Cassazione: sì alla stepchild adoption «in casi particolari»

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Cassazione: sì alla stepchild adoption «in casi particolari»
Cassazione: sì alla stepchild adoption «in casi particolari»
La prima Sezione Civile della Corte di Cassazione ha confermato la sentenza
della Corte d’Appello di Roma con la quale è stata accolta la domanda di
adozione di una minore proposta dalla partner della madre, con lei convivente
in modo stabile. Segue ...
24-06-2016
La Corte, nel dare il via libera all'adozione all'interno di una coppia di donne omosessuali, ha affermato che
tale adozione «non determina in astratto un conflitto di interessi tra genitore biologico e il minore adottando,
ma richiede che l'eventuale conflitto sia accertato in concreto dal giudice». È stato pertanto respinto il
ricorso del procuratore generale.
Cassazione: sì alla stepchild per coppie gay
Con la sentenza 12962/16, pubblicata oggi, la Corte Suprema si è pronunciata sulla "stepchild adoption"
(l'istituto giuridico che consente al figlio di essere adottato dal partner - eterosessuale o omosessuale - del
proprio genitore biologico), una delle forme di adozione «in casi particolari» prevista dalla legge 184 del
1983. Gli ermellini, nel confermare l'adozione della coppia di donne omosessuali, oltre ad affermare che
questa «non determina in astratto un conflitto di interessi tra il genitore biologico e il minore adottando, ma
richiede che l'eventuale conflitto sia accertato in concreto dal giudice», hanno specificato anche che questa
adozione «prescinde da un preesistente stato di abbandono del minore e può essere ammessa sempreché
alla luce di una rigorosa indagine di fatto svolta dal giudice, realizzi effettivamente il preminente interesse
del minore».
"Non determina in astratto un conflitto di interessi tra genitore biologico e il minore adottando, ma richiede
che l'eventuale conflitto sia accertato in concreto dal giudice"
La sentenza della Cassazione sulla stepchild adoption
Si tratta della prima adozione coparentale riconosciuta dalla Cassazione. La pronuncia della prima sezione
civile si riferisce al caso di due donne romane,
che si erano sposate in Spagna. La più giovane delle due, nell'ambito di una convivenza stabile e di un
progetto di vita insieme, con procreazione assistita aveva dato alla luce una bambina, che oggi ha sei anni.
Nell'agosto 2014, la sentenza primo grado, emessa dall'allora presidente del tribunale dei minori di Roma
Melita Cavallo, aveva riconosciuto per la prima volta in Italia la stepchild adoption; la sentenza è stata
quindi confermata dalla Corte d'appello, ma la procura generale aveva fatto ricorso in Cassazione.
Sulla stepchild adoption i tribunali decidono caso per caso
Cassazione: non ha rilievo orientamento sessuale
La prima sezione civile della Cassazione nella sentenza odierna specifica che all'adozione «in casi
particolari», prevista dall'articolo 44 della legge 184 dell'83, «possono accedere sia le persone singole che
le coppie di fatto» e «l'esame dei requisiti e delle condizioni» imposte «non può essere svolto - neanche
indirettamente - dando rilievo all'orientamento sessuale del richiedente e alla conseguente natura della
relazione da questa stabilita con il proprio partner». I giudici hanno sottolineato che «questa particolare
ipotesi normativa» mira «a dare riconoscimento giuridico, previo rigoroso accertamento della
corrispondenza della scelta all'interesse del minore, a relazioni affettive continuative e di natura stabile
instaurate con il minore e caratterizzato dall'adempimento di doveri di accudimento, di assistenza, di cura e
di educazione analoghi a quelli genitoriali».
Il Pg della Cassazione: «No alla stepchild adoption»»
Respinto il ricorso del procuratore generale
Nell'udienza pubblica del 26 maggio scorso, il sostituto pg della Cassazione Francesca Ceroni aveva
chiesto la remissione alle Sezioni Unite o l'accoglimento del ricorso della procura generale di Roma, e
quindi il no alla stepchild, con la motivazione che la legge 184 del 1983 in base alla quale alcuni giudici di
merito hanno stabilito la possibilità di adottare il figlio biologico del partner, rifacendosi alla norma sulle
adozioni 'in casi particolari', non possa applicarsi in cui il minore sia amato e accudito dal genitore
biologico. «La legge - aveva affermato il pg di Cassazione - si occupa solo di infanzia maltrattata e
abbandonata». Il collegio presieduto da Salvatore Di Palma si è preso la responsabilità di pronunciarsi,
senza rinviare alle Sezioni Unite, sottolineando che «la Cassazione ha pronunciato a sezione semplici su
numerose questioni variamente collegate a temi socialmente e/o eticamente sensibili». E ha di fatto
stabilito l'applicabilità della norma sull'adozione in casi particolari anche quando non si è in presenza di
minori abbandonati o orfani e prescindendo dall'affidamento preadottivo.
Sacconi: solo voto popolare può fermare deriva antropologica
Il primo a commentare la sentenza della Cassazione è stato il presidente della commissione Lavoro del
Senato Maurizio Sacconi (Ap). «La decisione con cui una sezione della Cassazione ha confermato la
sentenza della Corte d'appello di Roma in favore della stepchild adoption - ha scritto in una nota - conferma
purtroppo i timori sulla deriva giurisprudenziale conseguente alla legge ideologica sulle unioni civili
disegnate come simil-matrimoni. Continua il processo di sovversione antropologica incoraggiato dalla
sinistra al quale sarà necessario opporre la possibilità per il popolo tutto di esprimersi attraverso un
referendum sulla genitorialità omosessuale».
Unioni civili/Arriva il riconoscimento per le coppie omosessuali
Cirinnà: ok diritti bambini di famiglie arcobaleno
Di opposto avviso la senatrice Pd Monica Cirinnà, relatrice della legge sulle unioni civili. «La Cassazione ha detto - stabilisce finalmente che quanto abbiamo sostenuto, e purtroppo dovuto stralciare, dal testo delle
unioni civili non soltanto è legittimo ma sopratutto è giusto». E ha aggiunto: «In Italia la giurisprudenza non
ammette discriminazioni tra bambini né per il modo in cui sono nati, nè per l'orientamento sessuale dei loro
genitori. A chi dice «difendiamo i nostri figli» rispondo «difendiamo tutti i figli, perché i bambini sono tutti
uguali, meritano tutti gli stessi diritti e la stessa dignità». «A chi afferma - ha aggiunto - che in Italia è in
corso una sovversione antropologica dico, con grande rispetto, che si è solo all'inizio di un percorso
normativo, richiestoci ripetutamente dalla Corte europea e dalla nostra Corte costituzionale, che riconosca
pienamente diritti e uguaglianza a tutte le famiglie».
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