AM Underground N.5 Febbraio

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AM Underground N.5 Febbraio
Liceo Linguistico, Sociopsicopedagogico, delle Scienze Umane e Musicale
“Alessandro Manzoni” di Varese.
Anno scolastico 2013/2014
wait, what’s in here?
La redazione e l’editoriale
Brand New Eyes
Keep Calm and Carry On
Il Diario di Bridget Jones
Top 10 Albums of the (Past) Year
Everybody Loves Music
Saint Valentine’s Day
Let’s Read, Let’s Dream!
Dear Diary
Scusate Se Mi Inserisco
Love
Horroroscopo
pag. 3
pag. 4
pag. 5
pag. 7
pag. 8
pag. 10
pag. 13
pag. 14
pag. 16
pag. 19
pag. 21
pag. 23
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la redazione:
Monica Lucioni aka LaLucions
Irene Scavello aka shiveredbones
Alessandra Pelozzi aka dandelion
Chiara Caliolo aka Tali
Chiara Ricci aka Picci
Denise Dengo aka Deny
Denys Guante aka Lucia Bonbon
Barbara Talarico aka Babi
Giada Romeo aka Romy
Gloria Longhini aka Glo
Holly
Houda Latrech aka Nour
Letizia Giamporcaro aka Tita
Ludovica Motta aka Vica
EDITORIALE:
Buonhola piccoli manzoniani incalliti, qui è
Lucions che batte i tasti del computer di Scav.
Tavola da surf II, il ritorno delle tavole da surf
zombie.
Come procede la vostra pagurosissima esistenza? Per quel che ci riguarda molto benissimo:
c’è il sole (oggi), domani andiamo a un concerto
(IL concerto) e Scav ha imparato a colorare con
i pennarelli dentro alle righe. E’ una lunga storia, infanzia travagliata, non fate domande.
Non mi sono mai sentita più all’asilo di ora.
Io potrei citare un certo numero di situazioni in
cui mi sento molto all’asilo; naturalmente non
per i miei comportamenti assolutamente intelligenti e seriosi, ma per i babbani che mi circondano.
Tra l’altro mentre io faccio queste riflessioni
filosofiche sul mondo in cui vivo, Scavello invoca gli dei in un misto tra spagnolo e calabrese
(sempre relativamente al colorare dentro alle
righe). Ah Merlinos mios.
Benvenuti a tutti in un altro fantastico numero
dell’A.M. Underground!
Disse Irene dopo mezzo editoriale.
Scusate ma ero impegnata nelle mie faccende
affaccendate; un benvenuto ci sta sempre, no?
Che modello di educazione questa fanciulla! E
pensare che c’è chi dice che i giovani non sappiano più cos’è la buona creanza.
Sempre a sottovalutarci, noi che siamo il futuro. *Scene di un film di fantascienza davanti
agli occhi di Lucioni*
Qui c’è un simpaticone che non sa che se cerchi
di aprire una macchina chiusa, suona l’allarme.
Complimentoni!
Le avventure del quartiere di casa Scavello.
“Il Bronx del Varesotto”, un film di Irene Scavello (da leggersi con voce profonda versione
trailer della Worner Bros).
*Irene che muore dal ridere*
Qui ci crepa la regista, God save the director!
Oh, and aslo the Queen.
Because i’m the queen of all llamas.
Veramente io parlavo della regina di Inghilterra,
sai, la simpatica vecchiettina con i cappelli
buffi? Ecco.
Si, come vuoi tu.
Ad ogni modo, dopo questo inutile e consueto
sclero, vi auguriamo buona lettura.
Vorremmo anche fare uno speciale ringraziamento pieno di unicorni color arcobaleno a Francesca Lauriello, fan numero uno
dell’Underground.
Con il potere da me conferitomi la dichiaro
“Manzoniano dell’anno”, così ho deciso e
l’udienza è tolta.
Bene, dopo la sentenza del nostro democraticissimo giudice, concludiamo l’editoriale. Buona
lettura e tante giraffe nane a tutti.
Lucions e shiveredbones
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brand new eyes
Carissimi manzoniani, questo mese interrompiamo la consueta valanga di notizie di cronaca per
parlare di qualcosa che sta toccando tutti noi in prima persona da circa un mese.
Telegiornale, periodici, fotografi, alunni sfrattati, professori scontenti, muratori che camminano
selvaggiamente sul tetto e chi più ne ha più ne metta. Ma al Manzoni, cosa succede davvero? Forse
la domanda merita una risposta un attimino più seria, che dovrebbe essere già stata data durante
le assemblee d’Istituto tenute rispettivamente il 30 gennaio e 1 febbraio nelle palestre di entrambe
le sedi del licei con i rappresentanti d’Istituto, il preside e il presidente del Consiglio d’Istituto.
I punti all’ordine del giorno erano sostanzialmente due: informare il corpo studentesco riguardo
alla struttura ormai vetusta, “tipica degli anni ‘60” della sede di via Brunico e la riduzione del numero delle classi prime per l’anno scolastico venturo.
Per quanto riguarda il primo problema, a causa della pioggia violenta, il 20 gennaio le classi 1CL e
2AL sono state costrette a spostarsi nei laboratori in seguito al cedimento dei pannelli provvisori
installati dal comune una settimana prima annessi ad una copertura fatta vent’anni fa, che non
ha supportato il peso dell’acqua che vi si era infiltrata. Collaborando con la Provincia, una ditta di
tecnici ha riparato temporaneamente il danno e si è concluso un piano di ristrutturazione secondo
il quale la riparazione definitiva del soffitto dovrebbe durare circa un mese, anche se tutta la struttura avrebbe bisogno di una grossa manutenzione.
Durante l’assemblea del linguistico, però, una coraggiosa studentessa di quinta ha espresso un
evidente disagio riguardante non solo la struttura della sede di via Brunico, ma anche delle condizioni igieniche e salutari degli studenti: le classi sono piccole ed è difficile assicurarsi dei costanti
cambi d’aria, in più i bagni sono raramente puliti e provvisti di carta igienica e sapone per le mani.
Ci viene detto che “definire la nostra scuola a norma va benissimo,” mentre la Provincia è tuttavia
ancora alla ricerca di una sede effettivamente idonea al nostro Istituto, che il preside richiede da
tempo. Apparentemente non resta che aspettare pazientemente.
Sensibilizzare l’opinione pubblica è stato fondamentale, specialmente per aiutare noi studenti ad
ottenere dei diritti fondamentali (come riuscire ad entrare a scuola ogni giorno sapendo di passare
dalle quattro alla sei ore in una struttura realmente sicura). Gli studenti non sono gli unici ad essere scontenti della situazione attuale nella nostra scuola. A loro si uniscono i professori, contrari
all’idea di non poter accettare un numero ‘adeguato’ di studenti il prossimo anno. Per sottolineare
la loro presa di posizione, alcuni di loro hanno deciso di firmare una mozione per difendere il diritto di tutti i futuri iscritti alla nostra scuola di poter scegliere liberamente il loro indirizzo di studi
ed il liceo in cui portarlo avanti. Il numero massimo di classi prime che verranno accolte in tutto
l’Istituto, infatti, è diminuito a nove rispetto alle undici di quest’anno. La decisione è stata presa
in base ad una norma ministeriale a cui la Provincia deve obbligatoriamente attenersi secondo la
quale, in seguito all’apertura di più indirizzi sul territorio (come a Gavirate, Bisuschio e Tradate) e
alla mancanza di fondi per costruire nuove sedi, le domande di iscrizione verranno accolte rispetto
al limite predisposto dagli enti locali (che devono razionalizzare gli spazi) per ogni plesso, rispettando sempre il Diritto allo Studio. I criteri di ammissione per gli iscritti sono stati votati in Consiglio d’Istituto e si basano in particolare sul territorio (ad esempio verranno accettate tutte le richieste di alunni provenienti da distretti dove non sono già presenti gli indirizzi della nostra scuola).
L’amministratore dell’Ufficio scolastico provinciale, Claudio Merletti, ha detto a VareseNews: “A
livello di consiglio di istituto, ognuno ha stilato una serie di criteri di accettazione da usare solo in
caso di sforamento della domanda. Ogni scuola si è mossa individuando criteri propri.” L’unica
speranza a riguardo è che le scuole superiori della zona non prendano in considerazione i voti di
condotta o l’andamento scolastico di ciascun alunno, proprio per evitare di calpestare, appallottolare e gettare via il concetto di diritto allo studio.
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Cestinare così tante richieste (considerando l’elevatissimo numero di alunni che avevano già dovuto rinunciare ad iscriversi al Manzoni l’anno scorso) andrebbe a danneggiare la reputazione ed il
prestigio del nostro Istituto, per cui i professori lavorano anche extracurricularmente. Eppure, secondo il dirigente dell’Ufficio scolastico, il diritto allo studio non coincide con il diritto di scegliere
una precisa scuola. Ha sottolineato: “Se la mia domanda non sarà accolta e io voglio comunque
seguire quel percorso, mi adopererò per trovare un’alternativa, sobbarcandomi i costi aggiuntivi.
