Pagine 38-50 - Camera di Commercio di Treviso

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Pagine 38-50 - Camera di Commercio di Treviso
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Monitor Economia : Consistenza Imprese
CONSISTENZA IMPRESE ATTIVE IN PROVINCIA DI TREVISO
AGGIORNAMENTO CONGIUNTURALE AL 30 MARZO 2013
Ufficio Studi e Statistica CCIAA Treviso
Alla fine del primo trimestre del 2013 si contano in provincia di Treviso 82.709 sedi d’impresa
attive, 796 unità in me no rispetto alla fine
dell’anno (-1,0%) e 895 imprese in meno rispetto allo stock dello stesso period o di un a nno fa
(-1,1 %).
Al netto del settore agricoltura il numero
d’imprese attive provinciali è calato nel trimestre di 694 unità e su base annua di 714.
Entrand o nel dettaglio dei settori di attività
economica si osserva che hanno ma ggi ormente contribuito a questo calo trimestrale
nell’ordine: le Costruzioni, con 30 5 imprese
attive in me no da fine anno (-2,3 %) e -475
rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-3,6%); le attività manifatturiere, con -142
imprese nel primo trimestre (-1,3%) e -298 su
base annua (-2,6 %); il Commercio, con una
variazione congiunturale di 213 unità in me no
(-1,2 %) ed una variazione tende nziale pari a -
SEDI D'IMPRESA ATTIVE IN PROVINCIA DI TREVISO
TOTALE SETTORI ATECO 2007 (ESCL. AGRICOLTURA, SILVICOLTURA E PESCA)
Serie storica valori assoluti 1° trim. 2009 - 1° trim. 201 3
SEDI D'IMPRESA ATTIVE IN PROVINCIA DI TREVISO:
COMMERCIO ALL'INGROSSO E AL DETTAGLIO, ALLOGGIO E RISTORAZIONE
Numeri indice (Base 1° trim. 2009=10 0). 1° trim. 2009 - 1° trim. 2013
170 unità (-0,9%).
In particolare nel manifatturiero tra i comparti
che subiscono le ma ggiori contrazioni si segnalano nell’ordine:
- L’industria metalmeccanica: nel primo trimestre 2013 lo stock si contrae ulteriorme nte di 50
unità, posiziona ndosi a 131 imprese sotto lo
stock dello stesso periodo di un anno fa (3,3 %), di cui 89 nel segmento della carpenteria
metallica (-3,8 %);
SEDI D'IMPRESA ATTIVE IN PROVINCIA DI TREVISO:
MANIFATTURIERO, COSTRUZIONI E SERVIZI
Numeri indice (Base 1° trim. 2009=10 0). 1° trim. 2009 - 1° trim. 2013
SEDI D'IMPRESA ATTIVE IN PROVINCIA DI TREVISO:
TRASPORTI E MAGAZZINAGGIO,
ALTRI SERVIZI ALLE IMPRESE E SERVIZI ALLE PERSONE
Numeri indice (Base 1° trim. 2009=10 0). 1° trim. 2009 - 1° trim. 2013
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Monitor Economia : Consistenza Impresa
- il legno-arredo per saldo ne gativo in valori
assoluti sia su base trimestrale (-39 imprese, 1,8 %) che annuale (-91 unità; -4,1%);
- il sistema moda: perde nel trimestre 17
imprese attive (-0,9 %) e 53 rispetto allo stesso
periodo dello scorso anno (-2,8%).
Nel commercio la flessione congiunturale è
acc us at a s op ratt utt o da lla ti p ol ogi a
all’ingrosso (-12 6 unità; -1,5 %). Di poco più
contenuto il calo della tipologia al dettaglio (86 unità; -1,0%). Tuttavia, su base annua la
situazione si rovescia. Rispetto allo stesso
periodo di un anno fa il calo appare maggiore
nel com mercio al dettaglio (-100 sedi attive; 1,2 %) che in quello all’ingross o (-46 unità; 0,6 %).
Nell’ambito dei servizi, ed in particolare dei
servizi alle imprese, si registra una flessione
congiunturale di 79 unità (-0,8 %), ma su base
annua lo stock risulta comunque superiore di
83 unità rispetto allo stesso periodo del 2012
(+0,8 %). All’interno del comparto il settore dei
trasporti e magazzinaggio chiude il trimestre
in flessione di altre 47 imprese (-2,1 %).Con il
segno me no anche il comparto dei servizi alle
persone: 22 imprese attive in meno nel trimestre (-0,5%), flessione peraltro tutta attribuibile
alle altre attività di servizi alle persone (-28
unità nel trimestre; -0,9 %).Infine, solo il settore
dei pubblici esercizi chiude il primo trimestre
dell’anno col segno positivo: +11 sedi attive da
fine anno (+0,3 %), e 55 unità sopra lo stock
dello stesso periodo di un anno fa (+1,3%).
CONSISTENZA IMPRESE ATTIVE PER SETTORI ECONOMICI IN PROVINCIA DI TREVISO
DATI AL 1° TRIMESTRE 2013 E CONFRONTO IL TRIMESTRE PRECEDENTE, LO STESSO TRIMESTRE DEL 2012 E COL TERZO TRIMESTRE 2008
Fonte: Ela b. Uff ic io Studi e Statistic a CCIA A Treviso su dati Inf ocamere
Casi di successo che sfidano la crisi
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LA REALTÀ DELLE AZIENDE DEI KIBS A TREVISO
INTERVISTA AD ALESSANDRO MINELLO DOCENTE UNIVERSITÀ CÀ FOSCARI
Qual è la realtà dei KIBS nella Provincia di
Treviso?
Treviso, a livello del regionale, è la seconda
provincia per presenza di attività ad alto contenuto di conosce nza : i KIBS. Realtà in crescita
che rappresenta una risposta efficace ed efficiente alla crisi. Se guardiamo alla dinamica
delle attività, delle unità locali nel Ve neto, e
andiamo a vederne la composizione settoriale
possiamo osservare come il manifatturiero, il
primario e in parte anche del terziario tradizionale soffrano, me ntre i KIBS, anche se devono
affrontare non poche difficoltà, sono attività
che si sono sviluppate, si sono guadagnate una
nicchia di mercato che permette loro di fare
nuovi investime nti. Sono società che fanno
innova zione applicando la conoscenza che
hanno accum ulato nel tempo, oggi il fattore
più importante di competitività. Riescono a
rinnovare il proprio business, la propria formula imprenditoriale e questo è il risultato di
un’attività vincente per combattere la crisi. Le
altre attività non sono riuscite ad integrare la
conoscenza come vero e proprio fattore di
competitività, appoggiandosi sempre ad un
supporto esterno, me ntre i KIBS hanno lavorato al loro interno, si sono reinve ntati, riposizionati e questo è l’apporto che anche i giova ni
hanno saputo dare al comparto dei KIBS.
