Disiecta membra - Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici
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Disiecta membra - Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici
Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Sede di Ostia alfredo marinucci disiecta membra iscrizioni latine da ostia e porto 1981 - 2009 MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI SOPRINTENDENZA SPECIALE PER I BENI ARCHEOLOGICI DI ROMA SEDE DI OSTIA Alfredo Marinucci Disiecta membra Iscrizioni latine da Ostia e Porto 1981 - 2009 © TUTTI I DIRITTI DI RIPRODUZIONE RISERVATI ALLA SOPRINTENDENZA SPECIALE PER I BENI ARCHEOLOGICI DI ROMA SEDE DI OSTIA Composizione terminata nel gennaio 2012 Realizzazione grafica: Marano Aldo, Grafica Ostia Scavi INDICE GENERALE PREMESSA:.............................................................................. Pag. 4 ISCRIZIONI OSTIENSI:……………………………………….. Pag. 6 Regio I Scola degli Stuppatores (IX, 4) Caseggiato dei Triclini (XII, 2) Palestra delle Terme del Foro (XII, 6) Aula sul Foro (XII, 6) Foro della Statua Eroica (XIII, 2) Via delle Terme del Mitra Regio II Piazzale delle Corporazioni (VII, 4) Regio III Edificio (VIII, 1) Rinvenimenti sporadici Regio IV Terme del Musiciolus Regio V Via del Sabazeo Concessione Palmucci Tor Boacciana Altri siti ostiensi Rinvenimenti sporadici Necropoli della via Laurentina Villa suburbana sulla via Laurentina Necropoli ostiensi Già Raccolta “Allo Sbarco di Enea” n. 1 n. 2 nn. 3-4 n. 5 n. 6-19 nn. 20-21 nn. 22-25 n. 26 n. 27 nn. 28-31 n. 32 n. 33-65 nn. 66-67 nn. 68-84 nn. 85-105 n.106 n.107-113 n.114-125 ISCRIZIONI PORTUENSI:……………………………………… Pag. 101 Isola Sacra Portico di Claudio Necropoli di Stalla Buoi Via del Lago di Traiano n.126 n.127 n.128 n.129 ISCRIZIONI DA SEQUESTRI:……………………………………Pag. 109 Sequestro Cipriani Sequestro Loria Sequestro Fusaro Sequestro Tirone Sequestro Biffani Sequestri a carico di ignoti INDICES EPIGRAPHICI:……………………………………….. Pag. 136 INDICE TOPOGRAFICO:……………………………………….. Pag. 148 ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE:…………………………... Pag. 150 n.130 nn.131-153 nn.154-155 nn.156-160 nn.161-162 nn.163-164 PREMESSA Ostia -come è noto a tutti gli studiosi di storia e antichità romane- si caratterizza per la gran quantità di iscrizioni che si conservano nel suo contesto archeologico: ammontano infatti a ben oltre 7.500, delle quali molte ancora in situ tra gli edifici antichi ma, per la maggior parte, sistemate nella Galleria Lapidaria e nelle celle degli horrea del Piccolo Mercato (i c.d. “Grottoni”). Si tratta di una delle più importanti raccolte epigrafiche al mondo, venutasi gradualmente a formare con le acquisizioni dovute soprattutto ai grandi scavi estensivi della città effettuati tra il 1938 e il 1942, ma anche alle ricerche condotte nel territorio negli ultimi trenta anni, tra Pianabella ed Acilia. Di recente è stato portato a termine un intervento fondamentale per la conservazione più idonea e razionale del più importante gruppo di epigrafi, cioè gli oltre 4000 pezzi che tradizionalmente hanno da sempre rappresentato il principale nucleo di iscrizioni lapidarie, quello dei “Grottoni”. Si è provveduto al loro trasferimento in un nuovo deposito realizzato appositamente, il che ha consentito una generale e capillare revisione riversata su supporto informatico con tutta la documentazione fotografica e gli altri dati necessari per la tutela e l’analisi scientifica. Pertanto sussistono ormai tutti i presupposti perché venga approntato un corpus di aggiornamento che raccolga tutte le nuove acquisizioni posteriori all’edizione del supplemento del CIL XIV del Wickert (1930), costitute essenzialmente dai rinvenimenti effettuati nella seconda metà del secolo passato. Si può comprendere la particolare complessità di tale operazione sotto l’aspetto sia organizzativo che scientifico, ma va sottolineata ormai la sua improcrastinabilità per non privare ulteriormente il mondo scientifico della conoscenza di dati importanti per gli studi storici: si ha ragione di ritenere che la pubblicazione dei titoli ostiensi si configuri più come un dovere verso la scienza che come un diritto di studio da parte degli specialisti. Tale incarico in precedenza venne affidato prima a Guido Barbieri e poi a Giovanni Forni da parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche, i quali con le loro équipes avviarono operativamente le attività di studio, tuttavia interrotte a seguito della loro scomparsa negli anni ’80. Nel contempo anche Fausto Zevi, sin da quando era ispettore presso la Soprintendenza di Ostia, si impegnò con lavori importanti, rimasti poi fondamentali per l’epigrafia ostiense. Attualmente l’onere e l’onore di pubblicare tutte le epigrafi acquisite dopo il 1938 spetta allo stesso Fausto Zevi e a Maria Letizia Caldelli i quali dovranno provvedere, su affidamento da parte dell’Accademia di Berlino alla redazione di un ulteriore supplemento del CIL XIV. Questo compito potrà, tuttavia essere portato a termine, solo dopo che saranno state rese note le nuove acquisizioni documentate negli ultimi trenta anni, sia quelle occasionali che le altre scaturite da scavi archeologici. In tale logica va intesa l’utilità dello studio del Marinucci che raccoglie le lastre iscritte recuperate nel contesto ostiense-portuense dal 1981 a tutt’oggi: disiecta membra sì come recita il titolo, ma sempre fondamentali per definire un quadro completo delle antichità ostiensi. Il lavoro va quindi considerato non solo per l’importanza delle epigrafi e la conseguente analisi scientifica, ma anche per il supporto che esso può garantire al progetto di un’organica e complessiva edizione di tutte le iscrizioni di Ostia. Non a caso sono previste in tempi brevi anche le pubblicazioni degli altri titoli, provenienti specialmente dagli scavi effettuati nel territorio, fino ad ora rimasti inediti. Secondo le intenzioni originarie si sarebbe dovuto pubblicare questo studio nell’ambito di una delle tante riviste scientifiche a carattere storicoarcheologico, ma la quantità di epigrafi presentate ha reso opportuna l’edizione di un volume a sé. E’ stata quindi data alle stampe una monografia sotto l’egida esclusiva della Soprintendenza: un’operazione impegnativa, realizzata senza la collaborazione di tipografie o case editrici ma con l’ausilio del solo personale interno dell’Ufficio ostiense, che da sempre ha fatto del proprio lavoro uno strumento per affermare la sua identità culturale. Angelo Pellegrino Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Sede di Ostia Colgo qui l’occasione per ringraziare Anna Gallina Zevi, già Soprintendente per i Beni Archeologici di Ostia, che ha più volte sollecitato l’edizione di questo gruppo di materiali epigrafici, Flora Panariti, Simona Pannuzi, Carlo Pavolini ed Angelo Pellegrino che liberalmente mi hanno concesso lo studio di alcune iscrizioni di loro pertinenza. Ringrazio altresì Giulio Sanguinetti per la cura e la professionalità con cui ha curato le riprese fotografiche delle iscrizioni. Tutta la mia gratitudine va inoltre all’amico e collega Aldo Marano che con infinita pazienza e perizia ha dato veste definitiva a queste epigrafi. Alfredo Marinucci Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Sede di Ostia indice generale► ISCRIZIONI OSTIENSI REGIO I SCHOLA DEGLI STUPPATORES (IX, 4), 1998 1. FRAMMENTO DI DEDICA Inventario 58432. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 32,5 x 19 x 4,7/5: lettere +2,5; 7,5; 6,7; +5,4. Superficie anteriore liscia; retro quasi liscio con lettera A (cm 5) incisa nello stesso verso delle lettere anteriori. [I] +[p(eratori) Caes(ari) divi Nervae f(ilio)] Ne0[vae Traiano Aug(usto), Germanico], Dac(ico), [p(ontifici) m(aximo), trib(unicia) pot(estate) - - -, imp(eratori) - - -, co(n)s(uli) - - -, p(atri) p(atriae)] M. [ - - -] ------ La dedica a Traiano, rinvenuta durante lavori di diserbo negli ambienti della schola1 su via del Pomerio, può datarsi, in base alla certa menzione del cognomen ex virtute Dacicus, dalla fine del 1022 al 117. Alla l. 4 doveva trovare posto il nome del dedicante, il cui prenome poteva corrispondere alla lettera conservata. 1 HERMANSEN 1982 , p.172 ss; ID. 1982 a, pp.61 s, 119 s; PAVOLINI 1986, p.132; BOLLMANN 1998, p.278 ss, A 28; EAD. 2001, p.175. 2 DEGRASSI 1968, p.469. Iscrizioni ostiensi 7 indice generale► CASEGGIATO DEI TRICLINI (XII, 1), 1997 2. FRAMMENTO DI LASTRA ONORARIA d.C.,6 dei fabri tignuarii7 ostiensi8, i costruttori. I suoi membri (numerus caligatorum), organizzati militarmente in 16 decurie ciascuna complessivamente di 22 milites caligati9 sottoposti ad un decurione10, erano retti da tre magistri quinquennales11 che rispondevano a loro volta ad un praefectus12 scelto al di fuori dall’ambito della corporazione13 e tra gli uomini più in vista dell’élite locale, mentre la presenza ad Ostia di patroni resta, se non da escludere14, almeno assai dubbia. Inventario 58433. Lapidario ostiense. Provenienza: dalla pulizia dell’ambiente orientale con vasca1. Marmo bianco venato; cm 19,5 x 18,2 x 2,4; lettere +2,2; 4,3; 4,5; +3. Punto diacritico triangolare all’inizio della l.1 e nella l.3. Superfici lisce. Ricomposto da tre parti. L’edificio da cui proviene l’iscrizione2, costruito nel 120 circa, era stato trasformato3 al tempo di Settimio Severo4 da albergo in schola o sede5 del collegio, fondato intorno al 60 ------ .[raefecto] coll[eg(ium) fabrum] tign(uariorum) [Ostiens(ium)] [o]b me[rita eius] ------ 8 1 PACKER 1971, p.100, pianta 15, ambiente 24. HARSH 1935, p.23; CALZA 1941, p.3 ss; VAN AKEN 1950, p.115 s; BECATTI 1953, p.132; BLOCH 1953 a, p.217; PACKER 1971, p.100, pianta 15; 157 ss; MEIGGS 1973, p.244; HERMANSEN 1982 b, p.62 s; PAVOLINI 1986, p.137 s, 151, 233; BOLLMANN 1988, p.284 ss, A 30; EAD. 2001, p.174 s. 3 Come dimostrano le iscrizioni CIL XIV 4300; 4347; 4358 ?; 4569 ivi ritrovate e relative al collegio. 4 CIL XIV 4569. 5 WALTZING 1895 – 1900, II, p.217 ss; PAVOLINI 1986, p.137 ss; BOLLMANN 1998, p.47 ss. 6 MARINUCCI 1992, p.203, n.2. 7 WALTZING 1895-1900, II, p.193 ss; 351 ss. 8 CIL XIV 5; 105; 128; 160; 296; 297; 299; 314; 330; 347; 370; 371; 374; 407; 418; 430; 4300; 4347; 4349; 4365+4382 (ZEVI 1971, p.472 ss = AE 1971, 64); 4557; 4569; 4620; 4633+4725; 4642; 4654; 4656; 4668 = 41; 4729; 5341+5353+5382 (ZEVI 1967, p.193 ss = AE 1972, 70; ID. 1968, p.5 ss; LICORDARI 1974, p.253 ss = AE 1974, 123; MARINUCCI 1992, C 35); 5344; 5345 (MARINUCCI 1992, C 39 a – c); 5383+5406 (MARINUCCI 1992, C 67); BLOCH 1953 b, p.256 ss, n.23 (AE 1955, 169); 290, n.53; LICORDARI 1974 b, p.313 ss, 316, n.6; PELLEGRINO 1987, p.183 ss, n.1, figg.1-2; 186 s, n. 2, fig. 3; MARINUCCI 1988, p.211, n.41, fig.41; ID. 1992, C 16 bis. Per la corporazione ad Ostia cfr. BLOCH 1953 b, p.257; MEIGGS 1973, p.319 ss; PAVOLINI 1986, p.133 s. 9 CIL XIV 128; 160; 374; 4569; 4668 = 419. 10 CIL XIV 128; 330; 374. 11 CIL XIV 5; 128; 160; 169; 296; 297; 299; 314; 370; 371; 374; 407; 418; 419; 430; 4300; 4365+4382 (ZEVI 1971, p. 472 ss = AE 1971, 64); 4633+4725; 4642, 13; 4654; 4656; 4668 = 419; 4729; 5341+5353+5382 (MARINUCCI 1992, C 35); 5344; 5345; 5383+5406 (MARINUCCI 1992, C 67); BLOCH 1953 a, p.290, n.53; LICORDARI 1974 a, p.313 ss, cfr. p.322 s per le iscrizioni inedite; MARINUCCI 1988, p.211, n.41, fig.41. 12 CIL XIV 298; 4620; BLOCH 1953 a, p.256 ss, n.23 = AE 1955, 169; cfr. WALTZING 1895 – 1900, II, p.352 ss. 13 WALTZING 1895-1900, II, p. 353 ss; MEIGGS 1973, p.320; PAVOLINI 1986, p.134 s. 14 A spiegare l’integrazione proposta per la l.1 cfr. MEIGGS 1973, p.320, 592; ZEVI 1967, p.199. Patroni del collegio dei fabri tignuarii sono comunque attestati altrove (cfr. WALTZING 1895 – 1900, II, p.353). 2 9 indice generale► CATASTA NEL SOTTOSCALA ALL’ANGOLO NORD-OVEST DELLA PALESTRA DELLE TERME DEL FORO (XII, 6), 1997 3. LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA FRAMMENTARIA Inventario 58434. Lapidario ostiense. Marmo di Luni venato; cm 49,5 x 61,2 x 2,8; specchio epigrafico 33 x +50,4; lettere 6,1/6,4; 5,5; 4,7/4,9. Punti diacritici triangolari alla l.3. Lettere rubricate. Superfici lisce. La lastra, ritagliata per il reimpiego su tutti i lati, è stata murata a rovescio, come dimostrano le tracce di malta, in uno dei pavimenti della fase teodosiana degli ambienti meridionali della palestra delle Terme del Foro1. 2, per il cognomen Apronilla, finora non documentato ad Ostia, cfr. KAJANTO 1965, p.168. 2 – 3, per l’uso dell’apex cfr. THYLANDER 1952, p.49 s. [Dis Mani]bus [- - - ?Ap]ronilláe [---]I diébus X. 1 CICERCHIA, MARINUCCI MARINUCCI 1992, C 111 – 128. Iscrizioni ostiensi 1992 b p.23; 10 4. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA Inventario 58435. Lapidario ostiense. Marmo bianco venato; cm 26,3 x 24 x 5,2; specchio epigrafico +19 x +24; lettere +1,9; 3,8. Punto diacritico triangolare alla l.2. Superficie anteriore gradinata; retro liscio, scalpellato in basso, dove è stato privata della cornice e dove è conservato il margine, per il riuso nei pavimenti della fase teodosiana degli ambienti meridionali della palestra delle Terme del Foro (cfr. n.3). -----[- - - f]ecerunt [- - -] suis post[erisque eorum]. Iscrizioni ostiensi 11 indice generale► AULA SUL FORO1 (XII, 6), 1998 5. ELEMENTO DI ARCHITRAVE Inventario 58437. Ambiente sul Foro. Travertino; cm 30 x 125 x 55,5; lettere 19. Grandi punti diacritici triangolari. Superficie iscritta gradinata. L’iscrizione, priva di una scheggia anteriore, è lacunosa a sinistra, mentre l’elemento, che ha subito una riutilizzazione, come dimostra l’incavo presente nella faccia inferiore e che interessa anche la parte inferiore delle tre città dei primordi, Lavinium, Alba e Roma12 alla fine della guerra latina13, con la vittoria di Roma e l’accettazione del mito troiano da parte della città egemone14, divenendo da sacra dei Latini sacra populi Romani deum Penatium quae Lavini fierent15, sacra principia p(opuli) R(omani) Q(uiritium) quai apud Laurentis coluntur16, pignora [- - - simulacra d(eum) P(enatium)] P(ublicorum) p(opuli) R(omani) Q(uiritium) du#[enda curav- - - -] Troiae17 o Penati nostri18. Nella città latina, i Penati erano posti nello stesso tempio di Athena19 (Myndía Pallenìs20 o Athena Iliàs21), nel quale era contenuto il Palladio portato da Enea in Italia22, e associati con Vesta nel sacrificio23 annuale dei magistrati romani cum imperio, i quali cum adeunt magistratum Lavinii rem divinam faciant Penatibus pariter ac Vesta24, probabilmente per rinnovare annualmente il trattato sacro tra Roma e la città latina25. Altrettanto facevano consoli ed imperatores che stavano per recarsi in armi nelle province26 o gli imperatori, come nel caso di Marco Aurelio, al loro ritorno da guerre vittoriose e dopo il trionfo27. Assai controversa la datazione dell’origine e della diffusione della saga laviniate di Enea, che, strettamente connessa alla nascita del culto dei Penati e giudicata di formazione locale e del tutto indipendente da apporti greci28 od etruschi29, potrebbe essere stata conosciuta già nel VII secolo30 o nel VI31, ma con una decisa affermazione nel IV in concomitanza della fine della guerra latina32, quando, nello stesso periodo del rinnovo dell’antico foedus religioso con Roma, una tomba principesca a tumulo dell’orientalizzante antico (680a)33 venne trasformata in quell’heroon PatrÕj qeoà cqon…ou, Ój potamoà Numik…ou ·eàma dišpei ricordato da Dionigi34 presso il fiume Numico, nelle cui acque era scomparso Enea durante la battaglia contro Mezenzio35 e compreso nell’Aphrodision meridionale36. delle prime lettere, è completo. È probabile che l’iscrizione sull’architrave, per la quale una datazione nell’ambito della seconda metà del I sec. a.C. potrebbe essere giustificata dalla paleografia del testo2, sia in relazione con una aedes dei Penati Publici populi Romani Quiritium in cui erano state portate, forse a cura del pontifex Volkani3 a rappresentare il legame tra Roma ed Ostia come prima avevano segnato la continuità tra Troia e Roma attraverso Lavinio ed Alba, le immagini delle divinità. I simulacri erano probabilmente ispirati a quelli esistenti nel tempio urbano edificato sulla Velia, gli unici di cui conosciamo l’aspetto attraverso la descrizione di Dionigi di Alicarnasso4, che li definisce Trwikoˆ qeo… e ne ricorda l’iscrizione che li designa come Penati, ed il pannello dell’Ara Pacis con la scena del sacrificio di Enea5, in cui è raffigurato6, sullo sfondo e a ridosso di una rupe, un tempio a cella rettangolare con le immagini di due divinità giovanili sedute a testa nuda e con asta nella mano sinistra7, in un atteggiamento corrispondente a quanto riferito dallo storico microasiatico8. I Penati, le divinità del penus, la parte interna della casa, protettrici del focolare, della casa e della patria9, risultano essere in origine divinità specificamente latine, con carattere collettivo ed indifferenziato10, venerate dapprima a Lavinio, dove furono «troianizzate» con l’affermazione della leggenda locale di Enea. In tale ambito furono assimilate ai sacra portati dall’eroe in Italia11 e mescolate alla nascita 12 A Lavinio, dove nell’ambito «dei suoi grandi santuari facilmente poterono essere recepiti motivi dell’epos omerico»37, sarebbe stata la presenza di un’antica divinità dai lineamenti indefiniti e connessa con il fiume Numico38, il Pater Indiges39, l’elemento catalizzatore, con la sua identificazione e personalizzazione con Enea40, nel favorire alla fine del IV secolo l’accoglimento sostanziale e la trasmissione a Roma41 dell’epos dell’eroe troiano, che, oltre ad essere venerato come Lar Aenias (Aeneas heros)42, a identificazione completata, ricevette un culto come Aeneas Indiges43 Pater Indiges44, Iuppiter Indiges45 o semplicemente Indiges46. Il tempio a capanna (kali£j)47 che ospitava i Penati a Lavinio, interdetto agli stranieri e fondato da Enea all’interno della città sull’alto del colle, lì dove la scrofa destinata al sacrificio si era gettata a terra e poi, dopo aver partorito i trenta maialini, era stata immolata agli qeoˆ patrùoi48, è rappresentata sui rovesci di un medaglione di Adriano49 e di due di Antonino Pio50. Nel suo adyton, secondo Timeo51, come riportato da Dionigi52, le divinità erano custodite sotto forma di caducei in ferro e bronzo53 e di un vaso di fabbricazione troiana54. Tali Penati aniconici55 per F. Zevi56 sarebbero appartenuti ad un corredo funerario, «anzi, senz’altro a quello della tomba del Pater Indiges, ritrovati in uno degli interventi manumissori, e certamente non più capiti nella loro funzione reale, bensì immaginosamente interpretati conformemente a quella che si riteneva la natura del divino progenitore del tumulo» e quindi collocati tra i sacra di Lavinio. Mentre nella città latina gli dii Penates erano venerati nella kali£j, a Roma i Penates Publici lo erano certamente nel santuario posto sulla Velia e forse, se essi si identificavano con i sacra aniconici custoditi nei penetrali del tempio di Vesta, mai definiti Penates, anche nella aedes di questa dea57. Se la più antica testimonianza del santuario veliense, posto nella tradizione in relazione alla domus di Tullo Ostilio o in coincidenza di essa58, è conservata nella redazione mediorepubblicana della lista dei sacrari degli Argei, relativamente al sesto sacello59 dei 24 o 27 che la processione del 17 marzo toccava attraversando le quattro regioni serviane60, la datazione del culto, che non va annoverato tra quelli «antichissimi, legati ai primordi della città, alla sua origine»61, oscilla, insieme a quelli del tempio, dal VII al III secolo a. C. F. Zevi62, con l’affermare la cronologia più alta, vede in quelle della Velia, non solo per l’ubicazione, ma anche per l’antichità delle statue di culto, giudicate da Dionigi63 di arte arcaica64, le immagini dei Penati di Alba, trasportate a Roma da Tullo Ostilio e sistemate nella sua casa dopo la distruzione della città ed il trasferimento dei suoi abitanti a Roma65. In tal modo, il culto, di origine privata e legato alla persona del re, sarebbe divenuto pubblico all’inizio dell’età repubblicana66. L’identificazione con i Penati di Alba67 - sulla cui reale presenza nella città latina mancano testimonianze nelle fonti - e una cronologia così antica del tempio sono respinte da F. Castagnoli68, che pensa alla creazione di uno specifico santuario rispetto alla aedes Vestae forse tra il 292 ed il 219a, anni che corrispondono ad una lacuna del testo liviano. 13 Scarne le notizie tramandateci sul santuario della Velia69: Varrone70 ricorda la costruzione di una rampa che vi conduceva attraverso i proventi dei beni sequestrati a due celebri apertura delle sue porte73, mentre una sua ricostruzione fu promossa da Augusto74 intorno al 28a, in occasione della quale le statue arcaiche, probabilmente in terracotta75, potrebbero essere state sostituite da nuovi simulacri poi riprodotti sul pannello dell’Ara Pacis76. truffatori, Numerius Equitius Cuppes e M’ Macellus71; un fulmine colpì il tempio nel 16772 a. C. e nel 165 si verificò la miracolosa 1 5004), quando probabilmente avveniva il sacrificio dei magistrati romani cum imperio alla loro entrata in carica (DUBOURDIEU 1989, p.360 s; cfr. infra). 14 Per i motivi della scelta dell’«opzione troiana» da parte di Roma, invece di quella greca e del rifiuto «della qualifica di pólis hellenís che ripetutamente le verrà offerta, sotto forme diverse, nel corso della sua storia» (ZEVI 1980, p.273), cfr. ZEVI 1980, p.273 ss; MOMIGLIANO 1988, p.173 ss. Di parere diverso F. Canciani (CANCIANI 1981, p.195), per il quale il fine politico dell’accettazione «di un eroe omerico come fondatore era presentarsi come città non barbara, ma greca, in modo da facilitare i rapporti con le città greche dell’Italia Meridionale e della Sicilia e con il resto del mondo greco». 15 ASCON., 21, 8. 16 CIL X 297 = ILS 5004. 17 SIL. IT., 568 s. 18 VARRO, LL, 5, 144. 19 CASTAGNOLI 1985, p.8. Per la Dubourdieu (DUBOURDIEU 1989, p.221 s) l’unione in un solo santuario si sarebbe verificata al momento della fondazione della città; successivamente i Penati avrebbero avuto un tempio proprio. 20 LYCOPHRON., Alex., 1261 s; TORELLI 1984, p.19 ss. 21 STRABO, 6, 1, 14. 22 CASTAGNOLI 1985, p.7 ss; ID. 1981, p.158 ss. 23 MACROB., Sat., 3, 4, 11; SERV. DAN., ad Aen., 2, 296; cfr. CASTAGNOLI 1977, p.352, n.31; DUBOURDIEU 1989, p.355 ss. 24 MACROB., Sat., 3, 4, 11; SERV. DAN., ad Aen., 2, 296; 3, 12; cfr. VERG. Aen., 2, 296. Allo stesso sacrificio dovrebbero riferirsi anche Catone (SERV. DAN., ad Aen., 10, 541 = fr. 55 Peter), Asconio (ASCON., 18 – 19), lo scoliaste veronese dell’Eneide (SCHOL. VER. ad Verg. Aen., 8, 664), Servio (SERV. ad Aen., 1, 239) e Osequente (OBSEQ., 24). Un legame strettissimo tra i Penati e Vesta appare dalle testimonianze di Macrobio e Servio - Daniel nei passi citati. Inoltre la presenza di Vestali a Lavinio sembra deducibile da PAUL. FEST., 4 L, da SERV. DAN., 3, 12 e da CIL XIV 2077 (cfr. CASTAGNOLI 1972, p.109). 25 POUCET 1992, p.263. 26 VAL. MAX., 1, 6, 7; cfr. OBSEQ., 24; SERV., ad Aen., 3, 12; cfr. DUBOURDIEU 1989, p.356 s. Alle immagini dei Penati veliensi va forse riferita la notizia di Svetonio77: Ultimo templis compluribus dona detraxit simulacraque ex auro vel argento fabricata conflavit, in iis Penatibium deorum, quae mox Galba restituit. L’aula, nata in epoca traianea, divenne, forse con la nascita delle Terme del Foro, cui è contigua, una latrina; successivamente, in connessione con la fase teodosiana di quell’impianto termale cui fu allora annessa come il comunicante ambiente A (CICERCHIA 1992, p.45 ss), fu monumentalizzata con la chiusura dei canali di scolo, per la quale in quello meridionale fu adoperato l’epistilio in oggetto, la pavimentazione in bipedali di riuso, la creazione di una vasca quasi centrale circondata da colonne o pilastri di cui restano le sottobasi. 2 BARBIERI 1958, p.159. 3 Per le attribuzioni del pontifex Volkani cfr. GROSSO 1959, p.267 ss; MEIGGS 1973, p.337 s. 4 DION. HAL., 1, 68, 1 – 2. Per l’analisi del passo cfr. DUBOURDIEU 1989, p.419 ss. Le statue dovevano essere identiche a quelle di Lavinio o comunque esemplificate su di esse (MAMBELLA 1994, p.290). 5 CANCIANI 1981, p.391, 165, ivi bibl. 6 Nella scena, pur ambientata a Lavinio, secondo F. Castagnoli, il tempio rappresentato sullo sfondo è quello della Velia (CASTAGNOLI 1981, p.161, n.9); per risolvere questa aporia A. Dubourdieu (DUBOURDIEU 1989, p.213 ss, passim) ha pensato che l’edificio sia in realtà la cappella mobile con cui Enea aveva portato in Italia i Penati e che le statue, quelle di Lavinio quindi (DUBOURDIEU 1989, p.285, 424 ss), non siano al suo interno, ma davanti. R. Mambella (MAMBELLA 1994, p.298 s, 4) identifica il tempio con quello di Lavinio (cfr. infra). 