16, 21, 110
Nuccio, Eddio 132
Naron, Giovanni 59
Natalino, Roberto 40
Negreschi, Battista 66
Nessi, Angelo 18
Nicchiarelli, Niccolò 8, 12, 15, 21
Nicco, Eugenio 55
Nones, Erminio 79
Nova, Gabriele 40
Ragonese, Giuseppe 18
Raimondi, Roberto 49
Rainero, Argia 106
Rama, Quintino 52
Ramella, Maria 103
Ramella Pollone, Giuseppe 80
Ranghino, Pietro 158
Ranieri, Oreste 142
Opezzo, fratelli 160
Oppezzo, Giovanni 158
Ordano, Rosaldo 3-5, 7, 8
Pacchioni, Vittorio 104
Pagani, Mario 6
Panchieri, Daniela 31
Pansa, Giampaolo 7, 8, 14, 19, 20, 28, 31
Paretti, Franco 125
Parodi, Silvio 97, 99, 100
Pasquero 165
Pavolini, Alessandro 7, 11, 12
Pellegrino, ingegnere 116
Pellin, Egidio 56
Penna, Domenico 57
Peraldo, Cristino 104
Peraldo, Pietro 49
Percini, Giovanni 45
Peretto, Mario 66
Perone (?), Franco 179
Perruccio, Libero 79
Pesgu vedi Vinzio, Mario
Petrini, Giovanni 138
Piagnata, Delfina 65, 66
Pialorsi, famiglia 49
Piazza, Umberto 119
Piazzino, Angelo 66
Piccio, Anna 44
Picco, Andrea 169
Pisanò Giorgio 5, 12-15, 17, 18
Pivani, Alberto 41
Pivano, Virginio 43
Pivaso, Dino 159
Pollini, Marcello 122
Porrino, Bruno 120
Porrino, Dante 120
Pozzi, caposquadra 40
Prada, Luigi 79
Prendiero (o Brendiero?), Gilco 86, 87
Prestamburgo, Domenico 6
Quaglia, Quinto 173, 174
Quaranta, Edgardo 79
196
Rastelli, Pietro 179
Ravaglia, Silvio 18
Raviglione, Bianca 46
Raviglione, Francesco 133
Raviglione, Giovanni 36
Resta, Giovanni 42
Ricca, Giulio 64
Riccardi, Antonio 52
Ricci, Renato 11-15, 18, 19, 21, 28, 28, 97, 100
Richter, comandante tedesco 3
Rico v. Casazza, Enrico
Ricobene, Teobaldo 83
Riva, Lucia 137
Riva, Luigi 130
Riva, Romualdo 154
Rivalta, Raoul 5, 7
Rizzio, Domenico 65
Rizzio, Piero 65
Rizzo, Giuseppe 118
Rizzoli, Aldo 84
Robbiano, Carlo 120
Roccia, Domenico 6
Roggetto, Pierino 162
Rolfo, Giovanni 125
Romanato, Umberto 165
Romegialli, Italo 15
Roncali, Giuseppe 54
Ronco, Pietro 170
Ronchi, Egidio 79
Rondullo, Antonio 103
Ronza, Giuseppe 136
Rossetti, Carlo 79
Rossetti, Felice 73
Rossetti, Francesco 41
Rossetti, Giancarlo 68
Rossetto, Vittorio 82
Rossi, Cesare 6
Rossi, Giuseppe 49
Rossini, Antenore 127
Rosso vedi Casazza, Enrico
Rubini, Giovanni 67
Russo, Giuseppe 62
Rutto, Bruno 71
Salussolia, Aldo 132
Sanchini, Eugenio 18
Sandri, Vittorio 6
Santini, Guerrino 120
Sarasco, partigiano 108
Sartoris, Amedeo 6, 175
Sauckel, Fritz 15
Savino, Antonio 138
Savio, Umberto 4
Scalabrino 8
Scarlatta, Giovanni 68
Schiapparelli, Giovanni 68
Scottin, Giuseppe 79
Selva, Natalino 177
Semadini, Tommaso 20
Sibilla, Giovanni 79
Simonetta, Dante 79
Simone, Abele 57
Simplex 4
Sinfiso, Ernesto 40
Solaro, Giuseppe 95
Soldareni, Mario 79
Spallone, Gaetano 95
Spaudo, Felice 109
Squillario, Renzo 104
Stalin (Josif Vissarionovic Dzugasvili) 59
Stefani, Giuseppe 177
Stratta, Giuseppe 76
Stucchi, Giordano 79
Sturniolo, Giuseppe 176
Tallia, Delfino Alessio 83
Tamaro, Attilio 11, 12, 14
Tarabeletti, Natale 62
Tarchi, Angelo 9
Tola, Walter 136
Topasso, Costanza 131
Toscani, Pietro 130
Toso, Leandro 108
Tosone, Tommaso 168
Travaglini, Arturo 46
Travaglini, Fernando 18
Trussi, Antonio 155
Uboldi, Mario 3, 4
Ulietti, Dionisio 51
Usellini Moscatelli, Carmelita 102
Valazza, Angelo 48
Vallanzasca, Maria 43
Vallaro, Alberto 137
Vanoli, Francesco 152
