Centonove numero 45

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Centonove numero 45
Truffe assicurative
Centoventi indagati
«Noi, studenti
pre...occupati»
Allarme tubercolosi
ai Colli San Rizzo
Nel mirino avvocati e periti
PAG. 18/19
di Barcellona
Viaggio negli istituti di Messina
che protestano ad oltranza PAG.20
L’azienda Foreste “sequestra”
i daini del Parco PAG. 23
ANNO XIX N. 45
30 NOVEMBRE 2012
EURO 1,50
centonove
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME)
Dissesto in procura
MESSINA
LA CORTE DEI CONTI DA’ L’ULTIMATUM
AL COMUNE
E SPEDISCE AI GIUDICI LE CARTE DELLA CRISI. CON QUESTE ACCUSE
30 NOVEMBRE 2012
il punto
centonove
EDIT
Orchestrina
Crocetta
IL PRESIDENTE CROCETTA
comincia a incartarsi: ha
accusato di “slealtà” Patrizia
Valenti, perchè non avrebbe
subito detto che a Messina
aveva un fascicolo aperto per
abuso dʼufficio per il suo
passato ruolo di commissario
del Cas, il consorzio delle
autostrade siciliane. Domanda:
avete mai visto un giornalista
vero che non ha mai preso una
querela? Le cose sono due: o è
cretino oppure fa un altro
mestiere, il passacarte. Ora
lʼidea, anzi il sogno di Crocetta,
è quello di avere assessori di
alto profilo, anche se “parttime”, come il musicista Franco
Battiato, esperto di sufi, e lo
scienziato Antonino Zichichi,
esperto di antimateria. In mezzo
a questi nomi, ci sono poi
quattro manovali della politica,
come Nino Bartolotta che va a
guidare le Infrastrutture. e le
new entry, come la giovane
Nelli Scialabra, catapultata in
quel girone infernale della
Formazione professionale. Due
le caratteristiche che hanno
determinato la scelta di
Crocetta, la prima è che la
Scialabra fa parte del suo
movimento, la seconda è che è
donna, pianeta che, aiutato dai
neutrini di Zichichi, si ritrova in
maggioranza allʼArs. Caro
Crocetta, più che annunci, la
Sicilia ha bisogno solo di buoni
e capaci amministratori. Ha
bisogno di dedizione e
competenza, non di assessri
part-time. Non ha bisogno di
annunci e licenziamenti sulla
parola, ha bisogno di antimafia
di fatti. Non di parole. Parole...
Pierluigi Bersani e Matteo Renzi
Il sano rito della democrazia
Le primarie del centrosnistra, anche se non le ha vinte nessuno, dimostrano che
l’Italia può contare su un solido bastione. Forse è finito il tempo dei due emi-partito
DI DOMENICO BARRILÀ
DOMENICA 25 NOVEMBRE, le primarie del centrosinistra sono
state la prova, se ce nʼera bisogno, che la democrazia italiana può
contare su un solido bastione, lo stesso che negli anni della
tremenda e interminabile stagione del berlusconismo, tenne lʼItalia
incollata alle pagine della Costituzione. Diversamente da chi si
attarda nelle solite alchimie, che prendono nomi diversi a seconda
della tattica del momento, e oggi parla di terzo polo. Sono le
stesse persone che negli anni in cui il Paese vacillava stavano con
lʼimprenditore di sé stesso, legittimandone tutta lʼansia predatoria
e iconoclasta. Belle, bellissime, dunque, le primarie, che non le
vince nessuno dei contendenti eppure le vincono quasi tutti,
persino il Pd, ora finalmente partito dalla dialettica interna chiara,
con una componente libera dal passato, una nuova genia di
progressisti, che tuttavia dovrà fare ancora, così sembra, qualche
tempo di anticamera. Aspettiamo il ballottaggio del 2 dicembre.
Dopo i tormenti seguiti a quella che giustamente fu definita
“fusione a freddo”, forse è finito il tempo dei due emi-partiti, di
tradizione complementare ma diversa. In questo nuovo soggetto
progressista, si confrontano ora unʼidea di sinistra soft, smarcata
da posizioni ideologiche a priori, rampante, comunicativa,
presuntuosetta ma anche giovanile e informatica. Nel motore uno
spin doctor, Giorgio Gori, che importando programmi spaventosi
per le reti Mediaset, qualche problema pedagogico alle famiglie
italiane lo ha creato, salvando dalla disoccupazione pletore di
psicologi e consulenti familiari. Benemerito, anche se non per tutti.
La seconda possibilità magari la sfrutta meglio.
Lʼaltra mezza mela, per adesso la più consistente, rappresenta
unʼidea più esplicitamente solidale della convivenza civile, attenta
al mondo del lavoro e alle fatiche di chi tiene davvero in piedi il
Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione:
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA
CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
Paese, ma che tuttavia non sempre riesce ad andare oltre ed
esprimere unʼidea di sviluppo chiara e applicabile, buona per tutti,
anche per chi fa imprenditoria e non vanta certo meriti minori
rispetto a chi ci mette le braccia e la mente. Insomma, dalle
primarie di domenica esce una sinistra che arriva dal passato,
quella bersaniana, i cui giovani spesso faticano a farsi largo tra
piccoli e grandi gerarchetti di sezione, per i quali la politica è come
una terapia, un antidoto alla depressione dei giorni della
temutissima inattività. Il sottogoverno nonché il potere di distribuire
posticini e altro, per molti è stato un supporto psicologico notevole,
per alcuni anche economico. La spinta che arriva dalla vivacità
renziana potrebbe servire proprio ai ragazzi, che faticano a trovare
grimaldelli per congedare quanto sopravvive di un tempo che fu, e
ora chiede deroghe allo statuto del partito per potersi perpetuare in
parlamento. Domenica torneremo alle urne per una salutare
replica di democrazia partecipata, proprio mentre il Pdl continua a
palesarsi sempre più partito-proiezione di una singola mente,
quella del suo padrone, che può ancora permettersi lussi inauditi,
visto che il palazzo gli appartiene. Ogni giorno una novità,
sconcertante, nel quasi silenzio assoluto dei servi e con un
segretario messo alla berlina, sempre meno Alfano e sempre più
Angelino. Una volta si parla di primarie, una volta si torna allʼunico
copione possibile, quello dellʼuomo solo al comando, a giorni
alterni, seguendo gli umori di un uomo che farebbe bene a
chiedere aiuto per sé, invece di offrirne a tutti noi.
Per questo e per altro, anche i più accaniti avversatori del
centrosinistra, almeno per una volta dovrebbero essergli grati,
perché in questi anni di dominio dellʼirresponsabilità li ha protetti
da se stessi, salvando in definitiva anche le loro famiglie.
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Questo periodico è associato alla
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del 14/12/2011
Sommario
centonove
30 NOVEMBRE 2012
PRIMO PIANO
Dissesto, immediatamente
Lʼultimatum della Corte dei conti
A PAGINA
TOP SECRET
6/7
Trotta, salvaci tu
REGIONE
Le vertenze? Finiscono in Prefettura.
A causa della politica che fallisce
A PAGINA
Vigili, modi poco urbani
Bartolotta chiama
Alonci, Lamacchia e Gallo
8/9
Vincono il concorso ma non li prendono in organico
A PAGINA 10
POLITICA
Dirigenti in...Crocetta
Il governatore revoca incarichi, avvia
sostituzioni e annuncia tagli. Ma...
A PAGINA
11
Centrosinistra al bivio
Al ballottaggio si decide il destino
della coalizione in Italia e gli equilibri in città
A PAGINA 12
Primarie a tutti i costi
Ritrovamenti al giardino di Bauso
PAG.43
La Residenza, stop & go
Fairytale, favola horror
Continua a Messina la telenovela del
complesso sulla collina di torrente Trapani
Il film di Christian Bisceglia approda sul web
e in 12 Paesi
A PAGINA 41
A PAGINA
Daini, allarme Tbc
In riva allo Stretto cʼè chi vuole le
consultazioni a prescindere da Roma
A PAGINA
13
Pds, democrazia in rete
Casanova si fa in... 3D
Sequestrati gli animali del Parco sui Colli
San Rizzo. Lʼistituto zooprofilattico
di Palermo dispone la quarantena
A PAGINA
Quattro ruote nell’anima
Il Partito dei Siciliani affida al web il proprio
futuro. Con un regolamento democratico
A PAGINA
14
22
Ad Acireale si va in scena con le coreografie
di Raffaele Paganini
A PAGINA 42
23
La Soprintendenza recupera lʼarea che
circonda il Castello di Villafranca
La “Scuderia antichi motori”
dello Stretto rievoca il “Giro di Sicilia”
A PAGINA
A PAGINA
Riserve revolution
RUBRICHE
Sopravvivere allo stalking
Lʼanalisi dellʼesperto su un fenomeno
in crescita
A PAGINA
27
ECONOMIA
PAG.11
Sigonella ad ostacoli
La scala di Fontanarossa
chiuso dal 5 novembre.
Ecco cosa succede agli utenti
Mozione affondata
Non passa la sfiducia al sindaco di Roccalumera
A PAGINA 15
Cateno De Luca fa Gal
43
24/25
La Provincia di Messina rivoluziona la gestione
dei polmoni verdi. Tagliando gli sprechi
A PAGINA 26
Rosario Crocetta
Il Giardino di Bauso
A PAGINA
4/5
28
28
34
34
34
34
38/39
44/45
46/47
46
47
47
47
47
Settegiorni
Istruzioni per l'Uso
Qui Scuola
Istruzioni per l'Uso
Occorre Sapere
Uomini & Business
Consulenti/Consumatori
Libri/La Classifica
Weekend
Lettere & Commenti
Heritage/Ecologia e Ambiente
Eliodoro
150 Parole da Palermo
Antibuddaci
Animal House
29
Il turismo scivola... sull’olio
Sui Nebrodi lʼedizione di Girolio 2012.
Per sostenere il settore anche
in chiave culturale
Il sindaco piazza a capo del Gruppo
e dellʼAgenzia due uomini di fiducia
A PAGINA
16
A PAGINA
31
Messina, ultimo posto al Sole
SICILIA
Dossier del quotidiano
sulla qualità della vita nelle città italiane
Licenziamenti col trucco
A PAGINA
La riforma boomerang dellʼex assessore
Centorrino
A PAGINA
Frode assicurata
17
32/33
POSTER
Archivio, la rinascita
Centoventi indagati per incidenti e lesioni
simulate. Nel mirino avvocati e periti
A PAGINA 18/19
Cambio di sede e di vita per le raccolte
della memoria
Noi, studenti pre...occupati
Tempio, il silenzio della curia
Viaggio negli istituti messinesi dove si
protesta ad oltranza
Resta senza risposta lʼappello della comunità
greco-ortodossa
A PAGINA 40
A PAGINA
20/21
A PAGINA
36/37
pagina 3
Pietro Bruno, direttore dell’Archivio
Storico di Messina fino al 1979
PAG.36
MESSINA. Pronte alcune nomine tra segreteria particolare e segreteria tecnica del nuovo assessore regionale alle Infrastrutture, Nino Bartolotta.
In pole position ci sono Salvatore Lamacchia (commissario
dellʼAsi e già nello staff di Mario Centorrino) e Francesco
Gallo (anche lui alla Formazione durante il precedente
governo). Una new entry, invece, sarà lʼex presidente dellʼordine degli Ingegneri, Arturo Alonci.
CAMBI DI CASACCA
Pistorio e D’Agostino
passano con Crocetta
MESSINA. Due nuovi acquisti
in vista per il movimento “Crocetta Presidente”, che punta a
fare il suo ingresso al Senato
alle prossime politiche. Stanno per entrare nel partito del
presidente della Regione Giovanni Pistorio (ex coordinatore del Pds), che punterebbe alla riconferma a Palazzo Madama, e Nicola DʼAgostino, ex
capogruppo del Mpa allʼArs e
rieletto alle regionali.
MESSINA
Diffamazione a Mancino,
Il pm Felice Lima a giudizio
MESSINA. Felice Lima, magistrato della Procura di Catania, dovrà comparire davanti
ai magistrati del Tribunale di
Messina. Lima è stato rinviato
a giudizio con lʼaccusa di diffamazione aggravata nei confronti di Nicola Mancino, vice
presidente del Consiglio superiore della magistratura.
Il magistrato catanese in uno
scritto sul suo blog aveva criticato la fuda di notizie sul procedimento disciplinare a carico di Luigi De Magistris, addebitandole allo stesso vice
presidente.
30 NOVEMBRE 2012
CHI SALE
L Pippo Isgrò
MESSINA. Quando cʼè la politica di mezzo, lʼex assessore comunale alle Manutenzioni non fa distinzioni di partito.
In occasione delle primarie
del centrosinistra, infatti, lʼesponente del Pdl non solo è
andato a votare, ma ha anche
seguito lo spoglio come un
incrollabile tesserato dellʼantico Pci.
L Nino Muscarello
ALIʼ TERME. Il consigliere
provinciale dellʼUdc è rientrato per la terza volta a Palazzo dei Leoni dopo lʼennesimo ricorso contro Nino
Bartolotta. Muscarello, ormai, padrone della procedura, ha letto il giuramento a
memoria. «E certo - ha commentato il collega Pino Galluzzo - ha giurato sulla costituzione più del presidente della Repubblica...».
L
Gabriele Lo Re
MESSINA. Per sostenere
Matteo Renzi alle primarie, il
segretario dei Giovani democratici di Messina ha messo
tempo, cuore e benzina. Incaricato come rappresentante
di lista a Castanea, sui colli,
non ha battuto ciglio, ma ha
chiesto soltanto con candore: «Ma come si arriva a Castanea?».
L Luigi Croce
MESSINA. Il Commissario al
Comune di Messina ha deciso di “mettere a frutto” lʼAntiquarium municipale. Luigi
Croce ha infatti disposto il pagamento di un biglietto di ingresso da 2 euro che sarà ridotto ad un euro per gruppi di
almeno 20 visitatori paganti,
per gli adulti superiori ai 65
anni ed i ragazzi da 6 ai 14.
L Maurizio Di Leo
MESSINA. Consigliere di Circoscrizione fino al 2008, fa il
suo ingresso al consiglio comunale di Messina al posto
del neodeputato regionale
Marcello Greco. Di Leo, alle
amministrative del 2008, era
risultato primo dei non eletti
della lista Partito Democratico Genovese Sindaco. Nella
vita è dipendente della Breda
costruzioni ferroviarie.
7giorni
centonove
PALERMO. MERCADANTE DI NOVAMUSA SI SAREBBE APPROPRIATO DI 19 MILIONI DI EURO
SOCIETA’
Beni culturali, gestione “galeotta”
Supermondello, così i premiati
PALERMO. Avvalendosi di tre Associazioni
temporanee d'impresa (Novamusa
Valdemone, Novamusa Val di Noto e
Novamusa Val di Mazara, di cui era legale
rappresentante in Sicilia), Gaetano
Mercadante, 51 anni, residente a Bracciano,
si sarebbe indebitamente appropriato di circa
19 milioni derivanti dall'emissione di biglietti
per l'ingresso nei siti archeologici siciliani. E'
l'accusa di peculato che ha portato
l'imprenditore agli arresti domiciliari, eseguiti
dalla Guardia di finanza. Nel 2003
l'assessorato regionale ai Beni culturali ha
dato in concessione la gestione di alcuni
servizi nei siti delle province di Messina,
Siracusa, Ragusa e Trapani. La concessione
disciplinava, tra l'altro, la gestione degli introiti
di biglietteria, per la quale era stato stabilito
l'obbligo da parte del concessionario di
versare le somme incassate e decurtate
dall'aggio, alla Regione Sicilia (70%) e ai
Comuni (30%) nei cui territori ricadono i siti di
interesse culturale. Mercadante avrebbe
tenuto per sé 19 milioni, versandone altri 14 a
Gaetano Mercadante
Regione e Comuni ma con notevoli ritardi
rispetto a quanto previsto dal contratto e
senza addurre giustificazioni. L'ordinanza è stata emessa dal Gip di Palermo su
richiesta della Procura. Tra i 24 siti gestiti dalle società di cui Mercadante era
rappresentante legale, ci sono il Teatro Antico di Taormina, i musei archeologici di
Messina, Siracusa, Trapani, le aree archeologiche di Segesta e Selinunte. I mancati
versamenti si collocano nel periodo tra il 2004 e il 2011. I 19 milioni di euro non versati
da Mercadante hanno cagionato un corrispondente ammanco di 14 milioni di euro nel
bilancio regionale e di 5 milioni di euro nei bilanci comunali. Le indagini della Gdf
proseguono e non si escludono altri reati compiuti da Mercadante né il concorso di
altre persone nel portare avanti la truffa. Duro il commento del presidente della
Regione, Rosario Crocetta: «Sembrerebbero emergere responsabilità di alcuni
dirigenti. Nei prossimi giorni sottoporremo a vigilanza tutti i settori della regione per
verificare convenzioni, modalità di affidamento, gestione degli appalti, qualità dei
servizi e i risultati complessivi. Non ci saranno sconti in caso di responsabilità». La Fp
Cgil Sicilia, però, invita Crocetta a «non generalizzare», nonostante sia in sintonia con
le sue dichiarazioni.
I NOSTRI ERRORI
Ispezione per mafia,
Saponara estranea
Nella rubrica “Top secret” del numero 43 di Centonove, per un errore
materiale è stata data notizia che Antonio Di Pietro in unʼinterrogazione
aveva sollecitato lo scioglimento del
Comune di Saponara per il rischio di
infiltrazioni mafiose. In realtà si trattava del Comune di Falcone. Ce ne
scusiamo con lʼamministrazione e i
cittadini di Saponara e con i lettori.
“Italia Futura” e la foto
errata di La Fauci
Sul numero 44 di Centonove, a corredo dellʼarticolo “Italia Futura dello
Stretto” è stata pubblicata erroneamente la foto di Dario La Fauci, assessore provinciale ai Lavori Pubblici, al posto di quella di Giuseppe Laface, già coordinatore di Fli. Agli interessati, le scuse della redazione.
PALERMO. Edoardo Albinati con 'Vita e morte di
un ingegnere' (Mondadori), Paolo Di Paolo con
'Dove eravate tutti' (Feltrinelli) e Davide Orecchio
con 'Citta' distrutte. Sei biografie infedelì (Gaffi) sono i tre vincitori del Premio opera italiana indicati a
giugno scorso dal comitato di selezione composto
da Massimo Onofri, Domenico Scarpa ed Emanuele Trevi e si contenderanno il 'SuperMondello'
che sarà assegnato venerdì prossimo a Palazzo
Branciforte, a Palermo. La cerimonia è promossa
dalla Fondazione Sicilia in partnership con il Salone internazionale del libro di Torino e in collaborazione con la Fondazione Andrea Biondo.
Catania, scoperti affreschi dei Vasta
CATANIA. Affreschi di particolare pregio attribuibili a Pietro Paolo Vasta o ad Alessandro Vasta sono state trovate nella chiesa di Sant'Antonio Abate in Aci S. Antonio. Durante la ristrutturazione della Cappella del Crocifisso sono stati rinvenuti degli affreschi riguardanti il ciclo della Passione di Cristo, finora occultati da una doppia parete. Accanto a uno dei dipinti è riportata a matita la data 1736,
periodo in cui i Vasta lavoravano per gli affreschi
del coro della chiesa.
Pedofilia, prescrizione per don Turturro
PALERMO. La Cassazione ha annullato la condanna a 6 anni e 6 mesi per violenza sessuale su
minori inflitta a don Paolo Turturro, sacerdote palermitano accusato di avere abusato di due ragazzini della sua parrocchia. Per i giudici romani è
prescritta la contestazione più grave costata al sacerdote la pena di sei anni, mentre è da rideterminare la condanna a sei mesi inflitta, in continuazione, per l'accusa di minore gravità. La Cassazione, dunque, ha imposto un nuovo processo
d'appello per il riconteggio della seconda pena,
mentre ha annullato senza rinvio la condanna a sei
anni.
MESSINA. INAUGURAZIONE DEI LOCALI DI VIA ROOSVELT ASSEGNATI A “PAGO CHI NON PAGA”
Centro di Addiopizzo nel bene confiscato
MESSINA. Lʼappuntamento è aabato 1
dicembre, alle ore 11, quando in via
Roosevelt, 6 saranno inaugurati i locali
assegnati il 12 luglio scorso dal Comune in
comodato dʼuso gratuito all'associazione
“Comitato Addiopizzo Messina”onlus. Il
bene confiscato alla mafia, nella
disponibilità del patrimonio comunale, è
stato conferito, con gara di evidenza
pubblica, in ossequio alla Legge 109/96
sullʼuso sociale del beni confiscati. Il
Comitato Addiopizzo si è aggiudicato la
gara per lʼaffidamento della gestione, per la
durata di anni 7, con il progetto “Pago chi
non paga”, che ha ottenuto il punteggio di
96/100. Al progetto di gestione partecipano
come partner esterni: lʼAsam (associazione
antiracket Messina), la Caritas Diocesana,
lʼAnpi (associazione nazionale partigiani
dʼItalia), il Consorzio Terre del Sole,
lʼAssociazione di volontariato Mov “il Ponte”.
Alla cerimonia interverrà il presidente del
Consiglio comunale Giuseppe Previti. Il
Comitato Addiopizzo, nei mesi scorsi ha
provveduto con proprie risorse, alla
manutenzione straordinaria dellʼimmobile, in
funzione delle attività che saranno svolte e
pagina 4
che vedranno la partecipazione ed il
coinvolgimento di scuole, gruppi ed
associazioni. Queste, alcune delle attività in
programma: sportello del consumo critico
con lʼesposizione di prodotti “pizzo free”
provenienti da terre confiscate o di
imprenditori e commercianti che hanno
denunciato; consulenza legale e sostegno
psicologico per imprenditori e cittadini che
intendano denunciare tentativi di estorsione;
sostegno scolastico per i bambini del
quartiere; visite didattiche per le scuole.
7giorni
centonove
MILAZZO
CINEMA. A LIPARI
La guerra
dei vulcani
Rugby, serve
un faro
L’Enel taglia la luce
al campo del Comune.
Ma ci pensano i tifosi
MILAZZO. LʼEnel taglia la luce
al Comune e le Aquile del
Tirreno, gloriosa squadra di
rugby mamertina, sono
costretti ad illuminare il terreno
di gioco con i fari delle auto dei
tifosi. Il campo del Fossazzo,
infatti, rientra tra le strutture
senza più fornitura elettrica a
causa dei problemi economici
dellʼente. Una situazione che
penalizza oltre 200 tra atleti e
bambini, appassionati della
palla ovale. Per far fronte
all'emergenza, le squadre dei
bimbi hanno dovuto anticipare
l'allenamento alle 15, con
difficoltà anche per i genitori,
mentre la squadra titolare si è
trasferita al Comunale di Santo
Pietro. E' andata peggio
all'Under 20, che si è allenata
sotto i fari, ma quelli delle
macchine di tifosi e supporter. I
poveri rugbisti, esasperati,
stanno cercando in tutti i modi
la luce in fondo al tunnel.
Addirittura si sono fatti
promotori di una pacifica
invasione in aula consiliare.
Protagonisti della protesta una
cinquantina di persone tra
30 NOVEMBRE 2012
Il campo del Fossazzo illuminato dalle auto dei tifosi
giocatori, dirigenti e genitori.
Gli atleti più piccoli hanno
consegnato ai politici
(compresi l'assessore allo
sport Midili e il sindaco Pino)
un appello. Dopo un iniziale
rifiuto da parte del presidente
del consiglio Pergolizzi, ha
potuto prendere la parola
Attilio D'Asdia, rappresentante
del rugby mamertino. «Siamo
pronti a firmare la convenzione
con la squadra di rugby per
affidare lʼimpianto di
Fossazzo», ha anticipato
lʼassessore allo Sport, Pippo
Midili dopo la protesta.
Nellʼappello la società hanno
chiesto di avere la gestione del
campo per poter operare i
necessari interventi di
manutenzione ordinaria e se
del caso anche straordinaria.
Sulla questione erano
intervenuti con due distinti
documenti anche i consiglieri
Roberto Mellina e Santi
Michele Saraò, chiedendo un
consiglio comunale
straordinario sullʼargomento e
invitando lʼamministrazione a
concedere lʼimpianto.
PALERMO. LOCALI A RISCHIO, SGOMBERO PER L’EX CUSTODE
«Palazzo Reale?
E’ casa mia»
PALERMO. Quando i cronisti hanno
bussato alla sua porta e cascata dalle
nuvole. "Vogliono mandarmi via? E dove
vado. Questa è casa mia". Anna Maria
Aricò, 82 anni, da quando era piccola
vive in un appartamento (nella foto in
alto), riservato al custode della cappella
Palatina, interno al Palazzo Reale, sede
del Parlamento siciliano, un tempo
dimora di re. La casa, secondo
un'ordinanza del sindaco di Palermo,
non è sicura e deve essere sgomberata,
a causa di problemi strutturali, così come
altre stanze del Palazzo, occupate dal
personale che lavora in commissione
Lavoro e nel centro studi dell'Ars. La
signora Anna non sapeva nulla del
provvedimento, dice di averlo appreso
dai giornalisti che oggi hanno bussato di
continuo alla sua porta. Racconta che "in
estate sono venuti dei vigili urbani a
controllare, ma mi avevano detto che era
tutto a posto". Le crepe all'interno della
casa, che un anno fa è passata dal
LIPARI. Sabato prossimo
nella chiesa dell'Immacolata
del Castello di Lipari verrà
proiettato in anteprima
nazionale il film-documentario
"La guerra dei vulcani" di
Francesco Patierno. Il film
ricostruisce con filmati
d'epoca le vicende amorose
tra Roberto Rossellini, Ingrid
Bergman e Anna Magnani.
Correva l'anno 1949 e le Isole
Eolie fecero da set naturale a
due film: "Vulcano", di William
Dieterle, girato nell'omonima
isola e interpretato da Anna
Magnani, il cui legame
sentimentale con il regista era
appena cessato; "StromboliTerra di Dio", girato ai piedi
del vulcano, diretto da
Rossellini e interpretato da
Ingrid Bergman che aveva
sostituito la Magnani nel
cuore del regista. Patierno
recupera "il pezzo di vita
intensa di tre esseri umani"
ossia la vicenda che all'epoca
diede luogo ad un vero e
proprio scandalo. "La guerra
dei vulcani" - prodotto da
Todos Contentos y yo
tambien in collaborazione con
Cinecittà Luce, Wide House e
Centro Studi Eoliano - è stato
presentato alla 69/ma
edizione del Festival di
Venezia e dopo proiettato in
atri festivals a Londra, New
York, Parigi, Toronto e
venduto in 12 paesi.
ROSA E NERO
Vogliono intitolargli una strada, ma lui è ancora vivo
demanio alla Regione così come l'intero
Palazzo, "ci sono sempre state, ma sono
lievi". "Sono invalida, non posso
muovermi da sola. Ho una pensione di
780 euro, pago il badante e vivo 400 euro
dell'accompagnamento. Dove vogliono
che me ne vada?". Per tanti anni, la
signora Anna ha venduto riviste nei locali
della Cappella Palatina, la basilica voluta
da Ruggero II, all'interno di Palazzo dei
Normanni, dove come custode hanno
lavorato il nonno e poi il padre. "Questa è
sempre stata casa mia", afferma. Per
l'Ars, invece, la occupa abusivamente.
Mentre il sindaco ha dato mandato alle
forze dell'ordine di intervenire nel caso
l'appartamento non venisse sgomberato
liberamente dalla donna.
PALMA DI MONTECHIARO. Il Comune di Palma
di Montechiaro gli voleva intitolare una via, ma il destinatario dellʼomaggio, lʼex carabiniere lombardo
Francesco Canepari, 88 anni, era (ed è) ancora vivo. A diventare protagonista della clamorosa gaffe
è stato il vice sindaco Angelo Cottitto, che aveva deciso di chiamare la famiglia Canepari (residente a a
Barzio in provincia di Lecco), per comunicare la scelta. A rispondere è stata la figlia, che, superato lo stupore, ha deciso di passargli il padre. Canepari, a Palma, fu protagonista della resistenza alle truppe anglo-americane appena sbarcate.
Crocetta: «Vicini al dolore della famiglia Romano»
PALERMO. Il Presidente della Regione Rosario
Crocetta, esprime il cordoglio personale e dellʼintero governo per la morte sul lavoro del giovane operaio Francesco Romano, che ha perso
la vita mentre svolgeva il suo lavoro presso il
“porto isola” del Petrolchimico di Gela. “Gli incidenti sul lavoro sono una tragedia nazionale,
una situazione drammatica su cui si è espresso
più volte anche il Capo dello Stato”. Crocetta,
chiede che venga fatta luce sul grave episodio,
verificando che tutte le norme sulla sicurezza
siano state rispettate.
pagina 5
CHI SCENDE
M Paolo Siracusano
MESSINA. Eʼ durata meno di
una settimana lʼipotesi che a
candidarsi a sindaco di messina per la lista del neo governatore Rosario Crocetta
potesse essere lʼimprenditore Paolo Siracusano. A
smentire la circostanza è stato lo stesso Giuseppe Ardizzone, “luogotenente” di Crocetta a Messina. Che ha bollato quella di Siracusano come “autocandidatura”.
M Biagio Gugliotta
MESSINA. «Glielo avevo detto a Briguglio che parlare di
abolizione delle Province portava male». Lʼesponente di Futuro e Libertà alla Provincia regionale non se ne fa una ragione. Dopo il flop alle Regionali continua ad arrovellarsi:
«Manco lʼaiuto a qualche collega ho potuto cercare...».
MEnzo Testagrossa
MISTRETTA. Il consigliere
provinciale di Mistretta è rimasto da solo. Lʼaltro collega
che teneva alta la bandiera
del Partito Repubblicano a
Palazzo dei Leoni, Pinuccio
Calabrò, è ritornato al Pdl. Testagrossa, ultimamente,
combatte lo stress torturando il ciuccio di lattice che utilizza come portachiavi.
M Rosario Crocetta
MESSINA. Era tra i più attesi
dai dirigenti e dai funzionari
dell'Assemblea, ma il governatore, che fa parte dei 90 parlamentari in quanto capolista
del listino bloccato, non si è
presentato allʼaccoglienza
prevista per i deputati eletti.
Così, agli uffici dell'Ars non è
rimasto che mettersi in contatto con Palazzo d'Orleans
per procedere d'ufficio all'accreditamento di Crocetta.
MGiovanni Pistorio
PALERMO. Lʼexassessore
alla Sanità si è visto riconfermare in Corte di cassazione
la condanna a risarcire poco
più di 49 mila euro alla Regione per danno erariale. Secondo i giudici, la spesa per finanziare nel 2006 la campagna pubblicitaria contro l'influenza aviaria sarebbe stata
"inutile e ingiustificata".
30 NOVEMBRE 2012
primopiano
centonove
MESSINA. L’ultimatum della Corte dei conti. Che punta il dito sulle “bugie” del Comune
Dissesto, immediatamente
“Palese violazione dei principi di veridicità, prassi elusive e illecite, operazioni indebite”. I magistrati contabili
lanciano accuse circostanziate. Nel mirino il balletto di cifre tra partecipate, debiti fuori bilancio e omissioni
DI ALESSIO CASPANELLO
lʼammontare dei debiti fuori
bilancio censiti risultava
vicinissimo ai 61 milioni di euro.
MESSINA. Come Fantozzi al trentottesimo Una “pretermissione delle poste
“coglionazzo” sʼincazzò, anche la Corte dei
debitorie”, scrivono i giudici, che
Conti, dopo aver predicato nel deserto di
fa venire meno il presupposto
palazzo Zanca, e di fronte alle orecchie da
logico dellʼoperazione di rientro,
mercante del Comune di Messina
“che postula una quantificazione
nonostante i continui richiami a mettere
attendibile della reale
mano ai conti in rosso, decide di averne
esposizione debitoria
avuto abbastanza. E manda una
complessiva da cui rientrare”.
violentissima e indispettita relazione in cui,
Operazioni che, secondo la
in soldoni, annuncia il dissesto come ormai
Corte dei Conti, sono
inevitabile. E manda le carte in Procura.
“difficilmente valutabili per il loro
Niente che non avesse già segnalato, e più elevato livello di genericità”.
volte, negli anni precedenti. Stavolta, però,
Quindi, secondo i magistrati
in venticinque pagine si chiude ogni minima Francesco Albo e Maurizio
apertura di credito nei confronti di “palazzo
Graffeo, il Comune non solo ha
Zanca”. Che ha ignorato per anni i richiami. nascosto o minimizzato cifre
GLI ESPERTI. Luigi Saccà, Nino Dalmazio e Paolo Tommasello
Basta “al lupo, al lupo”. Oggi la Corte dei
delle quali avrebbe dovuto
Conti mette da parte la carota. E impugna il tenere conto, ma ha messo in
preludio alla probabile apertura di una
già noti (Atm con bilanci non approvati dal
randello.
campo una serie di misure correttive
lunga serie di fascicoli. Ecco su cosa
2004, le partecipate di cui il comune di
I RILIEVI. “Lʼattività istruttoria condotta nei
allʼacqua di rose.
punteranno le indagini.
Messina si è sbarazzato, tipo Feluca, con
confronti del comune di Messina ha
LE CONTESTAZIONI. Solo sviste?
DEBITI FUORI BILANCIO. Secondo la
un patrimonio netto passivio di 777mila
risentito fortemente sia delle tempistiche
Nientʼaffatto. La Corte dei Conti non usa
Corte dei Conti, in parecchie occasioni il
euro, le liti tra Messinambiente e Ato3 che
oltremodo dilatate di approvazione degli
giri di parole per indicare “gravi criticità
comune di Messina si è girato dallʼaltro
poi dovrà ripianare il Comune), emergono
strumenti di programmazione economico
gestionali”, “irregolare utilizzo dei capitoli”,
lato. Intanto il “cazziatone” preventivo:
“disallineamenti tra le scritture contabili
finanziaria, sia della ritrosia
“non risulta conforme a sana gestione”,
“Lʼesistenza di tali passività rappresenta
degli organismi ed il bilancio dellʼente, che
dellʼamministrazione nel rappresentare la
“tendenza a sopravvalutare le poste in
lʼevidente risultato di unʼirregolare
ha fatto sì che debiti dellʼamministrazione,
situazione finanziaria e gestionale nella
entrata”, “irregolare programmazione e
programmazione e di unʼinadeguata
non censiti nè contabilizzati, siano rimasti
sua integrità”. Eʼ con una rasoiata in faccia
inadeguata gestione finanziaria protrattasi
gestione finanziaria protrattasi nel tempo”.
latenti”. Con la conseguenza che “tale
che i magistrati contabili inchiodano
nel tempo nel cui ambito le esigenze di
Poi si “entra nello zappato”. “Non appaiono
fenomeno, la cui rilevanza finanziaria è
palazzo Zanca ad opere ed omissioni
spesa, a causa dellʼesiguità delle risorse,
condivisibili le tesi sostenute dallʼente
difficilmente quantificabile, costituisce una
compiute negli anni. Perchè i giudici
hanno trovato comunque
nellʼadunanza del 10 ottobre (nella quale
pesante incognita che grava sul bilancio,
nutrono “dubbi sulla complessiva
soddisfacimento al di fuori
ha relazionato Marcello Scurria, lʼesperto
ma anche unʼulteriore riprova della non
attendibilità del rendiconto 2009”, e
delle regole
dellʼex sindaco Giuseppe Buzzanca in
rispondenza ai principi di veridicità,
rilevano, nel rendiconto del
giuscontabili” e
materie fiscali, ed il ragioniere generale
universalità, integrità e competenza”.
2010, “una sostanziale
“residui attivi
Nando Coglitore) circa lʼirrilevanza dei
PIANO DI DISMISSIONI. Sulla copertura
conferma delle gravi anomalie
contabilizzati in
debiti “censiti” fino al momento in cui non
dei buchi di bilancio con la vendita del
già evidenziate in
maniera
sono ricondotti al sistema di bilancio
patrimonio immobiliare, la Corte dei Conti
precedenza”. Perchè?
imprudente o
dellʼente, e la non obbligatorietà del
praticamente sbeffeggia palazzo Zanca.
Perchè il bilancio del 2010
addirittura
riconoscimento da parte del consiglio
Previsioni per quaranta milioni, incassi che
“non prende a riferimento
scorretta”. Fosse
comunale”. I debiti cʼerano, erano
non raggiungono i cinque e bacchettata
lʼintegrale situazione
un compito in
sulle dita di quelle che fanno male: “Ciò
debitoria”, per esempio,
classe sarebbe conosciuti, ma si è fatto finta che non
contassero, dicono in sostanza i magistrati
rendeva consigliabile un
dato che a febbraio del
un florilegio di
contabili. Eʼ riguardo a questʼaspetto che la
2012 il Comune iscrive in
matita blu.
Corte dei Conti fa “velatamente” capire che
bilancio oltre 44 milioni di
Essendo un
euro di “passività”
documento inviato in si potrebbe essere in presenza di qualcosa
di più serio che una semplice svista. “Le
mente, due mesi
Procura, è il
consistenti passività occulte finiscono per
prima,
inficiare gravemente il grado di attendibilità
delle risultanze contabili - scrivono - in
palese violazione dei principi di veridicità,
universalità, integrità e competenza
finanziaria del bilancio”. Per la seconda
stoccata basta attendere qualche rigo.
“Lʼindebita postergazioni di oneri finanziari
ad esercizi successivi - si legge - può
costituire una prassi elusiva del patto di
stabilità interno, e dunque illecita, nella
misura in cui finisca per rinviare
artificiosamente ad esercizi futuri oneri
finanziari di cui lʼente è già a conoscenza”.
“Palese violazione”, indebita” e “illecita”.
Tutto in venti righe.
LE PARTECIPATE. Quando parlano delle
partecipate, i magistrati contabili
Il commissario del Comune di Messina Luigi Croce
Romolo Dell’Acqua
usualmente si esaltano. A parte i disastri
INDISCREZIONI
pagina 6
centonove
ridimensionamento prudenziale poi non
avvenuto delle previsioni in entrata in sede
di assestamento generale”. Una rasoiata
che si conclude laconicamente. “La
perdurante esiguità degli introiti rispetto al
volume debitorio inducono uno scarso
ottimismo a riguardo”.
CIFRE DA BRIVIDO. Quando iniziano ad
apparire gli specchietti, nelle venticinque
pagine di relazione, le cifre che ne escono
fuori sono da brivido, sottolineate quasi con
sadismo dai giudici. Si apprende per
esempio che i debiti fuori bilancio, dal
milione e mezzo del 2009 hanno subito
unʼimpennata fino a nove del 2010 per poi
“decollare” e arrivare a quasi sedici nel
2011, in piena amministrazione Buzzanca.
E sono solo quelli censiti. Impressionanti
poi le anticipazioni di tesoreria: cinque
milioni nel 2008, addirittura 193 nel 2011,
solo in parte dovuti ai ritardi nei
trasferimenti statali e regionali.
LE CONSEGUENZE. Se ancora non si
fosse capito lʼandazzo, i giudici contabili
spiegano chiaro e tondo che “qualora dalle
primopiano
pronunce emergano comportamenti
difformi dalla sana gestione finanziaria,
violazioni degli obiettivi della finanza
pubblica allargata e irregolarità contabili o
squilibri strutturali in grado di provocare il
dissesto finanziario, e lo stesso ente non
abbia adottato entro il termine assegnato le
necessarie misure correttive, la stessa
sezione competente, accertato
lʼinadempimento, è tenuta a trasmettere gli
atti al Prefetto”. E lʼesponente di governo,
dopo un suo ultimatum, ha la facoltà di
sciogliere dʼimperio il consiglio comunale.
Le conseguenze dellʼazione andrebbero a
ritroso, e coinvolgerebbero i responsabili
politici fino ai cinque anni precedenti alla
dichiarazione di dissesto, con interdizione
parziale dai pubblici uffici. Uno scenario,
comunque, che presuppone i tempi di tre
gradi di giudizio da parte della magistratura
civile. Biblici, quindi. Ma nel breve termine?
TRENTA GIORNI. POI KAPUTT. La
soddisfazione parecchio amara di poter
dire “lʼavevo detto” se la prenderà
Giuseppe Melazzo, consigliere comunale
dellʼUdc e presidente della commissione
Bilancio che, spalleggiato da Nello
Pergolizzi di Fli (e in misura minore da
Felice Calabrò del Pd) le questioni portate
alla luce dalla Corte dei Conti le solleva da
cinque anni. Lʼordinanza dei magistrati
contabili “ringalluzzirà” anche il
commissario straordinario Luigi Croce, la
cui relazione (elaborata dai tre esperti Nino
Dalmazio, Luigi Saccà e Paolo
Tommasello e che riferiva di una massa
passiva di 250 milioni di euro) è
considerata dalla Corte dei Conti “molto
articolata” ed “ampia, esaustiva e
comprensiva di numerosi allegati”, mentre
altrattanto compiacimento i giudici non
hanno dimostrato nei confronti di quella
“ufficiale” proposta da Coglitore e dal
dirigente finanziario Giovanni Di Leo, che
invece di debiti ne hanno censiti una
sessantina. Lʼultimatum che la Corte
concede al Comune è di trenta giorni. Un
mese in cui si dovrà approvare il
previsionale 2012, ormai una barzelletta,
proporre misure per ridurre le anticipazioni
di cassa, riaccertare i residui attivi e togliere
dal bilancio quelli ormai inesigibili, e
mettere in campo correttivi credibili. Tutto
questo, sottolineano i magistrati contabili
“non preclude allʼente, ove ritenga di non
poter efficacemente adottare misure
correttive tali da superare le criticità in atto,
di procedere autonomamente alla
dichiarazione di dissesto”. In pratica, un
suicidio assistito.
Tributi, salta Dell’Acqua
e arriva Giovanni Bruno
Avvicendamento di dirigenti nell’area
strategica. E parecchio deficitaria
MESSINA. La situazione è di quelle che impongono scelte
forti, e Luigi Croce ci sta già pensando. Dalle indiscrezioni
che trapelano dietro la porta blindatissima del commissario
straordinario del comune di Messina, starebbe per saltare
la poltrona di Romolo DellʼAcqua, storico dirigente ai
Trubuti sulle cui spalle, in una precedente convocazione
da parte della Corte dei Conti, si voleva far ricadere la
responsabilità dello sfascio. Per la decisione di rottura che
PARALLELI
A Catania il “falso” va a giudizio
Dieci richieste per sindaco, commissario e dirigenti
CATANIA. A Messina
hanno omesso, a
Catania invece hanno
gonfiato. Il motivo è
uguale, e cioè evitare il
dissesto. Eʼ il risultato
che è diverso. Perchè se
in riva allo Stretto la
magistratura sta per
aprire i fascicoli solo
adesso, ai piedi dellʼEtna
ci sono richieste per
dieci rinvii a giudizio: un
sindaco, un commissario
e mezza dozzina di
dirigenti, accusati dal pm
Alessandra
Chiavegatti di aver
inserito dati falsi nei
bilanci di previsione dal
2006 al 2008.
2006. Per il previsionale
2006 la lente
dʼingrandimento si è
soffermata sul sindaco
dellʼepoca Umberto
Scapagnini, sul
ragioniere generale
Vincenzo Castorina,
sull'assessore al
Bilancio Francesco
Caruso e sul dirigente
alle Entrate Mario
D'Antoni: tutti indagati
in concorso per aver
approntato un
previsionale, scrive il
pm, “da cui emergevano
evidenti falsità anche
realizzate mediante
omissione”. Quali?
Sostanzialmente, aver
pareggiato il bilancio con
125 milioni di euro in
realtà mai incassati. Per
concorso in falso è
indagato anche Santo
Cimellaro, dirigente del
servizio Condono
porterà al trasferimento di DellʼAcqua, parlano due numeri:
la quarantina di milioni di euro che il dirigente ha certificato
come non più esigibili (antecedenti al 2006), e lo 0,24% di
riscossione sullʼaccertato della Tarsu che DellʼAcqua ha
sbattuto in faccia a Riscossione Sicilia a settembre. Al
posto di Romolo DellʼAcqua, che verrebbe rimosso anche
da capoarea del coordinamento tributario, siederebbe
Giovanni Bruno, oggi alle Espropriazioni, dipartimento
che sottostà proprio allʼarea oggi guidata da DellʼAcqua.
Nel rimpasto rientrerebbe anche il terzo dipartimento
dellʼarea Tributaria: il Patrimonio, oggi in mano (ad interim)
ad Antonella Cutroneo, che passerà a DellʼAcqua,
mentre la Cotroneo prenderà il posto di Bruno agli
Espropri. La manovra di Croce risponderebbe a due punti
ben precisi sollevati dalla Corte dei Conti. E cioè, per
primo, la cronica difficoltà del comune di Messina
(“autocertificata” da DellʼAcqua) a riscuotere quanto
dovuto in termini di tasse e tributi, settore che in città
pagina 7
30 NOVEMBRE 2012
edilizio. Insieme a
Castorina avrebbero
“dichiarato il falso ed
espresso pareri falsi” sul
condono del 2006, per
cui il comune avrebbe
incassato otto milioni. In
realtà, sostengono gli
inquirenti, sarebbero
solo 1.735.077 euro.
2007. Per il 2007 sono
indagati, oltre a
Scapagnini, sono il
dirigente alle Entrate
dellʼepoca Carmelo
Pricoco, ed il dirigente
allʼUrbanistica Luigi
Asero, oltre al nuovo
ragioniere generale
Francesco Bruno.
Anche stavolta cʼentra il
condono edilizio:
secondo lo schema di
predisposizione del
bilancio, le poste attive
inserite nel previsionale
2007 sarebbero state di
50milioni di euro, mentre
quelle effettive erano di
poco più di due milioni di
euro. Poi ci sarebbero
concessioni edilizie per
a 20milioni (in realtà sei
milioni e mezzo), e
quattordici milioni per la
vendita di box auto a
Librino, capitolo
dʼentrata che, scrivono i
magistrati, “non era
accertabile secondo il
principio di prudenza in
quanto nessuna attività
era stata intrapresa per
rendere effettive tali
entrate”.
