La valutazione delle imprese commerciali
Transcript
La valutazione delle imprese commerciali
La valutazione La valutazione delle imprese commerciali delle imprese commerciali Giugno 2007 La valutazione delle imprese commerciali 1 La valutazione delle imprese commerciali Introduzione Le considerazioni che seguono sono da intendersi come indicazioni di massima e hanno lo scopo di fornire utili spunti al credit manager di un’impresa per un corretto e coerente processo di valutazione del merito di credito commerciale di un proprio cliente. ANALISI QUALITATIVE Prima di procedere all’analisi degli aspetti quantitativi, è utile analizzare gli elementi qualitativi, e ciò per snellezza e facilità operativa delle verifiche in questione. Un esempio in tale senso è rappresentato dal controllo degli eventuali protesti in capo a uno specifico nominativo: è chiaro che in caso di verifica positiva già si realizza un elemento di fatto condizionante i futuri sviluppi della potenziale relazione commerciale. Verifiche preliminari Prima di svolgere analisi complesse, è quindi bene effettuare alcune verifiche preliminari su protesti e pregiudizievoli. Eventi pregiudizievoli Ecco alcune regole per fare delle ricerche corrette sugli eventi pregiudizievoli: 1. La ricerca non deve essere fatta sui soli protesti, che rappresentano una parte di tutti gli eventi pregiudizievoli, ma deve essere estesa anche sulle altre fonti pregiudizievoli, come ipoteche giudiziali, ipoteche legali, sequestri conservativi (tutti provenienti dalle Conservatorie Immobiliari), fallimenti, concordati preventivi, amministrazioni controllate (di provenienza dai Tribunali e reperibili nel Registro Imprese). Dalla nostra esperienza focalizzarsi sul complesso dei pregiudizievoli invece che soltanto sui protesti consente di mettere in luce una grande quantità di aziende "potenzialmente insolventi" che altrimenti passerebbero inosservate. Queste informazioni sono presenti in alcuni documenti Cerved, in particolare: • Dossier Approfonditi e Dossier Persona: è presente l’indice RSFI “Rilevanza Storica dei Fenomeni di Insolvenza”, misura sintetica che esprime la rilevanza degli eventi pregiudizievoli riscontrati sull'impresa o sulla persona oggetto d'indagine ai fini della valutazione del rischio futuro d'insolvenza1. 1 L'indice di Rilevanza Storica dei Fenomeni di Insolvenza calcola per tutti i fenomeni da Cerved considerati potenzialmente a rischio, ossia di pregiudizio rispetto alla solvibilità, un peso ponderato che 2 La valutazione delle imprese commerciali • Quick Report e Report: sono presenti i dettagli di tutti gli eventi pregiudizievoli. Dossier: imprese con eventi pregiudizievoli sul totale delle imprese interrogate (al 17 Aprile 2007) Imprese verificate solo sui protesti Imprese verificate anche sui pregiudizievoli Totale Dossier richiesti su totale imprese registrate 8,1% 16,0% 70,8% Fonte: Dati Cerved. 2. Meglio servirsi di sistemi esperti che affidarsi ad altro genere di verifiche: esistono dei "sistemi esperti" che effettuano in maniera automatica la verifica sui pregiudizievoli non soltanto sull'impresa ma anche sugli amministratori (presso gli indirizzi di residenza, le unità locali) ed elaborano un numero di 'incroci' che risulterebbe estremamente difficoltoso e antieconomico realizzare manualmente. I Dossier Approfonditi/Persona, i Quick Report/Report eseguono una ricerca molto sofisticata che consente di abbinare con estrema attendibilità determinati eventi negativi a particolari soggetti. 3. Attenzione alla “freschezza” e alla completezza degli archivi su cui sono realizzate le verifiche: nel nostro paese esistono molti archivi, è bene essere certi della completezza delle informazioni e del loro livello di aggiornamento, spesso molto diversi tra loro. L’esistenza di carichi quali ipoteche giudiziali presso la Conservatoria o di procedure concorsuali presso i Tribunali rappresentano informazioni da acquisire preliminarmente all’attivazione di una qualsiasi relazione commerciale, pena l’assunzione di rischi difficilmente eliminabili. Per le imprese commerciali, oltre all’analisi di età, di presenza degli amministratori in imprese fallite o pregiudicate, delle cariche degli