D’altronde la disoccupazione giovanile al 33 %
ha portato molti giovani ad avviare attività
KIBS ad alto livello di conosce nza per uno stato
di necessità, come alternativa occupazionale.
Sappiamo che nella storia la “necessità” è stata
foriera dell’innova zione. La faccia per così dire
bella della crisi è quella che induce i soggetti
più intraprendenti ad esplorare nuove strade e
compiere nuove scelte.
La conoscenza accumulata si basa anche
sull’esperienza pregressa del contesto imprenditoriale manifatturiero?
In parte sì, per molti aspetti no e questo è
l’eleme nto cruciale. Joseph Schumpeter, economista, diceva che “ il nuovo si affianca al
vecchio e lo distrugge ”. In Ve neto, nel passato,
questa sua intuizione non è sembrata credibile
perché le innova zioni che si sono avute erano
innova zioni increme ntali, di continuità, dove il
back ground ed il know how pregresso erano,
nell’insieme, la leva che conse ntiva di innovare.
Ora invece con la globalizzazione e lo sviluppo
delle nuove tecnologie c’è un salto di paradigma, di livello. Si richiedono lingua ggi e skill del
tutto nuovi. Se ero bravo ad utilizzare una fresa
non è detto che ora sappia fare altrettanto con
i comp uter. Il rischio è che ci sia un nuov o
digital divide che porti una fascia di persone a
sapersi appropriare appieno delle funzioni
delle nuove tecnologie e molti altri no. Una
buona fetta della popolazione sa utilizzare gli
strume nti, ma non appieno. Le attività che
guada gna no mercato sono quelle che riescono
a sfruttare appieno la conoscenza e le applica-
zioni delle tecnologie. Il know how precedente
ha molto meno impatto sui nuovi saperi, ripeto, mentre una volta il passaggio era dolce. Ora
invece c’è “un salto” per cui devo sapere che
cosa poss o fare con le nuove tecnologie. Per
esempio i social netw ork richiedono un lingua ggio che non abbiamo fatto nostro, c’è
bisogno di un forte adattamento, culturale
anzitutto, alle nuove tecnologie me ntre una
volta bastava apprendere osservand o perché
bastava l’on the job.
Quali sono le aziende che si qualificano
KIBS?
La catalogazione dei veri e propri KIBS è basata
sui codici ATECO. Esiste un nucleo condiviso di
attività, il core (KIBS puri), le quali presentano
elevati livelli di conte nuto di conosce nza, tecnologica e/o professionale, nei servizi che
erogano. Attorno al core, con il gruppo di
ricerca di EconLab Research Netw ork, abbiamo
lavorato per tracciare uno o più ring dove si
trovano attività che non sono KIBS al 100 % ma
che tuttavia presentano alcuni dei criteri di
base (quasi KIBS).
In ge nerale i KIBS sono attività di ricerca, sviluppo ed innova zione. Sono società private. E’
esclus o il “pubblico” così come il mondo primario e secondario. Sono attività di servizi, di
cons ulenza aziendale, di mana gem ent oltre ad
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Significato d ell' acronimo KIBS
Knowledge Intensive Business Services
altre forme di cons ulenza orga nizzativa, per la
qualità, per la certificazion ,di progettazione, di
inge gneria, società di ICT, società di architettura, di cons ulenza di marketing e com unicazione, le attività di consule nza legale e assicurativa. La conoscenza può essere dunque più di
natura tecnologica o più professionale, ma in
ogni caso è il fattore competitivo chiave che
contraddistingue i KIBS e che conse nte alle
aziende di essere competitive .Sembra che le
aziende manifatturiere si siano spacchettate,
una volta erano più “ hardware ”, più concentrate sull’operazione manuale, sulla struttura, ora
anche entrando in una azienda del manifatturiero tutto il valore che producono è immateriale, l’ambito materiale è molto basso e spesso
viene svolto in filiere di produzione esterne.
L’internazionalizzare riduce il livello di
Knowledge per il territorio?
L’internazionalizzazione ha riguardato nel
passato la delocalizzazione di molte fasi a
basso valore aggiunto, ad alta intensità di
lavoro, il cui obiettivo era ridurre il costo del
lavoro per conquistare margini di competitività. Poi il processo di internazionalizzazione ha
avuto nuovi obiettivi, conquista di nuovi mercati di sbocco, di approvvigiona mento, acquisizione di nuove conoscenze tecnol ogiche, il
fenome no si è articolato. Questo process o di
per sé non è negativo, l’interna zionalizzazione
è un fattore di competitività e innovazione.
Tuttavia, con riferime nto al nostro territorio, è
necessario che si mantenga un ecosistema di
attività differenti, ci deve essere un equilibrio
tra attività di tipo manifatturiero, di tipo primario e dei servizi. Un volta primeggiava il manifatturo, il quale era costretto a recarsi a Milano
o all’ester o per avere c ons ul e nze di
mana ge ment o di diritto internazionale, per
fare degli esempi. Oggi i servizi pregiati sono
presenti anche a livello locale, nei centri urbani
maggiori della regione. Rispetto al passa-
to,dove avevamo una quota di addetti manifatturieri del 60%, ora ne abbiam o il 30 %, che
però è compatibile con il nuovo riequilibrio
dell’ecosistema perché ora è cresciuto il ruolo
terziario che una volta era marginale. Quello
che dobbiamo capire è qual è il ruolo del Ve neto nel processo di internazionalizzazione. Il
nostro ruolo è presidiare le attività ad alto
valore aggiunto che si intrecciano in un ecosistema nel quale i confini settoriali tradizionali
sono sfumati.
I nostri imprenditori stanno comprendendo
questa trasformazione oppure no?