2008. Scapagnini si
dimette da sindaco per
farsi eleggere al Senato,
e al suo posto arriva il
commissario
straordinario Vincenzo
Emanuele, già
ragioniere generale della
Regione e direttore
generale dell'Irfis. Anche
per lui, così come per
Scapagnini, Bruno e
all'assessore al Bilancio
Gaetano Tafuri, scatta
lʼaccusa di falso. Per
cosa? Per aver
predisposto il bilancio
preventivo 2008 “da cui
emergevano - scrive il
pm Chiavegatti - evidenti
falsità”: e cioè incassi
per 62.191.505,12 euro
di cui 16.158.000 dal
piano di risanamento
San Berillo, 13milioni di
euro per la
valorizzazione di aree in
variante al Prg, 16milioni
per edifici scolastici,
14milioni per vendita
box, 2.911.000 euro per
vendita di immobili
comunali. Poi, per il
pareggio di bilancio sono
stati inseriti, secondo la
Procura di Catania,40
milioni di condono
edilizio (in realtà ne
erano stati riscossi due
milioni e mezzo) ed
8.800.000 euro da
concessioni edilizie
“palesemente non
accertabili nell'anno”. Le
reazioni non hanno
tardato ad arrivare. “Non
posso essere accusato
di aver tentato di salvare
Catania durante i miei
pochi mesi di
commissario”, ha
spiegato Enzo
Emanuele. (A.C.)
registra unʼevasione spaventosa, che si attesta a oltre il
50%. Poi cʼè il fallimento del piano di dismissioni
immobiliari, concepito dallʼallora dirigente al Patrimonio
Franco Mondello ma subito avocato a sè dallʼex sindaco
Giuseppe Buzzanca (ed affidato a Giovanni Bruno).
Secondo i magistrati contabili, a fronte di 25 milioni di euro
previsti nel previsionale 2011, gli incassi effettivi si sono
fermati a meno poco più di due milioni, su una previsione
triennale di incassi di addirittura 40 milioni di euro.
Situazione della quale la Corte dei Conti è stata resa
edotta proprio da Giovanni Bruno, nella relazione di marzo
del 2012. In considerazione del fatto che su trenta gare
esperite, ad andare deserte sono state ben 22, lo stesso
Bruno aveva a malincuore perfezionato il regolamento
della vendita mediante permuta, poi approvato in consiglio.
Il risultato? I Magazzini generali, immobile da 5 milioni di
stima, è stato venduto a mezzo milione. Più una ventina di
appartamenti. Che il comune dovrebbe vendere. (A.C.)
30 NOVEMBRE 2012
primopiano
centonove
MESSINA. Le proteste? Finiscono in Prefettura. A causa della politica che fallisce
Trotta, salvaci tu
I primi caldissimi venti giorni del nuovo rappresentante del Governo.
Che confida: “La città ce la farà. Anche se il momento è drammatico”
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Eʼ un uomo paziente, Stefano
Trotta. Paziente e volitivo. Perchè, quando
sei prefetto di una città come Messina, non
sei arrivato che da qualche ora e,
affacciandoti alla finestra del tuo ufficio,
oltre al Nettuno ed alla Madonnina vedi
almeno due dozzine di lavoratori che
brandiscono striscioni e bandiere sindacali,
e sempre più stancamente protestano per
salvare il posto di lavoro o garantirsi un
trattamento da uomini e non da schiavi, il
minimo è armarsi di pazienza e sfoderare
una volontà di ferro.
VERTENZE PER TUTTI. Messinambiente,
Atm, dipendenti delle cooperative sociali,
Feluca e poi Servirail, Aicon, birra Triscele.
E così via. I tavoli aperti in prefettura dal
predecessore di Trotta, Francesco Alecci,
non si contano più. Di raccogliere
quellʼeredità, tocca al rappresentante del
governo che, prima di Messina, ha toccato
con mano la realtà di Trapani, altra
provincia affatto facile da gestire. Arriva a
Messina ad inizio novembre, il nuovo
prefetto, cinquantanovenne cosentino di
nascita, e subito capisce lʼandazzo. Il 5
novembre prende servizio a palazzo del
Governo, il giorno successivo si siede già
al tavolo organizzato dai sindacati Orsa e
Ugl per sbrogliare la vertenza della Sr
ristorazione, società che cura il servizio
cucina del Policlinico: la gara per
lʼaffidamento del servizio prevede tagli sul
costo dei pasti per i pazienti, da 15 euro a
13, euro. Con la conseguenza che i minori
introiti provocheranno il licenziamento di
metà dei 73 dipendenti della società. Non
passa che qualche giorno e davanti alla
sua porta bussano Messinambiente e Atm:
due vertenze per le partecipate del
Comune che coinvolgono quasi
milleduecento lavoratori e che il a palazzo
Zanca non si riesce a sbrogliare, che
vanno avanti da mesi tra braccia incrociate
per qualche ora, trasporto pubblico quasi
azzerato e emergenza rifiuti
continuamente, e minacciosamente, alle
porte. Ancora qualche giorno, e i
dipendenti della Fiera, ente al quale si è
deciso di chiudere lʼossigeno, vengono
ricevuti dal capo di Gabinetto Filippo
Romano e dal viceprefetto Matilde Mulè.
Passa poco, e al tavolo si accomodano i
rappresentanti di Casa Serena, struttura di
ricezione per anziani gestita dal Comune
che ospita cento anziani e dà lavoro a
centocinque famiglie. Va chiusa perchè
non a norma. La soluzione? La politica non
la trova, quindi ci si rivolge al Prefetto. E
questo solo i primi venti giorni di lavoro. E
quando non ci sono le vertenze?
Rappresentanza. Come lʼincontro con il
nuovo governatore della regione Sicilia
Rosario Crocetta, a Palermo. Un attimo di
respiro, avrà pensato Trotta. E invece no.
“LEI COSA NE PENSA?”. Ha voluto
incontrarli di persona i prefetti, il presidente
della Regione, tutti e nove, venerdi 16. E la
riunione informale ha avuto un epilogo
imprevisto, che per Trotta ha avuto il
sapore amaro del deja-vù. A Palermo, i
dipendenti della Gesip hanno “assaltato” il
palazzo, protestando con particolare
veemenza per la precarietà della loro
posizione. Trotta fa ritorno a Messina nel
tardo pomeriggio. Il volto è tirato e lʼabito
informale, la settimana è stata dura.
Chiede al suo capo di Gabinetto, Filippo
Romano, di commentargli un articolo sulle
prefetture pubblicato da una testata
nazionale. Ne ascolta con interesse
opinione, mentre nellʼufficio una piccola
radio diffonde musica a basso volume, poi
commenta «bella la parte sulla visione
“romantica” della figura del Prefetto...», e
lascia cadere la discussione. Ascolta
molto, Stefano trotta. E vuole conoscere
lʼopinione di chi ha di fronte. «Lei cosa ne
ZOOM
Triscele: birra, tragedie sfiorate
e quello “sgarro” istituzionale
Occupazioni ad oltranza, minacce di suicidio
e la riunione disertata. Con queste conseguenze
MESSINA. Di tutte le vertenze arrivate sui tavoli della
Prefettura, ce nʼè una che più delle altre lasciando
lʼamaro in bocca a palazzo del Governo. Sia per le
modalità con le quali si è sviluppata, sia per gli esiti
sempre più incerti. E pure per una questione di
“etichetta”. Eʼ quella dei quarantuno lavoratori della birra
Triscele, senza lavoro da un anno e qualcosa, con la
cassa integrazione che scadrà a fine anno, e senza
alcuna prospettiva di tornare a lavoro. Da giorni, intorno
alla fabbrica che la famiglia Faranda, proprietaria di
marchio e stabilimento, vorrebbe vendere per farci
costruire palazzine (e il cui ricavato dovrebbe finanziare i
nuovi misteriosi stabilimenti e far ripartire la produzione),
cʼè un presidio permanente di lavoratori, uno dei quali ha
minacciato di darsi fuoco. Perchè i dipendenti possano
avere accesso alla cassa integrazione straordinaria, e
rifiatare per due anni, è necessario che i Faranda
presentino il piano industriale, che consentirebbe al
Governo di emanare lʼammortizzatore sociale per
“ristrutturazione aziendale”. Incassato però il cambio di
destinazione dʼuso per lʼarea diventata edificabile da
parte del consiglio comunale, del piano e di una
localizzazione del nuovo stabilimento non cʼè traccia.
"Noi di qui non ci muoviamo - hanno dichiarato i
lavoratori in presidio permanente - macchinari e azienda
sono stati comprati anche con i nostri soldi". Al
pagina 8
passaggio dellʼazienda da Heineken alla famiglia
Faranda infatti, i 41 lavoratori misero a disposizione il
loro Tfr per facilitare lʼoperazione. Per questo, il prefetto
Stefano Trotta ha di nuovo convocato le parti intorno ad
un tavolo per il 6 dicembre. Un tavolo non facile. Perchè
il 15 novembre, a qualche giorno dallʼinsediamento di
trotta, i Faranda hanno disertato la riunione convocata in
prefettura. Una circostanza irrituale che a palazzo del
Governo non hanno preso bene. Con quali
conseguenze? Nessuna. Apparentemente. “Noi non
abbiamo alcun potere per costringere qualcuno a
dialogare - spiega il capo di Gabinetto della Prefettura,
Filippo Romano - però gioverebbe ricordare che il
Prefetto è il rappresentante del Governo, e snobbandolo
si commette uno sgarbo istituzionale nei confronti del
Governo. E siccome prima o poi ogni azienda si rivolge
indirettamente al Governo, le conseguenze sono
facilmente intuibili...” (A.C.)
primopiano
centonove
30 NOVEMBRE 2012
STORIE. Parla il capo di gabinetto FIlippo Romano. E spiega che...
«Da noi cinque vertenze al giorno»
“La gente riconosce l’autorevolezza e la credibilità dell’istituzione.
Perchè qui anche i commessi sono entrati per concorso”. Il racconto
pensa?» è una domanda ricorrente. le
risposte, però, le fornisce lui. “Credo che
Messina ce la farà. Deve farcela. La
situazione è difficile, quasi drammatica, lo
vedo negli occhi di chi manifesta qui sotto,
ma le assicuro che non è diverso da altre
parti”. Il problema è che quando tocca al
Prefetto intervenire, vuol dire che la politica
ha fallito. Sullʼargomento, Stefano Trotta
chiosa elegantemente, ma non lascia che
lʼargomento cada. “La politica dovrà
assumersi le sue responsabilità”. Poi si
congeda. La settimana che viene sarà
caldissima. Esattamente come quelle che
lʼhanno preceduta.
In alto,
una manifestazione
sindacale
di fronte
alla Prefettura
di Messina.
A sinistra
Stefano Trotta,
dallʼinizio
di novembre
Prefetto
della città
di Messina
MESSINA. Quarantasei anni,
capo di Gabinetto della
Prefettura di Messina e cinque
diverse esperienze da
commissario in comuni sciolti per
mafia, da Taurianova allʼultimo,
Racalmuto, paese natale di
Leonardo Sciascia. Ne ha di
storie da raccontare, Filippo
Romano. Le pareti della sua
stanza, a pianta circolare e
arredata in quel misto si sfarzo
barocco e austerità formale tipica
degli uffici di rappresentanza, è
piena di targhe e gagliardetti. Dei
comuni che ha amministrato da
commissario, dei riconoscimenti
che ha accumulato, dei ricordi
che ha collezionato. Filippo
Romano rappresenta la
continuità tra Francesco Alecci
e Stefano Trotta, il precedente e
lʼattuale prefetto, e il filo rosso
che unisce le infinite vertenze
che ogni giorno lʼinquilino del
palazzo del Governo si trova
sotto la finestra. Perchè siano
così tante, Romano lo spiega
“formalmente”, col necessario
distacco che il dovere
istituzionale gli impone. Ma in
viso gli si legge tutto quello che
non dice. “Il Prefetto,
istituzionalmente, rappresenta il
governo in periferia. In concreto,
ci si rivolge a noi quando ogni
altra strada sembra preclusa, e la
politica non ha risposte
soddisfacenti da fornire...”, lascia
cadere lì. Poi diventa più
specifico: “La Prefettura,
soprattutto in questo momento,
esercita una continua attività di
Ombudsman (termine che deriva
da un ufficio di garanzia
costituzionale istituito in Svezia
PUNTINI SULLE “I”
Incarichi, Cucinotta precisa
IL SOTTOSCRITTO ing. Raffaele Cucinotta, in relazione alla notizia apparsa a pag. 16 di Centonove
del 23 novembre ultimo scorso, sotto il titolo "Che incarichi straordinari", precisa quanto segue: Eʼ
con grande orgoglio e spirito di sacrificio che mi dedico da sempre ed esclusivamente al mio lavoro
di pubblico dipendente del Comune di Messina, ritengo pertanto l'articolo in oggetto altamente lesivo della mia reputazione e della mia immagine di funzionario pubblico. Infatti la somma realmente
percepita dal sottoscritto (pari a poco più di quattromila euro) si discosta di molto da quella astronomica di oltre trentasettemila euro pubblicata da Centonove senza chiarire che, per la gran maggior
parte, si riferisce a somme presuntive di cui non si ha certezza di erogazione e che comunque saranno eventualmente percepite a fronte di un lavoro di svariati anni ed al termine della realizzazione
delle opere pubbliche previste e solo nel caso in cui le stesse vengano mai finanziate e realizzate,
mentre al contrario appare dalla lettura dei titoli e dell'articolo che potrebbe trattarsi addirittura di
somme indebitamente percepite. Infine nessun salasso per le casse del Comune in quanto nemmeno un centesimo delle somme previste risultano a carico del Bilancio Comunale, poichè finanziate
dall'Istat o poste a carico dell'eventuale finanziamento dell'opera pubblica.
pagina 9
Filippo Romano
nel 1809 e letteralmente significa
“uomo che funge da tramite”,
ndr). Interviene, cioè, per mettere
le due parti attorno ad un tavolo e
farle ragionare in termini
pragmatici. Questo accade in
virtù dellʼautorevolezza, della
credibilità e del prestigio
dellʼufficio di Prefettura. E sa
perchè? - domanda -Perchè qui
dentro anche i commessi sono
entrati per concorso. Il Prefetto
non ha alcun potere legislativo
per intervenire a dirimere le
controversie, non può obbligare
nessuno a sedersi e ragionare.
Lo fa in ragione della sua
autorevolezza”. Sulle vertenze
che ogni giorno varcano i cancelli
della Prefettura, Filippo Romano
ha le idee molto chiare, e si
sbilancia. “Forse è ora di
abbandonare una cultura
desanctisiana e passare ad un
sano pragmatismo americano:
facciamo le cose bene, e
facciamole bene. Fino ad oggi, la
politica è stata insufficiente
soprattutto in questo: si è agito
secondo legge, ma si è sbagliato
tutto. E, incredibilmente, chi ha
votato poi si è “accontentato”
della buona volontà, vera o
presunta, trascurando del tutto i
pessimi risultati ottenuti”.
Sulla funzione sociale dellʼufficio
che dirige, il capo di Gabinetto
spiega che “naturalmente, la
Prefettura non interviene solo per
le mediazioni di lavoro, altrimenti
si sovrapporrebbe allʼufficio
provinciale del lavoro.
Lʼintervento del Prefetto tende a
scongiurare unʼemergenza
sociale. Ecco perchè i tavoli
arrivano da noi. E perchè - si
porta le mani ai capelli - due
settimane fa in un giorno
abbiamo tentato di sbrogliare
cinque vertenze in un giorno”.
Solo “maloccasioni”, quindi?
Nientʼaffatto. “Il nuovo Prefetto
Trotta ha deciso che un palazzo
come questo, di alto valore
storico e monumentale - spiega
mostrando la sua stanza - va
valorizzato, perchè non è giusto
che lo si consideri solo il posto
dove viene a protestare chi sta
perdendo il lavoro o si gestiscono
le calamità. E vorrebbe
organizzare mostre e visite
guidate”. Alla fine, la
confessione. “Messina è una
sede particolare - confida - la
lunghezza media di
insediamento di un Prefetto in
questa città è di quattro anni,
mentre altrove è di due.
Francesco Alecci è rimasto
addirittura cinque anni”. Perchè?
Sorride, Filippo Romano. E
allarga le braccia. “Chissà. Io una
mia idea ce lʼavrei pure. Chissà
che non sia quella giusta”. E
torna a sorridere. (A.C.)
30 NOVEMBRE 2012
primopiano
IL CASO. Dopo tre anni vincono il concorso ma non li prendono in organico
Vigili, modi poco urbani
Lontano dal clamore di tante vertenze “sospette” si consuma il dramma di 12 persone che
hanno superato le selezioni nella polizia municipale. Storie di merito e dignità. Calpestate
DI ARMANDO MONTALTO
MESSINA. Merito, eguaglianza di genere e
dignità. Nella Messina del nuovo millennio
ovunque risuonano queste parole. Ogni
discussione sul futuro della città, ogni
possibilità di riscatto passa da uno di questi
luoghi dellʼintimo dei cittadini. Poi, cʼè la
realtà. La realtà di chi mantiene un profilo
basso, studia, lavora e si comporta “bene”
e non ottiene nulla, non ottiene attenzione,
non attira polemiche o solidarietà. In dodici
sono idonei a fare i vigili urbani, hanno
studiato, hanno fatto un concorso e anche
se legalmente non hanno “vinto il posto”,
come da prassi delle pubbliche
amministrazioni possono essere assunti. A
discrezione dellʼamministrazione ma
possono essere assunti. Dopo un anno
dalla pubblicazione delle graduatorie e
dopo più di tre anni dallʼinizio dellʼiter
concorsuale, però sono al palo, senza
speranze, senza casse di risonanze. Anzi,
devono stare attenti a dire di essere stati
giudicati idonei perché i datori di lavoro,
che spesso non distinguono tra vincitore di
concorso e idoneo, ti considerano uno che
il posto fisso da qui a breve lo otterrà e
quindi non ti assume e casomai con la crisi
incalzante preferisce mandare a casa te,
che secondo lui il posto fisso lo avrai a
breve, piuttosto che un altro.
Il Concorso. A settembre del 2008 si
indice, dopo diciannove anni, la «selezione
per esami per lʼassunzione, con contratto a
tempo determinato della durata di 1 anno,
di 20 agenti di polizia municipale». Il
concorso era stato bandito in base allʼOpc
(Ordinanza della Protezione Civile) 3633
del 2007. Che prevedeva tra lʼaltro:« il
potenziamento dellʼefficacia operativa del
Corpo municipale, attivando contratti di
lavoro subordinato a tempo indeterminato
e limitatamente al Corpo di Polizia
municipale». E addirittura«la possibilità di
attivare contratti di lavoro subordinato a
tempo determinato nel limite massimo. di
200 unità». In sostanza il Comune di
Messina era autorizzato ad assumere
personale nel Corpo di Polizia Municipale,
visto lo stato di emergenza della città. Dopo
una lunga selezione che prevedeva dopo
una preselezione a quiz , esami scritti e
orali su materie giuridico amministrative. I
numeri dei partecipanti sono stati
sintomatici della disperata ricerca del
“posto”, infatti sono state 4mila le domande
e mille e 800 gli ammessi alle preselezioni.
Infine, in trentadue arrivano alla fase finale,
20 vincitori di concorso e dodici dichiarati
idonei. Nellʼaprile 2012 sono stati assunti i
venti. Gli altri adodici aspettano.
I Dodici. Un atto di indirizzo comunale, a
fine luglio prevede «di porre in essere gli
atti di natura gestionale per estendere
lʼassunzione, con contratto a tempo
determinato della durata di 1 anno, a
numero 12 agenti di polizia municipale
attingendo alla graduatoria di quanti sono
risultati idonei alle prove di selezione, per
complessivi numero 32 nuovi assunti - e
insiste il documento. Dare atto che le
risorse finanziarie necessarie per
fronteggiare la spesa occorrente per il
pagamento degli emolumenti e relativi
oneri previdenziali, assistenziali,
infortunistici, Tfr e quantʼaltro, possono
essere attinte dalle entrate provenienti
centonove
dallʼEcopass». Insomma, i dodici
speravano finalmente in una risoluzione
della loro causa, ma ad oggi nulla di nuovo.
«Le nostre speranze sono state tradite spiega Giusi Leonardo, affabile trentenne,
dichiarata idonea - abbiamo studiato tanto,
ci siamo confrontati con esami difficili, e ora
non sappiamo cosa sarà di noi». La
situazione dei dodici è particolare perchè a
termini di legge non devono esere assunti,
ma nella seduta del 15 marzo 2012 la
Nona Commissione Consiliare, dopo aver
sentito i vertici del Corpo e i sindacati
dichiara che: «il Corpo della Polizia
Municipale, può contare su 372 unità con
unʼetà media di 55 anni e, invece,
dovrebbe disporre di 636 unità lavorative e aggiunge che - in base ad una serie di
parametri definiti da un Decreto della
Regione siciliana dovrebbe essere di 1108
unità». Insomma ci sono vuoti di organico,
ci sono dodici persone dichiarate idonee a
fare il “Vigile”, ma nulla si muove. Oltre i
numeri e la graduatoria, però, ci sono
persone, dopo i primi entusiasmi della
pubblicazione della graduatoria in molti si
sentono abbandonati a se stessi. «Come
puoi programmare la tua vita quando non
sai se ti assumeranno o meno - insiste
Valentina DʼAmico, risultata 21esima e
quindi prima tra gli idonei, che trasuda
delusione dagli occhi -, ho studiato tanto
per il concorso, per due anni mi sono
districata tra esami di laurea e materie del
concorso, e ora?».
Nascondersi. Le storie sono tante, chi
pensava a sposarsi e mettere su famiglia,
chi immaginava una vita più facile con due
stipendi per campare la famiglia in tempo di
crisi, ma la realtà è differente. Sembra
assurdo, ma essere idonei in una
graduatorie è come avere una spada di
Damocle sulla testa. In molti hanno
problemi a trovare lavoro, sono quasi
costretti a nascondere la presenza nella
graduatoria. Spiegano alcuni: «nessun
imprenditore acetta di assumere chi può
essere assunto a breve». Tre anni, per
legge, dura una graduatoria di idoneità, per
tre anni si rischia di perdere il lavoro, in
tempo di crisi il datore di lavoro preferisce
licenziare chi ha, forse, unʼaltra chance.
Per tre anni devi provare a nascondere la
tua posizione durante un colloquio di
lavoro, per tre anni sembra che il mondo
vada al rovescio. «Continuiamo ad
attendere, seguendo le regole dello Stato chiude Leonardo. Attendono, senza azioni
clamorose, ma rispettosi delle leggi di
quello Stato che vorrebero servire in divisa.
IN CIFRE
Chi sono, quanti sono, cosa fanno
MESSINA. In tutto, tra dipendenti, contrattisti, personale in distacco e nuove
recenti assunzioni, i vigili a Messina sono 372 con unʼetà media di 55 anni ed
entro il 31dicembre dovrebbero scendere a 360 visto che 12 andranno in pensione. Ma dovrebbero essere parecchi di più. 650, in base alla pianta organica del Comune, oltre mille in base ad un decreto assessoriale della regione
Sicilia del 1993. E nonostante apparentemente non se ne trovi uno quando
servirebbe, i vigili urbani messinesi svolgono un gran lavoro, stando ai numeri che ogni anno il corpo fornisce. Nel 2011, infatti, la polizia municipale ha
elevato multe per quasi quattro milioni e mezzo di euro ed ha riscosso un milione e 400mila euro di sanzioni amministrative. Per il 2012, addirittura, la previsione era di un milione e mezzo d’incremento di entrate da sanzioni per violazioni del codice della strada, per via dell’aumento di personale, 22 contrattisti e 26 agenti assegnati durante gli ultimi mesi del 2011.
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30 NOVEMBRE 2012
Politica
REGIONE. Il governatore revoca incarichi, avvia sostituzioni e annuncia tagli. Ma...
Dirigenti in... Crocetta
Gli incarichi apicali dovranno essere tredici come gli assessorati più la presidenza. Un proposito
che “cozza” con l’organizzazione degli uffici. Che può essere cambiata solo con una legge
DI DANIELE DE JOANNON
PALERMO. Lʼobiettivo di Rosario
Crocetta è stringere su 13 direzioni
generali, quanti sono gli assessorati più
la presidenza della Regione Sicilia. Tra il
dire e il fare, però, oltre alle revoche degli
incarichi conferiti dal suo predecessore
Raffaele Lombardo e alle
riassegnazioni operate, cʼè una modifica
dellʼassetto regionale che va operata per
legge. Al di là degli annunci del
governatore, «Si tratta di un
provvedimento provvisorio... I dirigenti
generali che resteranno saranno
riassegnati non più come direttori
generali ma come dirigenti di terza
fascia», Rosario Crocetta dovrà
legiferare per mettere a punto la sua
“rivoluzione”. Dovrà quindi elaborare un
provvedimento ad ok della giunta che
andrà a incastrarsi con lʼaltro che deve
definire e “isolare” i compiti del neoassessore alʼ Turismo Franco Battiato.
LA VECCHIA LEGGE. Era il 16 dicembre
del 2008, lʼAssemblea regionale approvò
la legge numero 19 “Norme per la
riorganizzazione dei dipartimenti regionali.
Ordinamento del Governo e
dell'Amministrazione della Regione” che
avrebbe dovuto costituire uno dei fiori
allʼocchiello del governo Lombardo. Il testo
andava (e va) ad incidere sulla tabella A
(dipartimenti regionali ed uffici equiparati)
della legge 10 del 2000, che riduceva il
tutto a 28 entità: 28 dipartimenti (tra questi
anche la segreteria generale della
presidenza), lʼUfficio Legislativo e Legale,
lʼAgenzia regionale per l'impiego e la
formazione professionale e Comando del
corpo forestale della Regione siciliana.
Parallelamente, venivano anche rimodulati
i compiti degli assessorati, in tutto 12, più
la presidenza. Con la riforma, infine, si
aboliva lʼAgenzia regionale dei Rifiuti e
IL “ROTATORE”. Rosario Crocetta
delle Acque. Ulteriori modifiche furono
operate in sede di attuazione, fra cui una
contestata da Consiglio di Glistizia
Amministrativa.
I “COLPITI”. Sono fino ad ora otto i
dirigenti generali revocati da Crocetta:
Gianluca Galati del Dipartimento
regionale energia (sostituito da Marco
Lupo), Mariano Pisciotta, allʼAudit, è
stato sostituito da Giovanni Bologna, al
posto di Ludovico Albert (Formazione
professionale) arriva Annarosa Corsello,
mentre a Francesco Nicosia (Attività
Produttive) subentra Vincenzo Falgares.
Sono stati revocati poi gli incarichi al
ragioniere generale Biagio Bossone, a
Gesualdo Campo (Beni Culturali), Pietro
Tolomeo (Comando Foreste, al suo posto
Vincenzo Di Rosa) e Marco Salerno
(Turismo, arriva Sergio Gerardi).
Lʼobiettivo di Crocetta è arrivare a tredici
dirigenti quanto gli assessorati e la
presidenza. Ma, a lasciare qualche dubbio,
è una frase detta in conferenza stampa: «I
dirigenti generali che resteranno saranno
riassegnati non più come direttori generali
ma come dirigenti di terza fascia». Una
frase che tocca un problema mai risolto
della Regione: quello di una categoria,
proprio la terza fascia, che è unica per la
Regione siciliana e conta mille persone al
suo interno. Ma se un conto è attribuire
centonove
(nonostante tutto) una direzione generale
a un appartenente a questa categoria, ben
diverso è “retrocedere” di ruolo chi è di
prima (38) o di seconda (960). Un altra
idea proposta da Crocetta è quella di
ricorrere agli esterni. La questione delle
dirigenze apicali al di fuori dal Ruolo Unico
della Regione è stata al centro di una
dispota tra il 2009 e il 2010.
NOMINE E “GRANE”. Lʼex ministro per
gli affari regionali Raffaele Fitto aveva
infatti aperto il fuoco contro la scelta,
operata a fine 2009 alla giunta, di
designare nove dirigenti generali esterni :
Rossana Interlandi (dipartimento
Energia), Romeo Palma (Ufficio legale),
Rino Lo Nigro (Agenzia per l'impiego),
Patrizia Monterosso (Istruzione e
Formazione), Nicola Vernuccio (Attività
produttive), Maurizio Guizzardi (Sanità),
Gian Maria Sparma (Pesca), Mario
Zappia (Osservatorio epidemiologico) e
Salvatore Barbagallo (Agricoltura). Lo
scontro era finito davanti alla Consulta,
che aveva dato ragione alla Regione,
che aveva il titolo per organizzare la
propria dotazione di personale. Ma la
questione non terminò con il giudizio
della Corte Costituzionale. Gli “esterni”,
gran parte di essi, finirono impallinati a
causa della “necessità” o meno
dellʼingaggio. A muoversi, infatti, fu la
Corte dei Conti che puntò il dito su
nomine effettuate senza verificare se vi
fossero professionalità allʼinterno di
unʼamministrazione che sfiora il migliaio
di dirigenti di prima e seconda fascia. Un
passaggio che, al di là delle parole,
Crocetta sarà chiamato a compiere. In
ultimo, il presidente deve affrontare la
“grana” derivata dal pronunciamento del
Cga 211 del 2012 che ha sancito, per la
riorganizzazione degli uffici operata da
Lombardo con il decreto presidenziale
numero 370 del 28 giugno 2010
(“Rimodulazione dellʼassetto
organizzativo, di natura
endodipartimentale, dei dipartimenti
regionali”, per i giudici “irrimediabilmente
illegittimo e destinato ad essere
annullato tutte le volte che detto vizio dio
legittimità venga correttamente
denunciato”. In seguito al ricorso di
alcuni funzionari dei Beni Culturali che
erano stati trasferiti, il Cga ha rilevato che
lʼazione amministrativa di Lombardo non
aveva richiesto, come dovuto, il parere
preventivo al Consiglio di Giustizia
amministrativa, sancendone illegittimità e
nullità.
TERREMOTI
Valenti, assessore lampo
Si dimette la delegata dell’Udc alle Autonomie
DIMISSIONARIA. Patrizia Valenti
MESSINA. La giunta Crocetta perde pezzi, eppure non si è ancora riunita. Lʼultimo è Patrizia Valenti, delegata alle Autonomie
locali e rinviata a giudizio nellʼambito di questioni interne al Cas,
di cui è stato commissario: “Sono stata chiamata da tecnico a svolgere un lavoro per il bene della Sicilia e preferisco non intromettermi in questioni dal sapore politico. Ringrazio l'Udc per la fiducia che mi ha accordato, ma non sono abituata a stare dentro i giochi politici. Sono un dirigente dell'amministrazione regionale e una
servitrice leale dell'interesse pubblico e per questa ragione ho deciso di rimettere il mio mandato nella mani del presidente della Regione”, scrive in una nota, aggiungendo anche: “Ho appreso da
notizie di stampa le opinioni del presidente Crocetta sulla vicenda che mi riguarda. Non più tardi di due giorni fa, carte alla mano,
pagina 11
ho fornito ogni spiegazione circa la notizia, quella del mio rinvio a
giudizio, già conosciuta dall'opinione pubblica perché ampiamente divulgata dai mass media all'epoca dei fatti. Peraltro - prosegue - a causa di un grave lutto familiare, immediatamente dopo la nomina, non ho avuto il tempo di incontrare o sentire il presidente, fino a martedì, giorno in cui è stato pubblicato l'articolo.
Nell'incontro con il presidente sono stata puntuale e dettagliata
nel ripercorrere tutte le tappe che hanno portato al procedimento
penale in corso nei miei confronti. Già ieri mattina (28 novembre,
ndr) avevamo iniziato con il presidente a lavorare insieme per affrontare alcune tematiche urgenti della realtà siciliana, nel corso
di un incontro al ministero dell'Economia. Ribadisco la mia lealtà
nei confronti del presidente e della pubblica amministrazione”. Le
dimissioni sono un brutto colpo per lʼUdc, che aveva segnalato il
nome anche per assicurarsi i voti dellʼala del Pdl di Giuseppe Castiglione (vicino alla Valenti) per la presidenza dellʼArs da attribuire a Giovanni Ardizzone: “Prendiamo atto con dispiacere
profondo della decisione dell'assessore Valenti....”.
Politica
30 NOVEMBRE 2012
MESSINA. Al ballottaggio si decide il destino della coalizione in Italia e gli equilibri in città
Centrosinistra al bivio
I sostenitori di Matteo Renzi sperano di incrementare la percentuale di voto
per aprirsi un varco nella selva delle preferenze di Genovese. Che appoggia Bersani
DI TIZIANA CARUSO
MESSINA. Sarà ballottaggio tra
Bersani e Renzi, e il centro-sinistra
messinese, pur convergente sul grande
risultato partecipativo alle primarie, si
annuvola con analisi del voto,
“polemiche” e “avvertimenti”. «Non
vogliamo gettare ombre sul risultato
messinese delle primarie, ma qualche
criticità è senza dubbio emersa, per
questo durante il ballottaggio i
sostenitori di Renzi saranno presenti in
tutti i seggi con propri rappresentati a
vigilare sullo svolgimento delle
procedure elettorali, cosa che non è
successa al primo turno». Non entra
apertamente in polemica, Filippo
Cangemi, coordinatore provinciale del
comitato “Adesso!” nato a sostegno del
sindaco di Firenze, non parla di “brogli”,
però avverte: «Di certo non abbiamo un
apparato elefantiaco, ma per il
ballottaggio saremo ancora più
presenti, stavolta con eventuali
contestazioni». Così le primarie del
centro-sinistra continuano a far
discutere, anche a livello locale, dove,
la roccaforte di Francantonio
Genovese ha regalato a Pierluigi
Bersani un bottino di 20.398
preferenze, a fronte dei 7.067 voti
ottenuti dal “rottamatore” Matteo
Renzi, dei 3.749 voti incassati da Nichi
Vendola, mentre poco più di 350
preferenze sono andate a Laura
Puppato e 187 voti a Bruno Tabacci.
LA GEOGRAFIA DEL VOTO. Sono
stati 13.240 i votanti alle primarie del
Pd nei 22 seggi messinesi dislocati da
Spartà a Giampilieri. Le rimanenti
18.517 preferenze sono piovute dalla
provincia. A Messina seggio più
“affluente”, che raggruppava le sezioni
delle scuole “Boer”, “Battisti”, “Cesareo”
e “Vann'Antò”, è stato quello di piazza
Castronovo con 1.674 votanti. Da
Giostra si passa all'Annunziata, con i
In alto da sinistra,
Filippo Cangemi
(Comitati Renzi)
e Giuseppe Grioli
(segretario
cittadino del Pd,
bersaniano).
Accanto,
da sinistra,
Francesco Palano
Quero (renziano)
e Domenico Siracusano
(Bersani)
1.496 voti delle sezioni che riunivano le
scuole elementari di San Licandro, “S.
Eustochia” e “Vittorini”. Hanno superato
i 1000 voti anche i seggi allestiti per
Montepiselli e Gravitelli, per la IV
circoscrizione e il gazebo che ospitava
le sezioni di palazzo Zanca, della
scuola “Tommaseo” e della “Galatti”.
Ha raggiunto quota 950 voti il seggio
delle sezioni di “Collereale”, della
scuola “Principe di Piemonte” e della
“Pirandello”. Buona prestazione anche
per il seggio che riuniva i quartieri di
Cep, Contesse e Minissale dove a
votare sono state oltre 650 persone. In
provincia, invece, il primato è di Patti
con 1.290 voti. A Milazzo, in due seggi,
hanno votato 1.164 persone. I tre seggi
di Barcellona hanno fatto registrare
1.079 preferenze e il seggio di Brolo
851. Bersani ha superato ovunque
Renzi, tranne ad Alì Terme, Capo
d'Orlando, Fondachelli Fantina, Gaggi,
in uno dei seggi di Gioiosa Marea, a
Librizzi, Sant'Alessio Siculo e Scaletta
Zanclea.
“RENZIANI” VS “BERSANIANI”. Un
risultato che la compagine renziana
messinese giudica di tutto rispetto
soprattutto per l'impari “lotta” che ha
visto ben tre deputati e un plotone di
consiglieri comunali e provinciali
“scontrarsi” contro il “portfolio-voti” di un
piccolo drappello di “renziani”
capeggiato da Filippo Cangemi,
Giacomo D'Arrigo, Alessandro Russo
e Francesco Palano Quero. Nel
“backstage” delle primarie, a Messina,
sta andando, infatti, in scena anche
un'accesa dialettica tra “genovesiani
fedeli” e “dissidenti”. Con i “renziani”
che, all'indomani del risultato messinese
centonove
delle primarie, hanno evidenziato
qualche “anomalia” nello svolgimento
delle operazioni di voto e adesso
promettono “battaglia” proprio in vista
del ballottaggio. “Anomalie” che i
“bersaniani” hanno subito minimizzato:
«Nei verbali non c'è alcuna
contestazione, i ritardi nella
comunicazione dei dati sono stati
causati da ovvie difficoltà logistiche nel
gestire le operazioni in una provincia che
conta 108 comuni e se anche qualche
elettore non era munito di certificato,
risultava pre-registrato, per questo era
comunque possibile individuare la
sezione di votazione, escludo che si sia
votato in seggi diversi da quello di
appartenenza e che qualcuno non abbia
versato i 2 euro di contributo». Così,
colpo su colpo, ha ribattuto il
“bersaniano” segretario cittadino del Pd
Giuseppe Grioli. A gettare benzina sul
fuoco, in una “diaspora” che sta
animando il Pd messinese in prossimità
delle amministrative, c'è Domenico
Siracusano: «Bersani a Messina ha
stravinto, Renzi ha fatto sicuramente un
buon risultato, ma sembra che i suoi
seguaci messinesi si stiano
concentrando un po' troppo a gettare
ombre su cose che non esistono.
Piuttosto ci si dovrebbe preoccupare di
un altro fatto - che il coordinatore del
comitato pro-Bersani ha definito di
“assoluta gravità” - come si è potuto
permettere che un riconoscibilissimo
esponente del Pdl come Pippo Isgrò
abbia votato alle primarie del centrosinistra? Le primarie non sono uno
scherzo, si condivide un programma, si
entra a far parte di un corpo elettorale. A
meno che Isgrò adesso non faccia parte
del centro-sinistra, la sua preferenza a
Renzi è un'azione assolutamente fuori
luogo».
VERSO IL BALLOTTAGGIO. Solo i
registrati al precedente turno potranno
partecipare al ballottaggio tra Pierluigi
Bersani e Matteo Renzi, o chi sia in
grado di “giustificare” la mancata
registrazione. Sono state circa 40 mila le
registrazioni effettuate a Messina e
provincia (quindi dovrebbe aggirarsi
attorno agli 80mila euro l'incasso
messinese di queste primarie) a fronte di
31.818 votanti. Una “forbice” di circa 8
mila possibili “mine vaganti” tra Bersani e
Renzi, più i sostenitori di Vendola,
Puppato e Tabacci che a Messina sono
stati in totale 4.292 e che, in base agli
orientamenti nazionali, dovrebbero far
convergere le loro preferenze sul
segretario del Pd.
“TERZO POLO”
Occhi sui vendoliani
A chi andrà l’appoggio degli uomini di Sel?
MESSINA. «L'elettorato messinese di Sel è libero, per questo, nonostante a livello nazionale ci sia una manifesta affinità con Pierluigi Bersani e si avversino soprattutto le politiche neo-liberiste di Renzi, non è escluso che alcuni militanti
di Sel possano votare il sindaco di Firenze durante il ballottaggio del 2 dicembre». Così si è espresso il coordinatore
provinciale di Sinistra, Ecologia e Libertà, Salvatore Chiofalo. Pur rimarcando il feeling nazionale con Bersani e, soprattutto, affermando che i militanti messinesi di Sel non mancheranno l'appuntamento col ballottaggio, sarà possibile,
dunque, che i “vendoliani” messinesi non concentrino in blocco le forze per Bersani. Sulla stessa lunghezza d'onda anche altri esponenti locali, tra cui Elio Morabito: «L'endorse-
ment a Bersani è chiaro sia a livello nazionale che regionale e anche a Messina, a parte singoli sparuti casi, l'appoggio
dei militanti di Sel sarà per il segretario del Pd. È possibile
che qualcuno non vada a votare o che qualcun altro propenda per altri lidi, ma in linea di massima siamo compatti
pro Bersani e garantiremo la presenza ai seggi sostenendolo lealmente». In città Vendola ha racimolato 1.708 preferenze, 2.041 sono invece arrivate dalla provincia con alcuni
picchi, tra cui i 289 voti messi insieme nei tre seggi di Barcellona e le 221 preferenze ottenute nei due seggi di Milazzo. «I risultati del segretario del Pd, del sindaco “rottamatore” e del nostro leader - continua poi Chiofalo - sono stati eccellenti». Il coordinatore del partito di Vendola non si limita
comunque al panorama nazionale e butta un occhio sulle
amministrative. «Auspico che anche per le elezioni locali si
scelga lo strumento delle primarie del centro-sinistra, non solo al Comune ma anche alla Provincia, soprattutto per voltare pagina rispetto alla precedente amministrazione e af-
pagina 12
finché vengano riconosciute e palesate le gravi responsabilità di chi ha governato e di chi ha appoggiato il Pdl in questi
anni». Evidente un riferimento ai centristi dell'Udc. Ma Chiofalo dà un colpo al cerchio e uno alla botte anche in vista di
una primavera elettorale che è tanto vicina quanto, soprattutto sottobanco, chiacchierata, e che vede l'asse Pd-Udc,
anche alla luce dei risultati elettorali della Regione, sempre
più certa, almeno in riva allo Stretto. «Non poniamo veti, ma
non vogliamo veti - questa la posizione di Chiofalo - ben venga l'alleanza tra il Pd e i centristi, noi non siamo contrari, a
patto che l'Udc usi lo stesso trattamento nei nostri confronti». Per quanto riguarda i sostenitori messinesi degli altri due
candidati alle primarie, Laura Puppato e Bruno Tabacci, i
543 voti raggranellati in riva allo Stretto potrebbero non essere “dirottati” durante il ballottaggio, anche se il coordinamento della Puppato ha inviato a Bersani e Renzi una lista
di “punti non negoziabili” e chi li appoggerà riceverà il suo sostegno, che a livello nazionale si è fermato al 2,6%. (T.C.)
centonove
Politica
30 NOVEMBRE 2012
PER LE PRIMARIE. Nino Germanà
CON GIORGIA MELONI. Ciccio Rizzo
CENTRODESTRA. In riva allo Stretto c’è chi vuole le consultazioni a prescindere da Roma
Primarie a tutti i costi
Scaldano i motori l’alfaniano Nino Germanà, che auspica una partecipazione
dello stesso Berlusconi, e Ciccio Rizzo, in pista per Giorgia Meloni. Mentre Buzzanca...
MESSINA. Primarie sì, primarie no. Nel
centro-destra sono tutti appesi a un filo con
il Pdl al minimo storico nei sondaggi di
gradimento. Il “delfino” Alfano, Micaela
Biancofiore, Alessandro Cattaneo,
Guido Crosetto, Giorgia Meloni,
Gianpiero Samorì, Daniela Santanchè...
E di conseguenza “fase di stallo” anche
per quei pochi che, a Messina, avevano
iniziato a lavorare a sostegno dei candidati
alle primarie del centro-destra. Dai vertici
alla base, sono tutti in attesa di sapere
cosa intenda fare l'ex premier Silvio
Berlusconi che, dopo il placet allo stesso
Alfano, mostra invece di voler “rottamare” i
suoi “rottamatori”, ancor prima che
accendano i motori. Certo è che tra i
“magnifici 7” del centro-destra i garanti di
Berlusconi non mancano ed è palese che
saranno in tanti a fare un passo indietro nel
momento in cui l'ex premier, come ormai
sembra chiaro, scioglierà il riserbo sulla
“ridiscesa” in campo.
“BOCCE FERME”. Dopo l'ennesimo,
convulso, cambiamento di rotta in merito
alla “resurrezione” politica di Berlusconi, il
dato certo è che la situazione del centrodestra appare a tal punto aggrovigliata da
pregiudicare ormai quasi certamente lo
svolgimento delle primarie, strumento
voluto fortemente soprattutto dal
segretario del Pdl per sancire
definitivamente il passaggio di testimone e
provare a risollevare le sorti del partito.
Non hanno avuto lo stesso clamore
suscitato da quelle del centro-sinistra, ma
in parecchi avevano iniziato a credere il
futuro del centro-destra dovesse passare
imprescindibilmente dalle primarie. Tanto
che in moltissime città d'Italia, compresa
Messina, era persino partito il tam-tam di
sms e si era proceduto con la raccolta
delle firme. Altrove poi, erano già sorti i
comitati territoriali e si era provveduto
persino alla stampa di manifesti. Una
mobilitazione adesso vana, almeno così
sembra.
“PRIMARIE CON BERLUSCONI”. A
meno che, come chiede, ad esempio,
Giorgia Meloni, Berlusconi non decida di
“scendere tra i comuni mortali” e
confrontarsi. Ma la data del 16 dicembre
sembra, in ogni caso, troppo vicina. Quasi
dello stesso avviso anche il neo eletto
parlamentare regionale Nino Germanà,
alfiere di Angelino Alfano nel messinese.
«Non credo che l'eventuale partecipazione
alle primarie possa sminuire la figura di
Berlusconi. Le primarie, lo ha fatto vedere
il centro-sinistra, sono uno strumento utile
a rinsaldare i rapporti con l'elettorato e il
Pdl al momento ha, senza dubbio, questo
bisogno. Se non si faranno a dicembre,
difficilmente sarà possibile a gennaio,
ormai la linea di indirizzo sembra quella di
non procedere con le consultazioni del
centro-destra».
“RINNOVAMENTO” O “SCISSIONE”.