7 SERV., ad Aen., 3, 174; 2, 325. 8 A differenza delle immagini sui coni monetali repubblicani (MAMBELLA 1994, p.290 c), 6 – 8), che mostrano i Penati assimilati al tipo dei Dioscuri, con un rapporto dovuto a pura ispirazione iconografica (CASTAGNOLI 1977, p.352; ID. 1989, p.X; DUBOURDIEU 1989, p.430 ss) oppure a speculazioni sincretistiche di ispirazione ellenistica (PUGLIESE CARRATELLI 1962, p.21 ss). 9 DUBOURDIEU 1989, p.13 ss. 10 MAMBELLA 1994, p.288 ss. 11 DION. HAL., 1, 55, 5; 67, 1, 3; cfr. CASTAGNOLI 1972, p.97 ss; ID. 1989, p.IX. 12 POUCET 1992, p.263. 13 Proprio nel 338a, tra Roma e Lavinio venne rinnovato un foedus sacro ribadito annualmente il decimo giorno delle Ferie Latine (LIV., 8, 11, 15; cfr. CIL X 297 = ILS 14 27 45 28 46 SHA, Marcus, 27, 4. CASTAGNOLI 1972, p.96 ss. 29 PALLOTTINO 1958, p.339. 30 TORELLI 1984, p.195; ZEVI 1980, p.288, passim; ID. 1981, p.157. 31 PALLOTTINO 1958, p.339; CASTAGNOLI 1981, p.159; DUBOURDIEU 1989, p.314 ss. 32 CASTAGNOLI 1972, p.98 s; SOMMELLA 1971 – 1972, p.73 s; CASTAGNOLI 1977, p.354; ID. 1981, p.159; GIULIANI 1981, p.162; CASTAGNOLI 1989, p.X. 33 SOMMELLA 1971 – 1972, p. 47 ss; ID. 1976, p.306. Alcune osservazioni sul periodo di formazione e di diffusione della leggenda e sulla cronologia del cenotafio sono state avanzate da F. Zevi, che ha posto l’origine di quest’ultimo non nel IV secolo a. C., ma intorno al 560 a, con una trasformazione della tomba in heroon mediante una cerimonia di riconsacrazione (ZEVI 1980, p.278 ss; ID 1981, p.158); la nascita del mito va invece collocata nel VII secolo avanzato e nel VI, mentre il floruit non può scendere oltre il V (ZEVI 1980, p.288, passim). Analoghe considerazione in TORELLI 1984, p.189 ss. 34 DION. HAL., 1, 64, 5; cfr. OVID., Met., 14, 607; Origo Gentis Romanae 14, 4; SERV., ad Aen., 1, 259; SCHOL. VERON., ad Verg. Aen., 1, 259; PAUL. FEST., 94 L, dove il cenotafio è definito templum. Per l’identificazione tra il monumento scoperto nel 1968 e quello citato da Dionigi cfr. SOMMELLA 1971 – 1972, p.72 ss. 35 TORELLI 1984, p.173 con n.58. 36 CASTAGNOLI 1981, p.160; cfr. TORELLI 1984, p.157 ss 37 CASTAGNOLI 1981, p.159. Per i santuari laviniati cfr. CASTAGNOLI 1972, p.105 ss; ID. 1981, p.159; ID. 1985, p.7 ss. 38 ARNOB., Adv. Nat., 1, 36. Nella figura va visto «un summus pater (di qui la sua secondaria assimilazione a Iuppiter) dai caratteri ctoni, personificazione degli antenati divini del nomen Latinum» (TORELLI 1984, p.175). 39 Individualizzato come Sol Indiges nel lucus presso la costa (PLIN., N. H., 3, 5, 56). Come Sol Indiges la divinità, trapianto romano di quella laviniate (TORELLI 1984, p. 175 ss), è presente anche a Roma, dove è ricordato nel calendario all’11 dicembre, quando si celebravano l’Agonium Indigeti (IIt XIII, 2, p.535 s; LID., de mens., 4, 155; cfr. TURCHI 1939, p.102 s), mentre il nove agosto in colle Quirinale avveniva il sacrificium publicum Sol(is) Indigetis (IIt XIII, 2, p.493). 40 CASTAGNOLI 1972, p.100. 41 Dove sarà accettato ed inserito, insieme ai Penati, «nell’ideologia delle origini di Roma» (CASTAGNOLI 1989, p.X). 42 Nel cippo (AE 1960, 138; ILLRP 1271; GUARDUCCI 1971, p.73 ss) databile alla fine del IV secolo e proveniente dal santuario di Tor Tignosa (VERG., Aen., 7, 81 – 84; PROB. Georg. 1, 10; CLAUD. DONAT., Aen. 7, 80; VITRUV., 8, 3, 2; cfr. TORELLI 1984, p.179 ss. 43 VERG., Aen. 12, 794 s; SCHOL. VERON., ad Verg. Aen., 1, 259; MART. CAP., 6, 637. 44 Origo Gentis Romanae, 14, 4; SOLIN., 2, 14; CIL X 8348 = I2, p.189, n.1 = ILS 63 = IIt XII, 3, p.69, 85. LIV., 1, 2, 6; SERV., ad Aen., 1, 259. TIB., 2, 5, 39 – 44; OVID., Met., 14, 607 s; GELL., 2, 16, 9; SERV. DAN., ad Aen., 1, 259; PAUL. FEST., 94 L. 47 La forma a capanna ricorda quella del tempio di Vesta sul Foro (CASTAGNOLI 1972, p.115, cfr. p.109). 48 DION. HAL., 1, 57, 1; cfr.56, 1 ss. 49 BANTI 1984, II, 2, 798. 50 BANTI 1984, II, 3, 584 – 585. In DUBOURDIEU 1989, p.225 – 228, il tempio è ritenuto quello di Vesta a Roma. In un terzo rovescio di un medaglione di Antonino Pio degli anni 145 – 146 (CASTAGNOLI 1972, p.81, 182, fig.88) il sacrificio di Enea avviene davanti ad un tempio tetrastilo dal tetto conico (DUBOURDIEU 1989, p.225). 51 F GrHist 566, F 59. 52 DION. HAL., 1, 67, 4. 53 Interpretati come bastoni araldici (DUBOURDIEU 1989, p.264 ss; MAMBELLA 1994, p.289). 54 Più che dei Penati stessi si tratterebbe del loro corredo (MAMBELLA 1994, p.290). 55 A Lavinio dovevano comunque esistere delle statue dei Penati, come si evince dall’episodio del loro mancato trasferimento ad Alba dopo la fondazione di questa città (DION. HAL., 1, 67, 1 – 2; cfr. CASTAGNOLI 1981, p.159). Anche Licofrone (Alex., 1261 s) parla di ¢g£lmata patrùn qeîn. 56 ZEVI 1980, p.286. 57 La presenza dei Penati nel tempio di Vesta sul Foro, tradizionalmente riconosciuta, ma solo in base al passo di Tacito (ann., 15, 41), non è unanimamente accettata. Per lo stato della questione cfr. PALOMBI 1999, p.75. Nel Feriale Cumanum (IIt XIII, 2, p.279, 13 – 14) al 6 marzo è riportato: [pridie non. Mart. Eo die Caesar pontifex m]aximus creatus est. Supplicat‹i›o Vestae dis publ(icis) P(enatibus) p(opuli) R(omani) Q(uiritium). 58 VARRO apud NON., 531, 19: Tullum Hostilium in Veliis ubi nunc est aedis deum Penatium; SOLIN., 1, 22: Tullus Hostilius in Velia, ubi postea deum Penatium aedes facta est; cfr. DUBOURDIEU 1989, p.399; COARELLI 1995, p.204. 59 VARRO, LL, 5, 54. 60 VARRO, LL, 5, 45 ss,; 7, 44; LIV., 1, 21; OVID., Fast., 3, 791; cfr. TURCHI 1939, p.50; DUMÉZIL 1966, p.435. 61 ZEVI 1981, p.156. 62 ZEVI 1981, p.156 ss; COARELLI 1983, p.56 s, 70 s, 77; DUBOURDIEU 1989, p.446 ss; cfr. TURCHI 1939, p.15. 63 DION. HAL., 1, 68, 2. 64 Forse perché di terracotta (cfr. infra). 65 LIV., 1, 29, 1 ss; DION. HAL., 3, 29, 5 ss; 31, 1 – 5. 66 COARELLI 1983, p.56 s; 70 s; 77. 67 Gli dei condotti da Enea a Lavinio (DION. HAL., 1, 67, 1 – 2; VAL. MAX., 1, 6, 7; NEP., ep., 9, 8; Origo Gentis Romanae, 17, 2) e chiamati dai Romani Penati (DION. HAL., 1, 67, 3) furono portati da questa ad Alba quando Ascanio fondò la città e sistemati in un tempio appositamente costruito; la notte successiva o il giorno dopo, nonostante le porte chiuse ed i muri ed il tetto intetti, si trovò che le statue erano ritornate sopra i vecchi basamenti nella città madre: Riportate di nuovo 15 72 ad Alba, tornarono ancora, miracolosamente, a Lavinio, da dove nessuno osò muoverle per la terza volta. 68 CASTAGNOLI 1989, p.VIII. Con tale tesi concordano tanto il Poucet (POUCET 199, p.264) quanto lo Ziolkowski (ZIOLKOWSKI 1992, p.128). Anche il Dumézil (DUMÉZIL 1966, p.343) ritiene che il tempio, quale specifico luogo di culto, risalga al III secolo a. C. 69 Per la cui posizione cfr. PALOMBI 1999, p.76 ss. 70 VARRO apud DON., Ter. Eun., 2, 2, 25. 71 La confisca va datata al 179a in base a FEST, 112 L. LIV., 45, 16, 5. OBS., 13. 74 RGDA, 19, 2. Alla dedica della nuova aedes Degrassi (IIt XIII, 2, p.154, 14; 155; cfr. 521) riferisce la ricorrenza del 14 ottobre ricordata nei Fasti augustei viae Ardeatinae: Penat(ibus) in Velia. 75 ZIOLKOWSKI 1992, p.128. 76 ZIOLKOWSKI 1992, p.135 s, n.11. 77 SUET., Nero, 32, 4. 73 16 indice generale► FORO DELLA STATUA EROICA (XIII, 2),1 1996 6. FRAMMENTO DI LASTRA ISCRITTA Inventario 58438. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 14,2 x 4,3 x 2,7; lettere 3,7; 4,5. Superfici lisce. -----[- - -]V[- - -] [- - - ]A[- - - ] ------ 1 I materiali iscritti, soprattutto lastre, recuperati (CIL XIV 4563, 5; inventario 9104 a –c; 9106) nel corso degli anni nel Foro della Statua Eroica, sorto nel IV secolo al posto di un impianto termale adrianeo, ancora in funzione in epoca severiana - come dimostrano i bolli CIL XV 169 b*, 371 a, quest’ultimo da una modifica di Iscrizioni ostiensi uno dei praefurnia del lato sud, rinvenuti nel 1996 nel corso di restauri al complesso - sono certo stati riutilizzati nelle pavimentazioni di questa fase tarda (BECATTI 1953, pp.159 e 238; MEIGGS 1973, p.147; HERES 1982, p.389; CICERCHIA, MARINUCCI 1992 b, p.20 ss) 17 7. BASETTA FRAMMENTARIA Inventario 58439. Lapidario ostiense. anche come patrono libertor(um) et servor(um) Granito grigio; cm 13,2 x 25 x 15,5; lettere publicor(um). Nell’iscrizione opistografa 2,2/2,5; 2,2/2,5; 2,2/2,8. Lettere rubricate. proveniente dal Campo della Magna Mater2 i Punti diacritici circolari alla l. 3. Superficie liberti e gli schiavi pubblici, qui in corpore iscritta gradinata. Sulla faccia superiore della sunt e che costituivano il solo personale basetta, di cui resta la parte sinistra, incasso amministrativo stabile della colonia3, sono quadrangolare con resti di piombo. associati con i littori nelle spese della I dedicanti delle immagini applicate sulla costruzione e quindi con gli stessi littori, i base (restano l’incasso ed il piombo che fissava viatori e gli honore usi, cioè gli ex littori e quella di sinistra) appartengono al corpus viatori4, nell’ampliamento del tempio di familiae publicae libertorum et servorum di Bellona. Dei nomi dei due personaggi, non 1 Ostia , anch’esso partecipe alla dedica e noto compresi nell’albo CIL XIV 255, Heraclides dall’albo CIL XIV 255 (ILS 6153; (SOLIN 2003, p.523 ss) ha scarse attestazioni CÉBEILLAC-GERVASONI, CALDELLI, ad Ostia (inv.7271; 10971; MAZZOLENI ZEVI 2010, p. 173 s, 40.2), dalla base CIL XIV 1983, p.253 s, n.253; NUZZO 1999, A 7), 32 con dedica alla corporazione di un signum mentre Nicomacus (SOLIN 2003, p.123 s), qui Martis, dall’ara funeraria CIL XIV 409 (ILS nella forma senza aspirazione come di norma 6146) posta da Cn. Sentius nelle iscrizioni tardo Heraclides [-] Lucilius Gamala Clodianus repubblicane, vi è al padre adottivo Cn. documentato per la prima Sentius Felix, ricordato volta. Nicomacu[s - - - ] et famil(ia) .[ublica - - -]. 1 3 2 4 MEIGGS 1973, p. 182, 226, 380. CALZA 1943, p.199 s, n. 1 a – b (AE 1948, 27); PELLEGRINO 1987, p.193 ss, n.7, fig. 11 - 12). Iscrizioni ostiensi PAVOLINI 1986, p.32, 35, 41, 44. MEIGGS 1973, p.182; cfr. BLOCH 1953 b, p.241, n.3 (MARINUCCI 1992, C 93). 18 8. FRAMMENTO DI RILIEVO Inventario 58440. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 8,7 x 12,4 x 3,9/4,6; lettere 2,2/2,4; altezza fascia iscritta 3,7. Superficie iscritta liscia. Al di sopra della fascia iscritta parte inferiore di figura panneggiata con piede destro. [- - -]o Verat[io - - -]. Per Verat[ius] (SCHULZE 1904, p.379), usato anche come cognome cfr. CIL XIV 203; 258, I, 3-4; 326, add., p.615; 352; 685; 882; 1746; 4569, I, 17. 9. FRAMMENTO DI ALBO DI CORPORAZIONE Inventario 58441. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 10,2 x 11,4 x 1,2/1,6; lettere +0,5; 2; 1,7; +1,8. Superfici lisce. Il frammento conserva i resti di una colonna di nomi dei corporati. -----[- - -]++[- - -] [- - - Fe]licianus [- - -] [- - -]eratus [- - -] [- - -]scianus [- - -] ------ Iscrizioni ostiensi 19 10. FRAMMENTO DI ALBO DI CORPORAZIONE CON CORNICE Albo collegiale in frammenti. Inventario 58442 + 8443 b (a) + 8443 a (b) + 8443 c (c) + 8447 (d). Lapidario ostiense. Marmo grigio. a) cm 21 x 21,5 x 3,3/3,5; b) 23 x 36 x 3,7/5,1; c) 14,5 x 15 x 4/4,8; d) 14,8 x 10,3 x 3,8/4; specchio epigrafico superstite a) 21,5 x 15,5; lettere a) + 0,3; 1,5; 1,5; 1,5, 1,4; 1,4; 1,6/1,3, 1,6/1,4; b), I: 1,6; 1,8; 1,8; 1,6; +0,6; II: +1,6; 1,5/1,6; 1,3/1,5; 1,7; 1,8/1,9; 1,4/1,6; 1,7/1,8; 1,6; 1,6; 1,4; c) 2, 1,6/1,7; 1,7/1,8; 1,8; + 02; d) 1,7; 1,9, 1,9, +0,2. 1,3/1,7. Superficie iscritta e retro lisci. Il frammento inventario 58442 proveniente dal Foro della Statua Eroica costituisce la parte superiore di quello 8443 b, cui si collega perfettamente a costituire la nostra parte a), da collocare sul lato sinistro dell’albo, come dimostra la parte di cornice conservata;; quest’ultimo frammento, a sua volta, era parte non congiungente di un albo collegiale di cui, fino ad oggi, erano stati riconosciuti come pertinenti quattro frammenti, uno dei quali edito in CIL XIV 4592 e rinvenuto, come gli altri, nell’area compresa tra il portico nord-est del Foro, via dei Lari, il Decumano massimo e via di Diana (R. I, II, 25)1 indagata tra il 1912 ed il 1916 e posta a nord del complesso della Statua Eroica. Ad esso, nel corso degli anni, è stato congiunto sul lato sinistro un secondo pezzo, costituendo l’inventario 8443 a e la nostra parte b), posizionabile in alto ed al centro dell'albo e recante i resti di due colonne di nomi. Gli altri due pezzi, 8443 b e 8443 c, erano semplicemente stati ricondotti all’albo senza, ovviamente, una collocazione precisa, come è tuttora confermato per la parte c). Ai precedenti è stato ricollegato anche quello CIL XIV 4596 (inventario 8447), che costituisce ora la parte d) e proviene dalla stessa settore della I Regione. CIL XIV 4592 (b pars); 4596 (d). a), colonna del theta nigrum aggiunta abbassando il piano a fianco della cornice. 4 – 5, possibili integrazioni dei nomina sono Postumius (SCHULZE 1904, p.215), Postumuleius (SCHULZE 1904, p.214, 459 s) e Postumulenus (SCHULZE 1904, p.215), documentati ad Ostia, il primo in CIL XIV 246, III, 24;; 4569, XIII, 2, cui si aggiunge l’inv. 6097 ed il terzo nell’inv. 63767, assente invece il secondo. b), 1-2 fortemente usurate e poco leggibili la lettura è quella incerta di CIL XIV 45923, cui si aggiungono due resti di lettere alla fine delle due linee. 4, l di Fulvius e di Eulu+ di forma particolare; parte della riga su rasura. 6, i del gentilizio su rasura di precedente u. 8, iniziale del cognome potrebbe essere anche M. 9, la prima lettera conservata potrebbe essere anche f. d), 3, l di Flabiu[s] aggiunta in seguito. 4, la lettera frammentaria potrebbe essere anche s. a) -----[ M. [- - -] M. [- - -] T. S[- - -] L. Po[s- - -] 5 L. Pos[- - -] A. Egri[lius - - -] C. Novi[us - - -] L. Octav[ius - - -] [- - -]+[- - -] a -----20 b) -----[- - -]ri(s) V+[- - -] [- - -]mioniu(s) G+[- - -] [ -] Flavius Lu[- - -] C. Fulvi«us Eulu+»[- - -] -----[- - -]tus 5 L. Aemilius Prim[- - -] [- - -]eus C. O+[- - -]+«i»us Vitali[s - - - ] [- - -]lis M. V[- - -]us Polutim[us - - -] [- - -]s [ C. C[- - -]us Felic[issimus - - -] [- - -] [T. [- - -]nius A[- - -] [- - -] 10 [ - - -]eliu+ [- - -] ------ ----- b 21 c) -----[- - -]us M[- - -] [ - F]uriu[s - - -] [- V]aleriu[s - - -] [ ? -] Allius [- - -] 5 [- - -]+++[- - -] c ------ d) -----[- - -]eu1[- - -] [- - -] Teren[tius - - -] [- - - ] F’l’abiu[s - - -] [- - -] #[- - -] ------ d 1 PARIBENI 1916, p.425, i. Il frammento (ora b, parte destra) è stato rinvenuto nel 1914 nel Thermopolium di via di Diana (GS 1914, n.9419), mentre quello sinistro proviene sempre dalla medesimo settore dello scavo, in cui è stato trovato nel 1916 (GS 1916, n.10243); la parte Iscrizioni ostiensi inferiore della nostra a) (inv.8443 b), inedita, proviene dai movimenti di terra fatti davanti alla porta orientale del castrum (GS 1914 n.9329). Quella d) è stata recuperata anch’essa dal Thermopolium nel 1914 (GS 1914, n.9417) insieme al frammento destro di a). 22 11. FRAMMENTO DI ALBO COLLEGIALE IN DUE PARTI NON CONGIUNGENTI Inventario 58443 a - b. Lapidario ostiense. Marmo bianco; a) cm 9,8 x 4,5 x 2,8/3,1: b) 16, 5 x 12 x 2,8/3,1; lettere a + b) c. I +1; +1,8; 1,7; 1,8; 1,8; 1,8; c. II +1,8. Superficie anteriore liscia e corrosa; retro liscio. Le due parti, pur non congiungenti, conservano i resti di una colonna di corporati e l’inizio di una seconda, indicata da un solo prenome frammentario. Tra i cognomi Felicianus (KAJANTO 1965, p.273) è abbastanza diffuso. Frequentissimi Charito (SOLIN 2003, p.491, 1449), anche femminile (CIL XIV, 1690), Carpus (SOLIN 2003, p.1193) e Crescens (KAJANTO 1965, p.20, 26 bis, 29, 43, 64, 93 s, 234, cfr.357). Al contrario Euhelpistus (SOLIN 2003, p.64, 1463) non aveva in precedenza nessuna attestazione. a+b -----[- - -]+V+[.]+A+[- - -] [- - -] Feli[c]ianus C. [- - -] [- - -]iu[s Ch]arito [- - -] Carpus 5 [- - - Cre]sces [- - - ] 0is ------ a Iscrizioni ostiensi b 23 12. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA Inventario 58444. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 5,4 x 14,3 x 4,8; lettere 1,8. Superfici lisce. Margini a sinistra ed in basso. A sinistra foro passante per l’affissione. -----[in fronte p(edes) - - -,] in agro p(edes) +[- - -]. 13. FRAMMENTO DI LASTRA CON CORNICE Inventario 58445. Lapidario ostiense. Marmo lunense; cm 11,8 x 16,7 x 3,2/4,3; specchio epigrafico +11,8 x +12; lettere +1; 2; 1,9/2. Margine a destra. In alto taglio regolare per riuso. Superficie anteriore liscia; retro scalpellato. -----[- - -]ae [- - -]óro [- - -]ullo ------ Iscrizioni ostiensi 24 14. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE Inventario 58446. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 12,6 x 13 x 2; specchio epigrafico 9,8 x 9; lettere 2,3; +2,2. Punti diacritici triangolari alle ll. 1 – 2. Superficie anteriore liscia; retro scalpellato. Ritagliata in basso per il riuso. [D(is) M(anibus).] P. Ge+[inus - - -] sibi e[t - - -] ------ 15. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA Inventario 58447. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 9,5 x 8 x 3,8; lettere +3,5. Superficie iscritta liscia; retro scalpellato; margine in basso. -----[- - -]V[- - -] Iscrizioni ostiensi 25 16. FRAMMENTO DI LASTRA OPISTOGRAFA Inventario 58448. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 6 x 6 x 1,7; lettere A) 3,3; B) 3,2. Margine in alto. Superfici lisce. A [- - -]DI[- - -] ------ A B [- - -]s [- - -] ------ B 17. FRAMMENTO DI LASTRA Inventario 58449. Lapidario ostiense. Marmo grechetto; cm 9 x 10,6 x 1,1; lettere 6. Punto diacritico triangolare alla fine della linea. Superfici lisce. Margine a destra. -----[- - -] 3m ------ Iscrizioni ostiensi s 26 18. FRAMMENTO DI LASTRA Inventario 58450. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 14 x 17,5 x 5,5; lettere 2,4; +4,5. Punto diacritico triangolare alla 1.1. Superficie anteriore liscia; retro scalpellato. Margine in alto. Lettere rubricate. . [- - -]ci [- - -] [- - -]a [- - -] ------ 19. FRAMMENTO DI DEDICA Inventario 58451. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 22 x 28 x 3,1; lettere +5,5; +4,7. Superficie iscritta gradinata; retro liscio. L 1, doveva esservi indicato il nome [Tr]aia[n-], facendo riferire l’iscrizione ad uno tra Traiano ed Adriano (Traianus Hadrianus Augustus) oppure L. Elio Cesare e Antonino Pio, nella cui titolatura era espressa la discendenza da Adriano e da Traiano1; nella l.2 era espresso il pontificato massimo [p(ontifici)] m(aximo). -----[- - - Tr]aia[n- - - -] [- - - p(ontifici)] m(aximo) [- - -] ------ 1 Cfr. ILS 328, 331, 332, 333, 334, 335, 336, 339, 340, 343. Iscrizioni ostiensi 27 indice generale► VIA DELLE TERME DEL MITRA, 7/10/1981 20. FRAMMENTO DI LASTRA CON CORNICE Inventario 41375. Lapidario ostiense. Marmo bianco venato; cm 11,6 x 21 x 3,6; specchio epigrafico +11,6 x +15; lettere +2; 3,5; +1. Superfici lisce. -----[- - - ] 0ar(iorum) [- - - de]cret(o) corporazione o espressione di essa, doveva far riferimento ad una dei rari collegi ostiensi la cui abbreviazione terminava per – rar-, i navicularii lyntrarii (CIL XIV 4459 = ILS 1442; LICORDARI 1974 b, p.314 ss, 318 s) ed il corpus treiectus marmorariorum (CIL XIV 425). [decur(ionum) pu] "[lice]. L.1, se, come parrebbe, il minuscolo frammento della prima lettera conservata può riferirsi ad una r, il dedicante, comunque una 21. FRAMMENTO DI LASTRA Inventario 41376. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 13,3 x 22,4 x 3,5; lettere 2,6; 2,6. Punto diacritico triangolare alla l.1. Superficie iscritta liscia; retro scalpellato. Margini a sinistra ed in basso. La presenza delle linee di guida per l’incisione presuppone una terza linea iscritta, centrata rispetto alle superiori. Per l’omissione del prenome, che comincia a scomparire nelle classi inferiori già nel I e nel II secolo d. C., cfr. THYLANDER 1952, p.77 ss. Mentre il gentilizio Rabilius (SCHULZE 1904, p.91, 219, 443) non ha attestazioni ad Ostia, Pylades (SOLIN 2003, p.561, 1450) è abbastanza diffuso nel contesto ostiense portuense (CIL XIV 853, 1393, 4624, 4825, 5370, I, 10; IPO A 229; inv. 6395, I, 4; 31021). -----[- - - incompa]= rabili A[- - -]= [- - -] Pylad[es - - -] [- - -] Iscrizioni ostiensi 28 indice generale► REGIO II PIAZZALE DELLE CORPORAZIONI (VII, 4) 22. FRAMMENTO DI LASTRA, 1981 Inventario 41387. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 16,3 x 27,8 x 6,5; lettere +13,2. Punto diacritico triangolare. Superficie iscritta gradinata; retro scalpellato. -----[- - -]rt( ) [- - -] ------ 23. SCHEGGIA DI BASE DI STATUA, 1981 Inventario 44113. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 47 x 20,7 x 27; a. fascia iscritta 4; lettere 3,2. Superficie iscritta liscia. Restano parti di due lati; quello iscritto, relativo ad uno dei lati minori, presenta, al di sotto della fascia iscritta, un campo rettangolare forse rilisciato e con tracce di rasura. [- - - de]dic(ata) [- - -]. Iscrizioni ostiensi 29 24. FRAMMENTO DI LASTRA CON CORNICE, 1992 Inventario 58453. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 32 x 22,5 x2,5/2,9; specchio epigrafico +24,2 x +13; lettere 3,7/4; 3,6/3,4. Superficie iscritta gradinata; retro scalpellato. Margini a destra ed in basso. A destra foro circolare per grappa. -----[- - - ip]sius; [l(ocus ) d(atus) d(ecurionum)] d(ecreto) p(ublice). 25. SCHEGGIA DI BASE DI STATUA CON CORNICE, 1992 eius fidem ac merita erga rem publicam4. La terza conterrà il nome dei curatori, cur[antibus - - -]. Nel secondo caso i dedicanti saranno stati espressione del collegio come l’univ[ersa plebs], gli univ[ersi honorati] 5, l’univ[ersus numerus] 6, in questo caso in riferimento ai fabri tignuarii; la l. 2 andrà completata in patro[no optimo ob merita s. p. p.] o in una formula più enfatica quale ob plurima eius benefic(ia) in rem public(am) sua conlata7 oppure ob insignem amorem eius in omnibus8; nella terza troveremo i quinquennali curatori della dedica: cur[a(m) agentibus - - -]. Inventario 58452. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 20,8 x 23,7 x 10,2; specchio epigrafico +18 x +11,2; lettere +0,6; 3,7; 2,8/3,2; +3. Superficie iscritta gradinata. Margine a sinistra. L’iscrizione, genericamente data-bile al IV secolo d. C. in base al ductus epigrafico, potrebbe riferirsi tanto ad un patrono della colonia1, quanto ad uno di corporazione. Nel primo caso alla l.1 gli autori della dedica saranno stati gli univ[ersi cives Ostienses] 2 o coloni; la seconda riga vedrà, accanto a patro[no], le motivazioni della dedica, quali, ad esempio, ob insignem eius adfectionem3, ob 30 -----+[- - -] univ[ersi cives Ostienses ?] patro[no - - -] 22 cur[antibus - - -] ------ 1 3 Onore ancora attestato agli inizi del IV secolo d. C. come dimostra la carriera di Manilius Rus[ticianus] (CIL XIV 4455; PLRE I, s. v. Manilius Ru(sticianus?) 2; cfr MEIGGS 1973, p.179, 180, 197, 206 – 208. 2 Cfr. CIL XIV 5334 (MARINUCCI 1992, C 13 b); BLOCH 1958, p.213, n.5, tav.XXV, 4. Iscrizioni ostiensi CIL XIV 5340. CIL XIV 4455. 5 Cfr. CIL XIV 370. 6 Cfr. CIL XIV 374. 7 BLOCH 1953 b, p.297, n.62, fig.47. 8 Cfr. CIL XIV 5344. 4 31 indice generale► REGIO III EDIFICIO VIII, 1, 1976 26. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE Inventario 58475. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 19,5 x 27 x 3,7/6; specchio epigrafico +8 x +15; lettere +4,7. Superficie anteriore gradinata; retro scalpellato. Margini in alto ed a sinistra. Foro per grappa in alto. Sex. [- - -] ------ indice generale► RINVENIMENTI SPORADICI 27. FRAMMENTO DI LASTRA. 20/1/1984 Inventario 41372. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 10,2 x 8,2 x 2,5; lettere +1,1; 2,1; 2,2; +0,2. Superfici lisce. -----[- - -] IL[- - -] [- - -]HA+[- - -] [- - -]us T[- - -] [- - -]+[- - -] ------ Iscrizioni ostiensi 32 indice generale► REGIO IV TERME DEL MUSICIOLUS1, GRADINI DELLA VASCA DEL FRIGIDARIUM, 28/4/1984 28. LASTRA FUNERARIA RITAGLIATA Inventario 41347. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 18,8 x 43,5 x 2,1; lettere +3; 2,7; 0,7/2,8; 2,5/2,7; 2,4; +0,6. Punti diacritici triangolari alle ll.2 – 5. Superfici lisce. Ritagliata a scalpello sui quattro lati per il riutilizzo, cui si deve il foro circolare per grappa sul lato destro. 