Verro, Giovanni 6
Viale, Paolo 83
Viana, Clara 41
Vicari, Giovanni 17
Vicario, Dino (Barbis) 128
Villa, Maria 147
Vinzio, Mario (Pesgu) 68
Viterbo, Luigi Mario 80
Vittani, Eugenio 3
Volante, Giuseppe 15
Zanazzo 154
197
Zandano, Gianni 4
Zanetta, Luigi 109
Zaninetti, Eusebio 86
Zanotti, Carlo 18
Zappi, Silvia 4
Zegna, Alessandro 88
Zerbinati, Guglielmo 147
Zerbinati, Pio 9
Zignone, Guido 88
Zublena, Lorenzo 52
Zuccari, Merico 17, 18
198
Indice dei luoghi
Affrancia (Borgosesia) 42
Agliè (Ao, ora To) 178
Agnona (Borgosesia) 66, 100
Agrate Conturbia (No) 172
Ailoche 83
Alagna Valsesia 17, 32, 36, 44, 46, 55, 68, 75
Albiano (Ao, ora To) 82
Alessandria 47
Alessandria, provincia 141, 170, 185
Alice Castello 35, 91, 132, 153
Almese (To) 66
Alzate (Momo, No) 172
Andorno Micca 17, 39, 49, 56, 72, 104, 133,
157, 160
Andrate (Ao, ora To) 151, 183
Anzasca, valle 172
Anzio (Roma) 44
Aosta 51, 96, 166, 167, 171, 177, 182
Aosta, provincia 32, 85, 94, 95, 141, 151, 170,
180
Aosta, valle 18, 91, 114, 117, 151, 157
Aranco (Borgosesia) 57
Arborio 17, 135, 139, 143, 152-154, 157, 164,
168, 169, 174, 175, 186
Arona (No) 106, 159
Arro (Salussola) 148, 157
Asigliano Vercellese 165, 180, 182
Asti, provincia 95
Azeglio (Ao, ora To) 82, 178
Bagnella (Omegna, No) 70
Bairo Torre (Ao, ora To) 178
Balma (Quittengo) 41, 161, 163
Balmuccia 56
Balocco 134, 135, 146, 157, 161, 164
Bannio Anzino (No) 57, 128
Baraggia (Lessona) 42
Baranca, colle 57
Barone, monte 71, 73
Battiana (Lessona) 41
Benna 63, 108, 112, 121, 170
Berlino 13
Bessa, zona del Biellese 151
Biandrate (No) 149, 172
Bianzè 116, 117, 128, 129, 165, 167, 170, 172
Biella 3, 4, 6, 17, 18, 27, 28, 37-40, 43, 46, 47,
50,54, 60, 62, 64-66, 68, 70-72, 74, 75, 76, 78,
80, 81, 83, 87, 88, 90, 91, 93, 94, 96, 104, 106,
108-109, 112,115-117, 121,124,126, 134-137,
139, 157, 159-161, 163, 170, 174, 177, 179,
182
Biellese 5, 18, 23, 25, 31, 32, 32, 48, 49, 53, 57,
59, 60, 62, 64, 67, 68, 78, 91, 93, 105,107, 115,
126, 140, 141, 145, 151, 153, 157, 160, 161,
164, 166, 167, 172, 176-178, 184, 185
Bioglio 17, 161
Boca (No) 48, 149, 172
Bocchetto Sessera 151, 160, 161, 164
Bogogno (No) 172
Bollengo (Ao, ora To) 84, 166
Borgo d’Ale 39, 103, 120
Borgomasino (Ao, ora To) 166, 171, 178
Borgosesia 17, 37-40, 42, 45, 48, 51, 56, 69, 73,
74, 90, 91, 94, 95, 97, 100, 115, 136, 149
BorgoVercelli 17, 99, 118, 123, 134, 135, 152,
165, 183
Bornasco (Sala Biellese) 166
Borriana 151
Borzonasca (Ge) 103
Boscarola, bocchetta 151
Botto (Trivero) 68
Breia 37
Brennero 114
Brescia 84, 159
Brianco (Salussola) 77, 83
Briga Novarese (No) 172
Brusnengo 39, 43, 51, 57, 63, 96
Buronzo 17, 86, 92, 93, 99, 103, 105, 106, 109112, 114,118-120, 121, 122, 124,127-129, 131,
134, 138, 141, 143, 144, 147, 148, 153, 161,
162, 178
Busonengo (Villarboit) 87
Callabiana 41, 174
Caluso (Ao, ora To) 81, 87
Camandona 72, 150, 151, 164, 174
Camburzano 51, 54
Camo (Valduggia) 65
I numeri in corsivo si riferiscono alle note. Di ogni frazione è indicato tra parentesi il Comune
capoluogo; delle località al di fuori della provincia di Vercelli è indicata perlopiù solo la sigla
della provincia di appartenenza (con riferimento all’epoca; è tuttavia precisato il cambio di
provincia nel dopoguerra per i comuni del Canavese).
