Paese dei Cavalli Gennaio 2010

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Paese dei Cavalli Gennaio 2010
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA
www.sanrossore.it
ANNO 4 - NUMERO 1
GENNAIO - MARZO 2010
120 hurrah per il premio pisa
E
LA CLASSICA SI DISPUTERA' PER L'ULTIMA VOLTA SULL'ATTUALE TRACCIATO
ravamo già andati
in stampa con il numero di dicembre,
quando un’abbondante
nevicata ha coperto San
Rossore provocando lo
spostamento della giornata di corse dal 19 al 29
dicembre. Certo, qualche
disagio la neve lo ha provocato, ma il fascino dell’ippodromo e delle piste
imbiancate è veramente
unico.
La neve dicembrina
ha poi lasciato spazio
alle interminabili precipitazioni, disastrose la
mattina di Natale per gli
abitanti della zona a nord
di Pisa (Migliarino, Massaciuccoli e zone limitrofe) e la pioggia ha poi
continuato a cadere quasi
ininterrottamente in gennaio e buona parte di febbraio. Ma adesso, speriamo, arriva marzo che ci
dovrebbe portare un po’
di sole. Certamente marzo resta il nostro mese più
importante, ippicamente
parlando, e la sequenza
degli avvenimenti è incalzante. Il 7 marzo in pista
scenderanno i cavalli di
tre anni che puntano con
decisione al clou stagionale: il premio Pisa. Nel
Thomas Rook (riservato
ai maschi) e nel premio
Andreina (per le femmi-
C
ne) capiremo quali saranno i pretendenti principali
alla nostra classica. E se
questo non bastasse, per i
palati fini abbiamo anche
il premio Federico Regoli, listed per i quattro anni
e oltre sui 1.500 metri. La
probabile partecipazione del portacolori locale
Eustachione (a tre anni il
miglior miler italiano in
assoluto) rende già imperdibile questa competizione alla quale dovrebbe
partecipare il lanciato Tuliangreen.
mi in ostacoli. Quest’anno la Corsa in Siepi dei 4
anni è stata retrocessa a
Il 14 marzo da un pun- listed race mentre la Gran
to di vista tecnico è una Corsa in Siepi di Pisa è
giornata senza spunti di stata promossa a gruppo
rilievo ma che sarà ani- 3. La prova d’Assaggio
mata dalla quarta edizio- è trasformata in una conne di “Sardegna in Festa a dizionata mentre resta
San Rossore”, della quale invariata la proposizione
diamo maggiori informa- del cross country, legato
zioni a pagina 2.
al nome di Pardubice.
Arriviamo al 21 marzo: il giorno dei gran pre-
Il 28 marzo, è il giorno
del premio Pisa che que-
sempre di domenica
ome ormai avviene da qualche tempo, purtroppo, si giunge a fine anno senza avere il
calendario delle corse e il montepremi da distribuire. Quanto avvenuto a cavallo tra il 2009 e il
2010 è stato ancor più complesso. L’UNIRE ha di
fatti elaborato un calendario che si basava sulla necessità di avere un campo di galoppo principale per
ogni giornata di corse. In tale ottica la novità più importante che ci riguardava stava nell’aver assegnato
a Pisa in febbraio i sabati al posto delle domeniche
e nell’aver cancellato l’ultima domenica di marzo,
quella da sempre legata al premio Pisa.
Quella della cancellazione della giornata del premio
Pisa era addirittura una decisione paradossale. Per
fortuna questa era una proposta di calendario e tutti
gli ippodromi hanno potuto fare le loro osservazioni
e, in questo, un plauso va al presidente dell’Alfea
Stefano Meli che con tenacia ha dimostrato, dati
alla mano, quale danno sarebbe stato provocato da
queste variazioni.
Dopo qualche settimana, per fortuna, l’allarme
è rientrato e le giornate domenicali sono tutte tornate al loro posto. Altre novità del calendario ippico
pisano, riguardano il mese di aprile (si correrà quasi
Insomma, fatti che avrebbero creato danni note- sempre di lunedì) e di maggio (le giornate diventano
voli al nostro ippodromo ma anche all’ippica nazio- quattro, sempre di giovedì), mentre non ci sarà alcunale: immaginate quante persone sarebbero venute na giornata in ottobre e la nostra riunione autunnale
la domenica, in febbraio, perché da sempre è così partirà quindi i primi di novembre.
e non si pensa a consultare la stampa o internet, e
avrebbero trovato il cancello chiuso! Sdegnati, se
Una volta avute le necessarie conferme, si è parne sarebbero andati a cercare un altro passatempo titi subito con l’organizzazione delle corse e delle
e non sarebbero, forse, più tornati all’ippodromo. altre iniziative.
per l’ultima volta perché,
e qui è la selezione cioè
l’anima di questo sport a
chiederlo, dal prossimo
anno il premio Pisa dovrà disputarsi sul nuovo
tracciato. Da decidere se
mantenere l’attuale distanza o se farlo disputare sul classico miglio, che
ne farebbe un probante
test in vista del premio
Parioli. La spalla al Pisa
è il premio Regione Toscana, che conferma la
sua adesione al Défi du
Galop. La speranza è che
alla listed partecipino (in
quello che è lo spirito dell’iniziativa internazionale) cavalli esteri. L’internazionalità alla giornata
sarà comunque garantita
dalla tappa italiana della
FEGENTRI World Cup
of Nations, che torna per
il terzo anno consecutivo a San Rossore.
st’anno
compie 120
anni. Ci sarà forse un po’
Come sempre, i motidi commozione nel veder vi per passare un pomeaprire le gabbie di que- riggio all'ippodromo ci
sta corsa su questa pista, saranno tutti.
EQ
IN 8 PAGINE
Da questo numero ‘Il Paese dei Cavalli’ intraprende un nuovo percorso: quattro numeri all'anno e ciascuno di essi avrà otto pagine. Sfogliando il giornale
non troverete cambiamenti nelle prime pagine, nella
terza delle quali trovate l’ennesimo cameo di Renzo
Castelli su un grande fantino del passato e sulla sua
drammatica storia. Nelle pagine 4 e 5 il resoconto di
quanto avvenuto in pista negli ultimi due mesi e delle iniziative e manifestazioni organizzate dall’Alfea
all’ippodromo, mentre nelle due successive pagine,
mettiamo a confronto il nuovo e il … meno nuovo,
ma pur sempre attuale! Infatti, Luca Zavatteri, alla
sua prima collaborazione con noi, ci inizia al più famoso social network, Facebook, e di come l’ippica
vi trovi ampio spazio. A seguire Francesco Parducci
riprende le sue belle interviste presentandoci i protagonisti dell’ippica ’Uno alla volta’ e Saro Pecoraro
ne ha di cose da raccontare visti i suoi quasi 50 anni
di attività ippica. A pagina 8 le consuete rubriche che
completano questo numero. Buona lettura.
CALENDARIO
MARZO - APRILE - MAGGIO
MARZO:
4 - 7 - 11 - 14 - 18 - 21 - 25 - 28
APRILE:
6 - 12 - 19 - 26 - 30
MAGGIO: 6 - 13 - 20 - 27
ANNO 4 - NUMERO 14 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO - MARZO 2010
La notizia del mese
marzo a pisa, un tocco d'europa
UN LUNGO VIAGGIO: DALLA SPAGNA ALLA SARDEGNA PASSANDO DALLA REPUBBLICA CECA
STORIA, FOLKLORE E ... SAPORI
14 marzo: il medio campidano e i suoi gioielli
D
al 2005 le province della Sardegna sono raddoppiate a seguito delle indicazioni di legge. Una di queste è quella del Medio Campidano, posta
a sud-ovest, confinante con la provincia di Oristano a Nord e con quelle di Iglesias – Carbonia e Cagliari a sud e a est. Questa nuova provincia ha,
due capoluoghi, in quanto la Presidenza ha sede a Sanluri, mentre il Consiglio
Provinciale è insediato nel comune più popoloso, quello di Villacidro dove si
trova anche il nuovo, e fino a ora quasi inutilizzato, ippodromo. Altri comuni
di rilievo sono Guspini, Serramanna, San Gavino Monreale e Gonnosfanadiga.