2, etus per itum; Quirina (tribu) su rasura; un Iul. Onorat[us] è in CIL XIV, 4569, XIII, 20; 3, e di (h)er(es) aggiunta in piccolo (0,7) sopra la linea. Una Iulia Optata è in CIL XIV 1215. 4 - 5, il gentilizio Prastinius (SCHULZE 1904, p.91) è attestato poche volte ad Ostia (CIL XIV 1506, Prastinia Quinta; inv.7929; 18144), mentre il cognome Asclepiodota (CIL XIV 521?) è piuttosto documentato nella forma Asclepiodote (SOLIN 2003, p.33, 35) sia ad Ostia che nella necropoli di Porto all’Isola Sacra (CIL XIV 648, 836, 1059, 1060, 1226, -----[i]n hoc sepulcro monument[o] itum habet Q. Iul(ius) C. f(ilius) «Quirina (tribu)» – – Honoratus et (h)‘e’r(es) Iul(ia) Optata Iun)[a]= na; concessum sibi a Prastinia, [As]= 5 clepiodotae herede, lib(ertis) lib(ertabus) 1294). La tribù Quirina2, qui in extenso, indica un’origine africana di Q.Iulius Honoratus3, avallata dal cognome, particolarmente diffuso in Africa4. [- - -]+[- - - ] -----1 Per l’impianto termale cfr. FLORIANI SQUARCIAPINO 1985 – 1986, p.87 s. 2 KUBITSCHER 1889, p.135. 3 CÉBEILLAC-GERVASONI 1996 b, p.557 ss. Per il ruolo degli africani nei commerci vitali per l’alimentazione di Roma e nella vita pubblica di Ostia Iscrizioni ostiensi nel II secolo cfr. CÉBEILLAC-GERVASONI 1996 b, p.564 ss; CÉBEILLAC-GERVASONI, CALDELLI, ZEVI 2010, p. 233. Per la presenza di gentilizi di origine africa ad Ostia cfr. SALOMIES 2002, p.149, 152 s. 4 KAJANTO 1965, p.18, 279; cfr. p.72 s, 133 (352). 33 29. LASTRA FUNERARIA Inventario 41348. Lapidario ostiense. Marmo bianco venato; cm 25,3 x 31,3 x 3,4; lettere 2,9/3; 2,4/2,7; 2,2; 2,3/2,4; 2,1/2,3. Superfici lisce. Due fori per grappa sul lato sinistro; uno sul destro, tutti relativi al nuovo utilizzo. Dis Manib(us) M. Suelli Hermetis, fecit Suellia M. l(iberta) Psyche 5 coniugi b(ene) m(erenti) et sibi. Il gentilizio Suellius (SCHULZE 1904, p.223 A, 372, 425, 430) è molto noto ad Ostia, così come il cognomen Hermes (SOLIN 1993, p.368, 1475), secondo per diffusione tra i cognomi ostiensi (LICORDARI 1977, p.240), mentre per Psyche (SOLIN 2003, p.1350, 1447, 1465) questa costituisce la sesta menzione nel comprensorio ostiense – portuense (CIL XIV 1695; 7383; IPO, A 34, 212; inv.11267). 30. LASTRA FUNERARIA Inventario 41349. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 23 x 28 x 2,4/2,9; lettere 2,9; 1,9/2; 2; 1,8; 1,8; 1,9. Superfici lisce. Scalpellata per il riuso sui lati sinistro e destro. In alto ed in basso margini originali. PELLEGRINO 1986, p.290, n. 2, fig.2. Il giovanissimo defunto, A. Caedicius Saecularis1, era stato uno dei praetori sacr(is) Volk(ani) fac(iundis) Il giovanissimo defunto era stato uno dei pretori sacris Volkani faciundis, che, insieme agli edili, assistevano il pontifex Volcani ostiense2, costituendo un collegio di carattere esclusivamente cultuale e di durata annuale3. A partire dal II secolo d. C.4, le iscrizioni documentano l’esistenza di una precisa organizzazione all’interno del collegio, in cui agli indifferenziati pretori5 ed edili6 del periodo precedente7 si sostituisce una gerarchia annuale nei pretori e negli edili e tra pretori ed edili, per la quale troviamo, sebbene non in numero fisso, un praetor primus8, secundus9, tertius10 ed un aedilis primus11 e secundus12 ed al praetor primus segue l’aedilis primus, mentre al praetor secundus fa seguito l’aedilis secundus13. Le cariche di pretore ed edile rivestite in giovanissima età forse su decreto dei decurioni14, come dimostrano le iscrizioni funerarie15, formavano la premessa alle carriere municipali vere e proprie, costituendo per le famiglie di più antica o consolidata aristocrazia la conferma di uno status sociale ormai acquisito e per quelle di origine libertina il tanto desiderato ingresso nell’élite della colonia. 34 D(is) M(anibus). A. Caedicio A. f(ilio) 4 Saeculari pr(aetori) MEIGGS 1973, p.173. Oltre l’iscrizione in esame, che va quindi collocata nell’ambito del I secolo, cfr. CIL XIV 3; 349; 402; 412 b; 415; BLOCH 1953 b, p.295, n.60. 6 CIL XIV 3; 351; 376. 7 La più antica attestazione di un aedilis è del P. Lucilius Gamala senior di CIL XIV 375, la cui vita pubblica può datarsi tra il 75 ed il 35a circa (ZEVI 2004 b, p.54; cfr. ID. 2002, p.35 s), sebbene l’elogium sulla base di un’erma-ritratto venga inciso solo in età tardo augustea (PANCIERA 2004, p.72) o in tarda età antonina (ZEVI 2004 a, p.50). In questa prima fase solamente Cn. Turpilius Cn. f. Turpilianus è aedilis e pr. sac. Volk. fac. (CIL XIV 3). 8 CIL XIV 306; 373; 432. 9 CIL XIV 341 (ILS 6144). 10 CIL XIV 376. 11 CIL XIV 390, 391; BLOCH 1953 b, p.293, n.56. 12 CIL XIV 4553. 13 Come testimoniato dai Fasti conservati forse per il II secolo (CIL XIV 4138, cfr. MENNELLA 1995, p.98 s) e certamente per il III (LICORDARI 1984, p.348 s, anni 274, 275, 276; MENNELLA 1995, p.96 ss, anni 221 – 230; NUZZO 1999, A 7, anni 245, 246, 247). Per questo periodo solo il P. Lucilius P. f., P. n., P. pron. Gamala, praefectus L. Caesar. Aug. f. vissuto nell’età di Marco Aurelio è aed. e pr. tert. (CIL XIV 376). 14 CIL XIV 4553; MARINUCCI 1992, C 64 (CIL XIV 5373 pars). La prassi è attestata solamente in questi due casi.15 CIL XIV 306 (4 anni); 341 = ILS 6144 (12 anni); 351 (19 anni), BLOCH 1953 b, p.295, n.60 (12 anni). A queste menzioni dobbiamo aggiungere il presente testo con i suoi 5 anni. 5 sacr(is) Volk(ani) fac(iundis) 5 qui vixit ann(is) V, mens(ibus) X, dieb(us) XX. 1 Il gentilizio Caedicius (SCHULZE 1904, pp.137, 518 con n. 1, 522 con n.3) era presente ad Ostia con 15 attestazioni (CIL XIV 1373; 4460+4565, I, 12; II, 11; 4564, II, 12, 18 = MARINUCCI 1992, C 99; 4569, XI, 5; 619 ter; 6246; 6612, II, 10; 6922 bis; 7939 bis); meno diffuso il cognomen Saecularis (CIL XIV 246, VII, 5; 256, 34, 133; 1973, II, 7; 4809; 5374, I, 5; II, 2; 5380; cfr. KAJANTO 1965, p.220). 2 Per l’origine dei pretori e degli edili, titoli probabilmente mutuati dalle più antiche magistrature della colonia cfr. MEIGG 1973, p.173; CÉBEILLACGERVASONI, CALDELLI, ZEVI 2010, p. 165 s, 36. 3 MEIGGS 1973, p.338; LICORDARI 1984, p.348. Per quello che riguarda le funzioni cultuali degli edili, un frammento dei Fasti Ostiensi del 91 (VIDMAN 1982, p.44, Fa d., 1 ss; cfr. BARGAGLI, GROSSO 1997, p.29, Fa d., 1 ss) ne testimonia la celebrazione del rito della sepoltura, all’interno di un bidental (SCHOL. ad Pers., II, 27; cfr. TURCHI 1939, p.1939, p.63; DUMÉZIL 1966, p.613; PIETRANGELI 1949 – 1951, p.37 ss), di un albero colpito da un fulmine in un [fundus] Volusianus (cfr. MEIGGS 1973, p.338). Iscrizioni ostiensi 35 31. LASTRA FUNERARIA Inventario 41350. Lapidario ostiense. Marmo grigio; cm 26,5 x 30 x 1,9; lettere 2,4/2,5; 2,6/2,7; 2,5/2,6; 2,5/2,6; 2,5/2,6; 2,5/2,6; 1,4/1,7. Superfici lisce. Ritagliata in basso per il riuso. Per il gentilizio Vtius (SCHULZE 1904, p.17, 425) la presente costituisce l’unica menzione ad Ostia e per il cognome Auxesis (SOLIN 2003, p.1286) la terza (IPO, A 227; inv.11688). Diffusissimo al contrario Tyche (SOLIN 2003, p.479, 1447, 1465, 1468) con altre 43 attestazioni. Vtia Auxesis sembra essere stata figlia naturale di Vtia Tyche, portandone lo stesso gentilizio (THYLANDER 1952, p.89 ss). Iscrizioni ostiensi 36 D(is) M(anibus) s(acrum). Vtia Tyche Vtiae Auxe= sini filiae ka= 5 rissimae, quae vix(it) ann(is) IIII, m(ensibus) III, d(iebus) XXI. indice generale► REGIO V VIA DEL SABAZEO, 1984 32. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA Inventario 41390. Lapidario ostiense. Marmo bianco – grigio; cm 18 x 22,3 x 3; lettere 6,3; +5,3. Superfici lisce. MARINUCCI 1991, p.111, n.33, fig.33 (AE 1991, 367). ------[- - -]RESM[- - -] [- - - dep]osit[- - -] ------ indice generale► CONCESSIONE PALMUCCI TRA HORREA DI HORTENSIUS E MURA REPUBBLICANE1 33. FRAMMENTO DI LASTRA ISCRITTA. 1981 Inventario 36901. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 13,8 x 15,4 x 5; lettere +3,2; 5; +2,5. Superfici lisce. -----[- - -]VS[- - -] [- - -]NCE[- - -] [- - -] P. O[- - -] ------ 37 1 Negli anni 1981, 1983 e 1998, in un'area non scavata della V Regione ostiense, posta tra gli horrea di Hortensius e il tratto meridionale delle mura tardo repubblicane (ZEVI 2001, p.16 ss), oggetto di concessione ed usata per scopi agricoli, furono rinvenuti ammassati tre gruppi di materiali marmorei, comprendenti fra l'altro numerosi frammenti epigrafici e l'iscrizione fortemente mutila relativa all'acquedotto ostiense. Una ulteriore ricerca compiuta all'inizio di giugno del 2004 ha permesso sia di scoprire altri materiali epigrafici che di aggiungere alla lastra predetta un sesto frammento ai cinque già recuperati, rintracciato in una catasta di marmi e basoli accumulata nella stessa zona e ricoperta dalla vegetazione infestante, non lontano dal punto della prima scoperta. Tutto il materiale è stato certamente spostato dalle posizioni originarie da vecchie arature effettuate nella concessione e si potrebbe presumere che quello di carattere funerario provenisse dalle propaggini settentrionali della necropoli della via Laurentina o, meno probabilmente, che fosse stato riutilizzato in epoca tarda in altre costruzioni e forse anche nella basilica costantiniana (ALTO BAUER, HEINZELMANN 2001, p.278 ss), assai prossima ai punti di rinvenimento. 34. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE. 1981 Inventario 36903. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 33 x 26,5 x 3,5/3,8; specchio epigrafico +21,1 x +13; lettere 3,6; 4,8/5. Superficie iscritta gradinata; retro liscio. Margine a destra ed in basso. -----[- - - eo]rum; [in fronte p(edes) - - -, in agro p(edes)] XXVI. Iscrizioni ostiensi scr 38 35. CLIPEO DI SARCOFAGO FRAMMENTARIO, 1981 Inventario 36898. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 44 x 31 x 13/14,5; campo epigrafico +19 x 29,5; lettere 2,3; 2/2,1; 3,3; 1,6/1,7. Superficie iscritta liscia. Il clipeo, databile alla seconda metà del II secolo d. C., è contornato da una corona di foglie di quercia abbondantemente lavorata al trapano. PALMIERI 1988, p.153 s, n. 1, tav. I (AE D(is) M(anibus). T. Aelio Aug(usti) lib(erto) Secundo, Il gentilizio Caesonius (SCHULZE 1904, p.136) non è particolarmente diffuso in ambito ostiense – portuense (CIL XIV 469; 734 a; 735 = IPO, B 34; 1483); per il cognome Egloge (SOLIN 2003, p.1291) questa è la seconda attestazione ad Ostia (cfr. inv.6099). Caesonia Egloge marit(o). 1988, 173). T. Aelius Aug. lib. Secundus dal prenome e dal gentilizio appare essere stato liberto di Antonino Pio. 36. FRAMMENTO DI FRONTE DI SARCOFAGO, 1981 Inventario 58454. Antiquarium. Marmo lunense; cm 49 x 22 x15; lettere 2. Iscrizione sul bordo della cassa. Punto diacritico triangolare. PALMIERI 1988, p.158, n.5, tav.V. [- - -] soror[- - -]. Del rilievo, databile alla metà del II secolo d.C., che decorava la cassa restano solamente due figure virili, la prima da sinistra, stante, è seminuda, coperta solo dalla clamide fermata da una fibula sulla spalla destra e volta a destra; della seconda rimangono solamente la testa di profilo a sinistra, verso la precedente, e la lancia tenuta nella destra. Le due figure potrebbero riferirsi ad una scena del mito di Ippolito (ASR III, 2, p.169 ss, tav. 47 ss) o più probabilmente a quello di Meleagro impegnato nella caccia al cinghiale di Calidone (ASR III, 2, p.268 ss, tav. 73; ASR VI, p.7 ss, tav. 1 ss). Iscrizioni ostiensi scr 39 37. FRAMMENTO DI ARA OSSUARIO. 1981 Inventario 58455. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 19 x 42,5 x 15; specchio epigrafico +11 x +40; lettere 7,3/7,4. Punti diacritici triangolari. Titulus entro cornice. Margine in alto. PALMIERI 1988, p.154, n.2, tav. II. [- I]unio M. f(ilio) [- - -] ------ 38. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON ISCRIZIONE CRISTIANA. 1983 Inventario 41344. Antiquarium. Marmo bianco venato; cm 14 x 19,2 x 2,5/3,2; lettere 4,2/6,8; +1,3. Superfici lisce. Il frammento conserva in alto il margine originale. Mutilo su tutti i lati. Disegno n. inv. 6356. MARINUCCI 1991, p.109, n.31, fig.31. ¢ [- - - ] [- - -] %+[- - -] ----- Iscrizioni ostiensi scr 40 f[- - -] 39. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE. 1983 Inventario 41353. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 21,8 x 18 x 5,9; specchio epigrafico +15,5 x +16,5; lettere 4; +3,4; +3,2. Incasso per grappa in alto. Superfici lisce. Si conservano parte della cornice superiore ed i resti di tre linee del testo. Lacunoso su tutti i lati. 1, la terza lettera superstite potrebbe essere una A od una M. [- - - e]t L. +[- - -] [- - - ] &[- - - ] [- - -]t [- - -] ----- 40. FRAMMENTO DI ARA FUNERARIA - OSSUARIO. 1983 Inventario 41354. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 12,5 x 9,7 x 4/4,3; specchio epigrafico +7,1 x +5,7; lettere 1,5; 1,2; 1,1. Testo entro cornice. Superficie anteriore liscia; retro scalpellato. Si conserva solo l’angolo superiore sinistro della lastra con l’inizio delle tre prime righe del testo. D(is) [M(anibus)] Ste)[ae Olym]= piad[i - - -] -----Il gentilizio Steius (SCHULZE 1904, p.217, 237) è scarsamente diffuso in ambito ostiense – portuense (CIL XIV 1640 bis; 1641 bis = IPO, B 153). Iscrizioni ostiensi scr 41 41. FRAMMENTO DI LASTRA. 1983 Inventario 41355. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 12,5 x 15,5 x 2,5/3,1; lettere +4,1; +4. Superfici lisce. La lastra è scalpellata a destra e rotta su tutti i lati. Conserva i resti di due linee di testo. ------[- - -] ++[- - -] [- - -]p+ [- - -] ------ 42. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA. 1983 Inventario 41356. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 31,4 x 17,6 x 7,1/7,5; specchio epigrafico +31,4 x +13, 3; lettere 3,9; 3,1; 3,3; 3,1; 3; 2,5. Superficie anteriore liscia; retro scalpellato. Si conserva parte del lato destro della lastra. MARINUCCI 1988, p.211, n.42, fig. 42. -----[VI vir August]alis [idem quinquen]nalis [- - -]ae [coni]ugi 5 [- - - lib]ertis, [libertabus poste]risque [eorum] - - - - - -? 42 Il personaggio che aveva posto l’iscrizione alla moglie, ai liberti, alle liberte ed ai loro discendenti era un sevir Augustalis, apparteneva cioè a quel particolare ordo sacerdotale incaricato inizialmente del culto del numen e / o del genius Augusti, forma di culto imperiale tollerata da Augusto in Occidente, e quindi del numen Augusti e del genius dell’imperatore regnate1. Ad Ostia2, dove lo splendidus ordo3 nasce in epoca augustea4, l’appartenenza ad esso è monopolio dei più ricchi tra i liberti5. Per essi, infatti, costituiva l’unico modo legittimo per conseguire sia una promozione sociale con una condizione semiufficiale, se non addirittura ufficiale6 all’interno della colonia7, che una 8 soddisfazione delle proprie ambizioni con gli attributi esteriori della carica9, intesa come una vera magistratura, e con la speranza di ottenere le insegne del decurionato10, portandoli a formare nel molto più vasto ordo libertinorum ed a costo di splendidi atti di evergetismo11, di cui si giovavano anche i loro patroni, una sorta di ristretta nobilitas, che veniva ad assumere una posizione sociale particolare, intermedia tra i decurioni e la plebs12. In ambito ostiense è possibile distinguere13 per l’ordine due fasi, la prima, in cui i membri si definiscono semplicemente Augustales, va dall’istituzione all’epoca tardo flavia14 ed è caratterizzata - al contrario da quanto affermato dal Meiggs15, ma sostenuto dal Wickert16 - da un’organizzazione interna già sviluppata17, confermata da un’iscrizione funeraria18, con quinquennali come dirigenti. La seconda, dall’età tardo flavia in poi, è contraddistinta dal cambiamento di nome in seviri Augustales e da un’articolazione interna maggiormente svilup- pata e nota, ma comunque più simile a quella di una corporazione che ad un sacerdozio, in cui la nomina dei membri nel numero di sei per anno spettava ai decurioni19. La più antica testimonianza di questa trasformazione è in un’iscrizione anch’essa funeraria20, in cui [A. Egri]lius Paternus, figlio di A. Egri[li]us Onesimus, coac[tor, se]vir Augustalis idem q.q. e cu[rator] dell’ordine annis continuis V, è flamen divi Vespasiani sac(ris) Volk(ani) f(aciundis), confermando il termine cronologico per la riforma proposto dal Meiggs. In questo secondo periodo la gerarchia dell’ordo, di cui facevano parte anche i seviri nominati negli anni precedenti21, come rivelato dagli albi superstiti22 che vanno dal 190 al 297p, considerava quale dignità più elevata, probabilmente solo onorifica e straordinaria, quella degli electi23, personaggi eletti, in numero variabile da uno a nove, anche per due bienni continui24. La direzione effettiva spettava invece ai quattro quinquennali eponimi, eletti normalmente per due anni25, ma in carica anche in perpetuum26 e negli albi al secondo posto dopo gli electi; ad essi seguivano i quinquennales d(ono) d(ato)27, membri che palesemente avevano pagato per ottenere il titolo e tra cui venivano scelti i quinquennali eponimi28. Ultima funzione nota è quella dei curatores o tesorieri29, la cui carica, anch’essa onerosa30 e certamente dovuta alla loro abilità finanziaria, poiché alcuni di essi31 risultavano coactores32 o coactores argentarii33, costituiva la premessa per la direzione effettiva dell’ordo34, mentre l’ultimo onore documentato, sebbene una sola volta, è quello dei patroni35, altrove invece ben noti36. 1 probabilmente contemporaneo il primo documento ostiense, anteriore all’11a (CIL XIV 5322 = MARINUCCI 1992, C 20; cfr. BLOCH 1953 b, p.299 s, n.67). 5 La carica era assai dispendiosa per i versamenti all’erario della città (DUTHOY 1978, p.1266 s, 1294 s), di cui costituiva una delle più cospicue entrate, ed all’arca dell’ordo (DUTHOY 1978, p.1267 con nn.94 – 101), cui si aggiungevano le altre generosissime liberalità (cfr. per Ostia CIL XIV 8; 367; 431). 6 Rivelata dalla tutela sull’ordine effettuata dai decurioni attraverso la scelta dei seviri, tutela che li distingueva dagli altri collegi religiosi e dalle corporazioni. DUTHOY 1978, p.1297 ss. L’aspetto cultuale, che comprendeva almeno inizialmente una pompa, sacrifici in onore di Augusto, il 23 settembre, anniversario della nascita ed il 7 gennaio (CIL XII 4333), ludi ed un epulum, passa nel corso del tempo in secondo piano rispetto alla funzione sociale rivestita dall’Augustalità (DUTHOY 1978, p.1304). 2 WICKERT, CIL XIV, p.611; WILSON 1938, p.154 ss; MEIGGS 1973, pp 217 ss, 473, 566. 3 CIL XIV 353, 474 (ILS 5233), 4642, 5. 4 La prima attestazione è a Nepet (Nepi) nell’Etruria meridionale e risale al 12 a. C., anno in cui Augusto assunse il pontificato massimo (CIL XI 3200 = ILS 89); 43 7 Dalla cui amministrazione diretta erano esclusi per mancanza del più importante dei requisiti prescritti, quello della nascita libera (lex Malac., LIV = ILS 6089; Const. unic., Ad legem Viselliam; Cod. Iust., IX, 21; Const. 1; Cod. Iust., X, 33 (32); CIL II 1943; 2023; 2026). 8 Giustificate dalle sostanze e dall’influenza sia personali che dei loro patroni, disposti questi ultimi, nel gioco degli obblighi dei liberti e dei benefici da ricavarne, ad appoggiarli con la loro posizione e la loro ricchezza. 9 La toga praetexta legata al culto prestato ed al loro status (PETRON., 71, 9; DUTOY 1978, p.1268), i littori con i fasci che li accompagnavano non solo nelle cerimonie ufficiali (PETRON., 30, 1 – 2; 65, 3), l’onore della sella curulis (DUTHOY 1978, p.1268 con n.104) o (CIL XIV 318; 431 ?; cfr.374) del bisellium (VARRO, de l. l., V, 128), da cui assistere, nei posti riservati (CIL XI 3805), a tutti gli spettacoli e del tribunal (PETRON., 29, 6; 71, 9), la pedana inizialmente riservata ai magistrati municipali (DUTHOY 1978, p.1268 con n.104). 10 Per gli ornamenti decurionali (MARQUARDT 1889, p.303) concessi ai seviri - che permettevano di prendere parte alle cerimonie, tra i magistrati più elevati della città, con le insegne di funzioni alle quali la legge non dava diritto ai liberti - ad Ostia cfr. LICORDARI 1974 b p.313 ss = AE 1974, 123 bis; per quelli attribuiti ai liberti in genere cfr. CIL XIV 374; 2005; MARINUCCI 1988, p.199, n.25. 11 Che vanno dall’organizzazione di giochi, di epulae, alla costruzione di edifici e di opere pubbliche (DUTHOY 1978, p. 1277 ss, 1301 ss). Tra di essi ricordiamo ad Ostia sportulae ai decurioni (CIL XIV 367, 431) ed ai colleghi dell’ordine (CIL XIV 8, 367, 431), l’erezione di un’immagine in argento al Genius della colonia da parte del curator M. Cornelius Epagathus (CIL XIV, 8), di statue ai loro membri più generosi, quali P. Horatius Chryseros (CIL XIV 367) e Veturius Socrates (CIL XIV 431) e di iscrizioni come quella dedicata a M. Aurelius Pylades, illustre pantomimo protetto dagli imperatori Valeriano e Gallieno (CIL XIV, 4624 I – II). 12 Cfr. CIL IX 3838. 13 WICKERT, CIL XIV, p.611; MEIGGS 1973, p.217 ss. 14 MEIGGS 1973, p.219. 15 MEIGGS 1973, p.217, 473. 16 WICKERT,CIL XIV, p.611. 17 Cfr. DUTOY 1978, p.1277 ss. 18 MARINUCCI 1988, p.197, n.3. 19 CIL XIV 367; 4558; 4619. Cfr. Lex coloniae Genetivae Iuliae, CXXVIII (ILS 6087); DUTHOY 1978, p.1266. 20 CIL XIV, 4641 + 4644, partes = PELLEGRINO 1986, p.291 ss, n.3. 21 DUTHOY 1978, p.1272. 22 CIL XIV 4560 1, a (a. 195), b (aa. 193 – 194, 200 – 201); 2; 3; 4561, 1, a – b (a. 190); 4561, 2; 4562, 1 (a. Iscrizioni ostiensi scr 196); 4562, 2, a - b (aa. 197 – 200), 3, 4 (aa. 208 - 210, 216 - 218), 5, 6 (a. 228), 7 (a. 234); 5462, 8 (a. 297); 4562, 9 – 11; 4563, 1 – 7; BLOCH 1953 b, p.277 s, n.41. 23 WICKERT, CIL XIV, p.611, 673; MEIGGS 1973, p.218. 24 CIL XIV 4562, 4, II (a.208); 6, II (a. 228); 7 (a. 234); 4, I (anno incerto); cfr. WICKERT, CIL XIV, p.673. 25 WICKERT, CIL XIV, p.611, 673; cfr. CIL XIV 316. 26 CIL XIV 4558. 27 DESSAU in WICKERT, CIL XIV, p.673; cfr. WILSON 1938, p.155. 28 WICKERT, CIL XIV, p.673, cfr. p.611. 29 (CIL XIV 8; 12; 305; 316; 360 (ILS 6164); 396; 421; 431, 19; 461; 4559; 4560, 1 – 3; 4641; 4686; 5361; CALZA 1941 b, p.205 + CIL XIV5005 a - b + 4659; IPO A 320 + 340, partes; BLOCH 1953 b, p.277, n.40 =AE 1955, 182; PELLEGRINO 1986, p.291 ss, n.3; MARINUCCI 1988, p.192 s, n.15; cfr. WICKERT, CIL XIV p.672 s; MEIGGS 1973, p.218; VON PREMERSTEIN 1895, p.849; DUTHOY 1978, p.1276. I loro nomi erano elencati su albi separati (CIL XIV 4560, 1 – 3; BLOCH 1953 b, p.277, n.40 = AE 1955, 182) ed essi erano scelti annualmente (CIL XIV 4560) – in numero cospicuo, 8 nel 193 (CIL XIV 4560, 1 b, a; cfr.4560 1 a, a, b, g; 4560, 2), 5 nel 201 (CIL XIV 4560 1 b, b); 4 nel 239 (CIL XIV 461) – pur potendo essere rieletti per più anni (CIL XIV 12; PELLEGRINO 1986, p.291 ss, n.3) o tenere la carica a vita (CIL XIV 360; 4560, 3; 4686). 30 Per l’elezione essi erano tenuti a pagare una summa honoraria o complessiva per tutti i prescelti – 10.000 sesterzi (CIL XIV 4560, 1 b) o individuale (CIL XIV 367; BLOCH 1953 b, p.277, n.40). Tale somma, che andava a confluire nella cassa (arca), si considerava proprietà comune p(ecunia) p(ublica). 31 CALZA 1941 b, p.205 + CIL XIV 5005 a – b + 4569; BLOCH 1953 b, p.290 s, n.53; PELLEGRINO 1986, p.291 ss, n.3; MARINUCCI 1988, p.192 s, n.15; cfr. MAZZOLENI 1983, p.41 s, n. 30, tav.VIII, in cui un A. Egrilius Sec[undus], coactor, era stato Augustalis o sevir Augustalis item q.q. Gli ultimi personaggi sono liberti degli Egrilii, dimostrando come le fortune della gens fosse fondata più sull’attività finanziaria che sulle proprietà terriere (cfr. MARINUCCI 1988, p.193 con n.12, 13). 32 Semplici esattori dietro corresponsione fissa a carico del debitore (ANDREU 1987, p.144, tab.2). 33 Agenti bancari partecipi alle vendite all’asta con prestiti agli acquirenti e con funzioni di recupero dei crediti (ANDREAU 1987, p.162 ss). 34 CIL XIV 316. 35 CIL XIV 4486 a, pars, iscrizione dedicata dai seviri Augustales di Ostia ad un loro ignoto patrono, viator tribunicius (HABICHT 1958, c. 1928 ss) ed onorato in qualche misura dall’imperatore Traiano. 36 VON PREMERSTEIN 1895, p.853. 44 43. FRAMMENTO DI LASTRA CON CORNICE. 1983 Inventario 41358. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 22,2 x 16,7 x 7,1/7,5; specchio epigrafico +8,5 x +5,5; lettere +5,3. Superficie iscritta liscia; retro grezzo. C[- - -] ----- 44. FRAMMENTO DI LASTRA ISCRITTA. 