Quali le altre ipotesi possibili? Germanà
prova a districare la “matassa”. «Non
credo ci sarà una spaccatura tra
Berlusconi e Alfano, ma, a questo punto,
mi auguro che quantomeno si realizzi un
rinnovamento della classe dirigente, con
Alfano premier o Lupi o un'altra figura
“giovane” e con le varie anime che al
momento frammentano il Pdl tutte
nuovamente unite, compresi gli ex An».
Anche se, a quanto pare, la strategia
tracciata dall'ex premier per attutire i colpi
di una debacle del centro-destra potrebbe
essere anche quella, già “lavorata” da
parecchio tempo, della “scissione”.
I GIOVANI E GLI EX AN. Sulla scia del
“rinnovamento” si inseriscono,
contestando l'eccessivo “timore
referenziale” di Alfano nei confronti di
Berlusconi, anche i sostenitori messinesi
di Giorgia Meloni. Pur non avendo ancora
iniziato a raccogliere le firme per l'ex
ministro della Gioventù, avevano già preso
contatti per costituire comitati territoriali a
sostegno della candidata, nonostante .
Oltre a quello di Milazzo, puntavano anche
su Messina e Lipari, quest'ultima “terreno
fertile” per uno tra i più ferventi
“rottamatori” del Pdl messinese, Ciccio
Rizzo. Adesso, il gruppetto di giovani
capeggiato da Rizzo, si ritrova a braccia
larghe a causa del caos in cui «si sta
consumando quel che resta del Pdl».
«Non fare le primarie vuol dire affossare
ulteriormente il Popolo della Libertà afferma Piero Adamo - se non ci sarà un
cambiamento reale difficilmente il centrodestra si potrà risollevare dal baratro in cui
è precipitato». Dello stesso avviso anche
Rizzo: «L'opzione di non fare le primarie a
questo punto è pura schizofrenia ed è
chiaro che se Alfano dovesse decidere di
rientrare sotto l'ala di Berlusconi, la
componente ex An potrebbe spaccarsi
ulteriormente, anche in Sicilia. Se le
primarie del centro-destra dovessero fallire
a livello nazionale, mi auguro almeno che
a livello locale venga mantenuto quanto
dichiarato sulle prossime amministrative».
Su questo punto si esprime Peppino
Buzzanca, coordinatore provinciale del
Pdl: «Indipendentemente da quello che
accadrà a livello nazionale in città le
primarie si faranno, e io vorrei che fossero
di coalizione, auspico inoltre che, a livello
nazionale, il percorso intrapreso già da
tempo da Angelino Alfano non si
interrompa». (T.C.)
OUTSIDER
E Isgrò va tra la gente
L’ex assessore guarda alle prossime amministrative
FRA LA GENTE. Pippo Isgrò
MESSINA. Tra chi non sta sotto l'ala di Angelino Alfano, a Messina, c'è anche Pippo Isgrò, esponente del Pdl in “acceso” fermento
elettorale. Dopo aver appoggiato alle ultime elezioni regionali l'ex
sindaco Buzzanca, adesso percorre quotidianamente la città in lungo e in largo in cerca di consensi e attestazioni di fiducia per il lavoro svolto durante gli anni di amministrazione. «Per quanto riguarda
le primarie dopo le ultime notizie sono in attesa, in stand by, ma io
continuo a lavorare a livello locale e vado avanti per la mia strada».
L'ex assessore comunale alle Manutenzioni che aveva annunciato
l'eventuale appoggio per le primarie del centro-destra all'imprenditore Gianpiero Samorì, continua dunque a “girare tra la gente”, con
un obiettivo dichiarato: quello delle prossime amministrative. «A livello locale io sono contro le primarie. Non ho truppe cammellate,
pagina 13
non ho soldi, né imprenditori dietro, lo si è visto con il centro-sinistra
che si vince solo se si hanno poteri consolidati alle spalle». Se Isgrò
è contro le primarie del suo partito, ha invece, però, partecipato a
quelle del centro-sinistra contribuendo alla causa di Matteo Renzi,
che secondo l'ex assessore incarna «quello spirito di trasformazione necessario ormai anche nel centro-destra». «Quando si perde è
giusto capirlo e cercare di cambiare - spiega - a livello nazionale e
locale le metamorfosi superficiali non pagano, o si inverte la rotta o
si perde». E Isgrò, dopo la messa su piazza, come prossimo candidato a sindaco, continua a “tessere” per la presentazione di una lista civica manifestando la sua vicinanza e la sua buona predisposizione verso un'altra candidatura già parecchio chiacchierata, quella dell'ex direttore di TeleVip, poi approdato all'ufficio stampa del Pdl
e adesso tornato nuovamente a Messina, Fabio Mazzeo. «Se il Pdl
propendesse verso la figura di Mazzeo io sarei ben lieto di appoggiarlo, altrimenti non riesco ad individuare un'alternativa seria all'interno del centro-destra messinese». Di cui comunque Isgrò afferma
di continuare a far parte. (T.C.)
Politica
30 NOVEMBRE 2012
SVOLTE. Il Partito dei Siciliani affida al web il proprio futuro. Con un regolamento democratico
Pds, democrazia in rete
Il nuovo sistema verrà presentato a Messina, città simbolo del mancato funzionamento
dell’ex Mpa, dal coordinatore Rino Piscitello. Mentre a Palermo si corteggia Grande Sud
MESSINA. Questa volta, forse, è vero.
Lʼex Mpa, oggi Pds (Partito dei Siciliani),
ha deciso di fare il “grande passo”,
strutturandosi e avviando la stagione
congressuale. E, a riprova della buona
volontà, è che la presentazione del
Regolamento per la Campagna
Congressuale che si concluderà col voto
del prossimo 20, 21 e 22, farà tappa a
Messina, città simbolo della mancata
definizione delloʼex Movimento, con un
incontro il prossimo 30 novembre, alle 19
allʼHotel Royal, che vedrà la
partecipazione di simpatizzanti, aderenti,
del deputato eletto Antonio Picciolo e
del coordinatore regionale Rino
Piscitello. Unʼoccasione per chiarire i
meccanismi di adesione al Partito e di
votazione degli Organi, che avverrà ad
elezione diretta.
VIVA IL WEB. La Campagna a
“democrazia diretta” avverrà sul web.
Attraverso il sito www.partitodeisicilianimpa.it sarà infatti possibile iscriversi,
candidarsi, partecipare al dibattito ed
eleggere i segretari ed i comitati
comunali, provinciali, e regionali. I
militanti saranno anche chiamati ad
esprimere parere su quesiti di carattere
referendario. Per il Pds, “la Sicilia ha
bisogno di un forte e radicato Partito dei
Siciliani”. “Il progetto di uno Stato
unitario, dove i cittadini e le diverse parti
del Paese fossero posti in condizioni di
uguaglianza delle opportunità, è
sostanzialmente fallito. Per questo - si
legge nel documento ufficiale - scegliere
di aderire al Partito dei Siciliani non può
che rappresentare una scelta di campo
militante e al tempo stesso una rottura
con il tradizionale modello dei Partiti a
motivazione clientelare. Chi vorrà aderire
al Partito dei Siciliani si iscriverà sul
nostro sito, potrà candidarsi ad ogni
carica dirigente e fare la propria
campagna elettorale sempre sul web.
Infine dal 20 al 22 dicembre tutti i militanti
voteranno, eleggendo tutti gli organi
dirigenti comunali, provinciali e regionali”.
IL DEPUTATO. Giuseppe Picciolo
IL COORDINATORE. Rino Piscitello
ABBANDONI. Nicola D’Agostino
OBIETTIVO GRANDE SUD. «Con
Grande Sud e Nuovo Polo bisogna
costruire un fronte comune. Auspichiamo
un percorso rapido di unificazione dei
movimenti», spiega Piscitello. «Un
gruppo unico all'Ars potrebbe essere
interessante ma il nodo non è il partito.
Occorre andare verso una forte intesa
politica e poi i parlamentari decideranno
in base alla loro autonomia». Dal canto
suo, il fondatore Raffaele Lombardo,
apre al presidente della Regione,
Rosario Crocetta: «Il Pds non dimentica
di essere stato il promotore del successo
del governatore eletto. Se, infatti, il Pds,
Grande Sud e il Nuovo Polo per la Sicilia
non si fossero sganciati da Musumeci,
non si sarebbe potuto determinare
l'elezione del governatore. La speranza è
che il presidente della Regione possa
operare libero da condizionamenti politici
ed extra politici. Crocetta avrà il sostegno
quindi del Pds - aggiunge - se i
cambiamenti rivoluzionari di cui parla
saranno effettivi, forti e decisi”.
MA IN ASSEMBLEA... A dispetto delle
parole, però, il partito sembra destinato a
perdere un pezzo importante. Si tratta
dellʼex capogruppo Nicola DʼAgostino
(che a Catania, alle regionali, ha
superato il figlio di Lombardo, Toti), già
in rotta con i vertici e assente allʼultimo
comitato regionale del Pds a Enna.
Lʼonorevole prepara infatti l'addio allʼex
Mpa. A dimostrarlo, anche lʼassenza alla
riunione dei deputati Pds che hanno
nominato capogruppo Robero Di Mauro.
D'Agostino, in rotta col movimento,
formalizzerà le sue decisioni durante la
seduta d'insediamento del Parlamento, il
5 dicembre. Alla riunione degli eletti era
invece presente Piscitello. Gli otto
centonove
LA SCHEDA
I cinque comandamenti
G Gli organi dirigenti del Pds a tutti i livelli vengono eletti via web. Tutte le decisioni politiche a livello comunale e
provinciale vengono approvate via
web dai militanti e a livello regionale dagli organi dirigenti eletti, previa consultazione via web dei militanti.
G Il voto a democrazia diretta si svolgerà il 20, 21 e 22 dicembre. Avranno
diritto al voto sulla base della loro residenza tutti i militanti che hanno perfezionato la loro iscrizione entro il 18.
G In ogni comune verrà eletto il Segretario comunale. Nei comuni con almeno dieci militanti verrà eletto anche
un direttivo formato da tre componenti. Nei comuni con più di trenta militanti il direttivo sarà formato da un
numero pari a un decimo dei militanti
approssimato per eccesso, con un
massimo di dieci componenti.
G In ogni provincia verrà eletto il segretario provinciale e un comitato
provinciale con un numero di componenti pari a quello del consiglio provinciale della provincia regionale corrispondente e una direzione provinciale formata da dieci componenti.
G A livello regionale verrà eletto il Segretario regionale e un Comitato regionale con un numero di componenti pari a quello dellʼAssemblea regionale siciliana e una direzione regionale formata da dieci componenti.
deputati regionali hanno eletto
all'unanimità come capogruppo Di
Mauro. A differenza di DʼAgostino, i
parlamentari hanno condiviso la linea
politica espressa dal partito nel corso
della riunione del comitato regionale di
Enna e confermato “il sostegno
incondizionato a ogni iniziativa del
governo Crocetta che vada in direzione
della difesa dell'autonomia regionale e
dei diritti della Sicilia e dei siciliani, senza
porre alcuna contropartita e nella
massima trasparenza”. “Occorre
raggiungere sui ruoli istituzionali un
accordo complessivo - si legge i una nota
del Pds - che tenga conto del numero e
della consistenza dei diversi gruppi e
della necessità di garantire la solidarietà
tra le varie forze politiche utile a
raggiungere convergenze in assenza di
una definita maggioranza parlamentare”.
ALTRI FRONTI
Quel candidato un po’ così...
Polemica tra La Cava e Tinaglia sulle primarie “alternative”
Alessandro La Cava
MESSINA. Lʼidea della “Grosse Koalition” lʼha avuta Alessandro
La Cava. A rimbalzarlo ci ha pensato Alessandro Tinaglia. Perchè Reset dice “no” alla proposta lanciata dallʼassociazione “Articolo uno” (di cui La Cava è presidente e animatore) per le primarie d'iniziativa popolare. Di cosa si trattava? Di una chiamata alle
armi per tutti i movimenti che esprimono, o esprimeranno, candidature alternative a quelle della nomenclatura politica, affinchè il
nome da proporre per la poltrona più illustre di palazzo Zanca fosse condivisa. Un invito che il movimento politico che ha designato a sindaco Alessandro Tinaglia (che la sua campagna elettorale lʼha iniziata in bicicletta) ha gentilmente ma fermamente declinato. Allʼappello, invece, hanno aderito sia Viva Messina, che ha
come asso nella manica il giornalista Fabio Mazzeo, sia il Movi-
pagina 14
mento liberi insieme (il cui nome di punta è il consigliere provinciale Roberto Cerreti), che il Movimento Crocetta Presidente del
quale è rappresentante designato Giuseppe Ardizzone. Conformemente alla posizione di netta opposizione ai partiti tradizionali, ed alle sue ramificazioni, Reset ha messo i puntini sulle “i”: Cerreti ha appoggiato il deputato poi eletto Franco Rinaldi, Rosario
Crocetta gode del sostegno di Francantonio Genovese e Gianpiero DʼAlia, qualcuno degli esponenti di Viva Messina ha sostenuto Nello Musumeci alle scorse regionali. A sentirsi punti nel
vivo sono stati Ferdinando Croce e Piero Adamo, dirigenti di
“Giovane Italia” ed animatori di Zda. Che a Tinaglia rinfacciano
pressochè la stessa cosa. “Non intendiamo entrare nel merito delle esternazioni del candidato sindaco del movimento “Reset!”, per
il quale ci sembra che facciano sufficientemente testo i suoi trascorsi nelle file dei gruppi politici che a Messina ispirarono la costituzione dellʼattuale Partito Democratico”. La campagna elettorale è partita. E si annuncia decisamente interessante.
(A.C.)
centonove
Politica
30 NOVEMBRE 2012
ROCCALUMERA. Non passa la sfiducia al sindaco Gianni Miasi. In aula “solo” 11 voti su 13
Mozione affondata
Il documento è stato trasformato in una delibera di “disapprovazione” dell’operato del primo
cittadino. I consiglieri Rita Corrini e Santi Allegra “premiati” con due assessorati
Gianni Miasi
DI GIUSEPPE PISTONE
ROCCALUMERA. Avrebbero dovuto
votare la sfiducia al sindaco Gianni Miasi,
ma alla fine si sono dovuti accontentare di
una semplice “disapprovazione”
sullʼoperato del primo cittadino.
Deliberando di fatto il fallimento dellʼintera
amministrazione. Il documento è stato
votato da 11 consiglieri su 13. La mozione
di sfiducia, dunque, è fallita e il sindaco
rimane in sella alla sua poltrona. A fare
notizia invece il voto di sfiducia espresso
dal presidente, Antonio Garufi in una lunga
disamina. Unico imputato della seduta, il
sindaco Miasi che da buon legale si
difende senza mezze parole. «Al mio
paese – dice commosso - ho dedicato i
dieci anni più belli della mia vita e questo
non me lo merito». Allʼultimo momento
prima della votazione della sfiducia, il
presidente del consiglio Garufi, stoppa
improvvisamente il consiglio.
«Sospendiamo per 15 minuti per trovare
un accordo unanime sulla votazione della
sfiducia» ha detto. Accortosi,
presumibilmente, di non avere la garanzia
del dodicesimo firmatario che avrebbe
mandato a casa il suo sindaco, torna in
aula e assieme al gruppo di minoranza
“Roccalumera nel cuore” emenda la
sfiducia in disapprovazione sullʼoperato
del primo cittadino, stilando un documento
di ben 5 pagine che censurano le
inadempienze del sindaco. Un documento
che per i decani della politica, sfiducia di
fatto lʼintera amministrazione Miasi,
maggioranza e minoranza inclusa. Un
attestato che dichiara ufficialmente il
proprio fallimento. «Se fossero coerenti
farebbero bene a rassegnare le loro
dimissioni, uno per uno, nessuno escluso
– dice un cittadino allʼuscita del palazzo
municipale». Un documento sottoscritto e
firmato da undici consiglieri comunali, su
tredici presenti. Sette dellʼopposizione e
quattro dissidenti, Ettore Fleres,
Massimiliano Barbera, Franco Grezzo,
IL governatore Rosario Crocetta brinda la vittoria con i sindaci dei Nebrodi
Giuseppe Frontaurea e lo stesso
presidente del consiglio, Antonio Garufi.
Fino allʼultimo, hanno tentato di far
cambiare idea ai due consiglieri di
maggioranza, Rita Corrini e Santi Allegra.
Gli unici che hanno giurato fedeltà in
seguito ad un patto di ferro col sindaco
Miasi che presto assegnerà ad una di loro
la delega assessoriale, dopo le recenti
dimissioni di Rosetta Nicita prima, e del
vice sindaco, Rosario Foscolo, dopo.
Dunque per la terza volta in soli due mesi la
mozione di sfiducia non riesce a mandare a
casa il sindaco Miasi che dopo quasi 10
anni rimane incollato alla sua poltrona pur
non avendo neanche la maggioranza in
consiglio. A determinare la sorte di Miasi
sarebbe stato il voto di Nino Clemente
qualora si fosse presentato in aula, da mesi
assente ai consigli comunali. Cʼè chi
sarebbe andato persino a casa a
convincerlo a votare la sfiducia. Invano.
«Prendo atto che oggi è nato un nuovo
soggetto politico, frutto di una saldatura tra
minoranza e pezzi di maggioranza. Auguro
loro buona fortuna. Rivendico a me stesso
– spiega con rammarico Gianni Miasi –
lʼerrore di aver imbarcato persone
irresponsabili che non hanno avuto a cuore
il bene del paese, ma hanno sempre tirato
allo sfascio. Ma continuerò la mia missione
amministrativa sino allʼultimo giorno, costi
quel che costi, anche da solo. Non mi
dimetterò per nessuna ragione al mondo».
Una situazione che rischia di paralizzare
del tutto la gestione amministrativa, con un
grave danno per lʼeconomia
del paese. «La mozione di
sfiducia – ha detto il
presidente del consiglio Garufi
– è stata trasformata in
mozione di censura condivisa
quasi allʼunanimità. Eʼ questo
oggi il verdetto chiaro e
inequivocabile che testimonia
il disastro della gestione Miasi.
Ognuno di noi paga le proprie
conseguenze». «Da oggi si
apre una nuova pagina
politica di Roccalumera –
spiega Giuseppe Campagna dopo le grandi e gravi
inefficienze delle gestione
amministrativa. Cʼè un grande
gruppo che intende
traghettare il paese sino a
nuove elezioni cercando di
limitare ulteriori danni al paese
che rischia già il collasso
finanziario. Siamo stanchi di
essere tacciati come quelli del
“tanto peggio e tanto meglio”.
A rincarare la dose il
consigliere Carmelo Spadaro.
«Noi siamo un gruppo di
minoranza, non siamo
complici di chi porta allo
sfascio il paese». Adesso da sciogliere
rimane lʼimportante nodo dellʼapprovazione
del bilancio di previsione 2012, previsto il
31 ottobre scorso. Resta un giallo
lʼinsediamento del commissario ad acta,
Sergio Azzarello, funzionario
dellʼAssessorato regionale autonomie
locali, già nominato dalla Regione. Lʼarrivo
al comune di Roccalumera era previsto per
giovedì 28 novembre. Il commissario,
dunque, sarà chiamato a diffidare il sindaco
a convocare la giunta per lʼapprovazione
dellʼesercizio finanziario 2012. La
maggioranza trasversale per ben due volte
ha stoppato in aula il bilancio, bocciando di
fatto lʼaumento Ici e Irpef, somme che
avrebbero permesso di riequilibrare lo
strumento finanziario.
UN CLIC
Germanà, professione paciere
L’onorevole mette il ‘sigillo’ sulla pace tra il presidente Nanni Ricevuto e Pippo Rao (Pd)
Nanni Ricevuto, Nino Germanà, Pippo Rao
MESSINA. Secondo le cronache lʼaula consiliare si sarebbe trasformata in un ring,
al punto che il presidente della Provincia regionale Nanni Ricevuto su facebook è
stato oggetto di un fotomontaggio nelle vesti del pugile Rocky. Eloquente lʼannuncio: “Nanni Balboa, nei migliori cinema”. In realtà lʼanimato diverbio scoppiato tra il capo dellʼesecutivo di Palazzo dei Leoni e il capogruppo dei Democratici,
Pippo Rao, a margine di una seduta sullʼapprovazione del bilancio, è stato presto
archiviato con dichiarazioni distensive da parte di entrambi. Ma i due non avevano
mai posato insieme. A riuscire nellʼintento è stato il deputato Nino Germanà che da
quando è stato eletto allʼArs (al posto dellʼuscente Giuseppe Buzzanca) non perde
il buonumore. Ricevuto non se lʼè fatto dire due volte e, davanti alla Provincia regionale, prima ha abbracciato un imbarazzato Rao e poi, da gran teatrante, ha stretto la mano con il “sigillo” dellʼonorevole. Sorninone il commento di Rao: «Quasi,
quasi, era megghiù quannu mi vuleva ʻmmiscari». (Gia.C.)
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Politica
30 NOVEMBRE 2012
SANTA TERESA DI RIVA. Il sindaco piazza a capo del Gruppo e dell’Agenzia due uomini di fiducia
Cateno De Luca fa Gal
Le sorti dei finanziamenti in mano al consigliere Pippo Lombardo e a Danilo Lo Giudice.
A disposizione 7 milioni di finanziamenti. Ecco i componenti dei cda
DI
MASSIMO FERRARO
SANTA TERESA DI RIVA. Il Gal
“Peloritani, terre dei miti e della
bellezza” e la collegata Agenzia di
Sviluppo Locale “Peloritani Spa”
cambiano sede, da Fiumedinisi a S.
Teresa, ma non podestà politica che
rimane saldamente “griffata” Cateno De
Luca – presidente onorario di entrambi
le strutture - che ha piazzato ai posti di
comando persone di massima fiducia.
Si è trattato in pratica di rinnovare, dopo
tre anni dallʼinsediamento, le cariche
allʼinterno dei rispettivi Cda. Per il Gal
viene riconfermato al vertice il
consigliere provinciale (Sicilia Vera)
Giuseppe Lombardo che da qualche
mese era subentrato al presidente
originario Mario Puglisi, dimessosi per
impegni lavorativi. Componenti Pietro
Cascio, Francesco Gatto e Natale Rao
in rappresentanza dei privati e del
mondo dellʼassociazionismo e Armando
Carpo, Alessandro Costa e Matteo
Sciotto rispettivamente sindaci di
Mandanici, Letojanni e Galtieri
Sicaminò. A dirigere lʼAgenzia di
Sviluppo è stato indicato dallʼassemblea
dei soci il presidente del consiglio
santateresino, Danilo Lo Giudice,
vice Rosanna Fichera sindaco
di S. Alessio Siculo e
Giovanni De Luca
vicesindaco di Fiumedinisi in
qualità di componente.
Ricordiamo che il Gal
Peloritani è composto da 250
promotori tra pubblici e
privati, di cui 46
comuni che vanno
da Motta
Camastra sino a
Furnari
tracciando un
itinerario che
tocca
Armando Carpo
lʼAlcantara, la
Pippo Lombardo e Cateno De Luca
jonica e la tirrenica. Lo scopo del gruppo
di azione di locale è quello di aggregare
ed intercettare fondi di sviluppo rurale e
poi di destinarli al mercato pubblico e
privato attraverso lʼesecuzione di bandi
a progetto. Il fine dellʼente voluto
dallʼallora sindaco di Fiumedinisi ed
adesso primo cittadino di Santa
Teresa è quello di attingere a
risorse sovraccomunali sviluppando
il segmento agro-alimentare
attraverso la valorizzazione delle
tradizioni popolari e degli antichi
mestieri. In tre anni di attività le
maestranze del Gal sono
riuscite ad intercettare ad
oggi 7 milioni di euro di
trasferimenti con i primi
quattro bandi già
operativi in attesa di
assegnazione verso
organismi pubblici e
privati per un valore
superiore ai 4 milioni di
euro. Le ipotesi di sviluppo progettuale
prevedono la trasformazione e
commercializzazione di prodotti tipici, la
messa in opera di servizi per la fruizione
di itinerari rurali nellʼaltro, la
realizzazione di interventi di ripristino
degli elementi culturali del paesaggio
agrario tradizionale ed in ultimo la
realizzazione di impianti per produrre
energia da fonti rinnovabili. Questi primi
quattro ambiti di intervento a breve dopo
lʼassegnazione produrranno i primi effetti
sulla comunità in un sistema dove il Gal
rappresenta lʼorgano di indirizzo e
lʼAgenzia una sorta di braccio operativo
fornendo una organizzazione tecnico –
strutturale di supporto ai comuni
consorziati che già ha reso operativo il
Pist. «Bisogna intensificare lʼattività sin
qui svolta per completare la
pubblicazione dei bandi ed intercettare
altre risorse comunitarie disponibili nel
segmento del psr regionale» dice Pippo
Lombardo, neo presidente.
centonove
MILAZZO
Marano accusa:
«Pergolizzi dimettiti!»
Il consigliere ambientalista contro
il presidente del consiglio
MILAZZO. Il consigliere Peppe Marano si scaglia contro il presidente del
consiglio comunale, Saro Pergolizzi,
reo di non avere difeso il consiglio comunale davanti
alla Corte dei
Conti, lʼorgano
che ha intimato
lʼapprovazione
del default. «In
quest'ultimo
anno - scrive
Marano, esponente del Movimento Insieme Peppe Marano
per l'ambiente - stiamo assistendo alla
volontà individuale di un sindaco, l'unico in Italia, che intende portare il comune al dissesto finanziario. Assistiamo inoltre all'incapacità politica e gestionale di un presidente del consiglio
comunale Rosario Pergolizzi del Pdl
che avrebbe dovuto tirare le fila di una
maggioranza - opposizione all'attuale
amministrazione e che invece non è
stato all'altezza nè di portare avanti una
mozione di sfiducia (che Marano non ha
voluto firmare, ndr), nè di fare partecipare i cittadini, le associazioni, le forze
sociali, i comitati al dibattito in un momento delicatissimo per le sorti della
nostra città». Il movimento attribuisce
a Pergolizzi «la mancata attuazione di
una vera opposizione all'attuale amministrazione che tranquilla nel suo cammino non si è mai preoccupata delle
azioni fumose di alcuni soggetti all'interno dellʼaula». «Ci riferiamo - sottolinea Marano - in particolar modo a tutti
i componenti del Pdl. Pergolizzi e i suoi
colleghi di partito non sono mai andati
alla Corte dei Conti a difendere la nostra Milazzo. Noi ci tiriamo fuori da questa mancata azione che ha favorito una
amministrazione ad andare avanti indisturbata e sono proprio questi i motivi per i quali chiediamo con determinazione che il presidente del consiglio
comunale lasci quella carica e si dimetta». Pergolizzi non voluto replicare.
SAN FILIPPO DEL MELA
Il dream team di Cocuzza
Nuova giunta al Comune. Aliprandi si prepara al voto
SAN FILIPPO DEL MELA. Lʼantico proverbio siciliano
“Conzila comu vui sempre cocuzza è” (condiscila a tuo piacimento ma resta sempre di zucchina) non ha solo una valenza gastronomica ma pure politica. Almeno a San Filippo del Mela, dove cambia la giunta ma la compagine che
sostiene il sindaco Giuseppe Cocuzza resta invariata. Una
pietanza politica evidentemente gradita ai sanfilippesi, che
hanno manifestato il loro apprezzamento al medico urologo, sia in occasione delle ultime elezioni amministrative
(nel 2008, Cocuzza ottenne 3.438 voti, pari ad oltre il 72%
dei consensi) che in quella delle ultime regionali (più di mille voti). Dopo che gli assessori uscenti hanno rimesso il lo-
ro mandato nelle mani del primo cittadino, Cocuzza ci ha
messo poco più di una settimana a ricostruire un nuovo
esecutivo, con meno assessori (quattro al posto di sei),
con un età media più bassa, e con una forte presenza femminile. La maggioranza consiliare resta compatta (10 consiglieri su 15) ed il gruppo addirittura si apre a nuovi soggetti, finora esterni alla compagine. Nemmeno gli amministratori sostituiti abbandonano il sindaco. Per alcuni di loro è già pronto un ruolo da esperti a titolo gratuito. «Non
volevo disperdere le competenze che hanno maturato in
questi anni – spiega Cocuzza – Nel prosieguo di questo
mandato, gli uscenti ci metteranno la maturità politica, i
nuovi lʼentusiasmo e voglia di fare».
Lʼunico confermato è Nicola Ragno, 66 anni, pensionato,
al quale vengono affidati Lavori pubblici ed Urbanistica,
oltre la carica di vicesindaco. Lʼaltro nome maschile è
quello di Felice Bartolone, classe ʼ78, dipendente pubblico, che si occuperà di politiche per lʼassociazionismo, po-
pagina 16
lizia municipale, sport turismo e spettacolo. Metà giunta
è composta da donne. Venera Calderone, 46 anni, dirigente dellʼistituto comprensivo di San Filippo del Mela,
avrà la responsabilità delle politiche della famiglia, giovanili, sociali e della pubblica istruzione. Angela Pizzurro, 30
anni, avvocato, è il nuovo assessore alle politiche per lo
sviluppo sostenibile, per il commercio e per il contenzioso. Il nuovo esecutivo si avvia ad affrontare lʼultimo scorcio di mandato elettorale, con gli obiettivi prioritari di approvare il nuovo piano regolatore generale e di avviare i
lavori del nuovo cimitero comunale (tramite project financing). Il compito di Cocuzza sarà quello di lavorare affinché questo gruppo resti compatto in vista delle prossime
elezioni amministrative, della primavera del 2013. Il nome più accreditato per succedere a Cocuzza (che ha già
esperito due mandati) al momento è al momento quello
di Pasqualino Aliprandi (vice sindaco uscente).
Gia.C.
Sicilia
centonove
Ludovico Albert
Mario Centrorrino
REGIONE. La riforma boomerang dell’ex assessore Centorrino
Licenziamenti col trucco
Gli enti di Formazione continuano ad assumere nuovo personale dopo aver mandato a casa
mille degli ottomila dipendenti dichiarati in esubero. Che ora presentano una valanga di ricorsi
DI
MICHELE SCHINELLA
MESSINA. La regione Sicilia ci ha
messo 36 milioni di euro in più, tuttavia
mille degli ottomila lavoratori, dichiarati
in esubero, sono stati licenziati dagli enti
di Formazione. Che, però, continuano
ad assumere nuovo personale. La
riforma della Formazione dellʼex
assessore Mario Centorrino e del
dirigente generale Ludovico Albert ha
prodotto paradossi su paradossi. E un
rischio. Quello, senza aver mai bandito
un concorso, di vedere gli organici della
regione Sicilia crescere in un solo colpo
di mille unità.
Un rischio che potrà essere uno dei
problemi con cui si cimenterà Nelli
Scialabra, il neo assessore alla
Formazione nominato da Rosario
Crocetta. I mille licenziati, infatti, si sono
rivolti ai legali che hanno avviato una
valanga di ricorsi ai Tribunali del Lavoro
dellʼisola per chiedere venga loro
riconosciuto il rapporto di lavoro diretto
con la Regione.
LA TESI DEI LICENZIATI. I motivi? «Gli
enti di formazione non erano degli
organismi di diritto distinti dalla regione
Sicilia ma hanno sempre agito come sua
longa manus, alla stregua delle società
in house». La prova? «Cʼè tutta una
serie di norme di legge che corroborano
questo dato. Intanto, le assunzioni degli
enti erano autorizzate dalla regione per
cui ogni ente non aveva autonomia. E poi
cʼè una norma che stabilisce che la
Regione, che interveniva per pagare tutti
gli stipendi, assicura la stabilità del
lavoro dei dipendenti della Formazione»,
spiegano in sintesi i legali Giuseppe
Saitta e Giuliano Saitta, gli avvocati di
Messina che patrocinano in questa
battaglia legale 200 lavoratori che hanno
perso il lavoro.
Elio Sauta, direttore dellʼAram Sicilia, da
30 anni nel mondo del Formazione, non
è molto convinto che alla fine i lavoratori
riescano a spuntarla: «Spero per loro ce
la facciano ma mi sembra molto difficile.
Se è vero che nella pubblica
amministrazione si entra dopo aver
sostenuto un concorso, non mi pare che
nessuno di noi lo abbia mai fatto», dice il
consigliere comunale. E, infatti, gli enti di
Formazione, come è emerso da tutta una
serie di inchieste anche giudiziarie, sono
rette sul principio del familismo, e
assomigliano a dei clan. Elio Sauta,
però, sullʼargomento ci tiene a dire la
sua: «Negli enti di formazione non ci
sono solo i parenti di chi li ha fondati o li
30 NOVEMBRE 2012
gestisce o dei loro sponsor politici. Ci
sono parenti di magistrati, di uomini delle
forze dellʼordine, di sindacalisti, di
giornalisti. Per anni si è assunto tutti
coloro che si potevano assumere sulla
base della semplice conoscenza
personale. Questa è la verità».
LE INDAGINI. SullʼʼAram, ente di
formazione della galassia dellʼex sindaco
di Messina Francantonio Genovese, è
da tempo in corso unʼinchiesta della
magistratura. Così come su altri enti di
Messina, riferibili a politici di primo piano
della città. Corsi fantasma, assunzioni
fuori termine ma retrodatate, consulenze
vietate, spese di gestione gonfiate con
false fatturazioni e rimborsate a piè di
lista dalla regione Sicilia: i magistrati
della procura stanno tentando di trovare
elementi che supportino queste ipotesi
investigative alimentate da lettere
anonime. Le indagini, oltre allʼAncol, il
cui presidente Melino Capone è stato
raggiunto da un avviso di garanzia per
truffa, hanno preso di mira lʼEfal, ente di
formazione del Movimento Cristiano dei
Lavoratori guidato da Nicola Papa e
dallʼex deputato regionale e assessore
comunale Fortunato Romano; e lʼIssvir,
ente di formazione presieduto da
Francesca Giardina, figlia di Giovanna
Crifò, consigliere comunale a Messina
tra le fila del Pdl, assai vicina in passato
a Carmelo Briguglio, poi a Formica e da
ultimo allo stesso sindaco Buzzanca.
Gli uomini della Fiamme gialle sono stati
incuriositi dalle spese di gestione dei
corsi. Secondo la normativa in vigore
sino allo scorso anno, la Regione Sicilia
non solo era obbligata a pagare a piè di
lista, tutte le spese per il personale,
andando anche fuori il budget, con le
cosiddettte integrazioni, ma si faceva
carico di tutte le spese di gestione:
ovvero di tutte le spese documentate con
fatture necessarie per tenere i corsi.
E quindi personal computer, affitto dei
locali, materiale didattico, per fare degli
esempi. La congruità di queste spese è
stata avallata dai funzionari dei vari Uffici
provinciali del Lavoro, braccio operativo
del Dipartimento regionale alla
Formazione. Lʼipotesi degli inquirenti è
che dietro a certe fatturazioni di favore ci
sia lʼacquisto di beni di valore nettamente
inferiore. Elio Sauta, sottolinea:
«Abbiamo consegnato agli inquirenti
tutta la documentazione che ci è stata
chiesta. Non abbiamo nulla da temere. E
così, presumo, tutti gli altri enti»
ZOOM
Il magnifico mondo fantasma
Da Partino a Messina enti inesistenti incassano
milioni di euro. La reticenza degli allievi
MESSINA. Dopo lʼAncol, lʼente di formazione di Messina presieduto da Melino Capone, che ha incassato 13 milioni di euro dal
2006 in poi, benchè secondo gli inquirenti della Procura di Messina non aveva titolo perchè ne era stata cancellata lʼaffiliazione
allʼente nazionale, è la volta degli enti di formazione fatti in casa.
Una coppia di coniugi di Partinico, infatti, è finita sotto inchiesta
per una truffa commessa con i fondi della formazione professionale: in dieci anni avrebbero incassato tre milioni di euro per corsi la cui sede risultava essere nella villa in cui abitano che veniva subaffittata per alcune migliaia di euro al mese ai due enti di
formazione da loro costituiti. Lui vigile del fuoco, lei insegnante
di liceo, sono finiti anche nel mirino della Corte dei conti.
Il mondo della formazione non smette mai di stupire.
Ogni giorno che passa infatti si scoprono cose nuove. E se ci sono gli enti fantasma e le sedi fantasma degli enti, decine di indagini hano preso di mira i corsi fantasmi. Si sa che ci sono ma
è difficilissimo scoprirle. «Lo sappiamo indirettamente dagli stessi allievi che frequentano i corsi. Nel momento in cui li obblighiamo a non rispettare gli orari protestano: “Ma come lʼanno scorso
mi hanno fatto firmare anche per i giorni in cui non ci sono andato a seguire le lezioni», racconta un operatore del settore. Eppure, nonostante il fenomeno sia così diffuso, gli investigatori
non riescono a cavarne un ragno dal buco. «Gli allievi negano.
Capiscono infatti che si sono presi dei soldi e hanno messo delle firme false. Non hanno nessun interesse quindi ad autodenunciarsi. Nè è immaginabile che le forze dellʼordine passino le
giornate per le sedi degli enti a fare i cani da guardia», spiega un
investigatore che da anni conduce inchieste sul mondo della formazione. (M.S.)
pagina 17
Melino Capone
Sicilia
30 NOVEMBRE 2012
centonove
BARCELLONA. Centoventi indagati per incidenti e lesioni simulate
Frode assicurata
L’ inchiesta della Procura conferma la tesi dell’investigatore privato che è andato a caccia
dei truffatori per conto delle compagnie di assicurazione. Nel mirino avvocati e periti
DI
MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Avvocati, uno dei quali
giudice onorario di un Tribunali della
Repubblica italiana e un altro figlio di un
Procuratore generale di Corte
dʼappello; periti assicurativi, medici,
meccanici; e cittadini, molti dei quali
stretti congiunti di esponenti di primo
piano della mafia. Tutti insieme, uniti
appassionatamente per realizzare un
obiettivo: truffare le agenzie
assicurative. Che scottate da migliaia di
richieste di risarcimento danni se ne
sono scappati da Barcellona Pozzo di
Gotto, come ha fatto “Groupama”. O
hanno fatto lievitare il premio
assicurativo a livelli record, come
attestano le relazioni dellʼIsvap, Istituto
di vigilanza sulle assicurazioni.
Lʼinchiesta che conta 120 indagati è
cooordinata dai magistrati della Procura
della Repubblica di Barcellona Pozzo di
Gotto, Giorgio Nicola e Fabio Sozio.
Parte da un dato econonico che tutti
coloro che hanno lʼesigenza di
assicurare un veicolo toccano con
mano. E dà una spiegazione che
tradotta in termini giudici significa il
reato di frode alla assicurazioni
realizzato attraverso la simulazione o
lʼaggravamento di lesioni personali che
mai realmente erano state procurate.
Gli inquirenti, però, si sono convinti che
non si è trattato di singoli cittadini che
reieteratamente hanno cercato di
sbarcare il lunario incassando premi
per tirare a campare, ma che dietro ci
sia unʼorganizzazione promossa e
gestita ed alimentata da legali, periti
liquidatori e medici che alla fine si
dividono la parte più sostanziosa del
“malloppo”.
I due magistrati hanno così ipotizzato il
reato di associazione per delinquere
che ha permesso alle indagini di fare un
salto di qualità: i due sostituti, infatti,
hanno potuto così chiedere ed ottenere
intercettazioni telefoniche sulle utenze
telefoniche di avvocati, medici e
liquidatori. Lʼattività di intercettazione, di
appostamento e di riscontro
documentale svolta dai carabinieri della
Compagnia di Barcellona Pozzo di
Gotto, a cui state delegate le indagini,
ha determinato lʼestensione a macchia
dʼolio dellʼinchiesta e lʼindividuazione di
coloro che sono considerati i
componenti dellʼorganizzazione:
questʼultimi, così, sono stati iscritti sul
registro degli indagati anche per
associazione per delinquere.
LʼASSOCIAZIONE. Per questo reato
sono indagati 2 medici della città del
Longano: Sebastiano Bauro e
Giuseppe Milone; due periti liquidatori
delle assicurazioni, Natale Cambria e
Giuseppe Catanesi; un meccanico
carrozziere: Ottavio Perdichizzi; 4
avvocati: Giuseppe Sgrò, Nello
Cassata, figlio del Procuratore generale
dealla Corte dʼappello di Messina
Franco, Massimo Romano, Elisabetta
Sidoti; Nunzio Fugazzotto, Carmela
Dauccio, Tindaro Grasso.
Sul registro degli indagati sono finiti
anche altri legali e periti e liquidatori
IL DENUNCIANTE. Alessandro Talarico
delle assicurazioni: Domenico Bucca,
Ruggero Iarrera e Giuseppe
Licciardello, tutti e tre periti
assicurativi; Domenico Giunta e
Claudio Aliberti, che invece di mestiere
fanno i medici. La lista degli avvocati
indagati per concorso in frode
assicurativa è lunghissima: vi figurano,
Massimo Alosi, avvocato e consigliere
comunale in quota Udc,Carmela
Brigandì, Domenico Bucca, Carmelo
Cicero, Sabrina Coppolino, Antonino
Currò, Stefano Giunta, Cosimo
Messina, Carmelo Pino, Sebastiano
Giovanni Pino, Antonino Zarcone, e
Anna Maria Coppolino.
GIUDICE IN TRASFERTA. Una parte
delle indagini è approdata al di là dello
Stretto: sono stati, infatti, trasmessi alla
Procura di Reggio Calabria gli atti riguardanti uno degli indagati: Antonino Casdia: avvocato ma anche giudice onorario del Tribunale di Patti.
I risultati dellʼindagine hanno fatto il loro
ingresso anche negli uffici legali della
compagnie di assicurazione. I
carabinieri, man man che hanno
scoperto i falsi incidenti, hanno
contattato i legali delle assicurazioni
impegnati a contrattare la liquidazione o
impegnati nelle cause civili a
fronteggiare la richiesta del “falso
incidentato”. «Lʼincidente è stato
inventato ad arte, non accettate
transazioni», hanno segnalato ai legali
delle compagnie assicurative, che si
sono adeguati.
LʼORIGINE. I primi esiti dellʼindagine
hanno confermato la tesi di un
investigatore privato che per conto delle
compagnie assicurative più importanti
per anni è andato alla caccia dei falsi
incidenti e delle prove degli imbrogli da
esibire poi, ad opera degli avvocati delle
assicurazioni, nelle aule dei Tribunali.
Gaetano Tamburello dopo aver
esaminato migliaia di sinistri ha
incrociato nomi e dati e ha concluso:
«Tutti gli incidenti falsi sono riconducibili
a non più di una decina di avvocati e a
non più di 30 famiglie della città, molti di
questi di vertice della mafia. I nomi sono
nelle relazioni inviate ai legali delle
compagnie». Sulla scorta delle
relazioni, Alessandro Talarico,
avvocato penalista di Fondiaria Sai, ha
presentato un esposto in Procura da cui
sono partite le indagini.
MAFIA. Tra gli indagati figura Vito
Carmelo Foti, ad esempio, in carcere
per associazione per delinquere ed
estorsione. E ci sono i parenti di
Carmelo Mazza, luogotenente del boss
di vertice Carmelo DʼAmico,
ammazzato nellʼaprile di due anni fa
dopo lʼarresto del boss. Ci sono anche i
parenti di Carmelo Giambò,
gambizzato nel 2010 ed arrestato per
associazione mafiosa ed estorsione nel
2011, nellʼambito dellʼinchiesta Gotha 2.
IL GIRO DʼAFFARI. Nella città del
Longano sono residenti 45mila persone:
nel 2009 le assicurazioni furono
L’ELENCO
Vittime... di se stessi
Ecco le persone sott’inchiesta
per aver simulato danni o lesioni
MESSINA. Lʼelenco degli indagati è lunghissimo: oltre a
periti e avvocati ci sono un centinaio di cittadini: le vittime
degli incidenti, appunto. Che secondo gli iquirenti sono
falsi. La Procura guidata da Salvatore De Luca, ipotizza il
reato di Mutilazione fraudolenta della propria persona, che
commette chiunque, al fine di conseguire per sè o per altri
il prezzo di unʼassicurazione contro infortuni, cagiona a sè
stesso una lesione personale, o aggrava le conseguenze
della lesione. Il reato è perseguibile dʼufficio.
In alcuni casi, ad alcuni degli indagati è contestato il falso.
Ecco la lista: Filippo Reale, Salvatore Reale, Kujtim
Burgaj, Giovanna Lucina Impalà, Massimo Giardina,
Salvatore Laquidara, Francesco Longo, Concetta
Stefania Caliri, Giovanna Lucina Impalà, Sebastiana
Mazzeo, Graziella Mazzeo, Roberto Merlino, Dario
Bisognano, Claudio Aliberti, Giuseppe Abate,
Milione, Giuseppe Milone, Gaetano Miloni, Cesare
Francesco Abbate, Maurizio Abbate,
Molino, Ettore Mosca, Antonio
Roberto Abbate, Salvatore Abbate,
Munafò, Giuseppe Munafò, Carmelo
Lorenzo Alizzi, Francesco Asciutto,
Rosario, Natale Giuseppe Pandolfo,
Giuseppe Bellinvia, Matteo Bellinvia,
Giuseppe Parisi, Tindaro Pino,
Elio Bonanno, Maria Bonvegna,
Francesco Pittari, Grazia Rosa
Angelo Bucca, Carmelo Caliri,
Porcino, Giuseppe Puliafitto,
Eugenio Cancelliere, Maurizio
Salvatore Quattrocchi, Giovanni Rao,
Catalano, Irene Catalfamo,
Marco Rao, Adelaide Ravidà,
Massimiliano DʼAngelo, Antonino De
Benvenuto Ravidà, Armando Ettore
Rueda, Giuseppa Di Salvo, Rosaria
Rosina, Fortunata Saporito, Antonino
Famà, Sebastiana Floramo, Gregorio
Scolaro, Robert Serifovik, Carmelo
Gaipa, Domenico Genovese, Tindaro
Sottile, Antonino Spinola, Pietro
Genovese, Carmelo Iannello, Filippo
Paolo Trifiletti, Carmelo Triolo,
Iannello, Santina Iannello, Tarik
Sebastiano Trovato, Silvana
Salvatore De Luca
Khouribech, Marilena Laquidara,
Trovato, Francesco Vinci. (M.S).
pagina 18
centonove
Sicilia
30 NOVEMBRE 2012
I NUMERI DELLA TRUFFA
120: gli indagati
35 milioni di euro: il frutto delle
frodi alla assicurazioni all’anno
20: gli incidenti denunciati in tre
anni dai primatisti degli incidenti facili.