Chi riesce ad innovare il proprio prodotto,
qualunq ue esso sia, dal più tradizionale al più
tecnol ogico riesce ad avere quel vantaggio
competitivo che gli permette di sfruttare delle
nicchie di mercato molto redditizie. Nicchie di
mercato perché il “mercato di massa” in certe
produzioni non esiste. Dobbiamo virare verso
la produzione di m eno volumi e più valori. E’
fonda mentale sviluppare un capitalism o di
rete, di territorio. L’individualismo che è stato
un punto di forza ora è un punto di debolezza,
perché ora devo dialogare strategicamente
lungo una catena di valore sempre più allargata a soggetti e territori, a saperi e valori differenti, devo entrare e operare in rete. Per fare un
esempio. Anc he chi produce ribaltabili per
camion deve fare un prodotto nuovo che abbia
un sistema particolare che gli altri non fa nno,
utilizza ndo una rete di competenze nuove. Il
concetto dunq ue è riuscire a passare da una
logica in cui prima “governavo tutto il processo produttivo, alla logica che ora sono un
tassello del processo produttivo”. E’ necessario passare dal distretto alla filiera che mette
insieme, scomp one e ricompone i gradi di
conoscenza. Pensiam o alla rete degli artigiani,
alcuni di loro ora sono in difficoltà perché
prima lavoravano come terzisti per una grande
azienda com mittente che ora ha deciso di
spostare le com messe. La grande azienda
organizzava tutta la catena di produzione, il
progetto iniziale, il prototipo, il brand, la commercializzazione. E’ necessario ora replicare,
adattand ola, questa catena. Gli artigiani terzisti
si devono riorganizzare con altri soggetti del
territorio o a livello internazionale per sviluppare quelle competenze complem entari che gli
perm ettano di continuare a prod urre.
L’artigiano, non più terzista, ora deve avere il
mercato come com mittente e non più la grande azienda. Anche i servizi si devono aggiornare e devono passare da una posizione in cui
erano al traino ad una in cui sono loro a trainare (è il passaggio da gregario a capitano). Parafrasando A ndersen, è finito il tempo in cui il
terziario era percepito come il brutto anatroccolo, ma non è ancora il bellissimo cigno. Un
processo non me no difficile di altre trasformazioni. Se l’ind ustria si terziarizza così alcuni
servizi si dovranno un po’ “industrializzare”,
puntand o di più sull’organizzazione, sulla
formazione, sul capitale uma no, dovranno
evolvere e diventare strutture efficienti, si
dovranno strutturare in maniera più mana geriale. Altri servizi, invece, dovranno essere
sempre più specifici, orientati a fornire soluzioni personalizzate, in chiave relazionale e tecnologica con il cliente, sia esso il cons umatore
finale oppure l’azienda. Ma in questo processo
di trasformazione, anche le associazioni di
categoria non sono esenti da sfide. Un tempo
erano intese come un soggetto che rappresentava gli interessi di una specifica categoria
precostituita, attraverso l’attività sindacale, in
futuro dovranno diventare un soggetto che
guida ed orienta altri soggetti che sono in rete
e che chiedono - che cosa poss o fare, che mercati posso affrontare, mentre prima le richieste
erano solo di tipo ammi nistrativo. Le doma nde
quindi cambiano. L’ecosistema nuovo deve
essere competitivo in tutte le sue comp one nti.
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Gli stage presso la Camera di Commercio
LE ATTIVITÀ DI STAGE PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO. IL RAPPORTO DELL’ENTE CON
LE
SCUOLE DEL TERRITORIO
ISTITUTO TECNICO G. MAZZOTTI TREVISO. INTERVISTA A LORENZO SALTINI
L’Istituto Tecnico Turistico-Aziendale Mazzotti di Treviso prevede l’attività di stage fin dalla sua nascita.
Lo stage rappresenta, per la maggi or parte dei nostri allievi, il prim o approccio con il mondo del lavoro e può risultare utilissimo per le loro future scelte professionali; forte pertanto è la valenza orientativa al percorso di vita, allo sviluppo dei talenti personali ed all’acquisizione dell’autonomia individuale.
Lo stage , appartiene alla cultura dell’alternanza tra formazione e m ond o del lavoro. Durante lo stage due logiche e m odi diversi di apprendimento hanno la
possibilità di accostarsi, confrontarsi ed integrarsi concorrendo al conse guime nto di obiettivi com uni, sia di ordine formativo che orientativo. Per questo il
Dpr 88/2010 ne raccoma nda la realizzazione.
Il nostro Istituto prevede uno stage obbligatorio nelle classi quinte presso operatori turistici pubblici e privati ed altre aziende commerciali, sia in Italia che
all’estero. Tale periodo di stage dall’anno scolastico 2004/200 5 dura tre settimane. I nostri allievi hanno poi la possibilità di mettersi alla prova effettuand o
periodi di stage facoltativo durante l’estate al termine del 3° e del 4° anno.
Questa esperienza è un m odo per “farsi conoscere” da potenziali datori di lavoro e concorre all’arricchime nto del curriculum.
Per quanto riguarda la scelta delle sedi, è un lavoro paziente per cercare di capire quali sono gli interessi degli allievi oppure le loro curiosità in merito alle
attività che possono essere prop oste all’interno delle aziende, le loro inclinazioni e i loro obiettivi per il futuro. Per coloro che restano in zona cerchiamo però
anche di rispettare le eventuali difficoltà per gli spostamenti, dato che gli allievi in questa fascia di età non sono ancora tutti automuniti; cerchiam o perciò di
trovare delle soluzioni per loro accessibili.
Professoressa Nicoletta Salvalaio
Un ambiente accogliente dove le persone si
sono rese incondizionatamente disponibili ad
indicarmi come svol gere i lavori assegnatimi e
con cui è stato piacevole condividere le giornate per 3 settimane.
Nei mesi di stage quali sono state le esperienze più significative che ti saranno
d’aiuto per i tuoi futuri impegni lavorativi?
Lorenzo Saltini
Anno di nascita :1994
Abita a: Ponza no Veneto
Freque nta la Classe 5bs
Indirizzo di studi: Istituto tecnico per il turismo
“G. Mazzotti”, corso Autonomia e Marketing.
Ha svolto lo stage presso la Camera di Commercio nel 2012 della durata di 3 Settimane
presso l’ ufficio Sanzioni.
