Centonove numero 45
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Centonove numero 45
Truffe assicurative Centoventi indagati «Noi, studenti pre...occupati» Allarme tubercolosi ai Colli San Rizzo Nel mirino avvocati e periti PAG. 18/19 di Barcellona Viaggio negli istituti di Messina che protestano ad oltranza PAG.20 L’azienda Foreste “sequestra” i daini del Parco PAG. 23 ANNO XIX N. 45 30 NOVEMBRE 2012 EURO 1,50 centonove Settimanale di Politica, Cultura, Economia SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) Dissesto in procura MESSINA LA CORTE DEI CONTI DA’ L’ULTIMATUM AL COMUNE E SPEDISCE AI GIUDICI LE CARTE DELLA CRISI. CON QUESTE ACCUSE 30 NOVEMBRE 2012 il punto centonove EDIT Orchestrina Crocetta IL PRESIDENTE CROCETTA comincia a incartarsi: ha accusato di “slealtà” Patrizia Valenti, perchè non avrebbe subito detto che a Messina aveva un fascicolo aperto per abuso dʼufficio per il suo passato ruolo di commissario del Cas, il consorzio delle autostrade siciliane. Domanda: avete mai visto un giornalista vero che non ha mai preso una querela? Le cose sono due: o è cretino oppure fa un altro mestiere, il passacarte. Ora lʼidea, anzi il sogno di Crocetta, è quello di avere assessori di alto profilo, anche se “parttime”, come il musicista Franco Battiato, esperto di sufi, e lo scienziato Antonino Zichichi, esperto di antimateria. In mezzo a questi nomi, ci sono poi quattro manovali della politica, come Nino Bartolotta che va a guidare le Infrastrutture. e le new entry, come la giovane Nelli Scialabra, catapultata in quel girone infernale della Formazione professionale. Due le caratteristiche che hanno determinato la scelta di Crocetta, la prima è che la Scialabra fa parte del suo movimento, la seconda è che è donna, pianeta che, aiutato dai neutrini di Zichichi, si ritrova in maggioranza allʼArs. Caro Crocetta, più che annunci, la Sicilia ha bisogno solo di buoni e capaci amministratori. Ha bisogno di dedizione e competenza, non di assessri part-time. Non ha bisogno di annunci e licenziamenti sulla parola, ha bisogno di antimafia di fatti. Non di parole. Parole... Pierluigi Bersani e Matteo Renzi Il sano rito della democrazia Le primarie del centrosnistra, anche se non le ha vinte nessuno, dimostrano che l’Italia può contare su un solido bastione. Forse è finito il tempo dei due emi-partito DI DOMENICO BARRILÀ DOMENICA 25 NOVEMBRE, le primarie del centrosinistra sono state la prova, se ce nʼera bisogno, che la democrazia italiana può contare su un solido bastione, lo stesso che negli anni della tremenda e interminabile stagione del berlusconismo, tenne lʼItalia incollata alle pagine della Costituzione. Diversamente da chi si attarda nelle solite alchimie, che prendono nomi diversi a seconda della tattica del momento, e oggi parla di terzo polo. Sono le stesse persone che negli anni in cui il Paese vacillava stavano con lʼimprenditore di sé stesso, legittimandone tutta lʼansia predatoria e iconoclasta. Belle, bellissime, dunque, le primarie, che non le vince nessuno dei contendenti eppure le vincono quasi tutti, persino il Pd, ora finalmente partito dalla dialettica interna chiara, con una componente libera dal passato, una nuova genia di progressisti, che tuttavia dovrà fare ancora, così sembra, qualche tempo di anticamera. Aspettiamo il ballottaggio del 2 dicembre. Dopo i tormenti seguiti a quella che giustamente fu definita “fusione a freddo”, forse è finito il tempo dei due emi-partiti, di tradizione complementare ma diversa. In questo nuovo soggetto progressista, si confrontano ora unʼidea di sinistra soft, smarcata da posizioni ideologiche a priori, rampante, comunicativa, presuntuosetta ma anche giovanile e informatica. Nel motore uno spin doctor, Giorgio Gori, che importando programmi spaventosi per le reti Mediaset, qualche problema pedagogico alle famiglie italiane lo ha creato, salvando dalla disoccupazione pletore di psicologi e consulenti familiari. Benemerito, anche se non per tutti. La seconda possibilità magari la sfrutta meglio. Lʼaltra mezza mela, per adesso la più consistente, rappresenta unʼidea più esplicitamente solidale della convivenza civile, attenta al mondo del lavoro e alle fatiche di chi tiene davvero in piedi il Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Editore: Kimon scrl: Via S. Camillo, 8 MESSINA tel.: 090/9430208 Fax: 090/9430210 P. Iva 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11- 92 del 4 maggio 1992 Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229 Stampa: Sts Spa - Società tipografica Siciliana spa Strada 5 n. 35 - zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti via San Camillo, 8 98122 (ME), CCP n° 90443839 Copie arretrate Euro 3,00; Internet: http://www.centonove.it e-mail [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Paese, ma che tuttavia non sempre riesce ad andare oltre ed esprimere unʼidea di sviluppo chiara e applicabile, buona per tutti, anche per chi fa imprenditoria e non vanta certo meriti minori rispetto a chi ci mette le braccia e la mente. Insomma, dalle primarie di domenica esce una sinistra che arriva dal passato, quella bersaniana, i cui giovani spesso faticano a farsi largo tra piccoli e grandi gerarchetti di sezione, per i quali la politica è come una terapia, un antidoto alla depressione dei giorni della temutissima inattività. Il sottogoverno nonché il potere di distribuire posticini e altro, per molti è stato un supporto psicologico notevole, per alcuni anche economico. La spinta che arriva dalla vivacità renziana potrebbe servire proprio ai ragazzi, che faticano a trovare grimaldelli per congedare quanto sopravvive di un tempo che fu, e ora chiede deroghe allo statuto del partito per potersi perpetuare in parlamento. Domenica torneremo alle urne per una salutare replica di democrazia partecipata, proprio mentre il Pdl continua a palesarsi sempre più partito-proiezione di una singola mente, quella del suo padrone, che può ancora permettersi lussi inauditi, visto che il palazzo gli appartiene. Ogni giorno una novità, sconcertante, nel quasi silenzio assoluto dei servi e con un segretario messo alla berlina, sempre meno Alfano e sempre più Angelino. Una volta si parla di primarie, una volta si torna allʼunico copione possibile, quello dellʼuomo solo al comando, a giorni alterni, seguendo gli umori di un uomo che farebbe bene a chiedere aiuto per sé, invece di offrirne a tutti noi. Per questo e per altro, anche i più accaniti avversatori del centrosinistra, almeno per una volta dovrebbero essergli grati, perché in questi anni di dominio dellʼirresponsabilità li ha protetti da se stessi, salvando in definitiva anche le loro famiglie. Distribuzione Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso n. 9/11 - 98124 MESSINA telefono 090/692508 Distributore regionale Eagleservices via M.Rapisardi, 62 95021 Acicastello (Ct) Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090/9430208 Fax: 090/9430211-9430210. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm3,5 x 4,5); Manchette prima pagina Euro 206, 58; Finestrella prima pagina Euro 438,99; commerciali a mod. Euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod Euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. Euro 129,11; redazionali Euro 77,47; una pagina interna Euro 1.446,08; ultima pagina Euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + Euro 387,34. Graziella Lombardo Garante del lettore Attilio Raimondi pagina 2 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Sommario centonove 30 NOVEMBRE 2012 PRIMO PIANO Dissesto, immediatamente Lʼultimatum della Corte dei conti A PAGINA TOP SECRET 6/7 Trotta, salvaci tu REGIONE Le vertenze? Finiscono in Prefettura. A causa della politica che fallisce A PAGINA Vigili, modi poco urbani Bartolotta chiama Alonci, Lamacchia e Gallo 8/9 Vincono il concorso ma non li prendono in organico A PAGINA 10 POLITICA Dirigenti in...Crocetta Il governatore revoca incarichi, avvia sostituzioni e annuncia tagli. Ma... A PAGINA 11 Centrosinistra al bivio Al ballottaggio si decide il destino della coalizione in Italia e gli equilibri in città A PAGINA 12 Primarie a tutti i costi Ritrovamenti al giardino di Bauso PAG.43 La Residenza, stop & go Fairytale, favola horror Continua a Messina la telenovela del complesso sulla collina di torrente Trapani Il film di Christian Bisceglia approda sul web e in 12 Paesi A PAGINA 41 A PAGINA Daini, allarme Tbc In riva allo Stretto cʼè chi vuole le consultazioni a prescindere da Roma A PAGINA 13 Pds, democrazia in rete Casanova si fa in... 3D Sequestrati gli animali del Parco sui Colli San Rizzo. Lʼistituto zooprofilattico di Palermo dispone la quarantena A PAGINA Quattro ruote nell’anima Il Partito dei Siciliani affida al web il proprio futuro. Con un regolamento democratico A PAGINA 14 22 Ad Acireale si va in scena con le coreografie di Raffaele Paganini A PAGINA 42 23 La Soprintendenza recupera lʼarea che circonda il Castello di Villafranca La “Scuderia antichi motori” dello Stretto rievoca il “Giro di Sicilia” A PAGINA A PAGINA Riserve revolution RUBRICHE Sopravvivere allo stalking Lʼanalisi dellʼesperto su un fenomeno in crescita A PAGINA 27 ECONOMIA PAG.11 Sigonella ad ostacoli La scala di Fontanarossa chiuso dal 5 novembre. Ecco cosa succede agli utenti Mozione affondata Non passa la sfiducia al sindaco di Roccalumera A PAGINA 15 Cateno De Luca fa Gal 43 24/25 La Provincia di Messina rivoluziona la gestione dei polmoni verdi. Tagliando gli sprechi A PAGINA 26 Rosario Crocetta Il Giardino di Bauso A PAGINA 4/5 28 28 34 34 34 34 38/39 44/45 46/47 46 47 47 47 47 Settegiorni Istruzioni per l'Uso Qui Scuola Istruzioni per l'Uso Occorre Sapere Uomini & Business Consulenti/Consumatori Libri/La Classifica Weekend Lettere & Commenti Heritage/Ecologia e Ambiente Eliodoro 150 Parole da Palermo Antibuddaci Animal House 29 Il turismo scivola... sull’olio Sui Nebrodi lʼedizione di Girolio 2012. Per sostenere il settore anche in chiave culturale Il sindaco piazza a capo del Gruppo e dellʼAgenzia due uomini di fiducia A PAGINA 16 A PAGINA 31 Messina, ultimo posto al Sole SICILIA Dossier del quotidiano sulla qualità della vita nelle città italiane Licenziamenti col trucco A PAGINA La riforma boomerang dellʼex assessore Centorrino A PAGINA Frode assicurata 17 32/33 POSTER Archivio, la rinascita Centoventi indagati per incidenti e lesioni simulate. Nel mirino avvocati e periti A PAGINA 18/19 Cambio di sede e di vita per le raccolte della memoria Noi, studenti pre...occupati Tempio, il silenzio della curia Viaggio negli istituti messinesi dove si protesta ad oltranza Resta senza risposta lʼappello della comunità greco-ortodossa A PAGINA 40 A PAGINA 20/21 A PAGINA 36/37 pagina 3 Pietro Bruno, direttore dell’Archivio Storico di Messina fino al 1979 PAG.36 MESSINA. Pronte alcune nomine tra segreteria particolare e segreteria tecnica del nuovo assessore regionale alle Infrastrutture, Nino Bartolotta. In pole position ci sono Salvatore Lamacchia (commissario dellʼAsi e già nello staff di Mario Centorrino) e Francesco Gallo (anche lui alla Formazione durante il precedente governo). Una new entry, invece, sarà lʼex presidente dellʼordine degli Ingegneri, Arturo Alonci. CAMBI DI CASACCA Pistorio e D’Agostino passano con Crocetta MESSINA. Due nuovi acquisti in vista per il movimento “Crocetta Presidente”, che punta a fare il suo ingresso al Senato alle prossime politiche. Stanno per entrare nel partito del presidente della Regione Giovanni Pistorio (ex coordinatore del Pds), che punterebbe alla riconferma a Palazzo Madama, e Nicola DʼAgostino, ex capogruppo del Mpa allʼArs e rieletto alle regionali. MESSINA Diffamazione a Mancino, Il pm Felice Lima a giudizio MESSINA. Felice Lima, magistrato della Procura di Catania, dovrà comparire davanti ai magistrati del Tribunale di Messina. Lima è stato rinviato a giudizio con lʼaccusa di diffamazione aggravata nei confronti di Nicola Mancino, vice presidente del Consiglio superiore della magistratura. Il magistrato catanese in uno scritto sul suo blog aveva criticato la fuda di notizie sul procedimento disciplinare a carico di Luigi De Magistris, addebitandole allo stesso vice presidente. 30 NOVEMBRE 2012 CHI SALE L Pippo Isgrò MESSINA. Quando cʼè la politica di mezzo, lʼex assessore comunale alle Manutenzioni non fa distinzioni di partito. In occasione delle primarie del centrosinistra, infatti, lʼesponente del Pdl non solo è andato a votare, ma ha anche seguito lo spoglio come un incrollabile tesserato dellʼantico Pci. L Nino Muscarello ALIʼ TERME. Il consigliere provinciale dellʼUdc è rientrato per la terza volta a Palazzo dei Leoni dopo lʼennesimo ricorso contro Nino Bartolotta. Muscarello, ormai, padrone della procedura, ha letto il giuramento a memoria. «E certo - ha commentato il collega Pino Galluzzo - ha giurato sulla costituzione più del presidente della Repubblica...». L Gabriele Lo Re MESSINA. Per sostenere Matteo Renzi alle primarie, il segretario dei Giovani democratici di Messina ha messo tempo, cuore e benzina. Incaricato come rappresentante di lista a Castanea, sui colli, non ha battuto ciglio, ma ha chiesto soltanto con candore: «Ma come si arriva a Castanea?». L Luigi Croce MESSINA. Il Commissario al Comune di Messina ha deciso di “mettere a frutto” lʼAntiquarium municipale. Luigi Croce ha infatti disposto il pagamento di un biglietto di ingresso da 2 euro che sarà ridotto ad un euro per gruppi di almeno 20 visitatori paganti, per gli adulti superiori ai 65 anni ed i ragazzi da 6 ai 14. L Maurizio Di Leo MESSINA. Consigliere di Circoscrizione fino al 2008, fa il suo ingresso al consiglio comunale di Messina al posto del neodeputato regionale Marcello Greco. Di Leo, alle amministrative del 2008, era risultato primo dei non eletti della lista Partito Democratico Genovese Sindaco. Nella vita è dipendente della Breda costruzioni ferroviarie. 7giorni centonove PALERMO. MERCADANTE DI NOVAMUSA SI SAREBBE APPROPRIATO DI 19 MILIONI DI EURO SOCIETA’ Beni culturali, gestione “galeotta” Supermondello, così i premiati PALERMO. Avvalendosi di tre Associazioni temporanee d'impresa (Novamusa Valdemone, Novamusa Val di Noto e Novamusa Val di Mazara, di cui era legale rappresentante in Sicilia), Gaetano Mercadante, 51 anni, residente a Bracciano, si sarebbe indebitamente appropriato di circa 19 milioni derivanti dall'emissione di biglietti per l'ingresso nei siti archeologici siciliani. E' l'accusa di peculato che ha portato l'imprenditore agli arresti domiciliari, eseguiti dalla Guardia di finanza. Nel 2003 l'assessorato regionale ai Beni culturali ha dato in concessione la gestione di alcuni servizi nei siti delle province di Messina, Siracusa, Ragusa e Trapani. La concessione disciplinava, tra l'altro, la gestione degli introiti di biglietteria, per la quale era stato stabilito l'obbligo da parte del concessionario di versare le somme incassate e decurtate dall'aggio, alla Regione Sicilia (70%) e ai Comuni (30%) nei cui territori ricadono i siti di interesse culturale. Mercadante avrebbe tenuto per sé 19 milioni, versandone altri 14 a Gaetano Mercadante Regione e Comuni ma con notevoli ritardi rispetto a quanto previsto dal contratto e senza addurre giustificazioni. L'ordinanza è stata emessa dal Gip di Palermo su richiesta della Procura. Tra i 24 siti gestiti dalle società di cui Mercadante era rappresentante legale, ci sono il Teatro Antico di Taormina, i musei archeologici di Messina, Siracusa, Trapani, le aree archeologiche di Segesta e Selinunte. I mancati versamenti si collocano nel periodo tra il 2004 e il 2011. I 19 milioni di euro non versati da Mercadante hanno cagionato un corrispondente ammanco di 14 milioni di euro nel bilancio regionale e di 5 milioni di euro nei bilanci comunali. Le indagini della Gdf proseguono e non si escludono altri reati compiuti da Mercadante né il concorso di altre persone nel portare avanti la truffa. Duro il commento del presidente della Regione, Rosario Crocetta: «Sembrerebbero emergere responsabilità di alcuni dirigenti. Nei prossimi giorni sottoporremo a vigilanza tutti i settori della regione per verificare convenzioni, modalità di affidamento, gestione degli appalti, qualità dei servizi e i risultati complessivi. Non ci saranno sconti in caso di responsabilità». La Fp Cgil Sicilia, però, invita Crocetta a «non generalizzare», nonostante sia in sintonia con le sue dichiarazioni. I NOSTRI ERRORI Ispezione per mafia, Saponara estranea Nella rubrica “Top secret” del numero 43 di Centonove, per un errore materiale è stata data notizia che Antonio Di Pietro in unʼinterrogazione aveva sollecitato lo scioglimento del Comune di Saponara per il rischio di infiltrazioni mafiose. In realtà si trattava del Comune di Falcone. Ce ne scusiamo con lʼamministrazione e i cittadini di Saponara e con i lettori. “Italia Futura” e la foto errata di La Fauci Sul numero 44 di Centonove, a corredo dellʼarticolo “Italia Futura dello Stretto” è stata pubblicata erroneamente la foto di Dario La Fauci, assessore provinciale ai Lavori Pubblici, al posto di quella di Giuseppe Laface, già coordinatore di Fli. Agli interessati, le scuse della redazione. PALERMO. Edoardo Albinati con 'Vita e morte di un ingegnere' (Mondadori), Paolo Di Paolo con 'Dove eravate tutti' (Feltrinelli) e Davide Orecchio con 'Citta' distrutte. Sei biografie infedelì (Gaffi) sono i tre vincitori del Premio opera italiana indicati a giugno scorso dal comitato di selezione composto da Massimo Onofri, Domenico Scarpa ed Emanuele Trevi e si contenderanno il 'SuperMondello' che sarà assegnato venerdì prossimo a Palazzo Branciforte, a Palermo. La cerimonia è promossa dalla Fondazione Sicilia in partnership con il Salone internazionale del libro di Torino e in collaborazione con la Fondazione Andrea Biondo. Catania, scoperti affreschi dei Vasta CATANIA. Affreschi di particolare pregio attribuibili a Pietro Paolo Vasta o ad Alessandro Vasta sono state trovate nella chiesa di Sant'Antonio Abate in Aci S. Antonio. Durante la ristrutturazione della Cappella del Crocifisso sono stati rinvenuti degli affreschi riguardanti il ciclo della Passione di Cristo, finora occultati da una doppia parete. Accanto a uno dei dipinti è riportata a matita la data 1736, periodo in cui i Vasta lavoravano per gli affreschi del coro della chiesa. Pedofilia, prescrizione per don Turturro PALERMO. La Cassazione ha annullato la condanna a 6 anni e 6 mesi per violenza sessuale su minori inflitta a don Paolo Turturro, sacerdote palermitano accusato di avere abusato di due ragazzini della sua parrocchia. Per i giudici romani è prescritta la contestazione più grave costata al sacerdote la pena di sei anni, mentre è da rideterminare la condanna a sei mesi inflitta, in continuazione, per l'accusa di minore gravità. La Cassazione, dunque, ha imposto un nuovo processo d'appello per il riconteggio della seconda pena, mentre ha annullato senza rinvio la condanna a sei anni. MESSINA. INAUGURAZIONE DEI LOCALI DI VIA ROOSVELT ASSEGNATI A “PAGO CHI NON PAGA” Centro di Addiopizzo nel bene confiscato MESSINA. Lʼappuntamento è aabato 1 dicembre, alle ore 11, quando in via Roosevelt, 6 saranno inaugurati i locali assegnati il 12 luglio scorso dal Comune in comodato dʼuso gratuito all'associazione “Comitato Addiopizzo Messina”onlus. Il bene confiscato alla mafia, nella disponibilità del patrimonio comunale, è stato conferito, con gara di evidenza pubblica, in ossequio alla Legge 109/96 sullʼuso sociale del beni confiscati. Il Comitato Addiopizzo si è aggiudicato la gara per lʼaffidamento della gestione, per la durata di anni 7, con il progetto “Pago chi non paga”, che ha ottenuto il punteggio di 96/100. Al progetto di gestione partecipano come partner esterni: lʼAsam (associazione antiracket Messina), la Caritas Diocesana, lʼAnpi (associazione nazionale partigiani dʼItalia), il Consorzio Terre del Sole, lʼAssociazione di volontariato Mov “il Ponte”. Alla cerimonia interverrà il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Previti. Il Comitato Addiopizzo, nei mesi scorsi ha provveduto con proprie risorse, alla manutenzione straordinaria dellʼimmobile, in funzione delle attività che saranno svolte e pagina 4 che vedranno la partecipazione ed il coinvolgimento di scuole, gruppi ed associazioni. Queste, alcune delle attività in programma: sportello del consumo critico con lʼesposizione di prodotti “pizzo free” provenienti da terre confiscate o di imprenditori e commercianti che hanno denunciato; consulenza legale e sostegno psicologico per imprenditori e cittadini che intendano denunciare tentativi di estorsione; sostegno scolastico per i bambini del quartiere; visite didattiche per le scuole. 7giorni centonove MILAZZO CINEMA. A LIPARI La guerra dei vulcani Rugby, serve un faro L’Enel taglia la luce al campo del Comune. Ma ci pensano i tifosi MILAZZO. LʼEnel taglia la luce al Comune e le Aquile del Tirreno, gloriosa squadra di rugby mamertina, sono costretti ad illuminare il terreno di gioco con i fari delle auto dei tifosi. Il campo del Fossazzo, infatti, rientra tra le strutture senza più fornitura elettrica a causa dei problemi economici dellʼente. Una situazione che penalizza oltre 200 tra atleti e bambini, appassionati della palla ovale. Per far fronte all'emergenza, le squadre dei bimbi hanno dovuto anticipare l'allenamento alle 15, con difficoltà anche per i genitori, mentre la squadra titolare si è trasferita al Comunale di Santo Pietro. E' andata peggio all'Under 20, che si è allenata sotto i fari, ma quelli delle macchine di tifosi e supporter. I poveri rugbisti, esasperati, stanno cercando in tutti i modi la luce in fondo al tunnel. Addirittura si sono fatti promotori di una pacifica invasione in aula consiliare. Protagonisti della protesta una cinquantina di persone tra 30 NOVEMBRE 2012 Il campo del Fossazzo illuminato dalle auto dei tifosi giocatori, dirigenti e genitori. Gli atleti più piccoli hanno consegnato ai politici (compresi l'assessore allo sport Midili e il sindaco Pino) un appello. Dopo un iniziale rifiuto da parte del presidente del consiglio Pergolizzi, ha potuto prendere la parola Attilio D'Asdia, rappresentante del rugby mamertino. «Siamo pronti a firmare la convenzione con la squadra di rugby per affidare lʼimpianto di Fossazzo», ha anticipato lʼassessore allo Sport, Pippo Midili dopo la protesta. Nellʼappello la società hanno chiesto di avere la gestione del campo per poter operare i necessari interventi di manutenzione ordinaria e se del caso anche straordinaria. Sulla questione erano intervenuti con due distinti documenti anche i consiglieri Roberto Mellina e Santi Michele Saraò, chiedendo un consiglio comunale straordinario sullʼargomento e invitando lʼamministrazione a concedere lʼimpianto. PALERMO. LOCALI A RISCHIO, SGOMBERO PER L’EX CUSTODE «Palazzo Reale? E’ casa mia» PALERMO. Quando i cronisti hanno bussato alla sua porta e cascata dalle nuvole. "Vogliono mandarmi via? E dove vado. Questa è casa mia". Anna Maria Aricò, 82 anni, da quando era piccola vive in un appartamento (nella foto in alto), riservato al custode della cappella Palatina, interno al Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano, un tempo dimora di re. La casa, secondo un'ordinanza del sindaco di Palermo, non è sicura e deve essere sgomberata, a causa di problemi strutturali, così come altre stanze del Palazzo, occupate dal personale che lavora in commissione Lavoro e nel centro studi dell'Ars. La signora Anna non sapeva nulla del provvedimento, dice di averlo appreso dai giornalisti che oggi hanno bussato di continuo alla sua porta. Racconta che "in estate sono venuti dei vigili urbani a controllare, ma mi avevano detto che era tutto a posto". Le crepe all'interno della casa, che un anno fa è passata dal LIPARI. Sabato prossimo nella chiesa dell'Immacolata del Castello di Lipari verrà proiettato in anteprima nazionale il film-documentario "La guerra dei vulcani" di Francesco Patierno. Il film ricostruisce con filmati d'epoca le vicende amorose tra Roberto Rossellini, Ingrid Bergman e Anna Magnani. Correva l'anno 1949 e le Isole Eolie fecero da set naturale a due film: "Vulcano", di William Dieterle, girato nell'omonima isola e interpretato da Anna Magnani, il cui legame sentimentale con il regista era appena cessato; "StromboliTerra di Dio", girato ai piedi del vulcano, diretto da Rossellini e interpretato da Ingrid Bergman che aveva sostituito la Magnani nel cuore del regista. Patierno recupera "il pezzo di vita intensa di tre esseri umani" ossia la vicenda che all'epoca diede luogo ad un vero e proprio scandalo. "La guerra dei vulcani" - prodotto da Todos Contentos y yo tambien in collaborazione con Cinecittà Luce, Wide House e Centro Studi Eoliano - è stato presentato alla 69/ma edizione del Festival di Venezia e dopo proiettato in atri festivals a Londra, New York, Parigi, Toronto e venduto in 12 paesi. ROSA E NERO Vogliono intitolargli una strada, ma lui è ancora vivo demanio alla Regione così come l'intero Palazzo, "ci sono sempre state, ma sono lievi". "Sono invalida, non posso muovermi da sola. Ho una pensione di 780 euro, pago il badante e vivo 400 euro dell'accompagnamento. Dove vogliono che me ne vada?". Per tanti anni, la signora Anna ha venduto riviste nei locali della Cappella Palatina, la basilica voluta da Ruggero II, all'interno di Palazzo dei Normanni, dove come custode hanno lavorato il nonno e poi il padre. "Questa è sempre stata casa mia", afferma. Per l'Ars, invece, la occupa abusivamente. Mentre il sindaco ha dato mandato alle forze dell'ordine di intervenire nel caso l'appartamento non venisse sgomberato liberamente dalla donna. PALMA DI MONTECHIARO. Il Comune di Palma di Montechiaro gli voleva intitolare una via, ma il destinatario dellʼomaggio, lʼex carabiniere lombardo Francesco Canepari, 88 anni, era (ed è) ancora vivo. A diventare protagonista della clamorosa gaffe è stato il vice sindaco Angelo Cottitto, che aveva deciso di chiamare la famiglia Canepari (residente a a Barzio in provincia di Lecco), per comunicare la scelta. A rispondere è stata la figlia, che, superato lo stupore, ha deciso di passargli il padre. Canepari, a Palma, fu protagonista della resistenza alle truppe anglo-americane appena sbarcate. Crocetta: «Vicini al dolore della famiglia Romano» PALERMO. Il Presidente della Regione Rosario Crocetta, esprime il cordoglio personale e dellʼintero governo per la morte sul lavoro del giovane operaio Francesco Romano, che ha perso la vita mentre svolgeva il suo lavoro presso il “porto isola” del Petrolchimico di Gela. “Gli incidenti sul lavoro sono una tragedia nazionale, una situazione drammatica su cui si è espresso più volte anche il Capo dello Stato”. Crocetta, chiede che venga fatta luce sul grave episodio, verificando che tutte le norme sulla sicurezza siano state rispettate. pagina 5 CHI SCENDE M Paolo Siracusano MESSINA. Eʼ durata meno di una settimana lʼipotesi che a candidarsi a sindaco di messina per la lista del neo governatore Rosario Crocetta potesse essere lʼimprenditore Paolo Siracusano. A smentire la circostanza è stato lo stesso Giuseppe Ardizzone, “luogotenente” di Crocetta a Messina. Che ha bollato quella di Siracusano come “autocandidatura”. M Biagio Gugliotta MESSINA. «Glielo avevo detto a Briguglio che parlare di abolizione delle Province portava male». Lʼesponente di Futuro e Libertà alla Provincia regionale non se ne fa una ragione. Dopo il flop alle Regionali continua ad arrovellarsi: «Manco lʼaiuto a qualche collega ho potuto cercare...». MEnzo Testagrossa MISTRETTA. Il consigliere provinciale di Mistretta è rimasto da solo. Lʼaltro collega che teneva alta la bandiera del Partito Repubblicano a Palazzo dei Leoni, Pinuccio Calabrò, è ritornato al Pdl. Testagrossa, ultimamente, combatte lo stress torturando il ciuccio di lattice che utilizza come portachiavi. M Rosario Crocetta MESSINA. Era tra i più attesi dai dirigenti e dai funzionari dell'Assemblea, ma il governatore, che fa parte dei 90 parlamentari in quanto capolista del listino bloccato, non si è presentato allʼaccoglienza prevista per i deputati eletti. Così, agli uffici dell'Ars non è rimasto che mettersi in contatto con Palazzo d'Orleans per procedere d'ufficio all'accreditamento di Crocetta. MGiovanni Pistorio PALERMO. Lʼexassessore alla Sanità si è visto riconfermare in Corte di cassazione la condanna a risarcire poco più di 49 mila euro alla Regione per danno erariale. Secondo i giudici, la spesa per finanziare nel 2006 la campagna pubblicitaria contro l'influenza aviaria sarebbe stata "inutile e ingiustificata". 30 NOVEMBRE 2012 primopiano centonove MESSINA. L’ultimatum della Corte dei conti. Che punta il dito sulle “bugie” del Comune Dissesto, immediatamente “Palese violazione dei principi di veridicità, prassi elusive e illecite, operazioni indebite”. I magistrati contabili lanciano accuse circostanziate. Nel mirino il balletto di cifre tra partecipate, debiti fuori bilancio e omissioni DI ALESSIO CASPANELLO lʼammontare dei debiti fuori bilancio censiti risultava vicinissimo ai 61 milioni di euro. MESSINA. Come Fantozzi al trentottesimo Una “pretermissione delle poste “coglionazzo” sʼincazzò, anche la Corte dei debitorie”, scrivono i giudici, che Conti, dopo aver predicato nel deserto di fa venire meno il presupposto palazzo Zanca, e di fronte alle orecchie da logico dellʼoperazione di rientro, mercante del Comune di Messina “che postula una quantificazione nonostante i continui richiami a mettere attendibile della reale mano ai conti in rosso, decide di averne esposizione debitoria avuto abbastanza. E manda una complessiva da cui rientrare”. violentissima e indispettita relazione in cui, Operazioni che, secondo la in soldoni, annuncia il dissesto come ormai Corte dei Conti, sono inevitabile. E manda le carte in Procura. “difficilmente valutabili per il loro Niente che non avesse già segnalato, e più elevato livello di genericità”. volte, negli anni precedenti. Stavolta, però, Quindi, secondo i magistrati in venticinque pagine si chiude ogni minima Francesco Albo e Maurizio apertura di credito nei confronti di “palazzo Graffeo, il Comune non solo ha Zanca”. Che ha ignorato per anni i richiami. nascosto o minimizzato cifre GLI ESPERTI. Luigi Saccà, Nino Dalmazio e Paolo Tommasello Basta “al lupo, al lupo”. Oggi la Corte dei delle quali avrebbe dovuto Conti mette da parte la carota. E impugna il tenere conto, ma ha messo in preludio alla probabile apertura di una già noti (Atm con bilanci non approvati dal randello. campo una serie di misure correttive lunga serie di fascicoli. Ecco su cosa 2004, le partecipate di cui il comune di I RILIEVI. “Lʼattività istruttoria condotta nei allʼacqua di rose. punteranno le indagini. Messina si è sbarazzato, tipo Feluca, con confronti del comune di Messina ha LE CONTESTAZIONI. Solo sviste? DEBITI FUORI BILANCIO. Secondo la un patrimonio netto passivio di 777mila risentito fortemente sia delle tempistiche Nientʼaffatto. La Corte dei Conti non usa Corte dei Conti, in parecchie occasioni il euro, le liti tra Messinambiente e Ato3 che oltremodo dilatate di approvazione degli giri di parole per indicare “gravi criticità comune di Messina si è girato dallʼaltro poi dovrà ripianare il Comune), emergono strumenti di programmazione economico gestionali”, “irregolare utilizzo dei capitoli”, lato. Intanto il “cazziatone” preventivo: “disallineamenti tra le scritture contabili finanziaria, sia della ritrosia “non risulta conforme a sana gestione”, “Lʼesistenza di tali passività rappresenta degli organismi ed il bilancio dellʼente, che dellʼamministrazione nel rappresentare la “tendenza a sopravvalutare le poste in lʼevidente risultato di unʼirregolare ha fatto sì che debiti dellʼamministrazione, situazione finanziaria e gestionale nella entrata”, “irregolare programmazione e programmazione e di unʼinadeguata non censiti nè contabilizzati, siano rimasti sua integrità”. Eʼ con una rasoiata in faccia inadeguata gestione finanziaria protrattasi gestione finanziaria protrattasi nel tempo”. latenti”. Con la conseguenza che “tale che i magistrati contabili inchiodano nel tempo nel cui ambito le esigenze di Poi si “entra nello zappato”. “Non appaiono fenomeno, la cui rilevanza finanziaria è palazzo Zanca ad opere ed omissioni spesa, a causa dellʼesiguità delle risorse, condivisibili le tesi sostenute dallʼente difficilmente quantificabile, costituisce una compiute negli anni. Perchè i giudici hanno trovato comunque nellʼadunanza del 10 ottobre (nella quale pesante incognita che grava sul bilancio, nutrono “dubbi sulla complessiva soddisfacimento al di fuori ha relazionato Marcello Scurria, lʼesperto ma anche unʼulteriore riprova della non attendibilità del rendiconto 2009”, e delle regole dellʼex sindaco Giuseppe Buzzanca in rispondenza ai principi di veridicità, rilevano, nel rendiconto del giuscontabili” e materie fiscali, ed il ragioniere generale universalità, integrità e competenza”. 2010, “una sostanziale “residui attivi Nando Coglitore) circa lʼirrilevanza dei PIANO DI DISMISSIONI. Sulla copertura conferma delle gravi anomalie contabilizzati in debiti “censiti” fino al momento in cui non dei buchi di bilancio con la vendita del già evidenziate in maniera sono ricondotti al sistema di bilancio patrimonio immobiliare, la Corte dei Conti precedenza”. Perchè? imprudente o dellʼente, e la non obbligatorietà del praticamente sbeffeggia palazzo Zanca. Perchè il bilancio del 2010 addirittura riconoscimento da parte del consiglio Previsioni per quaranta milioni, incassi che “non prende a riferimento scorretta”. Fosse comunale”. I debiti cʼerano, erano non raggiungono i cinque e bacchettata lʼintegrale situazione un compito in sulle dita di quelle che fanno male: “Ciò debitoria”, per esempio, classe sarebbe conosciuti, ma si è fatto finta che non contassero, dicono in sostanza i magistrati rendeva consigliabile un dato che a febbraio del un florilegio di contabili. Eʼ riguardo a questʼaspetto che la 2012 il Comune iscrive in matita blu. Corte dei Conti fa “velatamente” capire che bilancio oltre 44 milioni di Essendo un euro di “passività” documento inviato in si potrebbe essere in presenza di qualcosa di più serio che una semplice svista. “Le mente, due mesi Procura, è il consistenti passività occulte finiscono per prima, inficiare gravemente il grado di attendibilità delle risultanze contabili - scrivono - in palese violazione dei principi di veridicità, universalità, integrità e competenza finanziaria del bilancio”. Per la seconda stoccata basta attendere qualche rigo. “Lʼindebita postergazioni di oneri finanziari ad esercizi successivi - si legge - può costituire una prassi elusiva del patto di stabilità interno, e dunque illecita, nella misura in cui finisca per rinviare artificiosamente ad esercizi futuri oneri finanziari di cui lʼente è già a conoscenza”. “Palese violazione”, indebita” e “illecita”. Tutto in venti righe. LE PARTECIPATE. Quando parlano delle partecipate, i magistrati contabili Il commissario del Comune di Messina Luigi Croce Romolo Dell’Acqua usualmente si esaltano. A parte i disastri INDISCREZIONI pagina 6 centonove ridimensionamento prudenziale poi non avvenuto delle previsioni in entrata in sede di assestamento generale”. Una rasoiata che si conclude laconicamente. “La perdurante esiguità degli introiti rispetto al volume debitorio inducono uno scarso ottimismo a riguardo”. CIFRE DA BRIVIDO. Quando iniziano ad apparire gli specchietti, nelle venticinque pagine di relazione, le cifre che ne escono fuori sono da brivido, sottolineate quasi con sadismo dai giudici. Si apprende per esempio che i debiti fuori bilancio, dal milione e mezzo del 2009 hanno subito unʼimpennata fino a nove del 2010 per poi “decollare” e arrivare a quasi sedici nel 2011, in piena amministrazione Buzzanca. E sono solo quelli censiti. Impressionanti poi le anticipazioni di tesoreria: cinque milioni nel 2008, addirittura 193 nel 2011, solo in parte dovuti ai ritardi nei trasferimenti statali e regionali. LE CONSEGUENZE. Se ancora non si fosse capito lʼandazzo, i giudici contabili spiegano chiaro e tondo che “qualora dalle primopiano pronunce emergano comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria, violazioni degli obiettivi della finanza pubblica allargata e irregolarità contabili o squilibri strutturali in grado di provocare il dissesto finanziario, e lo stesso ente non abbia adottato entro il termine assegnato le necessarie misure correttive, la stessa sezione competente, accertato lʼinadempimento, è tenuta a trasmettere gli atti al Prefetto”. E lʼesponente di governo, dopo un suo ultimatum, ha la facoltà di sciogliere dʼimperio il consiglio comunale. Le conseguenze dellʼazione andrebbero a ritroso, e coinvolgerebbero i responsabili politici fino ai cinque anni precedenti alla dichiarazione di dissesto, con interdizione parziale dai pubblici uffici. Uno scenario, comunque, che presuppone i tempi di tre gradi di giudizio da parte della magistratura civile. Biblici, quindi. Ma nel breve termine? TRENTA GIORNI. POI KAPUTT. La soddisfazione parecchio amara di poter dire “lʼavevo detto” se la prenderà Giuseppe Melazzo, consigliere comunale dellʼUdc e presidente della commissione Bilancio che, spalleggiato da Nello Pergolizzi di Fli (e in misura minore da Felice Calabrò del Pd) le questioni portate alla luce dalla Corte dei Conti le solleva da cinque anni. Lʼordinanza dei magistrati contabili “ringalluzzirà” anche il commissario straordinario Luigi Croce, la cui relazione (elaborata dai tre esperti Nino Dalmazio, Luigi Saccà e Paolo Tommasello e che riferiva di una massa passiva di 250 milioni di euro) è considerata dalla Corte dei Conti “molto articolata” ed “ampia, esaustiva e comprensiva di numerosi allegati”, mentre altrattanto compiacimento i giudici non hanno dimostrato nei confronti di quella “ufficiale” proposta da Coglitore e dal dirigente finanziario Giovanni Di Leo, che invece di debiti ne hanno censiti una sessantina. Lʼultimatum che la Corte concede al Comune è di trenta giorni. Un mese in cui si dovrà approvare il previsionale 2012, ormai una barzelletta, proporre misure per ridurre le anticipazioni di cassa, riaccertare i residui attivi e togliere dal bilancio quelli ormai inesigibili, e mettere in campo correttivi credibili. Tutto questo, sottolineano i magistrati contabili “non preclude allʼente, ove ritenga di non poter efficacemente adottare misure correttive tali da superare le criticità in atto, di procedere autonomamente alla dichiarazione di dissesto”. In pratica, un suicidio assistito. Tributi, salta Dell’Acqua e arriva Giovanni Bruno Avvicendamento di dirigenti nell’area strategica. E parecchio deficitaria MESSINA. La situazione è di quelle che impongono scelte forti, e Luigi Croce ci sta già pensando. Dalle indiscrezioni che trapelano dietro la porta blindatissima del commissario straordinario del comune di Messina, starebbe per saltare la poltrona di Romolo DellʼAcqua, storico dirigente ai Trubuti sulle cui spalle, in una precedente convocazione da parte della Corte dei Conti, si voleva far ricadere la responsabilità dello sfascio. Per la decisione di rottura che PARALLELI A Catania il “falso” va a giudizio Dieci richieste per sindaco, commissario e dirigenti CATANIA. A Messina hanno omesso, a Catania invece hanno gonfiato. Il motivo è uguale, e cioè evitare il dissesto. Eʼ il risultato che è diverso. Perchè se in riva allo Stretto la magistratura sta per aprire i fascicoli solo adesso, ai piedi dellʼEtna ci sono richieste per dieci rinvii a giudizio: un sindaco, un commissario e mezza dozzina di dirigenti, accusati dal pm Alessandra Chiavegatti di aver inserito dati falsi nei bilanci di previsione dal 2006 al 2008. 2006. Per il previsionale 2006 la lente dʼingrandimento si è soffermata sul sindaco dellʼepoca Umberto Scapagnini, sul ragioniere generale Vincenzo Castorina, sull'assessore al Bilancio Francesco Caruso e sul dirigente alle Entrate Mario D'Antoni: tutti indagati in concorso per aver approntato un previsionale, scrive il pm, “da cui emergevano evidenti falsità anche realizzate mediante omissione”. Quali? Sostanzialmente, aver pareggiato il bilancio con 125 milioni di euro in realtà mai incassati. Per concorso in falso è indagato anche Santo Cimellaro, dirigente del servizio Condono porterà al trasferimento di DellʼAcqua, parlano due numeri: la quarantina di milioni di euro che il dirigente ha certificato come non più esigibili (antecedenti al 2006), e lo 0,24% di riscossione sullʼaccertato della Tarsu che DellʼAcqua ha sbattuto in faccia a Riscossione Sicilia a settembre. Al posto di Romolo DellʼAcqua, che verrebbe rimosso anche da capoarea del coordinamento tributario, siederebbe Giovanni Bruno, oggi alle Espropriazioni, dipartimento che sottostà proprio allʼarea oggi guidata da DellʼAcqua. Nel rimpasto rientrerebbe anche il terzo dipartimento dellʼarea Tributaria: il Patrimonio, oggi in mano (ad interim) ad Antonella Cutroneo, che passerà a DellʼAcqua, mentre la Cotroneo prenderà il posto di Bruno agli Espropri. La manovra di Croce risponderebbe a due punti ben precisi sollevati dalla Corte dei Conti. E cioè, per primo, la cronica difficoltà del comune di Messina (“autocertificata” da DellʼAcqua) a riscuotere quanto dovuto in termini di tasse e tributi, settore che in città pagina 7 30 NOVEMBRE 2012 edilizio. Insieme a Castorina avrebbero “dichiarato il falso ed espresso pareri falsi” sul condono del 2006, per cui il comune avrebbe incassato otto milioni. In realtà, sostengono gli inquirenti, sarebbero solo 1.735.077 euro. 2007. Per il 2007 sono indagati, oltre a Scapagnini, sono il dirigente alle Entrate dellʼepoca Carmelo Pricoco, ed il dirigente allʼUrbanistica Luigi Asero, oltre al nuovo ragioniere generale Francesco Bruno. Anche stavolta cʼentra il condono edilizio: secondo lo schema di predisposizione del bilancio, le poste attive inserite nel previsionale 2007 sarebbero state di 50milioni di euro, mentre quelle effettive erano di poco più di due milioni di euro. Poi ci sarebbero concessioni edilizie per a 20milioni (in realtà sei milioni e mezzo), e quattordici milioni per la vendita di box auto a Librino, capitolo dʼentrata che, scrivono i magistrati, “non era accertabile secondo il principio di prudenza in quanto nessuna attività era stata intrapresa per rendere effettive tali entrate”. 