80%: la percentuale di sinistri
falsi
Una: la società di assicurazioni
rimasta a Barcellona
L’investigatore privato Gaetano Tamburello
costrette a liquidare 35 milioni di euro.
Se, come stima lʼinvestigatore
Tamburello, “lʼ80% dei sinistri è falso”, il
frutto della truffa si aggira sui 30 milioni
di euro allʼanno. Che sono appannaggio
di un numero ridotto di persone:
secondo un altro dato che
lʼinvestigatore aveva tratto dalla banca
dati dellʼAnia (Associazione nazionale
fra le imprese assicuratrici), a
Barcellona il 70% dei sinistri è stato
generato dallo 0,5% degli assicurati.
Nella quasi totalità dei casi si tratta di
incidenti che finiscono in cause, civili e
penali. E vengono per la stragrande
maggioranza decise dal giudice di pace.
O, in corso dʼopera, a giudizio
instaurato, dalle transazioni tra
avvocati.
GUINNESS DEI PRIMATI. Giovanna
Bonvenga, 32 anni, una delle persone
ora indagate anche per falso nel
procedimento iniziato nel 2011,
secondo lʼindagine dellʼinvestigatore
privato, già tra il 2002 e il 2004 aveva
denunciato 19 sinistri a tre agenzie
assicurative diverse: Genertel, Maa e
Milano assicurazioni. Nelle relazioni
confezionate da Gaetano Tamburello a
beneficio degli avvocati delle agenzie, ci
sono altri primatisti dellʼassicurazione,
che, comunque, non figurano tra gli
indagati dellʼinchiesta condotta dai pm
Sozio e Nicola: Giovanni Crinò,
secondo le relazioni riservate di
Tamburello ha collezionato 20 incidenti
tra il 2002 e il 2006; altrettanti tra il 2003
e il 2006 li ha collezionati Vittorio De
Pasquale.
IL DENUNCIANTE/2. Luigi Ragno
L’esilio di Tamburello
L’investigatore che ha denunciato i raggiri
costretto a lasciare la città dello Stretto
MESSINA. Minacciato, ha chiuso
lʼagenzia di investigazione ubicata in via
La Farina e se nʼè andato via da
Messina. Il lavoro di Gaetano
Tamburello per conto delle più
importanti agenzie di assicurazione di
Messina e provincia, ha dettato le linee
dellʼinchiesta dei carabinieri ma, si è
chiuso male. Come quello tra moglie e
marito che hanno scoperto di essere
stati traditi. Lʼinvestigatore, infatti, ha
avanzato una richiesta di risarcimento
danni record alla Fondiaria Sai,
Agenzia per cui ha lavorato. Il motivo?
«Lʼagenzia invece di tenere riservate le
mie relazioni e usarle solo per lʼattività
difensiva e resistere alle richieste di
risarcimento danni sono state inserite
nel fascicolo dʼudienza e così tutti
hanno saputo che in violazione di una
precisa norma contrattuale e
deontologica che obbliga le
assicurazioni di non rivelare nè il nome
nè il frutto dellʼattività a terzi. Tutto ciò
mi ha provocato un danno ingentissimo
tanto che ho dovuto chiudere lʼufficio di
Messina», ha, in sintesi spiegato nelle
richieste di risarcimento avanzate al
Tribunale civile di Messina. Lʼistituto di
assicurazione ha messo in campo
Geronimo La Russa, fratello dellʼex
ministro della difesa, Ignazio. A Gaetano
Tamburello non è neanche piaciuto il
modo in cui i due legali della Fondiaria,
Luigi Ragno e Alessandro Talarico,
hanno usato le relazioni per presentare la
denuncia ala Procura della Repubblica
Secondo lʼinvestigatore, infatti, insieme ai
sinistri sicuramente inventati, i legali hanno
inserito un numero troppo alto di incidenti
bordeline, inquinando così il suo lavoro e
rendendo di fatto impossibile leggere il
fenomeno. Gaetano Tamburello è noto
negli ambienti giudiziari messinesi. Sua è
una perizia che scagionava tutti gli indagati
nellʼinchiesta sullʼeredità Marino. Dopo 8
anni di processo tutti sono stati assolti dal
Tribunale di Messina. (M.S.)
ALTRE STORIE
Penalisti, rissa in Camera
Tensione nel corso dell’elezione del nuovo
direttivo. Lanza contro il maestro Lo Presti
MESSINA. Il nuovo direttivo della Camera penale di Barcellona,
che prende il posto di quello deflagrato dalla accuse incrociate tra
i componenti, nasce sotto la stella della rissa.
Lʼassemblea degli avvocati penalisti del Foro di Barcellona si è tenuta sabato scorso. Ha scelto i nuovi 5 componenti, ma ha avuto
una coda velenosa condida da insulti e tentativi di aggressione fisica.
Protagonisti uno dei legali più importanti del Foro, ex componente del Consiglio direttivo, Giuseppe Lo Presti, e il suo allievo “preferito”, tesoriere dellʼex direttivo, confermato al termine dellʼassemblea di sabato, Diego Lanza. Lo scontro è nato al termine dei
lavori contrassegnati da tensioni e accuse incrociate. Giuseppe
Lo Presti, che pure aveva rinunciato alla candidatura, accusato
velatamente di scarsa democraticità dal suo allievo, lʼha messa
sul piano del rispetto: «È solo un mese che sei andato via dal mio
studio e già mi manchi di rispetto. Ci sono avvocati che che sono
andati via da 5 anni e ancora mi portano rispetto». Non lʼavesse
mai detto. Diego Lanza ha perso il controllo e ha cominciato ad inveire contro il maestro: «Non ti permetto di dirmi questo», ha urlato. «Che fai adesso mi metti nel libro nero?», ha ancora affermato Lanza. Che ha inseguito per le scale il maestro. I colleghi sono però riusciti seppure a stento a trattenerlo. Il membri del vecchio Consiglio si erano dimessi dopo che il presidente Bernardo
Garofalo era stato accusato da Lo Presti e da Tommaso Calderone di essere lʼispiratore delle accuse mosse nei loro confronti
dal collaboratore di giustizia Santo Gullo. I nuovi componenti del
Consiglio sono Diego Lanza, Fabrizio Formica, Giovanni Pino,
Simone Giovannetti, Pinuccio Calabrò. Secondo i pronostici, il
presidente sarà Fabrizio Formica. (M.S.)
pagina 19
Giuseppe Lo Presti
Sicilia
30 NOVEMBRE 2012
centonove
MESSINA. Viaggio negli istituti dove si protesta a oltranza
Noi, studenti pre...occupati
I primi a prendere posizione sono stati i classici Maurolico e La Farina.
Chi sono i ragazzi con la passione dei 18 e il pessimismo dei 20 anni
DI VALENTINA COSTA
MESSINA. Ore 6.30: pulizie scolastiche.
È il primo compito della ventina di ragazzi
del Collettivo Studentesco che sta
gestendo, in questi giorni, lʼoccupazione
del Liceo Maurolico di Messina.
«Dobbiamo fare in modo che la scuola sia
a posto per le 8, quando apriamo i
portoni», spiega Marco Milone, studente.
Lʼoccupazione delle scuole è da qualche
decennio un rito annuale di fine
novembre. Hanno iniziato lunedì i classici
Maurolico e La Farina, seguiti dagli
scientifici Archimede e Seguenza. Tra
rimembranze sessantottine e
contestazioni attuali, lʼoccupazione è
considerata da molti, docenti in primis, un
pretesto per arrivare a Natale senza far
scuola.
ALLʼARCHIMEDE. Ammettiamolo,
lʼoccupazione è diventata da tempo uno
strumento fine a se stesso. Ma
questʼanno è diverso», argomenta Paolo
Pino, rappresentante dellʼArchimede,
che, insieme a Francesco Mangiò e
Fabrizio Lo Iacono, spiega con
coinvolgimento le motivazioni della
protesta deflagrata tra gli studenti cittadini
dallo scorso ottobre. «La nostra protesta,
segue, innanzitutto, la contestazione
nazionale, attivatasi contro i tagli fatti alla
scuola negli ultimi anni, dalle ore di
sostegno, alle ore curriculari vere e
proprie. In particolare chiediamo lo stop
del Ddl ex-Aprea in discussione in questi
giorni in Parlamento che», spiegano i tre
ragazzi, «in un paragrafo prevede
esplicitamente lʼinserimento dei privati
nella scuola pubblica e la trasformazione
di questʼultima in una fondazione».
Scuola pubblica e diritto allo studio
potrebbero non essere più tali, con
didattiche diverse da istituto a istituto, con
una qualità dellʼinsegnamento e delle
strutture variabile a seconda dellʼapporto
del finanziatore privato e, soprattutto, con
il rischio concreto dellʼinserimento di
tasse. «Tutte queste informazioni stiamo
cercando di farle passare tra i ragazzi nel
corso dei seminari che organizziamo»,
continuano i tre rappresentanti.
«Vogliamo contribuire alla creazione di
una loro coscienza critica, far capire che
ci stanno rubando il futuro, che di questo
passo non si sa dove andremo a finire».
Paolo, Francesco e Fabrizio hanno tutta
la passione dei 18 anni e, cosa che fa
paura, la disillusione di chi ne ha 20 di
più. AllʼArchimede, i seminari e le
conferenze si accompagnano alle attività
sportive e ai momenti di svago, con tanta
musica e ballo, e seguono i due
appuntamenti di prima mattina:
lʼassemblea dʼistituto alle 9 e la rassegna
stampa alle 10: «Gli articoli interessanti
gli abbiamo selezionati online stanotte».
I CLASSICI. Al Maurolico i programmi
vengono stabiliti in anticipo dal Collettivo
Studentesco e affissi allʼentrata: ore 9
risveglio muscolare; ore 10 dibattito sul
TESTIMONIANZE
Il rischio è diventare
un altro mattone nel muro
IL PERIODO TRA novembre e dicembre è, per gli
studenti nostrani, il momento storicamente più adatto per
occupare i plessi scolastici in segno di protesta, e anche
questʼanno la regola si è confermata. Se il movimento
dellʼanno scorso era rimasto circoscritto a poche scuole
e non aveva raggiunto unʼeffettiva unità dʼintenti e
azione, questʼanno il fronte degli studenti appare
compatto come ai tempi della riforma Gelmini. Dal
Maurolico, allʼArchimede, dal La Farina al Seguenza,
passando per Nautico e Jaci, la maggior parte degli
istituti superiori della città ha scelto la strada
dellʼopposizione estrema e ad oltranza in difesa della
scuola pubblica. Ma quali sono i motivi della protesta?
Abbiamo a questo proposito interpellato Andrea
Capobianco, studente dellʼultimo anno presso il liceo
“Maurolico” e rappresentante dʼistituto:- Abbiamo deciso
di occupare le scuole per esprimere il nostro dissenso
contro il Ddl n°953, la c.d. Legge Aprea (dal nome della
promotrice, lʼex deputata Valentina Aprea, militante nel
Pdl, ndr), a nostro avviso fortemente penalizzante per
lʼistruzione pubblica. Lʼintento di questa legge è
sostanzialmente quello di far partecipare dei privati
esterni al Consiglio dʼIstituto, con il rischio che possano
seriamente incidere sul Piano dʼOfferta Formativa e
indirizzare le scuole verso i loro interessi. Se a questo si
aggiunge che con la Spending Review abbiamo assistito
ad ulteriori tagli alla spesa per la scuola pubblica si
capisce bene come si sia resa necessaria una forma di
pagina 20
protesta.- Ma quali modifiche apporterebbe realmente la
legge Aprea? È fondamentale segnalare come la
formulazione originaria del DDL n°953 risalga addirittura
al 2008, ma il testo sia rimasto in aula per ben 4 (!) anni
prima di essere votato al Senato. Da qui ha ottenuto
visibilità a livello nazionale, nonché numerose critiche da
parte dei sindacati prima e delle associazioni degli
studenti poi, tanto da essere pesantemente modificato
alla Camera e per giunta, proprio nei giorni scorsi,
sconfessato dallo stesso ministro Profumo. Lʼidea che vi
sta alla base è che la scuola debba essere integrata nel
tessuto economico della zona in cui si trova, quasi come
unʼazienda: finanziamenti privati, maggior peso alle
prove statistiche dellʼInvalsi, nuovi organi interni molto
simili a consigli di amministrazione. Ma può una struttura
complessa come una scuola funzionare come
unʼazienda senza perdere la sua utilità? Dice ancora il
centonove
Sicilia
30 NOVEMBRE 2012
Nella pagina
accanto,
in alto,
Luigi Genovese
e Marco
Milone del Liceo
Classico
Maurolico.
In basso,
da sinistra,
Francesco Greco
(rappresentante
del classico
La Farina)
Paolo Pino,
Fabrizio
Lo Iacono
e Paolo Mangiò
(rappresentanti
del liceo
scientifico
Archimede).
Sopra,
studenti
del Seguenza
tengono
lo striscione
dellʼoccupazione
precariato; ore 11 educazione sessuale;
ore 12 introduzione dei giovani nel mondo
del lavoro; ore 14 intrattenimento in
cortile e torneo di pallavolo; ore 16 si
parla di droga, mentre alle 16.30 si
dibatte sulle ideologie. In unʼagenda tanto
fitta, fortunatamente, cʼè spazio nel tardo
pomeriggio per sport, burraco e giochi di
carte, e per la musica, a cui è dedicata
unʼaula specifica. «Abbiamo messo in
pausa lʼattività didattica per fare ciò che
va oltre il curriculare», spiega Francesco
Greco, rappresentante del liceo La
Farina. «Stiamo autogestendo laboratori
di Costituzione e diritto. Eʼ vergognoso
che a 18 anni si esca da scuola senza
neanche conoscere lʼarticolo 1 e poi
dover firmare un contratto persino per
attivare la scheda di un cellulare». A
queste attività si affiancano la fotografia, il
teatro, ma anche lo sport e la zumba.
«Attività ludiche che hanno un loro posto
importante, un poʼ come nel modello di
scuola americano». Conclude Francesco:
«Con lʼoccupazione stiamo mettendo in
pratica la scuola che vorremmo. È un
modo per uscire dagli schemi. La nostra
protesta, però, non è soltanto un grido al
vento, ma si sta trasformando in qualcosa
di concreto».
LA PIATTAFORMA. Un vero e proprio
movimento, che si sta raccogliendo
attorno a una Piattaforma Programmatica
stilata e approvata in assemblea dai
rappresentanti delle scuole superiori
messinesi. In essa le rivendicazioni
contro i tagli nazionali allʼIstruzione,
vengono contestualizzate nellʼambito
della generale crisi europea e,
soprattutto, cittadina: “A pagare la crisi
[…] devono essere i diretti responsabili,
ossia le classi dirigenti dal punto di vista
economico e finanziario, ed i governi che
politicamente legittimano il saccheggio
delle risorse economiche dei ceti mediobassi”, si legge nel documento.
LA NOTTE. Sono le 20.30 e, al
Maurolico, lʼatmosfera è rilassata: “è
appena finita la sfilata di moda”, spiega
Luigi Genovese, rappresentante 16enne
che, messa da parte lʼoratoria sul
drammatico momento vissuto dai giovani
in Italia, mostra lʼorganizzazione interna
dellʼoccupazione, che prevede persino un
guardaroba sorvegliato. E la sera,
rimanete in tanti? «Si, restiamo a
dormire», anche se le occhiaie profonde
dicono il contrario. E le ragazze?
«Qualcuna rimane. Entra solo gente della
scuola, quindi sono al sicuro». Tra autoorganizzazione ed euforica convivenza
h24, lʼoccupazione diventa esperienza di
vita: unica, irripetibile.
IL COIMMENTO
Tagli alla scuola pubblica e insegnanti “agitati”
DI AUGUSTO CAVADI
PALERMO. Come
prevedibile, la rivolta
europea contro i tagli alla
scuola pubblica è passata pure
per la Sicilia. Via internet e per
telefono le notizie corrono da una
città allʼaltra, a Palermo ho
potuto assistere a più di
unʼassemblea sindacale di
docenti. La prima sensazione è
stata di tenerezza: professori e
professoresse di ogni età agitati
(dopo anni di sopore)
dallʼindignazione, dai dubbi, dai
propositi bellicosi tipici dei loro
alunni. “I governi passano, ma
tutti ci trattano con i piedi”; “La
responsabilità è soprattutto
nostra: siamo una categoria
disorganizzata. I nostri sindacati
proclamano tre o quattro
giornate di sciopero diverse,
senza riuscire ad accordarsi per
una manifestazione unitaria.
Così, ogni volta, ci troviamo in
quattro gatti o poco più”; “Se
scioperano tassisti o farmacisti, i
governi si arrendono: se
scioperiamo noi, non succede
nulla. Anzi, i diretti destinatari del
servizio - gli studenti esultano”. Un sindacalista, tra i
più accalorati, urla: “Le vecchie
forme di protesta sono ormai
logore. Dobbiamo inventarci
qualcosa che dia davvero
fastidio agli altri!”. Le proposte
fioccano e, con la stessa
velocità, si spappolano per aria:
“Annulliamo i viaggi dʼistruzione,
così danneggiamo gli operatori
turistici”; “Blocchiamo lʼadozione
dei libri, così danneggiamo
lʼeditoria”; “Cancelliamo i
ricevimenti dei genitori, così
danneggiamo le famiglie”. A
mezza voce, il vecchio docente
alle soglie del pensionamento
obietta: “Se vogliamo davvero
rompere le scatole a qualcuno,
continuiamo a fare lezione come
ogni giorno: gli alunni
non ce lo perdoneranno
facilmente…”. Il più delle
volte la tempesta si
condensa in un
bicchierino da rosolio:
tuoni e saette producono un
documento di protesta (sulla cui
punteggiatura si discute
mezzʼora) da inviare al ministero
e agli organi di stampa. E che,
ovviamente, non sarà letto da
nessuno.
Davvero non cʼè nulla da fare per
incidere sulle scelte politiche di
un governo? Due piccole
cosette ci sarebbero. La prima:
contribuire alla composizione di
un parlamento decente per
competenza e onestà. Ma già da
questo punto di vista, gli
insegnanti non si differenziano
dalla media dei cittadini italiani:
quasi metà non vota, più di un
quarto vota per il centro-destra e
meno di un quarto per il centrosinistra e la sinistra. Il risultato è
un parlamento incapace di
esprimere, dal suo seno, un
governo e, al massimo, disposto
a sostituire lʼallegra brigata
Berlusconi con una squadra di
tecnici seri. Dunque seriamente
impegnati a costruire un Paese
dai connotati conservatori,
liberisti, filo-atlantici,
clericali…Accettare, attivamente
o astensionalmente, un progetto
globale di società e protestare
solo quando vengono toccati i
propri interessi individuali e
corporativi si chiama
qualunquismo. Come avvertiva
Paolo Borsellino, le proteste si
fanno in piazza, ma le rivoluzioni
con la matita e la scheda nel
segreto dellʼurna.
Come educatori, poi, gli
insegnanti potrebbero
sbilanciarsi anche su un
secondo obiettivo: favorire la
formazione di nuove
generazioni di cittadini, più
attenti ai dibattiti politici e meno
rappresentante Capobianco:- Gli investimenti privati
non automi da programmare.
andrebbero di certo ad avvantaggiare gli istituti tecnici e
In un quadro in cui lo Stato sembra non avere tempo,
scientifici a scapito di classici e linguistici, con un
voglia e risorse per investire nel pubblico, agli studenti
conseguente impoverimento generale del sistema.- Chi
abbandonati non resta che la via della protesta, che trova
investirebbe su un indirizzo di studi che non
nellʼoccupazione la sua sintesi estrema. Si
Una scuola
è in grado, per costituzione, di produrre
può discutere sullʼutilità o meno di tale
occupata è viva nel vero scelta, sulle sue conseguenze sul piano
immediatamente “ricchezza”? E, scenario
ancora più inquietante, quale imprenditore
pratico; tuttavia nulla può essere detto
senso della parola.
punterebbe su una scuola situata in una
Si impara a discutere, sullʼimpegno e la serietà della maggior parte
zona disagiata? Probabilmente, complice il
a stare insieme, a credere dei ragazzi, che in unʼoccupazione
periodo di crisi, neanche il buon samaritano
esprimono lʼamore e la cura per la scuola
in qualcosa di più
più abbiente. Lo scenario delineato dalla
che hanno scelto di frequentare. Si
dei propri interessi
legge Aprea è terribilmente simile alla
costituisce un servizio dʼordine, si segnano
personali
famosa scuola “in serie” mirabilmente
le presenze, si organizzano dibattiti,
cantata dai Pink Floyd in Another Brick in
cineforum, conferenze, tornei sportivi: una
The Wall, e chiunque conosca la realtà di un
scuola occupata è viva nel vero senso della
liceo sa quanto importante sia, soprattutto in
parola. Si impara a discutere, a stare insieme, a credere
questʼambito, essere considerati persone da crescere,
in qualcosa di più dei propri interessi personali, ad
“
”
pagina 21
disposti a vendere il proprio
voto (o a tenerselo in tasca con
sterile disprezzo verso chi
andrà al potere lo stesso, senza
certe fette di consenso e anzi
grazie proprio a tale
astensione). Facendosi scudo
di un principio sacrosanto
(“niente propaganda elettorale
nelle aule”), la stragrande
maggioranza degli insegnanti
mette in pratica un principio
molto meno sacro e molto meno
santo: “niente cultura politica
nelle aule”. Lʼandazzo è
vecchio: lʼanalfabetismo politico
si trasmette da una
generazione allʼaltra con i
risultati che abbiamo sotto gli
occhi. La Costituzione? Tutti
lʼesaltano, nessuno la legge.
Quotidiani e telegiornali? Una
perdita di tempo. Saggistica di
qualità sui temi storici e
contemporanei? Spreco di
denaro…Così non solo i
docenti, ma un poʼ tutte le
categorie professionali (che si
formano nell scuole), tacciono
quando un governo glissa sulla
lotta contro lʼevasione fiscale,
investe cifre astronomiche in
armamenti, dilapida risorse per
alimentare il clientelismo e il
familismo…per poi strepitare
quando il medesimo governo o la sua bella copia
subentratagli – gli mette le mani
in tasca.
Occuparsi di politica e suscitare
nei giovani lʼinteresse - se non
addirittura la passione – per
essa: obiettivi troppo semplici
per meritare dʼessere perseguiti.
Meglio illudersi che basta una
settimana lʼanno di agitazione
collettiva per raddrizzare le
gambe ai cani. Meglio ignorare
che la dimensione politica non è
un optional e che, se i cittadini
non se ne occuperanno, sarà la
politica ad occupare le loro vite.
E talora a rovinarle.
www.augustocavadi.eu
illudersi che in un mondo troppo più grande di noi le
nostre azioni possano davvero incidere. Per questi
motivi, uniti ad un poʼ di nostalgia, ritengo che
lʼesperienza di questi giorni del Maurolico, così come di
tantissime altre scuole messinesi e non, sia lʼesercizio
migliore di democrazia diretta attualmente possibile in un
paese dove spesso si ha paura di manifestare unʼidea, e
che siano dei ragazzi di Liceo, la maggior parte
legalmente immaturi, a darne testimonianza deve
seriamente far riflettere chi detiene il potere, perché una
cosa è dare autonomia alle scuole, unʼaltra è tentare di
trasformarle in fondazioni, aziende, banche, enti di non
ben determinata natura. E a quei docenti che al
momento si staranno lamentando dei giorni di scuola
persi mi piace ricordare come spesso anche un solo
minuto di responsabilità possa essere più proficuo di
unʼintera ora di lezione.
Roberto Saglimbeni
Sicilia
30 NOVEMBRE 2012
LI’, SULLA COLLINA. Il complesso La Residenza incombe sul torrente Trapani
MESSINA. Continua la telenovela del complesso sulla collina di torrente Trapani
La Residenza, stop & go
Dissequestrato e “risorto” con meno cubatura del previsto, il progetto è fermo al Genio civile,
ma il Comune “soccorre” l’impresa costruttrice. E non inserisce la vallata tra le zone a rischio
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Non cʼè pace per il discusso
complesso la Residenza, poco meno di
cento appartamenti che la Pett srl sta
edificando, a singhiozzo, in cima alla
vallata da cui nasce il torrente Trapani.
Sequestrato dalla Procura, poi
dissequestrato, costruito per metà in
attesa di tirare su la seconda metà, partito
con un certo numero di appartamenti poi
ridotto per ragioni di “realpolitik” con la
delocalizzazione (ancora non si sa dove)
di 22mila metri cubi di quelli che sarebbero
terzo e quarto lotto, più ulteriori 2600 metri
quadrati dopo una lunga serie di “trattative”
con lʼufficio che più di tutti si è opposto: il
Genio civile”. In tutto, è il 30% in meno
rispetto a quanto originariamente previsto.
Quanto bastava perchè la Pett Srl avesse
se non proprio certezza, quantomeno
buone speranze che il Genio dicesse
finalmente “sì”. E invece no.
LE RIUNIONI. A ottobre, il legale Nino
Favazzo, che difende gli interessi di
Giuseppe Pettina, scrive allʼingegnere
capo del Genio civile Gaetano Sciacca,
spiegando la necessità di ottenere
“lʼautorizzazione preventiva, a richiesta
della ditta ed in presenza di una situazione
di fatto assolutamente identica rispetto a
quella che solo oggi viene
incomprensibilmente ritenuta di ostacolo”.
Perchè la Pett richiede il documento? Per
via del dissequestro temporaneo del
cantiere avvenuto a metà luglio, e di una
riunione con Luigi Giacobbe, un
Pippo Pettina
Gaetano Sciacca
centonove
ingegnere che ha mediato tra le parti a
luglio.
INTORNO AD UN TAVOLO. Sciacca e
Pettina si siedono ad un tavolo. A tentare
unʼinterlocuzione in maniera da sbloccare il
cantiere del La Residenza, ci prova Luigi
Giacobbe. Su quello che si sono detti in
riunione relaziona Favazzo, in una lettera
volta a sollecitare lo sblocco dellʼiter da
parte di un evidentemente recalcitrante
Sciacca. “Vengo a sollecitare lʼemissione di
un suo provvedimento favorevole”, scrive
Favazzo. Perchè tanto ottimismo da parte
dellʼavvocato di Pettina? “Ferme restando
le sue considerazioni personali - scrive
Favazzo - circa la “ritenuta vulnerabilità
dellʼintero bacino del torrente Trapani”,
ribadisco che lʼautorizzazione oggi richiesta
dalla Pett Srl è finalizzata al
completamento delle strutture ed alla
realizzazione delle opere necessarie alla
messa in sicurezza del cantiere, allo stato
fonte di concreto pericolo per lʼincolumità
pubblica e privata. Aggiungo - continua il
legale - che ogni perplessità manifestata
dal suo ufficio in punto di “aggravamento
del carico urbanistico” appare allo stato,
oltre che avanzata da organo
incompetente, anche intempestiva”.
Perchè? Perchè la Pett, secondo Favazzo,
“ha già rinunciato a realizzare ben oltre un
terzo della cubatura a suo tempo
assentita”. E Sciacca? Come risponde?
SCIACCA RISPONDE. “Si è constatato la
non rispondenza a quanto rappresentato
rilevando in particolare la mancata
realizzazione delle opere di urbanizzazione
e presidio sia interne che
esterne al lotto - scrive Sciacca motivando
lʼennesimo diniego alla ripresa dei lavori tenuto conto che tale circostanza può
causare grave pericolo per persone e cose,
lʼufficio ha adottato i provvedimenti di
propria competenza”. Nellʼesprimere il suo
“niet”, Sciacca invia la nota al comune di
Messina, perchè inserisca la vallata del
Trapani nel Pai (piano dʼassetto
idrogeologico) come zona a rischio
massimo, contrassegnata dalla sigla R4.
Con conseguente stop di ogni edificazione.
INTERVIENE IL COMUNE. Alla Pett, però,
viene involontariamente in soccorso il
Comune, che si schiera contro la proposta
del Genio civile. “Non esistono dissesti
significativi”, scrive il dirigente alla
Protezione civile Francesco Ajello, che
continua spiegando che “non esistono
dissesti significativi”, e che “si tratta di
condizioni di criticità che, quantunque
possano causare pericolo, sono legate ad
opere di mediocre rilievo, non
propriamente attinenti alla classificazione
severa come la R4”.
RITRATTI
Addio a Rizzo, Turi per tutti
Si è spento l’ex presidente degli Ingegneri e politico
del Psi che legò la prima e la seconda Repubblica
Turi Rizzo
MESSINA. Per lʼanagrafe il suo nome era Salvatore, ma per gli amici, il mondo della politica, quello degli ingegneri e per la città di Messina, era soprattutto “Turi”. Un diminuitivo affettuoso che, anno dopo anno, era divenuto la cifra stilistica di Salvatore Rizzo, morto in
ua clinica privata a Catania il 26 novembre scorso. Settantotto anni fa, Turi, nellʼultimo ventennio, era stato uno dei pochi personaggi a legare la prima e la seconda Repubblica. Socialista di ferro del
Psi, era stato eletto per la prima volta al Comune di Messina nel
1990, diventando assessore allʼedilizia privata e protezione civile
della giunta guidata da Mario Bonsignore, che poi lo aveva anche
delegato alla viabilità. Riconfermato dopo il voto del 1992, era sta-
pagina 22
to nominato vice sindaco con l'ultima amministrazione Bonsignore,
fino a diventare sindaco facente funzioni. Subito dopo era tornato
ad essere assessore con un altro “Turi”, Salvatore Leonardi. E si
deve proprio allʼultimo sindaco Dc della storia recente della città il
merito di aver strappato Rizzo allʼoblio seguito a tangentopoli, chiamandolo nellʼesecutivo il 3 novembre 1999. Nellʼamministrazione
rimase fino al 2003, sposando iniziative che lo vedevano in prima linea, come le “Domeniche ecologiche”. Il suo ultimo ritorno a Palazzo era stato nel 2006, quando venne nominato esperto a titolo
gratuito per la protezione civile durante l'amministrazione Genovese. Lʼaltra faccia di Rizzo era quella del professionista. Laureato in
ingegneria civile nel 1960, si dedicò alla progettazione di opere pubbliche e di edilizia privata, redigendo anche piani regolatori per alcuni comuni della provincia di Messina. Di Rizzo, presidente dellʼordine degli Ingegneri tra il 1993 e il 2000, resta anche il ricordo della battuta pronta. Una volta, a chi gli chiedeva delle capacità manageriali di Turi Leonardi, rispose secco: «Se lui è un manager, io sono Gianni Agnelli». (D.D.J.)
centonove
Sicilia
30 NOVEMBRE 2012
MESSINA. Sequestrati gli animali del Parco sui Colli San Rizzo
Daini, allarme Tbc
Disposta la quarantena dopo gli accertamenti sanitari effettuati all’Istituto zooprofilattico
di Barcellona. Rischio contagio per gli uomini. I 50 mammiferi potrebbero essere abbattuti
Un bambino in visita al parco dei daini dei colli San Rizzo
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. I primi sospetti nacquero
quando alcuni medici veterinari che si
erano recati sui Colli San Rizzo di Messina
per mostrarli ai loro bambini si accorsero
che alcuni esemplari non stavano in piedi.
Il sospetto è diventato certezza dopo gli
approfonditi esami effettuati nella scorsa
estate allʼIstituto zooprofilattico di
Barcellona Pozzo di Gotto. I 50 daini tenuti
in cattività nel parco, ospitato nel Forte di
Puntal Ferraro, a due passi dal centro di
recupero faunistico, sono malati.
Gravemente malati e anche infetti:
pericolosi, quindi, per gli altri animali e
anche per gli uomini. E, per impedire che
lʼinfezione si estenda a macchia dʼolio,
potrebbero essere presto tutti abbattuti.
“Tubercolosi”: è questo lʼesito delle indagini
effettuate nel laboratori di Barcellona su
una carcassa di uno dei mammiferi simili ai
cervi, che attiravano sui monti peloritani
migliaia di bambini e amanti della natura.
Il risultato è stato comunicato in piena
estate ai vertici dellʼassessorato regionale
alla Foreste competente sul parco: “il
ceppo di tubercolosi è di tipo bovino e
quindi può essere trasmesso anche agli
uomini”. Il responso non ha dato scelta al
dirigente dellʼassessorato alla Risorse
agricole, Nicolò Maranto, che ha ordinato
al capo dellʼUfficio Territoriale di Messina di
mettere in quarantena tutti i daini tenendoli
isolati dagli altri animali e dagli uomini,
secondo i consigli che sono stati dettati dal
dirigente del Dipartimento di Medicina
Pippo Cucinotta, docente veterinario
LA SCHEDA
La malattia in pillole
LA TUBERCOLOSI o tisi in sigla Tbc, è
una malattia infettiva causata da vari
ceppi di micobatteri La tubercolosi attacca solitamente i polmoni, ma può colpire anche altre parti del corpo. Si trasmette per via aerea attraverso goccioline di saliva emesse con la tosse. La
maggior parte delle infezioni che colpiscono gli esseri umani risultano essere
asintomatiche. I sintomi classici sono
una tosse cronica con espettorato striato di sangue, febbre di rado elevata, sudorazione notturna e perdita di peso.
L'infezione di altri organi provoca una
vasta gamma di sintomi. Il trattamento
è difficile e richiede l'assunzione di antibiotici multipli per lungo tempo. La resistenza agli antibiotici è un problema
crescente nell'affrontare la malattia.
Veterinaria dellʼazienda sanitaria 5 di
Messina. Il cancello che apre al parco è
stato così chiuso con il lucchetto e chi si è
recato sui Colli per far visita agli animali se
nʼè dovuto tornare indietro: deluso.
Lʼisolamento è una misura temporanea e
tampone in attesa che si assumano i
provvedimenti risolutivi. Questʼultimi
dipendono anche dalle risorse che la
regione Sicilia e il Ministero della salute, a
cui sono state indirizzate richieste di aiuto
dallʼAsp 5, decideranno di mettere in
campo. Sebastiano Di Bella, dirigente del
Dipartimento si sanità Veterinaria
dellʼazienda sanitaria 5 di Messina, spiega:
«Non abbiamo nè risorse, nè uomini per
fronteggiare la situazione e selezionare i
capi malati da quelli non malati. Purtroppo,
credo che lʼunica soluzione che può
risolvere il problema è lʼabbattimento di tutti
gli esemplari. Restiamo in attesa di direttive
da Palermo e soprattutto da Roma».
LʼALLARME. I militari della Guardia
forestale che gestiscono il parco sono stati
allarmati dalle morti improvvise di alcuni
daini. A luglio hanno chiesto lʼintervento di
Pippo Cucinotta, docente di Chirurgia
Veterinaria allʼUniversità di Messina: «Ho
visto che i daini morti presentavano delle
ulcere e uno strano essudato. Un animale
non muore per unʼulcera. Ho sospettato
subito che si potesse trattare di tubercolosi.
Ho così consigliato ai dirigenti del
Dipartimento foreste di effettuare gli esami
allʼIstituto zooprofilattico», racconta il
docente.
BARCELLONA
Lo strano caso di Gregor
Clochard russo in isolamento per una tubercolosi resistente
a ogni trattamento. Magistri: «Tutto sotto controllo»
BARCELLONA. I daini del parco dei coli San Rizzo non li ha
mai visti. Ma ha una tubercolosi resistente ad ogni trattamento farmacologico. Gregor, nome di fantasia, ha 40 anni: è di nazionalità russa e conduce da anni una vita di strada che lo ha
ridotto a poco più di uno scheletro.
Eʼ da qualche settimana ricoverato nel reparto di Malattie infettive del Cutroni Zodda di Barcellona, in rigoroso isolamento.
I medici le stanno tentando tutte per debellare la malattia infettiva che ne mette a rischio la vita ma, ogni tentativo si sta rivelando vano.
I sanitari stanno così valutando di trasferirlo allʼIstituto Spallanzani di Roma, centro specializzato nel trattamento delle malattie infettive. Nella struttura romana il giovane era stato agli
inizi del 2012. Sempre per curare la tubercolosi. Dopo alcuni
cilcli di antibiotici sembrava guarito ed è stato dimesso.
Altri mesi di vita raminga, però, hanno scatenato di nuovo la
malattia.
Manlio Magistri, commissario dellʼAzienda sanitaria 5 di Messina, specializzato in Igiene ed ex direttore sanitario del Policlinico, spiega: «Il caso è sotto controllo. Non cʼè da fare allarmismi. Certo non sappiano in questi mesi con chi questo giovane è venuto a contatto». Il manager aggiunge: «I casi di tubercolosi che arrivano negli ospedali è in aumento. Questa malattia, che un tempo provocava molte vittime, dopo anni di vaccinazione è considerata eradicata, e così non esiste più nenche un sistema di monitoraggio. Tuttavia lʼarrivo nel paese di
persone straniere ha notevolmente aumentato i casi che i medici degli ospedali si trovano a fronteggiare». (M.S.)
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Manlio Magistri, commissario Asp 5
Sicilia
30 NOVEMBRE 2012
centonove
AUTO D’EPOCA. La “Scuderia antichi motori” dello Stretto rievoca il “Giro di Sicilia”
Quattro ruote nell’anima
Con un convegno in occasione del centenario della gara ideata da Vincenzo Florio, l’associazione
guidata da Antonio Verzera fa il punto su restauro, conservazione e recupero dei veicoli storici
CONDOTTIERI.
A sinistra,
Antonio Verzera,
presidente
della Scuderia
antichi motori
Messina,
che ha organizzato
il 24 novembre
un convegno
rievocativo
del centenario
del Giro di Sicilia.
Accanto, Tazio
Nuvolari e a destra,
nella foto in bianco
e nero,
Olivier Gendebien
DI SIRO BIZZI
MESSINA. Sono passati cento anni da
quando per la prima volta, nel 1912, si
accesero i motori per il primo “Giro di
Sicilia”. Cento anni di storia e di imprese
che la “Scuderia antichi motori Messina”
(Samo club) ha deciso di celebrare e
rievocare il 24 novembre al Teatro
Vittorio Emanuele con un convegno
denominato “Cento anni del Giro di
Sicilia con Messina protagonista.
Circuito, Piloti, Auto”. Il “Giro di Sicilia” è
una di quelle gare motiristiche entrate
ormai nella leggenda dei motori. Fu
ideato nel 1912 da Vincenzo Florio, dal
quale prese poi il nome. Una gara
affascinate, difficilissima, con percorsi
misti che coprivano quasi per intero il
perimetro dellʼisola, il solo portare a
termine la gara, soprattutto nei primi
anni, veniva già considerata unʼardua
impresa, in cui si cimentarono celebri
nomi dellʼautomobilismo italiano ed
internazionale come Tazio Nuvolari e
Olivier Gendebien. Lʼinteressamento
alla gara non riguardò soltanto i piloti,
ma anche grandi case costruttrici di
automobili come Alfa Romeo, Ferrari,
Porsche e Mercedes-Benz. Una gara
dove lʼabilità dei piloti e lʼaffidabilità del
mezzo la facevano da padrone, un
percorso immerso nei più splendidi
paesaggi immaginabili, quasi ad
addolcire la fatica fatta nel domare
macchine selvagge che si guidavano
con la testa ed il corpo su strade
insidiose che lʼhanno resa una delle gare
italiane più famose nel mondo. Nel 1957,
però, dopo lʼincidente avvenuto durante
la “Millemiglia”, le gare cittadine vennero
considerate troppo rischiose venendo
così trasformate in gare di regolarità.
La commemorazione organizzata dal
Samo club ha rievocato, in particolare, il
passaggio a Messina durante la
competizione, attraverso documenti
fotografici e video. «Il club nasce con
diverse finalità - spiega Antonio
Verzera, presidente del Samo - Il
recupero, il restauro e la conservazione
di veicoli storici, lʼintenzione di tenere
“SGARBI”
Se il “Giro di Sicilia” non passa dalla città
MESSINA. ll 6 giugno 2012 ha preso il via da Palermo la XXII edizione del "Giro di
Sicilia", con una piccola particolarità, particolarità che gli stessi membri del SaMO.
sottolineano. «La nostra non vuole essere una polemica, ma il fatto che Messina
non venga neanche sfiorata dalla competizione è indicativo. è venuto a mancare
un appoggio che favorisse il passaggio della competizione in città. "Forse- continuano i membri del club- oltre ad un problema istituzionale, questo è un problema
che si ricollega a quella che è la mancanza di cultura motoristica nella nostra città
e che è andata perduta negli anni. Il percorso di quest'anno piuttosto che seguire
un'iter classico scavalca Messina passando da Taormina, è questa è una grave perdita visto e considerato che il numero degli appassionati che gravita intorno a questa competizione o più semplicemente intorno alle vetture d'epoca è davvero elevato. Una volta, la nostra città era il punto in cui, durante il "Giro di Sicilia" le automobili facevano rifornimento ed i piloti come Nuvolari trovavano un attimo di
riposo».
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centonove
Sicilia
30 NOVEMBRE 2012
viva la memoria storica di Messina e del
suo ruolo fondamentale nelle
competizioni motoristiche dagli inizi del
ʻ900 ad oggi. Eʼ un modo per creare una
forma di aggregazione che manca nella
nostra città e da la possibilità di far
godere di certe occasioni anche a chi
non ha la disponibilità ad avere in
garage un mezzo che abbia 30 anni o
più». «La città di Messina - continua
Alfredo Schipani, membro del Samo.
club - viveva anche di motori, perchè
oltre alle macchine in se, alla loro
meccanica antica, alle linee che già
trentʼanni fa rendevano moderne certe
auto, essere appassionati di mezzi
storici consiste nellʼapprezzare e
conoscere la gente ed i contesti che
gravitavano intorno alle automobili ed
alle competizioni a cui partecipavano,
per non parlare poi del fatto che, proprio
grazie a certe rievocazioni si possa
conoscere meglio la propria città e
“vedere da vicino” come era fatta». La
città di Messina, a testimonianza del suo
ruolo importantissimo nel mondo dei
motori, vantava, oltre al passaggio del
“Giro di Sicilia” diverse gare che si
disputavano prettamente sul territorio
messinese come la “Circuito dei laghi”,
gara di velocità che si teneva presso il
laghi di Ganzirri che prevedeva una
durata di 10 ore, la “Colli S. Rizzo”
anchʼessa gara di velocità e la “10 ore
notturne”. «La passione per le auto
dʼepoca - continua Antonio Verzera nasce grazie a delle tradizioni familiari
che hanno visto diverse generazioni
curare e conservare auto che vedere
oggi da una sensazione incomparabile».
«Ad esempio - spiega Schipani - i mezzi
di una volta erano fatti per durare nel
tempo e sono arrivati ad oggi, se ben
conservati perfettamente funzionanti,
provate a comprare una macchina
oggi...», mentre parla indica una
Lambretta degli anni ʻ40 «perfettamente
intatta e funzionante». «Eʼ una passione
che contestualmente fa culturaconclude Verzera».
Al convegno, patrocinato dalla Provincia
Regionale di Messina, dallʼAutomotoclub
storico italiano e dallʼAci Messina hanno
partecipato, Giuseppe Di Mauro
consigliere federale dellʼAsi, che ha
svolto la parte che trattava nello
specifico lʼ Associazione e le
rievocazioni storiche, Daniele Spataro
presidente del “Veteran car Club
pagina 25
Panormus” di Palermo, che ha riassunto
gli anni del giro dagli inizi alla
rievocazione del centenario, Claudio
Faranda e Giuseppe Pirrone, due
storici piloti messinesi la cui
testimonianza ha appassionato la sala. Il
moderatore dellʼevento è stato Antonio
Verzera, presidente del Samo club.
Sicilia
30 NOVEMBRE 2012
centonove
MESSINA. La Provincia rivoluziona la gestione dei polmoni verdi. Tagliando gli sprechi
Riserve revolution
L’assessore Fichera affida a decine di lsu i laghetti di Marinello, di Ganzirri e le Montagne delle Felci
a Salina. Faranno da guide e si muoveranno solo con veicoli elettrici. Aperto l’info point a Patti
I laghetti di Ganzirri
DI GIANFRANCO CUSUMANO
OLIVERI. La Provincia regionale di
Messina si prepara a rivoluzionare la
gestione delle riserve del territorio. Con
lʼapertura di infopoint, trasferimento di
personale, utilizzo di autoelettriche. Tutto in
ossequio alla spending review. Gli
interventi, che partiranno ufficialmente nel
corso di dicembre, interessano tutte e tre le
riserve: “Montagne delle Felci e dei Porri”
nellʼisola di Salina, “Laghetti di Marinello”
nel territorio del Comune di Patti (si accede
dal Comune di Oliveri) e “Capo Peloro” nel
territorio del Comune di Messina. A gestire
il processo di rilancio dei polmoni verdi
della Provincia, anche dal punto di vista
turistico e culturale, è lʼassessore ai Parchi
e Riserve, Renato Fichera, che ha ottenuto
la delega nellʼultimo rimpasto e si appresta
a firmare un protocollo con
lʼamministrazione comunale di Oliveri.
Fichera promette non solo un rilancio ma
anche un risparmio di 30 mila euro lʼanno.