Le scuole devono solo essere trasparenti nella loro azione di accoglienza.”
Anche il duro lavoro svolto dagli stessi studenti durante le attività di accoglienza dei futuri manzoniani con Open Day e partecipazioni alle lezioni mattutine sembra quasi inutile, considerando che
nemmeno la metà di tutti i partecipanti potrà iscriversi ai nostri Licei. Almeno la rivisitazione dei
criteri ha portato un po’ più di tranquillità e obiettività, anche se stiamo già preparando la vendita
dei biglietti per una serie tornei di braccio di ferro: i genitori di tutti i poveri ragazzi che hanno
scelto di frequentare proprio il Manzoni potranno benissimo combattere per far studiare il proprio
pargolo dove vuole davvero.
Per concludere, cari manzoniani, dobbiamo tenere duro: allarmiamoci di meno, ma non rilassiamoci troppo. Presto troveremo una nuova dimora, la spaventosa ripidità delle scale e i pannelli che
precipitano peggio di Flappy Bird non saranno più la nostra più grande paura.
Ma che dico, la nostra scuola è completamente a norma, non preoccupatevi.
shiveredbones.
KEEP CALM AND CARRY ON
Salve, lettori allegri e spensierati!
Ovunque voi siate in questo momento e qualunque impresa scolastica stiate affrontando, sappiate
che sono sicura possiate vincere con successo ogni sfida!
Il secondo quadrimestre è da poco iniziato ed è giusto restare forti e non mollare, nonostante ci
possano essere delle insoddisfazioni e/o dei voti che non rispecchiano il nostro impegno reale.
In questi ultimi mesi, è nostro compito dimostrare quanto valiamo, sapendo rialzarci, anche e soprattuto dopo gli ‘scivoloni’ che possono sempre intralciarci la strada.
Credo in voi e, dopo questo incoraggiamento, mi sembra doveroso iniziare ufficialmente l’articolo.
Dal momento che recentemente non sta piovendo per niente, trovo giusto portare un po’ di luce e
calore nelle vostre esistenze, facendovi riflettere su un tema a me molto caro (in tutti i sensi).
Il viaggio.
Ho sempre amato viaggiare perché ho un’innata curiosità che mi spinge a voler scoprire il mondo
che mi circonda, esplorandolo con tutti i cinque sensi e vivendoci in prima persona.
Il mondo è così vasto che, purtroppo, sarebbe impossibile visitarlo tutto, ma è bello pensare che
ovunque ci troviamo, c’è sempre un altro posto che ci rispecchia, basta saperlo trovare!
Viaggiare permette di guardare oltre nuovi orizzonti, superare il confine del cielo che vediamo
dalla finestra della nostra casa per immergerci in un oceano che non abbiamo ancora esplorato, ma
che è lì. Pronto per noi. Pronto per essere scoperto.
Il viaggio permette di allontanarci dalla realtà di tutti i giorni per andare oltre la banalità, per
scoprire qualcosa che, prima, non immaginavamo, o immaginavamo completamente diverso.
Quante volte vi è capitato di immaginarvi un luogo, una città e poi di trovarla completamente diversa, una volta che vi trovavate lì? A me è successo sempre.
E la realtà, il più delle volte, ha superato le aspettative.
Perché possiamo immaginarci un posto vividamente nella nostra testa, ma, solo quando siamo lì,
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possiamo viverlo per davvero e scoprire com’è in realtà. Quando leggiamo o guardiamo un film,
ci capita di vedere quello che vogliamo vedere, ma è solo viaggiando concretamente che possiamo
scoprire la vera natura del luogo.
Sia essa peggiore o migliore della nostra fantasia.
La realtà non coincide mai con l’aspettativa che ci siamo fatti e, proprio per questo, il viaggio costituisce una vera sorpresa perché non puoi mai sapere che cosa ti aspetta una volta giunto a destinazione. La scelta migliore, probabilmente, è quella di non farsi aspettative per non restare delusi,
ma, in ogni caso, è bene lasciarsi guidare dal cuore.
È infatti ciò che sentiamo quando ci troviamo in un posto a decretare quanto ci piaccia oppure no.
Avete presente quella sensazione di calore e gioia che ci pervade quando sentiamo di appartenere a
un luogo? Beh, quella è indice di scelta azzeccata e di viaggio riuscito!
Non mi è capitato (ahimè) di fare molti viaggi finora, ma i pochi che ho fatto mi sono rimasti nel
cuore. Sono stata a Parigi (e tra un mese ci tornerò con la mia classe) e mi sono innamorata di
questa città. L’avevo sempre immaginata come una città poetica e meravigliosa. L’avevo vista in
moltissimi film ed ero certa che non mi avrebbe delusa. Quando mi sono trovata lì, ho capito sin da
subito di adorarla, perché niente era come me l’aspettavo. Tutto era diverso. Migliore.
Perché nella mia testa mi ero anche potuta immaginare delle cose stupende, ma la realtà superava
quello splendore. E poi la Tour Eiffel vista dal vivo è tutta un’altra, cosa così come la cattedrale di
Notre Dame o il Louvre.
Ci sono monumenti e musei che puoi sempre vedere in un documentario, ma non ti accorgi mai
della loro reale grandezza finché non li vedi dal vivo. Finché non li vivi. Perché quando si viaggia,
si impara a vivere in un’altra città, in un altro paese, scoprendo che tutto è diverso da come ce lo
immaginavamo.
Perché ogni Paese ha il suo unico modo di vedere il resto del mondo e di vivere le proprie tradizioni e la propria cultura. E noi stessi, quando ci troviamo da un’altra parte, ci sentiamo diversi.
Sentiamo che il mondo ci appartiene e che possiamo andare ovunque vogliamo perché siamo lontani da casa, dai pregiudizi, dalle abitudini, dagli sguardi della gente che pensa di conoscerci ma
non sa niente di noi.
Sembra banale dire “Il mondo è bello perché è vario”, ma, in fondo, è proprio così.
Non c’è posto uguale a un altro, non c’è città identica a un’altra e non c’è niente che non sia unico
nel suo genere. Un luogo può piacerci o no, ma ci porterà sempre nel cuore delle emozioni indimenticabili perché sono emozioni che scaturiscono da un’esperienza sempre unica e costruttiva:
quella del viaggio.
Quindi, vi auguro di andare ovunque lo desideriate e di scoprire dentro al cuore quella sensazione
di pace e calore che vi fa sentire nel posto giusto, al momento giusto.
Una sensazione che custodirete sempre dentro di voi e che si riaccenderà al viaggio successivo, più
forte e brillante di prima. Una sensazione che vi farà venire sempre voglia di viaggiare.
Sia un viaggio verso una meta conosciuta o no, siate da soli o in compagnia, non smettete di viaggiare e farvi trascinare da quel vortice infinito di luci e colori che vi porterà verso una destinazione
straordinariamente unica.
L’uso dei viaggi è di regolare l’immaginazione con la realtà, e, invece di far pensare
come possono essere le cose, di farle vedere come sono.
Samuel Johnson
Keep calm and take off!
Glo
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IL DIARIO DI BRIDGET JONES
Vi è mai capitato di andare al cinema, guardare la programmazione e non trovare nessun film per il
quale valga la pena perdere tempo?
Bene, è esattamente quello che mi è successo questo mese.
Non avendo alcuni voglia di recensirvi un vecchio film uscito da anni e che tanto non interessa a
nessuno, opterò per parlarvi dell’attore migliore dell’universo.
Ebbene si, signori e signore, sto parlando del famigerato e amatissimo Johnny Depp!
John Christopher Depp II per essere precisi. (Lo sapevate?)
È nato ad Owensboro il 9 giugno 1963; è un attore, un regista, un musicista e un produttore cinematografico statunitense.
È stato candidato tre volte all’Oscar, senza però riuscire mai a vincerne uno (non temete, c’è ancora
tempo).
In compenso ha vinto il Golden Globe come miglior attore per “Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street”, dopo essere stato candidato più volte al premio (10 nomination). Con mio
grande disappunto, Johnny non é amato solo da me, ma, purtroppo, ha avuto svariate relazioni
con svariate donne/attrici/modelle, naturalmente tutte superbellissime.
Dal 1989 al 1993 ha avuto una relazione con l’attrice Winona Ryder Depp; le aveva dedicato un
tatuaggio sul braccio con scritto “Winona forever” (“Winona per sempre”), che dopo la separazione
modificò in “Wino forever” (“Ubriaco per sempre”).
Nel 1998 inizia una relazione con l’attrice e cantante francese Vanessa Paradis, da cui ha avuto due
figli: Lily Rose Melody e John “Jack” Jake Christopher Depp III (no, questo nome non è assolutamente troppo lungo Johnny!). Nel 2012, dopo 14 anni di convivenza, i due si separano ufficialmente.