amministratori in altre imprese, della frequenza con cui viene variata la sede sul territorio, è necessario verificare la presenza di soci in società impegnate in altre fasi del complessivo processo di produzione, vendita e distribuzione. E’ frequente, infatti, che un’azienda manifatturiera di relativo successo crei direttamente una propria branca commerciale per agire direttamente nel tiene conto sia della natura dell'evento (protesti, pregiudizievoli di Conservatoria Immobiliare, fallimenti e altre procedure concorsuali/giudiziarie), sia della rilevanza dell'evento di default (importi modesti/consistenti su protesti, su ipoteche giudiziali/legali, ecc - eventi di Conservatoria di classe A/B a favore di Banche/Imprese/Privati - procedure transitorie/definitive). 3 La valutazione delle imprese commerciali mercato. In questo caso si valuta un'impresa commerciale ma forse è opportuno guardare molto più in dettaglio anche l’azienda produttrice. Verifica della compagine sociale E’ importante valutare se la struttura societaria deriva da un’autonoma iniziativa imprenditoriale oppure da divisioni di altre imprese. In questo caso l’analisi riguarda il management e non già i soci . ANALISI QUANTITATIVE Le principali variabili di bilancio da analizzare sono la rotazione del capitale investito (Turnover), il ciclo monetario, l’incidenza del costo dei materiali sul fatturato, il rapporto di indebitamento, la volatilità commerciale. Rotazione del Capitale Investito (Turnover) Turnover operativo per settore (2005) Costruzioni Gomma e plastica Editoria Industria della carta Industria del legno Alimentare Commercio al dettaglio Commercio all'ingrosso 0 50 100 150 200 Fonte dei dati: medie di settore CERVED (dati espressi in valore percentuale) Il turnover è dato dal rapporto fatturato/attivo netto. Questo indicatore esprime quante risorse sono necessarie per generare il volume corrente di fatturato. Come emerge dalla tabella che precede, il turnover assume un valore in genere più alto nelle imprese commerciali e ciò soprattutto a causa della esiguità dei capitali investiti (ovvero dell'attivo netto). Se quindi nelle imprese industriali "sane" si osserva in genere un turnover superiore a 0,7 0,8 e soprattutto in crescita, nelle imprese commerciali i valori da considerare “normali” sono ben più alti, pari a circa il doppio. In genere, la redditività complessiva delle imprese commerciali (misurata dal R.O.I.) si fonda su una 4 La valutazione delle imprese commerciali elevata capacità di rotazione degli investimenti (Turnover) e su un modesto livello di margini per unità venduta (R.O.S.). Nelle aziende commerciali un turnover basso o in diminuzione significa che, a parità di fatturato, sta aumentando l’attivo, conseguenza derivante da un aumento del magazzino (prodotti che non si vendono?) o dei crediti verso i clienti (peggioramento del portafoglio?): si tratta di aspetti che non depongono a favore di un'elevata efficienza nella gestione dell’impresa. Ovviamente può essere il caso che il turnover si riduca in quanto l’azienda sta realizzando investimenti importanti, che vanno ovviamente analizzati e documentati. Se alla diminuzione del turnover corrisponde anche un calo del R.O.I. e del R.O.S. il quadro di crisi è ben delineato. In sostanza: fare attenzione a un turnover basso e in diminuzione nel corso degli anni, collegato a una diminuzione del R.O.S. e conseguentemente del R.O.I. Ciclo monetario Il ciclo monetario esprime il lasso temporale delle dilazioni medie concesse ai creditori, al netto di quelle ottenute dai fornitori e rettificate per la durata media della giacenza in magazzino dei prodotti (mentre il suo controvalore esprime il capitale circolante). In generale il ciclo monetario è maggiore nelle imprese industriali rispetto a quelle commerciali. I motivi sottesi all'espansione della durata del ciclo monetario, che implica il determinarsi di maggiori fabbisogni finanziari, si possono rinvenire nelle difficoltà di incasso rapido di elevati importi di fatturato, realizzati magari in tempi ristretti (aumento dei crediti), nella congestione di prodotti in magazzino, a fronte di difficoltà di rapido smaltimento di linee magari superate dal mercato (aumento delle giacenze) o nella necessità di provvedere prontamente al regolamento degli acquisti in relazione alla fruizione di sconti o al mantenimento di talune gamme di prodotti (riduzione dei debiti commerciali). I valori ordinari sono in genere pari a 90 - 120 giorni: misure superiori sono da intendersi come rivelatrici di segnali di tensione finanziaria, così come misure inferiori esprimono un buon andamento del circuito incassi pagamenti. Limitatamente alla durata del credito mercantile concesso (crediti verso clienti) e ricevuto (debiti verso fornitori), si consultino i dati esposti nella seguente tabella. 