Le problematiche con cui si sono dovuti
affrontare anche il predecessore Gaetano
Duca, sono legate principalmente al
personale e allʼassenza di servizi a favore
del visitatore. Lʼunica riserva che dal
momento della sua istituzione, ha il
personale previsto nel decreto originario di
assegnazione in gestione alla Provincia di
Messina è quella di Salina. Per le altre due
non è stato previsto organico specifico in
quanto a carico della Provincia. «Con
questa riorganizzazione - spiega
lʼassessore Fichera - si intende creare per
ogni singola riserva uno specifico organico
di personale e mezzi, in quanto in
precedenza la vigilanza di tutti e tre i siti
gravavano su quello incaricato per la
riserva di Salina, oltre chiaramente alla
mancanza di unità per la manutenzione e
pulizia delle due riserve di Capo Peloro e
Marinello. La precedente organizzazione,
oltre ad avere un costo annuo eccessivo
per missioni, lavoro straordinario e
impegno di mezzi di trasporto (Land Rover
L’assessore Renato Fichera
La modella Serena Accetta fotografata ai Laghetti di Marinello (foto Antonio Rifici)
Defender e Mitsubishi Pajero di cilindrata di
3200 cc nella riserva di Salina; Mitsubishi
Pajero anchʼessa di 3200 cc di cilindrata al
porto di Milazzo; oltre ad altri mezzi di
servizio occasionali) non poteva di certo
assicurare una presenza continua degli
addetti alla sorveglianza». Alla luce
dellʼintervento le tre auto la cui cilindrata è
ritenuta “eccessiva” rientrano allʼautoparco
per interventi di protezione civile, con un
notevole risparmio sui costi di gestione.
«Lʼinnovazione della rivoluzione - continua
Fichera - è rappresentata dal fatto che i
mezzi utilizzati allʼinterno delle riserve, con
esclusione dei Defender per arrampicarsi
sulle parti alte e impervie alla riserva di
Salina, sono esclusivamente a trazione
elettrica». Alla riserva di Capo Peloro
saranno impiegati 10 lavoratori Lsu,
economicamente a carico della regione
siciliana grazie ad un protocollo dʼintesa
sottoscritto con la Cooperativa
Normanna, oltre alla attività da sempre
svolta da tre dipendenti della Provincia con
esperienza e qualifica (che in base alle
esigenze si spostano anche sulla riserva di
Marinello). LʼUnità Operativa Complessa è
affidata alla dipendente Rossella Arnò e
per i punti di inizio e fine lavoro giornaliero
sono stati adibiti i locali dellʼex Iai.
«I lavori hanno già avuto inizio dal 13
novembre - riprende lʼassessore della
giunta Ricevuto - entro breve tempo si
procederà, nei limiti imposti dalla normativa
sullʼambiente, a curare gli alberi ad alto
fusto. Eʼ stato disposto lʼavvio della gara
con impegno di 180 mila euro per
aggiudicare ed avviare per un triennio i
lavori di “derattizzazione sicura della zona
in modo ecologico e senza danni per
lʼambiente naturale
protetto». Un accordo stipulato tra
lʼassessorato e Messina Ambiente
permetterà il ritiro dei rifiuti.
Alla riserva di Marinello verranno utilizzati
12 lavoratori (3 con la qualifica di impiegato
che svolgeranno lʼattività di guida allʼinterno
della riserva e 9 con la qualifica di operaio
che svolgeranno lʼattività di manutenzione
e pulizia del sito) provenienti da un
protocollo dʼintesa con la Cooperativa
Agrifoglio. LʼUnità Operativa Complessa è
affidata al dipendente provinciale Giorgio
De Luca (attuale consigliere comunale di
Patti) a cui è affiancato il dipendente
Armando Pelligra oltre al personale
qualificato di stazionamento alla riserva di
Capo Peloro richiesti di volta in volta. «Il
personale utilizzato per il servizio guida,
assieme allʼintera unità operativa sarà
ospite al comune di Patti in un locale
messo a disposizione dal comune al fine di
valorrizzare publicizzare ed incentivare la
fruibilità turistica ed ambientale della
riserva - sottolinea lʼassessore - è, invece,
in corso di programmazione un protocollo
dʼintesa tra la provincia e il Comune di
Oliveri, altro territorio da cui si accede alla
riserva, al fine di creare una sinergia per
regolare e rendere agevoli le visite di quanti
vorranno fruire delle bellezze di un bene
tanto importante a riserva, dalle
scolaresche a quanti appassionati
dellʼambiente vorranno fruire di un bene
tanto importante». Il comune di Oliveri si
impegna a mettere a disposizione locali per
depositi e ricarica dei due mezzi elettrici.
AGRIGENTO
Torna la Fiera della Montagna
LA IX EDIZIONE DELLA Fiera della Montagna di San Giovanni Gemini e Cammarata, in provincia di Agrigento, si svolgerà presso il Palazzetto dello Sport di San Giovanni Gemini dal 7 al 9 dicembre. All'interno di quest'edizione, verrà presentato, nel
corso di un workshop in programma sabato 8 dicembre, un importante progetto di
marketing territoriale basato su nuove piattaforme tecnologiche. I Comuni di San
Giovanni Gemini e Cammarata, primi in Sicilia, saranno presenti sulla piattaforma
J'eco Guides con guide per tablet e smartphone. Tale strumento permetterà ai turisti e ai visitatori dell'area, non solo di conoscere aspetti nascosti degli splendidi territori dei monti sicani, ma anche di entrare facilmente in contatto con le realtà produttive locali. Obiettivo è che queste guide possano fungere da volano per una crescita economica e commerciale troppo spesso demandata ai costosi strumenti di
marketing tradizionali. Farà da prestigiosa cornice al workshop la Fiera che, come
ogni anno, sarà un'occasione unica di incontro e confronto tra enti locali, produttori e utenti. Previsti desgustazioni e spettacoli. www.fieradellamontagna.org.
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centonove
Sicilia
30 NOVEMBRE 2012
SOCIETA’. L’analisi dell’esperto su un fenomeno in crescita
Sopravvivere allo stalking
In Italia muore una donna ogni due giorni ma lo Stato non riesce a contrastare
la violenza nonostante gli ultimatum dell’Onu. Le battaglie possibili
DI ILENIA COLETTI*
PALERMO. “Ogni riferimento a fatti e
persone realmente esistenti non è affatto
casuale”. Così Serena Dandini introduce il
suo lavoro teatrale “Ferite a morte”, una
ʻspoon riverʼ delle donne morte per
femminicidio. In Italia una donna ogni
due/tre giorni muore per mano di un marito,
un amante, un fidanzato, un ex compagno.
E questo è solo lʼaspetto più
tragico di un fenomeno pervasivo come
quello della violenza sulle donne dentro e
fuori la famiglia. Lo Stato italiano è stato più
volte redarguito dalle Nazioni Unite per il
suo scarso impegno nel contrastare questo
fenomeno. Attingendo a fatti di cronaca
realmente avvenuti, Serena Dandini, in
collaborazione con Maura Misiti,
demografa e ricercatrice del Cnr, ha scritto
unʼantologia di racconti per dare voce alle
donne vittime di questo fenomeno. “Ferite a
morte” ha lo scopo di sensibilizzare
l'opinione pubblica alla sottoscrizione della
“Convenzione No More! Contro il
femminicidio” (si può firmare sul sito:
http://convenzioneantiviolenzanomore.blog
spot.it/) che chiede fra lʼaltro al Governo e
alle istituzioni italiane di discutere
urgentemente le proposte in materia di
prevenzione, contrasto e
protezione delle donne dalla violenza
maschile e la ratifica immediata della
Convenzione del Consiglio d'Europa
(Istanbul 2011). A portare in scena i testi di
Serena Dandini sabato scorso a Palermo
sono state donne di spicco del mondo dello
spettacolo, del giornalismo, della società
civile oltre che la stessa Dandini.
Il cast che comprende Geppi Cucciari, Lilli
Gruber, Angela Finocchiaro, Donatella
Finocchiaro, Germana Pasquero, Stefania
Casini, Isabella Ragonese, Lella Costa,
Paola Minaccioni, Alessandra Vanzi,
Emanuela Grimalda, Anna Bonaiuto,
Thony, Olivia Sellerio, Rosaria Maida,
Pierelisa Rizzo, Paola Cortellesi e, unico
uomo presente sul palco, Luca De
Gennaro Dj dopo lʼappuntamento a
Palermo sarà a Bologna il 30 novembre e a
Genova il 9 dicembre.
Gli ultimi episodi di orrenda violenza sulle
donne rappresentano un vero e proprio
allarme sociale. Si moltiplicano gli episodi
di cronaca che ci raccontano di donne
perseguitate da ex partners o aspiranti tali,
la cui intrusione nella loro vita le distrugge
sia mentalmente che fisicamente. Il termine
tecnico è ormai noto: stalking.
Secondo i dati diffusi dal Dipartimento di
Pubblica Sicurezza del Ministero degli
Interni, in Italia sono stati denunciati 5.133
casi; la Sicilia si trova al 5° posto con 434
casi; “la palma dʼoro” spetta alla Lombardia
con 727 casi denunciati. Si tratta di cifre
sottostimate, poiché tante vittime non
denunciano per vari motivi: per mancanza
di una chiara coscienza del fenomeno e
delle corrette informazioni su di esso e
sulle strutture di assistenza; o per timore
della riprovazione sociale che potrebbe
derivarne in certi contesti culturali più
arretrati; o di perdere i figli o di rimanere
senza reddito, dato che molte vittime sono
donne e dipendono economicamente dai
mariti o compagni. Secondo i dati di cui si
parlava prima, infatti, sul territorio
nazionale lʼ87 % degli stalker sono di sesso
maschile; ma come si vede da queste cifre,
il 13 % è di sesso femminile. Va
considerata la necessità dellʼassistenza
legale gratuita alle vittime per facilitare il
ricorso alla denuncia, per la quale un alto
costo è anche quello dellʼassistenza legale.
To stalk è un verbo inglese che significa
“inseguire furtivamente” (la preda) e come
molti sanno lo stalker è chi compie molestie
reiterate nel tempo e assillanti nei confronti
di unʼaltra persona; lo stalking configura
tale fattispecie di reato che in Italia è stato
introdotto solo di recente il 23 febbraio
2009 appunto, con lʼarticolo 612 bis, subito
dopo il 612 che prevede il reato di
minaccia. Le azioni più comuni che lo
stalker intraprende sono continue
telefonate, sms ed mms molesti,
appostamenti sotto casa o davanti il posto
di lavoro. In pratica la vita della vittima
viene sconvolta e può capitare che sia
costretta a cambiare quartiere o addirittura
città, subendo così anche le conseguenze
traumatiche di uno sconvolgimento della
propria esistenza. Secondo lʼOsservatorio
Nazionale Stalking le vittime sono per
lʼ82% donne, che solo nel 17% dei casi
sporgono denuncia contro i persecutori.
Questi, per lʼ85% uomini, sono nel 55% dei
casi ex partner che non accettano la fine
del rapporto di coppia. Esistono cinque tipi
di stalker: il rifiutato, che non accetta
appunto il rifiuto; il risentito, molto insistente
e violento verso il partner anche dopo la
rottura della relazione; il bisognoso
dʼaffetto, ha gravi difficoltà nellʼinstaurare
una relazione e agisce con lʼintento di
iniziare una relazione sentimentale con la
vittima; il rancoroso, motivato dal desiderio
di vendetta nei confronti della vittima scelta
a caso e identificata con chi in passato lo
avrebbe umiliato; il predatore, di sesso
maschile, ossessionato sessualmente
dalla vittima, il quale presto diventa sempre
più brutale fino ad aggredirla.
Eʼ un fenomeno che non fa distinzione di
sesso e di ceto, e lo stalker, definito anche
persona affetta da “sindrome del
molestatore assillante”, può essere un ex
partner, un conoscente, un collega o uno
sconosciuto.
La dinamica delle molestie è varia e
complessa ed è difficile darne una
definizione univoca, tanto più se si
considera che il comportamento
persecutorio può essere messo in atto sia
con condotte illecite, ma anche con
condotte “neutre” (come aspettare fuori di
casa la vittima o stare ore sotto la sua
finestra) o addirittura gradevoli (come
mandare continuamente regali o mazzi di
fiori a casa o sul luogo di lavoro) ma vissute
come profondamente intrusive e moleste
dalla vittima. A tal proposito va ricordato
che, la ricerca criminologica e
psicopatologica stanno tentando di
tracciare un profilo tipico dello stalker, per
fornire una possibile riconoscibilità
anticipata di tale figura; ma in realtà è
unʼimpresa molto ardua perché trovare un
profilo unico è complicato dal fatto che non
tutti gli stalker sono necessariamente affetti
da una qualche psicopatologia che li
accomuni, né tantomeno da un uso o
abuso di sostanze stupefacenti.
Essere vittima di stalking significa essere
sottoposta a molestia continuata e si
potrebbero presentare disturbi dʼansia,
insonnia, incubi, angoscia, stati depressivi,
ma anche flashback terrorizzanti e a veri e
propri quadri di sintomatologia riconducibili
al Disturbo Post-Traumatico da Stress, e,
in casi estremi, addirittura può condurre al
suicidio. Eʼ ugualmente da non
sottovalutare anche il disagio e la
sofferenza dello stalker, che, agendo
compulsivamente nel seguire i propri
bisogni e negando la realtà, danneggia
progressivamente il proprio equilibrio
mentale e la qualità della sua vita sociale.
Denunciare significa anche dare alle
autorità competenti la possibilità di
accogliere il disagio dello stalker e far si
che egli segua un percorso di aiuto e
intervento psicologico, in modo che non
possa mettere in atto con altri lo stesso
comportamento persecutorio.
Eʼ importante che le conseguenze del
comportamento di stalking non siano
sottovalutate nè taciute: è fondamentale
denunciare e occuparsi di sè e del proprio
benessere qualora ci si renda conto di
essere caduti in atteggiamenti e situazioni
di questo tipo.
* criminologa
IN CIFRE
Sicilia al quinto posto
I DATI DI TELEFONO ROSA segnano cifre in aumento rispetto al 2011 e dimostrano che la violenza sulle donne è ormai all'ordine del giorno. Mentre le istituzioni stanno a guardare, la luce arriva da realtà locali. La Sicilia è al 5° posto. Ricordiamo gli ultimi casi: la donna incinta uccisa dal marito, a Trapani. Ed ancora giorni fa a Palermo un 23enne uccide la sorella della sua ex ragazza, questo
è il centesimo caso dellʼanno, l'ultimo episodio che alimenta la strage del femminicidio. Le statistiche parlano di un'Italia in cui la cronaca registra un omicidio di donna ogni due giorni e fatti che avvengono soprattutto tra le mura domestiche per mano di padri, mariti, fidanzati o ex. Nord e sud, giovani e donne
mature, la violenza che trova sfogo e voce grazie a Telefono Rosa porta con sé
cifre da paura: 98 donne uccise dall'inizio del 2012, numero che solo a maggio
segnava 55 ed è ora quasi raddoppiato. Un passo indietro rispetto al 2011, che
a fine anno registrava 97 morti rosa e la media di un omicidio ogni tre giorni.
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Qui Scuola
30 NOVEMBRE 2012
S. STEFANO DI CAMASTRA. L’EX COMMMERCIALE NON È RIUSCITO A FORMARE UNA NUOVA PRIMA. SI RISCHIA LA CHIUSURA
Al Florena il turismo non piace
DI
NINO DRAGOTTO
SANTO STEFANO DI CAMASTRA.
Non si è giunti nemmeno al giro di boa
di questo anno scolastico che già si
guarda al prossimo. Allʼistituto tecnico
“Arcangelo Florena” questʼanno non si è
riusciti a creare nemmeno una prima
classe: se il prossimo anno si ripeterà la
stessa cosa lʼistituto sarà destinato a
chiudere. A guidare il Florena, che da
“Commerciale” è stato trasformato in
“Turistico” è arrivata un nuovo dirigente
scolastico, Guta Savastita, che ha
intrapreso il percorso del rilancio delle
attività didattiche per superare le
difficoltà riscontrate alla riapertura
dellʼanno scolastico. Gli studenti iscritti
alla classe prima non superavano la
soglia minima di 15 per consentire il
regolare avvio delle attività didattiche,
e sono stati invitati ad iscriversi in istituti
superiori di altre città. Se il prossimo
anno si registrerà la stessa situazione il
Florena è destinato a chiudere battenti.
La preside Guta Savastita, nata a
Bucarest in una famiglia con diversi
componenti impegnati
professionalmente nel mondo della
scuola e dellʼaccademia universitaria,
dalla Romania, è arrivata in Sicilia nel
1972, manifestando tanta grinta prima
da docente prima, poi da dirigente
centonove
MESSINA
Gli studenti della Gallo
spiegano Caravaggio
Gli alunni delle medie hanno fatto
da guida al Museo regionale
MESSINA. Studenti della scuola media statale “Gallo” novelli ciceroni al
museo regionale di Messina. Obiettivo
del progetto, avvicinare i ragazzi alle arti figurative, imparare a “visitare” i musei, ma soprattutto far conoscere e apprezzare loro gli splendidi capolavori.
Lʼattenzione degli studenti si è concentrata soprattutto sullo studio del
Caravaggio e della sua opera forse più
famosa: “La resurrezione di Lazzaro”.
Appena in tempo, visto che il dipinto del
celebre pittore sta per lasciare Messi-
La dirigente scolastica Guta Savastita
scolastico. «Il primo ed anche ultimo
baluardo per difendere la cultura in un
territorio è la scuola, è questa istituzione
che salva la società civile dal suo
declino - sostiene la preside Guta Santo Stefano è una città in grave
pericolo, che ha bisogno di un risveglio
dʼorgoglio, nel valorizzare le risorse
della sua tradizione non solo
artigianale, ma anche di gioielli
architettonici di un passato illustre». La
preside Guta, che è anche dirigente
SELEZIONI
Un giovane palermitano al Nobel per la pace
PALERMO. Un giovane palermitano potrebbe rappresentare i giovani europei
(compresi nella fascia dʼetà tra i 18 e i 24 anni) in occasione della consegna del
Premio Nobel per la Pace, assegnato nell'anno 2012 all'Unione Europea, che avverrà ad Oslo il 10 e 11 Dicembre. Si tratta di Alberto Di Franco, 18 anni studente dellʼultimo anno del Liceo scientifico Benedetto Croce di Palermo, il quale è
lʼunico italiano tra i sedici finalisti per la sua fascia dʼetà. Ha superato la selezione al concorso, indetto dalla Commissione e dal Parlamento Europeo, con
una frase/metafora sul calcio : “La pace in Europa è il goal più importante, segnato da una squadra di cittadini con la maglia blu e le stelle dorate”. Adesso,
solo i cittadini europei potranno scegliere il vincitore votando esclusivamente
attraverso facebook.
scolastico del liceo classico e scientifico
“Manzoni” di Mistretta , ed anche
dellʼistituto agrario di Caronia, lancia un
appello a studenti, genitori, operatori
culturali e amministratori a cui chiede
uno scatto dʼorgoglio e un moto di
appartenenza ad un territorio da
tutelare. Il complesso edilizio in cui ha
sede lʼistituto tecnico “Arcangelo
Florena”, è una moderna struttura che
lʼente proprietario, la provincia
Regionale di Messina, gestisce con
attenzione , programmando i necessari
interventi di manutenzione, dotandolo
delle attrezzature adeguate . «Un vero
gioiello architettonico, fornito delle più
moderne apparecchiature didattiche»,
afferma lʼassessore provinciale
allʼIstruzione, Pippo Di Bartolo. In
attività dagli anni 60 Istituto tecnico
“Florena” lo scorso anno ha cambiato
indirizzo, passando da “Tecnico
commerciale” a “Tecnico per il turismo”,
e lʼutenza scolastica non ha
somatizzato il cambiamento che
inserisce il diplomato in “Turismo” nel
settore professionale, con competenze
linguistiche ed informatiche necessarie
alla “valorizzazione integrata e
sostenibile del patrimonio, culturale,
artistico, artigianale, enogastronomico,
paesaggistico ed ambientale».
Gli alunni della media Gallo
na per un lungo tour espositivo che toccherà collezioni e mostre in Italia e allʼestero. Ad illustrare i risultati dellʼanalisi e della ricerca su Caravaggio e il
suo splendido dipinto, gli studenti delle classi III D ed G. Le giovani guide, non
hanno comunque studiato soltanto le
composizioni di Michelangelo Merisi,
ma anche opere come il polittico di San
Gregorio, il Cristo alla colonna e la Madonna del Rosario, mostrando spiccato interesse verso tutta la collezione
museale. «Eʼ un successo per noi tutti
- è stato il commento delle docenti Ilse
Celona, di lettere, e Giovanna Cardullo,
storica dellʼarte, che hanno accompagnato i ragazzi - constatare come i nostri ragazzi abbiano ben applicato le loro conoscenze e saputo elaborare ed
analizzare con senso critico le opere
dʼarte esaminate”. Visto il buon riscontro lʼiniziativa potrebbe presto essere
ripetuta con altre classi. (F.T.)
ISTRUZIONE PER L’USO di Andrea Smith
Concorso docenti, le domande
per le commissioni
CONFERMANDO LE PREVISIONI effettuate nella
rubrica della scorsa settimana, il MIUR, con lʼavviso
pubblicato sulla G. U. del 23 novembre, ha fissato per il
17 e 18 dicembre i giorni nei quali si svolgeranno le
prove selettive del concorso a cattedra per 11.550 posti
di docente nella scuola dellʼinfanzia, primaria e
secondaria di I e II grado. Il Ministero, per le
commissioni esaminatrici, ha anche pubblicando il D.M.
n. 91 del 23/11/12 (requisiti dei componenti delle
commissioni giudicatrici) e l'O.M. n. 92 del 23/11/20
(modalità per la presentazione delle domande a
presidente e commissario, e istruzioni per la
costituzione delle commissioni giudicatrici). Le
domande per essere inseriti nei rispettivi
elenchi potranno essere presentate
esclusivamente tramite la procedura
informatica Polis (Istanze On Line),
disponibile sul sito www.istruzione.it, dal 27
novembre e fino alle ore 14,00 del 12
dicembre 2012. Gli aspiranti devono indicare una sola
procedura concorsuale alla quale, avendone i titoli,
intendono candidarsi. Lʼistanza deve essere presentata,
a pena di esclusione, unicamente nella regione sede di
servizio o di residenza, nel caso di aspiranti collocati a
riposo. Oltre a quelli specifici per i diversi settori, tra i
requisiti generali è previsto che i presidenti e i
commissari devono: non essere incorsi in sanzioni
disciplinari previste dai codici disciplinari dei rispettivi
ordinamenti; non essere stati collocati a riposo da più di
tre anni e, se in quiescenza, non aver superato il
settantesimo anno d'età alla data di indizione del
pagina 28
concorso. Tra le cause di incompatibilità, in particolare:
a partire da un anno antecedente alla data di indizione
del concorso, non essere componenti dellʼorgano di
direzione politica dellʼamministrazione, non ricoprire
cariche politiche e non essere rappresentanti sindacali
o designati dalle confederazioni ed organizzazioni
sindacali o dalle associazioni professionali; non avere
relazioni di parentela o affinità entro il quarto grado con
uno o più concorrenti; non aver svolto o svolgere, a
partire da un anno antecedente alla data di indizione del
concorso, attività o corsi di preparazione ai concorsi per
il reclutamento del personale docente; non essere stati
destituiti o licenziati dallʼimpiego per motivi disciplinari,
per ragioni di salute o per decadenza dall'impiego
comunque determinata. I dirigenti scolastici e i docenti
possono chiedere di fruire o meno dellʼesonero dal
servizio, tenendo presente che vi è la priorità per il
coloro che rinuncino allʼesonero.
Economia
30 NOVEMBRE 2012
CATANIA. Lo scalo di Fontanarossa chiuso dal 5 novembre. Ecco cosa succede agli utenti
Sigonella ad ostacoli
Check-up e ritiro bagagli in aeroporto, attività di volo sulla pista militare, ai banchi
dell’accettazione tre ore prima della partenza. Almeno fino al 5 dicembre
DI
DARIO DE LUCA
CATANIA. Sono gli ultimi giorni, di una
passione lunga un intero mese, che ha
coinvolto i passeggieri e gli operatori
dellʼ aeroporto civile di CataniaFontanarossa, chiuso ai voli dal 5
novembre fino al prossimo 5 dicembre.
I lavori di rifacimento della pista hanno
obbligato la SAC (Società Aeroporto
Catania) a trasferire lʼattività dello
scalo, dopo un lungo braccio di ferro
sulla scelta dello scalo alternativo (per
alcune ore si sarebbe paventata
lʼapertura dello scalo di Comiso
(terminato nel 2007, pagato con fondi
europei che adesso lʼUe rivuole
indietro, inaugurato e mai utilizzato),
verso la base aerea militare di
Sigonella. Una vera e propria
concentrazione del traffico aereo
militare con quello civile, che ha portato
con sé sia le polemiche delle
associazione che si oppongono alla
presenza americana sul suolo italiano,
che quelle dei passeggieri preoccupati
per i lunghi trasferimenti. Non era una
preoccupazione campata in aria. I
tempi, infatti, si sono dilatati.
I TEMPI. Alle normali procedure
dʼimbarco che caratterizzano gli scali
italiani con il temporaneo trasferimento
del traffico verso lo scalo di Sigonella a
cambiare in primis sono stati i tempi e
le procedure. Lo scalo di Fontanarossa
è rimasto operativo, pista esclusa, per
quanto riguarda le operazioni di checkin e di ritiro bagagli. I passeggieri, così
come ha disposto la SAC tramite un
vademecum, debbono presentarsi 3
ore prima della partenza ai banchi
dellʼaccettazione ed effettuare entro 90
minuti dalla partenza del volo lʼultimo
controllo prima del definitivo
trasferimento verso Sigonella.
LAVORI IN CORSO. Rifacimento della pista di Fontanarossa (foto Parrinello)
centonove
Terminate le procedure dʼimbarco allo
scalo di Fontanarossa avviene il
trasferimento tramite dei bus navetta
(circa 3 veicoli per coprire la capienza
di ogni volo stimata in 180 posti) fino a
Sigonella. Prima della partenza gli
autobus vengono appositamente
sigillati con dei nastrini rossi che
vengono poi rimossi una volta arrivati
alla base militare. Durante il tragitto
lungo alcune decine di chilometri non è
inoltre possibile effettuare alcuna sosta
o fermata, a prevalere sono infatti le
ragioni di assoluta sicurezza con cui
deve svolgersi ogni spostamento.
Lʼutilizzo degli autobus è predisposto
anche per il tragitto inverso, da
Sigonella a Fontanarossa, con una
tempistica media stimata dalla SAC per
ogni tratta di 60 minuti.
INCONVENIENTI. La concentrazione
del traffico aereo su Sigonella ha però
creato nelle settimane trascorse diversi
problemii logistici. Lʼ8 novembre un volo
della compagnia Alitalia proveniente
dallʼaeroporto di Roma Fiumicino, il cui
atterraggio era previsto per le 22:44,
dopo 40 minuti di sorvolo attorno i cieli
di Sigonella, la cui pista era occupata
dalla presenza di altri apparecchi, è
stato dirottato su Palermo (è consentito
al traffico civile di effettuare una sola
operazione alla volta sulla cosiddetta
Area di movimento) con i passeggieri
rientrati a Catania solamente alle 4:30
del mattino. Il 22 novembre invece un
C130 dellʼaeronautica militare
americana è stato costretto ad un
atterraggio dʼemergenza per unʼavaria
alla cabina, obbligando il comandante
del volo Meridiana IG823 ad atterrare
allʼaeroporto di Palermo. Prioritaria per
ENAC e SAC è infatti il deflusso del
traffico aereo militare.
LE ALTERNATIVE. Anche in tempi più
tranquilli, FOntanarossa sopporta
comunque parecchi disagi: le continue
chiusure per la cenere vulcanica
proveniente dal vulcano Etna, per
esempio, ed il fatto che il più vicino degli
scavi alternativi, Palermo, non è
raggiungibile se non in minimo due ore.
Anche i collegamenti sono deficitari, e
praticamente si basano solo sui bus.
Per questo, per la gran parte degli utenti
che usufruisce del trasporto pubblico, i
voli a disposizione si riducono a quelli
che partono dopo le 08:00 ed arrivano
prima delle 19:00. Prima e dopo? La
pazienza di un “passaggio”.
ZOOM
Sac, nuovo “rimpastone”
Il Tar “spodesta” Nico Torrisi, e rimette Gaetano Mancini
come amministratore delegato della società di gestione
CATANIA. Passione non solo per i passeggieri ma anche per i vertici della SAC, la società per azioni che gestisce lo scalo etneo di Fontanarossa.
Ad incrociarsi sono rapporti di potere, nomine e il pressante peso delle logiche politiche. In questi giorni è stata reso noto lʼesito della sentenza esecutiva della quarta sezione civile del Tribunale di Catania che ha disposto, dopo il ricorso presentato dalla Camera di Commercio di Siracusa e dalla Provincia medesima, lʼillegittimità dellʼelezione sia del Consiglio dʼAmministrazione che del nuovo Amministratore Delegato della
SAC Nico Torrisi.
stratore, sono state disposte violando la legge.
A tornare in carica è quindi lʼex AD Gaetano Mancini
Nico Torrisi, 40 anni, vice presidente nazionale di Feche guiderà la società fino al prossimo gennaio quanderalberghi era stato il nome si cui si erano concentrado le varie componenti si riuniranno
te le principali polemiche. Designato
nuovamente per lʼelezione dellʼorgadalla Camera di Commercio di Catania
no consiliare e del nuovo amministrae dallʼIRSAP (Istituto Regionale Svitore delegato.
luppo Attività Produttive) i due enti, enTra le motivazioni della sentenza si
trambi commissariati dallʼex Governalegge “lʼillegittima assunzione della
tore Raffaele Lombardo. Gli stessi su
presidenza dellʼassemblea da parte
cui era divampata la polemica e la sucdel Commissario Straordinario Faucessiva rottura del leader autonomista
sto Piazza designato dalla maggiocon lʼex Assessore regionale alle Attiranza dei soci sullʼerroneo presuppovità Produttive Marco Venturi, divensto degli organi sociali”. Lʼassemblea
tato il grande accusatore del “sistema
secondo quanto emerso non era anLombardo” insieme a Ivanhoe Lo Belcora decaduta e le conseguenti decilo ex Presidente di Confindustria Sicisioni che sono state adottate, tra cui
lia.
Nico Torrisi (foto De Luca)
proprio lʼelezione del nuovo ammini(D.D.L.)
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Economia
30 NOVEMBRE 2012
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centonove
centonove
Economia
30 NOVEMBRE 2012
FICARRA. Sui Nebrodi l’edizione di Girolio 2012. Per sostenere il settore anche in chiave culturale
Il turismo scivola...sull’olio
Anche a S. Angelo di Brolo laboratori del gusto e itinerari. Le aziende puntano sul marketing per rilanciare il settore.
A Messina 130 frantoi e la più alta concetrazione di uliveti. Che potrebbero diventare Patrimonio dell’umanità
DI FRANCO TUMEO
FICARRA. Qualità e mercati, concorrenza
e commercializzazione, smaltimento dei
reflui e tutela dellʼambiente: lʼextravergine
siciliano, con i suoi tanti pregi e qualche
vecchio problema di produzione e
trasformazione irrisolto, è il protagonista di
“Girolio 2012” manifestazione di respiro
nazionale dedicata allʼolio dʼoliva, in
programma sabato e domenica, unica
tappa nellʼisola, rispettivamente a
SantʼAngelo di Brolo e Ficarra, nellʼambito
delle iniziative promosse dallʼassociazione
italiana “Città dellʼolio” di cui i due comune
nebroidei sono membri di rilievo. Tra gli
obiettivi della manifestazione, che
percorrerà lʼItalia da Nord a Sud, sostenere
la produzione olearia anche in chiave
turistica, culturale e ambientale. A passare
il testimone, una piantina dʼulivo, nemmeno
a dirlo, alla Sicilia, la regione Toscana
attraverso il comune di Seggiano. Un
evento collettivo curato in sinergia dalle
amministrazioni comunali, dal Centro
commerciale naturale “Cento Archi” dal
mondo dellʼassociazionismo e da tantissimi
volontari: frantoi aperti, laboratori del gusto,
attività didattiche rivolte agli studenti, corsi
di assaggio, convegni di studi, artigianato,
itinerari naturalistici, folklore, concorsi
gastronomici e premi per gli oli regionali
migliori. Ma soprattutto operatori a
confronto per fare il punto su uno dei
prodotti di eccellenza dellʼagricoltura
siciliana, sempre più chiamata a rinnovarsi
per competere sul difficile mercato dei
prodotti di qualità. Politici e produttori,
frantoiani e consumatori, esperti di
marketing e distribuzione tracceranno lo
stato di salute della produzione olearia
nellʼisola, dellʼorientamento della domanda
e soprattutto delle prospettive di sviluppo
del settore, con lo sguardo rivolto ai nuovi
mercati sui quali scommettere per dare un
futuro ai sempre più richiesti oli siciliani e
dellʼarea nebroidea, in particolare. Il plurale
è dʼobbligo viste le numerose cultivar, un
punto di forza della produzione siciliana
Olio e sapone prodotto sui Nebrodi
(Minuta dei Nebrodi, Ogliarola Messinese,
Nocellara del Belice, Biancolilla, Moresca,
Tonda Iblea, Nocellara dellʼEtna e della) da
cui proviene unʼampia varietà appunto, di
oli di grande pregio e qualità, caratteristiche
attestate dai prestigiosi premi e
riconoscimenti ottenuti nei principali
concorsi nazionali ed internazionali. Con i
suoi 35mila ettari di superficie adibiti ad
uliveto in produzione, Messina si posiziona
al primo posto tra le province siciliane,
seguita da Palermo (22.870 ha), Agrigento
(25.700 ha) e Trapani (19.000 ha) per una
estensione complessiva nellʼisola di
158.502 ha. Secondo lʼAgea, lʼagenzia per i
contributi in agricoltura, la coltura dellʼolivo
può contare su ben 21milioni di piante, un
dato che contribuisce a disegnare il
paesaggio in modo significativo. Circa 8-9
mila tonnellate le esportazioni medie
annue con un giro dʼaffari in milioni di euro.
Con Palermo (143), Messina registra
inoltre la più alta concentrazione di frantoi
nellʼisola, ben 130, a fronte di un totale di
653 attivi, molti dei quali ancora con
qualche difficoltà per il rispetto delle norme
ambientali e di sicurezza. Numeri rilevanti
che attestano il ruolo e il peso che
lʼolivicoltura ha rivestito nellʼeconomia del
passato e le potenzialità enormi che
conserva intatte per il futuro. La provincia
peloritana tuttavia paga lo scotto di una
eccessiva polverizzazione della proprietà,
fenomeno di natura storica, accentuato
PRODUZIONE OLIVICOLA IN SICILIA (TONNELLATE)
anche a Catania e Palermo, che di fatto
rappresenta un ostacolo soprattutto della
commercializzazione del prodotto.
Secondo i dati Istat, quasi il 70% delle
aziende non va oltre i due ettari di
superficie, mentre soltanto il 6,2% di
aziende olivicole, concentrate tra Enna e
Ragusa, dispone di superfici olivetate oltre i
10 ettari. Da qui la difficoltà, nonostante il
considerevole numero di Dop e Igp
presenti in Sicilia, della diffusione della
produzione di olio certificato da parte degli
organismi di controllo. Problemi burocratici
e organizzativi a parte, gli oli
dʼoliva siciliani godono di buona
salute, proprio per le notevoli
caratteristiche organolettiche, e
continuano a scalare le vette
della qualità. Sui Nebrodi, è la
cultivar Minuta, da cui si ottiene
un superbo olio fruttato, a
richiamare lʼattenzione di esperti
e consumatori, tanto da essere
inserito nel presidio Slow Food, e
non mancano altri oli di qualità
provenienti da altre aree vocate
allʼolivicoltura che reclamano
visibilità e spazio, sostegno e
risposte. «Con il tracollo
dellʼindustria – afferma il sindaco
di Ficarra, Basilio Ridolfo, neo
coordinatore regionale
dellʼassociazione nazionale “Città
dellʼolio” – rimettere al centro
dellʼeconomia siciliana i prodotti
di eccellenza della nostra
agricoltura potrebbe
rappresentare un significativo
sbocco occupazionale e di
reddito. Il rafforzamento e,
laddove necessario, il rilancio
dellʼolivicoltura e della
produzione olearia, deve
pertanto diventare una priorità
nelle politiche regionali e locali.
Lʼintegrazione delle produzioni
tipiche infatti con il turismo
potrebbe davvero fare la differenza per un
economia sostenibile». Ridolfo, con i
vicecoordinatori regionali Lino Monea,
sindaco di Francavilla di Sicilia, e Vincenzo
Ragusa, assessore comunale di Chiusa
Sclafani, conta di varare una campagna di
sensibilizzazione e valorizzare in tutta la
penisola del consumo di olio extravergine
dʼoliva siciliano. E risposte significative al
bisogno di sviluppo del settore oleario
dovrebbero arrivare proprio da “Girolio
2012” in programma nei due centri da
dove, tra un gelato allʼolio dʼoliva e una fetta
di pane condito, partirà anche la singolare
richiesta allʼUnesco di riconoscimento di
“Patrimonio dellʼumanità” del paesaggio
olivicolo siciliano.
LA RICETTA
Ecco come fare in casa u sapuni
FICARRA. Olio dʼoliva non soltanto a tavola: a Ficarra è tornato infatti a rivivere anche “u sapuni ʻi casa” piccolo capolavoro della sapienza contadina preparato con
olio dʼoliva “invecchiato” e altri ingredienti naturali, secondo unʼantichissima ricetta tramandata di generazione in generazione. In un passato non troppo lontano infatti, le nostre nonne il sapone per lavare la biancheria o per lʼigiene della persona se lo preparavano in casa, e anche con ottimi risultati: naturale, efficace e soprattutto economico. Per chi volesse cimentarsi nella preparazione, ecco ingredienti e procedimento. Procurarsi un litro di olio vecchio, 250 grammi di potassa
(carbonato di potassio) farina e acqua. In un pentolone di rame (quadara) miscelare lʼolio con quattro cucchiai abbondanti di farina, quindi aggiungere la potassa
precedentemente diluita in un litro di acqua e imestare sempre in senso orario per
almeno mezzʼora a fuoco moderato. Quindi con molta cautela versare il preparato
ottenuto in un contenitore e lasciare a riposo a solidificare fino al giorno dopo. Tagliare infine a pezzi grossolani. Il sapone è pronto per lʼuso. (F.T.)
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Economia
30 NOVEMBRE 2012
centonove
CLASSIFICHE. Dossier del quotidiano sulla qualità della vita nelle città italiane
Messina, ultimo posto al Sole
Pochi giovani imprenditori, lentezze burocratiche e difficoltà economiche. Ecco come
la città dello Stretto arranca. Perdendo altri cinque posizioni rispetto al 2011
DI ARMANDO MONTALTO
MESSINA. Pochi giovani imprenditori,
lentezze burocratiche e difficoltà
economiche. Messina si conferma, pure
nel 2012, tra gli ultimi della classe. E risulta
94esima, cinque i posti in meno rispetto al
2011, nellʼannuale classifica del “Sole 24
Ore” sulla qualità della vita in Italia. E, così,
i risultati presentano un territorio povero,
poco attento allʼambiente e al tempo libero,
con disagi ambientali e culturali. Lʼanalisi
presentata dal quotidiano economico
esamina la qualità della vita delle 107
province italiane prendendo in
considerazioni parametri di tipo
economico, sociale e ambientale. E boccia
tutte le aree del Mezzogiorno, mostrando
un Sud sempre più in affanno da ogni
punto di vista.
I SEI PARAMETRI. Ogni analisi di tipo
statistico deve prendere in esami numeri
che possono sembrare asettici, ma danno
il polso dellʼimmediato. I parametri di
valutazione presi in considerazione dal
Sole 24 Ore sono sei. E in tutte le
sottocategorie la provincia di Messina si
colloca sempre tra i fanalini di coda.
Ottiene il 98esimo
posto per affari e
lavoro è 26esima per
ordine pubblico,
81esima per tempo
libero, 90esima per
popolazione, categoria
che tra i sottoindici
però fa sperare. Infatti,
ottiene un buon
17esimo posto per
numero di laureati ogni
mille giovani tra i 25 e i
30 anni e un 36esimo
posto per numero di
divorzi. Ma poi
sprofonda al 104esimo
posto per servizi,
ambiente e salute
seguita solo da Isernia,
Vibo Valentia e
Crotone. Il dato
sullʼambiente, servizi e
salute è frutto di un impietoso 107esimo
sullʼIndice Legambiente Ecosistema
Urbano, che ben racconta il territorio
provinciale, e il 103esimo sulla velocità
della giustizia. Insomma, se la provincia
fosse uno studente sarebbe bocciato, con
LEGALMENT E
COMUNE DI MARSALA
Sito Internet:www.comune.marsala.tp.it
RISULTANZA DI GARA A PROCEDURA APERTA
Si rende noto che in data 06/07/ʼ12 è stata esperita gara a procedura aperta, per :“Acquisizione della copertura assicurativa Polizza R.C.T./O Lotto Unico”. Imp. compl. per
anni due Euro 1.200.000,00. Imp. anno a base dʼasta Euro 600.000,00. Franchigia fissa per sinistro di Euro 5.000,00 (non sog. a ribas). Ditta Aggiud.: Assicurazioni Generali S.p.A., con sede legale in Trieste, Piazza Duca degli Abruzzi,n.2, Ag. Di Marsala,
unica partecipante.
infografico del Sole24Ore
nessuna possibilità di recupero
nellʼimmediato, perché disaggregando i
dati si evidenzia che la 94esima posizione
generale è dovuta a buone performance di
alcuni indici marginali come: il bassissimo
costo della vita, nona in Italia e dagli ottimi
risultati sullʼordine pubblico. Risulta, infatti,
26esima, con incoraggianti risultati sui reati
minori segnando il 12esimo posto per
scippi, rapine e borseggi e il 13esimo per i
furti in casa. E più in generale una
diminuzione di tutti i reati.
GUADAGNI E CONSUMI. I dati in dettaglio
sul tenore di vita dei messinesi sono poco
lusinghieri sia sullʼimporto medio delle
pensioni, 81esimo posto, pari a 622 euro al
mese, e sulla produzione di ricchezza. Il Pil
pro capite dei messinesi, infatti, è 84esimo
a livello nazionale, pari a poco più di 15mila
euro, contro gli oltre 35mila della prima
della classe Milano. I pochi “denari” che si
percepiscono, così producono a cascata
un basso livello di depositi bancari,
86esimo posto, pari a 12mila euro per
abitante e un allarmante 90esimo posto
riguardo i consumi privati pro capite,
equivalenti a 672 euro annui. Dato che
mostra un valore lontanissimo dai mille
euro della prima, Aosta.
IMPRENDITORI E LAVORATORI. Nella
sezione “Affari e Lavoro” la provincia di
Messina risulta 98esima con
Caltanissetta, ma bisogna segnare un
arretramento di ben 13 posti rispetto al
2011. Un dato rilevante riguarda il tasso
di disoccupazione, pari al 12,48%, che
porta la provincia, prima tra le siciliane,
allʼ81esimo posto seguita a ruota da
Catania (12,49%), Ragusa (12,52%) e
Trapani (12,83%). Desolanti anche i
parametri sullo spirito dʼiniziativa
imprenditoriale, che segna un 85esimo
posto riguardo al rapporto tra impieghi e
depositi, lontanissima dalla più dinamica
delle province siciliane, Ragusa 28esima.
Il dato dimostra una scarsa propensione
a investire nella provincia. Altro
parametro esemplificativo della grave
congiuntura economica è il 78esimo
posto dellʼindice percentuale delle
Imp. Aggiud.:Premio annuo lordo Euro 444.971,30, giusta determina dirigenziale
n.724 del 16.07.2012 di aggiudicazione definitiva.
Il Responsabile SUA Dott.ssa Diana Lo Duca
centonove
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA
D’APPALTO SU CENTONOVE
PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI:
090.9430208 - 9430206 FAX 090.9430210 - 090.9430211
SPACCATURE
Ragusa, ottimisti ma non troppo
Radiografia di una Regione bocciata dove regge solo
la provincia iblea per l’economia e Siracusa per export
PALERMO. La Sicilia esce sconfitta dalla classifica del Sole 24 ore sulla qualità della
vita. Nella “Generale” la prima della classe è la provincia di Ragusa che con lʼ81esimo
posto segna un netto più 6 rispetto al 2011. La città iblea ottiene ottimi risultati anche
nelle sottoclassifiche economiche dimostrandosi la più vivace tra le siciliane. Infatti,
vanta il 25esimo posto, tra le 107 italiane, nella “speciale” sui giovani imprenditori ed è
sempre tra le prima trenta per numero di imprese e spirito dʼiniziativa imprenditoriale.
Di primo istinto potrebbe sembrare molto dinamica dal punto di vista economico la
provincia di Siracusa, che si classifica prima nellʼexport. Ma questo risultato deve
prendere in considazioni lʼaltissima percentuale di prodotti petroliferi prodotti nella
provincia.
Le note dolenti continuano per Palermo che anche se compie un balzo in avanti di tre
punti rispetto al 2011 resta 99esima, ultima tra le metropoli italiane, nella “generale”. E
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centonove
Economia
30 NOVEMBRE 2012
IN BREVE
CODACONS
«Saldi in anticipio contro la crisi»
RISPARMI. La statistica di Bankitalia
Sorprese in conto
Lievitano i depositi delle famiglie siciliane.
A partire da Caltanissetta e Palermo
DI ETTORE IACONO
sofferenze sui prestiti, cioè i prestiti
non onorati. Che, nel 2011, sono stati
pari allʼ8.93%. In sostanza la
rischiosità del credito a Messina è
molto alta e lontana da quella delle
prime della classe come Trieste
(2,29%), Sondrio (2,46%) o Milano
(3,18%). Lʼalto tasso di prestiti non
onorati crea così forti difficoltà
nellʼimmissione di liquidità nel circuito
economico. Altra nota dolente
dellʼeconomia messinese è
lʼinternazionalizzazione che ancora
poco diffusa produce un livello di
export sul Pil pari allʼ 8,82% che vale il
79esimo posto. Che associato
allʼ81esimo del numero di imprese
registrate ogni 100 abitanti, (9,18%) e
allʼ89esimo sul numero di giovani
imprenditori, traccia un quadro
desolante dellʼeconomia provinciale
che riepiloga dietro numeri e
statistiche una realtà difficile che
obbliga a unʼattenta analisi tutta la
società messinese.