199
Campello Monti (Valstrona, No) 73
Campertogno 56
Campiglia Cervo 41, 72
Campore (Valle Mosso) 59, 111
Canavese 18, 32, 48, 177, 182
Candelo 17, 41, 65, 69, 83, 104, 112, 124, 146,
150, 156, 170
Candia Canavese (Ao, ora To) 171
Cannero Riviera (No) 128
Cannobina, valle 172
Cannobio (No) 99
Cappuccini (Vercelli) 86, 87, 179
Caprile 69, 80, 82, 86, 182
Caresanablot 166
Carisio 86, 88, 90-92, 95, 118, 124, 132, 162
Carpignano Sesia (No) 43, 144, 149, 173
Casale Monferrato (Al) 49
Casaleggio (No) 172
Casanova Elvo 17, 132, 151, 157
Cascine San Giacomo v. San Giacomo Vercellese
Castellamonte (Ao, ora To) 87
Castell’Apertole (Livorno Ferraris) 117
Castellazzo (Cossato) 162
Castellazzo Novarese (No) 172
Castellengo (Cossato) 182
Castelletto Cervo 51, 71, 124, 138, 162, 182
Castelletto (Momo, No) 172
Castelli Cusiani (ora San Maurizio d’Opaglio,
No) 172
Castino (Cn) 171
Cavaglià 17, 53, 76, 81, 87, 90, 113, 156
Cavaglietto (No) 172
Cavaglio d’Agogna (No) 129, 136, 149, 172
Cavallirio (No) 172
Cavour, canale 87, 123, 132, 175, 178
Cellio 37, 42, 48, 53, 73
Ceresito (Donato) 123
Cerreia (Soprana) 68
Cerrione 68, 77, 82, 111, 134, 146, 151, 160,
163, 182
Cerruti (Soprana) 173
Cervarolo (Varallo) 58
Cervo, torrente 94, 162
Cervo, valle 115, 146, 150, 157, 164
Chatillon (Ao) 81
Chesio (Valstrona, No) 70, 71
Chiari (Bs) 17
Chiavazza (Biella) 62, 108, 161, 163
Chiaverano (Ao, ora To) 182
Chivasso (To) 109, 146, 183
Cigliano 17, 45, 48, 62, 74, 98, 105, 118, 127,
130, 146, 157, 160, 182
Civiasco 44
Coggiola 17, 37, 40, 71, 74, 78, 161, 182
Colla (Netro) 57
Collobiano 151, 175, 179
Colombara (Livorno Ferraris) 178
Comasco 18
Cossato 17, 36, 37, 49, 74, 79, 92, 115, 120,
137, 160, 182
Cossila (Biella) 39, 50, 83, 162
Costanzana 64, 133, 147, 168, 170, 173, 182
Cravello (Valle Mosso) 65
Crescentino 17, 64, 90, 98, 112, 114, 125, 127,
131, 138, 142, 164, 186
Crevacuore 17, 36-38, 55, 56, 161, 182
Croce Mosso (Valle Mosso) 56, 173
Crosa 130, 159
Crova 136
Cuceglio (Ao, ora To) 178
Cuneese 18
Cuneo 81, 96
Cuneo, provincia 44, 95, 105, 126
Cuorgnè (Ao, ora To) 183
Cureggio (No) 88, 172
Curino 74, 146, 164, 165, 182
Cusio 99
Darola (Trino) 136
Desana 17, 182
Divignano (No) 172
Domodossola (No) 99, 106, 110, 137
Donato 51, 68, 151, 160, 178, 179
Dondenaz (Champorcher, Ao) 81
Dorchetta, bocchetta 57
Dorzano 121
Elvo, torrente 86, 90, 92, 94, 95, 115, 162
Elvo, valle 50, 113, 146, 151, 157, 164
Falcero (Valle Mosso) 35
Fara Novarese (No) 149, 180
Favaro (Biella) 83, 105, 117
Fervazzo (Coggiola) 80
Firenze 62
Fobello 43, 59, 65, 69, 70, 77, 80, 128
Fontaneto d’Agogna (No) 129, 136, 149, 172
Fontanetto Po 108, 138, 182
Formazza, valle 172
Formigliana 87, 161
Forno (Valstrona, No) 70, 73, 77
Gaglianico 17, 104, 109, 132, 138, 158
Gargallo (No) 172
Gattinara 17, 37, 69, 72, 73, 86, 88, 90, 97, 116,
117, 139, 142, 158, 163, 164
Gavala, alpi 73, 74
200
Gemevola, monte 73
Genova 103
Ghemme (No) 149, 172
Ghislarengo 125, 130, 139, 141, 144, 154, 158,
160, 161, 164, 168, 169, 171-173, 185
Gozzano (No) 53
Graglia 51, 65, 132, 160, 163
Granozzo con Monticello (No) 172
Gran Sasso 11
Gravellona Toce (No) 165
Greggio 93, 158, 180
Gressoney (Ao) 81
Gressoney, valle vedi Lys, valle
Grignasco (No) 39, 42, 53, 80, 91, 95, 111, 149,
172
Grossa, alpe 64
Guala (Trivero) 75
Guardabosone 182
Guardella (Borgosesia) 38
Imperia 42
Intra (Verbania, No) 99
Isolella (Borgosesia) 69
Ivrea (Ao, ora To) 66, 73, 76, 80, 82, 87, 178,
182
Lamporo 71
Landiona (No) 172