5 La valutazione delle imprese commerciali Esposizione verso Clienti e Fornitori 170 g 140 i o r 110 n i 80 50 2002 2003 Giorni Di C redito Ai C lienti 2004 Giorni Di C redito Dai Fornitori Fonte: Centrale dei Bilanci Incidenza costo dei materiali sul Fatturato In generale, il dato del consumo di materie sul fatturato (somma di rimanenze iniziali, più acquisti dell’esercizio, meno rimanenze finali, il tutto diviso sul fatturato) è pari al 65-75% per imprese al dettaglio, del 75-85% per la grande distribuzione e del 85-92% per i grossisti veri e propri. Tali valori sono nettamente superiori a quelli denunciati dalle imprese industriali, che a seconda del settore, vanno da percentuali del 10 a percentuali del 50-60%. Valori estremamente diversi da quelli indicati spesso sottendono politiche di magazzino miranti a modificare il risultato economico complessivo: una sovravalutazione tende a migliorare le performance aziendali, così come una sottovalutazione oscura i reali andamenti di gestione. Naturalmente, essendo la valutazione del magazzino, una congettura di bilancio, su di essa si riflette l'adozione di criteri di valutazione differenti (es.: L.I.F.O.; F.I.F.O; ecc.). Rapporto di Indebitamento La relazione tra debiti finanziari e attivo, ovvero la composizione della struttura finanziaria espressa dal rapporto mezzi di terzi - mezzi propri, nelle imprese commerciali risulta particolarmente sbilanciata in favore del capitale di debito. Tale situazione denota una povertà di mezzi propri: si tratta di una circostanza che è possibile ricondurre alla scarsità di investimenti in strutture produttive che connota lo start up di iniziative nel settore commerciale. Il peso che può assumere la componente di debito finanziario sul totale degli investimenti è spesso superiore all’80%. 6 La valutazione delle imprese commerciali Naturalmente tale situazione di squilibrio finanziario deve trovare giustificazione in un livello della redditività degli investimenti (espressa, come noto, dal R.O.I.) superiore alla onerosità media dei debiti finanziari (rappresentata dalla struttura dei tassi medi correnti sul mercato al momento della valutazione - c.d. R.O.D.): ciò determina una situazione di ‘moltiplicazione’ del R.O.E. tanto maggiore quanto più è elevato l’indebitamento. E’ evidente che proprio a fronte dei maggiori ritorni sui mezzi propri apparirebbe opportuno che l’impresa attivasse politiche di capitalizzazione atte a ridurre il grado di leva finanziaria in essere. L'introduzione nelle banche di nuove regole connesse alla misurazione dei rischi di credito (c.d. Basilea2) produce l'effetto di rendere maggiormente rigorose e dettagliate le analisi connesse alle politiche di indebitamento perseguite dalle imprese, rispetto alla redditività complessiva realizzata. La tabella successiva espone il rapporto tra i debiti finanziari e il fatturato: come si nota, l'incidenza dei debiti è maggiore presso le imprese industriali rispetto alle commerciali (e ciò sebbene, in genere, il livello di indebitamento di quest'ultime sia superiore a quello delle imprese del settore manifatturiero). Debiti Finanziari/fatturato 2004 2003 2002 0 5 10 15 20 25 30 35 % Commercio Industria Fonte: Centrale dei Bilanci 7 La valutazione delle imprese commerciali Oneri Finanziari/fatturato 2004 2003 2002 0 0,5 1 1,5 2 % Commercio Industria Fonte: Centrale dei Bilanci Si noti che l'analisi dell'incidenza del costo del debito sul fatturato (espressa in tabella come rapporto tra oneri finanziari e fatturato) deriva dal prodotto di due rapporti espressivi del tasso