2008. Scapagnini si dimette da sindaco per farsi eleggere al Senato, e al suo posto arriva il commissario straordinario Vincenzo Emanuele, già ragioniere generale della Regione e direttore generale dell'Irfis. Anche per lui, così come per Scapagnini, Bruno e all'assessore al Bilancio Gaetano Tafuri, scatta lʼaccusa di falso. Per cosa? Per aver predisposto il bilancio preventivo 2008 “da cui emergevano - scrive il pm Chiavegatti - evidenti falsità”: e cioè incassi per 62.191.505,12 euro di cui 16.158.000 dal piano di risanamento San Berillo, 13milioni di euro per la valorizzazione di aree in variante al Prg, 16milioni per edifici scolastici, 14milioni per vendita box, 2.911.000 euro per vendita di immobili comunali. Poi, per il pareggio di bilancio sono stati inseriti, secondo la Procura di Catania,40 milioni di condono edilizio (in realtà ne erano stati riscossi due milioni e mezzo) ed 8.800.000 euro da concessioni edilizie “palesemente non accertabili nell'anno”. Le reazioni non hanno tardato ad arrivare. “Non posso essere accusato di aver tentato di salvare Catania durante i miei pochi mesi di commissario”, ha spiegato Enzo Emanuele. (A.C.) registra unʼevasione spaventosa, che si attesta a oltre il 50%. Poi cʼè il fallimento del piano di dismissioni immobiliari, concepito dallʼallora dirigente al Patrimonio Franco Mondello ma subito avocato a sè dallʼex sindaco Giuseppe Buzzanca (ed affidato a Giovanni Bruno). Secondo i magistrati contabili, a fronte di 25 milioni di euro previsti nel previsionale 2011, gli incassi effettivi si sono fermati a meno poco più di due milioni, su una previsione triennale di incassi di addirittura 40 milioni di euro. Situazione della quale la Corte dei Conti è stata resa edotta proprio da Giovanni Bruno, nella relazione di marzo del 2012. In considerazione del fatto che su trenta gare esperite, ad andare deserte sono state ben 22, lo stesso Bruno aveva a malincuore perfezionato il regolamento della vendita mediante permuta, poi approvato in consiglio. Il risultato? I Magazzini generali, immobile da 5 milioni di stima, è stato venduto a mezzo milione. Più una ventina di appartamenti. Che il comune dovrebbe vendere. (A.C.) 30 NOVEMBRE 2012 primopiano centonove MESSINA. Le proteste? Finiscono in Prefettura. A causa della politica che fallisce Trotta, salvaci tu I primi caldissimi venti giorni del nuovo rappresentante del Governo. Che confida: “La città ce la farà. Anche se il momento è drammatico” DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Eʼ un uomo paziente, Stefano Trotta. Paziente e volitivo. Perchè, quando sei prefetto di una città come Messina, non sei arrivato che da qualche ora e, affacciandoti alla finestra del tuo ufficio, oltre al Nettuno ed alla Madonnina vedi almeno due dozzine di lavoratori che brandiscono striscioni e bandiere sindacali, e sempre più stancamente protestano per salvare il posto di lavoro o garantirsi un trattamento da uomini e non da schiavi, il minimo è armarsi di pazienza e sfoderare una volontà di ferro. VERTENZE PER TUTTI. Messinambiente, Atm, dipendenti delle cooperative sociali, Feluca e poi Servirail, Aicon, birra Triscele. E così via. I tavoli aperti in prefettura dal predecessore di Trotta, Francesco Alecci, non si contano più. Di raccogliere quellʼeredità, tocca al rappresentante del governo che, prima di Messina, ha toccato con mano la realtà di Trapani, altra provincia affatto facile da gestire. Arriva a Messina ad inizio novembre, il nuovo prefetto, cinquantanovenne cosentino di nascita, e subito capisce lʼandazzo. Il 5 novembre prende servizio a palazzo del Governo, il giorno successivo si siede già al tavolo organizzato dai sindacati Orsa e Ugl per sbrogliare la vertenza della Sr ristorazione, società che cura il servizio cucina del Policlinico: la gara per lʼaffidamento del servizio prevede tagli sul costo dei pasti per i pazienti, da 15 euro a 13, euro. Con la conseguenza che i minori introiti provocheranno il licenziamento di metà dei 73 dipendenti della società. Non passa che qualche giorno e davanti alla sua porta bussano Messinambiente e Atm: due vertenze per le partecipate del Comune che coinvolgono quasi milleduecento lavoratori e che il a palazzo Zanca non si riesce a sbrogliare, che vanno avanti da mesi tra braccia incrociate per qualche ora, trasporto pubblico quasi azzerato e emergenza rifiuti continuamente, e minacciosamente, alle porte. Ancora qualche giorno, e i dipendenti della Fiera, ente al quale si è deciso di chiudere lʼossigeno, vengono ricevuti dal capo di Gabinetto Filippo Romano e dal viceprefetto Matilde Mulè. Passa poco, e al tavolo si accomodano i rappresentanti di Casa Serena, struttura di ricezione per anziani gestita dal Comune che ospita cento anziani e dà lavoro a centocinque famiglie. Va chiusa perchè non a norma. La soluzione? La politica non la trova, quindi ci si rivolge al Prefetto. E questo solo i primi venti giorni di lavoro. E quando non ci sono le vertenze? Rappresentanza. Come lʼincontro con il nuovo governatore della regione Sicilia Rosario Crocetta, a Palermo. Un attimo di respiro, avrà pensato Trotta. E invece no. “LEI COSA NE PENSA?”. Ha voluto incontrarli di persona i prefetti, il presidente della Regione, tutti e nove, venerdi 16. E la riunione informale ha avuto un epilogo imprevisto, che per Trotta ha avuto il sapore amaro del deja-vù. A Palermo, i dipendenti della Gesip hanno “assaltato” il palazzo, protestando con particolare veemenza per la precarietà della loro posizione. Trotta fa ritorno a Messina nel tardo pomeriggio. Il volto è tirato e lʼabito informale, la settimana è stata dura. Chiede al suo capo di Gabinetto, Filippo Romano, di commentargli un articolo sulle prefetture pubblicato da una testata nazionale. Ne ascolta con interesse opinione, mentre nellʼufficio una piccola radio diffonde musica a basso volume, poi commenta «bella la parte sulla visione “romantica” della figura del Prefetto...», e lascia cadere la discussione. Ascolta molto, Stefano trotta. E vuole conoscere lʼopinione di chi ha di fronte. «Lei cosa ne ZOOM Triscele: birra, tragedie sfiorate e quello “sgarro” istituzionale Occupazioni ad oltranza, minacce di suicidio e la riunione disertata. Con queste conseguenze MESSINA. Di tutte le vertenze arrivate sui tavoli della Prefettura, ce nʼè una che più delle altre lasciando lʼamaro in bocca a palazzo del Governo. Sia per le modalità con le quali si è sviluppata, sia per gli esiti sempre più incerti. E pure per una questione di “etichetta”. Eʼ quella dei quarantuno lavoratori della birra Triscele, senza lavoro da un anno e qualcosa, con la cassa integrazione che scadrà a fine anno, e senza alcuna prospettiva di tornare a lavoro. Da giorni, intorno alla fabbrica che la famiglia Faranda, proprietaria di marchio e stabilimento, vorrebbe vendere per farci costruire palazzine (e il cui ricavato dovrebbe finanziare i nuovi misteriosi stabilimenti e far ripartire la produzione), cʼè un presidio permanente di lavoratori, uno dei quali ha minacciato di darsi fuoco. Perchè i dipendenti possano avere accesso alla cassa integrazione straordinaria, e rifiatare per due anni, è necessario che i Faranda presentino il piano industriale, che consentirebbe al Governo di emanare lʼammortizzatore sociale per “ristrutturazione aziendale”. Incassato però il cambio di destinazione dʼuso per lʼarea diventata edificabile da parte del consiglio comunale, del piano e di una localizzazione del nuovo stabilimento non cʼè traccia. "Noi di qui non ci muoviamo - hanno dichiarato i lavoratori in presidio permanente - macchinari e azienda sono stati comprati anche con i nostri soldi". Al pagina 8 passaggio dellʼazienda da Heineken alla famiglia Faranda infatti, i 41 lavoratori misero a disposizione il loro Tfr per facilitare lʼoperazione. Per questo, il prefetto Stefano Trotta ha di nuovo convocato le parti intorno ad un tavolo per il 6 dicembre. Un tavolo non facile. Perchè il 15 novembre, a qualche giorno dallʼinsediamento di trotta, i Faranda hanno disertato la riunione convocata in prefettura. Una circostanza irrituale che a palazzo del Governo non hanno preso bene. Con quali conseguenze? Nessuna. Apparentemente. “Noi non abbiamo alcun potere per costringere qualcuno a dialogare - spiega il capo di Gabinetto della Prefettura, Filippo Romano - però gioverebbe ricordare che il Prefetto è il rappresentante del Governo, e snobbandolo si commette uno sgarbo istituzionale nei confronti del Governo. E siccome prima o poi ogni azienda si rivolge indirettamente al Governo, le conseguenze sono facilmente intuibili...” (A.C.) primopiano centonove 30 NOVEMBRE 2012 STORIE. Parla il capo di gabinetto FIlippo Romano. E spiega che... «Da noi cinque vertenze al giorno» “La gente riconosce l’autorevolezza e la credibilità dell’istituzione. Perchè qui anche i commessi sono entrati per concorso”. Il racconto pensa?» è una domanda ricorrente. le risposte, però, le fornisce lui. “Credo che Messina ce la farà. Deve farcela. La situazione è difficile, quasi drammatica, lo vedo negli occhi di chi manifesta qui sotto, ma le assicuro che non è diverso da altre parti”. Il problema è che quando tocca al Prefetto intervenire, vuol dire che la politica ha fallito. Sullʼargomento, Stefano Trotta chiosa elegantemente, ma non lascia che lʼargomento cada. “La politica dovrà assumersi le sue responsabilità”. Poi si congeda. La settimana che viene sarà caldissima. Esattamente come quelle che lʼhanno preceduta. In alto, una manifestazione sindacale di fronte alla Prefettura di Messina. A sinistra Stefano Trotta, dallʼinizio di novembre Prefetto della città di Messina MESSINA. Quarantasei anni, capo di Gabinetto della Prefettura di Messina e cinque diverse esperienze da commissario in comuni sciolti per mafia, da Taurianova allʼultimo, Racalmuto, paese natale di Leonardo Sciascia. Ne ha di storie da raccontare, Filippo Romano. Le pareti della sua stanza, a pianta circolare e arredata in quel misto si sfarzo barocco e austerità formale tipica degli uffici di rappresentanza, è piena di targhe e gagliardetti. Dei comuni che ha amministrato da commissario, dei riconoscimenti che ha accumulato, dei ricordi che ha collezionato. Filippo Romano rappresenta la continuità tra Francesco Alecci e Stefano Trotta, il precedente e lʼattuale prefetto, e il filo rosso che unisce le infinite vertenze che ogni giorno lʼinquilino del palazzo del Governo si trova sotto la finestra. Perchè siano così tante, Romano lo spiega “formalmente”, col necessario distacco che il dovere istituzionale gli impone. Ma in viso gli si legge tutto quello che non dice. “Il Prefetto, istituzionalmente, rappresenta il governo in periferia. In concreto, ci si rivolge a noi quando ogni altra strada sembra preclusa, e la politica non ha risposte soddisfacenti da fornire...”, lascia cadere lì. Poi diventa più specifico: “La Prefettura, soprattutto in questo momento, esercita una continua attività di Ombudsman (termine che deriva da un ufficio di garanzia costituzionale istituito in Svezia PUNTINI SULLE “I” Incarichi, Cucinotta precisa IL SOTTOSCRITTO ing. Raffaele Cucinotta, in relazione alla notizia apparsa a pag. 16 di Centonove del 23 novembre ultimo scorso, sotto il titolo "Che incarichi straordinari", precisa quanto segue: Eʼ con grande orgoglio e spirito di sacrificio che mi dedico da sempre ed esclusivamente al mio lavoro di pubblico dipendente del Comune di Messina, ritengo pertanto l'articolo in oggetto altamente lesivo della mia reputazione e della mia immagine di funzionario pubblico. Infatti la somma realmente percepita dal sottoscritto (pari a poco più di quattromila euro) si discosta di molto da quella astronomica di oltre trentasettemila euro pubblicata da Centonove senza chiarire che, per la gran maggior parte, si riferisce a somme presuntive di cui non si ha certezza di erogazione e che comunque saranno eventualmente percepite a fronte di un lavoro di svariati anni ed al termine della realizzazione delle opere pubbliche previste e solo nel caso in cui le stesse vengano mai finanziate e realizzate, mentre al contrario appare dalla lettura dei titoli e dell'articolo che potrebbe trattarsi addirittura di somme indebitamente percepite. Infine nessun salasso per le casse del Comune in quanto nemmeno un centesimo delle somme previste risultano a carico del Bilancio Comunale, poichè finanziate dall'Istat o poste a carico dell'eventuale finanziamento dell'opera pubblica. pagina 9 Filippo Romano nel 1809 e letteralmente significa “uomo che funge da tramite”, ndr). Interviene, cioè, per mettere le due parti attorno ad un tavolo e farle ragionare in termini pragmatici. Questo accade in virtù dellʼautorevolezza, della credibilità e del prestigio dellʼufficio di Prefettura. E sa perchè? - domanda -Perchè qui dentro anche i commessi sono entrati per concorso. Il Prefetto non ha alcun potere legislativo per intervenire a dirimere le controversie, non può obbligare nessuno a sedersi e ragionare. Lo fa in ragione della sua autorevolezza”. Sulle vertenze che ogni giorno varcano i cancelli della Prefettura, Filippo Romano ha le idee molto chiare, e si sbilancia. “Forse è ora di abbandonare una cultura desanctisiana e passare ad un sano pragmatismo americano: facciamo le cose bene, e facciamole bene. Fino ad oggi, la politica è stata insufficiente soprattutto in questo: si è agito secondo legge, ma si è sbagliato tutto. E, incredibilmente, chi ha votato poi si è “accontentato” della buona volontà, vera o presunta, trascurando del tutto i pessimi risultati ottenuti”. Sulla funzione sociale dellʼufficio che dirige, il capo di Gabinetto spiega che “naturalmente, la Prefettura non interviene solo per le mediazioni di lavoro, altrimenti si sovrapporrebbe allʼufficio provinciale del lavoro. Lʼintervento del Prefetto tende a scongiurare unʼemergenza sociale. Ecco perchè i tavoli arrivano da noi. E perchè - si porta le mani ai capelli - due settimane fa in un giorno abbiamo tentato di sbrogliare cinque vertenze in un giorno”. Solo “maloccasioni”, quindi? Nientʼaffatto. “Il nuovo Prefetto Trotta ha deciso che un palazzo come questo, di alto valore storico e monumentale - spiega mostrando la sua stanza - va valorizzato, perchè non è giusto che lo si consideri solo il posto dove viene a protestare chi sta perdendo il lavoro o si gestiscono le calamità. E vorrebbe organizzare mostre e visite guidate”. Alla fine, la confessione. “Messina è una sede particolare - confida - la lunghezza media di insediamento di un Prefetto in questa città è di quattro anni, mentre altrove è di due. Francesco Alecci è rimasto addirittura cinque anni”. Perchè? Sorride, Filippo Romano. E allarga le braccia. “Chissà. Io una mia idea ce lʼavrei pure. Chissà che non sia quella giusta”. E torna a sorridere. (A.C.) 30 NOVEMBRE 2012 primopiano IL CASO. Dopo tre anni vincono il concorso ma non li prendono in organico Vigili, modi poco urbani Lontano dal clamore di tante vertenze “sospette” si consuma il dramma di 12 persone che hanno superato le selezioni nella polizia municipale. Storie di merito e dignità. Calpestate DI ARMANDO MONTALTO MESSINA. Merito, eguaglianza di genere e dignità. Nella Messina del nuovo millennio ovunque risuonano queste parole. Ogni discussione sul futuro della città, ogni possibilità di riscatto passa da uno di questi luoghi dellʼintimo dei cittadini. Poi, cʼè la realtà. La realtà di chi mantiene un profilo basso, studia, lavora e si comporta “bene” e non ottiene nulla, non ottiene attenzione, non attira polemiche o solidarietà. In dodici sono idonei a fare i vigili urbani, hanno studiato, hanno fatto un concorso e anche se legalmente non hanno “vinto il posto”, come da prassi delle pubbliche amministrazioni possono essere assunti. A discrezione dellʼamministrazione ma possono essere assunti. Dopo un anno dalla pubblicazione delle graduatorie e dopo più di tre anni dallʼinizio dellʼiter concorsuale, però sono al palo, senza speranze, senza casse di risonanze. Anzi, devono stare attenti a dire di essere stati giudicati idonei perché i datori di lavoro, che spesso non distinguono tra vincitore di concorso e idoneo, ti considerano uno che il posto fisso da qui a breve lo otterrà e quindi non ti assume e casomai con la crisi incalzante preferisce mandare a casa te, che secondo lui il posto fisso lo avrai a breve, piuttosto che un altro. Il Concorso. A settembre del 2008 si indice, dopo diciannove anni, la «selezione per esami per lʼassunzione, con contratto a tempo determinato della durata di 1 anno, di 20 agenti di polizia municipale». Il concorso era stato bandito in base allʼOpc (Ordinanza della Protezione Civile) 3633 del 2007. Che prevedeva tra lʼaltro:« il potenziamento dellʼefficacia operativa del Corpo municipale, attivando contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato e limitatamente al Corpo di Polizia municipale». E addirittura«la possibilità di attivare contratti di lavoro subordinato a tempo determinato nel limite massimo. di 200 unità». In sostanza il Comune di Messina era autorizzato ad assumere personale nel Corpo di Polizia Municipale, visto lo stato di emergenza della città. Dopo una lunga selezione che prevedeva dopo una preselezione a quiz , esami scritti e orali su materie giuridico amministrative. I numeri dei partecipanti sono stati sintomatici della disperata ricerca del “posto”, infatti sono state 4mila le domande e mille e 800 gli ammessi alle preselezioni. Infine, in trentadue arrivano alla fase finale, 20 vincitori di concorso e dodici dichiarati idonei. Nellʼaprile 2012 sono stati assunti i venti. Gli altri adodici aspettano. I Dodici. Un atto di indirizzo comunale, a fine luglio prevede «di porre in essere gli atti di natura gestionale per estendere lʼassunzione, con contratto a tempo determinato della durata di 1 anno, a numero 12 agenti di polizia municipale attingendo alla graduatoria di quanti sono risultati idonei alle prove di selezione, per complessivi numero 32 nuovi assunti - e insiste il documento. Dare atto che le risorse finanziarie necessarie per fronteggiare la spesa occorrente per il pagamento degli emolumenti e relativi oneri previdenziali, assistenziali, infortunistici, Tfr e quantʼaltro, possono essere attinte dalle entrate provenienti centonove dallʼEcopass». Insomma, i dodici speravano finalmente in una risoluzione della loro causa, ma ad oggi nulla di nuovo. «Le nostre speranze sono state tradite spiega Giusi Leonardo, affabile trentenne, dichiarata idonea - abbiamo studiato tanto, ci siamo confrontati con esami difficili, e ora non sappiamo cosa sarà di noi». La situazione dei dodici è particolare perchè a termini di legge non devono esere assunti, ma nella seduta del 15 marzo 2012 la Nona Commissione Consiliare, dopo aver sentito i vertici del Corpo e i sindacati dichiara che: «il Corpo della Polizia Municipale, può contare su 372 unità con unʼetà media di 55 anni e, invece, dovrebbe disporre di 636 unità lavorative e aggiunge che - in base ad una serie di parametri definiti da un Decreto della Regione siciliana dovrebbe essere di 1108 unità». Insomma ci sono vuoti di organico, ci sono dodici persone dichiarate idonee a fare il “Vigile”, ma nulla si muove. Oltre i numeri e la graduatoria, però, ci sono persone, dopo i primi entusiasmi della pubblicazione della graduatoria in molti si sentono abbandonati a se stessi. «Come puoi programmare la tua vita quando non sai se ti assumeranno o meno - insiste Valentina DʼAmico, risultata 21esima e quindi prima tra gli idonei, che trasuda delusione dagli occhi -, ho studiato tanto per il concorso, per due anni mi sono districata tra esami di laurea e materie del concorso, e ora?». Nascondersi. Le storie sono tante, chi pensava a sposarsi e mettere su famiglia, chi immaginava una vita più facile con due stipendi per campare la famiglia in tempo di crisi, ma la realtà è differente. Sembra assurdo, ma essere idonei in una graduatorie è come avere una spada di Damocle sulla testa. In molti hanno problemi a trovare lavoro, sono quasi costretti a nascondere la presenza nella graduatoria. Spiegano alcuni: «nessun imprenditore acetta di assumere chi può essere assunto a breve». Tre anni, per legge, dura una graduatoria di idoneità, per tre anni si rischia di perdere il lavoro, in tempo di crisi il datore di lavoro preferisce licenziare chi ha, forse, unʼaltra chance. Per tre anni devi provare a nascondere la tua posizione durante un colloquio di lavoro, per tre anni sembra che il mondo vada al rovescio. «Continuiamo ad attendere, seguendo le regole dello Stato chiude Leonardo. Attendono, senza azioni clamorose, ma rispettosi delle leggi di quello Stato che vorrebero servire in divisa. IN CIFRE Chi sono, quanti sono, cosa fanno MESSINA. In tutto, tra dipendenti, contrattisti, personale in distacco e nuove recenti assunzioni, i vigili a Messina sono 372 con unʼetà media di 55 anni ed entro il 31dicembre dovrebbero scendere a 360 visto che 12 andranno in pensione. Ma dovrebbero essere parecchi di più. 650, in base alla pianta organica del Comune, oltre mille in base ad un decreto assessoriale della regione Sicilia del 1993. E nonostante apparentemente non se ne trovi uno quando servirebbe, i vigili urbani messinesi svolgono un gran lavoro, stando ai numeri che ogni anno il corpo fornisce. Nel 2011, infatti, la polizia municipale ha elevato multe per quasi quattro milioni e mezzo di euro ed ha riscosso un milione e 400mila euro di sanzioni amministrative. Per il 2012, addirittura, la previsione era di un milione e mezzo d’incremento di entrate da sanzioni per violazioni del codice della strada, per via dell’aumento di personale, 22 contrattisti e 26 agenti assegnati durante gli ultimi mesi del 2011. pagina 10 30 NOVEMBRE 2012 Politica REGIONE. Il governatore revoca incarichi, avvia sostituzioni e annuncia tagli. Ma... Dirigenti in... Crocetta Gli incarichi apicali dovranno essere tredici come gli assessorati più la presidenza. Un proposito che “cozza” con l’organizzazione degli uffici. Che può essere cambiata solo con una legge DI DANIELE DE JOANNON PALERMO. Lʼobiettivo di Rosario Crocetta è stringere su 13 direzioni generali, quanti sono gli assessorati più la presidenza della Regione Sicilia. Tra il dire e il fare, però, oltre alle revoche degli incarichi conferiti dal suo predecessore Raffaele Lombardo e alle riassegnazioni operate, cʼè una modifica dellʼassetto regionale che va operata per legge. Al di là degli annunci del governatore, «Si tratta di un provvedimento provvisorio... I dirigenti generali che resteranno saranno riassegnati non più come direttori generali ma come dirigenti di terza fascia», Rosario Crocetta dovrà legiferare per mettere a punto la sua “rivoluzione”. Dovrà quindi elaborare un provvedimento ad ok della giunta che andrà a incastrarsi con lʼaltro che deve definire e “isolare” i compiti del neoassessore alʼ Turismo Franco Battiato. LA VECCHIA LEGGE. Era il 16 dicembre del 2008, lʼAssemblea regionale approvò la legge numero 19 “Norme per la riorganizzazione dei dipartimenti regionali. Ordinamento del Governo e dell'Amministrazione della Regione” che avrebbe dovuto costituire uno dei fiori allʼocchiello del governo Lombardo. Il testo andava (e va) ad incidere sulla tabella A (dipartimenti regionali ed uffici equiparati) della legge 10 del 2000, che riduceva il tutto a 28 entità: 28 dipartimenti (tra questi anche la segreteria generale della presidenza), lʼUfficio Legislativo e Legale, lʼAgenzia regionale per l'impiego e la formazione professionale e Comando del corpo forestale della Regione siciliana. Parallelamente, venivano anche rimodulati i compiti degli assessorati, in tutto 12, più la presidenza. Con la riforma, infine, si aboliva lʼAgenzia regionale dei Rifiuti e IL “ROTATORE”. Rosario Crocetta delle Acque. Ulteriori modifiche furono operate in sede di attuazione, fra cui una contestata da Consiglio di Glistizia Amministrativa. I “COLPITI”. Sono fino ad ora otto i dirigenti generali revocati da Crocetta: Gianluca Galati del Dipartimento regionale energia (sostituito da Marco Lupo), Mariano Pisciotta, allʼAudit, è stato sostituito da Giovanni Bologna, al posto di Ludovico Albert (Formazione professionale) arriva Annarosa Corsello, mentre a Francesco Nicosia (Attività Produttive) subentra Vincenzo Falgares. Sono stati revocati poi gli incarichi al ragioniere generale Biagio Bossone, a Gesualdo Campo (Beni Culturali), Pietro Tolomeo (Comando Foreste, al suo posto Vincenzo Di Rosa) e Marco Salerno (Turismo, arriva Sergio Gerardi). Lʼobiettivo di Crocetta è arrivare a tredici dirigenti quanto gli assessorati e la presidenza. Ma, a lasciare qualche dubbio, è una frase detta in conferenza stampa: «I dirigenti generali che resteranno saranno riassegnati non più come direttori generali ma come dirigenti di terza fascia». Una frase che tocca un problema mai risolto della Regione: quello di una categoria, proprio la terza fascia, che è unica per la Regione siciliana e conta mille persone al suo interno. Ma se un conto è attribuire centonove (nonostante tutto) una direzione generale a un appartenente a questa categoria, ben diverso è “retrocedere” di ruolo chi è di prima (38) o di seconda (960). Un altra idea proposta da Crocetta è quella di ricorrere agli esterni. La questione delle dirigenze apicali al di fuori dal Ruolo Unico della Regione è stata al centro di una dispota tra il 2009 e il 2010. NOMINE E “GRANE”. Lʼex ministro per gli affari regionali Raffaele Fitto aveva infatti aperto il fuoco contro la scelta, operata a fine 2009 alla giunta, di designare nove dirigenti generali esterni : Rossana Interlandi (dipartimento Energia), Romeo Palma (Ufficio legale), Rino Lo Nigro (Agenzia per l'impiego), Patrizia Monterosso (Istruzione e Formazione), Nicola Vernuccio (Attività produttive), Maurizio Guizzardi (Sanità), Gian Maria Sparma (Pesca), Mario Zappia (Osservatorio epidemiologico) e Salvatore Barbagallo (Agricoltura). Lo scontro era finito davanti alla Consulta, che aveva dato ragione alla Regione, che aveva il titolo per organizzare la propria dotazione di personale. Ma la questione non terminò con il giudizio della Corte Costituzionale. Gli “esterni”, gran parte di essi, finirono impallinati a causa della “necessità” o meno dellʼingaggio. A muoversi, infatti, fu la Corte dei Conti che puntò il dito su nomine effettuate senza verificare se vi fossero professionalità allʼinterno di unʼamministrazione che sfiora il migliaio di dirigenti di prima e seconda fascia. Un passaggio che, al di là delle parole, Crocetta sarà chiamato a compiere. In ultimo, il presidente deve affrontare la “grana” derivata dal pronunciamento del Cga 211 del 2012 che ha sancito, per la riorganizzazione degli uffici operata da Lombardo con il decreto presidenziale numero 370 del 28 giugno 2010 (“Rimodulazione dellʼassetto organizzativo, di natura endodipartimentale, dei dipartimenti regionali”, per i giudici “irrimediabilmente illegittimo e destinato ad essere annullato tutte le volte che detto vizio dio legittimità venga correttamente denunciato”. In seguito al ricorso di alcuni funzionari dei Beni Culturali che erano stati trasferiti, il Cga ha rilevato che lʼazione amministrativa di Lombardo non aveva richiesto, come dovuto, il parere preventivo al Consiglio di Giustizia amministrativa, sancendone illegittimità e nullità. TERREMOTI Valenti, assessore lampo Si dimette la delegata dell’Udc alle Autonomie DIMISSIONARIA. Patrizia Valenti MESSINA. La giunta Crocetta perde pezzi, eppure non si è ancora riunita. Lʼultimo è Patrizia Valenti, delegata alle Autonomie locali e rinviata a giudizio nellʼambito di questioni interne al Cas, di cui è stato commissario: “Sono stata chiamata da tecnico a svolgere un lavoro per il bene della Sicilia e preferisco non intromettermi in questioni dal sapore politico. Ringrazio l'Udc per la fiducia che mi ha accordato, ma non sono abituata a stare dentro i giochi politici. Sono un dirigente dell'amministrazione regionale e una servitrice leale dell'interesse pubblico e per questa ragione ho deciso di rimettere il mio mandato nella mani del presidente della Regione”, scrive in una nota, aggiungendo anche: “Ho appreso da notizie di stampa le opinioni del presidente Crocetta sulla vicenda che mi riguarda. Non più tardi di due giorni fa, carte alla mano, pagina 11 ho fornito ogni spiegazione circa la notizia, quella del mio rinvio a giudizio, già conosciuta dall'opinione pubblica perché ampiamente divulgata dai mass media all'epoca dei fatti. Peraltro - prosegue - a causa di un grave lutto familiare, immediatamente dopo la nomina, non ho avuto il tempo di incontrare o sentire il presidente, fino a martedì, giorno in cui è stato pubblicato l'articolo. Nell'incontro con il presidente sono stata puntuale e dettagliata nel ripercorrere tutte le tappe che hanno portato al procedimento penale in corso nei miei confronti. Già ieri mattina (28 novembre, ndr) avevamo iniziato con il presidente a lavorare insieme per affrontare alcune tematiche urgenti della realtà siciliana, nel corso di un incontro al ministero dell'Economia. Ribadisco la mia lealtà nei confronti del presidente e della pubblica amministrazione”. Le dimissioni sono un brutto colpo per lʼUdc, che aveva segnalato il nome anche per assicurarsi i voti dellʼala del Pdl di Giuseppe Castiglione (vicino alla Valenti) per la presidenza dellʼArs da attribuire a Giovanni Ardizzone: “Prendiamo atto con dispiacere profondo della decisione dell'assessore Valenti....”. Politica 30 NOVEMBRE 2012 MESSINA. Al ballottaggio si decide il destino della coalizione in Italia e gli equilibri in città Centrosinistra al bivio I sostenitori di Matteo Renzi sperano di incrementare la percentuale di voto per aprirsi un varco nella selva delle preferenze di Genovese. Che appoggia Bersani DI TIZIANA CARUSO MESSINA. Sarà ballottaggio tra Bersani e Renzi, e il centro-sinistra messinese, pur convergente sul grande risultato partecipativo alle primarie, si annuvola con analisi del voto, “polemiche” e “avvertimenti”. «Non vogliamo gettare ombre sul risultato messinese delle primarie, ma qualche criticità è senza dubbio emersa, per questo durante il ballottaggio i sostenitori di Renzi saranno presenti in tutti i seggi con propri rappresentati a vigilare sullo svolgimento delle procedure elettorali, cosa che non è successa al primo turno». Non entra apertamente in polemica, Filippo Cangemi, coordinatore provinciale del comitato “Adesso!” nato a sostegno del sindaco di Firenze, non parla di “brogli”, però avverte: «Di certo non abbiamo un apparato elefantiaco, ma per il ballottaggio saremo ancora più presenti, stavolta con eventuali contestazioni». Così le primarie del centro-sinistra continuano a far discutere, anche a livello locale, dove, la roccaforte di Francantonio Genovese ha regalato a Pierluigi Bersani un bottino di 20.398 preferenze, a fronte dei 7.067 voti ottenuti dal “rottamatore” Matteo Renzi, dei 3.749 voti incassati da Nichi Vendola, mentre poco più di 350 preferenze sono andate a Laura Puppato e 187 voti a Bruno Tabacci. LA GEOGRAFIA DEL VOTO. Sono stati 13.240 i votanti alle primarie del Pd nei 22 seggi messinesi dislocati da Spartà a Giampilieri. Le rimanenti 18.517 preferenze sono piovute dalla provincia. A Messina seggio più “affluente”, che raggruppava le sezioni delle scuole “Boer”, “Battisti”, “Cesareo” e “Vann'Antò”, è stato quello di piazza Castronovo con 1.674 votanti. Da Giostra si passa all'Annunziata, con i In alto da sinistra, Filippo Cangemi (Comitati Renzi) e Giuseppe Grioli (segretario cittadino del Pd, bersaniano). Accanto, da sinistra, Francesco Palano Quero (renziano) e Domenico Siracusano (Bersani) 1.496 voti delle sezioni che riunivano le scuole elementari di San Licandro, “S. Eustochia” e “Vittorini”. Hanno superato i 1000 voti anche i seggi allestiti per Montepiselli e Gravitelli, per la IV circoscrizione e il gazebo che ospitava le sezioni di palazzo Zanca, della scuola “Tommaseo” e della “Galatti”. Ha raggiunto quota 950 voti il seggio delle sezioni di “Collereale”, della scuola “Principe di Piemonte” e della “Pirandello”. Buona prestazione anche per il seggio che riuniva i quartieri di Cep, Contesse e Minissale dove a votare sono state oltre 650 persone. In provincia, invece, il primato è di Patti con 1.290 voti. A Milazzo, in due seggi, hanno votato 1.164 persone. I tre seggi di Barcellona hanno fatto registrare 1.079 preferenze e il seggio di Brolo 851. Bersani ha superato ovunque Renzi, tranne ad Alì Terme, Capo d'Orlando, Fondachelli Fantina, Gaggi, in uno dei seggi di Gioiosa Marea, a Librizzi, Sant'Alessio Siculo e Scaletta Zanclea. “RENZIANI” VS “BERSANIANI”. Un risultato che la compagine renziana messinese giudica di tutto rispetto soprattutto per l'impari “lotta” che ha visto ben tre deputati e un plotone di consiglieri comunali e provinciali “scontrarsi” contro il “portfolio-voti” di un piccolo drappello di “renziani” capeggiato da Filippo Cangemi, Giacomo D'Arrigo, Alessandro Russo e Francesco Palano Quero. Nel “backstage” delle primarie, a Messina, sta andando, infatti, in scena anche un'accesa dialettica tra “genovesiani fedeli” e “dissidenti”. Con i “renziani” che, all'indomani del risultato messinese centonove delle primarie, hanno evidenziato qualche “anomalia” nello svolgimento delle operazioni di voto e adesso promettono “battaglia” proprio in vista del ballottaggio. “Anomalie” che i “bersaniani” hanno subito minimizzato: «Nei verbali non c'è alcuna contestazione, i ritardi nella comunicazione dei dati sono stati causati da ovvie difficoltà logistiche nel gestire le operazioni in una provincia che conta 108 comuni e se anche qualche elettore non era munito di certificato, risultava pre-registrato, per questo era comunque possibile individuare la sezione di votazione, escludo che si sia votato in seggi diversi da quello di appartenenza e che qualcuno non abbia versato i 2 euro di contributo». Così, colpo su colpo, ha ribattuto il “bersaniano” segretario cittadino del Pd Giuseppe Grioli. A gettare benzina sul fuoco, in una “diaspora” che sta animando il Pd messinese in prossimità delle amministrative, c'è Domenico Siracusano: «Bersani a Messina ha stravinto, Renzi ha fatto sicuramente un buon risultato, ma sembra che i suoi seguaci messinesi si stiano concentrando un po' troppo a gettare ombre su cose che non esistono. Piuttosto ci si dovrebbe preoccupare di un altro fatto - che il coordinatore del comitato pro-Bersani ha definito di “assoluta gravità” - come si è potuto permettere che un riconoscibilissimo esponente del Pdl come Pippo Isgrò abbia votato alle primarie del centrosinistra? Le primarie non sono uno scherzo, si condivide un programma, si entra a far parte di un corpo elettorale. A meno che Isgrò adesso non faccia parte del centro-sinistra, la sua preferenza a Renzi è un'azione assolutamente fuori luogo». VERSO IL BALLOTTAGGIO. Solo i registrati al precedente turno potranno partecipare al ballottaggio tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi, o chi sia in grado di “giustificare” la mancata registrazione. Sono state circa 40 mila le registrazioni effettuate a Messina e provincia (quindi dovrebbe aggirarsi attorno agli 80mila euro l'incasso messinese di queste primarie) a fronte di 31.818 votanti. Una “forbice” di circa 8 mila possibili “mine vaganti” tra Bersani e Renzi, più i sostenitori di Vendola, Puppato e Tabacci che a Messina sono stati in totale 4.292 e che, in base agli orientamenti nazionali, dovrebbero far convergere le loro preferenze sul segretario del Pd. “TERZO POLO” Occhi sui vendoliani A chi andrà l’appoggio degli uomini di Sel? MESSINA. «L'elettorato messinese di Sel è libero, per questo, nonostante a livello nazionale ci sia una manifesta affinità con Pierluigi Bersani e si avversino soprattutto le politiche neo-liberiste di Renzi, non è escluso che alcuni militanti di Sel possano votare il sindaco di Firenze durante il ballottaggio del 2 dicembre». Così si è espresso il coordinatore provinciale di Sinistra, Ecologia e Libertà, Salvatore Chiofalo. Pur rimarcando il feeling nazionale con Bersani e, soprattutto, affermando che i militanti messinesi di Sel non mancheranno l'appuntamento col ballottaggio, sarà possibile, dunque, che i “vendoliani” messinesi non concentrino in blocco le forze per Bersani. Sulla stessa lunghezza d'onda anche altri esponenti locali, tra cui Elio Morabito: «L'endorse- ment a Bersani è chiaro sia a livello nazionale che regionale e anche a Messina, a parte singoli sparuti casi, l'appoggio dei militanti di Sel sarà per il segretario del Pd. È possibile che qualcuno non vada a votare o che qualcun altro propenda per altri lidi, ma in linea di massima siamo compatti pro Bersani e garantiremo la presenza ai seggi sostenendolo lealmente». In città Vendola ha racimolato 1.708 preferenze, 2.041 sono invece arrivate dalla provincia con alcuni picchi, tra cui i 289 voti messi insieme nei tre seggi di Barcellona e le 221 preferenze ottenute nei due seggi di Milazzo. «I risultati del segretario del Pd, del sindaco “rottamatore” e del nostro leader - continua poi Chiofalo - sono stati eccellenti». Il coordinatore del partito di Vendola non si limita comunque al panorama nazionale e butta un occhio sulle amministrative. «Auspico che anche per le elezioni locali si scelga lo strumento delle primarie del centro-sinistra, non solo al Comune ma anche alla Provincia, soprattutto per voltare pagina rispetto alla precedente amministrazione e af- pagina 12 finché vengano riconosciute e palesate le gravi responsabilità di chi ha governato e di chi ha appoggiato il Pdl in questi anni». Evidente un riferimento ai centristi dell'Udc. Ma Chiofalo dà un colpo al cerchio e uno alla botte anche in vista di una primavera elettorale che è tanto vicina quanto, soprattutto sottobanco, chiacchierata, e che vede l'asse Pd-Udc, anche alla luce dei risultati elettorali della Regione, sempre più certa, almeno in riva allo Stretto. «Non poniamo veti, ma non vogliamo veti - questa la posizione di Chiofalo - ben venga l'alleanza tra il Pd e i centristi, noi non siamo contrari, a patto che l'Udc usi lo stesso trattamento nei nostri confronti». Per quanto riguarda i sostenitori messinesi degli altri due candidati alle primarie, Laura Puppato e Bruno Tabacci, i 543 voti raggranellati in riva allo Stretto potrebbero non essere “dirottati” durante il ballottaggio, anche se il coordinamento della Puppato ha inviato a Bersani e Renzi una lista di “punti non negoziabili” e chi li appoggerà riceverà il suo sostegno, che a livello nazionale si è fermato al 2,6%. (T.C.) centonove Politica 30 NOVEMBRE 2012 PER LE PRIMARIE. Nino Germanà CON GIORGIA MELONI. Ciccio Rizzo CENTRODESTRA. In riva allo Stretto c’è chi vuole le consultazioni a prescindere da Roma Primarie a tutti i costi Scaldano i motori l’alfaniano Nino Germanà, che auspica una partecipazione dello stesso Berlusconi, e Ciccio Rizzo, in pista per Giorgia Meloni. Mentre Buzzanca... MESSINA. Primarie sì, primarie no. Nel centro-destra sono tutti appesi a un filo con il Pdl al minimo storico nei sondaggi di gradimento. Il “delfino” Alfano, Micaela Biancofiore, Alessandro Cattaneo, Guido Crosetto, Giorgia Meloni, Gianpiero Samorì, Daniela Santanchè... E di conseguenza “fase di stallo” anche per quei pochi che, a Messina, avevano iniziato a lavorare a sostegno dei candidati alle primarie del centro-destra. Dai vertici alla base, sono tutti in attesa di sapere cosa intenda fare l'ex premier Silvio Berlusconi che, dopo il placet allo stesso Alfano, mostra invece di voler “rottamare” i suoi “rottamatori”, ancor prima che accendano i motori. Certo è che tra i “magnifici 7” del centro-destra i garanti di Berlusconi non mancano ed è palese che saranno in tanti a fare un passo indietro nel momento in cui l'ex premier, come ormai sembra chiaro, scioglierà il riserbo sulla “ridiscesa” in campo. “BOCCE FERME”. Dopo l'ennesimo, convulso, cambiamento di rotta in merito alla “resurrezione” politica di Berlusconi, il dato certo è che la situazione del centrodestra appare a tal punto aggrovigliata da pregiudicare ormai quasi certamente lo svolgimento delle primarie, strumento voluto fortemente soprattutto dal segretario del Pdl per sancire definitivamente il passaggio di testimone e provare a risollevare le sorti del partito. Non hanno avuto lo stesso clamore suscitato da quelle del centro-sinistra, ma in parecchi avevano iniziato a credere il futuro del centro-destra dovesse passare imprescindibilmente dalle primarie. Tanto che in moltissime città d'Italia, compresa Messina, era persino partito il tam-tam di sms e si era proceduto con la raccolta delle firme. Altrove poi, erano già sorti i comitati territoriali e si era provveduto persino alla stampa di manifesti. Una mobilitazione adesso vana, almeno così sembra. “PRIMARIE CON BERLUSCONI”. A meno che, come chiede, ad esempio, Giorgia Meloni, Berlusconi non decida di “scendere tra i comuni mortali” e confrontarsi. Ma la data del 16 dicembre sembra, in ogni caso, troppo vicina. Quasi dello stesso avviso anche il neo eletto parlamentare regionale Nino Germanà, alfiere di Angelino Alfano nel messinese. «Non credo che l'eventuale partecipazione alle primarie possa sminuire la figura di Berlusconi. Le primarie, lo ha fatto vedere il centro-sinistra, sono uno strumento utile a rinsaldare i rapporti con l'elettorato e il Pdl al momento ha, senza dubbio, questo bisogno. Se non si faranno a dicembre, difficilmente sarà possibile a gennaio, ormai la linea di indirizzo sembra