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Che cos’è il Cohousing
Il termine inglese Cohousing (traducibile in 'coabitazione', 'abitazione collaborativa' o
'condominio solidale') viene utilizzato in riferimento a esperienze abitative condivise dove
singoli, coppie di giovani o anziani, intere famiglie vivono in complessi residenziali
composti da appartamenti privati e da ampi spazi destinati all’uso comune: sale riunioni,
cucine, lavanderie, laboratori per il “fai da te”, spazi gioco... Talvolta, possono essere
presenti asili nido, palestre, biblioteche e altri servizi comunitari. Oltre alla condivisione
di spazi comuni, i cohousers svolgono a turno servizi utili per tutta la comunità di vicinato:
dalla custodia dei bambini alla spesa settimanale, dalla cura del verde alla manutenzione
ordinaria degli edifici. I progetti di cohousing coinvolgono più nuclei familiari, che abitano
in case private. Gli spazi comuni vengono gestiti collettivamente allo scopo di risparmiare
e per motivi ecologici.
Obiettivi principali del cohousing sono i seguenti:
instaurare rapporti stretti con i vicini di casa al fine di combattere e prevenire
l’isolamento e l’emarginazione dell’individuo nel quartiere;
stimolare il senso di appartenenza alla comunità e ai luoghi del vivere quotidiano;
far prevalere l’importanza del benessere della collettività sulle divergenze e sui
dissapori personali;
favorire i processi di socializzazione e cooperazione tra le persone attraverso la
condivisione di spazi, attrezzature e risorse;
promuovere la collaborazione reciproca per ottenere più tempo libero, migliorando
così la qualità della vita;
praticare uno stile di vita sostenibile attraverso soluzioni mirate ad avere un
risparmio energetico, una riduzione dell’inquinamento e, dunque, un minore impatto
sull’ambiente;
abbattere il caro vita attraverso la costituzione di gruppi di acquisto interni. Per
maggiori informazioni sui GAS ‐ Gruppi di Acquisto Solidale, consultare la Scheda
Economia solidale.
Le prime cohouses nascono in Danimarca all’inizio degli anni Ottanta e si diffondono in
Australia, Canada, Stati Uniti e in Europa (Belgio, Germania, Gran Bretagna, Olanda e
Svezia). La pratica del cohousing è attiva anche in Italia e sta riscuotendo molto successo
tanto da stimolare anche l’interesse degli enti locali.
Uno dei maggiori ostacoli alla formazione di gruppi di cohousers è rappresentato dal costo
per l’acquisto di edifici o di terreni su cui edificare. A questo proposito, le associazioni
impegnate nella realizzazione di progetti di cohousing hanno avviato delle trattative con
comuni, province e regioni. Si tratta di ottenere la partecipazione ai progetti degli enti
locali, i quali potrebbero fornire spazi pubblici abbandonati e inutilizzati a prezzi agevolati
o, addirittura, in concessione gratuita. In alcune città italiane gli enti locali sono già
impegnati nella promozione di progetti di housing sociale, inteso come forma di sostegno
abitativo a giovani coppie, immigrati, persone separate, famiglie in difficoltà economica.
Per saperne di più si consiglia la lettura di Cohousing e condomini solidali. Guida pratica
alle nuove forme di vicinato e di vita in comune, che contiene in allegato il documentario
Vivere in cohousing[1].
Villaggi e condomini solidali: esperienze di cohousing in Europa e in Italia
Uno dei primi progetti di cohousing europeo ha sede a Nieuwegein, in Olanda, dove un
gruppo di persone convive dal 1983 in un villaggio rurale. Quest’ultimo è costituito da due
piccoli borghi, in cui si trovano sia gli appartamenti privati sia gli spazi comuni: ampi
giardini, ristoranti self‐service, luoghi adibiti allo scambio di libri, dischi e vestiti. Dal 2001 è attivo un altro progetto di cohousing a Vauban, un paese a sud di Friburgo.