Dal 2012 ha una relazione con l’attrice Amber Heard, conosciuta sul set del film “The Rum Diary”;
i due avrebbero già deciso di sposarsi con una cerimonia privata sulla spiaggia di Little Hall’s Pond
Cay, l’isola delle Bahamas di proprietà dell’attore. Quindi, ragazze care, per ora il nostro grande
amore è impegnato, ma non temete, avremo anche noi il nostro momento di gloria.
Holly
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TOP 10 ALBUMS OF THE (PAST) YEAR
Gentaglia del Manzoni! Quanto tempo. Purtroppo a causa di forze maggiori non ho potuto scrivere
per ben due mesi sul giornale, ecco perché alla bellezza della fine di febbraio vi ritrovate a leggere
la mia personale top ten degli album rilasciati l’anno scorso. Insomma, speriamo che l’anno prossimo riesca a fare in tempo e soprattutto qualcosa di più universale.
The 1975 - The 1975 (Dirty Hit/Polydor)
Dopo 10 anni dalla loro formazione ufficiale e 5 EPs, la band inglese ha rilasciato l’album di debutto che si è rivelato un successone. Non c’è da sorprendersi visto che sono veramente una boccata
d’aria fresca per la scena musicale odierna. Viaggiano tra il confine indie pop e synth pop e non
posso non utilizzare la parola ‘timeless’ per descrivere questo disco.
Canzoni consigliate: Sex; Chocolate; The City; Heart Out; Girls.
A Day To Remember - Common Courtesy (Self-release)
La legge è complicata. Ascoltare la musica no, quello è facile. Quindi non sto a spiegarvi tutto il casino che è successo con la Victory Records e vi consiglio vivamente di ascoltare questo disco. Dopo
ben 3 anni di attesa, gli A Day To Remember non deludono le aspettative dei fans e non e danno
prova delle loro capacità perfezionando la mescolanza tra pop-punk e post-hardcore. Perfetto inizio per un nuovo capitolo della band.
Canzoni consigliate: Violence (Enough is Enough); Sometimes You’re The Hammer, Sometimes
You’re The Nail; End Of Me; Life @ 11.
Bring Me The Horizon - Sempiternal (Epitaph)
Nonostante questo sia già il loro quinto album non c’è dubbio che sia il migliore. Anche se piazzato
sotto la categoria metalcore in realtà sono ben udibili le influenze elettroniche ed ambient. A differenza di molti loro colleghi, i BMTH hanno decisamente migliorato il loro songwriting e dato una
scossa al loro genere. Le canzoni hanno tempi diversi e sono state seguite attentamente durante
tutto il processo. Nulla è scontato.
Canzoni consigliate: Can You Feel My Heart; Sleepwalking; Shadows Moses; And The Snakes Start
To Sing; Hospital For Souls.
Deafheaven - Sunbather (Deathwish)
Decisamente una delle uscite più interessanti dell’anno. Quest’album fonde Death Metal con generi
come il post-rock e lo shoegaze, rendendo assolutamente unico e brillante. Le canzoni sono decisamente lunghe e alternano momenti di angoscia a momenti di tranquillità. Non adatto ai deboli di
cuore, ambizioso e inspirante. Potrebbe decisamente cambiare la vostra idea di musica metal.
Canzoni consigliate: Please Remember; Dream House; Vertigo.
Fall Out Boy - Save Rock and Roll (Island)
4 anni dopo il loro ultimo album I Fall Out Boy ritornano completamente rinnovati: la voce di Patrick ha una potenza mai vista e la loro musica diventa teatrale, con testi che certe volte sono geniali
e altre volte non hai idea di dove vogliano andare a parare. Contiamo volentieri il fatto che alcune
canzoni hanno anche dei guest vocals del calibro di Elton John e Courtney Love.
Canzoni consigliate: The Phoenix; Alone Together; Where Did The Party Go; Young Volcanoes;
Lorde - Pure Heroine (Universal)
O la si ama o la si odia. Lorde ha solo sedici anni ed è riuscita a debuttare nel mondo musicale in
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modo memorabile. Basta poco per creare musica: sintetizzatori e voce, testi che esplorano temi
come l’adolescenza o che criticano la scena musicale commerciale (ironia della sorte?).
Canzoni consigliate: Tennis Court; Buzzcut Seasons; A World Alone; Ribs.
The Maine - Forever Halloween (8123)
I cinque ragazzi di Arizona hanno fatto centro rilasciando quello che potrebbe essere il loro
migliore album. Hanno trovato l’equilibro ottimale tra veloce e lento dandoci canzoni degne
dell’alternative rock degli anni 90 e si sono evoluti a tal punto che se lo si comprara con il loro
primo disco la domanda ‘ma sono la stessa band?’ sorgerebbe spontanea. Curiosa di sapere se riusciranno a superarsi nuovamente.
Canzoni Consigliate: Love&Drugs; Blood Red; Kennedy Curse; These Four Words.
Paramore - Paramore (Fueled By Ramen)
Dopo l’uscita dei fratelli Farro sembrava cosa buona e giusta dubitare fortemente del futuro della
band ormai diventata trio. Ed invece, quattro anni dopo Brand New Eyes, il loro self-titled album
debutta al primo posto delle charts americane, li porta a fare un arena tour in giro per il mondo e
con “Still Into You” surclassano l’intramontabile “The Only Exception”. E’ acclamato dalla critica
come, senza molti dubbi, il loro album migliore, probabilmente grazie alla fusione incredibile di
generi che tiene attento e fresco l’ascoltatore nonostante le ben diciassette canzoni.
Canzoni Consigliate: Fast In My Car; Now; Ain’t It Fun; Part II; Last Hope; Anklebiters; (One Of
Those) Crazy Girls; Future.
Sarah Neufeld - Hero Brother (Self-release)
Probabilmente non la conoscete ma Sarah Neufeld è un membro “occasionale” della band indie
rock Arcade Fire, che ha scritto, giusto per citarne alcune, l’intro di “Neighborhood #4 (7 Kettles)”
e la melodia di “Rebellion (Lies)”. La più grande sfida di quest’album da solista è tenere interessato
l’ascoltatore per 45 minuti e solo con il violino. E ci riesce brillantemente, accompagnandosi ogni
tanto da percussioni e piano.
Canzoni Consigliate: Hero Brother; Dirt; Wrong Thought; Forcelessness.
Twenty One Pilots - Vessel (Fueled By Ramen)
I 21 pilots sono un duo composto da Tyler Joseph (Voce, Tastiera) e Josh Dun (Batteria) e sono
assolutamente una delle novità da ascoltare proprio perché molto particolari. Non riesco a trovare
un termine giusto per descriverli. Unici sicuramente. Giusto per darvi un’idea possiamo dire che
sono un insieme di indie elettronico e hip hop. Non ti annoi ascoltandoli e soprattutto i testi sono
fantastici.
Canzoni Consigliate: Holding On To You; Car Radio; Screen; The Run And Go; Guns For Hands.
HONORABLE MENTION:
ZEDD - Clarity (Interscope Records)
Parto con il dire che non sono una grande fan della scena EDM ma sono fermamente convinta che
quando qualcuno è bravo a fare quello che fa può facilmente scavalcare i confini del gusto personale. E’ il caso di Zedd. Nonostante sia andato sul sicuro, è stato capace di sfornare grandi hits
come quelle di Stay The Night e Clarity, di cui, specialmente quest’ultima, va premiato il testo.
Canzoni Consigliate: Shave It Up; Stache; Push Play; Clarity.
Romy.
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EVERYBODY LOVES MUSIC
Salve a tutti bellissimi studenti del Manzoni!
Questo mese vi daremo altri nostri consigli per riscaldare le fredde giornate d’inverno che, fortunatamente, finiranno presto...si spera.
Comunque, freddo o no, noi vi diamo lo stesso i nostri pareri sui cantanti che ci piacciono particolarmente e che speriamo possano piacere allo stesso modo anche a voi.
Vica: Salve gente! Come le mie colleghe anche io sono tornata per consigliarvi uno dei miei gruppi
e cantanti preferiti e questo mese vi parlerò degli Articolo 31 e J-AX.
Iniziamo subito con il gruppo:
Formatosi a Milano nel 1990, composto da J-AX e DJ JAD, il gruppo divenne subito famoso oltre
che in Italia anche all’estero.
Nell 1994 il gruppo ebbe una svolta, formando la Spaghetti Funk, una Crew fondata dal leder degli
Articolo J-AX con lo storico rap milanese Space One e Raptuz; il gruppo comprendeva inoltre DJ
Zack, Thema, Strano e Grido (il fratello minore di J-AX).
Nel 2006, dopo aver pubblicato ben nove album, la Crew prende una pausa di riflessione e cosí
iniziano tutti a cantare da solisti: J-AX pubblica cinque album mentre Dj Jad due.
Un anno più tardi esce la notizia della riunificazione del gruppo solo ed esclusivamente per l’MTV
DAY.