La Provincia del Medio Campidano nel mese di marzo farà promozione del suo
territorio e dei suoi prodotti in Toscana, in particolar modo si parlerà del famoso
carciofo spinoso sardo, celebrato anche con una sagra, ai primi di dicembre a
Samassi. Il 13 e 14 marzo il Medio Campidano arriverà a Pisa. La nostra associazione ha organizzato assieme all’Ente l’allestimento di una mostra mercato
all’interno del chiostro della Chiesa di San Francesco, dove è la nostra sede
sociale e per le sere sia di sabato e sia di domenica è prevista una cena a base di
carciofi (menù fisso di 25 € a persona, l'avanzo di gestione andrà in beneficienza, prenotazioni allo 050 543522). Inoltre, questa manifestazione si sposterà
domenica all’ippodromo e sarà il piatto forte (è proprio il caso di dirlo!) della
4^ edizione di “Sardegna in festa a San Rossore”. Oltre agli espositori (da non
perdere la degustazione di carciofi fritti) sarà presente anche il Gruppo Folk di
Tuili. Gianni Deias Presidente Associazione “Grazia Deledda”
21 marzo: GEMELLI CECHI
L
o scorso anno, per la prima volta, i rappresentanti dell’ippodromo céco
di Pardubice furono presenti a San Rossore per celebrare il gemellaggio
con il nostro ippodromo. L’occasione fu, ovviamente, quella di abbinare questo evento con la giornata dedicata ai Gran Premi in ostacoli e il cross
– country fu dedicato proprio a Pardubice. In occasione della giornata italiana,
l’8 maggio, anche il nostro ippodromo (oltre a Merano e Capannelle) fu presente a Pardubice per ricambiare la visita.
Il 21 marzo questo sodalizio troverà ulteriore conferma, quando gli amici che
vengono da lontano (si sobbarcano un viaggio in auto di oltre 1.200 km) torneranno nostri graditi ospiti, per far conoscere la loro ippica attraverso, anche,
i prodotti della gastronomia locale. Magda Hromadkova, infaticabile nella sua
veste di pubbliche relazioni, da anni ormai ha dato modo agli spettatori degli ippodromi italiani e ai visitatori della Fieracavalli di Verona, di conoscere sempre
di più una realtà che vale veramente la pena di essere conosciuta. Famosissima
è la Velkà Pardubickà, la loro corsa più importante.
28 marzo: l'andalusia a san rossore
L
’AAEE , questo è il nome abbreviato dell’Asociaciòn Alta Escuela Espanola in Italia, nasce nel 2007 dalla passione del
suo Presidente, Roberto Bruno, per l’Arte Equestre Classica e per il Pura Razza Spagnola, all’ombra, si potrebbe dire,
della omonima Associazione spagnola presieduta dal grande rejoneador e maestro Don Alvaro Domecq Romero.
L’AAEE riconosciuta come Aggregazione Nazionale dalla Fise con delibera del giugno 2008, ha come scopo sociale principale quello di diffondere in Italia la disciplina dell’Alta Scuola Spagnola, organizzando seminari e stage, pubblicando foto ed
articoli sulla propria pagina web. pubblicizzando testi e pubblicazioni sul tema, partecipando a fiere ed organizzando concorsi ed
esibizioni di Alta Scuola, come quello svoltosi a Verona in occasione di “Fieracavalli” lo scorso novembre.
L’ultimo importante risultato ottenuto dall’AAEE nello scorso anno è stato quello di arrivare a stabilire un sincero e simpatico
rapporto di collaborazione ed amicizia con la Real Escuela Andaluza del Arte Ecuestre di Jerez de la Frontera, in Andalusia, l’Accademia fondata nel 1973 da Alvaro Domecq, che dopo aver frequentato per qualche tempo l’Olimpo dell’Alta Scuola, la Scuola
di Equitazione Spagnola di Vienna, ritornato in patria ha voluto porre le basi dell’ Escuela che sarebbe diventata “Real” per volere
di Re Juan Carlos di Borbone nel 1987. E proprio uno dei Jinete-Profesor della Real Escuela, Angel Cid appunto, ha cominciato
a tenere in Italia nel corso del 2009, una serie di stage organizzati dall’AAEE, con un numero sempre più folto di appassionati.
Il giorno del premio Pisa i nostri cavalli e cavalieri daranno spettacolo a San Rossore attraverso una serie di dimostrazioni di
dressage e addestramento. Chi fosse interessato a saperne di più, può visitare il nostro sito internet www.aaee.it dove sono disponibili gli estremi per contattarci e conoscere tutte le nostre iniziative. Massimo Parodi - Consigliere AAEE
ANNO 4 - NUMERO 1 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO - MARZO 2010
IPPICA E CULTURA
IN SELLA CON LA SCIMMIA
Q
L'INARRESTABILE ASCESA DEL FENOMENALE TOD SLOAN E LA SUA DRAMMATICA FINE
uesta è la storia di
un grandissimo
fantino o il romanzo di una vita come
soltanto Ken Follett saprebbe raccontare? Decidete voi.
Una sera brumosa di
fine novembre del 1933,
un uomo macilento e
malmesso si presenta
all’ospedale municipale (quello dei poveri) di
Los Angeles. E’ in condizioni davvero pessime.
Il medico di guardia diagnostica una probabile,
grave, cirrosi epatica e lo
ricovera. L’uomo, che ha
59 anni, si chiama James
Forman Tod Sloan. Al
medico quel nome non
dice niente. Un paio di
settimane dopo un giornalista del ‘Los Angeles
Cronichle’, casualmente,
apprende del ricovero
dell’ex famoso jockey
Tod Sloan nell’ospedale
dei poveri e lo pubblica
sul suo giornale. L’America intera insorge. Viene
subito fatta una colletta e
l’ammalato è trasportato
al ‘Sullivan Lodge Hospital’. Vi morirà dieci
giorni dopo, il 21 dicembre: da ricco degente,
come da ricco aveva vissuto per larga parte della
sua avventurosa, romanzesca esistenza.
Tod Sloan era stato, a cavallo del Novecento, l’inventore della
‘monkey seat’, la monta
della scimmia. Le ginocchia spostate sul garrese
del cavalli, in uno stile
che aveva rivoluzionato
l’assetto tradizionale dei
fantini fin dal Settecento
e che prolungherà fino ai
giorni nostri i suoi effetti. Lo stile di Sloan aveva
spazzato via in pochi anni
ogni immagine del fantino classico, si chiamasse
pure Fred Archer, il più
grande di tutti i tempi,
fino ad allora. E poiché
sono sempre i risultati
che contano, non fu difficile al giovane fantino
affermarsi e accumulare
in breve una fortuna di
milioni di dollari. Ricco
ed anche spregiudicato,
la sua carriera fu punteggiata da successi ma
anche segnata da episodi spesso molto discussi
come quando, trasferitosi in Europa, annunciò
prima del Prix de Diane
del 1912, che la puledra
Rose de Mai, che avrebbe dovuto montare, aveva un problema a un nodello. La quota di Rose
de Mai schizzò in poche
ore da 4 a 12 contro 1.