medio praticato sui finanziamenti e del peso assunto dall'indebitamento sul fatturato. Analiticamente: O.F./Fatturato = O.F./Capitale di Terzi X Capitale di Terzi/Fatturato Mentre il primo rapporto (O.F./C.T.) dipende essenzialmente dalle condizioni di mercato ovvero dai rating ottenuti dal sistema bancario, il secondo indicatore (C.T./Fatt.) deriva dalle scelte di composizione delle fonti finanziarie. Un valore eccedente il 50% in genere indica un eccessivo ricorso al debito nello sviluppo dell'impresa. Volatilità commerciale Deve essere valutata con attenzione la ‘volatilità competitiva' che connota il segmento delle imprese commerciali ed è legata, da un lato, alla mancanza di produzione propria e a mandati distributivi (di tipo ‘mono’ o plurimo), e dall’altro, all’estrema competizione tra distributori. Rispetto a questo secondo elemento la dimensione relativa dell’impresa può risultare determinante nella definizione della solidità dell’impresa medesima. Se il successo di un’impresa commerciale è strettamente connesso al marchio che distribuisce, è opportuno valutare anche l’andamento dell’azienda produttrice, del suo fatturato e dei relativi margini. L'aspetto in questione deve anche essere considerato in relazione all'appartenenza o meno dell'impresa commerciale a un gruppo aziendale di 8 La valutazione delle imprese commerciali cui cura la distribuzione dei prodotti: una 'difficoltà' di quest'ultimo potrebbe infatti pregiudicare l'economicità della gestione per motivi non connessi direttamente alle modalità con cui viene guidata l'impresa commerciale stessa. Alcuni segnali di pericolo: anomala elevatezza dei crediti superiori ai 12 mesi Un elemento che indica una grande pericolosità dell’impresa commerciale sono i crediti superiori ai 12 mesi di ammontare significativo. A meno che l’azienda non operi in un settore molto particolare (es.: commercio automezzi movimento terra), un valore molto elevato dei crediti superiori ai 12 mesi può significare l’esistenza di crediti insoluti il cui recupero non è demandato ad apposite procedure bensì ad altre forme di intervento nella esazione delle spettanze. In questi casi occorre analizzare a fondo il bilancio e capire il perché di questo livello anomalo di crediti. In generale, appare opportuno, in presenza di ammontari rilevanti di crediti con scadenza superiore ai 12 mesi, effettuare delle comparazioni con il relativo dato medio di settore al fine di comprendere se si tratta di un aspetto fisiologico del comparto oppure di un segnale di una effettiva anomalia di gestione. Check list Un’ipotesi di check list da utilizzarsi in termini propedeutici all’attivazione di una relazione d’affari con un’impresa commerciale e da cui ricavare una serie di sintomi indicativi di una potenziale situazione di pericolosità, è presentata di seguito. Alcune informazioni possono essere difficili da reperire o addirittura indisponibili: si ritiene comunque significativo il quadro conoscitivo che potrebbe fornirne la griglia di accertamento proposta. Overviews 1. Anzianità dell’impresa; 2. Modifiche alla compagine societaria di maggioranza negli ultimi 3 anni; 3. Frequenti variazioni di sede operativa (non giustificate) 4. Modifiche nello stesso periodo di: ♦ catalogo prodotti; ♦ mercato di vendita; 5. Numero unità locali e coerenza localizzativa; 9 La valutazione delle imprese commerciali 6. Certificazione del bilancio ed eventuale certificazione di qualità; 7. Appartenenza a gruppi societari e loro andamento; 8. Fatturato/Acquisti infragruppo; 9. Crediti/Debiti infragruppo. Si tratta di una serie di accertamenti di carattere generale sulla situazione complessiva dell’impresa. In specie i primi 4 elementi tendono a verificare la storia recente delle vicende aziendali sotto il profilo della compagine societaria e della gestione latu sensu: l’anno di costituzione rileva in ordine a considerazioni generali circa la presenza sui mercati. Il numero delle unità locali fornisce invece un’indicazione sulla dimensione dell’attività e sul modello distributivo: appare significativo valutare la coerenza localizzativa dell’esercizio commerciale in termini di competizione territoriale prodotta da esistenti attività analoghe. I