Dopo l’esibizione Dj Jad e J-Ax dichiarano che la loro è stata una separazione discografica ma che,
in occasioni importanti, si potranno riunire.
J-AX
Nato a Milano il 5 agosto del 1972, Alessandro Aleotti conosciuto come “J-Ax”, è sicuramente il
membro che dopo la fine degli Articolo 31 ha riscosso più successo.
In tutta la sua carriera (in attività ancora oggi) ha pubblicato 15 album. Una volta fuori dagli Articolo si unisce a Neffa formando i “Due Di Picche”, gruppo che rimarrà unito per un solo anno,
dopo di che Ax entrerà in una muova Crew, ancora attuale,” l’Accademia Delle Teste Dure”.
Purtroppo al termine del “Meglio Live Tour”, il 6 ottobre 2012 si è ritirato temporaneamente dalla
scena musicale, affermando di aver bisogno di almeno un anno per “raccogliere nuove idee”.
CURIOSITÀ SULL’ARTISTA:
- J-Ax è sposato con una fotomodella americana.
- Ha collaborato con Guè, Marracash, Club Dogo e molti altri artisti.
- È alla ricerca di una bassista per il suo gruppo.
- Il suo ultimo tour, “Meglio Prima Liv”e, ha visto la partecipazione di oltre 400.000 fan.
Spero questi cantanti possano piacervi come piacciono a me e concludo, come sempre, dandovi
qualche consiglio sulle canzoni da ascoltare.
Articolo 31:
- Album “Cosí Com’è”.
Tracce: “Tranqui Funky” - “Gigugin”.
- Album “Domani Smetto”.
Tracce: Ascoltatelo tutto, è il più bello!
J-AX:
- Album: “Di Sana Pianta”.
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Tracce: “Piccoli Per Sempre” - “ Ti amo O Ti Ammazzo”.
- Album: “ Meglio Prima”.
Tracce: “Ancora In Piedi” - “ Domenica Da Coma” - “ Tutta Scena”.
Tati: Io come al solito vi voglio consigliare un po’ di rock, e direi che non posso non parlarvi dei
mitici Paramore.
I Paramore sono uno dei miei gruppi preferiti e credo che se inizierete ad ascoltarli anche voi vi
piaceranno, ma naturalmente molti di voi li conosceranno già.
I Paramore si sono formati a Franklin, nel Tennessee, nel 2004. Attualmente la band è composta
da Hayley Williams, Jeremy Davis e Taylor York. Fino al 2010 ne facevano parte anche i fratelli
Josh e Zac Farro.
La band ha esordito nel 2005 con l’album “All We Know Is Falling’’ e due anni dopo ha pubblicato
“Riot!’’, entrambi album che hanno ottenuto molto successo.
Nel 2009 incidono l’ultimo disco di cui faranno parte i fratelli Farro: “Brand New Eyes’’ (personalemente è uno dei miei album preferiti quindi ve lo consiglio vivamente).
Tutti questi album sono sul Pop-Punk, Emo-Pop e Alternative Rock.
Dopo l’abbandono di Zac e Josh il loro genere è un po’ cambiato. La band ha inciso un nuovo
album omonimo che si discosta un po’ dal loro solito genere, infatti tende ad essere piu’ vicino allo
stile Pop e Indie ma anche New Wave.
I singoli estratti da “Paramore’’ sono “Still Into You’’, “Now’’, ‘’Daydreaming’’ e ‘’Ain’t It Fun’’.
Questa band ha inoltre prodotto delle canzoni anche per le colonne sonore di film; per ‘’Twilight’’
ha scritto “Decode’’ e la canzone “Monster’’ é compresa nel film “Transformers 3’’.
Io non penso di essere l’unica a reputarli dei grandi artisti, che meritano decisamente il successo
che hanno.
Premettendo che vi consiglio tutti i loro album, ma ora vi dico ‘qualche’, canzone giusto per sapere
da dove iniziare ad ascoltarli:
- Da “All We Know Is Falling’’: Pressure, Emergency e Conspiracy.
- Da “Riot!’’: For A Pessimist I’m Pretty Optimistic, Misery Business e Let the Flames Begin.
- Da “Brand New Eyes’’: Careful, The Only Exception, Ignorance (ascoltatela assolutamente), Misguided Ghosts e Brick By Boring Brick.
- Da “Paramore’’, oltre a quelle che vi ho scritto prima, ascoltate Grow Up, Part Two e (One Of
Those) Crazy Girls.
Picci: io invece vi parlerò di un artista che seguo già da un paio d’anni ed è davvero da ascoltare.
Si chiama James Hillier Blount, ma è meglio conosciuto con il nome di James Blunt.
E’ un cantautore inglese nato a Tidworth, il 22 Febbraio 1974. Il suo stile unisce pop, folk e rock
che si completa con la sua melodica e dolce voce.
James si può considerare un soldato prestato alla musica. Infatti, come tradizione famigliare, intraprende la carriera militare, ma si accorge ben presto della sua passione per la musica.
Nel 2002, quindi, lascia l’esercito e si getta anima e corpo in questa nuova esperienza, che risulta
avere un gran successo. La sua storia è di esempio a tutti perché, anche se la sua passione è ostacolata dalla famiglia, riesce a dimostrare di avere un vero e proprio talento.
Le sue canzoni spesso sono accompagnate dal pianoforte e dalla chitarra, che rendono il tutto più
dolce e classico. La canzone “Heart to heart”, del suo ultimo album è di fatto la mia preferita, con
una grandissima musicalità. Ma è certamente molto bella anche “Bonfire heart” che è forse più
conosciuta. In ogni caso, curiosate un po’ nella sua discografia e non resterete delusi!
Tita: Ciao a tutti! Il gruppo che vi voglio consigliare è quello dei Maroon 5.
Il gruppo dei Maroon 5 nasce nel 1997 dalle ceneri dei Kara’s Flowers.
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I componenti sono Adam Levine (voce e chitarra), Jesse Carmichael (tastiere), James Valentine
(voce e chitarra), Mikey Madden (basso) e Matt Flynn (batteria e percursioni).
Il primo album viene pubblicato nel 1997 con il titolo “The Fourth World”. Nel giugno del 2002
esce “Songs About Jane”, dedicato alla ex-fidanzata di Adam.
Il singolo “Makes Me Wonder” anticipa l’uscita del secondo album nel 2007, “It Won’t Be Soon
Before Long”. Il singolo “If I Never See Your Face Again” viene ripubblicato in una nuova versione
che ha Rihanna come ospite. Nel 2008 esce “Call and Response: The Remix Album”, l’album contiene (ovviamente) una raccolta di remix.
Nel 2010 esce l’album “Hands All Over” che viene anticipato dal singolo Misery. Nel video partecipa anche la fidanzata dell’epoca di Levine.
Nel 2011 esce il singolo “Moves Like Jagger” con la partecipazione di Christina Aguilera. Nello
stesso anno i membri del gruppo sono protagonisti di una puntata di C.S.I. New York.
L’ultimo album, “Overexposed”,esce nel 2012 con il singolo “Payphone” con la collaborazione del
rapper Wiz Khalifa.
Vi consiglio:
- “This Love” (da “Songs About Jane”).
- “Makes Me Wonder” e “Goodnight Goodnight” (da “It Won’t Be Soon Before Long”).
- “Misery” e “Give A Little More” (da “Hands All Over”).
- “One More Night”, “Daylight” e “Lucky Strike” (da “Overexposed”).
Ecco, cari studenti, queste sono le nostre proposte che come sempre speriamo prenderete in considerazione.
Al prossimo mese!
Tali, Tita, Vica e Picci
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SAINT VALENTINE’S DAY
Emma spalancò gli occhi esattamente un minuto prima che suonasse la sveglia, alle 7.09, come al
solito. Si sarebbe alzata tardi come al solito, dando il solito abbraccio malinconico a un letto troppo
comodo, per poi abbandonarlo e trascinarsi verso la cucina per bere il solito the’ verde, nella solita
tazza con i soliti 5 biscotti, non uno in più ne uno in meno; insomma il solito.
Peccato che quel giorno non aveva niente che assomigliasse al “solito”.
Non apparteneva a tutti i giorni anonimi che scivolano via nella solita quotidianità.
Emma non aveva bisogno di guardare il calendario per sapere che era il 14 febbraio 2014.
Aveva vissuto quel giorno 58 volte; chiudendo gli occhi aveva studiato ogni singolo movimento
che avrebbe fatto, calcolato con precisione maniacale la forza, la velocità, la fluidità dei suoi gesti,
aveva immaginato i suoi tacchi risuonare sul pavimento in modo sicuro, uno sguardo intelligente
e una stretta vigorosa. Aveva rimuginato su tutte le possibili reazioni che lui avrebbe potuto avere
e come avrebbe potuto comportarsi per uscirne in modo brillante. Si era esercitata a controllare
tutte le sue emozioni così bene che non ci sarebbe stato nemmeno un tremolio a tradirla. Nessun
particolare sarebbe stato lasciato al caso.
