Sei della Rufina se..

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Sei della Rufina se..
Sei della Rufina se...è una comunità virtuale che in poco tempo
è riuscita ad aggregare molte persone capaci di creare libere
conversazioni.
E' un enorme “passaparola” che però come tutte le cose
create dal mondo del web, riesce a sviluppare con grande
rapidità nuove modalità di conversazione e in tempi veloci si
riesce ad interagire su qualsiasi commento e in qualunque
momento.
L'utilizzo di Facebook, molto diffuso tra i giovani ha attratto
anche i meno giovani proprio per la sua versatilità e perchè
offre la possibilità di esprimersi senza troppi vincoli, ovviamente
assumendosi la responsabilità di ciò che si dice.
Sei della Rufina se... è un gruppo basato sull'interesse comune
di sapere, parlare raccontare, suscitando talvolta anche
nostalgia, del nostro paese, ma soprattutto ha creato tanta
curiosità.
Come Amministrazione abbiamo accolto favorevolmente la
proposta di riportare in cartaceo tutte le notizie, informazioni,
racconti, aneddoti che da questo gruppo web sono emersi
perchè tutto ciò che può aiutare a ricostruire o aggiungere
informazioni sulla centenaria storia di Rufina è prezioso.
i
INDICE
Introduzione...................................................................4
Le attività ricreative e commerciali...............................10
Eventi di ieri e di oggi...................................................23
Vacanze, tempo libero, sport.......................................33
Gioventù rufinese.........................................................42
Modi di dire...................................................................54
La scuola......................................................................58
Personaggi e altre cose da rufinese DOC....................66
Conclusione..................................................................75
ii
"La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e
come la si ricorda per raccontarla". (Gabriel Garcia Marquez)
"Accumulare bei ricordi, non è forse la sola cosa che possiamo fare
nella vita?" (Banana Yoshimoto)
iii
"La Rufina te la fai da cima a fondo in un batter d'occhio, dalla Cresta
all'Ortonovo, da dreho sieve fino ai Piani. La Rufina è è bella, è
brutta, è antipatica; non si compiccia nulla ma resta nel cuore di chi
se ne allontana e di chi ci rimane. Quando tu ci cammini, tu pensi che
in questo paese non ci sia nulla ma, se tu ci pensi, quando tu sei
lontano ti viene in mente ogni particolare: tu ricordi a memoria i nomi
delle strade, delle botteghe, della gente e i centimetri di ogni
marciapiede. Se ti abbandoni ai ricordi non lo sai neanche tu dove ti
portano: in quella diritta, in quella curva, sulla quella cantonata, su
una panchina, su uno scalino, vicino a un muretto. Gli anziani hanno
ricordi di vecchi mestieri, di antiche botteghe che non esistono più; i
giovani ricordano le partite di pallone, le prodezze coi motorini e le
serate di quando erano "di fori come un terrazzo"; le ragazze
ripensano a giri ni mercato per seguire certi ragazzi. Tutti noi
ricordiamo con affetto i luoghi per la strada dove giocavamo bambini,
con la palla, con la corda, con i sassi, con l'elastico, con i carretti di
legno, con le bambole , con le biciclette. Per tante cose, Rufina
potrebbe essere un paese come un altro ma essa ha una
particolarità che nessuno le potrà rubare: noi, i rufinesi".
Lucia Fabbiani, amministratore del gruppo facebook "Sei della Rufina
se..."
iv
INTRODUZIONE
Un pomeriggio del maggio 2014, io e la bibliotecaria Irene avevamo
finito di organizzare tutti gli eventi estivi ed eravamo contenti perchè,
quell’anno, si sarebbe parlato di tutto: cucina, storia, fisica,
matematica e, visti i mondiali alle porte, perfino di calcio. Era un
programma davvero interessante e variegato, ma a me dispiaceva
che non ci fosse un libro che parlasse di Rufina e dei suoi abitanti,
magari anche di quelli scomparsi che vivono ancora nel cuore della
gente. Casualmente, navigando sul web, mi sono imbattuto in “Sei
della Rufina se...”, gruppo facebook a cui ero iscritto da qualche
mese e nel quale tanti avevano “postato” in maniera molto spontanea
pensieri, aneddoti, storie, personaggi che un rufinese di oggi e di ieri
avrebbe dovuto assolutamente conoscere. Apprezzavo tantissimo
quei commenti esilaranti che portavano alla luce aspetti del mio
passato e del mio presente ma, nello stesso tempo, avevo anche un
timore: essendo su facebook, pensavo che tutto finisse presto nel
dimenticatoio. Non lo volevo e non lo potevo accettare in quanto
laureato in Storia e sostenitore di un costante sforzo mnemonico
1
volto a contrastare l’inarrestabile flusso divoratore del tempo ( tempus
edax rerum recitava Ovidio nelle Metamorfosi). Così, in quello stesso
giorno di maggio di più di un anno fa, spinto dalla voglia di creare un
testo a carattere locale, decisi di salvare quei preziosi contributi
dall'oblio cibernetico, lasciandoli il più possibile nella loro forma
originale (con toscanismi davvero di grande qualità). A mio avviso,
questo era un modo innovativo, moderno, “social”, pluralista per
favorire la costruzione di una piccola memoria comunitaria. Così ne
parlai subito con l’amministrazione comunale che, nonostante
riconoscesse
che
anticonvenzionale,
questo
fosse
condivise
la
un
metodo
mia
idea.
insolito
e
Decidemmo
congiuntamente di pubblicare questo testo "partecipato" nel 2015,
anno del centenario del Comune: in un anno così significativo,
considerata anche la mancanza di una trasmissione storica tra
vecchie e nuove generazioni, ci sembrava opportuno valorizzare
questo patrimonio virtuale di ricordi nati dalla passione di molti
rufinesi, alcuni dei quali addirittura non abitano più nel nostro
territorio.
Nell'estate
2015
il
progetto
è
stato
presentato
2
“ufficialmente” sia agli utenti del gruppo facebook sia
ai
commercianti e ai membri delle varie associazioni che operano in
paese: il feedback è stato positivo e anche da loro sono arrivati nuovi
divertenti “sei della Rufina se...” Durante la stesura finale ho
eliminato alcuni contributi solo per motivi burocratici, ma penso che
sia emerso ugualmente l’ aspetto più interessante e, se vogliamo,
anche inaspettato del progetto: è stata infatti delineata in qualche
modo la "rufinesità", ovvero l' insieme delle caratteristiche storiche,
culturali, sociali che denotano l'essere rufinese. Per il carattere
ironico ed estemporaneo con il quale essa è stata tracciata dai miei
compaesani, secondo me, era opportuno adottare un registro
informale: ho lasciato così molte espressioni dialettali e ho optato per
un tono colloquiale, più adatto a mettere a proprio agio chiunque
vorrà avventurarsi tra le pagine di questo sharing book. Oltre a
sorridere, speriamo che per il lettore possa essere un'occasione di
immersione nella trama perduta della propria esistenza: come
accaduto a Proust nel celebre episodio delle madeleine, ci
auguriamo che il contatto con qualche divertente aneddoto possa
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servire per riportare alla luce emozioni dimenticate legate alla vita di
paese. Questo perchè cogliere una parte anche minima del vissuto
del singolo è importante per iniziare a formare una memoria
collettiva, come afferma Caterina Benelli:
Attraverso il ricordo infatti, la memoria riconferma l'identità
soggettiva, rafforzando il processo mnemonico individuale e
inserendosi in una più ampia cerchia di vissuti collettivi che
contribuiscono a determinare la storia, condivisa e comune. 1
Ciò può essere il punto di partenza per formare un senso di identità:
la narrazione di eventi, luoghi, persone appartenenti ad un passato
comune fanno sentire gli uomini gruppo, collettività, società. In un
momento storico caratterizzato dalla perdita di valori e in cui gli
individui sono sempre più attirati verso i centri urbani, la piccola
comunità rufinese rischia di perdersi nell'immensità della città
metropolitana fiorentina. Perciò diventa auspicabile un nuovo legame
tra l’individuo e il territorio: ciò sarà necessario per affrontare al
1 C. BENELLI, Diventare biografi di comunità, Milano, Unicopli, 2013,
p. 15.
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meglio le difficili sfide economiche, sociali, demografiche e, perché
no, anche ecologiche che attendono Rufina all’alba di questo terzo
millennio.