Cinquemila persone abitano in un grosso quartiere di circa 38 ettari di superficie, studiato
per favorire la sostenibilità ambientale: pannelli solari, impianti per la produzione di
energia secondaria, servizio di car sharing per sostituire le auto di proprietà.
In Italia esistono progetti di condomini solidali.
A Torino, in via Cottolengo ai numeri 2 e 4, si è inaugurato nell' ottobre del 2013 un
piccolo cohousing o, tradotto in italiano, un’abitazione collaborativa: Numero Zero è il
nome di questo progetto dell’associazione CoAbitare, che ha comportato anche la
ristrutturazione completa dello stabile d’epoca. Promotori dell’iniziativa sono otto
famiglie che, dopo essersi costituite in cooperativa e aver acquistato l’edificio, hanno
ottenuto il patrocinio dell’agenzia di sviluppo locale The Gate, che si occupa delle
riqualificazione del quartiere Porta Palazzo e il supporto dell’Assessorato alle Politiche per
l’Ambiente e la Casa del Comune. Il finanziamento del progetto, che ha un costo di circa
un milione di Euro, è stato concesso da Banca Popolare Etica. Sul sito dell'Associazione
CoAbitare si trovano informazioni su altri progetti in corso.
Nell’aprile del 2010 è nata una rete italiana per mettere in relazione le varie realtà e
favorire lo scambio di esperienze e informazioni: www.cohousingitalia.it. Nelle pagine del
sito dedicate ai progetti in corso si trovano informazioni sulle singole esperienze.
Housing sociale
In Italia si sta diffondendo anche un’altra pratica, che vede coinvolti gli enti pubblici e che
prende il nome di housing sociale: rappresenta l’evoluzione dell’edilizia popolare e
consente di offrire una residenza a coloro che non possono permettersi una casa a prezzi
di mercato ma non possono neppure accedere, per motivi di reddito, all'edilizia popolare.
Oppure a chi è in attesa di poter entrare in una casa popolare dopo averne acquisito il
diritto di acesso.
I Comuni, solitamente con il supporto economico delle fondazioni private, recuperano
edifici pubblici in disuso e li trasformano in complessi residenziali destinati a persone
disagiate: anziani, donne sole con figli minori, giovani in difficoltà.
La Città di Torino ha già attivato progetti di housing sociale: in via Romolo Gessi ai numeri
4 e 6 e in via Ivrea 24.
Il condominio solidale di via Gessi è costituito da trenta minialloggi: 18 alloggi sono abitati
da anziani inseriti nell’edilizia residenziale pubblica, 8 alloggi sono per le madri, le donne
e i giovani e 4 per le famiglie affidatarie, che accompagnano e affiancano durante il
periodo di permanenza in condominio gli ospiti temporanei. Una parte dello stabile è
destinata ai servizi comuni. Il progetto è finalizzato alla promozione di un modello di
convivenza basato sulla solidarietà e sul reciproco aiuto tra generazioni diverse ed è stato
dato in concessione per sei anni dalla Città di Torino, tramite apposito Bando pubblico,
all'Associazione Giovanile Salesiana.
In via Ivrea è stata realizzata l'iniziativa Sharing Torino: 122 alloggi residenziali e 58
camere per ricettività con possibilità di utilizzare spazi comuni e di usufruire di servizi,
aperti anche agli abitanti della zona, come un ristorante, un bar, un bio market, una
tintoria, sportelli di orientamento, consulenza, mediazione culturale, assistenza legale e
prossimamente un poliambulatorio. Grazie al finanziamento della Fondazione CRT si è
inaugurato a settembre 2011 questo progetto di "housing sociale temporaneo", che offre
appartamenti e mini alloggi a prezzo agevolato a persone che non possono,
temporaneamente, permettersi di pagare un affitto privato, ma non hanno i requisiti per
essere ammessi nelle graduatorie dell'edilizia residenziale pubblica.