La cavalla vinse con facilità, qualcuno si arricchì e Sloan fu sospeso e
inquisito ma fece causa
al Jockey Club francese
infine vincendo e incas- re a fare il fantino. Era
sando 40 mila dollari di il 1897 e il ragazzo, che
indennizzo.
era nato a Kokomo, nello
stato dell’Indiana, aveva
La sua storia. Era 13 anni. Ma il mestiere
stato il trainer Johnny del fantino proprio non
Campbell che, vedendo gli piaceva. Aveva avuil giovane Tod così pic- to un paio di incidenti e
colo ma robusto e pro- verso i cavalli provava
porzionato, un giorno gli sempre meno simpatia.
aveva proposto di prova- Finché un giorno accad-
un grandissimo signore.
In breve divenne amico
dei potenti e il principe
di Galles lo volle a Corte
e pretese che montasse
i suoi cavalli. Nel 1905
il suo patrimonio fu valutato in due milioni di
dollari.
Tod Sloan ritratto come un Lord inglese
de quello che sarà decisivo per la sua carriera:
per cercare di fermare
un puledro imbizzarrito,
Tod si aggrappò alla sua
criniera portandosi con
le ginocchia sul garrese
del cavallo. Si accorse
così che, sistemato al
quel modo, la sincronia
cavallo-fantino era mi-
COME ERAVAMO ...
Certo che ne hanno vinte di
corse in carriera questi due
giovanottini che avrete facilmente
riconosciuto! La foto è del 1980,
cioè una bella trentina d’anni
fa e anche se sembra ieri il
passaggio degli anni sulle facce
dei due ex giovanotti si vedono
tutti. L’occasione della foto è la
vittoria nel premio ‘Luigi Regoli’
di Adolfina della scuderia Dixie,
allenata da Alduino Botti e
montata da Sandro Parravani.
E’ il 20 gennaio, sesta giornata
della riunione invernale 1980,
ovviamente a San Rossore,
a consegnare il premio, il
cavalier Federico Regoli (fra
Regoli e Giuseppe fa capolino
il compianto Raimondo Billeri
che amava festeggiare ad ogni
premiazione).
 RC
gliore. Ne parlò a Campbell e fu autorizzato a
fare alcuni esperimenti, infine a montare in
corsa ’a scimmia’. Nell’ilarità generale prima,
poi nello stupore, infine
nell’ammirazione, Tod
Sloan riuscì a vincere
145 corse in poco più di
un anno. Appena tre anni
dopo era il personaggio
più famoso degli Stati
Uniti. Nel 1897 fu chiamato in Inghilterra. Partì
con un seguito di sette
persone di servizio come
Il declino fu rapido
come lo era stata la sua
ascesa. Campagne di
stampa forse vere forse
calunniose, spese dissennate, alcool, e chissà
cosa d’altro minarono
la salute e il patrimonio
del grande fantino. La
grande depressione del
’29 spazzò via quel che
gli era rimasto. Ormai
sul lastrico, finì addirittura clown in un circo,
pagliaccio nel vero senso del termine, cioè subissato di fischi quando
imitava la scimmia montando alla sua maniera
su un cavallo, nell’ilarità
generale. Eppure ormai
aveva aperto una strada e
inventato una tecnica che
non sarebbe mai più stata
abbandonata. L’America
ebbe un sussulto soltanto quando seppe che il
grande Tod Sloan stava
morendo a Los Angeles,
nell’ospedale, dei poveri, in quella sera d’autunno del 1933. Ventidue
anni dopo giunse infine
un riconoscimento tardivo al suo genio sportivo
quando nel 1955 fu accolto nella Hall of Fame
del National Museum, la
galleria che ospita i personaggi più illustri del
galoppo americano.
 Renzo Castelli
l'inconfondibile
stile raccolto
detto 'a scimmia'
inventato da Sloan
ANNO 4 - NUMERO 14 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO - MARZO 2010
reykon, DAYLANG e gli altri
L
I VINCITORI PIU' IMPORTANTI NEI PRIMI DUE MESI DELL'ANNO A PISA
a prima giornata
veramente interessante in programma dal primo dell’anno,
è stata quella del 14 febbraio, con la disputa del
premio Enrico Camici
(listed race), del premio
Galileo Galilei (handicap
principale) e di due condizionate riservate ai cavalli di tre anni sulla via
che porta al premio Pisa.
La listed per i velocisti quest’anno ha raccolto
un campo di partenti più
numeroso del previsto e
che comprendeva anche i
vincitori delle prime edizioni della corsa, ovvero
Alleluja Angel (2008) e
Xenes (2009) tutti e due,
a dire il vero, lontani
dallo standard dei giorni
migliori. A svettare sul
traguardo è stato invece
Reykon, un cavallo che
negli anni passati aveva
sconfitto fior fiore di velocisti quando era allenato da Armando Renzoni.
Il figlio di Invincible
Spirit è stato acquistato
alla fine dell’estate scorsa
dalla signora Moira Concetti e risulta allenato da
Devis Grilli, ai cui ordini
ha disputato cinque corse ottenendo 3 vittorie e
un secondo posto. Dopo
il non piazzato nel rien-
il grigio Daylang e Djordje Perovic in volo solitario sul Galilei
quale sta dimostrando di
essere, potrebbe far divertire Luciano Salice, il suo
proprietario, e Stefano
Botti & Co. nella veste di
allenatore. Per lui, probabile la partecipazione al
premio Regione Toscana
del 28 marzo.
Reykon e Pasquale Borrelli svettano sul traguardo del premio Enrico Camici
tro fiorentino, Reykon
ha vinto a reclamare, per
poi vincere un handicap
principale a Roma sfiorando il bis a Napoli. La
corsa pisana si è risolta
per Reykon poco dopo
l’ingresso in retta d’arrivo quando il suo fantino,
Pasquale Borrelli, ha premuto sull’acceleratore e
ha salutato la compagnia,
dalla quale è emerso il
lunatico Red Kimi e la
favorita Secret Ridge. Se
Reykon tornerà ai livelli
giovanili (e sembra essere
sulla strada giusta!) sarà
un bene per la listed pisana in termini di rating.
Nella stessa giornata
fratelli famosi
T
ra i tanti vincitori che si sono messi in evidenza in queste ultime settimane, una citazione speciale la merita una portacolori della Razza
dell’Olmo. Non ha vinto né si è piazzata in una prova di selezione ma se
ci fosse riuscita (o se ci riuscirà!), il suo valore commerciale salirà ancor più
alle stelle. Questo capita quando un proprietario, con un pizzico di fortuna,
si trova in scuderia una cavalla come India Spirit. India chi? Si India Spirit,
una saura che in carriera ha corso 15 volte vincendo 3 corse, inclusa quella di
Pisa del 7 febbraio. Già perché la madre della cavalla è Gino’s Spirit che ha
generato anche Gitano Hernado. E qui parte il coro degli “Ooohhhh” perché
tra gli addetti ai lavori questo nome evoca un cavallo particolare.
Gitano Hernando, infatti, è allenato a Newmarket da Marco Botti per cui ha
corso in ottobre a Santa Anita, in California, vincendo un gruppo 1 internazionale, il Goodwood Handicap. I proprietari, che prima della corsa avevano una
mezza idea di far rimanere il cavallo in allenamento negli States, dopo l’inatteso successo hanno cambiato idea lasciando il cavallo al bravissimo Marco
che lo ha riportato in Inghilterra. Il giovane Botti, dopo qualche settimana di
riflessione ha poi indicato nella Dubai Worl Cup (10 milioni di dollari – 27
marzo a Meydan) il prossimo obiettivo di Gitano Hernando. E se adesso India
Spirit vale già un capitale, alla fine di marzo, a seconda di come andranno le
cose, potrebbe essere un vero e proprio tesoro. Con il fiuto dell'agente Federico Barberini e un pizzico di fortuna, Salvatore e Matteo Limata si sono fatti
un bel regalo!