quella di non procedere con le consultazioni del centro-destra». “RINNOVAMENTO” O “SCISSIONE”. Quali le altre ipotesi possibili? Germanà prova a districare la “matassa”. «Non credo ci sarà una spaccatura tra Berlusconi e Alfano, ma, a questo punto, mi auguro che quantomeno si realizzi un rinnovamento della classe dirigente, con Alfano premier o Lupi o un'altra figura “giovane” e con le varie anime che al momento frammentano il Pdl tutte nuovamente unite, compresi gli ex An». Anche se, a quanto pare, la strategia tracciata dall'ex premier per attutire i colpi di una debacle del centro-destra potrebbe essere anche quella, già “lavorata” da parecchio tempo, della “scissione”. I GIOVANI E GLI EX AN. Sulla scia del “rinnovamento” si inseriscono, contestando l'eccessivo “timore referenziale” di Alfano nei confronti di Berlusconi, anche i sostenitori messinesi di Giorgia Meloni. Pur non avendo ancora iniziato a raccogliere le firme per l'ex ministro della Gioventù, avevano già preso contatti per costituire comitati territoriali a sostegno della candidata, nonostante . Oltre a quello di Milazzo, puntavano anche su Messina e Lipari, quest'ultima “terreno fertile” per uno tra i più ferventi “rottamatori” del Pdl messinese, Ciccio Rizzo. Adesso, il gruppetto di giovani capeggiato da Rizzo, si ritrova a braccia larghe a causa del caos in cui «si sta consumando quel che resta del Pdl». «Non fare le primarie vuol dire affossare ulteriormente il Popolo della Libertà afferma Piero Adamo - se non ci sarà un cambiamento reale difficilmente il centrodestra si potrà risollevare dal baratro in cui è precipitato». Dello stesso avviso anche Rizzo: «L'opzione di non fare le primarie a questo punto è pura schizofrenia ed è chiaro che se Alfano dovesse decidere di rientrare sotto l'ala di Berlusconi, la componente ex An potrebbe spaccarsi ulteriormente, anche in Sicilia. Se le primarie del centro-destra dovessero fallire a livello nazionale, mi auguro almeno che a livello locale venga mantenuto quanto dichiarato sulle prossime amministrative». Su questo punto si esprime Peppino Buzzanca, coordinatore provinciale del Pdl: «Indipendentemente da quello che accadrà a livello nazionale in città le primarie si faranno, e io vorrei che fossero di coalizione, auspico inoltre che, a livello nazionale, il percorso intrapreso già da tempo da Angelino Alfano non si interrompa». (T.C.) OUTSIDER E Isgrò va tra la gente L’ex assessore guarda alle prossime amministrative FRA LA GENTE. Pippo Isgrò MESSINA. Tra chi non sta sotto l'ala di Angelino Alfano, a Messina, c'è anche Pippo Isgrò, esponente del Pdl in “acceso” fermento elettorale. Dopo aver appoggiato alle ultime elezioni regionali l'ex sindaco Buzzanca, adesso percorre quotidianamente la città in lungo e in largo in cerca di consensi e attestazioni di fiducia per il lavoro svolto durante gli anni di amministrazione. «Per quanto riguarda le primarie dopo le ultime notizie sono in attesa, in stand by, ma io continuo a lavorare a livello locale e vado avanti per la mia strada». L'ex assessore comunale alle Manutenzioni che aveva annunciato l'eventuale appoggio per le primarie del centro-destra all'imprenditore Gianpiero Samorì, continua dunque a “girare tra la gente”, con un obiettivo dichiarato: quello delle prossime amministrative. «A livello locale io sono contro le primarie. Non ho truppe cammellate, pagina 13 non ho soldi, né imprenditori dietro, lo si è visto con il centro-sinistra che si vince solo se si hanno poteri consolidati alle spalle». Se Isgrò è contro le primarie del suo partito, ha invece, però, partecipato a quelle del centro-sinistra contribuendo alla causa di Matteo Renzi, che secondo l'ex assessore incarna «quello spirito di trasformazione necessario ormai anche nel centro-destra». «Quando si perde è giusto capirlo e cercare di cambiare - spiega - a livello nazionale e locale le metamorfosi superficiali non pagano, o si inverte la rotta o si perde». E Isgrò, dopo la messa su piazza, come prossimo candidato a sindaco, continua a “tessere” per la presentazione di una lista civica manifestando la sua vicinanza e la sua buona predisposizione verso un'altra candidatura già parecchio chiacchierata, quella dell'ex direttore di TeleVip, poi approdato all'ufficio stampa del Pdl e adesso tornato nuovamente a Messina, Fabio Mazzeo. «Se il Pdl propendesse verso la figura di Mazzeo io sarei ben lieto di appoggiarlo, altrimenti non riesco ad individuare un'alternativa seria all'interno del centro-destra messinese». Di cui comunque Isgrò afferma di continuare a far parte. (T.C.) Politica 30 NOVEMBRE 2012 SVOLTE. Il Partito dei Siciliani affida al web il proprio futuro. Con un regolamento democratico Pds, democrazia in rete Il nuovo sistema verrà presentato a Messina, città simbolo del mancato funzionamento dell’ex Mpa, dal coordinatore Rino Piscitello. Mentre a Palermo si corteggia Grande Sud MESSINA. Questa volta, forse, è vero. Lʼex Mpa, oggi Pds (Partito dei Siciliani), ha deciso di fare il “grande passo”, strutturandosi e avviando la stagione congressuale. E, a riprova della buona volontà, è che la presentazione del Regolamento per la Campagna Congressuale che si concluderà col voto del prossimo 20, 21 e 22, farà tappa a Messina, città simbolo della mancata definizione delloʼex Movimento, con un incontro il prossimo 30 novembre, alle 19 allʼHotel Royal, che vedrà la partecipazione di simpatizzanti, aderenti, del deputato eletto Antonio Picciolo e del coordinatore regionale Rino Piscitello. Unʼoccasione per chiarire i meccanismi di adesione al Partito e di votazione degli Organi, che avverrà ad elezione diretta. VIVA IL WEB. La Campagna a “democrazia diretta” avverrà sul web. Attraverso il sito www.partitodeisicilianimpa.it sarà infatti possibile iscriversi, candidarsi, partecipare al dibattito ed eleggere i segretari ed i comitati comunali, provinciali, e regionali. I militanti saranno anche chiamati ad esprimere parere su quesiti di carattere referendario. Per il Pds, “la Sicilia ha bisogno di un forte e radicato Partito dei Siciliani”. “Il progetto di uno Stato unitario, dove i cittadini e le diverse parti del Paese fossero posti in condizioni di uguaglianza delle opportunità, è sostanzialmente fallito. Per questo - si legge nel documento ufficiale - scegliere di aderire al Partito dei Siciliani non può che rappresentare una scelta di campo militante e al tempo stesso una rottura con il tradizionale modello dei Partiti a motivazione clientelare. Chi vorrà aderire al Partito dei Siciliani si iscriverà sul nostro sito, potrà candidarsi ad ogni carica dirigente e fare la propria campagna elettorale sempre sul web. Infine dal 20 al 22 dicembre tutti i militanti voteranno, eleggendo tutti gli organi dirigenti comunali, provinciali e regionali”. IL DEPUTATO. Giuseppe Picciolo IL COORDINATORE. Rino Piscitello ABBANDONI. Nicola D’Agostino OBIETTIVO GRANDE SUD. «Con Grande Sud e Nuovo Polo bisogna costruire un fronte comune. Auspichiamo un percorso rapido di unificazione dei movimenti», spiega Piscitello. «Un gruppo unico all'Ars potrebbe essere interessante ma il nodo non è il partito. Occorre andare verso una forte intesa politica e poi i parlamentari decideranno in base alla loro autonomia». Dal canto suo, il fondatore Raffaele Lombardo, apre al presidente della Regione, Rosario Crocetta: «Il Pds non dimentica di essere stato il promotore del successo del governatore eletto. Se, infatti, il Pds, Grande Sud e il Nuovo Polo per la Sicilia non si fossero sganciati da Musumeci, non si sarebbe potuto determinare l'elezione del governatore. La speranza è che il presidente della Regione possa operare libero da condizionamenti politici ed extra politici. Crocetta avrà il sostegno quindi del Pds - aggiunge - se i cambiamenti rivoluzionari di cui parla saranno effettivi, forti e decisi”. MA IN ASSEMBLEA... A dispetto delle parole, però, il partito sembra destinato a perdere un pezzo importante. Si tratta dellʼex capogruppo Nicola DʼAgostino (che a Catania, alle regionali, ha superato il figlio di Lombardo, Toti), già in rotta con i vertici e assente allʼultimo comitato regionale del Pds a Enna. Lʼonorevole prepara infatti l'addio allʼex Mpa. A dimostrarlo, anche lʼassenza alla riunione dei deputati Pds che hanno nominato capogruppo Robero Di Mauro. D'Agostino, in rotta col movimento, formalizzerà le sue decisioni durante la seduta d'insediamento del Parlamento, il 5 dicembre. Alla riunione degli eletti era invece presente Piscitello. Gli otto centonove LA SCHEDA I cinque comandamenti G Gli organi dirigenti del Pds a tutti i livelli vengono eletti via web. Tutte le decisioni politiche a livello comunale e provinciale vengono approvate via web dai militanti e a livello regionale dagli organi dirigenti eletti, previa consultazione via web dei militanti. G Il voto a democrazia diretta si svolgerà il 20, 21 e 22 dicembre. Avranno diritto al voto sulla base della loro residenza tutti i militanti che hanno perfezionato la loro iscrizione entro il 18. G In ogni comune verrà eletto il Segretario comunale. Nei comuni con almeno dieci militanti verrà eletto anche un direttivo formato da tre componenti. Nei comuni con più di trenta militanti il direttivo sarà formato da un numero pari a un decimo dei militanti approssimato per eccesso, con un massimo di dieci componenti. G In ogni provincia verrà eletto il segretario provinciale e un comitato provinciale con un numero di componenti pari a quello del consiglio provinciale della provincia regionale corrispondente e una direzione provinciale formata da dieci componenti. G A livello regionale verrà eletto il Segretario regionale e un Comitato regionale con un numero di componenti pari a quello dellʼAssemblea regionale siciliana e una direzione regionale formata da dieci componenti. deputati regionali hanno eletto all'unanimità come capogruppo Di Mauro. A differenza di DʼAgostino, i parlamentari hanno condiviso la linea politica espressa dal partito nel corso della riunione del comitato regionale di Enna e confermato “il sostegno incondizionato a ogni iniziativa del governo Crocetta che vada in direzione della difesa dell'autonomia regionale e dei diritti della Sicilia e dei siciliani, senza porre alcuna contropartita e nella massima trasparenza”. “Occorre raggiungere sui ruoli istituzionali un accordo complessivo - si legge i una nota del Pds - che tenga conto del numero e della consistenza dei diversi gruppi e della necessità di garantire la solidarietà tra le varie forze politiche utile a raggiungere convergenze in assenza di una definita maggioranza parlamentare”. ALTRI FRONTI Quel candidato un po’ così... Polemica tra La Cava e Tinaglia sulle primarie “alternative” Alessandro La Cava MESSINA. Lʼidea della “Grosse Koalition” lʼha avuta Alessandro La Cava. A rimbalzarlo ci ha pensato Alessandro Tinaglia. Perchè Reset dice “no” alla proposta lanciata dallʼassociazione “Articolo uno” (di cui La Cava è presidente e animatore) per le primarie d'iniziativa popolare. Di cosa si trattava? Di una chiamata alle armi per tutti i movimenti che esprimono, o esprimeranno, candidature alternative a quelle della nomenclatura politica, affinchè il nome da proporre per la poltrona più illustre di palazzo Zanca fosse condivisa. Un invito che il movimento politico che ha designato a sindaco Alessandro Tinaglia (che la sua campagna elettorale lʼha iniziata in bicicletta) ha gentilmente ma fermamente declinato. Allʼappello, invece, hanno aderito sia Viva Messina, che ha come asso nella manica il giornalista Fabio Mazzeo, sia il Movi- pagina 14 mento liberi insieme (il cui nome di punta è il consigliere provinciale Roberto Cerreti), che il Movimento Crocetta Presidente del quale è rappresentante designato Giuseppe Ardizzone. Conformemente alla posizione di netta opposizione ai partiti tradizionali, ed alle sue ramificazioni, Reset ha messo i puntini sulle “i”: Cerreti ha appoggiato il deputato poi eletto Franco Rinaldi, Rosario Crocetta gode del sostegno di Francantonio Genovese e Gianpiero DʼAlia, qualcuno degli esponenti di Viva Messina ha sostenuto Nello Musumeci alle scorse regionali. A sentirsi punti nel vivo sono stati Ferdinando Croce e Piero Adamo, dirigenti di “Giovane Italia” ed animatori di Zda. Che a Tinaglia rinfacciano pressochè la stessa cosa. “Non intendiamo entrare nel merito delle esternazioni del candidato sindaco del movimento “Reset!”, per il quale ci sembra che facciano sufficientemente testo i suoi trascorsi nelle file dei gruppi politici che a Messina ispirarono la costituzione dellʼattuale Partito Democratico”. La campagna elettorale è partita. E si annuncia decisamente interessante. (A.C.) centonove Politica 30 NOVEMBRE 2012 ROCCALUMERA. Non passa la sfiducia al sindaco Gianni Miasi. In aula “solo” 11 voti su 13 Mozione affondata Il documento è stato trasformato in una delibera di “disapprovazione” dell’operato del primo cittadino. I consiglieri Rita Corrini e Santi Allegra “premiati” con due assessorati Gianni Miasi DI GIUSEPPE PISTONE ROCCALUMERA. Avrebbero dovuto votare la sfiducia al sindaco Gianni Miasi, ma alla fine si sono dovuti accontentare di una semplice “disapprovazione” sullʼoperato del primo cittadino. Deliberando di fatto il fallimento dellʼintera amministrazione. Il documento è stato votato da 11 consiglieri su 13. La mozione di sfiducia, dunque, è fallita e il sindaco rimane in sella alla sua poltrona. A fare notizia invece il voto di sfiducia espresso dal presidente, Antonio Garufi in una lunga disamina. Unico imputato della seduta, il sindaco Miasi che da buon legale si difende senza mezze parole. «Al mio paese – dice commosso - ho dedicato i dieci anni più belli della mia vita e questo non me lo merito». Allʼultimo momento prima della votazione della sfiducia, il presidente del consiglio Garufi, stoppa improvvisamente il consiglio. «Sospendiamo per 15 minuti per trovare un accordo unanime sulla votazione della sfiducia» ha detto. Accortosi, presumibilmente, di non avere la garanzia del dodicesimo firmatario che avrebbe mandato a casa il suo sindaco, torna in aula e assieme al gruppo di minoranza “Roccalumera nel cuore” emenda la sfiducia in disapprovazione sullʼoperato del primo cittadino, stilando un documento di ben 5 pagine che censurano le inadempienze del sindaco. Un documento che per i decani della politica, sfiducia di fatto lʼintera amministrazione Miasi, maggioranza e minoranza inclusa. Un attestato che dichiara ufficialmente il proprio fallimento. «Se fossero coerenti farebbero bene a rassegnare le loro dimissioni, uno per uno, nessuno escluso – dice un cittadino allʼuscita del palazzo municipale». Un documento sottoscritto e firmato da undici consiglieri comunali, su tredici presenti. Sette dellʼopposizione e quattro dissidenti, Ettore Fleres, Massimiliano Barbera, Franco Grezzo, IL governatore Rosario Crocetta brinda la vittoria con i sindaci dei Nebrodi Giuseppe Frontaurea e lo stesso presidente del consiglio, Antonio Garufi. Fino allʼultimo, hanno tentato di far cambiare idea ai due consiglieri di maggioranza, Rita Corrini e Santi Allegra. Gli unici che hanno giurato fedeltà in seguito ad un patto di ferro col sindaco Miasi che presto assegnerà ad una di loro la delega assessoriale, dopo le recenti dimissioni di Rosetta Nicita prima, e del vice sindaco, Rosario Foscolo, dopo. Dunque per la terza volta in soli due mesi la mozione di sfiducia non riesce a mandare a casa il sindaco Miasi che dopo quasi 10 anni rimane incollato alla sua poltrona pur non avendo neanche la maggioranza in consiglio. A determinare la sorte di Miasi sarebbe stato il voto di Nino Clemente qualora si fosse presentato in aula, da mesi assente ai consigli comunali. Cʼè chi sarebbe andato persino a casa a convincerlo a votare la sfiducia. Invano. «Prendo atto che oggi è nato un nuovo soggetto politico, frutto di una saldatura tra minoranza e pezzi di maggioranza. Auguro loro buona fortuna. Rivendico a me stesso – spiega con rammarico Gianni Miasi – lʼerrore di aver imbarcato persone irresponsabili che non hanno avuto a cuore il bene del paese, ma hanno sempre tirato allo sfascio. Ma continuerò la mia missione amministrativa sino allʼultimo giorno, costi quel che costi, anche da solo. Non mi dimetterò per nessuna ragione al mondo». Una situazione che rischia di paralizzare del tutto la gestione amministrativa, con un grave danno per lʼeconomia del paese. «La mozione di sfiducia – ha detto il presidente del consiglio Garufi – è stata trasformata in mozione di censura condivisa quasi allʼunanimità. Eʼ questo oggi il verdetto chiaro e inequivocabile che testimonia il disastro della gestione Miasi. Ognuno di noi paga le proprie conseguenze». «Da oggi si apre una nuova pagina politica di Roccalumera – spiega Giuseppe Campagna dopo le grandi e gravi inefficienze delle gestione amministrativa. Cʼè un grande gruppo che intende traghettare il paese sino a nuove elezioni cercando di limitare ulteriori danni al paese che rischia già il collasso finanziario. Siamo stanchi di essere tacciati come quelli del “tanto peggio e tanto meglio”. A rincarare la dose il consigliere Carmelo Spadaro. «Noi siamo un gruppo di minoranza, non siamo complici di chi porta allo sfascio il paese». Adesso da sciogliere rimane lʼimportante nodo dellʼapprovazione del bilancio di previsione 2012, previsto il 31 ottobre scorso. Resta un giallo lʼinsediamento del commissario ad acta, Sergio Azzarello, funzionario dellʼAssessorato regionale autonomie locali, già nominato dalla Regione. Lʼarrivo al comune di Roccalumera era previsto per giovedì 28 novembre. Il commissario, dunque, sarà chiamato a diffidare il sindaco a convocare la giunta per lʼapprovazione dellʼesercizio finanziario 2012. La maggioranza trasversale per ben due volte ha stoppato in aula il bilancio, bocciando di fatto lʼaumento Ici e Irpef, somme che avrebbero permesso di riequilibrare lo strumento finanziario. UN CLIC Germanà, professione paciere L’onorevole mette il ‘sigillo’ sulla pace tra il presidente Nanni Ricevuto e Pippo Rao (Pd) Nanni Ricevuto, Nino Germanà, Pippo Rao MESSINA. Secondo le cronache lʼaula consiliare si sarebbe trasformata in un ring, al punto che il presidente della Provincia regionale Nanni Ricevuto su facebook è stato oggetto di un fotomontaggio nelle vesti del pugile Rocky. Eloquente lʼannuncio: “Nanni Balboa, nei migliori cinema”. In realtà lʼanimato diverbio scoppiato tra il capo dellʼesecutivo di Palazzo dei Leoni e il capogruppo dei Democratici, Pippo Rao, a margine di una seduta sullʼapprovazione del bilancio, è stato presto archiviato con dichiarazioni distensive da parte di entrambi. Ma i due non avevano mai posato insieme. A riuscire nellʼintento è stato il deputato Nino Germanà che da quando è stato eletto allʼArs (al posto dellʼuscente Giuseppe Buzzanca) non perde il buonumore. Ricevuto non se lʼè fatto dire due volte e, davanti alla Provincia regionale, prima ha abbracciato un imbarazzato Rao e poi, da gran teatrante, ha stretto la mano con il “sigillo” dellʼonorevole. Sorninone il commento di Rao: «Quasi, quasi, era megghiù quannu mi vuleva ʻmmiscari». (Gia.C.) pagina 15 Politica 30 NOVEMBRE 2012 SANTA TERESA DI RIVA. Il sindaco piazza a capo del Gruppo e dell’Agenzia due uomini di fiducia Cateno De Luca fa Gal Le sorti dei finanziamenti in mano al consigliere Pippo Lombardo e a Danilo Lo Giudice. A disposizione 7 milioni di finanziamenti. Ecco i componenti dei cda DI MASSIMO FERRARO SANTA TERESA DI RIVA. Il Gal “Peloritani, terre dei miti e della bellezza” e la collegata Agenzia di Sviluppo Locale “Peloritani Spa” cambiano sede, da Fiumedinisi a S. Teresa, ma non podestà politica che rimane saldamente “griffata” Cateno De Luca – presidente onorario di entrambi le strutture - che ha piazzato ai posti di comando persone di massima fiducia. Si è trattato in pratica di rinnovare, dopo tre anni dallʼinsediamento, le cariche allʼinterno dei rispettivi Cda. Per il Gal viene riconfermato al vertice il consigliere provinciale (Sicilia Vera) Giuseppe Lombardo che da qualche mese era subentrato al presidente originario Mario Puglisi, dimessosi per impegni lavorativi. Componenti Pietro Cascio, Francesco Gatto e Natale Rao in rappresentanza dei privati e del mondo dellʼassociazionismo e Armando Carpo, Alessandro Costa e Matteo Sciotto rispettivamente sindaci di Mandanici, Letojanni e Galtieri Sicaminò. A dirigere lʼAgenzia di Sviluppo è stato indicato dallʼassemblea dei soci il presidente del consiglio santateresino, Danilo Lo Giudice, vice Rosanna Fichera sindaco di S. Alessio Siculo e Giovanni De Luca vicesindaco di Fiumedinisi in qualità di componente. Ricordiamo che il Gal Peloritani è composto da 250 promotori tra pubblici e privati, di cui 46 comuni che vanno da Motta Camastra sino a Furnari tracciando un itinerario che tocca Armando Carpo lʼAlcantara, la Pippo Lombardo e Cateno De Luca jonica e la tirrenica. Lo scopo del gruppo di azione di locale è quello di aggregare ed intercettare fondi di sviluppo rurale e poi di destinarli al mercato pubblico e privato attraverso lʼesecuzione di bandi a progetto. Il fine dellʼente voluto dallʼallora sindaco di Fiumedinisi ed adesso primo cittadino di Santa Teresa è quello di attingere a risorse sovraccomunali sviluppando il segmento agro-alimentare attraverso la valorizzazione delle tradizioni popolari e degli antichi mestieri. In tre anni di attività le maestranze del Gal sono riuscite ad intercettare ad oggi 7 milioni di euro di trasferimenti con i primi quattro bandi già operativi in attesa di assegnazione verso organismi pubblici e privati per un valore superiore ai 4 milioni di euro. Le ipotesi di sviluppo progettuale prevedono la trasformazione e commercializzazione di prodotti tipici, la messa in opera di servizi per la fruizione di itinerari rurali nellʼaltro, la realizzazione di interventi di ripristino degli elementi culturali del paesaggio agrario tradizionale ed in ultimo la realizzazione di impianti per produrre energia da fonti rinnovabili. Questi primi quattro ambiti di intervento a breve dopo lʼassegnazione produrranno i primi effetti sulla comunità in un sistema dove il Gal rappresenta lʼorgano di indirizzo e lʼAgenzia una sorta di braccio operativo fornendo una organizzazione tecnico – strutturale di supporto ai comuni consorziati che già ha reso operativo il Pist. «Bisogna intensificare lʼattività sin qui svolta per completare la pubblicazione dei bandi ed intercettare altre risorse comunitarie disponibili nel segmento del psr regionale» dice Pippo Lombardo, neo presidente. centonove MILAZZO Marano accusa: «Pergolizzi dimettiti!» Il consigliere ambientalista contro il presidente del consiglio MILAZZO. Il consigliere Peppe Marano si scaglia contro il presidente del consiglio comunale, Saro Pergolizzi, reo di non avere difeso il consiglio comunale davanti alla Corte dei Conti, lʼorgano che ha intimato lʼapprovazione del default. «In quest'ultimo anno - scrive Marano, esponente del Movimento Insieme Peppe Marano per l'ambiente - stiamo assistendo alla volontà individuale di un sindaco, l'unico in Italia, che intende portare il comune al dissesto finanziario. Assistiamo inoltre all'incapacità politica e gestionale di un presidente del consiglio comunale Rosario Pergolizzi del Pdl che avrebbe dovuto tirare le fila di una maggioranza - opposizione all'attuale amministrazione e che invece non è stato all'altezza nè di portare avanti una mozione di sfiducia (che Marano non ha voluto firmare, ndr), nè di fare partecipare i cittadini, le associazioni, le forze sociali, i comitati al dibattito in un momento delicatissimo per le sorti della nostra città». Il movimento attribuisce a Pergolizzi «la mancata attuazione di una vera opposizione all'attuale amministrazione che tranquilla nel suo cammino non si è mai preoccupata delle azioni fumose di alcuni soggetti all'interno dellʼaula». «Ci riferiamo - sottolinea Marano - in particolar modo a tutti i componenti del Pdl. Pergolizzi e i suoi colleghi di partito non sono mai andati alla Corte dei Conti a difendere la nostra Milazzo. Noi ci tiriamo fuori da questa mancata azione che ha favorito una amministrazione ad andare avanti indisturbata e sono proprio questi i motivi per i quali chiediamo con determinazione che il presidente del consiglio comunale lasci quella carica e si dimetta». Pergolizzi non voluto replicare. SAN FILIPPO DEL MELA Il dream team di Cocuzza Nuova giunta al Comune. Aliprandi si prepara al voto SAN FILIPPO DEL MELA. Lʼantico proverbio siciliano “Conzila comu vui sempre cocuzza è” (condiscila a tuo piacimento ma resta sempre di zucchina) non ha solo una valenza gastronomica ma pure politica. Almeno a San Filippo del Mela, dove cambia la giunta ma la compagine che sostiene il sindaco Giuseppe Cocuzza resta invariata. Una pietanza politica evidentemente gradita ai sanfilippesi, che hanno manifestato il loro apprezzamento al medico urologo, sia in occasione delle ultime elezioni amministrative (nel 2008, Cocuzza ottenne 3.438 voti, pari ad oltre il 72% dei consensi) che in quella delle ultime regionali (più di mille voti). Dopo che gli assessori uscenti hanno rimesso il lo- ro mandato nelle mani del primo cittadino, Cocuzza ci ha messo poco più di una settimana a ricostruire un nuovo esecutivo, con meno assessori (quattro al posto di sei), con un età media più bassa, e con una forte presenza femminile. La maggioranza consiliare resta compatta (10 consiglieri su 15) ed il gruppo addirittura si apre a nuovi soggetti, finora esterni alla compagine. Nemmeno gli amministratori sostituiti abbandonano il sindaco. Per alcuni di loro è già pronto un ruolo da esperti a titolo gratuito. «Non volevo disperdere le competenze che hanno maturato in questi anni – spiega Cocuzza – Nel prosieguo di questo mandato, gli uscenti ci metteranno la maturità politica, i nuovi lʼentusiasmo e voglia di fare». Lʼunico confermato è Nicola Ragno, 66 anni, pensionato, al quale vengono affidati Lavori pubblici ed Urbanistica, oltre la carica di vicesindaco. Lʼaltro nome maschile è quello di Felice Bartolone, classe ʼ78, dipendente pubblico, che si occuperà di politiche per lʼassociazionismo, po- pagina 16 lizia municipale, sport turismo e spettacolo. Metà giunta è composta da donne. Venera Calderone, 46 anni, dirigente dellʼistituto comprensivo di San Filippo del Mela, avrà la responsabilità delle politiche della famiglia, giovanili, sociali e della pubblica istruzione. Angela Pizzurro, 30 anni, avvocato, è il nuovo assessore alle politiche per lo sviluppo sostenibile, per il commercio e per il contenzioso. Il nuovo esecutivo si avvia ad affrontare lʼultimo scorcio di mandato elettorale, con gli obiettivi prioritari di approvare il nuovo piano regolatore generale e di avviare i lavori del nuovo cimitero comunale (tramite project financing). Il compito di Cocuzza sarà quello di lavorare affinché questo gruppo resti compatto in vista delle prossime elezioni amministrative, della primavera del 2013. Il nome più accreditato per succedere a Cocuzza (che ha già esperito due mandati) al momento è al momento quello di Pasqualino Aliprandi (vice sindaco uscente). Gia.C. Sicilia centonove Ludovico Albert Mario Centrorrino REGIONE. La riforma boomerang dell’ex assessore Centorrino Licenziamenti col trucco Gli enti di Formazione continuano ad assumere nuovo personale dopo aver mandato a casa mille degli ottomila dipendenti dichiarati in esubero. Che ora presentano una valanga di ricorsi DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. La regione Sicilia ci ha messo 36 milioni di euro in più, tuttavia mille degli ottomila lavoratori, dichiarati in esubero, sono stati licenziati dagli enti di Formazione. Che, però, continuano ad assumere nuovo personale. La riforma della Formazione dellʼex assessore Mario Centorrino e del dirigente generale Ludovico Albert ha prodotto paradossi su paradossi. E un rischio. Quello, senza aver mai bandito un concorso, di vedere gli organici della regione Sicilia crescere in un solo colpo di mille unità. Un rischio che potrà essere uno dei problemi con cui si cimenterà Nelli Scialabra, il neo assessore alla Formazione nominato da Rosario Crocetta. I mille licenziati, infatti, si sono rivolti ai legali che hanno avviato una valanga di ricorsi ai Tribunali del Lavoro dellʼisola per chiedere venga loro riconosciuto il rapporto di lavoro diretto con la Regione. LA TESI DEI LICENZIATI. I motivi? «Gli enti di formazione non erano degli organismi di diritto distinti dalla regione Sicilia ma hanno sempre agito come sua longa manus, alla stregua delle società in house». La prova? «Cʼè tutta una serie di norme di legge che corroborano questo dato. Intanto, le assunzioni degli enti erano autorizzate dalla regione per cui ogni ente non aveva autonomia. E poi cʼè una norma che stabilisce che la Regione, che interveniva per pagare tutti gli stipendi, assicura la stabilità del lavoro dei dipendenti della Formazione», spiegano in sintesi i legali Giuseppe Saitta e Giuliano Saitta, gli avvocati di Messina che patrocinano in questa battaglia legale 200 lavoratori che hanno perso il lavoro. Elio Sauta, direttore dellʼAram Sicilia, da 30 anni nel mondo del Formazione, non è molto convinto che alla fine i lavoratori riescano a spuntarla: «Spero per loro ce la facciano ma mi sembra molto difficile. Se è vero che nella pubblica amministrazione si entra dopo aver sostenuto un concorso, non mi pare che nessuno di noi lo abbia mai fatto», dice il consigliere comunale. E, infatti, gli enti di Formazione, come è emerso da tutta una serie di inchieste anche giudiziarie, sono rette sul principio del familismo, e assomigliano a dei clan. Elio Sauta, però, sullʼargomento ci tiene a dire la sua: «Negli enti di formazione non ci sono solo i parenti di chi li ha fondati o li 30 NOVEMBRE 2012 gestisce o dei loro sponsor politici. Ci sono parenti di magistrati, di uomini delle forze dellʼordine, di sindacalisti, di giornalisti. Per anni si è assunto tutti coloro che si potevano assumere sulla base della semplice conoscenza personale. Questa è la verità». LE INDAGINI. SullʼʼAram, ente di formazione della galassia dellʼex sindaco di Messina Francantonio Genovese, è da tempo in corso unʼinchiesta della magistratura. Così come su altri enti di Messina, riferibili a politici di primo piano della città. Corsi fantasma, assunzioni fuori termine ma retrodatate, consulenze vietate, spese di gestione gonfiate con false fatturazioni e rimborsate a piè di lista dalla regione Sicilia: i magistrati della procura stanno tentando di trovare elementi che supportino queste ipotesi investigative alimentate da lettere anonime. Le indagini, oltre allʼAncol, il cui presidente Melino Capone è stato raggiunto da un avviso di garanzia per truffa, hanno preso di mira lʼEfal, ente di formazione del Movimento Cristiano dei Lavoratori guidato da Nicola Papa e dallʼex deputato regionale e assessore comunale Fortunato Romano; e lʼIssvir, ente di formazione presieduto da Francesca Giardina, figlia di Giovanna Crifò, consigliere comunale a Messina tra le fila del Pdl, assai vicina in passato a Carmelo Briguglio, poi a Formica e da ultimo allo stesso sindaco Buzzanca. Gli uomini della Fiamme gialle sono stati incuriositi dalle spese di gestione dei corsi. Secondo la normativa in vigore sino allo scorso anno, la Regione Sicilia non solo era obbligata a pagare a piè di lista, tutte le spese per il personale, andando anche fuori il budget, con le cosiddettte integrazioni, ma si faceva carico di tutte le spese di gestione: ovvero di tutte le spese documentate con fatture necessarie per tenere i corsi. E quindi personal computer, affitto dei locali, materiale didattico, per fare degli esempi. La congruità di queste spese è stata avallata dai funzionari dei vari Uffici provinciali del Lavoro, braccio operativo del Dipartimento regionale alla Formazione. Lʼipotesi degli inquirenti è che dietro a certe fatturazioni di favore ci sia lʼacquisto di beni di valore nettamente inferiore. Elio Sauta, sottolinea: «Abbiamo consegnato agli inquirenti tutta la documentazione che ci è stata chiesta. Non abbiamo nulla da temere. E così, presumo, tutti gli altri enti» ZOOM Il magnifico mondo fantasma Da Partino a Messina enti inesistenti incassano milioni di euro. La reticenza degli allievi MESSINA. Dopo lʼAncol, lʼente di formazione di Messina presieduto da Melino Capone, che ha incassato 13 milioni di euro dal 2006 in poi, benchè secondo gli inquirenti della Procura di Messina non aveva titolo perchè ne era stata cancellata lʼaffiliazione allʼente nazionale, è la volta degli enti di formazione fatti in casa. Una coppia di coniugi di Partinico, infatti, è finita sotto inchiesta per una truffa commessa con i fondi della formazione professionale: in dieci anni avrebbero incassato tre milioni di euro per corsi la cui sede risultava essere nella villa in cui abitano che veniva subaffittata per alcune migliaia di euro al mese ai due enti di formazione da loro costituiti. Lui vigile del fuoco, lei insegnante di liceo, sono finiti anche nel mirino della Corte dei conti. Il mondo della formazione non smette mai di stupire. Ogni giorno che passa infatti si scoprono cose nuove. E se ci sono gli enti fantasma e le sedi fantasma degli enti, decine di indagini hano preso di mira i corsi fantasmi. Si sa che ci sono ma è difficilissimo scoprirle. «Lo sappiamo indirettamente dagli stessi allievi che frequentano i corsi. Nel momento in cui li obblighiamo a non rispettare gli orari protestano: “Ma come lʼanno scorso mi hanno fatto firmare anche per i giorni in cui non ci sono andato a seguire le lezioni», racconta un operatore del settore. Eppure, nonostante il fenomeno sia così diffuso, gli investigatori non riescono a cavarne un ragno dal buco. «Gli allievi negano. Capiscono infatti che si sono presi dei soldi e hanno messo delle firme false. Non hanno nessun interesse quindi ad autodenunciarsi. Nè è immaginabile che le forze dellʼordine passino le giornate per le sedi degli enti a fare i cani da guardia», spiega un investigatore che da anni conduce inchieste sul mondo della formazione. (M.S.) pagina 17 Melino Capone Sicilia 30 NOVEMBRE 2012 centonove BARCELLONA. Centoventi indagati per incidenti e lesioni simulate Frode assicurata L’ inchiesta della Procura conferma la tesi dell’investigatore privato che è andato a caccia dei truffatori per conto delle compagnie di assicurazione. Nel mirino avvocati e periti DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Avvocati, uno dei quali giudice onorario di un Tribunali della Repubblica italiana e un altro figlio di un Procuratore generale di Corte dʼappello; periti assicurativi, medici, meccanici; e cittadini, molti dei quali stretti congiunti di esponenti di primo piano della mafia. Tutti insieme, uniti appassionatamente per realizzare un obiettivo: truffare le agenzie assicurative. Che scottate da migliaia di richieste di risarcimento danni se ne sono scappati da Barcellona Pozzo di Gotto, come ha fatto “Groupama”. O hanno fatto lievitare il premio assicurativo a livelli record, come attestano le relazioni dellʼIsvap, Istituto di vigilanza sulle assicurazioni. Lʼinchiesta che conta 120 indagati è cooordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, Giorgio Nicola e Fabio Sozio. Parte da un dato econonico che tutti coloro che hanno lʼesigenza di assicurare un veicolo toccano con mano. E dà una spiegazione che tradotta in termini giudici significa il reato di frode alla assicurazioni realizzato attraverso la simulazione o lʼaggravamento di lesioni personali che mai realmente erano state procurate. Gli inquirenti, però, si sono convinti che non si è trattato di singoli cittadini che reieteratamente hanno cercato di sbarcare il lunario incassando premi per tirare a campare, ma che dietro ci sia unʼorganizzazione promossa e gestita ed alimentata da legali, periti liquidatori e medici che alla fine si dividono la parte più sostanziosa del “malloppo”. I due magistrati hanno così ipotizzato il reato di associazione per delinquere che ha permesso alle indagini di fare un salto di qualità: i due sostituti, infatti, hanno potuto così chiedere ed ottenere intercettazioni telefoniche sulle utenze telefoniche di avvocati, medici e liquidatori. Lʼattività di intercettazione, di appostamento e di riscontro documentale svolta dai carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, a cui state delegate le indagini, ha determinato lʼestensione a macchia dʼolio dellʼinchiesta e lʼindividuazione di coloro che sono considerati i componenti dellʼorganizzazione: questʼultimi, così, sono stati iscritti sul registro degli indagati anche per associazione per delinquere. LʼASSOCIAZIONE. Per questo reato sono indagati 2 medici della città del Longano: Sebastiano Bauro e Giuseppe Milone; due periti liquidatori delle assicurazioni, Natale Cambria e Giuseppe Catanesi; un meccanico carrozziere: Ottavio Perdichizzi; 4 avvocati: Giuseppe Sgrò, Nello Cassata, figlio del Procuratore generale dealla Corte dʼappello di Messina Franco, Massimo Romano, Elisabetta Sidoti; Nunzio Fugazzotto, Carmela Dauccio, Tindaro Grasso. Sul registro degli indagati sono finiti anche altri legali e periti e liquidatori IL DENUNCIANTE. Alessandro Talarico delle assicurazioni: Domenico Bucca, Ruggero Iarrera e Giuseppe Licciardello, tutti e tre periti assicurativi; Domenico Giunta e Claudio Aliberti, che invece di mestiere fanno i medici. La lista degli avvocati indagati per concorso in frode assicurativa è lunghissima: vi figurano, Massimo Alosi, avvocato e consigliere comunale in quota Udc,Carmela Brigandì, Domenico Bucca, Carmelo Cicero, Sabrina Coppolino, Antonino Currò, Stefano Giunta, Cosimo Messina, Carmelo Pino, Sebastiano Giovanni Pino, Antonino Zarcone, e Anna Maria Coppolino. GIUDICE IN TRASFERTA. Una parte delle indagini è approdata al di là dello Stretto: sono stati, infatti, trasmessi alla Procura di Reggio Calabria gli atti riguardanti uno degli indagati: Antonino Casdia: avvocato ma anche giudice onorario del Tribunale di Patti. I risultati dellʼindagine hanno fatto il loro ingresso anche negli uffici legali della compagnie di assicurazione. I carabinieri, man man che hanno scoperto i falsi incidenti, hanno contattato i legali delle assicurazioni impegnati a contrattare la liquidazione o impegnati nelle cause civili a fronteggiare la richiesta del “falso incidentato”. «Lʼincidente è stato inventato ad arte, non accettate transazioni», hanno segnalato ai legali delle compagnie assicurative, che si sono adeguati. LʼORIGINE. I primi esiti dellʼindagine hanno confermato la tesi di un investigatore privato che per conto delle compagnie assicurative più importanti per anni è andato alla caccia dei falsi incidenti e delle prove degli imbrogli da esibire poi, ad opera degli avvocati delle assicurazioni, nelle aule dei Tribunali. Gaetano Tamburello dopo aver esaminato migliaia di sinistri ha incrociato nomi e dati e ha concluso: «Tutti gli incidenti falsi sono riconducibili a non più di una decina di avvocati e a non più di 30 famiglie della città, molti di questi di vertice della mafia. I nomi sono nelle relazioni inviate ai legali delle compagnie». Sulla scorta delle relazioni, Alessandro Talarico, avvocato penalista di Fondiaria Sai, ha presentato un esposto in Procura da cui sono partite le indagini. MAFIA. Tra gli indagati figura Vito Carmelo Foti, ad esempio, in carcere per associazione per delinquere ed estorsione. E ci sono i parenti di Carmelo Mazza, luogotenente del boss di vertice Carmelo DʼAmico, ammazzato nellʼaprile di due anni fa dopo lʼarresto del boss. Ci sono anche i parenti di Carmelo Giambò, gambizzato nel 2010 ed arrestato per associazione mafiosa ed estorsione nel 2011, nellʼambito dellʼinchiesta Gotha 2. IL GIRO DʼAFFARI. Nella città del Longano sono residenti 45mila persone: nel 2009 le assicurazioni furono L’ELENCO Vittime... di se stessi Ecco le persone sott’inchiesta per aver simulato danni o lesioni MESSINA. Lʼelenco degli indagati è lunghissimo: oltre a periti e avvocati ci sono un centinaio di cittadini: le vittime degli incidenti, appunto. Che secondo gli iquirenti sono falsi. La Procura guidata da Salvatore De Luca, ipotizza il reato di Mutilazione fraudolenta della propria persona, che commette chiunque, al fine di conseguire per sè o per altri il prezzo di unʼassicurazione contro infortuni, cagiona a sè stesso una lesione personale, o aggrava le conseguenze della lesione. Il reato è perseguibile dʼufficio. In alcuni casi, ad alcuni degli indagati è contestato il falso. Ecco la lista: Filippo Reale, Salvatore Reale, Kujtim Burgaj, Giovanna Lucina Impalà, Massimo Giardina, Salvatore Laquidara, Francesco Longo, Concetta Stefania Caliri, Giovanna Lucina Impalà, Sebastiana Mazzeo, Graziella Mazzeo, Roberto Merlino, Dario Bisognano, Claudio Aliberti, Giuseppe Abate, Milione, Giuseppe Milone, Gaetano Miloni, Cesare Francesco Abbate, Maurizio Abbate, Molino, Ettore Mosca, Antonio Roberto Abbate, Salvatore Abbate, Munafò, Giuseppe Munafò, Carmelo Lorenzo Alizzi, Francesco Asciutto, Rosario, Natale Giuseppe Pandolfo, Giuseppe Bellinvia, Matteo Bellinvia, Giuseppe Parisi, Tindaro Pino, Elio Bonanno, Maria Bonvegna, Francesco Pittari, Grazia Rosa Angelo Bucca, Carmelo Caliri, Porcino, Giuseppe Puliafitto, Eugenio Cancelliere, Maurizio Salvatore Quattrocchi, Giovanni Rao, Catalano, Irene Catalfamo, Marco Rao, Adelaide Ravidà, Massimiliano DʼAngelo, Antonino De Benvenuto Ravidà, Armando Ettore Rueda, Giuseppa Di Salvo, Rosaria Rosina, Fortunata Saporito, Antonino Famà, Sebastiana Floramo, Gregorio Scolaro, Robert Serifovik, Carmelo Gaipa, Domenico Genovese, Tindaro Sottile, Antonino Spinola, Pietro Genovese, Carmelo Iannello, Filippo Paolo Trifiletti, Carmelo Triolo, Iannello, Santina Iannello, Tarik Sebastiano Trovato, Silvana Salvatore De Luca Khouribech, Marilena Laquidara, Trovato, Francesco Vinci. (M.S). pagina 18 centonove Sicilia 30 NOVEMBRE 2012 I NUMERI DELLA TRUFFA 120: gli indagati 35 milioni di euro: il frutto delle frodi alla assicurazioni all’anno 20: gli incidenti denunciati in tre anni dai primatisti degli incidenti facili. 