Lei era pronta. Doveva essere pronta.
E pronta si rivelò.
Aprì le doppie porte, lo avvolse in un sorriso rassicurante per riceverne uno fiducioso in cambio;
andò tutto come previsto.
Solo per un minuto e zero sei secondi sentì quel cuore accelerare il battito così tanto da rischiare di
strapparsi e il suo andare allo stesso ritmo sincopato.
Un minuto e zero sei secondi per allacciare in modo definitivo due vite.
Ricucì accuratamente 5 ore di estenuante lavoro dentro quel torace.
“Complimenti dottoressa, il trapianto è riuscito perfettamente”.
Emma inspirò ed espirò; aveva calcolato tutto, tranne la felicità che si prova alla fine.
Uscì e, sbadata, sbattè contro un ragazzino, un palloncino rosso a forma di cuore e una valentina.
San Valentino, il 14 febbraio è San Valentino.
Sorrise, Emma ci trovò qualcosa di estremamente romantico in un cuore che proprio in quel giorno aveva iniziato a battere per amore, amore per una vita che continua.
dandelion
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LET’S READ, LET’S DREAM
Buondì dolci e cari lettori del Manzoni!
Finalmente (o forse no) è arrivato anche febbraio, ma per noi librofili non cambia poi molto dai
mesi passati: le nostre vite continuano ad essere scandite dallo struscio delle pagine che scorrono
sotto le dita.
Io, come sempre, sono qui con voi a condividere una delle mie esperieze librose, ma, vi avverto,
questo mese sarà diverso.
Reduce da una bellissima esperienza a tema potteriano, ho deciso di tornare nostalgicamente alla
lettura del libro con la L maiuscola, del libro che ha caratterizzato MAGICAMENTE la mia infanzia, del libro che tutt’oggi mi fa luccicare gli occhi e battere il cuore all’impazzata.
Ebbene sì, per l’ennesima volta mi sono ritrovata sotto le coperte, con una tazza di tè in una mano
e “Harry Potter e la pietra filosofale” nell’altra.
Nonostante io sia abbastanza sicura che il 95% di voi conosca, o almeno abbia sentito parlare della
trama di questo libro, ho deciso comunque di raccontarvela brevemente; non sarebbe giusto ignorare quel povero 5% di popolazione babbana che ancora ignora cotanta magia e splendore.
Harry Potter è un bambino qualunque, un po’ più sfortunato rispetto ai bambini della sua età, orfano di entrambi i genitori, morti in un incidente d’auto, o almeno questo è quello che aveva sempre
saputo, costretto a vivere con degli odiosi e normalissimi zii, i Dursley, che non esitano a mostrargli tutto il disprezzo che provano nei suoi confronti.
Quello che, pero, Harry non sa è di essere predestinato, così come non sa che lo strano segno a
forma di saetta che da sempre adorna la sua fronte è tutt’altro che un’ordinaria cicatrice.
Harry ha alle spalle un passato “magico” che non esita a manifestarsi all’avvicinarsi degli undici
anni: i suoi capelli, accuratamente rapati a zero dalla perfida zia Petunia, gli ricrescono in una sola
notte e, chissà come, il vetro di una teca del rettilario scompare da un momento all’altro sotto i
suoi occhi.
É solo in occasione del suo undicesimo compleanno che gli si
rivelano la sua natura e il suo destino, e il mondo misterioso
cui di diritto appartiene. Hagrid, il guardacaccia della scuola
di magia e stregoneria di Hogwarts, con il cuore tenero come
un muffin, apre gli occhi al piccolo Harry, figlio di due eccellenti maghi: Lily e James Potter.
Cosi, da un giorno all’altro, la vita di Harry cambia radicalmente, si popola di magia, di gufi portalettere, di scope
volanti, di caramelle con strani nomi e strani gusti, di quadri
che parlano e di fotografie che si muovono, di draghi e di
bacchette magiche.
La vita di Harry si riempie anche di cose che non aveva mai
conosciuto prima, si riempie di amicizie, di coraggio e di
voglia di mettersi alla prova in un luogo dove finalmente di
sente a casa.
Ben presto stringerà amicizia con Ron Weasley, un simpatico
e buffo ragazzino dai capelli rossi che, sono certa, rapirà i
vostri cuori, e con la brillantissima Hermione Granger, figlia
di due babbani (non maghi), ma che non ha davvero nulla da
invidiare ai figli di maghi.
I tre, insieme,spinti da una grande curiosità, affronteranno
la loro prima avventura alla ricerca della pietra filosofale.
14
Nessuno dei tre, però, sospetta che dietro a quel mistero ci sia qualcosa, o meglio qualcuno, di
estremamente malvagio che ha bisogno di recuperare forza e voglia di recuperare potere. Nessuno
dei tre immagina che quella è solo la prima di tante avventure insieme.
Non posso che augurarvi di entrare in questo fantastico e magico mondo, non ve ne pentirete!
“Harry aveva un viso sottile, ginocchia nodose, capelli neri e occhi verde chiaro. Portava un paio
di occhiali rotondi, tenuti insieme con un sacco di nastro adesivo per tutte le volte che Dudley lo
aveva preso a pugni sul naso. L’unica cosa che a Harry piaceva del proprio aspetto era una cicatrice molto sottile sulla fronte, che aveva la forma di una saetta.” [Harry Potter e la pietra filosofale, J.K. Rowling]
Babi
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DEAR DIARY
CH. 5
Più volte mi dicevano che non si poteva vivere di sogni, che non si doveva dimenticare la realtà e
volare in alto perché quando poi ci si risvegliava si rischiava di cadere e farsi davvero male.
Ma io non potevo smettere. Vivevo di sogni. Erano la mia sostanza vitale.
Mi perdevo a volte e senza accorgermene mi costruivo mattonella per mattonella il mio mondo
parallelo. Non mi faceva male avere una vita tutta mia perché non mi sembrava tale quella che
vivevo nella realtà. Sapevo distinguere i confini, la differenza tra ciò che la vita mi offriva e ciò
che facevano i sogni. E non trovavo niente di male nel ricompensare nei sogni ciò che la realtà mi
negava.
E così mi perdevo nei meandri della mia immaginazione.
E nei miei pensieri io e Razan eravamo sempre insieme. Lui era come una presenza costante insidiata nella mia mente. Ad ogni mio pensiero immaginavo il suo.
Era diventato la mia ombra. E non poteva trattarsi di pazzia, perché allora tutto quello che riguardava l’amore avrebbe dovuto esserlo.
Continuavo a trascinarmi dietro la mia esistenza, che diventava ogni giorno più pesante e ogni
momento era buono per sfuggire alla realtà. Sapevo di camminare verso il punto di non ritorno,
sapevo che ben presto non avrei più distinto i limiti e avrei confuso la verità con l’immaginazione,
ma non facevo niente per impedirlo.
Mi trovavo davanti a una svolta, non avevo idea di cosa mi riservasse la ragione e quindi mi rifugiavo nell’irrazionalità.
Con il ritorno di Razan erano tornate l’angoscia e la sfiducia; mi rimproverano sempre di non avere
abbastanza autostima. Ma come fa ad avere autostima una persona che ogni volta alza lo sguardo
verso lo specchio e, oltre alla sua faccia, vede come scritte da un pennarello indelebile le parole
che la condannavano, gli insulti che la accompagnavano? Come se avesse scelto lei di nascere così,
come se si fosse appiccicata quel naso e si fosse allargata i fianchi, come se lo avesse scelto da sé di
non essere magra e bella come tutti gli altri. Di tutti i miei insuccessi incolpavo me stessa. Mi riempivo di autocommiserazione, mi farcivo di delusione e pensavo che se fossi diventata quel che tutti
volevano da me sarei stata una persona brillante.
Rimpiangevo i tempi in cui non voltavo lo sguardo alla vista di ogni specchio, in cui mi facevo foto
senza poi avere l’impulso di gettarle tutte via.
Dovevo svegliarmi da quello stato in cui mi ero ridotta, ma non riuscivo ad alzarmi da quel letto di
scontentezza.
Dicevano che aveva avuto su di me una cattiva influenza.
Dicevano che mi aveva rovinata, dicevano che mi aveva cambiata.
Era vero. Era stato l’unico a riuscire a sollevarmi dalla mia timidezza. L’unico che poteva infondermi un po’ di sicurezza. L’unico che non si è scoraggiato davanti al mio carattere sia brusco che
riservato. Dov’era ora la persona che ero allora, prima di conoscerlo?
Tutti credevano fossi una persona determinata. Autonoma. Indipendente. E invece no. Con lui
avevo perso ogni possibile speranza.
La mia testa sembrava voler scoppiare a furia di pensare, ma stavolta non avevo la forza di scacciare tutte le mie riflessioni.
Una settimana, due settimane, tre settimane. Da quando non mi scriveva più?
Non avevo mai avuto il coraggio di fare il primo passo. Restavo sempre in attesa di una sorpresa,
avevo sempre il terrore di essere di peso.
