Scheda della gita

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Scheda della gita
ESCURSIONI 2011
U.O.E.I. Unione Operaia Escursionisti Italiani
Sezione “Alberto Casari” Bergamo
L.go Porta Nuova, 10
24122 Bergamo
Tel. Fax. 035.239405
www.bergamo.uoei.it
e-mail:[email protected]
Gita al Santuario Madonna della Guardia
Monte Figogna
da Bolzaneto (Geo)-(Genova - Liguria)
Santuario della Madonna della Guardia (m. 804)
Da Geo, sopra Bolzaneto (GE) al Santuario della Guardia (m.
804) in 2h 15'. Gruppo turistico: visita di Genova (centro
storico, acquario ecc.)
Coordinatori: Francesco Locati, Gabriele Vecchi
In caso di necessità comunicare
Con il: 3 4 6 . 4 2 3 3 3 9 7
Il Monte Figogna tra Alpi e Appennini:
Per la posizione dominante l’intero bacino del Polcevera, lo sbocco verso il mare e i passi appenninici che immettono
nell’entroterra, il monte Figogna fu sede, nei secoli che precedettero l’apparizione della Vergine, di un importante
punto di segnalazione o di «guardia». Sulla sommità esisteva una torre, da cui si mandavano segnali ad altre torri,
quando eserciti nemici facevano la comparsa sulle linee di Valico e navi di pirati spuntavano sull’orizzonte marino.
Punti di guardia collegati al monte Figogna erano sicuramente il bricco del Gazzo e la località Scorca, sopra Gazzolo, toponimi di origine germanica, riferibili all’organizzazione militare del territorio e al controllo delle vie di comu nicazione. Una lapide, trovata in mezzo ai detriti di una vecchia cisterna, con la data del primo novembre 1469, i
simboli della Repubblica di Genova e il nome di Pomota da Voltaggio, che per conto del Governo della città probabilmente in quella data aveva ricostruito o riparato la torre, proverebbe l’esistenza del manufatto e il suo utilizzo fino
agli anni prossimi alle vicende che hanno dato origine al santuario. L’istituzione di luoghi di «guardia» era frequente
nell’area ligure e alcuni di essi, nel corso dei secoli, divennero santuari mariani, assumendo il titolo di «Guardia». Il
più antico è il santuario della Madonna della Guardia di Alassio, in origine un’edicola costruita dai marinai in onore
della «Stella maris» attorno al 1100, trasformata in chiesa nel secolo XVII. Anche Notre Dame de la Garde presso
Marsiglia (del 1218) è un antico luogo di culto. Il monastero della Madonna della Guardia, fondato sui Giovi dai padri agostiniani nel 1488, precede di due anni l’apparizione sul monte Figogna. Più tarda è invece la costruzione del
santuario di Nostra Signora della Guardia sulla punta estrema di capo Verde, a levante di Sanremo (1667). È dunque
nella tradizione che il toponimo
«Guardia», per il suo significato di
protezione e difesa, passi spontaneamente, tramite la devozione popolare,
ai santuari che sono stati edificati in
quei luoghi: così è stato per la «Madonna della Guardia» in Val Polcevera. Dal punto di vista paesaggisticoambientale, il monte Figogna, in mezzo alla cerchia di monti che chiude a
Ovest la Val Polcevera, occupa una
posizione di privilegio. Madre natura,
infatti, in un arco di tempo che va da
200 a 70 milioni di anni, ha fatto in
modo che questo monte dominasse,
solitario e maestoso, la cerchia di
monti che chiudono la Val Polcevera a
Est e a Ovest. Se si percorre il perimetro del santuario è facile accorgersi
di questa realtà: il monte della Guardia è separato dalla catena di cui fa parte da solchi vallivi più o meno profondi,
sicché da lassù si domina un orizzonte vastissimo. Tutto ciò non è accaduto a caso. Il monte Figogna (m 804), appartiene alla linea Sestri-Voltaggio, una specie di cerniera rocciosa che divide il sistema appenninico, dal cosiddetto
«Gruppo di Voltri», montagne che, per la particolare composizione delle rocce, appartengono alla formazione alpina.