Buongiorno Lorenzo hai svolto lo stage
presso la Camera di Commercio di Treviso.
Che ambiente lavorativo hai trovato?
L’essermi abituato ad onorare ogni impe gno e
il rendersi conto che tante volte si lavora con
dati altrui, talvolta molto importanti e sbagliare
può rivelarsi molto spiacevole. Ho imparato a
svolgere il mio lavoro con la massima serietà ed
attenzione.
Ti sei sentito accolto con favore nell’ufficio
in cui hai svolto lo stage?
Assolutame nte si
Quali erano le tue mansioni?
Compilare ed archiviare pratiche (es. REA),
risistemare l’archivio ed assistere alle contrattazioni del mercoledì alle 12:00
Perché hai scelto o accettato di svolgere lo
stage presso la CCIAA?
Perché non avevo idea di quale fosse il suo
compito e mi sembrava giusto saziare la mia
curiosità, per altro in m odo del tutto positivo.
Quali consigli daresti ai tuoi colleghi studenti nell’affrontare un ambiente di lavoro
nella modalità di stage?
Non sottovalutare le responsabilità che ci si
trova sulle spalle ed imparare fin da subito ad
onorare gli impe gni che ci si prende, oltre ad
essere sempre corretti con persone più grandi.
Che idea ti sei fatto del ruolo della Camera di
Commercio per i cittadini?
Molto importante dato che ogni azienda deve
risultare alla CCIAA e, per quello che ho potuto
vedere io, facendo il banalissim o esempio dei
brevetti, sempre accessibile.
La redazione di EMT ringrazia lo studente Lorenzo
Saltini. La Professoressa Nicoletta Salvalaio per la
cortese collaborazione e il coordinamento dell’attività.
La Dirigente Anna Durigon per aver messo a nostra
disposizione la struttura per realizzare il servizio.
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La biblioteca camerale informa
SELEZIONE ARTICOLI: COMMERCIO INTERNAZIONALE
Gli articoli, individuati effettuando lo spoglio di riviste specializzate, sono disponibili nel testo integrale presso la biblioteca camerale.
Titolo
Autore/i
Periodico, fascicolo, pagg.
Edizione
Brevi riflessioni sull'abuso del diritto comunitario: Carbone, Sergio M.
Diritto del commercio interna- Milano : Giuffrè
commercio internazionale ed esercizio delle libertà
zionale, 1/2011, 67-84
individuali
Crescita, commercio internazionale e accessibilità: Musso, Enrico ; Benacchio, Economia e diritto del terziario, Milano : F. Angeli
Ucraina e Italia a confronto nel contesto mediterraneo Marco ; Chernyavs'ka, Liliya 1/2004, 155-200
Fare cose con regole: gli standard privati per la produ- Russo, Luigi
zione alimentare nel commercio internazionale
Rivista di diritto agrario, 4/2007, Milano : Giuffrè
607-630
Globalizzazione, commercio internazionale e giustizia- Mazzoni, Alberto
bilità di pretese private fondate su norme internazionali
Diritto del commercio interna- Milano : Giuffrè
zionale, 2/2006, 255-270
I principi di non discriminazione, non restrizione e Monaco, Caterina
ragionevolezza nel diritto comunitario e nel diritto del
commercio internazionale: struttura, contenuto e
incidenza sui sistemi fiscali nazionali
Rivista di diritto finanziario e Milano : Giuffrè
scienza delle finanze, 3/2006,
449-491
I Principi Unidroit quale SOFT LAW applicabile ai con- Carbone, Sergio M.
tratti del commercio internazionale: tra autonomia
privata e ordinamenti statali
Diritto del commercio interna- Milano : Giuffrè
zionale, 4/2012, 809-824
I programmi di social labelling ed il commercio inter- Blengino, Chiara
nazionale: implicazioni giuridiche
Il diritto dell'economia, 2/2001, Modena : Mucchi
415-442
Il commercio internazionale dei prodotti alimentari tra Germanò, Alberto
regole tecniche, norme giuridiche e stati sovrani: il
caso dei prodotti biologici
Rivista di diritto agrario, 2/2005, Milano : Giuffrè
272-291
Il principio di precauzione tra mercato interno e com- Pallaro, Paolo
mercio internazionale: un'analisi del suo ruolo e del
suo contenuto nell'ordinamento comunitario
Diritto del commercio interna- Milano : Giuffrè
zionale, 1/2002, 15-70
Il ruolo del principio precauzionale nel rapporto tra Montini, Massimiliano
commercio internazionale e sicurezza alimentare
Consumatori diritti e mercato, Milano : Guerini e Asso3/2001, 78-87
ciati
In vigore dal 2011 le nuove clausole INCOTERMS 2010. Mandarino, Paolo
Le insidie fiscali corrono lungo le pattuizioni del commercio internazionale
Diritto del commercio interna- Milano : Giuffrè
zionale, 1/2011, 85-108
Le imprese di Stato nei mercati agricoli: quali implica- Scoppola, Margherita
zioni per il commercio internazionale e il negoziato
WTO
Le misure di protezione commerciale nel diritto del Di Via, Luciano
commercio internazionale
Rivista di economia agraria, Napoli : Edizioni Scientifi1/2002, 3-38
che Italiane
Diritto del commercio interna- Milano : Giuffrè
zionale, 3-/2005, 443-464
A cura di Anna Morandin - Ufficio Biblioteca
Area Studi e Sviluppo Economic o Territoriale
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La biblioteca camerale informa
BOLLETTINI BIBLIOGRAFICI MENSILI
A cura di Anna Morandi n
Ufficio Bibl io teca
Area Studi e Svil uppo Economico Territ orial e
La biblioteca camerale effettua, sistematicamente, lo spoglio di ogni fascicolo delle riviste specializzate ritenute più autorevoli. Mensilmente
vengono pubblicati e resi disponibili in http://www.tv.camcom.gov.it/biblioteca/gestione/selezionearticoli_Mese.asp i bollettini bibliografici,