Giunti al termine di un testo, seppur piccolo, è sempre doveroso
esprimere la gratitudine verso coloro che hanno reso possibile la sua
creazione. Un primo ringraziamento va a tutta l’amministrazione
comunale, in particolare al Sindaco Mauro Pinzani, all’Assessore alla
Cultura Daniela Galanti e ad Angela Rombenchi che hanno
sostenuto questo progetto, nato e sviluppato grazie anche alla
cortesia e alla disponibilità delle bibliotecarie Irene Agricoli e Monia
Masi. Ad aiutarmi per quanto riguardo le liberatorie hanno collaborato
Aurora Tanini e Daniele Venturi, mentre alla parte comunicativa
hanno pensato Niko Malenotti e Furio Sbolgi: anche a loro va un
sincero grazie per il tempo dedicatomi. A questo punto, non posso
esimermi dal nominare Arianna Secci, senza la quale questo scritto
avrebbe presentato qualche errore grammaticale e altre inesattezze
varie, e Mattia Ventimiglia, estroso laureato in Architettura autore
della copertina. Inoltre vorrei citare tutti quelli che hanno perso più di
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un'ora a parlare con me della storia rufinese, a partire da Antonio
Chini, narratore entusiasta della vita del Corso della Nave fino agli
anni Settanta, per proseguire con Giovanni Cappellini, grande
testimone vivente di tanti decenni di vita rufinese, e per finire con
Renzo Sabatelli, principale cultore di storia locale che in una mattina
ha risposto a tutte le mie curiosità nello splendido contesto della villa
Poggia Reale. Un pensiero va anche a Paolo Brazzini con il quale il
sottoscritto si è trattenuto a lungo negli spogliatoi dell’Audax parlando
di curiosità, aneddoti, personaggi legati alla Rufina del passato. Ad
appassionarmi a questi discorsi probabilmente è stata tutta la mia
famiglia, in special modo mio padre e mio nonno Mario, con i quali mi
divertivo, durante i pranzi domenicali, a parlare della storia del paese,
tra le lamentele di mia madre, che comunque è stata indispensabile
per questo libro con i suoi ricordi e non solo. Ringrazio i miei amici
indigeni e non: attraverso le loro osservazioni, posso avere sempre
uno sguardo critico su ciò che mi succede intorno, compreso il luogo
in cui vivo. Essi, inoltre, sono stati i compagni di tanti viaggi che
paradossalmente mi hanno fatto affezionare di più al posto dove
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sono nato e cresciuto. L’ultimo e più importante ringraziamento va a
tutti i commercianti che hanno collaborato con me e a tutti quei
rufinesi di buona volontà che hanno a cuore il loro paese e si sono
divertiti a manifestarlo su facebook (in particolare Lucia Fabbiani,
amministratore del gruppo): senza di loro questo libro non avrebbe
semplicemente preso vita.
Lorenzo Masi
LE ATTIVITA’ RICREATIVE E COMMERCIALI
Caro lettore, stai per intraprendere un breve percorso alla ricerca
della tua identità rufinese attraverso un salto indietro nel tempo. Non
torneremo nell'anno 1076, anno in cui Gregorio VIII parlò per la prima
volta di homines de Rufina, e nemmeno nel secolo XVIII, momento in
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cui i frati del Poggiolo iniziarono un'opera di bonifica del territorio
circostante. Non ci soffermeremo neanche sul secolo XIX durante il
quale iniziò a formarsi tra un torrente e il fiume Sieve un piccolo
nucleo abitato: per renderti consapevole del tuo grado di “rufinesità”,
bisogna partire dal Novecento, quando nacque il 2 dicembre 1915 un
Comune chiamato Rufina. In particolare, ti verranno ricordati fatti,
eventi e curiosità riferiti agli ultimi sessant’anni, periodo di tempo in
cui questo paese si sviluppò in maniera significativa dopo il
cosiddetto “boom economico”: da quel momento, esso iniziò ad
avere un’anima propria e divenne un centro importante per la
Valdisieve. Non ti preoccupare, non dovrai affrontare nulla di
impegnativo: sarà solo un lungo e intenso amarcord di felliniana
memoria. Per partire, cominciamo dalle cose facili, ovvero dai bar.
Nei piccoli centri di Provincia, questi non sono luoghi dove prendere
un caffè e andare via ma rappresentano veri e propri punti di
aggregazione; al loro interno, avvengono le discussioni più animate e
variegate. Stefano Benni in Bar Sport ha colto benissimo tale aspetto
e ha descritto con il suo stile ironico queste realtà, frequentate
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ancora oggi da milioni individui che le eleggono come “seconda
casa”. Il variegato popolo di facebook e gli altri rufinesi che hanno
reso possibile la creazione del testo si sono divertiti infatti molto a
rivendicare il loro senso di appartenenza citando questi locali e i loro
mitici proprietari. Ti ricordi dei bar come il Cei, il vecchio Galletto, il
bar della Francesca? E il bar di Foresto e di Ferrero? Ti sei finito le
mani a qualche “giochino” del Bar Novo? Se la risposta è affermativa
e se inoltre ti torna in mente l’atmosfera leggendaria del vecchio
Centrale, con i suoi biliardi e con il suo odore intenso di sigaretta,
inizi davvero bene questo tuo cammino.
Parliamo adesso delle altre attività commerciali che sicuramente
saranno lo stesso ben impresse nella mente di chiunque vi ha
trascorso qualche momento, un po’ come i Beatles e la loro Penny
Lane. Nel vecchio Corso della Nave, uno dei luoghi più attivi e vitali
della comunità fino agli anni Settanta, potevi trovare il salumificio
Bellini, la cantina Dreolino, il fabbro Boccherini, il calzolaio
Gherardelli. Ti vengono in mente questi posti insieme all’alimentari
Caselli, famoso per tenere il baccalà nella sua vasca? Lungo “la
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Prospettiva Nevskij di Rufina”, ovvero via Piave, sai dove erano i'
Cucciolo, i' Cappellini, la cantina del Chiarusi, il lattaio Fredducci, il
negozio dell'ex sindaco Stagi, Sbuccino, il negozio del Palle, il mitico
parrucchiere Giorgio? E il negozio del Poggiali? La locanda del
Grazzini? In piazza Umberto I, erano presenti le poste e la vecchia
cooperativa di consumo ma sai anche dove erano il Cafaggi, la
bottega "Le Lapine"o il negozio di Miliuccio? Facendo un tuffo nel
passato, vicino all’Agip, cosa c’era? Esatto, il cinema Ariston e il
negozio di biciclette del Moro, famoso perché, durante le festività
natalizie, compariva la celebre “befana di’ Moro”, giostra creata
artiginalmente dalla mente geniale di Corrado Chelli e ancora
presente nel cuore di coloro che hanno avuto la fortuna di vederla.
Infine, procendendo verso la stazione, rimembri Casisi? Se non hai
avuto problemi ad identificare la posizione anche di quest’ultima
attività, hai già tutte le credenziali per essere definito un “rufinese
d'annata” e quindi sai benissimo in quali vie erano negli anni Novanta
la Laura Scic, la farmacia e la Coop. A proposito di alimentari, nei
Piani, se ti dico la Marisa, Marcello, la Margherita ti viene in mente
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qualcosa? E Paolino, laggiù vicino alle medie? Hai mai comprato un
“balocco” dal vecchio Claudio accanto alle sbarre? Hai trascorso un
po’ del tuo tempo ai "giochini" da Leverò? Portavi o hai comprato il
tuo motorino dal Burberi? Ti fermavi da Dante e Fabrizio, attuali
proprietari del Galletto, quando erano dal Tagliaferri? Sì? Allora
potresti essere un rufinese o una rufinese di fine secolo, cresciuto\a
probabilmente tra gli anni Ottanta e Novanta. Se invece di tutto ciò
non sai nulla ma conosci solo il Brizzolari o Alcazar e se vai fin da
quando eri piccolo a prendere il gelato al Galletto, è un buon segno:
le loro attività persistono ormai da tanti anni, ma tu probabilmente sei
molto giovane, anzi sei davvero un rufinese o una rufinese di
ultimissima generazione, nato alle soglie del Duemila.
Mai sentito dire Nebbiai, Rocchini, Pinza o “Paola di’ Meli”? Non ci
sono scuse d’età, se non sai chi sono, non puoi essere rufinese,
come se non hai mai varcato la soglia della Casa del Popolo e
dell’Acli, luoghi di incontro, scontro, passione polica per molti esseri
viventi registrati all’anagrafe di un Comune da poco centenario.
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SEI DELLA RUFINA SE...
Passato
... almeno una volta sei stato al cinema Ariston.
... hai comprato i mini fiaschetti di vinsanto dal Cafaggi.