1983 Inventario 41359. Lapidario ostiense. Marmo bianco, cm 11 x 8,5 x 4,8; lettere +0,7; 2,9; +1,8. Superfici lisce. Parte inferiore scalpellata. -----++[- - -] [- - - a]lum,[- - - -] [- - - ]+ MA[- - -] -----Gli alumni, oltre a coloro “qui liberi nati expositi, deinde sublati a quibusdam et in servitute educati sunt” cui si riferiva Traiano1 nella risposta a Plinio il giovane, che in una precedente lettera dalla Bitinia gli chiedeva2: “Magna domine et ad totam provincia pertinens, quaestio est de conditione et alimentis eorum, quos vocant qreptoÚj”, sono quanti – anche di condizione servile – venivano allevati ed educati3 da altri che non fossero i genitori naturali, rapporto da cui derivava un profondo legame affettivo, attraverso cui si stabiliva una relazione di “quasi – adozione”4. 1 PLIN., ep. 10, 66, 1. PLIN., ep. 10, 65, 1. 3 DE RUGGIERO 1895, p.437 ss; SACCO 1980, p.271 ss. 4 SIGISMUND NIELSEN 1987, p.141 ss. 2 Iscrizioni ostiensi s 45 45. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE. 1983 Inventario 41361. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 29,6 x 20 x 5,5; specchio epigrafico 18,8 x +9; lettere 3,8/4,8; 3,8; 2,5; +1. Superficie anteriore liscia danneggiata da solchi e scheggiature; retro scalpellato. Si conserva l’angolo superiore destro con l’inizio di 4 linee. – 1, c di fecit su precedente i; sibi inciso sulla cornice; 2, e di [- - ] 2iae incisa sulla cornice. – [- - - ] fe‹‹c››it sibi [- - - ]+iae [- - - ]s [- - - ] ------ 46. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA. 1983 Inventario 41362. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 8,6 x 12,4 x 2,5/3,5; lettere +1,2; 2,2; +2,3. Superfici lisce. ------[- - -]CO[- - - ] [- - - ] ) fec)[t - - ] [- - - ] Egrilio [- - - ] ------ Iscrizioni ostiensi scr 46 47. FRAMMENTO DI LASTRA ISCRITTA. 1983 Inventario 41363. Lapidario ostiense. Marmo venato; cm 12,5 x 15,5 x 3; lettere 4,2; +4,3. Superfici lisce. ------co[- - -] iu[- - - ] ------ 48. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA. 1983 Inventario 41366. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 24,5 x 13,5 x 4,3; lettere 2,5; 2,4/2,5; 2,4/3,1; 2,5; 2,5. Superficie anteriore liscia retro con cornice, segno di riutilizzo della lastra. Margini in alto ed in basso. 3, I longa. 5, cfr. CIL VI 7511; 1877; 10246; 10247; IPO, A 208. Il ius liberorum o ius trium liberorum1 era stato introdotto2 dalla Lex Papia Poppaea nuptialis3 del 9p che integrava le disposizioni della Lex Iulia de maritandis ordinibus4 emanata nel 18a, con cui costituiva un «testo unico»5 voluto da Augusto nei suoi interventi tesi a contrastare la diminuzione di natalità. Attribuendo forti privilegi alle donne madri di tre figli, se ingenue6, o di quattro, se libertine, il complesso delle due leggi annullava per le successioni gli effetti della Lex Voconia de mulierum hereditate7 del 169a, concedeva alla moglie la piena capacitas nei confronti del marito morto intestato8 e lasciava nella successione da una liberta con quattro figli, sottratta quindi secondo la lex Iulia et Papia alla tutela, al patrono ed ai suoi discendenti maschili entro il terzo grado9 ed alle discendenti del patrono, godenti del ius10, esclusivamente una portio virilis; solo in un secondo momento, ai sensi del senatoconsulto Tertulliano dei tempi di Adriano, alle madri veniva attribuito il diritto di successione al figlio morto intestato11. Nel campo fiscale accordavano per le imposte la progressiva diminuzione dell’1% dovuto annualmente dalle donne allo stato per le proprietà superiori a 20.000 sesterzi12. Inoltre le libere madri di tre figli e le liberte di quattro – come detto - erano sottratte alla tutela mulierum legitima , mentre per esentarle da quelle testamentaria, dativa e fiduciaria13 bastavano per ingenue e liberte tre figli. Gli effetti restrittivi delle leggi, per coloro che non fossero in regola con esse (caelibes, orbi), potevano venire tuttavia annullati dalla concessione del ius liberorum da parte del senato prima e del princeps dopo14. 47 Ex [concessione] [-] Cart[ili - - - ]; hic i,[lata est] Cartil)[a - - -] 5 [tr]ium li[berorum ius habens]. 1 ASTOLFI 1996, p.72 ss; FAYER 2005, p.581 ss. DE MARTINO 1962, p.549. per l’Astolfi (ASTOLFI 1996, p.74 s) l’introduzione risalirebbe alla lex Iulia. 3 ROTONDI 1912, p.457 ss. 4 ROTONDI 1912, p.443 ss. 5 ARANGIO-RUIZ 1957, p.274; FAYER 2005, p.576. Le due leggi erano spesso intese e trattate dai giuristi come una sola legge, lex Iulia et Papia. 6 Come nella presente iscrizione. 7 ROTONDI 1912, p.283 s; ASTOLFI 1996, p.344 ss, cfr. p.321 ss. La legge diminuiva la capacità delle donne di succedere per testamento, perché incapaci di essere istituite eredi da chi possedeva più di 100.000 assi (BONFANTE 1907, p.517). 8 ASTOLFI 1996, p.73. 9 ASTOLFI 1996, p.219 s. 10 ASTOLFI 1996, p.220 s. 11 ASTOLFI 1996, p.72 s. 12 LAST 1968, p.517 ss; cfr. ASTOLFI 1996, p.316. 13 FAYER 2005, p.588. Per gli ultimi tre tipi di tutela anche per le liberte il numero dei figli era fissato in tre. 14 GUARINO 1984, p.515; ASTOLFI 1996, p.75; FAYER 2005, p.593 s. 2 49. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA. 1983 Inventario 41367. Lapidario ostiense. Marmo grechetto; cm 10,6 x 18 x 1,5; lettere +1,9; 2,2; 2,4; +2. Superfici lisce. 4, ultima lettera frammentaria b o p oppure r. D(is) M(anibus). Domit[iae – f(iliae)] Florae c[on(iugi) et Dom]= itiae E+[- - - ] ------ Iscrizioni ostiensi s 48 50. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA. 1983 Inventario 41370. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 8,5 x 16,5 x 3,5; lettere +2,1. Superfici lisce. Si conserva il margine inferiore. -----[- - - lib]er2)[s - - -]. 51. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA. 1983 Inventario 41371. Lapidario ostiense. Marmo bianco a grana grossa; cm 11 x 11 x 3,9; lettere 3,8; +3,2. Superfici lisce. Margine in alto. D(is) [M(anibus)] [- - - ]as [- - - ] ------ Iscrizioni ostiensi scr 49 52. FRAMMENTO DI LASTRA OPISTOGRAFA. 1983 Inventario 41373. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 6 x 6,5 x 1,3; lettere A) 1,8; 2,1; lettere B) +1,5; 1,4; 1,2. Superfici lisce. Il frammento è lacunoso su tutti i lati. Lettere rubricate. A, 2, anche Sp. [f.]. B, 3, per Anoptes, con altre quattro testimonianze ad Ostia (CIL XIV 1998; 5309; inv.6669, I, 4; 11324), cfr. SOLIN 2003, p.396. A ------[- - -]RIBR[- - -] [- - -]us Sp[- - -] ------ A B ------[- - -]nus F[- - -] [- - -]ulius [- - -] [- - -] 2un(us) Ano[ptes ?] ------- B Iscrizioni ostiensi s 50 A 53. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA. 1983 Inventario 41374. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 16,5 x 21,5 x 2,6; lettere 3; 2,9; 2,9. Superficie anteriore liscia, ma corrosa; retro liscio. ------[- - - fi] *io s[uo], [libertis], libertab[us] [posteri]sq(ue) eorum. 54. FRAMMENTO DI LASTRA SCORNICIATA. 1983 Inventario 41379. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 6 x 4,4 x 2,5; specchio epigrafico +6 x +2,9; lettere 1,7. Superficie anteriore liscia; retro scalpellato. ------[- - -]o ------ Iscrizioni ostiensi scr 51 55. FRAMMENTO DI LASTRA. 1983 Inventario 41380. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 7,9 x 7,5 x 2,7; lettere 3,1; +2,5. Superfici lisce. ------[- - -]NM[- - -] [- - -]+A+[- - -] ------ 56. FRAMMENTO DI LASTRA. 1983 Inventario 41381. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 13,7 x 14,2 x 2/2,5; lettere 2,5; 2,5. La lastra è priva del lato sinistro e di quello inferiore. [D(is) M(anibus) - Se] 5ti [- - -]ni ------ Iscrizioni ostiensi scr 52 57. FRAMMENTO DI LASTRA SCORNICIATA. 1983 Inventario 41389. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 14 x 20 x 2,8; specchio epigrafico +12,5 x +12; lettere +1,4. Superfici lisce. Margine a destra. ------[- - -]+% ------ 58. LASTRA MONUMENTALE SCORNICIATA FRAMMENTARIA. 1983 Inventario 44139. Lapidario ostiense. Marmo grechetto a piccoli cristalli; cm 75 x 188,5 x 9,2/10,9; specchio epigrafico 57 x +170,5; lettere 9,7; 10,1/10,4; 7/7,2. Punti diacritici triangolari. Superficie iscritta gradinata fortemente coperta di calcare. Retro quasi liscio con una fascia scalpellata in basso. Ricomposta da sei frammenti e con lacune al centro ed a destra. Incassi per grappe di sostegno in alto a sinistra, sul lato sinistro al centro ed in basso. MARINUCCI 2006, p.509 s; cfr. RICCIARDI 1996, p.250 ZEVI 2000, p.525, 528; SCHMÖLDER 2001, p.107, n. 20; BRUUN 2002, p.174 ss; CÉBEILLAC-GERVASONI, ZEVI 2000, p.25; CÉBEILLAC-GERVASONI 2002, p.81, n.99; CÉBEILLAC-GERVASONI, CALDELLI, ZEVI 2010, p.147 s, 27. L'iscrizione, la prima tra le edite che lega il nome di Vespasiano ad un'opera pubblica nella colonia di Ostia1 e la seconda che ricorda l'esistenza dell'acquedotto ostiense2, va datata in base alla VIII potestà tribunizia dell'imperatore dal l luglio del 76 al 30 giugno del 773; nel corso del 76 egli ricevette la XVI, XVII e XVIII salutazione imperatoria (la XIX fu riportata solo nel 78)4, mentre durante il periodo 76 - 77 fu console per la VII volta (1 gennaio - 31 dicembre 76) e per la VIII (1 gennaio - 31 dicembre 77)5. In base alla ricostruzione proposta del testo, la sua datazione va posta nella seconda metà dell’anno 76, dopo che erano state fatte le designazioni al consolato per l’anno successivo. Lo stato estremamente lacunoso dell'intera parte destra ed in particolare della terza linea, in cui era certamente indicato l'oggetto - che doveva riferirsi a modifiche, anche sostanziali, o a restauri dell'acquedotto già esistente6; piuttosto che nella costruzione ex novo di un ulteriore manufatto7 (arcus, formam8, opus9, rivum10, specum) dell'azione imperiale accompagnato da un predicato verbale (adiecit, extruxit, fecit, restituit, refecit o altro verbo) e forse dall'indicazione sua impensa o sua pecunia, rende difficile anche il calcolo delle lettere mancanti, dipendenti dalla possibile indicazione del nome della colonia come Ostia, Ost. invece di Ostiensi, Ostiensium e dalla lunghezza delle linee precedenti - la seconda delle quali arretrata rispetto alle altre11 causata dalle abbreviazioni degli elementi della titolatura imperiale e dall'indicazione o meno della designazione all'VIII consolato. Nell'ipotesi proposta con datazione al 76, le 53 lettere mancanti nella 1.3 sarebbero circa 30, sufficienti per una scarna descrizione dell'intervento quale aquae ductus in colonia Os[t(iensi) specum novum sua impensa adiecit, oppure formam novam sua impensa fecit]. Poiché tutto il materiale marmoreo, epigrafico e non, ma di natura quasi esclusivamente funeraria, è stato certamente rimosso dalle posizioni originali resta difficile individuare con precisione la collocazione primaria della lastra, le cui notevoli dimensioni presuppongono una vasta superficie a disposizione. In via di ipotesi, constatato l’adattamento del tratto meridionale delle mura urbane tardo repubblicane12, ormai superate per i fini difensivi, a passaggio di acquedotto, come indicano i resti dello speco ancor oggi esistenti ed individuati solo nel 2004, si potrebbe pensare che la lastra fosse posta nei pressi del punto di rinvenimento, forse sull’attico della porta che si apriva nel sesto lato delle mura, in corrispondenza della prosecuzione di via del Sabazeo13 e che a tale trasformazione della cinta potesse far riferimento l’iscrizione. Imp(erator) Caesa[r Vesp]asianu[s Aug(ustus), pontif(ex) max(imus), tribunic(ia) potestat(e)] VIII, imp(erator) XVI[II, p(ater) p(atriae), co(n)s(ul) VII, design(atus) VIII] aquae ductus in colonia Os[t(iensi) - - -]. 1 La sola altra menzione edita di Vespasiano ad Ostia è costituita dalla dedica ClL XIV 86 datata al 75 e rinvenuta tra il 1801 ed il 1804. 2 La prima menzione dell'acquedotto ostiense è un cippo iscritto di travertino rinvenuto non in situ dal Lanciani sul lato orientale dei Grandi Horrea (R II, IX, 7) nel 1885 (CIL XIV 4147; LANCIANI 1885, p.530; ID. 1886, p.165; PASCHETTO 1912, p.256 s, 342 s; CALZA 1921, p.363): Aquae ductus per / p(uteum) p(ublicum) / p( ) p(). Sul significato di puteus publicus come pozzo d'areazione cfr. ZANOVELLO 1994, p. 110 s. 3 DEGRASSI 1968, p.468 s. 54 PIR2 F 398; la XVIII salutazione fu attribuita a Vespasiano prima del 2 dicembre 76 (ILS 252). 5 DEGRASSI 1968, loc. cit. 6 La costruzione dell'acquedotto sembra risalire al tempo di Caligola (BRUUN 2002, p.174, ivi bibl.), anche se la presenza di una fistula (SCHMÖLDER 2001, p.101 con n.12) rinvenuta nel 1999 nell'area del c. d. macellum (IV, V, 2) in un contesto datato ad epoca augustea potrebbe far anticipare la data di costruzione appunto a tale periodo. 7 Per la realizzazione ex novo di un acquedotto il termine impiegato sarebbe stato aqua e non aquaeductus, nel nostro caso usato al genitivo a significare un intervento sull'impianto già esistente o su una parte di esso (cfr. 4 10 ZANOVELLO 1994, p.118). Al contrario F. Zevi (ZEVI 2000, p.525, 528) ha pensato alla costruzione di un nuovo impianto. 8 Cfr. ZANOVELLO 1994, p.112 come equivalente a tracciato. 9 ILS 5753. Cfr. ZANOVELLO 1994, p.111. Doveva contenere circa 18 lettere meno della prima. 12 ZEVI 2001, p.16 s, ivi bibl.; ZEVI 2004 a, p.25 ss. 13 CALZA 1953, p.86. 11 59. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE. 1987 Inventario 47417. Lapidario ostiense. Marmo bianco greco; cm 34,7 x 28 x 6,8/11,5; specchio epigrafico +24 x +18,5; lettere 3,3; 4,2/4,6; 3,7/4,7. Margini a sinistra ed in basso. Superficie iscritta liscia; retro scalpellato. -----Aemil[i- - - -] post[erisque eorum]; in fr(onte) [p(edes) - - -, in agr(o) p(edes) - - - ]. Iscrizioni ostiensi scr 55 60. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE. 1987 Inventario 47418. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 17 x 24 x 6,3/7,5; specchio epigrafico +17 x +18,8; lettere 3; 2,6; 2,4; 2,3; 2,8; +0,6. Superficie iscritta liscia; retro subbiato. Margine a destra. -----[- - - F] %rox [- - -]li l(iberto) Tario= [- - -] patri et [- - -]toriae 5 [- - -]+ae matri; [- - -] 1%.3[- - -] ------ 61. FRAMMENTO DI FRONTE DI SARCOFAGO STRIGILATO. 1987 Inventario 47419+47421. Lapidario ostiense. Marmo bianco di Taso; cm 34,5 x 59,5 x 7/7,8; specchio epigrafico +27,5 x +34,5; lettere 2,4; 2,3, 2,1; 2,2; 2,2. Superficie iscritta liscia. Margine in alto. Ricomposto da due parti. Il gentilizio Marsenius (SCHULZE 1904, pp.189, 360) non ha altre attestazioni ad Ostia. Iscrizioni ostiensi sc D(is) M(anibus). Mársenia Vitalis, q(uae) vix(it) ann(is) XXI, men(sibus) V, dieb(us) XVIII, 5 56 mulieri incomparabi[li]. 62. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA. 1998 Inventario 54870. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 46 x 43,5 x 9,5/14; specchio epigrafico +37 x +34,3; lettere 4,9; 6,2; 4,3/5; 5,5; +1,5. Superficie iscritta liscia; retro scalpellato. [D(is)] M(anibus). [- - -]esimo, [q(ui) vixit an]nis LX; [- - -]orinus [- - - fecit et si] "); ------ 3, I longa. 63. FRAMMENTO DI LASTRA SCORNICIATA. 2004 Inventario 58456. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 15,5 x 8 x 6; specchio epigrafico +13,6 x +3,8; lettere +1,7; 2,1; 2,1. Superficie iscritta liscia; retro scalpellato. Foro per grappa sul lato destro. Il frammento presenta il margine originale sul lato destro. -----[- - -] [- - - feci]t [- - - et si]b(i); ------ Iscrizioni ostiensi sc 57 64. LASTRA FUNERARIA FRAMMENTARIA. 2004 Inventario 58457. Lapidario ostiense. Marmo lunense venato; cm 20 x 26,2 x 2,5; lettere 3,9/4,1; 4,2; 3,7. Superfici lisce. margine originale in alto; frammentaria sugli altri lati. [- - -]s Max[- - -] [qui vixi] 2 ann[is- - -,] [mensibus - - -] V, $)%[bus - - -]; ------ 65. FRAMMENTO DI LASTRA SCORNICIATA. 2004 Inventario 58458. Lapidario ostiense. Marmo bianco venato; cm 9,5 x 12,2 x 2,5; specchio epigrafico +7 x +12,2; lettere +5,5. Superfici lisce. [- - -]V+[- - -] ------ Iscrizioni ostiensi sc 58 indice generale► TOR BOACCIANA RINVENIMENTI SPORADICI 66. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA. 1977 Inventario 44123. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 30,5 x 24 x 3/3,5; lettere 3; 2,9; 2,8/2,9; 3; 1,2/2,8; 2,7; +2,2. Superfici lisce. Margine in alto. D(is) [M(anibus)]. [- E]grilius [- - -] [feci]t sibi et E[griliae] [?Philu]mene co[niugi et] 5 [- Egril] )o Soz‘o’m[eno - - -] [- - -] 3llae [- - -] [- - -]++[- - -]. 4, il cognome Philumene era già documentato ad Ostia (CIL XIV 1159; inv.6587; 11673). 5, seconda o di Sozom[eno] aggiunta in piccolo (1,2). Il cognome (SOLIN 2003, p.1359), aveva una sola testimonianze ad Ostia (CIL XIV 5003). 67. LASTRA FUNERARIA CON CORNICE. 1979 Inventario 41384. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 18,6 x 15,6 x 2,9; specchio epigrafico 18,1 x +14,6; lettere 3/3,4; 3,2/3,8; 3,2/3,4; 3/3,2. Cornice incisa nel marmo. Superfici lisce. MARINUCCI 1991, p.110, n.32, fig.32. Fidus Se.[ti]= mino b%[ne] meren[ti] in pac[e]. Per Fidus (KAJANTO 1965, p.254) questa è la seconda attestazione ostiense (CIL XIV 4927), per Septiminus (KAJANTO 1965, p.293) la terza (CIL XIV 251; 1191). Iscrizioni ostiensi sc 59 indice generale► RINVENIMENTI SPORADICI DALL’AREA ARCHEOLOGICA 68. LASTRA FUNERARIA FRAMMENTARIA Inventario 39970. Lapidario ostiense. Marmo bianco venato; cm 49 x 47,5 x 5/6,7; lettere + 1,3; 3,3/3,4; 3,1; 2,6; 2,3; 2,6; 2,3; 1,9; 1,8; 1,6. Superficie anteriore liscia e corrosa. Retro scalpellato. Margine in basso. MARINUCCI 1988, p.194 s, n. 17, fig.17. -----[- - -] lib(erta) N[- - -] [fe]cit sibi et [- ? Iu]lio A. (et) C. lib(erto) Euchro [sevir]o Augustali coniugi et 5 [collib(erto)] suo bene merenti et [? Iuliae] Bassillae f(iliae) et Secundae lib(ertae) et [- - -] Stephano, Hermetis lib(erti) mei lib(erto) [et Eutyc]hiae lib(ertae) et Speratae lib(ertae) et Nomadi lib(ertae), [lib(ertis), li]be‹r›tabus posterisque eorum;; in fr(onte) p(edes) X[- - -], 10 in agr(o) p(edes) XXVS. 3, questa iscrizione costituisce la prima menzione ostiense del cognome Euchrus (SOLIN 2003, p. 748). 7, da notare il cambiamento il cambiamento di persona, dalla terza delle ll.2 – 6, alla prima (meus) della 7. 9, r omessa in [li]bertabus. Tra i cognomi indicati Bassilla (ThLL. s. v. Bassus) ha una sola attestazione nel comprensorio ostiense-portuense (IPO, A 121); Stephanus (SOLIN 2003, p.1267) è ben documentato; Hermes è tra i più diffusi (cfr.n.29); Eutychia (SOLIN 2003, p.1320, 1476) ampiamente testimoniato; per Sperata (KAJANTO 1965, p.77, 297, cfr. 356), a differenza del maschile Speratus (CIL XIV 884; 988; 4599; 4902; 5053; 5183; inv.6553+7050), questa è la quarta comparsa (CIL XIV 768; 1143; 5124); per Nomas (SOLIN 2003, p.1389) la seconda (CIL XIV 899). Iscrizioni ostiensi sc 60 69. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA Inventario 41388. Lapidario ostiense. Marmo bianco venato; cm 22,3 x 10,5 x 3,3; specchio epigrafico +19 x +7,2; lettere 3,8; 2,9; 3,1. Superfici lisce. Margini conservati in alto ed a sinistra. D(is) [M(anibus)] Ca[- - -] fi[l- ---] ------ 70. LASTRA FUNERARIA FRAMMENTARIA Inventario 44110. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 16 x 29,8 x 4; lettere 4,2/4,4; 2,7; 2,2/2,3; 2,1; +0,3. Superfici lisce. D(is) M(anibus) Fausti Aug(usti) lib(erti) Chryser-[tis] [- - -] II[- - -] 5 [- - -]+[- - -] ------ Iscrizioni ostiensi sc 61 71. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA Inventario 44112. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 17,7 x 13,5 x 7,9; lettere 2,2; 3,1; 3,1; 3,1/3,3. Superfici lisce. -----[- - - ex conc]ession% [- - - ] [- - - siv]e monim[ent- - - -] [- - -]+rico et [- - -] [- - -]ria et C![- - -] ------ 72. ARA OSSUARIO. RECUPERATA IL 5/5/2004 DALLA GUARDIA DI FINANZA Inventario 58460. Lapidario ostiense. Marmo lunense; cm 47 x 31,5/37,5 x 22,2/25,7; campo 24,3 x 23,8; lettere 2,8; 2,5; 2; 2/2,8; 1,8; 2; 1,6. Urceus a sinistra, patera a destra. Superficie iscritta liscia, con testo entro cornice. Ricomposta da due frammenti. Priva del coperchio e con lacune ai lati sinistro, destro e posteriore. Dis Man(ibus) Aureliae L. f(iliae) – Priscae, Claudi Procli Apuleiani, 5 vix(it) a(nnis) XIX, m(ensibus) III d(iebus) XXII; L. Aurelius Priscus pat(er) fil(iae) piissimae. 62 2 – 4, Aureliae L. f. Priscae Claudi Procli Apulieiani (uxoris). 2, per il cognomen Apuleianus (KAJANTO 1965, p.140) questa è la prima attestazione ostiense. 4, 7, I longa. L. Aurelius Priscus e la figlia Aurelia Prisca erano già noti, comparendo in un’iscrizione funeraria posta nel sepolcro familiare e trovata nel 1825 ad Ostia, ma senza indicazioni più precise, ed ora conservata ai Musei Vaticani (CIL XIV 665): L. Aurelius L. f. Pal. / Priscus / fecit sibi et / L. Aurelio Felici p(atri) / 5 Cloeliae Sex. f. / Priscae mat(ri) / Aureliae L. f. / Priscae f (iliae) / L. Aurelio L. l. Euplo / 10 L. Aurelio L. l. Floro / L. Aurelio L. l. Hermae / L. Aurelio L. l. Attico, / libertis libertab(us) posterisque / eorum; / 15 in agr(o) p(edes) XXVS = = L (viginti quinque dextantem semunciam). 73. LASTRA FUNERARIA FRAMMENTARIA Inventario 58461. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 28,5 x 30, x 1,8/2,3; lettere 2,6; 2,6; 2,4/2,5; 2,5; 2,5/2,7; 2,5; 2,6. Superfici lisce. Margine in alto e a sinistra. 3, o su precedente a; 4, rasura di precedente n; il cognome (cristiano) era quindi Da[io]ocratia, equivalente a Deogratia(s) (KAJANTO 1965, pp.59, 217) e mai rinvenuto ad Ostia. D(is) M(anibus) L. Claudi Pud[ent]= iani, C«o»elia D![io]= ocrati[[n]]a ma[ri]= 5 to dulcissim[o] fecit qui vixi[t] [a]nnis XXX[- - -]. Iscrizioni ostiensi sc 63 74.. LASTRA FUNERARIA FRAMMENTARIA Inventario 58462. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 44,2 x 77 x 2,6/5; lettere 3,6; 3,6; 3,9; 3,2; 3,2. Lettere rubricate. Superfici lisce. Bordo in basso. Ricomposta da diverse parti. 2, un Nonius (SCHULZE 1904, p.229, 424) Felix è in CIL XIV 256, 30 (IPO, B 344) e 1407. L’espressione tipicamente cristiana hic d[ormit], a significare che per il cristiano morire equivale a dormire in attesa della resurrezione1, pur presente in area laziale, può essere considerata una peculiarità dell’epigrafia ostiense a partire dal IV secolo2. [- c.5 -] Dio[ny]sias fecit sibi [et ?No]nio Felici filio dulc[i] [q(ui) vi] 5(it) ann(is) XXXI, mens(ibus) VIIII et $(iebus)[ – c.2 -]; L. Sept(imius) Constantius hic d[ormi]= 5 1 2 t. MAZZOLENI 2001, p.284. MARINUCCI 1991, p.81. Iscrizioni ostiensi sc 64 75. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA Inventario 58464. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 28,2 x 24,3 x 12; lettere +4,6. Superfici lisce. Margine in alto. [D(is)] M(anibus) ‹ ------ 76. FRAMMENTO DI LASTRA Inventario 58465. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 12 x 26 x 3; lettere +1,5; 3. Superfici lisce. Margine in basso. 1, frammento di lettera curva. -----+[- - -] d[- - -]. Iscrizioni ostiensi sc 65 77. FRAMMENTO DI LASTRA Inventario 58466. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 10,6 x 13,4 x 3; lettere +1. Superfici lisce. Margine in alto. [- - -]TI[- - - ] ------ 78. FRAMMENTO DI LASTRA SCORNICIATA Inventario 58467. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 10,5 x 15,5 x 7,5/8,5; specchio epigrafico +10,5 x +10; lettere +2,8; superficie iscritta gradinata; retro liscio. Margine a destra. -----[- - -] VI - - - - - -? Iscrizioni ostiensi sc 66 79. FRAMMENTO DI LASTRA Inventario 58468. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 18 x 16,5 x 5,2; lettere +4. Superficie iscritta liscia; retro scalpellato. -----Aga[- - -]. 80. FRAMMENTO DI LASTRA SCORNICIATA Inventario 58469. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 19,5 x 17,5 x 2,6; specchio epigrafico +11,8 x +8; lettere 5,5. Superfici lisce. Margine in alto ed a destra. [- - - ]us ------ Iscrizioni ostiensi sc 67 81. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA Inventario 58470. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 12,5 x 17,2 x 2,6; lettere 5. Superfici lisce. -----[i]n fr(onte) p(edes) X[- - -]. 82. FRAMMENTO DI LASTRA DI CHIUSURA DI LOCULO Inventario 58474. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 9 x 17,2 x 2,9/4; specchio epigrafico +6 x +3,5; lettere +1,7; 2,5. Iscrizione entro tabella, alla cui destra resta una zampa di cavallo con lo zoccolo. Superfici lisce. Margini a destra ed in basso. -----[- - -]i [- - -]n(t). Iscrizioni ostiensi sc 68 83. FRAMMENTO DI LASTRA. 1986 Inventario 44111. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 7,5 x 9 x 1,8/2,3; lettere+1,8; 3. Superfici lisce. 2, seconda lettera i o l. -----[- - -]+lai [- - -] f+[- - -]. 84. FRAMMENTO DI LASTRA Inventario 58478. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 21,5 x 12 x 2,9; lettere +3,5; 4. Superfici lisce. -----[- - -]DIC[- - -] [- - - i]nco+[parabili - - -]. Iscrizioni ostiensi sc 69 indice generale► NECROPOLI DELLA VIA LAURENTINA1 PRESSO PORTA LAURENTINA 85. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE. 1981 Inventario 39971. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 44,6 x 59 x 5,9/7,2; specchio epigrafico +39 x +55; lettere +1,5; 3,3; 2,9; 2,5; 2,4/2,7; 2,2; 1,8/1,9; 1,5/1,8; 1,8; 2; 1,8. Superficie iscritta liscia danneggiata da solchi e scheggiature; retro scalpellato. Incasso per grappa in basso a sinistra. PALMIERI 1988, p.154 ss, tav. III; AE 1990, 123. [D(is)] M(anibus). [- - -] Q. f(iliae) Maximillae [- - -]ae et [- - -]io Hermaisco 5 [- - -]cto viro piissimo et [- Ti ?]nucio Hermeti li[b(erto)] bene merenti p(ro) p(arte) s(ua) (quarta ?) [et] Aburiae Sex. Aburi Prim i geni lib(ertae) Di$[ymae ?] p(ro) p(arte) (quarta), 10 libertis libertabus [poste] risque eorum. 70 5, I longa. M con asta lunga. 7, = [-] (tre ? once), cfr. ILS 8295 oppure = (due once) e quindi p(ro) p(arte) s(ua) (sexta), cfr. IPO, B 153. PALMIERI 1988: p(osuit) p(ecunia) s(ua). 8, Primlgeni per Primigeni. PALMIERI 1988: id[em (sua)]. Altro supplemento proponibile Did[oni]. 9, = - (tre once). PALMIERI: p(ecunia) p(osuit). Tra i gentilizi, Tinucius (SCHULZE 1904, p.374), tipico del III secolo (LICORDARI 1977, p.242 con n.4) è limitato a Roma e Ostia, dove compare prevalentemente negli albi del corpus scaphariorum traiectus Rusticeli (MARINUCCI 1992, C 47, 112, 113), mentre Aburius (SCHULZE 1904, pp.109, 119, 162, 343, 403) aveva una sola attestazione (inv.31042: Aburia L. l. Exoche). Tra i cognomina, Hermaiscus (SOLIN 2003, p.55) era con una sola menzione (CIL XIV 1152), Maximilla2 con sette (CIL XIV 580; 1112; 1191 = IPO, B 96; 1676; 1690; inv. 6131; 19772) e Didyme3 con una (CIL XIV 581). 1 3 SOLIN 2003, p.1016. Da escludere Didymiana (SOLIN 2003, p.1016) per la lunghezza e Didymis (SOLIN 2003, p.1016) con un solo esempio a Roma e sconosciuta ad Ostia, l’altro possibile supplemento Dido (SOLIN 2003, p.584) non vi è attestato. Per la necropoli cfr. VISCONTI 1866, p.292 ss; CALZA 1938, p.26 ss; FLORIANI SQUARCIAPINO 1958, p.61 ss, HEINZELMANN 2000, p.38 ss; BEDELLO TATA 2005, p.1 ss. 2 KAJANTO 1965, pp.14, 276 86. FRAMMENTO DI FRONTE DI SARCOFAGO CON RESTI DELLA TABULA ISCRITTA. 1983 Inventario 41345. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 9,3 x 22 x 10,3; specchio epigrafico +6,7 x +7; lettere 3. Testo entro tabella ansata. Superficie iscritta gradinata; retro scalpellato. -----[- - -]ae ------ Iscrizioni ostiensi sc 71 87. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CON CORNICE. 1983 Inventario 41346. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 20,5 x 16,5 x 5,4; specchio epigrafico +16,2 x +14; lettere 3,8; 3,1; 2,8; +2,2. Superficie iscritta liscia; retro scalpellato. 3, o finale più piccola aggiunta in seguito. [- - -]tius [- - -]us [- - - patro]no su‘o’ [- - -] )ti! ------ Iscrizioni ostiensi sc 72 RINVENIMENTI SPORADICI 88. FRAMMENTO DI LASTRA. 1984 Inventario 44122. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 21,6 x 19,6 x 2,7; lettere 3,2; 3,6; 3,6/3,8; 3,6/3,8. Superfici lisce. Ricomposta da due parti. [D(is)] M(anibus). [- - -]mo [- - -p]osuit co[niugi - - -] [- - - a]nnis LII[- - -]. 89. ARCHITRAVE. 1984 Inventario 58471. Lapidario ostiense. Marmo grigio; cm 4,2 x 119,5 x 23,2; lettere 1,7/2. Superficie iscritta gradinata. Rottura all’estremità sinistra. Ulteriore menzione del cognomen anche maschile Musa (SOLIN 2003, pp.417, 1401) in ambito ostiense (CIL XIV 486; 515; 1094 1437; 1442; 1508; 1810; CÉBEILLAC 1971, p.113 s, n.2, fig.25; NUZZO 1999, A 90). L. Domitius L. l(ibertus) Felix sibi et Domitiae Musae collib(ertae) et lib(ertis) poster(isque) eorum. Iscrizioni ostiensi sc 73 90. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA. 1984 Inventario 58472. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 14,5 x 20 x 4,5/6,5; specchio epigrafico +4,7 x +10,4; lettere +2. Superfici lisce. Margine in basso. -----[- - -, in ag]ro p(edes) X[- - -]. Iscrizioni ostiensi sc 74 SCAVO ACEA, 1982 TOMBA A TEMPIETTO 91. LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA Inventario 40011. Lapidario ostiense Marmo bianco; cm 35,3 x 26 x 5,4/6,4; specchio epigrafico +13,5 x +21,2; lettere +2; 2,8; 2,6. Punto diacritico triangolare alla l.2. Superficie iscritta e retro gradinati. Abbastanza scarse ad Ostia le menzioni (CIL XIV 256; 294; 379; 870; 4562, 3, II, 22; 4655; 5157 = IPO, A 252; inv.1146; 18459) del cognome Agathangelus (SOLIN 2003, p.3, 772, 1458). -----[- - -]+us [- - -] __ [- - - an]nis XXI, +[ensibus - - -] [- - - Ag] !2hangel[- - - -]. 92. LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA FRAMMENTARIA Inventario 40014. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 41 x 33 x 11,9/13,5; specchio epigrafico 28,2 x +26,5; lettere 2,2; 2,4; 2,4. Superficie iscritta e retro lisci. Foro per grappa in alto al centro. Documentatissimo l’uso del nome Ostesis per Ostiensis, in origine relativo agli ex schiavi della colonia, usato sia come gentilizio che come cognome per uomini e per donne. Ost(iensis) Eutychus, Ost(iensis) Eutyches, Ost(iensis) Tertullinus compaiono tra i membri della familia publica dell’albo CIL XIV 2551. D(is) M(anibus) C. Ostesis Eu[- - -] et C. Ostesi Te[- - -]. 1 Eutychus (SOLIN 2003, p.866): I, 4; Eutyches (SOLIN 2003, p.860, 878, 1447, 1465): I, 17; II, 35; Tertullinus (KAJANTO 1965, p.292); II, 13. Iscrizioni ostiensi sc 75 TOMBA I, NICCHIA 93. LASTRINA FUNERARIA Inventario 40003. Lapidario ostiense. Marmo bianco venato; cm 14,5 x 14,5 x 3,1/3,3; lettere 1,5; 1,5; 1,5/1,8; 1,2/1,4; 1/1,5. Superficie iscritta liscia; retro sbozzato. Conserva ancora i chiodi per l’infissione. Il gentilizio Histimenius (SOLIN, SALOMIES 1994, p.93 con una sola attestazione a Burdigala: CIL XIII 739) ad Ostia aveva già un esempio in questa forma (MARINUCCI 1988, p.205 s, n.33, fig.33) ed una in quella Istemennius (inv.6636; cfr SCHULZE 1904, p.176), contrariamente al cognome Venustus (KAJANTO 1965, p.64, 73 bis, 86, 283) con frequentissime testimonianze. Histime= niae Ve= nustae, Vtilis con= 5 Iscrizioni ostiensi sc ser(vus) fecit. 76 TOMBA AD EST DELLA STRADINA 94. FRAMMENTO DI LASTRA Inventario 40007. Lapidario ostiense. Marmo grigio venato; cm 12 x 14,7 x 1,7/2,1; lettere 3,8; 3,9. Superficie iscritta liscia; retro scalpellato. Margine a sinistra. -----coiu[gi bene] me[renti]. TOMBE AD EST DI VIA DEI ROMAGNOLI 95. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA Inventario 40004. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 25,8 x 23,3 x 1,9/3,7; lettere 2,3; 2,2; 2,3; 2,4; 2,4; +1,5. Superficie iscritta liscia; retro scalpellato. Comprende l’angolo superiore destro. Ricomposta da due parti. 5, a senza barretta orizzontale. L’invocazione ai Mani può, come in questo caso, essere sostituita da una dedica ad altre divinità (CAGNAT 1914, p.282). [I(ovi)] O(ptimo) M(aximo). [- - - B]ince= [nto, q(ui)] bixit [annis s]exagin= 5 [ta] quatuor [- - - ?ami] )ci ------ Iscrizioni ostiensi sc 77 96. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA Inventario 40005. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 19,5 x 16,5 x 2,6/3,3; lettere +2; 1,5; 1,5; 1,5; 1,8. Superfici lisce. 3, il lapicida sembra aver scritto aea per ea (cfr. CIL VI 12055, 16809, 29050). 4 – 5, per l’uso ed il significato dell’espressione sit tibi terra levis cfr. BRELICH 1937, p. 10 s; per le abbreviazioni o(pto) oppure o(pta) s(it) t(ibi) t(erra) l(evis) cfr. ILS 2430. -----[- - -]APO[- - -] [- - -] #ionis [- - -] [- - -]+sus {a}ea f(ecit ?); [?am] )ce o(pto) s(it) t(ibi) 5 [t(erra) l(evis), q(ui) v(ixit) a(nnis)] VIII ‹ ------ 97. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA Inventario 40006. Lapidario ostiense. Marmo grigio; cm 15,8 x 28,5 x 1,9; lettere +1,7; 1,9; 1,9; 1,9, 2. Superfici lisce. -----[- - -]++-0) [n]epoti suo, [q(ui)] vixit annis [- - -], m(ensibus) VIII, d(iebus) VI; 5 [- - -] fecit b(ene) m(erenti). Iscrizioni ostiensi sc 78 98. LASTRA FRAMMENTARIA Inventario 40009. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 43 x 30 x 7,2/7,5; lettere 5,2/5,5; 3,3/3,7; 2,9; 2,9; 2,7; 2,8; 2,6. Punti diacritici triangolari alle ll.1 – 4, 6 –7. Superfici lisce. Priva del lato destro. Margini in alto, a destra ed in basso. Due fori circolari per grappa sul lato destro, uno sul lato superiore. PELLEGRINO, 1986, p. 289, n. 1, fig.1 (AE 1986, 111). A 46, 96, 180, 225). [Cla]dius Civi[lis] aveva rivestito la carica di pretore o edile di Vulcano (cfr. n.30); essendo figlio di un liberto, come il testo indica chiaramente, la pretura o l’edilità di Vulcano segnavano per lui e per la sua famiglia l’ingresso nell’aristocrazia locale. [D(is) M(anibus) – ?Clau] $i Civi= [lis? - - - sa]c(ris) Vol(cani) ‹ fac(iundis), [q(ui) vix(it) a(nnos) - - -] ‹ m(enses) VI; [- - - p]at(er) fecit et 5 [- - - uxori ?] sanctae, [- - -]ro patr«on»o [be(ne) m]e(renti). 1, l’uso dell’adprecatio ai Mani nell’abbreviazione D(is) M(anibus), posta all’inizio della linea contenente il nome del defunto al genitivo, è documentato in ambito ostiense (CIL XIV 1020, 1198, 1216, 1799, 4769, 5106) e nella necropoli di Porto all’Isola Sacra (IPO, 99. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA Inventario 40010. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 27 x 20 x 8/11,3; specchio epigrafico +18 x +20; lettere +2,1, 3,1; 2,5; 2,5. Superficie iscritta liscia; retro scalpellato. Margine in basso. -----Eg0)*[iae - - -] ux[ori - - -], [l]ibertis, l[ibertabus - - -]; in fr(onte) [- - -]. Iscrizioni ostiensi sc 79 RINVENIMENTI SPORADICI DALLO SCAVO ACEA 100. LASTRA OPISTOGRAFA Inventario 40001. Lapidario ostiense. Provenienza: da sotto la massicciata di viale dei Romagnoli, ad est della necropoli della via Laurentina. Marmo grigio; cm 49,5 x 36,3 x 1,7/2,2; lettere A) 8,3; 3,7; 3,6/4,4; 3,6; 4; B) 5/5,5; 6,9; 5,4; 3,8; 3,5/3,9; +2,5. Superfici lisce. Ricomposta da tre frammenti, ha subito due successivi ritagli. A [Her]enniae [Cupres]seniae Etr[uscillae] [sanc]tissimae ‹ [Augustae] _ _ [uxor]i d(omini) n(ostri) Traian[i] 5 [Deci] Aug(usti). B Imp(eratori) Ca[es(ari) C(aio) Vibio Afinio] Gallo V[eldumniano] Volu[siano] pio fel(ici) inv[icto Augusto, pont(tifici)] 5 max(imo), trib(unicia) po[t(estate) - - -, co(n)s(uli) - - -], p(atri) [p(atriae)]. B A 80 La lastra marmorea ha subito un primo ritaglio al momento dell’incisione del testo B, mentre un secondo è conseguenza di un successivo riutilizzo. Il testo A va datato in base all’attestazione, la prima per Ostia, di Etruscilla, moglie di Decio1, quale Augusta, dal settembre del 249 al giugno del 2512. Il testo B è invece dedicato a Volusiano3, figlio di Treboniano Gallo4, da questi associato all’impero prima dell’ottobre 251, console designato nello stesso anno per quello successivo, ordinario quindi nel 252 con il padre (consul II), consul II con Valerius Maximus nel 2535. Il giovane Augusto fu ucciso con il padre da una ribellione prima dell’ottobre 253, probabilmente in luglio o in agosto. La I potestà tribunizia di Volusiano va da un momento imprecisato del 251 al 9 dicembre dello stesso anno, la II dal 10 dicembre 251 al 9 dicembre 252; della III manca, come per Treboniano Gallo, qualsiasi attestazione, mentre la IV cade nel 253. Il testo deve quindi datarsi nell’arco di tempo che va da prima dell’ottobre 251 al luglio o all’agosto 253. Ad Ostia Volusiano è ricordato, insieme al padre Treboniano Gallo, anche nell’iscrizione CIL XIV, 42, proveniente dal Campo della Magna Mater, commemorante un taurobolium fatto [pro salute et victoria] di entrambi, i cui nomi vennero poi erasi6 e sulla fistula plumbea CIL XIV 5309, 267. 1 PIR2 M 520. PIR2, H 136; DEGRASSI 1968, p.474. 3 PIR, V 376; HANSLIK 1958 b, c. 1996 s. 4 PIR, V 403; HASLIK 1958 a, c. 1984 ss. 5 2 6 Iscrizioni ostiensi sc DEGRASSI 1952, p.69. CIL XIV 42; DUTHOY 1969, p.26, n.38; CCCA, III, n. 406. 7 BARBIERI 1953, p.187. 81 101. LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA Inventario 40002. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 29,8 x 57,7 x 5,5/7; specchio epigrafico 22 x 57,7; lettere 0,8/3,4; 2,9; 2,9; 1,3/1,8. Superfici lisce. Sui lati sinistro e destro, al centro, incassi per grappa. Ricomposta da due parti. 1, n di patron(o), più piccola, aggiunta. 2, Il cognome Heliodorus (SOLIN 2003, p.70, 182) è piuttosto diffuso nel contesto ostiense – portuense. L. Petronio L. l(iberto) Felici patro’n’(o), – L. Petronio L. l(iberto) Stephano conlib(erto) Petronia L. l(iberta) 75 Heliodora fecit; in fr(onte) ped(es) XVI, in agr(o) ped(es) XXX. Iscrizioni ostiensi sc 82 102 FRAMMENTO DI LASTRA SCORNICIATA Inventario 40008. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 10,7 x 21,9 x 4/2,5; specchio epigrafico +10,7 x +13,7; lettere +1,5; 2; 1,/1,6; 1; 1. Superfici lisce. -----[- - -] 0)#= [- - -] ,tin= [o], qui bicxit [an]nis XIII, me‹n›ses II, 5 [di]es II. 103. FRAMMENTO DI LASTRA Inventario 40013. Lapidario ostiense. Marmo bianco venato; cm 9,4 x 6,9 x 4,8; lettere +1,5; 2,8. Superfici lisce. -----[- - -]NO[- - -] [- - -] #o,[iugi ? - - -] ------ Iscrizioni ostiensi sc 83 SCAVO ACEA, 2/4/1983 104. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA Inventario 41351. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 19,8 x 28,8 x 2,6; lettere 3,1/3,2; 3,3/3,4; 2,8. Superfici lisce. Priva del lato superiore e dell’angolo inferiore destro. -----[- - -]ae et libertis, [- - - poste] 0isque eorum; [in fronte pedes - - -, in ag] 0o pedes XXV. 105. FRAMMENTO DI LASTRA Inventario 41352. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 24,4 x 16,8 x 5,5; lettere +8,3; 6,5; 4,3. Superficie iscritta gradinata; retro scalpellato. -----[- - -]s M. [l(ibertus) - - -] [- - - sevir August]ali[s et q(uin)q(uennalis)] [item corp(oratus) et] q(uin)q(uennalis) [coll(egi) - - -] ------ Iscrizioni ostiensi sc 84 indice generale► VILLA SUBURBANA SULLA VIA LAURENTINA1, 24/5/1989 106. CASSA DI SARCOFAGO Inventario 48306. Portico dei sarcofagi. Marmo proconnesio; cm 50 x 205 x 71; campo epigrafico 50 x 205; lettere 9,2/9,5. Punto diacritico triangolare. Superficie iscritta gradinata. La cassa, priva del coperchio e con i lati brevi internamenti ricurvi, è stata ricomposta da sette frammenti; con lacune. All’interno è ricavato il cuscino con l’incasso circolare per la testa. Incassi per coppia di grappe di chiusura sui lati sinistro, destro e posteriore. Fronte, retro e lato sinistro gradinati; lato destro liscio. La presenza di un foro circolare al centro del lato sinistro sembra indicare una riutilizzazione come vasca di fontana. È impossibile datare con precisione questo tipo di sarcofago dalla forma e dall’utilizzo del marmo proconnesio, adoperato per sarcofagi lisci con coperchio a doppio spiovente ed acroteri soprattutto durante il II ed il III secolo d. C.2. Gli elementi epigrafici dati dalla presenza del cognome, usato abitualmente dall’epoca di Augusto3, e dalla mancanza dell’adprecatio agli dei Mani, che, rarissima sotto Augusto, incomincia a trovarsi con più frequenza con la metà del I secolo d. C. ed è diffusa nelle iscrizioni urbane dalla metà del I secolo4, sembrerebbero indirizzare la datazione verso la metà del I secolo d. C. Octaviae Crescentis. 1 2 AA 49, 1934, c.436; AA 51, 1936, c. 460; BECATTI 1961, p.235 ss, n.438, tav. CCII – CCXVII, cfr.p.360; MEIGGS 1973, p.69 e 434. Iscrizioni ostiensi sc MONNA, PENSABENE 1977, p.145 ss. THYLANDER 1952, p.103. 4 BARBIERI 1958, p.136. 3 85 indice generale► NECROPOLI A SUD-EST DI OSTIA ANTICA1 VIA OSTIENSE, 20062 107. ARA – OSSUARIO Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 50,7 x 41 x 33; specchio epigrafico +31 x 19,2; lettere +0,5; 2; 1,5/1,8; 1,5/2; 1,5; 1,5; 1,6; 1,5; 1,5; 1,6/2,5; 1,4; 1. Superficie iscritta leggermente gradinata; lati e retro gradinati. La fronte è inquadrata da due colonnine con base, frammentarie in alto; zoccolo modanato. L’ara è rotta in alto e priva del coperchio. Cavità rettangolare per le ceneri. MARINUCCI 2007, p.39 s. 1, frammento di lettera dritta. 4, I longa in idem. 11, betacismo in vibus. L’anonimo personaggio, appartenente forse alla tribù Tromentina3, che da vivo aveva acquistato per sé l’ossuario, era stato inizialmente quinquennale degli Augustali (ll.5 – 6) e successivamente seviro Augustale e quinquennale dei seviri Augustali (ll.3 – 4)4. Oltre alla partecipazione all’ordo Augustalium ed a quello sevirum Augustalium, l’uomo aveva rivestito la carica di patronus del corpus mens(orum) fr(umentariorum) Ost(iensium)5 e quella di adiutor6 nel sacerdozio dei Laurentes Lavinates7, appannaggio prevalente degli equites, verosimilmente creato da Claudio a personificare il popolo di Lavinium in occasione del sacrificio annuale dei magistrati romani cum imperio, i quali cum adeunt magistratum Lavinii rem divinam faciant Penatibus pariter ac Vesta per rinnovare annualmente il trattato sacro tra Roma e la città latina come di consoli ed imperatores che stavano per recarsi in armi nelle province o Augusti, come nel caso di Marco Aurelio, al ritorno da guerre vittoriose o dopo il trionfo8. -----+[- - -] Tr(omentina)?[- - -]as 5 sevir August(alis) _ _ idem q(uin)q(uennali s) item _ _ q(uin)q(uennalis) ordinis Augustalium et patronus corp(oris) mens(orum) fr(umentariorum) Ost(iensium), adiutor 10 – Laurens Lavin(as) comparavit sibi vibus. 86 1 Per la grande area cimiteriale posta a sud-est dell'antica Ostia cfr. PANNUZI, CARBONARA 2007, p.4 ss. 2 ANNUZI, CENCIOTTI, p.31 ss. 3 AYLOR 1960, p.48 s, 93, 97, 110, 115, 275. 4 er il significato delle due diverse quinquennalità cfr. n.42. 5 atroni dei mensores compaiono in CIL XIV 4452; 4620 = 303; 4676 (liberto?); BLOCH 1953 b, p.297, n.63; BECATTI 1961, p.35 (inv.19773). Per il corpus (o corpora) mensorum frumentariorum Ostiensium ed i problemi ad esso connessi cfr. WALTZING 1895 - 1900, II, p.63; MEIGGS 1973, p.282; ROYDEN 1988, p.51 ss; LO CASCIO 2002, p.96. Per il tempio e la sede del collegio cfr. BOLLMANN 1978, p.291 ss, A 32; EAD. 2001, p.176 ss. 6 E RUGGIERO 1895, p.79 ss. 7 ISSOWA 1915, p.21 ss; CARCOPINO 1919, p.69; MEIGGS 1973, p.353 cfr. 304; LE GALL 2005, p.207, n.208. Elenco aggiornato degli Ostiensi membri del sacerdozio in LE GALL 2005, p.208, n.209. Forse per la vicinanza tra Ostia e Lavinio, il sacerdozio era ben rappresentato tra gli ostiensi ed i funzionari equestri, che nel corso delle loro mansioni amministrative avevano contatti con la colonia. 8 fr. n. 5. 108. LASTRA FUNERARIA Inventario 59332. Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 22,6 x 21,5 x 4,8/5,2; lettere 1,6/1,7; 1,5/1,6; 1,5; 1,4/1,5, 1,7/1,8. Lettere rubricate; punti diacritici triangolari alle ll.1 – 5. Bordo in alto ed a sinistra; margine rilevato in basso. La lastra è frammentaria a destra. Superficie iscritta liscia, retro scalpellato. MARINUCCI 2007, p.40; CÉBEILLAC, CALDELLI, ZEVI 2010, p.187 s, 40. 2. 1, I longa in sit[i]. 5, cambiamento di caso, dal nominativo precedente al dativo. 6, minuscolo frammento inferiore di lettera dritta dopo Iudaei. Q. Fabius Longoru[um l(ibertus) - - -] e Caninia1 Longo[rum l(iberta) - - -] risultano essere liberti di un Q. Fabius Longus2 e di un Caninius Longus o, più probabilmente, di una Caninia Longa, che potrebbe essere stata la moglie3 del primo, mentre Aufidia4 Grapte5, moglie del liberto e madre del successivo (Q.) Fabius L[ongus], nato fuori dalla schiavitù, come chiaramente indicato dalla condizione di ingenua della madre. Il Q. Fabius Longus copatrono dei due liberti potrebbe identificarsi con il Q. Fabius Longus duoviro ordinario intorno all’anno 256, nel 31 IIvir c(ensoria) p(otestate) q(uinquennalis) [II] 7 con M. Naevius Optatus (cfr. n.111), praefectus pro duumviro nel 368 (con la terza iterazione), quale sostituto durante quell’anno censorio del duoviro T. Sextius Africanus, eminente senatore di origine ostiense che aveva assunto il duovirato quinquennale a mero titolo onorifico, per lasciarlo successivamente a causa suoi impegni pubblici ed infine di nuovo duoviro ordinario I[III] nel 379. L’indicazione del patronato attraverso il cognomen10, soprattutto se illustre, anziché il prenome, come nell’uso corrente dalla fine del II secolo a. C. a dagli inizi del successivo11, risponde, certo, per Fabius e Caninia anche ad un sentimento di rispetto verso gli ex padroni, ma più concretamente, scaturisce dal particolare valore Hic sit[i sunt] Q. Fabius Longor3[m l(ibertus) - - -] Caninia Longo[rum l(iberta) - - -] Alfidia Grapte uxo0 [sua et] 5 mater Fabio L[ongo f(ilio)] Iudáei +[- - -]. 87 sociale del ricollegarsi, in questo caso, a due illustri famiglie e recepirne una parte del prestigio da esse derivato in ambito cittadino. Tutte le persone che compaiono nel testo appartengono all’ampia e prospera comunità ebraica di Ostia, strutturata con la sua sinagoga guidata da archisynagogi12 e raggruppata in un'articolata gerousia13. Nel contesto ostiense il termine Iudaei era già attestato nell’iscrizione frammentaria trovata nel 1906 a Castel Porziano, lungo la via Severiana14. 1 8 Per nome ampiamente attestato ad Ostia sia come gentilizio che come cognome, cfr. SCHULZE 1904, p.141. 2 Per la gens Fabia ad Ostia cfr. MEIGGS 1973, p.199; LICORDARI 1982, p.37. 3 Per i liberti di più patroni cfr. FABRE 1981, p.119. 4 Il gentilizio (SCHULZE 1904, p.119 a) aveva una sola attestazione ad Ostia ( CIL XIV 438). 5 SOLIN 2003, p.1256, 1474: Il cognomen era finora assente ad Ostia. 6 Cfr, n.111. 7 VIDMAN 1982, p.42, Cd d., 30 s; cfr. BARGAGLI, GROSSO 1997, p.24, Cd d., 30 s. La carica era riservata, per la prima volta, agli ex duoviri ordinari (CÉBEILLAC-GERVASONI, ZEVI 2000, p.17; SÁNCHEZ 2001, p.146). VIDMAN 1982, p.42, Ch, 7; cfr. BARGAGLI, GROSSO 1997, p.25, Ch, 7. 9 VIDMAN 1982, p.43, Ch, 25; cfr. BARGAGLI, GROSSO 1997, p.25, Ch, 25. 10 FABRE 1981, p.118 s; cfr. VITUCCI 1958, p.917 s. 11 VITUCCI 1958, p.910; FABRE 1981, p.116. 12 La tomba di uno di questi personaggi, Plotius Fortunatus, fu rinvenuta nel 1969 nella zona Pianabella Procoio, facente parte anch'essa della grande area funeraria sud-orientale, sebbene lontana da quella del rinvenimento della nostra iscrizione (FLORIANI SQUARCIAPINO 1970, p.188 ss). 13 CÉBEILLAC-GERVASONI, CALDELLI, ZEVI 2006, p.164 ss, 45; IDD. 2010, p.186 ss, 48. 14 GHISLANZONI 1906, p.140 ss; cfr. CÉBEILLACGERVASONI, CALDELLI, ZEVI 2006, p.164 s, 45, 1. 109. LASTRA FUNERARIA FRAMMENTARIA MARGINATA Inventario 59334. Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 19,5 x 20,5 x 2,1; specchio epigrafico +19,6 x 18,1; lettere 3; 4,1; 2,9; 2,6; 2,8. La lastra è frammentaria su tutti i lati; margine a sinistra. 4, vel A,[- - -]. D(is) [M(anibus)] M. Iul[io - - - ] qui vixit [- - -] Aelia A+[- - -] 5 b(ene) m(erenti). Iscrizioni ostiensi sc 88 110. LASTRA FUNERARIA Inventario 59335. Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 25 x 46 x 3,5; lettere 4/4,4. Punti diacritici triangolari. Superficie iscritta e retro lisci. Rotture in alto a destra ed agli angoli inferiori. Ai due lati sinistro e destro coppia di fori circolari per l’infissione. Sotto la linea di testo, altre due risultano erase. Per il gentilizio Tetteius, con altre quattro attestazioni ad Ostia (CIL XIV 456, 12, 5; inv.10471 ter) cfr. SCHULZE 1904, pp.373, 426. A. Tetteius Faustus. 111. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA MARGINATA Inventario 59333. Depositi ostiensi. Marmo bianco venato; cm 22,6 x 15,5 x 3,4; specchio epigrafico +14,2 x +10,4; lettere +1,5; 2,6. Superficie iscritta e retro lisci. 1, vel T. ‹ P [- - -] et [- - -] ------ Iscrizioni ostiensi sc 89 112. LASTRA OPISTOGRAFA Depositi ostiensi. Marmo grigio venato; cm 29,5 x 37,5 x 24/25; lettere A 2,3; 2,4/2,9; 2,6;2,9; 2,8/3,2, 2,6; lettere B 3,1/3,2; 2,8/3,2; 2,5/2,8; 2,2/3; 2,8/3,3; 2,8/3,2; 2,8. B ruotata di 180° rispetto ad A. Scheggiature in alto ed in basso. A, 3, Beeulenia per Betulenia/Vetulenia (SCHULZE 1904, p.256 s); l. 4, T di Primitiva senza traversa ed A senza barra orizzontale. B, 2, prima attestazione al femminile del cognomen Fructus/a (KAJANTO 1965, p.352) ad Ostia; 2, 3, 5, 6, monottongazioni; 4, I incise come T; 4-5, Hisidorus per Isidorus (SOLIN 2003, p.90); 6, L longa. A D(is) M(anibus) Arrio Mercu‹r›io Betulenia Pri= {i}mitiva coiuci m(erito) s(olvit) ‹be›n(e) merenti. 