India Spirit e Luca Maniezzi
al rientro dopo la vittoria
un handicap principale
con i fiocchi, premio Galileo Galilei sul doppio
chilometro. Uno dei tre
portacolori della scuderia
Siba, Hollywood Blue,
ha imposto ritmo sostenuto alla competizione
nel tentativo di far valere
la stamina dei suoi alleati.
In realtà ad approfittarne
è stato il grigio Daylang, il pupillo di Elisabetta Gallani Malanima
e Oriando Luchi che ha
seguito il leader da vicino per soppiantarlo poco
dopo l’ingresso in dirittura d’arrivo. L’allievo dei
gemelli Verricelli ha fatto
passerella davanti alle tribune con Djordje Perovic
rialzato in sella. Gibraltar
Applied e Mamma Gervasi hanno completato il
podio.
Sempre la maison
Botti ci ha servito altri
due bei vincitori il 21 febbraio. Il “Siba” Marcret
ha vinto e convinto in
condizionata sul doppio
chilometro. Il suo compagno di colori Tuliangreen è rientrato con una
squillante affermazione
in condizionata sui 1.500
metri che lo segnala come
pretendente importante al
premio Federico Regoli.
Altri
promettenti
vincitori del mese sono
stati Fenomen, che il 7
febbraio ha dato una nuoE il bello deve ancora
va dimensione di se e da
tardivo figlio di Pivotal venire in marzo.
Fenomen e Nicola Pinna riportano i colori della scuderia Rencati al successo
ribot cup atto terzo
S
ta ormai diventando un appuntamento fisso nel calendario ippico di San
Rossore ma anche in quello nazionale. La Ribot Cup è l’iniziativa che
vivacizza la penultima domenica di febbraio e quest’anno ha permesso
di vedere in sella, per la prima volta in Italia (e questa sta diventando una
prerogativa del trofeo) giovani fantini d’Europa. E dopo aver presentato negli
anni passati Greg Fairley e Maxime Guyon, per la prima volta in assoluto la
Ribot Cup ha visto tra i suoi protagonisti gli allievi fantini campioni di Francia,
d’Irlanda, della Gran Bretagna e d’Italia. Oltre a Flavien Prat, Gary Carroll,
David Probert e Umberto Rispoli (non solo campione tra gli allievi ma campione d’Italia in assoluto), a Pisa è tornato anche Andrea Atzeni che già l’anno
passato aveva disputato le sue prime due e uniche corse italiane, per lui che
ha la patente inglese di allievo fantino. Del lotto di giovani promesse, hanno
fatto parte anche Nicola Pinna, Pierantonio Convertino, Sebastiano Guerrieri,
Alberto Sanna, Domenico Migheli, Giuseppe Virdis e Cristian Demuro.
Le tre corse a loro riservate hanno regalato spettacolo ed emozioni e la Ribot
Cup è stata conquistata da Andrea Atzeni che ha vinto due volte, portando al
traguardo Soglio e Tombeur de Femmes. Molto bravo. Per il nostro ippodromo
resta la soddisfazione di aver organizzato un bel trofeo con giovani e giovanissimi allievi provenienti dall’estero e che un domani saliranno, glielo auguriamo
di cuore, alla ribalta internazionale. E gli appassionati potranno dire: io li avevo
visti a San Rossore!
Andrea Atzeni e gli altri partecipanti alla Ribot Cup premiati dal Presidente dell'Alfea Stefano Meli
ANNO 4 - NUMERO 1 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO - MARZO 2010
voglio rinascere cavallo
R
L'ASSOCIAZIONE RELIVED HORSES SI E' PRESENTATA A SAN ROSSORE
elived
Horses
è tornata in Toscana e dopo la
tappa estiva a Livorno,
l’associazione che vuole
bene ai cavalli è sbarcata a San Rossore nel
giorno dell’Epifania. La
pioggia ha lasciato una
gradita parentesi e anche
a un timido sole ha fatto
risplendere il verde della
pista sulla quale i cavalli addestrati da Jaqueline
Freda e dai suoi collaboratori hanno dato alcune
dimostrazioni delle loro
nuove abilità. Si badi
bene: Relived Horse non
va negli ippodromi per
fare il circo, non è questo
lo scopo. RH si presenta all’opinione pubblica
perché questa sia sempre
più sensibile al problema
della ricollocazione dei
cavalli atleti giunti a fine
carriera e per sensibilizzare anche allenatori e
proprietari.
Sono 43 adesso i cavalli accolti a Santa Barbara, la sede di RH, e il
numero è cresciuto mercoledì sera perché sui due
van che sono arrivati a
San Rossore, sono saliti
altri cavalli da ricollocare. Le esibizioni dei cavalli e dei loro cavalieri
sono state commentate
da Sandro Marranini ma,
soprattutto, dal presidente di RH, Silvia Casati. Il
pubblico si è dimostrato
attento e ha seguito con
interesse il racconto di
Silvia, apprendendo che
i cavalli di RH si possono prendere in comodato
gratuito per tutta la vita,
pagando semplicemente la quota associativa.
I cavalli però, e questo
è importante, restano di
proprietà della RH. Una
garanzia per i quadrupedi che sono così affidati
a tempo indeterminato ai
nuovo proprietari che devono mantenerli in ottime
condizioni.
RE è da sempre vicino
a RH e lo ha dimostrato
regalando all’associazione sette selle che erano
abbandonate nella tenuta
dell’Alberese, non essen-
Tra l’altro, l’UNI-
STALLONI IN BELLAVISTA
D
obbligatoria la presenza
di “pony” per accompagnare in partenza i cavalli
difficili o per recuperare
quelli fuggiti in libertà
beh, Relived Horses può
fornire quanti cavalli di
questo genere saranno
necessari. King of Roses, Forest Bear, Stick as
Nothing, Sudur, Griccio,
Dematil (vincitore del
Criterium di Pisa), Celsius e dei trottatori Gasper Sco e Markus Joy
hanno dato spettacolo in
pista e fuori: molto belli
i momenti in cui i cavalli
sono stati a disposizione
di carezze e coccole tra i
bambini al parco giochi.
Qualcuno molto timoroso nel trovarsi accanto a
quegli animali che di solito vedono oltre lo steccato, ma poi la mano si è
tesa verso il muso caldo
do ritenute più idoneee di uno di loro.
per i performance test
La befana quest’anno
dei puledri, e quindi sono
state donate a RH trami- è arrivata assieme ai cate Sveva Davanzo. E se valli di Relived Horse, in
il regolamento renderà carrozza, ed è stata presa d’assalto dai bambini
spuntati come funghi nel
parco per ricevere la calza
in dono. Il gazebo all’ingresso principale, allesti-
to da Laura Grizzetti, ha
distribuito informazioni,
raccolto adesioni e venduto gadget.