TEMPO DI CRISI, si tagliano i consumi,
le famiglie non arrivano alla terza
settimana, le tasse stritolano il ceto
medio. Ma i depositi in banca e in posta
continuano a lievitare. Al 31 agosto
scorso, secondo Bankitalia, le poco più di
2 milioni di famiglie siciliane avevano in
tasca, o meglio sul conto, qualcosa come
45,6 e spiccioli miliardi di euro. Vale a dire
una media di 22.655 euro a nucleo
familiare. Non moltissimo, ma neppure
poco. Soprattutto se si considera che alla
stessa data del 2011, appena un anno fa
– 365 giorni di recessione, boom di cassa
integrazione, record di disoccupazione e
chi più ne ha più ne metta – i depositi
delle famigliole siciliane ammontavano a
44,387 miliardi di euro. Risparmi che,
nonostante le difficoltà congiunturali,
sono aumentati di oltre un miliardo di euro
(+2,75 per cento).
LE PROVINCE AI RAGGI X. La
fotografia scattata dalla banca centrale
nell'ambito della sua normale attività
statistica, dice che gli unici a essere un
po' più poveri in questo lasso di tempo
sono i siracusani (-0,9 per cento). Tutte le
altre province siciliane, tra cui spicca il
dato di Caltanissetta (+4,56 per cento),
vantano un segno positivo. La maggior
le sottoclassifiche non sono da meno, infatti, si piazza 103esima per affari e lavoro,
104esima per export, 103esima nellʼIndice Legambiente Ecosistema urbano e
ultima in Italia per numero di Ristoranti e bar ogni 100mila abitanti, un posto sotto
Catania, penultima. La provincia etnea che nel 2012 sale di 6 posizioni, resta
sempre in fondo alla classifica con il 90esimo posto. La “Milano del Sud” resta
lontanissima però dalle province economicamente più dinamiche del paese anche
negli ambiti più prettamente imprenditoriali. Infatti, segna un 91esimo posto per
“Affari e lavoro”, un indice di rapporto tra impieghi e depositi pari al 1,40% con il
51esimo posto, il 75esimo per numero di imprese, lʼ80esimo per “prestiti non
onorati” e lʼ87esimo posto per export. Le altre province non possono vantare
risultati lusinghieri. Infatti, Agrigento, 95esima nella “generale” si classifica
penultima per “Affari e lavoro” e tasso di disoccupazione. Caltanissetta, 105esima
nella “generale”, può invece vantare un primo posto per il costo al metro quadro
delle abitazioni, frutto di una difficilissima condizione economica dei suoi abitanti
che sono 85esimi per Importo medio pensione al mese con 606euro e un Pil pro
capite di poco più di 14mila euro. Enna 87esima per la “generale” , però è maglia
nera per spesa pro capite in beni di consumo con 566 euro annui. Infine, a Trapani
secondo gli esperti del “Sole 24 Ore”, ci sarabbe il costo della vita più basso dʼItalia.
A.M.
parte dei depositi è sui conti di Palermo
(oltre 11,3 miliardi), Catania (9,5 miliardi)
e Messina (circa 7,1 miliardi). Ma le più
ricche sono proprio le famiglie peloritane,
con una media di 25.370 euro depositati
su conto. Alla distanza seguono quelle di
Agrigento con 23.889 euro e quelle di
Palermo con 23.348 euro depositati. I
nuclei familiari meno ricchi abitano invece
a Siracusa (20.128 euro di media sul
conto) e a Trapani (19.107 euro), maglia
nera tra le nove sorelle di Sicilia. Trinacria
terra di grandi contraddizioni anche nelle
tasche dei cittadini, visto che proprio
Agrigento, al secondo posto per famiglie
più ricche, è anche la provincia che vanta
il minor reddito pro capite dell'Isola con
appena 6.401 euro (dato Istat anno
2010). A differenza di Messina che il
gradino più alto del podio se lo merita
tutto avendo anche il reddito pro capite
maggiore (8.752 euro).
Il confronto con il resto d'Italia - La Sicilia
sotto questo aspetto segue la tendenza
nazionale, che vede tutte le regioni in
territorio positivo per quanto riguarda il
rapporto tra le somme depositate dalle
famiglie ad agosto 2012 rispetto a quelle
presenti sui conti bancari e postali nello
stesso mese di un anno fa. Anche se per
consistenza dell'incremento, la Trinacria
(+2,76 per cento) si deve accontentare
della terzultima piazza. Peggio hanno
fatto solo Calabria (+1,8) e Sardegna
(+0,81). Numeri ben distanti da quelli
registrati in Emilia Romagna (+12,94 per
cento) e Trentino (+11,67), uniche regioni
in doppia cifra. Anche la media non è
favorevole ai siciliani: la famiglia italiana
vanta 32.801 euro su conto, quella
isolana circa diecimila euro in meno. Ma i
siciliani si devono accontentare anche di
un reddito pro capite di soli 7.772 euro,
molto meno della media italiana che è
pari a 11.787 euro. Differenza che pone
la Sicilia al terzultimo posto, seguita solo
da Campania e Calabria.
Dalle cifre di Bankitalia, che ovviamente
non distinguono tra chi ha molto e chi ha
niente, emerge tuttavia una famiglia
siciliana che nonostante le difficoltà
riesce in qualche modo a proseguire nella
storica politica della formichina. E che pur
avendo qualche euro in più da parte,
nell'incertezza globale, preferisce tagliare
la spesa oggi per assicurarsi un futuro più
roseo.
pagina 33
PALERMO. Un natale “in bianco” e
scarsi consumi, quest'anno, per il popolo siciliano. A denunciarlo il Codacons, che è all'opera per monitorare la
propensione all'acquisto delle famiglie
in vista delle prossime festività natalizie. “Al momento, l'80% delle famiglie
siciliane si dice propenso a tagliare gli
acquisti natalizi - ha affermato Francesco Tanasi, segretario nazionale del
Codacons - e, per la prima volta, nelle
riduzioni di spesa, rientrerà anche il
settore alimentare. I Governi Monti e
Crocetta devono salvare il Natale dei siciliani e, al tempo stesso, quello dei
commercianti. Per tale motivo chiediamo di anticipare i saldi invernali a dicembre e detassare le tredicesime”.
VALTUR
Nuovo bando per la vendita
MILANO. Valtur, dopo che a inizio ottobre il primo bando è andato deserto, ha pubblicato il nuovo bando di gara per la presentazione delle offerte
vincolanti per l'acquisto del gruppo.
Lo rende noto un comunicato della società in amministrazione straordinaria: il nuovo bando, che "consente ai
potenziali acquirenti grande flessibilità nella configurazione del perimetro
di cessione", prevede come termine
per la presentazione di offerte vincolanti il 28 gennaio prossimo.
FONDAZIONE CURELLA
Giornate dell’economia, V edizione
PALERMO. Circa duecento relatori per
oltre una ventina di eventi ai quali parteciperanno studiosi, economisti, politologi, docenti universitari, i massimi
vertici dello Svimez, imprenditori, politici, amministratori e sindacalisti provenienti da tutto il Mezzogiorno dʼItalia.
Cinque giorni fitti di appuntamenti, incontri e momenti di confronto per approfondire “La felicità oltre i cambiamenti geoeconomici”, il tema della V
edizione de “Le Giornate dell'Economia del Mezzogiorno”, organizzata da
Fondazione Curella, Di.s.te Consulting, con il supporto di Banca Popolare SantʼAngelo e Intesa San Paolo, che
si svolgerà dal 3 al 7 dicembre.
PREMIO NEXT IN WINE
Vince la siciliana Occhipinti
PALERMO. E' andato a un'imprenditrice vitivinicola siciliana il premio di Next
In Wine, un riconoscimento assegnato
ai giovani talenti under 35 della "Vigna
Italia" da Simonit & Sirch preparatori
d'uva e dalla Scuola italiana di potatura
della vite, in collaborazione con Bibenda e Associazione italiana sommelier.
Si tratta di Arianna Occhipinti, una laurea in viticoltura ed enologia conseguita all'Università di Milano. Il premio (un
quadro di Gianpaolo Spagnoli) le è stato consegnato da Marco Simonit e Pierpaolo Sirch nel corso della presentazione della Guida Bibenda 2013 a Roma.
Economia
30 NOVEMBRE 2012
OCCORRE SAPERE di Salvatore Cifalà
UOMINI&BUSINESS
Industria mineraria, la ricetta dei geologi
“SIAMO AL FIANCO dei lavoratori del
Sulcis ai qualli esprimiamo la nostra piena
solidarietaʼ. Non possiamo non rilevare
che il Paese ha perso la capacità di
investire, soprattutto nell'industria
mineraria, ma anche in quella estrattiva.
Non possiamo non rilevare che siamo
rimasti al palo, anche in un momento di
forte crisi economica, rispetto al resto
dell'Europa, che invece fonda buona parte
delle proprie economie e basa i propri
investimenti sulle materie prime.
La Comunità europea ha individuato 14
materie prime strategiche, molte delle
quali hanno un utilizzo diretto
nell'innovazione tecnologica e soprattutto
nell'industria hi-tech.
Tra queste c'è l'antimonio, di cui è ricca la
Toscana, ma in Italia preferiamo
importarne il 90%, soprattutto dalla Cina,
che ne ha attualmente il monopolio.
Eppure l'Italia con i suoi giacimenti
potrebbe attestarsi ai primi posti della
produzione mondiale, se solo decidesse
di estrarlo”. Affermazioni chiare quelle di
Gianvito Graziano, presidente del
Consiglio Nazionale dei Geologi.
“Quello delle materie prime è una delle
cinque sfide sociali dell'Europa (tra queste
c'è il problema dell'acqua, ma anche
quello dell'invecchiamento) – ha
proseguito Graziano - ma in questo
momento il nostro Paese non ritiene di
raccoglierla.
Eppure abbiamo competenze e know
how, ma dobbiamo rivedere la nostra
politica economica, industriale, e mi
permetto di dire da geologo, soprattutto
culturale. Una nuova politica di sviluppo è
necessaria, ma senza pregiudizi e senza
eccessi”.
“Eppure non è difficile pensare di poter
mettere mano ad una legge quadro
nazionale – ha proseguito Graziano (considerato che quella attuale è del
1927), che abbia compiti di
coordinamento di tutte le legislazioni
regionali, come peraltro ci è già stato
raccomandato dalla Comunità europea.
Questo consentirebbe non solo di
disciplinare i contenuti minimi di un
progetto di coltivazione, di risistemazione
o di ampliamento, ma anche di rendere
coerente tutta la legislazione collaterale,
quali le competenze in merito al rilascio
delle autorizzazioni, gli scarichi, gli
indennizzi, le tariffe, ecc”.
E Graziano ha ricordato che “in Germania,
spesso citata come modello per l'Europa,
forse non sempre a ragione, ma
certamente molto spesso, in seno al
Servizio Geologico è stata di recente
costituita una nuova agenzia per le risorse
minerarie. Come dire, per uscire dalla
crisi, come non pensare di sfruttare quelle
materie prime che ci stanno sotto i piedi?
Eppure in Italia il fatturato per i soli
comparti dei materiali lapidei e della
sabbia – ha continuato Graziano - ha
sfiorato nel 2010 i 4 miliardi di euro, circa
l'1% del PIL”.
“Ma c'è di più: la Francia, attraverso il
Gianvito Graziano
proprio Servizio Geologico – ha affermato il
presidente dei geologi italiani - sta
rimettendo in piedi un analogo servizio in
Marocco, dove esso era stato smantellato,
per sfruttare le enormi risorse di fosfati
presenti in terra africana. Se ne
avvantaggerà il Marocco, ma è naturale
pensare ai grossi benefici economici che ne
trarrà anche la Francia.
Ed ancora si potrebbe citare l'accordo che
l'Unione Europea sta definendo con la
Danimarca, per l'estrazione di terre rare in
Groenlandia. Insomma i Paesi europei e la
stessa Unione dimostrano capacità di
investimento nelle materie prime e di essere
validi competitori dei grandi colossi
internazionali, Cina e India prime tra tutte. E
noi?”.
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
BANCHE
Collocamento obbligatorio, così le novità
Accesso al credito
La denuncia della Cisl
LA RIFORMA DEL LAVORO approvata dal Ministro Fornero (Legge n. 92/2012)
entrata in vigore il 18 luglio scorso, ha modificato l'articolo 4, comma 1 della legge
68/99, con riferimento alle quote di assunzione riservate a lavoratori disabili. A seconda del numero di dipendenti dell'azienda e della sua grandezza, viene stabilito
il numero dei posti che le aziende pubbliche e private sono tenute a riservare a lavoratori disabili: in particolare la legge impone ai datori di lavoro di assumere un lavoratore disabile se ha in forza da 15 a 35 dipendenti, due lavoratori disabili per un
organico dai 36 ai 50, e il 7% del totale dei lavoratori quando si superano i 50 dipendenti. La riforma ha modificato i criteri di calcolo della base occupazionale sulla
quale le aziende devono calcolare il numero di assunzioni obbligatorie di persone disabili (Legge
68/1999): sono inclusi nel computo tutti i lavoratori
assunti con vincolo di subordinazione, anche quelli assunti con contratto a tempo determinato se di
durata superiore a 6 mesi, ad eccezione di lavoratori assunti tramite collocamento obbligatorio, soci
di cooperative di produzione e lavoro, dirigenti, assunti con contratti di inserimento, somministrati
presso l'utilizzatore, assunti per attività all'estero
(per la corrispondente durata), lavoratori socialmente utili (Lsu), lavoratori a domicilio, lavoratori emersi ex legge 383/2001, apprendisti. La norma non ha fissato un
termine specifico per il nuovo conteggio, né per la decorrenza dell'obbligo di assunzione, per il quale dunque si ritiene opportuno considerare il 31 dicembre 2012,
data di riferimento per la redazione del prospetto annuale obbligatorio, che può essere inviato tramite i Consulenti del lavoro, quali intermediari abilitati. Anche per le
aziende che prima si collocavano al di sotto della prima fascia (15-35 dipendenti),
le quali col nuovo conteggio si troveranno a farne parte, l'obbligo di copertura della
quota si chiude entro 60 giorni dalla nuova assunzione.
Si ricorda che, per accedere agli strumenti del collocamento mirato, il lavoratore deve avere una percentuale di invalidità uguale o superiore al 46% ed una certificazione che attesti e descriva le capacità residue al lavoro, rilasciata da una commissione per l'accertamento delle capacità lavorative residue operante in tutte le ASL.
Le aziende che devono adempiere all'obbligo di assunzione di lavoratori con disabilità, presentano richiesta presso i Centri per l'impiego.
centonove
AGRIGENTO. Aumentano le
difficoltà di accesso al credito
per le famiglie e le imprese. Lo
evidenzia una analisi
dell'Osservatorio economico
della Fiba Cisl di Agrigento, che
mette in luce come nel terzo
trimestre del 2012 si siano acuite
le difficoltà di accesso. "In
particolare - spiega il
responsabile della Fiba Cisl di
Agrigento Gabriele Urzì - la
percentuale degli istituti di
credito che ha reso più stringenti
i requisiti per i prestiti alle
imprese è aumentata del 40%.
Ma ormai il problema per le
imprese non è avere
finanziamenti ma non avere
revocate le linee di fido esistenti
con effetti devastanti anche in
caso di situazioni ampiamente
recuperabili". Secondo l'analisi
non va meglio sul versante delle
famiglie. Secondo la Fiba Cisl di
Agrigento le domande di mutuo
nella provincia sono calate del
23% rispetto allo stesso periodo
del 2011. "Il dato eclatante
sottolinea Urzì - è che oltre il
50% delle pratiche non viene
deliberato per le ormai assurde
analisi di merito creditizio
caratterizzate da restrizioni
inaccettabili".
pagina 34
ASSISTAL SICILIA
Eletto il ragusano Cosentini
RAGUSA. Saro Cosentini Presidente di Assistal Sicilia, Confindustria
Ragusa consolida le sue importanti presenze: amministratore unico
di Elettrotecnica Generale, è stato
eletto all'unanimità Presidente di
Assistal Sicilia, sezione delle aziende installatrici di impianti aderenti a
Confindustria Sicilia. Già presidente provinciale e vicepresidente nazionale della Categoria, Cosentini
guida da tempo anche la Sezione regionale, primo esempio di doppio
inquadramento fra sezione regionale di Confindustria e Associazione nazionale di categoria, che Assistal nazionale sta lavorando per
diffondere, quale modello ottimale,
anche nelle altre regioni italiane.
PICCOLA INDUSTRIA
Franchina rieletto presidente
PALERMO. Roberto Franchina è
stato rieletto presidente della
Piccola Industria di Confindustria Messina. Al suo secondo
mandato, Franchina opera in
“Progetto impresa servizi innovativi srl”, azienda attiva nel settore della consulenza e del servizio alle imprese. Roberto Franchina resterà in carica fino al
2014.
CONSUMATORI
Il nuovo condominio
Eʼ STATA APPROVATA la legge che regola i
condomini con rilevanti novità. Lʼamministratore resta
in carica due anni e deve possedere determinati
requisiti (non aver subito condanne per delitti contro
la pubblica amministrazione, l'amministrazione della
giustizia, la fede pubblica, il patrimonio o per ogni altro
delitto non colposo per il quale la legge commina la
pena della reclusione non inferiore, nel minimo, a due
anni e, nel massimo, a cinque anni, non essere stati
sottoposti a misure di prevenzione divenute definitive,
il cui nome non risulta annotato nell'elenco dei protesti
cambiari, aver conseguito il diploma di scuola
secondaria di secondo grado, aver frequentato un
corso di formazione iniziale). Lʼamministratore è
obbligato a far transitare le somme ricevute a
qualunque titolo dai condomini o da terzi, nonché
quelle a qualsiasi titolo erogate per conto del
condominio, su uno specifico conto corrente, postale
o bancario, intestato al condominio e ciascun
condomino, per il tramite dell'amministratore, può
chiedere di prendere visione ed estrarre copia, a
proprie spese, della rendicontazione periodica.
Lʼamministratore può essere revocato in ogni tempo
dall'assemblea, con la maggioranza prevista per la
sua nomina, e può essere revocato su disposizione
dell'autorità giudiziaria se non rende il conto della
gestione (omessa convocazione dell'assemblea per
l'approvazione del rendiconto condominiale, il ripetuto
rifiuto di convocare l'assemblea per la revoca e per la
nomina del nuovo amministratore, la mancata
esecuzione di provvedimenti). I condomini, invece,
possono rinunciare all'impianto centralizzato di
riscaldamento o di condizionamento.
Francesco Suria
Adiconsum Messina
centonove
ARCHIVIO STORICO
NEL NOME DI BRUNO
Cambio di sede e intitolazione
per le raccolte della memoria di Messina
PAGINA 36
poster
30 NOVEMBRE 2012
BAUSO, IL GIARDINO
RITROVATO
La soprintendenza recupera lʼarea
che circonda il castello di Villafranca
PAGINA 43
MURALES DI UMANITA VARIA
TV. ENERGY SPLASH BIG BAND APPRODA AL SABATO SERA DI CANALE 5 E SI ESIBISCE ALLA TRASMISISONE DI JERRY SCOTTI. RINUNCIANDO A 20 MILA EURO
The winner is...Mistretta
I giovani nebroidei da tredici anni si esibiscono nelle piazze e vorrebbero
fare il grande salto. Polemica in paese per la rinuncia all’offerta economica
DI GIUSEPPE CUVA
MISTRETTA. Hanno
rinunciato a 20 mila euro pur
di continuare ad esibirsi sul
palco di Canale 5. Purtroppo
non ce lʼhanno fatta ad
arrivare in finale, ma per
tutta Mistretta gli Energy
Splash Big Band rimangono
i vincitori morali. Sabato 17
novembre tutto il comune
amastratino era sintonizzato
sulla prima puntata di “The
Winner is”, il nuovo talent
show del sabato sera
condotto da Jerry Scotti. Tra i concorrenti della gara
canora cʼerano gli “Energie Splash Big Band”, un
complesso composto per la maggior parte da
ragazzi di Mistretta, con qualche componente di
Santo Stefano di Camastra e Finale di Pollina. La
storia della band mistrettese è radicata nel tempo
quando tredici anni fa Vincenzo La Rosa, Danilo La
Via, Luca LʼAbbate, Lorenzo Cocilovo e Giovanni
Antoci, successivamente uscito dal gruppo,
formarono un piccolo gruppo musicale che si esibiva
per lo più in manifestazioni locali o a livello
amatoriale, riuscendo però a riscuotere consensi tra
la gente.
La svolta arriva nel 2008 quando il gruppo cambia
volto con lʼaggregazione ad esso di altri giovani
amastratini, come il cantante Salvatore Di Salvo, e
maestri di strumenti a fiato come Giuseppe Vranca,
Sebastiano Rondinella e Giuseppe Di Carlo, infatti
la Band si presenta integrata con fiati e percussioni
ritmiche, non dimenticando la nuova voce femminile
Sandrine Raimondi. Da questa fusione il gruppo da
semplice band che proponeva cover ispirati per lo
più alla musica pop, cambia nome aggiungendo alla
già esistente nomenclatura “Energie Splash” le
parole “Big Band” e cambia anche stile proponendo
canzoni ispirate a Roy Paci, Rhythm and blues,
Nelle immagini
la Energy Splash Big Band
durante “The Winners is”.
Il presentatore Jerry Scotti
è rimasto colpito
dalla verve del gruppo
swing e ska-p.
Col passare del tempo i quindici componenti della band
iniziano a riscuotere successi soprattutto a livello locale
e provinciale, ma lo fanno soprattutto per passione
guadagnandoci poco e niente, ed arriva così lʼidea di
Luca LʼAbbate, il bassista del gruppo, uno dei fondatori
che un giorno navigando su internet scopre talent di
Gerry Scotti e pensa così che sarebbe lʼoccasione di far
emergere la propria band partecipando al programma e
dice: «Lʼidea di compilare il modulo per la
partecipazione alle audizioni del format televisivo è nata
principalmente dal desiderio di esibire a livello nazionale
lʼallegria e la passione per la musica che da sempre è
emersa ed emerge durante i nostri concerti nelle piazze
siciliane. Cʼè da sottolineare, continua LʼAbbate, come
questo desiderio accompagnato anche da quello di
ambire allo stesso tempo gratificante, sia prevalso
anche sullo scetticismo iniziale ma una volta che ci
siamo trovati negli studi Mediaset abbiamo capito che
pagina 35
quello era un punto di partenza perché la nostra
musica basata sullʼallegria e sul sorriso è riuscita ad
entrare, anche se per una sola sera nelle case di tutta
Italia».
Gli Energie Splash Big Band sono riusciti ad arrivare
fino alla semifinale battuti dalla vincitrice della
puntata, la calabrese Claudia Donado, rifiutando
anche i 20 mila euro proposti dal conduttore Scotti
credendo così fermamente nelle proprie potenzialità.
Scelta che, però, ha fatto nascere qualche perplessità
nel paese amastratino, visto che quella somma
avrebbe fatto comodo a dei giovani che fanno musica
solo per passatempo e non per professione, visto che
la band è composta da lavoratori e studenti. A
spiegare questa decisione è il cantante e leader del
Gruppo Salvatore Di Salvo. «La scelta di non
accettare i soldi era stata già presa già inizialmente
dalle componenti della band, poiché già la nostra
presenza in un programma televisivo è stata una
grande cosa per noi. Aver rifiutato i soldi non significa
da parte nostra un atto di arroganza o di presunzione,
ma è stata una scelta, come già detto, fatta da tutti
che avevamo deciso di goderci la nostra
partecipazione a “the Winner is” fino allʼultimo, poiché
lo spirito che ci ha sempre accompagnati è stato
quello di divertirci e godere dei momenti che ci si
presentano attraverso la musica e lʼallegria».
Nonostante lʼeliminazione in semifinale, lʼimpressione
che la band di Mistretta ha suscitato fra gli addetti ai
lavori è a dir poco positiva, durante le loro esibizioni i
ragazzi con la consueta abilità e allegria sono riusciti
nella non facile impresa di coinvolgere il pubblico
presente ed anche lo stesso Jerry Scotti, nonché il
feroce critico Rudy Zerbi. Veramente un successo per
questi giovani che hanno raggiunto gli studi di Canale
5 dopo tanti sacrifici, ma questo come ammettono tutti
è solo un punto di partenza per arrivare a nuovi
traguardi, senza dimenticare mai «lʼallegria, la voglia
di suonare e di divertire e soprattutto lʼumiltà che ci ha
sempre contraddistinti».
30 NOVEMBRE 2012
posteranniversari
FINO AL 2011. I volumi aggrediti dalla muffa nella vecchia sede
MESSINA. Cambio di sede e di vita per le raccolte della memoria
Archivio, la rinascita
Lontani da muffa e umidità, i fondi stanno registrando un boom di accessi da parte
del pubblico. Sabato 21 grande festa organizzata dal Comune nella Sala di Lettura
MESSINA. Cambio di sede e cambio di
vita per lʼArchivio Storico del Comune di
Messina, trasferito dopo una lunga
battaglia allʼinterno del Palacultura
Antonello da Messina. A segnare la
rinnovata attività che ruota attorno al
fondo (e alla contigua Biblioteca
Tommaso Cannizzaro, anchʼessa nella
nuova sede), lʼintitolazione, sabato 1
dicembre, alle 10, del Salone Lettura
dell'Archivio allo scrittore e studioso
Pietro Bruno (1922-1982), che ne fu
direttore e si adoperò, dagli anni
cinquanta sino al pensionamento nel
1979, per la modernizzazione della
struttura e l'acquisizione di opere sulla
storia della città, contribuendo, dal 1952,
con la pubblicazione de “Il Diario dei
principali avvenimenti e l'elenco delle
accessioni”, a rendere funzionale ed
agevole la consultazione delle memorie
cittadine. Bruno autore di un insuperato
“Stradario” della città di Messina, concepì
un sistema di catalogazione ad hoc del
patrimonio della struttura. La cerimonia si
svolgerà alla presenza del presidente del
Consiglio comunale, Giuseppe Previti. Il
direttore Bruno, in una nota pubblicata nel
1961, ricordò la funzione e l'importanza
dell'ufficio di via Catania (la vecchia sede)
per la raccolta di atti e testimonianze della
vita cittadina. Per farlo utilizzò, tra l'altro, il
racconto apparso su Le Temps di Parigi,
del giornalista Jean Carrère, venuto a
Messina all'indomani del terremoto del 28
dicembre 1908.
centonove
LA LENTA RINASCITA. Ad accendere i
riflettori sullʼArchivio e sulla Biblioteca era
stato, esattamente un anno fa, lʼattivista
Renato Accorinti, che aveva anche
divulgato un video e fotografie che
testimoniavano, più di qualsiasi parola, lo
stato di degrado dei due fondi, aggrediti
dalla muffa e dallʼumidità. La clamorosa
presa di posizione, seguita dalla città,
portò a un punto di svolta: la decisione di
trasferire tutto al nuovo Palazzo della
Cultura. Un trasferimento avvenuto sotto
la supervisione della Soprintendenza e
dellʼArchivio di Stato, che, a vario titolo,
hanno competenza sul patrimonio
librario. Dal canto suo, lʼamministrazione
comunale decise invece di nominare
Giovanni Molonia esperto a titolo gratuito
per il riordino e la catalogazione dei fondi
archivistici e documentali. Studioso di
storia patria e autore di numerosi volumi e
contributi sulla città, Molonia ha affrontato
i problemi della struttura nata il 29 marzo
1935 per raccogliere, reperire e divulgare
le memorie storiche del Comune.
LʼArchivio dalle 551 opere del 1952, è
passato alla fine del 1960 a 2369
catalogazioni, ed oggi conserva migliaia
di volumi riguardanti la città, con copie
risalenti al cinquecento e seicento; una
interessante emeroteca con oltre 1600
testate; alcuni giornali risalenti al 1815,
una importante collezione di antiche
stampe con oltre 420 esemplari, foto e
cartoline dʼepoca. Ha un patrimonio
librario di 12.200 volumi, di cui 167
manoscritti, 14 cinquecentine, 3260
Stampe. Al momento dellʼistituzione,
lʼArchivio era un atto di fede, e non solo
perché il compito che al nuovo ufficio
spettava era immane, ma anche perché
la guerra incombeva minacciosa. I
bombardamenti del 1940-1943 non
trovarono molto da distruggere, ma quel
poco che cʼera fu disperso. Il primo
direttore, Nitto Scaglione, prese con
amore lʼimpegno di cercare e raccogliere
quanto era possibile. Dal 22 ottobre
scorso, lʼArchivio Storico Comunale e la
biblioteca Cannizzaro hanno aumentato
gli orari di accesso. Oltre che dal martedì
al giovedì (dalle ore 9.30 alle 12.30),
lʼarchivio del Palacultura sarà accessibile
anche nei pomeriggi di martedì e giovedì
(dalle ore 15.00 alle 16.45). Un piccolo
passo in avanti rispetto a prima, quando
era consentito lʼingresso solo il martedì
ed il giovedì dalle 9.30 alle 12.30. A
determinare il cambio, lʼalto numero di
visite registrate.
LA SCHEDA
Due poli, 60 mila testi
Dal fondo “La Corte Cailler” alla dotazione
della Biblioteca “Tommaso Cannizzaro”
L'ARCHIVIO STORICO, con annessa biblioteca, emeroteca e archivio fotografico, istituito con delibera comunale 609 del 29 marzo 1935, conserva stampe antiche, cartoline, fotografie d'epoca, atti della toponomastica messinese e parte del fondo “La Corte Cailler”. Ha
un patrimonio librario di 14.000 volumi, tra cui Manoscritti, Pergamena, Cinquecentine, Seicentine, Stampe,
Periodici correnti, Periodici Estinti. Sono conservate anche tutte le Gazzette Ufficiali nazionali a partire dal 1960.
I servizi offerti sono: ricerca ed acquisto libri, reperimento ed acquisto documenti antichi (riguardanti Mes-
sina, la sua provincia e la Sicilia in genere), foto, stampe, locandine, manifesti; servizio di redazione dell'elenco accessioni, schedatura e attività di ricerca; revisione
periodica dei libri e loro inventario; emeroteca (esiste accanto alla raccolta della stampa quotidiana locale, un discreto numero di testate, a partire dal 1813, relative a
pubblicazioni locali); fototeca, che comprende le numerose foto acquistate in questi ultimi anni, negativi riguardanti la mostra antonelliana del 1951, numerose e
rare stampe antiche.
LA STORIA DELLA BIBLIOTECA comunale di Messina inizia con la donazione che l'illustre messinese Tommaso Cannizzaro fece del proprio patrimonio librario
alla città proprio affinchè venisse istituita la Biblioteca
civica. Essa avvenne mediante atto di cessione del 7
agosto 1917, quattro anni prima della morte del poeta e
poi fu perfezionata con deliberazione del Consiglio comunale del 26 ottobre dello stesso anno su proposta del
pagina 36
sindaco Antonino Martino. Questo nucleo originario
era costituito da circa cinquemila opere e si è arricchito
qualche anno dopo di un ricco epistolario appartenuto
al poeta e via via negli anni di altre donazioni e acquisti.
Oggi la biblioteca conta un patrimonio di oltre cinquantunomila volumi e di una ricca emeroteca. La Biblioteca
si prefigge di contribuire alla promozione della crescita
culturale e dello sviluppo sociale della comunità, garantendo a tutti i cittadini di accedere liberamente ad ogni
espressione della Cultura. Attualmente eroga servizio di
consultazione e, prossimamente, renderà fruibile il servizio di prestito domiciliare. Dal 2001 ha aderito al Servizio Bibliotecario Regionale, di cui è divenuta polo. Da
allora si è dato inizio all'inserimento dei testi nel catalogo informatizzato, e adesso, dopo che il patrimonio librario è stato interamente collocato presso il Palazzo
della Cultura, tutti i testi di fonte locale, circa 600, sono
in rete.
posteranniversari
centonove
30 NOVEMBRE 2012
Accanto, i nuovi
locali che ospitano
lʼArchivio Storico
del Comune di Messina
e la Biblioteca. I due
poli culturali, tra libri
e documenti di diverso
genere assommano
più di sessantamila
volumi. A destra,
Pietro Bruno,
che fu direttore
dellʼArchivio
Storico fino
al 1979
RITRATTI
1951, l’anno di Bruno
Con l’arrivo dello studioso si avvia la riorganizzazione
dell’ufficio. Il ricordo di Nerina Consolo Langher
Nel 1982 la Società di Storia Patria
chiese alla studiosa di antichità
messinese un ritratto di Pietro Bruno,
direttore dellʼArchivio storico, che oggi vi
proponiamo.
DI NERINA CONSOLO LANGHER
CON LA SCOMPARSA di Pietro Bruno,
Messina ha perduto uno di quei figli che
fanno della propria vita una missione per
illustrare la città e recarle vanto. Nato nel
1922 a Messina studiò Lettere e filosofia a
Catania e Messina, ove conseguiva la
laurea nel 1946. Assunto come funzionario
al Comune e distaccato per qualche tempo
alla Prefettura (ove svolse attività di
collegamento con i comuni della fascia
meridionale), riceveva nellʼottobre 1951 la
Direzione dellʼArchivio Storico comunale
della città. Lʼufficio era allora fatiscente e
non disponeva né delle necessarie
strutture né di locali adeguati. Il giovane
Bruno si diede con impegno e passione a
riorganizzare sia lʼUfficio che la Biblioteca.
Questa fu arricchita con un notevole
numero di opere soprattutto su Messina,
che il Bruno reperiva sul mercato librario di
antiquariato o che faceva riprodurre in
fotocopia. Furono inoltre create per sua
iniziativa una raccolta di stampe, ricca di
oltre duemila esemplari, e una raccolta di
fotografie; e fu iniziata la pubblicazione di
articoli giornalistici sulla città, da
raccogliere in una collana. Nel 1950 il
Bruno entrava a far parte della S.M.S.P.
ottenendone dal 1975 in poi la carica di
vice Presidente. Da questo momento
Pietro Bruno pone al servizio della Società
quelle capacità di studioso e di
amministratore che già aveva prodigato e
che continuava contemporaneamente a
prodigare nellʼinteresse dellʼArchivio
Comunale (al suo vigoroso e fattivo
interessamento si deve, ad esempio, nel
1980 la concessione del contributo di L.
8.000.000 da parte del Comune alla
Società). Ma accanto alla larga esperienza
e probità dellʼamministratore, accanto alla
operosità entusiasta dellʼorganizzatore, si
congiungevano in Pietro Bruno una rara
sensibilità di animo, la generosità e
cordialità del carattere, e, soprattutto, una
grande attitudine per la ricerca
introduzione di Pietro Bruno, che nella
facili di toponomastica messinese, alcuni
antiquaria e per lʼindagine scrupolosa
terza ha curato anche la traduzione italiana dei quali sono da lui affrontati
sulle memorie del passato, alle quali si
ponendola accanto al testo originale. Se le
egregiamente nellʼArchivio storico
accostava con una serietà di metodo e
rassegne e le ristampe indicano la
messinese del 1975. Ed a problemi di
con un equilibrio che gli venivano dalla
particolare attenzione del Bruno a
storia demografica messinese dal ʼ60 ad
sua formazione universitaria e dagli
sottolineare documenti e problemi della vita oggi fu dedicata lʼultima conferenza tenuta
studi compiuti nelle Facoltà letterarie di
culturale messinese, e a mantenere in vita
da Pietro Bruno nei locali della Società
Catania e di Messina. Così lʼamore per
il ricordo di opere illustri sulla città, i suoi
messinese di storia patria il 25-1-1978, che
la sua città trasformò Pietro Bruno in un
studi danno la misura delle sue capacità
fu seguita da un ampio e proficuo dibattito (
ricercatore strenuo e appassionato di
critiche di studioso, quali si palesano, ad
se ne vede la pubblicazione nellʼA.S.M. del
notizie che potessero illustrare in
esempio, in un lavoro di storia
1980). A conclusione di questo breve, e
qualsiasi modo la storia, lʼarte, la cultura, risorgimentale apparso nellʼA.S.M. del
certo inadeguato profilo dello studioso,
la toponomastica, la topografia, i
1959 con il titolo Battagliero: “Fu
vorrei sottolineare come la stessa
monumenti di Messina. Questo
veramente una spia a far fallire il moto del I
articolazione delle pubblicazioni di Pietro
straordinario fervore si palesa già ne
settembre 1847?”, in polemica con alcune
Bruno, in rassegne, ristampe e studi, dia la
1952, allorché il Bruno cura, per incarico proposte interpretative del Puzzolo Sigillo.
misura della versatilità del suo ingegno e al
del Comune, il primo volume
Uno studio delle strade
tempo stesso la misura della sua
Con la scomparsa
antologico su Messina e la
cittadine, del 1963, condotto
personalità di operatore culturale, sensibile
di Pietro Bruno,
sua provincia attraverso la
con criteri storici e in
ai problemi della esegesi critica, da cui
Messina ha perduto collaborazione con altro
stampa: una raccolta di
traggono origine gli studi, ma attento
articoli giornalistici su
studioso, ebbe a suo tempo
altresì, oltre che a fare cultura, a custodire
uno di quei figli che
Messina (storia, arte,
larga diffusione ed ormai
tale cultura e a diffonderla con le rassegne,
fanno della propria
scienze, lettere), che si
introvabile (Stradario storico
le recensioni, e soprattutto le ristampe. La
vita una missione
continuerà negli anni
della città di Messina). Mentre sua opera costituisce un esempio per tutti
per illustrare la città un altro saggio sulle antiche
successivi. Fino al 1960, per
coloro che, allʼinterno ed allʼesterno della
e
recarle vanto
complessivi 10 volumi,
mura della città di Messina
Società messinese di Storia patria,
includendo a partire dal
compare nel volume
desiderano studiare la storia di Messina e
1955 anche gli elenchi delle
“Impronte del Passato”,
operare perché il suo Passato non venga
accessioni della Biblioteca Comunale.
curato dal Rotare di Messina nel 1978.
dimenticato dai Messinesi medesimi.
Lo scopo di queste, come di altre
Carattere più filologico e letterario hanno gli
(da Archivio Storico Messinese, 1982)
rassegne, non era soltanto quello di
studi condotti dal Bruno su problemi non
sottrarre alla dispersione testimonianze
preziose, ma anche quello di tenere
informati i cittadini (e soprattutto le
nuove generazioni) sul patrimonio
culturale della loro città. A questo
duplice scopo corrispondono un altro
gruppo di pubblicazioni aventi carattere
di rassegna, e le ristampe. Hanno
carattere di rassegna: “Incisioni
dellʼArchivio storico del Comune di
PALERMO. Oltre ventimila volumi, una grande quantità di documenti, sentenze,
Messina”, un articolo apparso
note contabili, schede personali. Torna alla luce l'intero archivio della Corte dei
nell.A.S.M. 1976, e “Le incisioni
conti di epoca borbonica in Sicilia. E' stato rintracciato nei depositi dell'Archinellʼopera di Callejo y Anjulo” che si
vio di Stato di Palermo attraverso una ricerca coordinata da Antonino Giuffrida,
trova in A.S.M. 1980. Assai note sono le
docente di storia moderna dell'università. Le carte sulla contabilità della pubristampe, sia le due del 1976, (relative
blica amministrazione saranno ora riordinate e catalogate. Da un sommario esalʼuna allʼopera di Buonfiglio Costanzo,
me, dice Giuffrida, si ricava il "rigore dei controlli contabili e della giurisdizione
Messina città mobilissima; lʼaltra
amministrativa" su ogni fonte di spesa di enti e apparati dello Stato. Non manallʼopera di G. La Farina, Messina e i
cano le curiosità come quelle che riguardano la gestione dei fondi per la resuoi monumenti), sia quella del 1980,
pressione dei moti del 1820-21, interamente pagata dai comuni, e l'amministrarelativa alle opere di Callejo e di Apaty,
zione della "Real casa dei matti", l'ex ospedale psichiatrico istituito dal barone
con il titolo “Sicilia. Stato politico e
Pietro Pisani.
fortificazioni nel Settecento” (tutte e tre
le opere contengono una ottima
“
”
PALERMO
Tornano alla luce le carte borboniche
pagina 37
posterlibri
30 NOVEMBRE 2012
POESIA. “L’ala mancante” della scrittrice messinese
Emozioni a fior... di Pelle
La raccolta composta da 57 liriche,
finalista al prestigioso Rhegium Julii
DI FELICE IRRERA
MESSINA. I luminosi fiori della pittrice
olandese Rachel Ruysch, che,
abbarbicati su un arido tronco,
disegnano la copertina di questa
ottava silloge poetica di Marisa Pelle
(“Lʼala mancante”, Besa 2012)
sintetizzano efficacemente il
contenuto delle 57 liriche che la
compongono, formando un altro
tassello della cifra poetica, ormai
assestatasi nel tempo, della poetessa.
La raccolta (finalista nel 2011 al
prestigioso Rhegium Julii) è proprio
come un luminoso e colorato,
iridescente fascio di fiori che ella
omaggia alla sua stessa esistenza,
oltre che al lettore che ha avuto modo
di seguirla nelle sue diverse prove.
Se la critica è ormai concorde nel
riconoscere la sua sensibilità,
permeata di religiosità, ma carica pure
dellʼeredità dei classici, si avverte
adesso sempre più nei suoi versi la
capacità di partecipare alla vita dei
nostri giorni, alternando
lʼintrospezione, che da sola
rischierebbe di essere
autoreferenziale (ma che
pure, con la sua carica di
umanità, è capace di
trasmettere ad orecchie
attente valori oggi sempre
più rari), allʼattenzione verso
gli altri, verso unʼumanità
dolorante per i guasti indotti
da una contemporaneità
spesso fredda e incapace di
riflettere.
Così, anche in liriche come
quella dedicata al padre o le
cinque alla madre (alla
quale è stata da lei dedicata
lʼintera silloge che questa
A CURA DI CARMELO CELONA
precede, “Come fuoco nellʼarca.
Poesie alla madre”), il dolore, sempre
vivo, appare congiunto, nella
memoria, ad immagini che mescolano
il reale allʼonirico (“Della nostra verace
terra/di Calabria/sento sapida la vita”;
“Come unʼeco lontana/Morgana
rifletteva lʼimmagine/di lei nel colore
degli anni/di me protesa ad essere
lʼala/mancante”; “Ti corteggino Madre
le stelle/a illuminare il grembo
buio/della terra”; “Non conosce albe
né tramonti/lʼutopia dellʼamore”;
“Lapilli di fuoco sulla creta/incolore del
giorno”). Nelle altre, poi, sempre
disegnate da un lessico curato e molto
diversificato, emergono i motivicardine della sua poetica: il tempo,
innanzitutto, entro il quale scorre
lʼesistenza con le ore, i giorni, gli anni,
che i ricordi ravvivano, certo, anche
nella sua negatività: nel dolore, con il
sentimento di una mancanza, di
unʼassenza (frequenti le negazioni, i
“senza” e poi i sostantivi, come
“ombra”, “dolore”, “morte”, “lacrime”,
“pena” e gli aggettivi quali “brulla”,
“deserta”, “fugace”); nel buio “ombra”,
“penombra”, “oscurità”, “sera”); nella
durezza (“pietra”, “roccia”) che
sembra circondarci.
Ma il poeta non vive
davvero solo immerso
nella sua pena. Quanta
luce, sole, albe, luna,
stelle gli offre il cosmo e
quanta natura cʼè intorno
a lui: gli alberi con le loro
fronde, il mare.
Questʼultimo è presente
con le sue onde, i
fondali, le sponde e le
coste, con le barche e i
remi dei pescatori,
segnalando un rapporto
profondo e quasi
LACERTI DI LETTURE
La sarda secca
PROVIENE DAL SOSTANTIVO latino “mentula”, ed è il
modo più icastico per indicare stupore e meraviglia.
“Mi ero ritrovato, naso contro il vetro, a guardare fuori e
a mormorare la parola di sette lettere che ogni siciliano
che si rispetti, grida, sussurra, eufemizza, un centinaio
di volte al giorno.” Quellʼemozionante rito religioso
mattutino dellʼacquisito e della lettura dei giornali, spesso
violentemente turbato da chi, incurante dei rischi, osa
chiedere di leggerli prima di noi. “Rinuncio anche ai T.G.,
mi sciupano il piacere delle prime pagine del giorno
dopo.” Eʼun guaio quando si fanno i soldi senza essere
andati a scuola. “La catena dʼoro intorno ai colli, i Rolex
ai polsi, vortici di nobili firme messe insieme tra
occhiali, giubbotto, t-shirt, scarpe, e chi sa che altro. Le
loro donne scendono impellicciate dalle Mercedes
centonove
ancestrale con lui. E non mancano
altri elementi che sollevano lʼanimo: il
desiderio di librarsi in alto (“ali”,
“volo”), la capacità di cogliere
elementi di positività, come lʼamore,
lʼarmonia, la bellezza, la gioia. E il
poeta osserva la realtà o pesca nella
memoria, traendo dalla sua tavolozza
di parole il verde e il blu, il rosso e
lʼazzurro, più che il grigio e il nero; né
trascura di ascoltare parole, passi,
note, canti, echi, ritmi, voci, che lo
riportano al passato mentre vive nel
presente. E in “questo” presente lʼuso
del “come”, delle similitudini, gli
consente di creare immagini di rara
bellezza, mentre vaga nei luoghi più
diversi del mondo: “Quante lune
ravviavano ricordi/- come mani di
velluto tra i capelli -/profondi come i
silenzi/delle donne del deserto dietro i
veli”; “Aspre radure questo tempo
incide/caduco come il fiore di
ciliegio”; “Come fenicotteri in volo
verso/la Camargue o sul delta del
Guadalquivir/ s'allineano pensieri/a
dare un senso a questo tempo
breve”; “Come un cartiglio di note in
sordina/avvolge la notte tutte le
cose”; “Ma nelle cavità della
roccia/come rondoni sotto la
cascata/nidificarono parole/a
custodire le orme non
visibili/dell'anima; “Come una perla
nera della Polinesia/ raro e prezioso
si dirada il tempo/ innamorato della
luce/ dispiega le sue ali”.