... tu andavi dai Tozzi a prende la stiacciaha e i’pollo arrosto con le
patatine.
... tu andavi da i’Palle.
... tu conocevi nel corso della Nave il salumifico Bellini, la cantina di
Dreolino, il fabbro Boccherini, il calzolaio Gherardelli.
... se almeno una volta sei entrato da i’Cappellini.
... tu andavi al bar di Foresto.
... stavi in via Piave e ti svegliavi con la voce di Foresto quando alle
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5.30 parlava con primi clienti di politica.
... almeno una volta hai fatto la spesa nella vecchia Coop che era
dove ora c'è la farmacia.
... gli Antichi Romani della bottega su i’ponte.
... Gigi di Geppetta con la macelleria su i’ponte.
... andavi a comprare i cocci per mangiare a mensa a scuola da
Ringo.
... tu andavi dal Poggiali.
... conosci il bar della Mora.
... conoscevi dove era il bar del Cei.
... hai comprato almeno una volta la schiacciata prima di entrare alle
medie dal mitico Paolino!
... ti ricordi che la Laura Scic prima era in via Roma.
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... se andavi a mangiare la pizza da Casisi.
... andavi dal Tarchiani a farti un pezzo di schiacciaha con la
mortatella.
... andavi a fare merenda da Geppolino in Falgano.
... tu sapevi indoll’era Cucciolo.
... almeno una volta hai mangiato i crostini verdi del ristorante
Grazzini.
... ti ricordi della dolcissima Norma e della sua edicola.
... il lattaio Vittorio ti portava il latte a casa.
... se ti ricordi di Miliuccio, quello che vendeva l'attrezzatura per
pescare e avea la bottega dove ora c'è Whisky e Soda.
... ti ricordi dello storico bar Centrale.
... tu andavi al vecchio Galletto.
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... ti ricordi dell'ortolano Cosimo.
... ti ricordi il negozio dell'ex sindaco Stagi dove si vendeva tutto per
la casa.
... sai dov'era il bar della Francesca.
... andavi da Egidio a comprare la frutta.
... hai comprato le prime scarpe da calcio o un toni dal Nebbiai.
... andavi dal macellaio Mario.
... ti ricordi indo' l'era la lavanderia della Renza.
... ti ricorderai che le poste erano in piazza Umberto I.
... se almeno un anno hai noleggiato i vestiti di Carnevale dalla
Laura.
…se andavi all'Acli quando c'erano Adolfo e l'Alba.
... andavi a i’bar Novo nei Piani a giocare a Pang e Super Pang.
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... andavi a i’bar Novo da Bardo e dalla Barda.
... compravi la schiacciata dai Brilli.
... andavi all'Acli a mettere le canzoni ai juke-box.
... hai comprato la schiacciata o i semelle da i’fornaio in via Luciano
Celli.
... andavi a giocare la schedina quando c'era i’bar di Foresto oppure
i’vecchio Galletto.
... quando andavi a prendere il caffè all’Acli parcheggiavi in terza fila
in piazza perché dalla gente che c’era, un c’era un posto nemmeno a
pagarlo.
... guardavi Novantesimo minuto da Ferrero.
... eri indecisa se fare la fototessera da Vasco o dallo Stanzucci.
... almeno una volta sei andato a farti fare il panino dalla Margherita
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nei Piani.
... ti ricordi il negozio e soprattutto la mitica Nicla che vendeva la lana
e altre cosine.
... ti sei fatto tagliare i capelli da Giorgio sotto i’Pozzo.
... tu andavi a parlare di calcio e politica da Giorgio sotto i’Pozzo.
... andavi con la bicicletta rotta da i’Moro con le mani imbrattate di
grasso, sigaretta in bocca e lui ti diceva la mitica frase “dimmi nini”.
... andavi da Silvano il lavandaio detto anche Marradi.
... ti ricordi del fabbro Marguglio.
... quando la mattina andavi alle medie ti fermavi sul viale dalla
Susanna che con 500 lire ti dava mezzo kilo di schiacciata.
Presente
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... hai comprato almeno una volta qualche dolcetto o una buona
bottiglia di vino dal mitico Pinza.
... tu sei stato almeno una volta dalla Paola di’Meli a comprarti le
scarpe.
... tu vai dalla Laura a comprare i fiori.
... i tuoi genitori comprano i vestiti da Whisky e Soda.
... sei andato almeno una volta dalla Laura Scic.
... tu sei andato almeno una volta dalla Gianna nel negozio
Sottosopra.
... tu vai a mangiare la pizza al Ritrovo.
... almeno una volta sei entrato nel negozio dell'Annamaria.
... tu vai a farti i capelli da qualche brava parrucchiera della Rufina.
... non vai il giovedì al bar Rocchini perchè sai che è chiuso.
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... tu compri i vestiti dal Brizzolari o da Alcazar.
... tu hai una catenina di Chelli o di Renai.
... tu vai da Fabrizio e Dante al Galletto.
... almeno una volta hai portato lo scooter all'officina Burberi.
... tu vai a comprare un balocco da Claudio o da Amerigo.
... tu prendi i libri di scuola dalla Rossana in piazza Umberto I.
... tu vai dalla Pia.
... tu vai da Graziano, dallo Zagli o da i’Passerotti a comprare la
ciccia.
... tu vai Da Marino.
... tu vai da i' Vivoli.
... i caffè tu lo pigli da Leverò.
... tu ch’hai un mobile di Bigozzi.
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Foto 1. Il Corso della Nave, una delle vie più antiche di Rufina, sede
in passato di moltissime attività.
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Foto 2: “Rufina com’era”: piazza Umberto I, la piazza principale del
paese.
Foto 3 : “Rufina com’era”: via Piave. Quanti negozi, quanti bar storici
erano e sono tutt’ora presenti lungo questa via.
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EVENTI DI IERI E DI OGGI
Nel paese della villa Pantellini, c’è una data che tutti dovrebbero
conoscere a memoria, ovvero l’11 settembre 1944, giorno in cui
Rufina fu liberata dal nazifascismo. A parte questo giorno da onorare
sempre, ci sono tutt’oggi appuntamenti a cui nessuno può mancare:
in primis, c’è il Bacco Artigiano. Questa festa, che celebra il vino della
zona, conosciuto e citato anche da Eugenio Montale, compie nel
2015 quarant'anni e, come sai, viene attualmete celebrata l'ultimo
weekend di settembre: se sei un over 40, ti ricorderai quando veniva
fatta all'inizio di ottobre e di quando si è tenuta a Pomino,
precisamente a Villa Le Lame. Alla vigilia di Pasqua c'è lo Scoppio
del Carro: ispirato all'omonimo evento fiorentino, successore della
“Berta”, è presente fin dal 1946 e dunque tra qualche mese il paese
potrà festeggiare i settant'anni del "volo della colombina" (la cui
buona partenza, secondo l’antica credenza popolare, rappresentava
un ottimo presagio per il raccolto dei mesi successivi). Due eventi
fissi sono anche le fiere di luglio e di settembre con il loro
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immancabile odor di brigidino che rallegra chi vi partecipa. Oggi
hanno
forse
perso
un
po’
del
loro
antico
valore,
prima
rappresentavano invece una grande occasione di festa per tutta la
comunità, con tanti piccoli commercianti pronti a vendere i loro
prodotti a uomini e donne vestite con il cosiddetto “abito buono”. Il
Carnevale era una festa assai cara alla tradizione contadina: anche a
Rufina era molto sentita questa ricorrenza. Ognuno avrà bellissimi
ricordi di quei giorni, di quelle maschere e di quelle feste, momento
ideale per fare felici le papille gustative con i deliziosi cenci, le
goduriose frittelle e la mitica schiacciata alla fiorentina. Un giovane si
potrà ricordare anche dei carri allegorici che sfilavano per il paese e
anche delle sfide che, negli ultimi decenni del secolo, si scatenavano
per le vie del centro: tanti ragazzi, muniti di schiuma, stelle filanti e
anche fialette puzzolenti si scontravano con delle fantomatiche
bande avversarie, spesso raggruppate per anno. Era una lotta tra
"pischelli" ma chi ha vissuto quei momenti si può ricordare le prime
sbronze di adrenalina e le fughe dalle gang rivali come nel film
"Guerrieri della Notte"; il finale era spesso uno per tutti: i piccoli
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warriors rufinesi riuscivano a tornare alla loro base (ovvero a casa)
pieni di schiuma e spesso con un odore nauseabondo di uovo
marcio. Si infilavano nella doccia ma ormai era troppo tardi: tutta la
schiuma si era sciolta addosso e, complice anche il gran freddo di
febbraio, la febbre poteva giungere con puntualità estrema. Un'altra
data importante per la comunità è l'11 novembre dato che è San
Martino, patrono del paese. Da ragazzo eri davvero contento, non
perché era una poesia del Carducci: in quel giorno non si andava a
scuola ma soprattutto in piazza, sul finire del secolo, c'erano i giochi
la domenica successiva. Dopo un pomeriggio intenso potevi così
tornare a casa, esausto e privo di grandi pensieri verso le "rossastre
nubi" e "gli stormi d'uccelli neri" presenti in cielo. L'ultimo evento
arrivato nel cuore degli homines de Rufina del Duemila è la Notte
Bianca: si svolge solitamente il terzo weekend di luglio. Il caldo
torrido, la pioggia o qualche blackout hanno provato a rovinare le
serate ma chi vi ha partecipato non si è mai fatto scoraggiare ed è
riuscito a trascorrere fino a notte inoltrata delle ore liete in compagnia
di musica variegata e ottima gastronomia locale. Adesso la domanda
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è semplice: non hai mai vissuto una di queste feste? No? Potresti
smettere di leggere già da ora le pagine di questo libro: infatti, è
inutile, non sei rufinese.