E come atto conclusivo, il presidente Silvia
Casati è salita in sella al
canuto ventiduenne Miss
the Point che ha un amico particolare. Si tratta di
Pippo, il falchetto “domestico” di Jaqueline Freda
che è tornata a San Rossore dopo qualche anno,
senza la giubba colorata
da fantino ma con una
serenità d’animo nuova,
grazie a questa sua missione per i suoi, i nostri,
amici cavalli.
come il gabibbo
D
opo un anno di assenza. Il Fondo Italiano Allevamento ha organizzato
di nuovo a San Rossore la parata dei suoi stalloni. Domenica 14 febbraio sono giunti all’ippodromo 17 riproduttori di rango che hanno sfilato davanti a un pubblico di allevatori, operatori ippici e appassionati. Questa
vetrina è un occasione unica per gli allevatori per poter vedere riuniti assieme
gli stalloni da scegliere e a cui destinare le proprie fattrici. Ad alcuni riproduttori già apprezzati e da tempo in attività in Italia, nel 2010 se ne aggiungono
alcuni di particolare importanza. Non si può non partire dall’indigeno Ramonti, che dopo aver vinto di tutto in Italia per il suo allevatore – proprietario, è
stato acquistato da Godolphin rivelandosi il campione del mondo dei miler nel
2006. La S.A.B., oltre ha lui ha presentato Celtic Swing, ormai una sicurezza
a livello mondiale. La famiglia Brischetto ha acquisito Red Rocks, vincitore di
Breeders’ Cup Turf e molto atteso al debutto come stallone. Debutterà in questa
nuova carriera, e lo farà a Sutri nella Tenuta la Calandrina, Shamdinan, allevato dall’Aga Khan e vincitore dell’Arlington Million oltre che secondo nella
Breeders’ Cup Turf e terzo nel Derby francese. In Toscana, alle porte di Siena,
funzionerà il giapponese Vita Rosa, figlio dell’immenso Sunday Silence.
avid Lubrano, vignettista per “Il Vernacoliere” e autore televisivo
per “Striscia la Notizia”, si trovato suo malgrado a dover affrontare
una malattia molto rara. Ha voluto raccontare questa sua esperienza
scrivendo un libro dal titolo che richiama in maniera ironica il male che lo
affligge: “No Globul”. Lubrano ha presentato il suo libro domenica 21 febbraio nella Club House dell’ippodromo nell’ambito dell’iniziativa “Cultura
nella natura”, organizzata dal San Rossore Turf Club e dall’Alfea. L’autore
ha spiegato di come abbia preso spunto dalla sua malattia per narrare le sue
vicende ospedaliere che, nella loro drammaticità, hanno talvolta sfiorato il
paradossale, fondando poi un’associazione che favorisca la ricerca e dia un
aiuto a chi soffre dello stesso, raro, male. All’incontro ha partecipato anche
il dottor Alfredo Zuppiroli, Presidente della Commissione Bioetica della Regione Toscana, il cui intervento è stato molto apprezzato, in particolar modo
perché ha sottolineato come oggigiorno i test d’ingresso alle Facoltà di Medicina siano basati quasi esclusivamente su criteri scientifici e non anche su
basi umanstiche, perché dietro una malattia, c’è sempre un malato. E questo
non è un dettaglio secondario, anzi.
Ramonti, uno degli stalloni più attesi per il 2010, in parata a San Rossore
David Lubrano alla presentazione del suo libro “No Globul”
ANNO 4 - NUMERO 14 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO - MARZO 2010
L'ippica di profilo
A
ANCHE IL MONDO DEI CAVALLI SUL PIU' FAMOSO SOCIAL NETWORK
l giorno d’oggi
Facebook, il social network più
famoso ed utilizzato al
mondo é ormai entrato in
pianta stabile nel nostro
vivere quotidiano diventando parte integrante del
tessuto sociale nei diversi ambienti e ai diversi
livelli.
pratica, quotidianamente. Per non parlare poi
L’ippica certo non del numero in continua
si sottrae a tutto questo espansione di fan club
traendone beneficio ri- dedicati a jockey che
spetto ad altri canali di vengono aperti con finecomunicazione che non stre sempre più ampie e
glielo permettono; ab- condivisibili. Insomma
biamo navigato all’in- un palcoscenico dove
terno per darvi l’idea di trovare la vera essenza
come é vissuto lo sport della passione sportiva
dei re su Facebook, for- e un modo per scambiaza venite con noi! Per gli re idee, informazioni e
amanti e gli appassionati scoprire che lo zoccolo
é una vera e propria fonte duro degli appassionati é
di confronto quotidiano ben superiore a quanto si
non solo tra loro, ma an- possa pensare. Qualcuno
che con i protagonisti in potrebbe obiettare che
prima persona in quanto si tratta di un’isola felimoltissimi tra fantini, ce, per così dire virtuagiornalisti ed operatori le, dove si é tutti amici,
sono iscritti con il pro- ma che potrebbe celare
prio profilo pronti a dia- una finzione alimentata
logare, discutere, analiz- in una sorta di nicchia,
zare con la massima tra- fragile come una bolla di
sparenza questa o quella sapone all’atto pratico.
situazione, alcuni addirittura assiduamente e, in
A tal proposito ricor-
linguaggio ippico ai diversi strati sociali, troppo
spesso minati mediaticamente da aspetti negativi
riguardanti il settore.
diamo le parole di un famoso luminare il quale
diceva che, una discussione alimentata da terzi
potenzialmente utile a
tutti, verrà comunque aggiornata con nozioni utili
da chiunque, in quanto
ritenuta dagli stessi soggetti fonte di apprendimento veritiero. Insomma se una cosa é utile
sarò io per primo a farla
diventare utile sia per me
sia per gli altri.
E’ pur vero che sta
a tutti gli appassionati,
in una società dove il
rapporto virtuale sembra talvolta prevalere su
quello umano: coltivare
quest’ultimo trasferendo,
sul campo e nelle relazioni interpersonali, ciò
che é stato iniziato sul
social network. In questo
modo si può allargare il
E l’ippica? deve pur
far qualcosa anche lei per
sfruttare questa opportunità che le viene fornita.
La parola chiave é PROMOZIONE. Sappiamo
bene quanto sia fondamentale per far conoscere il proprio prodotto
la pubblicità ed il passaparola. Facebook é un
modo semplice e diretto
per arrivare ad ogni livello di potenziale utente
in modo discreto, ma efficacie; le società di corsa o gli ippodromi stessi
hanno la concreta opportunità di promuovere, ad
esempio, i propri eventi e
manifestazioni mediante una locandina sempre
aggiornabile, consultabile ed interagibile da
chiunque e con chiunque. Questo può essere
un piccolo suggerimento, ma non c’é limite alla
fantasia e all’inventiva.
Forza ippica, sei bella
anche di ... profilo.
AL GALOPPO SU FB
Se ancora non avete avuto occasione di visitare
Facebook al galoppo, nessun problema, lo abbiamo
fatto noi, sperando che dopo questa lettura alcuni
di voi siano incuriositi da quello che si può trovare
sul famoso social network. Si, perchè su Facebook
sono in aumento quotidianamente gruppi, fan club
e profili dei protagonisti dell’ippica. Citarli tutti
diventerebbe prolisso e un po’ noioso alla lettura,
quindi ci limiteremo ad una carrellata in ordine
sparso per darvene una visione generale. Prima citazione per il “nostro” gruppo: ‘San Rossore e il
Paese dei Cavalli’, continuamente aggiornato e che
segnala tutti gli eventi che si svolgono all’ippodromo. Sono oltre 900 gli iscritti a questo gruppo e da
un giro sul network, seppur sommario, sorprende
che ippodromi come Ascot, Newmarket o Santa
Anita non abbiano un profilo dedicato.
Non mancano i fantini che sono oltre un centinaio tra i più noti (da Umberto Rispoli a Dario
Vargiu, passando per Salvatore Sulas, Stefano Landi, Pierantonio Convertino ecc...), gli allenatori,
i giornalisti ed ampio spazio dedicato ai fan club
curati ed aggiornati tempestivamente dagli stessi
protagonisti. Tra i più famosi Johnny Murtagh, il
“bad boy” Kieren Fallon, da Lanfranco Dettori a
Christophe Soumillon, Ryan Moore e così via.