Sguardo su Torino, progetto di ousing sociale della Cooperativa Sociale Gruppo Arco
www.gruppoarco.org/wordpress/sguardosutorino si rivolge a diverse tipologie di persone
con problemi sociali e/o economici e bisognosi di un supporto offrendo soluzioni abitative
e servizi.
I locali, completamente ristrutturati e situati in via Capriolo 18 a Torino, sono stati messi
a disposizione dalla Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane e il progetto è stato
realizzato grazie ai contributi della Fondazione CRT e del Programma Housing della
Compagnia di San Paolo. Luoghi Comuni www.luoghicomuni.org/cose‐luoghi‐comuni è un progetto, promosso dal
Programma Housing della Compagnia di San Paolo in collaborazione con l'Ufficio Pio, che
comprende una struttura a Porta Palazzo (in piazza della Repubblica) e una a San Salvario
(in via san Pio V). Le strutture si sviluppano intorno a un nucleo centrale che consiste in
una Residenza Temporanea a cui si affiancano altre attività e servizi.
Coabitazione solidale
La Città di Torino ha avviato progetti pilota di coabitazioni solidali per promuovere lo
sviluppo di comunità e delle reti sociali nel quartiere e nel condominio attraverso
coabitazioni solidali di giovani volontari. Tali progetti fanno parte delle iniziative di "housing sociale" previste dal Piano Casa della
Città che definisce il passaggio dalle politiche per la casa alle politiche dell'abitare
attraverso un ventaglio di azioni che promuovono sinergie e collaborazioni tra pubblico e
privato e favoriscono la solidarietà e lo sviluppo delle reti territoriali.
La convenzione prevede una riduzione rispetto al canone d’affitto medio in cambio della
partecipazione attiva al progetto con 10 ore alla settimana di volontariato.
Attualmente sono attive diverse esperienze di coabitazione solidale nelle vie Nizza, Poma,
Scarsellini, Pio VII, Ghedini, Gallina, San Massimo e Corso Mortara destinati ai giovani fino
a 30 anni. Informazioni sulle iniziative organizzate dalle coabitazioni si possono trovare sul
sito www.programmahousing.org/?page_id=1207
Un altro progetto interessante è Stessopiano, nato dalla collaborazione tra il Programma
Housing della Compagnia di San Paolo e l'associazione Ylda e ora gestito dalla Cooperativa
DOC, che intende promuovere la coabitazione giovanile attraverso un servizio di
intermediazione immobiliare sociale no‐profit.
Il progetto si rivolge:
ai giovani dai 18 ai 35 anni, studenti o lavoratori, in cerca di autonomia abitativa;
ai proprietari di appartamenti medio‐grandi (dagli 80 ai 150 mq) che desiderano
affittare un immobile.
Per i proprietari sono previsti incentivi economici alla locazione convenzionata e strumenti
di garanzia. I coabitanti potranno beneficiare del servizio di ricerca gratuita dell'alloggio,
di fondi per sostenere le spese d'ingresso e per l'arredo di spazi comuni in appartamenti
non ammobiliati.