completi di titoli ed autori, degli articoli contenuti in ogni singolo fascicolo. Nei box sottostanti, l’indice dei bollettini riferiti agli ultimi due mesi
con l'elenco delle riviste spogliate disponibili presso la biblioteca
ARTICOLI IN VISTA N. 3/2013 (MARZO '13)
Titolo del periodico, n°/anno del fascicolo, dati editoriali
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Economia & lavoro, 3/2012. R oma : Carocci
16
Giornale di diritto amministrativo, 2/2013. Milano : Ipsoa
17
Giornale di diritto amministrativo, 3/2013. Milano : Ipsoa
Giurisprudenza italiana, 2/2013. Torino : Utet
I contratti dello Stato e degli Enti pubblici, 4/2012. Rimini : Maggioli
18
Il diritto dell'economia, 3/2012. Mode na : Mucchi
Il diritto industriale, 1/2013. Milano : Ipsoa
19
Il foro amministrativo T.A.R., 12/2012. Milano : Giuffrè
Il foro amministrativo T.A.R., 1/2013. Milano : Giuffrè
20
Il foro italiano, 2/2013. Bologna : Za nichelli
Massimario di giurisprudenza del lavoro, 3/2013. Milano : Gruppo 24 ore
21
Piccola impresa, 3/2012. Urbino : Montefeltro
RIV Rassegna italiana di valutazione, 50/2011. Milano : F. Angeli
22
Rivista del diritto commerciale e del diritto generale delle obbligazioni,
4/2012. Padova : Piccin
23
Rivista delle società, 1/2013. Milano : Giuffrè
Rivista di diritto industriale, 1/2013. Milano : Giuffrè
Rivista di economia agraria : Studi di economia agraria, politica
agraria, sociologia rurale, 1/2012. Milano : F. Angeli
Rivista di economia agraria : Studi di economia agraria, politica
agraria, sociologia rurale, 2/2012. Milano : F. Angeli
Rivista di economia agraria : Studi di economia agraria, politica
agraria, sociologia rurale, 3/2012. Milano : F. Angeli
Rivista di statistica ufficiale, 2-3/2012. R oma : Istat
Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale, 4/2012. Roma :
Ediesse
Rivista trimestrale di scienza dell'amministrazione, 1/2013. Milano :
F. Angeli
Studi economici, 106/20 12. Milano : F. Angeli
ARTICOLI IN VISTA N. 4/2013 (APRILE '13)
Titolo del periodico, n°/anno del fascicolo, dati editoriali
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15
Censis note & comme nti, 1-2/2013. Roma : Censis
Diritto amministrativo, 3/2012. Milano : Giuffrè
Diritto processuale amministrativo, 1/2013. Milano : Giuffrè
Disciplina del com mercio e dei servizi, 1/2013. Rimini :Ma ggioli
Economia e diritto del terziario, 3/2012. Milano : F. Angeli
Economia e politica industriale, 1/2013. Milano : F. Angeli
Economia e società regionale, 3/2012. Milano : F. Angeli
Giurisprudenza italiana, 3/2013. Torino:Utet
I contratti dello Stato e degli Enti Pubblici, 1/2013. Rimini : Ma ggioli
Il controllo nelle società e negli enti, 6/2012. Milano : Giuffrè
Il foro amministrativo C.d.S., 1/2013. Milano : Giuffrè
Il foro amministrativo T.A.R., 2/2013. Milano : Giuffrè
Il foro italiano, 3/2013. Bologna :Zanichelli
Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni, 5/2012. Milano : Giuffrè
Massimario di giurisprudenza del lavoro, 4/2013. Milano : Gruppo 24 ore
16 QA Rivista dell'Associazione R ossi Doria, 1/2013. Milano : F. Angeli
17 RU Risorse Uma ne nella pubblica amministrazione, 1/2013.
Rimini : Maggioli
18 Rivista bancaria, 6/2012. Milano : Minerva bancaria
19 Rivista del diritto commerciale, 1/2013. Padova : Piccin
20 Rivista dell'arbitrato, 1/2013. Milano : Giuffrè
21 Rivista di diritto agrario, 4/2012. Milano : Giuffrè
22 Rivista di diritto finanziario e scienza delle finanze, 3/2012.
Milano : Giuffrè
23 Rivista di diritto industriale, 2/2013. Milano : Giuffrè
24 Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale, 1/2013.
Roma : Ediesse
25 Sinergie, Rapporti di ricerca n. 36/2012. Verona : Cueim
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Mercati Esteri
GUIDA AI MERCATI ESTERI : MONTENEGRO
Daniela Bruniera
Il Montene gro è uno stato dell’Europa meridionale, nel settore nord-occidentale della penisola balcanica; confina con la Croazia, la Bos nia
ed Erzegovina, la Serbia, il Kos ovo e l’Albania e
si affaccia sull’Adriatico dalle Bocche di Cattaro
alla foce della Boiana. Viene classificato dalla
WB come un Paese dal reddito medio-alto.
Il territorio del Paese è in prevalenza montuoso (il monte più alto è Monte Durmitor, 2522
m) e presenta aspetti diversi: a ovest del fiume
Zeta prevalgono le formazioni calcaree ricche
di fenome ni carsici e massicci spesso separati
da gole profonde, a est, nell’altopiano di Sinjajevina, i fenome ni carsici sono me no importanti e permettono lo sviluppo di boschi. La pianura principale, che costituisce la parte più
fertile e più popolata del Montene gro è la valle
della Zeta, affluente della Morača, im missario
del Lago di Scutari, che per metà è nel territorio del Montene gro. La ma ggior parte del
versante occidentale del Paese, data la sua
natura montuosa, è priva di idrografia superficiale, a est, invece, scorrono alcuni afflue nti
della Drina (Piva, Tara, Lim). A ovest prevale
una vegetazione povera di boschi, ricca di
macchie e di querceti, mentre a est il manto
forestale è ben conservato e continua i boschi
della Bos nia. Nel Paese vi sono quattro parchi
nazionali: del Lago di Scutari (il più vasto), del
Durmitor, del
Lovćen e della
montagna di
B i o g r a d
( Bi ogr ad s k a
Gora).