Forse era davvero meglio lasciare perdere. Da tanto non mi illudevo più del suo amore, ma credevo
almeno un po’ nella sua amicizia. Ma se si tiene davvero ad una persona non la si lascia in questo
stato di attesa snervante.
16
Chiusi gli occhi. Mi ero giurata di essere felice e la parola felice non racchiudeva tutte le paranoie
che mi stavo facendo.
Diedi una sbirciata all’orologio della classe. Una meno cinque.
Cosa aspettavano a suonare? Ah, era ora.
Raccolsi in fretta zaino e giacca e mi diressi verso il gruppo delle mie amiche alla porta della classe.
“Ehi ci sono, aspettatemi” gridai loro. Nessuna si voltò, continuarono a scendere le scale dimentiche della mia esistenza.
“Dai, smettetela, dove state andando?” Nessuno mi rispose, evidentemente erano talmente assorte
nei loro discorsi da avermi dimenticata completamente.
Pazienza, mi dissi, era andata così. Cercai di evitare di sentirmi esclusa, uscii da scuola e presi a
camminare da sola. Come mi ricordavano quei momenti i vecchi tempi, quando ero sempre sola,
quando non sapevo con chi parlare e mi trovavo a conversare coi miei stessi pensieri.
Presi posto in pullman, appoggiai lo zaino sul sedile di fianco, oggi nessuno si sarebbe dovuto sedere vicino a me, mi infilai le cuffie nelle orecchie e feci partire la musica.
Chiusi per un attimo gli occhi godendo della mia tranquillità in mezzo a tutto il via vai di gente che
camminava in tutte le direzioni. Chi correva, chi con le mani in tasca, chi fischiettava, chi fissava
un punto indefinito davanti a sé.
Mi sentivo come in una nave durante la tempesta.
Presi un libro e mi misi a leggere, ma non riuscivo a concentrarmi abbastanza, il che non mi capita
quasi mai. Le parole scivolavano davanti ai miei occhi senza lasciare traccia nella mia mente. Chiusi il libro e voltai il viso verso il finestrino. Le persone continuavano a camminare, correre, fischiettare. L’autobus si fermò bruscamente ad una fermata ed io mi sentii tirare avanti, mi aggrappai al
sedile e tornai a contemplare quel fermento di formiche indaffarate che mi scorreva davanti.
Finché il mio sguardo non incontrò una sagoma familiare.
Razan era al suo solito posto. Mi aspettai che mi salutasse, l’aveva sempre fatto.
Ma poi notai lei. E il suo braccio avvinghiato a quello del ragazzo. E l’espressione sul volto di lui.
Il suo sorriso storto. La sua mano che le carezzava la guancia. Mi sentii a disagio, come chi vedeva
qualcosa che non avrebbe dovuto. Abbassai gli occhi. L’autobus ripartì. Il tutto era durato al massimo un minuto e aveva avuto il potere di spezzarmi il cuore. Sentii le lacrime addensarsi negli occhi.
Le ricacciai indietro con forza. Sentivo le orecchie bollenti e un groppo in gola.
Chi mi credevo di essere? Quale diritto avevo di essere gelosa? Sapevo che le sue parole non erano
mai dedicate solo a me. Sapevo che i suoi sguardi non erano mai solo per me. Sapevo che ero
soltanto una delle tante. E allora perché avrei dovuto sentirmi così inadeguata?
“Perché ha scelto lei e non te?” Quanto avrei annientato volentieri quella vocina nella mia mente.
Un flashback colpì la mia mente con la forza di una pugnalata alla schiena.
Quella volta eravamo in palestra. Seduti vicini sulla panchina.
«Guarda qua!» la sua voce mi svegliò dal mio stato di sonnolenza.
«Cosa?». Mi avvicinò il cellulare sotto il naso e mi disse: «Che te ne pare?».
«Ma della ragazza?» fu la mia risposta.
«No del cellulare! Secondo te?».
«Non posso saperlo, sembra carina, perché?».
Ammutolì per qualche secondo:«Non lo so, non mi piace, è una.., be’ non è il mio genere».
«Ah sì? E qual’è il tuo tipo?» risposi ammiccando.
«Quelle come te, ovviamente».
Si avvicinò per un abbraccio e sorrisi poggiando la testa nell’incavo della sua spalla. Ci appoggiammo alla parete e riprendemmo a parlare fitto senza ascoltarci veramente e allo stesso tempo
stando ognuno attento alle parole dell’altra. ù
Perché le persone cambiavano così velocemente opinione? Perché ciò che si crede oggi non vale più
domani?
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Mi appoggiai di nuovo al finestrino in preda allo sconforto. Non me l’aveva detto, come suo solito
mi aveva mentito. Anzi mi aveva deliberatamente ignorato.
Certi vizi non si perdono mai, e lui era drogato di bugie. Come lo ero io di illusioni.
Fissai le mie gambe, le mie mani. Mi concentrai sul mio respiro angosciato. Maledissi mentalmente l’asma e tutte le medicine che prendevo per tenerla a bada. Il mio riflesso sul vetro diceva
già tutto. Sembrava parlarmi.
“Come fai ancora a chiedertelo?” mi sussurrava. “Guardati. Come può una persona come te, piacere a lui?”.
Sapevo di non essere bella. Era una consapevolezza cresciuta con me dalla fine dell’infanzia. Ma la
consapevolezza della mia bruttezza non impediva alla gente di sottolinearlo ogni giorno.
Mi sarei arresa prima o poi. Era ora di ammettere i propri errori ed io non ne ero mai stata capace,
ma prima di lasciarlo perdere avrei voluto soltanto un’ultima cosa.
Alla ragazza alla quale aveva rubato il cuore, perché dubitavo che qualcuno come lui si sarebbe mai
potuto innamorare, avrei voluto raccomandare di trattarlo bene, di prendersi cura di lui perché io
non c’ero riuscita. Avrei voluto dirle di stare attenta a lui, di proteggerlo da se stesso. Di aiutarlo e
di esserci per lui quando ne avrebbe avuto bisogno. Perché non smettevo di amarlo anche dopo che
mi aveva ridotto a pezzi e li aveva sparpagliati tutti per terra. Tenevo a lui come si faceva con poche
persone.
Mi accorsi di una lacrima colata a tradimento sulla mia guancia, mi affrettai ad asciugarla mentre
nuovamente i ricordi invadevano la mia mente. Mi sentivo sotto attacco. Immagini distinte e non,
suoni, parole, tutto vorticava nella mia testa.
I suoi sorrisi affettuosi diventavano in un lampo ghigni e risate di scherno, le sue parole scherzose
si trasformavano in insulti, gli abbracci in strette ferree. Vedevo finalmente tutto il male che era
riuscito ad infliggermi. Finalmente la nebbia si dissipò lasciando un solo nitido ricordo. ù
Mi stava spingendo, e avevo paura, io che di lui non ne avevo mai avuta, arretravo inciampando
nei miei stessi piedi, un lampo di follia immotivata nei suoi occhi,
«Ehi, cosa c’è? Cosa ti ho fatto? Va che mi fai cadere.»
Boom.
Mi accasciai contro la parete. Il tonfo rimbombò per tutta la palestra. Il dolore si propagò per
tutta la schiena.
Non riuscivo a parlare scioccata, non riuscivo ad alzarmi.
Ad un tratto qualcuno mi tese la mano, Razan si affrettò a chiedermi scusa, si inginocchiò accanto a me, cercò di farmi alzare.
«Scusa, scusa, scusa, non volevo, ti sei fatta male? Dove ti fa male? Stavo solo scherzando.»
Le sue parole mi scivolavano addosso vorticando, senza senso. Il mio sguardo si fece vacuo e
spento. «Lasciami stare» sibilai.
Si alzò trascinandomi con sé. «Perfavore, non...».
Lo fissai freddamente, rendendomi conto della sua meschinità per la prima volta, tutto quel suo
affannarsi per me era soltanto per pararsi il culo.
«Ho capito, sono caduta da sola correndo, puoi smetterla di tenermi il braccio adesso». Non
provò nemmeno a contestare, sorrise e abbassò la testa. «Grazie» disse.
«La prossima volta calibra la forza, non tutti sono resistenti come te».
Mi abbracciò, come se sapesse che con me bastava un abbraccio.
Bastava un sorriso, una carezza per farmi tornare, farmi dimenticare.
E a volte sembrava avessero ragione coloro che diffamavano Razan, a volte sembrava davvero solo
un bullo insensibile, ma io non me ne accorgevo.
E io avevo davvero dimenticato, avevo trasportato quei momenti in una cartella a parte nella mia
mente e l’avevo chiusa a chiave; ma si sa che la sofferenza risveglia altra sofferenza, ed io pativo
come se fossi stata tradita, come se fosse in mio diritto soffrire. Staccai il volto dal vetro e mi preparai a scendere.
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La mente mi scoppiava ma io dovevo resistere.
