comune di ottaviano - Città Metropolitana di Napoli
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COMUNE DI OTTAVIANO : Nell'epoca era chiamata Octavianum poi dall'anno 1000 circa al 1933 il suo nome fu Ottaiano . Ottaviano è sede del Parco Nazionale del Vesuvio e si fregia del titolo di "Città di Pace". Il comune è stato sempre sede di uffici giudiziari . Infatti, partendo dal 1817, fu sede del Giudicato del Circondario di Ottajano, sostituito poi nel 1862, in seguito all'annessione del Regno delle Due Sicilie al nuovo regno dei Savoia, dal Giudicato del Mandamento di Ottajano e infine, dal 1870, dalla Pretura fino alla istituzione nel 1991 del suddetto Ufficio del Giudice di Pace. E’ situato nella zona vesuviana interna a 22 km da Napoli centro e sorge lungo le pendici orientali del massiccio vulcanico del Somma-Vesuvio.. In epoca romana era un borgo di case all'interno di un vastissimo possedimento appartenente alla famiglia dell’imperatore Augusto. Il territorio fu teatro, di diverse battaglie. Una di queste battaglie fu quella combattuta tra Lucio Cornelio Silla e l'italico Lucio Cluenzio, nel 90 a.C. Altre due battaglie si combatterono durante la prima guerra servile. Nel corso della prima battaglia, nel 73 a.C., Spartaco vi sconfisse prima il pretore Gaio Claudio Glabro e, dopo pochi mesi, vi sconfisse il pretore Publio Varinio . Castello Mediceo Il Castello Mediceo di Ottaviano è un antico castello eretto a difesa del borgo risalente circa all'anno 1000. È situato nella parte alta di Ottaviano. Nella seconda metà del 1500 furono aboliti sia il fossato che il ponte levatoio e fu quindi trasformato in residenza signorile da Bernardetto de' Medici e dalla moglie Giulia de' Medici, che ne fecero anche affrescare le sale (XVI secolo). Il maniero restò nelle mani della famiglia dei Medici di Ottaviano fino 1874 quando l'ultimo principe mediceo in linea retta (Giuseppe IV, principe di Ottajano e duca di Sarno) morì senza eredi maschi e il possesso del Palazzo passò alla linea femminile medicea e, per i matrimoni da esse contratti, alla famiglia dei principi Lancellotti di Lauro. Chiesa Madre di San Michele Arcangelo È un edificio sacro risalente al XV e XVI. Fu edificato a pochi metri da una preesistente Chiesa intitolata a San Giacomo il Maggiore che, a sua volta, fu costruita sul luogo dove era un tempio romano dedicato a Castore e Polluce. Chiesa del Santissimo Rosario Fu costruita sui ruderi di una cappella dedicata a San Nicola di Bari con il contributo di Giulia de' Medici e di Bernardetto de' Medici . Chiesa di San Leonardo di Noblac Fu fondata nel 1561 e affidata al Don Criscillo D’Ambrosio. Venne distrutta dopo l'eruzione del 1906 e poi ricostruita. Divenne Parrocchia nel 1954 e fu poi ristrutturata nel 2006. EVENTI E FESTE : • • • • La festa patronale di san Michele Arcangelo, dell'8 maggio. La mattina avviene la tradizionale "Diana", lo sparo di botti che percorre tutto il paese, dalla periferia fino alla chiesa madre, dedicata al santo: al suono dei botti, installati sul ciglio della strada per tutto il percorso, la popolazione si precipita in strada e corre sino alla chiesa, dove si ringrazia e si prega il Santo. Al termine della "Diana" si fa festa con musica delle bande e prodotti tipici nella vicina via Tributa. A mezzogiorno, dopo la supplica alla Madonna di Pompei, la statua del Santo viene portata in processione per tutto il centro storico, si svolge quindi il tradizionale "Volo degli Angeli" (in piazza Annunziata, in piazza Piediterra, in largo Taverna e in piazza san Giovanni). Nel pomeriggio il Santo viene riportato nella chiesa madre dopo un lungo percorso, accompagnato dalla folla e da moltissimi spari di batterie di botti. Processione della Croce Santa, del 3 maggio. Vi si svolge la processione che, partendo dalla Chiesa Madre di San Michele, sosta ad un'edicola posta sotto un arco in via Cozzolini, dove era la casa natia dell'ottavianese frate francescano Francesco della Pietra, che di ritorno da Gerusalemme, nel 1659 portò le Reliquie della S.Croce. Sagra dei Funghi in localita San Leonardo: primi giorni di novembre. Nel comune di Ottaviano, ancora sono presenti testimonianze di una delle manifestazioni più note e discusse della tradizione musicale contadina vesuviana e di una vasta area che abbraccia il casertano, l'agro-nocerino, la costiera amalfitana: IL CANTO E BALLO SUL TAMBURO (comunemente definito tammurriata). Questa è caratterizzata: dal ritmo binario del tamburo (dal quale trae il nome); il canto (strutturato, per lo più, in versi endecasillabi) e dal ballo in coppia. Famiglie di suonatori sono presenti in località zabatta. Da alcuni anni un gruppo di giovani appassionati, residenti nei comuni di Ottaviano e San Giuseppe Vesuviano, sulla scia di alcune campagne di ricerca, effettuate tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta, ha avviato un'attività di ricerca e di raccolta sul campo di tali patrimoni immateriali.