Il clima è contin e n t a l e
all’interno del
Paese, alpino nelle aree montane, e mediterraneo s ulla costa. Nelle aree interne, l’estate e
l’autunno sono caldi e gli inverni sono freddi,
anche rigidi, con importanti nevicate. Sulla
costa l’estate è calda e
asciutta, e l’inverno mite e
umido. Durante l’estate, in
montagna le temperature .
sono più fresche. I mesi
migliori per recarsi sulle
coste del Montene gro,
lunghe 300 Km, sono da
maggio a settembre; la
temperatura marina durante questi mesi varia dai 25°C
ai 28°C. La bandiera del
Montenegro è stata adottata dal Parlamento
nel luglio del 2004 unitamente al nuovo stemma e al nuovo inno na zionale. La bandiera ha il
bordo color giallo-oro e al suo interno ha lo
stem ma del Paese stesso, il quale contiene
simboli araldici m onarchici malgrado il Montene gro non sia mai stato una monarchia. Il
simbol o principale è l’aquila a due teste, la
quale ha sul petto lo scudo della dinastia Petrovič con un leone passante d’oro su sfondo
azzurro nella parte superiore di dimensioni
maggiore, e la parte inferiore verde; le due
parti dello scudo sono separate da una fascia
di colore oro. Tra le due teste dell’aquila vi è la
corona della dinastia Petrovič-Nejgoš e la
stessa tiene tra gli artigli uno scettro e un
globo. Il Montene gro è una Repubblica De mocratica Parlamentare Rappresentativa. Il 3
giugno 2006 il
M ont en egr o
proclama la sua
indipende nza a
seguito
del
r efer e nd um
indetto il 21
maggio 2006. Il 19 ottobre 2007 viene ratificata e adottata la nuova Costituzione che sostituisce quella del 1992. Il Presidente del Montene gro è eletto a ma ggioranza assoluta per
voto diretto; il mandato è
quinque nnale e rinnovabile.
L’attuale Presidente della
Repubblica è Filip Vuja nović
rieletto per la seconda volta
il 6 aprile 2008. Le prossime
elezioni politiche sono
previste quest’anno. I deputati dell’Assemblea Nazionale unicamerale sono
eletti per voto diretto secondo un sistema proporzionale di liste partitiche e incaricati di un
mandato di 4 anni. La Costituzione prevede la
presenza di un deputato ogni 6.000 elettori, di
conse guenza, il numero totale di parlamentari
può cambiare da legislazione a legislazione.
L’attuale assemblea comprende 81 deputati,
rispetto ai 74 della precedente legislatura. Il
Pr esi de nte d ell a R ep ub blica pr op one
all’Assemblea il candidato a Primo Ministro, il
quale presenta a quest’ultima una lista di ministri. Per potersi insediare, il Primo Ministro e i
mi nis tri d ev ono ot te ne re l a fi d uci a
del’Asse mblea. L’attuale Primo Ministro è Milo
Duka nović, che ha ottenut o la fiducia del Parlamento il 10 giugno 2009. Il Paese è composto
da 21 suddivisioni amministrative.
Pod gorica, la capitale, è situata sulle rive di sei
fiumi e presenta le caratteristiche di una moderna città europea, essendo il centro metropolitano e amministrativo del Paese. G uardando i suoi edifici, si potrebbe pensare che la città
sia appena sorta sulle rive dei fiumi Moraca,
Ribnica, Zeta, Sitnica, Mareza e Cijevna, tuttavia
dietro la città moderna si poss ono riconoscere
facilme nte le tracce di una lunga tradizione.
Pod gorica si trova a 44 metri sul livello del
mare, a soli 100 chilometri da centri costieri e
dalla prestigiosa località turistica invernale di
Bjelasica, in pratica in due ore di auto è possibile passare dal mare alla montagna. Non lontano dalla città si trova il Lago di Skadar e la valle
di Zetska, considerati un vero e proprio eden.
48
Mercati Esteri : Montenegro
Tabella 1
Dati di base ¹
Superficie
13.812 Kmq
Pop olazione
625.266 circa
De nsità della popolazione
50 ab./Kmq
Lingua ufficiale
Religione
Unità monetaria
Forma istituzionale
Capitale
Clima
Fuso orario
Rischio Paese SACE/OCSE
La popolazione del Paese è composta da Montenegrini (43 %), seguiti da Serbi (32%), da
Bos niaci (8 %), da Albanesi (5%, prevalentemente conce ntrati nella zona Sud-Est) e da altri
gruppi di minoranza. La lingua ufficiale del
Paese è il Monte ne grino, tuttavia sono riconosciute altre lingue regionali, quali: il serbo, il
bosniaco, l’albanese e il croato. Il tasso di alfabetizzazione della popolazione supera il 98%,
molti giovani sono in poss esso di un’istruzione
universitaria e la conoscenza della lingua inglese è ampiamente diffusa, ma anche francese,
russo, italiano e tedesco sono lingue studiate
nelle scuole superiori o a livello universitario.
Attualmente sono operative nel Paese 15 scuole di lingue straniere e sono presenti tre università (una statale e due private). La maggioranza della pop olazione è cristiana-ortodossa
(72,07%), seguita dagli islamici (11,19%), dai
cattolici (3,44 %) e da altre religioni minori
(5,38 %).