Anche se non condividi un certo orientamento politico, dovrai
ammettere che c'era un evento che “prendeva” davvero gran parte
della collettività, ovvero la Festa dell’Unità. Originariamente veniva
fatta in piazza Umberto I, poi si trasferì in piazza dei Macelli. Lì potevi
trovare il gioco del maialino e anche tanti artisti, alcuni dei quali si
sarebbero consacrati a livello nazionale: hai sentito alla Rufina la
voce di Lucio Dalla, Ivan Graziani o Antonello Venditti? Sai chi si
doveva esibire quel giorno nefasto della strage del Mugnai? Se sì,
sei davvero della Rufina, anche se forse non sei più di “primo pelo” e
magari hai ancora davanti agli occhi cosa successe durante
l'alluvione del 1966, quando la Sieve invase gran parte del paese.
Ti viene freddo invece pensando alla famosa nevicata dell’85, la
Sieve ghiacciata, i -20°? Sei riuscito a vedere la Juventus al campo
sportivo nel 1980? Sì? Bene, sei un rufinese da poco entrato negli
"anta" e allora andavi tranquillamente alla festa dell'Unità quando è
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stata spostata ai campi da tennis (e sai che c’era la pista da ballo, la
pesca gigante e tanta polvere per la strada, visto che ancora non
l'avevano asfaltata).
SEI DELLA RUFINA SE...
Le feste paesane
... non ti perdi per nessun motivo il Bacco o lo Scoppio del Carro.
... la domenica del Bacco guardi i fohi e dici: “Gl’eran meglio gli attri
anni”.
... per il Bacco tu vai a mangiare al tendone della Remo Masi.
... ogni anno ti lamenti che il Bacco Artigiano é sempre più brutto e
poi, come ogni anno, continui ad andarci.
... ti ricordi del primo Bacco, quello a Pomino a Villa Le Lame nel
1976.
... ti ricordi il Bacco Artigiano alla Villa Poggio Reale.
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... ti ricordi che prima il Bacco veniva fatto la prima di ottobre.
... alle undici tu sei in piazza ad aspettare lo Scoppio del Carro che
inizia a mezzanotte.
... tu guardi lo Scoppio del Carro e dici: “Gl’era meglio gli attri anni”.
... tu guardavi se partiva o no la colombina.
... tu vai a metà novembre in piazza per la Festa del Patrono.
... da piccino, hai fatto qualche gioco per San Martino.
... a luglio tu sei a fare una giratina alla Notte Bianca.
Eventi storici
... sai che la data dell'11 settembre è importante perchè Rufina nel
1944 in quel giorno è stata liberata dal nazifascismo.
... ti ricordi della nevicata dell'85 e della Sieve ghiacciata.
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... ti ricordi della tromba d'aria del 2002.
... eri sulla ferrovia a vedere passare l'acqua dell'alluvione, con in
mezzo la casa del Manzino e tutte le mucche portate via dalla piena.
Feste dell’Unità
... ti ricordi la Festa dell'Unità al campo da tennis dove pescavi i
numerini e vincevi quasi sempre.
... la festa dell’Unità ai campi sportivi con la pesca e la pista da ballo
che dava sempre i Watussi.
... non hai mai vinto il premio finale alla pesca gigante.
... ti ricordi di Lucio Dalla alla Festa dell'Unità in piazza dei Macelli.
... hai visto Giorgione alla Festa dell’Unità al campo sportivo.
... se andavi al campo sportivo alla Festa dell'Unità, anzi dell'umidità.
... quando c'era la Festa dell'Unità s'era tutti al campo sportivo dove
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c'era i’tennis e noi ragazzine si girava intorno per vedere ad ogni giro
i ragazzo che ci piaceva.
…ti ricordi Ivan Graziani con gli occhiali senza lenti alla Festa
dell'Unità in piazza dei Macelli.
Appuntamenti annuali ed eventi straordinari
... a luglio e settembre aspetti la giornata della fiera per poi dire che
sei andato a farci un giro.
... per te l'estate finisce con la fiera di settembre.
... da piccino i tua ti portavano a comprare un balocco alla fiera.
... tu vai alla fiera di luglio e settembre a comprare i brigidini.
... hai visto o hai sentito dire della partita tra Audax Rufina e
Fiorentina nel 1946.
... ti ricordi di quando la Fiorentina giocò a Rufina contro la squadra
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araba.
... hai visto la Juventus al campo sportivo nel 1980.
... hai sentito i Dik Dik alla Casa del Popolo.
... ti ricordi quando veniva il circo in piazza dei Macelli.
... ti ricordi Caterina Caselli alla Casa del Popolo.
... ti ricordi del cinghiale arrivato fino in piazza e poi entrato in chiesa.
... hai visto Rockets a Dicomano.
... ti ricordi del Carnevale di Don Tinti nel 1955.
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Foto 4. Il tradizionale Scoppio del Carro
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Foto 5: la nevicata di qualche anno fa: mai nessuna potrà sostituire
quella del 1985!
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VACANZE,TEMPO LIBERO, SPORT
Finito di lavorare o andare a scuola, ognuno deve oziare come più gli
piace ma ci sono delle attività che caratterizzano il tempo libero di un
essere umano rufinese. Innanzitutto, se sai di non essere mai stato al
Piccolo Teatro o al mercato in Piazza il sabato pomeriggio, non è un
buon segno. Il tempo libero, dal Dopoguerra fino agli anni Novanta,
era fortemente influenzato dall'attività politica: chi si definiva di
sinistra, naturalmente andava alla Casa del Popolo, chi era
democristiano optava per l'Acli. Si respirava proprio un clima simile
alla Brescello di Beppone e Don Camillo: bastava una scintilla per
scatenare qualche litigio tra le fazioni. Sei di quell'epoca e ti ricordi di
quella divisione? E' normale, era così in molti parti d'Italia!
Veniamo all'estate, momento in cui arriva il caldo e dove chiunque
sente il bisogno di rinfrescarsi. Hai mai fatto il bagno ai Piscetti o al
lago di Falgano? Ma soprattutto sei mai andato alla pescaia
dell’Alessandri, luogo di balneazione per antonomasia di tutti i
rufinesi per tanti anni, dove il Luciaio vendeva il cocomero? Se la
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risposta è negativa, è un bel problema.
Parliamo di vacanze. Fino agli anni Cinquanta, per molti dei nostri
nonni andare in ferie era solo un miraggio e l'unico "mare" che si
potevano permettere era davvero la pescaia degli Alessandri. Con il
“boom economico”, l’Italia abbandonò i suoi vecchi aspetti rurali e
agricoli e acquisì quelle nuove forme tipiche di una moderna società
industriale: da quel momento iniziò l'era del turismo con canzoni
popolari come “Stessa spiaggia, stesso mare” e “Abbronzatissima”
che testimoniarono in pieno il cambiamento dei tempi. Anche la
nostra realtà fu investita da questo fenomeno: praticamente parte del
paese da giugno ad agosto si trasferiva oltre l'Appennino, più
specificatamente lungo la Riviera Romagnola, meta dei primi esodi
estivi di massa. Conosci località come Cervia, Pinarella, Cesenatico,
Bellaria-Igea Marina? "Romagna mia" è stata la tua prima colonna
sonora estiva? Hai fatto il Passo del Muraglione per andare al mare?