Poiché in questa zona si trova gran varietà di formazioni rocciose di differente durezza (dolomie, calcari, scisti, diaspri, diabasi), anche il monte Figogna risulta formato da un impasto di rocce di varia resistenza. I cuscini di diabasi
di cui è formata la parte sommitale hanno resistito più a lungo all’erosione congiunta di acqua, vento, gelo, mentre
altre parti della montagna sono state erose più facilmente. Da ciò la particolare conformazione della Guardia, che
presenta fianchi ora dirupati ora più dolci, terrazzi, poggi a solatio, numerose vallecole alla base e colline emergenti
tutt’attorno, mentre le propaggini del gruppo di Voltri, che si vedono bene dal lato destro del piazzale volgendo le
spalle alla chiesa, appaiono nude, dilavate, aspre, prive di vegetazione e scarse di insediamenti umani. Va da sé che
una così gran varietà di paesaggi naturali ora ha favorito, ora ha ostacolato la presenza dell’uomo e dato vita a conso ciazioni vegetali diverse, essendo le pietre verdi il substrato d’elezione per le conifere, mentre i castagneti prediligo no i terreni calcarei, e la vegetazione arbustiva mediterranea, con macchie di eriche, ginestre, piccoli lecci, corbezzoli, lentischi, si è insediata sulle rocce esposte a mezzogiorno. La Val Polcevera si stende ai piedi della montagna del la Guardia in tutta la sua lunghezza e lo spazio antistante il santuario è ancora il punto ideale per osservare l’intero
bacino della Valle, dal ventaglio di monti dei passi della Bocchetta (m 772) e dei Giovi (m 472), fino alla linea del
mare. Lo sviluppo della Valle appare regolare nel tratto Bolzaneto-mare, mentre la parte retrostante si allarga verso la
linea spartiacque appenninica, dividendosi in Vallate minori. A Bolzaneto divergono sulla sinistra i bacini dei torrenti
Secca e Sardorella, sedi dei Comuni di Serra Riccò e di Sant’Olcese; da Pontedecimo comincia l’alto corso del Polcevera, nel quale affluisce dalla sponda destra il torrente Verde, dal vasto bacino confinante con la provincia di Ales -
sandria ricco di interessi paesistici. Nella cerchia di monti che fanno corona al santuario si scorgono a Sud-Ovest il
bricco del Gazzo (m 421) e i monti Contessa (m 550) e Teiolo (m 660); a Ovest i monti Proratado (m 928) e Orditano
(m 950); a Nord le Figne (m 1.172) e i monti Taccone (m 1.113), Leco (m 1.072), Calvo (m 831), Capellino (m 708).
Meno elevata, più rettilinea e regolare, appare la dorsale sinistra del Polcevera, salvo le tre pittoresche impennate
terminali del Diamante (m 670), del Fratello minore (m 622) e del Puin (m 500). Una voce popolare chiamava questi
monti, su quali la Repubblica di Genova ha costruito nel secolo XVIII poderosi baluardi di difesa, «I tre fra telli della
Madonna della Guardia». Ma un quarto forte, il Fratello Maggiore, è stato demolito da tempo.
Accesso
Si presume che, fin dai tempi di Benedetto Pareto, il monte Figogna, sede di una torre di guardia, fosse percorso da
sentieri praticati anche da pastori e da contadini che salivano sul monte a pascolare e a raccogliere erba, ma si deve
aspettare fino alla metà del Seicento per vedere i primi tentativi di dotare la Guardia di una via sterrata, che consen tisse la salita al santuario anche a pellegrini malati, a lettighe e carri. La prima iniziativa fu della Compagnia di No stra Signora della Guardia e risale al 1651, ma «sia per deficienza di denaro, sìa per le opposizioni dei proprietari del
terreno» i lavori andarono a rilento e nel 1653 si era costruito un tratto di strada di soli cinquanta metri. I confratelli
ricorsero al Senato della Repubblica chiedendo sussidi. Il Senato concesse alla Compagnia i soldi ricavati dal riscat to di due banditi e il vicario arcivescovile permise di indire raccolte di denaro, mentre il parroco di Livellato otteneva
il permesso di prelevare L.200 dalla cassa del santuario e di destinarle alla costruzione della strada. La Compagnia
scomparve nel 1658 senza portare a compimento la strada, l’onere della quale passò ai massari che la completarono.