Sono davvero immagini capaci di
accostare al reale i sentimenti, che
intrisi di esso acquistano
straordinaria pregnanza.
PRESENTAZIONI
LA CLASSIFICA
Le relazioni
di Barrilà
MESSINA. Fine settimana denso di
appuntamenti per Domenico Barrilà che
torna nella sua Messina per presentare il
suo ultimo libro “I legami che aiutano a
vivere”, ed. Feltrinelli-Apogeo.
Il tour siciliano di Barrilà, psicoterapeuta
adleriano, è stato fortemente voluto da
Daniela Bonanzinga, proprietaria della
storica libreria messinese.
Lʼinteresse di Daniela Bonanzinga per
lʼopera dellʼautore, messinese
trapiantato da quarantʼanni a Milano, si
colloca nel solco del suo incessante
impegno a favore della promozione della
lettura, che in questi anni ha visto autori
di livello nazionale e internazionale
visitare la Città dello Stretto. Un grande
lavoro di sensibilizzazione che rende
questa instancabile imprenditrice, una
figura molto apprezzata anche al di fuori
dai confini dellʼIsola.
Con la conferenza di Santa Maria
Alemanna,venerdì 30 novembre alle ore 18,
si salda dunque una collaborazione tra due
messinesi che sono riusciti a ritagliarsi un
ruolo significativo nel panorama senza più
difficile dellʼeditoria italiana, e che
speriamo continui a offrire opportunità di
confronto nel nostro territorio.
Sabato 1 dicembre, Barrilà sarà ancora a
Messina alla scuola di S.Paolo, “La Pira”
alle ore 10.
di Felice Irrera
Maria Antonella Saia,
A tempo di fuga,
Pungitopo 2012, pp. 248, € 16,00
La protagonista di questo romanzo di unʼautrice di Barcellona (Messina) qui al suo esordio
letterario, ama la libertà, ma ha sempre subito. Quando, però, qualcuno cercherà dʼintrappolarla in un matrimonio combinato si risveglierà in lei la sete dʼindipendenza e saranno emozioni e colpi di scena.!
Follett - L' inverno del mondo. The cenE. L. James - Cinquanta sfumature di
tury trilogy. Vol. 2 - Mondadori
rosso - Mondadori
1Ken
4
E. L. James - Cinquanta sfumature di
Paolo e Rossella Simoncelli - Il nostro
- Mondadori
- Rizzoli
2E.grigio
5SicCarmine
L. James - Cinquanta sfumature di
3nero - Mondadori
6MondadoriAbate - La collinawuz.itdel vento -
frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore
fiammeggianti, e magari firmano con la croce.”
Quella caustica antipatia esercitata con ironia e con
appassionato dileggio. “Sembra già avere un urgente
bisogno di fare un tagliando. Ha lʼaspetto della vittima
consenziente di uno stupro non consumato.”
Vi sono coppie la cui immagine non si riesce ad associare a
quella della sessualità. “Visti in coppia, davano
lʼimpressione di sempre: un potente argomento a favore
del controllo delle nascite.” Certi caos hanno un rigoroso
ordine che pochi possono cogliere.
“Il disordine non è lʼassenza di qualsiasi ordine, ma
piuttosto, lo scontrarsi di ordini privi di rapporti.”
Il maschilismo spesso è alimentato dallʼistinto materno delle
donne e dalla loro propensione a prendersi cura del
prossimo, soprattutto quando è cucciolo o quando è uomo.
“Maruzza mi tolse la caffettiera di mano e preparò il
caffè. Io ci provo a non essere maschilista, ma ci vuole
collaborazione.” Leggere più libri contemporaneamente dà
pagina 38
impagabili emozioni orgiastiche. Il piacere di questa pratica è
libertario e dionisiaco. “Lei mantiene i contatti con un solo
libro alla volta. Io invece, con i libri pratico la più
disinvolta poligamia e la più disinibita promiscuità. Ne
ho sempre tre o quattro contemporaneamente in
lettura.” Quando si vantano di essere degli insuperabili
donnaioli, solo perché vanno a puttane.
“Intendiamoci, di donne ne ha avute, però sempre
pescate nella libera professione.”
La mafia diviene imbattibile se la si lascia combattere solo
agli addetti ai lavori. “lʼodio regolamentare che ogni
sbirro che si rispetti è tenuto a portare contro i mafiosi.
E che gli onesti cittadini non sempre si degnano di
esercitare.” Quei cibi insulsi che certi popoli, non avendo di
meglio, sono riusciti a valorizzare. “Mi lascia freddo il
caviale, sa di sarda secca, senza possederne le virtù.”
Lacerti tratti da: “I delitti di via Medina-Sidonia ” - 1996
Santo Piazzese
posterlibri
centonove
30 NOVEMBRE 2012
PRESENTAZIONI. Il libro umoristico di Raimondo Moncada in tour in Sicilia
Concordia parvae res crescunt,
Nell'armonia anche le piccole cose
crescono».
Giumenta è la protagonista della storia
in una società tra i pregiudizi di alcuni,
i "pellegrinaggi" di altri al tempio, e le
critiche aspre di taluni che
pubblicamente ne stigmatizzavano i
comportamenti lascivi ma celatamente
ne fruivano dei "servigi": usi l'ironia
per denunciare con il sorriso
l'ipocrisia e le debolezze umane,
attualizzando così il sapere classico?
E cosa è cambiato e se è cambiato
DI MARIA TIZIANA SIDOTI escort d'epoca. Nel libro
qualcosa dall'Akràgas di Giumenta e
descrivo l'ellenico edificio
Giunone ad oggi?
sacro, dal punto "A" al
«Penso non sia cambiato nulla. La storia
AGRIGENTO. Un escamotage per far
punto "G", e illustro in
si ripete, altro che professoressa di vita.
con il registro dell'humour in 86 paginette
profondità le virtù di colei
Oggi c'è comunque più pudore.
una rilettura dei nostri tempi, fatti di escort che originò il boom
Ritornando all'attualità descritta dai
e corruzione, tra politica e spettacolo, con demografico di Akràgas e
giornali, l'attività extraconiugale,
forme della cultura classica. Questo
diede origine al traffico
extralavorativa, extralarge, extraterrestre,
cercava il giornalista e scrittore
turistico».
ferve. La criminalità investe sulle luci
agrigentino Raimondo Moncada. E lo ha
Dalla tua produzione
rosse. Le case chiuse sono state chiuse
trovato nell'invenzione della scoperta di
pare che ami il registro
per legge, ma non le strade dove pullula
un tempio alla dea Giumenta, ricostruita
satirico-umoristico con
l'esercizio della professione amatoriale.
con fantasia archeologica, nella
venature comiche, ed il
Tanti sindaci si sono mobilitati per
contemporanea Agrigento dall'antica
nuovo libro è imbevuto
soffocare gli atavici istinti di eserciti di
Akràgas. Così è arrivato il libro umoristico di cultura classica tra
incontenibili combattenti. Il sindaco di
"Dal Partenone di Atene al Putthanone di
letteratura greca e
Roma, ad esempio, ha emesso
Akràgas" in formato ebook e cartaceo.
latina: quali sono stati i
un'ordinanza per vietare l'esposizione di
Che il Moncada in questi giorni presenta
tuoi modelli di
merce seminuda lungo le strade. Il giorno
in tour in Sicilia con tappe nella Magna
riferimento?
dopo nelle strade della capitale
Grecia, per l'occasione, come da libro,
«Non ho modelli letterari
circolavano più roulotte che auto. Per
"Magnaccia Grecia". Dopo Licata ed il
di riferimento. Ho
aggirare i divieti, è nato l'amore mobile
Museo di Calamonaci, lʼautore, a cui il 24
anticipato pure il filone
sui camper. Lo fai su due ruote e sopra
novembre è andato il primo premio del
delle Cinquanta
un mezzo a rimorchio. I clienti arrivano da
concorso letterario nazionale “Ignazio
sfumature che in questo
ogni dove e con facilità perché, come ben
Russo”, sezione satira, sarà a Sciacca e
momento sta avendo un
sai, tutte le strade portano a Roma.
alla Fiera del Libro di Siculiana,
grande successo. In
Giumenta esercitò nella massima
nell'ambito della III edizione del concorso
libreria si compra solo
trasparenza, per il bene pubblico, col
Raimondo Moncada
letterario Torre dell'Orologio dal 14 al 16
sfumatura. Fa chic e il
plauso dei comandati e dei comandanti.
dicembre, poi a Raffadali e ad Agrigento,
titolo del libro non fa
Riceveva mobilmente nel suo tempio
Putthanonès di nomen e di factus con
mentre si lavora per un evento a
rimanere sotto choc. Nel libro ironizzo
immobile. Proponeva trattamenti ad
ostentato vantus. Agli uomini accecati
Selinunte dove sorge il
prima di tutto su me stesso,
personam. Da Giumenta entravano tutti,
Protagonista sulle mie debolezze, sui miei
dalla sua inusitata bellezza che non
celebre Tempio "G".
fedeli ed infedeli, belli e brutti, ex aequo e
la dea Giumenta
sapevano dove andare, Giumenta diceva
Dopo opere teatrali come
difetti, sulle mie sofferenze,
per par condicio. Davanti al tempio si
guidandoli: In medio stat virtus, Vedi che
"Odissea: Ulissi, i froci e
formavano code interminabili. Pure gli
e i suoi modi di dire sulle mie stravaganze, per poi
la virtù, anche di una dea, sta nel mezzo.
'nà troia", una commedia
indiani si mettevano in fila, in fila indiana,
in siciliano. Celebre ironizzare sulla società che
Non ti puoi sbagliare. Poi si permetteva di aspirando i segnali di fumo nell'attesa del
"Il peccato di Eva", il libro
ogni giorno ti regala spunti
la frase per i poco
aggiungere: Dulcis in fundo, evitando di
"Ti tocca anche se ti
Ti posso dire che
turno».
“dotati”: ognuno sapi interessanti.
pronunciare quest'ultima frase in
tocchi", un lungometraggio
mi piace l'umorismo di Achille
In un tuo blog dedicato al libro parli del
quantu l’avi
presenza di focosi diabetici. La dea
"Babbaluci", un corto
Campanile e del siciliano
ritrovamento, stavolta vero, di una
imparò anche il siculo-sicano per
antimafia "L'arma più
Umberto Domina, che mi piace
moneta, il decagramma di Agràgas,
efficace", ed una
la comicità di Roberto Benigni e prepararsi ad accogliere in massa gli
battuta all'asta a Zurigo, e di un
indigeni siciliani. Celebre è rimasta la
tragicommedia "Romeo e Crocetta",
di Enrico Brignano, che sono cresciuto
legame con il "Putthanone".
frase che diceva spesso a chi soffriva
ora questo libro. Quando è nata l'idea? ridendo con Stanlio e Ollio, Charlot, Totò
«A Zurigo, un magnate ha comprato
E perchè un libro?
e con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia». perché poco dotato: Ognunu sapi quantu
all'asta per circa 2 milioni di euro una
l'avi».
«Mi ha spinto la cronaca. Troppo sesso
Il tuo libro parte dalla "scoperta"
moneta, come le nostre care
A Zurigo, un
Fai, dunque, parlare la dea
da farti rimanere di sasso. Il sesso ha
immaginaria di un nuovo tempio sotto
cento lire. È un decagramma
magnate ha comprato di Akràgas risalente al 409Giumenta in latino e non in
quasi spazzato via la cronaca nera, lo
quello di Giunone, dedicato ad una
greco: nel libro motivi la
sport, la cultura, l'oroscopo, le parole
divinità, frutto di fantasia, Giumenta,
all'asta per circa due 406 avanti Cristo. È, giusto
scelta tecnica anche con la
crociate. Mi sono spaventato. Compravo
dedita al più antico "mestiere" del
milioni di euro una giusto, il periodo d'oro in cui
volontà della divinità di
il giornale e lo nascondevo per non farmi
mondo, esercitato con assoluta
moneta risalente al operò Giumenta. Chissà, mi
giudicare male dalle persone che mi
licenziosità ma gratis a differenza delle lasciare traccia di sè ai
chiesto, se è stata la
periodo d'oro in cui sono
romani che avrebbero
incontravano per strada. Quelle stesse
moderne escort. Un'archeologia da
stessa dea, allergica ai soldi,
operò Giumenta
conquistato il mondo.
persone che nascondevano a loro volta
immaginazione la tua con approccio,
a disfarsene? Allora batteva
«Giumenta è stata una dea che
giornali ben più informati
tuttavia, serio, quasi
di conio solo Giumenta, la
amò esprimersi in latino, pur
sotto pudiche ascelle che,
scientifico, mentre
divinità che appagò l'intiero
per la vergogna di essere
sinanche l'impaginazione essendo greca. Usava il latino dei latini
mondo senza mai farsi pagare. Odiava le
sia per non farsi capire dai terroni
scoperte, sudavano. Mi
e la struttura interna del
monete sonanti. Preferiva solo i sonanti».
contemporanei che parlavano solo greco, Hai in mente di farne una versione per
sono così chiesto: è stato
testo si richiamano agli
sia per lasciare traccia di sè ai posteri
sempre così? C'è stato un
autori greci e latini: un
il teatro?
latini. Come si legge nel libro, pensava al
inizio nella buona notte dei
mix tra serio e faceto in
«Mi incuriosisce vedere rappresentate su
popolo romano che avrebbe conquistato
tempi? Facendomi guidare
un divertito gioco di
un palcoscenico le gesta eroiche di
quel mondo che lei imperialmente si era
dalla mia immaginazione, e
parole tra latino ed
Giumenta. Sarebbe già interessante
già fatto e rifatto in lungo e in largo. Fu la
senza uso di
italiano?
assistere ai provini per la ricerca della
prima pacifista. Amò ubi et orbi, ad
intercettazioni, mi sono
«La dea mi parla in latino
protagonista. Dieci, cento, mille
messo a scavare nei secoli
pur essendo la lingua latina libitum, per la pace del mondo e per la
pretendenti Giumente che si battono per
pace dei sensi. Fu una fautrice di
a mani nude. Ho così
non ancora parlata per
impersonare le virtù della ineguagliata
atmosfere serene. Agli amanti latini che
portato alla luce il tempio
mancanza di maschi latini.
dea per il piacere dell'indignato pubblico
piangevano a dirotto per le proprie
dove esercitò Giumenta, la
Giumenta, con proprietà di
guardone! Il provino sarebbe già uno
insignificanti dimensioni, spiegava:
dea che mortificò tutte le
linguaggio, si diceva
spettacolo».
Dall'antica Akràgas con humour
"Dal Partenone di Atene al Putthanone" del giornalista e scrittore agrigentino.
Ecco come l‘archeologia diventa “fantastica”per svelare vizi e debolezze di ieri e di oggi
“
”
“
”
pagina 39
posterreligione
30 NOVEMBRE 2012
Lʼedicoletta
votiva nei pressi
della prefettura
di Messina
e lʼingresso
della sala concessa
ai valdesi
MESSINA. Resta senza risposta l’appello della comunità greco-ortodossa
Tempio, il silenzio della curia
Nonostantele ripetute richieste, non si trova ancora un luogoper celebrare i riti.
Eppure, il problema altrove è stato risolto. A Milano per esempio il cardinale Scola...
DI FELICE IRRERA
MESSINA. La lettera è stata inviata ai
primi di settembre dai membri del
Consiglio Direttivo della Comunità
Ellenica dello Stretto (di cui è presidente il
Carmelo Micalizzi) e non ha ricevuto
ancora alcuna risposta dallʼArcivescovo.
I destinatari sono eccellenti. In primo
luogo, lo stesso Arcivescovo di Messina
Mons. Calogero La Piana; poi, per
conoscenza, la Segreteria di Stato del
Vaticano, la Congregazione per le
Chiese Orientali di Roma, Sua Eminenza
Ghennadios, Metropolita dʼItalia e Malta
ed Esarca per lʼEuropa Meridionale,
residente a Venezia, Sua Santità
Bartolomeo I, Arcivescovo di
Costantinopoli, Nuova Roma e Patriarca
Ecumenico Rum Patrikhanesi, Fener
Halic (Istanbul).
Il tema della missiva è semplicemente la
preghiera, rivolta allʼArcivescovo, di voler
concedere un luogo di culto alla
parrocchia ortodossa del Patriarcato
Ecumenico di Costantinopoli-Sacra
Arcidiocesi ortodossa dʼItalia. Si legge in
essa che rimane del tutto precario
lʼattuale luogo di culto ortodosso della
Sacra Arcidiocesi ortodossa dʼItalia (una
sala concessa dalla locale Chiesa
valdese), nonostante una sede più
adeguata sia dovuta alla storia della
comunità greca, presente, in modo
sensibile e attivo, nella città dello Stretto
in tutto il secondo millennio, fino al 1908,
e che da alcuni anni è tornata ad esserlo,
dopo la terribile catastrofe del terremoto,
non solo con le famiglie sopravvissute al
terremoto, ma con circa cento famiglie
miste, formatesi nel secondo dopoguerra,
che sentono lʼesigenza di un luogo di
culto e di riferimento per le loro tradizioni,
che rispecchi pienamente la loro storia e
la loro fede.
Dʼaltronde, come appurato da numerosi
ed autorevoli studi, alcuni di prossima
pubblicazione, i convegni su S. Nicola
(2010 a Messina) e S. Paolo (2011) a
Reggio Calabria e quello imminente
questʼanno (a Messina), insieme con la
posa nellʼagosto scorso dellʼedicoletta
votiva di S. Nicola sul luogo della chiesa
omonima, distrutta e non più ricostruita,
testimoniano un sincero interesse ed un
impegno volto alla riconciliazione e alla
testimonianza fraterna; senza contare
che proprio lʼimminente mostra delle
icone della chiesa di S. Nicola dei Greci (il
titolo di S. Nicolò dei Greci, invero, ce l'ha
la chiesa di S. Domenico al Dazio, dove
giacciono i relativi documenti) mostrerà a
tutta la città di Messina il tesoro di fede, di
spiritualità, di arte che era custodito
nellʼultima, gloriosa chiesa ortodossa di
Messina fino al 1908.
Cʼè da dire che in altre parti dʼItalia, il
problema è stato affrontato e risolto.
Tra gennaio e febbraio 2012, il cardinale
di Milano Angelo Scola, ha concesso alla
Sacra Arcidiocesi ortodossa dʼItalia
anche un secondo luogo di culto a
Milano, individuato nella chiesa cattolica
della Madonna di Podone (poi consacrata
pagina 40
centonove
il 14/10 p.v. da S. E. Ghennadios),
completamente restaurata, concessa ai
fedeli ortodossi con sincere espressioni di
stima e fraternità, che mette conto
ricordare: “La spiritualità, la fede e la
testimonianza evangelica dei fedeli
ortodossi costituiscono un gran dono per
la Chiesa Cattolica”; negli ultimi sei anni
ben dodici diocesi cattoliche in Italia
hanno concesso luoghi di culto ai fedeli
ortodossi del Patriarcato Ecumenico di
Costantinopoli; e il metropolita della
Sacra Arcidiocesi ortodossa dʼItalia del
Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli,
S. E. Ghennadios (che guida la Sacra
Arcidiocesi Ortodossa dʼItalia e che ha
nello scorso mese di luglio siglato
unʼintesa con lo Stato italiano, il che ne
dimostra lʼautorevolezza) ha indirizzato a
Mons. La Piana alcune lettere su questo
argomento, di cui si è occupata anche la
stampa locale, senza, però, alcun
riscontro pratico.
Lʼattuale parroco ortodosso presente a
Messina, archimandrita Alessio, ha già
esposto, in una pubblicazione (“I santi
italo-greci dellʼItalia meridionale. Epopea
spirituale dellʼOriente cristiano”, Nicola
Calabria Editore 2004), il suo approccio
irenico, in linea con la lettera apostolica
“Orientale Lumen” (1995) che ha
dichiarato: “ LʼOriente cristiano ha un
ruolo unico e privilegiato, in quanto
contesto originario della Chiesa
nascente: le Chiese dʼOriente sono
interpreti viventi del tesoro tradizionale da
esse custodito”.
Non si vede, dunque, perché mentre a
Messina, un luogo di culto è stato già
concesso nello scorso mese di marzo ai
fedeli greco-cattolici, non sia possibile
fare altrettanto, con un atto di carità
fraterna, con i greco-ortodossi. Magari,
ad esempio, concedendo ai grecoortodossi l'utilizzo della chiesa di S.
Tommaso Apostolo, spoglia, senza
altare, assegnata attualmente al parroco
di S. Antonio Abate, aperta ai turisti, ma
praticamente non utilizzata.
centonove
postercinema
30 NOVEMBRE 2012
L’INTERVISTA. Il film di Christian Bisceglia approda sul web e in 12 Paesi
Fairytale, favola horror
Sophia e Helena
nella casa degli orrori
“FAIRYTALE”, il film di Christian Bisceglia e Ascanio Malgarini, dimostra
che è possibile coniugare lʼadesione
a un genere, in unʼottica commerciale e internazionale, con la qualità visiva e una regia e una scrittura evocative. Sophia (lʼattrice Harriet Mac Masters Green) e la piccola Helena (Sabrina Jolie Perez) sono le vittime di
una casa degli orrori, in una Latina
spettrale, dove si colgono echi dellʼantica storia fascista (la malaria e la
bonifica delle paludi) e soprattutto di
una terribile vicenda familiare. Tra fenomeni paranormali e ritorni di fantasmi che uccidono ancora, si dipana
una storia segnata da un buon ritmo e
unʼalta capacità visionaria. Efficace la
sceneggiatura di Bisceglia in funzione di un racconto che mescola incubi
e ossessioni, con la caduta dei primi
denti nellʼinfanzia come spunto per
fantasie paralizzanti. La bambina Helena è infatti ossessionata da unʼinquietante Fata dei denti e il film si muove al confine tra malattia psichica e
fantasy, disgregazioni familiari e orrori misteriosi, nel segno delle suggestioni e del terrore. Da segnalare la
partecipazione, nel ruolo di uno psichiatra, del regista Giuliano Montaldo, il piano sequenza iniziale nella casa macchiata dal sangue, ricostruita
grazie ai miracoli del digitale, e le sequenze nellʼospedale psichiatrico e
nellʼantico manicomio di epoca fascista. Da incubo il colpo di scena finale.
Una storia sospesa tra mistero e fantasmi. Il regista messinese: “La mia
scrittura ispirata dall’architettura fascista e dalla metafisica di de Chirico”
DI MARCO OLIVIERI
MESSINA. Un bel horror
dal forte respiro
internazionale e un tocco
visivo che lascia il segno.
“Fairytale”, scritto dal
messinese d'adozione
Christian Bisceglia e da lui
diretto con Ascanio
Malgarini, dopo la
presentazione a Cannes,
approda in dodici Paesi, tra
sale e dvd, grazie alla
distribuzione internazionale
di Rai Trade: dagli Stati
Uniti alla Colombia e (tra gli
altri) Turchia, Serbia, Corea
e Gran Bretagna. Una
produzione a basso budget
realizzata da Onemore
Pictures con Rai Cinema. In
Italia, è possibile vedere
gratuitamente il film via
Internet, fino al 16
dicembre, allʼindirizzo
www.cubovision.it, prima di
essere programmato su Rai
Movie e a pagamento. Già
autore della commedia
Una scena del film
“Agente matrimoniale” ed
editor e supervisor per la
la lettera M di Mussolini, e dalla pittura
Endemol Italia, e in particolare a capo del
metafisica di Giorgio de Chirico. Con
gruppo di scrittura della serie tv
Fairytale abbiamo dimostrato che si può
“Centovetrine”, Bisceglia ha scritto una
realizzare un film di genere di qualità,
storia sospesa tra mistero, orrore,
fantasmi assassini, agghiaccianti Fate dei valorizzando lʼartigianato italiano, di
altissimo livello. La regia a quattro mani
denti e fenomeni paranormali, fino alla
con Ascanio Malgarini? Ci completiamo,
sorpresa finale. Efficaci lʼuso degli effetti
riuscendo a girare in sole tre settimane.
digitali in una cupa Latina, location del
Lui è un mago degli effetti speciali digitali
film, il ritmo e le immagini. “La mia
e un regista raffinato, mentre io sono
scrittura visionaria – sottolinea lo
concentrato di più sulla scrittura. La
sceneggiatore e regista – è stata ispirata
nostra è unʼintesa profonda: dalle
dai segni della storia presenti a Latina,
inquadrature alla recitazione siamo
come i palazzi di epoca fascista e la
dʼaccordo su tutto, con uno scambio
struttura manicomiale realizzata secondo
felice. Il lavoro preparatorio con le attrici
protagoniste è stato molto intenso e
siamo stati affiancati da ottimi
collaboratori: dal bravo direttore della
fotografia Antonello Emidi alla scenografa
Cristina Onori e alla costumista Elisabetta
Montaldo. Tutti, con la produttrice
Manuela Cacciamani, hanno creduto nel
progetto, rinunciando a grandi compensi.
Oggi non siamo più un Paese di prima
fascia e il digitale ci consente, nel segno
della qualità visiva, di sopperire alle
carenze economiche”. In principio,
esistevano solo venti minuti di un plot per
unʼipotesi di serie tv. “Venti minuti che
hanno spinto i responsabili di Rai Cinema
a chiederci di svilupparli in un film vero e
proprio”, spiega Bisceglia. “Credo che
lʼhorror sia un genere a me congeniale –
aggiunge il regista – con possibilità di
investimenti economici mirati allʼestero e
Christian Bisceglia
unʼindustria in attivo, come dimostra la
LA TRAMA
distribuzione internazionale di Fairytale.
Mi dispiace solo che in Italia non ci sia
ancora unʼadeguata attenzione, dato che
qui il nostro lavoro non esce nelle sale.
Con questo film, mi sono ricollegato, per
alcuni aspetti e suggestioni, ai miei primi
lavori: le videoinstallazioni Via Crucis, nel
1992, e Visioni, nel 1994, prodotte dal
teatro Vittorio Emanuele di Messina”. Già
regista del videoclip “Veramente”, per la
canzone di Mario Venuti,e adesso dello
spot della serie A Tim, con tanto di
nomination per la regia, ha in cantiere un
nuovo horror moderno, sempre con
Ascanio Malgarini, e spera sempre che
una rinnovata Film Commission siciliana
possa prendere in considerazione il suo
progetto di una serie tv intitolata “Mafia
contro vampiri”, dove i vampiri sono i
buoni, con un gusto sarcastico per un
horror intriso di ironia. “Credo che non si
debba avere paura di confrontarsi con il
mercato. Quando il cinema italiano
funzionava, produzioni di genere e
dʼautore si alimentavano a vicenda. Il mio
lavoro per Centovetrine mi ha aiutato ad
acquisire velocità di scrittura ed entrare
più facilmente nellʼottica produttiva”.
CENTENARI
A Catania omaggio a Ugo Saitta
CATANIA.Nellʼanno del centenario della nascita, un omaggio al primo documentarista siciliano di rilievo: Ugo Saitta. Presso il Cineateatro “Francesco
Alliata” di Catania, con la direzione artistica del giornalista e sceneggiatore
messinese Francesco Torre, si presenta il ciclo “Videorama siciliano”, dedicato al documentario dʼautore siciliano, con una retrospettiva riservata a
Saitta, in collaborazione con Filmoteca regionale, Cineforum Don Orione di
Messina, la rassegna “Assaggi di realtà” e lʼErsu di Catania. I prossimi appuntamenti sono 4 e 7 dicembre e si prosegue fino al 20, con documentari di
alto valore storico e filmico, opera di un autore che ha raccontato la Sicilia
dagli anni Trenta alla fine degli anni Settanta. Per informazioni: www.cineteatroalliata.it.
M. O.
pagina 41
30 NOVEMBRE 2012
postereventi
centonove
Il cast di Casanova 3D durante le prove
MUSICAL. Ad Acireale si va in scena con le coreografie di Raffaele Paganini
Casanova si fa in... 3D
Per la prima volta verrà utilizzata la tecnologia cinematografica. Sul palco
ex allievi di “Amici” e “Ballando con te”. Sotto la supervisione di Fioretta Mari
DI ENRICO SCANDURRA
ACIREALE. Unʼopera unica nel suo
genere. Un musical di grande intensità
emotiva, la cui trama si intreccia
inevitabilmente con il periodo storico in cui
è ambientata: il ʻ700, lʼepoca dei Lumi. In
questʼepoca di grandi trasformazioni si
muove Giacomo Casanova, il personaggio
principale del musical prodotto dal
C.a.m.s. con la nuova tecnologia “3D live
live”, messa a punto da una società, unica
in Italia, presieduta dal manager
Francesco Stochino. Il C.a.m.s., College
Arti e Mestieri dello Spettacolo, nato in
Sicilia tre anni fa, a Catania, per realizzare
Ultime prove in sartoria
“Casanova in 3D” si è affidato al team di
Stochino. Con lʼorganizzazione della J.G
Angelʼs, la distribuzione dellʼAssociazione
Artime ed il contributo dellʼAssessorato
regionale al Turismo per il “Circuito del
Mito” e la collaborazione della società
milanese di produzione in 3D, antesignana
nel mondo delle tecnologie, innovative
nellʼambito del teatro, il Casanova
“siciliano” vanta un team di professionisti
pronti a far decollare il musical in tutto il
mondo. Intanto la prima nazionale dello
spettacolo è prevista il 7 dicembre, al
Palatupparello di Acireale. Lo show vedrà
impegnata unʼicona del teatro italiano,
Fioretta Mari, direttrice artistica del corso di
formazione al musical del C.a.m.s., che
porta il nome di Artacademy Carrara.
«Tutto nasce da una ragazza catanese,
che nel 2009 mi disse, incontrandomi per
strada, che sarebbe stato necessario aprire
una scuola a Catania. La ragazza aveva
una dizione orribile - ammette Fioretta
Mari, scherzando - Ma poi, alla fine mi
convinse». «Pensai molto su come
impostare e coinvolgere i tanti giovani
rivelatisi, poi, delle autentiche sorprese.
Oggi molti di loro si sono affermati. E tutto
proviene dalla tenacia e dalla volontà dei
primi giorni. Sono orgogliosa di loro. Se
Dario Inserra potrà interpretare Giacomo
Casanova, è merito e frutto del lavoro di
collaborazione fatto tra tutti noi». La
giovane catanese che fece la proposta alla
Mari si chiama Valentina Spampinato,
allieva anche lei del C.a.m.s. e ideatrice e
regista del Musical, le cui musiche sono di
Lino Zimbone e Salvo Leanza. A Letizia
Scuderi e Don Cash sono state affidate,
invece, le coreografie con la supervisione
dellʼétoile Raffaele Paganini. “ Ciò che mi
ha affascinato del C.a.m.s. sono state
soprattutto le persone, gli allievi, che
fondono passione e bravura insieme per
creare un unicum. Quellʼunicum che serve
tanto per far diventare la nostra scuola
allʼavanguardia» afferma Paganini. «Ho
sentito dentro qualcosa che doveva uscire,
che doveva esplodere. Questi ragazzi mi
hanno fatto ritornare indietro a molti anni fa.
Quando avevo 14 anni ero un allievo. A 18
anni ero già primo ballerino. La differenza
tra allievo e professionista a questi livelli è
minima. Quasi inesistente», conclude il
famoso coreografo italiano. Nel musical
sono presenti giovani artisti che si sono
distinti nel panorama nazionale, come
Ester Condorelli, vincitrice di “Ballando con
te 2012”; Jessica Vilotta, ballerina della
sesta edizione di “Amici” di Maria De
Filippi; Floriana Lauritano, finalista del
concorso “Miss Italia 2012”; Marica Riggio,
talentuosa acrobata, che con la sua arte
sta solcando i palcoscenici più importanti
del mondo. Un musical in cui sono presenti
molte novità e le cui scenografie sono di
Marco Lanzafame, i costumi della giovane
Viviana Tomarchio, mentre ad Angela
Dispinzieri è stata assegnata la mansione
di vocal coach. Il tutto con la supervisione
multimediale di Andrew Quinn, famoso per
gli effetti speciali di Matrix e Tomb Rider, e
Riccardo Puglisi, esperto di videomapping.
La regista Valentina Spampinato non ha
esitato, durante la conferenza stampa di
presentazione, nellʼindividuare i connotati e
nello spiegare cosa significa “opera in 3D».
«Eʼ ovvio - afferma - che lʼeffetto 3D
riguarda tutto ciò che circonda gli elementi
scenici. È una sinossi tra cinema e teatro.
Gli artisti si muovono in uno spazio che non
è solo occupato da scenografie fisiche, ma
immerso nelle immagini tridimensionali
della nuova tecnologia 3D live live».
Dunque una storia del ʻ700 costruita con
tecnologie del terzo millennio, che tutti gli
spettatori godranno grazie agli speciali
occhiali polarizzati. Casanova non è Don
Giovanni, bensì un uomo “innamorato”
dellʼAmore. Casanova si prodigava per il
benessere delle donne che amava.Queste,
infatti, hanno un ruolo fondamentale
nellʼopera. Vittoria, interpretata da
Francesca Ferro (figlia dʼarte, premiata
questʼanno come miglior attrice siciliana) è
la prima donna che gli tiene testa, disposta
a dirgli di no anche quando tutte dicono di
sì. Una ragazza dal carattere e dalla
bellezza travolgente. Lei gli insegna il
senso dei valori e la grande passione. “Più
che il piacere, a legarli fu la
consapevolezza di essere nati lʼuno per
lʼaltro” conclude la giovane regista. Il
“Casanova in 3D” sarà messo in scena
anche al Teatro Antico di Taormina nella
prossima estate. Poi un Tour annunciato
da Giuseppe Rapisarda della J.G Angelʼs
raggiungerà luoghi come la Cina nel 2014.
“Questo è un entourage di primissimo
livello, - dichiara Fioretta Mari - una fucina
di grandi talenti che ha già partorito i suoi
primi frutti. Come un giovane talentuoso
catanese, Bobo Schillaci, che adesso
studia presso la “Lee Stransberg
Academy” di Los Angeles. Il nostro motto è
lʼumiltà. Questo ragazzo deve essere
lʼesempio per tutti».
ZOOM
Sulle punte con Jessica ed Ester
CATANIA. Jessica Vilotta ed Ester Condorelli sono due delle tante, giovani artiste
presenti nel “Casanova in 3D”. Due ballerine di grande bravura che, prima di intraprendere questʼavventura, hanno compiuto ʻsalti da giganteʼ nel panorama della danza italiana. Jessica ha partecipato alla sesta edizione di “Amici”; Ester, invece, ha
vinto “Ballando con Te 2012”. “Dellʼesperienza con Maria De Filippi, ricordo tutto –
ammette Jessica - Lo stress, le gioie, i momenti di esaltazione. A volte penso a quei
ragazzini, lanciati in pista in tenera età per più di dodici ore. È davvero massacrante”. Poi parla del suo futuro. “I sogni non mancano. Tra lʼaltro è già uscito un videoclip per il cantautore Mario Venuti”. Dunque unʼartista “in fieri”, che sicuramente tra
qualche anno solcherà palcoscenici più importanti. “Queste sono le intenzioni. Speriamo che tutto si realizzi” - conclude Jessica, che fa parte del corpo di ballo assieme ad Ester Condorelli, vincitrice del forum “Ballando con Te 2012”. (E.S.)
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posterarcheologia
centonove
VILLAFRANCA. La Soprintendenza recupera l’area che circonda il castello
Il Giardino di Bauso
Portato alla luce il meraviglioso “giardino all’Italiana” realizzato dalla famiglia
Pettini. Sotto rovi e macerie ritrovate statue, passerelle e la “fontana dei quattro leoni”
DI ANTONIO BONACCORSO
VILLAFRANCA. Il Castello di Bauso
regala scoperte inaspettate e
sorprendenti. Il merito è del meticoloso
lavoro di recupero da parte dei dipendenti
della Sovrintendenza ai Beni Culturali di
Messina. Infatti, sono tornati alla luce
diversi particolari architettonici di quello
che fu il meraviglioso “giardino all'italiana”
realizzato dalla famiglia Pettini, che
acquistò il Palazzo baronale dai Cottone
nel 1819. Da un paio di mesi sono spariti
rovi e macerie, accumulatesi anche a
causa dei lavori di costruzione
dell'adiacente A20 Messina-Palermo,
mentre è riemersa una nuova grotta e
diverse condutture che grazie ad una
serie di canali con particolari fontanelle
permettevano giochi dʼacqua caratteristici
e davano vita a cascatelle ed a laghetti
artificiali. Gli elementi riscoperti insistono,
in modo particolare, sul versante
messinese del Castello e vi si può
accedere attraverso una delle torrette di
guardia. Uno scenario di cui poté godere
addirittura il famoso scrittore francese
Alexandre Dumas, quando nell'ottobre del
1835, su suggerimento del compositore
Vincenzo Bellini, visitò quei luoghi per
raccoglierne la leggenda del bandito
Pasquale Bruno e ricavarne,
suggestionato dalle sue imprese, un
romanzo storico che fece il giro mondo. Le
recenti scoperte ricordano la passerella
che collegava direttamente il Castello al
più grande laghetto del giardino, habitat
favorevole per diverse varietà di piante e
uccelli acquatici, e opere artistiche di
pregio come la “Fontana dei quattro
Leoni” attribuita alla bottega dello scultore
fiorentino Giovanni Angelo Montorsoli. Lo
stesso vale per la grotta artificiale
riaffiorata recentemente e che richiama le
tre più famose intitolate ai Canti della
L’area che ospitava il giardino, recuperata dalla Soprintendenza
Divina Commedia: Paradiso, Purgatorio e
Inferno. Per la costruzione del giardino,
inoltre, la famiglia Pettini fece utilizzare
pietre di colore diverso e vetri multicolori,
tutto questo è stato in parte ripreso con i
lavori all'interno dell'adiacente Villa Saja. Il
Castello, che ospitò periodicamente i
Viceré spagnoli, sta recentemente
vivendo nuovo lustro ospitando diversi
appuntamenti culturali ed insieme ad esso
l'intero borgo villafranchese. Lo stesso
sovrintendente Salvatore Scuto, dopo una
sua recente visita al Palazzo baronale
villafranchese, ha tenuto a
complimentarsi, anche a mezzo di una
missiva, per il lavoro svolto dal personale
in forze presso l'importante bene
architettonico. Ma le sorprese per i curiosi
e i visitatori non finiscono qui, perché il
Castello ospita a tutt'oggi una
30 NOVEMBRE 2012
interessantissima mostra di
ceramiche d'uso siciliane che
documentano un patrimonio ceramico
significativo utilizzato quotidianamente dal
popolo siciliano ancora fino a circa
cinquant'anni fa. Piatti, bummuli, burnie,
lumere, cannate, formelle, cugni, prodotti
a Patti, Caltagirone, Seminara e Vietri sul
Mare che potrebbero diventare un
significativo ed unico museo stabile
dell'arte ceramica in Sicilia. L'iniziativa,
presentata dall'architetto Lidia Signorino,
aveva preso avvio in occasione della “XIV
Settimana della Cultura” grazie alla
sinergia tra Soprintendenza e
l'associazione Amici del Museo di
Messina che ha fornito i particolarissimi
reperti della Collezione di Franz
Riccobono. Sempre dal Castello il 5
dicembre si terrà la sfilata del Corte
Principesca che insieme al traino della
barca da parte dei pescatori e
all'accensione del grande falò del
“bamparizzu”, daranno vita alla
tradizionale vigilia del santo patrono San
Nicola. Sembrano dunque lontani i tempi
del declino del castello, iniziato nel 1860,
quando un gruppo di facinorosi organizzò
lʼassalto e il saccheggio del palazzo
baronale appiccando un disastroso
incendio e proseguito nel 1863 a causa di
unʼalluvione che ne danneggiò il
meraviglioso giardino. Da quando nel
1926 il notaio Saja, ultimo proprietario del
Castello, ne fece dono allo Stato, si sono
susseguiti periodi di abbandono e
complicate fasi di restauro, culminate nel
2003 con la totale riapertura al pubblico.
SERRO
Riapre la chiesa della Candelora
VILLAFRANCA. I serrentini tornano a riappropriarsi della loro chiesa ottocentesca.
Tra due settimane, infatti, l'edificio religioso dedicato a Maria Santissima della Candelora riaprirà le proprie porte ai fedeli dopo le opere di restauro messa in sicurezza. Il 15 dicembre alle 18,00, sarà presente a Serro il vescovo di Messina, Calogero
La Piana, che officerà insieme al parroco Giuseppe Gullì, dei frati francescani del
Tor, i riti religiosi che sanciranno, dopo quasi due anni di lavoro, il recupero della
Chiesa. Gli interventi hanno riguardato il rifacimento del tetto, con la posa di nuove tegole, ma anche l'impianto di illuminazione e le finestre. La comunità religiosa,
inoltre, sta immaginando un gemellaggio con l'omologa chiesa della Candelora che
sorge a Reggio Calabria, una tra le più antiche della città calabrese, la cui esistenza si fa risalire al XIV secolo. Per finanziarie i lavori si è usufruito dei fondi dell'otto
per mille ma anche del contributo volontario dei fedeli. (A.B.)
MOSTRE
Menfi senza segreti
Si inaugura l’esposizione
“Dal Villaggio al Palazzo”
MENFI. Si inaugura il 30 novembre, nelle sale del Palazzo
Pignatelli, la mostra “Dal Villaggio al Palazzo. Paesaggi
storici di Menfi”, organizzata dalla Soprintendenza di
Agrigento e dal Comune di Menfi. Lʼiniziativa si propone
lʼobiettivo di presentare ad un vasto pubblico i risultati delle
indagini archeologiche condotte negli ultimi ventʼanni in un
territorio ricco di testimonianze storiche e peculiarità
paesaggistiche. Il percorso della mostra parte proprio dal
Palazzo, fatto costruire dal Duca Diego Aragona e
Tagliavia nel 1638, contestualmente alla fondazione della
cittadina. Il percorso espositivo consente innanzitutto di
visitare gli scavi archeologici realizzati negli ultimi anni,
proponendo così un “museo dentro il museo” ovvero un
“sito archeologico-museo”, come è stato opportunamente
definito dagli organizzatori della mostra. Lʼedificio
seicentesco fu infatti realizzato su un insediamento
medievale, a sua volta impiantatosi su una necropoli di età
tardo romana. Un momento importante della sequenza
stratigrafica individuata a Palazzo Pignatelli riguarda
lʼepoca di Federico II. Lʼimperatore stesso, infatti, ricorda in
una lettera del 1239 unʼ habitatio di “Burgimilluso” che è
stata messa in relazione con il castello costituito da due
torri affiancate che esisteva accanto a Palazzo Pignatelli
fino al 1968, quando venne distrutto dal terremoto del
Belice. La mostra vuole ricostruire la storia di Menfi e del
suo territorio a partire dal villaggio protostorico individuato
nel sito di Montagnoli, a circa 6 km da Selinunte. Si tratta di
un insediamento indigeno che dominava in posizione
strategica il basso corso del fiume Belice e che fu abitato
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tra lʼVIII e il VI secolo a.C., con una frequentazione
successiva di età ellenistica e quindi bizantina. Indagini
sistematiche condotte dalla Soprintendenza di Agrigento
tra il 1987 e il 2006 hanno permesso di individuare
capanne ed abitazioni di varie fasi e significative
testimonianze di cultura materiale. Il territorio di Menfi ha
poi restituito una ricca documentazione di epoca romana
che attesta il suo intenso sfruttamento per la produzione
agricola. Particolarmente interessanti, in questo ambito, le
indagini condotte in Contrada Fiori dove è stata individuata
una fattoria di epoca tardo-repubblicana che, pur essendo
stata scavata solo parzialmente, sembra essere stata
costituita da una parte residenziale ed una destinata
allʼimmagazzinamento delle derrate e ad altre attività
domestiche e produttive. La mostra è destinata a costituire
il nucleo portante del Museo Civico della Città, di prossima
istituzione.
Carla Sfameni
posterweekend
30 NOVEMBRE 2012
come... dove... quando...
venerdi' 30 novembre
CATANIA. Leo
Gullotta in 'Sogno
di una notte di
mezza estate'.
Produzione Teatro
Stabile di Catania.
Teatro Verga ore
21
PALERMO. In
scena Orlando
conquista le armi
(Compagnia del
MUSICA
Museo Antonio
Pasqualino).
Museo
Internazionale
delle Marionette
Pasqualino ore
17.30
PALERMO.
'Maneggi per
maritare una figlia'
di Nicolò
Bacigalupo. A cura
sabato 1 dicembre
della compagnia di
Graziella Zappalà
e Danilo Zisa.
Teatro Zappalà
ore 21
MESSINA. Vicino
ad un grande
giardino. Di e con
Alessandro
Romano.
Teatro Savio ore
10.30 e 21.
CATANIA. Leo
Gullotta in 'Sogno di
una notte di mezza
estate'. Produzione
Teatro Stabile di
Catania. Teatro
Verga ore 21
PALERMO. La cena
impossibile. Di e con
Emilio Ajovalasit e
Preziosa Salatino.
Regia Emilio
showman Antonello
Costa e la sua
compagnia.
Teatro Annibale ore
17.30 - 21.
MESSINA. Si Eva
non s'avissi manciatu
a mela. Di Titty
Giannino, compagnia
Ledimigi.