Molto bene, se la tua risposta è affermativa e se magari da bambino,
in preda ad una tremenda nausea da mal di macchina, hai costretto i
tuoi genitori a fermarsi più volte tra San Godenzo e Rocca San
34
Casciano.
Infine, parliamo di sport. In paese c'è un circolo di tennis ben
organizzato e frequentato ma gli sport che richiamano più persone
sono il calcio e la pallavolo, praticati in tutti i modi durante l'anno,
come testimoniato dai leggendari tornei di calcio tra i bar che
venivano fatti in estate ( gli scontri intrisi di politica tra Acli e Casa del
Popolo erano forse i più sentiti). La società calcistica principale del
Comune è l'Audax Rufina mentre quella di pallavolo è la Remo
Masi2, sorta dopo la gloriosa Vis Rufina: ecco, se non hai mai
indossato o visto almeno una volta le casacche bianconere
dell’Audax Rufina, se non ti sei mai emozionato per un punto della
Vis Rufina o della Remo Masi, sei una persona fortunamente libera,
che magari si gode la vita, ma non sei un rufinese. Né di ieri né di
oggi.
SEI DELLA RUFINA SE...
2
Come non citare anche la squadra di calcio amatoriale della Remo Masi:
sono tantissimi i rufinesi che vi hanno militato!
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Sport
... tu giochi o tu hai giocato nell’Audax Rufina.
... tu hai visto l'Audax Rufina in serie D.
... tu sei stato in trasferta in Sardegna con l'Audax Rufina.
... tu hai visto Audax Rufina- Frosinone.
... andavi a giocare al campo sportivo vecchio.
... se andavi a vedere segnare il Polloni per portare l’Audax Rufina in
Promozione.
... ti ricordi quando l’Audax giocava a pallone in piazza.
... ti ricordi dei primi tornei di calcio delle "trippe d'oro”.
... ti ricordi il primo trofeo città di Rufina.
... ti ricordi della Vis Rufina.
... hai giocato nella Vis Rufina con i mitici Cimino e il prof . Muratori.
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... sai che una delegazione di rufinesi andò a giocare a pallavolo a
Kurgan.
... tu giochi a pallavolo nella Remo Masi.
... il sabato sera o la domenica pomeriggio tu sei impegnato nelle
partite di pallavolo della Remo Masi.
... tu andavi a giocare a tennis quando c’erano ancora i cipressi.
... hai giocato almeno una volta a tennis nel vecchio sintetico.
Tempo libero
... tu andavi a fare a merenda da Egisto a Falgano in motorino
(rigorosamente in due).
... tu vai a pigliare il fresco a Montegiovi.
... tu andavi alle giostre in piazza dei Macelli.
... alle 16 del sabato facevi il giro al mercato, il vero vecchio mercato.
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... da ragazzo tu aspettavi il mercato il sabato pomeriggio per
mangiare le patatine fritte.
... da bambino il sabato sera ti toccava la grandiosa pizza di Veneto e
un paio d'ore di liscio.
... ti ricordi che il primo torneino a porte piccine tre contro tre fatto alla
Casa del Popolo.
... alla Casa di Popolo hai visto il torneo di calcetto dove c'era la
squadra "gruppo lonza”.
... tu vai a correre ai Piscetti.
... tu andavi a pescare in Sieve.
... tu andavi a pescare alla Cartiera o a i’Massone.
... tu sei andato almeno una volta a vedere uno spettacolo al piccolo
teatro.
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Estate
... d'estate facevi la squadra per giocare i torneino tre contro tre a
porte piccine dietro l'Acli.
... andavi in vacanza in Romagna.
... almeno una volta hai fatto il bagno alla pescaia dell'Alessandri.
... in estate il tuo mare era la pescaia dell'Alessandri.
... tu andavi a fare il bagno agli Alessandri e compravi il cocomero dal
Luciaio.
... tu mi saluti solo quando tu mi trovi a Pinarella e alla Rufina invece
un’tu mi saluti.
... tu andavi al mare a Pinarella ed era come essere in piazza perché
il paese era tutto lì.
... tu hai fatto i’bagno ai Piscetti.
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... per andare al mare d'estate, hai fatto almeno una volta il
Muraglione.
... d’estate andavi a fare il bagno ai lago di Falgano.
... hai fatto il bagno d'estate a i'Masso Bucato.
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Foto 6: MCL o Casa del Popolo?
41
Foto 7. Il “mare dei rufinesi”, la pescaia degli Alessandri
Foto 7: Il calcio, una passione di molti. Audax Rufina- Pontassieve è
il “derby” per eccellenza dei rufinesi di ieri e di oggi.
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GIOVENTU' RUFINESE
Sei stato un bambino o una bambina rufinese? Da fanciullo, non hai
mai giocato per strada e combattutto contro i tuoi coetanei, come nel
libro I ragazzi della Via Pal? Non ti sei mai sbucciato le ginocchia
andando in bicicletta, magari Dietrosieve? Non ti sei mai sentito un
piccolo Indiana Jones quando ti avventuravi in luoghi misteriosi e
abbandonati, come, negli anni Novanta, la vecchia Stigo? Non hai
mai giocato per ore e ore per strada o nei prati a pallone? Mai stato
su un carro a Carnevale? Da ragazzina non hai mai giocato a "strega
comanda color color” o “sbarba cipolla”? Mai stata in colonia o al
campo solare? No? E' ufficiale, non sei un bambino o una bambina
cresciuto\a negli ultimi quarant'anni del XX secolo a Rufina e quindi
magari non hai preso la calza in Comune per la Befana e nemmeno
fatto il catechismo dalle suore in via Luciano Celli. Se invece hai fatto
solo una cosa di queste sopra elencate ma sei stato al Grest e
conosci bene l’oratorio Don Fabbri in Via Martiri di Berceto, non ti
disperare: sei probabilmente ancora un ragazzo e quindi hai la
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fortuna di non avere troppi ricordi, segnale invece tipico dell’età che
avanza!
Anche per capire se hai fatto parte della rufiniensis iuventus, la
questione non è troppo complicata, basta porti qualche domanda:
verso i quattordici anni, hai fatto una scelta importante, ovvero quella
del bar preferito, che non hai abbandonato nemmeno con la
maggiore età? Hai trascorso al suo interno interi pomeriggi e serate,
specialmente d'inverno, al riparo dall'umido freddo della Valdisieve a
giocare a carte, ai videogames o a biliardo? Verso quell’età, anche
tu, maschio di Rufina, hai abbandonato il pallone, amico fedele di
tanti pomeriggi, e hai cominciato a comportarti in maniera assurda,
visto l’inizio della stagione dell’amore? Sei andato alla conquista di
qualche bella
ragazza autoctona da portare magari per le prime
effusioni adolescenziali Dietrosieve? E voi, donne rufinesi, d'estate
siete riuscite a convincere i maschietti ad evadere dai luoghi chiusi e
avete trascorso con loro tutta la "stagion bona" all'aria aperta,
soggiornando in qualche prato o in qualche panchina e oziando fino
a notte inoltrata? Vi siete mai innamorate di alcuni di loro, come
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Sophie Marceau nel "Tempo delle mele"? Se la risposta a questi
quesiti è affermativa, il responso è semplice: dai tredici ai quindici
anni hai probabilmente vissuto in un paese sospeso tra Firenze e il
Mugello chiamato Rufina e quindi sai che, se, a quell’età, andavi
Dietrosieve, posto fuori dagli occhi dei grandi, potevi trovare i tuoi
simili, intenti a fumare le prime sigarette e qualsiasi altra cosa di
aspirabile, vitarbe comprese.
Dai sedici anni in su, almeno fin dagli anni Settanta, per l’adolescente
italiano medio di Provincia comincia una nuova era, quella che
possiamo definire della “discodance”: i ragazzi e le ragazze si
trovano al bar per partire verso la discoteca, luogo prescelto nel
weekend per cercare nuovi amori fuori dal proprio territorio di origine,
visto magari il fallimento delle prime conquiste giovanili a km zero.
Anche il rufinese è stato spesso protagonista di questo fenomeno. La
direzione dei giovani del Duemila è indubbiamente la città, ma così
non era per i predecessori, che si avventuravano verso il Mugello,
Pontassieve, il Valdarno oppure addirittura verso Castrocaro Terme:
tu fai parte di questi giovani che andavano al Samantha di Dicomano,
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al Tartaruga di Pontassieve o al Teen Club di Borgo San Lorenzo?
