MOLIERE scheda biografica e Avaro

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MOLIERE scheda biografica e Avaro
MOLIERE ( Jean-Baptiste Poquelin )
1622 Nasce, in rue Saint-Honorè a Parigi, da Jean Poquelin, tappezziere, e da Marie
Cressè. Compirà gli studi classici nel collegio Clermont retto dai Gesuiti e si laureerà in
Diritto nel 1641.
1642 Accompagna la corte di Luigi XIII in viaggio a Narbonne, in qualità di tappezziere,
come il padre. Al ritorno diviene intimo di un gruppo di attori, che si radunano in casa
Béjart. Madeleine Béjart, commediante già nota a quel tempo, diventa sua amante.
1643 Il 30 giugno, con atto notarile steso in casa Béjart, nasce la compagnia dell’Illustre
Théatre, che avrà sede in un locale di fortuna presso la porta di Nesle. Il giovane Poquelin
ne farà parte. Di lì a poco assumerà il nome d’arte di Molière.
1644 Il 1° gennaio la compagnia, reduce da una tournée in provincia, si presenta al
pubblico parigino. L’insuccesso è totale. Il 28 giugno Moliére assume la direzione
dell’Illustre Théatre.
1645 In gennaio la compagnia, trasferita alla Croix-Noire nella zona di Saint-Paul, tenta la
fortuna con altri insuccessi. Il 2 agosto Moliére finisce nel carcere del Grand Chatelet per
debiti. Liberato su cauzione, viene arrestato ancora il giorno 4: uscirà infine il 5 per
intervento del padre. Abbandonata Parigi, si sposta con i suoi attori in provincia,
peregrinando di città in città nel Mezzogiorno della Francia.
1652 Per anni la compagnia ha come sede principale Lione. Fra il 1652 e il 1656 Molière
gode della protezione di un antico condiscepolo del collegio Clermont, il principe Armand
de Conti. Crea in questo periodole prime commedie, Lo sventato (1655) e Il dispetto
amoroso (1656).
1658 A Rouan attira l’interesse4 del duca d’Orléans, Filippo, fratello di Luigi XIV e detto
dai cortigiani semplicemente “Monsieur”. Questi gli concede il suo patrocinio: la
compagnia avrà il nome di “Troupe de Monsieur, frère unique du Roi”. Il 24 ottobre mette
in scena al Louvre, nella sala delle guardie adibita a teatro, la tragedia corneliana
Nicomede , seguita dalla sua farsa Il dottore innamorato, mai data alle stampe. E’
presente Luigi XIV, che apprezza molto la farsa.
1659 Il 18 novembre, grande successo della sua commedia Le preziose ridicole al
teatro parigino del Petit-Bourbon rappresentata insieme alla tragedia Cinna di Corneille.
1661 Si insedia definitivamente con la sua compagnia nel Téatre du Palais-Royal, creato
dal cardinale Mazzarino, a Parigi. Qui si terranno le prime di quasi tutte le sue principali
commedie, mentre a corte verranno favorite le rappresentazioni di un genere più leggero,
misto di musica e ballo e sovente con temi esotici o mitologici. Nel mese d’agosto Molière
crea I seccatori in cui opera per la prima volta la fusione, da lui ideata, della commedia
con il balletto.
1662 Il 20 febbraio sposa Armande Béjart, sorella minore di Madeleine, che gli darà un
figlio, Louis, tenuto a battesimo dal re e probabilmente morto in tenera età, e una figlia,
Marie-Madeleine.
1664 Dal 7 al 13 maggio partecipa con alcuni balletti e quattro lavori teatrali alle feste
indette dal re a Versailles; viene dato in prima assoluta Tartufo che solleva scandalizzate
proteste e deve essere ritirato dalle scene.
1665 Il 15 febbraio presenta a Parigi, nel Théatre du Palais-Royal, recitando ( come quasi
sempre avviene) nel ruolo di protagonista, la commedia Don Giovanni, preparata tra
l’infuriare delle polemiche su Tartufo. Anche questo lavoro suscita scandalo e viene ritirato
dopo sole quindici repliche. Nel mese di agosto Luigi XIV concede a Molière una pensione
di 1000 franchi e un’altra di 7000 alla compagnia, che assume d’ora in poi, con decreto, il
nome di Troupe du Roi.