Ecovillaggi
Un’altra forma di coabitazione è rappresentata dall’ecovillaggio. Il termine è un
neologismo dall’inglese ecovillage, coniato nel 1991 da Robert e Diane Gilman nel loro
libro Eco‐village and Susteinable Communities[2]. E’ piuttosto arduo dare una definizione
di ecovillaggio, poiché le realtà esistenti sono molto eterogenee fra di loro: in generale, si
può parlare di comunità di persone ‐ in prevalenza rurali, ma anche urbane o suburbane ‐
che scelgono di adottare uno stile di vita sostenibile, a basso impatto ambientale e in
piena armonia con la natura. Le dimensioni di un ecovillaggio non sono definite a priori. La
caratteristica peculiare, che differenzia gli ecovillaggi da altre tipologie di comunità, è
data dal fatto che in essi si tende a raggiungere l’autosufficienza per soddisfare il più
possibile dall’interno le esigenze dei membri per quanto concerne l’alimentazione, il
lavoro, l’educazione e la formazione, il tempo libero. Essi, dunque, accettano
volontariamente di aderire ai seguenti principi:
costruire o ristrutturare abitazioni per i membri della comunità utilizzando solo
materiali edili locali, naturali, non tossici e facilmente riciclabili. L’insieme di queste
e altre tecniche architettoniche, fondate sul rispetto dell’ecosistema ambientale,
prendono il nome di bioarchitettura o architettura ecologica;
sfruttare gli elementi naturali (sole, vento, acqua) per la produzione di energie
rinnovabili;
praticare il trattamento biologico delle acque di scarico e il recupero dell’acqua
piovana per evitare sprechi idrici;
salvaguardare l’ambiente naturale e ripristinare l’humus originario del terreno
attraverso l’utilizzo di adeguate pratiche agronomiche e del compostaggio;
ricorrere alle varie forme di agricoltura biologica per la produzione di alimenti;
praticare un’economia sostenibile;
limitare l’uso dei tradizionali mezzi di trasporto al fine di ridurne l’incidenza sul
tasso di inquinamento;
incentivare l’utilizzo di mezzi di comunicazione quali telefono, fax, mail e internet
per creare un’alternativa allo spostamento fisico.
Quello degli ecovillaggi è un fenomeno in costante aumento, poiché sempre più persone
scelgono di aderire a questa filosofia di vita.
Per rispondere all’esigenza delle varie comunità di conoscersi, raccontare le proprie
esperienze e scambiarsi informazioni utili, nel 1995 è nato GEN ‐ Global Ecovillage
Network rete internazionale a cui aderiscono gli ecovillaggi presenti in tutti i continenti.
A GEN aderisce anche la RIVE ‐ Rete Italiana Villaggi Ecologici, nata nel 1996. [1] Matthieu Lietaert, Editrice AAM Terra Nuova, Firenze, 2008.
[2] Edizioni The Gaia Trust, 1991.
Link
www.aamterranuova.it ‐ sito della rivista on‐line AAM Terra Nuova.
www.bioarchitettura.it ‐ sito dell'Istituto nazionale di Bioarchitettura.
www.bioarchitetturaitalia.it ‐ portale italiano dedicato al tema della
bioarchitettura.
www.bioarchitettura‐rivista.it ‐ sito della rivista omonima sull’architettura
ecosostenibile e biocompatibile.
www.ecocasa.re.it ‐ sito della Fiera EcoCasa di Reggio Emilia.
www.cohousing.it ‐ sito di una società di servizi che promuove e realizza progetti
immobiliari di coresidenza sul territorio italiano sia direttamente sia in partnership
con operatori immobiliari privati.
www.cohousingbologna.org ‐ sito dell’associazione E’/co‐housing attiva a Bologna e
dintorni per la promozione di una rete di eco/co‐housing.
www.cohousingintoscana.it ‐ sito dell’associazione Cohousing in Toscana, che
promuove progetti di cohousing e housing sociale sul territorio toscano.
www.fhs.it ‐ sito della Fondazione Housing Sociale di Milano.
www.associazionebasilico.org ‐ sito dell’associazione Basilico che gestisce il progetto
dell’ecovillaggio di Corricelli (PO).
www.torri‐superiore.org ‐ sito dell'associazione culturale Torri Superiore, che
gestisce il progetto dell'ecovillaggi di Torri Superiore a Ventimiglia (IM).
www.mappaecovillaggi.it ‐ sito della Rete Italiana Villaggi Ecologici (RIVE).
http://gen.ecovillage.org ‐ portale in lingua inglese della Global Ecovillage Network
(GEN).