Una menzione particolare inoltre, la dedichiamo
ad un gruppo nato recentemente che vi invitiamo a
visitare: ricorda le gesta di Santiago Soto, una delle
figure di svolta e più amate nell’ultimo decennio
del secolo scorso. A questo punto, sperando di aver
stuzzicato la vostra passione, non vi resta che cercare il vostro fantino o personaggio preferito sul
social network e, nel caso non lo trovaste, potete
creare, curare e promuovere voi stessi il suo gruppo
o divertirvi a ‘taggare’ le foto dove sono ritratti i
vostri campioni preferiti.
Perché l’ippica galoppa anche su Facebook.
LZ
Luca Zavatteri
MATTINATE PISANE: UN ARRIVEDERCI
COME LE INCERTEZZE NELLA PROGRAMMAZIONE IPPICA HANNO CONDIZIANATO ANCHE ALTRI EVENTI
E
’ da tempo che la
società Alfea e il
Turf Club, nelle
persone dei presidenti
Meli e Bellatalla e dei loro
collaboratori, riflettono
sul progetto di qualificare
l’ippodromo come centro
di eventi culturali e sociali da affiancare all’attività
ippica: il sogno è quello
di un centro culturale e
sportivo capace di estendere la propria fruizione a
nuove categorie di utenti,
di offrire risposte nuove
alla domanda di cultura e di aggregazione che
esiste in tutte le fasce di
età e in tutte le categorie
sociali. Cultura e intelligente intrattenimento in
un ambiente affascinante
come solo San Rossore sa
essere.
Il progetto era ormai
pronto, ed il titolo anche: “ Mattinate pisane”
perché gli incontri con
artisti e personaggi della
cultura si sarebbero svolti
la domenica mattina nella
sede del Turf Club, trasformato per l’occasione
in un salotto culturale.
Purtroppo le incertezze
sul calendario ippico che
sono improvvisamente
emerse, col rischio per
Pisa di perdere un buon
numero di domeniche di
corse, hanno suggerito di
sospendere il programma, in attesa di maggiori certezze, e per evitare
situazioni di imbarazzo
con gli ospiti che già avevano assicurato la loro
disponibilità. Non si tratta di un addio, ma di un
arrivederci: il progetto di
“Mattinate pisane” conserva tutta la sua attualità, e verrà proposto in una
nuova edizione appena
possibile e, in attesa che
questo accada, vogliamo
ricordarvi quelli che sono
gli appuntamenti principali al Teatro Verdi nelle
prossime settimane.
Marzo è tradizionalmente un mese teatrale:
il Marzo 2010 del Teatro
di Pisa non fa eccezione,
con un intenso calendario
che spazia dalla danza alla
lirica al teatro alla commedia musicale. Il primo
appuntamento è con la
danza: sabato 6 marzo
2010 ore 21, in prima
nazionale la compagnia
Spellbound presenta una
nuovissima coreografia
sulle suggestive musiche
di Vivaldi. Ideatore e regista il siciliano Mauro
Astolfi, fondatore della
Spellbound, una compagine in evoluzione continua in quel mix di energia, forza e virtuosismo
che sono alla base del suo
successo.
Per la prosa mercoledì
10 e giovedì 11 marzo,
ore 21 Massimo Popolizio
in Cyrano de Bergerac
di Edmond Rostand. La
pièce rielabora le gesta di
Savinien Cyrano de Bergerac, realmente vissuto
nella Francia del XVII
secolo, poeta e libero
pensatore. Ronstand, unisce sapientemente forza
intellettuale e stravaganze di comportamento del
Cyrano originale creando
così un personaggio esagerato, ironico, travolgente, idealista e poco
accorto uomo di mondo,
nemico di qualsiasi ipocrisia e bassezza umana.
Al tempo stesso, un esse-
stein, il capolavoro del
compositore americano,
un brillante apologo fedele allo spirito di Voltaire
e reso leggero da continue invenzioni musicali
in una versione giovane
Non manca un appun- realizzata all’interno del
tamento con la lirica, fis- Progetto LTL Opera Stusato per sabato 20 mar- dio, un intreccio felice di
zo ore 20.30 (in abbona- letteratura, musica e teamento nella Stagione dei tro.
Concerti della Normale)
e domenica 21 marzo
Ancora la danza a fine
2010 ore 16 con il Can- mese, giovedì 25 marzo
dide di Leonard Bern- ore 21, quando la compagnia Botega presenterà
Paracasoscia che rivisita
il patrimonio lirico nazionale con un linguaggio
giovane, tanto energico
e vigoroso, quanto sottile
e delicato. Coreografia e
regia Enzo Celli.
re coraggioso che soffre
a causa del suo naso deforme. È un incantatore
di donne ma innamorato
infelice, anzi, innamorato
senza speranza alcuna.
Ricordiamo poi anche
La Melevisione per i più
piccoli (domenica 28 marzo alle 16.00) e Loretta
Goggi per chi ama il teatro musicale (mercoledì
31 marzo ore 21.00). Gli
ultimi due appuntamenti
sono in collaborazione
con Nonsolospettacolo.
 Manrico Ferrucci
Direttore Artistico
Teatro Verdi
ANNO 4 - NUMERO 1 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO - MARZO 2010
Altro che Tristezza: lui vince e sorride!
S
crivere in una pagina la storia ippica e
umana di Rosario
“Saro” Pecoraro è un po’
come pretendere di fare il
trasloco di una villa servendosi di un furgoncino: alla fine qualcosa, sia
pure a malincuore, dovrai lasciarlo per forza.
D’altra parte, diceva Voltaire, “ti scrivo una lunga lettera perché non ho
tempo di scrivertene una
breve”, nel senso che dilungarsi è certamente più
facile che sintetizzare,
che è in casi come questo
che lo scrivano deve dare
il meglio di sé, se ne ha.
Proviamoci.
La storia di Saro comincia nel 1933 a Lercara Friddi, ai più nota
per aver dato i natali al
padre di Frank Sinatra
ma anche al famigerato
Lucky Luciano e il paese
vive allora quasi esclusivamente di estrazione
di zolfo, lavoro infame e
provincia, in Sicilia, mi
davano 100 lire a corsa.
Ci potevi comprare 4
panini…” Ma Saro era
giovane, coraggioso e sapeva stare in sella.
“Mi dissero che a Siena si poteva guadagnare bene, al Palio, venni
in Toscana e non me ne
sono più andato”.
Tristezza,
battezzato subito dalla Piazza, e
tutti pensano che sia per
quella faccia che a volte
sembra scolpita nel tufo,
incapace di sorridere.
Niente di tutto ciò, anche
perché Saro è tutto fuorché una persona triste,
magari l’allegria la tiene un po’ per sé oppure
gliela devi tirar fuori con
calma, un po’ alla volta,
frase dopo frase.
“Il fatto è che alle
prove del Comune montai una cavallina che si
chiamava Incantatella.
Era il 1955 e al Festival
di Sanremo di quell’anno Claudio Villa aveva
Tristezza vince a braccia levate il Palio del ‘67 con Topolone per la Giraffa
paga anche peggio. Fortuna che il padre di Saro
e dei suoi quattro fratelli
(Filippo, Vito, Antonio
e Matteo) commercia in
cavalli e questo allontana
almeno dalla zolfatara,
anche se non dà certo ricchezza.