80%: la percentuale di sinistri falsi Una: la società di assicurazioni rimasta a Barcellona L’investigatore privato Gaetano Tamburello costrette a liquidare 35 milioni di euro. Se, come stima lʼinvestigatore Tamburello, “lʼ80% dei sinistri è falso”, il frutto della truffa si aggira sui 30 milioni di euro allʼanno. Che sono appannaggio di un numero ridotto di persone: secondo un altro dato che lʼinvestigatore aveva tratto dalla banca dati dellʼAnia (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici), a Barcellona il 70% dei sinistri è stato generato dallo 0,5% degli assicurati. Nella quasi totalità dei casi si tratta di incidenti che finiscono in cause, civili e penali. E vengono per la stragrande maggioranza decise dal giudice di pace. O, in corso dʼopera, a giudizio instaurato, dalle transazioni tra avvocati. GUINNESS DEI PRIMATI. Giovanna Bonvenga, 32 anni, una delle persone ora indagate anche per falso nel procedimento iniziato nel 2011, secondo lʼindagine dellʼinvestigatore privato, già tra il 2002 e il 2004 aveva denunciato 19 sinistri a tre agenzie assicurative diverse: Genertel, Maa e Milano assicurazioni. Nelle relazioni confezionate da Gaetano Tamburello a beneficio degli avvocati delle agenzie, ci sono altri primatisti dellʼassicurazione, che, comunque, non figurano tra gli indagati dellʼinchiesta condotta dai pm Sozio e Nicola: Giovanni Crinò, secondo le relazioni riservate di Tamburello ha collezionato 20 incidenti tra il 2002 e il 2006; altrettanti tra il 2003 e il 2006 li ha collezionati Vittorio De Pasquale. IL DENUNCIANTE/2. Luigi Ragno L’esilio di Tamburello L’investigatore che ha denunciato i raggiri costretto a lasciare la città dello Stretto MESSINA. Minacciato, ha chiuso lʼagenzia di investigazione ubicata in via La Farina e se nʼè andato via da Messina. Il lavoro di Gaetano Tamburello per conto delle più importanti agenzie di assicurazione di Messina e provincia, ha dettato le linee dellʼinchiesta dei carabinieri ma, si è chiuso male. Come quello tra moglie e marito che hanno scoperto di essere stati traditi. Lʼinvestigatore, infatti, ha avanzato una richiesta di risarcimento danni record alla Fondiaria Sai, Agenzia per cui ha lavorato. Il motivo? «Lʼagenzia invece di tenere riservate le mie relazioni e usarle solo per lʼattività difensiva e resistere alle richieste di risarcimento danni sono state inserite nel fascicolo dʼudienza e così tutti hanno saputo che in violazione di una precisa norma contrattuale e deontologica che obbliga le assicurazioni di non rivelare nè il nome nè il frutto dellʼattività a terzi. Tutto ciò mi ha provocato un danno ingentissimo tanto che ho dovuto chiudere lʼufficio di Messina», ha, in sintesi spiegato nelle richieste di risarcimento avanzate al Tribunale civile di Messina. Lʼistituto di assicurazione ha messo in campo Geronimo La Russa, fratello dellʼex ministro della difesa, Ignazio. A Gaetano Tamburello non è neanche piaciuto il modo in cui i due legali della Fondiaria, Luigi Ragno e Alessandro Talarico, hanno usato le relazioni per presentare la denuncia ala Procura della Repubblica Secondo lʼinvestigatore, infatti, insieme ai sinistri sicuramente inventati, i legali hanno inserito un numero troppo alto di incidenti bordeline, inquinando così il suo lavoro e rendendo di fatto impossibile leggere il fenomeno. Gaetano Tamburello è noto negli ambienti giudiziari messinesi. Sua è una perizia che scagionava tutti gli indagati nellʼinchiesta sullʼeredità Marino. Dopo 8 anni di processo tutti sono stati assolti dal Tribunale di Messina. (M.S.) ALTRE STORIE Penalisti, rissa in Camera Tensione nel corso dell’elezione del nuovo direttivo. Lanza contro il maestro Lo Presti MESSINA. Il nuovo direttivo della Camera penale di Barcellona, che prende il posto di quello deflagrato dalla accuse incrociate tra i componenti, nasce sotto la stella della rissa. Lʼassemblea degli avvocati penalisti del Foro di Barcellona si è tenuta sabato scorso. Ha scelto i nuovi 5 componenti, ma ha avuto una coda velenosa condida da insulti e tentativi di aggressione fisica. Protagonisti uno dei legali più importanti del Foro, ex componente del Consiglio direttivo, Giuseppe Lo Presti, e il suo allievo “preferito”, tesoriere dellʼex direttivo, confermato al termine dellʼassemblea di sabato, Diego Lanza. Lo scontro è nato al termine dei lavori contrassegnati da tensioni e accuse incrociate. Giuseppe Lo Presti, che pure aveva rinunciato alla candidatura, accusato velatamente di scarsa democraticità dal suo allievo, lʼha messa sul piano del rispetto: «È solo un mese che sei andato via dal mio studio e già mi manchi di rispetto. Ci sono avvocati che che sono andati via da 5 anni e ancora mi portano rispetto». Non lʼavesse mai detto. Diego Lanza ha perso il controllo e ha cominciato ad inveire contro il maestro: «Non ti permetto di dirmi questo», ha urlato. «Che fai adesso mi metti nel libro nero?», ha ancora affermato Lanza. Che ha inseguito per le scale il maestro. I colleghi sono però riusciti seppure a stento a trattenerlo. Il membri del vecchio Consiglio si erano dimessi dopo che il presidente Bernardo Garofalo era stato accusato da Lo Presti e da Tommaso Calderone di essere lʼispiratore delle accuse mosse nei loro confronti dal collaboratore di giustizia Santo Gullo. I nuovi componenti del Consiglio sono Diego Lanza, Fabrizio Formica, Giovanni Pino, Simone Giovannetti, Pinuccio Calabrò. Secondo i pronostici, il presidente sarà Fabrizio Formica. (M.S.) pagina 19 Giuseppe Lo Presti Sicilia 30 NOVEMBRE 2012 centonove MESSINA. Viaggio negli istituti dove si protesta a oltranza Noi, studenti pre...occupati I primi a prendere posizione sono stati i classici Maurolico e La Farina. Chi sono i ragazzi con la passione dei 18 e il pessimismo dei 20 anni DI VALENTINA COSTA MESSINA. Ore 6.30: pulizie scolastiche. È il primo compito della ventina di ragazzi del Collettivo Studentesco che sta gestendo, in questi giorni, lʼoccupazione del Liceo Maurolico di Messina. «Dobbiamo fare in modo che la scuola sia a posto per le 8, quando apriamo i portoni», spiega Marco Milone, studente. Lʼoccupazione delle scuole è da qualche decennio un rito annuale di fine novembre. Hanno iniziato lunedì i classici Maurolico e La Farina, seguiti dagli scientifici Archimede e Seguenza. Tra rimembranze sessantottine e contestazioni attuali, lʼoccupazione è considerata da molti, docenti in primis, un pretesto per arrivare a Natale senza far scuola. ALLʼARCHIMEDE. Ammettiamolo, lʼoccupazione è diventata da tempo uno strumento fine a se stesso. Ma questʼanno è diverso», argomenta Paolo Pino, rappresentante dellʼArchimede, che, insieme a Francesco Mangiò e Fabrizio Lo Iacono, spiega con coinvolgimento le motivazioni della protesta deflagrata tra gli studenti cittadini dallo scorso ottobre. «La nostra protesta, segue, innanzitutto, la contestazione nazionale, attivatasi contro i tagli fatti alla scuola negli ultimi anni, dalle ore di sostegno, alle ore curriculari vere e proprie. In particolare chiediamo lo stop del Ddl ex-Aprea in discussione in questi giorni in Parlamento che», spiegano i tre ragazzi, «in un paragrafo prevede esplicitamente lʼinserimento dei privati nella scuola pubblica e la trasformazione di questʼultima in una fondazione». Scuola pubblica e diritto allo studio potrebbero non essere più tali, con didattiche diverse da istituto a istituto, con una qualità dellʼinsegnamento e delle strutture variabile a seconda dellʼapporto del finanziatore privato e, soprattutto, con il rischio concreto dellʼinserimento di tasse. «Tutte queste informazioni stiamo cercando di farle passare tra i ragazzi nel corso dei seminari che organizziamo», continuano i tre rappresentanti. «Vogliamo contribuire alla creazione di una loro coscienza critica, far capire che ci stanno rubando il futuro, che di questo passo non si sa dove andremo a finire». Paolo, Francesco e Fabrizio hanno tutta la passione dei 18 anni e, cosa che fa paura, la disillusione di chi ne ha 20 di più. AllʼArchimede, i seminari e le conferenze si accompagnano alle attività sportive e ai momenti di svago, con tanta musica e ballo, e seguono i due appuntamenti di prima mattina: lʼassemblea dʼistituto alle 9 e la rassegna stampa alle 10: «Gli articoli interessanti gli abbiamo selezionati online stanotte». I CLASSICI. Al Maurolico i programmi vengono stabiliti in anticipo dal Collettivo Studentesco e affissi allʼentrata: ore 9 risveglio muscolare; ore 10 dibattito sul TESTIMONIANZE Il rischio è diventare un altro mattone nel muro IL PERIODO TRA novembre e dicembre è, per gli studenti nostrani, il momento storicamente più adatto per occupare i plessi scolastici in segno di protesta, e anche questʼanno la regola si è confermata. Se il movimento dellʼanno scorso era rimasto circoscritto a poche scuole e non aveva raggiunto unʼeffettiva unità dʼintenti e azione, questʼanno il fronte degli studenti appare compatto come ai tempi della riforma Gelmini. Dal Maurolico, allʼArchimede, dal La Farina al Seguenza, passando per Nautico e Jaci, la maggior parte degli istituti superiori della città ha scelto la strada dellʼopposizione estrema e ad oltranza in difesa della scuola pubblica. Ma quali sono i motivi della protesta? Abbiamo a questo proposito interpellato Andrea Capobianco, studente dellʼultimo anno presso il liceo “Maurolico” e rappresentante dʼistituto:- Abbiamo deciso di occupare le scuole per esprimere il nostro dissenso contro il Ddl n°953, la c.d. Legge Aprea (dal nome della promotrice, lʼex deputata Valentina Aprea, militante nel Pdl, ndr), a nostro avviso fortemente penalizzante per lʼistruzione pubblica. Lʼintento di questa legge è sostanzialmente quello di far partecipare dei privati esterni al Consiglio dʼIstituto, con il rischio che possano seriamente incidere sul Piano dʼOfferta Formativa e indirizzare le scuole verso i loro interessi. Se a questo si aggiunge che con la Spending Review abbiamo assistito ad ulteriori tagli alla spesa per la scuola pubblica si capisce bene come si sia resa necessaria una forma di pagina 20 protesta.- Ma quali modifiche apporterebbe realmente la legge Aprea? È fondamentale segnalare come la formulazione originaria del DDL n°953 risalga addirittura al 2008, ma il testo sia rimasto in aula per ben 4 (!) anni prima di essere votato al Senato. Da qui ha ottenuto visibilità a livello nazionale, nonché numerose critiche da parte dei sindacati prima e delle associazioni degli studenti poi, tanto da essere pesantemente modificato alla Camera e per giunta, proprio nei giorni scorsi, sconfessato dallo stesso ministro Profumo. Lʼidea che vi sta alla base è che la scuola debba essere integrata nel tessuto economico della zona in cui si trova, quasi come unʼazienda: finanziamenti privati, maggior peso alle prove statistiche dellʼInvalsi, nuovi organi interni molto simili a consigli di amministrazione. Ma può una struttura complessa come una scuola funzionare come unʼazienda senza perdere la sua utilità? Dice ancora il centonove Sicilia 30 NOVEMBRE 2012 Nella pagina accanto, in alto, Luigi Genovese e Marco Milone del Liceo Classico Maurolico. In basso, da sinistra, Francesco Greco (rappresentante del classico La Farina) Paolo Pino, Fabrizio Lo Iacono e Paolo Mangiò (rappresentanti del liceo scientifico Archimede). Sopra, studenti del Seguenza tengono lo striscione dellʼoccupazione precariato; ore 11 educazione sessuale; ore 12 introduzione dei giovani nel mondo del lavoro; ore 14 intrattenimento in cortile e torneo di pallavolo; ore 16 si parla di droga, mentre alle 16.30 si dibatte sulle ideologie. In unʼagenda tanto fitta, fortunatamente, cʼè spazio nel tardo pomeriggio per sport, burraco e giochi di carte, e per la musica, a cui è dedicata unʼaula specifica. «Abbiamo messo in pausa lʼattività didattica per fare ciò che va oltre il curriculare», spiega Francesco Greco, rappresentante del liceo La Farina. «Stiamo autogestendo laboratori di Costituzione e diritto. Eʼ vergognoso che a 18 anni si esca da scuola senza neanche conoscere lʼarticolo 1 e poi dover firmare un contratto persino per attivare la scheda di un cellulare». A queste attività si affiancano la fotografia, il teatro, ma anche lo sport e la zumba. «Attività ludiche che hanno un loro posto importante, un poʼ come nel modello di scuola americano». Conclude Francesco: «Con lʼoccupazione stiamo mettendo in pratica la scuola che vorremmo. È un modo per uscire dagli schemi. La nostra protesta, però, non è soltanto un grido al vento, ma si sta trasformando in qualcosa di concreto». LA PIATTAFORMA. Un vero e proprio movimento, che si sta raccogliendo attorno a una Piattaforma Programmatica stilata e approvata in assemblea dai rappresentanti delle scuole superiori messinesi. In essa le rivendicazioni contro i tagli nazionali allʼIstruzione, vengono contestualizzate nellʼambito della generale crisi europea e, soprattutto, cittadina: “A pagare la crisi […] devono essere i diretti responsabili, ossia le classi dirigenti dal punto di vista economico e finanziario, ed i governi che politicamente legittimano il saccheggio delle risorse economiche dei ceti mediobassi”, si legge nel documento. LA NOTTE. Sono le 20.30 e, al Maurolico, lʼatmosfera è rilassata: “è appena finita la sfilata di moda”, spiega Luigi Genovese, rappresentante 16enne che, messa da parte lʼoratoria sul drammatico momento vissuto dai giovani in Italia, mostra lʼorganizzazione interna dellʼoccupazione, che prevede persino un guardaroba sorvegliato. E la sera, rimanete in tanti? «Si, restiamo a dormire», anche se le occhiaie profonde dicono il contrario. E le ragazze? «Qualcuna rimane. Entra solo gente della scuola, quindi sono al sicuro». Tra autoorganizzazione ed euforica convivenza h24, lʼoccupazione diventa esperienza di vita: unica, irripetibile. IL COIMMENTO Tagli alla scuola pubblica e insegnanti “agitati” DI AUGUSTO CAVADI PALERMO. Come prevedibile, la rivolta europea contro i tagli alla scuola pubblica è passata pure per la Sicilia. Via internet e per telefono le notizie corrono da una città allʼaltra, a Palermo ho potuto assistere a più di unʼassemblea sindacale di docenti. La prima sensazione è stata di tenerezza: professori e professoresse di ogni età agitati (dopo anni di sopore) dallʼindignazione, dai dubbi, dai propositi bellicosi tipici dei loro alunni. “I governi passano, ma tutti ci trattano con i piedi”; “La responsabilità è soprattutto nostra: siamo una categoria disorganizzata. I nostri sindacati proclamano tre o quattro giornate di sciopero diverse, senza riuscire ad accordarsi per una manifestazione unitaria. Così, ogni volta, ci troviamo in quattro gatti o poco più”; “Se scioperano tassisti o farmacisti, i governi si arrendono: se scioperiamo noi, non succede nulla. Anzi, i diretti destinatari del servizio - gli studenti esultano”. Un sindacalista, tra i più accalorati, urla: “Le vecchie forme di protesta sono ormai logore. Dobbiamo inventarci qualcosa che dia davvero fastidio agli altri!”. Le proposte fioccano e, con la stessa velocità, si spappolano per aria: “Annulliamo i viaggi dʼistruzione, così danneggiamo gli operatori turistici”; “Blocchiamo lʼadozione dei libri, così danneggiamo lʼeditoria”; “Cancelliamo i ricevimenti dei genitori, così danneggiamo le famiglie”. A mezza voce, il vecchio docente alle soglie del pensionamento obietta: “Se vogliamo davvero rompere le scatole a qualcuno, continuiamo a fare lezione come ogni giorno: gli alunni non ce lo perdoneranno facilmente…”. Il più delle volte la tempesta si condensa in un bicchierino da rosolio: tuoni e saette producono un documento di protesta (sulla cui punteggiatura si discute mezzʼora) da inviare al ministero e agli organi di stampa. E che, ovviamente, non sarà letto da nessuno. Davvero non cʼè nulla da fare per incidere sulle scelte politiche di un governo? Due piccole cosette ci sarebbero. La prima: contribuire alla composizione di un parlamento decente per competenza e onestà. Ma già da questo punto di vista, gli insegnanti non si differenziano dalla media dei cittadini italiani: quasi metà non vota, più di un quarto vota per il centro-destra e meno di un quarto per il centrosinistra e la sinistra. Il risultato è un parlamento incapace di esprimere, dal suo seno, un governo e, al massimo, disposto a sostituire lʼallegra brigata Berlusconi con una squadra di tecnici seri. Dunque seriamente impegnati a costruire un Paese dai connotati conservatori, liberisti, filo-atlantici, clericali…Accettare, attivamente o astensionalmente, un progetto globale di società e protestare solo quando vengono toccati i propri interessi individuali e corporativi si chiama qualunquismo. Come avvertiva Paolo Borsellino, le proteste si fanno in piazza, ma le rivoluzioni con la matita e la scheda nel segreto dellʼurna. Come educatori, poi, gli insegnanti potrebbero sbilanciarsi anche su un secondo obiettivo: favorire la formazione di nuove generazioni di cittadini, più attenti ai dibattiti politici e meno rappresentante Capobianco:- Gli investimenti privati non automi da programmare. andrebbero di certo ad avvantaggiare gli istituti tecnici e In un quadro in cui lo Stato sembra non avere tempo, scientifici a scapito di classici e linguistici, con un voglia e risorse per investire nel pubblico, agli studenti conseguente impoverimento generale del sistema.- Chi abbandonati non resta che la via della protesta, che trova investirebbe su un indirizzo di studi che non nellʼoccupazione la sua sintesi estrema. Si Una scuola è in grado, per costituzione, di produrre può discutere sullʼutilità o meno di tale occupata è viva nel vero scelta, sulle sue conseguenze sul piano immediatamente “ricchezza”? E, scenario ancora più inquietante, quale imprenditore pratico; tuttavia nulla può essere detto senso della parola. punterebbe su una scuola situata in una Si impara a discutere, sullʼimpegno e la serietà della maggior parte zona disagiata? Probabilmente, complice il a stare insieme, a credere dei ragazzi, che in unʼoccupazione periodo di crisi, neanche il buon samaritano esprimono lʼamore e la cura per la scuola in qualcosa di più più abbiente. Lo scenario delineato dalla che hanno scelto di frequentare. Si dei propri interessi legge Aprea è terribilmente simile alla costituisce un servizio dʼordine, si segnano personali famosa scuola “in serie” mirabilmente le presenze, si organizzano dibattiti, cantata dai Pink Floyd in Another Brick in cineforum, conferenze, tornei sportivi: una The Wall, e chiunque conosca la realtà di un scuola occupata è viva nel vero senso della liceo sa quanto importante sia, soprattutto in parola. Si impara a discutere, a stare insieme, a credere questʼambito, essere considerati persone da crescere, in qualcosa di più dei propri interessi personali, ad “ ” pagina 21 disposti a vendere il proprio voto (o a tenerselo in tasca con sterile disprezzo verso chi andrà al potere lo stesso, senza certe fette di consenso e anzi grazie proprio a tale astensione). Facendosi scudo di un principio sacrosanto (“niente propaganda elettorale nelle aule”), la stragrande maggioranza degli insegnanti mette in pratica un principio molto meno sacro e molto meno santo: “niente cultura politica nelle aule”. Lʼandazzo è vecchio: lʼanalfabetismo politico si trasmette da una generazione allʼaltra con i risultati che abbiamo sotto gli occhi. La Costituzione? Tutti lʼesaltano, nessuno la legge. Quotidiani e telegiornali? Una perdita di tempo. Saggistica di qualità sui temi storici e contemporanei? Spreco di denaro…Così non solo i docenti, ma un poʼ tutte le categorie professionali (che si formano nell scuole), tacciono quando un governo glissa sulla lotta contro lʼevasione fiscale, investe cifre astronomiche in armamenti, dilapida risorse per alimentare il clientelismo e il familismo…per poi strepitare quando il medesimo governo o la sua bella copia subentratagli – gli mette le mani in tasca. Occuparsi di politica e suscitare nei giovani lʼinteresse - se non addirittura la passione – per essa: obiettivi troppo semplici per meritare dʼessere perseguiti. Meglio illudersi che basta una settimana lʼanno di agitazione collettiva per raddrizzare le gambe ai cani. Meglio ignorare che la dimensione politica non è un optional e che, se i cittadini non se ne occuperanno, sarà la politica ad occupare le loro vite. E talora a rovinarle. www.augustocavadi.eu illudersi che in un mondo troppo più grande di noi le nostre azioni possano davvero incidere. Per questi motivi, uniti ad un poʼ di nostalgia, ritengo che lʼesperienza di questi giorni del Maurolico, così come di tantissime altre scuole messinesi e non, sia lʼesercizio migliore di democrazia diretta attualmente possibile in un paese dove spesso si ha paura di manifestare unʼidea, e che siano dei ragazzi di Liceo, la maggior parte legalmente immaturi, a darne testimonianza deve seriamente far riflettere chi detiene il potere, perché una cosa è dare autonomia alle scuole, unʼaltra è tentare di trasformarle in fondazioni, aziende, banche, enti di non ben determinata natura. E a quei docenti che al momento si staranno lamentando dei giorni di scuola persi mi piace ricordare come spesso anche un solo minuto di responsabilità possa essere più proficuo di unʼintera ora di lezione. Roberto Saglimbeni Sicilia 30 NOVEMBRE 2012 LI’, SULLA COLLINA. Il complesso La Residenza incombe sul torrente Trapani MESSINA. Continua la telenovela del complesso sulla collina di torrente Trapani La Residenza, stop & go Dissequestrato e “risorto” con meno cubatura del previsto, il progetto è fermo al Genio civile, ma il Comune “soccorre” l’impresa costruttrice. E non inserisce la vallata tra le zone a rischio DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Non cʼè pace per il discusso complesso la Residenza, poco meno di cento appartamenti che la Pett srl sta edificando, a singhiozzo, in cima alla vallata da cui nasce il torrente Trapani. Sequestrato dalla Procura, poi dissequestrato, costruito per metà in attesa di tirare su la seconda metà, partito con un certo numero di appartamenti poi ridotto per ragioni di “realpolitik” con la delocalizzazione (ancora non si sa dove) di 22mila metri cubi di quelli che sarebbero terzo e quarto lotto, più ulteriori 2600 metri quadrati dopo una lunga serie di “trattative” con lʼufficio che più di tutti si è opposto: il Genio civile”. In tutto, è il 30% in meno rispetto a quanto originariamente previsto. Quanto bastava perchè la Pett Srl avesse se non proprio certezza, quantomeno buone speranze che il Genio dicesse finalmente “sì”. E invece no. LE RIUNIONI. A ottobre, il legale Nino Favazzo, che difende gli interessi di Giuseppe Pettina, scrive allʼingegnere capo del Genio civile Gaetano Sciacca, spiegando la necessità di ottenere “lʼautorizzazione preventiva, a richiesta della ditta ed in presenza di una situazione di fatto assolutamente identica rispetto a quella che solo oggi viene incomprensibilmente ritenuta di ostacolo”. Perchè la Pett richiede il documento? Per via del dissequestro temporaneo del cantiere avvenuto a metà luglio, e di una riunione con Luigi Giacobbe, un Pippo Pettina Gaetano Sciacca centonove ingegnere che ha mediato tra le parti a luglio. INTORNO AD UN TAVOLO. Sciacca e Pettina si siedono ad un tavolo. A tentare unʼinterlocuzione in maniera da sbloccare il cantiere del La Residenza, ci prova Luigi Giacobbe. Su quello che si sono detti in riunione relaziona Favazzo, in una lettera volta a sollecitare lo sblocco dellʼiter da parte di un evidentemente recalcitrante Sciacca. “Vengo a sollecitare lʼemissione di un suo provvedimento favorevole”, scrive Favazzo. Perchè tanto ottimismo da parte dellʼavvocato di Pettina? “Ferme restando le sue considerazioni personali - scrive Favazzo - circa la “ritenuta vulnerabilità dellʼintero bacino del torrente Trapani”, ribadisco che lʼautorizzazione oggi richiesta dalla Pett Srl è finalizzata al completamento delle strutture ed alla realizzazione delle opere necessarie alla messa in sicurezza del cantiere, allo stato fonte di concreto pericolo per lʼincolumità pubblica e privata. Aggiungo - continua il legale - che ogni perplessità manifestata dal suo ufficio in punto di “aggravamento del carico urbanistico” appare allo stato, oltre che avanzata da organo incompetente, anche intempestiva”. Perchè? Perchè la Pett, secondo Favazzo, “ha già rinunciato a realizzare ben oltre un terzo della cubatura a suo tempo assentita”. E Sciacca? Come risponde? SCIACCA RISPONDE. “Si è constatato la non rispondenza a quanto rappresentato rilevando in particolare la mancata realizzazione delle opere di urbanizzazione e presidio sia interne che esterne al lotto - scrive Sciacca motivando lʼennesimo diniego alla ripresa dei lavori tenuto conto che tale circostanza può causare grave pericolo per persone e cose, lʼufficio ha adottato i provvedimenti di propria competenza”. Nellʼesprimere il suo “niet”, Sciacca invia la nota al comune di Messina, perchè inserisca la vallata del Trapani nel Pai (piano dʼassetto idrogeologico) come zona a rischio massimo, contrassegnata dalla sigla R4. Con conseguente stop di ogni edificazione. INTERVIENE IL COMUNE. Alla Pett, però, viene involontariamente in soccorso il Comune, che si schiera contro la proposta del Genio civile. “Non esistono dissesti significativi”, scrive il dirigente alla Protezione civile Francesco Ajello, che continua spiegando che “non esistono dissesti significativi”, e che “si tratta di condizioni di criticità che, quantunque possano causare pericolo, sono legate ad opere di mediocre rilievo, non propriamente attinenti alla classificazione severa come la R4”. RITRATTI Addio a Rizzo, Turi per tutti Si è spento l’ex presidente degli Ingegneri e politico del Psi che legò la prima e la seconda Repubblica Turi Rizzo MESSINA. Per lʼanagrafe il suo nome era Salvatore, ma per gli amici, il mondo della politica, quello degli ingegneri e per la città di Messina, era soprattutto “Turi”. Un diminuitivo affettuoso che, anno dopo anno, era divenuto la cifra stilistica di Salvatore Rizzo, morto in ua clinica privata a Catania il 26 novembre scorso. Settantotto anni fa, Turi, nellʼultimo ventennio, era stato uno dei pochi personaggi a legare la prima e la seconda Repubblica. Socialista di ferro del Psi, era stato eletto per la prima volta al Comune di Messina nel 1990, diventando assessore allʼedilizia privata e protezione civile della giunta guidata da Mario Bonsignore, che poi lo aveva anche delegato alla viabilità. Riconfermato dopo il voto del 1992, era sta- pagina 22 to nominato vice sindaco con l'ultima amministrazione Bonsignore, fino a diventare sindaco facente funzioni. Subito dopo era tornato ad essere assessore con un altro “Turi”, Salvatore Leonardi. E si deve proprio allʼultimo sindaco Dc della storia recente della città il merito di aver strappato Rizzo allʼoblio seguito a tangentopoli, chiamandolo nellʼesecutivo il 3 novembre 1999. Nellʼamministrazione rimase fino al 2003, sposando iniziative che lo vedevano in prima linea, come le “Domeniche ecologiche”. Il suo ultimo ritorno a Palazzo era stato nel 2006, quando venne nominato esperto a titolo gratuito per la protezione civile durante l'amministrazione Genovese. Lʼaltra faccia di Rizzo era quella del professionista. Laureato in ingegneria civile nel 1960, si dedicò alla progettazione di opere pubbliche e di edilizia privata, redigendo anche piani regolatori per alcuni comuni della provincia di Messina. Di Rizzo, presidente dellʼordine degli Ingegneri tra il 1993 e il 2000, resta anche il ricordo della battuta pronta. Una volta, a chi gli chiedeva delle capacità manageriali di Turi Leonardi, rispose secco: «Se lui è un manager, io sono Gianni Agnelli». (D.D.J.) centonove Sicilia 30 NOVEMBRE 2012 MESSINA. Sequestrati gli animali del Parco sui Colli San Rizzo Daini, allarme Tbc Disposta la quarantena dopo gli accertamenti sanitari effettuati all’Istituto zooprofilattico di Barcellona. Rischio contagio per gli uomini. I 50 mammiferi potrebbero essere abbattuti Un bambino in visita al parco dei daini dei colli San Rizzo DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. I primi sospetti nacquero quando alcuni medici veterinari che si erano recati sui Colli San Rizzo di Messina per mostrarli ai loro bambini si accorsero che alcuni esemplari non stavano in piedi. Il sospetto è diventato certezza dopo gli approfonditi esami effettuati nella scorsa estate allʼIstituto zooprofilattico di Barcellona Pozzo di Gotto. I 50 daini tenuti in cattività nel parco, ospitato nel Forte di Puntal Ferraro, a due passi dal centro di recupero faunistico, sono malati. Gravemente malati e anche infetti: pericolosi, quindi, per gli altri animali e anche per gli uomini. E, per impedire che lʼinfezione si estenda a macchia dʼolio, potrebbero essere presto tutti abbattuti. “Tubercolosi”: è questo lʼesito delle indagini effettuate nel laboratori di Barcellona su una carcassa di uno dei mammiferi simili ai cervi, che attiravano sui monti peloritani migliaia di bambini e amanti della natura. Il risultato è stato comunicato in piena estate ai vertici dellʼassessorato regionale alla Foreste competente sul parco: “il ceppo di tubercolosi è di tipo bovino e quindi può essere trasmesso anche agli uomini”. Il responso non ha dato scelta al dirigente dellʼassessorato alla Risorse agricole, Nicolò Maranto, che ha ordinato al capo dellʼUfficio Territoriale di Messina di mettere in quarantena tutti i daini tenendoli isolati dagli altri animali e dagli uomini, secondo i consigli che sono stati dettati dal dirigente del Dipartimento di Medicina Pippo Cucinotta, docente veterinario LA SCHEDA La malattia in pillole LA TUBERCOLOSI o tisi in sigla Tbc, è una malattia infettiva causata da vari ceppi di micobatteri La tubercolosi attacca solitamente i polmoni, ma può colpire anche altre parti del corpo. Si trasmette per via aerea attraverso goccioline di saliva emesse con la tosse. La maggior parte delle infezioni che colpiscono gli esseri umani risultano essere asintomatiche. I sintomi classici sono una tosse cronica con espettorato striato di sangue, febbre di rado elevata, sudorazione notturna e perdita di peso. L'infezione di altri organi provoca una vasta gamma di sintomi. Il trattamento è difficile e richiede l'assunzione di antibiotici multipli per lungo tempo. La resistenza agli antibiotici è un problema crescente nell'affrontare la malattia. Veterinaria dellʼazienda sanitaria 5 di Messina. Il cancello che apre al parco è stato così chiuso con il lucchetto e chi si è recato sui Colli per far visita agli animali se nʼè dovuto tornare indietro: deluso. Lʼisolamento è una misura temporanea e tampone in attesa che si assumano i provvedimenti risolutivi. Questʼultimi dipendono anche dalle risorse che la regione Sicilia e il Ministero della salute, a cui sono state indirizzate richieste di aiuto dallʼAsp 5, decideranno di mettere in campo. Sebastiano Di Bella, dirigente del Dipartimento si sanità Veterinaria dellʼazienda sanitaria 5 di Messina, spiega: «Non abbiamo nè risorse, nè uomini per fronteggiare la situazione e selezionare i capi malati da quelli non malati. Purtroppo, credo che lʼunica soluzione che può risolvere il problema è lʼabbattimento di tutti gli esemplari. Restiamo in attesa di direttive da Palermo e soprattutto da Roma». LʼALLARME. I militari della Guardia forestale che gestiscono il parco sono stati allarmati dalle morti improvvise di alcuni daini. A luglio hanno chiesto lʼintervento di Pippo Cucinotta, docente di Chirurgia Veterinaria allʼUniversità di Messina: «Ho visto che i daini morti presentavano delle ulcere e uno strano essudato. Un animale non muore per unʼulcera. Ho sospettato subito che si potesse trattare di tubercolosi. Ho così consigliato ai dirigenti del Dipartimento foreste di effettuare gli esami allʼIstituto zooprofilattico», racconta il docente. BARCELLONA Lo strano caso di Gregor Clochard russo in isolamento per una tubercolosi resistente a ogni trattamento. Magistri: «Tutto sotto controllo» BARCELLONA. I daini del parco dei coli San Rizzo non li ha mai visti. Ma ha una tubercolosi resistente ad ogni trattamento farmacologico. Gregor, nome di fantasia, ha 40 anni: è di nazionalità russa e conduce da anni una vita di strada che lo ha ridotto a poco più di uno scheletro. Eʼ da qualche settimana ricoverato nel reparto di Malattie infettive del Cutroni Zodda di Barcellona, in rigoroso isolamento. I medici le stanno tentando tutte per debellare la malattia infettiva che ne mette a rischio la vita ma, ogni tentativo si sta rivelando vano. I sanitari stanno così valutando di trasferirlo allʼIstituto Spallanzani di Roma, centro specializzato nel trattamento delle malattie infettive. Nella struttura romana il giovane era stato agli inizi del 2012. Sempre per curare la tubercolosi. Dopo alcuni cilcli di antibiotici sembrava guarito ed è stato dimesso. Altri mesi di vita raminga, però, hanno scatenato di nuovo la malattia. Manlio Magistri, commissario dellʼAzienda sanitaria 5 di Messina, specializzato in Igiene ed ex direttore sanitario del Policlinico, spiega: «Il caso è sotto controllo. Non cʼè da fare allarmismi. Certo non sappiano in questi mesi con chi questo giovane è venuto a contatto». Il manager aggiunge: «I casi di tubercolosi che arrivano negli ospedali è in aumento. Questa malattia, che un tempo provocava molte vittime, dopo anni di vaccinazione è considerata eradicata, e così non esiste più nenche un sistema di monitoraggio. Tuttavia lʼarrivo nel paese di persone straniere ha notevolmente aumentato i casi che i medici degli ospedali si trovano a fronteggiare». (M.S.) pagina 23 Manlio Magistri, commissario Asp 5 Sicilia 30 NOVEMBRE 2012 centonove AUTO D’EPOCA. La “Scuderia antichi motori” dello Stretto rievoca il “Giro di Sicilia” Quattro ruote nell’anima Con un convegno in occasione del centenario della gara ideata da Vincenzo Florio, l’associazione guidata da Antonio Verzera fa il punto su restauro, conservazione e recupero dei veicoli storici CONDOTTIERI. A sinistra, Antonio Verzera, presidente della Scuderia antichi motori Messina, che ha organizzato il 24 novembre un convegno rievocativo del centenario del Giro di Sicilia. Accanto, Tazio Nuvolari e a destra, nella foto in bianco e nero, Olivier Gendebien DI SIRO BIZZI MESSINA. Sono passati cento anni da quando per la prima volta, nel 1912, si accesero i motori per il primo “Giro di Sicilia”. Cento anni di storia e di imprese che la “Scuderia antichi motori Messina” (Samo club) ha deciso di celebrare e rievocare il 24 novembre al Teatro Vittorio Emanuele con un convegno denominato “Cento anni del Giro di Sicilia con Messina protagonista. Circuito, Piloti, Auto”. Il “Giro di Sicilia” è una di quelle gare motiristiche entrate ormai nella leggenda dei motori. Fu ideato nel 1912 da Vincenzo Florio, dal quale prese poi il nome. Una gara affascinate, difficilissima, con percorsi misti che coprivano quasi per intero il perimetro dellʼisola, il solo portare a termine la gara, soprattutto nei primi anni, veniva già considerata unʼardua impresa, in cui si cimentarono celebri nomi dellʼautomobilismo italiano ed internazionale come Tazio Nuvolari e Olivier Gendebien. Lʼinteressamento alla gara non riguardò soltanto i piloti, ma anche grandi case costruttrici di automobili come Alfa Romeo, Ferrari, Porsche e Mercedes-Benz. Una gara dove lʼabilità dei piloti e lʼaffidabilità del mezzo la facevano da padrone, un percorso immerso nei più splendidi paesaggi immaginabili, quasi ad addolcire la fatica fatta nel domare macchine selvagge che si guidavano con la testa ed il corpo su strade insidiose che lʼhanno resa una delle gare italiane più famose nel mondo. Nel 1957, però, dopo lʼincidente avvenuto durante la “Millemiglia”, le gare cittadine vennero considerate troppo rischiose venendo così trasformate in gare di regolarità. La commemorazione organizzata dal Samo club ha rievocato, in particolare, il passaggio a Messina durante la competizione, attraverso documenti fotografici e video. «Il club nasce con diverse finalità - spiega Antonio Verzera, presidente del Samo - Il recupero, il restauro e la conservazione di veicoli storici, lʼintenzione di tenere “SGARBI” Se il “Giro di Sicilia” non passa dalla città MESSINA. ll 6 giugno 2012 ha preso il via da Palermo la XXII edizione del "Giro di Sicilia", con una piccola particolarità, particolarità che gli stessi membri del SaMO. sottolineano. «La nostra non vuole essere una polemica, ma il fatto che Messina non venga neanche sfiorata dalla competizione è indicativo. è venuto a mancare un appoggio che favorisse il passaggio della competizione in città. "Forse- continuano i membri del club- oltre ad un problema istituzionale, questo è un problema che si ricollega a quella che è la mancanza di cultura motoristica nella nostra città e che è andata perduta negli anni. Il percorso di quest'anno piuttosto che seguire un'iter classico scavalca Messina passando da Taormina, è questa è una grave perdita visto e considerato che il numero degli appassionati che gravita intorno a questa competizione o più semplicemente intorno alle vetture d'epoca è davvero elevato. Una volta, la nostra città era il punto in cui, durante il "Giro di Sicilia" le automobili facevano rifornimento ed i piloti come Nuvolari trovavano un attimo di riposo». pagina 24 centonove Sicilia 30 NOVEMBRE 2012 viva la memoria storica di Messina e del suo ruolo fondamentale nelle competizioni motoristiche dagli inizi del ʻ900 ad oggi. Eʼ un modo per creare una forma di aggregazione che manca nella nostra città e da la possibilità di far godere di certe occasioni anche a chi non ha la disponibilità ad avere in garage un mezzo che abbia 30 anni o più». «La città di Messina - continua Alfredo Schipani, membro del Samo. club - viveva anche di motori, perchè oltre alle macchine in se, alla loro meccanica antica, alle linee che già trentʼanni fa rendevano moderne certe auto, essere appassionati di mezzi storici consiste nellʼapprezzare e conoscere la gente ed i contesti che gravitavano intorno alle automobili ed alle competizioni a cui partecipavano, per non parlare poi del fatto che, proprio grazie a certe rievocazioni si possa conoscere meglio la propria città e “vedere da vicino” come era fatta». La città di Messina, a testimonianza del suo ruolo importantissimo nel mondo dei motori, vantava, oltre al passaggio del “Giro di Sicilia” diverse gare che si disputavano prettamente sul territorio messinese come la “Circuito dei laghi”, gara di velocità che si teneva presso il laghi di Ganzirri che prevedeva una durata di 10 ore, la “Colli S. Rizzo” anchʼessa gara di velocità e la “10 ore notturne”. «La passione per le auto dʼepoca - continua Antonio Verzera nasce grazie a delle tradizioni familiari che hanno visto diverse generazioni curare e conservare auto che vedere oggi da una sensazione incomparabile». «Ad esempio - spiega Schipani - i mezzi di una volta erano fatti per durare nel tempo e sono arrivati ad oggi, se ben conservati perfettamente funzionanti, provate a comprare una macchina oggi...», mentre parla indica una Lambretta degli anni ʻ40 «perfettamente intatta e funzionante». «Eʼ una passione che contestualmente fa culturaconclude Verzera». Al convegno, patrocinato dalla Provincia Regionale di Messina, dallʼAutomotoclub storico italiano e dallʼAci Messina hanno partecipato, Giuseppe Di Mauro consigliere federale dellʼAsi, che ha svolto la parte che trattava nello specifico lʼ Associazione e le rievocazioni storiche, Daniele Spataro presidente del “Veteran car Club pagina 25 Panormus” di Palermo, che ha riassunto gli anni del giro dagli inizi alla rievocazione del centenario, Claudio Faranda e Giuseppe Pirrone, due storici piloti messinesi la cui testimonianza ha appassionato la sala. Il moderatore dellʼevento è stato Antonio Verzera, presidente del Samo club. Sicilia 30 NOVEMBRE 2012 centonove MESSINA. La Provincia rivoluziona la gestione dei polmoni verdi. Tagliando gli sprechi Riserve revolution L’assessore Fichera affida a decine di lsu i laghetti di Marinello, di Ganzirri e le Montagne delle Felci a Salina. Faranno da guide e si muoveranno solo con veicoli elettrici. Aperto l’info point a Patti I laghetti di Ganzirri DI GIANFRANCO CUSUMANO OLIVERI. La Provincia regionale di Messina si prepara a rivoluzionare la gestione delle riserve del territorio. Con lʼapertura di infopoint, trasferimento di personale, utilizzo di autoelettriche. Tutto in ossequio alla spending review. Gli interventi, che partiranno ufficialmente nel corso di dicembre, interessano tutte e tre le riserve: “Montagne delle Felci e dei Porri” nellʼisola di Salina, “Laghetti di Marinello” nel territorio del Comune di Patti (si accede dal Comune di Oliveri) e “Capo Peloro” nel territorio del Comune di Messina. A gestire il processo di rilancio dei polmoni verdi della Provincia, anche dal punto di vista turistico e culturale, è lʼassessore ai Parchi e Riserve, Renato Fichera, che ha ottenuto la delega nellʼultimo rimpasto e si appresta a firmare un protocollo con lʼamministrazione comunale di Oliveri. Fichera promette non solo un rilancio ma anche un risparmio di 30 mila euro lʼanno. Le problematiche con cui si sono dovuti affrontare anche il predecessore Gaetano Duca, sono legate principalmente al personale e allʼassenza di servizi a favore del visitatore. Lʼunica riserva che dal momento della sua istituzione, ha il personale previsto nel decreto originario di assegnazione in gestione alla Provincia di Messina è quella di Salina. Per le altre due non è stato previsto organico specifico in quanto a carico della Provincia. «Con questa riorganizzazione - spiega lʼassessore Fichera - si intende creare per ogni singola riserva uno specifico organico di personale e mezzi, in quanto in precedenza la