Dopotutto non era la prima delusione che sopportavo, non era la prima ferita che riportavo.
Nour.
SCUSATE SE MI INSERISCO
Fermo! No, non girare pagina. No, ehi, amico, guardami sono qui! No, sono quella che saltella
scompostamente proprio qui! Dai pulcinella, cosa facevi al corso di spionaggio, mangiavi taralli
sotto il banco? Su, applicati!
Ecco, benissimo, vedo il tuo sguardo scorrere in questa direzione, dai che ci sei quasi, coraggio.
Eccolo, ecco il lampo di comprensione che balla la conga nel tuo sguardo.
Si, vedo le mani alzarsi in segno di vittoria. No professoressa, il suo alunno non ha alzato la mano
per rispondere a lei, sta solo leggendo il mio articolo illegalmente nella sua ora.
Bene, benissimo, ci siamo arrivati.
Bentrovato caro lettore! Tu e il tuo punteggio furbizia livello extreme siete riusciti a scovarmi anche in questa nuova veste.
Non avevo dubbi, io lo so che solo i manzoniani più raffinati, acuti e di sottilissima intelligenza mi
permettono di intromettermi nelle loro vite e di conseguenza avevo piena fiducia che in groppa al
vostro dromedario rugoso avreste cavalcato le pagine del giornalino per trovarmi.
Vecchi volponi, chi vi frega a voi? Di certo non un camuffamento di titolo!
Mi brillano gli occhi, siete il mio orgoglio.
Ad ogni modo, lasciando da parte queste considerazioni materne e dolcissime (assolutamente e
totalmente in linea con la mia persona devo dire), permettetemi di inserirmi nella vostra placida e
limpida esistenza attuale. (In realtà stavo cercando un corrispondente di “settembrina” per Febbraio, ma non credo che esista. Che delusione l’italiano).
Come ve la state passando? Tutti a saltellare sotto al sol leone?
No, sul serio, con questo bel tempo non mi direte che non avete voglia di farvi delle belle e allegre
passeggiate!
Come dite, pioggia? Mamma mia che incontentabili, per due goccioline d’acqua!
Da un mese che non fa che diluviare? Suvvia, che esagerazione, non è assolutamente vero!
Okay, forse ammetto che qualche giorno di pioggia c’è stato.
D’accordo, magari non solo qualche. Va bene, diciamo un bel po’. Per Morgana, si, piove ininterrottamente da un mese, va bene? Che puntigliosi che siete.
Allora, visto che siete così monotematici, adesso mi metto anche io a parlare della pioggia, e vi
rendo pan per focaccia (questo modo di dire non mi è molto chiaro; nel senso, se vi rendessi pan
per focaccia non vi ripagherei con la stessa moneta. Insomma, la focaccia è molto più buona del
pane).
Va bene, riformulo: allora adesso mi metto anche io a parlare della pioggia e vi rendo pane per
pane, o focaccia per focaccia, okay? Bene.
Il primo e più tragico aspetto che scombussola l’esistenza di molti in tempo di pioggia è la questione degli ombrelli.
Tanto per cominciare la mattina, mentre sei tragicamente e immancabilmente in ritardo per andare a scuola e aprendo la porta ti accorgi che sta piovendo, è matematico che non riuscirai a trovare un ombrello decente. Inizia una ricerca folle e disperata ma, prevedibilmente, il tuo ombrello
te l’ha rubato un familiare e l’ha imboscato in qualche posto oscuro, uno è grande come una portaerei, uno è piccolo come un cucciolo di chiuaua, uno ha l’astina rotta, uno ce le ha tutte rotte, uno
ha un buco proprio nel mezzo creato da sostanze chimiche non meglio identificate e così via.
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Alla fine sappiamo tutti su quale, per cause di forza maggiore, dovrà ricadere la nostra scelta. Sì,
proprio su quello con la fantasia improponibile e/o altamente imbarazzante che ti fa ripetere “sono
invisibile sono invisibile sono invisibile” mentre attraversi il centro ad altissima velocità, per poterlo chiudere il prima possibile.
E la cosa peggiore è che i tuoi familiare sembrano avere una strana predilezione per comprare
questi ombrelli decisamente sobri. E poi, per qualche contorto senso dell’umorismo del karma,
sono sempre e solo quelli a non rompersi mai.
No, sul serio signor fabbricante di ombrelli imbarazzanti, dillo se ce l’hai con me.
Poi, naturalmente, a questo eterno dramma ombrelloso vi si sommano tutti gli altri: la pioggia
storta che si infila sotto al misero ombrellino, il dannato vento che te lo fa gradevolmente rivoltare
come un calzino, l’umorismo dell’ombrello che fa cadere tutte le goccioline sulla cima della tua
cartella e poi ombrelli che si scontrano, si incastrano, si piegano, si rompono, ti schizzano, si strizzano, volano, rotolano, accecano, ingombrano.
La cosa da fare è una sola, bisogna appellarsi ai professionisti.
Dunque Mary Poppins, ti prego, si può sapere come facevi ad avere un ombrello così fantastico e
docile? Svelaci i tuoi segreti, ti prego.
Chiaramente però gli ombrelli sono solo la punta dell’ iceberg, come si suol dire tra l’equipaggio
del Titanic.
C’è sempre da considerare il dramma apocalittico della scelta delle scarpe per uscire con la pioggia,
che immancabilmente non sono quelle adatte e di conseguenza dentro ci si può girare il sequel di
“Alla Ricerca di Nemo”. È poi logaritmicamente dimostrato che pioverà ogni singolo giorno in cui
uscirai con le tue belle scarpe di tela e l’unico giorno in cui, stanco di avere i piedi bagnati, ti metterai gli stivali da pescatore, il sole illuminerà ogni fessura di Varese.
Vogliamo tra l’altro spendere qualche parola per il campo minato che i soldatini manzoniani devono affrontare per cercare di arrivare a scuola senza essere schizzati dalla simpatica macchina di
turno? I poveri studentelli ormai conoscono a memoria i punti della strada in cui si trovano più a
rischio, con le mega pozzanghere e le buche sull’asfalto, ma ci sarà sempre la capra himalayana che
riuscirà a lavarli con doccia integrale gratuita.
Per questi cari automobilisti io avrei qualche parola, ma la maggior parte di voi è minorenne,
quindi non mi pare il caso di condividerle.
Ad ogni modo non scoraggiatevi troppo, che con quel muso lungo finisce che inciampate nelle
pieghe del vostro mento, la pioggia ha anche dei lati positivi. È pacata, riflessiva, rilassante e il il
rumore delle gocce che cadono è uno dei miei preferiti in assoluto.
Sì, praticamente ve la dovete far piacere perché piace a me, va bene? Ottimo.
Non temete comunque: per la vostra gioia arriverà anche la primavera, insieme all’adorabile polline che mi fa sembrare un panda moribondo, al sole che fa sudare come canguri e alle prime dolcissime e simpatiche zanzare. Periodo davvero delizioso la primavera!
Dopo questa meravigliosa contemplazione di quanto io apprezzi i mesi caldi, vi saluto piccole macchie lunari.
Mi raccomando, cercate di non inzupparvi troppo che altrimenti vi nascono le radici e poi mi tocca
potarvi le foglie quando la vostra vegetalizzazione (che non è la trasformazione in quel capellone di
Vegeta) sarà ad uno stadio “Baobab cittadino”.
Saluti e paguri a tutti manzoniani!
LaLucions
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LOVE
“Love is real, real is love,
Love is feeling, feeling love,
Love is wanting to be loved.
Love is touch, touch is love,
Love is reaching, reaching love,
Love is asking to be loved.
Love is you, You and me,
Love is knowing, We can be.
Love is free, free is love,
Love is living, living love,
Love is needing to be loved.”
-John Lennon
Nell’aria aleggia essenza di rosa, mi sento in vena di discorsi sdolcinati, forse a causa dell’Influenza
di San Valentino.
In effetti mi sento un po’ congestionata, ho mal di testa, mi sento debole. Vabbè vorrà dire che
dovrò prendere lo sciroppo.
Comunque lasciando da parte queste tristi battute, mi pongo una grandissima e serissima domanda esistenziale: “cos’è l’amore?”.
Che argomento difficile ho voluto trattare! Mi sto scervellando da ore cercando una risposta originale, non banale, che non sia riduttiva (il mio dizionario riporta: “intenso sentimento di affetto,
inclinazione profonda verso qualcuno o qualcosa”. Troppo convenzionale e sbrigativo!).
Il fatto è che molti ne hanno parlato, tanti ne hanno dato una loro definizione. Alcune affini, altre
completamente discordanti. Tutto ciò cosa vuol dire?
Forse che nessuno in realtà sa con certezza cosa sia l’amore o meglio che forse nessuno sia in grado
di spiegarlo. Che situazione disarmante!
Ecco perché siamo inermi di fronte l’amore, ne sappiamo poco.