Nel 1918 il Montene gro entra a far parte del
Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni. I
sostenitori di Re Nicola, fondatore del Re gno di
Montene gro nel 1910, tentano una rivolta, che
Montene grino
Cattolica - ortodossa
Euro
Repubblica parlamentare
Pod gorica
Contine ntale/mediterrane o
Coincidente con l’Italia
6/7
è soffocata dal nuovo Stato nel 1924. Successivamente, un nuovo Re gno di Montenegro,
protettorato italiano, viene creato nel 1941
durante l’occupazione; più tardi, nel 1945
diventa Repubblica Federata della Repubblica
Socialista Federativa di Jugoslavia. Con il passare degli anni, mentre Slovenia, Croazia e
Bos nia-Erzegovina intraprendono un processo
di autonomia e si distaccano dalla Jugoslavia,
con un referend um del 1992 il Monte negro
decide rimanere nella Federazione insieme alla
Serbia. Dalla seconda metà degli anni ‘90 inizia
un processo di allontaname nto tra Serbia e
Tabella 2
Montene gro, condotto dal governo Duka nović,
che forma una propria linea politica ed economica. Nel 1997 Dukanović vince le elezioni
presidenziali e continua a percorrere la via del
distanziamento dalla Serbia, tanto da evitare i
bombardamenti NATO del 1999. Nel 2003 la
Repubblica Federale di Jugoslavia viene sostituita con la più debole Unione di Serbia e
Montene gro. Nel 2006 il parlamento del
Montenegro approva l’organizzazione di un
referendum per l’indipendenza, che si tiene
il 21 maggio dello stesso anno: la maggior
parte dei cittadini si esprime a favore e
pochi giorni dopo, il 3 giugno, il Montenegro proclama la sua indipendenza e si scioglie la confederazione. Il 10 settembre 2006 si
tengono le prime elezioni legislative del nuovo
Stato. Il primo ministro Milo Dukanović ottiene
la maggioranza assoluta con la Coalizione per
un Montene gro Europe o, di centro-sinistra e
filo-europe o. Uno degli obiettivi principali del
nuov o Stato è l’integrazione nell’UE, che si
manifesta con il grande impegno del Montenegro nell’attuare tutta una serie di riforme richiest e per l’adeguam e nto e l’entrata
nell’Unione. U n primo passo verso questa meta
si ha nel 2007, quando il Monte negro firma
l’accordo di Stabilizzazione e Associazione,
l’anno dopo presenta la candidatura ufficiale
per ottenere lo status di Paese candidato
al l’i n gr e s s o ne ll ’ U E. I n p a rti c ol ar e,
l’avanza me nto di questo processo è conferma-
Principali indicatori socio-politici
VALOR I
Tasso di increme nto demografico (in ‰)
Popolazione urbana (in % della popolazione totale)
Tasso di natalità (in ‰)
Tasso di mortalità (in ‰)
Speranza di vita alla nascita (in anni)
Tasso di alfabetizzazione
Tasso di disoccupazione
¹ Dove non diversamente specificato, le fonti informative dei dati qui esposti sono: www.globus.camcom.it, www.ice.gov.it, www.indexmundi.com e www.worldbank.org.
-0,633
61
10,89
9,03
74,3
98,4
13,4
49
Mercati Esteri : Montenegro
G UIDA AI MERCATI ESTERI : MONTENEGRO
to dalla riunione tenutasi lo scorso nov embre
presso il Parlamento Europeo dove la com missione parlamentare di stabilizza zione e di
associazione (SAPC) UE-Montene gro ha analizzato la situazione e gli sforzi compiuti dal Paese per adeguarsi alle direttive dell’UE.
Da tale incontro sono emerse le segue nti osservazioni e raccomanda zioni: il Parlamento ha
incoraggiato le autorità montene grine a prosegui r e c on l e ri f or m e ori e nt at e a
un’integrazione e uro-atlantica; ha mess o in
evidenza il bisogno di un dialogo politico
continuativo e globale sulla natura civica del
Paese, capace di andare oltre le differenze
etniche e partitiche allo scopo di creare una
forte coesione sociale interna; ha esortato il
governo a collaborare con orga nizzazioni
esterne allo scopo di porre maggiore attenzione alle tematiche ambientalistiche e alla gestione delle fonti energetiche; ha sollecitato
una profonda riforma del settore pubblico, allo
scopo di razionalizzarlo e modernizzarlo, evitare gli sprechi, puntare sulla meritocrazia e la
qualità della pubblica amministrazione, al
migliorame nto della magistratura; ha richiesto
un ulteriore e continuo sforzo nella lotta contro la corruzione, piaga del Paese difficile da
sradicare. Infine, ha apprezzato la completa
adesione del Montene gro all’O MC dall’aprile
del 2012, con un conse guente miglioramento
del clima degli investime nti nel Paese. A causa
della crisi economica globale, anche per il
Montene gro il 2012 ha segnato un rallentamento dell’economia, infatti, il PIL è aume ntato solame nte dello 0,5% attestandosi a 3.324
milioni di Euro (me ntre nel 2011 l’increme nto è
stato del 3,2 %). Tutti i settori dell’economia
hanno subito dei rallentame nti, a partire dalla
produzione industriale, che è diminuita del
9,1 %, questo viene attribuito principalme nte
alla riduzione della produzione di energia
elettrica, gas e acqua (-6,4 %), al settore minerario (-21,7 %) e al comparto manifatturiero
(-9,2 %).
Tabella 2
Principali indicatori socio-politici
VALOR I
PIL (mln Euro)
Variazione % PIL reale
Tasso di inflazione
Debito pubblico (mln Euro)
Debito pubblico (% PIL)
Deficit d i bilancio (mln Euro)
Deficit d i bilancio (% PIL)
Export merci (in migliaia di Euro)
Import merci (in migliaia d i Euro)
Sald o bilancia commerciale (in migliaia di Euro)
L’unico settore che ha registrato un incremento è stato quello del turismo, settore
che rappresenta una delle componenti più
importanti nella formazione del PIL. Nel
2012 il Montenegro ha registrato quasi un
milione e mezzo di visite, vale a dire un
+4,9% rispetto l’anno precedente. Il tasso di
inflazione registrato a dicembre 2012 è stato
del 5,1 %, ben più alto del 3,2 % del 2011. La
retribuzione reale netta pro-capite a fine anno
era di 478 Euro, si sono visti aume nti di salario
nel settore della distribuzione di energia
elettrica e gas (12,7%), nelle attività scientifiche
e tecniche (3,5%), nell’ambito delle com unicazioni (3,2%), nell’industria manifatturiera
(2,9 %). Di segno opposto le retribuzioni delle
attività amministrative (24,4%), del settore
agricolo, forestale e ittico (10,6%) e dei servizi
di ristorazione (7,6%). Oltre all’inflazione, rimane elevato e preoccupa anche il tasso di disoccupazione che raggiunge il 13,4% (+2,3%
rispetto al 201 1). Altro punto deb ole
dell’economia montene grina è il continuo
deficit del bilancio dello Stato: in base ai dati
della Banca Centrale a nove mbre 2012 ammontava a 128,6 milioni di Euro, vale a dire il
3,9 % del PIL. Il Ministero delle Fina nze rende
noto l’am montare del debito pubblico del
Paese: 1.730,4 milioni di Euro, pari al 52,6% del
3.324
0,5
5,2
1.730,4
52,6
128,6
3,9
334,39
1.659,88
-1.346,50
PIL. Considerato che la moneta nazione è
l’Euro, l’unico sistema per cercare di migliorare
la suddetta situazione è stato quello da parte
del G overno di mettere in atto una politica
fiscale per il biennio 2013-2015 con i segue nti
obiettivi: ridurre il lavoro e l’economia sommersa per allineare il bilancio statale alla crescita del PIL, riscuotere tasse e tributi arretrati,
incentivare gli IDE, ridurre il deficit nel settore
pubblico e cercare di stabilizzarlo.