1669 La stesura definitiva di Tartufo ( già riproposta due anni prima in versione attenuata
e col titolo L’impostore, ma nuovamente colpita da interdizione) va finalmente in scena il
5 febbraio, a Parigi, con grande successo: sarà replicata 28 volte.
1670 Al castello di Chambord, sulla Loira, nel mese di ottobre, davanti alla corte, Molière
presenta la commedia-balletto Il borghese gentiluomo, con clamorosi consensi, che si
ripeteranno a Parigi il 23 novembre seguente.
1672 Muore Madeleine Béjart, la compagna delle prime lotte e dell’ascesa artistica. L’11
marzo viene presentato a Parigi un altro lavoro di grande impegno: Le donne saccenti.
1673 Il 7 febbraio, dopo la terza replica della commedia-balletto Il malato immaginario,
da tempo minato dalla tisi, viene riportato a casa agonizzante e muore poco dopo. Sarà
sepolto il 21 febbraio nel cimitero di Saint-Joseph.
L’Avaro
L’Avare
Commedia in cinque atti in prosa
Prima rappresentazione, Parigi, 9 settembre 1668, Théatre du Palais-Royal, Troupe
du Roi, con Molière nel ruolo principale.
Harpagon è un vecchio sospettoso e taccagno che, dopo aver dedicato la vita ad
accumulare ricchezze, si prepara a sacrificare a questa brama anche l’avvenire dei suoi
due figli, Elise e Cléante. La prima sarà data in moglie all’anziano Anselme, che, in
possesso di una grande fortuna, si dichiara disposto a prenderla senza dote. Quanto a
Cléante, il padre ha adocchiato per lui una ricca vedova.
Ma i giovani recalcitrano: Elise è innamorata di Valère, il quale pur di esserle vicino e
sorvegliare le mosse di Harpagon si è fatto assumere in qualità di maggiordomo, e
Cléante, a sua volta, aspira alla mano di Mariane, una vicina di casa molto attraente, ma
con pochi quattrini. La situazione è complicata dal fatto che Harpagon, benché
sessantenne, non è indifferente ai vezzi di Mariane e, vedovo ormai da tempo, si propone
di sposarla. Nasce pertanto fra i giovani una sorta di cospirazione per mandare a vuoto i
piani dell’avaro; e ad essa partecipano anche La Flèche, lo scaltro valletto di Cléante, e
Frosine, una intrigante donnetta del vicinato.
Nel frattempo Harpagon si prepara a dare una cena in onore di Mariane e della madre di
lei. Mentre si svolgono i preparativi del festino, complicati dall’avarizia del padrone di casa
che vorrebbe ridurre al minimo le spese, il valletto La flèche riesce a trafugare dal giardino,
dov’è nascosta, una cassetta che racchiude il tesoro di Harpagon. Si tratta di diecimila
scudi d’oro, una somma enorme e la scoperta del furto getta l’avaro in una crisi di
disperazione che sfiora il delirio. A questo punto sopraggiunge Anselme, venuto per
fidanzarsi con Elise; e alcune parole scambiate con Valère ( che Harpagon accusa della
sparizione della cassetta) gli fanno riconoscere in lui il proprio figlio, che credeva perito in
un naufragio. Non solo: anche Mariane è sua figlia, scampata ai medesimi pericoli e a
lungo separata dal fratello. La scoperta agevola i piani dei due giovani: come eredi di un
padre facoltoso potranno coronare i loro sogni d’amore, che Harpagon, in questa nuova
luce è disposto a considerare con occhio più benigno. Anselme pùò ora deporre il suo
nome fittizio e riprendere quello autentico di don Thomas d’Alburci, nobile napoletano, in
esilio dopo essere stato coinvolto in vari disordini politici. Il sollievo di Harpagon giunge al
colmo quando il figlio, con la complicità di La Flèche, fa ricomparire la famosa cassetta.
Non rimabne all’avaro che farsi garantire da don Thomas che sarà lui ad accollarsi le
spese del doppio matrimonio: di Cléante con Marianne e di Elise con Valère; poi se ne
parte, felice, per andare a ispezionare il suo tesoro.