5 A B D(is) M(anibus) Fructe Secu= nde Atia Felix, {H}i= sidorus coiugi 5 dulcissime;; v‹i›x(it) an(nis) XXXXI que clu= sit. B Iscrizioni ostiensi sc 90 VIA OSTIENSE KM 17, 2010 113. ARA FUNERARIA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 66,5 x 44,5/40 x 25/ 28; specchio epigrafico 45,3 x 39,5; lettere 3,7; 3,7; 4; 3,5/3,7; 3,2/3,7; 3,2/3,7; 3,2/3,5. Priva del coronamento lavorato a parte e desinente in volute, di cui restano le estremità inferiori scolpite sull’ara. Lati gradinati fronte liscia. Punti diacritici alle ll.3, 6 - 7. 6, Gaiane per Gaiana. I cognomina Tertullinus/a (KAJANTO 1965, p.292) e Gaianus hanno entrambi due attestazioni nel comprensorio ostienseportuense. D(is) M(anibus) Aeliae Tertul= linae matri dulcissimae 5 Aurelii Tertul= linus et Gaiana fili bene merenti Iscrizioni ostiensi sc indice generale► 91 GIÀ RACCOLTA “ALLO SBARCO D’ENEA”, 1988 114. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA. Inventario 47524. Lapidario ostiense. Marmo venato; cm 19,5 x 25,5 x 5,5; lettere 4,9; 3,6; 3,4; +2,5. Punto diacritico triangolare alla l.1. Superficie iscritta gradinata; retro scalpellato. -----[- - - P]al(atina tribu) [- - -] [- - - ?Lae]cani[- - - -], _ [qu- vix(it)] annis +[- - -] [- - -] )us [- - -] ------ 115. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA Inventario 47526. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 16,7 x 19,3 x 2,4/2,6; lettere 4,5/4,9; +1,8. Margini in alto ed a sinistra. Superfici lisce. MARINUCCI 1991, p.113, n.35, fig.35. Dep-[sit- - - -] #-[- - -] ------ Iscrizioni ostiensi sc 92 116. LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA FRAMMENTARIA Inventario 47527. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 30 x 21,5 x 3,7; specchio epigrafico 26 x 17,6; lettere 6,4; 5,2/5,4. Superficie iscritta e retro gradinati. Margine in alto ed a destra. Ricomposta da tre parti. [- - -] +erus [fec(it) sibi et] suis. 1, vel [- - -] !erus. 117. FRAMMENTO DI LASTRA Inventario 47528. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 40 x 35 x 2,8/4, lettere 6,5/6,8. Superfici lisce. Margine a destra ed in basso. Per questa abbreviazione sopralineata cfr. GORDON 1948, p.99, tab. 1. -----[- - -] ‹ [- - -] [- - - v(iro)] c(larissimo) conss(ulibus). Iscrizioni ostiensi sc 93 118. LASTRA ONORARIA SCORNICIATA Inventario 47529. Lapidario ostiense. Fasti, il 17 luglio del 3613 in sostituzione di A. Marmo di Luni, cm 41,3 x 45 x 5,3/6,3; Egrilius Rufus, in quell’anno censorio anche specchio epigrafico +32,5 x 45; lettere 6,4/6,5; IIvir c. p. q., morto prima di quella data. La 5,5/5,7; 4,1; +1,5. Punti diacritici triangolari. funzione successiva di M. Naevius Optatus era Superficie iscritta liscia; retro [M. Naevio] M. f(ilius) Vot(uria tribu) Op2[ato] scalpellato. Margine in alto. L’iscrizione era dedicata a M. [II viro] ter(tio), censor[i], Naevius M. f. Voturia Optatus1, ostiense e membro dell’élite locale, [pontif(ici) Volk(ani)], praef(ecto) II vi[ri]; che vi compare con il patronimico, la tribù, la Voturia, che caratterizza la [l(ocus) d(atus)] $(ecurionum)[d(ecreto)]. 2 più antica aristocrazia coloniale , in precedenza sconosciuti, e l’elenco delle cariche rivestite - tra le quali spicca per la sua novità quella di praefectus IIviri - che iniziano con il duovirato accompagnato dalla tripla iterazione3 e dovevano terminare con l’edilità. M. Naevius Optatus era stato infatti duoviro ordinario intorno agli anni 254, periodo in cui i Fasti ostiensi presentano una lacuna, e nel 31 IIvir c(ensoria) p(otestate) q(uinquennalis) [II] 5, funzione per la quale è impiegato nel titulus in esame il termine di censor, assai raro: esso è infatti testimoniato per i testi editi in età tardo repubblicana ed augustea nel titulus posto sulla fronte della tomba monumentale6 ed in altre tre7 quella di prefectus pro duumviro, cioè, nel delle iscrizioni che riguardano C. Cartilus 8 corso un anno censorio14, di sostituto di un Poplicola IIvir octies e censor tertio , in quella duoviro quinquennale morto in carica15, oppure CIL XIV 4638, frammento di mensola in di un duoviro che, come accaduto sempre nel travertino, ricavata forse da un cippo o base, in 36 per T. Sextius Africanus, eminente senatore cui compare un [- Cor]nelius [- - - II]vir di origine ostiense16, aveva assunto il duovirato iter(um), cens(or), giudicata dal Meiggs a titolo onorifico17, lasciandolo poi per i suoi augustea9 ed in quella frammentaria edita dal impegni pubblici. Nello stesso modo, nel 126 Bloch nel 195310, di epoca tiberiana, a Adriano, quinquennale per la seconda volta, ed dimostrare come, allo stato attuale della un ignoto p(atronus) c(oloniae) furono documentazione, esso non oltrepassi l’età 11 sostituiti ciascuno da un prefetto18; giulio claudia . verosimilmente anche in questo caso il secondo L’inizio della linea successiva doveva duoviro era un senatore e lasciava la funzione contenere la menzione del pontificato di ostiense per gli stessi motivi di Sextius Vulcano. La carica, tenuta a vita e riservata agli Africanus. La testimonianza di questo passo dei ex duoviri e spesso anche agli ex duoviri 12 Fasti ostiensi e di quello dell’anno 10619 che si quinnquennali , fu assunta, come ricordato dai 94 riferisce a Traiano IIvir .c. p. q. cum collega, mostra come la procedura adottata con la domizianea lex Flavia municipalis20, che al capitolo XXIIII prescriveva per il princeps, IIvir sine collega, la sostituzione con un unico prefetto, sia stata limitata al regno di questo imperatore o abbia subito delle deroghe21. La prefettura, rivestita non sappiamo in quale anno, date le lacune dei Fasti per il periodo successivo alla prima parte del 38 e fino al 53, sembra chiudere il cursus di Nevio Optato. 1 9 Già noto dai Fasti ostiensi (cfr. infra). Lo stesso Optatus compare al primo posto, seguito da altri due personaggi, nell’iscrizione frammentaria CIL XIV 4610 + 4661 + 4711 (BLOCH 1958, p.213, n.6, tav. XXXV, 2) + inv. 9196 relativa alla costruzione od alla dedica di un balneum probabilmente durante la sua quinquennalità o la prefettura (cfr. infra). 2 TAYLOR 1960, p.422, 322 s; MEIGGS 1973, p.190; CÉBEILLAC-GERVASONI, ZEVI 2000, p.17; CÉBEILLAC-GERVASONI 2001, p.160, n.23. Per i Naevii ad Ostia cfr. MEIGGS 1973, p.192, 201. L’appartenenza di Nevio Optato ad Ostia era stata postulata già dal Grosso (GROSSO 1959, p.269, n.28). 3 Nell’iterazione vanno computati oltre il duovirato ordinario, la censura e la prefettura. 4 La data dipende dalla successiva censura, dal momento che un lasso di tempo di almeno cinque anni separava due duovirati rivestiti dalla stessa persona (CÉBEILLAC-GERVASONI, ZEVI 2000, p.10). 5 VIDMAN 1982, p.42, Cd d., 30 s; cfr. BARGAGLI, GROSSO, p.24 Cd d., 30 s. La carica era riservata, almeno per la prima volta, agli ex duoviri ordinari (CÉBEILLAC-GERVASONI, ZEVI 2000, p.17; SÁNCHEZ 2001, p.146). Vanno quindi riviste nei Fasti le iterazioni M. Naevius e per Q. Fabius Longus, collega nella censura del 31, IIvir c. p. q. [II], prefetto nel 36 [III] (cfr. infra) e nel 37 IIvir I[III] (VIDMAN 1982, p.43, Ch, 25; cfr. BARGAGLI, GROSSO 1997, p.25, Ch, 25). 6 BLOCH 1958, p.214 ss, fig.96, tav.XXX, XXXI = AE 1961 (pars), 326; MEIGGS 1973, p.39 s, 475 s, n. K, 596, passim; BLOCH 1965, p.193; PANCIERA 1966, p.56 ss, fig.1, tav.XXIV (AE 1969, 82) = MARINI 1776, p.62 = CIL VI 29754; PELLEGRINO 1984, p.30 ss (pars); cfr. ZEVI 1976, p.56 ss; ARENA TADDEI 1977, p.26 ss. 7 CIL XIV 4134 = BLOCH 1958, p.210 s, n.2, fig.95, tav.XXXVI, 2 – 3; cfr. ZEVI 1976, p.56, n.19; CIL XIV 4710 = BLOCH 1958, p.211 s, n.3, tav.XXXVII, 1; cfr. ARENA TADDEI 1977, p.21 s; BLOCH 1958, p.213, n,5, tav.XXXV, 4. 8 Per il personaggio, la cui vita pubblica è racchiusa intorno all’arco degli anni 35 – 15 a (BLOCH 1958, 219) o 45 e 20/15a (ZEVI 2004 a, p.59; cfr. ID 1976, p.60), cfr. inoltre ZEVI 1976, p.56 ss; CÉBEILLACGERVASONI 1996 a, p.86; EAD. 1998, p.14; 51 con n.27; 52; 59 con n.18; 64 con n.30; 112 con n.81; 128 con n.122; 181; 214 con n.4; CÉBEILLACGERVASONI, ZEVI 2000, p.15 s; ZEVI 2001, p.18; CÉBEILLAC-GERVASONI 2001, p.156 – 158; CÉBEILLAC-GERVASONI 2002, p.75; ZEVI 2004 a, p.64. MEIGGS 1973, p.512. BLOCH 1953 b, p.296, n.61, fig. 46 (pars). 11 L’abbreviazione cens. di CIL XIV 376, 7 dedicata al P. Lucilius P. [f.], P. n., P. pron. Gamala dell’età di Marco Aurelio ha dato luogo a diverse interpretazioni, recentemente riprese in esame da G. Mennella (MENNELLA 1995, p.163 ss). 12 CÉBEILLAC-GERVASONI, ZEVI 2000, p.10. 13 VIDMAN 1982, p.42, Ch, 9 ss; cfr. BARGAGLI, GROSSO1997, p.25 Ch, 9 ss.; cfr GROSSO 1959, p.284, III; MEIGGS 1973, p.514. Per la natura e le funzione del pontifex Volcani cfr. GROSSO 1959, p.267 ss; MEIGGS 1973, p.337 s. 14 MEIGGS 1973, p.175. L’anno censorio cadeva negli anni 1 e 6 di ogni decennio (VIDMAN 1982, p.58, ad a. 6) e, secondo la lex Iulia municipalis (CIL I 206, 142 ss) il censimento avrebbe avuto luogo contemporaneamente anche a Roma. 15 Come si verificò appunto nel 36, quando A. Egrilius Rufus, pontifex Volkani e IIvir c. p. q. morì intorno al 17 luglio e fu sostituito da Q. Fabius Longus in qualità di prefetto (cfr. supra n.13). In caso di morte di un duoviro eponimo in un anno ordinario, la prassi comportava la sostituzione del defunto con un altro duoviro (MEIGGS 1973, p.175 s), come avvenne nel 30, quando morì P. Paetinus Dexter e A. Host[ili]us Gratu[s] fu duovir pronuntiatus (VIDMAN 1982, p.31 s, Cb d, 13 ss; cfr.p.64, ad a. 30; cfr. BARGAGLI, GROSSO 1997, p.24, Cb d., 13 ss; MEIGGS 1973, p.175). 16 PIR S 464; GROAG 1923 b, c.2043 s; cfr. ID. 1923 a, c.2043; VIDMAN 1982, p.68, ad a. 36;; Per l’origine ostiense della famiglia del personaggio, console suffetto del 59, cfr. CÉBEILLAC-GERVASONI, ZEVI 2000, p.17. La sostituzione di duoviri di rango senatorio, che avevano accettato la magistratura a titolo onorario, con prefetti è una pratica variamente documentata (cfr. DIDU 1983 - 1984, p.56 passim). 17 MEIGGS 1973, p.175 s; VIDMAN 1982, p.69, ad. a. 36; CÉBEILLAC-GERVASONI, ZEVI 2000, p.17. 18 VIDMAN 1982, p.49, Ma, 6 ss; cfr. BARGAGLI, GROSSO 1997, p.43, Ma, 6 ss. Se imperatore, come per principi della casa regnante (VIDMAN 1982, p.58, ad a. 6) che accettavano il duovirato o singolarmente, con un collega, o in coppia fra loro, che assumeva la quinquennalità con un collega era regolarmente sostituito da un prefetto, fino alla domizianea lex Flavia municipalis, la procedura dell’avvicendamento per i duoviri che li accompagnavano ad Ostia nell’anno censorio, fuori dal periodo regolato dalla lex Flavia, non era obbligatoria ed infatti nel 106 (VIDMAN 1987, p.47, Hb, 5 ss; cfr. BARGAGLI, GROSSO 1997, p.35, Hb, 5 ss) Traiano è IIvir c. p. q. con M. Acilius Priscus Egrilius 10 95 19 Plarianus, p(atronus) c(oloniae) ed un secondo p(atronus) c(oloniae), il cui nome non è conservato, subentra come prefetto all’imperatore, mentre Acilio Prisco Plariano rimane in carica come IIvir c. p. q. Cfr. supra. CIL II 1963 = ILS 6088; cfr. DIDU 1983 - 1984, p.75, n.131, ivi bibl.; MENNELLA 1988, p.75 ss. 21 Cfr. MENNELLA 1981, p.79. 20 119. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA Inventario 47530. Lapidario ostiense. Marmo bianco, cm 11 x 8 x 4; lettere 2/2,2; 2,1/2,5; 2,4. Superfici lisce. Margine in alto. 2, anche T[- - -]. [- - -]EREFI[- - -] [- - -] .ate0 [- - -] [- - -]o t[- - -] ------ Iscrizioni ostiensi sc 96 120. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA Inventario 47531. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 9 x 10,6 x 3,5/4; specchio epigrafico +6,3 x +7; lettere 1,2/1,4; 1,1. Superficie iscritta liscia; retro scalpellato. Margine a destra. ------ – [- - -] eorum; [in fronte p(edes) - - -, in agr]o p(edes) X. 121. FRAMMENTO DI LASTRA OPISTOGRAFA Inventario 47532. Lapidario ostiense. Marmo bianco-grigio.; cm 10 x 13 x 3; lettere A) +1,2; 1,7; 1,7; 1,7; B) +2,6. A), punti diacritici triangolari alle ll.2-3. B), punto diacritico triangolare. Superfici lisce. Entrambe le facce sono incise nello stesso senso. A -----[- - -] ne+ +[- - -] [- - -]+Ònws e+[- - -] [- - -]+an ka[- - -] [- - -] AIWN+[- - -]. A 97 B -----[- - - con]iugi $[ignissim-]. B 122. LASTRA DI CHIUSURA DI LOCULO FRAMMENTARIA Inventario 47533. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 31 x 48 x 2,5/3,7; lettere 2,6/3,2; 2,9. Superfici lisce. Lettere rubricate. Tracce di colore rosso e di malta nella parte inferiore della lastra. Margini in alto ed in basso. 1, monottongazione. [- - -] )e, v(ixit) a(nnis) XXVIII, [m(ensibus - - -, d(ies) XXI. Iscrizioni ostiensi sc 98 123. LASTRA OPISTOGRAFA FRAMMENTARIA Inventario 47534 + 47535 + 47538. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 47,5 x 72,5 x 3,2/4,8; lettere A) 10,5/12,8; 10,5; B) 10,8/14; 12,4. Margine in alto ed in basso. Sulla faccia A incasso quadrangolare di grappa in alto a sinistra. I due testi, identici ed incisi dalla stessa mano sono rispettivamente sottosopra. A Iul(ius) ‹ P[- - -] A f(ecit) ‹ s(ibi), ‹ s(uis) ‹ [- - -]. B Iul(ius) ‹ P[- - -] f(ecit) ‹ s(ibi), [‹ s(uis) ‹ - - -]. B 124. FRAMMENTO DI LASTRA SCORNICIATA Inventario 47536. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 29,5 x 31,5 x 6/7; specchio epigrafico +22,2 x +20,2; lettere 2,9; 3,3; 2,8; 2,7/2,8. Superficie iscritta liscia; retro scalpellato. Margini a sinistra ed in basso. Foro per grappa in basso. 1, I longa. -----lib[ertis, - - - ], pos[terisque eorum]; in fron2[e p(edes) - - - , in agro p(edes) - - -]. Iscrizioni ostiensi sc 99 125. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA SCORNICIATA Inventario 47537. Lapidario ostiense. Marmo bianco; cm 27 x 26,6 x 6,6/8; specchio epigrafico +24 x +18; lettere 3,1; 2,8; 2,1/2,3; 1,7. Punto diacritico triangolare alla l.2. Superficie iscritta gradinata; retro liscio. Margine a sinistra. 1, per il cognome Florentinus, poco frequente ad Ostia (CIL XIV 250, III, 21; 861; 921; 1057; 1615; 4764+4936; inv 6184; 6292; 9150; 11795), cfr. KAJANTO 1965, p.28, 45 s, 189 = 233; senza riscontri la forma Sestius del gentilizio. -----F*-[rentino - - -] Sestia E[- - -] collib%[rto - - -], libertis, *[ibertabus], [posterisque eorum]; - - - - - -? Iscrizioni ostiensi sc 100 indice generale► ISCRIZIONI PORTUENSI ISOLA SACRA VIA REDIPUGLIA DAVANTI ALLA BASILICA DI S. IPPOLITO. SCAVI ACEA, 29/7/1988 126. FRAMMENTO DI LASTRA MARMOREA Inventario 47420. Lapidario ostiense. imperatore13, a campagne militari in Britannia Marmo bianco; cm 43,2 x 25 x 7,4; lettere nel 369 circa ed aveva servito in Africa 5,1/5,5; 5,6/5,9; 6,1; 5,5/5,6; 5,6. Superficie combattendo la rivolta dell’usurpatore Firmus14 iscritta liscia; retro scalpellato. Margine in alto. nel 373 – 375, sotto Graziano al comando delle Lacunoso a sinistra, a destra ed in basso. truppe romane di Britannia, forse come comes 2, il frammento dell’ultima lettera Britanniarum, fu acclamato Augusto dal suo conservata potrebbe riferirsi anche ad una i, esercito nella primavera del 383. Sconfitto forse inizio di [Impp(eratores) d]d(omini) nn(ostri) Vict[or et Maximus victores ac] )[nvicti]. 1 Il ponte [trium]fatores .[(er)p(etui) Augg(usti), cura - - -] menzionato nella l.5 deve [- - - At]halaric[i v(iri) c(larissimi), praef(ecti) ann(onae) et - - -] identificarsi con quello [- - -]s v(iri) c(larissimi) et i[nl(ustris), praef(ecti) urb(i)- - - ] costruito in 5 [- - - po]ntem %[t - - - restituerunt]. epoca adrianea dalla nipote di Traiano e suocera di Adriano Salonia Matidia2, oppure - sebbene con minore probabilità - dalla figlia di questa Mindia o Vibia Matidia3, sorella o sorellastra dell’imperatrice Sabina, ed in uso almeno fino al VII secolo4. Con il manufatto a due luci, impostato su ampie spallette di conglomerato e con pilone d’appoggio del piano stradale5, la via Flavia (Flabia)6 costruita forse già con Claudio o con Nerone7, attraversava la Fossa Traianea penetrando nell’Isola Sacra a nord della chiesa di S. Ippolito, antica cattedrale del Portus Romae costruita nell’ultimo decennio del IV secolo8. Su questo asse viario più antico si inseriva il tratto iniziale della via Severiana, aperta da Settimio Severo tra il 198 ed il 209 per il collegamento di Porto con Ostia e Terracina9. La presenza della coppia imperiale Magnus Maximus10 e Flavius Victor11, padre e figlio, qui indicati in ordine inverso, prima Victor e quindi Maximus, senior Augustus, fa risalire l’iscrizione al periodo compreso tra il giugno/agosto del 38712 ed il 28 agosto del 388. Magnus Maximus, generale spagnolo di umili origini, aveva partecipato con il comes Teodosio, padre del futuro 102 l’anno successivo in Gallia Graziano, che in fuga fu ucciso presso Lione il 25 agosto, aveva ottenuto la legittimazione delle sue conquiste da Teodosio prima e da Valentiniano II poi, con il conseguente dominio sulle Britannie, le Gallie e la Spagna con la Mauretania Tingitana, sebbene non gli fosse riconosciuto il consolato per il 384, rivestito il primo settembre, che fu quindi valido solo per le Gallie15. Durante il breve arco di tempo intercorrente tra l’estate del 387 ed il 28 agosto del 388, Massimo si era riversato in Italia dalle Gallie, passando per le Alpi Cozie, costringendo Valentiniano a fuggire da Milano con la madre Giustina e la sorella Galla ed a porsi sotto la protezione di Teodosio. Questi, dopo che Massimo aveva usurpato i domini di Valentiniano, con esclusione dell’Illirico16, ed aveva rivestito il secondo consolato per il 38817, reagì prevalendo sull’usurpatore a Sciscia e Petovio in Pannonia, per poi varcare le Alpi Giulie e, il 28 agosto 388, espugnare Aquileia, scelta da Massimo con residenza italiana, catturando l’antagonista, che le truppe inferocite uccisero sul posto. Anche Flavius Victor, proclamato Augusto in giovanissima età nel 38418, senza ottenere il riconoscimento dei legittimi imperatori, catturato in Gallia, seguì la stessa sorte19. Rare le attestazioni epigrafiche di Massimo da solo20 o insieme agli altri colleghi21; più numerose quelle insieme al figlio, che riguardano, con l’esclusione di Ostia e del Portus Romae, solo cippi miliari rinvenuti in Italia, Sardegna, Narbonense, Tripolitania, Africa Proconsolare e Numidia22, a testimoniare una evidente preoccupazione per la manutenzione dei tracciati stradali23 tra gli anni 384 – 388. Se l’iscrizione portuense in esame può porsi accanto all’iscrizione spagnola CIL II 4911 ed ai miliari, dimostrazione della cura per gli assi viari ed i manufatti ad essi collegati, diversa la situazione di Ostia, in cui è stato possibile rintracciare tre piccole iscrizioni frammentarie recanti i nomi di Magnus Maximus e Fl. Victor24, che costituiscono la concentrazione più alta in assoluto delle testimonianze di questa effimera coppia imperiale, cui le dediche potevano comunque essere la risposta ad un’attenzione particolare che questi dovevano aver dimostrato per Ostia. Due personaggi avevano provveduto ad eseguire25 le disposizioni imperiali, il primo dei quali [- - - At]thalaric[us], di origine barbara, probabilmente gota, deve aver rivestito la carica di prefetto dell’annona, il secondo, di cui resta solamente l’ultima lettera di uno degli elementi onomastici al genitivo, v. c. et i[ll.], era certamente praefectus urbi, dignità per la quale i titoli di vir clarissimus et illustris appaiono verso il 36326 e sono codificati dalla legge di Valentiniano I e Valente del 5 luglio 37227. Il personaggio va quindi inserito nei fasti dei prefetti urbani tra Sextus Rusticus Iulianus28, in carica durante l’usurpazione di Maximus e morto nel 388, e Sex. Aurelius Victor29, che esercitò quella funzione tra il 388 ed il 389. La presenza del prefetto dell’annona, primo tra i subordinati gerarchici di quello urbano30 e clarissimus circa dal 32631 è giustificata, dall’essere questi, a partire dal 331, competente per le costruzioni ed i restauri ad Ostia e Porto32, funzione accertata per la prima volta tra il 340 ed il 35033. Dopo questo intervento, il ponte subì un nuovo restauro sotto Onorio e Teodosio II, ricordato dal lato A di una lastra opistografa rinvenuta nel 1972 riutilizzata come fondo di una tomba tarda alla cappuccina34, ad opera di Fundanius Martyrius Felix, v. c. e prefetto probabilmente dell’annona35, tra il 408, anno della morte di Arcadio36 – che appunto non è menzionato nel titulus commemorante il restauro – e della presa di Porto da parte di Alarico37, in conseguenza della quale esso fu bruciato38, ed il 423, anno della morte di Onorio39, forse più precisamente tra il 412 – 413 ed il 42340. Il manufatto, vetustate labsus, fu oggetto di un ulteriore intervento41, probabilmente all’epoca della dominazione ostrogota42 con Flavius Splendonius Aufidius v. c. et spect[tabilis], com(es) primi ord(inis) et praef(ectus) annonae43, restauro parimenti dedicato da Iunius Pomponius Ammonius vir inlustris, urbi praefectus44. 103 1 VELOCCIA RINALDI 1975, p.13 ss; cfr. EAD 1972, p.12; FLORIANI SQUARCIAPINO 1973–1974, p.260 s. 2 PIR2 M 367; FOS 681. Matidia divenne Augusta dal 29 agosto 112 e fu divinizzata dopo la morte avvenuta il primo dicembre 119. 3 PIR2 M 368; FOS 533. Proprietà ed interessi di Matidia minore ad Ostia sono suggeriti dalla fistula plumbea rinvenuta nel 1863 e recante l’iscrizione Matidiae Aug. f. (CIL XV 7737 = XIV 1978 = BARBIERI 1953, p.182; cfr. ANDERMHAR 1998, p.332 ss, n.331) e dalla presenza di Olympus, suo schiavo, che compare come dedicante in un’iscrizione della necropoli di Porto all’Isola Sacra (IPO, A 261; cfr. MEIGGS 1973, p.227; FOS 533). Un intervento diretto di Adriano nell’opera, a completamento del complesso portuale di Traiano ed a celebrazione della diva Matidia, è accettato da F. Zevi (ZEVI 2000, p.525 s). 4 VELOCCIA RINALDI 1975, p.35. 5 VELOCCIA RINALDI 1975, p.21. Il ponte deve aver avuto strutture aeree di legno ed almeno una parte mobile per facilitare il traffico fluviale (CALZOLARI 1993, p.232). 6 IPO, A 90. 7 MEIGGS 1973, p.161, 473, n.D. 8 FEVRIER 1958, p.315; TESTINI 1975, p.43 ss; TESTINI 1978–80, p.23 ss; PANI ERMINI 1979, p.243 ss. 9 LANCIANI 1903, c.57 ss; MEIGGS 1973, p.473, n.D; PAVOLINI 1980, p.120 s; ID 1981, p.141 ss; LAURO 1985, p.18, 24. 10 ENSSLIN 1930, c. 2546 ss; PLRE I, s. v. Magnus Maximus 39. 11 SCHUSTER 1958, c.2060 s; PLRE I, s. v. Fl.Victor 14. 12 MAZZARINO 1990, p.38. 13 PLRE I, s. v. Flavius Theodosius 3. 14 PLRE I, s. v. Firmus 3. 15 DEGRASSI 1952, p.84. 16 Per la pertinenza dell’Illirico alla pars occidentale dell’impero con Graziano cfr. MAZZARINO 1990, p. 9 ss. 17 DEGRASSI 1952, p.85; cfr. ICUR 371; 372; 374; AE 1959/70, 75. 18 AUR. VICT., Ep., 48, 6; ZOS., IV, 47, 1. 19 Cons. Const., s. a. 388; Cons. Ital., s. a. 388; AUR. VICT., Ep., 48, 6; ZOS., IV, 47, 1; OROS., 35, 10. 20 CIL II 4911; AE 2000, 1642. 21 CIL VIII 11025=27=ILS 787; 26267; XIV 4410; 4411. 22 CIL V 8026; 8030 = ILS 788; VIII 22076; IX 5961; 6062; 6069; X 6968; 6974; XII 5675; EE VIII 786; AE 1959, 244; AE 1967, 561; AE 1979, 286; AE 1985, 345; AE 1986, 255; AE 1992, 565; AE 1995, 700; 701; AE 2000, 573. Miliario con il nome del solo Massimo è anche il testo AE 2000, 1642 rinvenuto nella Bizacena. A Flavius Victor va invece riferita la dedica urbana AE 1889, 171. 23 Cfr. sotto questo aspetto anche l’iscrizione spagnola CIL II 4911. 24 CIL XIV 147 (dedica in cui dal Dessau non sono stati identificati i due Augusti); inv.6056 (dedica ritagliata per riuso e frammentaria); inv.6960 (frustulo forse di Iscrizioni portuensi sc 104 dedica). 25 Sub cura, cura, ex auctoritate. 26 CHASTAGNOL 1982, p.176 con n.39. 27 Cod. Theod., VI, 7, 1; 9, 1; 11, 1; 14, 1. 28 CHASTAGNOL 1962, p.230 ss, n.92; PLRE I, s. v. Sextius Rusticus Iulianus 3. 29 CHASTAGNOL 1962, p.232 s, n.93; PLRE I, s. v. Sex. Aurelius Victor 13. A meno che il personaggio dell’iscrizione portuense non possa identificarsi proprio in questi, poi confermato nella carica da Teodosio. 30 La perdita della funzione indipendente del prefetto dell’annona ed il passaggio tra i subordinati del prefetto urbano, sebbene in posizione di preminenza tra di essi, si verifica nel 331 (CHASTAGNOL 1960, p.298 ss) 31 CHASTAGNOL 1960, p.298. 32 CHASTAGNOL 1960, p.50, 297 s. Cfr. CIL XIV 134, 135, 137, 138, 139; 140; 4408; 4410; 4411; 4413; 4716; 4717 (MARINUCCI 1992, C 1 b); 4718 (MARINUCCI 1992, C 1, pars); 4719 a – c; AE 1948 127 = AE 1941, 66; MARINUCCI 1992, C 107; cfr. infra n.33, 40. 33 CIL XIV 135. 34 VELOCCIA RINALDI 1975, p.23 = AE 1975, 137; LOPREATO 1975, p.49 s; PETRIAGGI 1991, p. 78 s, n.1; NUCCI GEREMIA 2000, p.470 s, n.72; CÉBEILLAC-GERVASONI, CALDELLI, ZEVI 2010, p. 140 s, 25.3. 35 AE 1975, 137; PETRIAGGI 1991, p. 78 s, n.1; NUCCI GEREMIA 2000, p.470 s, n.72. La funzione è stata anche integrata anche in pra[ef. urbi], cfr VELOCCIA RINALDI 1975, p.50; LOPREATO 1975, p.49 s. 36 PLRE I, s. v. Flavius Arcadius 5. 