Teatro Stabile Zancle
ore 21
CʼERA UN PALACULTURA gremitissimo per Richard Galliano. Un pubblico entusiasta, che ha salutato ogni esecuzione del
musicista francese con ovazioni e lunghissimi applausi. Galliano era ospite della Filarmonica Laudamo di Messina e si è presentato sul
palco con il suo “Tangaria Quartet”: oltre a lui allʼaccordeon, François Arnaud al violino, Jean-Marc Jafet al basso elettrico e il figlio Jean-Christophe
alle percussioni. Galliano sfugge a facili categorizzazioni: fisarmonicista, jazzista e cose del genere. È un grande musicista, punto. Lo è diventato pian
piano, cominciando a imbracciare lo strumento a 4 anni, sotto la guida del
padre Lucien, studiando al conservatorio di Nizza, scoprendo il jazz a 14 tramite i dischi del trombettista Clifford Brown e suonando con grandissimi interpreti. Un percorso luminoso, nel quale brilla la solare amicizia con Astor
Piazzolla. Le sue esecuzioni si sono fatte apprezzare per unʼassoluta e costante presenza interpretativa, un suono limpido, cristallino e avvolgente e
una sapiente diversificazione agogica e dinamica. Degni compagni del suo
viaggio sonoro gli altri componenti del quartetto, assolutamente padroni dello strumento e a loro agio con le scelte esecutive di Galliano.
di Marco Olivieri
Cinema per le nuove generazioni
IL GRIDO DʼALLARME è stato lanciato da tempo. Le sale rischiano di chiudere, mentre imperversano i film su Internet. Nel frattempo, non si dedica la giusta attenzione alla necessità di educare le nuove generazioni al linguaggio cinematografico. Unʼoccasione per stimolare il senso critico e non cadere nella
dittatura di tv e cinema di scarsa qualità. Queste riflessioni vengono confermate vedendo il divertente film animato statunitense “Hotel Transylvania” (anche in 3D) di Genndy Tartakovsky. In questo caso i mostri sono vittime della ferocia degli umani e Dracula è un innocuo papà iperprotettivo. La storia ha ritmo, diverte e stimola riflessioni, seppure senza la profondità de “Gli incredibili” e di “Shrek”. Tuttavia, i più piccoli dovrebbero conoscere anche un altro cinema, da Chaplin a Buster Keaton, e godere di una guida critica alla visione di capolavori recenti come
“Hugo Cabret”.
“Hotel Transylvania” nelle multisale Apollo,
Iris e Uci Cinemas di Messina
DI
GIGI GIACOBBE
MESSINA. Se un
aperitivo serve a portare
nuova gente al teatro sia
gloria allʼaperitivo.
Questo lʼintento che si
propongono di mettere in
atto Gigi Spedale e
Vincenzo Tripodo,
rispettivamente
presidenti delle
associazioni culturali
“Latitudini” e “Querelle”,
assieme a Davide
Patania, patron del
Retronouveau di Via
Croce Rossa 33, locale
trendy di Messina
frequentato da giovani e
giovanissimi. Uno spazio
Roberta Torre
in cui si è inaugurata
lʼaltro ieri sera (mercoledì
28) la rassegna teatrale “Chilometro Uno” con
una grande Lucia Sardo, protagonista dello
spettacolo “La madre dei ragazzi”, regia di
Marcello Cappelli. Il testo scritto e
interpretato dalla Sardo nei panni di Felicia
Impastato, (una storia ampiamente trattata
nel film “Cento passi” di Marco Tullio
Giordana) raccontava come il figlio Peppino
veniva ammazzato dallo scoppio dʼuna
bomba mafiosa, ordinata dal boss Tano
Badalamenti.
Lʼidea dei promotori, nel dare vita a questa
nuova avventura teatrale, che occuperà tutto
il prossimo mese di dicembre, nasce dalla
necessità di valorizzare gli spazi più attivi in
città attraverso una collaborazione congiunta
di tanti giovani che coraggiosamente
intraprendono la strada della creatività
artistica. Le serate avranno lʼagevole formula
della visione dello spettacolo unito allʼofferta
di un drink con buffet e proseguiranno con un
dj-set a cura dello stesso locale.
Se in “Chilometro Zero” il principio che lo
animava era quello di non allontanarsi dal
Comune di Novara di Sicilia, in
questo”Chilometro Uno” si potranno fruire
lirica
palcoscenici (Teatro
Savio e teatro del Leone
XIII per gli spettacoli
della Compagnia dei
Balocchi riservati agli
alunni dellʼistituto), undici
date e decine di artisti
per una stagione che, tra
dicembre 2012 e giugno
2013, ripropone lʼuso del
format “esoscheletri” e
delle migliori prove
laboratoriali in chiave di
spettacolo.
Si parte la mattina del 6
dicembre con le due
repliche (ore 9,15 e ore
11,15) di Capitan Rock,
secondo appuntamento
del cartellone per le
scuole del Savio. Il 12
CATANIA. Leo Gullotta in
'Sogno di una notte di
mezza estate'. Teatro
Verga ore 21
PALERMO. La cena
impossibile. Di e con
Emilio Ajovalasit e
Preziosa Salatino. Regia
Emilio Ajovalasit. Teatro
Atlante ore 18
PALERMO. 'Maneggi per
maritare una figlia' di
Da Lucia Sardo a Roberta Torre gli appuntamenti voluti da Tripodo e Patania
teatro
Premio Orione a Sasà Neri
BARCELLONA.
Ferdinando.
L'Associazione Vivi Don
Bosco, presenta la
rassegna teatrale 'Piccoli
Spazi'. Compagnia
Vulimm Vita di Pozzuoli
Annibale Ruccello, regia
Roberta Principe.
Presso l'Istituto Figlie di
Maria Ausiliatrice - ore
18.30
Un aperitivo... spettacolare
Strepitoso Galliano
MESSINA. Premio
Orione a Sasà Neri (nella
foto) , direttore di Luna
Obliqua Teatro. Neri è
infatti una delle
personalità che si sono
distinte nel mondo della
cultura, della scienza e
del sociale alle quali
lʼassociazione culturale
Messinaweb.eu,
presieduta da Rosario
Fodale, assegna il
Premio giunto alla IV
edizione. La cerimonia,
si terrà venerdì 30 alle
ore 17 nel Salone degli
specchi della Provincia di
Messina. Intanto, Luna
Obliqua si prepara al
nuovo anno. Due
Ajovalasit. Teatro
Atlante ore 18/21.15
PALERMO.
'Maneggi per
maritare una figlia' di
Nicolò Bacigalupo. A
cura della compagnia
di Graziella Zappalà
e Danilo Zisa. Teatro
Zappalà ore 21
MESSINA. Tutto
Costa con lo
domenica 2 dicembre
MESSINA. Rassegna Chilometro Uno al Retronouveau
di Cesare Natoli
NUOVEVISIONI
centonove
dicembre spettacolo
inaugurale del Teatro
degli Esoscheletri.
Appuntamento al Savio,
ore 21, con “Il Drago.
The black rock comedy”.
Infine, il 15 dicembre
mattina, la Compagnia
dei Balocchi sarà al
Leone XIII con “Gli
Aristomiao”, tratto dagli
Aristogatti. Nel prossimo
anno, proseguiranno il
cartellone riservato al
Leone XIII e i musical per
le scuole al Savio (Gli
Aristomiao il 24 gennaio
2013, ore 9,15 e ore
11,15 e In fondo al mar il
17 aprile 2013, ore 9,15
e ore 11,15). Si
completerà la
programmazione del
Teatro degli
Esoscheletri. Il 15 marzo
nuova versione de “Il
figlio dellʼuomo”. Infine, il
14 giugno, lgran finale
con “Mater Matris”,
ripresa di uno spettacolo
a cui Neri è molto legato,
“Mamma cattiva”.
tradizioni
Debutta la Traviata
CATANIA. Debutta
nel Teatro Bellini di
Catania "La traviata", di
Giuseppe Verdi, opera
che mancava dal teatro
dal gennaio 2004,
e che sarà proposta fino
al 9 dicembre
in un nuovo allestimento
con la regia di Giuseppe
Dipasquale, le scene di
Antonio Fiorentino e i
costumi di Dora
Argento. Sul podio salirà
il maestro Giampaolo
Bisanti. Tra gli
interpreti il soprano
Yolanda Auyanet
(Violetta), il tenore
Shalva Mukeria
(Alfredo), il baritono
pagina 44
Silvio Zanon (Giorgio
Germont).
Orchestra, coro e tecnici
del Bellini. "La Traviata"
chiuderà la stagione
2012 del teatro ed allo
stesso tempo darà il via
ad un trittico di opere
dedicato al musicista in
occasione del
bicentenario della
nascita, nel 2013.
Un'altra opera di Verdi,
"Un ballo in maschera",
infatti, nel gennaio del
prossimo anno
inaugurerà la nuova
stagione del Bellini. Ad
ottobre 2013 sarà
messa in scena
"Stiffelio".
“U Bamparizzu”a Villafranca
VILLAFRANCA.
Carromatto, bamparizzu,
mercatini, sagre e
spettacoli per un Natale
2012 ricco di
appuntamenti.
L'Amministrazione
comunale, con Pro Loco,
associazioni e il
patrocinio della
Provincia, ha dato vita ad
un cartellone di eventi
per tutto il periodo delle
festività natalizie. A dare
il via alle manifestazioni,
domenica 2 dicembre, i
giovani della “New
Cosmos” che, ridando
lustro ad una antica
tradizione, porteranno in
strada nel pomeriggio il
“carromatto”. Spinto da
pescatori e popolane, il
carro raccoglierà legna
da bruciare in onore di
San Nicola. Il 5 dicembre,
invece, sarà dedicata al
"Bamparizzu". A far
rivivere l'appuntamento è
"Vivere Villafranca". Dalle
15, dal lungomare, una
barca verrà trainata dai
pescatori mentre, in
contemporanea, da
piazza Castello si
snoderà la sfilata della
Corte principesca. In
piazza Castello alle 20
l'accensione del falò del
"Bamparizzu" e la
distribuzione di pane
caldo con l'olio. (a.d.b.)
posterweekend
centonove
lunedi' 3 dicembre
Nicolò Bacigalupo. A
cura della compagnia
di Graziella Zappalà
e Danilo Zisa. Teatro
Zappalà ore 21
PALERMO. 'Cantico
dei cantici'. Teatro
Lelio - ore 21
PALERMO.
Provolone Story.
interpretato da Mario
Pupella. Teatro
Crystal ore 21
MESSINA. L'Albero
per la rassegna di
fiabe. Ai Magazzini
del Sale ore 17.30
Regia di Cucinotta
MESSINA. Si Eva
non s'avissi manciatu
a mela. Di Titty
Giannino, compagnia
Ledimigi. Teatro
Zancle ore 21
CATANIA.
Fiorella Mannoia
in concerto.
Teatro
Metropolitan ore
21
CATANIA.
Gentless3 dal
vivo. Strumenti
tradizionali ed
elettrici
accompagnano
buoni spettacoli nel proprio territorio di Messina,
ricchi di contaminazioni provenienti da orizzonti
cinematografici e musicali.
Il programma prevede il 5 dicembre lo
spettacolo “Il muro” con Turi Zinna e Giancarlo
Trimarchi, protagonisti di una storia liberamente
adattata dal racconto “Una storia per errore” di
Salvatore Zinna pubblicata nel volume “Catania
sotterranea”, ambientata nel 1937 al tempo in
cui giunge in visita a Catania Mussolini e un
barbiere del popolare quartiere di San Berillo
viene scambiato per unʼaltra persona ed è fatto
oggetto delle attenzioni squadriste dei gerarchi
locali. Il 9 dicembre lo stesso Tripodo si
addentrerà nei meandri de “La minata di li dei”
di Micio Tempio, uno scrittore ammirato e lodato
dai suoi contemporanei, vissuto a Catania a
cavallo del ʻ700 e ʻ800, quasi dimenticato dopo
la sua morte e ricordato solo per la sua fama di
poeta pornografico. Il 12 dicembre Roberta
Gulisano, la nota cantautrice di Enna, erede
della tradizione folk italiana, in un continuum di
violenze lessicali orchestrate alla maniera dʼuna
Rosa Balisteri, presenterà il suo nuovo album
“Destini coatti” assieme a Giovanni Villafranca
(contrabbasso), Carmelo Pinzone chitarra),
Jossy Botte (clarinetto) e la voce recitante di
Vincenzo Di Vita. La regista Roberta Torre in
stile one-woman-show divagherà (il 16) sul film
da lei diretto “I baci mai dati”, mentre Luciana
Maniaci e Francesco DʼAmore, rivelazioni di
qualche anno fa, riproporranno (il 23) “Il nostro
amore schifo” ruotante attorno ad un amore
giovanile dei nostri tempi e il 30 dicembre
chiuderà la rassegna “Importante, molto
importante:sesso”, a cura di Savi Manna e Ilenia
Maccarone, estratto dalla trilogia “Sesso, droga
e Rock & Roll”. Lʼautore rivela nella trilogia
dʼaver costruito un percorso immaginario che
vede nel primo capitolo lʼincontro fra uomo e
donna su due binari che mai sʼincontreranno: nel
secondo capitolo i due protagonisti si
muoveranno su due diagonali nel cui punto di
unione si respingeranno come due calamite con
uguale polarità , mentre nel terzo e ultimo
capitolo il rapporto fra i due è visto attraverso un
gioco di ombre.
convegni
Pascoli e le vie della tradizione
MESSINA. Si aprirà il 3
dicembre, nellʼAula Magna
dellʼUniversità di Messina, il
Convegno internazionale di
studi “Pascoli e le vie della
tradizione”, promosso dai prof.
Vincenzo Fera, Giovanni
Ruffino e Mario Tropea,
rispettivamente delle
Università di Messina, Palermo
e Catania. Il Convegno, che
proseguirà il 4 (dedicato, in
particolare, al ricordo del
grande latinista Giuseppe
Morabito) e si concluderà il 5,
vedrà la partecipazione di una
quarantina di studiosi che si
alterneranno negli interventi di
mattina e di pomeriggio e sarà
preceduto da una mostra su
“Pascoli e Messina” curata da
Giovanni Molonia che sarà
inaugurata nel Salone degli
Specchi della Provincia
Regionale di Messina giorno 1
dicembre alle ore 9.30.
Giovanni Pascoli
testi in inglese in
dodici tracce.
Feltrinelli ore 18
CATANIA. Leo
Gullotta in
'Sogno di una
notte di mezza
estate'.
Produzione
Teatro Stabile di
Catania. Teatro
Verga ore 21
martedi' 4 dicembre
CATANIA. Leo
Gullotta in 'Sogno
di una notte di
mezza estate'.
Produzione
Teatro Stabile di
Catania. Teatro
Verga ore 21
PALERMO. In
scena Orlando
conquista le armi
(Compagnia del
Museo Antonio
Pasqualino).
Museo delle
Marionette
Pasqualino ore
17.30
PALERMO.
Provolone Story.
interpretato da
Mario Pupella.
Teatro Crystal ore
21
NOTO
30 NOVEMBRE 2012
mercoledi' 5 dicembre
CATANIA Stefano
d'Orazio presenta il
dvd “Ancora una
notte”
testimonianza del
suo ultimo concerto
con i Pooh. Alla
Feltrinelli ore 18.
Interviene Roberta
Lunghi.
CATANIA. Leo
Gullotta in 'Sogno
di una notte di
mezza estate'.
Produzione Teatro
Stabile di Catania.
Teatro Verga ore
21
MESSINA. Il Muro
c on Turi Zinna e
Giancarlo
Trimarchi.
Retronouveau
ore 21.
giovedi' 6 dicembre
CATANIA.
Pooh in
concerto.
Saranno
affiancati
dall'Ensemble
Symphony
Orchestra.
Teatro
Metropolitan ore
21
CATANIA. Leo
Gullotta in
'Sogno di una
notte di mezza
estate'.
Produzione
Teatro Stabile di
Catania. Teatro
Verga ore 21
CATANIA.
Mario Puglisi
Live. Feltrinelli
ore 18
DE GUSTIBUS di Massimo Lanza
Nelle maison di Champagne
Turi Magro
Padroni delle nostre vite
Monologo di Ture Magro dedicato
alla vicenda di Pino Masciari
NOTO. Certo il teatro è forma, azione, finzione e certo occorre sempre star in guardia quando qualcuno si
mette lì, su un palcoscenico, a raccontarti una storia:
bisogna stare attenti perché la retorica è sempre pronta a irretirti e a levigare questo o quel particolare, a
rendere antipatico lʼuno e simpatico lʼaltro. E tuttavia
il teatro è stato sempre unʼarte politica, sempre sin dalle sue origini ed anzi, quando questa sua qualità diventa esplicita, il teatro sa parlare con autentica passione civile e far zittire la retorica, ogni cattiva retorica. Parliamo di “Padroni delle nostre vite”, lo spettacolo di e con Ture Magro (alla riduzione scenica ha
partecipato anche Emilia Mangano), prodotto dalla
compagnia siciliana “Sciaraprogetti” (teatro e cinema), con in scena, oltre allo stesso Magro, le presenze e le voci in audio e video di altri attori (tra cui Fiorenzo Fiorito), che si è visto al Comunale di Noto sabato scorso. Il testo è tratto dal libro di Pino Masciari
(“Organizzare il coraggio” scritto insieme con la moglie Marisa), lʼimprenditore edile calabrese che nel
1993 seppe trovare il coraggio (un coraggio straordinario) di denunciare (nomi, cognomi, fatti e atti) le ʻndrine della mafia calabrese permettendo alla giustizia e
allo stato di condurre un battaglia, in quel caso vittoriosa, contro la ʻNdrangheta. Masciari in seguito a
quelle denunce divenne un “testimone di giustizia”, il
primo testimone di giustizia nella storia della lotta alla mafia. Fu sottoposto a un programma di protezione e la vita sua e della sua famiglia ne fu radicalmente sconvolta: per anni in giro per lʼItalia a nascondersi, con la polizia e i carabinieri che, irretiti da una burocrazia opaca e spesso sorda, a loro volta non capivano bene la differenza tra testimoni di giustizia (ovvero cittadini liberi e benemeriti) e pentiti, cambiando
casa di volta in volta repentinamente; e poi le lunghe
traversate dal nord Italia fino in Calabria per partecipare ai processi, denunciare, confermare le accuse e
guardare negli occhi, ancora e senza abbassare lo
sguardo, i malavitosi che avevano provato a strangolargli la vita. Una storia straordinaria, una storia di coraggio e di paura sconfitta per sé stesso e per gli altri,
una storia che fa bene conoscere ed è giusto portare
in teatro dove ci sono persone in carne e ossa: perché il coraggio non è solo una qualità intellettuale ma
è anzitutto politica e ha bisogno di fatti e testimoni prima di vuota retorica e di applausi.
Paolo Randazzo
pagina 45
SONO STATO di recente nella regione dello Champagne per
un breve tour fra cantine e vigneti. Dal punto di vista paesaggistico, ma anche per quanto riguarda l'aspetto romantico del terroir, non è certo lo Champagne la mia regione preferita in Francia, la Borgogna ad esempio ha tutt'altro fascino e poesia, almeno per me. In Champagne, una delle regioni più piovose di
Francia, è da ammirare invece la grande capacità dei produttori di saper trasformare facendole rendere al massimo le uve di
questa zona, chardonnay, pinot noir e pinot meunier le principali. Quasi 35.000 mila ettari di vigneti sparsi per oltre 330 crus
questi in breve i numeri di un territorio enorme dove vivono e lavorano migliaia di produttori, da quelli più minuscoli capaci di produrre poche centinaia di bottiglie alle grandi Maison che invece
commercializzano milioni di bottiglie. Un aspetto che mi ha colpito molto è la diversa concezione di azienda agricola in Champagne dove molte Maison hanno sede e cantina all'interno di
città come Reims ed Epernay o comunque di centri abitati più
piccoli e i vigneti spesso anche a decine di km distanti. Superando il concetto che vorrebbe la cantina in mezzo ai vigneti. Esiste una Rue dello Champagne ad Epernay lungo il cui corso si
affacciano decine di Maison tra le più note, Pol Roger ad esempio. Nel sottosuolo di Epernay si contano oltre 100 km di cunicoli dove affinano milioni di bottiglie di Champagne. Anche a
Reims esiste un'Avenue de lo Champagne su cui si affacciano
tantissime Maison come quella di Bruno Paillard. A Reims oltre
alle cantine non mancate di visitare, anche il centro storico con
la sua bellissima ed imponente Cattedrale, famosa anche per le
vetrate sia antiche che moderne, in particolare sono molto belle quelle di Marc Chagall dietro l'altare principale. A Reims le cantine al contrario che ad Epernay in genere sono costruite, sempre nel sottosuolo, ma non a tunnel ma scavando come in una
cava, a forma di grotta diciamo, collegate tra loro da cunicoli.
SICILIA DA ASSAGGIARE!
Il semifreddo dei cuochi peloritani
LʼASSOCIAZIONE PROVINCIALE CUOCHI di Messina continua lʼattività di perfezionamento degli chef peloritani e organizza il corso di aggiornamento professionale “Il semifreddo nella ristorazione moderna” che sarà tenuto dal docente di pasticceria e gelateria Lillo Freni. Laureato in scienze dellʼenogastronomia mediterranea e salute, con la tesi su “Storia, qualità e innovazione della pasticceria tipica messinese”, Freni è pure autore di numerose relazioni sulla pasticceria messinese ed appassionato esperto di pasticceria tradizionale siciliana con particolare riguardo alla pasticceria peloritana. Lʼincontro è in programma il prossimo 3 dicembre e avrà inizio alle ore 15.30 e si
concluderà alle ore 19.30 presso il Ristorante Telarana di
Monforte Marina. Seguirà una cena conviviale con la presenza
della presidente dellʼassociazione cuochi di Messina, Rosaria
Fiorentino, per trascorrere una serata insieme prima delle festività natalizie. Di recente, la Fiorentino ha vinto la finale del
concorso nazionale "Una grande pasta per una grande donna",
ideato dal pastificio beneventano Rummo, in collaborazione
con la Federazione italiana cuochi (Fic). Le otto Lady chef selezionate hanno gareggiato cucinando un Primo piatto e dedicandolo ad una grande donna del presente o del passato
che si sia distinta per l'impegno civile, sociale e culturale.
La Fiorentino ha dedicato la sua ricetta a Maria Montessori e ha vinto il “Fusillotto dʼoro”.
posterlettere&...
30 NOVEMBRE 2012
APPUNTI DI VIAGGIO di Iona Bertuccio
sei convinto di vivere in un video gioco e,
brandendo una spada di fiamme, affronti
ed abbatti il nemico. Due generazionoi di
giovani si sono nutriti di questo conflitto tra
sessi e videogiochi ed indietro non si
torna! L'Argentina il 15 novembre approva
una legge che condanna all'ergastolo chi
forse il femminismo che ha avuto
commette femminicidi (gli altri delitti sono
tantissimi meriti, ma, credendo di
puniti con la reclusione da 8 a 25 anni),
superarla, ha annullato la complicità di
specificando anche se si trattasse si
genere ed ha fatto nascere rivalità tra i
transessuale, perchè dal 1 gennaio 2010
sessi di cui la famiglia è la vittima
ha avuto in tutto il Paese 53 casi.
principale. La competizione, forte anche
L'Italia dal 1 gennaio 2012 ha superato
sul lavoro dove viene superata dalla scala
abbondantemente quota 100 vittime per
gerarchica, in famiglia diventa
femminicido cruento perchè sono esclusi
drammatica. Se poi si pensa che questa
da questo macrabo conteggio i casi di
competizione dura da due generazioni e
solitudine, di suicidio. Un 25 enne
che i 40 enni o 30 enni (peggio ancora i
argentino, che senza pensarci due volte
ventenni) sono cresciuti in famiglie
ha lasciato familiari ed amici nella capitale
competitive si capisce come siano fragili,
ed ora lavora e vive felicemente a Ushuaia
senza punti di riferimento, senza
(la fine del mondo) mi ha sostenuto una
propettive sociali. Le serie tv con cui sono
tesi. L'Europa non sa affontare la crisi e ne
cresciuti e con cui hanno alimentato il
ha paura perche vive da troppo tempo
cuore e la mente, da beautyful o sex and
tranquilla. E' ferma nelle proprie certezze.
city, i video giochi sempre più violenti, l'uso La crisi l'ha sconvolta e non sa reagire. Noi
della televione e del computer per intere
argentini siamo abituati alle crisi. Da noi
notti ed interi giorni ecc... ecc... hanno
ogni 10 anni c'è un colpo di stato, una crisi
stravolto il modo di vedere il nostro
finanziaria, un rivoluzione. Ogni giorno ci
prossimo, il mondo e noi stessi. Un fatto
sono proteste e tutti i Presidenti sanno che
curioso è successo mentre viaggiavo su
sono al potere fino a quando il popolo li
un volo interno in Argentina:
sostiene. Forse è in questo
L'Argentina
Una coppia di sposini che
discorso racchiuso il motivo del
tornava alla Capitale dal viaggio
comportamento dei due Paesi.
è abituata ad
di nozze: lei (un po' anoressica)
affrontare i problemi L'Argentina e abituata ad
s'adagiava mollemente sulla
i problemi appena si
appena si presentano. affrontare
spalla di lui: atletica, palestrata:
presentano. L'Italia è ferma,
L'Italia è ferma,
da torello 35 enne con pettorali
non vuole vedere i problemi.
alla Schwarzenegger. Lui
Se indietro non si torna si
non vuole vedere
continuava a essere super
possono fare delle curve e
occupato con il suo tablet che
correggere i guai della lotta tra
teneva sulle ginocchia e continuava a
sessi? Forse. Il femminismo ormai è storia
saltare muri e fossi, ad abbattere con
passata. Superando la lotta tra sessi si
lance di fiamme i mostri che gli sbarravano dovrebbe tornare alla complicità di
il cammino. Lei ad un certo punto gli fece
genere? Non lo so. Certo il 23 novembre
capire che avrebbe gradito dormire sulle
quando ho letto il "Corriere della sera"
sue gambe supermuscole e lui senza
(distribuito in tutta l'Argentina insieme al
scomporsi: alzò il tablet, la fece
giornale nazionale "La Nazion") sono
accomodare e continuò a giocare
rimasta smarrita davanti alla pagina
appoggiando il tablet allo schienale della
centrale dove c'era elencata la mattanza
poltrona che aveva davanti. Per molti dei
del 2012. C'è voluto un po' per
tuoi anni sei vissuto in una vita parallela
riprendermi, ma, sono molto contenta
fatta di mostri da abbattre, di lance
d'appredere che l'Onu decide di
fiammanti, di moto o macchine super
proclamare il 25 novembre " Giornata
veloci che si schiantano senza nessuna
mondiale contro la violenza sulle donne.
paura perchè dopo qualche secondo dal
Finalmente qualcuno butta un sasso nello
disastro il gioco continua con un'altra vita.
stagno. Raccolto anche a Bariloche (nord
Tu, nel video gioco, hai già affrontato il
Patagonia), città piena di locandine con cui
pericolo. Se hai un ostacolo nella vita reale s'invitano tutti a partecipare dal 25 al 30
non sai come affrontarlo. Poco importa:
novembre alla settimana delle azioni
basta un po' d'alcool o qualche sniffata e
contro la violenza verso le donne.
Femminicidio, esempio Argentina
IMPEGNATA CON LE lezioni di fonetica
ai miei alunni, presa dalle ripetizioni di
spagnolo e cercando di conoscere solo
una piccola parte dell'immenso e vario
Paese che è l'Argentina, poco mi sono
interessata del resto del mondo. Ho
saputo dell'elezione del presidente degli
Usa solo dopo un settimana. Un giorno
ero collegata al canale televisivo nazionale
dell'Argentina e con il poco spagnolo che
conosco ho capito che alla camera dei
deputati stavano per approvare una legge
che inasprisce le pene di quei delitti che
vanno sotto il nome di femminicidio.
Personaggi più o meno importanti,
dicevano che: non si può fare molto per
evitare il delitto, ma una legge che
inasprisce le pene sì.
Sono rimasta sbalordita per due motivi:
1) non pensavo assolutamente che in
Argentina fossero così tanti i casi di
femminicidio da indurre il legislatore ad
intervenire.
2) intervenire con una legge che
inasprisce le pene è accettare il fatto e
prendere i provvedimenti come può fare
un governo: con una legge.
I canali d'informazione italiani parlano di
casi di femminicidfio in Italia: li sommano, li
analizzano e poi non se ne parla più fino al
prossimo fatto. Chi non conosce bene
l'ingese o non è curioso di sapere cosa
succede nel resto del mondo non può
sapere se è solo un problema italiano o di
altri paesi.
In fondo in fondo non interessa a nessuno
perchè il femminicidio e un reato che fa
paura. A tutti. Fa paura ai mezzi
d'informazione, alla polizia che indaga, a
chi ascolta. Dopo lo sgomento inziale c'è
la riflessione subconscia: per fortuna è
successo a loro. Si sotterra subito nel
profondo della coscienza il fatto, si
dimentica come se non fosse successo.
Pensavo che fosse un delitto in crescita in
Italia ed anche in Europa dovuto alla crisi
di valori dell'Europa. Ad un'implosione
sociale che il vecchio continente sta
attraversando e di cui anche il
femminicidio fosse un prezzo. Rendermi
conto che l'Argentina fa una legge ad hoc
mi fa ricredere: tutto il mondo è paese.
Fra le cause profonde del femminicidio c'è
ECOLOGIA E AMBIENTE
“
”
centonove
HERITAGE
Il valore del tempo
e delle cose
DI SERGIO BERTOLAMI
MESSINA. Per gli antichi greci
tra le forme del tempo cʼera il “kairòs”, lʼattimo propizio legato alla buona occasione.
Così, nel momento in cui la giunta regionale appena insediata comincia un nuovo
percorso, è venuto “il tempo giusto” per
porre attenzione al patrimonio culturale
che la Sicilia vanta. Per favorire la presenza di un numero crescente di turisti, in virtù
delle nostre ricchezze spettacolari. Per formare capacità professionali in grado di amministrare e promuovere cultura, con lʼentusiasmo di chi partecipa alla ricostruzione e alla valorizzazione della propria terra.
Letteralmente valorizzare significa “dare
valore”, ma anche restituire, accordare,
produrre, trasmettere, comunicare valore.
Non è una proprietà intrinseca delle cose;
il valore è una attribuzione, per questo è
mutabile in ragione delle persone e delle
circostanze. Nella costruzione sociale, il
suo concetto sʼidentifica con quello di utilità. Ciò implica che se il valore non esiste
per sé ma per l'utilità che produce, anche
l'utilità esiste nel momento in cui è valutata tale. «Né valore né utilità esisto¬no senza valutazione; anzi esistono solo nel momento della valutazione» (Franco Archibugi). Chi valuta è chiamato a stimare il bene, apprezzarlo, operando delle scelte e
prendendo risoluzioni. Questo processo
decisionale incide anche per quanto riguarda il valore sociale dei beni culturali.
Per questo – nel tempo o nello spazio – è
differente in territori e collettività differenti.
Ne consegue che, avviando un processo
di revisione degli strumenti dʼintervento,
Regione, province e comuni dovranno dare un ruolo fortemente rilevante alle politiche di pianificazione, gestione, valorizzazione. Tali azioni costituiscono i kairòi, cioè
“le misure opportune”, dello sviluppo. Utilizzando tempestivamente occasioni di
cooperazione e di finanziamento internazionale, una giusta politica territoriale da
parte del nuovo governo regionale non
mancherà dʼincrementare servizi innovativi e di ottimizzare le risorse culturali.
[email protected]
di Anna Giordano
Seneca tra i monti
TRA UNA SCIROCCATA e un volo di storni, un gheppio
ferito che trova cura in mani amorevoli e un altro che
invece muore lontano dagli occhi di chiunque tranne che
del suo aguzzino, leggo Seneca e mi riprendo un poʼ.
Travolta da notizie tremende, follia collettiva, dilagare di
arroganza e criminale indifferenza, assuefazione totale
allʼinciviltà che ormai sembra essere congenita nei
messinesi (ma non solo loro), la lettura di ciò che ha scritto
questo grandioso uomo mi riporta lʼenergia, quasi fosse
unʼaquila maestosa che si offre al mio sguardo mentre
cammino cercando la solitudine dei monti, anchʼessa
ormai sempre più rara. Motocross rumorosissime e
invadenti e incivili nel loro uscire fuori pista creando solchi
tremendi, rompendo le recinzioni del Demanio Forestale,
arrivando a insultare chi, come me, li richiamava alla civiltà
che non sanno neanche cosa sia. Jeep
fatte apposta per sentirsi ganzi e non
strumenti di lavoro di pochi che
veramente ne han bisogno, che invadono
le strade proibite senza che nulla e
nessuno li fermi nel loro pretendere la
strada a chi invece cammina cercando il
rumore vero, quello della natura, mai molesto e mai
invadente. Rocciatori che si arrogano il diritto di scendere
in pareti dove le aquile hanno nidi e piccoli, che se ne
vadano loro (le aquile), sostengono questi nuovi presunti
eroi della pietra. E senza andar per monti, ci sono i molesti
dietro lʼanonimato delle loro gesta, coloro che tentano di
rubarti la serenità, la vita felice fatta delle piccole cose che
si amano, chi tra coloro che lottano per battaglie di giustizia
e legalità, non ha avuto un nemico che ha tentato di
minare tutto ciò che si ama? Non sanno però che chi
attacca la serenità altrui, le passioni altrui, è prigioniero
pagina 46
della sua malvagità che non può annientare la passione di
chi malvagio non è. Tra le meravigliose frasi di Seneca, ne
scelgo alcune: “ma la libertà non consiste nel non patire
alcunché, ci sbagliamo: la libertà consiste nellʼinnalzare
lʼanimo al di sopra delle offese e nel formare se stesso in
modo tale che soltanto da sé scaturisca tutto il bene di cui
bisogna gioire, nel separare da sé le cose esterne, affinché
non si debba condurre una vita inquieta”. Ed infine “la virtù
è libera, inviolabile, salda, incrollabile (…) Soltanto i
malvagi tentano di offendere i buoni; tra i buoni cʼè pace,
mentre i malvagi sono dannosi tanto ai buoni quanto reciprocamente – a se stessi”. Ecco, cercando un monte
dove non possano arrivare i molesti muniti di mezzi
infernali e deleteri, riprendo la mia libertà di seguire la
passione di una vita, immergendomi nella saggezza
infinita di Seneca, pensando alla povertà spirituale dei
malvagi che non fermeranno chi crede in ciò che fa,
qualunque sia il credo.
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centonove
LETTERA APERTA di Pippo Previti*
Una nuova legge truffa
MESSINA. Nel periodo in cui si
discuteva e poi si approvava la
Legge 270/2005, il cosiddetto
“Porcellum”, così definito dallo suo
stesso proponente, lʼallora Ministro
Calderoli, scrissi una lettera di
protesta, mista a profonda
amarezza, al Presidente
Napolitano, allʼOn. Marini - allora
Presidente del Senato - e allʼOn.
Bertinotti - Presidente della
Camera - chiedendo un loro
autorevole intervento per bloccare
quellʼignominia, che uccideva le
speranze degli Italiani,
dimenticandosi, delle battaglie e dei
tanti sacrifici, anche di vite umane,
occorsi per la conquista della libertà
e della democrazia partecipativa,
sancita dalla costituzione (Art. 1 “La
sovranità appartiene al popolo, che
la esercita nelle forme e nei limiti
della costituzione). Lʼappello,
quantunque non avessi risposto
grandi aspettative, non sortì alcun
effetto, salvo una cortese risposta
dellʼOn. Bertinotti (ma il suo stesso
Partito era favorevole
allʼintroduzione del nuovo sistema).
Il “Porcellum”, con il quale i
“Principi” (leggi Segretari / Vertice
Partito) designavano i candidati da
eleggere, ha mostrato tutti i suoi
limiti, nonostante i Partiti chiamati a
governare godessero di una larga
maggioranza. Gli eletti / nominati,
quale “governabilità” hanno
garantito e realizzato?
Per stessa ammissione di coloro
che si opponevano, quel Governo e il Parlamento che lo sosteneva ha realizzato poche, scarse e
sbagliate riforme; in poche parole,
hanno fallito. Ma oggi sono gli
stessi oppositori a chiedere la
garanzia della “Governabilità”. Ma
forse per realizzare le identiche
cose nel giudizio della parte
opposta? Ovvero si vuole forse fare
quel che si vuole - chiedendo mani
libere agli elettori - malcelando la
cosiddetta “Dittatura di una
democrazia minoritaria”.
Ma forse un Parlamento di persone
competenti, oneste, di alta moralità,
dediti allʼesclusivo interesse del
Paese, forse queste persone per
bene, a prescindere da Partito di
appartenenza, potrebbero e
dovrebbero “garantire la
governabilità”. Persone elette da
altre persone e non da meccanismi
“barocchi” da far impallidire
lʼinventore del cubo di Rubik.
Il popolo sovrano elegge, lo stesso
punisce il Parlamentare che non è
stato allʼaltezza del ruolo o non si è
comportato bene. Il popolo, quindi,
e non i “meccanismi”. Qualcuno,
anche fra autorevoli esponenti
politici, ma soprattutto giornalisti
anchorman, opinionisti, tutti
schierati contro la preferenza,
perchè favorisce la clientela, la
mafia, il supermercato dei voti.
Già , e per eliminare ciò, bisogna
eliminare le preferenze.
Eʼ come colpevolizzare la famiglia
onesta vittima di un furto nella
propria abitazione, perchè non
aveva le grate o lʼantifurto alla
finestra. Si arrestino i ladri, non si
costringano le famiglie a stare nel
“fortino” della propria stessa
abitazione. Si punisca chi fa
scambio di voti, chi “paga” i voti,
non si punisca chi ha il diritto di voto
e lo vuole esercitare. Altrimenti
sempre più lʼastensione e la
protesta avranno il sopravvento
sulla proposta. Nel 1953, con la
legge 148, si tentò un “quasi”
identico esperimento elettorale,
definito dagli stessi oppositori
“Legge Truffa”. La Legge
prevedeva lʼintroduzione di un
premio di maggioranza con
lʼassegnazione del 65% dei seggi
della Camera dei Deputati alla lista,
o al gruppo di liste collegate, che
raggiungesse il 50% più uno dei
voti validi, ovvero aver ottenuto la
maggioranza dei voti. Oggi tra le
tante proposte modificative del
Porcellum, si arriva addirittura ad
azzardare un premio di
maggioranza al Partito (o coalizione)
che raggiunge il 40 %, con un
premietto di consolazione del 10% al
primo Partito, se nessuno ci arriva. Il
Partito Comunista Italiano di allora,
contrario alla Legge Truffa (oggi in
posizioni diametralmente opposte,
rappresentate dal PD) aumentò
notevolmente i consensi.
Nessuno raggiunse il quorum
stabilito (le forze che si
apparentarono ottennero iil 49,8%) e
la Legge nel mese di luglio dellʼanno
successivo (1954) fu abrogata. Ma al
posto del “Porcellum”, della “Legge
Truffa” o dellʼAscensore non sarebbe
più facile, eticamente corretto e
veramente rappresentativo della
volontà degli elettori fare una
semplice Legge che preveda un
proporzionale puro con preferenza,
ovvero dividere la popolazione per il
numero dei Senatori o Deputati e
sapere quanti ne spettano ad ogni
Regione e conseguentemente ad
ogni Provincia. In Sicilia, ad
esempio, che ha 5.045.176 cittadini,
andrebbero assegnati 52 Deputati
(60.813.326 è popolazione italiana al
30/11/2011 è diviso 630 Deputati =
96.529.088 quoziente per un seggio
è 5.045.176: 96.529.088 quoziente =
52. Con lo stesso principio si
assegnerebbero i seggi in sede
provinciale. Eventuali resti
verrebbero utilizzati nella medesima
Regione. Ci sembra veramente
mortificante, ingiusto,
antidemocratico e anticostituzionale
apprendere che un Parlamentare
con pochi consensi (o perchè
nominato o perchè ripescato con il
premio di maggioranza) segga al
Parlamento al posto di chi ha avuto
maggiori consensi. In Italia, ma
probabilmente nel mondo intero,
lʼuomo ha la capacità di far diventare
complicate anche le cose più
semplici. Ma questo certamente non
per garantire la promozione e la cura
della Comunità che lo ha eletto. E
nemmeno per garantire quella
“governabilità” di cui sopra. Il 28
novembre il testo andrà in aula al
Senato. Per carità non uccidete le
ultime speranze degli Italiani onesti:
“si reintroducano le preferenze e si
eviti definitivamente una nuova
Legge Truffa. Auguri Italia.
*Presidente del Consiglio - Messina
ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano
Il circo e lo show della frusta
MESSINA. Il circo può essere considerato uno show
ancora adatto al grande pubblico? Le associazioni
animaliste sostengono da tempo di no e manifestano
la loro posizione con proteste, petizioni e denunce.
Non si tratta di una questione di gradimento,
comunque in continuo calo, ma sono proprio i
contenuti di questo genere di spettacolo a venire
messi sotto accusa e costante attacco, dal momento
che gli animali utilizzati nei numeri circensi vengono
costretti a tenere comportamenti ridicoli e insani.
Creature cui è imposta una condotta per loro
innaturale ed umiliante. Messaggi di prepotenza
perpetrata dagli umani nei confronti di esseri viventi
più deboli. Negli ultimi anni, numerosi sono stati gli
animali sequestrati nei circhi perché importati
illegalmente o detenuti in condizioni
incompatibili con la loro natura e
tantissime le condanne per
maltrattamento a carico di strutture che
ancora propongono sistemi di
sfruttamento e sottomissione, con fruste
e spazi angusti. Pochi giorni fa è stato riconosciuto
colpevole dalla Corte del Northampton il
sessantanovenne Bobby Roberts, proprietario di un
circo: le telecamere di Animal Defenders International
avevano filmato un operaio della struttura mentre
colpiva con un bastone, violentemente e
ripetutamente, lʼanziana elefantessa Annie, cui
venivano quotidianamente garantite le botte ma non
le cure per la sua artrite. In attesa di conoscere lʼentità
della condanna, gli animalisti hanno visto confermata
la necessità dellʼattività di sensibilizzazione sul
trattamento riservato agli animali nei circhi.
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30 NOVEMBRE 2012
ELIODORO
Smentire se stesso, vizio dei politici
CATANIA. Raffaele Lombardo
è rimasto qualche ora lontano
dai riflettori, ma ha subito dato
un rimedio alla sua ansia da
oscuramento. Sul blog
esordisce con una frase fin
troppo chiara: "Il Partito dei
siciliani non dimentica di
essere stato il promotore del
successo del Presidente della
Regione eletto". Detto così
anche uno studentello di terza
elementare capisce che l'on.
Lombardo se ne vuole
assumere un merito e lanciare
un segnale di disponibilità,
forse dimenticando che
appoggiava il candidato poi
piazzatosi terzo. A distanza di
non poche ore, l'ormai ex
presidente di Grammichele
torna sul suo blog e corregge il
tiro. Ma la frittata è fatta. Non è
certo la prima volta che
Lombardo smentisce se
stesso. Tattica politica o il suo
esperto di comunicazione è
meno esperto di quanto voglia
far credere? E l'avvicinamento
del suo en fedelisismo Nicola
D'Agostino al partito
governatore, guarda caso, è
sincero o è la collaudata
tecnica del "cavallo di Troja"?
150 PAROLE DA PALERMO
Vigili neri
IN UNA PALERMO affollata di disoccupati, di gente ai margini e di tante esistenze precarie, è emersa una nuova figura:
quella del finto vigile extracomunitario. Lo si trova un poʼ dappertutto: quando ci si ferma vicino a un mercatino rionale, davanti a un supermercato, accanto a una farmacia o al signore
che vende il pesce fresco. Rispetto ai posteggiatori abusivi
nostrani, il vigile improvvisato di pelle scura di solito non possiede petulanti fischietti, si dà veramente da fare per trovarti
un posteggio, si accontenta di quello che gli viene elargito,
ammesso che qualcuno gli dia qualche spicciolo. E poi, soprattutto, non ha quellʼatteggiamento arrogante che connota
invece il posteggiatore palermitano. Al contrario, ha occhi
mansueti, se non addirittura rassegnati e imploranti. E magari sei tu a dover abbassare lo sguardo. Perché ti vergogni: perché non è umana una società che costringe degli individui a
trasformarsi, per necessità, in macchiette patetiche.
Maria DʼAsaro
ANTIBUDDACI di Dino Calderone
Lavoro, il dramma della solitudine
MESSINA. Impegnarsi, opporsi alla passività
dilagante, è la condizione prioritaria per uscire dal
vuoto di proposte ed iniziative nel quale Messina è precipitata
da tempo e che ormai è sinonimo non solo di inerzia e abulia,
ma anche di ignavia e debolezza morale. Persino (soprattutto!)
nelle condizioni più difficili e complesse è possibile lottare e
applicare il metodo non violento a qualsiasi tipo di conflitto (dai
piccoli contrasti quotidiani, familiari, tra amici, gruppi sociali,
fino alle grandi contrapposizioni politiche nazionali e
internazionali). Un esempio eclatante di questo stile di lotta è
la recente solitaria protesta di un operaio dellʼazienda Triscele,
Mimmo Sorrenti, che ha minacciato, davanti allo stabilimento
di via Bonino, di darsi fuoco cospargendosi il corpo di benzina.
In questo caso la disperazione dellʼoperaio non nasce solo
dalla paura di chi è stato licenziato, come gli altri lavoratori
della Triscele, ma dal comportamento della proprietà che
avrebbe rassicurato, fino a pochi mesi fa, lʼoperaio di una
conclusione positiva della vertenza, illudendo quindi tutti i
compagni di lavoro che lui rappresenta. Se le cose stanno
così, in Sorrenti si è consumato non solo il dramma di chi
perde il posto di lavoro, ma anche quello di un rappresentante
sindacale che non vuole perdere il legame che lo tiene unito
agli altri compagni che si sono fidati di lui. Eʼ questo il dramma
atroce che spinge alla disperazione: la rottura dei legami di
solidarietà, lʼonorabilità perduta. Valori che ancora resistono in
questa città.
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