Oppure anche tu in Valdarno, dove leggenda narra che le ragazze
erano più abbordabili? Puoi anche annoverarti tra coloro che
partivano addirittura per il Bul Bul di Castrocaro alla ricerca di calienti
ragazzi o ragazze romagnole? Se anche tu hai fatto delle esperienze
del genere insieme a tante altre “bischerate” che tutte non si possono
elencare (“perchè a vent’anni tutto è ancora intero, perchè a
vent’anni è tutto chi lo sa, perchè a vent’anni si è stupidi davvero,
quante balle si ha in testa a quell’età..” cantava Guccini),
probabilmente significa una cosa: hai raggiunto la tua matura età in
un piccolo abitato bagnato dalla Sieve denominato Rufina e sai che
vuol dire alzarsi presto la mattina, visto che sei stato uno di quelli che
per almeno cinque anni ha preso il treno o l'autobus per andare a
scuola alle superiori (e magari venivi tinto il primo giorno di scuola).
SEI DELLA RUFINA SE...
Da bambino
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... facevi le sassaiole nei campi.
... tu giocavi per strada.
... tu sei stato in colonia.
... andavi in cerca di ferro per rivenderlo a Beppe e per farci qualche
soldo.
... tu hai giocato a “palle, santi, mezza, tutta”.
... tu giocavi a campana, a “vivo e morto”.
... nel giardino dell'asilo salivi sulla mucca dalla parte del muso e
saltavi dalla parte della coda.
... se andavi a giocare in piazza con il tango che puntualmente si
bucava e lo ricompravi dal Nebbiai.
... correvi giù per la discesa dell'Ortonovo con i carretti ma i freni te li
ritrovavi
in
mano
e
l'unica
cosa
che
riuscivi
a
dire
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era....pistaaaaaaaa.
... andavi dreho Sieve a fare i cross con la bici e tornavi a casa
sistematicamente con gomma e ginocchi sbucciati.. e poi dagnene di
penicillina e giù da i’poero Franco a cambiare la gomma!
... se passavi pomeriggi interi a giocare a pallone o a guardie e ladri
nel giardino dei blocchi o se facevi le imboscate alle macchine che
passavano con lo stucco e le cerbottane (maiala che fughe si faceva
dopo)!
... t' hai sonato i campanelli e ti sei nascosto tra le siepi.
... ti finivi dalle sfide uno contro uno a porta a porta senza mani
all'Acli.
... tu andavi in Ragnaia a fare la capanna ni’boschetto.
... giocavi a “sbarba cipolla”, “strega comanda color color”.
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... almeno una volta hai ricevuto il giorno della Befana la calza
regalata dal Comune al vecchio cinema.
... da piccino andavi a giocare nella piazzetta della Casa del Popolo e
hai fatto il campo solare a Pomino.
... andavi al campo solare ascoltando l'Uomo Tigre.
... sei cascato almeno una volta in vasca della piazza Umberto I,
quando c’erano i pesci, le carpe, i barbi, i cavedani.
... ti ricordi le giostre in piazza dei Macelli e nei Piani.
... sei stato al primo campo solare, quello fatto a Villa Le Lame a
Pomino nel 1971.
... da bambino ti ricordi la giostrina che montava i' Moro che la girava
la girava (e tutti i bambini sotto a bocca aperta a guardare).
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Da ragazzo ( 12-13 anni in poi)
... il sabato pomeriggio andavi da Alcazar a comprarti la maglietta
figa per andare la domenica al Tartaruga.
... la mattina hai preso il treno delle sette per andare a scuola a
Firenze.
... tu facevi le file con i motorini da Rufina a Pontassieve o fino a
Dicomano rischiando che ti schiacciassero!
... tu ti ritrovavi alla pista dell’Acli fatta costruita grazie a Don Romolo
e a tanti altri giovani negli anni Sessanta.
... tu facevi catechismo per la dopocresima a casa della prof . Tona.
... andavi a fare il ritiro dopocresima alla chiesa di Falgano.
... le tue prime esperienze amorose adolescenziali erano Dietrosieve.
... salivi sul tetto della Remo Masi.
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... tu andavi a mangiare la pizza ai campo sportivo e dopo tutti in
tribuna maschi e femmine a fare i gioco della bottiglia!
... tu andavi in piazza dei Macelli in riva ai fiume e dopo per non rifare
i giro tu passavi da dentro i palazzi e tu pigliavi i peggio berci dalle
vecchine perche s'avea tutti le marmitte truccahe!
... se andavi all'Acli dall'Alba e Adolfo.
... la domenica prendevi il treno per il Tarta.
... andavi il venerdì sera, disastrato, dal Brilli alle tre a mangiare la
stiacciata carda.
... i primi cicchini gli hai fumati dreho Sieve.
... hai visto buttare qualche ragazza in vasca in piazza Umberto I.
... il sabato sera andavi al Bul Bul e ci trovavi tutta la Rufina.
... almeno una volta hai preso le pizzette dal fornaio alle cinque.
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... hai passato pomeriggi interi a giocare ai giochini al bar nei Piani.
... andavi a fare i raduni con generatore, piatti e mixer e borse piene
al pratone dei Piscetti.
... la sera andavi in esplorazione nella vecchia Stigo.
... il sabato sera andavi a ballare al Samantha a Dicomano o al Teen
Club a Borgo San Lorenzo.
... quando usciva un giochino nuovo al bar pieno di biciclette fuori e
tutti ammassati per vederlo.
... ti è capitato di fare a manate con quelle pischelle di Dicomano che
venivano all'Acli a fregarci i maschi.
... hai giocato a calcio alle elementari ed ogni pallone che cadeva nel
campo del contadino veniva sistematicamente tagliato in due!
... se ti sei sfrah'assato le dita con gli amici al bar a fare i record a
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Olimpic Konami.
... al primo anno che prendevi il treno per andare alle superiori ti
tingevano.
... andavi dal Tagliaferri e usavi il "metodo cubo" per vincere a Street
Fighter.
... tu andavi a trafficare al Murone o allo stradone perchè avevi paura
del Mostro!
... tu andavi a ballare nel Valdarno pensando che le ragazze lì
fossero più abbordabili.
... l'inverno ti ritrovavi al Leverò e l'estate migravi al campino di
Montebonello!
... almeno una volta sei uscito "alle panche".
... tu sei andato almeno una volta a pomiciare in Ragnaia.
53
... passavi giornate e serate intere alla panca ai gardens.
... andavi a Poggio a Commissario a vedere i fantasmi.
... tu uscivi al Luna Rossa e t'eri dei piani,e la notte tu facevi le fughe
a suonare i campanelli dei condomini.
... tu finivi i soldi a i'calcio in culo quando c'era la Festa dell'Unità ai
campi da tennis (ovviamente dopo aver mangiato la panzanella o le
patahe fritte allo stand delle migliori donne rufinesi).
... facevi i tuffi attaccato ai rami come Tarzan ai Piscetti.
... t'andavi sempre alla villa Pantellini per le gite romantiche.
... almeno una volta ti sei imboscato/a in Ragnaia.
... andavi a giocare ai "giochini", prima al bar Centrale, poi alla Casa
del Popolo, poi dal Tagliaferri, poi all'Acli e infine andavi al Campino
di Montebonello.
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... andavi ai giardino sopra le medie a prendere le susine rosse e poi
a mangialle in cima ai Monte Cucco dove sembrava d'essere sul tetto
del mondo.
... andavi ai giardini di cubilandia a sedere su una panchina tutto i
pomeriggio e poi andavi a fare merenda da Marcello.
... tu andavi sulle giostre in piazza dei Macelli.
... tu sei tornato a casa pieno di schiuma per Carnevale.
... andavi Dietrosieve a fare i cross con la bici e tornavi a casa
sistematicamente con la gomma bucata e con i ginocchi sbucciati.
55
Foto 8 : Due stradine per andare Dietrosieve: luogo di tanti ricordi
giovanili per molti rufinesi.
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MODI DI DIRE
Ogni paese possiede una propria toponomastica che solo gli abitanti
del luogo conoscono. I rufinesi non fanno eccezione e solo loro
possono capire dove andare se si dice i' Manzino, i Piscetti, Casisi, la
Madonnina del Pensionato, Monte Cucco o Popella. Tuttavia c’è una
cosa che forse li distingue dagli altri: è incredibile, ma chi abita in una
zona “periferica” spesso afferma “vo nella Rufina” per andare in
Piazza Umberto I. Retaggio di un vecchio passato duro a morire?