37 PHILOST., Hist. Eccl., XII, 3; ZOS., VI, 6; cfr. PLRE II, s. v. Alaricus 1. 38 AE 1975, 135, l.3. 39 PLRE I, s. v. Fl. Honorius 3. 40 VELOCCIA RINALDI 1975, p.23. 41 Lato B della lastra opistografa: VELOCCIA RINALDI 1975, p.25 = AE 1975, 138; LOPREATO 1975, p.50; PETRIAGGI 1991, p.79; NUCCI GEREMIA 2000, p.470 n.72; CÉBEILLAC-GERVASONI, CALDELLI, ZEVI 2010, p. 141 s, 25.4. 42 VELOCCIA RINALDI 1975, p.25 s; AE 1975, 138. Da W. ECK (ECK 1978 a, c.126; ID. 1978 b, c.570; cfr. KUHOFF 1983, p.303, n.164) è stata avanzata l’ipotesi che il lato B della lastra sia il più antico dei due, databile tra il 370/375 ed il 423. Tuttavia sembra probabile che il restauro sia collegato all’invasione vandalica, che aveva investito Porto nel 455, incendiando la basilica di S. Ippolito (MEIGGS 1973, p.98) e successivo ad essa. A questa conclusione portano la presenza del titolo di spectabilis per il praefectus annonae Iunius Pomponius Ammonius (CHASTAGNOL 1960, p.298, n.3; ID. 1966, p.41 e 47s; ID. 1982, p.190), sebbene quello di vir clarissimus tenda ad essere tralasciato negli anni 440 (CHASTAGNOL 1982, p.190), e la formula iniziale florentissimo statu imperii romani, che omette qualsiasi menzione imperiale. 43 ECK 1978 b, c.570. Il prefetto dell’annona sembra essere ancora documentato in epoca teodoriciana (CIL XIV 157; cfr. PLRE II, s. v. (Ac)holius Abydus. 44 PLRE I, s. v. Ammonius 9; ECK 1978 b, c.126; cfr. CIL VI 1671. indice generale► PORTUS ROMAE PORTICO DI CLAUDIO1, IN UN FRAMMENTO DI CONGLOMERATO DI CROLLO DELL’AMBIENTE A, 4/ 5/ 1984 127. FRAMMENTO DI LASTRA Inventario 41392. Antiquarium. Marmo bianco; cm 17,5 x 16,5 x 5,4; lettere 2,7/2,9; 2,7/2,8; 2,7/2,8; 2,7/2,9; +1,1. Superficie iscritta liscia; retro scalpellato. Margine in alto. Punto diacritico triangolare alla l.1. dedica avrebbe potuto essere posta a titolo di ringraziamento per il provvedimento. Nel testo è anche menzionata una cifra pari o superiore al numero cinquecento, forse indicante una somma in solidi donata dal collegio o da esso impiegata per uno scopo sconosciuto. [Ddd(ominis) nnn(ostris) Gratiano, Valentiniano, et Theodosio? perpetui]s Augg[g(ustis) - - -] [- - -] et in lon[gum aevum? - - -] [- - - cor]pus Por[tuense - - -] [- - -]+ quinge[nt- - - ] 5 [- - -]++[- - -] ------ 1, a di Augg[g.] senza barretta orizzontale. La dedica è stata posta a tre imperatori2, i cui nomi sono purtroppo perduti, da un’ignota corporazione portuense. Se il corpus portuense potesse identificarsi in una delle associazioni dei naviculari che facevano capo al Portus Romae3, gli imperatori potrebbero essere individuati in Graziano, Valentiniano II, e Teodosio, che nel 3804 e nel 3865 avevano confermato i numerosi privilegi e le immunità fiscali loro concessi6 – ad assicurare i servizi erogati - da Costantino nel 3267, da cui erano stati onorati con la dignità equestre, ribadita da Giuliano8 e dal provvedimento del 380 e la 1 Per la costruzione, all’interno della zona ancora occupata nell’alto medioevo (COCCIA 1993, p.192), cfr. LUGLI 1935, p.116 ss, n.52; MEIGGS 1973, p.160; VERDUCHI 1992, p.55 ss. 2 Come indica la sopralineatura in Augg[g.], che tende a terminare in corrispondenza dell’ultima lettera andata perduta. Iscrizioni portuensi sc 105 3 Cfr. WALTZING 1895 – 1900, II, p.58 s, cfr. p.34 ss, 54 ss. 4 C. Th. XIII, 5, 16. 5 C. Th. XIII, 5, 17. 6 WALTZING 1895 – 1900, II, p.408 ss; DE ROBERTIS 1955, p.194 ss. 7 C. Th. XIII, 5, 5. 8 C. Th. XIII, 5, 16. indice generale► FIUMICINO, NECROPOLI DI STALLA BUOI, 1985 128. LASTRA FUNERARIA FRAMMENTARIA Inventario 40000. Lapidario ostiense. Marmo bianco venato; cm 21,4 x 19,2 x 2,5; lettere 1,8; 2,6; 2,6; 2,4/2,5; 2,6; 2,3; +1,8. Superfici lisce. Margine in alto. 2, il cognomen Agape (SOLIN 1992, p.1277, 1446, 1471) aveva solo cinque attestazioni ad Ostia (CIL XIV 1064; 4818; inv.6171; 6464; 8983), di cui tre in ambito cristiano. 3, per il gentilizio Cominius, frequente nel contesto ostiense-portuense, cfr. SCHULZE 1904, p.108, 166, 354. [D(is)] M(anibus). [Cominiae ?] Aga ‹ pe[ni] [- - -] Comin[ia] [- - -]a‹ donav[it] 5 [ollas qui] ,que ‹ M. ‹ V*[pio] [Epaph]rodito ‹ +[- - -] [- - -] ),[ - -- ]. Iscrizioni portuensi sc 106 indice generale► FIUMICINO, VIA DEL LAGO DI TRAIANO, NECROPOLI TARDA, 2009 129. ALBO DEL CORPUS VETERANORUM, RIUSATO COME SPIOVENTE DELLA SEPOLTURA ALLA CAPPUCCINA E Depositi ostiensi Marmo lunense; cm 103 x 68 x 3,5; a. lettere 4,7/5,5; 5,7; c. I: 2,3/2,8; 2,7, 2,6/3; 2,3/2,6;2,1/2,6; 2,4/2,5; 2,3/2,4; 2,3/2,5; 2/2,6; 2,3; 2,1/2,4, 2,1/2,5; 2,2/2,4; 2,1/2,3; 2,3; 2,4; 2,3/2,5; 2,2/2,6; 2,1/2,4; 2,3/2,5; c. II: 2,5/2,6; 2,3; 1,9/2,1; 2,1/2,5; 1,8/2; 2,4. La lastra, ricomposta da sette frammenti, è priva dell’angolo superiore sinistro: Bordo sui quattro lati. Punti diacritici triangolari alle ll.1 e 2 ed alle ll.1, 4, 5, 11, 19, 20 della c. I. Retro liscio. C. II, ll. 2- 6 incise da una mano diversa. L'albo, il primo ad essere stato rinvenuto nel territorio ostiense, contiene i nomi di 24 membri di quel corpus veteranorum (Aug.)1, fino ad ora documentato in Ostia da due testimonianze, la prima (CIL XIV 409, 2 16 = ILS 6146) costituita dall'ara funeraria di Cn. Sentius Felix, in cui il personaggio viene ricordato anche come patronus corporis veteranor. Aug. e la seconda da una dedica frammentaria posta dallo stesso corpus (CIL XIV 4364) in onore probabilmente di Antonino Pio3 (oppure di Caracalla) e databile, in base alla combinazione della XVIII tribunicia potestas con il IIII consolato al 155 (o al 215). Il corpus veteranorum, associazione riconosciuta dallo stato costituita sulla base di un'autorizzazione speciale4 ([ex in]dulgentia domini n. Aug.) con il carattere di istituzione pubblica5 e con lo scopo di assicurare ai membri una degna sepoltura e la cura della memoria dei morti6, sembra, almeno nel contesto ostiense-portuense, aver incluso non solo gli ex legionari, ma anche quanti avevano servito nelle flotta7, nelle coorti pretorie ed urbane. Anche la testimonianza ostiense, che risale probabilmente al III secolo d. C.8, in cui per i membri, a differenza degli albi africani, non sono indicati i gradi che ricoprivano nella vita militare, conferma che l'organizzazione del collegio era modellata su quella delle associazioni professionali con quinquennali perpetui (quattro nel nostro caso, due dei quali padre e figlio) e la plebs, mentre la presenza di patroni era già nota dall'ara funeraria di Cn. Sentius Felix. Tra i gentilizi dei corporati il solo Fullonius (SCHULZE 1904, p.168a, 417) è alla prima testimonianza ad Ostia; tra i cognomina il solo Pthongus è nuovo nel nostro contesto. 107 [Corpus v]eteranorum quib(us) coire lic(et) [ex in]dulgentia domini n(ostri) Aug(usti) q(uin)q(uennales) p(er)p(etui) ‹ 5 [-] Passenius Didymus L. Domitius Dius P. Apollonius Barbarus C. Iulius Magnus Q. Passenius Didymus fil(ilius) C. Iulius Magnianus L. Apollonius Rufus fil(ius) C. Minucius Saturninus plebs 5 T. Aurelius Pthongus C. Marius Felicissimus M. Annius Severus Q. Pinnius Felix s(enior) M. Fullonius Saturninus 10 C. Minicius Severus C. Iulius Felix s(enior) L. Domitius Fortunius P. Apollonius Rufus fil(ius) T. Aurelius Primus 15 M. Aurelius Metrodorus M. Aurelius Gaius T. Flavius Antiochus L. Septimius Diodorus T. Flavius Fortunius fil(ius) 20 T. Aurelius Clemens fil(ius) 1 WALTZING 1895 – 1900, I, p.55 s, 308 ss; NEUMANN 1962, c1608 ss. Per le altre, non molto numerose testimonianze del corpus nel mondo romano e per la sua organizzazione interna cfr. WALTZING 1895 – 1900, IV, p.151 s, NEUMANN 1962, c.1608. Altri albi di veterani provengono da Lambaesis (CIL VIII 2618, cfr.18086 = ILS 9097; 2626). 2 Cfr. IPO, B 339; MEIGGS 1973, p.181 passim, p.559, 5; CÉBEILLAC-GERVASONI, CALDELLI, ZEVI 2010, p.276 ss, 81. 3 WICKERT ad CIL XIV,4364; MEIGGS 1973, p.334, n.7; cfr. VAGLIERI 1913, p,80, n.1. 4 WALTZING 1895 – 1900, I, p.132; cfr. II, p.140 s. Ai collegi dei veterani era proibito riunirsi sotto un pretesto Iscrizioni portuensi sc 108 religioso, come apprendiamo dal Digesto (41, 11, 2), che riproduce il passo di Ulpiano: sub praetextu religionis vel sub specie solvendi voti coetus illicitos nec veterani tentari oportet. 5 ID. 1895 – 1900, II, p.140 6 DE ROBERTIS 1955, p.88 s, inserisce i collegia veteranorum tra i collegia tenuiorum, costituiti cioè tra povera gente religionis causa; NEUMANN 1962, c.1609. 7 MEIGGS 1973, p.27, 304, cfr.216, 580. 8 Il titolo di dominus noster Aug. con cui è indicato l'imperatore è attestato a partire da Settimio Severo insieme a Caracalla (CALABI LIMENTANI 1968, p.169). indice generale► ISCRIZIONI DA SEQUESTRI SEQUESTRO CIPRIANI 130. LASTRA FUNERARIA Inventario 39972. Lapidario ostiense. Mamo bianco; cm 32 x 42,3 x 2,3/3,1; lettere 2,8; 2,9; 2,9, 3; 2,5; 2,8. Superfici lisce. Punti diacritici triangolari. Ricomposta da tre frammenti e con una lacuna al centro. Margini a destra ed in basso. PALMIERI 1988, p.156 ss, n.4, tav.IV. Monottongazione alle ll. 3 – 5. Il gentilizio Salinator/Salinatoria1, che in origine caratterizzava gli ex schiavi addetti alle saline ostiensi2 conta nel comprensorio ostiense – portuense altre 37 attestazioni. D(is) M(anibus). M. Salinator Fortu= natus Salinator‹ia›e Ianuar‹i›a‹e› &%cit, alu‹m›= 5 n‹a›e suae bene meren= ti. 1 SCHULZE 1904, p.413; SALOMIES 2002, p.149. Salinator è anche adoperato come cognomen, caratteristico per le gentes dei Livii e degli Oppii (KAJANTO 1965, p.322; cfr. SCHULZE 1904, p.413). Iscrizioni da sequestri sc 110 2 Per l’importanza economica e l’estensione delle saline ostiensi in epoca romana, soprattutto regia e repubblicana, cfr. GIOVANNINI 2001, p.36 ss. indice generale► SEQUESTRO LORIA 131 LASTRA FUNERARIA ISCRITTA FRAMMENTARIA Depositi ostiensi. porta della tomba familiare - di non piccole Marmo bianco; a +b) cm 57 x 72 x 5,6/5; c) dimensioni (m 10,36 x 9,62 con una superficie 19,5 x 31 x 5,6/5; d) 22 x 32 x 5,6/5; specchio di mq 99,66 circa) - rende difficile collocare la epigrafico 48,5 x 91,3; lettere cm 6; 5; 4,5; provenienza dell’iscrizione dall’ambito delle 3,8/3,5; 3; 3; 2,2; 2,2; 2,2. necropoli ostiensi, tutte molto più prossime alla Dei quattro frammenti che compongono la città, mentre se la distanza fosse calcolata in lastra a e b congiungono. Lacuna al centro ed a direzione di Roma e di porta Trigemina lungo destra. In basso, in un campo rettangolare (cm le sedici miglia della via Ostiense2, 13 x 28), è rappresentata a rilievo l’undicesimo miglio corrisponderebbe ai Monti un’imbarcazione con l’ancora tirata sulla di S. Paolo3, presso il km 17 della statale 8 bis poppa. Testo entro cornice. Rasura dopo Ostiense, zona nella quale tra il 1908 ed il l’ultima linea del testo, a sinistra. Retro liscio. 19134 furono trovati resti di sepolcri insieme ad Punti diacritici triangolari. un tratto basolato dell’antica via. Il gentilizio Cantaneus M. [Can]tan[eus - -] risulta al momento Proc[ul]us et [- - -] documentato solo ad Ostia (inv.6153,26:[-] Cantaneus Valer[ianae ? uxori] November). Per il cognome suae et [- - - filiae] maschile Vestalis, con due testimonianze ad Ostia 5 suae et Vic[tori filio su]o et (CIL XIV 1520; inv.6153, M. Cantaneo M. l(iberto) Vestali vernae suo et 6), cfr. KAJANTO 1965, p.55, 62, 214 = 221. suis libertis, [in f]ron(te) p(edes) XXXV, La distanza di XI miglia libertabus [in ag]ro p(edes) XXXII s(emis); (km 16,280) [ab i]anua1, la posterisque eorum; 111 [ab i]anua m(ilia) p(assum) XI. 1 Per ianua cfr. ThLL, s. v. It. Ant., 301, 6; Tab. Peut. V; RADKE 1981, p.120 s; PELLEGRINO 1991, p.71 ss. 3 Sebbene il cippo con l’indicazione dell’undicesimo miglio (CIL I2 22 = VI 31583 = ILLRP 449; cfr. ZEVI 2 2000, p.50 s con nn.111, 112) pare sia stato trovato nel 1869 nella tenuta di Malafede (cfr. PELLEGRINO 1991, p.71, 73). 4 I rinvenimenti sono stati effettuati tra il 16° ed il 17° km della statale (PELLEGRINO 1991, p.71). 132. LASTRA FUNERARIA ISCRITTA Depositi ostiensi. Marmo bianco venato; cm 26,5 x35 x 1,5/2,2; lettere cm 2,5; 3; 2,5; 2,5; 2,5; 2,5; 2,5; 2,2. Lettere rubricate. Punti diacritici triangolari. Retro liscio. Cfr. NUZZO 1999, A 333, fig. 6 (pars). La datazione dell’iscrizione, scoperta nella necropoli di Pianabella (GS 20.04.1977) e poi scomparsa, va posta dalla metà del I secolo d. C. a tutto il II in base alla dedica ai Mani - scritta in abbreviato come D(is) M(anibus)1. 2, Il gentilizio Carullius (SCHULZE 1904, pp.146, 403, 407, 441) è diffuso ad Ostia (CIL XIV, 316; 317; 318 bis; 774 + 5200; 775; 4562; 4569, VII, 13; inv.9022) anche nella forma Caryllius (CIL XIV 665; 668). 3, per alumnus cfr. n.44. 5, il cognome Romulus (KAJANTO 1965, p.179) trova qui una ulteriore attestazione in ambito ostiense-portuense (cfr. infra). 6, betacismo in Iubentia per Iuventia; il gentilizio Iuventius (SCHULZE 1904, p.281, 492) è diffuso anche ad Ostia (CIL XIV 1213 bis; 1214; 1352; 4500). Per il cognome grecanico Melitine (CIL XIV 479 = IPO, A 15; 777; 5023 + 5096; inv.937) cfr. SOLIN 2003, p.750. Nel lapidario ostiense è conservata una lastra funeraria iscritta2, ritagliata in alto ed a sinistra ed in due frammenti non congiungenti (CIL XIV, 5023 + 5096), rinvenuti nel 1913 nella medesima zona della città, nei pressi di via dei Molini3 e nella zona limitrofa del Decumano massimo4, che conserva i nomi di L. Carullius Romulus e di Iubentia Melitine: - - - - - - / [- - ]+NI[- - -]+agiae/ [alu]mna[e qu]ae bixit / [ann]is VI [men]sibus V / [L. Carulli[us R]omulus / 5 [et Iu]benti[a Mel]itine / b(ene) [m(erenti)]. D(is) M(anibus) L. Carulli Decembri‹s› alumni, qui bixit annis VIII, mensibus VIII; 5 diebus XVIII; L. Carullius Romulus et Iubentia Melitine b(ene) m(erenti). 1 DEGRASSI, 1962, p.659; BARBIERI 1958, p.136. Cfr. supra. 2 Marmo bianco, cm 16, 5 x 9,5 x 2,5 (a); 16 x 15,5 x 2,5 (b); lettere +1,3; 2; 2; 2; 1,9; +0,7. Superfici lisce. Iscrizioni da sequestri sc 112 3 4 VAGLIERI 1913, p.180, 2. LANCIANI 1913, p.220. 133. ARA FUNERARIA ISCRITTA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 94,5 x 55; specchio epigrafico 41,5 x 41,3; lettere cm 4,2; 3,2; 2,9, 3; 2,9; 3. L’ara a base quadrangolare, ricavata da un unico blocco, poggia su alto zoccolo modanato. Nella parte centrale della fronte, delimitata da una cornice sempre modanata, è incisa l’iscrizione. Cornice superiore modanata. Nella parte superiore è ricavato un timpano a lunetta decorata da una corona lemniscata. Ai lati acroteri angolari a palmetta. Sul lato destro del corpo, lavorato a gradina, patera, sul sinistro, anch’esso a gradina, urceus. Retro gradinato. D(is) M(anibus) A. Corneli A. f(ili) Pal(atina tribu) Veri Amarantiani, vix(it) ann(is) XII, 5 mens(ibus) II dieb(us) XXVII; Cornelia Galatia mater. Per la datazione del testo in relazione all’abbreviazione di Dis Manibus in D(is) M(anibus) cfr. n.132. La tribù urbana Palatina è tipica di Ostia, dove compare dal II secolo d. C., forse con Traiano1 ed in concomitanza con la costruzione del bacino esagonale interno al porto di Claudio (portus Traiani) tra gli anni 100 e 112 d. C2. o il 106 – 112 circa3, mentre i più antichi coloni erano contraddistinti dall’appartenenza alla tribù rustica Voturia4. In base alla menzione della Palatina si può attribuire la pertinenza del titulus al territorio ostiense. Ll.3, 6: i cognomina Amarantianus5 e Galatia6 non erano fino ad ora attestati ad Ostia. Un A. Cornelius Amarantus è in CIL XIV 4910 ed un L. Cornelius Verus in CIL XIV 1574. 1 Ostia, ma su uno status sociale diverso (DESSAU, CIL XIV, p.4; MEIGGS 1973, p.190 s; CÉBEILLACGERVASONI 1996 b, p.563, n.38; cfr. FORNI 1977, p.94). 5 SOLIN 2003, p.1154. 6 SOLIN 2003, p.428. TAYLOR 1960, p.322 s. CHEVALLIER 2001, p.28. 3 PAVOLINI 1983, p.277. 4 TAYLOR 1960, p.42; MEIGGS 1973, p.190 s. È anche possibile che la distinzione fra i membri delle due tribù fosse basata non sul momento dell’insediamento ad 2 Iscrizioni da sequestri sc 113 134. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA ISCRITTA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 62 x 45 x 6,5/17,2; specchio epigrafico cm 45 x 27,5; lettere cm 5; 5; 4; 3; 2,8; 2,8; 2; 2,5/2,8. Priva del lato sinistro. Retro sbozzato. 4, per il cognome Bessus, non attestato ad Ostia, cfr. ThLL, s. v. 5, per Corinthias, con tre testimonianze ad Ostia e Porto (CIL XIV 1132; 5165 = IPO A 272; inv.6222), cfr. SOLIN 2003, p.632, 1449. D(is) M(anibus). [C. Sextius] C. lib(ertus) Aprilis [feci]t sibi et [C. Sextio] Besso f(ilio) et Sextio Primo l(iberto) 5 [et Sextiae Corin]thiadi lib(ertae) et Sextiae [---] et lib(ertis) lib(ertabus) posterisque eorum; [in fronte p(edes) --- i]n agro p(edes) XIX. Iscrizioni da sequestri sc 114 135. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA ISCRITTA Depositi ostiensi. Marmo grigio; cm 17 x 17,5 x 3,5; lettere cm 2,3; 2,3, 2,3; 2,5; 2. Frammentaria in basso, a sinistra ed a destra. Retro liscio. D(is) [M(anibus)] Sittia[e - - -]= uti et Fl(avio) [- - -] [- - -] feilia fec[it - - -] 5 [- - -] Syntr[op- - - -] ------ 4, feilia per filia. Il gentilizio Sittius (SCHULZE 1904, p.232, 425) è abbastanza diffuso ad Ostia (CIL XIV, 251, III, 32; IV, 7; VI, 36; 1630; 4569, XIII, 9; IPO, A 232; inv. 6151, II 11; 19855). La sparizione del prenome nelle classi inferiori si avverte già dal I secolo d. C., per divenire 1 2 THYLANDER 1952, p.98. THYLANDER 1952, p.79. 136. LASTRA FUNERARIA ISCRITTA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 15 x 23,5 x 3,2; lettere 3; 3; 3; 2,9; 2,1. Retro liscio. Mentre il cognome maschile Trophimus (SOLIN 2003, p.1047) era attestato ad Ostia e Porto, il gentilizio Veranius (SCHULZE, p.379 a) vi risultava assente. D(is) M(anibus) M. Valeri Tro= phimi, fecit Veratia Fortu= 5 nata. Iscrizioni da sequestri sc 115 più frequente in quello successivo1, mentre l’abbreviazione del gentilizio appare già agli inizi del II secolo d. C.2 137. LASTRA FUNERARIA ISCRITTA Depositi ostiensi. Marmo lunense; cm 40 x 91 x 10,7/17; specchio epigrafico 32 x 87,2: lettere cm 4/5; 3; 3; 3; 2,5; 2,3; 3,2. Priva del lato sinistro. Superficie abrasa. Retro sbozzato. 2, Il cognomen Civitas (KAJANTO 1965, p.82, 315, cfr.364) compariva altre due volte nella colonia ostiense (CIL XIV 137; 1310). 3, [C. Ve]lleius Crescens, figlio di C. Velleius Charidemus2, nato evidentemente in schiavitù, era stato affrancato insieme al padre da un C. Velleius1, mentre la figlia, dal nome parzialmente conservata, risulta nata dopo la liberazione di Charidemus dalla servitù. 5, 6, per il cognomen maschile Helpis mai attestato prima ad Ostia ed a Roma piuttosto raro cfr. SOLIN 2003 p.1298; per quello femminile Telete, scarsamente frequente ad Ostia (CIL XIV 1776; inv.6251) cfr. SOLIN 2003, p.1120. [C. V]elleius C. l(ibertus) Charidemus fecit sibi et [Vel]leiae C. l(ibertae) Civitati l(ibertae), [C. Ve]lleio C. l(iberto) Crescenti f(ilio), [Vellei]ae C. f(iliae) [++]+ulae f(iliae), 5 [C. Vell]eio C. l(iberto) Helpidi l(iberto), [---]i C. l(ibertae) Telete, [l]ibertis libertabusque meis posterisque eorum. 1 2 Il gentilizio Velleius (SCHULZE 1904, p.100, 377, 426) è scarsamente attestato nella colonia (CIL XIV 5356 + 5373, V, 16 = MARINUCCI 1992, C 46, partes; Iscrizioni Aldobrandini, 66; inv.6737). Iscrizioni da sequestri sc Il cognome Charidemus (SOLIN 2003, p.173) vi è poco testimoniato (CIL XIV 5357, I, 15 = MARINUCCI 1992, C 47; 5358, II, 9 = MARINUCCI 1992, C 48; MARINUCCI 1992, C 112, 9; 113, II, 2; inv.6394; 6395, II, 2. 116 138. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA CRISTIANA ISCRITTA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 19 x 19 x 4,5; lettere cm 2,8/3; 2,8/3; 2,8/3. Retro liscio. L’iscrizione, in base al consolato degli imperatori Onorio – il cui nome è parzialmente conservato - e Costantino III o Teodosio II, indicato nell’ultima riga di testo, può essere datata agli anni 407, 409, 415, 417, 418, 4221. -----[- - -] qui vissit [- - -] [- - -] depositus [- - -] [- - - d]d(ominis) nn(ostris) ‹H›ono[rio - - - et - - - coss.]. 1 DEGRASSI 1952, p.87 s. 139. FRAMMENTO DI LASTRINA ISCRITTA Depositi ostiensi. Basalto; cm 5,8 x 5 x 0,7; lettere 1,2. Retro liscio. ------[- - -] III. Iscrizioni da sequestri sc 117 140. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 11 x 8,5 x 2,6; lettere 2,4; 1,2/+2,4. Bordo originale a destra. Retro licio. In alto almeno un’altra riga è indicata dalla linea di guida; le lettere dovevano essere centrate forse D(is) M(anibus). 2, seconda o di [- - -]orino scritta in piccolo. -----[- - - fe]cit [- - - ? Vict]orin’o’ ------ 141. FRAMMENTO DI LASTRA MARGINATA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 20,5 x 24 x 5,8; specchio epigrafico superstite 15,5 x 24; lettere 4,2; +0,9. Punti diacritici triangolari alla l.1. Retro sbozzato. D(is) M(anibus) [- ] Arrunt[io - - -] [- - -]+[- - -] ------ Iscrizioni da sequestri sc 118 142. FRAMMENTO DI LASTRA MARGINATA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 18,5 x 30,5 x 3,5/5,1; specchio epigrafico superstite 10 x 15; lettere. Retro liscio. Ricomposto da due parti. [- - -]TIO+[- - -] [- - -]+[- - -] ------ 143. FRAMMENTO DI LASTRINA FUNERARIA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 10,2 x 12 x 2,3; lettere 1,5, 3,9; +1; Retro liscio. [D(is)] M(anibus] [- - -]ns +[- - -] [- - -]++[- - -] ------ Iscrizioni da sequestri sc 119 144. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA Depositi ostiensi. Portasanta; cm17 x 15,5 x 3; letere +2; 2,8/2,7. Retro liscio. Finita in basso. 1, prima e terza lettera: frammenti di dritta. -----[- - -]+S+AS[- - -] [- - -]+mo f[ecit]. 145. FRAMMENTO DI LASTRA MARGINATA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 16,5 x 19,5 x 4,3/5; specchio epigrafico superstite 16,5 x 15; lettere 4,7; 3,8; +0,7. Bordo a sinistra. Retro sbozzato. -----fec[- - -] Q. Pla[- - -] ++[- - -] ------ Iscrizioni da sequestri sc 120 146. FRAMMENTO DI LASTRA FUNERARIA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 16,4 x 14 x 2,5; lettere 2,4, 2,3; 2,2; 1,9. Frammentato a sinistra. Retro liscio. [D(is)] M(anibus) [- - -] !tio [- - -]no vix(it) [- - -] XXVII. 147. FRAMMENTO DI ISCRIZIONE Depositi ostiensi. Marmo bianco venato; cm 10,5 x 9,7 x 1,8; lettere 5,4. Retro liscio. -----[- - -]+A[- - -] ------ Iscrizioni da sequestri sc 121 148. ISCRIZIONE FRAMMENTARIA Depositi ostiensi. Marmo grigio; a + b) cm 16,1 x 32,7 x 2,6/2,7; c) 15,7 x 15 x 2,1; lettere 1,4; 3,7. Due dei frammenti (a e b) sono congiungenti, al contrario del terzo (c), che conserva parte dell’ultima riga di testo e che si colloca a destra di a+b. Bordo a sinistra. Retro liscio. 1, frammento li lettera dritta prima della e. -----+e[- - -] Rufiani [- - -]ni [- - -]. 149. FRAMMENTO DI LASTRINA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 13,6 x 10 x 1,5; lettere 2,3, 2,5; 2,4, +2,5. Retro liscio. -----[- - -]AM+[- - -] [- - -]its +[- - -] [- - -]tis po[- - -] [- - - in front]e p(edes) [- - -] ------ Iscrizioni da sequestri sc 122 150. LASTRA FRAMMENTARIA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 38 x 23,6 x 3,5; lettere 5; 3,5; 3,4. Retro semilavorato a transenna. Frammentaria sinistra e a destra. [- - -]us [- - -] dignita[- - -] [- - -] miseri [- - -]. Iscrizioni da sequestri sc 123 151. LASTRA FUNERARIA OPISTOGRAFA IN DUE PARTI NON CONGIUNGENTI Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm17 x 13, 3 x 3,4/41 (a); cm 17,7 x 27,3 x 3,9/4,1 (b); lettere A) +2; 3,8; 3,4. lettere B) +1,5; 3,6; 3,5, +4,1. Faccia B ruotata di 90° rispetto ad A. A -----Livi[ae - - -] A. Liv[i- - - -] be+[- - -] -----libertae et c[oniugi?] A. Livius C+[- - -] vern[ae - - -]. A B -----+M+ [- - - co]niugi [- - - ]tus [- - -]+ f( ) -----[- - -]us Chrestus [- - -] fecit b(ene) m(erenti). B Iscrizioni da sequestri sc 124 A, b) e finale di libertae aggiunta in seguito in proporzioni lievemente minori. B, b) per il cognomen Chrestus, scarsamente documentato ad Ostia (CIL 246, VI, 31; 4713; inv.610, 19752), cfr. SOLIN 2003, p.1004. 152. ARCHITRAVE ISCRITTO Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 15 x 150,5 x 74; lettere 2,5; 2,5; 2. Frammentato a destra. D(is) M(anibus) A. Muci Successi Mucia Tych[e] coniugi suo et sibi fecit. 153. LASTRA FUNERARIA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 29 x 35,3 x 3; lettere 3,9; 3,7; 3,7/3,9; 4 2,6. Ritagliata in epoca moderna. Lettere rubricate. D(is) [M(anibus)]. M. Caeso[nio---] Caeso[nia---] coiug[i ---] 5 cum qu[o ---] Hec2[---]. Iscrizioni da sequestri sc 125 indice generale► SEQUESTRO FUSARO 154. LASTRINA FUNERARIA FRAMMENTARIA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 16,5 x 28,4 x 2,1/2,5; lettere 2/2,1; 1,9/2; 1,9; ,8/1,9; 1,5/2. Superfici lisce. Bordo originale a sinistra ed in basso. Rotta in alto ed a destra. -----Isidorae patro[nae] suae quot huic c[onces]= sit Antonia Pr[- - -] et lib(ertis), lib(ertabus) po[ster(is)q(ue) eor(um)] 5 in fro(nte) p(edes) XIIII , [in agr(ro) p(edes) - - -]. 