Lanzo, valle 68
Larizzate (Vercelli) 103
Lenta 88, 125, 137, 139, 141-143, 147-153, 160,
161, 164, 169, 178, 180, 184
Leri (Trino) 178
Lessona 65, 83, 134
Lignana 148
Liguria 126
Litorale Adriatico 20
Livorno Ferraris 17, 106, 117, 119, 127, 129,
133, 142, 144, 147, 152, 157, 159, 165, 167,
173, 178, 183
Loccia, alpe 70
Lys, valle 18, 114, 151
Locarno (Varallo) 72
Lombardia 137
Lorazzo (Andorno Micca) 49
Loreto (Varallo) 45
Lovario (Borgosesia) 27
Lozzolo 66, 97, 184
Maggiora (No) 136, 149, 172
Maggiore, lago 128, 185
Magnano 146, 151, 163, 182
Mandello Vitta (No) 172
Margosio, bocchetta 60
Mars, monte 170, 182
Masino (Caravino, Ao, ora To) 171
Massazza 112, 121, 136, 146, 157, 162,170, 182
Masserano 17, 69, 74, 75, 86, 88, 108, 160,
164, 174, 182
Massiola (No) 71
Mastallone, torrente 100
Mastallone, valle 69
Mauletta (Romagnano Sesia, No) 66
Mazzè (To) 74, 146
Mera (Scopello) 67
Mergozzo 99
Mergozzo, lago 53
Mezzana Mortigliengo 59, 103
Mezzomerico (No) 149, 172
Miagliano 93
Milanese 69
Milano 7, 28, 37, 43, 55, 62, 70, 87, 92, 93, 97101, 110, 113-115, 121, 122, 156, 158
Molinengo (Soprana) 73
Mombarone 151, 157
Momo (No) 172
Monaco di Baviera 11
Monastero (Castelletto Cervo) 170
Moncrivello 76, 85, 96, 97, 102, 127, 133, 146
Monferrato 146, 154, 157, 164, 167, 182
Mongiovetto (Cerrione) 135
Mongrando 17, 51, 62, 68, 74, 87, 108, 112,
121, 151, 157
Monticello vedi Granozzo con Monticello
Montrigone (Borgosesia) 51
Monza (Mi) 93
Moro, monte 73
Mosso Santa Maria (ora Mosso) 17, 36, 39,
49, 58, 69, 153, 161, 174
Mottalciata 17, 27, 50, 64, 74, 75, 80, 129, 146,
150, 157, 182
Mottarone, monte 99, 105
Mucrone, monte 146, 151
Muzzano 49, 50, 51, 54, 55, 67, 103, 117, 132,
159, 163
Novara 12, 39, 49, 50, 53, 54, 57, 77, 82, 86, 88,
96, 99, 102, 105, 109, 110, 112, 113, 115, 121,
122, 124, 128, 136, 137, 142, 145, 148, 158,
163, 172, 175
Novara, provincia 57, 85, 95, 123, 170, 180
Novarese 53, 69, 82, 99, 100, 105, 136
Noveis, alpe 80
Nettuno (Roma) 44
Netro 17, 43, 46, 50, 51, 58, 68, 74, 77, 151, 178,
179
Occhieppo Inferiore 39, 52, 79, 92, 133
201
Occhieppo Superiore 47, 49, 65, 81, 103, 120,
133, 155
Olcenengo 95, 97, 112, 125, 149, 157, 166, 167,
174, 179, 185, 186
Oldenico 51, 186, 157
Olen, colle 80
Omegna (No) 53, 71, 73
Oriomosso (Quittengo) 40
Ornavasso (No) 53, 77
Oropa (Biella) 46, 52, 104, 105, 151
Orta, lago 37, 53, 105, 185
Ossola, valle 18, 53, 99, 124, 142
Palazzo Canavese (Ao, ora To) 178
Palazzolo Vercellese 133, 138, 177
Parma 121
Parone (Varallo) 67
Pavia 113
Pavignano (Biella) 103, 120
Pertengo 136, 180
Pettinengo 72, 161
Pezzana 155
Piacenza 121
Piatto 50, 68, 104, 161
Piedicavallo 47, 161
Piemonte 14, 15, 91, 96, 100, 101, 105, 140, 144
Piverone (Ao, ora To) 133, 134, 178
Plello (Borgosesia) 53
Pollone 39, 41, 50, 71, 81, 111, 146, 151
Pomarolo (Varallo) 48
Ponderano 66, 104, 118
Pontecurone (Al) 58
Ponzana (Casalino, No) 77, 152, 183
Ponzone (Trivero) 35, 55, 68, 160
Portile, alpe (Rimasco) 58
Portula 182
Postua 44, 52, 58
Pralungo 37, 46, 54, 72, 96, 112, 117
Prato (Fi) 62, 63
Prato Sesia (No) 172
Pratrivero (Trivero) 56
Pray 37, 59, 61, 74, 80, 182, 45
Premosello (No) 53
Quarona 58, 72, 88, 95, 96, 102
Quinto Vercellese 147, 164-166, 170
Quittengo 40, 41
Rastiglione (Valduggia) 73
Recetto (No) 172
Reggio Emilia, provincia 70
Revislate (Veruno, No) 149
Rialmosso (Quittengo) 41, 146, 150
Rimasco 59, 75
Rimella 55, 65, 69
Rivara (To) 80, 81, 87
Riva Valdobbia 68
Rive 136