“Quando cominciai
a montare nelle corse di
Stefano Landi in ‘rosso-nero’
presentato due canzoni,
una intitolata appunto
Incantatella, l’altra era la
famosissima Buongiorno Tristezza. Così fecero
l’accostamento Incantatella-Tristezza, ma il mio
umore non c’entrava per
niente”. Proprio così, ai
senesi certi accostamenti nel dare i soprannomi
palieschi piacciono da
morire, pensate che il
fratello di Saro, Antonio,
nell’unica sua comparsa
in Piazza venne chiamato
Sorriso, chissà perché…
Ma torniamo al Pecoraro toscano, anzi senese.
“Cominciai subito a montare anche in provincia,
oltre che a Siena. Davano 2.000 lire a corsa, una
somma enorme rispetto
alle 100 della Sicilia.
Così, nel 1959, cominciai a comprarmi qualche
Rosario Pecoraro, Saro per tutti
cavallo e mi affacciai al
mondo degli ippodromi,
prima a Grosseto e poi a
Livorno. Nel 1961 ebbi
la patente di allenatore
proprietario, pochi anni
dopo quella di allenatore
pubblico”.
E qui può nascere un
dubbio su chi sia l’allenatore con più anzianità di
servizio tuttora operante in Italia, con un altro
mito del galoppo, il “sor”
Luigi Camici a contendere al nostro questo titolo.
“Secondo me – dice
Saro – Luigi la patente
da allenatore l’ha avuta
dopo di me, a me pare di
ricordare che nel ’61 fosse ancora caporale della
“Mantova”.
Intanto, in Piazza del
Campo erano arrivate le
prime vittorie, tre anni
di fila e sempre il 2 luglio: 1959 (succedendo
ad un’altra faccia molto nota da queste parti,
uno che in Piazza veniva chiamato Rondone...)
per l’Aquila (Salomè),
1960 (Selva, Tanaquilla)
e 1961 (Istrice, Uberta).
Qualche anno con poca
fortuna poi di nuovo il
nerbo alzato il 24 settembre 1967, per il palio
straordinario (sì, quelli
che ai senesi piacciono
un po’ di meno) dedicato
al congresso della Società
per le Scienze, con la Giraffa in sella a Topolone
al termine di una carriera molto particolare che
portò Tristezza a vincere
con le braccia alzate ...altro che aeroplano di Demuro! L’ultimo trionfo è,
manco a dirlo ancora nel
giorno della Madonna
di Provenzano, nel 1973
con i colori della Lupa e il
mitico Panezio, il cavallo
che vinse, mai eguagliato, per 8 volte. Stava già
nascendo la stella di Andrea Degortes, paliesca-
parecchie meno di oggi,
Blue Team (il famoso
“cavallo banca”, n.d.r.) lo
ebbi solo a 6 anni ma riuscii a fargli vincere l’Arno, Sulky vinse il Criterium a Livorno, Lorenzaccio il Toscana. L’unico che forse mi avrebbe
potuto dare qualcosa a
livello di gruppo fu Odorico, del dr. Bernardini,
che vinse bene a Capannelle una condizionata
sui 2.400 di preparazione
al Derby, ma un ictus ce
lo portò via”. Due giorni
prima del nostro incontro
Perfect Partner ha vinto
Tris a San Rossore con
63 in sella. Complimenti. “L’handicap mi aveva assegnato 60,5, poi
l’adeguamento, una cosa
che non mi convince per
niente, mi aveva fatto ritrovare con 3 chili in più.
Cosa dovevo fare, ritirarlo?”. Se non me ne vado
alla svelta questo mi fa
morire, penso tra me.
dire ottima, interpretazione di Erik Fumi, ennesimo fantino venuto
ad abbeverarsi alla sorgente di esperienza di
Saro Pecoraro.
“Il fantino di scuderia
ora è lui, un bravo ragazzo, educato, figlio di gente per bene. Certo che da
me ne sono passati tanti,
prima i corsi di formazione non c’erano, eravamo
noi a dover insegnare
tutto a chi voleva fare il
mestiere. Non voglio fare
torto a nessuno, ma scelgo Stefano Landi, la sua
carriera anche fuori dalla
Toscana parla da sola”.
Ancora un artiere a fare
capolino nella selleria
dove ci siamo rifugiati
per ripararci dal freddo, questa volta bisogna
smettere davvero. Mi resta un’ultima domanda.
Saro, sono settantasette anni e tutto posso
credere meno che ci siano problemi di soldi. Fa
un freddo cane e lo farà
anche domani e chissà
per quanti altri giorni
ancora. Ma chi glielo fa
fare di lavorare ancora?
Mi guarda per un attimo
negli occhi, mi accorgo
mente parlando per Saro
era cominciato il viale
del tramonto, suggellato
da una caduta al canape
nelle prove del 15 agosto
1976 (a 43 anni, mica pochi) che lo tolse di mezzo
prima della carriera e gli
fece prendere la decisione di smettere e di fare
soltanto, si fa per dire,
Saro, già che abbiamo
l’allenatore.
detto una cosa che non
le piace, l’adeguamento,
Per non farsi manca- diciamone un’altra. Alla
re niente Saro aveva nel sua età se lo può permetfrattempo fatto anche il tere.
gentlemen e qualche volta montato pure in fantini
negli ippodromi. “Il peso
me lo consentiva, non
arrivavo a 60 chili, una
volta a Treviso vinsi tre
corse in un pomeriggio,
due in g.r. e una in fantini, ma una me la levarono perché, dissero, avevo
danneggiato. Ma non era
Perfect Partner vince la Tris del 10 febbraio con Erik Fumi in sella
per niente vero”. Ti pareva…
“Quella Tris, che ora che sono ancora azzurri e
Da allora tante di quel- renderà la vita molto dif- che ha uno sguardo molle vittorie che nemmeno ficile a Perfect nella pros- to più giovane della sua
lui sa quante sono a oggi sima primavera, era un età, sotto, per esempio,
(“Penso più di duemi- 3.400 Euro. Ci sono cor- non ci sono che poche
la, non ho mai tenuto il se a Milano o Roma che rughe e nessun gonfiore
conto”), una quindicina 3.000 li prende il quarto tipico di quell’età. Poi, la
di cavalli all’anno in scu- arrivato in una corsa di 5 risposta è semplice e dideria ora ridotti a 10, tre partenti. Ecco, credo che retta, in fondo quella che
figli che ne hanno seguito gli ippodromi metropoli- mi aspettavo.
le orme in sella e in scu- tani siano troppo privile“E’ la passione. Se
deria ma dei quali il solo giati rispetto al resto del- stamani non fossi qui, in
Stefano continua a oc- la baracca, in rapporto al quale altro posto potrei
cuparsi di cavalli mentre volume di gioco”.
essere? Non ho fatto altro
il primogenito Andrea e
Sempre tornando a in vita mia”.
Cecilia hanno passato la Perfect. Buona, per non
Francesco Parducci
mano.
La chiacchierata va
avanti, in una freddissima
mattina di lavori sull’erba al Caprilli, ogni tanto
interrotta da qualche artiere che viene a prendere
istruzioni sul da farsi.
“Non ho mai avuto
campioni, ho sempre fatto con quel che passava il
convento. Certo cavalli
che hanno dato soddisfazioni ce ne sono stati:
Beldemonio vinceva 8
corse all’anno in tempi
lo zucchino indossato da Tristezza nel Palio del 1961 vinto per l’Istrice
in cui di corse ce n’erano
ANNO 4 - NUMERO 14 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - GENNAIO - MARZO 2010
procuratori non per caso
N
L'UNIRE STABILIRA' REGOLE PIU' CHIARE PER DEFINIRE QUESTA FIGURA PROFESSIONALE
el mondo dello
sport la figura
del procuratore
è sempre più presente e
importante per gli atleti
più famosi e non solo. In
epoca di calcio mercato,
sono loro che spesso tengono sul filo i vari club
calcistici, cercando di ottenere il miglior contratto
per i loro assistiti e così
anche per altri sport dove
i procuratori o i manager
o gli agenti, chiamateli
come volete, svolgono
un ruolo rilevante.