Probabilmente sì, ma quanto è divertente sentirlo ancora!
SEI DELLA RUFINA SE....
... se tu dici: qui fa buca!
... prendi la sita a Casisi!
... tu vai ai Piscetti.
... dici ancora "vado dalla Norma" per andare dalla giornalaia accanto
57
al bar della stazione.
... abitare a Scopeti voleva dire già essere di periferia.
... quando dici “sono della Rufina” si è sentito dire “abiti a Rufina, e
dov'è?"
... tu hai sentito dire “fammi una chicchera di caffè”.
... conosci i Trobucchè e la Madonnina di Pensionato.
... sei stato sul Monte Cucco e alla Buca delle Fate.
... sai dove è "Popella" .
... sai dov'è il Manzino.
... per comprare una lampadina ti dicevano “va da i' Sindaco”.
... tu dici " vo alla Hop"( invece che Coop).
... dici “a bischero sciorto”, “t'ha una chiorba”, e “t'ha le cheche”, “la
pezzola”.
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... tu hai sentito dire “dammi un frigolo sbottato”, riferito al
bombolone.
... tu dici la "cannella", "granata", "i’toni", "buccole", "rigovernare",
"bracare".
... ti dico "dreho Sieve" e sai dove andare.
... Montebonello lo chiami Dilàddasieve.
... la zona "i Piani" si chiamava Cubilandia.
... si va dalla Cresta.
... tu dici “la diritta di Bigozzi”.
... almeno una volta hai detto: non c'è mai niente in questo paese di
m..... poi quando ne sei lontano ti manca.
... abitavi alla stazione, dovevi andare in piazza e dicevi " vo nella
Rufina".
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Foto 9: La Madonnina di’Pensionato.
Foto 10: Stradina che si trova sotto i’Poggiolo e Monte Cucco che
porta alla Buca delle Fate.
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SCUOLA
La scuola. Un momento bello e brutto che ha segnato la vita di tutti.
Anche ogni rufinese ci è passato. Nel dopoguerra, complice una
certa visione ideologica, molte femmine andavano dalla suore mentre
i maschi andavano nella scuola comunale, con sede nell’odierna
struttura della biblioteca (con il severissimo maestro Olita): in quel
luogo, durante il lungo periodo invernale, i piccoli bambini potevano
riscaldarsi solo grazie a delle stufe di terracotta alimentate a carbone
e a legna da una figura mitica, ovvero la “Fosca”, bidella che ha finito
poi la sua onorata carriera presso la nuova scuola elementare
dell’Ortonovo, inaugurata negli anni Sessanta. Con la costruzione del
nuovo plesso, gli alunni di Rufina potevano intraprendere due
percorsi diversi: frequentare Via Luciano Celli, dalle Suore, e
presenziare tutti gli appuntamenti religiosi (compresa la festa dei
genitori di fine maggio) oppure andare alla moderna Giuseppe
Mazzini. Dissapori, divisioni, inimicizie tra scuole scomparivano
presto perché, finita la quinta elementare, c’era un’unica soluzione: le
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medie alla Leonardo Da Vinci. L’immaginario collettivo è pieno di
ricordi di questa scuola che con i suoi professori ha segnato la vita di
tanti: i giovani devono conoscere almeno la Nannoni o la La Roma, i
meno giovani devono sapere almeno chi era la Tona, il Tona e il
Muratori. Entrambi hanno il dovere di rimembrare la bidella Beppina
e il bidello Filomeno. Un'altra istituzione era il prof. Sfameni, presente
in tutte le classi dalla fine degli anni Settanta. “Uee mimmaa, uee
mimmo” era la frase chiave dell'insegnante di educazione motoria.
L’hai mai sentita dire? Beh, è probabile: ogni rufinese dai
cinquant'anni in giù è stato chiamato così almeno una volta nella vita.
Alle elementari
... quando tu andavi a scuola, i maschi andavano a quelle comunale
mentre le femmine dalle suore.
... tu sapevi chi era il maestro Luigi Olita.
... prendevi duecento lire di schiacciata la mattina e le suore le
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rompevano sempre i c.....i che l'era troppo.
... andavi a scuola dalle suore e ci stavi tutti i giorni fino alle 16 e il
sabato mattina.
... tu prendevi il pulmino per andare a scuola in via Luciano Celli.
... andavi alle scuole elementari dalle suore e a fine anno c'era la
Festa dei Genitori con tanto di esercizi ginnici coordinati dal prof.
Muratori!
... tu andavi dalle suore e conoscevi la Liliana.
... conoscevi la bidella Emma.
... tu conoscevi la bidella Beppina.
... hai fatto parte del Coro delle Suore, rigorosamente in divisa.
... a maggio dalle suore tu recitavi il rosario perchè era il mese
dedicato alla Madonna.
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... hai fatto le elementari dalle suore ogni anno dovevi recitare per la
Festa dei Genitori!
... tu conosci la Tiziana Baglioni.
... Lido e Roberto erano gli autisti per eccellenza di pulmino!
... per la recita natalizia ti vestivano da angelo.
... hai fatto l'elementari alla Mazzini e le medie alla Leonardo da Vinci
(e se il primo anno alle superiori c'era ancora il treno di legno, allora
sì sei della Rufina, vecchiotto ma della Rufina).
... alle elementari hai cantato ad una recita: Il vin dei rufinesi che
delizia, ti fa girar la testa con malizia, donne e buon vino ognuno lo
sa, ha reso famosa la nostra città, dalla piazza dino alla stazione,
Rufina canta son le vecchie e le nuove canzoni, Rufina canta dal
campanile dall’alto lassù, ti guarda e ti dice, sia la pace e il lavor con
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te e sarai felice!
... quando andavi all'elementari alla Mazzini coi compagni bucavi la
rete in giardino per arrivare sino alla Pantellini.
... ti ricordi del vecchio pratone sopra la Mazzini.
... tu andavi a scuola alla Mazzini e tu dovevi fare i turni per giocare a
pallone.
Alle medie
... ti ricordi che chi era come me delle elementari Mazzini discriminavi
quelli delle suore, poi t'arrivavi in prima media e i dissapori sparivano,
tu diventavi un patriota rufinese insieme a loro, perché tu vedevi
quelli di Montebonello come degli alieni venuti da un altro paese.
... ti ricordi del rientro che si faceva alle medie.
65
... per andare a scuola alle medie tu prendevi il pullman di Magherini.
... andavi a piedi a scuola alle medie passando dal Manzino.
... andavi a piedi a scuola alle medie dall’Ortonovo passando per una
stradina stretta accanto ai campi visto che non c’erano le case che ci
sono ora.
... alle medie la tua prof. di religione era la La Roma.
... ti ricordi della torre di Pisa dei diari della Nannoni.
... alle medie il tuo prof. di ginnastica era lo Sfameni.
...
alle
medie
all'ora
di
educazione
fisica
venivi
chiamato
perennemente "mimma" o "mimmo"!
... alle medie hai giocato a madball.
... alle medie c'era la settimana verde o bianca.
... a francese avevi la Fiaschi.
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... tu hai avuto la Notarbartolo di disegno.
... avevi come prof. di ginnastica il prof. Muratori.
... la tua prof. di matematica era o la Gioffredi o la Falusi o la Cellai.
... di educazione tecnica hai avuto l’Orlandi o la Simonelli.
... ti ricordi di Giovanni il bidello.
... ti ricordi della bidella Beppina.
... il bidello delle medie per eccellenza l'era Filomeno.
... hai frequentato le scuole medie con il mitico bidello Vittoriano.
... alle medie t'hanno fatto la ionoforesi.
... ti ricordi della bellissima Nannoni di musica e suoi xilofoni.
... a matematica c’era il Tona o il Tonerini.
... alla Leonardo Da Vinci e la prof. d'italiano era la moglie del Tona.
... sai chi erano l’Ornella, Guido e la Rita.
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Foto 11-12: Le due scuole elementari di Rufina dagli anni 60 agli
anni 90.
Foto
medie,
13:
L’ingresso
delle
scuole
la scuola di tutti i rufinesi.
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PERSONAGGI e ALTRE COSE DA RUFINESE DOC
In un paese piccolo, tutti conoscono tutti e ciascuno ha dei
personaggi che gli stanno più a cuore all’interno della comunità.