Roasio 51, 63, 124, 130, 138, 139, 141, 148,
150, 153, 157, 158, 175, 184
Rocca d’Argimonia, cima 60
Roccapietra (Varallo) 102, 113, 156
Rocchetta Belbo (Cn) 171
Roma 14
Romagnano Sesia (No) 77, 88, 97, 99, 100,
120, 129, 136, 158, 172, 180
Ronchi (Cigliano) 74, 105, 130
Ronco Biellese 50, 125, 146, 150, 161, 163
Ronco Canavese (Ao, ora To) 81
Roncole (Postua) 72
Rondò (Serravalle Sesia) 38
Ronsecco 17, 40, 136-138, 169-170, 182
Roppolo 156
Rosa, monte 73
Rovasenda 88, 93, 109, 133, 142, 148, 160, 184
Rovasenda, torrente 89
Rozzo (Borgosesia) 27
Rubello, monte 161
Ruta (Mongrando) 108
Sagliano Micca 41
Sala Biellese 51, 66
Salasco 167, 170
Salomino (Tronzano Vercellese) 152
Saluggia 71, 89, 108-109, 113, 118, 122, 135,
146, 157, 161, 167, 178
Salussola 17, 77, 82, 86-87, 91, 107, 121, 124,
128, 131, 132, 137, 141, 146, 148, 151, 153,
157, 182, 185
San Carlo (Masserano) 83
San Damiano (Carisio) 146, 150
Sandigliano 90, 159
San Germano Vercellese 17, 87, 92, 93, 120,
123, 125, 127, 138, 141, 148, 153, 154, 161,
162, 166, 169, 171, 173-175, 179, 184-186
San Giacomo (Livorno Ferraris) 119, 133, 142
San Giacomo del Bosco (Masserano) 124
San Giacomo Vercellese 161
San Giorgio Canavese (Ao, ora To) 178
San Giusto Canavese (Ao, ora To) 178
San Grato (Pralungo) 96
San Martino Canavese (Ao, ora To) 178
San Maurizio (Roasio) 62
San Nazzaro Sesia (No) 172
San Sebastiano (Postua) 45
San Secondo (Salussola) 82
Santa Maria (Crescentino) 168
Santa Maria (Curino) 67, 69
202
Santa Maria (Fontanetto Po) 182
Sant’Antonino (Saluggia) 108, 125, 166
Sant’Antonio (Trivero) 54
Sant’Eurosia (Pralungo) 54, 72
Santhià 17, 51, 84, 86, 95, 106, 111, 113, 118,
120, 123, 124, 127, 131-133, 139, 143, 144,
147, 150,152, 155,158-159, 164-167,169, 186
Sassocorvaro (Ps) 18
Savona 118
Scopa 17
Scopello 151
Sella (Mosso Santa Maria) 58
Sella (Valle San Nicolao) 138
Selve Marcone 42, 71
Serra, collina 91, 146, 151, 157, 160, 163, 170,
182, 185
Serravalle Sesia 17, 37, 38, 42, 89, 97, 146
Sesia, fiume 42, 69, 86-87, 146, 170
Sessera, torrente 68-69, 74
Settimo Rottaro (Ao, ora To) 82
Settimo Tavagnasco (Ao, ora To) 183
Sizzano (No) 172
Soliva (Valduggia) 129, 136
Sondrio 137
Soprana 173
Sordevolo 17, 37, 50-52, 55, 68, 74, 103, 146,
151, 159
Soriso (No) 129, 136, 149
Sostegno 182
Strona 69, 83, 85, 125, 138
Strona (No), valle 18, 68, 73
Strona (Vc), valle 115, 151
Stroppiana 17, 56, 97
Suno (No) 149
Susa, valle 105
Suzzara (Mn) 35
Svizzera 24, 69, 128, 129, 145, 172
Tavigliano 44
Tavullia (Ps) 18
Ternengo 50, 146, 150, 161, 163
Tina (Vestignè, Ao, ora To) 166
Tollegno 36, 49, 54, 93, 131
Torino 35, 37, 55, 65, 70, 81, 82, 96, 99-102,
114, 115, 132, 149, 184
Torino, provincia 32, 35, 44, 51, 85, 95, 105,
183
Torrazzo 51
Torre Balfredo (Ivrea, Ao, ora To) 73
Torrione (Costanzana) 133, 147
Tovo, monte 61
Trarego Viggiona (No) 128
Traversella (Ao, ora To) 183
Tricerro 141, 182
Trieste 92
Trieste, provincia 44
Trino 17, 32, 103, 127, 134, 136-138, 148-149,
154, 157, 171, 175, 183
Trivero 17, 36, 39, 47, 54, 60, 73-75, 161, 168
Tronzano Vercellese 63, 78, 116-117, 128, 139,
142, 152, 165, 167-170, 173, 174
Umbria 147
Vaglio (Biella) 161
Valdengo 62, 139, 162
Valduggia 38, 48, 51, 65, 73, 86, 129, 136, 149
Valle Inferiore (Vigliano Biellese) 72
Valle Mosso 17, 32, 35, 41, 59, 108, 131, 138,
153, 160, 161, 184
Valle San Nicolao 133, 138
Valsesia 5, 18, 27, 31, 32, 37, 39, 45, 46, 50, 53,
54, 59, 64, 67-68, 74, 77, 93-95, 99-100, 106107, 115, 117, 119, 121-122, 126, 128, 136,