5, F longa. Abbastanza ricordato in ambito ostiense il cognome Isidorus/a (SOLIN 2003, pp.92, 182), assai diffuso invece il gentilizio Antonius (SCHULZE 1904, p.124). 155. FRAMMENTO DI LASTRINA FUNERARIA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 9,6 x 5,1 x 3,1; lettere +1,7; 1,5; 1,3; 1,3. Superficie anteriore licia, retro appena scalpellato. Bordo originale in basso. -----[- - - C]n. &(il-) [- - -]RT+[- - -] [- - -] her[ed- - - -] [- - -] +en[s(ibus) - - -]. Iscrizioni da sequestri sc 126 indice generale► SEQUESTRO TIRONE 156. LASTRA FUNERARIA Depositi ostiensi. Marmo bianco venato; cm 54 x 61,5 x 3,5; specchio epigrafico 24,6 x 49,5; rilievo 18,7 x 49; lettere 2,6; 2,2; 2/2,1; 1,8; 1,7; 1,7/2,2; 1,6. Punti diacritici triangolari. Superficie iscritta liscia. Retro liscio con resti di malta. 6, F longa. 8, I longa nel primo in. Clodia L. lib(erta) Prepusa fecit sibi et L. Clodio Atimeto coniugi b(ene) 5 m(erenti) et libert(is), libertab(us) – posterisq(ue) eorum; h(oc) m(onumentum) h(eredem) f(iduciarium) ex(terum) non s(equetur); in front(e) p(edes) XX, in agro p(edes) XXX. 127 Il cognome Prepusa (SOLIN 2003, p.979) ha scarse attestazioni ad Ostia (inv.1428, 3845, 13070), Atimetus (SOLIN 2003, p.495, 972) risulta invece maggiormente diffuso (inv.5717, 7467, 8586, 11832 – 11835). Segue in basso l’iscrizione, all’interno di uno specchio rettangolare (18,7 x 49), una composizione a rilievo, il cui centro è costituito dalla testa di Oceano1 caratterizzata dai grandi occhi dalle palpebre fortemente segnate a listello, bocca serrata, lunghi baffi spioventi e barba fluente che si unisce in basso con le onde che delimitano la scena. I capelli bipartiti sulla fronte corrugata ed arricchiti al centro da una ciocca rialzata stilizzata a fiamma, ricadono in pesanti ciocche ondulate. Ai lati, in alto, spiccano due chele di granchio. Verso la maschera convergono, una per parte, due Nereidi sedute su ippocampo; quella di sinistra, seminuda, è volta verso destra, mentre il cavallo marino ha la testa girata all’indietro e posata sulla destra alzata della divinità. La seconda Nereide , con la testa a sinistra, è nuda e con veste rigonfia sollevata dietro la schiena e rappresentta nel medimo atteggiamento dell’altra rispetto all’ippocampo retrospiciente su cui siede. Nella composizione, databile al 150 d. C.2, si registra un uso del trapano assai parco rispetto al quasi esclusivo uso del cesello. Il rilievo, che si inserisce all’interno di un limitato numero di esempi3 di simile soggetto, è un centone di una più ampia scena di thìasos marino già noto da un sarcofago ostiense4 opera di un’officina locale, attiva nel II secolo d. C., che ha prodotto alcuni sarcofagi5 e la lastra sepolcrale inv.15912 riadoperata capovolta come sedile della forica posta dietro il tempio di Roma ed Augusto (R. IV, IV, 4). Un’iscrizione con identico testo, sebbene con disposizione diversa delle parole nello stesso numero di righe ed una differenza nell’ultima di esse nella misura del lato (XXXX piedi contro XXX) è affissa sopra la porta del recinto6 della tomba 86 nella necropoli del Porto di Roma all’Isola Sacra7: 5, I longa in coniugi. 6, I longa in libertab(us). 7, per lo scioglimento dell’abbreviazione h. f. ex. in h(eredem) f(iduciarium) ex(terum) sulla base di CIL XIV 33 e non in h(eredem) f(amiliae) ex(traneum) o f(iliis) ex(ceptis) come proposto dubitativamente dal Calza (CALZA 1940, p.277) oppure h(eredem) f(amiliae) ex(ternae) avanzato dal Thylander (IPO A 80; cfr. BALDASSARRE, BRAGANTINI, MORSELLI, TAGLIETTI 1996, p.76 s) cfr. DEGRASSI 1954, p.105. 8, I longa in in front(e) ed in agro. La differenza della lunghezza del monumento espressa nelle due iscrizioni va interpretata come un errore del lapicida in quella sequestrata, essendo la tomba lunga m 11,70, misura assai prossima a quella teorica di trenta piedi (m 11,84). Clodia L. lib(erta) Prepusa fecit sibi et L. Clodio Atimeto 5 coniugi b(ene) m(erenti) et – libert(is) libertab(us) posterisq(ue) eorum; h(oc) m(onumentum) h(eredem) f(iduciarium) ex(terum) non s(equetur); in front(e) p(edes) XX, in agro p(edes) XXXX. 128 1 Per l’identificazione cfr. SAPELLI 1979, p.3, n. 4. Per la datazione cfr. infra. 3 Cfr. SAPELLI 1979, p.3. 4 VAGLIERI 1909, p.202, fig.2; PASCHETTO 1912, p.458 s, fig..147; RUMPF 1935, p.8 ss; ID. 1939, p.13, n.36, tav.13 (con datazione al 2° terzo del II secolo d. C.); ICARD - GIANOLIO, SZABADOS 1992, p.803, n.251. 5 Inv.14383; RUMPF 1939, p.11 s, n.32, tav.11; n.34, fig 18 e tav.13 ; n.37, tav.11; n.38 fig.20 e tav.11. 2 6 Datato al 150 d. C. (BALDASSARRE, BRAGANTINI, MORSELLI, TAGLIETTI 1996, p.77. 7 CALZA 1940, p. 343 (con l’errore di trascrizione all’ultima linea: p. XXX invece di XXXX); IPO, A 80, tav.XXVI, 1; BALDASSARRE, BRAGANTINI, MORSELLI, TAGLIETTI 1996, p.76 s. (con lo stesso errore di trascrizione del Calza). La differenza tra le misure laterali potrebbe essere imputata ad un errore del lapicida oppure ad un ampliamento del lato della tomba nel periodo intercorso tra la redazione dei due testi. 157. LASTRA FUNERARIA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 24,7 x 31 x 1,9/2,3; lettere 2,372,4; 2,3/2,6; 2,1/2,5; 2,3/2,5, 2/2,2. Punti diacritici triangolari. Superfici lisce. Ricomposta da due parti. Tra gli elementi onomastici la sola Beronice (SOLIN 2003, p.220, 1408) si presenta nel contesto ostiense con poca frequenza (inv. 3960; 4991; 6715; 7534). D(is) M(anibus) Seiae Sabinae, q(uae) vix(it) ann(is) XII, m(ensibus) VI; Acilia Beronice 5 Iscrizioni da sequestri sc nepoti b(ene) m(erenti) f(ecit). 129 158. LASTRA FUNERARIA MARGINATA Depositi ostiensi. Marmo bianco venato; cm 60,2/60,4 x 35 x 4; specchio epigrafico 26 x 51; lettere 3,3/3,9, 3,2; 3; 2,52,172,6. Superficie anteriore liscia; retro con tracce di taglio meccanico moderno. Foro rettangolare per l’infissione sui lati sinistro e destro; un taglio forse per lo stesso scopo in alto al centro e due in basso. 1, I longa in Ti., L. longa in l(iberto). 1 – 3, 5, apici. Mentre il cognomen Diphilus (SOLIN 2003, p.38, 1467) non aveva in precedenza testimonianze ad Ostia, Antigonus vi era attestato, sia pure scarsamente (inv.4798, 10604; 11752; 11753). Abbondantemente documentata invece Nice/Nices (SOLIN 20003, p.471, 1443). Ti. Claudio Aug(usti) l(iberto) Diphiló Iulia Aug(ustae) l(iberta) Nicé máter filió et Antigonus 5 Iscrizioni da sequestri sc fécérunt sibi et suis. 130 159. LASTRA FUNERARIA Depositi ostiensi. Marmo grigio; cm 33,2 x 43 x 2,1/2,7; lettere 1,5; 1,7/1,9; 1,7/1,8; 1,8; 2; 1,8/2,1; 1,8; 1,9; 2,1; 1,7; 1,9; 1,8/1,9; 1,9. Superfici lisce. Punti diacritici triangolari alle ll.1-5 e 9. Ricomposta da sette frammenti. 7, Felicisslmae pro Felicissimae. D(is) M(anibus) C. Septimius Eutyches ex p(ecunia) s(ua) et Uttedius Felix ex p(ecunia) s(ua); huius monimenti ius concessum sibi a M. Cornelio Felici= 5 ano dum adviverat is; i= dem Eutuches partem Va= leriae Felicissimae coniugi suae optimae feminae et li= bertis libertabusq(ue) pos= 10 Iscrizioni da sequestri sc terisque eorum. 131 160. LASTRA FUNERARIA Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 21 x 26,6 x 4/4,6; lettere 2,2; 2,1; 2,1; 1,8; 2; 1. Superficie anteriore liscia, retro scalpellato. Punti diacritici triangolari alla l.1. 3, per il cognomen Myron (SOLIN 20003, p.270) ad Ostia cfr. inv.7299; 10155; 12897. 5, rasura dopo il nome Cleopatra (SOLIN 2003, p.225, 1477), con due testimonianze precedenti ad Ostia (CIL XIV 5051; PELLEGRINO 2001, p.447, XVI. 24). 6, rasura all’inizio della riga, al centro ed alla fine. D(is) M(anibus) – Claudiae Nices Claudius Myron uxori incomparabi= 5 li, Cleopatra [[[- - -]]] [[[- - -]]]eli[[[- - -]]] fece0[[[- - -]]]. Iscrizioni da sequestri sc 132 indice generale► SEQUESTRO BIFFANI 161. CIPPO FRAMMENTARIO Inventario 59810. Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 38,5 x 48,5 x 36/36,6; lettere 5,5; 5,5. Superficie iscritta gradinata. In alto, sulla fronte, modanatura a perle ed astragali. Il cognomen Thamyrus (SOLIN 2003, p.530) aveva un solo precedente ad Ostia (CIL XIV, 4560+4561: A. Pompeius Tamyrus. [Ex] arbitr[atu] [- - -] Thamyri [- - -]. 162. FRAMMENTO DI LASTRA Inventario 59776. Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 4,9 x 8,4 x 2,6; lettere 1,4; 1,4. Superfici lisce. -----[- - -]++on+[- - -] [- - -]arciu[- - -] ------ Iscrizioni da sequestri sc 133 indice generale► SEQUESTRO A CARICO DI IGNOTI 163. ARA FUNERARIA Inventario 59768. Depositi ostiensi. Marmo bianco; cm 95, 5 x 40/45 x 36/40,5. Specchio epigrafico 38,8 x 31; lettere 4,2; 3,6; 3,6; 3,6; 3,6/3,8. Superficie iscritta liscia; lati gradinati. L’altare a base rettangolare è ricavato da un unico blocco di marmo e poggia su alto zoccolo modanato. Il timpano a lunetta è decorato al centro da una corona, simbolo di immortalità, con due lemnischi svolazzanti; ai lati due pulvini cilindrici desinenti sulla fronte D(is) M(anibus) Rhodini lib(erti) et paedagogi sui C. Iulius 5 Silvanus ‹. Iscrizioni da sequestri sc 134 in una rosetta a quattro petali e bottone centrale. Urceus a sinistra, patera a destra. Mentre nel contesto ostiense, se ad esso è pertinente l’altare, il cognomen Silvanus (KAJANTO 1965, p.57, 58, 216) era abbastanza documentato con quattordici attestazioni, Rhodinus (SOLIN 2003, p.1187) vi appariva solamente altre tre volte (CIL XIV 358, II, 9; 5404; inv. 6160). PIANABELLA - SEQUESTRO A CARICO DI IGNOTI 164. COPERCHIO FRAMMENTARIO DI SARCOFAGO Depositi ostiensi. Marmo grigio; cm 13 x 117,5 x 62; specchio epigrafico +6 x +19,5; lettere 2,1;2,1. Il coperchio, piatto e con alzata frontale, è mutilo a destra e privo della parte superiore. L'alzata è decorata da un motivo di thiasos marino con eroti su cavalli marini inquadrati a sinistra da un maschera acroteriale maschile dai lunghi capelli ricadenti in boccoli e baffi spioventi, seguita dalla cornice che inquadra la tabula funeraria centrale. Sul lato sinistro incasso quadrangolare per grappa di collegamento al sarcofago. -----incomp[arabili bene] ‹ meren[ti]. Iscrizioni da sequestri sc 135 indice generale► INDICES EPIGRAPHICI I. Nomina A[- - -] Pylad[es] 21, 2 - 3 Acilia Beronice 157 Aelia Am[- - -] 109 Aelia Tertullina 108 T. Aelius Aug. lib. Secundus 35, 1 – 2 Aemil[i- - - -] mul. ? 59 L. Aemilius Prim [- - - ] 10 b, II, 5 Alfidia Grapte 108 [-] Allius [- - -] 10 c, 4 M. Annius Severus 113, II, 6 Antonia Pr[- - -] 154 P. Apollonius Barbarus 129, I, 3 L. Apollonius Rufus fil. 129, I, 5 P. Apollonius Rufus fil. 129, I, 13 Arrius Mercu‹r›ius 112 A [-] Arrunt[ius - - -] 141 Atia Felix 112 B Aurelia L. f. Prisca 74, 2 – 3 Aurelia Gaiana 113 T. Aurelius Clemens fil. 150, I, 20 M. Aurelius Gaius 129, I, 16 M. Aurelius Metrodorus 129, I, 15 T. Aurelius Primus 129, I, 14 L. Aurelius Priscus 74, 6 T. Aurelius Pthongus 129, I, 7 Aurelius Tertullus 113 Betulenia Pri{i}mitiva 112 A C. C[- - -]us Felic[issimus] 10 b, II, 8 Ca[- - -] mul. ? 69 Ca[- - -] mul. ? 71 A. Caedicius A. f. Saecularis 30 Caeso[nia - - -] 153 Caesonia Egloge 35, 4 M. Caeso[nius - - -] 153 Caninia Longo[rum l. - - -] 108 M. [Can]taneus [- -] Proc[ul]us 131 1 – 2 M. Cantaneus M. l. Vestalis 131, 6 L. Carullius December 132, 2 L. Carullius Romulus 132, 5 Cartli[a - - -] 48 Cartil[ius - - - ] 48 Claudia Nice 160 [- Clau]dius Civi[lis] 98 Ti. Claudius Aug. lib. Diphilus 158 Claudius Myron 160 Indices Epigraphici sc 136 Claudius Proclus Apuleianus 71, 4 Claudius Pud[entianus] 72, 2 – 3 Clodia L. lib. Prepusa 156 L. Clodius Atimetus 156 Coelia Da[io]cratia 72, 3 - 4 Comin[ia - - -]a 128 [Cominia ?] Agape 128 Cornelia Galatia 138 A. Cornelius A. f. Pal. Verus Amarantianus 138 M. Cornelius Felicianus 159 [Dom]itia E+[- - -] 49 Domit[ia] Flora 49 Domitia Musa 89 L. Domitius Dius 129, II, 1 L. Domitius L. l. Felix 89 L. Domitius Fortunius 129, I, 12 Egril[ia - - -] 99 E[grilia Philu]mene 66 [-] Egrilius [- - -] 46 A. Egri[lius - - -] 10 a, 6 [- E]grilius [- - -] 66 [- Egri]lius Sozom[enus] 66 Q. Fabius Longoru[m l. - - -] 108 Fabius L[ongus] 108 Fl. [- - -] 135 [-] Flabiu[s - - -] 10 d, 3 T. Flavius Antiochus 129, I, 17 [-]Flavius Lu[- - -] 10 b, II, 3 T. Flavius Saturninus fil. 129, I, 19 Fructa Secunda 112 B M. Fullonius Saturninus 129, I, 9 C. Fulvius Eul+[- - -] 10 b, II, 4 [- F] uriu[s - - -] 10 c, 3 P. Gem[imus - - -] 14 Histimenia Venusta 93 Iubentia Melitine 117, 6 Iul. Optata Iuni[a]na 28, 2 – 3 Q. Iul. C. f. Quirina Honoratus 28, 3 Iul. P[- - -] 123, A – B [Iulia?] Bassilla 68, 6 Iulia Aug. l. Nice 156 M. Iul[ius - - - ] 109 C. Iulius Felix s. 129, I, 11 C. Iulius Magnianus 129, II, 3 C. Iulius Magnus 129, II, 2 Indices Epigraphici sc 137 [?Iu]lius A. C. lib. Euchrus 68, 3 C. Iulius Silvanus 161 [- I]unius M. f. [- - -] 37 [- ? Lae]cani[us - - -] vir ? 114 Livi[a - - -] 151 A A. Liv[ius - - -] 151 A A. Livius C+[- - -] 151 A C. Marius Felicissimus 129, II, 5 Marsenia Vitalis 61 C. Minicius Severus 129, I, 10 C. Minucius Saturninus 129, II, 3 Mucia Tych[e] 152 A. Mucius Successus 152 [M. Naevius] M. f. Vot. Opt[atus] 118 [No]nius Felix 74 C. Novi[us - - -] 10 a, 7 C. O+[- - -]+ius Vitali[s] 10 b, II, 6 Octavia Crescens 106 C. Octav[ius - - -] 10 a, 8 C. Ostesis Te[- - -] 93 C. Ostesis Eu[- - -] 92 [Q.]Passenius Didymus 129, I, 2 Q. Passenius Didymus fil. 129, I, 4 Petronia L. l. Heliodora 101, 3 L. Petronius L. l. Felix 101, 1 L. Petronius L. l. Stephanus 101, 2 Q. Pinnius Felix s. 129, I, 8 L. Po[s- - -] 10 a, 4 L. Pos[- - -] 10 a, 5 Prastinia 28, 4 Claudius Proclus Apuleianus 72, 4 T. S[- - -] 10 a, 3 Salinatora Ianuara 130 M. Salinator Fortunatus 130 Seia Sabina 155 L. Sept. Constantius 74 L. Septimius Diodorus 129, I, 18 C. Septimius Eutyches 159 Sestia E[- - -] 118 [Sextia Corin]thias 134, 5 Sextia [- - -] 134, 5 [C. Sextius] C. lib. Aprilis 134, 2 [C. Sextius] Bessus 134, 4 Sextius Primus 134, 4 [- Se]xtus [---]nus 56 Sittia [- - -]utis 135 Indices Epigraphici sc 138 Stei[a Olym]pias 40 Suellia M. l. Psyche 29, 4 M. Suellius Hermes 29, 2 A. Tetteius Faustus 110 [- Ti]nucius Hermes 83, 6 M. V[- - -]us Polutim[us] 10 b, II, 7 Valeria Felicisslma 159 [- V]aleriu[s - - -] 10 c, 3 Valerius Trophimus 136 [Vel]leia C. l. Civitas 137, 2 [Vellei]a C. f. [- - -]ula 137, 4 [C. V]elleius C. l. Charidemus 137, 1 [C. Ve]lleius C. l. Crescens 137, 3 [C. Vell]eius C. l. Helpis 137, 5 Veratia Fortunata 136 Vul[pius Epaph]roditus 128 Vtia Auxesis 31, 3 – 4 Vtia Tyche 31, 2 Vttedius Felix 157 Ca[- - -] 71 [- - -]atius [- - -]nus 146 [- - -]eliu+[- - -] 10 b, II, 10 [- - -]eus[- - -] 10 d, 1 [- - -]itia 87 si nomen est [- - -]ius Hermaiscus 85, 4 [- - -]iu[s Ch]arito 11, 3 [- - -]lis Tario vel Tarius 60 [- - -]mioniu(s) G+[- - -] si nomen est 10 b, II, 2 T. [- - -]nius A[- - -] 10 b, II, 9 [- - -]nus F[- - -] 52 B [- - -]orus [- - -]ullus 13, 2 [- - -]ric[- - -] 102 [- - -]ri(s) V+[- - -] si nomen est 10 b, II, 1 [- - -]toria [- - -]+a 60 [- - -]tun(us) Ano[ptes] 52 B [- - -]s M. [l. - - -] 105 [- - -]s Telete 137, 6 [- - -]tius [- - -]us 87 [- - -]+us [- - -] 91 [- - -]us [- - -] si nomen est 80 [- - -]us M[- - -] 10 c, 1 [- - -]us Max[- - -] 64 [- - -]us Sp[- - -] 52 A [- - -]us T[- - -] 27 [- - -]us Verat[ius] 8 Indices Epigraphici sc 139 II. Cognomina T. [- - -]nius A[- - -] 10 b, II, 9 Aga[- - -] 79 [Cominia?] Agape 128 [Ag]athangel[us] 91 Aelia Am[- - -] 109 A. Cornelius A. f. Pal. Verus Amarantianus 133 [- - -]tun(us) Ano[ptes] 52 B Antigonus 156 T. Flavius Antiochus 129, I, 17 [C. Sextius] C. lib. Aprilis 134, 2 [- - - ?Apro]nilla 3 Claudius Proclus Apuleianus 71, 4 [As]clepiodota 28, 4 – 5 [ - - - At]halari[cus] 126 L. Clodius Atimetus 156 Vtia Auxesis 31 P. Apollonius Barbarus 129, I, 3 [Iulia ?] Bassilla 68, 6 Acilia Beronice 157 [C. Sextius] Bessus 134, 4 [- - - B] ince [ntius] 95 A. Livius C+[- - -] 151 A [- - -] Carpus 11, I, 4 [- - -]iu[s Ch]arito 11, I, 3 [C.V]elleius C. l. Charidemus 137, 1 Faustus Aug. ibl. Chrysero[s] 70 [- Clau]dius Civi[lis] 98 [Vel]leia C. l. Civitas 137, 2 T. Aurelius Clemens fil. 129, I, 20 Cleopatra 158 L. Sept. Constantius 74 [Sextia Corin]thias 134, 5 [- - - Cr]esces 11, I, 5 Octavia Crescens 106 [C. Ve]lleius C. l. Crescens 138, 3 [- - -] Dio[ny]sias 74 Coelia Da[i]ocratia 73 L. Carullius December 132, 2 Aburia Sex. Aburi Primigeni lib. Did[yma] 85, 8 [Q.] Passenius Didymus 129, I, 2 Q. Passenius Didymus fil. 129, I, 4 L. Septimius Diodorus 129, I, 18 L. Domitius Dius 129, II, 1 [Dom]itia E+[- - -] 49 Sestia E[- - -] 123 Indices Epigraphici sc 140 Caesonia Egloge 35, 4 C. Ostesis Eu[- - -] 92 [- - -]lius A. C. lib Euchrus 68, 3 C. Fulvius Eul+[- - -] 10 b, II, 4 Eutuches 157 [- - -]nus F[- - -] 52 B Faustus Aug. lib. Chrysero[s] 70 A. Tetteius Faustus 110 M. Cornelis Felicianus 157 [- - -] Feli[c]ianus 11, 2 [- - - Fe]licianus 9, 2 Valeria Felicisslma 157 C. C[- - -]us Felic[issimus] 10 b, II, 8 C. Marius Felicissimus 129, II, 5 Atia Felix 112 B L. Domitius L. l. Felix 89 C. Iulius Felix 129, I, 11 Q. Pinnius Felix s. 129, I, 8 [No]nius Felix 74 L. Petronius L. l. Felix 101 Vttedius Felix 157 [- - -] Ferox 60 Fidus 67 [-] Flabiu[s - - -] 10 d, 3 Domit[ia] Flora 49 Veratia Fortunata 136 M. Salinator Fortunatus 131 L. Domitius Fortunius 129, I, 12 T. Flavius Fortunius fil. 129, I, 19 Aurelia Gaiana 113 M. Aurelius Gaius 129, I, 16 Cornelia Galatia 133 Alfidia Grapte 108 Hect[or] 153 Petronia L. l. Heliodora 101 [C. Vell]eius C. l. Helpis 137, 5 Heraclides 7 [- - -]ius Hermaiscus 85, 4 Hermes lib. 68, 7 M. Suellius Hermes 29, 2 [- Ti]nucius Hermes 83, 6 Q. Iul. C. f. Quirina Honoratus 28, 3 Salinatora Ianuara 130 [- - -] Isidora 152 {H}isidorus 112 B Iul. Optata Iuni[a]na 28, 2 - 3 Indices Epigraphici sc 141 Fabius L[ongus] 108 [-] Flavius Lu[- - -] 10 b, II, 3 [- - -]us M[- - -] 10 c, 1 C. Iulius Magnianus 129, II, 3 C. Iulius Magnus 129, II, 2 [- - -]s Max[- - -] 64 [- - -] Q. f. Maximilla 85, 2 Iubentia Melitine 132, 6 L. Arrius Mercu‹r›ius 112 A M. Aurelius Metrodorus 129, I, 15 Domitia Musa 87 Claudius Myron 158 [- - -] lib. N[- - -] 68, 1 Claudia Nice 160 Iulia Aug. l. Nice 158 Nicomacu[s] 7 Nomas lib. 68, 8 Steia [Olym]pias 40 Iulia Optata Iuni[an]a 28, 2 - 3 [M. Naevius] M. f. Vot. Opt[atus] 118 Iul. P[- - -] 123 A, B E[grilia Philu]mene 66 M. V[- - -]us Polutim[us] 10 b, II, 7 Antonia Pr[- - -] 154 Clodia L. lib. Prepusa 156 Sex Aburius Primigenius 85, 8 Betulenia Pri{i}mitiva 112 A T. Aurelius Primus 129, I, 14 Aurelia L. l. Prisca 72, 2 - 3 L. Aurelius Priscus 72, 6 M. [Can]taneus [- -] Proc[ul]us 131, 1 - 2 Suellia M. l. Psyche 29, 4 T. Aurelius Pthongus 113, I, 7 L. Claudius Pud[ent]ianus 73 A[- - -] Pylad[es] 21 Rhodinus lib. 163 L. Carullius Romulus 131, 7 [- - -] Rufianus 148 L. Apollonius Rufus fil. 129, I, 5 P. Apollonius Rufus fil. 129, I, 13 Caedicius A. f. Saecularis 30 M. Fullonius Saturninus 129, I, 9 C. Minucius Saturninus 129, II, 4 Secunda 68, 6 Fructa Secunda 112 B A. Indices Epigraphici sc 142 T. Aelius Aug. lib. Secundus 35, 2 - 3 Sep[ti]mius 67 M. Annius Severus 129, II, 6 C. Minicius Severus 129, I, 10 C. Iulius Silvanus 141 [- Egril]ius Sozom[enus] 66 Sperata lib. 68, 8 [- - -]us Sp[- - -] 52 A L. Petronius L. l. Stephanus 101 Stephanus lib. 68, 7 A. Mucius Successus 152 [- - -] Syntr[opus] 127 [- - -]us T[- - -] 27 Aelia Tertullina 113 Aurelius Tertullinus 113 [- - -] Thamyrus 159 [- - -]lis Tario[- - -] 60 C. Ostesis Te[- - -] 90 [- - -]s Telete 137, 6 Valerius Trophimus 136 Mucia Tych[e] 152 Vtia Tyche 31, 2 [- - -] Valer[iana] 131, 3 Histimenia Venusta 91 [- - -]us Verat[ius] 8 A. Cornelius A. f. Pal. Verus Amarantianus 133 M. Cantaneus M. l. Vestalis 131, 6 Vic[tor] 131, 5 [Vict]orinus 140 C. O+[- - -]+ius Vitali[s] 10 b, II, 6 Marsenia Vitalis 61 Vtilis ser. 92 [- - -]toria [- - -]a 60 [- - -]a 13 [- - -]a 104 [- - -]a 85, 3 [Vellei]a C. f. [- -]+ula 137, 4 [- - -]ctus 85, 5 [- - -]eratus 9 [- - -]esimus 62 [- - -]ia 122 [- - -]ince[- - -] 95 [- - -] +erus vel [- - -] !erus 109 [- - -]eus 10 b, I, 2 [- - -]lis 10 b, I, 4 [- - -]mus 88 [- - -]atius [- - -]nus 146 Indices Epigraphici sc 143 [- - -]ntin[us] 102 [- Se]xtus [- - -]nus 56 [- - -]+ricus 71 [- - -]orinus 62 [- - -]orus si cognomen est 13, 2 [- - -]ria 71 [- - -]ris 11, I, 6 [- - -]s 10 b, I, 3 [- - -]s 10 b, I, 5 [- - -]scianus 9 [- - -]tus 10 b, I, 1 [- - -]ullus 13, 3 [- - -]tius [- - -]us 87 [- - -]us 63 Sittia [- - -]utis 135 III. Imperatores Vespasianus Imp. Caesa[r Vesp]asianu[s Aug. pontif. max., tribunic. potestat.] VIII, imp. XVI[II p. p., cos. VII, design. VIII] 58 Traianus [I]m[p. Caes. divi Nervae f.] Nerv[a Traianus Aug. Germanicus] Dac. [- - -] 1 Etruscilla [Her]ennia [Cupres]senia Etr[uscilla sanc]tissima [Augusta, uxor] d. n. Traian[i Deci] Aug. 100 A Decius d. n. Traian[us Decius] Aug. 100 A Volusianus Imp. Ca[es. C. Vibius Afinius] Gallus V[eldumnianus] Volu[sianus] pius fel. inv[ictus Augustus pont.] max., trib. po[t. - - -, cos - - -], p. [p.] 100 B Maximus et Victor [Impp. d]d. nn. Vict[tor et Maximus victores ac trium]fatores pp. Augg 126 Honorius [d]d nn. ‹H›ono[rio - - - et - - - coss.] 138 Incerta [- - - Tr]aia[nus - - - p.] m. [- - -] 19 [- - - perpetui] Augg[g] 127 dominus n. Aug. 113 [d]d nn. ‹H›ono[rio - - - et - - - coss.] 138 Indices Epigraphici sc 144 IV. Consules [- - - et - - - v.]c. conss. 117 V. Honores publici populi romani [- - -] v. c. et i[nl. - - -] 126 VI. Dii deaeque A. Dii Deaeque Dii Manes [Dis Mani]bus 3 Dis Manib. 29 Dis Man. 72 D. M. s. 31 D. M. 30, 35, 49, 61, 70, 73, 92, 112 A, 112 B, 113, 129, 136, 152, 157, 159, 160, 163 D. [M.] 40, 51, 66, 69, 109, 135, 153 [D.] M. 62, 75, 85, 88, 143, 146 Dii Penates [d. P.] P. p. r. q. 5 Iuppiter I(uppiter) o(ptimus) m(aximus) 95 B. Sacerdotes publici populi romani adiutor Lauren. Lavin. 1 C. Sacerdotes municipales pr. Sac. Volk. fac. 30 [- - - sa]c. Volc. fac. 98 D. Christiana monogramma Christi 38 VII. Senatus et populus romanus. Tribus populus Romanus p. r. Q. 5 Palatina Pal. 133 Indices Epigraphici sc 145 [P]al. 114 Quirina Quir. 28 Tromentina ? Tr. 107 Voturia Vot. 118 VIII. Ethnica Iudaei 108 IX. Res municipalis ostiensis A. Res publica. Ordo et populus. Officiales colonia Os[t.] 58 univ[ersi cives Ostienses ?] 25 famil. p[ublica] 7 [de]cret. [decur. pu]b[lice] 20 [l. d. d.] d. p. 24 [l. d.] d. [d.] 118 censor 118 [II vir] ter 118 patro[nus] ? 25 praef. II v[iri] 118 B. Augustales. Seviri Augustales qq. ordinis Augustalium 107 sevir Augustalis idem qq. 107 [sevir] Augustalis 68 [VI vir August]alis [idem quinquenn]alis 42 [sevir August]ali[s et qq.] 105 X. Collegia ostiensia et portuensia coll[egium fabrum] tign. [Ost.] 7 p[raefectus] 2 [- - -]rar. 20 corp. mens fr. Ost. 107 patronus 107 [cor]pus Por[tuense - - -] 127 [corp. et] qq. [coll. - - -] 105 [corpus v]eteranorum quib. coire lic. [ex in]dulgentia d. n. Aug. 129 qq. pp. 129 Indices Epigraphici sc 146 XI. Officia privata paedagogus 163 XII. Notabilia varia aquae ductus 58 Indices Epigraphici sc 147 indice generale► INDICE TOPOGRAFICO OSTIA Regio I Scola degli Stuppatores (IX, 4) n. 1 Caseggiato dei Triclini (XII, 2) n. 2 Palestra delle Terme del Foro (XII, 6) nn. 3-4 Aula sul Foro (XII, 6) n. 5 Foro della Statua Eroica (XIII, 2) n. 6-19 Via delle Terme del Mitra nn. 20-21 Regio II nn. 22-25 Piazzale delle Corporazioni (VII, 4) Regio III Edificio (VIII, 1) n. 26 Rinvenimenti sporadici n. 27 Regio IV nn. 28-31 Terme del Musiciolus Regio V Via del Sabazeo n. 32 Concessione Palmucci n. 33-65 Tor Boacciana nn. 66-67 Indice Topografico sc 148 Altri siti ostiensi Rinvenimenti sporadici nn. 68-84 Necropoli della via Laurentina nn. 85-105 Villa suburbana sulla via Laurentina n. 106 Necropoli ostiensi n. 107-113 Già Raccolta “Allo Sbarco di Enea” n. 114-125 PORTO Isola Sacra n. 126 Portico di Claudio n. 127 Necropoli di Stalla Buoi n. 128 Via del Lago di Traiano n. 129 ISCRIZIONI DA SEQUESTRI Sequestro Cipriani n. 130 Sequestro Loria nn. 131-153 Sequestro Fusaro nn. 154-155 Sequestro Tirone nn. 156-160 Sequestro Biffani nn. 161-162 Sequestri a carico di ignoti nn. 163-164 Indice Topografico sc 149 indice generale► ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE ALTO BAUER, HEINZELMANN 2001 = F. 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