È certamente un sentimento potente, che cambia l’’anima, che muta le persone, che le migliora, ma
a volte sembra le peggiori. Molti atti riprovevoli sono stati compiuti in nome dell’amore, per questo
sono giustificabili? “Non peccano affatto coloro che peccano per amore,” dice Wilde.
Ora, io non so quanto abbia ragione il caro dandy inglese. Ma è ancora amore ciò che ti fa male e
nuoce ad altri?
“Se non ricordi che Amore t’abbia mai fatto commettere la più piccola follia, allora non hai amato,” continua Shakespeare. Ecco hai detto giusto William: “piccola follia”.
Non è lo stesso compiere un’azione dalle enormi conseguenze come lo è un crimine. Non si picchia,
maltratta, sottomette, viola, uccide una persona perché la si ama, tutto ciò non ha senso.
Secondo me ci si illude, ci si auto convince che sia amore quel sentimento che spinge a comportarsi
così ma in realtà è solo gelosia, senso di superiorità, egoismo.
“Tutto ciò che è fatto per amore è sempre al di là del bene e del male.” scrive Nietzsche, e concordo
con lui, ma solo per quanto riguarda l’amore vero e puro e non quello che si usa come pretesto per
nuocere.
Perché amare vuol dire donarsi agli altri, mettere il proprio volere in secondo piano. “Se dovessi
scegliere tra il tuo amore e la mia vita, sceglierei il tuo amore, perché è la mia vita” dice Jim Morrison.
Questo amore è forza positiva, è ciò che fa andare avanti il nostro mondo, ciò che non ci permette
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di vivere nel nostro cantuccio ma ci spinge fuori a una continua ricerca. Lo psicoanalista Erich
Fromm afferma: “L’amore è un potere attivo dell’uomo; un potere che annulla le pareti che lo
separano dai suoi simili, che gli fa superare il senso d’isolamento e di separazione e tuttavia gli
permette di essere sé stesso e di conservare la propria integrità”.
Lo aveva già detto il compositore russo Igor Stravinsky affermando: “Per creare ci deve essere una
grande forza dinamica. E quale forza è più potente dell’amore?”
Sì l’amore deve proprio esistere perché per progredire e migliorare il mondo dobbiamo ideare nuove soluzioni e per creare ogni cosa dobbiamo amare, per questo ti dico: AMA.
Ama la tua famiglia, il tuo fidanzato/a, il tuo amico/a, i tuoi parenti, il tuo animale domestico, le
persone che vedi tutti i giorni, lo sconosciuto che incontri alla stazione, la folla che ti circonda, il
tuo idolo, il tuo cantante/scrittore/artista preferito, chi ti vuole bene e chi ti odia, chi ti ammira e
chi ti considera una nullità, chi ti deride, chi ti sottovaluta, chi ti invidia. E per tutto questo amore
sarai ricompensato perché, come dicono i Beatles, “The love you take is equal to the love you
make” (“The End” - 1969).
Come se per questa volta non bastassero i dubbi sull’amore qualcuno poi si chiede:
• “If love is blind, how can we believe in love at first sight?”
“Se l’amore è cieco, come possiamo credere all’amore a prima vista?”
Ci crediamo perchè all’amore non si può dare una spiegazione sensata.
Come disse Emily Dickinson: “Che l’amore sia tutto, è tutto ciò che sappiamo dell’amore”. Perché
è così potente che non ci è dato capirlo.
Che meraviglia: ciò che fa girare il nostro mondo ci è incomprensibile.
Ma a che serve comprenderlo se il solo conoscerlo, provarlo serve a renderci felici? Sta tutto qui:
l’amore è felicità e non sappiamo in che modo ciò sia possibile, ma non ci importa, perché il bello
è il vivere questo sentimento, sentire il cuore che batte all’impazzata, le farfalle nello stomaco , la
pelle d’oca al solo pensiero, i brividi di eccitazione nel capire quanto una persona sia indispensabile alla tua felicità , nel comprendere che non sei solo perchè da solo non potresti vivere. L’amore
non ha leggi, regole. All’amore è permesso tutto anche “vedere” nonostante la sua “cecità”.
Quindi credete all’amore a prima vista perché è un contatto che l’Amore crea tra due individui per
dar inizio a qualcosa di straordinariamente unico.
Dopo tutto questo discorso non hai ancora capito?
L’amore è magia pura, forza onnipotente che può qualunque cosa. Il vero amore va al di là della
nostra comprensione perché è così immenso che noi a suo confronto diventiamo esseri infinitamente minuscoli. L’amore, come dice un proverbio, è cieco ma vede lontano. Cogli il paradosso?
Beh l’amore è questo: contraddizione perpetua e inspiegabile mistero.
Ecco la mia definizione: “l’amore è un enigma”.
“Amore è una forza selvaggia. Quando tentiamo di controllarlo ci distrugge, quando tentiamo di
imprigionarlo ci rende schiavi, quando tentiamo di capirlo ci lascia smarriti e confusi.”
-Paulo Coelho
Lucia Bonbon
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Ariete
(21-3/20-4)
La Luna vi conferisce la giusta
serenità per affrontare i compiti
di ogni giorno, in questa settimana non particolarmente
gravosi. In famiglia occhi aperti,
qualcuno potrebbe essere in
cerca del vostro aiuto. Amore a
braccia aperte senza pensieri ne
preoccupazioni.
HORROROSCOPO
Toro
(21-4/20-5)
Saturno stenderà una cappa di
negatività sul vostro segno nella
prima parte della settimana.
Cercate di non giudicarvi in
modo troppo severo, ci penserà
Marte a farvi recuperare
l’autostima perduta. Possibili
incomprensioni con la persona
amata, siete su binari opposti in
questi giorni.
Leone
(23-7/23-8)
Mercurio e Venere non facilitano i vostri movimenti; ostacoli
e contrattempi sono dietro ogni
angolo. La vostra vita professionale vi mette alla prova in questi
giorni, cercate di non lasciarvi
scoraggiare. In amore evitate di
lanciare segnali contrastanti, o
rischierete di perdere il treno.
Gemelli
(21-5/21-6)
Attenzione a non dimostrarvi
troppo egoisti con gli amici,
la loro pazienza non è eterna.
Marte disarmonico fa si che il
vostro carattere questa settimana non sia dei migliori; per
questo sul lavoro molti faranno
fatica a sopportarvi. Settimana
difficile, accettate l’aiuto di chi
meglio vi capisce.
Vergine
(24-8/22-9)
Un cocktail di positività e ottimismo quello che Luna, Venere
e Mercurio vi preparano. Riuscirete ad apprezzare il lato piacevole anche delle situazioni più
complicate. Questo vi conferirà
una carica di fascino e sensualità da versare su chi vi piace.
Bilancia
Scorpione
(23-9/22-10)
(23-10/22-11) L’opposizione di Saturno vi
Piacevole sosta della Luna nel
rende impacciati nelle piccole vostro segno, il momento è otquestioni di ogni giorno; sul
timo per chi sta vivendo una
lavoro vi capiterà di non sen- storia passionale. Saprete spritirvi all’altezza dei compiti che
gionare in questi giorni una
vi sono stati affidati. Cercate
carica di romanticismo e sendi reagire facendo perno su chi sualità senza pari. Buona anche
sarà capace di cogliere la vostra l’intraprendenza e l’entusiasmo
difficoltà.
sul luogo di lavoro.
Sagittario
(23-11/21-12)
Marte è in opposizione al vostro
segno in questa settimana;
questo potrebbe compromettere
la vostra tolleranza e delicatezza
nei confronti di chi vi sta vicino.
Attenti a non sciupare rapporti
di lunga data con colleghi fidati.
In amore dovrete recuperare
terreno.
Capricorno
(22-12/20-1)
Venere nel vostro segno vi
riempie di un’energia sensuale
e contagiosa, l’unico problema
potrebbe risultare dall’invidia
che qualcuno potrebbe provare
per voi. Le relazioni interpersonali viaggiano sul binario
giusto, mentre dall’amore verranno soddisfazioni importanti.
Pesci
(20-2/20-3)
Nuova settimana, nuovo stato
d’animo. Grazie a Marte e alla
buona posizione del Sole la
vostra condizione fisica ne esce
esaltata. Non avrete timore di
affrontare lavori faticosi, chi
pratica sport saprà mettersi in
mostra. Nell’intimità saprete
stupire.
Deny.
Cancro
(22-6/22-7)
Il Sole non è proprio dalla vostra parte, ma niente paura, Venere e Saturno sapranno risollevare le sorti della settimana.
Le cose non si presenteranno
sempre facili, ma riuscirete in
ogni situazione a mantenere la
concentrazione necessaria per
venirne fuori.
Acquario
(21-1/19-2)
Una settimana da vivere in un
soffio, scorrerà liscia e piacevole
tra impegni e nuovi incontri.
Grazie a Giove anche il lavoro vi
risulterà più gradevole del solito, avrete un sorriso per tutti.
Unica pecca, Marte alimenta il
vostro ego in amore, attente a
non esagerare.
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