141-142, 145, 151, 172, 176-177, 185
Valsessera 18, 58, 68, 115, 119, 122, 146, 151,
157, 161, 182
Valtellina 16
Vandorno (Biella) 54
Vanzone (Borgosesia) 136, 149
Vaprio d’Agogna (No) 149
Varallo 17, 22, 32, 35-37, 40, 42-46, 48, 51, 53,
56, 59, 61, 70, 74, 80, 90, 94-97, 100, 102, 111,
113, 115, 146, 161, 165
Varese, provincia 128
Veglio 76, 135, 168, 174, 158
Veneto 69
Ventimiglia (Im) 126
Verbano 50, 53
Vercellese 31, 32, 32, 60, 62, 73, 97, 99, 105,
124, 141, 149
Vercelli 3, 4, 6-8, 12, 17, 18, 27, 28, 36, 40, 43,
47, 49, 50, 57-59, 64, 65, 75-77, 79-82, 84, 85,
87, 90, 92, 96, 98, 99, 102, 103, 105, 107, 109,
113-117, 119,124, 126-130,132, 134,135, 142,
143, 147-149,153, 157-161,168, 169,171, 173175, 178, 180, 182, 183
Vercelli, provincia 5, 22, 24, 25, 31, 32, 44, 48,
51, 57, 60, 66, 66, 69, 70, 73, 74, 85, 94, 95, 97,
107, 123, 145, 146, 148, 178, 180, 183
Vergano Novarese (Borgomanero, No) 172
Vergnasco (Cerrione) 107, 121, 124
Vermogno (Zubiena) 66
Verona 84, 156
Verrone 89, 121, 131
Verrua Savoia (To) 186
Veruno (No) 172
Vestignè (Ao, ora To) 146, 166, 178
203
Vettignè (Santhià) 120, 139
Vicolungo (No) 172
Vigellio (Salussola) 58
Vigezzo, valle 172
Vigliano Biellese 17, 60, 64, 68, 72, 103, 104,
108, 109, 112, 117, 123, 130, 139, 159, 160
Villanova Biellese 115
Villarboit 146
Villareggia (Mazzè, Ao, ora To) 127
Villata 118, 170
Vische (Ao, ora To) 146, 167
Viverone 51, 90, 156
Zimone 89, 133, 134, 137, 146, 163, 166, 175,
182
Zubiena 43, 51, 66-67, 151, 166
Zuccaro (Valduggia) 48
Zumaglia 161
204
Indice degli organismi
Organismi militari della Rsi
Brigate nere
- Ather Capelli (Torino) 171
- Bruno Ponzecchi (Vercelli) 7, 43, 125, 126,
132, 134, 135, 137, 145, 149, 155, 166, 170,
171, 173, 180, 183
Carabinieri
- Compagnia di Biella 40
- Gruppo di Vercelli 17, 43
- Tenenza di Varallo 100
Esercito repubblicano
- Arditi, 1o btg. 77
- Artiglieria alpina, 163o btg. 52
- Artiglieria contraerea (Vercelli) 103
- Centro costituzione grandi unità 7, 185
- Comando militare regionale piemontese 5, 17
- Comando militare provinciale (Vercelli) 5-7,
47, 128, 141, 154
- Corpo delle camicie nere 12, 14, 22
- Dicat (contraerea) 36
- Distretto militare di Vercelli 3, 56, 78
- Divisione (e btg., regg. ecc.) “San Marco”
52, 113, 118, 147, 165
- Folgore 180
- Reparto anti-partigiani 166, 171, 183
- Reparto arditi ufficiali 183
Guardia nazionale repubblicana
- Comando generale 19, 19, 22, 28, 28, 43
- Servizio politico 19, 20, 22, 22, 23,28,31, 33
- Ufficio situazione 20
- Ufficio addestramento 25
- Comando provinciale di Novara 180
- Comando provinciale di Pavia 98
- Comando provinciale di Torino 123
- Comando provinciale di Varese 163
- Comando provinciale di Vercelli 17, 19, 28,
29, 94, 97-99, 112, 121, 124, 139, 140, 162,
165, 167, 168, 172, 173, 183, 186
- Compagnia ordine pubblico di Bergamo 174
- Compagnia ordine pubblico di Pavia 98
- Compagnia ordine pubblico di Torino 81
- Compagnia ordine pubblico di Vercelli 17,
81, 121, 134, 141, 161-163, 168
- Distaccamenti di:
- Alagna Valsesia 17
- Andorno Micca 17, 131, 160
- Arborio 17
- Azeglio 82
- Bioglio 17
- Borgosesia 17, 53, 90, 94
- Borgo Vercelli 17
- Buronzo 17, 147
- Candelo 17
- Casanova Elvo 17, 132
- Cavaglià 17, 53
- Cigliano 17, 48, 98, 118
- Coggiola 17
- Cossato 17, 79
- Crescentino 17, 168
- Crevacuore 17
- Desana 17
- Gaglianico 17
- Gattinara 17, 90
- Lessona 134
- Livorno Ferraris 17
- Masserano 17
- Mongrando 17
- Mosso Santa Maria 17