Coloro che hanno reso possibile questo libro ne hanno citati
tantissimi e purtroppo, per dovere di spazio, non li possiamo elencare
tutti; tuttavia, c’è qualche individuo che, nel bene o nel male, con le
sue gesta o per il suo ruolo sociale non può non essere stato
conosciuto da un rufinese. Ti ricordi quando indossavano la fascia
tricolore lo Stagi, il Rombenchi, la Bigozzi? Il tuo parroco è stato uno
tra Don Angelo Fabbri, Don Tinti, Don Romolo, Don Giuliano? Ti sei
curato grazie al Milani, al Castrati, al Lulli, al Trodella, al Bechelli, tutti
dottori passati da Rufina? Sei mai andato in farmacia dal dott.
Montagni? Sai chi era Luciaio, celebre per il suo “Luppi luppi
Noccioline”? Al campo sportivo vecchio, si sono esibiti tanti bravi
calciatori ma, in particolare, conoscevi Pisello, ovvero Adriano
Brazzini, portierone dell’Audax per tanti anni? Hai visto segnare i
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primi gol a Paolino Ciucchi, attaccante nato a Rufina e noto per
essere approdato in serie A con la maglia della Fiorentina? Beppino
e Valerio Magherini erano invece gli autisti per antomasia mentre la
Piera è stata l’ostetrica che ha fatto nascere alcuni dei lettori di
questo libro: non hai mai sentito uno di questi nomi? Impossibile se ti
definisci rufinese. Almeno tu conosci la fontanina de Piscetti
“dilàddaiponte”, la leggenda della zampa di Gallina? Mangi il
bardiccio? Ti ricordi quando c’era la vecchia chiesa in legno al posto
dell’oratorio? Almeno una volta hai girato contromano alla salita delle
medie, passato sotto le sbarre nei Piani o fatto "i freni a mani" al
campo sportivo? Nulla di tutto ciò? Vabbè capisco, sei di
Pontassieve.
SEI DELLA RUFINA SE....
... ti ricordi di Don Romolo Battistini
... hai conosciuto Don Tinti.
70
... la messa la diceva Don Giuliano Giusti.
... sai chi era Don Zibi.
... quando entravi nella chiesa di San Martino, vedevi tutte le
bambine e le donne sulla destra, bambini e uomini sulla sinistra.
... ti ricordi il mitico dott. Bechelli.
... ti ricordi del dott. Montagni.
... avevi come dottore il Lulli e il Trodella.
... ti ricordi del grande medico dott. Remo Milani.
... finita la scuola ti fermavi a comprare i luppi-Luppi dal Luciaio.
... hai comprato almeno una volta la liquirizia da' i' Luciaio
... t'ha fatto nascere la Piera.
... ti ricordi quando c’era i’ capostazione.
... ti ricordi di Lipparini, dello Scopetani, del Fusi.
71
... tu conoscevi Pisello.
... tu sei salito su un pullman guidato da Valerio o Beppino di
Magherini.
... eri indeciso se chiamare Bombetta o il Consumino.
... hai visto il mitico Paolino Ciucchi in serie A.
... conosci la lattaia della Rufina che partecipava a tutti i giochi a quiz
in TV.
... conosci la leggenda della "zampa di gallina" impressa in qualche
stanza a Villa Poggioreale.
... in cima alla salita delle medie giri contromano.
... andavi di là da i ponte a piglia' l'acqua alla fontanina dei Piscetti.
... mangi il bardiccio.
... quando piove tu vai a fare "i freni a mano" alla curva di campo
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sportivo.
... ti ricordi che davanti alla pizzeria, sotto l'Ortonovo, c'èra un
vigneto.
... per andare al treno abitando davanti alla stazione dovevi andare
fino al Brilli e costeggiare il binario fino alla stazione davanti a casa
tua.
... sai dell'esistenza di via Panagoulis.
... tu andavi a prendere il latte da Elia dietro il campo sportivo
vecchio.
... venendo da Pontassieve stavi ore al passaggio a livello con le
sbarre chiuse perché lo stradone ancora non lo avevano fatto.
... ti ricordi i Piani con tre vie, del campo sportivo vecchio con le
gradinate (tre scaloni), i pic-nic ai Piscetti.
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... sei stata a chiacchierare almeno una volta sulla sbarra di ferro alla
biglietteria del campo sportivo (ma quella biglietteria io non l'ho mai
vista aperta).
... se passavi il venerdì sera sino alle due di notte a dire "in do' si va
stasera".
... almeno una volta sei andato alla diga di Uscioli.
... almeno una volta sei passato sotto le sbarre nei Piani quando il
treno era in stazione.
... ti ricordi la vecchia chiesina di legno al posto del nuovo oratorio.
... ti ricordi che anche noi avevamo un cinema.
... hai partecipato alla costruzione della mitica pista, tanta fatica ma
una bellissima compagnia e un grande tutor.
... se t'hai paura di quando l'è grossa la Sieve.
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... sei orgoglioso del tuo vino, il Chianti Rufina.
... almeno una volta il proposto ti ha chiamato Zucchettone.
... negli anni Settanta ti è capitato di andare a pescare le alborelle in
Sieve e poi la sera ci facevi la frittura.
... ti ricordi del muricciolo con quel fico selvatico enorme davanti alla
Norma dove ora c'è la piazzetta in memoria di Casisi.
... i tuoi nonni lavoravano alla cantina della Spalletti.
... ti ricordi il campino davanti al bar Galletto (all'epoca non c'era) e la
strada finiva ad un certo punto con uno schiacciasassi tutto
arrugginito fermo li da anni. Poi continuavi per una stradina e arrivavi
al "deposito "di Beppe il Ferraiolo che raccattava di tutto.
... ti ricordi quando in stazione c'era il bigliettaio che vendeva biglietti
per andare a Firenze, che di per se era già un evento storico andare
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in città.
... ti ricordi la canzone del Maresciallo. Parte presto la mattina fa la
sua giratina, e con due e tre assaggi e gli schizza da i’Cafaggi, e
riparte a passettoni e va da Giorgio di Leoni.
... sei salito un migliaio di volte sul mitico treno marrone.
... una mattina ti sei svegliato e il cinema non c'era più.
... se il mercoledì mattina d'estate tu pigliavi i'Magherini per andare al
mercato di Ponte!
… hai sentito i mitici Phantomas.
... hai mangiato le fette di pane col vino e zucchero.
... tu hai sentito parlare almeno una volta di Kurgan.
... ti stava sul cazzo quando nel treno, alla fermata sbagliavano
l'accento e veniva Rufìna.
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... tu hai mangiato tutta la vita i crostini neri e ti son belle venuti a
noia ma poi alla fine e tu li rimangi lo stesso. (perchè sono sempre
boni e non ci sono da nessun altra parte del mondo).
... ogni anno tu senti ad agosto la storia della pantera nel bosco.
Ma soprattutto..
Sei della rufina se... avrai questo libro!
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Foto 14. Il celebre Luciaio.
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Foto 15. La mitica “befana di’Moro”
Foto 16: La Sieve, il fiume che attraversa il paese.
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CONCLUSIONE
Finalmente siamo arrivati alla conclusione di questo percorso. Non
so se tu, mio lettore, come ti senti. Non so se hai adesso in mente
altri ricordi o se, al contrario, sei dispiaciuto perché ti sei reso conto
di essere cresciuto e vissuto in piccolo paese di Provincia. Magari sei
felice perché non conosci nulla di ciò che è stato scritto in
precedenza e ne sei contento, convinto che la rufinesità sia una vera
e propria “malattia”. Questo tuo atteggiamento discriminatorio non
sarebbe corretto ma tranquillo, i rufinesi non sono vendicativi, non
vogliono
né
castigarti
né
convertirti,
anche
perché
inconsapevolmente il contagio è già iniziato: sei un po’ della Rufina
anche tu, visto che hai dato un’occhiata a questo libro. Ormai è tardi:
non c’è farmaco che la possa eliminare. Stai calmo, tranquillizzati:
magari funziona da vaccino e ti impedisce di contrarre questa terribile
malattia. Probabilmente diventerai immune e potrai essere ancora
come quelle persone che ti guardano storto se si parla di Rufina
(anche se sappi ormai, una volta contagiato, ti sentirai sempre in
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obbligo di correggere l’accento a quelli che dicono Rufìna al posto di
Rùfina). Ma probabilmente ad alcuni degli abitanti di un paese
sospeso tra Firenze e il Mugello poco importa: per loro, la rufinesità
non è una malattia, anzi alcuni ne sono quasi orgogliosi e forse
alcuni si saranno divertiti a fare questo viaggio tra memoria e identità
di un piccolo paese, rivivendo con piacere tanti episodi di vita vissuta
e ricordando sempre volentieri il legame con il proprio passato e le
proprie radici.
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