L’interscambio del Montenegro con il
resto del mondo nei primi 11 mesi del 2012
è stato pari a 2.015,3 milioni di Euro (-3%
rispetto al 2011), registrando un export pari
a 334,4 milioni (-20%) e un import di
1.680,9 milioni (+1,3%). Per quant o riguarda
la composizione merceologica delle esportazioni prevalgono i metalli non ferrosi, seguiti
dal ferro e dall’acciaio. Nelle importazioni,
invece, spiccano la carne e i prodotti legati a
questa, i cereali e i suoi prod otti. Da un punto
di vista geografico, la maggior parte delle
esportazioni del Montenegro è stata destinata
ai paesi CEFTA, per un valore di 205,572 milioni
di Euro, pari al 61,4% del totale esportazioni.
Seguono i paesi dell’UE per un totale di 98,833
milioni, che incidono per il 29,5 % sulle esportazioni totali. Nel dettaglio, la Croazia è stata il
primo acquirente del Paese con 77,7 milioni di
50
Mercati Esteri : Montenegro
G UIDA AI MERCATI ESTERI : MONTENEGRO
Euro, seguita dalla Serbia con 74 milioni e dalla
Slove nia con 27,5 milioni. Per qua nto riguarda
le importazioni, il 44,7 % del totale è prove nuto
dai paesi CEFTA, mentre il 38,2 % dall’UE. In
particolare, la Serbia continua a essere il primo
fornitore del Montenegro, con una quota di
494,9 milioni, a seguire la Grecia con 147,5
milioni e la Cina con 1 22,8 milioni. L’Italia è il
sesto fornitore del Montenegro con importazioni pari a 104,1 milioni d euro (6,1%
delle importazioni totali).
Nel dettaglio, l’interscambio com merciale fra il
Montene gro e l’Italia nel 2012 è stato di circa
115.782 milioni di Euro, di cui 104.140 milioni
di importazioni (6,1% del totale importazioni
montene grine) e 11.642 milioni di esportazioni
(3,4 % delle esportazioni montene grine). Il
saldo commerciale a favore dell’Italia è
stato pari a 92.497 milioni. L’Italia, sesto
fornitore del Montene gro, è preceduta dalla
Serbia, dalla Grecia, dalla Cina, da Bos nia ed
Erze govina e dalla Germania. Da un punto di
vista di orientamento merceologico, i settori
più rilevanti per quanto riguarda le esportazioni montene grine in Italia sono stati: prodotti
della metallurgia, energia elettrica, gas e vapore, legno e suoi derivati, sughero, articoli in
paglia e materiali da intreccio. Dal lato delle
importazioni m onte negrine dall’Italia, i princi-
Grafico 1
pali settori d’interesse sono stati: articoli di
abbigliamento, prodotti alime ntari, articoli in
pelle, computer, prodotti di elettronica e
ottica, apparecchiature elettriche e apparecchiature di uso domestico non elettriche.
Per quanto riguarda gli IDE, in base ai dati della
Banca Centrale del Monte ne gro relativi al
periodo ge nnaio-novembre 2012, il flusso in
entrata degli investimenti diretti esteri netti
è stato pari a 421,5 milioni di Euro, vale a
dire il 15,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2011. Nello specifico il Paese ha registrato una diminuzione nella percentuale di
investimenti, malgrado questo, il flusso degli
IDE è rimasto elevato sotto forma di investimenti nel settore imm obiliare e del debito
intersocietario. Il primo ha visto una crescita
del 26 % rispetto al 2011 e ha raggiunto la cifra
di 208 milioni di Euro; gli investimenti nelle
aziende e gli istituti locali di credito sono stati
pari a 141,7 milioni, infine, sotto forma di
debito intersocietario il fluss o in entrata è
stato pari a 144,6 milioni (+20,7%). Il governo
ha tra i principali obiettivi quello di creare
condizioni sempre più favorevoli agli investimenti esteri, in quanto il risparmio del Paese
non è sufficiente e le banche attua no politiche
di credito particolarmente restrittive. Relativamente agli IDE italiani, il Montenegro pre-
Principali Paesi Clienti e Fornitori (in migliaia di Euro)
senta un significativo potenziale per gli
investimenti italiani, che sono al primo
posto in assoluto tra gli investimenti esteri.
Le imprese italiane sono presenti soprattutto nel settore energetico. Esistono margini
per increme ntare la presenza delle nostre
imprese nei segue nti settori: infrastrutture,
trasporto, turism o, cons ulenza ed engineering,
ambiente, riciclaggio e trattamento dei rifiuti,
lavorazione e stoccaggio di prodotti alimentari.
Alcuni esempi di internazionalizza zione di
imprese italiane in Monte ne gro sono, in primis,
quella del gruppo A2A, che ha parzialme nte
ricapitalizzato e privatizzato l’EPC G, ossia l’Ente
statale per l’energia elettrica, detene ndone il
43,7% del capitale. Inoltre, Terna Rete Elettrica
ha acquisito un pacchetto di minoranza del
22 % delle azioni di CGES, la Società distributrice di energia elettrica montene grina, in aggiunta, la stessa costruirà un elettrodotto “Italia
-Montene gro” di 415 km complessivi. Il Cons orzio triestino Ocean Interlog, con un investimento di 2,15 milioni di Euro, ha rilevato
l’intero capitale di Pomorski Poslovi, titolare
dei servizi marittimi nel porto di Bar. Infine,
sono da segnalare vari insediamenti di P MI
italiane che riguardano soprattutto produzioni
in conto terzi nel settore del le gno,
dell’arredame nto e dei servizi. Ciò denota una
certa continuità e vitalità di scambi e collaborazioni tra i due Paesi, favoriti dalla vicinanza
ge ografica, dalla crescente apertura del Montene gro verso l’UE, dall’impegno del G overno
per favorire pratiche che attragga no sempre
più investimenti esteri e dalla popolazione del
Montene gro, giovane, dinamica e sempre più
qualificata. Questo dovrebbe portare il Paese a
diventare più competitivo e, quindi, generare
un aume nto del rating nei prossimi anni.
Daniela Brugnera
Collaboratrice esterna
economia internazionale