- Mottalciata 17
- Muzzano 117
- Netro 17, 78
- Pralungo 117
- Ronsecco 17
- Saluggia 183
- Salussola 17, 82
- San Germano Vercellese 17, 92
- Scopa 17
- Serravalle Sesia 17, 27, 89, 94
- Sordevolo 17, 55, 81
- Stroppiana 17
- Trino 17
- Trivero 17, 60
- Valle Mosso 17, 108, 131
- Vigliano Biellese 17
- Presidi di:
- Biella 17, 122, 181
- Santhià 17
- Varallo 17, 45, 56, 90, 94
- Reparti operativi:
- 29o btg. “M” 18
- 63o btg. poi legione “Tagliamento” 6, 6,
17, 18, 18, 25, 37-42, 45-48, 55, 57, 59, 60, 66,
67, 69, 70, 72-75, 77, 80, 81, 93-95, 97
- 115o btg. “Montebello” 18, 19, 65-67, 74,
76, 80, 81, 88, 91, 162, 164, 176, 184
- Btg. d’assalto “Ruggine” 18
205
- Btg. “Ferrara” 18
- Btg. giovanile “Camilluccia” 18, 47, 48
- Btg. granatieri “Ruggine” 18
- Btg. rocciatori-controcarri “Ruggine” 18
- Btg “Leonessa” 81, 87, 165
- Btg “Pontida” 18, 94, 104, 121, 129, 133,
138, 141, 145, 153, 158-162, 166, 174, 178-179
- Divisione “Etna” 15, 18, 160, 161, 163,
166, 184
- Reparti speciali:
- Confinaria 57, 58, 81
- 5a legione Gnr di frontiera 113, 124
- Ferroviaria 95, 110, 115, 141, 143, 155
- Ferroviaria, Ispettorato di Torino 105
- Ferroviaria, I legione (Torino) 105
- Ufficio politico investigativo di Vercelli 17,
19, 28, 120, 131, 139, 154, 157, 158, 165, 167,
169, 173, 175, 177-179
Milizia volontaria sicurezza nazionale
- 1a legione (Torino) 35, 37
- 28a legione “Randaccio” (Vercelli) 17, 35, 50
- Divisione legionaria “M” 12
- Milizie speciali:
- Confinaria 13
- Ferroviaria 13
- Forestale 13
- Portuaria 13
- Postelegrafonica 13
- Stradale 13
Vari:
X Mas 179, 185
Guardia di finanza 35, 36, 124
Legione autonoma mobile “Ettore Muti” 37,
81, 149, 153, 162, 180
Marina repubblicana 14
Volontari della morte, regg. d’assalto 86, 87
Altri organismi della Rsi
Commissariato generale del lavoro 38
Confederazione nazionale del lavoro 78
Tribunali militari
- Torino 177
- Vercelli 173-175, 177, 178, 186
Federazione lavoratori agricoli (Varallo) 42
Gioventù italiana del littorio (Vercelli) 77
Opera nazionale Balilla
- Como 170
- Vercelli 78
Pfr, Federazione di Vercelli e fasci locali 4, 78,
89, 107, 125
Pfr, Fascio di Biella 103
Polizia ausiliaria 90, 139, 171
Polizia dell’Africa italiana 12-14
Polizia ferroviaria 128, 182
Polizia repubblicana 142, 148, 159, 178
Prefetture repubblicane
- Torino 27, 95
- Vercelli 7, 9
Sindacato dei lavoratori dell’agricoltura 147
Tribunali provinciali straordinari
- Novara 38
- Vercelli 6
Tribunale speciale per la difesa dello stato 165
Organismi tedeschi
Forze armate germaniche
- 15o btg. Polizei 113
- Comando militare tedesco di Biella 3
- Contraerea Flak 148
- Gendarmeria, Polizia 47, 48, 68, 77, 81, 85,
94, 98, 99, 104, 108, 112, 117, 137-139, 163,
168, 180
- Reparti doganali 81
- Schutz-Staffein (Ss) 15, 46, 93, 121, 132,
134, 145
- Ss italiane 77, 93, 105, 117, 121, 145
- Wehrmacht 81, 139
Organizzazione Todt 15, 70
Organismi della Resistenza
Comitato di liberazione nazionale
- delle valli [biellesi] 139
- di Biella 114
- di Milano 137
- di Novara 54
- di Torino 57
- di Vercelli 47, 59
Formazioni garibaldine:
- 2a brigata “Biella” 6, 7, 44, 54, 67, 75, 76, 146,
151, 170
- 6a brigata (poi divisione) “Gramsci” e Comando Raggruppamento delle Divisioni
Garibaldi della Valsesia-Ossola-Cusio-Verbano (banda Moscatelli, banda Ciro, banda Bruno) 24, 47, 55, 57, 58, 61, 65, 66, 70,
100, 117, 128, 136, 137, 146, 149, 153, 170*In corsivo la denominazione delle “bande”
secondo i notiziari.