Informazioni locali
ALLOGGIAMI ‐ MIRAFIORI STUDENT HOUSING ‐ www.comune.torino.it/circ10 E‐mail:
[email protected]
Progetto che punta a favorire l'incontro tra la domanda di posti letto da parte di
studenti e ricercatori universitari e l'offerta di ospitalità degli abitanti del quartiere
ASSESSORATO ALLE POLITICHE PER L’AMBIENTE E LA CASA DELLA CITTA' DI TORINO ‐
Sportello Casa ‐ Emergenza abitativa / sfratti: via Corte d’Appello 10 ‐ 10122 Torino ‐
Orario: lunedì‐venerdì 8.30‐12.00
www.comune.torino.it/informacasa ‐ E‐mail: [email protected]
ASSOCIAZIONE COABITARE ‐ Sportello: via Morgari 14 c/o Casa del Quartiere ‐ 10125
Torino ‐ Orario: mercoledì 10.00‐12.00 (su appuntamento da fissare con e‐mail)
www.coabitare.org ‐ E‐mail: [email protected]
Associazione di promozione sociale che propone alcuni progetti di cohousing con
diverse tipologie di opportunità abitative.
CICSENE ‐ Cooperazione e sviluppo locale ‐ via Borgosesia 30 ‐ 10145 Torino ‐ tel.
0117412435 ‐ Orario: lunedì‐venerdì 9.00‐17.00
www.cicsene.it ‐ [email protected]
Attraverso il Progetto Casa intende facilitare l’inserimento abitativo e favorire
l’incontro tra domanda e offerta.
COOPERATIVA IL PUNTO ‐ via Cimabue 2 ‐ 10137 Torino ‐ tel. 0110015320 www.ilpun.to
E‐mail: [email protected]
La cooperativa sociale coordina il progetto di coabitazione solidale in alcune case di
edilizia residenziale pubblica.
FONDAZIONE SVILUPPO E CRESCITA CRT ‐ via XX Settembre 31 ‐ 10121 Torino ‐ tel.
0115065100
www.fondazionecrt.it ‐ E‐mail: [email protected]
PROGRAMMA HOUSING DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO ‐ corso Trento 13 ‐ 10129
Torino ‐ tel. 0115183426 ‐ 0115183471
www.programmahousing.org
RE SOCIAL CLUB ‐ via Paolo Veronese 202 ‐ 10148 Torino ‐ tel. 0113841551 ‐
http://resocialclub.it/attivita/abitare ‐ [email protected]
Il Social Club propone progetti di coabitazione solidale a Torino per lavoratori del
terzo settore che possono affittare a prezzo calmierato stanze in convivenza con
altre persone, in alloggi ammobiliati distribuiti su tutto il territorio cittadino.
SHARING ‐ Condividere idee e abitazioni ‐ via Assietta 15/F ‐ 10128 Torino ‐ tel.
0112243024
www.sh‐sharing.it ‐ E‐mail: booking@sh‐sharing.it
Gestisce il progetto Hotel Residence Sharing Torino realizzato per rispondere alle
esigenze di affitti temporanei in città a costi calmierati, caratterizzato da spiccati
obiettivi di efficienza energetica e basso impatto ambientale.
SPORTELLO ABITARE GIOVANI ‐ via Garibaldi 25 c/o InformaGiovani ‐ 10122 Torino ‐
tel. 0114424981 ‐ Orario: martedì 13.00‐15.00; giovedì 14.30‐16.30 (è consigliabile
prenotare)
www.comune.torino.it/infogio/casa/sportello.htm ‐ E‐mail:
[email protected]
Offre un servizio di supporto e orientamento nell’individuazione di soluzioni
abitative, sulla base di programmi e interventi attuati dalla Città e da privati.
SPORTELLO STESSOPIANO ‐ via Buniva 8 ‐ 10124 Torino ‐ tel. 0116686812 ‐ Orario:
lunedì, mercoledì e sabato 10.00‐15.00; martedì, giovedì e venerdì 15.00‐20.00
http://www.stessopiano.it ‐ E‐mail: [email protected]
Stessopiano è uno sportello immobiliare che si rivolge ai proprietari di casa e ai
giovani coabitanti per sostenere la coabitazione giovanile.
Scheda realizzata dall'InformaGiovani di Torino, con il contributo della Regione Piemonte