vigilanza di tutti e tre i siti gravavano su quello incaricato per la riserva di Salina, oltre chiaramente alla mancanza di unità per la manutenzione e pulizia delle due riserve di Capo Peloro e Marinello. La precedente organizzazione, oltre ad avere un costo annuo eccessivo per missioni, lavoro straordinario e impegno di mezzi di trasporto (Land Rover L’assessore Renato Fichera La modella Serena Accetta fotografata ai Laghetti di Marinello (foto Antonio Rifici) Defender e Mitsubishi Pajero di cilindrata di 3200 cc nella riserva di Salina; Mitsubishi Pajero anchʼessa di 3200 cc di cilindrata al porto di Milazzo; oltre ad altri mezzi di servizio occasionali) non poteva di certo assicurare una presenza continua degli addetti alla sorveglianza». Alla luce dellʼintervento le tre auto la cui cilindrata è ritenuta “eccessiva” rientrano allʼautoparco per interventi di protezione civile, con un notevole risparmio sui costi di gestione. «Lʼinnovazione della rivoluzione - continua Fichera - è rappresentata dal fatto che i mezzi utilizzati allʼinterno delle riserve, con esclusione dei Defender per arrampicarsi sulle parti alte e impervie alla riserva di Salina, sono esclusivamente a trazione elettrica». Alla riserva di Capo Peloro saranno impiegati 10 lavoratori Lsu, economicamente a carico della regione siciliana grazie ad un protocollo dʼintesa sottoscritto con la Cooperativa Normanna, oltre alla attività da sempre svolta da tre dipendenti della Provincia con esperienza e qualifica (che in base alle esigenze si spostano anche sulla riserva di Marinello). LʼUnità Operativa Complessa è affidata alla dipendente Rossella Arnò e per i punti di inizio e fine lavoro giornaliero sono stati adibiti i locali dellʼex Iai. «I lavori hanno già avuto inizio dal 13 novembre - riprende lʼassessore della giunta Ricevuto - entro breve tempo si procederà, nei limiti imposti dalla normativa sullʼambiente, a curare gli alberi ad alto fusto. Eʼ stato disposto lʼavvio della gara con impegno di 180 mila euro per aggiudicare ed avviare per un triennio i lavori di “derattizzazione sicura della zona in modo ecologico e senza danni per lʼambiente naturale protetto». Un accordo stipulato tra lʼassessorato e Messina Ambiente permetterà il ritiro dei rifiuti. Alla riserva di Marinello verranno utilizzati 12 lavoratori (3 con la qualifica di impiegato che svolgeranno lʼattività di guida allʼinterno della riserva e 9 con la qualifica di operaio che svolgeranno lʼattività di manutenzione e pulizia del sito) provenienti da un protocollo dʼintesa con la Cooperativa Agrifoglio. LʼUnità Operativa Complessa è affidata al dipendente provinciale Giorgio De Luca (attuale consigliere comunale di Patti) a cui è affiancato il dipendente Armando Pelligra oltre al personale qualificato di stazionamento alla riserva di Capo Peloro richiesti di volta in volta. «Il personale utilizzato per il servizio guida, assieme allʼintera unità operativa sarà ospite al comune di Patti in un locale messo a disposizione dal comune al fine di valorrizzare publicizzare ed incentivare la fruibilità turistica ed ambientale della riserva - sottolinea lʼassessore - è, invece, in corso di programmazione un protocollo dʼintesa tra la provincia e il Comune di Oliveri, altro territorio da cui si accede alla riserva, al fine di creare una sinergia per regolare e rendere agevoli le visite di quanti vorranno fruire delle bellezze di un bene tanto importante a riserva, dalle scolaresche a quanti appassionati dellʼambiente vorranno fruire di un bene tanto importante». Il comune di Oliveri si impegna a mettere a disposizione locali per depositi e ricarica dei due mezzi elettrici. AGRIGENTO Torna la Fiera della Montagna LA IX EDIZIONE DELLA Fiera della Montagna di San Giovanni Gemini e Cammarata, in provincia di Agrigento, si svolgerà presso il Palazzetto dello Sport di San Giovanni Gemini dal 7 al 9 dicembre. All'interno di quest'edizione, verrà presentato, nel corso di un workshop in programma sabato 8 dicembre, un importante progetto di marketing territoriale basato su nuove piattaforme tecnologiche. I Comuni di San Giovanni Gemini e Cammarata, primi in Sicilia, saranno presenti sulla piattaforma J'eco Guides con guide per tablet e smartphone. Tale strumento permetterà ai turisti e ai visitatori dell'area, non solo di conoscere aspetti nascosti degli splendidi territori dei monti sicani, ma anche di entrare facilmente in contatto con le realtà produttive locali. Obiettivo è che queste guide possano fungere da volano per una crescita economica e commerciale troppo spesso demandata ai costosi strumenti di marketing tradizionali. Farà da prestigiosa cornice al workshop la Fiera che, come ogni anno, sarà un'occasione unica di incontro e confronto tra enti locali, produttori e utenti. Previsti desgustazioni e spettacoli. www.fieradellamontagna.org. pagina 26 centonove Sicilia 30 NOVEMBRE 2012 SOCIETA’. L’analisi dell’esperto su un fenomeno in crescita Sopravvivere allo stalking In Italia muore una donna ogni due giorni ma lo Stato non riesce a contrastare la violenza nonostante gli ultimatum dell’Onu. Le battaglie possibili DI ILENIA COLETTI* PALERMO. “Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti non è affatto casuale”. Così Serena Dandini introduce il suo lavoro teatrale “Ferite a morte”, una ʻspoon riverʼ delle donne morte per femminicidio. In Italia una donna ogni due/tre giorni muore per mano di un marito, un amante, un fidanzato, un ex compagno. E questo è solo lʼaspetto più tragico di un fenomeno pervasivo come quello della violenza sulle donne dentro e fuori la famiglia. Lo Stato italiano è stato più volte redarguito dalle Nazioni Unite per il suo scarso impegno nel contrastare questo fenomeno. Attingendo a fatti di cronaca realmente avvenuti, Serena Dandini, in collaborazione con Maura Misiti, demografa e ricercatrice del Cnr, ha scritto unʼantologia di racconti per dare voce alle donne vittime di questo fenomeno. “Ferite a morte” ha lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica alla sottoscrizione della “Convenzione No More! Contro il femminicidio” (si può firmare sul sito: http://convenzioneantiviolenzanomore.blog spot.it/) che chiede fra lʼaltro al Governo e alle istituzioni italiane di discutere urgentemente le proposte in materia di prevenzione, contrasto e protezione delle donne dalla violenza maschile e la ratifica immediata della Convenzione del Consiglio d'Europa (Istanbul 2011). A portare in scena i testi di Serena Dandini sabato scorso a Palermo sono state donne di spicco del mondo dello spettacolo, del giornalismo, della società civile oltre che la stessa Dandini. Il cast che comprende Geppi Cucciari, Lilli Gruber, Angela Finocchiaro, Donatella Finocchiaro, Germana Pasquero, Stefania Casini, Isabella Ragonese, Lella Costa, Paola Minaccioni, Alessandra Vanzi, Emanuela Grimalda, Anna Bonaiuto, Thony, Olivia Sellerio, Rosaria Maida, Pierelisa Rizzo, Paola Cortellesi e, unico uomo presente sul palco, Luca De Gennaro Dj dopo lʼappuntamento a Palermo sarà a Bologna il 30 novembre e a Genova il 9 dicembre. Gli ultimi episodi di orrenda violenza sulle donne rappresentano un vero e proprio allarme sociale. Si moltiplicano gli episodi di cronaca che ci raccontano di donne perseguitate da ex partners o aspiranti tali, la cui intrusione nella loro vita le distrugge sia mentalmente che fisicamente. Il termine tecnico è ormai noto: stalking. Secondo i dati diffusi dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero degli Interni, in Italia sono stati denunciati 5.133 casi; la Sicilia si trova al 5° posto con 434 casi; “la palma dʼoro” spetta alla Lombardia con 727 casi denunciati. Si tratta di cifre sottostimate, poiché tante vittime non denunciano per vari motivi: per mancanza di una chiara coscienza del fenomeno e delle corrette informazioni su di esso e sulle strutture di assistenza; o per timore della riprovazione sociale che potrebbe derivarne in certi contesti culturali più arretrati; o di perdere i figli o di rimanere senza reddito, dato che molte vittime sono donne e dipendono economicamente dai mariti o compagni. Secondo i dati di cui si parlava prima, infatti, sul territorio nazionale lʼ87 % degli stalker sono di sesso maschile; ma come si vede da queste cifre, il 13 % è di sesso femminile. Va considerata la necessità dellʼassistenza legale gratuita alle vittime per facilitare il ricorso alla denuncia, per la quale un alto costo è anche quello dellʼassistenza legale. To stalk è un verbo inglese che significa “inseguire furtivamente” (la preda) e come molti sanno lo stalker è chi compie molestie reiterate nel tempo e assillanti nei confronti di unʼaltra persona; lo stalking configura tale fattispecie di reato che in Italia è stato introdotto solo di recente il 23 febbraio 2009 appunto, con lʼarticolo 612 bis, subito dopo il 612 che prevede il reato di minaccia. Le azioni più comuni che lo stalker intraprende sono continue telefonate, sms ed mms molesti, appostamenti sotto casa o davanti il posto di lavoro. In pratica la vita della vittima viene sconvolta e può capitare che sia costretta a cambiare quartiere o addirittura città, subendo così anche le conseguenze traumatiche di uno sconvolgimento della propria esistenza. Secondo lʼOsservatorio Nazionale Stalking le vittime sono per lʼ82% donne, che solo nel 17% dei casi sporgono denuncia contro i persecutori. Questi, per lʼ85% uomini, sono nel 55% dei casi ex partner che non accettano la fine del rapporto di coppia. Esistono cinque tipi di stalker: il rifiutato, che non accetta appunto il rifiuto; il risentito, molto insistente e violento verso il partner anche dopo la rottura della relazione; il bisognoso dʼaffetto, ha gravi difficoltà nellʼinstaurare una relazione e agisce con lʼintento di iniziare una relazione sentimentale con la vittima; il rancoroso, motivato dal desiderio di vendetta nei confronti della vittima scelta a caso e identificata con chi in passato lo avrebbe umiliato; il predatore, di sesso maschile, ossessionato sessualmente dalla vittima, il quale presto diventa sempre più brutale fino ad aggredirla. Eʼ un fenomeno che non fa distinzione di sesso e di ceto, e lo stalker, definito anche persona affetta da “sindrome del molestatore assillante”, può essere un ex partner, un conoscente, un collega o uno sconosciuto. La dinamica delle molestie è varia e complessa ed è difficile darne una definizione univoca, tanto più se si considera che il comportamento persecutorio può essere messo in atto sia con condotte illecite, ma anche con condotte “neutre” (come aspettare fuori di casa la vittima o stare ore sotto la sua finestra) o addirittura gradevoli (come mandare continuamente regali o mazzi di fiori a casa o sul luogo di lavoro) ma vissute come profondamente intrusive e moleste dalla vittima. A tal proposito va ricordato che, la ricerca criminologica e psicopatologica stanno tentando di tracciare un profilo tipico dello stalker, per fornire una possibile riconoscibilità anticipata di tale figura; ma in realtà è unʼimpresa molto ardua perché trovare un profilo unico è complicato dal fatto che non tutti gli stalker sono necessariamente affetti da una qualche psicopatologia che li accomuni, né tantomeno da un uso o abuso di sostanze stupefacenti. Essere vittima di stalking significa essere sottoposta a molestia continuata e si potrebbero presentare disturbi dʼansia, insonnia, incubi, angoscia, stati depressivi, ma anche flashback terrorizzanti e a veri e propri quadri di sintomatologia riconducibili al Disturbo Post-Traumatico da Stress, e, in casi estremi, addirittura può condurre al suicidio. Eʼ ugualmente da non sottovalutare anche il disagio e la sofferenza dello stalker, che, agendo compulsivamente nel seguire i propri bisogni e negando la realtà, danneggia progressivamente il proprio equilibrio mentale e la qualità della sua vita sociale. Denunciare significa anche dare alle autorità competenti la possibilità di accogliere il disagio dello stalker e far si che egli segua un percorso di aiuto e intervento psicologico, in modo che non possa mettere in atto con altri lo stesso comportamento persecutorio. Eʼ importante che le conseguenze del comportamento di stalking non siano sottovalutate nè taciute: è fondamentale denunciare e occuparsi di sè e del proprio benessere qualora ci si renda conto di essere caduti in atteggiamenti e situazioni di questo tipo. * criminologa IN CIFRE Sicilia al quinto posto I DATI DI TELEFONO ROSA segnano cifre in aumento rispetto al 2011 e dimostrano che la violenza sulle donne è ormai all'ordine del giorno. Mentre le istituzioni stanno a guardare, la luce arriva da realtà locali. La Sicilia è al 5° posto. Ricordiamo gli ultimi casi: la donna incinta uccisa dal marito, a Trapani. Ed ancora giorni fa a Palermo un 23enne uccide la sorella della sua ex ragazza, questo è il centesimo caso dellʼanno, l'ultimo episodio che alimenta la strage del femminicidio. Le statistiche parlano di un'Italia in cui la cronaca registra un omicidio di donna ogni due giorni e fatti che avvengono soprattutto tra le mura domestiche per mano di padri, mariti, fidanzati o ex. Nord e sud, giovani e donne mature, la violenza che trova sfogo e voce grazie a Telefono Rosa porta con sé cifre da paura: 98 donne uccise dall'inizio del 2012, numero che solo a maggio segnava 55 ed è ora quasi raddoppiato. Un passo indietro rispetto al 2011, che a fine anno registrava 97 morti rosa e la media di un omicidio ogni tre giorni. pagina 27 Qui Scuola 30 NOVEMBRE 2012 S. STEFANO DI CAMASTRA. L’EX COMMMERCIALE NON È RIUSCITO A FORMARE UNA NUOVA PRIMA. SI RISCHIA LA CHIUSURA Al Florena il turismo non piace DI NINO DRAGOTTO SANTO STEFANO DI CAMASTRA. Non si è giunti nemmeno al giro di boa di questo anno scolastico che già si guarda al prossimo. Allʼistituto tecnico “Arcangelo Florena” questʼanno non si è riusciti a creare nemmeno una prima classe: se il prossimo anno si ripeterà la stessa cosa lʼistituto sarà destinato a chiudere. A guidare il Florena, che da “Commerciale” è stato trasformato in “Turistico” è arrivata un nuovo dirigente scolastico, Guta Savastita, che ha intrapreso il percorso del rilancio delle attività didattiche per superare le difficoltà riscontrate alla riapertura dellʼanno scolastico. Gli studenti iscritti alla classe prima non superavano la soglia minima di 15 per consentire il regolare avvio delle attività didattiche, e sono stati invitati ad iscriversi in istituti superiori di altre città. Se il prossimo anno si registrerà la stessa situazione il Florena è destinato a chiudere battenti. La preside Guta Savastita, nata a Bucarest in una famiglia con diversi componenti impegnati professionalmente nel mondo della scuola e dellʼaccademia universitaria, dalla Romania, è arrivata in Sicilia nel 1972, manifestando tanta grinta prima da docente prima, poi da dirigente centonove MESSINA Gli studenti della Gallo spiegano Caravaggio Gli alunni delle medie hanno fatto da guida al Museo regionale MESSINA. Studenti della scuola media statale “Gallo” novelli ciceroni al museo regionale di Messina. Obiettivo del progetto, avvicinare i ragazzi alle arti figurative, imparare a “visitare” i musei, ma soprattutto far conoscere e apprezzare loro gli splendidi capolavori. Lʼattenzione degli studenti si è concentrata soprattutto sullo studio del Caravaggio e della sua opera forse più famosa: “La resurrezione di Lazzaro”. Appena in tempo, visto che il dipinto del celebre pittore sta per lasciare Messi- La dirigente scolastica Guta Savastita scolastico. «Il primo ed anche ultimo baluardo per difendere la cultura in un territorio è la scuola, è questa istituzione che salva la società civile dal suo declino - sostiene la preside Guta Santo Stefano è una città in grave pericolo, che ha bisogno di un risveglio dʼorgoglio, nel valorizzare le risorse della sua tradizione non solo artigianale, ma anche di gioielli architettonici di un passato illustre». La preside Guta, che è anche dirigente SELEZIONI Un giovane palermitano al Nobel per la pace PALERMO. Un giovane palermitano potrebbe rappresentare i giovani europei (compresi nella fascia dʼetà tra i 18 e i 24 anni) in occasione della consegna del Premio Nobel per la Pace, assegnato nell'anno 2012 all'Unione Europea, che avverrà ad Oslo il 10 e 11 Dicembre. Si tratta di Alberto Di Franco, 18 anni studente dellʼultimo anno del Liceo scientifico Benedetto Croce di Palermo, il quale è lʼunico italiano tra i sedici finalisti per la sua fascia dʼetà. Ha superato la selezione al concorso, indetto dalla Commissione e dal Parlamento Europeo, con una frase/metafora sul calcio : “La pace in Europa è il goal più importante, segnato da una squadra di cittadini con la maglia blu e le stelle dorate”. Adesso, solo i cittadini europei potranno scegliere il vincitore votando esclusivamente attraverso facebook. scolastico del liceo classico e scientifico “Manzoni” di Mistretta , ed anche dellʼistituto agrario di Caronia, lancia un appello a studenti, genitori, operatori culturali e amministratori a cui chiede uno scatto dʼorgoglio e un moto di appartenenza ad un territorio da tutelare. Il complesso edilizio in cui ha sede lʼistituto tecnico “Arcangelo Florena”, è una moderna struttura che lʼente proprietario, la provincia Regionale di Messina, gestisce con attenzione , programmando i necessari interventi di manutenzione, dotandolo delle attrezzature adeguate . «Un vero gioiello architettonico, fornito delle più moderne apparecchiature didattiche», afferma lʼassessore provinciale allʼIstruzione, Pippo Di Bartolo. In attività dagli anni 60 Istituto tecnico “Florena” lo scorso anno ha cambiato indirizzo, passando da “Tecnico commerciale” a “Tecnico per il turismo”, e lʼutenza scolastica non ha somatizzato il cambiamento che inserisce il diplomato in “Turismo” nel settore professionale, con competenze linguistiche ed informatiche necessarie alla “valorizzazione integrata e sostenibile del patrimonio, culturale, artistico, artigianale, enogastronomico, paesaggistico ed ambientale». Gli alunni della media Gallo na per un lungo tour espositivo che toccherà collezioni e mostre in Italia e allʼestero. Ad illustrare i risultati dellʼanalisi e della ricerca su Caravaggio e il suo splendido dipinto, gli studenti delle classi III D ed G. Le giovani guide, non hanno comunque studiato soltanto le composizioni di Michelangelo Merisi, ma anche opere come il polittico di San Gregorio, il Cristo alla colonna e la Madonna del Rosario, mostrando spiccato interesse verso tutta la collezione museale. «Eʼ un successo per noi tutti - è stato il commento delle docenti Ilse Celona, di lettere, e Giovanna Cardullo, storica dellʼarte, che hanno accompagnato i ragazzi - constatare come i nostri ragazzi abbiano ben applicato le loro conoscenze e saputo elaborare ed analizzare con senso critico le opere dʼarte esaminate”. Visto il buon riscontro lʼiniziativa potrebbe presto essere ripetuta con altre classi. (F.T.) ISTRUZIONE PER L’USO di Andrea Smith Concorso docenti, le domande per le commissioni CONFERMANDO LE PREVISIONI effettuate nella rubrica della scorsa settimana, il MIUR, con lʼavviso pubblicato sulla G. U. del 23 novembre, ha fissato per il 17 e 18 dicembre i giorni nei quali si svolgeranno le prove selettive del concorso a cattedra per 11.550 posti di docente nella scuola dellʼinfanzia, primaria e secondaria di I e II grado. Il Ministero, per le commissioni esaminatrici, ha anche pubblicando il D.M. n. 91 del 23/11/12 (requisiti dei componenti delle commissioni giudicatrici) e l'O.M. n. 92 del 23/11/20 (modalità per la presentazione delle domande a presidente e commissario, e istruzioni per la costituzione delle commissioni giudicatrici). Le domande per essere inseriti nei rispettivi elenchi potranno essere presentate esclusivamente tramite la procedura informatica Polis (Istanze On Line), disponibile sul sito www.istruzione.it, dal 27 novembre e fino alle ore 14,00 del 12 dicembre 2012. Gli aspiranti devono indicare una sola procedura concorsuale alla quale, avendone i titoli, intendono candidarsi. Lʼistanza deve essere presentata, a pena di esclusione, unicamente nella regione sede di servizio o di residenza, nel caso di aspiranti collocati a riposo. Oltre a quelli specifici per i diversi settori, tra i requisiti generali è previsto che i presidenti e i commissari devono: non essere incorsi in sanzioni disciplinari previste dai codici disciplinari dei rispettivi ordinamenti; non essere stati collocati a riposo da più di tre anni e, se in quiescenza, non aver superato il settantesimo anno d'età alla data di indizione del pagina 28 concorso. Tra le cause di incompatibilità, in particolare: a partire da un anno antecedente alla data di indizione del concorso, non essere componenti dellʼorgano di direzione politica dellʼamministrazione, non ricoprire cariche politiche e non essere rappresentanti sindacali o designati dalle confederazioni ed organizzazioni sindacali o dalle associazioni professionali; non avere relazioni di parentela o affinità entro il quarto grado con uno o più concorrenti; non aver svolto o svolgere, a partire da un anno antecedente alla data di indizione del concorso, attività o corsi di preparazione ai concorsi per il reclutamento del personale docente; non essere stati destituiti o licenziati dallʼimpiego per motivi disciplinari, per ragioni di salute o per decadenza dall'impiego comunque determinata. I dirigenti scolastici e i docenti possono chiedere di fruire o meno dellʼesonero dal servizio, tenendo presente che vi è la priorità per il coloro che rinuncino allʼesonero. Economia 30 NOVEMBRE 2012 CATANIA. Lo scalo di Fontanarossa chiuso dal 5 novembre. Ecco cosa succede agli utenti Sigonella ad ostacoli Check-up e ritiro bagagli in aeroporto, attività di volo sulla pista militare, ai banchi dell’accettazione tre ore prima della partenza. Almeno fino al 5 dicembre DI DARIO DE LUCA CATANIA. Sono gli ultimi giorni, di una passione lunga un intero mese, che ha coinvolto i passeggieri e gli operatori dellʼ aeroporto civile di CataniaFontanarossa, chiuso ai voli dal 5 novembre fino al prossimo 5 dicembre. I lavori di rifacimento della pista hanno obbligato la SAC (Società Aeroporto Catania) a trasferire lʼattività dello scalo, dopo un lungo braccio di ferro sulla scelta dello scalo alternativo (per alcune ore si sarebbe paventata lʼapertura dello scalo di Comiso (terminato nel 2007, pagato con fondi europei che adesso lʼUe rivuole indietro, inaugurato e mai utilizzato), verso la base aerea militare di Sigonella. Una vera e propria concentrazione del traffico aereo militare con quello civile, che ha portato con sé sia le polemiche delle associazione che si oppongono alla presenza americana sul suolo italiano, che quelle dei passeggieri preoccupati per i lunghi trasferimenti. Non era una preoccupazione campata in aria. I tempi, infatti, si sono dilatati. I TEMPI. Alle normali procedure dʼimbarco che caratterizzano gli scali italiani con il temporaneo trasferimento del traffico verso lo scalo di Sigonella a cambiare in primis sono stati i tempi e le procedure. Lo scalo di Fontanarossa è rimasto operativo, pista esclusa, per quanto riguarda le operazioni di checkin e di ritiro bagagli. I passeggieri, così come ha disposto la SAC tramite un vademecum, debbono presentarsi 3 ore prima della partenza ai banchi dellʼaccettazione ed effettuare entro 90 minuti dalla partenza del volo lʼultimo controllo prima del definitivo trasferimento verso Sigonella. LAVORI IN CORSO. Rifacimento della pista di Fontanarossa (foto Parrinello) centonove Terminate le procedure dʼimbarco allo scalo di Fontanarossa avviene il trasferimento tramite dei bus navetta (circa 3 veicoli per coprire la capienza di ogni volo stimata in 180 posti) fino a Sigonella. Prima della partenza gli autobus vengono appositamente sigillati con dei nastrini rossi che vengono poi rimossi una volta arrivati alla base militare. Durante il tragitto lungo alcune decine di chilometri non è inoltre possibile effettuare alcuna sosta o fermata, a prevalere sono infatti le ragioni di assoluta sicurezza con cui deve svolgersi ogni spostamento. Lʼutilizzo degli autobus è predisposto anche per il tragitto inverso, da Sigonella a Fontanarossa, con una tempistica media stimata dalla SAC per ogni tratta di 60 minuti. INCONVENIENTI. La concentrazione del traffico aereo su Sigonella ha però creato nelle settimane trascorse diversi problemii logistici. Lʼ8 novembre un volo della compagnia Alitalia proveniente dallʼaeroporto di Roma Fiumicino, il cui atterraggio era previsto per le 22:44, dopo 40 minuti di sorvolo attorno i cieli di Sigonella, la cui pista era occupata dalla presenza di altri apparecchi, è stato dirottato su Palermo (è consentito al traffico civile di effettuare una sola operazione alla volta sulla cosiddetta Area di movimento) con i passeggieri rientrati a Catania solamente alle 4:30 del mattino. Il 22 novembre invece un C130 dellʼaeronautica militare americana è stato costretto ad un atterraggio dʼemergenza per unʼavaria alla cabina, obbligando il comandante del volo Meridiana IG823 ad atterrare allʼaeroporto di Palermo. Prioritaria per ENAC e SAC è infatti il deflusso del traffico aereo militare. LE ALTERNATIVE. Anche in tempi più tranquilli, FOntanarossa sopporta comunque parecchi disagi: le continue chiusure per la cenere vulcanica proveniente dal vulcano Etna, per esempio, ed il fatto che il più vicino degli scavi alternativi, Palermo, non è raggiungibile se non in minimo due ore. Anche i collegamenti sono deficitari, e praticamente si basano solo sui bus. Per questo, per la gran parte degli utenti che usufruisce del trasporto pubblico, i voli a disposizione si riducono a quelli che partono dopo le 08:00 ed arrivano prima delle 19:00. Prima e dopo? La pazienza di un “passaggio”. ZOOM Sac, nuovo “rimpastone” Il Tar “spodesta” Nico Torrisi, e rimette Gaetano Mancini come amministratore delegato della società di gestione CATANIA. Passione non solo per i passeggieri ma anche per i vertici della SAC, la società per azioni che gestisce lo scalo etneo di Fontanarossa. Ad incrociarsi sono rapporti di potere, nomine e il pressante peso delle logiche politiche. In questi giorni è stata reso noto lʼesito della sentenza esecutiva della quarta sezione civile del Tribunale di Catania che ha disposto, dopo il ricorso presentato dalla Camera di Commercio di Siracusa e dalla Provincia medesima, lʼillegittimità dellʼelezione sia del Consiglio dʼAmministrazione che del nuovo Amministratore Delegato della SAC Nico Torrisi. stratore, sono state disposte violando la legge. A tornare in carica è quindi lʼex AD Gaetano Mancini Nico Torrisi, 40 anni, vice presidente nazionale di Feche guiderà la società fino al prossimo gennaio quanderalberghi era stato il nome si cui si erano concentrado le varie componenti si riuniranno te le principali polemiche. Designato nuovamente per lʼelezione dellʼorgadalla Camera di Commercio di Catania no consiliare e del nuovo amministrae dallʼIRSAP (Istituto Regionale Svitore delegato. luppo Attività Produttive) i due enti, enTra le motivazioni della sentenza si trambi commissariati dallʼex Governalegge “lʼillegittima assunzione della tore Raffaele Lombardo. Gli stessi su presidenza dellʼassemblea da parte cui era divampata la polemica e la sucdel Commissario Straordinario Faucessiva rottura del leader autonomista sto Piazza designato dalla maggiocon lʼex Assessore regionale alle Attiranza dei soci sullʼerroneo presuppovità Produttive Marco Venturi, divensto degli organi sociali”. Lʼassemblea tato il grande accusatore del “sistema secondo quanto emerso non era anLombardo” insieme a Ivanhoe Lo Belcora decaduta e le conseguenti decilo ex Presidente di Confindustria Sicisioni che sono state adottate, tra cui lia. Nico Torrisi (foto De Luca) proprio lʼelezione del nuovo ammini(D.D.L.) pagina 29 Economia 30 NOVEMBRE 2012 pagina 30 centonove centonove Economia 30 NOVEMBRE 2012 FICARRA. Sui Nebrodi l’edizione di Girolio 2012. Per sostenere il settore anche in chiave culturale Il turismo scivola...sull’olio Anche a S. Angelo di Brolo laboratori del gusto e itinerari. Le aziende puntano sul marketing per rilanciare il settore. A Messina 130 frantoi e la più alta concetrazione di uliveti. Che potrebbero diventare Patrimonio dell’umanità DI FRANCO TUMEO FICARRA. Qualità e mercati, concorrenza e commercializzazione, smaltimento dei reflui e tutela dellʼambiente: lʼextravergine siciliano, con i suoi tanti pregi e qualche vecchio problema di produzione e trasformazione irrisolto, è il protagonista di “Girolio 2012” manifestazione di respiro nazionale dedicata allʼolio dʼoliva, in programma sabato e domenica, unica tappa nellʼisola, rispettivamente a SantʼAngelo di Brolo e Ficarra, nellʼambito delle iniziative promosse dallʼassociazione italiana “Città dellʼolio” di cui i due comune nebroidei sono membri di rilievo. Tra gli obiettivi della manifestazione, che percorrerà lʼItalia da Nord a Sud, sostenere la produzione olearia anche in chiave turistica, culturale e ambientale. A passare il testimone, una piantina dʼulivo, nemmeno a dirlo, alla Sicilia, la regione Toscana attraverso il comune di Seggiano. Un evento collettivo curato in sinergia dalle amministrazioni comunali, dal Centro commerciale naturale “Cento Archi” dal mondo dellʼassociazionismo e da tantissimi volontari: frantoi aperti, laboratori del gusto, attività didattiche rivolte agli studenti, corsi di assaggio, convegni di studi, artigianato, itinerari naturalistici, folklore, concorsi gastronomici e premi per gli oli regionali migliori. Ma soprattutto operatori a confronto per fare il punto su uno dei prodotti di eccellenza dellʼagricoltura siciliana, sempre più chiamata a rinnovarsi per competere sul difficile mercato dei prodotti di qualità. Politici e produttori, frantoiani e consumatori, esperti di marketing e distribuzione tracceranno lo stato di salute della produzione olearia nellʼisola, dellʼorientamento della domanda e soprattutto delle prospettive di sviluppo del settore, con lo sguardo rivolto ai nuovi mercati sui quali scommettere per dare un futuro ai sempre più richiesti oli siciliani e dellʼarea nebroidea, in particolare. Il plurale è dʼobbligo viste le numerose cultivar, un punto di forza della produzione siciliana Olio e sapone prodotto sui Nebrodi (Minuta dei Nebrodi, Ogliarola Messinese, Nocellara del Belice, Biancolilla, Moresca, Tonda Iblea, Nocellara dellʼEtna e della) da cui proviene unʼampia varietà appunto, di oli di grande pregio e qualità, caratteristiche attestate dai prestigiosi premi e riconoscimenti ottenuti nei principali concorsi nazionali ed internazionali. Con i suoi 35mila ettari di superficie adibiti ad uliveto in produzione, Messina si posiziona al primo posto tra le province siciliane, seguita da Palermo (22.870 ha), Agrigento (25.700 ha) e Trapani (19.000 ha) per una estensione complessiva nellʼisola di 158.502 ha. Secondo lʼAgea, lʼagenzia per i contributi in agricoltura, la coltura dellʼolivo può contare su ben 21milioni di piante, un dato che contribuisce a disegnare il paesaggio in modo significativo. Circa 8-9 mila tonnellate le esportazioni medie annue con un giro dʼaffari in milioni di euro. Con Palermo (143), Messina registra inoltre la più alta concentrazione di frantoi nellʼisola, ben 130, a fronte di un totale di 653 attivi, molti dei quali ancora con qualche difficoltà per il rispetto delle norme ambientali e di sicurezza. Numeri rilevanti che attestano il ruolo e il peso che lʼolivicoltura ha rivestito nellʼeconomia del passato e le potenzialità enormi che conserva intatte per il futuro. La provincia peloritana tuttavia paga lo scotto di una eccessiva polverizzazione della proprietà, fenomeno di natura storica, accentuato PRODUZIONE OLIVICOLA IN SICILIA (TONNELLATE) anche a Catania e Palermo, che di fatto rappresenta un ostacolo soprattutto della commercializzazione del prodotto. Secondo i dati Istat, quasi il 70% delle aziende non va oltre i due ettari di superficie, mentre soltanto il 6,2% di aziende olivicole, concentrate tra Enna e Ragusa, dispone di superfici olivetate oltre i 10 ettari. Da qui la difficoltà, nonostante il considerevole numero di Dop e Igp presenti in Sicilia, della diffusione della produzione di olio certificato da parte degli organismi di controllo. Problemi burocratici e organizzativi a parte, gli oli dʼoliva siciliani godono di buona salute, proprio per le notevoli caratteristiche organolettiche, e continuano a scalare le vette della qualità. Sui Nebrodi, è la cultivar Minuta, da cui si ottiene un superbo olio fruttato, a richiamare lʼattenzione di esperti e consumatori, tanto da essere inserito nel presidio Slow Food, e non mancano altri oli di qualità provenienti da altre aree vocate allʼolivicoltura che reclamano visibilità e spazio, sostegno e risposte. «Con il tracollo dellʼindustria – afferma il sindaco di Ficarra, Basilio Ridolfo, neo coordinatore regionale dellʼassociazione nazionale “Città dellʼolio” – rimettere al centro dellʼeconomia siciliana i prodotti di eccellenza della nostra agricoltura potrebbe rappresentare un significativo sbocco occupazionale e di reddito. Il rafforzamento e, laddove necessario, il rilancio dellʼolivicoltura e della produzione olearia, deve pertanto diventare una priorità nelle politiche regionali e locali. Lʼintegrazione delle produzioni tipiche infatti con il turismo potrebbe davvero fare la differenza per un economia sostenibile». Ridolfo, con i vicecoordinatori regionali Lino Monea, sindaco di Francavilla di Sicilia, e Vincenzo Ragusa, assessore comunale di Chiusa Sclafani, conta di varare una campagna di sensibilizzazione e valorizzare in tutta la penisola del consumo di olio extravergine dʼoliva siciliano. E risposte significative al bisogno di sviluppo del settore oleario dovrebbero arrivare proprio da “Girolio 2012” in programma nei due centri da dove, tra un gelato allʼolio dʼoliva e una fetta di pane condito, partirà anche la singolare richiesta allʼUnesco di riconoscimento di “Patrimonio dellʼumanità” del paesaggio olivicolo siciliano. LA RICETTA Ecco come fare in casa u sapuni FICARRA. Olio dʼoliva non soltanto a tavola: a Ficarra è tornato infatti a rivivere anche “u sapuni ʻi casa” piccolo capolavoro della sapienza contadina preparato con olio dʼoliva “invecchiato” e altri ingredienti naturali, secondo unʼantichissima ricetta tramandata di generazione in generazione. In un passato non troppo lontano infatti, le nostre nonne il sapone per lavare la biancheria o per lʼigiene della persona se lo preparavano in casa, e anche con ottimi risultati: naturale, efficace e soprattutto economico. Per chi volesse cimentarsi nella preparazione, ecco ingredienti e procedimento. Procurarsi un litro di olio vecchio, 250 grammi di potassa (carbonato di potassio) farina e acqua. In un pentolone di rame (quadara) miscelare lʼolio con quattro cucchiai abbondanti di farina, quindi aggiungere la potassa precedentemente diluita in un litro di acqua e imestare sempre in senso orario per almeno mezzʼora a fuoco moderato. Quindi con molta cautela versare il preparato ottenuto in un contenitore e lasciare a riposo a solidificare fino al giorno dopo. Tagliare infine a pezzi grossolani. Il sapone è pronto per lʼuso. (F.T.) pagina 31 Economia 30 NOVEMBRE 2012 centonove CLASSIFICHE. Dossier del quotidiano sulla qualità della vita nelle città italiane Messina, ultimo posto al Sole Pochi giovani imprenditori, lentezze burocratiche e difficoltà economiche. Ecco come la città dello Stretto arranca. Perdendo altri cinque posizioni rispetto al 2011 DI ARMANDO MONTALTO MESSINA. Pochi giovani imprenditori, lentezze burocratiche e difficoltà economiche. Messina si conferma, pure nel 2012, tra gli ultimi della classe. E risulta 94esima, cinque i posti in meno rispetto al 2011, nellʼannuale classifica del “Sole 24 Ore” sulla qualità della vita in Italia. E, così, i risultati presentano un territorio povero, poco attento allʼambiente e al tempo libero, con disagi ambientali e culturali. Lʼanalisi presentata dal quotidiano economico esamina la qualità della vita delle 107 province italiane prendendo in considerazioni parametri di tipo economico, sociale e ambientale. E boccia tutte le aree del Mezzogiorno, mostrando un Sud sempre più in affanno da ogni punto di vista. I SEI PARAMETRI. Ogni analisi di tipo statistico deve prendere in esami numeri che possono sembrare asettici, ma danno il polso dellʼimmediato. I parametri di valutazione presi in considerazione dal Sole 24 Ore sono sei. E in tutte le sottocategorie la provincia di Messina si colloca sempre tra i fanalini di coda. Ottiene il 98esimo posto per affari e lavoro è 26esima per ordine pubblico, 81esima per tempo libero, 90esima per popolazione, categoria che tra i sottoindici però fa sperare. Infatti, ottiene un buon 17esimo posto per numero di laureati ogni mille giovani tra i 25 e i 30 anni e un 36esimo posto per numero di divorzi. Ma poi sprofonda al 104esimo posto per servizi, ambiente e salute seguita solo da Isernia, Vibo Valentia e Crotone. Il dato sullʼambiente, servizi e salute è frutto di un impietoso 107esimo sullʼIndice Legambiente Ecosistema Urbano, che ben racconta il territorio provinciale, e il 103esimo sulla velocità della giustizia. Insomma, se la provincia fosse uno studente sarebbe bocciato, con LEGALMENT E COMUNE DI MARSALA Sito Internet:www.comune.marsala.tp.it RISULTANZA DI GARA A PROCEDURA APERTA Si rende noto che in data 06/07/ʼ12 è stata esperita gara a procedura aperta, per :“Acquisizione della copertura assicurativa Polizza R.C.T./O Lotto Unico”. Imp. compl. per anni due Euro 1.200.000,00. Imp. anno a base dʼasta Euro 600.000,00. Franchigia fissa per sinistro di Euro 5.000,00 (non sog. a ribas). Ditta Aggiud.: Assicurazioni Generali S.p.A., con sede legale in Trieste, Piazza Duca degli Abruzzi,n.2, Ag. Di Marsala, unica partecipante. infografico del Sole24Ore nessuna possibilità di recupero nellʼimmediato, perché disaggregando i dati si evidenzia che la 94esima posizione generale è dovuta a buone performance di alcuni indici marginali come: il bassissimo costo della vita, nona in Italia e dagli ottimi risultati sullʼordine pubblico. Risulta, infatti, 26esima, con incoraggianti risultati sui reati minori segnando il 12esimo posto per scippi, rapine e borseggi e il 13esimo per i furti in casa. E più in generale una diminuzione di tutti i reati. GUADAGNI E CONSUMI. I dati in dettaglio sul tenore di vita dei messinesi sono poco lusinghieri sia sullʼimporto medio delle pensioni, 81esimo posto, pari a 622 euro al mese, e sulla produzione di ricchezza. Il Pil pro capite dei messinesi, infatti, è 84esimo a livello nazionale, pari a poco più di 15mila euro, contro gli oltre 35mila della prima della classe Milano. I pochi “denari” che si percepiscono, così producono a cascata un basso livello di depositi bancari, 86esimo posto, pari a 12mila euro per abitante e un allarmante 90esimo posto riguardo i consumi privati pro capite, equivalenti a 672 euro annui. Dato che mostra un valore lontanissimo dai mille euro della prima, Aosta. IMPRENDITORI E LAVORATORI. Nella sezione “Affari e Lavoro” la provincia di Messina risulta 98esima con Caltanissetta, ma bisogna segnare un arretramento di ben 13 posti rispetto al 2011. Un dato rilevante riguarda il tasso di disoccupazione, pari al 12,48%, che porta la provincia, prima tra le siciliane, allʼ81esimo posto seguita a ruota da Catania (12,49%), Ragusa (12,52%) e Trapani (12,83%). Desolanti anche i parametri sullo spirito dʼiniziativa imprenditoriale, che segna un 85esimo posto riguardo al rapporto tra impieghi e depositi, lontanissima dalla più dinamica delle province siciliane, Ragusa 28esima. Il dato dimostra una scarsa propensione a investire nella provincia. Altro parametro esemplificativo della grave congiuntura economica è il 78esimo posto dellʼindice percentuale delle Imp. Aggiud.:Premio annuo lordo Euro 444.971,30, giusta determina dirigenziale n.724 del 16.07.2012 di aggiudicazione definitiva. Il Responsabile SUA Dott.ssa Diana Lo Duca centonove Settimanale di Politica, Cultura, Economia PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA D’APPALTO SU CENTONOVE PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI: 090.9430208 - 9430206 FAX 090.9430210 - 090.9430211 SPACCATURE Ragusa, ottimisti ma non troppo Radiografia di una Regione bocciata dove regge solo la provincia iblea per l’economia e Siracusa per export PALERMO. La Sicilia esce sconfitta dalla classifica del Sole 24 ore sulla qualità della vita. Nella “Generale” la prima della classe è la provincia di Ragusa che con lʼ81esimo posto segna un netto più 6 rispetto al 2011. La città iblea ottiene ottimi risultati anche nelle sottoclassifiche economiche dimostrandosi la più vivace tra le siciliane. Infatti, vanta il 25esimo posto, tra le 107 italiane, nella “speciale” sui giovani imprenditori ed è sempre tra le prima trenta per numero di imprese e spirito dʼiniziativa imprenditoriale. Di primo istinto potrebbe sembrare molto dinamica dal punto di vista economico la provincia di Siracusa, che si classifica prima nellʼexport. Ma questo risultato deve prendere in considazioni lʼaltissima percentuale di prodotti petroliferi prodotti nella provincia. Le note dolenti continuano per Palermo che anche se compie un balzo in avanti di tre punti rispetto al 2011 resta 99esima, ultima tra le metropoli italiane, nella “generale”. E pagina 32 centonove Economia 30 NOVEMBRE 2012 IN BREVE CODACONS «Saldi in anticipio contro la crisi» RISPARMI. La statistica di Bankitalia Sorprese in conto Lievitano i depositi delle famiglie siciliane. A partire da Caltanissetta e Palermo DI ETTORE IACONO sofferenze sui prestiti, cioè i prestiti non onorati. Che, nel 2011, sono stati pari allʼ8.93%. In sostanza la rischiosità del credito a Messina è molto alta e lontana da quella delle prime della classe come Trieste (2,29%), Sondrio (2,46%) o Milano (3,18%). Lʼalto tasso di prestiti non onorati crea così forti difficoltà nellʼimmissione di liquidità nel circuito economico. Altra nota dolente dellʼeconomia messinese è lʼinternazionalizzazione che ancora poco diffusa produce un livello di export sul Pil pari allʼ 8,82% che vale il 79esimo posto. Che associato allʼ81esimo del numero di imprese registrate ogni 100 abitanti, (9,18%) e allʼ89esimo sul numero di giovani imprenditori, traccia un quadro desolante dellʼeconomia provinciale che riepiloga dietro numeri e statistiche una realtà difficile che obbliga a unʼattenta analisi tutta la società messinese. TEMPO DI CRISI, si tagliano i consumi, le famiglie non arrivano alla terza settimana, le tasse stritolano il ceto medio. Ma i depositi in banca e in posta continuano a lievitare. Al 31 agosto scorso, secondo Bankitalia, le poco più di 2 milioni di famiglie siciliane avevano in tasca, o meglio sul conto, qualcosa come 45,6 e spiccioli miliardi di euro. Vale a dire una media di 22.655 euro a nucleo familiare. Non moltissimo, ma neppure poco. Soprattutto se si considera che alla stessa data del 2011, appena un anno fa – 365 giorni di recessione, boom di cassa integrazione, record di disoccupazione e chi più ne ha più ne metta – i depositi delle famigliole siciliane ammontavano a 44,387 miliardi di euro. Risparmi che, nonostante le difficoltà congiunturali, sono aumentati di oltre un miliardo di euro (+2,75 per cento). LE PROVINCE AI RAGGI X. La fotografia scattata dalla banca centrale nell'ambito della sua normale attività statistica, dice che gli unici a essere un po' più poveri in questo lasso di tempo sono i siracusani (-0,9 per cento). Tutte le altre province siciliane, tra cui spicca il dato di Caltanissetta (+4,56 per cento), vantano un segno positivo. La maggior le sottoclassifiche non sono da meno, infatti, si piazza 103esima per affari e lavoro, 104esima per export, 103esima nellʼIndice Legambiente Ecosistema urbano e ultima in Italia per numero di Ristoranti e bar ogni 100mila abitanti, un posto sotto Catania, penultima. La provincia etnea che nel 2012 sale di 6 posizioni, resta sempre in fondo alla classifica con il 90esimo posto. La “Milano del Sud” resta lontanissima però dalle province economicamente più dinamiche del paese anche negli ambiti più prettamente imprenditoriali. Infatti, segna un 91esimo posto per “Affari e lavoro”, un indice di rapporto tra impieghi e depositi pari al 1,40% con il 51esimo posto, il 75esimo per numero di imprese, lʼ80esimo per “prestiti non onorati” e lʼ87esimo posto per export. Le altre province non possono vantare risultati lusinghieri. Infatti, Agrigento, 95esima nella “generale” si classifica penultima per “Affari e lavoro” e tasso di disoccupazione. Caltanissetta, 105esima nella “generale”, può invece vantare un primo posto per il costo al metro quadro delle abitazioni, frutto di una difficilissima condizione economica dei suoi abitanti che sono 85esimi per Importo medio pensione al mese con 606euro e un Pil pro capite di poco più di 14mila euro. Enna 87esima per la “generale” , però è maglia nera per spesa pro capite in beni di consumo con 566 euro annui. Infine, a Trapani secondo gli esperti del “Sole 24 Ore”, ci sarabbe il costo della vita più basso dʼItalia. A.M. parte dei depositi è sui conti di Palermo (oltre 11,3 miliardi), Catania (9,5 miliardi) e Messina (circa 7,1 miliardi). Ma le più ricche sono proprio le famiglie peloritane, con una media di 25.370 euro depositati su conto. Alla distanza seguono quelle di Agrigento con 23.889 euro e quelle di Palermo con 23.348 euro depositati. I nuclei familiari meno ricchi abitano invece a Siracusa (20.128 euro di media sul conto) e a Trapani (19.107 euro), maglia nera tra le nove sorelle di Sicilia. Trinacria terra di grandi contraddizioni anche nelle tasche dei cittadini, visto che proprio Agrigento, al secondo posto per famiglie più ricche, è anche la provincia che vanta il minor reddito pro capite dell'Isola con appena 6.401 euro (dato Istat anno 2010). A differenza di Messina che il gradino più alto del podio se lo merita tutto avendo anche il reddito pro capite maggiore (8.752 euro). Il confronto con il resto d'Italia - La Sicilia sotto questo aspetto segue la tendenza nazionale, che vede tutte le regioni in territorio positivo per quanto riguarda il rapporto tra le somme depositate dalle famiglie ad agosto 2012 rispetto a quelle presenti sui conti bancari e postali nello stesso mese di un anno fa. Anche se per consistenza dell'incremento, la Trinacria (+2,76 per cento) si deve accontentare della terzultima piazza. Peggio hanno fatto solo Calabria (+1,8) e Sardegna (+0,81). Numeri ben distanti da quelli registrati in Emilia Romagna (+12,94 per cento) e Trentino (+11,67), uniche regioni in doppia cifra. Anche la media non è favorevole ai siciliani: la famiglia italiana vanta 32.801 euro su conto, quella isolana circa diecimila euro in meno. Ma i siciliani si devono accontentare anche di un reddito pro capite di soli 7.772 euro, molto meno della media italiana che è pari a 11.787 euro. Differenza che pone la Sicilia al terzultimo posto, seguita solo da Campania e Calabria. Dalle cifre di Bankitalia, che ovviamente non distinguono tra chi ha molto e chi ha niente, emerge tuttavia una famiglia siciliana che nonostante le difficoltà riesce in qualche modo a proseguire nella storica politica della formichina. E che pur avendo qualche euro in più da parte, nell'incertezza globale, preferisce tagliare la spesa oggi per assicurarsi un futuro più roseo. pagina 33 PALERMO. Un natale “in bianco” e scarsi consumi, quest'anno, per il popolo siciliano. A denunciarlo il Codacons, che è all'opera per monitorare la propensione all'acquisto delle famiglie in vista delle prossime festività natalizie. “Al momento, l'80% delle famiglie siciliane si dice propenso a tagliare gli acquisti natalizi - ha affermato Francesco Tanasi, segretario nazionale del Codacons - e, per la prima volta, nelle riduzioni di spesa, rientrerà anche il settore alimentare. I Governi Monti e Crocetta devono salvare il Natale dei siciliani e, al tempo stesso, quello dei commercianti. Per tale motivo chiediamo di anticipare i saldi invernali a dicembre e detassare le tredicesime”. VALTUR Nuovo bando per la vendita MILANO. Valtur, dopo che a inizio ottobre il primo bando è andato deserto, ha pubblicato il nuovo bando di gara per la presentazione delle offerte vincolanti per l'acquisto del gruppo. Lo rende noto un comunicato della società in amministrazione straordinaria: il nuovo bando, che "consente ai potenziali acquirenti grande flessibilità nella configurazione del perimetro di cessione", prevede come termine per la presentazione di offerte vincolanti il 28 gennaio prossimo. FONDAZIONE CURELLA Giornate dell’economia, V edizione PALERMO. Circa duecento relatori per oltre una ventina di eventi ai quali parteciperanno studiosi, economisti, politologi, docenti universitari, i massimi vertici dello Svimez, imprenditori, politici, amministratori e sindacalisti provenienti da tutto il Mezzogiorno dʼItalia. Cinque giorni fitti di appuntamenti, incontri e momenti di confronto per approfondire “La felicità oltre i cambiamenti geoeconomici”, il tema della V edizione de “Le Giornate dell'Economia del Mezzogiorno”, organizzata da Fondazione Curella, Di.s.te Consulting, con il supporto di Banca Popolare SantʼAngelo e Intesa San Paolo, che si svolgerà dal 3 al 7 dicembre. PREMIO NEXT IN WINE Vince la siciliana Occhipinti PALERMO. E' andato a un'imprenditrice vitivinicola siciliana il premio di Next In Wine, un riconoscimento assegnato ai giovani talenti under 35 della "Vigna Italia" da Simonit & Sirch preparatori d'uva e dalla Scuola italiana di potatura della vite, in collaborazione con Bibenda e Associazione italiana sommelier. Si tratta di Arianna Occhipinti, una laurea in viticoltura ed enologia conseguita all'Università di Milano. Il premio (un quadro di Gianpaolo Spagnoli) le è stato consegnato da Marco Simonit e Pierpaolo Sirch nel corso della presentazione della Guida Bibenda 2013 a Roma. Economia 30 NOVEMBRE 2012 OCCORRE SAPERE di Salvatore Cifalà UOMINI&BUSINESS Industria mineraria, la ricetta dei geologi “SIAMO AL FIANCO dei lavoratori del Sulcis ai qualli esprimiamo la nostra piena solidarietaʼ. Non possiamo non rilevare che il Paese ha perso la capacità di investire, soprattutto nell'industria mineraria, ma anche in quella estrattiva. Non possiamo non rilevare che siamo rimasti al palo, anche in un momento di forte crisi economica, rispetto al resto dell'Europa, che invece fonda buona parte delle proprie economie e basa i propri investimenti sulle materie prime. La Comunità europea ha individuato 14 materie prime strategiche, molte delle quali hanno un utilizzo diretto nell'innovazione tecnologica e soprattutto nell'industria hi-tech. Tra queste c'è l'antimonio, di cui è ricca la Toscana, ma in Italia preferiamo importarne il 90%, soprattutto dalla Cina, che ne ha attualmente il monopolio. Eppure l'Italia con i suoi giacimenti potrebbe attestarsi ai primi posti della produzione mondiale, se solo decidesse di estrarlo”. Affermazioni chiare quelle di Gianvito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi. “Quello delle materie prime è una delle cinque sfide sociali dell'Europa (tra queste c'è il problema dell'acqua, ma anche quello dell'invecchiamento) – ha proseguito Graziano - ma in questo momento il nostro Paese non ritiene di raccoglierla. Eppure abbiamo competenze e know how, ma dobbiamo rivedere la nostra politica economica, industriale, e mi permetto di dire da geologo, soprattutto culturale. Una nuova politica di sviluppo è necessaria, ma senza pregiudizi e senza eccessi”. “Eppure non è difficile pensare di poter mettere mano ad una legge quadro nazionale – ha proseguito Graziano (considerato che quella attuale è del 1927), che abbia compiti di coordinamento di tutte le legislazioni regionali, come peraltro ci è già stato raccomandato dalla Comunità europea. Questo consentirebbe non solo di disciplinare i contenuti minimi di un progetto di coltivazione, di risistemazione o di ampliamento, ma anche di rendere coerente tutta la legislazione collaterale, quali le competenze in merito al rilascio delle autorizzazioni, gli scarichi, gli indennizzi, le tariffe, ecc”. E Graziano ha ricordato che “in Germania, spesso citata come modello per l'Europa, forse non sempre a ragione, ma certamente molto spesso, in seno al Servizio Geologico è stata di recente costituita una nuova agenzia per le risorse minerarie. Come dire, per uscire dalla crisi, come non pensare di sfruttare quelle materie prime che ci stanno sotto i piedi? Eppure in Italia il fatturato per i soli comparti dei materiali lapidei e della sabbia – ha continuato Graziano - ha sfiorato nel 2010 i 4 miliardi di euro, circa l'1% del PIL”. “Ma c'è di più: la Francia, attraverso il Gianvito Graziano proprio Servizio Geologico – ha affermato il presidente dei geologi italiani - sta rimettendo in piedi un analogo servizio in Marocco, dove esso era stato smantellato, per sfruttare le enormi risorse di fosfati presenti in terra africana. Se ne avvantaggerà il Marocco, ma è naturale pensare ai grossi benefici economici che ne trarrà anche la Francia. Ed ancora si potrebbe citare l'accordo che l'Unione Europea sta definendo con la Danimarca, per l'estrazione di terre rare in Groenlandia. Insomma i Paesi europei e la stessa Unione dimostrano capacità di investimento nelle materie prime e di essere validi competitori dei grandi colossi internazionali, Cina e India prime tra tutte. E noi?”. NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO BANCHE Collocamento obbligatorio, così le novità Accesso al credito La denuncia della Cisl LA RIFORMA DEL LAVORO approvata dal Ministro Fornero (Legge n. 92/2012) entrata in vigore il 18 luglio scorso, ha modificato l'articolo 4, comma 1 della legge 68/99, con riferimento alle quote di assunzione riservate a lavoratori disabili. A seconda del numero di dipendenti dell'azienda e della sua grandezza, viene stabilito il numero dei posti che le aziende pubbliche e private sono tenute a riservare a lavoratori disabili: in particolare la legge impone ai datori di lavoro di assumere un lavoratore disabile se ha in forza da 15 a 35 dipendenti, due lavoratori disabili per un organico dai 36 ai 50, e il 7% del totale dei lavoratori quando si superano i 50 dipendenti. La riforma ha modificato i criteri di calcolo della base occupazionale sulla quale le aziende devono calcolare il numero di assunzioni obbligatorie di persone disabili (Legge 68/1999): sono inclusi nel computo tutti i lavoratori assunti con vincolo di subordinazione, anche quelli assunti con contratto a tempo determinato se di durata superiore a 6 mesi, ad eccezione di lavoratori assunti tramite collocamento obbligatorio, soci di cooperative di produzione e lavoro, dirigenti, assunti con contratti di inserimento, somministrati presso l'utilizzatore, assunti per attività all'estero (per la corrispondente durata), lavoratori socialmente utili (Lsu), lavoratori a domicilio, lavoratori emersi ex legge 383/2001, apprendisti. La norma non ha fissato un termine specifico per il nuovo conteggio, né per la decorrenza dell'obbligo di assunzione, per il quale dunque si ritiene opportuno considerare il 31 dicembre 2012, data di riferimento per la redazione del prospetto annuale obbligatorio, che può essere inviato tramite i Consulenti del lavoro, quali intermediari abilitati. Anche per le aziende che prima si collocavano al di sotto della prima fascia (15-35 dipendenti), le quali col nuovo conteggio si troveranno a farne parte, l'obbligo di copertura della quota si chiude entro 60 giorni dalla nuova assunzione. Si ricorda che, per accedere agli strumenti del collocamento mirato, il lavoratore deve avere una percentuale di invalidità uguale o superiore al 46% ed una certificazione che attesti e descriva le capacità residue al lavoro, rilasciata da una commissione per l'accertamento delle capacità lavorative residue operante in tutte le ASL. Le aziende che devono adempiere all'obbligo di assunzione di lavoratori con disabilità, presentano richiesta presso i Centri per l'impiego. centonove AGRIGENTO. Aumentano le difficoltà di accesso al credito per le famiglie e le imprese. Lo evidenzia una analisi dell'Osservatorio economico della Fiba Cisl di Agrigento, che mette in luce come nel terzo trimestre del 2012 si siano acuite le difficoltà di accesso. "In particolare - spiega il responsabile della Fiba Cisl di Agrigento Gabriele Urzì - la percentuale degli istituti di credito che ha reso più stringenti i requisiti per i prestiti alle imprese è aumentata del 40%. Ma ormai il problema per le imprese non è avere finanziamenti ma non avere revocate le linee di fido esistenti con effetti devastanti anche in caso di situazioni ampiamente recuperabili". Secondo l'analisi non va meglio sul versante delle famiglie. Secondo la Fiba Cisl di Agrigento le domande di mutuo nella provincia sono calate del 23% rispetto allo stesso periodo del 2011. "Il dato eclatante sottolinea Urzì - è che oltre il 50% delle pratiche non viene deliberato per le ormai assurde analisi di merito creditizio caratterizzate da restrizioni inaccettabili". pagina 34 ASSISTAL SICILIA Eletto il ragusano Cosentini RAGUSA. Saro Cosentini Presidente di Assistal Sicilia, Confindustria Ragusa consolida le sue importanti presenze: amministratore unico di Elettrotecnica Generale, è stato eletto all'unanimità Presidente di Assistal Sicilia, sezione delle aziende installatrici di impianti aderenti a Confindustria Sicilia. Già presidente provinciale e vicepresidente nazionale della Categoria, Cosentini guida da tempo anche la Sezione regionale, primo esempio di doppio inquadramento fra sezione regionale di Confindustria e Associazione nazionale di categoria, che Assistal nazionale sta lavorando per diffondere, quale modello ottimale, anche nelle altre regioni italiane. PICCOLA INDUSTRIA Franchina rieletto presidente PALERMO. Roberto Franchina è stato rieletto presidente della Piccola Industria di Confindustria Messina. Al suo secondo mandato, Franchina opera in “Progetto impresa servizi innovativi srl”, azienda attiva nel settore della consulenza e del servizio alle imprese. Roberto Franchina resterà in carica fino al 2014. CONSUMATORI Il nuovo condominio Eʼ STATA APPROVATA la legge che regola i condomini con rilevanti novità. Lʼamministratore resta in carica due anni e deve possedere determinati requisiti (non aver subito condanne per delitti contro la pubblica amministrazione, l'amministrazione della giustizia, la fede pubblica, il patrimonio o per ogni altro delitto non colposo per il quale la legge commina la pena della reclusione non inferiore, nel minimo, a due anni e, nel massimo, a cinque anni, non essere stati sottoposti a misure di prevenzione divenute definitive, il cui nome non risulta annotato nell'elenco dei protesti cambiari, aver conseguito il diploma di scuola secondaria di secondo grado, aver frequentato un corso di formazione iniziale). Lʼamministratore è obbligato a far transitare le somme ricevute a qualunque titolo dai condomini o da terzi, nonché quelle a qualsiasi titolo erogate per conto del condominio, su uno specifico conto corrente, postale o bancario, intestato al condominio e ciascun condomino, per il tramite dell'amministratore, può chiedere di prendere visione ed estrarre copia, a proprie spese, della rendicontazione periodica. Lʼamministratore può essere revocato in ogni tempo dall'assemblea, con la maggioranza prevista per la sua nomina, e può essere revocato su disposizione dell'autorità giudiziaria se non rende il conto della gestione (omessa convocazione dell'assemblea per l'approvazione del rendiconto condominiale, il ripetuto rifiuto di convocare l'assemblea per la revoca e per la nomina del nuovo amministratore, la mancata esecuzione di provvedimenti). I condomini, invece, possono rinunciare all'impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento. Francesco Suria Adiconsum Messina centonove ARCHIVIO STORICO NEL NOME DI BRUNO Cambio di sede e intitolazione per le raccolte della memoria di Messina PAGINA 36 poster 30 NOVEMBRE 2012 BAUSO, IL GIARDINO RITROVATO La soprintendenza recupera lʼarea che circonda il castello di Villafranca PAGINA 43 MURALES DI UMANITA VARIA TV. ENERGY SPLASH BIG BAND APPRODA AL SABATO SERA DI CANALE 5 E SI ESIBISCE ALLA TRASMISISONE DI JERRY SCOTTI. RINUNCIANDO A 20 MILA EURO The winner is...Mistretta I giovani nebroidei da tredici anni si esibiscono nelle piazze e vorrebbero fare il grande salto. Polemica in paese per la rinuncia all’offerta economica DI GIUSEPPE CUVA MISTRETTA. Hanno rinunciato a 20 mila euro pur di continuare ad esibirsi sul palco di Canale 5. Purtroppo non ce lʼhanno fatta ad arrivare in finale, ma per tutta Mistretta gli Energy Splash Big Band rimangono i vincitori morali. Sabato 17 novembre tutto il comune amastratino era sintonizzato sulla prima puntata di “The Winner is”, il nuovo talent show del sabato sera condotto da Jerry Scotti. Tra i concorrenti della gara canora cʼerano gli “Energie Splash Big Band”, un complesso composto per la maggior parte da ragazzi di Mistretta, con qualche componente di Santo Stefano di Camastra e Finale di Pollina. La storia della band mistrettese è radicata nel tempo quando tredici anni fa Vincenzo La Rosa, Danilo La Via, Luca LʼAbbate, Lorenzo Cocilovo e Giovanni Antoci, successivamente uscito dal gruppo, formarono un piccolo gruppo musicale che si esibiva per lo più in manifestazioni locali o a livello amatoriale, riuscendo però a riscuotere consensi tra la gente. La svolta arriva nel 2008 quando il gruppo cambia volto con lʼaggregazione ad esso di altri giovani amastratini, come il cantante Salvatore Di Salvo, e maestri di strumenti a fiato come Giuseppe Vranca, Sebastiano Rondinella e Giuseppe Di Carlo, infatti la Band si presenta integrata con fiati e percussioni ritmiche, non dimenticando la nuova voce femminile Sandrine Raimondi. Da questa fusione il gruppo da semplice band che proponeva cover ispirati per lo più alla musica pop, cambia nome aggiungendo alla già esistente nomenclatura “Energie Splash” le parole “Big Band” e cambia anche stile proponendo canzoni ispirate a Roy Paci, Rhythm and blues, Nelle immagini la Energy Splash Big Band durante “The Winners is”. Il presentatore Jerry Scotti è rimasto colpito dalla verve del gruppo swing e ska-p. Col passare del tempo i quindici componenti della band iniziano a riscuotere successi soprattutto a livello locale e provinciale, ma lo fanno soprattutto per passione guadagnandoci poco e niente, ed arriva così lʼidea di Luca LʼAbbate, il bassista del gruppo, uno dei fondatori che un giorno navigando su internet scopre talent di Gerry Scotti e pensa così che sarebbe lʼoccasione di far emergere la propria band partecipando al programma e dice: «Lʼidea di compilare il modulo per la partecipazione alle audizioni del format televisivo è nata principalmente dal desiderio di esibire a livello nazionale lʼallegria e la passione per la musica che da sempre è emersa ed emerge durante i nostri concerti nelle piazze siciliane. Cʼè da sottolineare, continua LʼAbbate, come questo desiderio accompagnato anche da quello di ambire allo stesso tempo gratificante, sia prevalso anche sullo scetticismo iniziale ma una volta che ci siamo trovati negli studi Mediaset abbiamo capito che pagina 35 quello era un punto di partenza perché la nostra musica basata sullʼallegria e sul sorriso è riuscita ad entrare, anche se per una sola sera nelle case di tutta Italia». Gli Energie Splash Big Band sono riusciti ad arrivare fino alla semifinale battuti dalla vincitrice della puntata, la calabrese Claudia Donado, rifiutando anche i 20 mila euro proposti dal conduttore Scotti credendo così fermamente nelle proprie potenzialità. Scelta che, però, ha fatto nascere qualche perplessità nel paese amastratino, visto che quella somma avrebbe fatto comodo a dei giovani che fanno musica solo per passatempo e non per professione, visto che la band è composta da lavoratori e studenti. A spiegare questa decisione è il cantante e leader del Gruppo Salvatore Di Salvo. «La scelta di non accettare i soldi era stata già presa già inizialmente dalle componenti della band, poiché già la nostra presenza in un programma televisivo è stata una grande cosa per noi. Aver rifiutato i soldi non significa da parte nostra un atto di arroganza o di presunzione, ma è stata una scelta, come già detto, fatta da tutti che avevamo deciso di goderci la nostra partecipazione a “the Winner is” fino allʼultimo, poiché lo spirito che ci ha sempre accompagnati è stato quello di divertirci e godere dei momenti che ci si presentano attraverso la musica e lʼallegria». Nonostante lʼeliminazione in semifinale, lʼimpressione che la band di Mistretta ha suscitato fra gli addetti ai lavori è a dir poco positiva, durante le loro esibizioni i ragazzi con la consueta abilità e allegria sono riusciti nella non facile impresa di coinvolgere il pubblico presente ed anche lo stesso Jerry Scotti, nonché il feroce critico Rudy Zerbi. Veramente un successo per questi giovani che hanno raggiunto gli studi di Canale 5 dopo tanti sacrifici, ma questo come ammettono tutti è solo un punto di partenza per arrivare a nuovi traguardi, senza dimenticare mai «lʼallegria, la voglia di suonare e di divertire e soprattutto lʼumiltà che ci ha sempre contraddistinti». 30 NOVEMBRE 2012 posteranniversari FINO AL 2011. I volumi aggrediti dalla muffa nella vecchia sede MESSINA. Cambio di sede e di vita per le raccolte della memoria Archivio, la rinascita Lontani da muffa e umidità, i fondi stanno registrando un boom di accessi da parte del pubblico. Sabato 21 grande festa organizzata dal Comune nella Sala di Lettura MESSINA. Cambio di sede e cambio di vita per lʼArchivio Storico del Comune di Messina, trasferito dopo una lunga battaglia allʼinterno del Palacultura Antonello da Messina. A segnare la rinnovata attività che ruota attorno al fondo (e alla contigua Biblioteca Tommaso Cannizzaro, anchʼessa nella nuova sede), lʼintitolazione, sabato 1 dicembre, alle 10, del Salone Lettura dell'Archivio allo scrittore e studioso Pietro Bruno (1922-1982), che ne fu direttore e si adoperò, dagli anni cinquanta sino al pensionamento nel 1979, per la modernizzazione della struttura e l'acquisizione di opere sulla storia della città, contribuendo, dal 1952, con la pubblicazione de “Il Diario dei principali avvenimenti e l'elenco delle accessioni”, a rendere funzionale ed agevole la consultazione delle memorie cittadine. Bruno autore di un insuperato “Stradario” della città di Messina, concepì un sistema di catalogazione ad hoc del patrimonio della struttura. La cerimonia si svolgerà alla presenza del presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Previti. Il direttore Bruno, in una nota pubblicata nel 1961, ricordò la funzione e l'importanza dell'ufficio di via Catania (la vecchia sede) per la raccolta di atti e testimonianze della vita cittadina. Per farlo utilizzò, tra l'altro, il racconto apparso su Le Temps di Parigi, del giornalista Jean Carrère, venuto a Messina all'indomani del terremoto del 28 dicembre 1908. centonove LA LENTA RINASCITA. Ad accendere i riflettori sullʼArchivio e sulla Biblioteca era stato, esattamente un anno fa, lʼattivista Renato Accorinti, che aveva anche divulgato un video e fotografie che testimoniavano, più di qualsiasi parola, lo stato di degrado dei due fondi, aggrediti dalla muffa e dallʼumidità. La clamorosa presa di posizione, seguita dalla città, portò a un punto di svolta: la decisione di trasferire tutto al nuovo Palazzo della Cultura. Un trasferimento avvenuto sotto la supervisione della Soprintendenza e dellʼArchivio di Stato, che, a vario titolo, hanno competenza sul patrimonio librario. Dal canto suo, lʼamministrazione comunale decise invece di nominare Giovanni Molonia esperto a titolo gratuito per il riordino e la catalogazione dei fondi archivistici e documentali. Studioso di storia patria e autore di numerosi volumi e contributi sulla città, Molonia ha affrontato i problemi della struttura nata il 29 marzo 1935 per raccogliere, reperire e divulgare le memorie storiche del Comune. LʼArchivio dalle 551 opere del 1952, è passato alla fine del 1960 a 2369 catalogazioni, ed oggi conserva migliaia di volumi riguardanti la città, con copie risalenti al cinquecento e seicento; una interessante emeroteca con oltre 1600 testate; alcuni giornali risalenti al 1815, una importante collezione di antiche stampe con oltre 420 esemplari, foto e cartoline dʼepoca. Ha un patrimonio librario di 12.200 volumi, di cui 167 manoscritti, 14 cinquecentine, 3260 Stampe. Al momento dellʼistituzione, lʼArchivio era un atto di fede, e non solo perché il compito che al nuovo ufficio spettava era immane, ma anche perché la guerra incombeva minacciosa. I bombardamenti del 1940-1943 non trovarono molto da distruggere, ma quel poco che cʼera fu disperso. Il primo direttore, Nitto Scaglione, prese con amore lʼimpegno di cercare e raccogliere quanto era possibile. Dal 22 ottobre scorso, lʼArchivio Storico Comunale e la biblioteca Cannizzaro hanno aumentato gli orari di accesso. Oltre che dal martedì al giovedì (dalle ore 9.30 alle 12.30), lʼarchivio del Palacultura sarà accessibile anche nei pomeriggi di martedì e giovedì (dalle ore 15.00 alle 16.45). Un piccolo passo in avanti rispetto a prima, quando era consentito lʼingresso solo il martedì ed il giovedì dalle 9.30 alle 12.30. A determinare il cambio, lʼalto numero di visite registrate. LA SCHEDA Due poli, 60 mila testi Dal fondo “La Corte Cailler” alla dotazione della Biblioteca “Tommaso Cannizzaro” L'ARCHIVIO STORICO, con annessa biblioteca, emeroteca e archivio fotografico, istituito con delibera comunale 609 del 29 marzo 1935, conserva stampe antiche, cartoline, fotografie d'epoca, atti della toponomastica messinese e parte del fondo “La Corte Cailler”. Ha un patrimonio librario di 14.000 volumi, tra cui Manoscritti, Pergamena, Cinquecentine, Seicentine, Stampe, Periodici correnti, Periodici Estinti. Sono conservate anche tutte le Gazzette Ufficiali nazionali a partire dal 1960. I servizi offerti sono: ricerca ed acquisto libri, reperimento ed acquisto documenti antichi (riguardanti Mes- sina, la sua provincia e la Sicilia in genere), foto, stampe, locandine, manifesti; servizio di redazione dell'elenco accessioni, schedatura e attività di ricerca; revisione periodica dei libri e loro inventario; emeroteca (esiste accanto alla raccolta della stampa quotidiana locale, un discreto numero di testate, a partire dal 1813, relative a pubblicazioni locali); fototeca, che comprende le numerose foto acquistate in questi ultimi anni, negativi riguardanti la mostra antonelliana del 1951, numerose e rare stampe antiche. LA STORIA DELLA BIBLIOTECA comunale di Messina inizia con la donazione che l'illustre messinese Tommaso Cannizzaro fece del proprio patrimonio librario alla città proprio affinchè venisse istituita la Biblioteca civica. Essa avvenne mediante atto di cessione del 7 agosto 1917, quattro anni prima della morte del poeta e poi fu perfezionata con deliberazione del Consiglio comunale del 26 ottobre dello stesso anno su proposta del pagina 36 sindaco Antonino Martino. Questo nucleo originario era costituito da circa cinquemila opere e si è arricchito qualche anno dopo di un ricco epistolario appartenuto al poeta e via via negli anni di altre donazioni e acquisti. Oggi la biblioteca conta un patrimonio di oltre cinquantunomila volumi e di una ricca emeroteca. La Biblioteca si prefigge di contribuire alla promozione della crescita culturale e dello sviluppo sociale della comunità, garantendo a tutti i cittadini di accedere liberamente ad ogni espressione della Cultura. Attualmente eroga servizio di consultazione e, prossimamente, renderà fruibile il servizio di prestito domiciliare. Dal 2001 ha aderito al Servizio Bibliotecario Regionale, di cui è divenuta polo. Da allora si è dato inizio all'inserimento dei testi nel catalogo informatizzato, e adesso, dopo che il patrimonio librario è stato interamente collocato presso il Palazzo della Cultura, tutti i testi di fonte locale, circa 600, sono in rete. posteranniversari centonove 30 NOVEMBRE 2012 Accanto, i nuovi locali che ospitano lʼArchivio Storico del Comune di Messina e la Biblioteca. I due poli culturali, tra libri e documenti di diverso genere assommano più di sessantamila volumi. A destra, Pietro Bruno, che fu direttore dellʼArchivio Storico fino al 1979 RITRATTI 1951, l’anno di Bruno Con l’arrivo dello studioso si avvia la riorganizzazione dell’ufficio. Il ricordo di Nerina Consolo Langher Nel 1982 la Società di Storia Patria chiese alla studiosa di antichità messinese un ritratto di Pietro Bruno, direttore dellʼArchivio storico, che oggi vi proponiamo. DI NERINA CONSOLO LANGHER CON LA SCOMPARSA di Pietro Bruno, Messina ha perduto uno di quei figli che fanno della propria vita una missione per illustrare la città e recarle vanto. Nato nel 1922 a Messina studiò Lettere e filosofia a Catania e Messina, ove conseguiva la laurea nel 1946. Assunto come funzionario al Comune e distaccato per qualche tempo alla Prefettura (ove svolse attività di collegamento con i comuni della fascia meridionale), riceveva nellʼottobre 1951 la Direzione dellʼArchivio Storico comunale della città. Lʼufficio era allora fatiscente e non disponeva né delle necessarie strutture né di locali adeguati. Il giovane Bruno si diede con impegno e passione a riorganizzare sia lʼUfficio che la Biblioteca. Questa fu arricchita con un notevole numero di opere soprattutto su Messina, che il Bruno reperiva sul mercato librario di antiquariato o che faceva riprodurre in fotocopia. Furono inoltre create per sua iniziativa una raccolta di stampe, ricca di oltre duemila esemplari, e una raccolta di fotografie; e fu iniziata la pubblicazione di articoli giornalistici sulla città, da raccogliere in una collana. Nel 1950 il Bruno entrava a far parte della S.M.S.P. ottenendone dal 1975 in poi la carica di vice Presidente. Da questo momento Pietro Bruno pone al servizio della Società quelle capacità di studioso e di amministratore che già aveva prodigato e che continuava contemporaneamente a prodigare nellʼinteresse dellʼArchivio Comunale (al suo vigoroso e fattivo interessamento si deve, ad esempio, nel 1980 la concessione del contributo di L. 8.000.000 da parte del Comune alla Società). Ma accanto alla larga esperienza e probità dellʼamministratore, accanto alla operosità entusiasta dellʼorganizzatore, si congiungevano in Pietro Bruno una rara sensibilità di animo, la generosità e cordialità del carattere, e, soprattutto, una grande attitudine per la ricerca introduzione di Pietro Bruno, che nella facili di toponomastica messinese, alcuni antiquaria e per lʼindagine scrupolosa terza ha curato anche la traduzione italiana dei quali sono da lui affrontati sulle memorie del passato, alle quali si ponendola accanto al testo originale. Se le egregiamente nellʼArchivio storico accostava con una serietà di metodo e rassegne e le ristampe indicano la messinese del 1975. Ed a problemi di con un equilibrio che gli venivano dalla particolare attenzione del Bruno a storia demografica messinese dal ʼ60 ad sua formazione universitaria e dagli sottolineare documenti e problemi della vita oggi fu dedicata lʼultima conferenza tenuta studi compiuti nelle Facoltà letterarie di culturale messinese, e a mantenere in vita da Pietro Bruno nei locali della Società Catania e di Messina. Così lʼamore per il ricordo di opere illustri sulla città, i suoi messinese di storia patria il 25-1-1978, che la sua città trasformò Pietro Bruno in un studi danno la misura delle sue capacità fu seguita da un ampio e proficuo dibattito ( ricercatore strenuo e appassionato di critiche di studioso, quali si palesano, ad se ne vede la pubblicazione nellʼA.S.M. del notizie che potessero illustrare in esempio, in un lavoro di storia 1980). A conclusione di questo breve, e qualsiasi modo la storia, lʼarte, la cultura, risorgimentale apparso nellʼA.S.M. del certo inadeguato profilo dello studioso, la toponomastica, la topografia, i 1959 con il titolo Battagliero: “Fu vorrei sottolineare come la stessa monumenti di Messina. Questo veramente una spia a far fallire il moto del I articolazione delle pubblicazioni di Pietro straordinario fervore si palesa già ne settembre 1847?”, in polemica con alcune Bruno, in rassegne, ristampe e studi, dia la 1952, allorché il Bruno cura, per incarico proposte interpretative del Puzzolo Sigillo. misura della versatilità del suo ingegno e al del Comune, il primo volume Uno studio delle strade tempo stesso la misura della sua Con la scomparsa antologico su Messina e la cittadine, del 1963, condotto personalità di operatore culturale, sensibile di Pietro Bruno, sua provincia attraverso la con criteri storici e in ai problemi della esegesi critica, da cui Messina ha perduto collaborazione con altro stampa: una raccolta di traggono origine gli studi, ma attento articoli giornalistici su studioso, ebbe a suo tempo altresì, oltre che a fare cultura, a custodire uno di quei figli che Messina (storia, arte, larga diffusione ed ormai tale cultura e a diffonderla con le rassegne, fanno della propria scienze, lettere), che si introvabile (Stradario storico le recensioni, e soprattutto le ristampe. La vita una missione continuerà negli anni della città di Messina). Mentre sua opera costituisce un esempio per tutti per illustrare la città un altro saggio sulle antiche successivi. Fino al 1960, per coloro che, allʼinterno ed allʼesterno della e recarle vanto complessivi 10 volumi, mura della città di Messina Società messinese di Storia patria, includendo a partire dal compare nel volume desiderano studiare la storia di Messina e 1955 anche gli elenchi delle “Impronte del Passato”, operare perché il suo Passato non venga accessioni della Biblioteca Comunale. curato dal Rotare di Messina nel 1978. dimenticato dai Messinesi medesimi. Lo scopo di queste, come di altre Carattere più filologico e letterario hanno gli (da Archivio Storico Messinese, 1982) rassegne, non era soltanto quello di studi condotti dal Bruno su problemi non sottrarre alla dispersione testimonianze preziose, ma anche quello di tenere informati i cittadini (e soprattutto le nuove generazioni) sul patrimonio culturale della loro città. A questo duplice scopo corrispondono un altro gruppo di pubblicazioni aventi carattere di rassegna, e le ristampe. Hanno carattere di rassegna: “Incisioni dellʼArchivio storico del Comune di PALERMO. Oltre ventimila volumi, una grande quantità di documenti, sentenze, Messina”, un articolo apparso note contabili, schede personali. Torna alla luce l'intero archivio della Corte dei nell.A.S.M. 1976, e “Le incisioni conti di epoca borbonica in Sicilia. E' stato rintracciato nei depositi dell'Archinellʼopera di Callejo y Anjulo” che si vio di Stato di Palermo attraverso una ricerca coordinata da Antonino Giuffrida, trova in A.S.M. 1980. Assai note sono le docente di storia moderna dell'università. Le carte sulla contabilità della pubristampe, sia le due del 1976, (relative blica amministrazione saranno ora riordinate e catalogate. Da un sommario esalʼuna allʼopera di Buonfiglio Costanzo, me, dice Giuffrida, si ricava il "rigore dei controlli contabili e della giurisdizione Messina città mobilissima; lʼaltra amministrativa" su ogni fonte di spesa di enti e apparati dello Stato. Non manallʼopera di G. La Farina, Messina e i cano le curiosità come quelle che riguardano la gestione dei fondi per la resuoi monumenti), sia quella del 1980, pressione dei moti del 1820-21, interamente pagata dai comuni, e l'amministrarelativa alle opere di Callejo e di Apaty, zione della "Real casa dei matti", l'ex ospedale psichiatrico istituito dal barone con il titolo “Sicilia. Stato politico e Pietro Pisani. fortificazioni nel Settecento” (tutte e tre le opere contengono una ottima “ ” PALERMO Tornano alla luce le carte borboniche pagina 37 posterlibri 30 NOVEMBRE 2012 POESIA. “L’ala mancante” della scrittrice messinese Emozioni a fior... di Pelle La raccolta composta da 57 liriche, finalista al prestigioso Rhegium Julii DI FELICE IRRERA MESSINA. I luminosi fiori della pittrice olandese Rachel Ruysch, che, abbarbicati su un arido tronco, disegnano la copertina di questa ottava silloge poetica di Marisa Pelle (“Lʼala mancante”, Besa 2012) sintetizzano efficacemente il contenuto delle 57 liriche che la compongono, formando un altro tassello della cifra poetica, ormai assestatasi nel tempo, della poetessa. La raccolta (finalista nel 2011 al prestigioso Rhegium Julii) è proprio come un luminoso e colorato, iridescente fascio di fiori che ella omaggia alla sua stessa esistenza, oltre che al lettore che ha avuto modo di seguirla nelle sue diverse prove. Se la critica è ormai concorde nel riconoscere la sua sensibilità, permeata di religiosità, ma carica pure dellʼeredità dei classici, si avverte adesso sempre più nei suoi versi la capacità di partecipare alla vita dei nostri giorni, alternando lʼintrospezione, che da sola rischierebbe di essere autoreferenziale (ma che pure, con la sua carica di umanità, è capace di trasmettere ad orecchie attente valori oggi sempre più rari), allʼattenzione verso gli altri, verso unʼumanità dolorante per i guasti indotti da una contemporaneità spesso fredda e incapace di riflettere. Così, anche in liriche come quella dedicata al padre o le cinque alla madre (alla quale è stata da lei dedicata lʼintera silloge che questa A CURA DI CARMELO CELONA precede, “Come fuoco nellʼarca. Poesie alla madre”), il dolore, sempre vivo, appare congiunto, nella memoria, ad immagini che mescolano il reale allʼonirico (“Della nostra verace terra/di Calabria/sento sapida la vita”; “Come unʼeco lontana/Morgana rifletteva lʼimmagine/di lei nel colore degli anni/di me protesa ad essere lʼala/mancante”; “Ti corteggino Madre le stelle/a illuminare il grembo buio/della terra”; “Non conosce albe né tramonti/lʼutopia dellʼamore”; “Lapilli di fuoco sulla creta/incolore del giorno”). Nelle altre, poi, sempre disegnate da un lessico curato e molto diversificato, emergono i motivicardine della sua poetica: il tempo, innanzitutto, entro il quale scorre lʼesistenza con le ore, i giorni, gli anni, che i ricordi ravvivano, certo, anche nella sua negatività: nel dolore, con il sentimento di una mancanza, di unʼassenza (frequenti le negazioni, i “senza” e poi i sostantivi, come “ombra”, “dolore”, “morte”, “lacrime”, “pena” e gli aggettivi quali “brulla”, “deserta”, “fugace”); nel buio “ombra”, “penombra”, “oscurità”, “sera”); nella durezza (“pietra”, “roccia”) che sembra circondarci. Ma il poeta non vive davvero solo immerso nella sua pena. Quanta luce, sole, albe, luna, stelle gli offre il cosmo e quanta natura cʼè intorno a lui: gli alberi con le loro fronde, il mare. Questʼultimo è presente con le sue onde, i fondali, le sponde e le coste, con le barche e i remi dei pescatori, segnalando un rapporto profondo e quasi LACERTI DI LETTURE La sarda secca PROVIENE DAL SOSTANTIVO latino “mentula”, ed è il modo più icastico per indicare stupore e meraviglia. “Mi ero ritrovato, naso contro il vetro, a guardare fuori e a mormorare la parola di sette lettere che ogni siciliano che si rispetti, grida, sussurra, eufemizza, un centinaio di volte al giorno.” Quellʼemozionante rito religioso mattutino dellʼacquisito e della lettura dei giornali, spesso violentemente turbato da chi, incurante dei rischi, osa chiedere di leggerli prima di noi. “Rinuncio anche ai T.G., mi sciupano il piacere delle prime pagine del giorno dopo.” Eʼun guaio quando si fanno i soldi senza essere andati a scuola. “La catena dʼoro intorno ai colli, i Rolex ai polsi, vortici di nobili firme messe insieme tra