206
172, 174, 178, 183
- 45a brigata 183
- 50a brigata (poi XII divisione) “Nedo” (banda Gemisto) 146, 152, 158, 172, 174, 175, 182
- 75a brigata “P. Maffei “ (brigata Bixio) 150,
170, 182
- 76a brigata “Togni” 166, 182, 183
- 81a brigata “Volante Rossa - Silvio Loss”
(banda Casazza “Rosso”, banda Gruppi
“Moro”) 61, 136, 149, 172
- 82 a brigata “Osella” (banda Vinzio “Pesgu”)
136, 149, 172, 180
- 84a brigata “Musati” (banda Rastelli) 72,
129, 136, 149
- 3o btg. della 6a brigata “Nello” (banda Cesare Conte) 149
- banda di Varallo 41
- brigata “Volante Azzurra” 172
- btg. “Fratelli Bandiera” 75
- dist. “Bixio” 67, 170
Altre formazioni:
- banda Basso 71
- banda Biscotti 146, 150, 182
- banda della Bessa 151
- banda Diavolo Rosso 146
- banda di Coggiola 41
- banda Grasso 146
- banda Lango 146
- banda Leviselli 146
- banda Mani (Cormaro) 146, 177
- banda Piero (di Piero Rossi “Piero Piero”)
171, 178, 183
- banda Saetta 148
- banda Vigin 146
- brigata “ Giustizia e Libertà” (brigata “Mazzini”) 146, 151
- brigate “Matteotti” 141
Altri organismi:
- Fronte della gioventù 89, 90, 107, 127, 144,
145, 149, 165, 175
- Gruppi di azione patriottica 149, 185
- Partito comunista italiano ( Biella) 89
- Partito d’azione 183
- Partito liberale italiano 144
- Partito socialista di unità proletaria 119
Ditte, enti
Banche:
- Cassa di Risparmio 47, 51, 69, 111
- Popolare di Novara 37, 38, 86, 120
Caseifici:
- Comolli 147, 152
- Fratelli Cerri 118, 128, 134, 138
Cotonifici:
- Maino 139
- Poma 39
Filature:
- Bracco 39
- Cervo 103, 104
- di Chiavazza 18, 108
- Fietta 39
- Piacenza 39
- Strona 106
- Tollegno 36
Lanifici:
- Barberis Canonico 56
- Bozzalla 55
- Faudella 103
- Rivetti 38, 39
- Simone 39, 111
- Torello 39
- Zegna 83
Maglifici:
- Cappio 59
- Maggia 39
Manifatture:
- Italiana Scardassi 43, 71
- Lane Borgosesia 37, 38
- Rotondi 43
Officine:
- Costruzioni tessili 39
- di Netro 43, 50
- di Sordevolo 103
- Soc. naz. officine di Savigliano 39
Pettinature:
- Italiana 109
Riserie:
- di Villarboit 114
- Fratelli Della Giovanna 93, 103, 112, 128, 144
- Rizzoni 122
- Vercellotti 152
Stabilimenti metallurgici:
- Aimone & C. 86
- Fiat (Baraggia) 137, 139, 141, 142, 148, 150153, 158, 160, 161, 169, 175, 178, 180, 184
- Piaggio 80, 109, 116, 156
Stabilimenti tessili:
- Bertotto 62, 65
- Caligaris 108
- Fratelli Garlanda 35
- Fratelli Rista 39
- Giletti 35
- Lora Lamia 54
- Pria 39, 72, 75
207
- Reda 38
- Saifta (Chatillon) 50, 64, 76, 127
- Sapt 108
- Tallia 69
- Valle Strona 59
Altre ditte:
- Barbisio 41
- Borri 106, 112, 127, 138, 147
- Cantalupo 150
- Conte 55
- Ferraro 152
- Incis 80
- Miniere Brambilla e Fiat 44, 46
- Montecatini 81
- Morelli 93
- Pirelli 122
- Riva Vercellotti 72
- Soc. an. autotrasporti libici 42
- Soc. an. coop. frat. Zegna 39
- Soc. an. magazzini generali 161
- Sapit 115
- Sapri 154
- Società idroelettrica Dinamo 42
- Società idroelettrica Piemonte 52, 91
- Stipel 91, 138
- Torcitura di Borgomanero 129
Varie:
- Consorzio agrario provinciale di Vercelli 70,
139, 143, 153
- Dnb, agenzia di stampa romana 11
- Istituto piccola opera Charitas 102
208
Indice
Introduzione
p. 1
I notiziari
” 35
Appendice
” 187
Indice delle persone
” 193
Indice dei luoghi
” 199
Indice degli organismi
” 205
Piero Ambrosio
Direttore dell’Istituto dal 1980 al 2009. Presidente dell’Archivio fotografico Luciano Giachetti
- Fotocronisti Baita (Vercelli). Ha pubblicato volumi di storia della Resistenza, del fascismo
e dell’antifascismo e numerosi articoli nella rivista “l’impegno”, di cui è stato promotore e
direttore fino al 2010. Ha inoltre curato mostre e cataloghi per l’Istituto e per l’Archivio.
209