Anche
nell’ippica
questa figura esiste da
qualche anno e gestisce
l’attività dei fantini. In
pratica il manager di un
fantino dovrebbe scegliere per i suoi clienti
nelle diverse corse che
disputano negli ippodromi italiani, i cavalli con
i quali ottenere i migliori
risultati. Un lavoro che
richiede conoscenza del
regolamento, del settore
nei suoi più intimi dettagli, delle corse vere e proprie, dei risultati e delle
caratteristiche dei cavalli.
È necessario tessere relazioni personali con gli
allenatori e i proprietari
per saper promuovere al
meglio i fantini rappresentati. Insomma, si tratta
di un lavoro che richiede
di conoscere l’ippica in
tutte le sue sfaccettature
e che necessita anche di
saper svolgere le public
relations in maniera adeguata.
Fino a dieci anni fa
circa, in pratica, il lavoro di manager dei fantini
non esisteva. Con il passare degli anni sempre
più persone si sono date
da fare in questo settore
anche se, dispiace dirlo,
in diversi casi con molta approssimazione. Ma
partiamo da quelle che
devono essere le regole
all’interno delle quali la
figura professionale del
manager dei fantini deve
essere inquadrata. Fino a
oggi il regolamento UNIRE richiedeva una procura notarile attraverso
la quale uno o più fantini
incaricavano il loro procuratore di rappresentarli
nei confronti di terzi (allenatori e proprietari) per
gli ingaggi nelle corse.
La procura notarile, però,
è un atto ufficiale molto
costoso e solo in pochi,
anzi pochissimi, manager hanno provveduto a
depositare presso l’Ente.
Aggiungiamo, inoltre,
che trattandosi di una
procedura costosa e laboriosa, anche chi l’aveva
depositata, nel corso de-
gli anni non ha poi provveduto ad aggiornarla,
segnalando le variazioni
dei fantini da loro rappresentati nell’ambito di
questa procura.
Il regolamento è quindi assai lacunoso, anche
perché non indica alcuna
responsabilità oggettiva dei procuratori nello
svolgimento della loro
attività. In soldoni: se un
procuratore commetteva
un errore (fantino impe-
gnato per due allenatori
nella stessa corsa o su
due ippodromi diversi
nello stesso giorno e così
via), non ne rispondeva
di fronte alla giustizia
sportiva. Tale labilità di
confini ha lasciato in una
sorta di limbo questa figura professionale molto
utile a tutti, fantini, allenatori, società di corse,
ma che spesso risultava
ambigua.
hanno portato alla ribalta
della cronaca questo problema, con la necessità da
parte dell’UNIRE di dare
una nuova e più completa definizione alla figura
del manager-procuratore.
Proprio in questi giorni il sito dell’UNIRE ha
pubblicato il “Regolamento unico delle corse”
in forma quasi definitiva
e ancora modificabile a
seguito delle ultime osservazioni poste da parte
del mondo ippico. Nell’articolo 31 sono riportate le nuove norme che
permetteranno di inquadrare anche fiscalmente
la figura del procuratore.
Si parla, inoltre, anche
del numero massimo dei
fantini gestibili limitandolo a cinque, ma snellendo la procedura per
formalizzare questo rapporto e, eventualmente,
modificarlo. Il procuratore secondo questa nuova
versione regolamentare
deve essere iscritto in un
Albo professionale istituito presso l’Ente e sarà
responsabile di fronte
agli organi di giustizia
sportiva del suo operato,
come è giusto che sia. Le
modalità d’iscrizione saranno pubblicate sull’allegato tecnico.
Alcuni recenti fatti
Nella versione pub-
blicata dall’UNIRE non
si parla di altri due fatti a
nostro avviso importanti.
Il primo: può un fantino avvalersi di più procuratori con competenza
territoriale
differente,
vista la limitazione nel
numero dei fantini gestibili?
Il secondo: l’allievo
fantino per regolamento
viene gestito dall’allenatore/proprietario con
il quale è legato contrattualmente. A questo
punto dovrebbe essere
quest’ultimo a delegare
il procuratore? Resta poi,
a nostro avviso, un fatto
personale tra fantino e
manager quello di stabilire su quali monte calcolare le percentuali (monte per scuderia si o no, a
esempio) e in questo un
ruolo importante devono
svolgerlo le associazioni
di categoria dei fantini.
Come spesso accade
nell’ippica mancano delle regole certe e, spesso,
quando ci sono, non viene esercitato il controllo necessario per farle
rispettare. Con il nuovo
regolamento speriamo
che il capitolo “manager”
trovi una sua definizione
ben precisa che sarebbe
utile per tutti. EQ
cavalli settebellezze
Se dovessimo scegliere due cavalli per
raccontare la stagione di corse autunno-invernale a San Rossore, non avremmo dubbi
su quali puntare l’indice. I nomi dei vincitori classici di fine marzo, i nostri prescelti sono senza indugio Mamma Gervasi e
Passator Cortese. La prima è una femmina
in età ormai da mamma, ha sette anni ma
ancora la verve di una puledra. Allieva di
Romolo Valeri, veste i colori di Giovanni
Trunfio e in questa riunione ha disputato 7
corse, collezionando 4 vittorie, un secondo, un terzo posto e un quinto. È passata
dalle corse di minima, al piazzamento in
handicap principale, per poi dominare una
delle corse incluse nella Ribot Cup.
tutti pazzi per Passator Cortese: il suo team assieme all’irlandese Gary Carroll
la carezza di Giovanni Trunfio a Mamma Gervasi
Un altro esempio di longevità agonistica è dato da Passator Cortese, classe 2003,
che dal 17 ottobre ha calcato la pista di
casa ben 10 volte. Cavallo non semplice
da montare, dopo aver fallito i primi due
tentativi, ha infilato una doppietta seguita
da due piazzamenti, un’altra affermazione
e un paio di ennepi. Anche lui ha partecipato alla corsa della Ribot Cup sui 2.200,
giungendo terzo alle spalle della femmina
volante, per la gioia di tutto il suo entourage: Salvatore Sotgia e Antonella Bezzu, i
proprietari, Giovannino Fois, l’allenatore,
e l’allevatore Maurizio Ferrucci.
Segnaliamo un nuovo
ristorante nel cuore della
città, fra la Sapienza e
piazza dei Cavalieri: ‘La
Sosta dei Cavalieri’, in via
San Frediano. E’ un locale
accogliente, rustico e al
tempo stesso raffinato, nel
quale l’ospitalità che lo
caratterizza mette subito
a proprio agio il cliente,
turista o pisano che sia.
La cucina è senz’altro
gustosa, la cantina molto
articolata. Il prezzo è
adeguato, anche grazie
ad offerte a prezzo fisso
che non creano equivoci.
Le
specialità
sono
numerose (fra gli antipasti
segnaliamo i sugarelli
alla povera) in una cucina
tipica pisana nella quale
da non perdere sono il
piccione e gli assaggi di
trippa. Tra gli originali
dessert consigliamo il
cheesecake alle more. A
tre passi mantiene i suoi
alti livelli l’ormai storica
‘Osteria dei Cavalieri’
dalla cui costola è nato il
nuovo locale.
La Sosta dei Cavalieri
Via San Frediano, 3
56126 Pisa
Tel 050-9912410
Fax 050-9913872
www.sostadeicavalieri.it
[email protected]
chiuso la domenica