occhiali, giubbotto, t-shirt, scarpe, e chi sa che altro. Le loro donne scendono impellicciate dalle Mercedes centonove ancestrale con lui. E non mancano altri elementi che sollevano lʼanimo: il desiderio di librarsi in alto (“ali”, “volo”), la capacità di cogliere elementi di positività, come lʼamore, lʼarmonia, la bellezza, la gioia. E il poeta osserva la realtà o pesca nella memoria, traendo dalla sua tavolozza di parole il verde e il blu, il rosso e lʼazzurro, più che il grigio e il nero; né trascura di ascoltare parole, passi, note, canti, echi, ritmi, voci, che lo riportano al passato mentre vive nel presente. E in “questo” presente lʼuso del “come”, delle similitudini, gli consente di creare immagini di rara bellezza, mentre vaga nei luoghi più diversi del mondo: “Quante lune ravviavano ricordi/- come mani di velluto tra i capelli -/profondi come i silenzi/delle donne del deserto dietro i veli”; “Aspre radure questo tempo incide/caduco come il fiore di ciliegio”; “Come fenicotteri in volo verso/la Camargue o sul delta del Guadalquivir/ s'allineano pensieri/a dare un senso a questo tempo breve”; “Come un cartiglio di note in sordina/avvolge la notte tutte le cose”; “Ma nelle cavità della roccia/come rondoni sotto la cascata/nidificarono parole/a custodire le orme non visibili/dell'anima; “Come una perla nera della Polinesia/ raro e prezioso si dirada il tempo/ innamorato della luce/ dispiega le sue ali”. Sono davvero immagini capaci di accostare al reale i sentimenti, che intrisi di esso acquistano straordinaria pregnanza. PRESENTAZIONI LA CLASSIFICA Le relazioni di Barrilà MESSINA. Fine settimana denso di appuntamenti per Domenico Barrilà che torna nella sua Messina per presentare il suo ultimo libro “I legami che aiutano a vivere”, ed. Feltrinelli-Apogeo. Il tour siciliano di Barrilà, psicoterapeuta adleriano, è stato fortemente voluto da Daniela Bonanzinga, proprietaria della storica libreria messinese. Lʼinteresse di Daniela Bonanzinga per lʼopera dellʼautore, messinese trapiantato da quarantʼanni a Milano, si colloca nel solco del suo incessante impegno a favore della promozione della lettura, che in questi anni ha visto autori di livello nazionale e internazionale visitare la Città dello Stretto. Un grande lavoro di sensibilizzazione che rende questa instancabile imprenditrice, una figura molto apprezzata anche al di fuori dai confini dellʼIsola. Con la conferenza di Santa Maria Alemanna,venerdì 30 novembre alle ore 18, si salda dunque una collaborazione tra due messinesi che sono riusciti a ritagliarsi un ruolo significativo nel panorama senza più difficile dellʼeditoria italiana, e che speriamo continui a offrire opportunità di confronto nel nostro territorio. Sabato 1 dicembre, Barrilà sarà ancora a Messina alla scuola di S.Paolo, “La Pira” alle ore 10. di Felice Irrera Maria Antonella Saia, A tempo di fuga, Pungitopo 2012, pp. 248, € 16,00 La protagonista di questo romanzo di unʼautrice di Barcellona (Messina) qui al suo esordio letterario, ama la libertà, ma ha sempre subito. Quando, però, qualcuno cercherà dʼintrappolarla in un matrimonio combinato si risveglierà in lei la sete dʼindipendenza e saranno emozioni e colpi di scena.! Follett - L' inverno del mondo. The cenE. L. James - Cinquanta sfumature di tury trilogy. Vol. 2 - Mondadori rosso - Mondadori 1Ken 4 E. L. James - Cinquanta sfumature di Paolo e Rossella Simoncelli - Il nostro - Mondadori - Rizzoli 2E.grigio 5SicCarmine L. James - Cinquanta sfumature di 3nero - Mondadori 6MondadoriAbate - La collinawuz.itdel vento - frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore fiammeggianti, e magari firmano con la croce.” Quella caustica antipatia esercitata con ironia e con appassionato dileggio. “Sembra già avere un urgente bisogno di fare un tagliando. Ha lʼaspetto della vittima consenziente di uno stupro non consumato.” Vi sono coppie la cui immagine non si riesce ad associare a quella della sessualità. “Visti in coppia, davano lʼimpressione di sempre: un potente argomento a favore del controllo delle nascite.” Certi caos hanno un rigoroso ordine che pochi possono cogliere. “Il disordine non è lʼassenza di qualsiasi ordine, ma piuttosto, lo scontrarsi di ordini privi di rapporti.” Il maschilismo spesso è alimentato dallʼistinto materno delle donne e dalla loro propensione a prendersi cura del prossimo, soprattutto quando è cucciolo o quando è uomo. “Maruzza mi tolse la caffettiera di mano e preparò il caffè. Io ci provo a non essere maschilista, ma ci vuole collaborazione.” Leggere più libri contemporaneamente dà pagina 38 impagabili emozioni orgiastiche. Il piacere di questa pratica è libertario e dionisiaco. “Lei mantiene i contatti con un solo libro alla volta. Io invece, con i libri pratico la più disinvolta poligamia e la più disinibita promiscuità. Ne ho sempre tre o quattro contemporaneamente in lettura.” Quando si vantano di essere degli insuperabili donnaioli, solo perché vanno a puttane. “Intendiamoci, di donne ne ha avute, però sempre pescate nella libera professione.” La mafia diviene imbattibile se la si lascia combattere solo agli addetti ai lavori. “lʼodio regolamentare che ogni sbirro che si rispetti è tenuto a portare contro i mafiosi. E che gli onesti cittadini non sempre si degnano di esercitare.” Quei cibi insulsi che certi popoli, non avendo di meglio, sono riusciti a valorizzare. “Mi lascia freddo il caviale, sa di sarda secca, senza possederne le virtù.” Lacerti tratti da: “I delitti di via Medina-Sidonia ” - 1996 Santo Piazzese posterlibri centonove 30 NOVEMBRE 2012 PRESENTAZIONI. Il libro umoristico di Raimondo Moncada in tour in Sicilia Concordia parvae res crescunt, Nell'armonia anche le piccole cose crescono». Giumenta è la protagonista della storia in una società tra i pregiudizi di alcuni, i "pellegrinaggi" di altri al tempio, e le critiche aspre di taluni che pubblicamente ne stigmatizzavano i comportamenti lascivi ma celatamente ne fruivano dei "servigi": usi l'ironia per denunciare con il sorriso l'ipocrisia e le debolezze umane, attualizzando così il sapere classico? E cosa è cambiato e se è cambiato DI MARIA TIZIANA SIDOTI escort d'epoca. Nel libro qualcosa dall'Akràgas di Giumenta e descrivo l'ellenico edificio Giunone ad oggi? sacro, dal punto "A" al «Penso non sia cambiato nulla. La storia AGRIGENTO. Un escamotage per far punto "G", e illustro in si ripete, altro che professoressa di vita. con il registro dell'humour in 86 paginette profondità le virtù di colei Oggi c'è comunque più pudore. una rilettura dei nostri tempi, fatti di escort che originò il boom Ritornando all'attualità descritta dai e corruzione, tra politica e spettacolo, con demografico di Akràgas e giornali, l'attività extraconiugale, forme della cultura classica. Questo diede origine al traffico extralavorativa, extralarge, extraterrestre, cercava il giornalista e scrittore turistico». ferve. La criminalità investe sulle luci agrigentino Raimondo Moncada. E lo ha Dalla tua produzione rosse. Le case chiuse sono state chiuse trovato nell'invenzione della scoperta di pare che ami il registro per legge, ma non le strade dove pullula un tempio alla dea Giumenta, ricostruita satirico-umoristico con l'esercizio della professione amatoriale. con fantasia archeologica, nella venature comiche, ed il Tanti sindaci si sono mobilitati per contemporanea Agrigento dall'antica nuovo libro è imbevuto soffocare gli atavici istinti di eserciti di Akràgas. Così è arrivato il libro umoristico di cultura classica tra incontenibili combattenti. Il sindaco di "Dal Partenone di Atene al Putthanone di letteratura greca e Roma, ad esempio, ha emesso Akràgas" in formato ebook e cartaceo. latina: quali sono stati i un'ordinanza per vietare l'esposizione di Che il Moncada in questi giorni presenta tuoi modelli di merce seminuda lungo le strade. Il giorno in tour in Sicilia con tappe nella Magna riferimento? dopo nelle strade della capitale Grecia, per l'occasione, come da libro, «Non ho modelli letterari circolavano più roulotte che auto. Per "Magnaccia Grecia". Dopo Licata ed il di riferimento. Ho aggirare i divieti, è nato l'amore mobile Museo di Calamonaci, lʼautore, a cui il 24 anticipato pure il filone sui camper. Lo fai su due ruote e sopra novembre è andato il primo premio del delle Cinquanta un mezzo a rimorchio. I clienti arrivano da concorso letterario nazionale “Ignazio sfumature che in questo ogni dove e con facilità perché, come ben Russo”, sezione satira, sarà a Sciacca e momento sta avendo un sai, tutte le strade portano a Roma. alla Fiera del Libro di Siculiana, grande successo. In Giumenta esercitò nella massima nell'ambito della III edizione del concorso libreria si compra solo trasparenza, per il bene pubblico, col Raimondo Moncada letterario Torre dell'Orologio dal 14 al 16 sfumatura. Fa chic e il plauso dei comandati e dei comandanti. dicembre, poi a Raffadali e ad Agrigento, titolo del libro non fa Riceveva mobilmente nel suo tempio Putthanonès di nomen e di factus con mentre si lavora per un evento a rimanere sotto choc. Nel libro ironizzo immobile. Proponeva trattamenti ad ostentato vantus. Agli uomini accecati Selinunte dove sorge il prima di tutto su me stesso, personam. Da Giumenta entravano tutti, Protagonista sulle mie debolezze, sui miei dalla sua inusitata bellezza che non celebre Tempio "G". fedeli ed infedeli, belli e brutti, ex aequo e la dea Giumenta sapevano dove andare, Giumenta diceva Dopo opere teatrali come difetti, sulle mie sofferenze, per par condicio. Davanti al tempio si guidandoli: In medio stat virtus, Vedi che "Odissea: Ulissi, i froci e formavano code interminabili. Pure gli e i suoi modi di dire sulle mie stravaganze, per poi la virtù, anche di una dea, sta nel mezzo. 'nà troia", una commedia indiani si mettevano in fila, in fila indiana, in siciliano. Celebre ironizzare sulla società che Non ti puoi sbagliare. Poi si permetteva di aspirando i segnali di fumo nell'attesa del "Il peccato di Eva", il libro ogni giorno ti regala spunti la frase per i poco aggiungere: Dulcis in fundo, evitando di "Ti tocca anche se ti Ti posso dire che turno». “dotati”: ognuno sapi interessanti. pronunciare quest'ultima frase in tocchi", un lungometraggio mi piace l'umorismo di Achille In un tuo blog dedicato al libro parli del quantu l’avi presenza di focosi diabetici. La dea "Babbaluci", un corto Campanile e del siciliano ritrovamento, stavolta vero, di una imparò anche il siculo-sicano per antimafia "L'arma più Umberto Domina, che mi piace moneta, il decagramma di Agràgas, efficace", ed una la comicità di Roberto Benigni e prepararsi ad accogliere in massa gli battuta all'asta a Zurigo, e di un indigeni siciliani. Celebre è rimasta la tragicommedia "Romeo e Crocetta", di Enrico Brignano, che sono cresciuto legame con il "Putthanone". frase che diceva spesso a chi soffriva ora questo libro. Quando è nata l'idea? ridendo con Stanlio e Ollio, Charlot, Totò «A Zurigo, un magnate ha comprato E perchè un libro? e con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia». perché poco dotato: Ognunu sapi quantu all'asta per circa 2 milioni di euro una l'avi». «Mi ha spinto la cronaca. Troppo sesso Il tuo libro parte dalla "scoperta" moneta, come le nostre care A Zurigo, un Fai, dunque, parlare la dea da farti rimanere di sasso. Il sesso ha immaginaria di un nuovo tempio sotto cento lire. È un decagramma magnate ha comprato di Akràgas risalente al 409Giumenta in latino e non in quasi spazzato via la cronaca nera, lo quello di Giunone, dedicato ad una greco: nel libro motivi la sport, la cultura, l'oroscopo, le parole divinità, frutto di fantasia, Giumenta, all'asta per circa due 406 avanti Cristo. È, giusto scelta tecnica anche con la crociate. Mi sono spaventato. Compravo dedita al più antico "mestiere" del milioni di euro una giusto, il periodo d'oro in cui volontà della divinità di il giornale e lo nascondevo per non farmi mondo, esercitato con assoluta moneta risalente al operò Giumenta. Chissà, mi giudicare male dalle persone che mi licenziosità ma gratis a differenza delle lasciare traccia di sè ai chiesto, se è stata la periodo d'oro in cui sono romani che avrebbero incontravano per strada. Quelle stesse moderne escort. Un'archeologia da stessa dea, allergica ai soldi, operò Giumenta conquistato il mondo. persone che nascondevano a loro volta immaginazione la tua con approccio, a disfarsene? Allora batteva «Giumenta è stata una dea che giornali ben più informati tuttavia, serio, quasi di conio solo Giumenta, la amò esprimersi in latino, pur sotto pudiche ascelle che, scientifico, mentre divinità che appagò l'intiero per la vergogna di essere sinanche l'impaginazione essendo greca. Usava il latino dei latini mondo senza mai farsi pagare. Odiava le sia per non farsi capire dai terroni scoperte, sudavano. Mi e la struttura interna del monete sonanti. Preferiva solo i sonanti». contemporanei che parlavano solo greco, Hai in mente di farne una versione per sono così chiesto: è stato testo si richiamano agli sia per lasciare traccia di sè ai posteri sempre così? C'è stato un autori greci e latini: un il teatro? latini. Come si legge nel libro, pensava al inizio nella buona notte dei mix tra serio e faceto in «Mi incuriosisce vedere rappresentate su popolo romano che avrebbe conquistato tempi? Facendomi guidare un divertito gioco di un palcoscenico le gesta eroiche di quel mondo che lei imperialmente si era dalla mia immaginazione, e parole tra latino ed Giumenta. Sarebbe già interessante già fatto e rifatto in lungo e in largo. Fu la senza uso di italiano? assistere ai provini per la ricerca della prima pacifista. Amò ubi et orbi, ad intercettazioni, mi sono «La dea mi parla in latino protagonista. Dieci, cento, mille messo a scavare nei secoli pur essendo la lingua latina libitum, per la pace del mondo e per la pretendenti Giumente che si battono per pace dei sensi. Fu una fautrice di a mani nude. Ho così non ancora parlata per impersonare le virtù della ineguagliata atmosfere serene. Agli amanti latini che portato alla luce il tempio mancanza di maschi latini. dea per il piacere dell'indignato pubblico piangevano a dirotto per le proprie dove esercitò Giumenta, la Giumenta, con proprietà di guardone! Il provino sarebbe già uno insignificanti dimensioni, spiegava: dea che mortificò tutte le linguaggio, si diceva spettacolo». Dall'antica Akràgas con humour "Dal Partenone di Atene al Putthanone" del giornalista e scrittore agrigentino. Ecco come l‘archeologia diventa “fantastica”per svelare vizi e debolezze di ieri e di oggi “ ” “ ” pagina 39 posterreligione 30 NOVEMBRE 2012 Lʼedicoletta votiva nei pressi della prefettura di Messina e lʼingresso della sala concessa ai valdesi MESSINA. Resta senza risposta l’appello della comunità greco-ortodossa Tempio, il silenzio della curia Nonostantele ripetute richieste, non si trova ancora un luogoper celebrare i riti. Eppure, il problema altrove è stato risolto. A Milano per esempio il cardinale Scola... DI FELICE IRRERA MESSINA. La lettera è stata inviata ai primi di settembre dai membri del Consiglio Direttivo della Comunità Ellenica dello Stretto (di cui è presidente il Carmelo Micalizzi) e non ha ricevuto ancora alcuna risposta dallʼArcivescovo. I destinatari sono eccellenti. In primo luogo, lo stesso Arcivescovo di Messina Mons. Calogero La Piana; poi, per conoscenza, la Segreteria di Stato del Vaticano, la Congregazione per le Chiese Orientali di Roma, Sua Eminenza Ghennadios, Metropolita dʼItalia e Malta ed Esarca per lʼEuropa Meridionale, residente a Venezia, Sua Santità Bartolomeo I, Arcivescovo di Costantinopoli, Nuova Roma e Patriarca Ecumenico Rum Patrikhanesi, Fener Halic (Istanbul). Il tema della missiva è semplicemente la preghiera, rivolta allʼArcivescovo, di voler concedere un luogo di culto alla parrocchia ortodossa del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli-Sacra Arcidiocesi ortodossa dʼItalia. Si legge in essa che rimane del tutto precario lʼattuale luogo di culto ortodosso della Sacra Arcidiocesi ortodossa dʼItalia (una sala concessa dalla locale Chiesa valdese), nonostante una sede più adeguata sia dovuta alla storia della comunità greca, presente, in modo sensibile e attivo, nella città dello Stretto in tutto il secondo millennio, fino al 1908, e che da alcuni anni è tornata ad esserlo, dopo la terribile catastrofe del terremoto, non solo con le famiglie sopravvissute al terremoto, ma con circa cento famiglie miste, formatesi nel secondo dopoguerra, che sentono lʼesigenza di un luogo di culto e di riferimento per le loro tradizioni, che rispecchi pienamente la loro storia e la loro fede. Dʼaltronde, come appurato da numerosi ed autorevoli studi, alcuni di prossima pubblicazione, i convegni su S. Nicola (2010 a Messina) e S. Paolo (2011) a Reggio Calabria e quello imminente questʼanno (a Messina), insieme con la posa nellʼagosto scorso dellʼedicoletta votiva di S. Nicola sul luogo della chiesa omonima, distrutta e non più ricostruita, testimoniano un sincero interesse ed un impegno volto alla riconciliazione e alla testimonianza fraterna; senza contare che proprio lʼimminente mostra delle icone della chiesa di S. Nicola dei Greci (il titolo di S. Nicolò dei Greci, invero, ce l'ha la chiesa di S. Domenico al Dazio, dove giacciono i relativi documenti) mostrerà a tutta la città di Messina il tesoro di fede, di spiritualità, di arte che era custodito nellʼultima, gloriosa chiesa ortodossa di Messina fino al 1908. Cʼè da dire che in altre parti dʼItalia, il problema è stato affrontato e risolto. Tra gennaio e febbraio 2012, il cardinale di Milano Angelo Scola, ha concesso alla Sacra Arcidiocesi ortodossa dʼItalia anche un secondo luogo di culto a Milano, individuato nella chiesa cattolica della Madonna di Podone (poi consacrata pagina 40 centonove il 14/10 p.v. da S. E. Ghennadios), completamente restaurata, concessa ai fedeli ortodossi con sincere espressioni di stima e fraternità, che mette conto ricordare: “La spiritualità, la fede e la testimonianza evangelica dei fedeli ortodossi costituiscono un gran dono per la Chiesa Cattolica”; negli ultimi sei anni ben dodici diocesi cattoliche in Italia hanno concesso luoghi di culto ai fedeli ortodossi del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli; e il metropolita della Sacra Arcidiocesi ortodossa dʼItalia del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, S. E. Ghennadios (che guida la Sacra Arcidiocesi Ortodossa dʼItalia e che ha nello scorso mese di luglio siglato unʼintesa con lo Stato italiano, il che ne dimostra lʼautorevolezza) ha indirizzato a Mons. La Piana alcune lettere su questo argomento, di cui si è occupata anche la stampa locale, senza, però, alcun riscontro pratico. Lʼattuale parroco ortodosso presente a Messina, archimandrita Alessio, ha già esposto, in una pubblicazione (“I santi italo-greci dellʼItalia meridionale. Epopea spirituale dellʼOriente cristiano”, Nicola Calabria Editore 2004), il suo approccio irenico, in linea con la lettera apostolica “Orientale Lumen” (1995) che ha dichiarato: “ LʼOriente cristiano ha un ruolo unico e privilegiato, in quanto contesto originario della Chiesa nascente: le Chiese dʼOriente sono interpreti viventi del tesoro tradizionale da esse custodito”. Non si vede, dunque, perché mentre a Messina, un luogo di culto è stato già concesso nello scorso mese di marzo ai fedeli greco-cattolici, non sia possibile fare altrettanto, con un atto di carità fraterna, con i greco-ortodossi. Magari, ad esempio, concedendo ai grecoortodossi l'utilizzo della chiesa di S. Tommaso Apostolo, spoglia, senza altare, assegnata attualmente al parroco di S. Antonio Abate, aperta ai turisti, ma praticamente non utilizzata. centonove postercinema 30 NOVEMBRE 2012 L’INTERVISTA. Il film di Christian Bisceglia approda sul web e in 12 Paesi Fairytale, favola horror Sophia e Helena nella casa degli orrori “FAIRYTALE”, il film di Christian Bisceglia e Ascanio Malgarini, dimostra che è possibile coniugare lʼadesione a un genere, in unʼottica commerciale e internazionale, con la qualità visiva e una regia e una scrittura evocative. Sophia (lʼattrice Harriet Mac Masters Green) e la piccola Helena (Sabrina Jolie Perez) sono le vittime di una casa degli orrori, in una Latina spettrale, dove si colgono echi dellʼantica storia fascista (la malaria e la bonifica delle paludi) e soprattutto di una terribile vicenda familiare. Tra fenomeni paranormali e ritorni di fantasmi che uccidono ancora, si dipana una storia segnata da un buon ritmo e unʼalta capacità visionaria. Efficace la sceneggiatura di Bisceglia in funzione di un racconto che mescola incubi e ossessioni, con la caduta dei primi denti nellʼinfanzia come spunto per fantasie paralizzanti. La bambina Helena è infatti ossessionata da unʼinquietante Fata dei denti e il film si muove al confine tra malattia psichica e fantasy, disgregazioni familiari e orrori misteriosi, nel segno delle suggestioni e del terrore. Da segnalare la partecipazione, nel ruolo di uno psichiatra, del regista Giuliano Montaldo, il piano sequenza iniziale nella casa macchiata dal sangue, ricostruita grazie ai miracoli del digitale, e le sequenze nellʼospedale psichiatrico e nellʼantico manicomio di epoca fascista. Da incubo il colpo di scena finale. Una storia sospesa tra mistero e fantasmi. Il regista messinese: “La mia scrittura ispirata dall’architettura fascista e dalla metafisica di de Chirico” DI MARCO OLIVIERI MESSINA. Un bel horror dal forte respiro internazionale e un tocco visivo che lascia il segno. “Fairytale”, scritto dal messinese d'adozione Christian Bisceglia e da lui diretto con Ascanio Malgarini, dopo la presentazione a Cannes, approda in dodici Paesi, tra sale e dvd, grazie alla distribuzione internazionale di Rai Trade: dagli Stati Uniti alla Colombia e (tra gli altri) Turchia, Serbia, Corea e Gran Bretagna. Una produzione a basso budget realizzata da Onemore Pictures con Rai Cinema. In Italia, è possibile vedere gratuitamente il film via Internet, fino al 16 dicembre, allʼindirizzo www.cubovision.it, prima di essere programmato su Rai Movie e a pagamento. Già autore della commedia Una scena del film “Agente matrimoniale” ed editor e supervisor per la la lettera M di Mussolini, e dalla pittura Endemol Italia, e in particolare a capo del metafisica di Giorgio de Chirico. Con gruppo di scrittura della serie tv Fairytale abbiamo dimostrato che si può “Centovetrine”, Bisceglia ha scritto una realizzare un film di genere di qualità, storia sospesa tra mistero, orrore, fantasmi assassini, agghiaccianti Fate dei valorizzando lʼartigianato italiano, di altissimo livello. La regia a quattro mani denti e fenomeni paranormali, fino alla con Ascanio Malgarini? Ci completiamo, sorpresa finale. Efficaci lʼuso degli effetti riuscendo a girare in sole tre settimane. digitali in una cupa Latina, location del Lui è un mago degli effetti speciali digitali film, il ritmo e le immagini. “La mia e un regista raffinato, mentre io sono scrittura visionaria – sottolinea lo concentrato di più sulla scrittura. La sceneggiatore e regista – è stata ispirata nostra è unʼintesa profonda: dalle dai segni della storia presenti a Latina, inquadrature alla recitazione siamo come i palazzi di epoca fascista e la dʼaccordo su tutto, con uno scambio struttura manicomiale realizzata secondo felice. Il lavoro preparatorio con le attrici protagoniste è stato molto intenso e siamo stati affiancati da ottimi collaboratori: dal bravo direttore della fotografia Antonello Emidi alla scenografa Cristina Onori e alla costumista Elisabetta Montaldo. Tutti, con la produttrice Manuela Cacciamani, hanno creduto nel progetto, rinunciando a grandi compensi. Oggi non siamo più un Paese di prima fascia e il digitale ci consente, nel segno della qualità visiva, di sopperire alle carenze economiche”. In principio, esistevano solo venti minuti di un plot per unʼipotesi di serie tv. “Venti minuti che hanno spinto i responsabili di Rai Cinema a chiederci di svilupparli in un film vero e proprio”, spiega Bisceglia. “Credo che lʼhorror sia un genere a me congeniale – aggiunge il regista – con possibilità di investimenti economici mirati allʼestero e Christian Bisceglia unʼindustria in attivo, come dimostra la LA TRAMA distribuzione internazionale di Fairytale. Mi dispiace solo che in Italia non ci sia ancora unʼadeguata attenzione, dato che qui il nostro lavoro non esce nelle sale. Con questo film, mi sono ricollegato, per alcuni aspetti e suggestioni, ai miei primi lavori: le videoinstallazioni Via Crucis, nel 1992, e Visioni, nel 1994, prodotte dal teatro Vittorio Emanuele di Messina”. Già regista del videoclip “Veramente”, per la canzone di Mario Venuti,e adesso dello spot della serie A Tim, con tanto di nomination per la regia, ha in cantiere un nuovo horror moderno, sempre con Ascanio Malgarini, e spera sempre che una rinnovata Film Commission siciliana possa prendere in considerazione il suo progetto di una serie tv intitolata “Mafia contro vampiri”, dove i vampiri sono i buoni, con un gusto sarcastico per un horror intriso di ironia. “Credo che non si debba avere paura di confrontarsi con il mercato. Quando il cinema italiano funzionava, produzioni di genere e dʼautore si alimentavano a vicenda. Il mio lavoro per Centovetrine mi ha aiutato ad acquisire velocità di scrittura ed entrare più facilmente nellʼottica produttiva”. CENTENARI A Catania omaggio a Ugo Saitta CATANIA.Nellʼanno del centenario della nascita, un omaggio al primo documentarista siciliano di rilievo: Ugo Saitta. Presso il Cineateatro “Francesco Alliata” di Catania, con la direzione artistica del giornalista e sceneggiatore messinese Francesco Torre, si presenta il ciclo “Videorama siciliano”, dedicato al documentario dʼautore siciliano, con una retrospettiva riservata a Saitta, in collaborazione con Filmoteca regionale, Cineforum Don Orione di Messina, la rassegna “Assaggi di realtà” e lʼErsu di Catania. I prossimi appuntamenti sono 4 e 7 dicembre e si prosegue fino al 20, con documentari di alto valore storico e filmico, opera di un autore che ha raccontato la Sicilia dagli anni Trenta alla fine degli anni Settanta. Per informazioni: www.cineteatroalliata.it. M. O. pagina 41 30 NOVEMBRE 2012 postereventi centonove Il cast di Casanova 3D durante le prove MUSICAL. Ad Acireale si va in scena con le coreografie di Raffaele Paganini Casanova si fa in... 3D Per la prima volta verrà utilizzata la tecnologia cinematografica. Sul palco ex allievi di “Amici” e “Ballando con te”. Sotto la supervisione di Fioretta Mari DI ENRICO SCANDURRA ACIREALE. Unʼopera unica nel suo genere. Un musical di grande intensità emotiva, la cui trama si intreccia inevitabilmente con il periodo storico in cui è ambientata: il ʻ700, lʼepoca dei Lumi. In questʼepoca di grandi trasformazioni si muove Giacomo Casanova, il personaggio principale del musical prodotto dal C.a.m.s. con la nuova tecnologia “3D live live”, messa a punto da una società, unica in Italia, presieduta dal manager Francesco Stochino. Il C.a.m.s., College Arti e Mestieri dello Spettacolo, nato in Sicilia tre anni fa, a Catania, per realizzare Ultime prove in sartoria “Casanova in 3D” si è affidato al team di Stochino. Con lʼorganizzazione della J.G Angelʼs, la distribuzione dellʼAssociazione Artime ed il contributo dellʼAssessorato regionale al Turismo per il “Circuito del Mito” e la collaborazione della società milanese di produzione in 3D, antesignana nel mondo delle tecnologie, innovative nellʼambito del teatro, il Casanova “siciliano” vanta un team di professionisti pronti a far decollare il musical in tutto il mondo. Intanto la prima nazionale dello spettacolo è prevista il 7 dicembre, al Palatupparello di Acireale. Lo show vedrà impegnata unʼicona del teatro italiano, Fioretta Mari, direttrice artistica del corso di formazione al musical del C.a.m.s., che porta il nome di Artacademy Carrara. «Tutto nasce da una ragazza catanese, che nel 2009 mi disse, incontrandomi per strada, che sarebbe stato necessario aprire una scuola a Catania. La ragazza aveva una dizione orribile - ammette Fioretta Mari, scherzando - Ma poi, alla fine mi convinse». «Pensai molto su come impostare e coinvolgere i tanti giovani rivelatisi, poi, delle autentiche sorprese. Oggi molti di loro si sono affermati. E tutto proviene dalla tenacia e dalla volontà dei primi giorni. Sono orgogliosa di loro. Se Dario Inserra potrà interpretare Giacomo Casanova, è merito e frutto del lavoro di collaborazione fatto tra tutti noi». La giovane catanese che fece la proposta alla Mari si chiama Valentina Spampinato, allieva anche lei del C.a.m.s. e ideatrice e regista del Musical, le cui musiche sono di Lino Zimbone e Salvo Leanza. A Letizia Scuderi e Don Cash sono state affidate, invece, le coreografie con la supervisione dellʼétoile Raffaele Paganini. “ Ciò che mi ha affascinato del C.a.m.s. sono state soprattutto le persone, gli allievi, che fondono passione e bravura insieme per creare un unicum. Quellʼunicum che serve tanto per far diventare la nostra scuola allʼavanguardia» afferma Paganini. «Ho sentito dentro qualcosa che doveva uscire, che doveva esplodere. Questi ragazzi mi hanno fatto ritornare indietro a molti anni fa. Quando avevo 14 anni ero un allievo. A 18 anni ero già primo ballerino. La differenza tra allievo e professionista a questi livelli è minima. Quasi inesistente», conclude il famoso coreografo italiano. Nel musical sono presenti giovani artisti che si sono distinti nel panorama nazionale, come Ester Condorelli, vincitrice di “Ballando con te 2012”; Jessica Vilotta, ballerina della sesta edizione di “Amici” di Maria De Filippi; Floriana Lauritano, finalista del concorso “Miss Italia 2012”; Marica Riggio, talentuosa acrobata, che con la sua arte sta solcando i palcoscenici più importanti del mondo. Un musical in cui sono presenti molte novità e le cui scenografie sono di Marco Lanzafame, i costumi della giovane Viviana Tomarchio, mentre ad Angela Dispinzieri è stata assegnata la mansione di vocal coach. Il tutto con la supervisione multimediale di Andrew Quinn, famoso per gli effetti speciali di Matrix e Tomb Rider, e Riccardo Puglisi, esperto di videomapping. La regista Valentina Spampinato non ha esitato, durante la conferenza stampa di presentazione, nellʼindividuare i connotati e nello spiegare cosa significa “opera in 3D». «Eʼ ovvio - afferma - che lʼeffetto 3D riguarda tutto ciò che circonda gli elementi scenici. È una sinossi tra cinema e teatro. Gli artisti si muovono in uno spazio che non è solo occupato da scenografie fisiche, ma immerso nelle immagini tridimensionali della nuova tecnologia 3D live live». Dunque una storia del ʻ700 costruita con tecnologie del terzo millennio, che tutti gli spettatori godranno grazie agli speciali occhiali polarizzati. Casanova non è Don Giovanni, bensì un uomo “innamorato” dellʼAmore. Casanova si prodigava per il benessere delle donne che amava.Queste, infatti, hanno un ruolo fondamentale nellʼopera. Vittoria, interpretata da Francesca Ferro (figlia dʼarte, premiata questʼanno come miglior attrice siciliana) è la prima donna che gli tiene testa, disposta a dirgli di no anche quando tutte dicono di sì. Una ragazza dal carattere e dalla bellezza travolgente. Lei gli insegna il senso dei valori e la grande passione. “Più che il piacere, a legarli fu la consapevolezza di essere nati lʼuno per lʼaltro” conclude la giovane regista. Il “Casanova in 3D” sarà messo in scena anche al Teatro Antico di Taormina nella prossima estate. Poi un Tour annunciato da Giuseppe Rapisarda della J.G Angelʼs raggiungerà luoghi come la Cina nel 2014. “Questo è un entourage di primissimo livello, - dichiara Fioretta Mari - una fucina di grandi talenti che ha già partorito i suoi primi frutti. Come un giovane talentuoso catanese, Bobo Schillaci, che adesso studia presso la “Lee Stransberg Academy” di Los Angeles. Il nostro motto è lʼumiltà. Questo ragazzo deve essere lʼesempio per tutti». ZOOM Sulle punte con Jessica ed Ester CATANIA. Jessica Vilotta ed Ester Condorelli sono due delle tante, giovani artiste presenti nel “Casanova in 3D”. Due ballerine di grande bravura che, prima di intraprendere questʼavventura, hanno compiuto ʻsalti da giganteʼ nel panorama della danza italiana. Jessica ha partecipato alla sesta edizione di “Amici”; Ester, invece, ha vinto “Ballando con Te 2012”. “Dellʼesperienza con Maria De Filippi, ricordo tutto – ammette Jessica - Lo stress, le gioie, i momenti di esaltazione. A volte penso a quei ragazzini, lanciati in pista in tenera età per più di dodici ore. È davvero massacrante”. Poi parla del suo futuro. “I sogni non mancano. Tra lʼaltro è già uscito un videoclip per il cantautore Mario Venuti”. Dunque unʼartista “in fieri”, che sicuramente tra qualche anno solcherà palcoscenici più importanti. “Queste sono le intenzioni. Speriamo che tutto si realizzi” - conclude Jessica, che fa parte del corpo di ballo assieme ad Ester Condorelli, vincitrice del forum “Ballando con Te 2012”. (E.S.) pagina 42 posterarcheologia centonove VILLAFRANCA. La Soprintendenza recupera l’area che circonda il castello Il Giardino di Bauso Portato alla luce il meraviglioso “giardino all’Italiana” realizzato dalla famiglia Pettini. Sotto rovi e macerie ritrovate statue, passerelle e la “fontana dei quattro leoni” DI ANTONIO BONACCORSO VILLAFRANCA. Il Castello di Bauso regala scoperte inaspettate e sorprendenti. Il merito è del meticoloso lavoro di recupero da parte dei dipendenti della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Messina. Infatti, sono tornati alla luce diversi particolari architettonici di quello che fu il meraviglioso “giardino all'italiana” realizzato dalla famiglia Pettini, che acquistò il Palazzo baronale dai Cottone nel 1819. Da un paio di mesi sono spariti rovi e macerie, accumulatesi anche a causa dei lavori di costruzione dell'adiacente A20 Messina-Palermo, mentre è riemersa una nuova grotta e diverse condutture che grazie ad una serie di canali con particolari fontanelle permettevano giochi dʼacqua caratteristici e davano vita a cascatelle ed a laghetti artificiali. Gli elementi riscoperti insistono, in modo particolare, sul versante messinese del Castello e vi si può accedere attraverso una delle torrette di guardia. Uno scenario di cui poté godere addirittura il famoso scrittore francese Alexandre Dumas, quando nell'ottobre del 1835, su suggerimento del compositore Vincenzo Bellini, visitò quei luoghi per raccoglierne la leggenda del bandito Pasquale Bruno e ricavarne, suggestionato dalle sue imprese, un romanzo storico che fece il giro mondo. Le recenti scoperte ricordano la passerella che collegava direttamente il Castello al più grande laghetto del giardino, habitat favorevole per diverse varietà di piante e uccelli acquatici, e opere artistiche di pregio come la “Fontana dei quattro Leoni” attribuita alla bottega dello scultore fiorentino Giovanni Angelo Montorsoli. Lo stesso vale per la grotta artificiale riaffiorata recentemente e che richiama le tre più famose intitolate ai Canti della L’area che ospitava il giardino, recuperata dalla Soprintendenza Divina Commedia: Paradiso, Purgatorio e Inferno. Per la costruzione del giardino, inoltre, la famiglia Pettini fece utilizzare pietre di colore diverso e vetri multicolori, tutto questo è stato in parte ripreso con i lavori all'interno dell'adiacente Villa Saja. Il Castello, che ospitò periodicamente i Viceré spagnoli, sta recentemente vivendo nuovo lustro ospitando diversi appuntamenti culturali ed insieme ad esso l'intero borgo villafranchese. Lo stesso sovrintendente Salvatore Scuto, dopo una sua recente visita al Palazzo baronale villafranchese, ha tenuto a complimentarsi, anche a mezzo di una missiva, per il lavoro svolto dal personale in forze presso l'importante bene architettonico. Ma le sorprese per i curiosi e i visitatori non finiscono qui, perché il Castello ospita a tutt'oggi una 30 NOVEMBRE 2012 interessantissima mostra di ceramiche d'uso siciliane che documentano un patrimonio ceramico significativo utilizzato quotidianamente dal popolo siciliano ancora fino a circa cinquant'anni fa. Piatti, bummuli, burnie, lumere, cannate, formelle, cugni, prodotti a Patti, Caltagirone, Seminara e Vietri sul Mare che potrebbero diventare un significativo ed unico museo stabile dell'arte ceramica in Sicilia. L'iniziativa, presentata dall'architetto Lidia Signorino, aveva preso avvio in occasione della “XIV Settimana della Cultura” grazie alla sinergia tra Soprintendenza e l'associazione Amici del Museo di Messina che ha fornito i particolarissimi reperti della Collezione di Franz Riccobono. Sempre dal Castello il 5 dicembre si terrà la sfilata del Corte Principesca che insieme al traino della barca da parte dei pescatori e all'accensione del grande falò del “bamparizzu”, daranno vita alla tradizionale vigilia del santo patrono San Nicola. Sembrano dunque lontani i tempi del declino del castello, iniziato nel 1860, quando un gruppo di facinorosi organizzò lʼassalto e il saccheggio del palazzo baronale appiccando un disastroso incendio e proseguito nel 1863 a causa di unʼalluvione che ne danneggiò il meraviglioso giardino. Da quando nel 1926 il notaio Saja, ultimo proprietario del Castello, ne fece dono allo Stato, si sono susseguiti periodi di abbandono e complicate fasi di restauro, culminate nel 2003 con la totale riapertura al pubblico. SERRO Riapre la chiesa della Candelora VILLAFRANCA. I serrentini tornano a riappropriarsi della loro chiesa ottocentesca. Tra due settimane, infatti, l'edificio religioso dedicato a Maria Santissima della Candelora riaprirà le proprie porte ai fedeli dopo le opere di restauro messa in sicurezza. Il 15 dicembre alle 18,00, sarà presente a Serro il vescovo di Messina, Calogero La Piana, che officerà insieme al parroco Giuseppe Gullì, dei frati francescani del Tor, i riti religiosi che sanciranno, dopo quasi due anni di lavoro, il recupero della Chiesa. Gli interventi hanno riguardato il rifacimento del tetto, con la posa di nuove tegole, ma anche l'impianto di illuminazione e le finestre. La comunità religiosa, inoltre, sta immaginando un gemellaggio con l'omologa chiesa della Candelora che sorge a Reggio Calabria, una tra le più antiche della città calabrese, la cui esistenza si fa risalire al XIV secolo. Per finanziarie i lavori si è usufruito dei fondi dell'otto per mille ma anche del contributo volontario dei fedeli. (A.B.) MOSTRE Menfi senza segreti Si inaugura l’esposizione “Dal Villaggio al Palazzo” MENFI. Si inaugura il 30 novembre, nelle sale del Palazzo Pignatelli, la mostra “Dal Villaggio al Palazzo. Paesaggi storici di Menfi”, organizzata dalla Soprintendenza di Agrigento e dal Comune di Menfi. Lʼiniziativa si propone lʼobiettivo di presentare ad un vasto pubblico i risultati delle indagini archeologiche condotte negli ultimi ventʼanni in un territorio ricco di testimonianze storiche e peculiarità paesaggistiche. Il percorso della mostra parte proprio dal Palazzo, fatto costruire dal Duca Diego Aragona e Tagliavia nel 1638, contestualmente alla fondazione della cittadina. Il percorso espositivo consente innanzitutto di visitare gli scavi archeologici realizzati negli ultimi anni, proponendo così un “museo dentro il museo” ovvero un “sito archeologico-museo”, come è stato opportunamente definito dagli organizzatori della mostra. Lʼedificio seicentesco fu infatti realizzato su un insediamento medievale, a sua volta impiantatosi su una necropoli di età tardo romana. Un momento importante della sequenza stratigrafica individuata a Palazzo Pignatelli riguarda lʼepoca di Federico II. Lʼimperatore stesso, infatti, ricorda in una lettera del 1239 unʼ habitatio di “Burgimilluso” che è stata messa in relazione con il castello costituito da due torri affiancate che esisteva accanto a Palazzo Pignatelli fino al 1968, quando venne distrutto dal terremoto del Belice. La mostra vuole ricostruire la storia di Menfi e del suo territorio a partire dal villaggio protostorico individuato nel sito di Montagnoli, a circa 6 km da Selinunte. Si tratta di un insediamento indigeno che dominava in posizione strategica il basso corso del fiume Belice e che fu abitato pagina 43 tra lʼVIII e il VI secolo a.C., con una frequentazione successiva di età ellenistica e quindi bizantina. Indagini sistematiche condotte dalla Soprintendenza di Agrigento tra il 1987 e il 2006 hanno permesso di individuare capanne ed abitazioni di varie fasi e significative testimonianze di cultura materiale. Il territorio di Menfi ha poi restituito una ricca documentazione di epoca romana che attesta il suo intenso sfruttamento per la produzione agricola. Particolarmente interessanti, in questo ambito, le indagini condotte in Contrada Fiori dove è stata individuata una fattoria di epoca tardo-repubblicana che, pur essendo stata scavata solo parzialmente, sembra essere stata costituita da una parte residenziale ed una destinata allʼimmagazzinamento delle derrate e ad altre attività domestiche e produttive. La mostra è destinata a costituire il nucleo portante del Museo Civico della Città, di prossima istituzione. Carla Sfameni posterweekend 30 NOVEMBRE 2012 come... dove... quando... venerdi' 30 novembre CATANIA. Leo Gullotta in 'Sogno di una notte di mezza estate'. Produzione Teatro Stabile di Catania. Teatro Verga ore 21 PALERMO. In scena Orlando conquista le armi (Compagnia del MUSICA Museo Antonio Pasqualino). Museo Internazionale delle Marionette Pasqualino ore 17.30 PALERMO. 