profili verificati con le voci 5 e 6 esprimono l’attendibilità rispettivamente delle procedure di gestione e della correttezza formale del bilancio. Gli altri items tendono ad analizzare gli eventuali rapporti infragruppo dell’azienda sia in termini di acquisti/vendite che di debiti/crediti. Rete distributiva 1. Esistenza di una rete di agenti/mandatari; 2. Esistenza di una rete di distributori/concessionari; 3. Esistenza di contratti di franchising. Nelle ipotesi di grande distribuzione (e non già di singolo esercizio commerciale) è importante appurare quali caratteristiche possegga l’eventuale rete utilizzata per la diffusione dei beni: specie in ipotesi di franchising, le formule contrattuali adottate possono risultare estremamente indicative delle politiche distributive. Management 1. Sistema di amministrazione e controllo; 2. Numero degli amministratori e relativa età; 3. Variazione degli stessi negli ultimi 3 anni; 4. Presenza del collegio sindacale/revisore dei conti; 5. Presenza di un direttore generale; 6. Presenza di un responsabile finanziario; 10 La valutazione delle imprese commerciali 7. Presenza di un responsabile marketing; In questo caso l’analisi si concentra sulla struttura direzionale sia con riferimento alle posizioni amministrative/di controllo, sia con riferimento alla presenza di presìdi per delle particolari funzioni aziendali. Appare evidente che vanno valutate non solo le ‘coperture’ relative ma anche le qualità manageriali dei soggetti chiamati alle diverse responsabilità. In specie il numero, l’età e le variazioni degli amministratori vanno indagate nel dettaglio in quanto danno conto rispettivamente della complessità della gestione, dell’esperienza accumulata, nonché dei mutamenti di indirizzo di gestione che si sono eventualmente compiuti nell’ultimo triennio. E' inoltre opportuno siano rilevati incarichi del management anche presso ulteriori realtà imprenditoriali (società collegate alla commerciale). Vendite 1. Mercato di riferimento per i prodotti; 2. Principali clienti per quota di fatturato; 3. Sistemi di incasso utilizzati; 4. Dilazioni medie concesse. Le relazioni con i mercati serviti dovrebbero essere indagate sotto il profilo ‘territoriale’ per comprendere il tipo di penetrazione commerciale e sotto l’aspetto della principale clientela esistente in portafoglio. Altresì le modalità di incasso utilizzate consentono di acquisire la conoscenza delle politiche commerciali adottate. Acquisti 1. Mercati di approvvigionamento per le materie; 2. Principali fornitori per quota di costi; 3. Quota di import sugli acquisti; 4. Principali Paesi esteri di acquisto; 5. Dilazioni medie ottenute. Le relazioni con i mercati di approvvigionamento devono essere esplorate a fondo in quanto permettono di chiarire gli aspetti connessi alla gestione della produzione: di conseguenza risulta importante conoscere i principali fornitori, i sistemi di pagamento utilizzati, ecc. In proposito, un aspetto di non 11 La valutazione delle imprese commerciali secondaria importanza è rappresentato dai tempi medi di pagamento dei debiti di fornitura, nonché dalla regolarità di tali pagamenti. Cerved ha elaborato un prodotto, denominato CPD (Cerved Payment Database), mediante il quale vengono fornite informazioni sul c.d. D.S.O. d'impresa (Day of Sales Outstanding) e sui relativi dati medi di settore. In questo modo sono ottenibili importanti indicazioni specifiche sul comportamento dell'impresa indagata in merito ai pagamenti realizzati a saldo degli acquisti effettuati. L’insieme delle voci proposte secondo l’articolazione prospettata intende costituire una sorta di griglia di riferimento per gli approfondimenti conoscitivi circa la situazione complessiva dell’azienda con cui si ritiene opportuno e profittevole avviare o mantenere delle relazioni d’affari: naturalmente le informazioni relative non sono sempre disponibili e/o facilmente reperibili. Ciò non di meno si ritiene che esplorare i diversi profili evidenziati per il tramite dei precedenti items possa consentire al credit manager di focalizzare alcuni aspetti di rilevante importanza rispetto a una valutazione accurata di ipotetiche o effettive controparti commerciali. 12