Lungo la salita la Compagnia aveva fatto collocare quindici croci con i misteri del Rosario e su ogni croce aveva fat to scrivere strofe, dettate da padre Giancardi, nello stile aulico e barocco del tempo; le croci furono in seguito fatte
togliere e furono costruite lungo il percorso altrettante cappellette con piccoli dipinti su ardesia, ancora sui temi dei
misteri del Rosario. L’allargamento della strada, provocò la scomparsa delle edicole e delle tavolette dipinte. A metà
salita c’era la cappella di San Bernardo, oggi in prossimità del bivio per Livellato, nella frazione omonima, e alquan to più in alto si trovava la cappella di San Pantaleo con una grande statua del santo e una più piccola della Vergine,
ambedue del Cinquecento. La statua di San Pantaleo si trova oggi in una cappella sulla strada che da Livellato porta
alla Gaiazza. Si presume che la strada iniziata nel 1651 partisse da Bolzaneto, forse in prossimità della località Geo
e che da qui salisse a San Bernardo, per poi proseguire lungo la costa meridionale del monte Figogna fino al Santua rio. Tratti dell’antica strada esistevano ancora quando negli anni ’50-60 l’amministrazione del santuario fece tracciare il nuovo percorso, asfaltato nel 1964. Purtroppo la viabilità recente ha cancellato le tracce dell’antico percorso e
quanti salgono a piedi al santuario (sono molti, perché ai santuari è a piedi che bisogna andare) non ha altra scelta
che viaggiare per alcuni tratti ai margini della nuova rotabile, continuamente percorsa, nei giorni festivi, da automo bili. Circa la viabilità del santuario, un fatto storico degno di nota è la costruzione dell’impianto della guidovia Genova Serro-Santuario della Guardia. Del progetto si discuteva già nel 1891. Qualche anno dopo i fratelli Corazza, industriali di Salsomaggiore, dedicando all’impresa ingegno e mezzi finanziari, realizzarono l’opera. L’impianto di guidovia delle vetture, funzionanti a motore a scoppio, si fondava su due linee parallele di cemento, alle quali erano ap plicate internamente guide d’acciaio. I convogli, muniti di cerchioni di gomma a bordo d’acciaio, poggianti diretta mente sulle «coulisse» in calcestruzzo, scorrevano contenuti dalle guide interne delle rotaie. Il sistema, denominato
«Laviosa» dal suo inventore, era già stato usato con successo negli Stati Uniti e consentiva (allora), a confronto con
le linee elettriche e a vapore, costi minori di impianto, di esercizio, di manutenzione e grande sicurezza. La guidovia
fu 'inaugurata 'nel luglio 1929: e poteva trasportare circa 900 viaggiatori all’ora; il percorso, che in nove chilometri
copriva un dislivello di 700 metri, veniva compiuto dalle singole vetture in 45 minuti, superando una pendenza me dia del 65 per mille con altissimo coefficiente di sicurezza, dovuto allo speciale armamento, che permetteva una aderenza delle ruote superiore a quella delle normali ferrovie. L’asfaltatura della strada nel 1967 e l’istituzione del servizio di autobus Genova-Santuario resero antieconomica, si disse, l’autoguidovia, che subito dopo fu soppressa. Per
quanti erano affezionati a quel trenino efficiente, non inquinante, sicuro, che attraversava un territorio di incontami nata bellezza, quella fu una perdita secca e dolorosa.
Bolzaneto (Geo) - Madonna della Guardia
Dislivello m. 704 tempo: ore 2.15 Segnavia: due triangoli rossi
.
Sviluppo: vecchia salita per la Madonna della Guardia - cappella della Madonna del 1400 - case Ghiglioni - casa Nuova s.Bernardo - chiesetta di s.Bernardo - pendici sud monte Figogna - casa Forno - case Parodi e Canonero - cappelletta s.
Pantaleo - case Travi e Pastorino - pendici sud-ovest monte Figogna - sentiero del diavolo - cappelletta dell'apparizione –
Santuario.
ACCOGLIENZA: Il Santuario dispone di atrezzature per la colazione al sacco e mette a disposizione dei pellegrini un complesso con tavola calda, ristorante e albergo per il pernottamento; nei pressi del Santuario ci sono ne gozi che vendono oggetti religiosi.

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