'Maneggi per maritare una figlia' di Nicolò Bacigalupo. A cura sabato 1 dicembre della compagnia di Graziella Zappalà e Danilo Zisa. Teatro Zappalà ore 21 MESSINA. Vicino ad un grande giardino. Di e con Alessandro Romano. Teatro Savio ore 10.30 e 21. CATANIA. Leo Gullotta in 'Sogno di una notte di mezza estate'. Produzione Teatro Stabile di Catania. Teatro Verga ore 21 PALERMO. La cena impossibile. Di e con Emilio Ajovalasit e Preziosa Salatino. Regia Emilio showman Antonello Costa e la sua compagnia. Teatro Annibale ore 17.30 - 21. MESSINA. Si Eva non s'avissi manciatu a mela. Di Titty Giannino, compagnia Ledimigi. Teatro Stabile Zancle ore 21 CʼERA UN PALACULTURA gremitissimo per Richard Galliano. Un pubblico entusiasta, che ha salutato ogni esecuzione del musicista francese con ovazioni e lunghissimi applausi. Galliano era ospite della Filarmonica Laudamo di Messina e si è presentato sul palco con il suo “Tangaria Quartet”: oltre a lui allʼaccordeon, François Arnaud al violino, Jean-Marc Jafet al basso elettrico e il figlio Jean-Christophe alle percussioni. Galliano sfugge a facili categorizzazioni: fisarmonicista, jazzista e cose del genere. È un grande musicista, punto. Lo è diventato pian piano, cominciando a imbracciare lo strumento a 4 anni, sotto la guida del padre Lucien, studiando al conservatorio di Nizza, scoprendo il jazz a 14 tramite i dischi del trombettista Clifford Brown e suonando con grandissimi interpreti. Un percorso luminoso, nel quale brilla la solare amicizia con Astor Piazzolla. Le sue esecuzioni si sono fatte apprezzare per unʼassoluta e costante presenza interpretativa, un suono limpido, cristallino e avvolgente e una sapiente diversificazione agogica e dinamica. Degni compagni del suo viaggio sonoro gli altri componenti del quartetto, assolutamente padroni dello strumento e a loro agio con le scelte esecutive di Galliano. di Marco Olivieri Cinema per le nuove generazioni IL GRIDO DʼALLARME è stato lanciato da tempo. Le sale rischiano di chiudere, mentre imperversano i film su Internet. Nel frattempo, non si dedica la giusta attenzione alla necessità di educare le nuove generazioni al linguaggio cinematografico. Unʼoccasione per stimolare il senso critico e non cadere nella dittatura di tv e cinema di scarsa qualità. Queste riflessioni vengono confermate vedendo il divertente film animato statunitense “Hotel Transylvania” (anche in 3D) di Genndy Tartakovsky. In questo caso i mostri sono vittime della ferocia degli umani e Dracula è un innocuo papà iperprotettivo. La storia ha ritmo, diverte e stimola riflessioni, seppure senza la profondità de “Gli incredibili” e di “Shrek”. Tuttavia, i più piccoli dovrebbero conoscere anche un altro cinema, da Chaplin a Buster Keaton, e godere di una guida critica alla visione di capolavori recenti come “Hugo Cabret”. “Hotel Transylvania” nelle multisale Apollo, Iris e Uci Cinemas di Messina DI GIGI GIACOBBE MESSINA. Se un aperitivo serve a portare nuova gente al teatro sia gloria allʼaperitivo. Questo lʼintento che si propongono di mettere in atto Gigi Spedale e Vincenzo Tripodo, rispettivamente presidenti delle associazioni culturali “Latitudini” e “Querelle”, assieme a Davide Patania, patron del Retronouveau di Via Croce Rossa 33, locale trendy di Messina frequentato da giovani e giovanissimi. Uno spazio Roberta Torre in cui si è inaugurata lʼaltro ieri sera (mercoledì 28) la rassegna teatrale “Chilometro Uno” con una grande Lucia Sardo, protagonista dello spettacolo “La madre dei ragazzi”, regia di Marcello Cappelli. Il testo scritto e interpretato dalla Sardo nei panni di Felicia Impastato, (una storia ampiamente trattata nel film “Cento passi” di Marco Tullio Giordana) raccontava come il figlio Peppino veniva ammazzato dallo scoppio dʼuna bomba mafiosa, ordinata dal boss Tano Badalamenti. Lʼidea dei promotori, nel dare vita a questa nuova avventura teatrale, che occuperà tutto il prossimo mese di dicembre, nasce dalla necessità di valorizzare gli spazi più attivi in città attraverso una collaborazione congiunta di tanti giovani che coraggiosamente intraprendono la strada della creatività artistica. Le serate avranno lʼagevole formula della visione dello spettacolo unito allʼofferta di un drink con buffet e proseguiranno con un dj-set a cura dello stesso locale. Se in “Chilometro Zero” il principio che lo animava era quello di non allontanarsi dal Comune di Novara di Sicilia, in questo”Chilometro Uno” si potranno fruire lirica palcoscenici (Teatro Savio e teatro del Leone XIII per gli spettacoli della Compagnia dei Balocchi riservati agli alunni dellʼistituto), undici date e decine di artisti per una stagione che, tra dicembre 2012 e giugno 2013, ripropone lʼuso del format “esoscheletri” e delle migliori prove laboratoriali in chiave di spettacolo. Si parte la mattina del 6 dicembre con le due repliche (ore 9,15 e ore 11,15) di Capitan Rock, secondo appuntamento del cartellone per le scuole del Savio. Il 12 CATANIA. Leo Gullotta in 'Sogno di una notte di mezza estate'. Teatro Verga ore 21 PALERMO. La cena impossibile. Di e con Emilio Ajovalasit e Preziosa Salatino. Regia Emilio Ajovalasit. Teatro Atlante ore 18 PALERMO. 'Maneggi per maritare una figlia' di Da Lucia Sardo a Roberta Torre gli appuntamenti voluti da Tripodo e Patania teatro Premio Orione a Sasà Neri BARCELLONA. Ferdinando. L'Associazione Vivi Don Bosco, presenta la rassegna teatrale 'Piccoli Spazi'. Compagnia Vulimm Vita di Pozzuoli Annibale Ruccello, regia Roberta Principe. Presso l'Istituto Figlie di Maria Ausiliatrice - ore 18.30 Un aperitivo... spettacolare Strepitoso Galliano MESSINA. Premio Orione a Sasà Neri (nella foto) , direttore di Luna Obliqua Teatro. Neri è infatti una delle personalità che si sono distinte nel mondo della cultura, della scienza e del sociale alle quali lʼassociazione culturale Messinaweb.eu, presieduta da Rosario Fodale, assegna il Premio giunto alla IV edizione. La cerimonia, si terrà venerdì 30 alle ore 17 nel Salone degli specchi della Provincia di Messina. Intanto, Luna Obliqua si prepara al nuovo anno. Due Ajovalasit. Teatro Atlante ore 18/21.15 PALERMO. 'Maneggi per maritare una figlia' di Nicolò Bacigalupo. A cura della compagnia di Graziella Zappalà e Danilo Zisa. Teatro Zappalà ore 21 MESSINA. Tutto Costa con lo domenica 2 dicembre MESSINA. Rassegna Chilometro Uno al Retronouveau di Cesare Natoli NUOVEVISIONI centonove dicembre spettacolo inaugurale del Teatro degli Esoscheletri. Appuntamento al Savio, ore 21, con “Il Drago. The black rock comedy”. Infine, il 15 dicembre mattina, la Compagnia dei Balocchi sarà al Leone XIII con “Gli Aristomiao”, tratto dagli Aristogatti. Nel prossimo anno, proseguiranno il cartellone riservato al Leone XIII e i musical per le scuole al Savio (Gli Aristomiao il 24 gennaio 2013, ore 9,15 e ore 11,15 e In fondo al mar il 17 aprile 2013, ore 9,15 e ore 11,15). Si completerà la programmazione del Teatro degli Esoscheletri. Il 15 marzo nuova versione de “Il figlio dellʼuomo”. Infine, il 14 giugno, lgran finale con “Mater Matris”, ripresa di uno spettacolo a cui Neri è molto legato, “Mamma cattiva”. tradizioni Debutta la Traviata CATANIA. Debutta nel Teatro Bellini di Catania "La traviata", di Giuseppe Verdi, opera che mancava dal teatro dal gennaio 2004, e che sarà proposta fino al 9 dicembre in un nuovo allestimento con la regia di Giuseppe Dipasquale, le scene di Antonio Fiorentino e i costumi di Dora Argento. Sul podio salirà il maestro Giampaolo Bisanti. Tra gli interpreti il soprano Yolanda Auyanet (Violetta), il tenore Shalva Mukeria (Alfredo), il baritono pagina 44 Silvio Zanon (Giorgio Germont). Orchestra, coro e tecnici del Bellini. "La Traviata" chiuderà la stagione 2012 del teatro ed allo stesso tempo darà il via ad un trittico di opere dedicato al musicista in occasione del bicentenario della nascita, nel 2013. Un'altra opera di Verdi, "Un ballo in maschera", infatti, nel gennaio del prossimo anno inaugurerà la nuova stagione del Bellini. Ad ottobre 2013 sarà messa in scena "Stiffelio". “U Bamparizzu”a Villafranca VILLAFRANCA. Carromatto, bamparizzu, mercatini, sagre e spettacoli per un Natale 2012 ricco di appuntamenti. L'Amministrazione comunale, con Pro Loco, associazioni e il patrocinio della Provincia, ha dato vita ad un cartellone di eventi per tutto il periodo delle festività natalizie. A dare il via alle manifestazioni, domenica 2 dicembre, i giovani della “New Cosmos” che, ridando lustro ad una antica tradizione, porteranno in strada nel pomeriggio il “carromatto”. Spinto da pescatori e popolane, il carro raccoglierà legna da bruciare in onore di San Nicola. Il 5 dicembre, invece, sarà dedicata al "Bamparizzu". A far rivivere l'appuntamento è "Vivere Villafranca". Dalle 15, dal lungomare, una barca verrà trainata dai pescatori mentre, in contemporanea, da piazza Castello si snoderà la sfilata della Corte principesca. In piazza Castello alle 20 l'accensione del falò del "Bamparizzu" e la distribuzione di pane caldo con l'olio. (a.d.b.) posterweekend centonove lunedi' 3 dicembre Nicolò Bacigalupo. A cura della compagnia di Graziella Zappalà e Danilo Zisa. Teatro Zappalà ore 21 PALERMO. 'Cantico dei cantici'. Teatro Lelio - ore 21 PALERMO. Provolone Story. interpretato da Mario Pupella. Teatro Crystal ore 21 MESSINA. L'Albero per la rassegna di fiabe. Ai Magazzini del Sale ore 17.30 Regia di Cucinotta MESSINA. Si Eva non s'avissi manciatu a mela. Di Titty Giannino, compagnia Ledimigi. Teatro Zancle ore 21 CATANIA. Fiorella Mannoia in concerto. Teatro Metropolitan ore 21 CATANIA. Gentless3 dal vivo. Strumenti tradizionali ed elettrici accompagnano buoni spettacoli nel proprio territorio di Messina, ricchi di contaminazioni provenienti da orizzonti cinematografici e musicali. Il programma prevede il 5 dicembre lo spettacolo “Il muro” con Turi Zinna e Giancarlo Trimarchi, protagonisti di una storia liberamente adattata dal racconto “Una storia per errore” di Salvatore Zinna pubblicata nel volume “Catania sotterranea”, ambientata nel 1937 al tempo in cui giunge in visita a Catania Mussolini e un barbiere del popolare quartiere di San Berillo viene scambiato per unʼaltra persona ed è fatto oggetto delle attenzioni squadriste dei gerarchi locali. Il 9 dicembre lo stesso Tripodo si addentrerà nei meandri de “La minata di li dei” di Micio Tempio, uno scrittore ammirato e lodato dai suoi contemporanei, vissuto a Catania a cavallo del ʻ700 e ʻ800, quasi dimenticato dopo la sua morte e ricordato solo per la sua fama di poeta pornografico. Il 12 dicembre Roberta Gulisano, la nota cantautrice di Enna, erede della tradizione folk italiana, in un continuum di violenze lessicali orchestrate alla maniera dʼuna Rosa Balisteri, presenterà il suo nuovo album “Destini coatti” assieme a Giovanni Villafranca (contrabbasso), Carmelo Pinzone chitarra), Jossy Botte (clarinetto) e la voce recitante di Vincenzo Di Vita. La regista Roberta Torre in stile one-woman-show divagherà (il 16) sul film da lei diretto “I baci mai dati”, mentre Luciana Maniaci e Francesco DʼAmore, rivelazioni di qualche anno fa, riproporranno (il 23) “Il nostro amore schifo” ruotante attorno ad un amore giovanile dei nostri tempi e il 30 dicembre chiuderà la rassegna “Importante, molto importante:sesso”, a cura di Savi Manna e Ilenia Maccarone, estratto dalla trilogia “Sesso, droga e Rock & Roll”. Lʼautore rivela nella trilogia dʼaver costruito un percorso immaginario che vede nel primo capitolo lʼincontro fra uomo e donna su due binari che mai sʼincontreranno: nel secondo capitolo i due protagonisti si muoveranno su due diagonali nel cui punto di unione si respingeranno come due calamite con uguale polarità , mentre nel terzo e ultimo capitolo il rapporto fra i due è visto attraverso un gioco di ombre. convegni Pascoli e le vie della tradizione MESSINA. Si aprirà il 3 dicembre, nellʼAula Magna dellʼUniversità di Messina, il Convegno internazionale di studi “Pascoli e le vie della tradizione”, promosso dai prof. Vincenzo Fera, Giovanni Ruffino e Mario Tropea, rispettivamente delle Università di Messina, Palermo e Catania. Il Convegno, che proseguirà il 4 (dedicato, in particolare, al ricordo del grande latinista Giuseppe Morabito) e si concluderà il 5, vedrà la partecipazione di una quarantina di studiosi che si alterneranno negli interventi di mattina e di pomeriggio e sarà preceduto da una mostra su “Pascoli e Messina” curata da Giovanni Molonia che sarà inaugurata nel Salone degli Specchi della Provincia Regionale di Messina giorno 1 dicembre alle ore 9.30. Giovanni Pascoli testi in inglese in dodici tracce. Feltrinelli ore 18 CATANIA. Leo Gullotta in 'Sogno di una notte di mezza estate'. Produzione Teatro Stabile di Catania. Teatro Verga ore 21 martedi' 4 dicembre CATANIA. Leo Gullotta in 'Sogno di una notte di mezza estate'. Produzione Teatro Stabile di Catania. Teatro Verga ore 21 PALERMO. In scena Orlando conquista le armi (Compagnia del Museo Antonio Pasqualino). Museo delle Marionette Pasqualino ore 17.30 PALERMO. Provolone Story. interpretato da Mario Pupella. Teatro Crystal ore 21 NOTO 30 NOVEMBRE 2012 mercoledi' 5 dicembre CATANIA Stefano d'Orazio presenta il dvd “Ancora una notte” testimonianza del suo ultimo concerto con i Pooh. Alla Feltrinelli ore 18. Interviene Roberta Lunghi. CATANIA. Leo Gullotta in 'Sogno di una notte di mezza estate'. Produzione Teatro Stabile di Catania. Teatro Verga ore 21 MESSINA. Il Muro c on Turi Zinna e Giancarlo Trimarchi. Retronouveau ore 21. giovedi' 6 dicembre CATANIA. Pooh in concerto. Saranno affiancati dall'Ensemble Symphony Orchestra. Teatro Metropolitan ore 21 CATANIA. Leo Gullotta in 'Sogno di una notte di mezza estate'. Produzione Teatro Stabile di Catania. Teatro Verga ore 21 CATANIA. Mario Puglisi Live. Feltrinelli ore 18 DE GUSTIBUS di Massimo Lanza Nelle maison di Champagne Turi Magro Padroni delle nostre vite Monologo di Ture Magro dedicato alla vicenda di Pino Masciari NOTO. Certo il teatro è forma, azione, finzione e certo occorre sempre star in guardia quando qualcuno si mette lì, su un palcoscenico, a raccontarti una storia: bisogna stare attenti perché la retorica è sempre pronta a irretirti e a levigare questo o quel particolare, a rendere antipatico lʼuno e simpatico lʼaltro. E tuttavia il teatro è stato sempre unʼarte politica, sempre sin dalle sue origini ed anzi, quando questa sua qualità diventa esplicita, il teatro sa parlare con autentica passione civile e far zittire la retorica, ogni cattiva retorica. Parliamo di “Padroni delle nostre vite”, lo spettacolo di e con Ture Magro (alla riduzione scenica ha partecipato anche Emilia Mangano), prodotto dalla compagnia siciliana “Sciaraprogetti” (teatro e cinema), con in scena, oltre allo stesso Magro, le presenze e le voci in audio e video di altri attori (tra cui Fiorenzo Fiorito), che si è visto al Comunale di Noto sabato scorso. Il testo è tratto dal libro di Pino Masciari (“Organizzare il coraggio” scritto insieme con la moglie Marisa), lʼimprenditore edile calabrese che nel 1993 seppe trovare il coraggio (un coraggio straordinario) di denunciare (nomi, cognomi, fatti e atti) le ʻndrine della mafia calabrese permettendo alla giustizia e allo stato di condurre un battaglia, in quel caso vittoriosa, contro la ʻNdrangheta. Masciari in seguito a quelle denunce divenne un “testimone di giustizia”, il primo testimone di giustizia nella storia della lotta alla mafia. Fu sottoposto a un programma di protezione e la vita sua e della sua famiglia ne fu radicalmente sconvolta: per anni in giro per lʼItalia a nascondersi, con la polizia e i carabinieri che, irretiti da una burocrazia opaca e spesso sorda, a loro volta non capivano bene la differenza tra testimoni di giustizia (ovvero cittadini liberi e benemeriti) e pentiti, cambiando casa di volta in volta repentinamente; e poi le lunghe traversate dal nord Italia fino in Calabria per partecipare ai processi, denunciare, confermare le accuse e guardare negli occhi, ancora e senza abbassare lo sguardo, i malavitosi che avevano provato a strangolargli la vita. Una storia straordinaria, una storia di coraggio e di paura sconfitta per sé stesso e per gli altri, una storia che fa bene conoscere ed è giusto portare in teatro dove ci sono persone in carne e ossa: perché il coraggio non è solo una qualità intellettuale ma è anzitutto politica e ha bisogno di fatti e testimoni prima di vuota retorica e di applausi. Paolo Randazzo pagina 45 SONO STATO di recente nella regione dello Champagne per un breve tour fra cantine e vigneti. Dal punto di vista paesaggistico, ma anche per quanto riguarda l'aspetto romantico del terroir, non è certo lo Champagne la mia regione preferita in Francia, la Borgogna ad esempio ha tutt'altro fascino e poesia, almeno per me. In Champagne, una delle regioni più piovose di Francia, è da ammirare invece la grande capacità dei produttori di saper trasformare facendole rendere al massimo le uve di questa zona, chardonnay, pinot noir e pinot meunier le principali. Quasi 35.000 mila ettari di vigneti sparsi per oltre 330 crus questi in breve i numeri di un territorio enorme dove vivono e lavorano migliaia di produttori, da quelli più minuscoli capaci di produrre poche centinaia di bottiglie alle grandi Maison che invece commercializzano milioni di bottiglie. Un aspetto che mi ha colpito molto è la diversa concezione di azienda agricola in Champagne dove molte Maison hanno sede e cantina all'interno di città come Reims ed Epernay o comunque di centri abitati più piccoli e i vigneti spesso anche a decine di km distanti. Superando il concetto che vorrebbe la cantina in mezzo ai vigneti. Esiste una Rue dello Champagne ad Epernay lungo il cui corso si affacciano decine di Maison tra le più note, Pol Roger ad esempio. Nel sottosuolo di Epernay si contano oltre 100 km di cunicoli dove affinano milioni di bottiglie di Champagne. Anche a Reims esiste un'Avenue de lo Champagne su cui si affacciano tantissime Maison come quella di Bruno Paillard. A Reims oltre alle cantine non mancate di visitare, anche il centro storico con la sua bellissima ed imponente Cattedrale, famosa anche per le vetrate sia antiche che moderne, in particolare sono molto belle quelle di Marc Chagall dietro l'altare principale. A Reims le cantine al contrario che ad Epernay in genere sono costruite, sempre nel sottosuolo, ma non a tunnel ma scavando come in una cava, a forma di grotta diciamo, collegate tra loro da cunicoli. SICILIA DA ASSAGGIARE! Il semifreddo dei cuochi peloritani LʼASSOCIAZIONE PROVINCIALE CUOCHI di Messina continua lʼattività di perfezionamento degli chef peloritani e organizza il corso di aggiornamento professionale “Il semifreddo nella ristorazione moderna” che sarà tenuto dal docente di pasticceria e gelateria Lillo Freni. Laureato in scienze dellʼenogastronomia mediterranea e salute, con la tesi su “Storia, qualità e innovazione della pasticceria tipica messinese”, Freni è pure autore di numerose relazioni sulla pasticceria messinese ed appassionato esperto di pasticceria tradizionale siciliana con particolare riguardo alla pasticceria peloritana. Lʼincontro è in programma il prossimo 3 dicembre e avrà inizio alle ore 15.30 e si concluderà alle ore 19.30 presso il Ristorante Telarana di Monforte Marina. Seguirà una cena conviviale con la presenza della presidente dellʼassociazione cuochi di Messina, Rosaria Fiorentino, per trascorrere una serata insieme prima delle festività natalizie. Di recente, la Fiorentino ha vinto la finale del concorso nazionale "Una grande pasta per una grande donna", ideato dal pastificio beneventano Rummo, in collaborazione con la Federazione italiana cuochi (Fic). Le otto Lady chef selezionate hanno gareggiato cucinando un Primo piatto e dedicandolo ad una grande donna del presente o del passato che si sia distinta per l'impegno civile, sociale e culturale. La Fiorentino ha dedicato la sua ricetta a Maria Montessori e ha vinto il “Fusillotto dʼoro”. posterlettere&... 30 NOVEMBRE 2012 APPUNTI DI VIAGGIO di Iona Bertuccio sei convinto di vivere in un video gioco e, brandendo una spada di fiamme, affronti ed abbatti il nemico. Due generazionoi di giovani si sono nutriti di questo conflitto tra sessi e videogiochi ed indietro non si torna! L'Argentina il 15 novembre approva una legge che condanna all'ergastolo chi forse il femminismo che ha avuto commette femminicidi (gli altri delitti sono tantissimi meriti, ma, credendo di puniti con la reclusione da 8 a 25 anni), superarla, ha annullato la complicità di specificando anche se si trattasse si genere ed ha fatto nascere rivalità tra i transessuale, perchè dal 1 gennaio 2010 sessi di cui la famiglia è la vittima ha avuto in tutto il Paese 53 casi. principale. La competizione, forte anche L'Italia dal 1 gennaio 2012 ha superato sul lavoro dove viene superata dalla scala abbondantemente quota 100 vittime per gerarchica, in famiglia diventa femminicido cruento perchè sono esclusi drammatica. Se poi si pensa che questa da questo macrabo conteggio i casi di competizione dura da due generazioni e solitudine, di suicidio. Un 25 enne che i 40 enni o 30 enni (peggio ancora i argentino, che senza pensarci due volte ventenni) sono cresciuti in famiglie ha lasciato familiari ed amici nella capitale competitive si capisce come siano fragili, ed ora lavora e vive felicemente a Ushuaia senza punti di riferimento, senza (la fine del mondo) mi ha sostenuto una propettive sociali. Le serie tv con cui sono tesi. L'Europa non sa affontare la crisi e ne cresciuti e con cui hanno alimentato il ha paura perche vive da troppo tempo cuore e la mente, da beautyful o sex and tranquilla. E' ferma nelle proprie certezze. city, i video giochi sempre più violenti, l'uso La crisi l'ha sconvolta e non sa reagire. Noi della televione e del computer per intere argentini siamo abituati alle crisi. Da noi notti ed interi giorni ecc... ecc... hanno ogni 10 anni c'è un colpo di stato, una crisi stravolto il modo di vedere il nostro finanziaria, un rivoluzione. Ogni giorno ci prossimo, il mondo e noi stessi. Un fatto sono proteste e tutti i Presidenti sanno che curioso è successo mentre viaggiavo su sono al potere fino a quando il popolo li un volo interno in Argentina: sostiene. Forse è in questo L'Argentina Una coppia di sposini che discorso racchiuso il motivo del tornava alla Capitale dal viaggio comportamento dei due Paesi. è abituata ad di nozze: lei (un po' anoressica) affrontare i problemi L'Argentina e abituata ad s'adagiava mollemente sulla i problemi appena si appena si presentano. affrontare spalla di lui: atletica, palestrata: presentano. L'Italia è ferma, L'Italia è ferma, da torello 35 enne con pettorali non vuole vedere i problemi. alla Schwarzenegger. Lui Se indietro non si torna si non vuole vedere continuava a essere super possono fare delle curve e occupato con il suo tablet che correggere i guai della lotta tra teneva sulle ginocchia e continuava a sessi? Forse. Il femminismo ormai è storia saltare muri e fossi, ad abbattere con passata. Superando la lotta tra sessi si lance di fiamme i mostri che gli sbarravano dovrebbe tornare alla complicità di il cammino. Lei ad un certo punto gli fece genere? Non lo so. Certo il 23 novembre capire che avrebbe gradito dormire sulle quando ho letto il "Corriere della sera" sue gambe supermuscole e lui senza (distribuito in tutta l'Argentina insieme al scomporsi: alzò il tablet, la fece giornale nazionale "La Nazion") sono accomodare e continuò a giocare rimasta smarrita davanti alla pagina appoggiando il tablet allo schienale della centrale dove c'era elencata la mattanza poltrona che aveva davanti. Per molti dei del 2012. C'è voluto un po' per tuoi anni sei vissuto in una vita parallela riprendermi, ma, sono molto contenta fatta di mostri da abbattre, di lance d'appredere che l'Onu decide di fiammanti, di moto o macchine super proclamare il 25 novembre " Giornata veloci che si schiantano senza nessuna mondiale contro la violenza sulle donne. paura perchè dopo qualche secondo dal Finalmente qualcuno butta un sasso nello disastro il gioco continua con un'altra vita. stagno. Raccolto anche a Bariloche (nord Tu, nel video gioco, hai già affrontato il Patagonia), città piena di locandine con cui pericolo. Se hai un ostacolo nella vita reale s'invitano tutti a partecipare dal 25 al 30 non sai come affrontarlo. Poco importa: novembre alla settimana delle azioni basta un po' d'alcool o qualche sniffata e contro la violenza verso le donne. Femminicidio, esempio Argentina IMPEGNATA CON LE lezioni di fonetica ai miei alunni, presa dalle ripetizioni di spagnolo e cercando di conoscere solo una piccola parte dell'immenso e vario Paese che è l'Argentina, poco mi sono interessata del resto del mondo. Ho saputo dell'elezione del presidente degli Usa solo dopo un settimana. Un giorno ero collegata al canale televisivo nazionale dell'Argentina e con il poco spagnolo che conosco ho capito che alla camera dei deputati stavano per approvare una legge che inasprisce le pene di quei delitti che vanno sotto il nome di femminicidio. Personaggi più o meno importanti, dicevano che: non si può fare molto per evitare il delitto, ma una legge che inasprisce le pene sì. Sono rimasta sbalordita per due motivi: 1) non pensavo assolutamente che in Argentina fossero così tanti i casi di femminicidio da indurre il legislatore ad intervenire. 2) intervenire con una legge che inasprisce le pene è accettare il fatto e prendere i provvedimenti come può fare un governo: con una legge. I canali d'informazione italiani parlano di casi di femminicidfio in Italia: li sommano, li analizzano e poi non se ne parla più fino al prossimo fatto. Chi non conosce bene l'ingese o non è curioso di sapere cosa succede nel resto del mondo non può sapere se è solo un problema italiano o di altri paesi. In fondo in fondo non interessa a nessuno perchè il femminicidio e un reato che fa paura. A tutti. Fa paura ai mezzi d'informazione, alla polizia che indaga, a chi ascolta. Dopo lo sgomento inziale c'è la riflessione subconscia: per fortuna è successo a loro. Si sotterra subito nel profondo della coscienza il fatto, si dimentica come se non fosse successo. Pensavo che fosse un delitto in crescita in Italia ed anche in Europa dovuto alla crisi di valori dell'Europa. Ad un'implosione sociale che il vecchio continente sta attraversando e di cui anche il femminicidio fosse un prezzo. Rendermi conto che l'Argentina fa una legge ad hoc mi fa ricredere: tutto il mondo è paese. Fra le cause profonde del femminicidio c'è ECOLOGIA E AMBIENTE “ ” centonove HERITAGE Il valore del tempo e delle cose DI SERGIO BERTOLAMI MESSINA. Per gli antichi greci tra le forme del tempo cʼera il “kairòs”, lʼattimo propizio legato alla buona occasione. Così, nel momento in cui la giunta regionale appena insediata comincia un nuovo percorso, è venuto “il tempo giusto” per porre attenzione al patrimonio culturale che la Sicilia vanta. Per favorire la presenza di un numero crescente di turisti, in virtù delle nostre ricchezze spettacolari. Per formare capacità professionali in grado di amministrare e promuovere cultura, con lʼentusiasmo di chi partecipa alla ricostruzione e alla valorizzazione della propria terra. Letteralmente valorizzare significa “dare valore”, ma anche restituire, accordare, produrre, trasmettere, comunicare valore. Non è una proprietà intrinseca delle cose; il valore è una attribuzione, per questo è mutabile in ragione delle persone e delle circostanze. Nella costruzione sociale, il suo concetto sʼidentifica con quello di utilità. Ciò implica che se il valore non esiste per sé ma per l'utilità che produce, anche l'utilità esiste nel momento in cui è valutata tale. «Né valore né utilità esisto¬no senza valutazione; anzi esistono solo nel momento della valutazione» (Franco Archibugi). Chi valuta è chiamato a stimare il bene, apprezzarlo, operando delle scelte e prendendo risoluzioni. Questo processo decisionale incide anche per quanto riguarda il valore sociale dei beni culturali. Per questo – nel tempo o nello spazio – è differente in territori e collettività differenti. Ne consegue che, avviando un processo di revisione degli strumenti dʼintervento, Regione, province e comuni dovranno dare un ruolo fortemente rilevante alle politiche di pianificazione, gestione, valorizzazione. Tali azioni costituiscono i kairòi, cioè “le misure opportune”, dello sviluppo. Utilizzando tempestivamente occasioni di cooperazione e di finanziamento internazionale, una giusta politica territoriale da parte del nuovo governo regionale non mancherà dʼincrementare servizi innovativi e di ottimizzare le risorse culturali. [email protected] di Anna Giordano Seneca tra i monti TRA UNA SCIROCCATA e un volo di storni, un gheppio ferito che trova cura in mani amorevoli e un altro che invece muore lontano dagli occhi di chiunque tranne che del suo aguzzino, leggo Seneca e mi riprendo un poʼ. Travolta da notizie tremende, follia collettiva, dilagare di arroganza e criminale indifferenza, assuefazione totale allʼinciviltà che ormai sembra essere congenita nei messinesi (ma non solo loro), la lettura di ciò che ha scritto questo grandioso uomo mi riporta lʼenergia, quasi fosse unʼaquila maestosa che si offre al mio sguardo mentre cammino cercando la solitudine dei monti, anchʼessa ormai sempre più rara. Motocross rumorosissime e invadenti e incivili nel loro uscire fuori pista creando solchi tremendi, rompendo le recinzioni del Demanio Forestale, arrivando a insultare chi, come me, li richiamava alla civiltà che non sanno neanche cosa sia. Jeep fatte apposta per sentirsi ganzi e non strumenti di lavoro di pochi che veramente ne han bisogno, che invadono le strade proibite senza che nulla e nessuno li fermi nel loro pretendere la strada a chi invece cammina cercando il rumore vero, quello della natura, mai molesto e mai invadente. Rocciatori che si arrogano il diritto di scendere in pareti dove le aquile hanno nidi e piccoli, che se ne vadano loro (le aquile), sostengono questi nuovi presunti eroi della pietra. E senza andar per monti, ci sono i molesti dietro lʼanonimato delle loro gesta, coloro che tentano di rubarti la serenità, la vita felice fatta delle piccole cose che si amano, chi tra coloro che lottano per battaglie di giustizia e legalità, non ha avuto un nemico che ha tentato di minare tutto ciò che si ama? Non sanno però che chi attacca la serenità altrui, le passioni altrui, è prigioniero pagina 46 della sua malvagità che non può annientare la passione di chi malvagio non è. Tra le meravigliose frasi di Seneca, ne scelgo alcune: “ma la libertà non consiste nel non patire alcunché, ci sbagliamo: la libertà consiste nellʼinnalzare lʼanimo al di sopra delle offese e nel formare se stesso in modo tale che soltanto da sé scaturisca tutto il bene di cui bisogna gioire, nel separare da sé le cose esterne, affinché non si debba condurre una vita inquieta”. Ed infine “la virtù è libera, inviolabile, salda, incrollabile (…) Soltanto i malvagi tentano di offendere i buoni; tra i buoni cʼè pace, mentre i malvagi sono dannosi tanto ai buoni quanto reciprocamente – a se stessi”. Ecco, cercando un monte dove non possano arrivare i molesti muniti di mezzi infernali e deleteri, riprendo la mia libertà di seguire la passione di una vita, immergendomi nella saggezza infinita di Seneca, pensando alla povertà spirituale dei malvagi che non fermeranno chi crede in ciò che fa, qualunque sia il credo. poster...commenti centonove LETTERA APERTA di Pippo Previti* Una nuova legge truffa MESSINA. Nel periodo in cui si discuteva e poi si approvava la Legge 270/2005, il cosiddetto “Porcellum”, così definito dallo suo stesso proponente, lʼallora Ministro Calderoli, scrissi una lettera di protesta, mista a profonda amarezza, al Presidente Napolitano, allʼOn. Marini - allora Presidente del Senato - e allʼOn. Bertinotti - Presidente della Camera - chiedendo un loro autorevole intervento per bloccare quellʼignominia, che uccideva le speranze degli Italiani, dimenticandosi, delle battaglie e dei tanti sacrifici, anche di vite umane, occorsi per la conquista della libertà e della democrazia partecipativa, sancita dalla costituzione (Art. 1 “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della costituzione). Lʼappello, quantunque non avessi risposto grandi aspettative, non sortì alcun effetto, salvo una cortese risposta dellʼOn. Bertinotti (ma il suo stesso Partito era favorevole allʼintroduzione del nuovo sistema). Il “Porcellum”, con il quale i “Principi” (leggi Segretari / Vertice Partito) designavano i candidati da eleggere, ha mostrato tutti i suoi limiti, nonostante i Partiti chiamati a governare godessero di una larga maggioranza. Gli eletti / nominati, quale “governabilità” hanno garantito e realizzato? Per stessa ammissione di coloro che si opponevano, quel Governo e il Parlamento che lo sosteneva ha realizzato poche, scarse e sbagliate riforme; in poche parole, hanno fallito. Ma oggi sono gli stessi oppositori a chiedere la garanzia della “Governabilità”. Ma forse per realizzare le identiche cose nel giudizio della parte opposta? Ovvero si vuole forse fare quel che si vuole - chiedendo mani libere agli elettori - malcelando la cosiddetta “Dittatura di una democrazia minoritaria”. Ma forse un Parlamento di persone competenti, oneste, di alta moralità, dediti allʼesclusivo interesse del Paese, forse queste persone per bene, a prescindere da Partito di appartenenza, potrebbero e dovrebbero “garantire la governabilità”. Persone elette da altre persone e non da meccanismi “barocchi” da far impallidire lʼinventore del cubo di Rubik. Il popolo sovrano elegge, lo stesso punisce il Parlamentare che non è stato allʼaltezza del ruolo o non si è comportato bene. Il popolo, quindi, e non i “meccanismi”. Qualcuno, anche fra autorevoli esponenti politici, ma soprattutto giornalisti anchorman, opinionisti, tutti schierati contro la preferenza, perchè favorisce la clientela, la mafia, il supermercato dei voti. Già , e per eliminare ciò, bisogna eliminare le preferenze. Eʼ come colpevolizzare la famiglia onesta vittima di un furto nella propria abitazione, perchè non aveva le grate o lʼantifurto alla finestra. Si arrestino i ladri, non si costringano le famiglie a stare nel “fortino” della propria stessa abitazione. Si punisca chi fa scambio di voti, chi “paga” i voti, non si punisca chi ha il diritto di voto e lo vuole esercitare. Altrimenti sempre più lʼastensione e la protesta avranno il sopravvento sulla proposta. Nel 1953, con la legge 148, si tentò un “quasi” identico esperimento elettorale, definito dagli stessi oppositori “Legge Truffa”. La Legge prevedeva lʼintroduzione di un premio di maggioranza con lʼassegnazione del 65% dei seggi della Camera dei Deputati alla lista, o al gruppo di liste collegate, che raggiungesse il 50% più uno dei voti validi, ovvero aver ottenuto la maggioranza dei voti. Oggi tra le tante proposte modificative del Porcellum, si arriva addirittura ad azzardare un premio di maggioranza al Partito (o coalizione) che raggiunge il 40 %, con un premietto di consolazione del 10% al primo Partito, se nessuno ci arriva. Il Partito Comunista Italiano di allora, contrario alla Legge Truffa (oggi in posizioni diametralmente opposte, rappresentate dal PD) aumentò notevolmente i consensi. Nessuno raggiunse il quorum stabilito (le forze che si apparentarono ottennero iil 49,8%) e la Legge nel mese di luglio dellʼanno successivo (1954) fu abrogata. Ma al posto del “Porcellum”, della “Legge Truffa” o dellʼAscensore non sarebbe più facile, eticamente corretto e veramente rappresentativo della volontà degli elettori fare una semplice Legge che preveda un proporzionale puro con preferenza, ovvero dividere la popolazione per il numero dei Senatori o Deputati e sapere quanti ne spettano ad ogni Regione e conseguentemente ad ogni Provincia. In Sicilia, ad esempio, che ha 5.045.176 cittadini, andrebbero assegnati 52 Deputati (60.813.326 è popolazione italiana al 30/11/2011 è diviso 630 Deputati = 96.529.088 quoziente per un seggio è 5.045.176: 96.529.088 quoziente = 52. Con lo stesso principio si assegnerebbero i seggi in sede provinciale. Eventuali resti verrebbero utilizzati nella medesima Regione. Ci sembra veramente mortificante, ingiusto, antidemocratico e anticostituzionale apprendere che un Parlamentare con pochi consensi (o perchè nominato o perchè ripescato con il premio di maggioranza) segga al Parlamento al posto di chi ha avuto maggiori consensi. In Italia, ma probabilmente nel mondo intero, lʼuomo ha la capacità di far diventare complicate anche le cose più semplici. Ma questo certamente non per garantire la promozione e la cura della Comunità che lo ha eletto. E nemmeno per garantire quella “governabilità” di cui sopra. Il 28 novembre il testo andrà in aula al Senato. Per carità non uccidete le ultime speranze degli Italiani onesti: “si reintroducano le preferenze e si eviti definitivamente una nuova Legge Truffa. Auguri Italia. *Presidente del Consiglio - Messina ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano Il circo e lo show della frusta MESSINA. Il circo può essere considerato uno show ancora adatto al grande pubblico? Le associazioni animaliste sostengono da tempo di no e manifestano la loro posizione con proteste, petizioni e denunce. Non si tratta di una questione di gradimento, comunque in continuo calo, ma sono proprio i contenuti di questo genere di spettacolo a venire messi sotto accusa e costante attacco, dal momento che gli animali utilizzati nei numeri circensi vengono costretti a tenere comportamenti ridicoli e insani. Creature cui è imposta una condotta per loro innaturale ed umiliante. Messaggi di prepotenza perpetrata dagli umani nei confronti di esseri viventi più deboli. Negli ultimi anni, numerosi sono stati gli animali sequestrati nei circhi perché importati illegalmente o detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura e tantissime le condanne per maltrattamento a carico di strutture che ancora propongono sistemi di sfruttamento e sottomissione, con fruste e spazi angusti. Pochi giorni fa è stato riconosciuto colpevole dalla Corte del Northampton il sessantanovenne Bobby Roberts, proprietario di un circo: le telecamere di Animal Defenders International avevano filmato un operaio della struttura mentre colpiva con un bastone, violentemente e ripetutamente, lʼanziana elefantessa Annie, cui venivano quotidianamente garantite le botte ma non le cure per la sua artrite. In attesa di conoscere lʼentità della condanna, gli animalisti hanno visto confermata la necessità dellʼattività di sensibilizzazione sul trattamento riservato agli animali nei circhi. pagina 47 30 NOVEMBRE 2012 ELIODORO Smentire se stesso, vizio dei politici CATANIA. Raffaele Lombardo è rimasto qualche ora lontano dai riflettori, ma ha subito dato un rimedio alla sua ansia da oscuramento. Sul blog esordisce con una frase fin troppo chiara: "Il Partito dei siciliani non dimentica di essere stato il promotore del successo del Presidente della Regione eletto". Detto così anche uno studentello di terza elementare capisce che l'on. Lombardo se ne vuole assumere un merito e lanciare un segnale di disponibilità, forse dimenticando che appoggiava il candidato poi piazzatosi terzo. A distanza di non poche ore, l'ormai ex presidente di Grammichele torna sul suo blog e corregge il tiro. Ma la frittata è fatta. Non è certo la prima volta che Lombardo smentisce se stesso. Tattica politica o il suo esperto di comunicazione è meno esperto di quanto voglia far credere? E l'avvicinamento del suo en fedelisismo Nicola D'Agostino al partito governatore, guarda caso, è sincero o è la collaudata tecnica del "cavallo di Troja"? 150 PAROLE DA PALERMO Vigili neri IN UNA PALERMO affollata di disoccupati, di gente ai margini e di tante esistenze precarie, è emersa una nuova figura: quella del finto vigile extracomunitario. Lo si trova un poʼ dappertutto: quando ci si ferma vicino a un mercatino rionale, davanti a un supermercato, accanto a una farmacia o al signore che vende il pesce fresco. Rispetto ai posteggiatori abusivi nostrani, il vigile improvvisato di pelle scura di solito non possiede petulanti fischietti, si dà veramente da fare per trovarti un posteggio, si accontenta di quello che gli viene elargito, ammesso che qualcuno gli dia qualche spicciolo. E poi, soprattutto, non ha quellʼatteggiamento arrogante che connota invece il posteggiatore palermitano. Al contrario, ha occhi mansueti, se non addirittura rassegnati e imploranti. E magari sei tu a dover abbassare lo sguardo. Perché ti vergogni: perché non è umana una società che costringe degli individui a trasformarsi, per necessità, in macchiette patetiche. Maria DʼAsaro ANTIBUDDACI di Dino Calderone Lavoro, il dramma della solitudine MESSINA. Impegnarsi, opporsi alla passività dilagante, è la condizione prioritaria per uscire dal vuoto di proposte ed iniziative nel quale Messina è precipitata da tempo e che ormai è sinonimo non solo di inerzia e abulia, ma anche di ignavia e debolezza morale. Persino (soprattutto!) nelle condizioni più difficili e complesse è possibile lottare e applicare il metodo non violento a qualsiasi tipo di conflitto (dai piccoli contrasti quotidiani, familiari, tra amici, gruppi sociali, fino alle grandi contrapposizioni politiche nazionali e internazionali). Un esempio eclatante di questo stile di lotta è la recente solitaria protesta di un operaio dellʼazienda Triscele, Mimmo Sorrenti, che ha minacciato, davanti allo stabilimento di via Bonino, di darsi fuoco cospargendosi il corpo di benzina. In questo caso la disperazione dellʼoperaio non nasce solo dalla paura di chi è stato licenziato, come gli altri lavoratori della Triscele, ma dal comportamento della proprietà che avrebbe rassicurato, fino a pochi mesi fa, lʼoperaio di una conclusione positiva della vertenza, illudendo quindi tutti i compagni di lavoro che lui rappresenta. Se le cose stanno così, in Sorrenti si è consumato non solo il dramma di chi perde il posto di lavoro, ma anche quello di un rappresentante sindacale che non vuole perdere il legame che lo tiene unito agli altri compagni che si sono fidati di lui. Eʼ questo il dramma atroce che spinge alla disperazione: la rottura dei legami di solidarietà, lʼonorabilità perduta. Valori che ancora resistono in questa città. [email protected]